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FANA, TEMPLA, DELUBRA CORPUS DEI LUOGHI DI CULTO DELLITALIA ANTICA Scopo del Corpus

compito estremamente difficile studiare oggi le religioni dellItalia antica. A causa dellenorme dispersione della documentazione, infatti, spesso impossibile stabilire il contesto di provenienza di uniscrizione o prendere in esame le testimonianze archeologiche legate ad un determinato culto. questo il motivo che ci ha spinto a volere realizzare un Corpus di tutte le fonti antiche databili tra il VII secolo a.C. ed il VII secolo d.C., affinch gli studiosi possano accedere rapidamente allinsieme della documentazione e delle informazioni bibliografiche attualmente disponibili su questo argomento. Abbiamo adottato il taglio che ci sembra possa essere il pi efficace: inventariare le fonti religiose classificandole in base ai luoghi di culto. Solo questo punto di vista, infatti, permette di ridonargli tutto il loro significato. Le religioni dellItalia antica non possono essere considerate come delle suddivisioni locali di una religione universale, italica o romana; esse formano dei micro-sistemi omologhi ma autonomi. Bisogna dunque studiare le testimonianze concernenti la vita religiosa nel loro contesto geografico, istituzionale e sociale e per questo motivo si scelto di adottare un ordine topografico. Come quadro generale del Corpus abbiamo scelto le regioni augustee; allinterno di queste, una prima suddivisione fornita dalle citt depoca romana. Questa scelta simpone, perch le regioni dellItalia augustea e le citt romane sono le sole unit geografiche ed istituzionali di cui conosciamo, in maniera soddisfacente, i limiti.

Forma del Corpus


Unintroduzione precisa la storia di ciascuna regione in epoca preromana, in epoca romana e in epoca cristiana. Dei rinvii alle altre realt contermini ristabiliscono lunit dei popoli italici, i cui territori, poco conosciuti per servire da quadro di riferimento, appartengono a volte a pi regioni augustee. Vengono ricordate tutte le fonti storiche, topografiche e istituzionali delle citt e si fornisce una visione dinsieme dei luoghi di culto noti attraverso i tre periodi. Ciascun luogo di culto oggetto di una scheda ed riportato in ordine alfabetico sotto i toponimi italiani moderni; agile da consultare, questo Corpus permette di mettere sullo stesso piano siti italici e siti romani, senza applicare agli uni le caratteristiche degli altri. Alla lista precisa delle fonti aggiunta una bibliografia esaustiva ed un apparato iconografico: vi figurano inoltre le carte del territorio della citt con la localizzazione del luogo di culto, accompagnate da pi piante, e le tavole del materiale rinvenuto. Non saranno oggetto di schede separate, n le necropoli, n i luoghi di culto domestici, poich il loro numero elevato rischierebbe di squilibrare linsieme e di appesantire considerevolmente il lavoro. Questo Corpus pubblicato in due forme distinte e complementari: - una serie di fascicoli realizzati per regioni, o parti di esse, pubblicate dalla casa editrice italiana Quasar (nel 2007 usciranno i primi fascicoli del Lazio e della Campania del sud). - una banca-dati on line che permette un continuo aggiornamento delle schede.

quipes partecipanti
Il Corpus realizzato, al momento, da lUnit Mixte de Recherches n 8585 (che raggruppa ricercatori dellUniversit di Paris I, di Paris IV e dellE.P.H.E.), il Collge de France, lUniversit di Perugia. Degli accordi di collaborazione sono stati conclusi con le relative Soprintendenze per i Beni archeologici (Ostia, Lazio, Umbria, Salerno-AvellinoBenevento, Pompei, Abruzzo, Molise). Attuale composizione delle quipes:
FRANCE John Scheid, Professeur au Collge de France Olivier de Cazanove, Professeur l'Universit de Dijon Agns Rouveret, Professeur l'Universit de Paris X (UMR 7041) Dominique Briquel, Professeur l'Universit de Paris IV, Directeur d'tudes l'EPHE Annie Dubourdieu, Matre de confrences l'Universit de Paris IV William Van Andringa, Matre de confrences l'Universit d'Amiens Sylvia Estienne, Matre de confrences l'E.N.S. Marie-Odile Laforge-Charles, Matre de confrences l'Universit de Lyon II Marie-Laurence Haack, Matre de confrences l'Universit d'Arras Christa Frateantonio, chercheur lUniversit de Giessen Emmanuelle Rosso, Matre de confrences associe au Collge de France Patrice Mniel, CNRS (UMR 5594) Sbastien Lepetz, CNRS (UMR 5197) Jean-Claude Lacam, CNRS (UMR 8585) Stphane Bourdin, Matre de confrences l'Universit d'Amiens Stphanie Wyler, membre de l'EFR, docteur de lUniversit de Paris X Audrey Bertrand, doctorante, allocat. Recherche, EPHE ITALIE Filippo Coarelli, professore allUniversit di Perugia Giuliana Tocco, Soprintendente, Soprintendenza per i Beni archeologici delle province di Salerno, Avellino, Benevento Maria-Jos Strazzula, Professoressa allUniversit di Foggia Vincenzo Fiocchi Nicolai, Professore allUniversit degli Studi di Roma Tor Vergata Sandra Gatti, Ispettrice, Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio Teresa Cinquantaquattro, Ispettrice, Soprintendenza per i Beni archeologici delle province di Salerno, Avellino, Benevento Gabriella Pescatori, Ispettrice, Soprintendenza per i Beni archeologici delle province di Salerno, Avellino, Benevento Adele Campanelli, Ispettrice, Soprintendenza per i Beni archeologici dellAbruzzo Stefania Capini, Ispettrice, Soprintendenza per i Beni archeologici del Molise Maria Romana Picuti, Perugia Cristina Ferrante, doctorante Trieste-Paris I Livia Boccali, Perugia Claudia Marino, Perugia Lorenza Santoro, Perugia Monica Di Vito, Perugia BELGIQUE Franoise Van Haeperen, Professeur l'Universit de Louvain-la-Neuve

Organizzazione dei fascicoli


Il Corpus non ha lo scopo di riunire tutte le fonti riguardanti la religione delle citt dellItalia, ma di fornire informazioni inequivocabili su tutti i luoghi di culto attestati in maniera certa. Tali informazioni riguardano la natura del luogo, la localizzazione, lo stato giuridico, la datazione e le fonti. Le voci del Corpus saranno redatte nella lingua dellquipe che vi lavora.

Introduzione Lintroduzione che apre ogni fascicolo si presenta nella maniera seguente:

1. Periodo preromano 1.1 Inquadramento storico Presentazione del popolo che abitava la zona in epoca preromana (es. Ernici, Volsci) localizzazione geografica (carta della zona in epoca preromana) e limiti territoriali fonti amministrazione politica (es. struttura federale per gli Ernici) principali avvenimenti storici contatti e scambi con le altre popolazioni dellItalia preromana appartenenza linguistica - Presentazione dei centri principali (breve descrizione topografica e archeologica a complemento di quanto gi scritto nelle schede; senza ripetere quello che stato gi detto) 1.2 Luoghi di culto Elencazione e localizzazione dei principali luoghi di culto Rapporti di gerarchia tra di essi Fonti riguardanti la religione del popolo preromano Frequentazioni con le popolazioni contermini ed influenze reciproche Sacerdozi 2. Periodo romano 2.1 Inquadramento storico - amministrativo - Conquista e romanizzazione (carta con la distribuzione delle colonie e dei municipi) - Lista delle citt, o delle entit amministrative di tipo analogo, trattate nel fascicolo: stato giuridico di ciascuna citt (colonia latina o romana, municipio, prefettura), periodo in cui ha acquisito tale statuto ed eventuali cambiamenti di stato successivi localizzazione di ciascuna citt descrizione del territorio e confini

2.2 Luoghi di culto - Evoluzione dei luoghi di culto e delle istituzioni religiose del periodo preromano - Lista e localizzazione dei principali luoghi di culto (sottolineare le differenze nellorganizzazione del paesaggio religioso) - Rapporti di gerarchia tra di essi - Luoghi di culto legati al centro urbano pubblici (ad es. quelli legati alla presenza di coloni romani) privati - Luoghi di culto del territorio. Cercare di individuare una logica della distribuzione (vie di comunicazione, insediamenti, geo-morfologia) pubblici: o ad es. quelli legati alla presenza di coloni romani o quelli legati ai pagi ed ai vici o quelli legati a comunit di tipo silvo-pastorale (es. transumanza, ecc.). privati: o quelli legati alle propriet imperiali o quelli legati agli insediamenti rustici - Sacerdozi 3. Periodo cristiano. 3.1 Inquadramento storico - Diffusione del cristianesimo (carta con indicazione delle diocesi) - Lista delle citt che diventano diocesi (specificare il periodo in cui avvenuta tale trasformazione) 3.2 Luoghi di culto - Istituzioni religiose del periodo tardoantico - Evoluzione dei luoghi di culto e delle istituzioni religiose del periodo romano - Lista e localizzazione dei principali luoghi di culto - Rapporti gerarchici tra di essi - Luoghi di culto legati al centro urbano - Luoghi di culto del territorio. Cercare di individuare una logica della distribuzione: vie di comunicazione, insediamenti (vici, stationes), geo-morfologia - Luoghi di culto legati a complessi cimiteriali - Membri del clero

Bibliografia (comune per tutti e tre i periodi, con titoli diversi da quelli che figurano nella bibliografia delle schede)
Nota bene: sar pericoloso introdurre delle distinzioni qualche volta difficili da stabilire con certezza (santuari federali, santuari di confine) e allo stesso tempo metodologicamente inesatti (santuari di campagna, di necropoli). Vengono nominati nellintroduzione i luoghi di culto fuori dalla norma e

quelli che non sono stati ancora definitivamente interpretati dagli scavatori, nonch i luoghi di culto ipotetici (indicando i risultati raggiunti e gli eventuali problemi ancora aperti). Bisogna inoltre evitare di creare dei luoghi di culto sulla base di documentazione insufficiente (qualche statuetta votiva, qualche frammento decorativo, ) e di dedurre lesistenza di santuari di supposta continuit o sopravvivenza (chiese cristiane, processioni, culti dei santi, ecc.). Tali elementi ed osservazioni possono trovare posto nellintroduzione. Gli oggetti religiosi (iscrizioni, altari, ecc.) di provenienza incerta, o sconosciuta, possono essere menzionati gi nellintroduzione e possono raggrupparsi alla fine del catalogo dei santuari di una citt, nella rubrica luoghi di culto sconosciuti e incerti.

Luoghi di culto di ciascuna citt I luoghi di culto raggruppati per citt sono classificati secondo lordine alfabetico del toponimo italiano attuale. Ogni voce (= luogo di culto) strutturata nella maniera seguente: 1. Brevi notizie introduttive In cui si indicano il nome / i nomi antichi o moderni, la titolatura / le titolature e le divinit associate, se sono conosciute, le caratteristiche della documentazione (senza tacere le lacune, ma piuttosto insistendovi).

2. Presentazione delle fonti Si propone un rapido commentario delle fonti (accompagnate solamente da qualche prudente elemento dinterpretazione e rinviando agli articoli complementari). Va rispettato lo schema seguente: 2.1 Fonti letterarie I passaggi interessati sono riportati in extenso, senza smembrare il testo in rapporto alle spiegazioni fornite (ci comporta, sovente, la frammentazione e la perdita del senso generale), sono provvisti di una traduzione ed eventualmente di un apparato critico e di un commento. Pu forse essere utile fare riferimento ad un contesto pi vasto (confronto con altri santuari, con altri elementi topografici, ecc.). Si possono citare in questo caso pi ampiamente le fonti, ma tale contesto allargato figura in caratteri pi piccoli. Il testo riportato in tondo utilizzando i segni diacritici tradizionali. Leventuale apparato critico figura sotto il testo. Nel testo latino si adotta lortografia u (minuscola) per v (uiuere e non vivere, ma Valerius e non Ualerius). Queste raccomandazioni valgono esclusivamente per il testo francese. Per le citazioni in latino si utilizzano le stesse norme dellOxford Latin Dictionary (minuscole, numeri arabi e virgole; il nome dellautore in tondo e lopera in corsivo, per es. Ovidio, Fasti, 1, 4-5). Per le citazioni in greco, si fa riferimento al Lidell-Scott (minuscole, numeri arabi e virgole).

2.2. Fonti epigrafiche I riferimenti (CIL, AE, con gli eventuali rinvii a ILLRP o a ILS) precedono il testo, che scritto in corsivo utilizzando le convenzioni critiche tradizionali (sistema Panciera); si rispetta la fine della linea delliscrizione invece di segnalarla con un tratto dritto allinterno del testo. Qualora uniscrizione sia citata nellintroduzione o nel commento di una scheda, questa riportata in corsivo e con tratti obliqui indicanti le separazioni tra le righe. Si cita CIL X, 325, ILS 1567, ILLRP 45. Ogni iscrizione deve essere sciolta (per esempio L(ucius) Iulius L(uci) f(ilius) in luogo di L. Iulius L.f. e tradotta. I personaggi devono essere identificati sulla base delle liste prosopografiche (RE, PIR, PLRE). Deve essere precisata la natura del supporto delliscrizione (cippo, placca, ecc.) e il materiale utilizzato. Le falsae sono menzionate nellintroduzione di ciascuna citt, ma non sono riprodotte tra le fonti. 2.3 Fonti archeologiche 2.3.1 Le strutture indispensabile descrivere, in breve, non solamente il tempio, se esiste, ma anche i suoi annessi. In questa rubrica ugualmente segnalata leventuale esistenza di una decorazione architettonica, ricollegabile, o meno, a delle strutture. 2.3.2 Le suppellettili Deve essere preso in considerazione linsieme delle suppellettili archeologiche e non solamente quelle che sono comunemente considerate come ex voto fittili. Si opera, se possibile, una doppia classificazione: - per contesto: raccolta di superficie o materiale senza riferimenti stratigrafici; contesto stratigrafico, da raggruppare per fasi (es. livello ellenistico/livello imperiale), specificando il materiale in situ o in posizione di caduta; contesti chiusi, sovente i pi preziosi (riempimento di una fossa, di una cisterna, del podio di un tempio, ecc.; la definizione di deposito votivo pu essere conservata a condizione di non confondere i materiali collocati in un butto, quindi delocalizzati e i materiali deposti intenzionalmente); si segnalano altres i contesti chiusi e quelli aperti (per esempio il contenuto di fosse disperso dalle arature o dallerosione, ecc.). - per grandi categorie di oggetti: I. plastica
A. statue (al di sopra della scala di 1:2) pietra (precisare) / terracotta / metallo (precisare) / legno B. teste (id.) a. teste b. busti C. statuette id. D. ex voto anatomici id. E. rilievi id F. diversi (modelli ridotti, arulae, oggetti simbolici, pesi) id.

II. vasellame
id. necessario procedere per classi ceramiche. La soluzione pi economica potr essere una tavola-tipo (del tipo SYSLAT, sistema di documentazione archeologica largamente diffuso) di cui sar sufficiente riempire, o no, le caselle.

III. abbigliamento / accessori (effetti personali)


A. B. C. D. stoffe, vestiti gioielli e acconciature armi ed armature altri elementi distintivi (status symbol) (per esempio le catene dei prigionieri, gli attributi del mestiere)

IV. monete ed altri valori


Le monete sono divise in quattro grandi gruppi: italiche, greche, repubblicane, imperiali. Non dovranno essere contate.

2.4 Fonti osteologiche Analogamente conviene fornire per ciascun sito una rubrica riguardante le ossa degli animali. Tale rubrica deve comprende anche indicazioni di tipo negativo: assenza dossa, non conservate, non raccolte, ecc. La stessa raccomandazione vale per i resti vegetali.

Illustrazioni 1. Le carte Le carte utilizzate sono quelle dellIstituto Geografico Militare con scala 1: 100.000 per la rappresentazione del territorio della citt (legende e simbologie sono normalizzate); si utilizza la scala 1: 25.000 o 1: 50.000 per un capoluogo o per un insieme di templi e di edifici; per i siti ci si avvale di una scala 1: 800, per gli edifici isolati quella 1: 400. Tutte le carte sono numerate e tutte le piante devono essere ridotte alla stessa scala. Per la localizzazione dei luoghi di culto si utilizza: un cerchietto continuo per quelli di cui si conosce il punto preciso e un cerchietto tratteggiato posto accanto al toponimo per quelli di cui non si conosce la localizzazione precisa. Per lindividuazione dei confini territoriali di un municipio antico si traccia una linea tratteggiata. 2. Materiali Le fotografie ed i disegni del materiale archeologico sono riprodotti alla scala 1:5. evidente che tutto il materiale non pu trovare posto nella versione cartacea: la precedenza viene data pertanto ai pezzi pi significativi ed a quelli che non sono stati pubblicati prima di allora. Le immagini possono essere fornite sia in formato digitale, sia in formato cartaceo. Per quanto riguarda il formato digitale, necessaria una risoluzione di 300 pixel per le fotografie e di 600 per i rilievi. Il formato delle foto deve essere TIFF, invece si raccomanda di mandare i disegni al tratto (piante, oggetti) al formato AI (Illustrator) o DWG (AutoCad).

Norme per la presentazione della bibliografia: - Se nel testo si citano i riferimenti bibliografici in questa maniera: North 1996, 320 (cio senza maiuscole e con una virgola), nella bibliografia generale esse sono sviluppate nella maniera seguente: * per un libro: G. Dumzil, La religion romaine archaque, Paris, 1974; * per un articolo: I Biddittu, Anagni. Recenti scoperte archeologiche, Latium, 2, 1985, p. 511; * per unopera collettiva: M. Onorati, Terrecotte votive, in S. Gatti (a cura di), Dives Anagnia. Archeologia nella valle del Sacco. Catalogo della mostra, Roma 1993, p. 113-118 ( quindi il solo caso in cui si impiega: in). Labbreviazione delle riviste quello dellAnne Philologique Le citt sedi di convegni e la data vanno messe tra due virgole, es. Les bois sacrs, Actes du Colloque International, Napoli 23-25 novembre 1989, Napoli, 1993 (Collection du Centre Jean Brard, 10), p. 14 Le collezioni sono tra parentesi: (Coll. FR., 10) Mostre: S. Gatti, G. Cetorelli Schivo (a cura di), Il Lazio regione di Roma, Catalogo della mostra, Roma 2000 Francocci, EAA, III, 288, s.v. arte Caio, RE, VIII, 1900, 200, n. 6, s.v. Pallino Tizio, De Ruggiero, DE, II, 1421, s.v. Caio Terra dei Volsci. Ann. Mus. Arch. Frosinone BEFAR Arch. Laz., I (Quad.AEI, 1) BTCGI LTUR per Lexicon Topographicum Urbis Romae Inscr. It. V, 7, 1, 501; Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, dellUmbria, ecc.: Archivio SBAL, SBAU, ecc. Serie 6 abbreviata in s. 6 (sempre prima del numero della rivista) Senza luogo di edizione: s.l. Senza data di edizione: s.d. 1988-1989, al posto di 1988-89 Le pagine sono indicate con p.

Altre norme - Le divinit vanno indicate con il nome greco o latino - Tutte le parole e i nomi greci e latini sono in corsivo, anche nei titoli - Datazioni: es. I sec. a.C. (con secolo sempre abbreviato) e a.C. e d.C. senza spazio - Punto e virgola e due punti senza spazio. Es. citt; citt - Punto interrogativo ed esclamativo preceduto da uno spazio: es. sacello ? - Il trattino - sempre piccolo e senza spazio: es. 11-12 e non 11 12 - Le virgolette sono utilizzate senza spazio: virgolette - e non E - est ovest sud nord (e non S E N O) - mm cm m km mq kmq (senza punto) - I rimandi alle illustrazioni del testo sono indicati con fig. 1, non Fig. 1, tav. e non Tav. - Sempre numeri arabi per riviste e fonti letterarie - Ecc. invece di etc.

Le abbreviazioni ss., sg., seg. e passim non si usano mai Nota: nt; numero: n. In italiano si usa (a cura di), al posto di ed. Si cita S. Pietro, e non San Pietro o san Pietro

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