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DI
FRANCESCO CERISANO
nti in dissesto padroni del proprio destino. La quantificazione del contributo anti-default che ciascun comune o provincia ricever dipender da quanta parte delle spese per prestazioni di servizi e per trasferimenti gli enti saranno disposti a tagliare. Il decreto salva-enti (dl 174/2012), che ha escogitato il meccanismo, chiede di tagliare le prime di almeno il 10% e le seconde di almeno il 25% in tre anni. Chi garantir di centrare questo obiettivo minimo si porter a casa 240 euro per abitante (per i comuni) e 16 euro per abitante (nel caso delle province). Chi punter a incrementare i tagli dei costi dei servizi e dei trasferimenti, portandoli rispettivamente fino al 15 e al 30%, potr accaparrarsi lintero contributo previsto dalla legge (300 euro pro capite per i comuni e 20 per le province). Mentre lente che non dimostri nel piano di riequilibrio finanziario pluriennale di aver conseguito una riduzione complessiva delle
sponibili (che per il 2012 ecs cezionalmente ammontavano c a 530 milioni di euro, per poi ridursi a 90 milioni nel 2013, r 190 nel 2014 e 200 a decorrere 1 CONTRIBUTO CONTRIBUTO dal 2015 e no al 2020). Unald OBIETTIVO PRO CAPITE PRO CAPITE tra incognita rappresentata t dal giudizio che le sezioni di d COMUNI (EURO) PROVINCE (EURO) controllo della Corte conti dac Taglio in tre anni del 10% delle spese ranno del piano di riequilibrio. r per servizi e del 25% delle spese per 240 16 La bocciatura da parte dei maL gistrati erariali far perdere il g trasferimenti diritto a ottenere lanticipaziod Taglio in tre anni del 15% delle spese ne che andr quindi restituita. n per servizi e del 30% delle spese per 300 20 Il rimborso degli aiuti dovr I avvenire in 10 anni con rate a trasferimenti semestrali di pari importo da s Taglio delle spese correnti inferiore al pagare entro il 30 aprile e il 30 p ottobre. In caso di mancato rimo 5% dellimporto risultante dallultimo 216 14,4 borso entro questi termini, gli b rendiconto di gestione approvato importi saranno decurtati dai i trasferimenti dovuti agli enti t spese correnti di almeno il 5% anti-default verr ripartito due dellimporto massimo erogabile dal ministero dellinterno. d agli enti all ambizione dimo(rispetto allimporto risultante volte lanno: entro il 15 giugno Il decreto del Vidallultimo rendiconto di gestio- e il 15 novembre. Queste alcu- strata dagli stessi in sede di ne) si vedr ridotto laiuto pro ne delle regole per accedere al predisposizione del piano di minale sulla riparcapite statale del 10%. E quindi fondo, messe nero su bianco riequilibrio finanziario. Ma c tizione del fondo potr ricevere al massimo 216 nel decreto 11 gennaio 2013 poi una variabile in pi: i fondi euro per abitante se si tratta del ministero dellinterno (di residui. Oltre che in base ai crianti-default sul sito di un comune e 14,4 euro se si concerto col Mef) pubblicato teri di cui sopra, la quota maswww.italiaoggi.it/ tratta di una provincia. Sulla sulla Gazzetta Ufficiale n.33 sima attribuibile sar infatti documenti base delle istanze pervenute al dell8 febbraio 2013. Il provve- definita dal Viminale nei limiti ministero dellinterno, il fondo dimento collega dunque lentit delle risorse effettivamente di-
FRANCESCO CERISANO
a Corte conti lancia lallarme derivati. E chiede agli enti locali di intervenire per annullare i contratti eccessivamente onerosi. La relazione del procuratore generale Salvatore Nottola, presentata in occasione dellapertura dellanno giudiziario (si veda ItaliaOggi del 6/2/2013), mette in guardia sui rischi connessi allutilizzo degli strumenti finanziari. Rischi imprevedibili sia perch le operazioni di rinegoziazione dei derivati prevedono gi in partenza condizioni sfavorevoli per gli enti, sia perch a volte vengono assunti rischi aggiuntivi. La Corte, tuttavia, consapevole delle difcolt connesse allindividuazione della responsabilit amministrativa. La ragione da ricercare nella particolarit dei derivati che consentono di comprendere se latto stato o meno vantaggioso (e quindi se si prodotto o meno danno erariale) solo alla ne del periodo di validit, spesso dopo molti anni dalla stipula. A questo si aggiunga che la complessit delle operazioni spesso impedisce la percezione dei rischi a chi non abbia una professionalit superiore alla norma. Mentre lassenza di prescrizioni e criteri di cautela che controbilanciassero le disposizioni normative che in passato hanno autorizzato la sottoscrizione di derivati, rende difcile addebitare una responsabilit per dolo o colpa grave. Ciononostante, le possibilit per scongiurare lazione contabile ci sono.
E sono da ricercare nelle aperture che il giudice civile e quello amministrativo hanno riconosciuto in tema di invalidit del contratto o di annullamento in autotutela dei rapporti eccessivamente onerosi. Tuttavia, stando alle ultime pronunce in materia, non si pu proprio dire che la giurisprudenza sia unanime sul punto. Il lungo braccio di ferro tra la provincia di Pisa (che aveva tentato di svincolarsi da un derivato annullando la delibera di afdamento in autotutela) e Dexia Crediop si concluso con una sentenza favorevole allistituto di credito (si veda ItaliaOggi del 28/11/2012) da parte del Consiglio di stato. Palazzo Spada ha infatti stabilito che la convenienza economica di un contratto derivato non pu essere valutata in maniera isolata, ma occorre piuttosto avere riguardo allimpatto che il contratto derivato ha avuto sul costo complessivo del debito dellente. Un ulteriore freno arrivato recentemente dal Tar Piemonte che prima di Natale (si veda ItaliaOggi del 22/12/2012) ha statuito che se gli enti locali non hanno scelto con gara la banca con cui sottoscrivere i derivati, non possono tentare (per svincolarsi dai contratti) lescamotage dellannullamento in autotutela, perch questo sarebbe adottato in carenza assoluta di potere. Afnch il ripensamento della p.a. sia legittimo sono infatti necessari due requisiti: che vi sia stata una procedura a evidenza pubblica a monte e che il potere di autotutela sia esercitato in relazione a vizi di legittimit del procedimento.