Sei sulla pagina 1di 1

Tredici giorni alla fine del mondo.

Non che la cosa non mi secchi un po', lo riconosco: per esempio non potr pi estinguere il mio primo vero e proprio debito con la banca, cosa di cui, strano a dirsi (lo so), vado un po' orgoglioso. Ci tenevo proprio perch, da precario del mondo del lavoro (a tempo indeterminato), avere un contratto con la banca di un anno e mezzo, b, mi faceva sentire finalmente un po' pi dentro, stabilmente, al sistema.. in qualche modo. Mi secca anche perch, avevo da parte una decina di obiettivi ed una ventina di desideri ancora latenti, inespressi. Per esempio avrei tanto voluto vedere Cuba: sudare del suo calore dei tropici, ascoltare la musica sudamericana sul posto, prendere una di quelle vecchissime auto americane che girano tutte fumanti per l'Havana e andarmene su qualche bella spiaggia di cui mi hanno detto, dall'altra parte dell'isola. Mi sarei deciso finalmente a trovare il coraggio di chiedere in sposa la mia attuale (e pluriennale) compagna. Avrei ricomprato la moto, usata ma tenuta bene, con cui sarei andato in viaggio di nozze in Corsica, con quella che sarebbe diventata mia moglie.. La moto e la moglie, o l'ordine inverso, che cambia?.. Nonostante i rimpianti (e qualche rimorso, di cazzate ne ho fatte tante), non sono poi cos dispiaciuto di scomparire, adesso, appresso al mio caro vecchio pianeta, perch qualcosa dopotutto ho imparato. Qualcosa ho capito, dentro di me, di questo incredibile e strano gioco che si chiama vita. Credo. Per esempio ho capito cosa voleva dire Ges, dicendo procuratevi il cibo eterno, una frase che parecchi anni fa mi si scolp nella capoccia. Intendeva dire che, visto che non ci si pu portare niente dall'altra parte, pure se negli ultimi decenni tutti si siano dati molto da fare per accaparrarsi questo e quello, occorre invece agire per guadagnarsi soltanto il succo delle esperienze. Per lo meno di certe esperienze umane, cosicch, se in un'altra vita questa nostra stessa coscienza sar rediviva, non dovremo tornarci su un'altra volta e soffrire ancora. Avremo conquistato un po' di capitale umano. Ho capito che non possibile chiedere agli altri di cambiare (per favore, dai..), ma possibile invece che si cambi noi, e dato che con gli altri viviamo in un sistema, una volta che saremmo cambiati noi, anche gli altri, di certo, saranno costretti loro malgrado a cambiare. Ho capito, gi sin da quando finii le scuole, che la democrazia, per come ci stata trasmessa e mostrata in tv, non ha alcun senso: non stata e non sar mai, cos, un governo della gente. E ho capito altres che, affinch si possa fare il governo della gente (se quello che vogliamo), indispensabile che la gente, tutta la gente, capisca una buona volta che indispensabile occuparsi, oltre che delle proprie cose, anche di quelle di tutti, di propriet condivisa di ciascuno di noi, perch non c' stato e non ci potr mai essere alcun intermediario (pagato ) che se ne possa prendere cura, sul serio, al posto nostro. La storia oramai lo ha insegnato. Ho compreso anche alcuni sogni e certi momenti di meditazione ed espansione di coscienza me lo hanno chiarito finalmente che noi esistiamo anche in momenti e dimensioni diverse dal qui ed ora: solo che molto difficile accedervi. Ma non impossibile. Ed infine ho anche capito che giusto che tutto abbia una fine, cos come ha un inizio, senn niente avrebbe un senso, potendo in permanenza rifare gli esami. Certo, confesso che se fosse per quella parte l di me, sarei di nuovo sui banchi a riprovarci e riprovarci e riprovarci ancora..

Potrebbero piacerti anche