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Le teorie 1.

La fase di avvio

Vari modelli teorici sono stati proposti per spiegare perch le migrazioni internazionali iniziano. Leconomia neoclassica si focalizza sia sui differenziali nei salari e nelle condizioni di lavoro tra due paesi sia sui costi di trasferimento; in generale le migrazioni vengono viste come una decisione individuale finalizzata a massimizzare il proprio reddito. La new economics of migration prende in considerazione una variet di mercati, non solo quello del lavoro; le migrazioni sono intese come una decisione familiare presa per minimizzare i rischi riguardanti il reddito complessivo del nucleo o per superare gli ostacoli finanziari legati alle attivit produttive. Le due teorie del doppio mercato e dei sistemi mondiali ignorano in generale il livello micro dei processi decisionali, concentrando lanalisi sui fattori che operano a livelli di aggregazione pi elevati: la prima teoria collega le migrazioni alle esigenze strutturali delle moderne economie mentre la seconda considera limmigrazione come la naturale conseguenza della globalizzazione delleconomia e della penetrazione del mercato attraverso i confini nazionali. Poich le varie teorie concepiscono processi causali collocati a differenti livelli danalisi individuale, familiare, nazionale, internazionale esse non sono a priori incompatibili. E possibile, per esempio, che gli individui agiscano per massimizzare il proprio reddito mentre le famiglie per minimizzare i rischi e il contesto nel quale vengono prese queste decisioni sia sagomato da forze che operano a livello nazionale ed internazionale. Ci nondimeno i vari modelli riflettono differenti obiettivi di ricerca e modi di decomporre un fenomeno complesso; un giudizio sulla loro solidit richiede che la logica interna, le proposizioni, gli assunti e le ipotesi di ciascuna teoria vengano chiaramente specificati. 1.1Approccio economico neoclassico 1.1. a Teorie macro Le migrazioni internazionali (e quelle interne) sono causate dai differenziali geografici inerenti il mercato del lavoro (squilibri tra domanda ed offerta). Nazioni con una maggior dotazione di forza lavoro rispetto al capitale hanno un basso equilibrio del mercato salariale mentre le nazioni con dotazione limitata di forza lavoro rispetto al capitale sono caratterizzate da un mercato salariale elevato. I conseguenti differenziali salariali causano lo spostamento di lavoratori dai paesi con salari bassi verso i paesi con salari alti. Come risultato di questo movimento nei paesi con bassa dotazione di capitale lofferta di lavoro diminuisce e i salari aumentano mentre accade linverso nei paesi con alta dotazione di capitale: al raggiungimento di una situazione di equilibrio si realizza un differenziale salariale che riflette solo i costi monetari e psichici delle migrazioni. Speculare a questo flusso di lavoratori si realizza un flusso inverso di investimenti di capitale finanziario e di capitale umano, cio di lavoratori altamente specializzati. Implicitamente si ritiene che: 1. le migrazioni internazionali di lavoratori siano causate dalle differenze dei tassi salariali tra i paesi 2. leliminazione delle differenze di salario consente il blocco dei movimenti per lavoro 3. i flussi del capitale umano cio dei lavoratori altamente specializzati rispondono alle differenze di ricavo in capitale umano, che pu essere diverso dal

tasso salariale globale, producendo una tipologia migratoria a se stante che ha un verso direzionale opposto rispetto a quello del flusso dei lavoratori non qualificati 4. i mercati del lavoro costituiscono il meccanismo primario che determina i flussi di lavoratori; gli altri tipi di mercati non provocano effetti importanti sulle migrazioni internazionali 5. per controllare i flussi i governi devono regolare i mercati del lavoro nei paesi di arrivo e/o di partenza 1.1.b Teorie micro A livello individuale la decisione di emigrare collegata ad un bilancio costi/benefici (migrazione in termini di investimento in capitale umano). Le persone decidono di spostarsi l dove possono essere pi produttive in relazione alla loro competenza; prima di poter ottenere salari pi elevati connessi alla maggiore produttivit lavorativa devono essere affrontati alcuni investimenti, che includono i costi di trasferimento e della sopravvivenza in attesa di trovare un lavoro, la necessit di imparare una lingua e di adattarsi al nuovo ambiente lavorativo, i costi psicologici collegati al taglio dei vecchi legami e alla costruzione di nuovi legami. Per stimare i guadagni netti ottenibili in un determinato lasso di tempo i il potenziale migrante prende in considerazione la remunerazione ottenibile nel paese darrivo in base alla propria qualificazione lavorativa Yd t : vengono inoltre computate (modello moltiplicativo) la probabilit di evitare lespulsione P1 t (= 1 per migrazioni regolari < 1 per migrazioni irregolari) e la probabilit di ottenere un lavoro P2 t : in tal modo vengono valutati i guadagni attesi nel paese di destinazione. Questi guadagni vengono sottratti da quelli attesi nel paese dorigine (probabilit di essere occupato nel paese di origine P3 t e corrispondente salario Y0 t ): nella sommatoria delle differenze con riferimento allarco temporale globale 0-n viene incluso un fattore di sconto r che riflette la maggiore funzione di utilit del denaro guadagnato nel presente rispetto al futuro ( e rt ); a questa quantit vengono sottratti i costi del trasferimento C 0 , comprensivi dei costi psicologici. ER 0

>P1 t P2 t Yd
0

P3 t Y0 t e

rt

dt C 0

In tal modo viene stimato il guadagno netto che si prevede di ottenere tramite lemigrazione ER 0 : se questa quantit negativa il potenziale emigrante rimane, se essa positiva viene deciso lespatrio e se essa uguale a 0, la persona indifferente nei confronti della decisione di effettuare o non effettuare lo spostamento. Da questa impostazione emergono alcune conclusioni che in parte differiscono da quelle presentate nellambito della formulazione macroeconomia: 1. i movimenti internazionali scaturiscono dai differenziali esistenti in ambedue i tassi salariali e di occupazione 2. a parit degli altri elementi, le caratteristiche individuali del capitale umano che incrementa il probabile tasso di remunerazione o la probabilit di occupazione nel paese di destinazione rispetto al paese di partenza (per esempio: istruzione, esperienze, training, conoscenze linguistiche) tendono ad incrementare la probabilit di movimenti internazionali 3. le caratteristiche individuali, le condizioni sociali o le tecnologie che abbassano i costi degli spostamenti incrementano i proventi netti derivanti dallemigrazione e in tal modo si alza la probabilit dei movimenti internazionali

4. a causa dei punti 2 e 3, le persone appartenenti ad uno stesso paese possono mostrare inclinazioni molto diverse a spostarsi 5. i dati aggregati sui flussi tra paesi costituiscono la somma di movimenti singoli intrapresi in base a calcoli individuali di costi/benefici 6. le migrazioni internazionali non avvengono in assenza di differenze nei tassi salariali e/o di occupazione tra stati. Le migrazioni avvengono fino a quando i proventi attesi (cio il prodotto tra tassi di guadagno e di occupazione) sono uguagliati a livello internazionale (netto dei costi di trasferimento) e i movimenti non terminano fino a quando questo prodotto stato uguagliato 7. lampiezza del differenziale nei proventi attesi determina la consistenza dei flussi 8. le decisioni di emigrare nascono dagli squilibri o dalle discontinuit tra mercati di lavoro; gli altri mercati non influenzano direttamente le decisioni di espatriare 9. se le condizioni nei paesi di arrivo sono giudicate positivamente a livello psicologico, i costi migratori possono essere negativi; in questo caso un differenziale negativo in termini di guadagni pu essere necessario per bloccare le migrazioni tra due paesi 10.i governi controllano limmigrazione principalmente attraverso politiche che riguardano i guadagni attesi nel paese di provenienza e/o di arrivo: ad esempio con provvedimenti (nei paesi darrivo) miranti a diminuire la probabilit di lavorare o aumentare il rischio di sottooccupazione (sanzioni contro i datori di lavoro), con azioni finalizzate ad acuire i costi materiali e psicologici del trasferimento, con interventi tendenti ad alzare i redditi (programmi di sviluppo a lungo termine nei paesi di provenienza). 1.2 The New economics Migration Un elemento chiave di questo approccio si basa sullassunto che le decisioni di migrare non sono prese dai singoli individui isolati ma nellambito di insiemi pi ampi costituiti da persone imparentate nuclei o famiglie che agiscono collettivamente non solo per massimizzare le capacit reddituali ma anche per minimizzare i rischi e allentare le limitazioni associate alla molteplice casistica di mercati esposti al rischio di fallimento 1 (markets failures), a parte quelli connessi al mercato del lavoro. I modelli teorici emergenti da questo approccio presentano un insieme di proposizioni e di ipotesi alquanto differenti da quelli propri della teoria neoclassica e danno luogo a un diverso apparato di indicazioni politiche: 1. non lindividuo a se stante ma i nuclei, le famiglie (o altre unit culturalmente definite) di produzione e di consumo costituiscono lappropriato riferimento per la ricerca in ambito migratorio 2. il differenziale salariale non una condizione necessaria affinch si realizzino le migrazioni; i nuclei familiari possono decidere di diversificare i rischi tramite i movimenti transnazionali anche in assenza di differenziali salariali 3. le migrazioni internazionali e il lavoro o la produzione locale non sono alternative che si escludono reciprocamente. Le famiglie sono viceversa incentivate a impegnarsi su ambedue questi versanti: un aumento degli introiti nelle attivit locali pu in effetti accrescere lattrattiva delle migrazioni come strumento per superare le costrizioni di capitale e di rischio connesse agli investimenti in tali
Per i PVS rientrano in tale ambito crop insurance markets (coperture assicurative sui raccolti), future markets (mercati a termine o contratti per consegne a termine), unumployment insurance (assicurazione contro la disoccupazione), capital markets (mercati finanziari).
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4. 5. 6. 7.

attivit. Lo sviluppo economico dei PVS non implica una riduzione dei fattori che spingono ad emigrare leliminazione di differenziali salariali tra paesi non comporta necessariamente il blocco dei movimenti internazionali in quanto gli alti mercati dei PVS possono essere assenti, imperfetti o squilibrati uno stesso valore del guadagno atteso non ha lo stesso effetto sulla probabilit di emigrare per le famiglie allocate sia in punti diversi della distribuzione del reddito sia in comunit caratterizzate da differenti distribuzioni del reddito i governi possono influire sui tassi migratori attraverso interventi legislativi riguardanti non solo il mercato del lavoro ma anche il mercato assicurativo, quello finanziario e a termine gli interventi politici e i cambiamenti economici che modificano il profilo della distribuzione del reddito possono provocare un calo dellemigrazione se si realizza un miglioramento delle condizioni reddituali delle famiglie pi povere.

Sebbene la teoria neoclassica del capitale umano e la nuova economia delle migrazioni conducono a conclusioni divergenti per quanto riguarda le origini e la natura delle migrazioni internazionali, ambedue sono essenzialmente modelli micro-individuali. Differiscono per i seguenti assetti: chi decide: lindividuo o la famiglia oggetto da massimizzare o da minimizzare: il reddito o il rischio ipotesi sul contesto economico di coloro che prendono le decisioni: mercati completi e ben funzionanti contro mercati assenti o carenti fino a che punto la decisione di emigrare viene contestualizzata nel sociale: se il reddito valutato in termini assoluti o relativizzato rispetto a qualche gruppo di riferimento

1.3 La teoria del doppio mercato del lavoro (dual labor market) I sostenitori di questa teoria affermano che le migrazioni internazionali originano dalla domanda di lavoro delle moderne societ industriali che presentano quattro caratteristiche: a) inflazione strutturale. I salari non solo riflettono le condizioni del mercato del lavoro ma conferiscono anche status e prestigio sociale: i salari offerti dai datori di lavoro non sono completamente liberi di corrispondere alle modifiche dellofferta di lavoro. Una variet di aspettative sociali informali e di meccanismi istituzionali formali (ad esempio contratti collettivi, regolamenti dei servizi civili, regole burocratiche, company job classification) garantiscono che i salari corrispondano alle gerarchie di prestigio e status dove le persone idealmente aspirano di appartenere. Se datari di lavoro cercano di attrarre mano dopera per i lavori dequalificati alla base della scala gerarchica, essi non possono semplicemente alzare il salario in quanto questo provocherebbe uno scompiglio nei rapporti socialmente codificati tra remunerazione e status sociale; gli aumenti salariali devono avvenire proporzionatamente lungo tutta la scala

gerarchica delle occupazioni al fine di mantenerla in linea con le aspettative sociali, problema noto come inflazione strutturale b) problemi motivazionali. La gerarchia occupazionale costituisce un aspetto critico anche per i lavoratori in quanto le persone lavorano non solo per avere un reddito ma anche per laccumulazione e mantenimento di uno status sociale. Problemi motivazionali sono particolarmente critici nellambito dei lavori posti alla base della scala gerarchica dove non esiste uno status da mantenere e dove sono scarse le opportunit di una mobilit ascendente. Il problema ineludibile e strutturale in quanto il gradino inferiore della scala gerarchica non pu essere eliminato dal mercato del lavoro. I datori di lavoro hanno bisogno di mano dopera che considera le occupazioni socialmente meno appetibili come un mezzo per guadagnare senza alcuna implicazione di status o di prestigio. Per una serie di motivi gli immigrati soddisfano a questo requisito almeno agli inizi della loro esperienza migratoria: in tale fase la maggior parte degli immigrati cerca di guadagnare del denaro target earners per realizzare determinati obiettivi che accrescono il loro status in patria (costruzione di una casa, istruzione dei figli, acquisto di terreni o di beni di consumo): spesso limmigrato vede se stesso come membro della comunit dorigine dove il lavoro allestero e le rimesse danno onore e prestigio c) dualismo economico. La biforcazione dei mercati di lavoro caratterizza vieppi le economie dei PS a causa del dualismo tra lavoro e capitale. Questultimo costituisce un fattore produttivo fisso che pu essere reso inattivo abbassando la domanda; il lavoro un fattore produttivo variabile che pu essere rilasciato quando la domanda cade. Gli imprenditori cercano di isolare la porzione permanente di domanda, alla quale vengono riservati gli investimenti in attrezzature mentre la porzione variabile della domanda viene soddisfatta attraverso laggiunta di mano dopera. Nel settore produttivo capital intensive i lavoratori dispongono di una occupazione stabile, qualificata e aggiornata in funzione dellevoluzione tecnologica delle apparecchiature produttive (formazione del capitale umano nelle aziende). A questo settore primario della produzione (capital intensive primari sector) si affianca un settore secondario (labor intensive secondary sector) dove la fluttuazione del ciclo economico si concilia con una instabilit dei rapporti di lavoro. Lintrinseco dualismo tra capitale e lavoro si riflette sul mercato del lavoro sotto forma di una struttura occupazionale segmentata. d) Demografia dellofferta della forza di lavoro. Il problema delle motivazioni e dellinflazione strutturale inerenti le moderne gerarchie occupazionali, insieme al dualismo intrinseco delle economie di mercato, creano una domanda permanente di lavoratori che sono disponibili a lavorare in condizioni disagevoli, con bassi salari, in modo instabile e con poche possibilit di mobilit ascendente. In passato questa domanda veniva soddisfatta da due insiemi di persone: le donne e i giovani. Nelle societ industriali avanzate queste due fonti di approvvigionamento di forza lavoro si sono andate esaurendo a causa di tre fenomeni socio-demografici: laumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro (lavoro femminile inteso come carriera da perseguire in funzione di obiettivi di status e di capacit reddituali), laumento dei divorzi (lavoro femminile come fonte primaria di reddito), il declino delle nascite e la diffusione dellistruzione (calo della consistenza delle generazioni in cerca di prima

occupazione). Lo squilibrio tra la domanda strutturale per certe tipologie di occupazioni (entry level workers) e la carenza dellofferta di mano dopera nazionale ha prodotto un aumento intrinseco e a lungo termine della forza di lavoro straniera. La teoria del dualismo del mercato del lavoro non afferma n smentisce che gli attori effettuino scelte razionali, come previsto dai modelli microeconomici. Questa teoria, anche se non si pone in netto contrasto con lapproccio economico neoclassico, porta ad implicazioni e corollari che sono alquanto diversi da quelli emersi nellambito dei modelli decisionali a livello micro: 1. le migrazioni internazionali di lavoro sono causate in modo predominante dai fattori di domanda e hanno inizio con il reclutamento da parte di imprenditori (o dei governi) dei PS 2. poich questa domanda deriva dalle esigenze strutturali delleconomia e si esprime tramite procedure di reclutamento pi che offerte di salario, i differenziali salariali non sono una condizione n necessaria n sufficiente per dar luogo allimmigrazione 3. livelli salariali bassi nei paesi darrivo non aumenta in risposta al calo dellofferta di mano dopera straniera ; si mantengono bassi a causa dei meccanismi sociali ed istituzionali 4. i livelli salariali bassi possono viceversa diminuire come risultato dellincremento dellofferta di forza di lavoro straniera in quanto i controlli sociali ed istituzionali non impediscono questo decremento 5. improbabile che i governi influenzino levoluzione del fenomeno migratorio attraverso politiche finalizzate a modificare marginalmente i tassi salariali e di occupazione; gli immigrati corrispondono ad una domanda di lavoro, che una componente intrinseca delle economie moderne e post-industriali e la gestione di questa domanda di lavoro richiede consistenti modifiche dellorganizzazione economica. 1.4 La teoria del sistema globale (world systems theory) Alcuni sociologi teorici hanno collegato lorigine dei flussi non alla biforcazione del mercato del lavoro tra specifiche economie nazionali ma alla struttura globale del mercato che si andato sviluppando e diffondendo dal XVI secolo. In questo schema la penetrazione delle relazioni economiche capitalistiche nelle societ periferiche non capitalistiche ha prodotto una popolazione mobile disponibile ad emigrare oltre frontiera. Spinti dal desiderio di profitti pi elevati e di maggior ricchezza, i proprietari ed i dirigenti delle imprese capitaliste entrano nelle nazioni povere situate nelleconomia periferica del mondo in cerca di terre, materie prime e nuovi mercati di consumo. In passato questa penetrazione avveniva attraverso i regimi coloniali; attualmente questo reso possibile dai governi neocoloniali e dalle imprese multinazionali che perpetuano il potere delle lites nazionali (queste ultime partecipano direttamente come capitalisti alla economia mondiale oppure rendono disponibili le risorse dei loro paesi, offrendo condizioni convenienti). Le migrazioni costituiscono la naturale conseguenza dei disgregamenti e dislocazioni provocati dal processo di sviluppo capitalistico, che in parallelo produce una serie di fattori attrattivi verso i PS: sviluppo delle vie di comunicazione tra PS e PVS con conseguente abbassamento dei costi

legami ideologici e culturali mediati tramite i mezzi di comunicazione di massa e di pubblicit, con conseguente assunzione di questi modelli da parte delle popolazione dei PVS citt globali con concentrazione dei servizi finanziari, amministrativi e professionali con la conseguente biforcazione del mercato del lavoro

Vengono proposte le seguenti ipotesi: 1. le migrazioni internazionali sono la naturale conseguenza della formazione del mercato capitalista nei PVS; la penetrazione delleconomia globale nella periferia catalizza i movimenti internazionali 2. i flussi migratori hanno una direzione opposta ai flussi dei beni e dei capitali. Gli investimenti capitalistici fomentano cambiamenti tali da creare nella periferia una popolazione sradicata e mobile ma forgiano anche forti legami materiali e culturali con le nazioni centrali, incentivando i movimenti transnazionali 3. le migrazioni internazionali sono molto probabili tra stati e possedimenti excoloniali 4. per condizionare i tassi migratori, le autorit governative dovrebbero regolamentare le attivit di investimento effettuate dalle imprese oltremare e controllare i flussi di capitale e di beni 5. gli interventi politici e militari dei governi degli stati centrali adottati per proteggere gli investimenti nelle aree periferiche producono un flusso di rifugiati che si dirigono verso determinate nazioni del sistema centrale 6. le migrazioni internazionali hanno poco a che fare con i tassi salariali o con i differenziali occupazionali tra nazioni 2. Un processo duraturo Le condizioni che danno inizio alle migrazioni internazionali possono essere alquanto differenti da quelle che rendono tali flussi durevoli nel tempo. Sebbene i differenziali salariali, i rischi relativi, la ricerca di lavoro e la penetrazione di mercato possono continuare a spingere le persone ad emigrare, nuove condizioni, emergenti nel processo migratorio funzionano come cause a se stanti, dotate di forza propulsiva che rendono altamente probabili trasferimenti addizionali. 2.1 La teoria delle reti (Network theory) Le reti migratorie sono costituite da rapporti interpersonali che collegano i migranti, gli ex-migranti e i non migranti nelle aree di origine e di destinazione, formando una sorta di capitale sociale cui possibile attingere per trovare lavoro oltre frontiera. Questi rapporti aumentano la probabilit di migrare in quanto fanno calare i costi e i rischi legati allo spostamento, consentendo un incremento dei guadagni netti. 1. una volta iniziate, le migrazioni tendono ad espandersi nel tempo, consolidando una rete di rapporti interpersonali 2. lampiezza del flusso migratorio tra due paesi non strettamente correlato ai differenziali salariali o ai tassi di occupazione in quanto le variazioni di questi due elementi tendono ad essere oscurate dal calo (azioni delle reti) dei costi e dei rischi

3. poich le migrazioni internazionali tendono ad istituzionalizzarsi tramite le reti, esse diventano indipendenti dai fattori (strutturali o individuali) che le hanno originate 4. con il consolidamento delle reti, i flussi sono meno selezionati in termini socioeconomici e tendono ad essere maggiormente rappresentativi della societ di origine 5. i governi devono attendersi notevoli difficolt nei controlli dei flussi una volta che essi siano iniziati: le reti si consolidano al di fuori e al di l delle iniziative politiche 6. alcune iniziative politiche, quali le riunificazioni familiari, possono avere fini contrastanti con il controllo delle migrazioni in quanto rinforzano le reti dando ai componenti della famiglia speciali diritti allentrata 2.2 Teoria istituzionale Una volta che le migrazioni internazionali sono iniziate, istituzioni private e organizzazioni di volontariato nascono per soddisfare le richieste emergenti dallo squilibrio tra alto numero di persone che cercano di entrare nei PS e lofferta limitata di permessi concessi dai PS. Questo squilibrio favorisce la formazione di una specifica nicchia nel mercato economico clandestino finalizzata ad attivit illegali e di sfruttamento nei confronti degli stranieri. 2.3 Cumulazione delle cause La casualit cumulativa nel senso che ciascun atto migratorio altera il contesto sociale entro il quale le successive decisioni migratorie vengono prese, specificamente nel senso di rendere addizionali spostamenti pi probabili. Gli scienziati sociali hanno discusso sei fattori socioeconomici che influenzano potenzialmente le migrazioni in modo cumulativo: la distribuzione del reddito. Si emigra non solo per aumentare il proprio reddito (inteso in termini assoluti) e per diversificare i rischi ma anche per incrementare il proprio reddito valutato in misura relativa rispetto ad un determinato gruppo sociale di riferimento (deprivazione relativa) la distribuzione della terra. La terra acquistata per prestigio personale o come fonte di reddito durante il pensionamento piuttosto che come investimento produttivo. Lorganizzazione della produzione agricola. Luso di metodi ad alto contenuto di capitale pi diffuso tra i migranti che non tra i non migranti. La cultura delle migrazioni. Quanto pi cresce lincidenza dellemigrazione in una determinata collettivit tanto pi si modificano valutazioni e percezioni di natura culturale, provocando un aumento della probabilit di emigrare La distribuzione regionale del capitale umano. Il processo selettivo dellemigrazione nella fase iniziale provoca un depauperamento di capitale umano nelle zone di esodo Le etichette sociali. Determinate occupazioni etichettate come lavori da immigrati. Lo stigma deriva dalla forte presenza di forze lavoro in una specifica attivit lavorativa pi che dalla natura tipologica di questa attivit Considerando le migrazioni in termini dinamici come un processo sociale cumulativo comporta il seguente insieme di proposizioni:

1. i cambiamenti sociali, economici e culturali indotti nei paesi di provenienza e di destinazione creano un potente e interno momentum resistente a facili controlli o regolamentazioni 2. nei periodi di disoccupazione interna o di mancanza di posti di lavoro per la mono dopera nazionale i governi non riescono a sostituire la forza lavoro straniera con mano dopera indigena 3. letichetta sociale di un lavoro come quello degli immigrati deriva dalla concentrazione degli immigrati in una determinata categoria lavorativa 2.4 La teoria dei sistemi migratori I sistemi migratori sono caratterizzati da uno scambio di beni, capitali e persone relativamente pi intenso tra determinate nazioni rispetto ad altre. Un sistema generalmente include una area di arrivo centrale (uno o pi paesi) e un insieme specifico di paesi di provenienza. 1. i paesi inseriti in un sistema non necessitano di essere geograficamente confinanti 2. sono possibili sistemi multipolari 3. le nazioni possono appartenere a pi sistemi ma questo pi diffuso tra i paesi di provenienza 4. poich le condizioni politiche ed economiche mutano, un sistema si evolve per cui la stabilit non implica una struttura fissa Riferimenti bibliografici Borjas G. (1990) Friends or strangers: the impact of immigrants on the US economy, New York, Basic Books Castells M. (1989), The informal city: informational technology, economic restructuring and the urban-regional process, Oxford, Basil Blackwell Gurak D.T., Caces F. (1992), Migration network and the shaping of migration system, in M. Kritz, Lin Leam Lim, Z. Zlotnik (eds.), International migration systems: a global approach, Oxford, Clarendon Press. Fawcett J.T., (1989), Networks, linkages and migration systems, International Migration Review, 23 Harris J.R., Todaro M.P., (1970), Migration, unemployment and development: a two sector analysis, American Economic Review, n.60 Hugo G.J. (1981), Village-community ties, village norms and ethnic and social networks: a review of evidence from Third World, in DeJong G.F., Gardner R.W. (eds) Migration decision making: multidisciplinary approaches to microlevel studies in developed and developing countries, New York, Pergamon Press Katz E., Stark O., (1986), Labor migration and risk aversion in LDC, Journal of Labor Economics, n 4. Jones (ed.), Patterns of undocumented migration: Mexico and US, Totowa, N.J., Rowman and Allanheld Lauby J., Stark O., (1988), Individual migration as a family strategy: young women in the Philippines, population Studies, n.42 Lewis W.A., (1954), Economic development without unlimited supplies of labor, The Manchester School of Economic and Social Studies, n.22 Massey D. (1990a) The social and economic origins of immigration, Annals of the American Academy of Political and Social Science, 510

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