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Dal 20 dicembre 1994 al 18 settembre 1996 stato Ispettore dellArma del Genio. Sottocapo di Stato Maggiore dellEsercito dal 27 settembre 1996 al 19 febbraio 1997, ha preso parte, nel contesto interforze, agli studi propedeutici che hanno poi portato al Nuovo Modello di Difesa in corso di attuazione. Dal 20 febbraio 1997 al 10 aprile 2002 ha ricoperto lincarico di Ispettore Logistico dellEsercito, con diretta responsabilit sulle attivit gestionali, per tutta la Forza Armata, nei settori del mantenimento in efficienza dei mezzi, dei materiali e delle infrastrutture, del supporto sanitario, del commissariato e dellamministrazione. Di grande rilievo il processo di informatizzazione generale dei procedimenti gestionali, da lui ideato e diretto, che hanno consentito allEsercito un concreto salto di qualit verso un

assetto di effettiva modernit ed efficienza. Il 18 aprile 2002 ha assunto la carica di Comandante Generale dellArma dei Carabinieri. Coniugato con la signora Polo Rosanna, ha due figli maschi. Lesperienza professionale maturata, estremamente diversificata, nasce da un diretto coinvolgimento nelle attivit relative alle principali aree funzionali dellOrganizzazione Militare Nazionale e NATO. In sintesi uno dei maggiori esperti, in ambito interforze, per i problemi concernenti: la legislazione; lordinamento; la gestione del personale; la ricerca e lo sviluppo dei materiali della Difesa; il supporto logistico integrato; linformatizzazione dei processi gestionali.

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LA NATO E LUNIONE EUROPEA IN MACEDONIA: UNA SUCCESSIONE POSSIBILE?


DOTT. FRANCESCO FALCI - DOTT. NUNZIANTE MASTROLIA I cambiamenti nella grand strategy americana e il ruolo ormai definito dellEuropa come polo dattrazione per i Paesi balcanici aprono la via ad unassunzione di responsabilit da parte dellUnione in campo militare. Ma gli ostacoli alla costituzione del primo comando europeo non mancano. Sin dalle prime battute della campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2000 si era a pi riprese accennato da parte di esponenti del partito repubblicano ad un progressivo ritiro delle truppe americane di stanza nei Balcani e ad una progressiva diminuzione della presenza militare Usa in
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Europa. Al di l della retorica isolazionista, propria di una certa parte della cultura repubblicana, una tale posizione nasce dal nuovo contesto internazionale venutosi a creare con la fine della guerra fredda, che ha profondamente modificato il quadro dei rischi alla salus americana. Un ingente numero di truppe americane continuano a stazionare in Giappone, ancora strategicamente vitale per la sua vicinanza a Russia e Cina; il vuoto lasciato dal ritirarsi sui propri confini nazionali della Russia e la legittimazione data dai fatti dell11 settembre stanno permettendo agli Stati Uniti di installare truppe in Asia Centrale e di cercare di allargare i confini della Nato ad Est fino a inglobare gli Stati baltici, che si andrebbero ad unire a Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia. LEuropa, dunque, non pi il bastione contro la conquista della sponda est dellAtlantico da parte dei carri armati sovietici, n la testa di ponte da difendere per permettere alla potenza marittima anglo-americana di restare sul blocco eurasiatico. Il confine si spostato ad est ed altre sono dunque le aree da presidiare. La fine della guerra fredda ha inoltre profondamente modificato la struttura delle relazioni internazionali in un modo che pu essere sostanzialmente definito uni-multipolare. Le relazioni internazionali sarebbero, pertanto, organizzate in una maniera non piramidale, ma avrebbero unarchitettura articolata su diversi prestatori di ordine a livello regionale o sub-regionale e su un prestatore di ultima istanza, gli Stati Uniti. Invece di opporsi alle potenze regionali alleate, gli Stati Uniti le vedrebbero come potenze vicarie, con lobiettivo di promuovere e mantenere lordine nelle loro aree di immediato interesse strategico. Ordine globale e ordini regionali pertanto non si opporrebbero necessariamente luno agli altri, anzi sarebbero tenuti insieme da un complesso gioco di interessi e valori, di alleanze, divisioni di competenze e pacificazioni delegate: il primo

dipenderebbe dai secondi e i secondi, almeno in parte, dal primo. In altre parole, la strategia quella di lasciare agli alleati il mantenimento della pace e dello status-quo regionale, mentre gli Stati Uniti si riserverebbero il compito di fronteggiare con lo strumento militare le grandi minacce e le maggiori potenze in grado di attentare alla leadership americana. Nel contempo attraverso larma economica, commerciale e culturale cercherebbero di cambiarle dallinterno e di renderle dal volto americano, al fine di mantenere ed incrementare la propria potenza e il proprio benessere. E in questo quadro che va letta la politica della nuova amministrazione repubblicana nei Balcani, ed sotto questa ottica che il caso della Macedonia assurge a fatto emblematico di un cambiamento degli Usa verso lEuropa e della nascita di un nuovo ruolo per le nazioni che partecipano allUE. La crisi apertasi nel gennaio del 2001, che ha messo in discussione lintegrit territoriale della Macedonia, sembra aver trovato un momento di composizione a partire dallagosto di questanno. Come era successo nel 1991 con lo schieramento preventivo di una forza sotto comando ONU (UNPREDEP), un intervento robusto della Comunit Internazionale sembra essere riuscito ad evitare il peggio (cio una secessione dei territori a maggioranza albanese) e ha creato le condizioni per far entrare nellalveo della lotta politica il confronto fra la maggioranza macedone e la forte minoranza albanese. Lo Stato macedone ancora giovane e debole ed un fatto che le sue possibilit di vita riposino in maniera determinante sul sostegno che fino ad ora ha potuto ottenere dallOccidente sia in termini economici che di sicurezza. Grazie a questa forte dipendenza stato possibile dettare una linea politica al governo del Paese che la maggioranza della popolazione di etnia macedone non sembrava disposta ad accettare: la modifica del quadro normativo (costituzionale e

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legislativo) che regola i rapporti fra le nazionalit, nel senso di trasformare la Macedonia in una nazione civica in cui non esista una discriminazione formale fra le diverse comunit. Le forze politiche macedoni pi intransigenti sono state convinte a rinunciare ad un uso indiscriminato della forza nella repressione dellinsurrezione attraverso esplicite pressioni che hanno fatto dipendere la prosecuzione dellaiuto economico occidentale (in particolar modo dellaiuto economico proveniente dallUnione Europea) da una soluzione negoziata del conflitto, che accogliesse in modo sostanziale alcune delle rivendicazioni della minoranza albanese. Il risultato dello sforzo diplomatico internazionale sono stati gli Accordi Ohrid (agosto 2001) che prevedevano, in breve, la modifica del Preambolo della Costituzione che nella sua forma originaria sanciva uno status sovraordinato della nazione macedone, lintroduzione della lingua albanese a fianco di quella macedone come lingua ufficiale nella pubblica amministrazione, un accrescimento delle competenze delle amministrazioni locali, una ristrutturazione in senso multietnico delle forze di polizia, lamnistia per gli uomini della guerriglia e un calendario per lattuazione normativa di questi provvedimenti. Una volta che gli accordi sono stati firmati, il presidente macedone Trajkovski ha esteso una richiesta al Consiglio Atlantico per la presenza sul territorio del suo Paese di una missione NATO. LAlleanza Atlantica ha risposto con la creazione della missione Essential Harvest che aveva obiettivo di raccogliere le armi che volontariamente la guerriglia albanese avesse consegnato. Ad Essential Harvest succeduta Amber Fox con il compito di assistere il governo macedone nella protezione degli osservatori internazionali. La missione non certamente delle pi complesse, vista la sostanziale situazione di stabilit nei Balcani, la limitatezza della crisi e il basso numero di personale impiegato.

E innegabile, tuttavia, che si tratti di esperienze importanti in un quadro dinamico soprattutto per quel che riguarda i rapporti atlantici. Lo sviluppo di maggior rilievo, difatti, in questo caso, rispetto alle crisi affrontate in precedenza, stata la delega agli alleati europei da parte di Washington per operazioni militari nella regione. Cos, un ruolo solo europeo in questa dimensione sembra prender forma non tanto per lo sviluppo delle nuove capacit europee programmate, quanto per il venir meno dellimpegno diretto degli Stati Uniti alla gestione della sicurezza in questo teatro. La creazione di una stabile democrazia in Macedonia dipende fortemente dalla pressione diplomatica europea. E evidente che il prestatore dordine principale in questa regione del mondo in potenza lUnione Europea. LEuropa lorizzonte verso cui si muove la politica balcanica, il vincolo esterno delle decisioni di questi paesi, nonch il principale donatore. Questo dimostrato dal calendario dellattuazione degli Accordi di Ohrid. Le modifiche alla Costituzione (che eliminano il concetto di propriet dello Stato da parte della maggioranza macedone) sono approvate il 16 novembre, dopo un forte ostruzionismo parlamentare da parte delle forze politiche macedoni pi radicali, che tentavano di intercettare il malcontento della popolazione, e di componenti dei partiti albanesi che si opponevano ad alcune modifiche presentate in parlamento. E stato in seguito a pesanti pressioni dellUnione Europea che aveva minacciato il mese precedente di interrompere gli aiuti economici alla Macedonia (rinviando la Conferenza dei donatori programmata per il 15 ottobre, che pronta ad aprire i lavori nelle prossime settimane per un impegno di spesa di 256 milioni di Euro) che questo obiettivo stato raggiunto. Questo continuo impulso sul processo di pace continuato per tutto linverno

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ed ha contribuito senzaltro a che il parlamento macedone continuasse liter delle riforme. Il primo febbraio stata approvata la legge sul decentramento amministrativo, mentre lotto marzo stata approvata la legge sullamnistia che sostituisce un precedente decreto presidenziale considerato insufficiente dagli Albanesi e dalla Comunit Internazionale. Il 15 giugno quando gi si discuteva delle iniziative che sarebbero poi state attuate nel quadro dellAccordo di Ohrid, Bush aveva avvertito gli alleati che Washington non intendeva contribuire con forze statunitensi alla proposta missione in Macedonia anche se non si opponeva alla creazione di tale forza da parte di altri paesi. Un dato importante da tener presente che questa linea si collega non soltanto con lintenzione di un progressivo disimpegno degli Stati Uniti dai Balcani (gi avviato dalla presidenza Clinton), ma anche con una posizione netta del presidente Bush di fronte alla possibilit di iniziative militari autonome degli alleati europei. Si ritenne comunque nonostante il buono stato di avanzamento della Rapid Reaction Force europea di rimanere in ambito NATO. Se tutto quanto abbiamo detto sul ruolo dellEuropa nella regione balcanica vero, se la missione Amber Fox non sembra presentare rischi preoccupanti, se anche gli Stati Uniti sono favorevoli ad un comando europeo, perch vengono sollevate tante obiezioni e la successione dalla NATO allUE stata rinviata allestate o allautunno non pi di un mese fa? Le riserve che sono state avanzate sono di natura tecnica e vengono portate avanti soprattutto dalla Gran Bretagna e dallAustria. Il Ministro della Difesa britannico ha sostenuto che lUE non sarebbe in grado di realizzare in tempo una catena di comando affidabile e riconosciuta, mentre il Ministro delle Finanze austriaco ha sollevato dubbi sulla capacit dellUE di trovare un consenso su come finanziare la missione.

Non da escludere che dietro le insegne dellUnione Europea e dietro le critiche alle sue capacit, continui in realt a muoversi lantico gioco delle cancellerie nazionali. Il ruolo crescente della Germania in Europa e nei Balcani motivo di perplessit per Londra, la cui azione sulla scena europea ha sempre avuto come obiettivo quello di non aprire la strada a scalate egemoniche sul continente da parte di potenze europee. Il punto che sia la presidenza repubblicana di Bush padre sia lattuale hanno sempre puntato su una special relationship con Berlino in Europa, cosa che ha permesso alla Germania di aumentare il suo impegno sulla scena internazionale, attraverso il consolidamento delle storiche direttrici della sua politica estera: lEst europeo e i Balcani. Ci sembra che le eventuali preoccupazioni inglesi possano essere ricondotte a quella lotta, soft and polite, tra le cancellerie europee per la successione al ruolo di potenza vicaria degli Stati Uniti in Europa. La Germania si confermerebbe il legittimo continuatore della politica americana, ma troppo radicato nei cromosomi della politica britannica, lo spettro di una potenza egemone sul continente europeo perch non possano sorgere dei contrasti o almeno delle perplessit. Non solo. Se gli USA dovessero scommettere fino in fondo sullUnione Europea come prestatore dordine per i Balcani, questo li avvicinerebbe molto di pi alla posizione Franco-Tedesca che propende per una forte identit europea nel campo della sicurezza, che non a quella britannica tradizionalmente interessata a mantenere un coinvolgimento degli Stati Uniti in Europa. probabilmente in questo contesto che la proposta dellItalia di assumere la guida di Amber Fox e di fornire la parte maggiore degli uomini della TFF, avanzata dal Ministro Martino lo scorso 11 febbraio, non stata fatta propria dalla NATO.

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