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controlacrisi.org di VIEW BOX TV - Lo staff - 23 September 2012 raggiunti nel nuovo accordo dei chimici, per esempio, sono molto illuminanti: congelamento degli aumenti retributivi e part time imposto ai senior vicini alla pensione in cambio di una estensione della precariet per chi verr assunto; nonch, deroghe a non finire al contratto nazionale. La Cgil per il momento ha sospeso il giudizio e il segretario della Filctem-Cgil si addirittura dimesso dopo la firma. Insomma, siamo allapplicazione dellaccordo del 28 giugno, articolo 8 (quello dettato dalla Fiat al ministro Sacconi) compreso. Monti si frega le mani, ovviamente. Non gli pare vero poter addottare in pieno il modello Fabbrica Italia senza dover portare in giro lodiatissima faccia di Sergio Marchionne. Ora si apre una partita interessante che vede al centro ancora una volta il sindacato, e la Cgil in particolare, da una parte; e dallaltra alcune grosse crepe che si stanno aprendo nel fronte imprenditoriale. Per il momento siamo alla rissa generale (come scrive Ettore Livini su Repubblica). Monti lha capito ed pronto a fare il punto di riferimento per la ricerca di un nuovo equilibrio. La Cgil dovr invece ancora fare i conti con un fronte unitario letteralmente a pezzi. A lei decidere se il quadro si pu ricomporre inseguendo la Cisl sul suo terreno oppure se occorre cambiare passo. In fin dei conti loccasione c. Nei lunghi mesi che ci separano dalle elezioni si potrebbero tornare ad agitare elementi di contenuto che farebbero impallidire il nulla pneumatico delle segreterie dei partiti. Quegli elementi concreti che riguardano la condizione materiale delle persone che nessuno ha nai voluto prendere seriamente in considerazione. miogiornale.com

#Fiat chiude ma Fabbrica Italia continuer ad ammazzare i diritti


23/09/2012 di fabio sebastiani

Ingroia, classe dirigente compromessa con crimine


22/09/2012 (kataweb)

Cinque ore di colloquio per non portare a casa niente. Lincontro di ieri tra il Governo e la coppia Sergio Marchionne e Lapo Elkann, vera e propria triste parodia di Attenti a quei due, stato un autentico disastro. Un disastro per il Bel Paese, ma soprattutto per i lavoratori della Fiat. Bene che vada si andr avanti a quote crescenti di cassa integrazione. In pi, rottamazione di qualche linea di produzione e aiuti sui mercati stranieri. Nessuno che abbia chiesto il conto a Marchionne, ovviamente. Di investimenti, poi, non c nemmeno lombra. Per Melfi e Pomigliano ci si attacca addirittura ai fondi europei. Cos siamo rassegnati al declino. Solo che prima delle elezioni non si pu dire. Bisogna lavorare per lexport ripete stancamente lAd di Fiat, rimettendo in campo un vecchio leit motiv il cui obiettivo in realt il costo del lavoro. Il Governo da parte sua non ha il becco di un quattrino. E non lo nasconde. Si chiude quindi? La prospettiva quella del congelamento, per ora. Si tira a campare. A pagare saranno sempre i soliti, che non solo si ritroveranno senza una busta paga degna di questo nome e con la prospettiva del licenziamento, ma dovranno sopportare un regime normativo da stato di polizia. E intanto si pensa a come spolpare il cadavere. Non proprio tutto da buttar via in fondo. Intanto, nessuno ha detto che Fabbrica Italia, ovvero tutto lapparato di regole contrattuali e relazioni sindacali viene messo da parte. Anzi, a quanto sembra Mario Monti pronto a farne la base per il cosiddetto Patto per la produttivit. Alcuni passaggi

Vasto, 22 set. - Nelle storie del Paese abbiamo avuto 'una classe dirigente profondamente compromessa con i poteri criminali'. Lo ha detto il pm Antonino Ingroia dal palco dell'Italia dei valori dove ha partecipato ad un dibattito sulle stragi di mafia avvenute vent'anni fa. 'In questo Paese - aveva premesso - la magistratura non e' mai riuscita ad avere a tutta la verita' sulle stragi che hanno insanguinato il Paese, ad averla vinta sulla mafia e sulla corruzione per il semplice fatto che la magistratura da sola non puo' vince ne' la battaglia contro la mafia ne' puo' arrivare alla verita' sulle stragi ne' riportare la corruzione a dimensioni fisiologiche'. .

Te lo d io il Brasile
22/09/2012 di Luca Fazio (il manifesto)

Marchionne provoca Monti: Vendiamo auto dove i governi ci danno i soldi. Quant? Tanto. Oddio, il solito. Sembra piuttosto salato il conto che il governo Monti in qualche modo destinato a pagare per non scontentare i vertici della casa automobilistica pi assistita del mondo. Per ci vuole una certa classe anche per chiedere soldi. Ci vuole un tipo come Sergio Marchionne per battere cassa nonostante abbia gi deciso di lasciare lItalia. Oggi lad del Lingotto mica si presenta a Palazzo Chigi con il cappello in mano. No. Fa lo spiritoso, provoca. E cos, il povero ministro Passera, che laltro giorno durante il suo tour brasiliano aveva detto

23 September 2012

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che anche in Europa possibile guadagnare costruendo automobili, si sentito rispondere col sarcasmo di chi sicuro di avere il coltello dalla parte del manico. Si chiama ricatto, ma sempre con stile. Sono felice che il ministro Passera si sia reso conto dei grandi risultati della Fiat in quel paese risponde nero su bianco il manager e certamente non gli sar sfuggito che il governo brasiliano sia particolarmente attento alle problematiche dellindustria automobilistica. Sono sicuro che il ministro sappia che le case automobilistiche in Brasile possono accedere a finanziamenti e agevolazioni fiscali. Vabb, quanto? Per esempio, scrive Marchionne, per lo stabilimento nello stato di Pernambuco la Fiat ricever finanziamenti fino all85% su un investimento complessivo di 2,3 miliardi di euro. Basta? No. A questi si aggiungeranno benefici di natura fiscale, quando sar avviata la produzione di automobili, per un periodo minimo di 5 anni. E Passera, non si sar mica offeso? Mah. Marchionne vuole sgravi? Ne parliamo domani. Nemmeno Fornero dispiaciuta, anzi: Parole interessanti. Quindi oggi Mario Monti, a meno che non decida di uscire dallEuropa per dare soldi alla Fiat (e dal 1977 ad oggi lo stato ha gi cacciato 7,6 miliardi di euro esclusi gli ammortizzatori sociali) dovr mettere sul tavolo un pacchetto di provvedimenti contro la disaffezione allauto che non cambieranno la sostanza delle cose: Fiat non vende automobili in Europa perch, senza investimenti, mette sul mercato modelli che non possono reggere il confronto con la concorrenza: se nel 2007 Fiat ha venduto 2,5 milioni di automobili, per la fine del 2012 sono previste 1,350 milioni di nuove immatricolazioni, quasi la met. Per dare una qualche credibilit al nuovo tentativo di salvare Fiat, quasi sicuramente inutile, oggi Monti dovr ugualmente inventarsi qualche gradito regalo. Si parla di cassa integrazione in deroga per evitare licenziamenti in massa e mantenere aperti i quattro stabilimenti (Mirafiori, Pomigliano, Cassino e Melfi), di defiscalizzazione degli investimenti in ricerca e sviluppo,

e di altri interventi che sostengono indirettamente la vendita di automobili come la diminuzione del prezzo della benzina e delle assicurazioni. A cui se ne aggiungerebbero altri pi fantasiosi, tipo lobbligo della riparazione delle auto coinvolte in un incidente presso le officine convenzionate con le compagnie (?) e suggerisce lAci lobbligo dellanalisi strumentale per certificare il danno del cosiddetto colpo di frusta (?!). Insomma, il governo tecnico oggi cercher di arrampicarsi sugli specchi. E difficilmente fornir risposte certe, come ha chiesto il segretario della Cgil Susanna Camusso, pur senza fare riferimenti espliciti allincontro Marchionne vs Monti. Rischiamo di diventare un paese senza industrie ha detto ieri ad un convegno su giovani & lavoro e se qualcuno pensa di sostituire le nostre imprese bisogna che spieghi anche con che cosa le vuole sostituire. Per questo non servono tanti micro-interventi e provvedimenti da parte del governo. Siamo davvero convinti che possiamo smettere di produrre mezzi di trasporto? Se qualcuno lo pensa deve anche spiegare cosa vuole fare in alternativa, basta che non si parli di finanza creativa, che di quella abbiamo gi piene le scatole tutti.

scagliarsi contro lo sfruttamento dei bambini in televisione. ''Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni di genitori e nonniprosegue- al nostro numero verde dedicato 800.93.70.70 e sul nostro sito www.moige.it, indignati per la indecente competizione ed il relativo meccanismo di eliminazione dei concorrenti, con bambini di eta' compresa tra i 6 e i 15 anni, prosegue Scala, che fa finta di ignorare che le proteste ci sono sempre state in realt, sia da parte dei genitori che di alcuni esperti. Infatti, oltre a sottoporre i minori all'ansia di dover ricevere un giudizio sulla propria prestazione di fronte ad un vastissimo pubblico conclude il Moige - la competizione si rivela del tutto inadatta, strumentalizzando i bambini, che non hanno ancora una personalita' strutturata e psicologicamente adeguata per sostenere una tale tensione. A questo si aggiunge la scelta scriteriata di far cantare canzoni che hanno parole e messaggi decisamente inadatti alla loro eta'''.

Il Moige si sveglia: "La Tv strumentalizza i bambini"


23/09/2012

Il Muos e le infrastrutture militari. Ecco gli affari" di Lombardo


08/09/2012 di Antonio Mazzeo

''La puntata di sabato, ieri, di ''Ti lascio una canzone'' conferma l'inadeguatezza della nuova edizione di questo talent show, lasciandoci a dir poco sconcertati: non e' piu' il format piacevole (quando lo mai stato, sic!) dedicato ai giovanissimi, della scorsa edizione, che suscitava sorrisi e tenerezza. Quest'anno si e' vergognosamente trasformato in un programma assolutamente inadatto all'eta' dei suoi minori protagonisti''. Elisabetta Scala la responsabile dell'Osservatorio Media del Moige - movimento italiano genitori. Ieri finalmente ha avuto un sussulto di indignazione ed ha preso carta penna per

Lisola-trampolino per proiettare le forze aeree, navali e terrestri nazionali e quelle di Stati Uniti e Nato negli scacchieri di guerra in Medio oriente, Africa ed est Europa. Soffocata da una miriade dinfrastrutture, aeroporti e porti militari, poligoni, sistemi satellitari e di trasmissione degli ordini dattacco. I maggiori corridoi marittimi solcati da unit navali e sottomarini a propulsione e capacit nucleare. Una selva di antenne radar per fare la guerra ai migranti. E per chi scampato ai naufragi mediterranei, la detenzione nei cie-cara-lager disseminati ormai ovunque. La Sicilia sempre pi armata,

23 September 2012

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militarizzata, nuclearizzata. Aggressiva, bellicista e a sovranit dimezzata. Territorio di frontiera e di conquista, laboratorio di spregiudicate alleanze politiche e strategiche. A partire del patto diabolico sottoscritto alla vigilia dello sbarco alleato del 43 dalle organizzazioni criminali-mafiose e dalle forze armate a stelle e strisce. Poi, nel dopoguerra, la controffensiva reazionaria contro i movimenti politici, sociali e sindacali della sinistra, la strage di Portella delle ginestre, le bombe contro le sezioni del Pci e le Camere del lavoro, gli omicidi selettivi di sindacalisti. Il piombo mafioso e le coperture dei servizi e degli apparati repressivi dello Stato, la supervisione, le armi e i soldi di Washington, la protezione delle centrali spionistiche e dei corpi diplomatico-militari Nato infiltratisi nel tessuto siciliano. Un duplice scambio di favori e complicit: prebende, affari di droga e armi, gli appalti alla borghesia mafiosa locale; piena libert di azione, occupazione e intervento intra ed extraregionale alle forze armate statunitensi dislocate nelle sempre pi numerose basi isolane. Il processo di riarmo e militarizzazione della Sicilia si sviluppato progressivamente a partire dalla Guerra fredda, allinsegna dello scontro EstOvest. Poi, dopo la crisi energetica di met anni settanta e il trasferimento del baricentro conflittuale verso il Sud del mondo, il ruolo strategico dellisola esploso dirompente. Linstallazione dei missili nucleari a Comiso, le forze di rapido intervento Usa inviate dalla base di Sigonella nel Golfo Persico, in Libano e in Corno dAfrica, la prima guerra del Golfo, le tragedie balcaniche e i bombardamenti in Serbia e in Kosovo, l11 settembre e le sanguinose campagne in Afghanistan, Iraq e Pakistan, luragano di bombe, missili e droni contro la Libia nel 2011, hanno irrimediabilmente trasformato il volto della regione. Con drammatiche ripercussioni socioeconomiche, paesaggistiche ed ambientali. Le classi politiche dominanti, tuttavia, in perfetta continuit con il passato anche quando a parole la continuit veniva dichiarata interrotta (vedi la squallida esperienza del

governo regionale di centrosinistra a fine anni 90 che ha spianato la strada al modello cuffaristico-lombardiano), hanno sostenuto i piani e le strategie di morte dei partner doltreoceano. Anche quando calpestavano selvaggiamente diritti e interessi dei cittadini. E non poteva essere altrimenti: il potenziamento infrastrutturale Usa e Nato ha rafforzato le cosche e il dominio mafioso sul territorio. Gli appalti in mano ai cavalieri del lavoro di Catania (Costanzo, Graci, Rendo e Finocchiaro) per lampliamento della rete aeroportuale civilmilitare dellisola a met anni settanta, linfiltrazione criminale nella realizzazione della base nucleare di Comiso nei primi anni ottanta, le inchieste della procura di Catania che hanno accertato lo strapotere della famiglia di Benedetto Santapaola nella gestione di servizi e forniture nella stazione aeronavale di Sigonella, gli intrecci e le contiguit con la mafia nissena di certe imprese chiamate alla costruzione del grande centro di telecomunicazione Us Navy di Niscemi, segnano le tappe-chiave pi recenti del binomio mafiamilitarizzazione. Le leadership dei partiti al governo hanno apertamente alimentato questo processo dirottando ingenti risorse finanziarie pubbliche a favore delle nuove infrastrutture belliche. Contemporaneamente gli amministratori degli enti locali hanno autorizzato dissennate varianti ai PRG per insediare megacomplessi abitativi per i militari e i familiari Usa. Le speculazioni immobiliari sono state linfa vitale per i clan mafiosi consentendo di rinnovare i legami tra politica, mafia e imprenditoria. Per quanto riguarda lacquisto della tenuta di Sigonella devo precisare che ero stato stimolato, dopo un primo acquisto in quella zona, ad estendere la propriet da Stefano Bontate, questi infatti attraverso Pippo Cal e personaggi di Roma a me sconosciuti aveva la possibilit di avere contatti con gli americani, ha raccontato il collaboratore di giustizia Angelo Siino, noto alle cronache come il ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra ed (ex) importante anello di congiunzione tra mafia, massoneria, partiti politici e costruttori. Un affare, quello della

pi grande stazione aeronavale Usa nel Mediterraneo che vedeva operare congiuntamente vecchia e nuova mafia siciliana. Il Bontate mi mostr una planimetria di ampliamento dellaeroporto militare che doveva includere la mia propriet che iscriveva lintera base di Sigonella. Allorch fu presa la decisione di portare avanti laffare e avere una maggiore presenza nel territorio di Catania prendevo contatti con Nitto Santapaola e con esponenti mafiosi catanesi. Ventanni dopo sono cambiati i protagonisti ma le dinamiche e gli interessi filo-atlantici sono rimasti identici e penetranti. Per realizzare a Belpasso (Ct) un nuovo villaggio per i militari di Sigonella, unazienda romana (la SAFAB) si affidata a un faccendiere siciliano personalmente e politicamente amico dei fratelli Lombardo, il governatore Raffaele e il deputato Angelo. Lintera operazione, ovviamente, stata seguita e benedetta dal reggente di Cosa Nostra a Catania, Vincenzo Aiello. Quella del villaggio Usa di Belpasso una delle vicende pi emblematiche documentate dalloperazione Iblis, linchiesta giudiziaria antimafia che ha tracciato il capolinea della parabola lombardiana ai vertici della Regione siciliana. Raffaele Lombardo, pi dei democristiani della prima repubblica e del predecessore Tot Cuffaro, ha incarnato il ruolo di fedele interprete degli interessi politici e strategici doltreatlantico, nonostante quanto scritto contro di lui dai diplomatici Usa in Italia. Da presidente della provincia di Catania ha autorizzato e finanziato la bretella stradale riservata ai residenti del villaggio Usa di Mineo. Da governatore, dopo aver urlato nelle piazze il proprio No allEco MUOStro di Niscemi, ha inspiegabilmente mutato opinione autorizzando la realizzazione del terminale terrestre del nuovo sistema satellitare allinterno della riserva naturale Sughereta. Per la prima volta della storia dItalia, un comando Usa aveva chiesto il pass ad unistituzione locale. E invece di un atto dorgoglio, in difesa del sacrosanto diritto di tutti alla pace, al lavoro e alla salute, il governatore autonomista ha consentito lo sventramento di un territorio

23 September 2012

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protetto. Unopera impattante, devastante, criminale e criminogena. Anche i lavori del MUOS, infatti, sono stati cosa loro. In violazione della legge La Torre approvata dopo il sacrificio dellallora segretario regionale del Pci in lotta contro i missili e la criminalit organizzata, essi sono stati subappaltati ad unimpresa privata del certificato antimafia perch ritenuta contigua alla famiglia dominante a Niscemi. Ad affidare lopera un consorzio guidato da unimpresa veneta che nel 2008 aveva finanziato con 15.000 euro la campagna elettorale dellMPA, il movimentopartito di Lombardo. Il mal governo e lipermilitarizzazione del territorio hanno goduto della pressoch impunit giudiziaria e della desistenza o piena accondiscendenza (secondo i casi) delle forze politiche della sinistra moderata. Contro le finalit di distruzione e morte delle basi di Augusta, Sigonella, Niscemi, Pantelleria, Lampedusa, Trapani-Birgi, NotoMezzogregorio, Pachino, Marsala, Messina, mai si levata una voce del Pds, poi Ds oggi Pd e delle organizzazioni-associazioni darea. I singoli iscritti e i circoli del partito-democratico che hanno sposato le ragioni dei No war sono stati derisi, isolati, delegittimati. Mai una denuncia sui conflitti dinteresse del padrepadrone della stampa e dellinformazione radiotelevisiva siciliana, Mario Ciancio Sanfilippo, direttore-editore de La Sicilia, imprenditore-costruttore di villaggi e residence Usa, azionista della societ di gestione dello scalo di Catania-Fontanarossa, ostaggio degli spericolati decolli degli aerei senza pilota di Sigonella, e del non-aeroporto di Comiso, vittima eccellente dei bombardamenti elettromagnetici del MUOS di Niscemi. Ciancio Sanfilippo il cultore del consumo di territorio e delle mega opere. E le basi militari Usa e Nato sono grandi infrastrutture create in regime di extraterritorialit, fuori dalle leggi del libero mercato. La sinistra governista lo sa bene. Per trasformare Sigonella in una delle principali stazioni Usa doltremare, il Pentagono ha speso negli ultimi 15 anni poco meno di un miliardo di dollari. Una cifra enorme, appannaggio in buona parte della societ leader

di Lega Coop, la CMC di Ravenna, quella del Dal Molin di Vicenza, dei tunnel della val di Susa e del Ponte sullo Stretto di Messina. I business di guerra hanno generato ecomostri cancellando lidentit e la soggettivit di chi era nato per rimettere in discussione come, quando, perch e in favore di chi produrre. La Sicilia-portaerei anche lisola dei trasformismi e delle irreversibili mutazioni genetico-politiche.

La truffa del secolo


22/09/2012 di Maria Rosa Calderoni

Attenzione! Se in qualsiasi momento, da qualche parte o da chiunque vi dicono: E' l'Europa che ce lo chiede, fate un balzo ed entrate immediatamente in allarme: vi stanno fregando di brutto, vi stanno colpendo senza piet. E' la truffa del secolo, astutamente detta E' l'Europa che ce lo chiede. Sono 76 pagine in tutto, e si potrebbero imparare a memoria: questo nuovo libro di Luciano Canfora, intitolato appunto "E' l'Europa che ce lo chiede!" (Laterza, 9) in realt una requisitoria che non concede alibi e smonta pezzo per pezzo gli ingranaggi di quella macchina portentosa e gigantesca che appunto "la truffa del secolo". E cos, a connotare senza equivoci il significato di quel titolo, l'autore vi ha stampigliato la vistosa scritta rossa:"Falso!". L'Europa come uno dei falsi idola del nostro tempo. Il lavoro non un diritto, la ricordate la ineffabile sortita dell'Elsa Fornero, ministro del lavoro in carica? Sarebbe ingenuo considerarla una mera voce "dal sen fuggita" (sono stata fraintesa...). Quell'art.1 della Costituzione - l'Italia una Repubblica democratica fondata sul lavoro - era sembrato sino a qui un caposaldo, un punto di non ritorno, determinato e stabilito dalle Costituzioni del dopoguerra. Ora sappiamo scrive Canfora - che possibile anche una marcia all'indietro, e che essa incominciata. "Ce lo

chiede l'Europa". "Quella" Europa. Francoforte/Roma 5 agosto 2011. Caro Primo Ministro..., cos inizia la lettera firmata Mario Draghi e Jean-Claude Trichet, inviata dalla Bce al governo italiano (ancora presieduto da Berlusconi), che Canfora pubblica integralmente nel suo libro. Tra le misure ivi indicate (ingiunte, cio) compaiono le norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, la Elsa Fornero sa ben quel che dice. Nel nome dell'Europa. Oggi l'operaio occupato, che giustamente difende i diritti conquistati in un secolo di lotte, bersaglio di una campagna ostile, truccata nei suoi termini e ricattatoria nei modi. Non infatti a lui che viene "ingiunto" di rinunciare alle sue conquiste, in quanto esse penalizzerebbero le generazioni future? A parte l'inarrivabile impudicizia di dare lezione di etica e di politica dall'alto del proprio elevatissimo benessere a chi attestato sul minimo vitale, l'individuazione del falso bersaglio un vecchio trucco. E Canfora ricorda ad esempio, che qualcuno, una volta, il falso bersaglio lo trov nell'ebreo affamatore (si chiamava Hitler). Fare l'Europa, che bella frase. Lo sapete, da pi di un decennio esiste una moneta unica, che non ha alle spalle n un governo n un'unit statale n un esercito; per ha dietro una Banca Centrale. Quella che ha via via assunto il ruolo di governo effettivo: una surroga allarmante e ormai dotata di un potere immenso. Praticamente stiamo assistendo in diretta alla morte della sovranit affidata a parlamenti eletti a suffragio universale. E, quel che peggio, non solo la destra, ma anche la sinistra (o quella che afferma di essere tale) rivendica a s (ricordate un certo Prodi...) il merito di avere condotto il paese in tale impresa, la cui prima e tangibile conseguenza, in breve tempo, fu il dimezzamento del valore reale dei salari. E, ci fa notare Canfora, neanche la pi feroce politica "confindustriale" d'altri tempi avrebbe ottenuto, in guanti gialli, un tale risultato in tempi cos rapidi (grazie, euro). Ce lo chiede l'Europa. In sostanza, si trattato di un patto tra diseguali, incardinato su una

23 September 2012

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"moneta unica" penalizzante per i pi deboli. Tra i quali c' l'Italia, non certo la Germania... E inoltre, basta con le ideologie. Mai come in questa nuova Europa, il termine ideologia ha avuto un senso cos

squalificante. E si capisce, l'epiteto diffamatorio di ideologia scatta non appena si rincomincia a parlare del conflitto tra le classi sociali, di "sfruttamento", di "profitto", dell'incompatibilit

degli interessi degli uni (quelli che il profitto lo producono) rispetto agli interessi degli altri (quelli che il profitto lo incassano). E quindi basta con le ideologie, c' la Bce.

23 September 2012

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