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Gestione dellarresto demergenza

Dossier Sicurezza Macchine n6 Redatto a cura della Attivit Controllo Industriale

1. Analisi generali della funzione 2. Riferimenti legislativi


Scopo del documento di fornire una guida alla corretta applicazione della Direttiva Macchine; per ciascun punto, quando necessario, vengono fornite delle precisazioni che ne facilitano linterpretazione o dei rimandi agli articoli della/e norma/e applicabili. Si tratta comunque di libere scelte Schneider, prevalentemente concentrate sui casi che prevedano applicabilit di propri prodotti, che non possono essere considerate a valenza legale. Per una completa analisi dei requisiti della norma e dellesigenza della macchina potrebbe essere necessaria la consultazione delledizione ufficiale di essa

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3. Riferimenti normativi 4. Casi pratici 5. Applicazioni pratiche I prodotti Schneider 5.1. Arresto demergenza in categoria 1 secondo EN 954-1

5.2. Arresto demergenza controllato in categoria 1 secondo EN 954-1 10 5.3. Arresto demergenza in categoria 2 secondo EN 954-1 10

5.4. Arresto demergenza controllato in categoria 2 secondo EN 954-1 11 5.5. Arresto demergenza in categoria 3 secondo EN 954-1 5.6. Arresto demergenza in categoria 4 secondo EN 954-1 11 12

5.7. Arresto demergenza controllato in categoria 4 secondo EN 954-1 12 5.8. Componenti per arresto demergenza 13

Questa pubblicazione fa parte della collana "Dossier Sicurezza Macchine" coordinata dai Servizi Tecnici Centrali di Schneider Electric S.p.A. I Dossier Sicurezza rappresentano un agile strumento di lavoro frutto del patrimonio di esperienze e competenze aziendali. La collezione ha lo scopo di fornire informazioni pi approfondite ed essere un valido strumento di riferimento nei campi specifici delle apparecchiature elettromeccaniche, dell'elettronica industriale, del trasporto e della distribuzione dell'energia elettrica.

Gestione dellarresto demergenza

1. Analisi generale della funzione


Abbiamo gi visto che i dispositivi di sicurezza hanno il compito d'arrestare la macchina per garantire la sicurezza a persone, macchinario e prodotti annullando immediatamente i fattori di rischio, essendo prioritari su qualsiasi altro comando ed agendo sull'intero sistema operativo (1). La medesima funzione viene svolta dal comando arresto d'emergenza che ha un'importanza fondamentale in quanto deve azzerare nel minor tempo possibile la presenza del pericolo sulla macchina e viene attivato in caso estremo, in caso d'emergenza appunto, quando il pericolo sta per colpire o ha gi colpito. Il comando d'arresto d'emergenza, come ogni altro dispositivo di protezione, ha come caratteristica fondamentale il ripristino manuale; in pratica azionabile solo volutamente, da una persona, sul posto e non per esempio con un comando automatico. La sua funzione non sostitutiva d'altre misure di sicurezza (dispositivi automatici di sicurezza o di protezione) ma deve essere considerata come supplementare (EN 292/2 punto 6 ed EN 418: 1994 punto 4.1.3). dove esistono rischi residui o possibili condizioni anomale pericolose, opportuno poter usufruire di un dispositivo d'accesso rapido che, se attivato, elimini il pericolo o lo riduca automaticamente nel miglior modo possibile con soluzioni diverse a seconda dei rischi, dei cicli funzionali, del tipo di macchina. Un uso poco frequente dell'arresto d'emergenza e/o un ambiente a lui ostile sono fattori che possono compromettere la sua affidabilit. necessario quindi prevedere un controllo periodico per verificarne la perfetta funzionalit elettrica e meccanica e la sostituzione dell'attuatore ai primi segni d'usura. Occorre inoltre proteggere i contatti del dispositivo da infiltrazioni di polvere, acqua, umidit ecc. e da eventuali vibrazioni. La sua funzione cos definita al punto 3.1 dell'EN 418: evitare, al loro sorgere, i pericoli per le persone, i danni alle macchine o alle lavorazioni in corso, oppure ridurli; essere attivata mediante una singola azione umana quando la normale funzione d'arresto inadeguata per lo scopo previsto. Nella EN 60947-5-5:1997 viene anche definita la manovra d'emergenza; con le medesime finalit viste prima, essa prevede separatamente o in combinazione: l'arresto d'emergenza, l'avviamento d'emergenza, l'interruzione (d'energia) d'emergenza e la messa sotto tensione d'emergenza. I pericoli possono derivare "da irregolarit funzionali (disfunzioni della macchina, errori umani, caratteristiche inadatte del materiale lavorato) e/o dal normale funzionamento".
(1) A questo proposito vedere i precedenti "Dossier Sicurezza Macchine".

2. Riferimenti legislativi
Tutte le macchine devono avere uno o pi dispositivi d'arresto d'emergenza ad eccezione di quelle "portatili e condotte a mano, e di quelle nelle quali il dispositivo d'arresto d'emergenza non ridurrebbe il rischio, sia perch non diminuirebbe il tempo d'arresto, sia perch non consentirebbe d'adottare le misure speciali richieste per tale rischio" (come riportato dall'art. 1.2.4. dell'All.I della Direttiva Macchine, dall'art. 6.1.1. dell'EN 292/2 e dall'introduzione dell'EN 418). E' ovvio che per gli ultimi casi occorrer in ogni modo prendere delle misure alternative per ridurre il rischio o con tecniche che portino la macchina ad essere intrinsecamente sicura, o con accorgimenti che impediscano l'accesso alla zona pericolosa oppure ancora, per le macchine portatili o conducibili a mano, dando per esempio all'operatore la possibilit d'agire liberamente sul comando che gli ha permesso di mettere in moto la macchina. L'Allegato I punto 12.4 della Direttiva Macchine prevede che il dispositivo abbia i seguenti requisiti: "deve comprendere dispositivi di comando chiaramente individuabili, ben visibili e rapidamente accessibili; provocare l'arresto del processo pericoloso nel tempo pi breve possibile, senza creare rischi supplementari; eventualmente avviare o permettere d'avviare alcuni movimenti di salvaguardia. Il dispositivo d'arresto d'emergenza deve rimanere bloccato; il suo ripristino pu essere effettuato soltanto mediante un'apposita manovra e non deve riavviare la macchina, ma soltanto autorizzare una rimessa in funzione; esso non deve avviare la funzione d'arresto prima di essere in posizione bloccata. Nel caso di macchine o di elementi di macchine progettate per lavorare assemblati, il fabbricante deve progettare e controllare la macchina in modo tale che i dispositivi d'arresto, compreso l'arresto d'emergenza, possano bloccare non soltanto la macchina ma anche tutte le attrezzature a valle e/o a monte qualora il loro mantenimento in funzione costituisse un pericolo". L'arresto d'emergenza viene normalmente attuato con un arresto di Categoria 0, immediata apertura dell'alimentazione, oppure 1, cio mantenendo l'alimentazione degli attuatori della macchina durante l'arresto; vedremo pi avanti in dettaglio le differenze funzionali dei due sistemi.

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3. Riferimenti normativi
La EN 60204 -1 (1993), che tratta la Sicurezza del macchinario Equipaggiamento elettrico delle macchine, prende in considerazione gli arresti d'emergenza per i quali d alcune prescrizioni. Prima di esaminarle, opportuno ricordare che la stessa norma prevede 3 Categorie di funzioni d'arresto: Categoria 0: arresto mediante sospensione immediata dell'alimentazione di potenza agli attuatori di macchina (arresto non controllato); Categoria 1: arresto controllato mantenendo l'alimentazione di potenza agli attuatori di macchina fino all'arresto della macchina e sospendendo poi la potenza ad arresto avvenuto; Categoria 2: arresto controllato mantenendo l'alimentazione di potenza agli attuatori di macchina. Tutte le macchine devono essere dotate di un arresto di Categoria 0; quelli di Categoria 1 e/o 2 devono essere presenti se richiesti dalle prescrizioni di sicurezza funzionali e/o della macchina. "Gli arresti di Categoria 0 e di Categoria 1 devono essere operanti indipendentemente dalle modalit di funzionamento e l'arresto di Categoria 0 deve avere la priorit. Le funzioni d'arresto devono operare mediante un'interruzione dell'alimentazione del circuito corrispondente e devono prevalere sulle relative funzioni d'avviamento". Al punto 9.2.5.3 troviamo le prescrizioni relative al funzionamento dei comandi d'arresto (i seguenti punti A, B e C) applicabili all'arresto d'emergenza unitamente a quelle menzionate al punto 9.2.5.4. (i seguenti punti numerati), e precisamente: A) la categoria deve essere determinata dalla valutazione dei rischi e deve essere assicurata l'affidabilit del relativo sistema di comando e controllo in conformit alle prescrizioni generali della EN 954-1 e del punto 9.4 della stessa EN 60204-1, B) se necessario deve essere connesso con eventuali dispositivi di protezione e/o d'interblocco, C) lo stato d'arresto deve essere segnalato alla logica del sistema di comando e l'azzeramento non deve creare situazioni di pericolo, 1) "deve per ogni modo di funzionamento prevalere su tutte le altre funzioni ed operazioni, 2) l'alimentazione di potenza agli attuatori di macchina che pu portare a condizioni pericolose deve essere interrotta il pi rapidamente possibile senza causare altri pericoli (per esempio utilizzando un dispositivo meccanico d'arresto che non richiede una potenza esterna, oppure mediante frenatura a controcorrente per un arresto di Categoria 1), 3) il riarmo non deve comportare un nuovo avviamento. Quando richiesto, devono essere forniti mezzi per la connessione di ulteriori dispositivi d'arresto d'emergenza." La valutazione dei rischi determiner la scelta della categoria dell'arresto d'emergenza che dovr funzionare come arresto di Categoria 0 oppure 1. Se l'arresto d'emergenza in Categoria 0 esso deve avere solo componenti elettromeccanici cablati. Non possono quindi essere usati equipaggiamenti elettronici programmabili (PLC) e comunque il suo funzionamento non deve dipendere dall'elettronica (componenti o software) oppure dalla trasmissione di comandi mediante una rete o linea di comunicazione. Per gli arresti d'emergenza in Categoria 1, ed anche per gli arresti semplici se relativi alla sicurezza, preferito l'uso di componenti elettromeccanici cablati: tali funzioni non devono quindi dipendere da un eventuale PLC. Se stato impiegato (per ragioni di funzionalit macchina ad esempio) devono essere prese appropriate misure cautelative in conformit al punto 9.4. (2). Non vi sono preclusioni all'impiego di PLC in circuiti di sorveglianza, prova o mantenimento delle dette funzioni purch esse non siano ostacolate nel corretto funzionamento. Poich in molte applicazioni di sicurezza ancora dubbia l'affidabilit dei componenti elettronici occorre prestare la massima attenzione e prudenza e, quindi, anche se sono permessi, preferibile attenersi alle prescrizioni dei punti 9.2.5.4 e 9.4 (non sono presi in considerazione equipaggiamenti elettronici per la variazione di velocit; si possono quindi ritenere consentiti, senza per trascurare di valutarli secondo i criteri dei medesimi punti). Quando viene usato un arresto di Categoria 1 per la funzione d'arresto d'emergenza, deve essere garantita la soppressione finale dell'alimentazione di potenza degli attuatori e deve essere realizzata mediante componenti elettromeccanici." I dispositivi d'arresto d'emergenza devono essere collocati in ogni stazione di comando e in altri punti operativi dove ne sia necessaria la presenza. Gli interruttori con comando a pulsante, o azionato dalla trazione di una corda oppure con comando a pedale senza protezione meccanica, fanno parte dei dispositivi d'arresto d'emergenza. Tutti questi dispositivi devono avere l'autoritenuta meccanica e devono essere disposti in modo che siano facilmente accessibili. Fino a quando l'attuatore del dispositivo d'arresto d'emergenza (o tutti gli attuatori, se ne sono previsti diversi) non stato riarmato manualmente, non dovr esser possibile ripristinare il circuito. Deve essere garantita la manovra positiva d'apertura dei contatti dei dispositivi d'arresto d'emergenza ad azione manuale. L'attuatore deve essere di colore rosso e l'eventuale sfondo giallo. Il contrasto cromatico ha lo scopo di rendere evidente l'attuatore, a colpo d'occhio, e pi facilmente individuabile tra tutti gli altri comandi. L'attuatore di un interruttore a pulsante sar a palma o a testa di fungo. Nelle macchine pi semplici, in cui non considerata necessaria la presenza di dispositivi d'arresto d'emergenza del tipo sopra descritto, la stessa funzione pu essere svolta dal dispositivo di sezionamento dell'alimentazione.

(2) Tali misure sono approfondite a pag.7 del presente dossier.

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In questo caso, per i dispositivi di sezionamento descritti ai punti 5.3.3 e 5.3.2 a), b), c) della EN 60204-1 (3), sono prescritti i medesimi colori. Cos, per esempio, la maniglia dell'interruttore - sezionatore dovr essere rossa e la ghiera di fondo dovr essere gialla per non confondere gli operatori che, quando il sezionatore non viene utilizzato come dispositivo d'arresto d'emergenza, vedranno la sua maniglia di colore nero o grigio. "I visualizzatori (per esempio le unit di visualizzazione, gli indicatori d'allarme) devono essere scelti ed installati in modo da essere visibili dalla posizione normale dell'operatore. Nei casi in cui i visualizzatori siano destinati a svolgere funzioni d'avvertimento, si raccomanda che siano del tipo intermittente o rotante e che siano accompagnati da un dispositivo d'avvertimento sonoro". Il punto 9.2.4 della stessa norma, relativo alle precauzioni che sar necessario prendere nella modalit di funzionamento con protezioni di sicurezza sospese prevede che sia sempre presente un dispositivo d'arresto d'emergenza in un'eventuale stazione di comando portatile, come ad esempio sulle pulsantiere portatili destinate alla funzione d'apprendimento della macchina. La EN 418 la norma che studia i dispositivi d'arresto d'emergenza specificandone i requisiti funzionali ed i principi generali per la progettazione indipendentemente dalla natura della fonte d'energia. Le figure 1 e 2 mostrano rispettivamente le fasi funzionali del dispositivo d'arresto d'emergenza e la sua collocazione sulla macchina. Abbiamo gi visto in apertura com' definita la funzione del dispositivo d'arresto d'emergenza che costituito da un dispositivo di comando e da un attuatore.

Funzionamento

Una persona si rende conto della necessit di un arresto d'emergenza Azionamento dell'arresto d'emergenza

Ripristino dell'arresto d'emergenza

Stato conseguente ad un arresto d'emergenza Riposo EN 418 La macchina pu essere riavviata Tempo

Figura 1 della EN 418

SEGNALETICA VISUALIZZATORI AVVERTIMENTI

COMANDI MANUALI (ATTUATORI)

1 2

DISPOSITIVI DI COMANDO

SISTEMA DI COMANDO

IMMAGAZZINAMENTO ED ELABORAZIONE DATI LOGICI O ANALOGICI

3
Dispositivo di arresto d'emergenza

SENSORI DISPOSITIVI DI SICUREZZA

ORGANI DI COMANDO DELLA POTENZA (contattori, valvole, variatori di velocit, ecc.)

AZIONATORI DELLA MACCHINA (motori, cilindri)

PARTE OPERATIVA

MEZZI DI DISINNESTO (FRIZIONI), FRENI

ORGANI DI TRASMISSIONE ORGANI LAVORATORI PROTEZIONI

Interfaccia operatoremacchina

(3) Alcune delle prescrizioni generali per i sezionatori sono le seguenti: devono isolare l'equipaggiamento dalla sorgente d'alimentazione, con posizioni 0 e 1 univoche e chiaramente marcate, indicando la posizione di 0 solo se tutti i contatti sono effettivamente aperti, con una maniglia di azionamento esterna (o interna se ad azionamento elettrico), con un bloccaggio in posizione di aperto

1 - Attuatori. 2 - Dispositivo/i di comando generate/i il segnale darresto demergenza. 3 - Parte del sistema di comando destinata allelaborazione del segnale di arresto demergenza. 4 - Organi di comando della potenza (contattori, valvole o variatori di velocit), mezzi di disinnesto (frizioni, ecc.) e freni utilizzati per ottenere larresto demergenza, sebbene questi vengano anche usati per il normale funzionamento della macchina. Figura 2 - Dispositivo di arresto demergenza delle macchine

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Il dispositivo di comando quel componente che genera il segnale d'arresto d'emergenza quando azionato il relativo attuatore, che un comando manuale progettato per essere facilmente accessibile ed azionato senza pericolo dall'operatore o da altre persone, quando necessario. Possono essere: a forma di fungo; cavi, funi, barre; maniglie; per applicazioni particolari, pedali senza coperchi, ...; e devono essere di colore rosso con eventuale sfondo giallo, coerentemente con quanto gi prima enunciato. Pu essere inoltre utile apporre delle etichette aggiuntive e, quando si utilizzano cavi o funi, migliorarne la visibilit con bandierine di segnalazione appese ad essi. Se la macchina divisa in pi zone d'arresto d'emergenza, occorre progettare l'intero sistema in modo che sia facile vedere la corrispondenza tra gli attuatori e le zone interessate. Quando i cavi vengono utilizzati come attuatori, si deve considerare quanto previsto al punto 4.5.1 e cio: "la flessione del cavo necessaria per generare il segnale d'arresto d'emergenza; la massima flessione consentita; la distanza minima tra il cavo e l'oggetto pi vicino; la forza che deve essere esercitata sul cavo per azionare il dispositivo di comando; la possibilit di rendere i cavi visibili agli operatori (per esempio bandierine di segnalazione). In caso di rottura o scollegamento di un cavo, il segnale d'arresto d'emergenza deve essere automaticamente generato. I dispositivi di ripristino devono essere collocati in modo che, dalla loro posizione sia possibile vedere l'intera lunghezza del cavo." Se ci non realizzabile, le istruzioni per l'uso devono indicare che, prima del ripristino a seguito di un arresto d'emergenza, occorre ispezionare la macchina per il tratto corrispondente all'intera lunghezza del cavo per rilevare la causa che ha reso necessario il comando d'arresto.

A complemento di ci nella EN 609475-5 prescritto il codice colori per gli interruttori a cavo: il verde indicher il prodotto correttamente regolato in posizione riposo, ed il giallo l'interruttore in posizione di attivato. Al punto 4.1 la norma prescrive dei requisiti generali di sicurezza, quali: "la funzione d'arresto d'emergenza deve essere disponibile ed operante in qualsiasi momento, indipendentemente dal modo operativo." (ribadendo quanto enunciato nelle norme prima citate). Ed per questo che, quando i dispositivi di comando d'arresto d'emergenza possono essere disinseriti, per esempio le pulsantiere d'apprendimento portatili, o quando la macchina pu essere isolata parzialmente, si deve prestare particolare attenzione tra i dispositivi di comando attivi e non. "Il dispositivo di comando ed il relativo attuatore devono operare secondo il principio dell'azione meccanica positiva" Come abbiamo gi detto precedentemente "il dispositivo d'arresto d'emergenza non deve essere utilizzato n quale alternativa a misure di protezione adeguate, n a dispositivi automatici di sicurezza, ma pu essere usato come misura supplementare. Dopo avere azionato l'attuatore, il dispositivo d'arresto d'emergenza deve operare in modo tale che il pericolo sia evitato all'origine, o ridotto automaticamente nel miglior modo possibile" dove: "NEL MIGLIOR MODO POSSIBILE" comprende fra l'altro sia una scelta di un grado di decelerazione adeguato, sia la scelta di una categoria d'arresto fatta in base alla valutazione dei rischi; e "AUTOMATICAMENTE " significa che, dopo avere azionato l'attuatore dell'arresto d'emergenza, la sua funzione pu risultare dalla sequenza predeterminata di funzioni interne. Si ribadisce inoltre che l'arresto d'emergenza deve essere di Categoria 0 o 1, che deve avere la priorit su tutti gli altri comandi, che il suo azionamento non deve generare altri pericoli aggiuntivi. Deve essere inoltre progettato in modo tale che la decisione di azionarlo non richieda alcuna riflessione da parte dell'operatore sugli effetti che ne derivano (esempio, la zona d'arresto, il grado di decelerazione ecc..). "La funzione d'arresto d'emergenza

non deve compromettere l'efficacia dei dispositivi di sicurezza o dei dispositivi con funzioni condizionanti la sicurezza (4.1.9)", n i mezzi previsti per liberare le persone intrappolate. Si ribadisce che qualunque azione sull'attuatore che avvia la procedura d'arresto deve determinare il bloccaggio meccanico del dispositivo; in tal modo al termine dell'azione dell'operatore il comando resta trattenuto fino ad un'azione volontaria di sbloccaggio. Anche la EN 954-1 esamina la funzione dell'arresto d'emergenza e al punto 5.3 precisa, ancora una volta, che quanto prescritto dovr essere considerato un supplemento alle misure previste dalle altre norme relativamente ai singoli casi presi in esame, riassunti nella Tabella 1 della citata norma, e pi precisamente: "quando un insieme di macchine lavorano in modo coordinato, le parti relative alla sicurezza devono poter segnalare la condizione d'arresto d'emergenza a tutte le parti del sistema coordinato; quando delle sezioni del sistema coordinato sono separate tra loro, non sempre necessaria l'applicazione di un arresto d'emergenza all'insieme del sistema, ma pu essere sufficiente applicarlo ad una o pi sezioni scelte in base alla valutazione del rischio; con l'azionamento dell'arresto d'emergenza su di una sezione, nessun fenomeno pericoloso deve presentarsi nelle aree tra questa sezione e le altre". Non dimentichiamo che l'applicazione della EN 954-1, in quanto norma dedicata alle parti dei sistemi di comando relativi alla sicurezza, deve prevedere la realizzazione dei circuiti secondo i criteri del punto 6 e della tabella 2; in altri termini la categoria del circuito secondo i risultati dell'analisi dei rischi. A questo proposito riprendiamo in parte la trattazione della tabella 2 gi effettuata nel dossier relativo ai comandi a due mani. In qualit di dispositivo di sicurezza, l'arresto d'emergenza regolato dalla norma EN 954-1 che esamina le "parti dei circuiti di comando relativi alla sicurezza principi generali di progettazione" (e non l'insieme del circuito di comando di una macchina) e che prevede classificazioni in categorie a seconda del grado di affidabilit di una funzione nel prevenire pericoli anche in seguito a guasti.

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La tabella 2 della EN 954-1 (di seguito parzialmente riportata) riassume e schematizza le prescrizioni, il comportamento del sistema ed i principi cui attenersi per raggiungere la sicurezza in relazione alle varie categorie. Relativamente a questi ultimi, per le categorie B, 1 e 2 puntano principalmente sulle caratteristiche dei componenti, mentre per le categorie 3 e 4, puntano principalmente sulla struttura. L'allegato B della EN 954-1 descrive in vari punti una "Guida di selezione dei parametri S, F e P per la estimazione del rischio" da considerarsi parte integrativa di quanto prescritto sulla valutazione del rischio (dalla EN 1050) e la riassume nella Figura B.1: "Selezioni possibili di categorie" (B, 1, 2, 3, 4 Categorie per le parti dei sistemi di comando relativi alla sicurezza). Nel B.2.1 vediamo la gravit di una lesione S1 e S2. In relazione alla stima di rischio vengono previste lesioni leggere o gravi come conseguenza di uno o pi guasti delle parti di un sistema di comando di sicurezza. Per determinare S1 ed S2 si valuteranno le conseguenze dell'incidente ed i processi di guarigione pi comuni. Per esempio, ecchimosi e ferite senza conseguenze saranno S1, amputazione o morte saranno S2. In B.2.2 esaminare la frequenza e/o durata dell'esposizione al fenomeno pericoloso F1 e F2. impossibile stabilire con precisione un tempo valido per il caso F1 ed uno per F2 ma si dovr valutare di volta in volta a seconda della frequenza e della durata dell'esposizione al pericolo. Sar selezionato F2 se la persona esposta al pericolo per lungo tempo od in continuazione ma anche se per breve tempo ma frequentemente (per es. se la macchina funziona anche per essere caricata e scaricata manualmente). Al punto B.2.3 considerata la possibilit di evitare il fenomeno pericoloso P. In presenza di un fenomeno pericoloso molto importante sapere se pu essere individuato ed evitato prima che provochi un incidente ma anche se pu essere percepito direttamente o solo con mezzi tecnici (indicatori).

Categoria

Riassunto delle prescrizioni. Le parti del sistema di comando relative alla sicurezza e/o i loro dispositivi di protezione, cos come i loro componenti devono essere concepiti, realizzati, selezionati, montati e combinati secondo le norme pertinenti al fine di far fronte alle influenze esterne previste. Le prescrizioni della categoria B devono essere applicate. Devono essere utilizzati dei componenti di provata affidabilit e dei principi di sicurezza di provata affidabilit. Le prescrizioni della categoria B e l'uso di principi di sicurezza approvati devono essere applicati. La funzione di sicurezza deve essere controllata ad intervalli adeguati dal sistema di comando della macchina. Le prescrizioni della categoria B e l'uso di principi di sicurezza approvati devono essere applicati. Le parti del sistema di comando relative alla sicurezza devono essere progettate in modo che: un guasto unico, in qualsiasi sua parte, non deve condurre alla perdita della funzione di sicurezza e, se la cosa ragionevolmente fattibile, il guasto unico deve essere rilevato. Le prescrizioni della categoria B e l'uso di principi di sicurezza approvati devono essere applicati. Le parti del sistema di comando relative alla sicurezza devono essere progettate in modo che: un guasto unico, in qualsiasi sua parte, non deve condurre alla perdita della funzione di sicurezza e, il guasto unico sar rilevato prima o all'atto della successiva sollecitazione della funzione di sicurezza. Se ci non possibile un accumulo di guasti non deve portare alla perdita della funzione di sicurezza.

Comportamento del sistema. Il verificarsi di un guasto pu condurre alla perdita della funzione di sicurezza.

La presenza di un guasto pu causare la perdita della funzione di sicurezza ma la probabilit che ci avvenga minore rispetto alla categoria B. La presenza di un guasto pu generare la perdita della funzione di sicurezza nell'intervallo tra due controlli. La perdita della funzione di sicurezza rilevata dal controllo. Quando un guasto unico si verifica, la funzione di sicurezza in ogni caso assicurata. Certi difetti sono rilevati ma non tutti. L'accumulo di pi guasti non rilevati pu condurre alla perdita della funzione di sicurezza.

Quando i guasti si verificano la funzione di sicurezza comunque assicurata. I guasti saranno rilevati in tempo per evitare la perdita della funzione di sicurezza.

Dalla Tabella 2 dalla EN 954-1

Punto di partenza nella stima di rischio per la parte del sistema di comando relativa alla sicurezza Categorie B 1 2 3 4

S1 P1 F1 P2 P1 F2 P2

Figura B.1 dalla EN 954-1, Selezioni possibili delle categorie

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Per selezionare il parametro P occorre inoltre tenere presente altri fattori quali: il funzionamento con o senza sorveglianza; la conduzione con personale qualificato o no; a quale velocit il fenomeno pericoloso si genera (se rapidamente o lentamente); possibilit di evitarlo (p.e. con la fuga o con aiuto di altre persone); esperienze pratiche di sicurezza legate al procedimento. Conviene comunque selezionare P1 solo se esiste una reale possibilit di evitare l'incidente o di ridurne in modo significativo gli effetti. Il metodo fornito dalla EN 954-1 mira a guidare nella scelta di una categoria basandosi sul comportamento del sistema in caso si difetto. per importante che sia la concezione del sistema di comando che la selezione della categoria siano basate su una valutazione dei rischi conforme alla EN 1050 e nel quadro di una valutazione globale del rischio della macchina. Riprendiamo la EN 60204-1 a proposito del gi citato punto 9.4 in complemento a quanto sopra. Tale punto esamina le funzioni di comando in caso di guasto; devono essere prese misure per ridurre le probabilit che guasti o disturbi in un equipaggiamento elettrico possano causare pericoli o danni alle macchine o alla produzione. In generale, vengono considerati solo guasti singoli ma, se sono alti i livelli di pericolo, occorre assicurare che questo non porti ad una situazione pericolosa (4). Le misure prescritte potranno essere utilizzate singolarmente o combinate a seconda del livello di rischio. Fra queste troviamo: "dispositivi di protezione sulle macchine (per es. Ripari con interblocco, dispositivi sensibili alla presenza fisica); interblocco di protezione del circuito elettrico; uso di tecniche circuitali e componenti sperimentati (9.4.2.1); azione completa o parziale di ridondanza (9.4.2.2) o diversit (9.4.2.3); prove funzionali (9.4.2.4.)."; oppure, se con l'utilizzo di tecniche circuitali e componenti sperimentali,
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troviamo (ma non sono limitate a queste). "Collegamento di protezione equipotenziale dei circuiti di comando a scopo funzionale (9.4.3.1); un terminale del dispositivo di comando (per es. la bobina di comando) collegato al conduttore equipotenziale e tutte le funzioni di interruzione (per es. i contatti) connesse alla fase non messa a terra dell'alimentazione dei circuiti di comando (9.1.4.); arresto mediante interruzione dell'energia (9.2.2.); interruzione di tutti i conduttori attivi del dispositivo che viene azionato (9.4.3.1); uso di apparecchi di manovra ad operazione di apertura positiva (Norma Europea EN 60947 -5-1); progetto del circuito per ridurre la possibilit di guasti provocanti operazioni indesiderabili." Per ridurre le probabilit che un singolo guasto possa causare una situazione pericolosa utile anche la ridondanza parziale o completa." Pu essere operante in funzionamento normale (on line) o realizzata con circuiti speciali che sostituiscono la funzione di protezione (off line) solo quando la funzione operante insufficiente." Se viene utilizzata la ridondanza fuori linea che non attiva durante il funzionamento normale, occorre far in modo che tali circuiti di comando e controllo siano comunque disponibili in caso di bisogno. L'uso della diversit prevede l'utilizzo di circuiti di comando con differenti principi di funzionamento o tipi differenti di dispositivi. Il punto 9.4.2.3. riporta alcuni esempi: "la combinazione di contatti normalmente aperti e normalmente chiusi dei ripari interbloccati; l'uso di differenti tipi di componenti del circuito di comando; la combinazione di circuiti elettromeccanici ed elettronici nelle configurazioni ridondanti; la combinazione di sistemi elettrici e non elettrici ( per es. Meccanico, idraulico, pneumatico) pu realizzare la funzione ridondante e introdurre la diversit. Le prove funzionali possono essere effettuate automaticamente, mediante sistema di comando, o manualmente, mediante esame a vista o prove all'avvio e a intervalli predeterminati,

o una loro combinazione a seconda dei casi." Le funzioni dell'equipaggiamento elettrico, specie quelle relative alla sicurezza e alla protezione, devono essere provate; l'equipaggiamento elettrico deve inoltre essere fornito di una serie di informazioni che lo riguardano, dal suo uso alla descrizione del sistema circuitale, dalla manutenzione alla frequenza e metodi di prova funzionale , (dettagliatamente riportate al punto 19.2 della norma). La EN 60204-1 raccomanda anche di porre molta attenzione al cablaggio dei circuiti; in particolare un guasto di terra pu provocare un avviamento indesiderato, un movimento pericoloso o peggio impedire l'arresto della macchina. Tutto ci va accuratamente evitato realizzando il collegamento al circuito di protezione in conformit alle prescrizioni relative ai circuiti di protezione equipotenziali (punto 8.2) ed ai requisiti generali dei collegamenti dei circuiti di comando e controllo (punto 9.1.4). Se il circuito alimentato tramite trasformatore non collegato al circuito di protezione necessario un dispositivo che rilevi e segnali il difetto o interrompa l'alimentazione. Se invece fosse alimentato tra fasi oppure tra fasi e neutro ma senza collegamento a terra devono essere previsti degli interuttori onnipolari che interrompano tutti i conduttori utili.

(4) A titolo informativo riportiamo alcuni dei guasti, che potrebbero verificarsi in un circuito, elencati nell'Allegato C1 della EN 954-1:1996 da prendere in conto in fase di analisi: corto - circuiti, interruzioni del circuito, guasti di terra, malfunzionamenti dei componenti, mancata apertura o chiusura di contattori o simili, mancato arresto dei motori, perdita della funzionalit in microprocessori, PLC o altri circuiti elettronici, ecc.

Gestione dellarresto demergenza

4. Casi pratici
Vediamo ora nella pratica qualche esempio di dove e come vengono utilizzati i comandi d'arresto d'emergenza. La UNI EN 692 si occupa delle presse meccaniche e della loro sicurezza, "specifica le misure ed i requisiti tecnici di sicurezza che devono essere adottati da coloro che si occupano della progettazione, costruzione e fornitura delle presse meccaniche destinate alla lavorazione a freddo dei metalli o dei materiali parzialmente metallici, nonch dei dispositivi ausiliari che sono parte integrante della presse." La norma dedica l'articolo 5.4.8 agli organi di comando in genere e agli organi di comando d'arresto d'emergenza in particolare; questi ultimi, una volta azionati devono intervenire conformemente alla Categoria 0 del punto 4.1.5 della EN 418: 1992 ed arrestare qualsiasi movimento pericoloso. Tutti gli operatori, compresi quelli nella parte posteriore della pressa, devono avere almeno un comando d'arresto d'emergenza a diretta portata di mano. Se la pressa pu funzionare anche se le stazioni di comando sono scollegate, su queste ultime non devono essere installati comandi d'arresto d'emergenza. Le stesse precauzioni sono riportate anche dalla EN 693 e dal pr EN 12622 -96 e quindi valide sia per le presse idrauliche che per quelle piegatrici. Infatti, per essere pi precisi, la prima tratta le presse idrauliche per la lavorazione a freddo dei metalli o di materiali parzialmente costituiti da metalli o che sono ugualmente utilizzate per la lavorazione di altri materiali in fogli (cartone, plastica, cuoio ecc.) e di polvere metallica..); la seconda, le presse idrauliche piegatrici previste per la lavorazione a freddo dei metalli o di materiali parzialmente costituiti da metalli freddi o da altri materiali in fogli come cartone e plastica: La norma EN 415-4: 1997 specifica le prescrizioni di sicurezza relative alle macchine d'imballaggio, Pallettizzatori e de-pallettizzatori con impilaggio e de-impilaggio dei pallet stessi, e prevede l'utilizzo di uno o pi dispositivi di comando d'arresto d'emergenza conformi alla EN 418 nel/ i banchi di comando ed in ogni punto d'intervento abituale. Anche nelle Macchine per gomma e materie plastiche e nelle Presse a compressione e per trasferimento che sono l'oggetto di studio della EN 289, previsto l'utilizzo di comandi di arresto d'emergenza, situati in posizioni facilmente accessibili, conformi a quanto recitato dall'Allegato I punto 12.4 della Direttiva Macchine riportato in apertura ed alle indicazioni contenute nel punto 5.6.1 della EN 60204. Si prevedono anche precauzioni per la fuga ed il soccorso di persone intrappolate, tra cui la possibilit di spostare manualmente certi elementi dopo un arresto d'emergenza.

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5. Applicazioni pratiche. I prodotti Schneider 5.1. Arresto d'emergenza in categoria 1 secondo EN 954-1
In questo schema il collegamento dei componenti realizzato secondo le prescrizioni base; l'uso di componenti di provata affidabilit, ad es. i contatti dell'azionatore dell'arresto d'emergenza ad apertura positiva, sufficiente per soddisfare le esigenze fondamentali della categoria 1. Il verificarsi di un guasto (ad es. mancata apertura dei poli di un contattore) pu condurre alla perdita della funzione di sicurezza. L'arresto del motore in categoria 0, cio non controllato secondo le definizioni della EN 60204-1.

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5.2. Arresto d'emergenza controllato in categoria 1 secondo EN 954-1


Analogamente al caso precedente vediamo un circuito in categoria 1, secondo EN 954-1, ma con un variatore di velocit che gestisce l'arresto del motore prima della soppressione della potenza. La temporizzazione deve essere calcolata sulla base del tempo necessario al variatore di velocit per arrestare il motore; essa autonoma dalla logica elettronica, PLC e/o variatore, per garantire comunque un comando d'arresto indipendentemente dal buon funzionamento degli stessi.

Variatore di velocit ATV 16


K1 Contatto temporizzato campo di regolazione da 0,1 a 30 sec.

5.3. Arresto d'emergenza in categoria 2 secondo EN 954-1


Come gi visto la categoria 2 prescrive il controllo della funzione di sicurezza a adeguati intervalli di tempo; in questo schema il test realizzato tramite il PLC. Esso segnaler la rilevazione d'eventuali difetti ma non potr impedire la perdita della funzione di sicurezza.

H2: colonna luminosa XVA H1: elemento sonoro XVA

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5.4. Arresto d'emergenza controllato in categoria 2 secondo EN 954-1


Sempre in categoria 2 vediamo un arresto controllato tramite variatore di velocit, categoria 1 secondo EN 60204-1 ed EN 418, in cui il test dei circuiti affidato al PLC. Un temporizzatore elettromeccanico, con una regolazione compatibile con il tempo impostato nel variatore per arrestare il motore, assicura l'interruzione della potenza indipendentemente dalle logiche elettroniche. Variatore di velocit ATV 16
K1 Contatto temporizzato campo di regolazione da 0,1 a 30 sec.

H2: colonna luminosa XVA H1: elemento sonoro XVA

5.5. Arresto d'emergenza in categoria 3 secondo EN 954-1


Abbiamo visto in precedenza che in categoria 3 le prescrizioni della categoria B e l'uso di principi di sicurezza approvati devono essere applicati ed inoltre le parti del sistema di comando relative alla sicurezza devono essere progettate in modo che un guasto unico, in qualsiasi sua parte, non deve condurre alla perdita della funzione di sicurezza e, se la cosa ragionevolmente fattibile, il suddetto guasto deve essere rilevato. In questo schema i contatti dei pulsanti dell'arresto d'emergenza, e i contattori di comando, sono duplicati per garantire una protezione contro i difetti di modo comune. Non tutti i difetti sono rilevabili ma, se singoli, non pregiudicano la funzione di sicurezza e solo l'accumulo di pi difetti analoghi pu ridurla.

XPS-AL/AX

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5.6. Arresto d'emergenza in categoria 4 secondo EN 954-1


Ricordiamo che nella categoria 4, oltre alle prescrizioni della categoria B e l'uso di principi di sicurezza approvati, le parti del sistema di comando relative alla sicurezza devono essere progettate in modo che un guasto unico, in qualsiasi sua parte, non deve condurre alla perdita della funzione di sicurezza e sar rilevato prima o all'atto della successiva sollecitazione della funzione di sicurezza; se ci non possibile un accumulo di guasti non deve portare alla perdita della funzione di sicurezza. In pratica le norme prescrivono, essendo impossibile impedire il verificarsi di guasti, che essi siano previsti e che le contromisure permettano che la funzione di sicurezza sia, in ogni caso, assicurata. Di conseguenza il sistema deve essere concepito in modo che, si dove possibile, tutti i guasti siano rilevati in tempo per evitare la perdita della funzione di sicurezza. Lo schema stato concepito per rispondere a tutte le suddette prescrizioni. Tramite un modulo di sicurezza, abbiamo previsto la ridondanza e l'autocontrollo di tutte le parti del circuito; nessun guasto esterno od interno potr ridurre o annullare la funzione di sicurezza. Inoltre il modulo di sicurezza illustrato prevede il controllo del tasto di riarmo (S3); in sintesi il reset avviene solo alla

XPS-ASF/AMF

ESC: consenso esterno

S1-S2: arresto demergenza

S3: reset modulo

riapertura del circuito (fronte negativo), proteggendo quindi anche dai rischi derivanti dall'incollaggio del contatto NA del pulsante. Per il buon funzionamento del sistema necessario che i contatti dei contattori (KM1 e KM2) siano collegati ai morsetti Y1 e Y2; solo cos il modulo rileva l'eventuale mancata apertura.

Per garantire che il modulo esegua i controlli indispensabile che i suddetti contattori siano a "contatti guidati", come ad esempio i teleruttori serie LC1D e CA2D della Schneider. In essi l'incollaggio di un contatto NA impedisce la richiusura dei contatti NC, che verr rilevata dal modulo di sicurezza.

5.7. Arresto d'emergenza controllato in categoria 4 secondo EN 954-1


Analogamente ai casi visti in precedenza, un variatore di velocit effettua il rallentamento del motore prima di interrompere totalmente la potenza; in questo caso per la temporizzazione che garantisce la soppressione elettromeccanica gestita tramite un modulo di sicurezza. Il circuito quindi ridondante ed autocontrollato in tutti i suoi elementi (sono stati presi in conto anche i guasti verso terra o massa), ed eventuali difetti dei componenti elettronici non potranno pregiudicare l'esecuzione della funzione di sicurezza.

XPS-AT

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5.8. Componenti per arresto d'emergenza


Per il comando dell'arresto d'emergenza esistono vari componenti; i pi comuni sono i pulsanti (a fungo o a palma) e gli interruttori a cavo. Relativamente ai pulsanti a fungo l'offerta Schneider prevede molti prodotti, in cui il riarmo manuale si pu effettuare tramite rotazione dell'azionatore o tramite chiave di sblocco. Tutti questi prodotti sono realizzati in conformit alle gi viste prescrizioni dell'EN 418. Il bloccaggio dell'operatore simultaneo all'apertura dei contatti, per garantire che all'avvio della procedura d'arresto il prodotto abbia raggiunto sicuramente la posizione prescritta (5).
(5) Per ulteriori dettagli vedere a pag. 3 e seguenti

Interruttori XY2 CE e XY2CH

Pulsantiera per arresto demergenza serie XAL

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Anche gli interruttori per arresto d'emergenza con comando tramite fune della Schneider sono concepiti in ottemperanza alla norma. In particolare a pag.15 abbiamo visto che il prodotto deve intervenire anche in caso di rottura del cavo. Nelle immagini che seguono vediamo che, se l'interruttore installato, come prescritto nelle istruzioni di servizio, con una molla di sicurezza all'altra estremit, l'operatore pu far intervenire il prodotto anche senza sapere dove esso si trovi. In tal modo, infatti, anche una trazione "verso" l'interruttore ne provoca l'intervento. Nel montaggio dell'interruttore bisogna tenere ben conto della posizione in relazione ad eventuali ostacoli che potrebbero impedire la corretta trazione del cavo; nelle istruzioni del prodotto indicata la freccia "f" in funzione dell'interasse di fissaggio. In correlazione a tutto ci va anche valutata la forza di sgancio "F1" che l'operatore dovr esercitare per ottenere l'intervento dell'interruttore.

Intervento a seguito trazione del cavo verso linterruttore

trazione in direzione opposta allinterruttore

Trazione in senso verticale

Intervento per rottura cavo

f = freccia di azionamento

F1 = forza di sgancio

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Le immagini seguenti illustrano come le variazioni di temperatura modificano la lunghezza del cavo e, di conseguenza, influenzano le capacit d'intervento degli interruttori.

CAVO

CAVO

CAVO

L = dilatazione del cavo

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