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2004 Ennio Ecuba MR BONEY di Ennio Ecuba

Domenica 10 dicembre 1815, isola di SantElena, residenza di sir William Balcombe, il cottage Briars: la stanza modesta di Napoleone Bonaparte, ricca di suppellettili e ornamenti imperiali compresa una grande cartina dEuropa, illuminata dalla fioca luce che passa dallunica finestra, attraverso le tende. Al centro sul fondo, una porta chiusa. In un angolo, un letto da campo militare. Tavolini, poltrone e altri mobili sono accantonati ai due lati della scena, come a formare due barricate. NAPOLEONE (F.C.) Austerlitz, 2 dicembre 1805, ore 07.59. Un mare di nebbia avvolge la valle, mentre 150.000 uomini attendono di fronteggiarsi, lun laltro, nella battaglia pi memorabile del secolo... Ore 08.00: un tiepido sole squarcia la fitta coltre di nebbia, rivelando a nudo laltura del Pratzen. Fino a quel momento la nebbia aveva dissimulato ai russi il centro dello schieramento francese pronto allattacco. Allordine dellimperatore, gli impazienti marescialli lanciano i propri uomini nella bolgia. Di fronte hanno i seimila austriaci di Kienmayer, i sopravvissuti di Ulm...

Da una barricata di mobili, esce allo scoperto Napoleone, che balza in alto, fin sulla cima della masserizia, brandendo la sua spada. NAPOLEONE ... nel breve volgere di pochi minuti il terreno si trasforma in un tappeto di uniformi. La battaglia continua per tutto il giorno, mentre il sole si schiera sempre pi alto al centro del cielo... le soleil de Austerlitz! Ma limperatore ha fatto i conti senza loste: non ha calcolato il ritorno di Kutuzov!

BETSY (F.C.)

Dall'altra barricata, fuoriesce Betsy, con indosso gli abiti del padre, feluca compresa, che minaccia Napoleone, puntandogli contro la spada. BETSY Surrender boor! riconoscete? Sono Rendez-vous! Dont you recognize me? il vostro acerrimo nemico, Non mi Kutuzov!

NAPOLEONE BETSY NAPOLEONE

No, no! Non andata cos, Kutuzov non si mai ripreso da quella sconfitta! Io ho vinto in maniera clatant. Rendez-vous, Boney! rendez-vous! Ormai siete in trappola mr.

Arrenditi tu, piccola Balcombe, e smettila di chiamarmi mr. Boney.

Con un affondo, Betsy disarma Napoleone che indietreggia impaurito. BETSY NAPOLEONE Oppl! Con unabile mossa limbattibile Kutuzov avanza mettendo alle strette le ridicule empereur franais. Ehi, ehi, signorina, stai attenta con quella spada,

2004 Ennio Ecuba potresti farmi male sul serio. BETSY NAPOLEONE Vi arrendete? Napolon Bonaparte na jamais capitul a aucun... !

Napoleone indietreggia, intimorito, verso la porta. BETSY E ditemi, messieurs: se non vi siete mai arreso a nessuno, come mai siete qui a farmi compagnia?

Napoleone recupera la sua spocchia e si rivolge a Betsy, che sempre lo punta minacciosa, senza rivolgerle lo sguardo. Limperatore infila la mano DX nel panciotto, come descritto nelliconografia classica. NAPOLEONE (Ride) Quello che voi inglesi apostrofate come il vostro magnanimo souverain, le rgent de Angleterre, mimplor di non ridicolizzarlo agli occhi dei potenti dEuropa. Cos, moffr una vacanza nelloceano Atlantico. Ma che bella petit-conte, monsieur Boney. Arrendetevi!

BETSY

Betsy si avvicina allimperatore affondando un colpo con la spada, sfiorandolo. Napoleone indietreggia fina ad appoggiarsi alla porta, dietro alla quale, sembrano provenire dei rumori; cos, ammiccando alla giovane amica, le fa segno di continuare a minacciarlo, poi, di scatto, apre la porta, facendo cadere faccia in terra Las Cases che origliava. Alle spalle di questo c il figlio. NAPOLEONE BETSY Voil, madame Kutuzova. Ecco a prigioniero: le conte de Las Cases! voi un illustre

In guardia, marrano! Alzatevi e difendetevi.

Las Cases si rialza, aiutato dal figlio. LAS CASES Sono convinto che votre majest solamente una povera vittima come me, che non riesce ad arginare la maleducazione di... questa piccola, pestifera figlia del diavolo, dal nome insulso, ridicolo e plebeo! (Sussurrando serio... a Napoleone) Stavolta si arrabbiato sul

BETSY NAPOLEONE

(Sussurrando a Betsy) Gi! (Alza la voce, rivolto a Las Cases) Messieurs! Chiudete la vostra indegna bocca, apparentemente aristocratica e nobile, e non permettetevi mai pi di insultare la mia graziosa e gradita ospite che allieta i miei tristi giorni su questa piccola isola sperduta. Ma... mon empereur... Io, veramente...

LAS CASES

2004 Ennio Ecuba Avvicinandosi stanza. NAPOLEONE LAS CASES PETIT LAS CASES LAS CASES NAPOLEONE alla finestra, Napoleone apre le tende, rischiarando

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Non voglio sentire altro. Desidero che chiediate scusa a madamoiselle Balcombe. linstant, la seconde! Ma sire... io... Papa! Excuse moi, madamoiselle Balcombe... Trs bien! Cos mi piacete Las Cases (ride). Bene, giustizia fatta per miss Betsee, ora devo renderla a me stesso... (pensando fra s) le petit Las Cases... Mon Dieu! Viens pres de moi, mon petit Las Cases! Au secours, papa!

PETIT LAS CASES NAPOLEONE PETIT LAS CASES

Limperatore si lancia allinseguimento del piccolo Las Cases, il quale si ripara alle spalle del padre. Dopo qualche tentativo andato a vuoto, Napoleone riesce ad afferrare Emmanuel per un lembo del vestito. NAPOLEONE Vedi, mio piccolo amico, madamoiselle Betsee una ragazzina irriverente ma anche, terribilmente carina, non trovi? Desidero che tu la baci, ora! Cosa? Non provate ad avvicinarvi o vi far assaggiare la mia lama. Mon Dieu, che paura... tremo al solo pensiero incrociare la vostra ira, madamoiselle (ride). di

PETIT LAS CASES BETSY NAPOLEONE

Napoleone e il figlio di Las Cases avanzano verso Betsy, disarmandola. NAPOLEONE BETSY PETIT LAS CASES NAPOLEONE BETSY Sei in trappola, ormai. Rendez-vous, Betsee! Never! Non mi arrender mai a voi, Boney, mai! E voi, petit- Las-Ca-ses, statemi lontano, ve lordino! Ma io, veramente... limperatore... Ren-de-vous, Betsee! Mai!

Napoleone blocca Betsy afferrandola per le braccia, mentre lei tenta di divincolarsi, senza riuscirci. BETSY Lasciatemi o lo dir a mio padre e lui al governatore!

2004 Ennio Ecuba NAPOLEONE Parbleu! Che paura (Ride). madamoiselle con un bel bacio. Vieni Emmanuel e

4 calma

Il piccolo Las Cases si avvicina a Betsy, baciandola sulla fronte. NAPOLEONE LAS CASES Avete visto Las Cases? Vostro figlio pare aver domato la puledrina inglese (ride). Ne sono fiero, votre majest, orgoglioso (ride).

Betsy da uno schiaffo al piccolo Las Cases che arrossisce palesemente. Bussano alla porta che si spalanca, aperta da Mustaf. MUSTAF NAPOLEONE Excuse moi, votre majest attesa da sir William Balcombe in villa per giocare a whist. Mio buon fedele Mustaf, avvisa i miei cordiali ospiti che oggi non giocher con loro, ma, mi dedicher, piuttosto, allistruzione francese della loro piccola figlia.

Mustaf esce. BETSY LAS CASES BETSY Io non sono piccola, Boney. Voi lo siete! Madamoiselle! Ritirate allimperatore. Mai! immediatamente loffesa recata

Las Cases si avvicina minaccioso a Betsy. LAS CASES BETSY Chiedete scusa! No!

Betsy spinge violentemente Las Cases, facendolo cadere su Napoleone, il quale, nonostante tenti di restare in piedi non vi riesce, finendo seduto per terra. Dopo aver aiutato limperatore ad alzarsi, Las Cases, indignato per linsulto fatto al suo padrone, va su tutte le furie, vedendo la ragazzina ridere a crepapelle. Si avvicina a lei e, prendendola per le spalle, la spinge violentemente al muro. LAS CASES Ora basta madamoiselle! Chiederete immediatamente scusa allimperatore e a me. (Sussurrando) Se non imparate ad essere umile al cospetto di sua maest, lo dir a vostro padre, il quale non sar certo contento del vostro atteggiamento arrogante e irrispettoso. Vi far rinchiudere e non vedrete mai pi Bonaparte. Piccola dispettosa e monellaccia! (Rivolgendosi a Napoleone, signore, mi ha picchiato! scoppia a piangere) Oh,

BETSY

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Non nulla, ne pleure pas: io lo terr fermo mentre tu lo batterai per punirlo.

Napoleone afferra Las Cases per le braccia, bloccandolo, mentre Betsy gli si avvicina, schiaffeggiandolo ripetutamente. LAS CASES NAPOLEONE Maest, stavo solo difendendovi da questa piccola peste. So difendermi da solo mio buon Las Cases. Piuttosto, credo dobbiate preoccuparvi di imparare a difendere voi stesso... non mi sembra lo facciate molto bene. Comunque, il vostro compito quello di redigere il mio memoriale, non certo di proteggermi. E, ora, andate tutti via. Desidero, trattenermi con madamoiselle, per continuare la sua istruzione, che tanto sta a cuore al mio graditissimo ospite, Sir William.

Escono tutti, salutando limperatore secondo il protocollo. Prima di varcare la soglia, per, Las Cases si avvicina a Betsy, sussurrandole qualcosa. LAS CASES BETSY NAPOLEONE (Sussurrando giuro. Vigliacco! Betsee! Lasciate perdere il povero conte, ne ha gi subite tante oggi (ride). Piuttosto, cosa avevamo in programma da studiare? Geografia, signore. Bene, bene... a Betsy) La pagherete madamoiselle, ve lo

BETSY NAPOLEONE

Napoleone si avvicina alla cartina dEuropa che appesa alla parete; prende una bacchetta e inizia a indicare alcune regioni e citt sulla carta. NAPOLEONE BETSY NAPOLEONE BETSY (Pensieroso) Qual la capitale della Francia? Parigi. La capitale dItalia? Volete tendermi un trabocchetto? A questa domanda potrebbero esserci pi duna risposta: Milano, se vi riferite al Regno dItalia da voi creato; Napoli, se intendete rendere onore alla citt che pi di tutte importante nel bacino del Mediterraneo; oppure Roma, lunica a poter pretendere questo privilegio, negatogli dalla frammentazione politica della penisola. Credo sia questultima che vogliate sentir nominare come capitale. Davvero sorprendente. Roma, la pi grande capitale che il mondo intero abbia mai avuto, i sette colli pi fatali nella storia dellumanit. Roma, la terra natia del pi grande condottiero di tutti i tempi, il generale che conquist lantica Gallia: Giulio Cesare. Molto bene,

NAPOLEONE

2004 Ennio Ecuba Betsee. E dimmi, la capitale della Russia? BETSY NAPOLEONE BETSY NAPOLEONE BETSY Adesso Pietroburgo, ma prima Mosca. Prima di cosa? Prima dellincendio che la distrusse... Qui la brle?

(Facendo finta di non sapere, tergiversa sullargomento) Ho spesso sentito parlare dellincendio di Mosca, signore, sono stata presente a molte discussioni, degli adulti, sul fatto se fossero stati i francesi o i russi gli autori di quella tremenda devastazione... Qui la brle? Non so, signore. (Sorridendo) Oui, oui, vous savez trs bien, cest moi qui la brle. Io credo, signore, che furono i russi a incendiarla per cacciare i francesi. (Ridendo) Molto bene, non posso che preparazione in geografia e storia. lodare la vostra

NAPOLEONE BETSY NAPOLEONE BETSY NAPOLEONE

In questo momento, bussano alla porta ed entra Mustaf. MUSTAF NAPOLEONE MUSTAF NAPOLEONE BETSY Sire... Cosa c? Sire, madamoiselle Balcombe attesa nel salone, venuta a trovarla la sua amica, miss Legg. Bene, credo rimandati... che i nostri studi dovranno essere

Ma, signore, lamica di cui vi parlavo laltro giorno: ha una paura tremenda di voi, letteralmente terrorizzata dallidea di incontrarvi. Davvero? Questo mi fa venire unidea... credo stessa che hai avuto tu in questo momento, vero? Allora, siamo daccordo, la faccio venire qui? (Annuisce a Betsy, poi si rivolge a Mustaf) Fai accomodare Miss Legg, senza dirle che questa la mia stanza. sia la

NAPOLEONE BETSY NAPOLEONE

Mustaf annuisce ed esce per eseguire gli ordini. NAPOLEONE BETSY Ascolta Betsee, io mi nasconder dietro quella poltrona. Ok, Boney!

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Dalla porta della stanza entrano Mustaf e miss Legg. MUSTAF MISS LEGG BETSY MISS LEGG BETSY MISS LEGG BETSY MISS LEGG BETSY MISS LEGG BETSY MISS LEGG BETSY MISS LEGG BETSY MISS LEGG BETSY MISS LEGG BETSY MISS LEGG BETSY Da questa parte, prego. Oh Betsy cara, ho avuto tanta paura nel raggiungerti qui. Perch mai? Quel francese ancora ospite dei tuoi genitori? Be... si, mi sembra di si. C mica pericolo dincontrarlo? Dov ora? Non so dove sia, ma so dove ci troviamo noi, ora. Dove? Nella sua stanza. Di chi? Di lui. Proprio lui? Si, si. Napoleone Bonaparte? Si, si. Lorco? Si, si. Ma non devi preoccuparti, ho sentito la mamma dire che oggi non sarebbe stato in casa. Betsy... Cosa? Credo di non sentirmi tanto bene... Oh, mi dispiace. Vieni, siediti riposati. Cielo, sei sbiancata! su questa poltrona e

Betsy fa accomodare lamica sulla poltrona; Napoleone esce allo scoperto e facendo delle smorfie con i capelli arruffati, emette un grido selvaggio. Miss Legg grida violentemente, fuggendo via dalla stanza, terrorizzata. BETSY (Ridendo) Che ridere Boney, non ho mai riso cos tanto.

Napoleone ripete lurlo. BETSY Non mi avete fatto paura.

2004 Ennio Ecuba NAPOLEONE BETSY Ma lurlo dei cosacchi e solo io so quanto sia pauroso! Siete un mattacchione, ma ora sar meglio rincuorare la povera miss Legg (ride). che vada

Betsy esce di corsa dalla stanza, lasciando Napoleone solo con Mustaf. Limperatore si avvicina alla finestra per ammirare lorizzonte. NAPOLEONE Che bello il cielo, anche se livido come questo che vedo. Straordinario lo spazio aperto, quei gabbiani liberi; ma tuttintorno, quanta tristezza. Questisola deve essere stata scaricata dal ventre del diavolo mentre volava da un mondo allaltro... il pi brutto e lugubre scoglio che si possa immaginare. Una superficie scabrosa e scheggiata che si leva come unenorme escrescenza dalla superficie dellabisso. Forse... avrei fatto meglio a restare in Egitto, ora sarei imperatore dellOriente, sarei amato e venerato come un dio. Per la prima volta nella mia vita ho tanto tempo a disposizione, nessun impero da amministrare, ne alcun esercito da comandare. Non ricordo di aver mai vissuto uninfanzia, subito catapultato, da mio padre, nella vita adulta; a nove anni sono stato mandato via dalla mia amata Corsica per frequentare la scuola militare di Brienne, in Francia, dove, per uno smilzo ragazzo italiano, qualero io allora, che conosceva poco il francese e che non aveva relazioni familiari, ogni giorno era un giorno di lotta per la sopravvivenza.

Napoleone si avvicina alla cartina dEuropa sulla parete. NAPOLEONE E lottando sempre, ogni giorno della mia vita, ho conquistato lEuropa! Oneglia, Lodi, Milano, Genova, Venezia, Alessandria dEgitto, Marengo, Austerlitz... Mosca! La mia gloria ha travalicato ogni confine, relegandomi un posto nella storia dellumanit, per poi condurmi a cosa? A quale vergognoso destino fui riservato? Le angosce che soffro sono quelle della morte. All'ingiustizia, alla violenza, saggiunge ora l'oltraggio, il dolore di martiri prolungati. Se sono tanto nocivo, pericoloso, perch non si sono sbrigati ad uccidermi? Sarebbero bastate poche palle nel capo o nel cuore. Se voi tutti al mio seguito non foste qui con me, non avrei chiesto che la razione del semplice soldato. Come possono i sovrani europei tollerare che si offenda il regio carattere di cui sono rivestito? Non capiscono, forse, che uccidendo me uccidono se stessi con le proprie mani? Entrai da vincitore nelle loro capitali: se nel mio trionfo avessi nutrito eguali sentimenti, che mai sarebbe stato delle loro regali teste? Dei loro troni non ci sarebbe pi traccia, in nessun cantuccio dEuropa. Mi chiamarono il loro fratello, ed era vero, in virt della scelta del popolo, della sanzione della vittoria, del marchio della religione, delle alleanze politiche e della parentela stessa con essi contratta. Credono, dunque, che il pubblico buon senso non si curi di esaminare la loro morale? Non temono le conseguenze di tale esame? I ministri inglesi, violando i diritti dell'ospitalit a cui mi ero con tanta fiducia appellato, sembrano nulla avere omesso per rendere questa violazione pi amara e

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sensibile. Col relegarmi qui, alla fine del mondo, tra le privazioni, gli strapazzi e i bisogni d'ogni specie, essi hanno voluto farmi bere, fino in fondo, l'amaro calice della sventura. Ricco di tanto potere e corone, sono oggi costretto al confino in una piccola casuccia di pochi piedi quadrati, appiccata ad una sterile rupe, senza cortine e senza imposte. Qui devo dormire, vestirmi, mangiare, lavorare, soggiornare. Devo uscire se i servi debbono spazzare la stanza! Il cibo consiste in poche, scarse e pessime vivande, consegnatemi in quella stessa guisa in uso nelle carceri; il pane ed il vino non sono di quella qualit cui abituato da anni il mio palato, l'acqua, il caff, il butirro, l'olio e le altre materie pi indispensabili sono rare ed appena sopportabili. Un bagno, tanto necessario per la mia salute, vanamente posso desiderarlo. Mi hanno consegnato alloblio della noia. (Visibilmente stanco e demoralizzato) Mustaf, mio fedele amico, non voglio morire su questisola, non voglio abituarmi alla noiosissima vita del gentiluomo di campagna. (Urlando) Io... io, protesto solennemente! Protesto contro la violenza che mi vien fatta, contro la violazione dei miei sacri diritti... io non sono un prigioniero (piange)! MUSTAF NAPOLEONE Mon empereur! Lunica cosa per cui valga la pena di accettare questingiustizia la piccola Betsee. lei la mia pi grande motivazione a dare un seguito a questa vita ormai insulsa; questa inglesina, sprezzante delletichetta che si converrebbe ad un reale, sta regalandomi la gioia dellinfanzia che non ho mai vissuto. Il suo spirito battagliero mi delizia, madamoiselle Betsee mi ha reso felice, per la prima volta nella mia vita!

In questo momento, entra Betsy, che ha ascoltato tutto da dietro la porta, e corre ad abbracciare Napoleone. BETSY NAPOLEONE BETSY Oh, Boney! Betsee! Vi voglio tanto bene, siete la persona pi speciale che abbia mai conosciuto ed io... voglio vivere per sempre con voi. Vi chiedo scusa per tutte le offese che vi ho recato, imperatore. Cosa odono le mie orecchie? Ma... cosa ho detto di male? Mi hai chiamato Imperatore. Non farlo mai pi! Vi ricordo che non prendo ordini da nessuno. Tranne che dallimperatore. Oh, insomma Boney, decidetevi una buona volta: siete o non siete limperatore (ride)? Certo che lo sono, ma non per voi.

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Napoleone scatta per rincorrere Betsy che gli fugge, girando per tutta la stanza, sotto lo sguardo compiaciuto dellimmobile Mustaf. NAPOLEONE BETSY Ti prender piccola peste. (Ridendo) Imperatore, imperatore...

Dopo qualche giro, Napoleone riesce a bloccare Betsy, cingendole le braccia alla vita. NAPOLEONE BETSY NAPOLEONE Smettila, ragazzina. Lasciatemi! Dovresti imparare a gestire la tua irruenza. Non sempre positiva, a volte pu essere letale; ho perso un impero e sono costretto su questisola per il resto dei miei giorni, a causa della mia irruenza. Boney... Betsee... Siete triste. No, non lo sono. Non dite bugie, Boney. I vostri occhi non mentono. Cambiamo argomento... Perch non riconoscerlo? comprensibile che siate triste, non facile per un uomo che stato il padrone del mondo accontentarsi di una stanzetta. Non vero. Non sono triste in questa stanzetta, ma felice. Governare il mondo non sempre da felicit, anzi, mai. La felicit unaltra cosa, qualcosa che non si acquista con una vittoria, no! Per anni sono stato il padrone assoluto, incontrastato e temuto, ma sono stato sempre circondato di persone che adoravano i miei titoli, non me. Tutti volevano ricavare qualcosa da me: un posto di lavoro, un titolo, unonorificenza, una notte damore, un regno. Avete nostalgia? Vorrei poter passeggiare sotto il sole cocente di Ajaccio, invece, devo accontentarmi di questo claustrofobico grigiore... (accarezza Betsy) meno male che c sempre un sole splendente e irriverente ad allietare questo povero vecchio imperatore detronizzato. Voglio farvi vedere una cosa che ho nella mia stanza. A patto che non si tratti di uno dei tuoi soliti scherzi. No, no, una cosa molto importante. Venite.

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NAPOLEONE

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Napoleone e Betsy escono dalla stanza e Mustaf, rimasto solo, ne approfitta per mettere in ordine la mobilia. Dopo un po, fanno il loro ingresso Las Cases ed il figlio, carichi di libri, scartoffie, penne e inchiostro. LAS CASES MUSTAF LAS CASES Poggia qui e organizziamo il prendere le pagine su Marengo. lavoro per oggi. Devi

Signor conte, sua maest uscito e non lasciato detto quando torner. Buon Dio, Mustaf! Dove potr mai essere andato il nostro imperatore? Non pu certo allontanarsi troppo da questa stanza... probabilmente, sar in giro a bighellonare con la sua insolente amichetta. Signor conte, sapete benissimo che senza convocazione non potete mostrarvi al suo cospetto, figurarsi la sua ira se vi trova qui senza permesso. Mio buon Mustaf, io sono lo storico di sua maest limperatore dei francesi, Napoleon Bonaparte. Tra gli ufficiali che lo hanno seguito in questo lugubre esilio, sono lunico a risiedere qui, ai Briars, e non certamente un caso questo, non credete? Non metto in dubbio quanto dite, ma... Mustaf, ho ricevuto, dallimperatore in persona, il compito di redigere il suo memoriale e poi, sono un adulto, non credete che sappia cavarmela bene anche da solo? Sicuramente conte. non ha bisogno dei miei consigli, signor

MUSTAF

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MUSTAF LAS CASES

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Noto con piacere che siete un giovane intelligente.

Non visto, fa il suo ingresso Napoleone, alle spalle di Las Cases. Tra le mani ha un vestito femminile, che ripone subito, nascondendolo sotto un mobile. NAPOLEONE LAS CASES NAPOLEONE LAS CASES NAPOLEONE Voi invece no, Las Cases. Maest! Las Cases, ultimamente siete diventato noioso. Ripetete sempre le stesse cose... Sire... Silenzio! Il solo fatto che risiediate ai Briars non giustifica il fatto che trattiate gli altri superiormente, come se steste su un piedistallo elevato che, in tutta onest, non vi conf. Dunque, conte, vi prego, prima che la mia pazienza abbia a terminare, auspico chiediate scusa a Mustaf.

2004 Ennio Ecuba LAS CASES NAPOLEONE Ma sire... un musulmano!

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Siete padrone di lasciare lisola col primo battello utile e favorire la gloria di qualcun altro che prender il vostro posto nel redigere le memorie dellimperatore. Sire, voi sapete quanto vi adori e la mia fedelt pari a quella che vi ... Non andate oltre Las Cases, vi prego, prima che la mia ira scoppi senza contenimenti, per tanto, vi chiedo unultima volta: chiedete scusa a Mustaf senza replicare o lasciate immediatamente questa residenza per raggiungere la nostra amata nazione... (Rivolto a Mustaf) Vi chiedo... scusa... Umilmente! Come? Cittadino Mustaf, vi chiedo scusa umilmente. Cittadino Mustaf, vi chiedo scusa... umilmente. Bene, siete stato ragionevole. Mustaf, lasciaci soli, desidero dettare al nostro comune amico qualche altra riga della mia vita.

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Mustaf esce. LAS CASES Maest, chiedo umilmente scusa per il mio ingiustificato comportamento, non so come sia potuto accadere, forse questo dannato esilio a confondere le mie gesta. Mio caro Las Cases, voglio ricordarvi che allesilio costretto limperatore dei francesi, non il suo seguito che, pu, in qualunque momento decidere di sospendere il proprio isolamento. Se voi siete qui solo per soddisfare la vostra bramosia di notoriet e ricchezza; se voi siete qui perch avete fiutato laffare di poter scrivere e rivendere le memorie delluomo che per quindici anni ha tenuto in scacco i reali dEuropa... Io vi amo, maest, amo gli ideali contraddistinto la vostra illustre esistenza. che hanno

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(Ridendo) Siete anche un comico oltre che scrittore. Non fatemi ridere, nessuno dei nobili uomini al mio seguito mi ama... o meglio, ognuno di voi ama la gloria che pu rubare standomi affianco; ora, per, non restano che le briciole, briciole sostanziose che bastano a garantire limmortalit dopo la morte e la ricchezza in vita. Maest, da quando siamo ospiti ai Briars stento riconoscervi. Siete sempre giulivo, ironico, solare! forse un sacrilegio esserlo? No, no, non fraintendetemi, maest. Non volevo dire che vi preferisco grigio in volto, ma... a

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Ma...? ... pare quasi che la vostra invincibile tempra sia del tutto scomparsa per far posto alle voglie di un fanciullo. Ebbene? Cosa ho da fare su questisola? Incontrare ministri, forse? Ascoltare ambasciatori? Riunirmi con i miei marescialli? Non lo avete ancora capito Las Cases? Sono solo lombra delluomo che fui, appena tre mesi fa. Che male c a divertirsi innocentemente con una bambina che ama deliziarmi della sua ingenuit? Forse ho troppo abusato della vostra pazienza, Las Cases? Non sopportate gli scherzi che amo combinarvi con la piccola Betsee? No, no, no! E allora? Perch non lasciate che mi diverta vivendo la fanciullezza che non ho mai potuto assaporare? Perch non vi limitate a compiere ci che dovete, senza preoccuparvi di ci che desidera il vostro imperatore. So badare bene a me stesso, daltronde sono o non sono stato il padrone dellEuropa intera? E non mi sembra che allora si amasse, tra voi nobili consiglieri, contestare le scelte di Bonaparte, buone o cattive che fossero. Meglio se riprendiamo a scrivere della mia vita, senza prenderci in giro, Las Cases. Siete qui per raccogliere le mie memorie, fatelo. Obbedisco! Dove eravamo rimasti con il racconto? Si doveva parlare di Marengo, maest. Ah si, Marengo. Prima per meglio ricordare la situazione in Francia, sin dagli avvenimenti del 18 brumaio: il 23 agosto del 1798 ritornavo in Francia dallEgitto, sulla costa della Provenza, trovando una nazione gravata da mille problemi... a parte i politici, gran parte dellopinione pubblica mi accolse come si conviene ad un salvatore. Giunto a Parigi, mesi dopo, in pieno 1799, fui consigliato da mio fratello Giuseppe, il quale mi propose, al fine di vincere ogni residua opposizione, di pormi a capo dello stato. A tal proposito, si adoper affinch incontrassi Emmanuel-Joseph Sieys, ex abate, ex conte, rivoluzionario storico, uno di quelli che vot la morte di re Luigi, allora membro del Direttorio e che in quei giorni vide metter da parte una sua proposta di costituzione. Sieys era un repubblicano senza compromessi, pensava che solo il rafforzamento del traballante esecutivo potesse salvare quel suo ideale. Unico rimedio, tra laltro gi sperimentato, il caro vecchio colpo di stato, appoggiato dalle forze armate e dalla piazza. Io ero la persona giusta! La mattina del 18 brumaio... Il 10 novembre 1799, giusto? Giusto. Dopo lavvento della rivoluzione i mesi del calendario cambiarono nomi e periodi temporali, si chiamavano termidoro, fruttidoro, ecc.; brumaio era quel periodo di nebbie che va da ottobre a novembre... dunque,

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la mattina del 18 brumaio, come concordato la notte prima con Sieys, mi recai a Saint-Cloud, nei sobborghi di Parigi, doverano radunati i parlamentari, circa un migliaio di persone, che dovevano discutere di un complotto anarchico su cui si vociferava in quei turbolenti giorni. Mio fratello Luciano presiedeva lassemblea di una delle camere, il consiglio dei cinquecento. Era teso. Quando entrai nella sala, fui preso di mira da quella massa di mantelli scarlatti che chiedevano, incessanti, informazioni precise in merito al complotto... io, in verit, fui titubante, balbettai e in preda alla confusione, abbandonai laula, per rientrarvi poi, immediatamente, scortato da quattro giganti dei granatieri. I cinquecento mi accolsero violentemente, dandomi del dittatore, del tiranno, del fuorilegge, linsulto con il quale cadde ghigliottinato Robespierre! Quei maledetti si accalcarono attorno a me, volarono spintoni, pugni, schiaffi. Luciano tent di calmare gli animi dei miei probabili giustizieri e, a bassa voce, chiese lintervento dellesercito. LAS CASES NAPOLEONE Cosa successe? Riuscii a raggiungere le mie truppe, stipate fuori del palazzo ed a salire in groppa al mio destriero, erano circa le cinque della sera. Luciano mi raggiunse e, spogliato della cappa rossa di presidente, parl ai soldati, affermando che io, il loro generale, avevo rischiato la morte per opera di unassemblea di irresponsabili. Al rullo dei tamburi, i miei militari, tra cui Murat, entrarono nel palazzo, disperdendo quei cinquecento vili... il vecchio governo era stato rovesciato, era lalba di una nuova era, lera napoleonica. A questo punto, maest, vi fu assegnata la carica di primo console della repubblica. Si, per dieci anni sarei stato il primo console della repubblica francese. Era nato il Napoleone politico. Il politico si affianc al militare. Il potere divenne centrale, nominati dal governo... prefetti e sindaci erano

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La Francia rischiava di diventare una vittima dellanarchia, gli ideali della rivoluzione stavano per soccombere e il ritorno dei Borbone vicino... sacrificai la mia vita per lo stato. Nel frattempo lEuropa dei vecchi regimi monarchici si coalizz per la seconda volto contro luomo del popolo. I tempi stringevano, non potevo attendere ancora, la pace, purtroppo, era lontana dal divenire una realt, la guerra incombeva. In men che non si dica, organizzai una nuova invasione del territorio italico, preparando la seconda campagna dItalia. Travalicai le Alpi. Emule di Annibile, con poche decine di migliaia di uomini mal equipaggiati, superai il Gran San Bernardo nel gelo, evitando i cannoni

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di un forte apparentemente inaggirabile, il castello di Bard del re di Sardegna. Evitammo di soccorrere Genova che infatti capitol, ma ai primi di giugno giungemmo in Lombardia. LAS CASES NAPOLEONE Marengo, la vittoria impossibile! 14 giugno 1800. gli austriaci erano schierati tra Alessandria e il fiume Bormida, noi sulla strada Alessandria-Marengo-Tortona. Erano circa le 09.00 del mattino quando iniziarono gli scontri che ci videro retrocedere fino a Marengo. La destra del nostro schieramento fu tagliata fuori dagli austriaci di Melas che conquistarono Castelceriolo. Richiamai Desaix che si trovava nella zona di Rivalta. Intanto Melas sera preoccupato di avvertire Vienna della vittoria... Presuntuoso dun austriaco. Desaix ritorn in tempo per dare man forte alla mia guardia consolare che evit, coraggiosamente, di far cadere il fronte, investendo gli austriaci con artiglieria e cavalleria, rovesciando le sorti dello scontro. La vittoria fu nostra, francese. Desaix per mor in battaglia. Un eroe nazionale, modello per tutti i francesi. Una vittoria decisiva. La pi straordinaria della mia carriera militare.

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L'imperatore si avvicina ad un tavolino, su cui una tabacchiera con varie medaglie antiche, circondate da leggende greche. La prende e comincia a scrutarla con attenzione, poi, la porge a Las Cases. NAPOLEONE LAS CASES NAPOLEONE Traducetemi queste iscrizioni in greco Las Cases, curioso di conoscere i nomi dei personaggi ritratti. sono

Devo confessarvi, votre majest, questimpresa supera le mie forze e le mie conoscenze. Non siete, dunque, pi dotto di me?

Il piccolo Las Cases, tremando, soffre di tradurre e legge. PETIT LAS CASES NAPOLEONE PETIT LAS CASES Sire, forse posso provare io a tradurre le iscrizioni... Certamente, tieni. (Dopo aver attentamente letto le iscrizioni) Mitridate, Demetrio, Poliorcete, sono i personaggi ritratti su questa tabacchiera... (Compiaciuto) Ecco! vostro figlio giunge fino a tal segno! Ci ben consolante; deve aver avuto ottimi maestri, se la sua preparazione di tale entit. Oh, mio buon Las Cases, quale giovent mai questa che io lascio! Essa

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nondimeno opera mia e vendicher abbastanza gli oltraggi ch'io soffro, con le chiare ed illustri opere che produrr: il dispetto o la malafede dei declamatori cadr innanzi all'irrefrenabile argomento dei suoi risultati. Se avessi pensato solo a me ed al mio potere, come in tutta Europa si va sussurrando e tutti i d ripetendo, s'io avessi veramente avuto come scopo un tutt'altro regno che quello della ragione, se avessi organizzato di soffocare i lumi sotto lo staio, questa giovent, erede della nostra epopea, non ardirebbe a tanta cultura. Ben lungi da tali funesti propositi, io, mi mostravo costantemente intento a promuoverli. Eppure, non riuscii a fare per questi giovani tutto ci ch'era mio proposito e mia intenzione. L'universit, regolata secondo il disegno ch'io ne avevo concepito, sarebbe stata un capolavoro di morali combinazioni, una meraviglia nelle sue conseguenze nazionali. Un uomo perverso, un uomo, quanto al cuore, miserabilissimo, pose in lacrimevole soqquadro i miei piani e, con premeditato progetto e calcolo di fredda nequizia, os vantarsene presso i nuovi arrivati... LAS CASES Noi, il popolo, la Francia tutta, lEuropa, il mondo sa dei vostri meriti, maest. La storia non vi dimenticher... E a che servir? Ormai sono qui, bloccato, ad attendere, agognare, la mia fine.

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Napoleone tradisce qualche lacrima e tenta di nasconderla ai due Las Cases. NAPOLEONE Sono un po stanco, sento il bisogno di fare quattro passi allaperto. Continueremo domani.

Napoleone esce. I due Las Cases stanno raccogliendo il loro materiale, quando, nella stanza, entra Albine, credendo di trovarvi Napoleone. LAS CASES ALBINE LAS CASES ALBINE LAS CASES ALBINE (Al figlio) Presto, raccogli tutto e andiamo a trascrivere in bella copia gli appunti di stasera. Bonaparte? Madame. Bonjour conte, dov Bonaparte? Cosa desiderate dallimperatore? (Fingendosi meravigliata) Oh! Sono piacevolmente sorpresa dallapprendere che siete diventato il capo valletto di Bonaparte, Las Cases... o forse siete stato promosso segretario (ride)? Non mi fa ridere la vostra ironia. Non faccio lattrice comica. Non volevo farvi ridere, Las Cases, dicevo sul serio (ride). Credete forse di meritare il riscaldate le lenzuola regali? rispetto solo perch

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No, certamente. Ma, almeno, dallimperatore non ricevo rimproveri, come, invece, ultimamente, solito fare con voi. Illusa! Credete forse che egli vami? Cosa c, conte? Non avete pi argomenti? Passate alle offese? Dunque, villudete che vami (ride). Certo, deve essere difficile competizione duna donna. E per voi duna bambina (ride). Pensate forse che sia gelosa di quella piccola smorfiosa? Noto con piacere che su questargomento andiamo daccordo, madame (ride). Quellinglesina sta rubandomi tempo prezioso... Che forse fareste beneficiario (ride). meglio a dedicare al legittimo per voi abituarvi alla

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Non siete spiritoso Las Cases. Se vascoltasse mio marito ve la farebbe pagare. Evidentemente ha ben altro a cui pensare che allonore della propria affascinante consorte. (Rivolto al figlio) Vai Emmanuel, comincia ad andare.

Il piccolo Las Cases esce. LAS CASES ALBINE Madame, tutta lisola, si pu dire, a conoscenza della vostra relazione con limperatore. Non voglio negare, ma neanche confermare ci che accusate. Daltronde, non vedo che interesse possa avere negli abitanti di questa piccola isola una storia come questa. Se mio marito desidera sacrificarsi per amor di patria, saranno pur affari suoi, non credete, Las Cases? Tramate qualcosa? (Scoppia a ridere) ma cosa dite mai? Cosa tramare stando nel bel mezzo delloceano? potrei mai

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Non so fin dove la mente di una donna possa inoltrarsi, ma, avrei molto piacere nello scoprire che il vostro piano servisse ad allontanare la figlia di Balcombe dal nostro imperatore. Ormai, quasi inutile parlargli, non ha orecchi che per linglese. Avete timore di una bambina? inutile ironizzare. Anche voi dovreste temerla, troppi giorni ormai Bonaparte non vi convoca pi. stato malato. da

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Damore. Malato damore. Una malattia che non ha lasciato scampo per voi, ma ha graziato me, che, certo, non ambisco alle sue regali membra (ride). Finitela, Las Cases. Non vi permetto dandare oltre. Madame de Montholon, sapete benissimo desser solo un piacevole strumento nelle mani di vostro marito CharlesTristan, un anonimo conte della vecchia aristocrazia francese, di cui poco si sa e che, pare, dando credito alle voci, sia venuto qui sullisola, per conto dei Borbone, ai quali, pare, esser molto vicino... Non posso tollerare oltre la vostra insolenza. Siete fortunato ad essere un abile scrivano, poich di mestieranti del vostro genere non ce n nei paraggi, altrimenti, Las Cases, state pur certo, avrei adoperato i miei lussuriosi argomenti per farvi allontanare. Ricordate: se mio marito potr trarre vantaggio dalle mie divagazioni imperiali, ben venga; daltronde, noi siamo sposati davanti agli occhi di Dio e a lui dovremo render conto un domani. Bonaparte ha i giorni contati, ma potr tornarci utile ancorch sar morto... Io, io, non tollero quello che dite madame! Offendere sua maest... Suvvia, Las Cases, non siete voi qui per arricchirvi delle sue sfortune? Chi tra noi, esiliati volontari, qui per sincerit? Diciamo pure che Bonaparte la nostra preda, una preda che non ha via di scampo che la morte. E non abbiamo molto tempo prima che ci accada, il suo stato fisico non dei migliori e il clima di questi luoghi non potr che favorire i nostri propositi. Sono indignato. Non vi permetto calunniarmi in tal guisa. Sono qui per servire limperatore, non certo per arricchirmi.

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A questo punto Albine, con uno scatto felino, strappa i manoscritti dalle mani del conte. ALBINE LAS CASES ALBINE LAS CASES ALBINE LAS CASES ALBINE Allora questi manoscritti non dovrebbero preoccuparvi. Cosa volete fare? Strapparli. Pazza! Siete pazza. Ridatemeli, immediatamente. Ma come? Non limperatore? siete qui esclusivamente per servire

Appunto! stato lui a commissionarmi di scrivere le sue memorie. Ridatemi quei fogli! Bene, non credo che se navr a male se, casualmente, queste pagine andranno distrutte. Di tempo ce n, potr tranquillamente ridettarvele (ride). e se anche non riuscisse, cosa ve nimporta? Quando sar nei pascoli

2004 Ennio Ecuba celesti non potr certo condannarvi (ride). Las Cases, allunga manoscritti. ALBINE le mani, riuscendo a rientrare in possesso

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Prendeteveli pure, Las Cases. Prendetevi il vostro tesoro, sicuramente pi ricco di quello che posso ricavare io con landare nel letto di Bonaparte (ride).

Las Cases, nauseato, esce dalla stanza, lasciando la sola Albine. Poco dopo, entra Napoleone. ALBINE NAPOLEONE ALBINE Bonaparte. Albine! (Abbracciando teneramente Napoleone) Il mio dolce, tenero imperatore. Avete bisogno di riposo, caro, magari tra le braccia amorevoli di una donna. Mia cara, voi mi confondete, come al solito. Avessi potuto conoscervi prima, quando ancora la mia aquila era alta nel cielo della Francia, avrei fatto di voi una regina. Quando eravate esistenza. re non immaginavate neppure della mia

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Ma oggi allietate i miei tristi giorni. Siete meritevole di un elogio particolare per i vostri preziosi servigi. Adesso siete Napoleone. voi a confondermi: mi fate arrossire,

In questo momento limmortale non pi tale, limperatore vive adesso il suo triste ma obbligato declino e voi, Albine, siete pi forte, importante, di chi vi di fronte. Non vero. Se non foste importante, non sarei qui. Non dimenticate che quando fra qualche mese sar morto, voi tornerete ad essere una donna libera e per questo, molto pi potente dellombra delluomo che adesso vi sta sommessamente parlando, magari, annoiandovi. Se ascoltarvi significa annoiarsi, vorrei annoiarmi per tutta la mia vita, piuttosto che fingere attenzione verso un marito che mi lascia cadere tra le vostre braccia senza curarsene minimamente, pensando solo che, cos, il suo prestigio possa accrescere. La vostra lingua ferisce mortalmente, molto pi pericolosamente dei micidiali colpi inferti da un temibile cosacco. Siete ingiusta nei confronti di vostro marito, la cui colpa solo quella di credere ciecamente nei valori del sacrificio di stato. (Ridendo) Quale stato?

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2004 Ennio Ecuba NAPOLEONE ALBINE NAPOLEONE ALBINE NAPOLEONE ALBINE NAPOLEONE ALBINE NAPOLEONE ALBINE NAPOLEONE ALBINE NAPOLEONE ALBINE (Visibilmente uomo. contrariato) Sapete bene come ferire

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Mio signore, non dimenticate di essere di fronte ad una donna. Voi siete innamorata. Vedo che anche voi sapete ferire. Ho una certa dimestichezza per questo genere di cose. In verit non so dirvi se vamo, ma forte lattrazione che provo nello starvi vicino. Questo un sentimento che in molti hanno provano ancora, donne, uomini e bambini... provato e

Di cui, questi ultimi, vi piace occuparvi e invaghirvi, ultimamente. Cosa volete dire? Niente, mio signore, niente. Se alludete alla piccola Betsee, vi state sbagliando. Pare che in Europa gi si vociferi del vostro corteggiare la graziosa Balcombe. Menzogne, ingiurie, volgarit! Potete smentire le malelingue europee, lontane da questinferno, ma non certo chi vi sta accanto e vive con voi il vostro dolore. Betsee la pi fidata ed onesta amica che abbia mai avuto! La sua compagnia lenisce il mio dolore, le mie frustrazioni di vecchio fallito. Allieta il vostro cuore... Che male c in questo? Assolutamente nulla, anche io, spero, dolori allietando il vostro... letto. lenisco i vostri

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Vi prego, madame, non mettetevi in competizione con una bambina. Siete una donna. Non tanto, in fondo, se non reggo il confronto con una, come dite, innocua bambina. Lamore di Betsee diverso, lei non adora limperatore e le sue glorie, lei ama il compagno di giochi. Non ha interesse alcuno per Bonaparte, a lei sta a cuore lo spensierato Napoleone che niente ha da fare se non organizzare scherzi alle spese del povero conte di Las Cases. Quando sono con lei mi sembra di sognare, uno stato incosciente dellanimo che non ho mai avuto la gioia di vivere, se non qui. Durante tutta la mia vita ho recitato e ancora adesso lo faccio. Guardatemi, sono ancora vestito da imperatore, quel fantoccio di nome Bonaparte. Vivo

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ancora lillusione del potere, ma sono un prigioniero... ma non degli inglesi, come tutto il mondo crede, no! Sono prigioniero della storia, soffro molto pi a fingere dessere Bonaparte che costretto in questa stanza a non far altro che giocare con la piccola Betsee. Questisola, questa stanza, sono misere vero, ma essa ha il potere di colorare il grigiore della mia vita attuale, ha il potere di dilatare le pareti di queste anguste mura, colorandole di mille colori; di fronte a lei mi sento nudo dei miei titoli, mi riscopro giovanetto, ingenuo e sincero. ALBINE Lamate, chiaro, ma, state attento Bonaparte. Quella bambina potr privarvi della vostra regalit. Non concedetevi troppo facilmente ad uninglese... non siete pi un bambino! (Arrabbiandosi) Perch no? Perch non lo posso essere? Perch devo vietare a me stesso anche quel poco di sincerit che ancora posso concedermi prima che lasci questinfausto mondo? Perch? Perch? Perch? Il vostro imperatore qui, pronto a servirvi, quotidianamente, la propria recita regale, cosa volete di pi? Non riuscite a leggere tra le righe di questo curioso destino? Gli inglesi mhan tolto la vita, ma una loro figlia, me la sta riconsegnando, giorno dopo giorno. La sua bellezza attratto. pura e vi ha stregato: ne siete

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Voi siete perdutamente attraente. Bugiardo! Vedete? Se fossi realmente potente come ero solo tre mesi fa, non avreste mai avuto lardire di rivolgervi a me in questo modo. Ne siete proprio sicuro? Cosa volete insinuare? Non vero, forse, che la vostra prima e bellissima moglie, limperatrice Giuseppina, amava rivolgersi a voi in maniera anche pi brusca? Non vero che sapeva tenervi sotto la sua egidia come nessun altro nemico vostro? Pensate forse di essere allaltezza di Giuseppina? Voi lo dite e, in ogni caso, non sottovalutate le armi di una donna. Non lho mai fatto ed anche grazie a questa mia accortezza verso il gentil sesso che sono divenuto ci sono stato. Voi mi turbate, Napoleone, tremendamente. Io non vi amo, Albine. Non chiedo il vostro amore, so benissimo di non poter ambire a tanto. Cosa volete da me?

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Poter custodire lessenza del vostro ardimentoso animo. Non capisco. Non fate finta di non capire. Cosa potrebbe volere da voi una donna se non leredit di un figlio da accudire come un prezioso gioiello da sventolare come riscatto per lingiustizia che vi stanno perpetrando. (Arrabbiandosi vistosamente) Ho gi un erede, il re di Roma che un giorno dovr vendicarmi! La vostra insensibile consorte vostro figlio vi vendichi, limperatore dAustria. Tacete! Vostra moglie non si cura affatto di voi, queste sono le voci che giungono dal continente. Tacete! Un figlio portato nel mio grembo, invece, vi garantirebbe una sicura vendetta. Se volessi usare queste infide armi, non avrei bisogno di regalarvi un figlio, Albine. Ne ho gi un altro, non riconosciuto. Appunto! Non riconosciuto. Il figlio che avreste con me dovreste immediatamente riconoscerlo, sin qui, da SantElena. Sarebbe il vendicatore concepito con laiuto stesso dei vostri nemici. Non dite sciocchezze. Il mio destino essere differente, non sar un migliorarlo. Se ancora i francesi mi ritrovarmi sulla strada per Parigi, questo possa mai accadere. La storia sempre nel volgere di pochi mesi. segnato e se dovr ulteriore figlio a amano, presto potrei anche se dubito che ama ripetersi ma non non permetter mai che uccidendo il nonno,

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Non vogliatemi male per questi miei discorsi. Non preoccupatevi, non nutro rancori verso di voi, desidero ancora avvalermi della vostra seducente presenza. Amatemi, ora! Andate solo. via. Lasciatemi, vi prego. Ho bisogno di stare

Albine sta uscendo e incrocia Betsy che entra di corsa, con in mano una scatola. BETSY NAPOLEONE Boney! Betsee! Vieni, mi sei mancata.

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Albine si volta verso Napoleone e con un esplicito sguardo soddisfatto va via. BETSY NAPOLEONE BETSY inutile cercare siete un ladro. Betsee, cosa dici? Non fate il finto tonto. So benissimo che quando siete venuto in camera mia mi avete trafugato il vestito che dovr indossare al ballo di domenica prossima. Ti stai sbagliando, Bugiardo. Oggi non mi crede nessuno. Dove lo avete messo? Cosa? Tirate fuori il mio vestito. Non ne so nulla. Finitela Boney, altrimenti comincio a piangere (finge di piangere lanciando urla strazianti e insopportabili). No, no, per carit! Finiscila. Va bene, hai vinto tu, eccoti il vestito. non so di che parli. di prendermi con le paroline dolci,

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Napoleone prende il vestito, porgendolo alla ragazza. BETSY NAPOLEONE BETSY NAPOLEONE BETSY NAPOLEONE BETSY NAPOLEONE BETSY NAPOLEONE BETSY Lo sapevo che lavevate voi. Timmaginavo pi tenace e non debole come una femminuccia. Non sono una femminuccia. E invece si, femminuccia... sei una femminuccia. Femminuccia,

Non sono una femminuccia, semmai una femmina! Oh, oh! (Facendo femmina! smorfie con la lingua a Napoleone) Sono una

Va bene, vieni qui, femmina. Non so, vedremo. Vieni! E va bene, avete vinto voi, maleducato dun maschio!

Betsy si avvicina sinuosamente a Napoleone, sorridente.

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Baciami! Siete pazzo? Non hai forse detto dessere una femmina? A me piacciono le femmine. Ma sono piccola per voi. E chi lo dice? ... mia madre... Baciami! No! Baciami! Non posso! Perch? Perch non sono una femmina, ecco. (Ridendo) Sei un maschiaccio! Boney... Si? Volevo mostrarvi qualcosa che vi riguarda. Cosa? Questo.

Betsy apre la scatola che ha in mano, tirandone fuori un curioso giocattolo, in cui un Napoleone in caricatura si arrampica su una scala a pioli, la cui base poggiata su un globo raffigurante la terra. Quando il bambolotto casca a testa in gi, ruzzola a capofitto e dopo una pericolosa discesa, plana su SantElena. Alla visione dellingegnosa caricatura, Napoleone appare visibilmente turbato, anche se non riesce a prendersela con la sua piccola amica. In quel momento, entra, annunciato da Mustaf, William Balcombe. MUSTAF NAPOLEONE WILLIAM Sire, sir William Balcombe desidera parlare con voi. Amico mio, a che devo lonore della vostra presenza? Mentre avanzavo verso la vostra stanza, non ho potuto fare a meno di ascoltare la mia figliola prendersi gioco di voi. La sua insolenza una pena per me. Non preoccupatevi, sir William, non nulla. Mi dispiace contraddirvi, maest, ma Elizabeth necessita di una severa punizione. Non credo che potr partecipare al ballo di domenica prossima, per allora star ancora

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scontando la consegna in casa, senza poter ne uscire, ne vedere nessuno. Quando avr avuto il vostro congedo, da stasera stessa dormir in cantina; per dieci giorni potr ritenersi agli arresti. Betsy scoppia in un pianto violento. NAPOLEONE vostra figlia e nessuno meglio di voi pu sapere qual la giusta punizione per ci che voi ritenete sbagliato, non posso contraddirvi, siete il padrone in casa vostra. (Rivolgendosi a Betsy) Adesso siamo entrambi prigionieri, ma tu piangi e io no. (Piangendo) Ma voi avete pianto. Si, vero, ma comunque la prigione resta: tanto vale tenersi occupati e stare allegri. Maest, devo parlarvi urgentemente. Parlate pure. giunto il governatore, Sir George Cockburn, accompagnato da due ufficiali ed un manipolo di soldati. venuto a scortarvi verso la vostra nuova dimora, ormai restaurata e pronta ad accogliervi per il resto della vostra residenza qui a SantElena. Boney!

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Piangendo, Betsy corre ad abbracciare Napoleone. WILLIAM NAPOLEONE WILLIAM Betsy! Non rimproveratela ancora, vi prego. Maest, Sir Cockburn vi attende allingresso, fra non pi tardi di venti minuti. Mi ha detto di riferirvi che nei prossimi giorni mander degli uomini a ritirare tutte le vostre cose. inaudito, mi trattano peggio di un da strapazzo. Comunque, non voglio rispetter lordine, come si conviene prego, Sir William, riferite pure al venti minuti esatti sar pronto. qualunque criminale crearvi problemi e ad un militare. Vi governatore che fra

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(Piangendo) Non voglio che andiate via. Vi prego, restate qui. Non piangere, Betsee, verrai settimana e molte altre volte. a trovarmi la prossima

Non so signore, dipender da mio padre, se me ne dar il permesso. Sir William, vero che porterete miss Betsee a trovarmi la prossima settimana? Quando farete una cavalcata a Longwood?

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William annuisce, poi, dopo aver salutato, esce. BETSY NAPOLEONE BETSY NAPOLEONE Boney, non abbandonatemi, non lasciatemi sola, vi prego. Non credi a tuo padre? Ha detto che ti accompagner da me, ogni volta che vorrai. Ma io... Ora vai in camera tua, Betsee, e lasciami preparare le cose necessarie, altrimenti il mio aguzzino verr a prendermi per le orecchie. (Sorridendo) Deve solo provarci, gli far vedere i sorci verdi.

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Napoleone accompagna Betsy alla porta e, osservandola, triste, mentre si allontana F.C., le rivolge unultima frase. NAPOLEONE Vai Betsee, vai in camera tua a riposare ed a prepararti alla severa punizione che ti attende da stasera... vai piccola donna, vai, ma non dimenticarti di me, un ormai piccolo uomo che ti ha voluto bene in questi primi due mesi di prigionia. Hai allietato i miei tristi giorni, regalandomi la felicit dellamor sincero, lo stesso che, spero, ho tentato di trasmetterti, ingenuamente... addio, piccola Betsee, addio piccolo amore mio. FINE

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