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l'Adige

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TRENTO

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sabato 29 luglio 2006

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PAURA A LAVIS LINCENDIO

Bruciano tonnellate di plastica: nube tossica


In fiamme il capannone della Ricicla Trentino 2, nella zona industriale di Lavis Il vento spinge il fumo a sud e lodore viene avvertito in tutta la citt di Trento
di MATTIA FRIZZERA
LAVIS - Un incendio da paura. Come sempre quando brucia plastica. Come sempre quando si forma una nube di fumo nero densa di tossiche incognite. Come sempre quando il fuoco si scatena allinterno di un impianto dove la materia prima che alimenta le fiamme presente in proporzioni industriali. Lallarme per tutto questo scattato alle 4.20 ieri mattina a Lavis: in fiamme il capannone sud della Ricicla Trentino 2, nella zona industriale ovest a Lavis in via Filos, lungo la ferrovia del Brennero. Per cause ancora in via di accertamento sono andate in fumo tonnellate di materie plastiche ed stato interamente distrutto dal rogo il manufatto che conteneva i macchinari di separazione dei rifiuti (oltre alla plastica, anche vetro e lattine) provenienti da tutta la provincia. Il pronto intervento dei vigili di Lavis, Trento e Zambana, coadiuvati da molti corpi della zona, ha fatto s che le fiamme non si estendessero anche al capannone nord dellazienda, dove avviene la lavorazione dei rifiuti. La fortuna ha voluto inoltre che il vento spirasse da nord sia durante la notte che al mattino, facilitando le operazioni di spegnimento e favorendo la circolazione dellaria, non creando cos una pericolosa nube incombente sullabitato di Lavis. Infatti lodore acre di plastica si percepito maggiormente a Trento che nel paese sullAvisio. Si esclude che lincendio sia divampato a causa del surriscaldamento del materiale viste le elevate temperature di questi giorni. Abbandonata lipotesi di un guasto elettrico, dato che gli operai che hanno terminato di lavorare alle 0.30 hanno assicurato che limpianto non era in funzione. Possibile che tra le cento tonnellate giornaliere di rifiuti che transitano in via Filos vi sia stato qualcosa di non perfettamente spento (visto che nelle campane dei rifiuti finiscono le cose pi disparate) che ha innescato il tutto. Non si parla apertamente di incendio doloso, ma lipotesi non da escludere. Si sapr valutare meglio laccaduto dopo aver analizzato le telecamere a circuito chiuso dei vicini insediamenti industriali e quando le ruspe avranno liberato larea. Alle 10.30 da Spini di Gardolo gi si spostavano verso nord i mezzi rossi del corpo permanente per rimuovere i resti delle plastiche bruciate. Ma torniamo allalba di ieri: stato alle 4.45 che il custode del capannone e alcuni vicini si sono svegliati in seguito al botto creato da una bombola di gas esplosa allinterno del capannone. Le fiamme raggiungevano laltezza dei fili dellalta tensione ed il grosso problema per i vigili - prontamente allertati e intervenuti - stato rappresentato dal reperire acqua per spegnere limmenso rogo. Per fortuna - ha esclamato il pompiere-agricoltore Paolo Odorizzi- che il sistema di "canalette" del consorzio irriguo per questanno ancora in funzione. Nellarea viticolo-frutticola tra Lavis e Zambana si infatti deciso di abbandonare lirrigazione per scorrimento per dare spazio alla pi moderna irrigazione a goccia. Con i canali pieni e autocisterne a ciclo continuo si riusciti a convogliare sul posto ben mille metri cubi dacqua, facendo anche frequenti rifornimenti nei vicini pozzetti di Zambana. Un argomento in pi per sottolineare il grosso rischio incendi per la zona industriale di Lavis, mille metri a sud della Ricicla Trentino trover infatti spazio a breve il deposito per carburanti pi grande della provincia. Assieme allacqua sono state utilizzate schiume tensoattive, per soffocare il materiale plastico. Prima dellarrivo delle cisterne demergenza della Protezione Civile sul posto alle 6.30 giunto lassessore Silvano Grisenti, che ha seguito passo dopo passo la delicata operazione. Sbrandato anche il presidente Lorenzo Dellai, che alle 7 si sincerato della situazione rincasando poco dopo, visto che il Griso aveva gi tutto sotto controllo. Tra gli amministratori il pi celere stato il vicesindaco di Lavis Claudio Brugnara, arrivato alle 5 sul posto, seguito dagli assessori Lorenzo Lorenzoni e Bruno Franch, preoccupati per una zona industriale altamente soggetta a pericoli, ma sollevati dal fatto che lenorme incendio non ha creato problemi n alla popolazione, escluse la temporanea chiusura di via Di Vittorio, via Paganella e via Torbisi a pedoni e biciclette, n al traffico veicolare e ferroviario. Alle 8, dopo il capo della Protezione Civile Bortolotti, sopraggiunto anche il presidente della cantina LaVis-Valle di Cembra Roberto Giacomoni, preoccupato per le vicine colture. Ma i rilievi Appa effettuati fino a Terlago e Cadine, ha spiegato il funzionario dei vigili permanenti Roberto Lenzi, hanno escluso problemi di inquinamento dellaria. Per le acque bianche invece non dovrebbero destare problemi le schiume, biodegradabili al 90%, mentre le falde a 6-8 metri di profondit sarebbero protette dallinquinamento. Per i pochi residenti nel circondario unico accorgimento impartito stato quello di lasciare chiuse le finestre. Alle 8.15 la plastica ha smesso di bruciare, non si levato pi fumo nero, ma solo bianco di vapore acqueo. C chi ha cercato di sdrammatizzare parlando di una prova generale per il futuro inceneritore, che disterebbe due chilometri in linea daria dalla Ricicla Trentino; allalba curiosamente per chi osservava dalla collina di Lavis il fumo arrivava fino ad Ischia Podetti. Per il centinaio di vigili almeno la fortuna di potersi ristorare a dovere, approfittando della vicina Atesina Service che ha offerto ai presenti la colazione dopo una notte di lotta contro il fuoco. Sono le 14.40, le nubi si addensano sulla Paganella e sulla Val Manara: la speranza che la pioggia non costringa tutti a vedere gli effetti delle diossine che tornano al suolo, dopo essere uscite dallinceneritore involontario sito in localit Torbisi.

I NUMERI
100.000 litri di acqua utilizzati 4.000 litri di schiuma 12 tra autobotti ed autopompe 3 punti di approvvigionamento dellacqua: acquedotto comunale, cisterna dellazienda e canali consorzio irriguo 100 tonnellate la quantit di materiale nel capannone bruciato 4 le ore per averla vinta sulla plastica pi di dieci le ore di servizio continuativo di tanti vigili 32 i vigili volontari di Lavis presenti pi di 100 i pompieri in totale 19 i corpi rappresentati: permanenti Trento, volontari Lavis, Zambana, Gardolo, Meano, Nave San Rocco, Albiano, Mezzolombardo, Mezzocorona, San Michele allAdige, Giovo, Pergine, Ravina, Vigolo Vattaro, Civezzano, Lona Lases, Fornace, Mattarello e Segonzano. 0 i pozzetti presso la Trentino Ricicla 3 i pozzetti presso il futuro raccordo ferroviario di propriet della Po Trasporti 2 i corpi che hanno regolato la viabilit: servizio associato di polizia municipale Avisio e carabinieri di Lavis 0 le ambulanze presenti sul posto: nessun problema per chi ha spento lincendio 1.600 litri al minuto la portata delle pompe Tra i 2.500 e i 3.500 litri la capacit media di unautobotte

DISTRUTTO. Il capannone della Trentino Ricicla in fiamme, nella zona industriale di Lavis. Per domare il rogo hanno lavorato oltre cento vigili del fuoco di 19 corpi (fotoservizio Ivan Mihelcic, Piero Cavagna, Mattia Frizzera e Pietro Gottardi)

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LALLARME scattato ieri alle 4.20. Pompieri impegnati fino a tarda sera LE CAUSE Materiale in autocombustione o rogo doloso? Si indaga

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