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Saggio breve : L'uomo ha diritto a togliersi la vita

L'uomo non ha diritto di prendersi qualcosa che non suo, la vita Dio la concede, Dio la riprende, ma l'uomo, non pu togliersi la vita mediante il suicidio tra l'altro assistito cio cliniche specializzate in cui una persona affetta da malattie terminali oppure depresse bussano alla porta di quell'ultima casa. Il suicidio assistito (eutanasia) diviso in 2 gruppi : 1) attiva ; 2) passiva . Attiva quando il medico somministra al paziente dei fermaci che poi lo inducono alla morte , e sono 4 i paesi europei che hanno legalizzato il suicidio assistito e l'eutanasia attiva: Svizzera, Olanda, Belgio e Lussemburgo. Mentre passiva quanto il medico decide per volont dei familiari di sospendere le cure al paziente, che dopo un paio di giorni muore, ed possibile solo in Svezia e Germania. Maggiormente ci sono 2 gruppi nei quali il suicidio infierisce : i giovani, e i carcerati. Negli adolescenti pu avvenire per diversi motivi mentre per i carcerati lo fanno per liberarsi dalla pena che gli stata infierita per il reato che ha commesso; per i carcerati in pratica si sceglie di morire per rassegnazione di non poter pi essere liberati. Un esempio di suicidio assistito quello di Lucio Magri. Dicono che la vita gli fosse diventata insopportabile. Che il ricordo di Mara, lamatissima compagna scomparsa qualche anno fa, continuasse a ossessionarlo. Che tutto avesse perso un senso senza di lei cosi come gli fosse diventato insostenibile il pensiero della sconfitta politica che lui considerava anche personale. Lucio Magri, 79 anni, fondatore del manifesto, con laiuto di un amico medico andato in Svizzera per suicidarsi. Aveva pianificato tutto nei dettagli. La notizia della morte si diffusa nella notte tra gli amici; qualcuno, tra i pi intimi, era stato informato direttamente da lui; nessuno riuscito a fargli cambiare idea. Ai compagni pi fedeli di consuetudine e di militanza ha lasciato una lettera da leggere quando sar tutto finito. Eppure anche questa volta i suoi amici e parenti speravano ci ripensasse, visto che a farla finita ci aveva gi provato due volte; ma stavolta invece no. La clinica dell'eutanasia in cui Lucio Magri and consisteva : incontro con il medico, presentazione della cartella clinica e prescrizione della ricetta costa 3000-3500 euro. Altri 2500 sono necessari per testamento biologico, trattamento finale, cremazione (obbligatoria), pratiche burocratiche con consolati e comuni di residenza, eventuale trasferimento delle ceneri. Il primo giorno il paziente riceve in albergo la visita di un medico per un colloquio preliminare. La patologia incurabile accertata da tre medici che verificano anche se il malato in possesso delle sue facolt mentali. Al momento dell'ingresso in clinica il malato pu scegliere, fra i numerosi cd che trova allineati, la musica che lo accompagner per il congedo. Due stanze a sinistra , nella prima il malato pu farsi seguire anche dai parenti e accompagnatori , entra quindi nella seconda dove c' il medico che dice:Lucio Magri, fondatore del manifesto, l'associazione che fa da tramite con le strutture svizzere ha l'obbligo preciso di convincerlo a recedere il suo proposito. Se il paziente ci ripensa il medico ha l'obbligo di rimandarlo a casa, mentre se il paziente fermo nella sua decisione, si inizia con la somministrazione di un antiemetico per evitare il vomito. Dopo mezz'ora, sempre che la convinzione non sia venuta meno, gli viene portato un farmaco , il pentobarbital-natrium sciolto, in acqua e addolcito, a richiesta dell'assistito, che deve compiere quest'ultimo atto rigorosamente di propria mano. Se questo non possibile, l'associazione non pu intervenire. In passato il suicidio assistito non era in vigore ed esistevano altri metodi per porre fine alla vita, mentre ora c' anche quello passivo come ho detto dinanzi. Un altro esempio eclatante di suicidio assistito quello di Eluana Englaro ,

una giovane donna di Lecco, che, dopo un grave incidente stradale avvenuto nel 1992, rimasta in stato vegetativo persistente, fino alla sua morte nel febbraio del 2009. La perdita di una persona amata, quale che sia stata la causa della morte, provoca sempre un indicibile sofferenza ed apre un percorso che doloroso sia fisicamente che nelle emozioni. Ogni morte lascia un vuoto incolmabile: ci si sente come amputati di una presenza unica che non potr pi essere rimpiazzata. Le emozioni di chi sperimenta il suicidio di un familiare sono simili a quelle che attraversano anche le persone che subiscono perdite diverse, ma lo stato di shock e di isolamento sociale, le sensazioni di colpa e di abbandono sono ancora pi forti e durano pi a lungo. Al dolore e alla sofferenza si aggiungono un continuo interrogarsi sui mille possibili "perch?". Il fatto che, in qualche modo, la morte sia l'effetto di una scelta, provoca una serie di domande che una morte per malattia o incidente non suscita. Per molti, inoltre, si aggiunge la tormentosa sensazione di essere stati abbandonati e rifiutati. I familiari superstiti di un suicidio si ritrovano spesso ad affrontare non solo tutte le reazioni tipiche che seguono la morte di una persona cara, ma anche una serie di problematiche specifiche: immagini ricorrenti alla persona suicidata, sensi di colpa, si poteva prevenire il suicidio? Riflettere su queste morti potr aiutarci, forse, ad amare di pi la vita e a volerla migliore per tutti.

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