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Siamo tutti in prigionieri!

Lillusione, che attualmente avvolge lumanit in una fitta nebbia, nasconde alla moltitudine degli individui la visione dei muri e delle sbarre dellenorme prigione in cui vive credendo di essere libera. La prigione il sistema socio-politico-economico-finanziario Le mura del carcere, le celle e le sbarre, sono fatti di consumismo, competizione, egoismo, sfruttamento e individualismo. In una parola: materialismo. Il 90% della popolazione mondiale imprigionata fra quelle mura ed tenuta in quella situazione di cattivit dal 10% di individui che sono i carcerieri, e che detengono l85% della ricchezza del pianeta. Il paradosso che la gente incarcerata crede di essere libera e si scontra contro quelli che sono nella stessa prigione, nellillusione di ritagliarsi uno spazio proprio, un piccolo recinto di pseudo-potere. Ma non sa che quello spazio ottenuto a discapito dellaltro solo una briciola nel cortile dellora daria allinterno del carcere. Rivendicazioni operaie o di categoria, proteste e proposte di aggiustamento della condizione di lavoro ed esistenziale fanno parte di quello sforzo, ma sono tutte mirate solo a stare un p meglio in prigione. Ci comprensibile poich leffetto dellistintivo spirito di adattamento di ogni essere umano che, anche in gruppo organizzato, cerca di ottenere miglioramenti della condizione di vita. Ma tutto ci serve soltanto a mantenere lo stato di schiavit, lun contro laltro, in una guerra tra poveri o prigionieri. Quello a cui stiamo assistendo in questo periodo, non solo a livello nazionale, bens mondiale, lapparente sforzo di attutire gli effetti dello squilibrio economico-finanziario per salvare il sistema (di imprigionamento) mediante un sacrificio di massa. come se ai carcerati fosse imposto di rinunciare allora daria e ai pasti per sostenere lapparato carcerario che li imprigiona. In realt la dinamica che in atto mira a compiere un ennesimo giro di vite per restringere la libert e lattivit dei popoli. Vista dalla prospettiva dei carcerieri una precisa operazione per prosciugare quel poco di dignit e sostentamento che ancora anima i prigionieri. Vista dalla prospettiva dei pochi che si sono liberati un criminale piano di annientamento del potere creativo dellumanit, ottenuto mediante labbrutimento e la barbarie. Ma, chi sono i carcerieri e chi sono i liberi? I carcerieri sono, senza alcun dubbio, quelli che hanno progettato il piano di costrizione e costruito il carcere fondato su un sistema di controllo, camuffato da apparente benessere, denominato scambio di ricchezza. Ci che, in realt, viene scambiata non la ricchezza ma la scarsit. Una scarsit sapientemente mantenuta un poco al di sopra del livello di guardia, quel tanto da consentire una perenne lotta di sopravvivenza tra i carcerati senza provocarne la rivolta.

Carceriere il sistema bancario, quello che ha stabilito che lo scambio attuato mediante il denaro che esso stesso immette e centellina. Quel sistema che, sul debito, ha creato limpero di potere per cui, impoverendo le masse, le controlla Ora la domanda sorge spontanea: perch lumanit carcerata sacrifica la propria dignit nellillusione di ottenere un miglioramento di condizione che, se avverr, sar comunque, allinterno del carcere? Perch non mette a frutto le poche risorse che le restano per progettare un piano di fuga, di liberazione di massa? Non sarebbe pi logico, proficuo ed evolutivo? A questo punto occorre introdurre i liberi. I liberi sono ex carcerati che hanno elaborato un piano di evasione e, individualmente, sono fuggiti dal carcere. Per compiere tutto il percorso hanno dovuto prima risvegliarsi e divenire coscienti della condizione di prigionia, poi intravedere oltre le sbarre la vera realt, quella al di l della sofferenza e della schiavit di tutte le forme di seduzione materiale. Una volta evasi hanno progettato un piano di fuga per poter poi vivere in una terra di nessuno, ai margini del sistema (carcere). Loro sono finalmente liberi e coscienti che quella libert non fine a se stessa, ma necessaria al piano di liberazione di massa, affinch quella terra di nessuno diventi la Nuova Terra per gli uomini di buona volont. I liberi sono, cos, non solo i testimoni del fatto che liberarsi possibile, ma anche i pionieri che aiuteranno tutti gli altri prigionieri a farlo. Sono loro a conoscere la via di liberazione perch lhanno costruita con le loro mani e hanno elaborato un piano infallibile. Si sono riuniti e, anche se agiscono apparentemente sparsi, hanno deciso di infiltrarsi di nuovo nel carcere (avendo sempre disponibile la via di fuga), e, allinterno di esso, istruire i prigionieri, loro fratelli, in modo da attrezzarli non per compiere la fuga, ma per demolire il carcere stesso. Gli strumenti di liberazione sono quelli indicati dalla propria saggezza. 1) Primo fra tutti non cadere nel tranello della tentazione. I prigionieri, infatti, sono costantemente tentati dalle seducenti forme che i carcerieri proiettano sullillusorio schermo del cinema carcerario. Immagini di benessere, opulenza, prestigio, fama, lusso ma, soprattutto, di una infinit di oggetti luccicanti che abbagliano i carcerati come gli specchietti abbagliano le allodole. La tentazione la madre di tutte le seduzioni. Mette i prigionieri nella condizione di desiderare sempre qualche cosa di pi nellillusione di migliorare la propria esistenza, mentre, in realt, li induce a fraintendere il possesso di cose come crescita di s e del sistema carcere.Ma laccumulo di cose non crescita n tantomeno benessere. La crescita soprattutto interiore. Crescere dentro, in consapevolezza, significa mutare il comportamento esteriore e scegliere quei pensieri, sentimenti e azioni che produrranno un

effetto benefico nelle relazioni umane e, quindi, anche nello scambio di beni. 2) Secondo, non cadere nel trabocchetto della distribuzione della cosiddetta ricchezza. I carcerieri, dopo aver proiettato il film, lanciano nella mischia gli oggetti luccicanti in modo che i detenuti si accapiglino per possederli. Ma quei poveretti non sanno che quegli oggetti non sono la ricchezza, bens un pallido riflesso di latta scambiato per oro. La vera ricchezza interiore. Un uomo interiormente ricco dei valori dellonest, della cooperazione, della fratellanza, non sar mai povero e non diverr mai schiavo o prigioniero. Ci che deve essere distribuito lamore per il fratello, per la terra, lambiente e la vita tutta. Distribuendo amore si distribuisce la vera ricchezza e si pongono le basi per il regno del benessere e dellabbondanza.3) Terzo, non credere alla menzogna della separativit. Nella prigione ognuno tenuto separato perch tenda a desiderare qualche cosa solo per s. Convincendolo che cos si distinguer dagli altri e potr divenire pi importante, pi potente, pi ricco. Di fatto il carceriere sa che, tenendo isolati i prigionieri, li render soli e impotenti. Lessere umano, invece, non fatto per vivere da solo. Egli ha un ancestrale slancio verso laggregazione e lunione. Sa, nel suo profondo, che lunione fa la forza e che, solo insieme agli altri, pu liberare la potenza creativa che celata dentro di s come scintilla di quel divino che pervade tutta lesistenza. Uniti dalla forza dellamore incondizionato che si manifesta come perfetta comprensione dellintima relazione di tutte le creature, gli individui che si riconosceranno in una sola anima, riusciranno a disintegrare le mura, le celle e le sbarre del carcere e, insieme, salvando anche i carcerieri, procederanno liberi da condizionamenti e illusioni per ristabilire il piano di fratellanza.

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