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Valerius [2] Diodorus ^io oeoc o Ov oir ioc
Alessandria 2 sec. d.C.
Grammatico nato ad Alessandria e figlio del lessicografo Valerio Pollione (=> Valerius [4] Pollio),
Valerio Diodoro fu autore, secondo la Suda (o 1150), di una Ej yjcic te v jtovr vev aoo
toi c i j tociv, opera citata anche nella Bibliotheca di Fozio, accanto agli analoghi lessici composti
da Giuliano e Filostrato (da respingere l'opinione di Henry per cui Diodoro sarebbe il periegeta del
2 sec. a.C. autore di un Hri oj ev). Dopo la pubblicazione di POxy. 18, 2192 (ca. 170 d.C.,
Mertens-Pack
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2091), una lettera concernente una richiesta di libri, di cui ignoriamo mittente e
destinatario, Turner (Oxyrhynchus, 1952; Pap. gr., 1984; Turner-Parsons, GMAW, 1987) ha
avanzato l'attraente ipotesi di identificare nei personaggi di nome Pollione, Diodoro e Arpocrazione,
in essa menzionati, i tre lessicografi del 2 sec. d.C. appassionati di oratoria attica (secondo
Hemmerdinger, Notes papyrol., 1959 e Bibl. Alex., 1985 anche Arpocrazione sarebbe legato alla
medesima famiglia di Pollione e Diodoro, dato il gentilizio Valerio di cui insignito nella Suda). Su
questa base si pu ricondurre alla stessa cerchia un altro documento papiraceo, PMert. 1, 19, un
contratto di vendita di un battello fluviale del 173 d.C. riguardante Valerio Diodoro, qualificato come
"ex-upomnematografo e membro del Museo" e ricordato insieme al padre Pollione.
Si pu quindi ricostruire, sia pure a grandi linee, un circolo dotto gravitante ad Alessandria e
nell'mbito del Museo verso la fine del regno di Marco Aurelio (160-170 d.C.), ma con interessi
latifondistici a Ossirinco, dove era stata inviata la lettera in cui si chiedevano copie di libri. La
ricostruzione di Turner (cit.) rimane sostanzialmente plausibile, sebbene non abbia mancato di
suscitare obiezioni (Lewis, Literati, 1981, p. 165 n. 62 ha osservato come la qualifica di "membro
del Museo" non implichi necessariamente uno status di letterato o di filologo, giacch l'appartenenza
alla nota istituzione era concessa in et romana a titolo onorifico anche alle pi svariate categorie
professionali, dai militari agli amministratori).
Un'altra difficolt a questa identificazione pu nascere dal lemma biografico della Suda (o 1150, s.v.
^io oeoc), che riporta Diodoro all'et di Adriano (yryove c r ai tov Koi cooc Aoiovov ), quindi
a una generazione precedente rispetto ai personaggi menzionati nei documenti papiracei; ma a
questo si pu facilmente ovviare correggendo (con J. Rea) il participio yryove c in yryovo toc e
riferendolo al padre Pollione, la cui akm (o, meno probabilmente, la nascita) si potrebbe ben
collocare dentro l'epoca di Adriano (per l'uso di yryove c nelle voci biografiche della Suda, indicante
per lo pi l'akm cfr. Rohde, Biograph. Suid., 1878).
Un ulteriore tassello su Diodoro stato aggiunto da POxy. 51, 3643 (= CPF 1, 1 50 2T), una lettera
di raccomandazione inviata ad Ofelliano da un Valerio Diodoro, che l'editore J. Rea ha identificato
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con il nostro grammatico. Se la proposta coglie nel segno, la lettera sarebbe il primo autografo noto
di Diodoro. Non condivisibile, invece, l'identificazione, avanzata dallo stesso Rea, tra la mano del
POxy. 3643 (Diodoro) e la terza mano di POxy. 2192, sia per ragioni paleografiche, sia per
elementi interni: nel secondo caso, infatti, lo scrivente distingue esplicitamente se stesso da Diodoro
e/o la sua cerchia (r ovci or koi oi ari ^io oe[ov] e v ov kr ktjoi tivo; per il valore di ari
+ acc. cfr. Radt, Peri+acc., 1988; Radt, Addendum, 1988).
Per quanto riguarda la qualifica di iio cooc attribuita a Diodoro nella Suda, essa non implica
necessariamente un'attivit filosofica stricto sensu, ma potrebbe rispecchiare un uso linguistico
diffuso in documenti papiracei d'et imperiale (cfr. la rassegna di Pruneti, Philosophos, 1996, pp.
389-401), quando con questo termine si indicavano individui a cui era riconosciuta una certa
superiorit intellettuale e culturale. Appare quindi scarsamente credibile il sospetto espresso da
Crnert (Kolotes, 1906, p. 180) che si tratti di due distinti omonimi, uno filosofo, discepolo di
Telecle (identificato dallo studioso con l'Accademico del 2 sec. a.C. di cui parlerebbe Filodemo in
IAc. col. XXXV 39 Dorandi: [^io o]eo c [t]r o [ ]ov[ ), e l'altro grammatico.
Si pu invece identificare con il nostro Diodoro il personaggio citato da Clemente Alessandrino a
proposito di Antifonte (non si tratta dunque di Diodoro Siculo: cfr. K. Mller in Diodori Siculi
bibliothecae historicae quae supersunt, 2, Paris 1844, p. 583; il fr. dub. 3): luogo e data di
composizione degli Stromata (Alessandria, intorno al 200 d.C.) rendono plausibile tale proposta.
Quanto alla struttura del lessico "retorico" di Diodoro, Fozio ne rilevava la somiglianza con quello di
Giuliano, tanto da non riuscire a capire quale dei due fosse stato composto prima, pur notando,
comunque, come il lessico di Giuliano presentasse pi citazioni. Va poi osservata la stretta affinit di
titolo tra l'opera di Diodoro e il lessico sugli oratori di Claudio Casilone pervenutoci in un estratto
del XIV sec. (=> Claudio [2] Casilo) e pressoch identico a lemmi del c.d. Lexicon Rhetoricum
Cantabrigense.
stato posto in connessione con Diodoro anche il POxy. 15, 1804 (2/3 sec. d.C.), che contiene
frammenti di ir ric jtoikoi , in forma alfabetizzata, che hanno notevoli punti di contatto con
Arpocrazione, il c.d. "V lessico di Bekker", ma anche con Polluce e il Lex. Rhet. Cantabr. (per cui
=> Claudio [2] Casilo). Secondo le ricerche di Wentzel (Wentzel 1893 e 1897), le fonti comuni
sarebbero: a) un lessico "onomastico attico", ricco di parti pertinenti a istituzioni, feste, pratiche
giudiziarie attiche; b) una sezione esegetica relativa a "Sacherklrungen" intorno al testo degli oratori
(quest'ultima fonte sarebbe stata utilizzata soprattutto in Arpocrazione e nel c.d. "V lessico di
Bekker").
Partendo dalla considerazione che Diodoro ebbe possedimenti ad Ossirinco, e che POxy. 1804 fu
scritto in quella localit proprio nello stesso periodo, e muovendosi sulla scia delle ricerche di
Wentzel, Alpers (SGLG 4, 1981, p. 116 n. 74) ha ipotizzato che i frammenti ossirinchioti siano i
resti del lessico di Diodoro. In tal caso, in base anche a quanto scritto da Fozio sulla stretta affinit
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tra Giuliano e Diodoro, lo stesso Alpers ha pensato di identificare la fonte comune di POxy. 1804,
Polluce, Arpocrazione, il "V lessico di Bekker" e il Lex. rhet. Cantabr. nel lessico di Giuliano, un
lessico gi alfabetizzato, in cui per la prima volta sarebbero state fuse insieme la parte onomastica e
quella esegetica. Un ulteriore elemento di affinit tra POxy. 1804 e Diodoro dato da una certa
somiglianza paleografica, notata da Turner (Turner-Parsons, GMAW, 1987), tra il copista del testo
lessicografico e la prima mano di POxy. 2192, il che farebbe pensare a prodotti usciti dallo stesso
ambiente, magari da scribi al servizio di Diodoro.
Con grande cautela vanno infine considerate le ipotesi di Turner (Oxyrhynchus, 1952) circa
l'appartenenza alla cerchia di Diodoro ed Arpocrazione di alcune opere filologiche anonime trovate a
Ossirinco, come POxy. 7, 1012 (un trattato sui metodi di composizione e di strategia retorica di
Lisia: cfr. Fanan, P. Oxy. 1012, 1977), per Turner connesso all'attivit di Diodoro; POxy. 13, 1611
(opera erudita su Ceneo e Tucidide); POxy. 15, 1801 e 1802 (entrambi testi lessicografici); PRyl. 3,
532 (2/3 sec. d.C., lessico di Arpocrazione).
St.:
Fabricius, Bibl. Gr., 1707-1728, 10, p. 718
Meier, Opuscula, 1861-1863, 2, pp. 149
Croiset, Litt. gr., 1887-1889, 5, p. 641
W. Schmid, Diodoros (n. 46), RE 5, 1 (1903), 708
Crnert, Kolotes, 1906, p. 180
Cohn, Griech. Lexikogr., 1913
4
A. Gudeman, Iulianos (n. 2), RE 10, 1 (1917), 10
Sandys, Class. schol., 1920
3
, p. 323
Christ-Schmid, Griech. Lit., 1912-1948, 2, 2, p. 873
Turner, Oxyrhynchus, 1952, pp. 91-92
Hemmerdinger, Notes papyrol., 1959, pp. 107-109
Henry, Phot. Bibl., 1959-1977, 2, p. 112
Naoumides, Frr. Gr. lexic., 1969, pp. 181-202
Longo Auricchio, Liste di libri, 1971, p. 143 n. 2
Serrano Aybar, Lexic. gr. ant., 1977, p. 98
Lewis, Literati, 1981, in partic. p. 165 n. 62
Alpers, SGLG 4, 1981, p. 116 n. 74
Rea, Ox. Pap., 1984, pp. 121-123
Turner, Pap. gr., 1984, pp. 106-108
Hemmerdinger, Bibl. Alex., 1985, p. 76
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Horsley, Early Christianity, 1987, pp. 71-72
Turner-Parsons, GMAW, 1987, tav. 68
Krger, Oxyrhynchus, 1990, pp. 201-202
eaney, Harp. Lex., 1991, pp. IX-XI
Harrauer, Bcher, 1995, p. 63
Pruneti, Philosophos, 1996, pp. 389-401
Radt, P. Merton I 9, 2 f., 1997
Otranto, Edd. demosteniche, 1999, pp. 363-364
Otranto, Liste di libri, 2000, pp. 55-61 + tav. VIII
Schubert, Vivre, 2000, n 49
Esposto, Poligrafi e bibliografi, 2004, in partic. pp. 112-113
Esposito, Lessici su papiro, 2007, in partic. pp. 283-286.
Fonti
1
: Clem. Str. 1, 16, 78, 2-79, 3 (?); Phot. Bibl. cod. 150, 99a-b; PMert. 1, 19 (31 marzo 173
d.C.); POxy. 18, 2192 (ca. 170 d.C.; Mertens-Pack
3
2091). 51, 3643 (fine 2 sec. d.C.). 15, 1804
(2/3 sec. d.C.; Mertens-Pack
3
2128) (?);Sud. o 1150, s.v. ^io oeoc. a 2166, s.v. Hoii ev.
Clem. Str. 1, 16, 78, 2-79, 3 (?): voi j v o r aotr ri c Eiijvoc j te v io yev aoj iOr
oioockoii o tr koi yoj . Aikoi ev yov v Hri Oov Kotevio tjc ae toc vciko v io yov oi
or Avooyo ov Eyjciov iov Kioor viov ae tov oio yoj c r koov voi iii ov
i ctoov civ. r ioc tr ov ae toc arir Ojkr toi c aoij oci koi tov c Aokrooiovi ev vo ovc
r rioaoi jcr 1r aovooc o Avticcoi oc, oiOv oov or r arvo jcrv Ao coc Eiovrvc,vvov
Ctjci ooc Iroi oc, ori ov Aiko v Aokrooio vioc, to r etiko Avokr ev 1j ioc,
v ao jciv Hi voooc Ojoi oc vo ovc tr ae toc j crv r v oe koi kiOo o 1io Oroc o
Miij cioc. voi j v i oov r v r arvo jcrv Ai iooc o Hoioc, eio v or ioov Iaae vo o
Er cioc, koi toye oi ov r v Or caic o AOjvoi oc, kee oi ov or Covcoi ev o Ikoirv c. tovc
o vovc tov tev aoi orc aoooioo oci yootike v, oko v o o v ri j tov tovc
o kioioyov rvov aooOr cOoi ov tov orikvvr vov tov ^iovv cov, oi o v koi ^iovvciokoi
Or oi, rtoyrvrctr ov Mevcr ec [j ] ov ti ko o io. oci or koi tov c koto oiotij v io yovc koi
to jtoiko i oie oto rv ri v koi icOov cvvjyoj coi ae tov oikoviko v io yov ri c rkoociv
yoo rvov Avtie vto (Ce)i iov Povov ciov, e c jci ^io oeoc, Aaoiio oeoc or o
Kvoi oc ae toc (tov yootikov o vti ) tov kitikov ri cjyj coto tov voo koi yootiko c
aocjyorv Oj, r vioi or EotocOr vj to v Kvjvoi o v ociv, r arioj r r oekrv ov toc iii o ov o

1
Le fonti sono disposte in ordine alfabetico.
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yootiko r aiyo oc. e voo cOj or yootiko c, e c vv v o voo orv, ae toc Hoio vjc
^iovvcoo vovc Mitvijvoi oc.
Phot. Bibl. cod. 150, 99a-b: o vryve cOj iriko v Ioviiovov te v aoo toi c or ko jtoci
ir rev koto ctoiri ov aoiv ctiov or koi tov to to iii ov, koi te v tr ao AOjvoi oic
oike v r jvrv ov to o vo oto, koi ri ti koO i ctoi ov i oio ovcov ov toi c oi j torc
aoriij ociv j koto ti ao tiov r Ooc o arj covto. oj iov o o ti ri c to c te v jtoikev
io yev cvvovoyve cric to r yicto j aoyotri o cvo iioit o v. r vrtv orv or koi
4iiocto tov 1vi ov ri c tj v ov tj v v ao Orciv ov k o ooki e caovoo coti o ii o rivov o
Ioviiovo c oirao vjcrv. ov or v or j ttov Ioviiovov koi ^io oeoc ri c tj v ov tj v v ao Orciv
oiraoyotrv coto aij v Ioviiove j tev otvie v j cic r ai air ov aooti Ortoi. o ctic or
o ve te v ov o arcv troc (ookri yo e car rtoyoj Ootr e to caov ooco, o ii ov i
i oi o r kotr e ov te v cvvriir Ooi) o iio ti c r o iiov rtr yor, tr ec ov k r e ir yriv.
PMert. 1, 19 (31 marzo 173 d.C.): Aaoiie vioc Cooai evo[c] tov Arvoe tov jto c, /
1o vre tiooc o a Ovv yev ao irec Ov oiri e ^iooe -/e yrvor ve v aovjotoyo e o ao
Movcri ov koi e c / joti ri oi riv. Hr aoko coi ao ktevo aoto /iov o a o i tri vev v iev
j kovc aje v orko /ovo j i covc cv v ajooii ei koi ke aoic o ao i tri vev / v iev ovci , koi
ov to Oi o ar cov aoo cov to c cvar-/evjr voc v ar tij c o yvi ov ooo c oioko/ci o [c r ]k
aij ovc koi roie ce e c ao k<r>itoi. (Etovc) iy Av jii ov Avtevi vov Koi cooc tov
kvi ov / 4oov Oi r (2 mano) Aaoiie vioc o aoyryor -/voc r cov to c cvarevjr voc
v ar / tij c tov ao kt [e]v oc ooo c oiokoci oc / koi <r>oie ce e c a [o kit]oi. [Xo ]v oc o
ovtoc.
POxy. 18, 2192 (ca. 170 d.C.; Mertens-Pack
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2091): ov tr ov vooi ov t ri j ovvo jv / tev
o voykoi ev tivo ri c toiov /tjv ri ov r vr oiiov o v koi / o iicto r e v vv v ari te v /
toiov tev r avOo jv [[oao]]/ (2 mano) r e cOoi cr rv ooi kv ir ov o orir. / [[ioyovtev]] /
[[ti]] / Yiko tovc te v keei/oovr ev c aoij /coc oi ar ov. 4jci yo / Aaoko tiev rv
toi c / Heii evoc ov to iii /oic ri voi. Ei ko c or koi o iiovc / ov to r cjkr voi. koi io yei /
r a it oo c te v Orcoyo ov / te v toyike v v Oev r ri. / (3mano) r ri or ov to ^jj tioc o
viioae ijc / e c jci v Aaokoti ev. Ear ctoiko Aaoi/ievi oji ar oi oi r k tev r e v /
iii ev tiv[o o ]ar ao ov tov ri cj / C r [i]rv kov oi[o ] t e v o vev [ . . . ] rov rv /i ckj c rO
o r ye kr ktjoi aoij co[c] / o[i] ar ov. r ovci or koi oi ari ^io /oe[ov] e v ov kr ktjoi
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tivo. / (4 mano) ] ^ iovv[ci]o [. . . . ]i v.
POxy. 51, 3643 (fine 2 sec. d.C.): Ovoirioc ^iooe[oc / Oriiiovei te[i / oor[i]ei [
/ ao vtrc i cociv [ ] [ / ric oio ar r aictr iie / coi v ar ^ioyrvov[c] re o c / o oriioov o vtoc
[o vo]y k oio/to tov oi i iov, o voo c / iioco ov yrvor vov t o / Eaikov io, Or [ ] c /
tov voo. ^io O [rv] [ ] v / tov vrovi ckov, koi o i r kri -/ vov koi oi ov to v r ao io v / o vt[o
tj c] ao [ ]ri v [ / crec [ ]c oj ovkr [ / ovt [ ]cOo [ / coi[ desunt ca. 16 litterae.
POxy. 15, 1804 (2/3 sec. d.C.; Mertens-Pack
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2128) (?):
frr. 1 + 2, col. i
[HvOoi oc o voo r ]o [tj c AOj vj
[civ o yor vjc tov A]a o i[i]e[voc
[ ]c o c r v to i c ri c ic [
[ ] oti HvOoric AOj
[v ] [ ]i o o toc o cto
[a]tovtoc [ ko]i ovtoc HvOo
ri to c t[ ]j[[r]]iov koiov civ
o[ ]toic [ ]
aocto a[oioc Ai ]ci vjc r v te i ar
i tj c ao[rarcri o]c ooi ev tic r
ai tev o[iitjiev e]voocOjcov or
oi rto to [ctoOj voi to aoiov] aoiri
ovc ioo vt[rc aocto aoioi]
[a]ri ctotoi [ oi ari irato]i
[ao]ri ov [to oioo rvov toi ]c ar [cv
[toi]c e [car r o oiov ] [
frr. 1 + 2, col. ii
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Ho[eto ooi
Hoio [vi ooi
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Hryo[cj
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Hrio[irvc
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fr. 3
[oc ao ovto c ti j yo ovt]oc j r[i
[ao vtoc ti ov iov j j v] j y[e]vi ov[
[to oi j torc r y]o oto
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[ cjoi vri] r v to v tj c ao
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[or ]kov ^ri vooc
[r v te i koto Hoivrv kt]ov [o]eoooki oc
[ e aoc o aovtoooao c ]o toc ^jo
[cOr vjc r v te i ao c tj ]v 4oi evoc
[aooyoj v ]
[ vtj o i o c kvi ec o]r oi j vi oi
fr. 4
ck ri [o iov kv]rvtiko v a o [o
i r [o v AOjvo c r e ao ir]ec r vOo oi
kvr [vtoi r aoiov ]
ctot[jyoi ] i j [co]v j [j]r voi vi[j c
r ko c[t]jc o Y arri ojc r v te ko[to
Avtokir ovc
cvvoi oi cvvoi oi j cov k [
o voe v r e v j cov oi tijo [][oi
cvori tjc or o tj c cvoi oc k[oi
ve voc koi vir tjc koi ojo tjc [j cov
or tov tev koi j yro vrc oi ao ov te [v
to o voie oto aoiov rvoi v ctro v [or
aoo te v ov te v koio rvoi
cv oio cj[[oi ]]vri koi to v io yov to v
oio tj c j jc yrivo rvov r a[icjoi
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4iiiaaike v cvo ioiov o[r ri oi
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ke c yootri o v ti o r ioovrv [te v
oikocte v r koctoc ri cie [v] r i c t [o oikoctj iov
fr. 5
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]iovtoc
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fr. 7
]v[
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fr. 8
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S u d . o 1150: ^io oeoc, o Ov oir ioc r aikijOri c, iio cooc, oOjtj c 1jirkir ovc,
Airovorv c, vi o c Heii evoc tov iioco ov, tov yo ovtoc tj v Attikj v ir iv yryove c
(yryovo toc corr. Rea) r ai tov Koi cooc Aoiovov .
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Sud. a 2166: Heii ev, Airovorv c, o Ov oir ioc joti coc, iio cooc, yryove c r ai
Aoiovov ov aoi c ^io oeoc iio cooc, o yo oc r j yjciv te v jtovr vev aoo toi c i
j tociv. r yor Cvvoyeyj v Attike v ir rev koto ctoiri ov, koi o iio tivo iio coo.
GIUSEPPE UCCIARDELLO
Universit di Messina
21/03/2006
29/01/2008

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