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Lezione 3
Lezione 3
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Ipotesi: lofferta determina la domanda vige un sistema di concorrenza perfetta sui mercati i prezzi sono flessibili conta solo il sistema reale delleconomia perfettamente : la moneta solo un lubrificante degli scambi
La descrizione delleconomia reale nel modello macroeconomico neoclassico si fonda sulla legge di Say secondo la quale: lofferta crea la propria domanda. La descrizione delleconomia monetaria si fonda invece sullequazione degli scambi di Fisher
Legge di Say
La produzione di beni e servizi nelleconomia dipende dalla produttivit dei fattori e dallofferta dei fattori di produzione (lavoro, capitale). Il tasso di interesse ( un fenomeno reale) si aggiusta in modo da mantenere in equilibrio il mercato dei fondi prestabili. il salario reale si aggiusta in modo da garantire la piena occupazione. Il livello di produzione, (lofferta aggregata) pertanto, trover sempre una domanda equivalente. Qualsiasi squilibrio (eccesso di domanda o di offerta)su qualsiasi mercato sanato dai meccanismi di mercato (prezzi, salari, tasso di interesse).
Dicotomia neoclassica
Suddivisione delle variabili economiche in due classi I settori monetario e reale sono separati Lequilibrio nel settore reale (mercato del lavoro e mercato delle merci) determina il livello del reddito reale il settore monetario (domanda e offerta di moneta) determina soltanto il livello generale dei prezzi e il tasso di inflazione
La funzione di produzione
Nella forma Cobb-Douglas della funzione di produzione, come si visto, loutput potenziale Y* dato dalla dotazione di lavoro L, dallo stock di capitale K delleconomia, dallefficienza del lavoro E e dal parametro che indica lelasticit del prodotto rispetto al capitale e la rapidit con cui operano i rendimenti decrescenti del capitale. La funzione di produzione assume cio la forma:
Y* = K(LE)1-
La funzione di produzione
Se la forza lavoro e lefficienza del lavoro sono mantenute costanti, il PIL reale aumenta allaumentare dello stock di capitale. Poich ogni successivo aumento dello stock di capitale produce un minore aumento del livello di produzione, la funzione di produzione rappresentata da una curva non rettilinea. Pi alto il livello di , maggiore la curvatura e maggiore la rapidit con cui diminuiscono i rendimenti dellinvestimento.
La domanda di lavoro
Il primo passo per vedere come si stabilisce lequilibrio nel mercato del lavoro determinare la domanda di lavoro. Partiamo dalle seguenti ipotesi di concorrenza perfetta: nel sistema economico operano K imprese identiche, ognuna proprietaria di 1 unit di capitale; ciascuna di queste imprese assume L lavoratori a cui paga un salario W stabilito dal mercato; ciascuna impresa vende Y unit di prodotto al prezzo P stabilito dal mercato
La domanda di lavoro
Lobiettivo dellimpresa quello di massimizzare il suo profitto, ossia la differenza tra i suoi ricavi e i suoi costi (per ipotesi, gli unici costi sono rappresentati dai salari pagati ai lavoratori): profitto = ricavi costi = (P Y) (W L) Per realizzare questo obiettivo, limpresa aumenta la produzione assumendo lavoratori fino a quando il ricavo marginale generato dallultimo lavoratore assunto eguaglia il suo costo di assunzione rappresentato dal salario: (P PML) W = 0
La domanda di lavoro
Il prodotto marginale del lavoro PML la differenza tra quanto limpresa in grado di produrre con la sua forza lavoro corrente Limpresa e quanto produrrebbe se assumesse 1 lavoratore addizionale. In simboli, se la funzione di produzione dellimpresa rappresentativa Yimpresa = F(1, Limpresa), dove 1 rappresenta 1 unit di capitale, il prodotto marginale del lavoro dato da: PML = F(1, Limpresa + 1) F(1, Limpresa)
La domanda di lavoro
Se la funzione di produzione dellimpresa rappresentativa espressa nella forma di una Cobb-Douglas Y = 1(LE)1- (con K=1, per ipotesi) , il prodotto marginale del lavoro pu essere calcolato derivando la funzione rispetto ad L e ottenendo:
Limpresa assumer lavoratori fino al punto in cui il valore del prodotto marginale (PxPML) uguale al salario:
La domanda di lavoro
Limpresa tipica sceglie di assumere il numero di lavoratori che rende il ricavo marginale il prodotto marginale del lavoro moltiplicato per il prezzo del prodotto P uguale al salario W. In questo punto, la curva del ricavo e la curva del costo sono parallele e il protto massimizzato.
La domanda di lavoro
Dalla condizione di eguaglianza tra ricavo marginale (PxPML) e costo marginale (W)
possiamo derivare unespressione per la domanda di lavoro di unimpresa tipica (Limpresa): Limpresa =
La domanda di lavoro
La domanda di lavoro nellintero sistema economico (K imprese) sar uguale a K volte la domanda di lavoro dellimpresa tipica:
Ld
= K
Come si nota, vi una relazione inversa tra domanda di lavoro e salario reale.
Occupazione e produzione
Quando il mercato del lavoro in equilibrio, limpresa rappresentativa produce un output pari a: Yimpresa = 1E 1-(L/K) 1- (se K il numero delle imprese esistenti, L/K la quantit di lavoro impiegata da una singola impresa)
Occupazione e produzione
Quando i mercati funzionano bene (equilibrio concorrenziale e flessibilit di prezzi e salari), la produzione totale effettiva sar uguale a quella potenziale del sistema economico: Y = K Yimpresa= K x 1E 1-(L/K) 1- = KE 1-L1- = = K(LE) 1- = Y*
Occupazione e produzione
Quando il sistema economico in condizioni di piena occupazione, il livello di occupazione uguale alla forza lavoro e il PIL reale uguale alla produzione potenziale Y*
Funzione di produzione aggregata nel modello neoclassico Y=F(N) stabilisce il livello di produzione associato al pieno impiego della forza lavoro Leconomia tramite il meccanismo dei prezzi e dei salari realizza la piena occupazione
Se i prezzi e i salari nominali sono perfettamente flessibili anche i salari reali sono perfettamente flessibili. Secondo gli economisti classici questo significa che il mercato del lavoro sempre in equilibrio. Assumiamo che ci sia un raddoppio dei prezzi dei beni finali e che non si sposti n la domanda n lofferta di lavoro. A parit di salario nominale, il salario reale si dimezza e nel mercato del lavoro ci sarebbe un eccesso di domanda di lavoro. Laumento della domanda di lavoro porter a un aumento del salario nominale e quindi anche di quello reale Solo quando il salario nominale sar raddoppiato (al pari dei prezzi) il salario reale sar ritornato al livello precedente e il mercato sar di nuovo in equilibrio. Il livello dei prezzi quindi non ha effetti sui salari reali e sulloccupazione
P
P1
AS
Una diminuzione dei prezzi non modifica il livello delloutput
P2
Y*
La spesa in consumi
Le famiglie prendono decisioni su consumo e risparmio dopo aver versato una parte del loro reddito alla pubblica amministrazione sotto forma di imposte nette (imposte meno trasferimenti). Assumiamo che le imposte nette siano ottenute moltiplicando laliquota media costante t per il reddito nazionale: T=tY Assumere t come costante una semplificazione del mondo reale perch nella maggior parte dei paesi industrializzati il sistema di imposizione fiscale progressivo
La spesa in consumi
Il reddito che resta alle famiglia dopo aver pagato le imposte il reddito disponibile YD : YD= Y T = (1 t)Y Al fine di accrescere il loro patrimonio e la spesa nel futuro, le famiglie detengono una parte del loro reddito disponibile sotto forma di risparmio SH . La quota del reddito delle famiglie destinata allacquisto di beni di consumo sar, allora, pari a: C = YD SH = Y- T SH Nei principali paesi avanzati i consumi sono pari ai 2/3 del PIL
La spesa in consumi
Assumiamo che la spesa in consumi venga suddivisa in una parte che non dipende dal reddito e che denotiamo con C0 (livello di consumi di base) e in una parte che funzione positiva del reddito disponibile Cy x YD (il parametro Cy la propensione marginale al consumo). Possiamo allora esprimere la spesa in consumi come una funzione lineare del reddito: C = C0 + Cy YD = C0 + Cy (1 t)Y Questa funzione del consumo una semplificazione del mondo reale. Le determinanti del consumo non si esauriscono nel solo reddito disponibile.
La propensione marginale al consumo (PMC), denotata dal parametro Cy (inclinazione) , indica di quanto variano i consumi se il reddito disponibile varia di 1 euro. Cy > 0: se il reddito aumenta, le famiglie accrescono il consumo. Cy < 1: quando il reddito aumenta, le famiglie aumentano anche il risparmio
C= 250 + 0,7 Yd Algebricamente la funzione del consumo sopra descritta ci dice che il consumo autonomo (intercetta con lasse delle ordinate) 250, mentre la PMC = 0,7 (inclinazione della funzione). Il suo significato che se il reddito aumenta di 1 euro, 0,70 euro vengono spesi per beni di consumo e 0,30 vengono risparmiati. Poich tutto il reddito pu essere consumato o risparmiato dalla funzione del consumo si deriva quella del risparmio
Un Esempio Numerico
Il consumo in Italia
risparmio
Inclinazione = PMS
reddito
La spesa in investimenti
La spesa in investimenti la componente pi variabile e volatile del PIL Per dare unidea dellordine di grandezza, nel caso degli USA essa ammonta attualmente a circa il 17% del PIL Le cause delle fluttuazione della spesa in beni di investimento sono principalmente due: il tasso di interesse e gli animal spirits degli imprenditori Tasso di interesse. Pi alto (basso) il tasso di interesse reale, pi bassa (alta) la spesa in investimenti perch diventa pi costoso (meno costoso) per le imprese intraprendere progetti di investimento Animal spirits. Pi alta (bassa) la fiducia degli imprenditori, pi elevata (bassa) sar la spesa in investimenti
La funzione di investimento
Assumiamo che anche la funzione di investimento sia espressa in forma lineare: I = I0 Ir r dove I0 sono gli investimenti di base (intercetta) e Ir r la parte degli investimenti che dipendono inversamente dal tasso di interesse reale r (Ir la sensibilit degli investimenti al tasso di interesse, ossia la pendenza della funzione di investimento)
La funzione di investimento
Acquisti pubblici
Gli acquisti pubblici di beni e servizi nelle principali economie industrializzate costituiscono circa il 25% del PIL, includendo gli acquisti delle pubbliche amministrazioni locali, statali e federali La spesa pubblica maggiore degli acquisti pubblici in quanto include i trasferimenti che, nella contabilit nazionale, vengono considerati come imposte negative Nel nostro modello, gli acquisti pubblici sono indicati dalla variabile G che assunta come esogenamente determinata. Al pari della contabilit nazionale, assumiamo i trasferimenti come imposte negative (come si visto, abbiamo definito le imposte come imposte nette).
Spesa pubblica/PIL
Commercio internazionale
Lultima componente del PIL da considerare sono le esportazioni nette (NX), ossia la differenza tra esportazioni lorde (GX) e importazioni (IM) Sommando le esportazioni nette NX a C+I+G, teniamo conto delle produzioni nazionali vendute agli stranieri e che non compaiono in C+I+G ; inoltre, correggiamo la spesa dei residenti per escludere i beni di produzione estera che non attivano il PIL nazionale La funzione di comportamento delle esportazioni nette ovviamente il risultato combinato delle due funzioni di comportamento riferite rispettivamente alle esportazioni lorde e alle importazioni
Esportazioni lorde
Il volume delle esportazioni lorde (GX) di un paese dipende positivamente da due variabili: il reddito estero (Yf) e il tasso di cambio reale (): GX = (Xf Yf) + (X )
dove: Xf la sensibilit delle esportazioni nazionali al reddito estero (GX/ Yf) ; X la sensibilit delle esportazioni nazionali al tasso di cambio reale (GX/ );
(Nota bene il tipo di notazione utilizzata per i parametri: la lettera maiuscola indica la variabile della quale vogliamo misurare la reattivit mentre il pedice fa riferimento alla variabile rispetto alla quale vogliamo misurare tale reattivit ( variabile esplicativa contenuta nel secondo membro)
Importazioni
La domanda di importazioni (IM) dipende positivamente dal PIL reale interno (Y). Dipende (negativamente) anche dal tasso di cambio reale, nel senso che un deprezzamento (apprezzamento), rendendo le merci straniere pi (meno) costose, provoca una riduzione (aumento) dei beni importati. Tuttavia, per semplicit, nel nostro modello assumiamo che le importazioni IM siano espresse come una quota costante del Pil reale Y: IM = IMy x Y (dove IMy la propensione marginale ad importare; 0< IMy <1)
Rappresentazione grafica
Al livello di reddito Y0 il saldo della BC=0 deficit surplus esportazioni
import
Y0
Surplus o deficit 0
surplus deficit
NX=GXIM Y0
Funzione delle NX
Date le esportazioni, un aumento del reddito interno aumenta le importazioni e riduce le esportazioni nette (GX-IM) NX NX=0
Esportazioni nette
Definiamo le esportazioni nette (NX) come la differenza tra le esportazioni lorde (GX) e le importazioni (IM): NX = GX IM = (Xf Yf) + (X ) (IMy Y) Quindi le esportazioni nette NX dipendono positivamente (pensare a un tasso di cambio /$) dal reddito estero Yf e dal tasso di cambio reale , e negativamente dal reddito interno Y
Saldo BC
Tempo, t La curva J la rappresentazione grafica dellaggiustamento dinamico della BC in seguito a un deprezzamento reale
Valuta di fatturazione (i beni esteri sono fatturati in valuta estera e rende immediatamente pi care le importazioni e non modifica il valore delle esportazioni che sono fatturate in valuta nazionale durata dei contratti . Alcuni contratti stipulati anteriormente alla svalutazione devono essere eseguiti in date future e le quantit prefissate con mesi di anticipo non possono essere modificate. Rigidit della domanda di alcuni beni importati (macchinari, materie prime) a variazioni del tasso di cambio reale
Il tasso di cambio
Abbiamo visto come il tasso di cambio sia unimportante variabile esplicativa delle esportazioni nette. Chiediamoci ora che cosa determina il tasso di cambio Coloro che operano sul mercato dei cambi scambiano titoli denominati in differenti valute per trarne un profitto. Due sono i moventi alla base dellattivit degli operatori: avidit e paura Avidit. Se, per esempio, vengono osservati interessi pi elevati su titoli statunitensi piuttosto che su quelli europei, un operatore potr ottenere un profitto vendendo titoli europei (in posizione corta) ed acquistando titoli statunitensi (in posizione lunga). Quanto maggiore sar il differenziale tra tasso di interesse statunitense e tasso di interesse europeo, tanto maggiore sar il guadagno delloperatore.
Il tasso di cambio
Paura. Sempre con riferimento allesempio precedente, lattivit delloperatore sar condizionata anche dalla paura di un deprezzamento della valuta , evento che potrebbe cancellare i profitti derivanti dal differenziale di interesse perch la variazione del cambio comporterebbe una perdita in conto capitale. Il deprezzamento di una valuta sar tanto pi probabile quanto pi il tasso di cambio corrente apprezzato (pi basso) rispetto al suo valore medio o di lungo periodo Equilibrio. Lequilibrio sul mercato dei cambi si determina quando avidit e paura si compensano: quanto maggiore il fattore avidit derivante da un elevato differenziale dei tassi di interesse tanto maggiore dovr essere la paura di un deprezzamento e quindi tanto pi basso dovr essere il valore corrente del tasso di cambio (cambio apprezzato rispetto al valore medio)
Il tasso di cambio
Lequazione che segue esprime il tasso di cambio reale corrente in funzione del suo valore medio (di lungo periodo) 0 e del differenziale tra tasso di interesse interno r e tasso di interesse estero rf :
= 0 - r (r rf)
(Il parametro r la sensibilit del tasso di cambio reale corrente al differenziale di interesse)
Lequazione di determinazione del tasso di cambio reale corrente pu essere illustrata dal seguente grafico
Il tasso di cambio
r>rf
ra= rf r <rf
In sintesi
Se r> rf gli investitori finanziari esteri vorranno acquistare titoli nazionali. La domanda di euro aumenta e quindi il tasso di cambio si apprezza (ossia diminuisce) = 0 - r (r rf)
CONCLUSIONI
Abbiamo rivisto il modello a prezzi flessibili Esiste equilibrio nel mercato del lavoro La funzione del consumo va rivista: se consideriamo variabili come la ricchezza, gli incrementi di reddito permanenti distinti da quelli temporanei ( risultato la PM e PMC nel lungo periodo sono pi alte di quelle di breve periodo La funzione degli investimenti tiene conto delle aspettative (animal spirits) Le esportazioni nette sono funzione negativa del reddito interno Esiste equilibrio nel mercato dei beni pur dopo aver introdotto le complicazioni viste