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BENVOLIO atto terzo-scena prima (davanti al principe e le famiglie dopo la morte di Tebaldo) Fu Tebaldo, qui ucciso dalla mano

di Romeo; Romeo gli rispondeva con le buone, e lesortava, anzi, a ben riflettere sulla futilit di quella rissa. Ma bench tutto ci gli fosse detto con pacatezza, con tranquillo sguardo e con ginocchia umilmente piegate, non ci fu verso di ridurre in calma la scatenata furia di Tebaldo; sordo a qualsiasi pacifico accento, egli sferra, col suo puntuto acciaio, un colpo in pieno petto al buon Mercuzio; che, non meno infocato, oppone allaltra la sua punta mortale e con marziale piglio di disprezzo, con una mano svia la fredda morte, con laltra la ricaccia su Tebaldo, che riesce a schivarla con destrezza. Romeo gridava forte ai contendenti: Amici, fermi! Fermi! Separatevi! e lagile suo braccio, ancor pi rapido della sua lingua, abbassava dun colpo le fatali lor punte e, con un salto, veniva ad interporsi fra quei due; e fu proprio a quel punto, che una brutta stoccata di Tebaldo, passata sotto il braccio di Romeo, tolse la vita al valido Mercuzio. Tebaldo, a quella vista, scappa via, ma torna subito contro Romeo, che solo allora prende a vagheggiare lidea della vendetta, e come un lampo, l savventano luno contro allaltro s che ancor prima chio trovassi il tempo di snudare la spada per dividerli, lanimoso Tebaldo era gi ucciso; e, come cade, Romeo fugge via. Questa la pura verit, signore. Muoia Benvolio, se non cos.

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