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RIVELAZIONI DI DIO

Jakob Lorber

IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI


2 Volume

La vita e gli insegnamenti di Ges nei tre anni della Sua predicazione

LE OPERE DI JAKOB LORBER


IL GOVERNO DELLA FAMIGLIA DI DIO LE DODICI ORE IL GRANDE TEMPO DEI TEMPI LA LUNA SATURNO LA MOSCA IL GROSSGLOCKNER IL SOLE NATURALE IL SOLE SPIRITUALE SPIEGAZIONE DI TESTI BIBLICI LINFANZIA DI GES 3 vol.- 1840/1844 - (da Adamo ed Eva fino a No) - 1841 - (le atrocit dei popoli della Terra nel 1841) - 1841 - (la pi grande Opera compiuta dalla Divinit) - 1841 - (la costituzione, la vita e lo scopo del nostro satellite) - 1841/1842 - (la costituzione e la vita su tale pianeta) - 1842 - (le attitudini e lo scopo di questo animale primordiale) - 1842 - un monte austriaco - (lo scopo delle montagne) - 1842 - (la costituzione e la vita sul nostro pianeta Sole) 2 vol.- 1842/1843 - (il pi grande trattato sullAldil) - 1843/1844 - (il vero significato delle citazioni bibliche) - 1843/1844 - (la vita di Ges fino a 12 anni) - 1844 - 1845 -

LETTERA DI PAOLO APOSTOLO ALLA COMUNIT DI LAODICEA SCAMBIO DI LETTERE FRA ABGARO, RE DI EDESSA, E GES LA TERRA OLTRE LA SOGLIA IL VESCOVO MARTINO DALLINFERNO AL CIELO I TRE GIORNI NEL TEMPIO DONI DEL CIELO IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI

- 1846/1847 - (la costituzione del nostro pianeta e come vivere su di esso) - 1847 - (cosa avviene prima, durante e dopo la morte) - 1847/1848 - (la vita errante di un vescovo diventato figlio di Dio) 2 vol. - 1848/1851- (la redenzione dei peccatori nellAldil) - 1851 - (metodi di guarigione) - 1859/1860 - (cosa insegn Ges nei tre giorni nel Tempio) 3 vol.- 1840/1864 - (Risposte del Signore alle domande di Lorber) 10 vol -1851/1864-(vita e insegnamenti di Ges)

LA FORZA SALUTARE DELLA LUCE SOLARE

VARIE
BIOGRAFIA DI JAKOB LORBER CD-ROM SCHEDE A COLORI (di Karl G. Ritter von Leitner) (lintera Opera in Volumi formato Pdf) (Vedi Sito www.jakoblorber.it - Opera in immagini)

LIBRI ESTRATTI DALLOPERA DI LORBER


IL RITORNO DI CRISTO TESTIMONIANZE DALLA NATURA SUPPLEMENTO AL G.V.G. SVELATI I MISTERI DELLANTICO EGITTO GES E LORDINE DEGLI ESSENI IL LIBRO DELLA VITTORIA PER OGNI ANIMA FINE DEL MONDO entro il 2031 (profezie di J. Lorber e G. Mayerhofer) (il regno minerale, vegetale e animale) (chiarimenti sul Vecchio e Nuovo Testamento) (Lucilla Zava) (Vincenzo Manzoni Giuseppe Vesco) (Alfio Pazzini) (Jakob Lorber Giuseppe Vesco)

ALTRI MISTICI
IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI - 11 vol. NELLALDIL (comunicazione di un defunto) 53 PREDICHE DEL SIGNORE SEGRETI DELLA VITA SEGRETI DELLA CREAZIONE LA VOCE DEL MAESTRO LA VIA PER UNA COSCIENZA PI ELEVATA ALLA SUA PRESENZA COLLOQUI SILENZIOSI CON IL SIGNORE I DIECI SANTI COMANDAMENTI LE SETTE PAROLE DI GES SULLA CROCE (Leopold Engel) (Leopold Engel) (Gottfried Mayerhofer) (Gottfried Mayerhofer) (Gottfried Mayerhofer) (Eva Bell Werber) (Eva Bell Werber) (Eva Bell Werber) (Eva Bell Werber) (A.Hedwig K.) (Antonie Groheim)

COME ORDINARE I VOLUMI Casa editrice GES La Nuova Rivelazione Via Vittorio Veneto 167, 24038 SANTOMOBONO TERME (Bergamo) Tel.-Fax: 035-851163 Cell. 347-1041176 E-mail damianofrosio@tiscali.it PER QUALSIASI INFORMAZIONE RIVOLGERSI A: Associazione Jakob Lorber, Via Vetrego 148 30035 MIRANO (Venezia) Tel. Fax. 041-436154 E-mail associazionelorber@alice.it Sito Internet www.jakoblorber.it
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Unit di misura austriache del 18/19 secolo usate nei testi: 1 Braccio = 77,8 cm 1 Cubito = 77,8 cm 1 Emero = 56,6 litri 1 Eone = 10120 (1 con 120 zeri) 1 Jugero o Joch = 5754,664 mq 1 Klafter o Tesa = 1,9 m 1 Libbra = 560 g 1 Linea = 2,2 mm 1 Ma = 1,4 litri 1 Miglio austriaco = 7,586 km 1 Miglio tedesco = 7,42 km 1 Pertica = 3,8 m 1 Piede = 31,6 cm 1 Pollice = 2,63 cm 1 Quintel = 4,4 grammi 1 Secchio = 56,6 litri 1 Spanna = 20 cm 1 Startin = 566 litri 1 Statere = piccola moneta antica 1 Tesa o Klafter = 1,9 m

Traduzione dalloriginale tedesco JOHANNES das groe Evangelium Opera dettata dal Signore nel 1851-64 al mistico Jakob Lorber 7. edizione tedesca 1982 Casa Editrice: Lorber Verlag - Bietigheim - Germania Copyright by Lorber Verlag Copyright by Associazione Jakob Lorber Ringraziamo la Lorber Verlag, Friedrich Zluhan e lOpera di Divulgazione Jakob Lorber e.V., D-74321 Bietigheim/Wuertt., per il sostegno nella pubblicazione di questo volume. Traduzione di Salvatore Piacentini (1930) Revisione a cura dellAssociazione Jakob Lorber (2005) In copertina: Il sermone sulla montagna, dipinto della mistica austriaca Maria Maddalena Hafenscheer. Spiegazioni e storia nellultima pagina. 4

Prefazione Nella fase finale di questepoca, in cui le pi importanti profezie annunciano lo scatenamento del male a livelli che nessuno ha mai concepito, Dio ha rivolto, tramite il profeta Jakob Lorber, il pi grande messaggio di salvezza a tutti i popoli della Terra. A questo strumento della Provvidenza divina, Dio ha comunicato unopera monumentale, LA NUOVA RIVELAZIONE, di 14.000 pagine, 36 volumi. Si tratta di una Comunicazione che spazia sulle tematiche esistenziali pi profonde e significative, il cui fine la comprensione del processo creativo delluomo, della sua trasformazione e del suo destino finale. Lorber scrisse per ben 24 anni, sentendo la Voce di Dio nel proprio cuore, e dedic tutta la sua vita a mettere per iscritto questa Parola che stata comunicata proprio per prepararsi ad affrontare questi ultimi tempi.

Lo scrivano di Dio Jakob Lorber nacque il 22 luglio 1800 a Kanischa, nella Stiria inferiore (Austria) da una famiglia di contadini. Lorber pass i primi anni della sua infanzia partecipando ai lavori della campagna. Da ragazzino manifest un grande desiderio di istruirsi e una particolare predilezione per la musica. Si applic dunque negli studi e nella musica, diventando maestro elementare, insegnante di pedagogia e maestro di violino. Il suo impulso verso una cultura spirituale superiore lo port alla lettura delle opere di Kerner, Stilling, Swedenborg, Bhme, Tennhardt e Kerning. Dopo aver vissuto molti anni guadagnandosi da vivere con lavori provvisori di supplente, di maestro privato in una famiglia benestante, suonando lorgano in una chiesa o dando lezioni private di violino, Lorber era comunque sempre alla ricerca di una posizione stabile. Non riuscendo per a trovare un posto di insegnante presso una scuola superiore, che avrebbe garantito la sicurezza del suo avvenire, Lorber decise di dedicarsi totalmente alla musica; divenne un ottimo violinista ed ebbe lonore di conoscere il celebre Paganini, che gli diede anche alcune lezioni di perfezionamento. La sua fama crebbe: tenne un concerto alla Scala di Milano e a quarantanni ottenne limportante incarico di maestro di cappella al Teatro di Trieste. Lorber accett con gioia e prese tutte le disposizioni per la partenza, ma la sua vita, allimprovviso, prese una direzione completamente diversa.
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Il 15 marzo 1840, alle ore 6 del mattino, sent risuonare una voce nel cuore che gli disse: Alzati, prendi la penna e scrivi!. Egli ubbid subito a questa misteriosa chiamata, prese la penna in mano e trascrisse parola per parola quanto gli veniva dettato interiormente. Questo era l'inizio dell'opera Il Governo della Famiglia di Dio ovvero Storia della creazione primordiale del mondo spirituale e materiale, nonch dei primi patriarchi. E le prime frasi di questa Voce misteriosa dicevano: Chi vuol parlare con Me, quegli venga a Me, ed Io gli metter la risposta nel cuore; tuttavia solo i puri, il cui cuore pieno di umilt, percepiranno il suono della Mia Voce. E chi preferisce Me al mondo intero, e Mi ama come una tenera sposa ama il suo sposo, con quello Io voglio camminare a braccetto. Egli Mi vedr sempre come un fratello vede laltro fratello, e come Io lo vedevo fin dalleternit, prima ancora che egli fosse. Dopo questo avvenimento, Lorber declin l'offerta fattagli e da quel momento, nel corso di ventiquattro anni, fino alla sua morte, egli serv da zelante scrivano a questa misteriosa Voce, definendosi umilmente un servitore del Signore. Lorber scriveva quasi ogni giorno gi di buon mattino e faceva scorrere la penna con discreta velocit, senza fare una pausa per riflettere oppure per correggere un passo dello scritto. Egli, oltre a sentire la Voce interiormente, aveva anche la visione figurativa di quanto udiva. A questo riguardo Lorber scrisse ad un amico: Quanto alla parola interiore, posso dire che io percepisco la santissima Parola del Signore sempre nella regione del cuore come un pensiero chiarissimo, luminoso e puro, come parole espresse. Nessuno, per quanto possa essermi vicino, pu percepire un qualcosa di una qualche voce. Per me, per, questa Voce di Grazia risuona pi limpida di qualsiasi altro suono materiale, per quanto forte esso sia. possibile conoscere un po pi da vicino la vita di Lorber da una lettera che lo stesso Lorber indirizz al suo amico Johannes Busch. In questa lettera c una risposta iniziale di Lorber relativa a delle informazioni di affari che aveva col suo amico, ma ad un certo punto il Signore prende la parola e tramite la mano di Lorber rivolge a Busch le seguenti parole: Mio caro amico, tu Mi cerchi, perch Mi ami; ed perci facile per te seguire il Mio comandamento d'Amore in maniera viva ed efficace. Vedi, gli uomini inventano ogni tipo di cose e credono anche ad ogni tipo di cose. E gli uomini che hanno inventato tante cose, alla fine non credono pi a nulla - se non a quello che hanno inventato - e pensano quale utile massimo possibile possano ricavarne! Questi sono figli del mondo che in certe cose sono pi furbi dei figli della luce! Ma ai Miei veri figli del cuore Io, tuttavia, dono ben altre cose che mai verranno nella corrotta mente dei furbi figli del mondo! Vedi! Il Mio servitore (Lorber) veramente povero per amor Mio, poich egli potrebbe essere molto ricco dato che possiede, anche per Mia Grazia, le migliori doti di musicista.
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Egli per ha rifiutato posizioni e offerte molto vantaggiose - tutto per il grande amore per Me. E se ha 2 fiorini, si accontenta di 40 centesimi, mentre 1 fiorino e 60 centesimi li distribuisce fra i poveri. Ma per questo Io gli ho aperto tutti i tesori dei Cieli. Ogni stella, per quanto lontana, a lui nota come questa Terra. Con l'occhio del suo spirito le pu contemplare ed ammirare a suo piacimento, ma queste cose lo interessano poco perch solo Io sono per lui Tutto in tutto! Ora vedi, questa l'unica via giusta che conduce al Mio cuore! Il giovane ricco citato nel Vangelo aveva osservato volentieri la legge fin dalla fanciullezza e con ci avrebbe dovuto anche avere la vita eterna. Per gli sembrava di non averla ancora. Per questo venne da Me e domand che cosa avrebbe dovuto fare per raggiungere la vita eterna. Ed Io dissi: Osserva i comandamenti!. Egli per ribad di aver fatto ci gi dalla fanciullezza! Al che gli dissi: Se vuoi di pi, vendi i tuoi beni, distribuisci il ricavato fra i poveri, poi vieni e seguiMi e allora i tesori del Cielo saranno a tua disposizione!. Vedi, questo Io lo dico ora per a ciascuno: Chi vuole avere molto da Me, deve sacrificarMi anche molto - chi per vuole tutto, vale a dire Me Stesso, costui deve anche sacrificarMi tutto, affinch noi diveniamo una cosa sola. Tu, per, Mi hai gi sacrificato molto e perci riceverai anche molto! L'amore puro e disinteressato perci dinanzi a Me il massimo! Questo poco sia detto, amico, per tua consolazione. Amen. Dopo aver dedicato 24 anni della sua vita a mettere per iscritto la pi importante opera mai comunicata allumanit, si avvicin anche per Lorber la fine della sua peregrinazione terrena. Il 24 agosto 1864 il servitore di Dio si addorment dolcemente e il suo spirito fece ritorno a quel mondo superiore al quale gi da lungo tempo apparteneva. La sua spoglia venne deposta nel cimitero di St. Leonhard presso Graz, dove una semplice lapide rammenta la missione delleletto servitore e scrivano di Dio.

La Nuova Rivelazione Questa imponente opera composta da una serie ragguardevole di volumi, che gi sotto l'aspetto puramente esteriore del numero e della mole rendono una testimonianza della pi sorprendente fertilit spirituale. Elenco dei volumi, ordinati cronologicamente: Il Governo della Famiglia di Dio - 3 volumi (1840/44); Le dodici ore (1841); Il grande Tempo dei tempi (1841); La Luna (1841); Saturno (1841/42);
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La Mosca (1842); Il Grossglockner (1842); Il Sole Naturale (1842); Il Sole Spirituale - 2 volumi (1842/43); Spiegazione di Testi biblici (1843); Linfanzia di Ges (1843/44); Lettera di Paolo apostolo alla comunit di Laodicea (1844); Scambio di lettere fra Abgaro, re di Edessa, e Ges (1845/46); La Terra (1846/47); Oltre la soglia (1847); Il vescovo Martino (1847/48); DallInferno al Cielo - 2 volumi (1848/51); La forza salutare della luce solare (1851) I tre giorni nel Tempio (1859/60); Doni del Cielo 3 volumi (1840/1864) Il Grande Vangelo di Giovanni - 10 volumi (1851/64).

Per quanto riguarda il contenuto della NUOVA RIVELAZIONE, dopo alcuni capitoli d'introduzione la Voce interiore comunica a Lorber le fondamentali spiegazioni sull'Essenza di Dio, sulla creazione primordiale del mondo spirituale, sulla formazione dei mondi materiali e sulla creazione finale delluomo. Da questa vasta esposizione emergono profondi insegnamenti sull'aldiqua e l'Aldil sotto forma di descrizioni di vita avvincenti e vive, e allo stesso tempo viene mostrata la Via sulla quale si pu giungere dall'iniziale imperfezione umana alla futura perfezione divina. Lopera principale, Il Grande Vangelo di Giovanni, il gioiello pi imponente che rappresenta il compendio e il coronamento della NUOVA RIVELAZIONE. In esso ci sono le descrizioni dettagliate e profonde di tutto ci che Ges ha detto e fatto nei tre anni del Suo insegnamento terreno. In queste ampie Comunicazioni, il Signore rivela che i Vangeli della Bibbia sono certamente la Sua Parola, ma aggiunge che Dio Stesso, incarnatosi in Ges, ha insegnato e operato molto di pi di quanto stato tramandato ai posteri attraverso gli attuali Vangeli. Dopo ben due millenni, Dio ritiene opportuno comunicare nuovamente e riconsegnare integralmente all'umanit tutto ci che era stato rivelato da Ges alla cerchia pi ristretta dei Suoi discepoli. Nel Grande Vangelo di Giovanni, tutte le domande principali della vita vengono finalmente svelate e chiarite. Solo in questepoca, infatti, lumanit preparata e matura per accogliere e comprendere la profonda verit sui pi importanti misteri divini, sulla continuit della vita e sul destino finale delluomo.

Il libro Il Grande Vangelo di Giovanni


Lopera pi voluminosa della Nuova Rivelazione il GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, in cui viene riferito integralmente tutto quello che Ges ha detto durante i suoi tre anni di insegnamento e di peregrinazioni sulla Terra. Sono stati anni di intensissima attivit, ricchissimi di opere, dalle pi umili e quotidiane alle pi sublimi e divine, che sono state omesse dai Vangeli. Il Signore, tramite Jakob Lorber, ha voluto restituire allumanit di questepoca la versione integrale del periodo pi straordinario della vita di Cristo. Ben 6.000 pagine sono state necessarie per ricreare lo scenario in cui Dio, agendo da uomo, Si offre come modello vivente che tutti gli uomini sono chiamati ad imitare. Accanto alle descrizioni della vita pubblica di Cristo nei suoi ultimi tre anni, vengono rivelati dalla Voce di Dio i pi importanti misteri sulla Creazione, rendendoli comprensibili agli uomini. Vengono date risposte convincenti a quei temi su cui luomo da sempre si affannosamente interrogato: la libert, il destino, la sofferenza, il male, i castighi, la morte, lAldil. Ci che caratterizza questopera il Progetto damore di Dio che ha in serbo per chi lo riconosce come Padre un destino meraviglioso: quello di diventare simile a Lui. Alla base della storia damore che Dio vuole iniziare con gli uomini c la Sua immensa solitudine e la Sua decisione di circondarsi di esseri viventi, trasformando un iniziale non-essere incosciente in un futuro essere consapevole e autonomo. Da queste rivelazioni divine luomo viene invaso da un senso di serenit perch acquisisce la certezza che Tutto ci che accade, la migliore soluzione voluta da Dio. Ci auguriamo che il lettore senta questo libro come una irripetibile occasione di incontrarsi con Dio e di avere finalmente le risposte alle sue pi profonde domande. Associazione Jakob Lorber

Venezia, gennaio 2000


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SULLE SETTE EDIZIONI DEL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI


L'originale del Grande Vangelo di Giovanni fu ricevuto da Lorber negli anni compresi tra il 1851 e il 1864. La prima edizione dell'opera in sette volumi fu pubblicata a cura di Johannes Busch a Dresda, a sue spese, a partire dall'anno 1871. Egli per non aveva a disposizione l'originale e quindi si serv di una copia, presumibilmente proveniente dalla cerchia di amici triestini che si occupavano dell'opera di Jakob Lorber. La seconda edizione che si basava sulla prima, ma non pi in scrittura continua, bens suddivisa in capitoli numerati e versetti, composta ora da dieci volumi, fu conclusa dopo sei anni e mezzo dal successore di Johannes Busch, Cristoph Friedrich Landbeck, nella sua casa editrice neoteosofica, ora gi a Bietigheim, nel 1891. La seconda ristampa di Landbeck, ora anche in versetti numerati - di conseguenza la terza edizione di tutta l'opera - fu pubblicata a Bietigheim nel 1909. Ma solo la quarta edizione del G.V.G., pubblicata a partire dal 1922 da Otto Zluhan nella sua qualit di erede di Padre Landbeck, si basa sull'originale, cio sul manoscritto originale di Jakob Lorber che era giunto, in modo finora non chiarito, a Mediasch in Transilvania, da dove l'allora gi attempato Padre Landbeck l'ha portato a Bietigheim personalmente poco prima della sua morte. A Otto Zluhan si presentava la necessit di una revisione radicale dell'opera voluminosa secondo i manoscritti originali di Jakob Lorber, revisione che una cerchia di collaboratori esperti, nel corso di molti anni, ha condotto in modo radicale, estremamente coscienzioso e responsabile. Differenze o discordanze rispetto alle precedenti edizioni non sono causate dunque da un divergere dall'originale primitivo, bens, al contrario, dal ricondurre, solo in questo momento divenuto possibile, i testi all'originale primitivo. Nel 1930 si cominci con la pubblicazione della quinta edizione. Nel 1937 la Neu-Salems-Verlag sub il divieto di esercizio da parte della GESTAPO, ma nel 1938 Otto Zluhan pot continuare a dirigerla con il nome di Lorber Verlag, per con la restrizione di poter eseguire consegne solo all'estero. Nel 1941 fu chiusa nuovamente la casa editrice dalla GESTAPO e Otto Zluhan fu arrestato. La quinta edizione, conclusa nel dopoguerra, e la sesta edizione del G.V.G. si basavano sulla quarta edizione degli anni venti. In occasione della presente settima edizione del G.V.G. -curata ora da Friedrich Zluhan successo a Otto Zluhan - che non pi composta e pubblicata in caratteri gotici, ma latini, la Lorber Verlag si decisa a comparare i testi ormai stampati immutati da sessantanni, ancora una volta con i manoscritti originali di Jakob Lorber. Questa comparazione, ancora una volta intrapresa da un certo numero di collaboratori esperti, ha confermato in modo convincente il lavoro, citato sopra, radicale, estremamente coscienzioso e responsabile dei predecessori.
H.E.Sponder Merano, 1981

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SOGGIORNO DI GES E DEI SUOI A CHIS E A NAZARET (Matt.13) 1. Capitolo Sulla punizione dei criminali. 1. A sera gi avanzata arrivano i tesori tratti fuori dalla caverna di Kisjonah, consistenti in oro, argento ed in una grande quantit di pietre preziose di grandissimo valore, parte in stato grezzo e parte gi lavorate: ci sono circa 3 libbre di diamanti lavorati e 3 libbre ancora grezze, poi altrettanto in peso delle due qualit di rubini, nelle stesse proporzioni unuguale quantit di smeraldi, giacinti, zaffiri, topazi ed ametiste, ed infine circa 4 libbre di bellissime perle grosse come un pisello. Cerano pi di 20.000 libbre di oro e 5 volte tanto dargento. 2. Quando Fausto ebbe ispezionato queste enormi ricchezze, rimase strabiliato ed esclam: O Signore! Io, come figlio di uno dei ricchi patrizi di Roma, ho avuto pure occasione di vedere dei tesori di questa Terra, ma una cosa simile non mai capitata sottocchio! Questo sorpassa tutto quanto si legge dei Faraoni e di Creso, il quale, secondo la leggenda, era tanto ricco che quasi non sapeva cosa fare dei suoi tesori e infine si sarebbe sul serio costruito un palazzo tutto doro se il suo vincitore non gli avesse sottratto il troppo oro che aveva. 3. Ma adesso, o Signore, Tu, cui niente pu rimanere nascosto, d a me, povero peccatore, come si spiega che questi dodici servitori di Satana siano venuti in possesso di tanta enorme ricchezza? da escludere che ci sia accaduto in modo anche solo relativamente onesto e nemmeno in un tempo troppo breve! Com dunque stata possibile una simile cosa? 4. Io gli dico: Amico, ormai non dartene pensiero pi di tanto! Non vale affatto la pena di sprecare altre parole a causa di questi escrementi di Satana. Di una cosa posso assicurarti: che cio fra tutti questi tesori non c uno statere di onesta provenienza e se si volesse illustrare punto per punto come e con quali svariatissime abominevoli mascalzonate questa razza di serpenti e di vipere abbia carpito ed accumulato tanta ricchezza, si andrebbe molto ma molto per le lunghe. 5. Spero che tu stesso non avrai altri dubbi sul fatto che qui si tratta di birbanti della specie pi astuta; che per essi siano sotto certi aspetti ancora qualche cosa di pi dei soliti birbanti, questo non occorre che altri lo sappiano. Secondo le leggi di Roma, essi hanno meritato gi dieci volte la morte soltanto per la rapina perpetrata a danno della carovana imperiale delle imposte e questaltra rapina, di cui abbiamo la prova in questo enorme tesoro che ci sta davanti agli occhi, non affatto meno abominevole, per quanto non concerna cos direttamente gli interessi dellamministrazione imperiale.
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6. Dunque, anche se tu sapessi tutto, non potresti ucciderli pi di una volta. Tu puoi bens rendere loro la morte pi dolorosa, ma a quale scopo? Se il martirio del tipo pi doloroso, per usare un termine del vostro linguaggio giuridico, esso risulta immediatamente mortale, se invece pi lieve, ma in compenso di maggior durata, allora esso causa al condannato una sensazione non molto pi forte di quanto ne causerebbe a te una mosca noiosa, poich lanima, in questo caso, per quanto anche materiale, terrorizzata oltre ogni dire dalla certezza dellimminente morte del proprio corpo, si raccoglie e si ritira immediatamente nei suoi pi reconditi recessi e comincia di propria volont a sciogliersi dal corpo nel quale non pi possibile rimanere, ed il corpo, in simili occasioni, diventa completamente insensibile. In tali condizioni puoi tormentare un corpo quanto vuoi, ma esso non sentir che un minimo dolore o non lo sentir affatto. Daltro canto, come detto, se tu sottoponi un corpo improvvisamente ad un tormento atroce, lanima non potr sopportarlo a lungo e se ne liberer, separandosi con un violento e istantaneo strappo dal corpo. Ora un corpo completamente inanimato puoi farlo bollire o bruciare, ma esso non prover pi gli effetti della tua punizione. 7. Io, di conseguenza, non sono a favore della pena di morte, perch essa non ha nessuna importanza per lucciso n meno ancora torna a decoro e a vantaggio del concetto di giustizia per il seguente motivo: Se tu ne uccidi solo uno, mille ti giureranno vendetta!. Per, riconoscendo le necessit dellOrdine divino, Io sono assolutamente daccordo che con un malfattore si debba fare uso giusto ed energico della sferza e che non si lasci riposare questa fino a che non sia subentrato un generale miglioramento! La flagellazione usata secondo giustizia ed a tempo debito, migliore del denaro e delloro puro, poich in tal modo lanima viene sempre pi liberata dagli elementi materiali che vi si sono infiltrati e termina infine con il rivolgersi al proprio spirito. Quando la flagellazione ha conseguito ci, ha gi salvato lanima dalla perdizione e di conseguenza tutto luomo dalla morte eterna. 8. E perci ciascun giudice nellOrdine di Dio non deve punire neanche il peggiore dei delinquenti con la pena di morte che non serve a nulla, ma con la pena della flagellazione applicata secondo la gravit richiesta dal misfatto. Se egli fa cos, un giudice degli uomini per il Cielo; ma se non fa cos, allora un giudice per lInferno e non potr mai aspettarsi da Dio alcuna ricompensa, bens per il regno per il quale egli ha giudicato gli uomini, dallo stesso regno egli deve ricevere anche la ricompensa! Ed ora tu ne sai abbastanza; non hai bisogno daltro che di far mettere sotto custodia questi tesori. Domani arriveranno anche gli altri da Corazin, dopo non rester che procedere alla spartizione ed alla spedizione di tutta questa immondizia del demonio. Ma adesso rechiamoci nella grande sala dove la cena ci attende gi! In verit Io sono gi stanco di tutta questa storia, tanto pi che il Mio tempo Mi sospinge a Nazaret 9. Dice Fausto: Signore! Vedo anche troppo bene che questa storia talmente ignominiosa debba ripugnarTi a dismisura, ma come si pu mettervi riparo una
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volta che si presentata cos? Ed io vorrei inoltre pregarTi, o Signore e mio pi grande e migliore amico, di non partire da qui prima di me, poich, senza di Te, in primo luogo, non posso fare niente e, in secondo luogo, nonostante io abbia con me la mia carissima moglie, senza di Te morirei qui dalla noia! Perci Ti prego nuovamente di non lasciare questo luogo fino a quando io non abbia visto la fine di questa fastidiosissima faccenda! Con il Tuo aiuto spero di avere sistemato tutte le cose entro domani a mezzogiorno. 10. Dico Io: Ebbene sia! Per Io non voglio pi vedere n sentir niente, tanto dei tesori quanto degli undici farisei, perch ci Mi ripugna pi di qualsiasi putredine 11. E Fausto risponde: Avr cura che venga fatto come Tu desideri.

2. Capitolo Giuda Iscariota, ladro delloro. 1. Dopo di ci entriamo nella stanza, precisamente nella sala da pranzo, dove ci attende una ricca cena. Ma abbiamo a mala pena terminato di mangiare che ecco comparire Giuda Iscariota, scortato da due servitori della casa, che riferiscono al giudice superiore che questo discepolo, od altro che sia, ha tentato di rubare due libbre doro, ma essi lo hanno colto sul fatto e, toltogli loro, lo hanno condotto da lui per rispondere della sua mala azione. 2. E Giuda, vergognandosi tremendamente, dice: Non era neppure lontanamente mia intenzione appropriarmi delloro, ma ho voluto semplicemente convincermi, prendendo in mano le due verghette, che esse fossero davvero tanto pesanti quanto si assicura, ma questi due pazzi qui mi si sono lanciati addosso e mi hanno trascinato fin qui come un volgarissimo ladro! Io ti prego, o Fausto, che mi venga tolta questa macchia che io non merito affatto! 3. Risponde Fausto, e dice ai due servitori: Per questa volta, sia! un discepolo del Signore e voglio risparmiargliene le conseguenze. (Rivolto poi a Giuda) Tu per per il futuro, a meno che tu non divenga un addetto alle stime imperiali, guardati dal toccare verghe doro, specialmente durante la notte, altrimenti andresti inevitabilmente incontro alla condanna comminata per il tentato furto! Hai compreso quello che ti ha detto Fausto, il giudice superiore? 4. Dice Giuda, ancor pi rosso dalla vergogna: Signore, ti assicuro che non c stata la bench minima traccia di un tentato furto, ma si trattato invece soltanto di una curiosit, sia pure alquanto inopportuna, che mi ha spinto a provare il peso di quelle verghe 5. Dico Io: Vattene e cercati un giaciglio! Infatti a quel male, al quale tutti i ladri soccombono per mano di Satana, soccomberai fra non molto anche tu, perch eri, sei e resterai un ladro! Finch il rigore della legge ti trattiene, tu non sei un ladro nellazione propriamente detta, ma nel tuo cuore lo sei gi da
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molto tempo! Se Io abrogassi oggi tutte le leggi, tu saresti il primo a mettere le mani sui tesori che sono qui custoditi, perch ogni sentimento di diritto e dequit ben lontano dal tuo cuore. Peccato che sotto la tua testa non batta un cuore migliore! Va ora a dormire e vedi di essere domani pi sincero di oggi! 6. Dopo questo rimprovero Giuda, vergognandosi molto, si ritira e va a coricarsi, ma per due ore non pu prendere sonno, perch va arrovellandosi il cervello studiando il modo per poter sfuggire alla predizione da Me fatta, ma il suo cuore non pu additargli nessuna via duscita, tormentato com dalla sete prepotente delloro; alla fine egli si addormenta. Noi pure andiamo a riposarci, essendo affaticati dal lavoro delle due notti precedenti, per il mattino non si fa attendere a lungo. 7. Fausto era appunto in procinto di voltarsi per fare unultima dormitina, quando fu annunciato larrivo dei conducenti della carovana con i tesori di Corazin. Egli viene svegliato e deve, per ragioni dufficio, uscire subito fuori per ispezionare i tesori, per farli stimare e per prenderli in consegna. Anche noi frattanto ci siamo alzati tutti e la comitiva si raduna nella grande sala dove, gi pronta su molte mense, ci aspetta la colazione che consiste in pesce fresco, allestito benissimo. Fausto, quasi gi stanco dal lavoro fatto, si affretta a raggiungerci abbracciato alla sua giovane sposa e prende posto vicino a Me. 8. Appena terminata la colazione, rallegrata da un buon bicchiere di vino, Fausto Mi racconta che quella mattina il suo lavoro, che in condizioni normali avrebbe richiesto un paio di settimane di diligenti cure, ormai sbrigato e tutto gi partito per il rispettivo luogo di destinazione. Tutti i documenti erano gi in pieno ordine e pronti sul tavolo nella grande stanza dellufficio e cos pure le relative lettere legali accompagnatorie. Il tesoro ritrovato nella caverna di Kisjonah era stato ripartito e il tutto corredato da documenti per i luoghi di destinazione, lo stesso si dica dei denari delle imposte e del grosso tesoro del Tempio ritrovato a Corazin e cos tutto era partito in buon ordine, nella grande stanza dufficio non era rimasta che una quantit considerevole di attrezzi ed utensili da falegname, dei quali non sera trovato ancora il proprietario 9. Allora Io dissi: L in fondo, allestremit della tavola, vicino alla madre Maria, siedono due dei figli di Giuseppe e precisamente Giosoe e Gioele; essi ne sono i proprietari! Tutte queste cose sono state loro sequestrate assieme alla casetta di Nazaret e bisogna che vengano loro restituite! 10. Dice Fausto: Signore! E anche la casa, ben sintende! Te lo posso garantire! O Signore ed amico, quante noie e dispiaceri mi hanno gi procurato questi loschi figuri! Una sciocca legge li ha finora spalleggiati e con tutta la migliore buona volont non si potuto incastrarli da un qualche loro lato debole. Davanti ai miei occhi essi hanno perpetrato le pi orrende ingiustizie e, bench dotati di tutto il potere, non si pot far loro nulla. Questa volta per pare che Satana non li abbia assistiti ed io ho nelle mie mani un tale rapporto sul conto loro da farli tremare come una foglia che viene percossa
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dalluragano! Il rapporto al governatore superiore Cirenio un capolavoro e lo si trasmetter immediatamente vidimato a Roma, unitamente ai denari delle imposte. Da Tiro, Sidone e Cesarea una buona nave imperiale, munita di forti vele e timone, con ventiquattro rematori e con un discreto vento, pu raggiungere in dodici giorni la costa romana, vale a dire che il rapporto pu essere circa entro questo tempo nelle mani dellimperatore! Godetevela ancora questi dodici giorni, loschi figuri! Sapremo ben mettere dei freni adatti al vostro smisurato orgoglio! 11. Osservo Io: Amico, Io ti dico davvero che non devi gioire anzitempo! Le cornacchie non si strappano gli occhi a vicenda! certo che non andr troppo bene fra le mura del Tempio agli undici: non li condanneranno a morte, ma verranno rinchiusi per tutta la vita nelle celle di penitenza, per quanto per concerne le pubbliche scuse verso Roma, vedrai che sapranno farli apparire innocenti e candidi come la neve, allora soltanto ti verranno richiesti ulteriori rapporti ed informazioni e tu farai molta fatica a rispondere alle domande che ti verranno rivolte da Roma. certo che a te non verr torto un capello, ma ti sar difficile sfuggire a qualche angustia, se non saprai raccogliere in tempo i testimoni e le prove necessarie. A questo scopo Io lascio presso di te Pilah, egli ti render buoni servizi in tale occasione. Abbi cura per di procurargli sollecitamente una veste di tipo romano, affinch non possa venire riconosciuto dai colleghi che stazionano a Cafarnao, perch Io posso dirtelo: Satana non ha di gran lunga tanto astutamente e perfidamente organizzato il suo governo quanto questa razza di vipere. Perci, oltre allessere mansueto come un agnello, sii pure astuto come un serpente, altrimenti non verrai mai a capo di nulla con questa progenie! 12. Dice Fausto: Grazie infinite Ti siano rese per questo consiglio. Ma, essendo questa faccenda ormai sbrigata nel miglior modo possibile, non potremo dedicarci a qualche cosa di pi lieto e piacevole? 13. Ed Io gli rispondo: Sicuramente! Io ci sto senzaltro, soltanto aspettiamo che venga ancora Kisjonah il quale sar ben presto in regola con le sue casse.

3. Capitolo Il corretto uso della capacit di operare miracoli e di guarire. 1. Noi non attendiamo a lungo e compare anche Kisjonah, che saluta tutti nel modo pi affettuoso ed amichevole e dice: O carissimo amico mio Ges! Cos Ti chiamo soltanto per una formalit esteriore, perch sai bene cosa e Chi Tu sei per me nel mio cuore. Tutto quanto di bene mi accadde in questi giorni lo devo soltanto a Te. Non fu complessivamente che di misere 5.000 libbre limporto del debito da me volutamente condonato ai poveri abitanti di Cana, ma Tu me ne hai date ora 50.000 senza calcolare tutti gli altri tesori il cui valore deve essere di almeno altrettanto! Io per Ti prometto, per tutto limmenso amore che ti porto,
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che far del mio meglio per impiegare tutta questa ricchezza a vantaggio dei poveri e degli oppressi, cos che alla fine debba anche questa immondizia del demonio convertirsi in oro puro per i Cieli di Dio! 2. Certamente non mi propongo di dare oro ed argento in mano agli uomini, perch ci costituisce un veleno per i loro cuori deboli ed inclinati alla materia, invece procurer ai privi di tetto e di beni un ricovero e dar loro un terreno e bestiame e pane e vesti. A chiunque avr soccorso, per, verranno annunciati la Tua Parola ed il Tuo Nome, affinch egli possa serbare viva coscienza che ad Uno solo dovuta tutta la gratitudine, mentre io non rimango che un servitore pigro ed inetto! Ma Tu, o Signore, assistimi e rafforzami, quando servir nel Tuo Nome, e se mai dovesse il mio cuore cedere alle lusinghe del mondo, fa che le mie forze vengano meno e che io cos mi accorga di non essere che un uomo debole, incapace di compiere qualcosa con la mia sola forza! 3. Io allora, posta la Mia mano sul suo cuore, gli dico: Amico e fratello Mio! Tu non hai che da custodirMi qui dentro e la forza per compiere opere nobili e buone non ti mancher mai. S, con la fede viva e con lamore puro e totale verso di Me e con la brama ardente di operare il bene per il tuo prossimo nel Mio Nome, potrai comandare agli elementi ed essi ti obbediranno. I venti non resteranno sordi al tuo richiamo ed il mare riconoscer la tua voce e tu potrai dire alluno od allaltro dei monti: Levati e scagliati nel mare, ed avverr come gli avrai comandato. 4. Ma se qualcuno, per credere, vorr domandarti dei segni, non concederglieli. Chi non vuole riconoscere la verit per amore della verit stessa e questa non gli una prova sufficiente, meglio che rimanga nella sua cecit, poich, se costretto ad accettare la verit per la potenza di un segno, ma poi non conforma le proprie azioni alla dottrina, allora il segno torna a doppio giudizio per lui. Infatti, in primo luogo, il segno un duplice giudizio per lui, perch egli costretto ad accogliere la verit quale verit per la forza del segno, e non fa differenza se egli la riconosce o no nel suo stato di accecamento e, in secondo luogo, egli deve evidentemente incorrere in s in una condanna pi aspra, secondo lOrdine divino, qualora egli dopo non agisca secondo la verit imposta per forza di segni, non importa che egli riconosca pienamente la verit per tale oppure no, poich la riuscita del segno gli ha fornito una prova che lo vincola. E questo gi abbastanza, perch il discernimento od il non discernimento in tal caso non giustifica nessuno. 5. Infatti se qualcuno domanda un segno a conferma della verit appresa e dice: Veramente tramite le tue parole non mi riesce ancora di giungere al fondo della verit, ma qualora ti sia possibile fornirmi un segno quale una prova di fatto da operare in conformit allessenza di tale dottrina propostami, io accetter questa dottrina quale piena verit, ebbene al richiedente viene concesso il segno! Dopo di ci egli non pu pi fare a meno di accettare la verit della dottrina, la riconosca esso per tale fino in fondo oppure no, poich il segno gli sta di fronte come una prova inconfutabile.
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6. Ma siccome a causa della sua cecit non gli possibile giungere al fondo della verit e siccome a causa dellosservanza della dottrina di verit gli deriverebbe, secondo i suoi concetti, una considerevole diminuzione nelle comodit della vita, egli fa questo ragionamento: Ci sar ben qualcosa di vero in tutto ci altrimenti il miracolo non sarebbe stato possibile, ma tuttavia la cosa, in fondo, non mi riesce ben chiara e se io volessi operare in conformit ad essa mi costerebbe una spaventosa abnegazione. Per questa ragione preferisco non farlo e proseguo nel mio antico tenore di vita, che veramente privo di segni straordinari, ma nonostante ci mi molto gradito!. 7. Ecco, in ci sta gi appunto la condanna che colui che richiede il segno si preparato da se stesso per mezzo del segno operato su sua stessa richiesta e che gli ha fornito la prova inoppugnabile contro cui egli non pu presentare nessuna controprova; e cos egli, continuando nel suo sistema sbagliato di vita, diventa un avversario della verit eterna e di fatto la rigetta assolutamente, quantunque egli in eterno non possa considerare come non avvenuto il segno incancellabile che gli venne fornito per corroborare la verit quale conseguenza della verit rivelata. Perci incomparabilmente meglio non fare nessun segno a riprova della verit! 8. Per, qualora si tratti di giovare veramente agli uomini e di illuminarli, puoi operare tacitamente, senza che te ne venga in qualche modo fatta richiesta, quanti segni tu vuoi e allora ci non trarr nessuno in peccato n, ancora meno, costituir per nessuno un giudizio. E quando per giovare alluomo hai operato anticipatamente qualche segno, tu puoi ben fare seguire degli insegnamenti, se la persona per cui hai operato il segno te ne fa richiesta. Se essa per non te ne fa richiesta, fa seguire soltanto una seria ammonizione a guardarsi dal peccato, ma non iniziare ad esporre la dottrina, perch in tal caso coloro che saranno stati beneficati dal tuo segno riterranno che tu sia un medico esperto anche nelle arti magiche ed il segno stesso non avr per loro alcun ulteriore effetto costrittivo. 9. Tutti coloro ai quali, per, viene impartita la facolt di operare segni e miracoli, qualora se ne presenti la necessit, tutti devono seguire fedelmente questo Mio consiglio, se vogliono veramente fare il bene. 10. Soprattutto ognuno si guardi dalloperare segni essendo in uno stato di eccitazione o di ira! Infatti ogni segno pu e deve avere come fondamento soltanto la mansuetudine e lamore pi veri e puri, perch se esso compiuto in uno stato di rabbia e di ira, ci che anche possibile, allora vi ha parte pure lInferno, e un tale segno non solo non porta benedizione, ma al contrario causa di maledizione. 11. Ora, se Io gi ripetute volte vi ho insegnato che voi dovete benedire perfino coloro che vi maledicono, quanto meno dovete fare oggetto della vostra maledizione i ciechi nello spirito che non vi vengono incontro con la maledizione, ma soltanto con la vana cecit del loro cuore!
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12. Dunque ponderate bene quanto ora vi ho detto ed operate conformemente a ci, in questo modo voi spargerete ovunque benedizione, se anche non sempre spiritualmente almeno corporalmente, come ho fatto Io finora e come faccio tuttora, poich avendo dinanzi qualcuno oppresso da ogni miseria, spesse volte un beneficio puramente corporale influisce sul suo cuore e sul suo spirito molto di pi che non cento dei migliori insegnamenti. Perci sta anche nel buon ordine delle cose, propagando il Vangelo, che si debba prima appianare la via al cuore dei miseri mediante benefici corporali e soltanto dopo esporre il Vangelo al loro animo risanato, piuttosto che far precedere la predica del Vangelo e soltanto dopo colpire la mente dei miseri ascoltatori con un miracolo, preparando loro cos manifestamente un giudizio in una miseria spirituale pi grande ancora di quella che concerne unicamente il corpo da cui erano prima afflitti. 13. Quando tu sarai chiamato al letto di un infermo, va e prima della predica imponigli le mani affinch egli ne ottenga un miglioramento e se poi ti chiede: Amico, come ti stata possibile una simile cosa?. Soltanto allora digli: Per la forza della viva fede nel Nome di Colui che Dio ha mandato dal Cielo per la beatitudine vera degli uomini!. Se poi egli ti domander qual questo Nome, dagli, secondo la sua capacit dintelletto, quel tanto di spiegazioni preliminari che basteranno a fargli intravedere la possibilit di un simile fenomeno. 14. E quando sar arrivato a questo punto, istruiscilo in adeguata misura sempre di pi. Se poi tu dovessi accorgerti di unattivit sempre maggiore che si manifesta nel suo cuore, allora digli infine tutto ed egli certamente accoglier ciascuna delle tue parole e ci creder. Se per tu volessi dirgli troppo in una sola volta, questo lo opprimerebbe, ed in questo caso dovresti compiere una bella fatica per ristabilire lequilibrio in lui. 15. Dunque, come al neonato non si porge subito un cibo che confacente alluomo maturo poich con questo lo si ucciderebbe, cos pure non si deve concedere alluomo ancora bambino nello spirito gi dallinizio un cibo spirituale virile, ma solo un cibo che sia adeguato al grado di sviluppo spirituale di un simile uomo-bambino, altrimenti lo si uccider e sar poi cosa difficilissima il rianimarlo nuovamente nello spirito. Avete tutti voi ben compreso quanto vi ho ora esposto? 16. Esclamano tutti con il cuore commosso: S, o Signore! Ogni cosa ci ormai chiara come il sole di mezzogiorno e noi losserveremo anche fedelmente 17. Ed Io concludo: Sta bene, ma adesso andiamocene alla caverna, perch questa non la sola caverna, ma ce n anche unaltra alla quale si accede dalla prima e noi vogliamo esplorarle. Provvedetevi per di una buona quantit di fiaccole nonch di pane e vino: noi troveremo l degli esseri che avranno grande fame.

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4. Capitolo Visita e descrizione di una caverna stalattitica. 1. Kisjonah allora ordina che si appronti ogni cosa e Baram, che non aveva potuto ancora separarsi da noi, dal canto suo, fa mettere assieme dalla sua gente quanto gli era rimasto delle sue provvigioni di pane e vino, cos pure Jonaele e Jairuth, al quale pure non possibile allontanarsi da Me, e Mi pregano di concedere loro di partecipare alla spedizione. 2. Ed Io dico: Certamente, perch la vostra presenza sar anzi necessaria ed anche Archiele ci prester buoni servizi nel suo genere. Io per devo avvertirvi ancora di una cosa e cio che in questo istante una delegazione composta di vostri acerrimi nemici in procinto di abbandonare Sichar per venir qui, allo scopo di indurvi a fare prontamente ritorno alla vostra citt, poich il popolo si sollevato contro di loro e gi laltro ieri stato deposto il nuovo sacerdote insediato di recente. Questultimo fa anche parte della deputazione. Essi arriveranno qui ancora questa sera e noi avremo alquanto da discutere con loro, ora per mettiamoci in cammino! Allora anche le donne e le ragazze manifestarono il desiderio di accompagnarci e Mi pregarono per questo. 3. Io per risposi loro: Mie care figliole, questa non unescursione per voi, restate quindi a casa per oggi ed abbiate cura che questa sera, al nostro ritorno, sia pronta una discreta cena! Le donne si adeguarono al Mio consiglio, cos pure Maria e tutte si diedero ad accudire alle faccende di casa. Ed anche Lidia, la quale particolarmente sarebbe stata lieta di venire con noi, visto che ci era contro la Mia Volont, non insistette e se ne rest a casa per aiutare le altre donne nel loro lavoro. 4. Noi frattanto ceravamo incamminati ed in un paio dore raggiungemmo la grotta o caverna, che dir si voglia, e vi penetrammo subito, muniti di fiaccole accese. La meraviglia di Kisjonah fu grande quando pot persuadersi della vastit di quella caverna e delle formazioni stalattitiche quanto mai interessanti di cui era ricca, tanto anzi che di simili non si possono riscontrare in nessun punto dellAsia anteriore, dove di tali caverne pure se ne conta in gran numero: figure gigantesche dogni tipo si presentavano ogni qual tratto allocchio timido dellesploratore. 5. E Fausto stesso, che, sempre memore delle gesta eroiche dei romani, era poco accessibile al timore, non pot sottrarsi ad un certo senso di sgomento e mormor: Davvero qui, anche senza volerlo, si potrebbe venir indotti a credere che dentro la terra abbia dimora una specie di deit le quali, con la loro potenza enorme, mandano a compimento opere colossali di questa specie! Ecco qui delle immagini di uomini, di animali e di alberi, ma in che proporzioni! Che figura farebbero qui i templi giganteschi e le statue di Roma? Vedi questArabo com ben disegnato! In verit, se si volesse e potesse salire fino al suo capo, ci sarebbero da fare gradini per unora buona, per di pi raffigurato seduto e, nonostante ci, mi viene il capogiro se il mio occhio vuole arrivare alla sommit
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della figura. Ah, tutto ci sul serio una cosa straordinariamente meravigliosa e degna di essere vista! Non possibile che queste opere siano il prodotto del puro caso! Ecco nuovamente un gruppo di guerrieri armati di spada e di lancia e l, proprio in fondo, ci viene incontro barrendo un elefante di proporzioni colossali ed anche questo disegnato alla perfezione! O Signore, in qual maniera meravigliosa hanno avuto origine tutte queste cose? 6. Rispondo Io: Amico Mio, accontentati per ora di ammirare quello che si presenta al tuo sguardo e non fare molte domande, non mancher poi la naturale spiegazione di tutto ci. Qui avrai occasione di vedere ancora ben altre cose che susciteranno in te meraviglia molto maggiore, ma anche allora non domandare nulla! Quando noi saremo usciti allaperto, fuor da questa grotta, Io vi dar spiegazioni riguardo a tutte queste cose. 7. Noi proseguiamo dunque e perveniamo ad una caverna vastissima ed alta, che non era oscura come laltra, anche se discretamente illuminata, siccome vi facevano capo diverse piccole sorgenti di petrolio gi molti anni prima accese da uomini cui la caverna aveva servito di ricovero e che da quella volta avevano continuato ad ardere senza interruzione, qual pi, qual meno, fornendo luce ad una gran parte di quella spaziosa cavit. Oltre a ci, in un punto dellenorme cupola, unapertura abbastanza grande dava accesso allaria ed alla luce esterna, cosicch ci si poteva muovere discretamente a proprio agio per quanto concerneva lilluminazione. 8. Sul suolo di questa grotta, o meglio sala sotterranea, apparivano, come scolpite, numerose e svariatissime figure: qui serpenti, l gigantesche lucertole ed ogni altro genere di figure animali, parte molto bene e parte incompletamente disegnate, cera altres una quantit grandiosa di formazioni cristalline dai pi svariati colori e dalle dimensioni che andavano dal minutissimo al colossale e tutto ci conferiva allambiente unimponenza ed una bellezza sorprendenti. 9. E Fausto non pot trattenersi dallesclamare: Signore, qui ci sono ornamenti imperiali in grande abbondanza, quale certamente nessun regnante ha mai potuto nemmeno sognarli! Ma, daltro canto, ci sarebbe davvero da credere allesistenza del profondo Tartaro com descritto dalla mitologia greca! Non vi mancano che lo Stige, il vecchio Caronte, i tre ben noti giudici inesorabili delle anime: Minosse, Eaco, Radamante ed infine Cerbero, il cane dalle tre teste, alcune delle Furie e poi forse Plutone con la bella Proserpina, dopo di che il Tartaro, con i suoi tormenti, sarebbe completo! Tutte queste numerose fiamme provenienti dal suolo e dalle pareti, le migliaia di raccapriccianti figure animalesche sul suolo, per quanto morte e pietrificate, ed una quantit di altre cose mi sembrano quasi giustificare la supposizione che, se non proprio nel Tartaro stesso, noi siamo almeno sulla via che pi direttamente vi conduce, oppure, ci che mi sembra pi probabile, che dallesistenza di questa o di una qualche altra grotta simile abbia tratto origine il mito greco del Tartaro! 10. Dico Io: Nella tua ultima supposizione, bench non tutto, c per molto di vero, perch le caste sacerdotali, per lo pi sempre astutissime, presso tutti i
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popoli ed in ogni tempo hanno saputo sfruttare a loro vantaggio e nel pi raffinato dei modi simili fenomeni della natura. In maniera non differente sono continuate le cose anche in Grecia ed a Roma, con laggravante che la fantasia male inspirata dei sacerdoti non conobbe pi freno, cosicch fino ad oggi popoli e popoli sono stati precipitati nelle tenebre della superstizione e lo saranno ugualmente, ora pi ora meno, fino alla fine del mondo. 11. Fino a tanto che la Terra, nella sua necessaria costituzione molto svariata, dovr presentare allocchio umano delle formazioni o figure simili, i suoi uomini, che per diverse ragioni sono in spirito ciechi e schivi della luce, sempre si creeranno nella loro fantasia ogni specie di forme sconnesse ed attribuiranno loro facolt straordinarie e forze divine e ci per il motivo che nella loro cecit non possono vedere la ragione di questi fenomeni. 12. Guarda qui! Ecco anche il tuo Stige, il nocchiere Caronte ed al di l del fiume, largo circa dodici tese e profondo al massimo un braccio, il quale veramente una specie di stagno molto facilmente guadabile nel punto pi basso, puoi vedere in mezza luce altres i tuoi tre giudici, alcune Furie, Cerbero ed infine Plutone assieme a Proserpina! Tutte figure, queste, che soltanto ad una certa distanza ti appaiono tali, mentre osservate da vicino e in piena luce somigliano a qualsivoglia altra cosa che non sia appunto quello che la fantasia degli uomini ha voluto immaginare. Ora per andiamocene a piedi oltre lo Stige e non ci sar bisogno di pagare tributi a Caronte, giunti al di l ci occuperemo di esaminare un pochino anche il Tartaro!. 13. Noi passiamo dunque a guado oltre il cosiddetto Stige nel punto meno profondo ed attraverso un corridoio piuttosto stretto penetriamo nel Tartaro, il quale, illuminato dalle nostre fiaccole, ci rivela ben presto la presenza di altri considerevoli tesori, dei quali nessuno dei farisei aveva ancora rivelato lesistenza, e cos grazie a Me ritorna alla luce tutto quello che era stato nascosto, per quanto accuratamente.

5. Capitolo Storia dei tesori trovati. 1. Fausto a quella vista arretra strabiliato e poi chiama a s Pilah e gli dice: Di tutto ci non ne sapevi proprio niente, dato che non me ne hai fatto assolutamente parola? Parla, altrimenti si mette male per te! 2. E Pilah risponde: Signore, davvero io non ne sapevo niente! Oggi la prima volta che ho avuto occasione di penetrare cos dentro in questa caverna; i miei vecchi colleghi saranno stati certo a conoscenza della cosa, ma non avranno voluto rivelarla per avere almeno unultima risorsa nel caso in cui fosse loro occorso trarsi da qualche grave impiccio. Ma ormai prendi in consegna ogni cosa, perch, grazie al cielo, a te che appartiene
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3. Fausto Mi domanda se Pilah ha detto la verit ed Io glielo confermo ed aggiungo: Amico Mio, quando qualcuno si prende in moglie una giovane di famiglia ragguardevole, egli ha il diritto di aspettarsi una dote. Finora tu hai avuto moltissimo da fare e, nonostante ci, nella ripartizione degli altri beni non ti toccata nessuna parte, di conseguenza prendi ora in tuo legittimo possesso tutto intero questo tesoro che secondo la valutazione di questo mondo ha un valore di 1000 volte 1000 libbre. 4. Il maggior valore per rappresentato da perle, ciascuna delle quali ha la grossezza di un uovo di gallina. Unintera cassetta di ferro, da 1000 dramme di volume, ricolma di queste perle straordinarie, gi una sola delle quali ha veramente un valore inestimabile. Perle simili non si trovano pi, quali nuove formazioni, in nessun luogo di questa Terra, poich le speciali conchiglie nelle quali erano contenute, nonch una grande quantit di altri animali che vivevano nelle epoche primordiali di questo pianeta, ora non esistono pi. Veramente queste perle non vennero neppure tratte dal mare, bens furono rinvenute nella terra ai tempi del re Ninia, detto anche Nino, durante gli scavi fatti per la costruzione della citt di Ninive ordinata da questo re. Dopo moltissime vicende esse furono portate a Gerusalemme, in parte gi ai tempi di Davide, ma il maggior numero durante lepoca di Salomone, per in questa caverna giunsero appena al tempo della conquista dei romani, quando questi ebbero preso possesso di quasi met dellAsia. 5. I principali fra i sacerdoti, ai quali era nota gi da molto tempo prima lesistenza della caverna, quando ebbero sentore dellimminente invasione romana, misero assieme in fretta tutti i maggiori tesori mobili del Tempio e riusc loro di portarli felicemente qui dentro in salvo. I leoni doro, che portavano il trono di Salomone e che in parte ne sorvegliavano i gradini, rimasero sepolti sotto le macerie, quando i babilonesi distrussero Gerusalemme, ma in seguito, durante la riedificazione, furono ritrovati e ripresi in consegna dai sacerdoti per il Tempio. Ora anche questi leoni si trovano per la maggior parte qui, perch al tempo della conquista romana tutto quello di pi prezioso che si pot ammassare in fretta fu portato in questo luogo, come pure, al tempo della conquista dei babilonesi, allora potenti, una considerevolissima quantit di tesori del Tempio venne trasportata nella ormai conosciuta caverna presso Corazin, quantunque nel Tempio stesso ne fossero rimasti abbastanza anche per i babilonesi, che si impossessarono specialmente dei vasellami degli arredi consacrati in perpetuo al servizio del Tempio e li trasportarono a Babilonia. D quindi ordine alla tua gente di togliere tutto ci e di portarlo fuori, dopodich Archiele sbarrer lingresso di questa grotta in modo che piede umano non potr mai pi accedervi 6. Allora Fausto d immediatamente ordine ai servitori di trasportare fuori tutti quei tesori, ma quando essi si accingono a sollevare le numerose casse di ferro che giacciono l, si accorgono che le loro forze non bastano e si rivolgono a Me con la preghiera di infondere loro il vigore necessario per venirne a capo.
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7. Io per chiamo Archiele e gli dico: Ebbene, porta fuori tutta questa immondizia e depositala addirittura a Chis, nel magazzino grande!. Nello stesso istante tutte quelle pesanti casse sparirono, per Archiele fu di ritorno immediatamente, cosicch nessuno pot accorgersi, quando veramente egli fosse stato assente. 8. E Fausto stupefatto esclama: Questa cosa non ha oramai pi del favoloso, ma dellincredibile! I miei servitori avrebbero dovuto impiegare certo almeno tre giorni per compiere un lavoro simile ed ecco che in un attimo assolutamente non percettibile non c pi nemmeno una delle casse che avevamo sottocchio! per inutile che io domandi come una cosa tale sia possibile, poich, per comprendere ed apprezzare al loro giusto valore dei fenomeni di questa specie, si esige un senso divino che io non possiedo! 9. Gli dico Io: S, certamente tu hai ragione; daltro canto non sarebbe affatto vantaggioso alluomo se gli riuscisse di comprendere in una sola volta il come ed il perch di tutti i fenomeni che si manifestano ai suoi sensi. Infatti sta scritto: Se tu mangerai dellalbero della conoscenza, certamente tu morirai!. meglio dunque prendere qualsiasi fatto, per quanto miracoloso, cos come esso si manifesta ai sensi e rendere in pari tempo sempre pi viva nella propria mente lidea che nulla vi di impossibile a Dio, piuttosto che voler esplorare il fatto stesso nelle sue intime origini, nel qual caso luomo ne sa, dopo la spiegazione, altrettanto poco quanto prima. 10. abbastanza che tu veda come la Terra sia atta a portare ed a nutrire luomo! Se tu volessi penetrare il mistero della sua origine e del suo processo di formazione, essa perderebbe per te ogni attrattiva e non ne avresti pi alcun compiacimento, non ti rimarrebbe invece che una brama ardente di esplorare le origini di un qualche altro mondo. E, qualora tu avessi infine constatato essere state ed essere identiche le cause nel processo di formazione e di manutenzione per questo secondo mondo e cos pure per un terzo, quarto e quinto mondo, non saresti pi invogliato ad esplorarne ulteriormente un sesto ed un settimo; la conseguenza sarebbe che tu diverresti pigro e svogliato, la noia e lira ti farebbero disprezzare la vita e finiresti con il maledire lora che ha segnato per il tuo intelletto linizio in tanta scienza! Ed ecco che un tale stato di cose sarebbe veramente una morte per la tua anima. 11. Siccome per, secondo gli ordinamenti divini, disposto che tanto luomo quanto altres ogni spirito angelico possano concepire gli elementi della natura divina in s, come pure in tutte le cose create, soltanto a gradi ed anche ci solamente fino ad un punto determinato, gli viene conservato lintangibile tesoro della gioia sempre crescente del vivere, dellamore a Dio e dellamore verso il prossimo, cose queste che da sole possono renderlo e lo rendono anche beato per leternit. Comprendi questa verit? 12. Risponde Fausto: S, o Signore ed amico mio, la comprendo perfettamente, e perci non Ti far pi alcuna domanda riguardo alle origini delle formazioni di questa grotta.
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6. Capitolo Origine e crollo della caverna stalattitica. 1. Dico Io: Del resto, la cosa non ha grande importanza. Che tu lo sappia o no, ci non pu rendere la tua vita n pi ricca n pi povera. Questo tuttavia posso dirti, che mano duomo non ha mai contribuito al prodursi di tali formazioni, ma esse sono dovute unicamente al lavorio, per cos dire causale, delle forze naturali. Le montagne assorbono sempre unumidit dissolvente dallaria, a ci bisogna aggiungere lazione delle frequenti piogge e delle nevi e nebbie che molto spesso avvolgono le sommit delle montagne. Tutta questa umidit, che si deposita sui monti, in gran parte penetra attraverso terra e rocce e qualora giunga al di sopra di qualche cavit interna della montagna, allora si raccoglie in gocce composte quasi per met di calce disciolta. Queste gocce cadono nella cavit ed il contenuto acqueo, se il terreno lo concede, penetra ancora pi in fondo, oppure evapora nella cavit stessa, mentre il limo calcareo si solidifica e con il sovrapporsi delle gocce vengono formandosi ogni tipo di figure che, pi o meno, somigliano alluna od allaltra di quelle che appaiono sulla terra. E cos, anche in questa grotta, tutte le formazioni che ti sono cadute sottocchio ebbero la loro origine nella stessa maniera naturale, quantunque, per, bene ammettere che allo scopo di accecare gli uomini deboli anche i servitori di Satana abbiano, e non poco, contribuito a perfezionare il disegno di svariatissime figure umane. 2. Di conseguenza sar anche meglio che una simile grotta, tanto atta a dare alimento alla pi tenebrosa superstizione, venga resa per tutti i tempi inaccessibile. Ritorniamo dunque ormai allaperto, affinch Archiele possa compiere il suo incarico nei riguardi di questa caverna 3. Fausto Mi ringrazia caldamente per i chiarimenti dati e dice: Questa spiegazione mi riesce tanto pi comprensibile, poich quasi la stessa cosa, bench in forma di ipotesi, io lho intesa asserire a Roma da pi di uno scienziato. Per il fatto della occulta cooperazione di Satana ha anchesso un grande significato, perch il nemico della vita non si certo mai lasciato scappare simili occasioni a lui favorevoli e le relative conseguenze maligne ci stanno del resto sottocchio in tutte e tre le parti del mondo! Tutto ci mi dunque ormai chiaro come la luce del sole, ma di una cosa sola non posso formarmi ancora un concetto ben preciso e questa la beatitudine di Dio! 4. Dimmi! Quale gioia pu avere Dio della Propria vita indistruttibile, Egli a Cui dalle eternit e per le eternit in maniera sempre uguale e con la chiarezza pi evidente devono essere note nella loro pi intima essenza le ragioni di ogni essere? Come pu essere per Lui una fonte perenne di beatitudine questa necessaria perpetua visione sempre ugualmente perfetta, senza poter provocare mai in Se Stesso un cambiamento qualsiasi, stato questo di cose che dovrebbe finire con luccidere dalla noia qualsiasi uomo?
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5. Gli rispondo Io: Guarda qui gli uomini. Questi sono la gioia di Dio, quando essi nellOrdine divino diventano quello che sono chiamati a diventare, in essi Egli ritrova il Suo simile, ed il loro continuo assurgere a sempre maggiore perfezione in ogni campo della conoscenza e con ci nellamore, sapienza e bellezza, costituisce la Sua gioia pi pura e la felicita indistruttibile! Infatti tutto quello che lInfinito comprende, esiste soltanto per amore del piccolo uomo e nellEternit non c nulla che non sia per amore del piccolo uomo. Ecco che tu ora conosci anche questo. Ma adesso usciamo da questa caverna, perch Archiele possa quanto prima adempiere il suo compito!. 6. Noi ci affrettiamo ad abbandonare la grotta ed in breve tempo raggiungiamo luscita e quando ci troviamo tutti allaperto Io faccio un cenno ad Archiele. Si ode nello stesso istante uno scoppio violento e, dove prima cera lingresso molto ampio, non si vede pi ormai che unalta parete di granito, attraverso la quale per qualunque mortale sarebbe difficilissima cosa penetrare dentro la caverna, per quanto si proponesse seriamente di farne il tentativo, tuttavia, allo scopo di rendere la caverna per cos dire del tutto inaccessibile, dopo che noi fummo a circa 3000 passi dal punto dove essa si apriva, Io feci provocare l uno sprofondamento del terreno, cosicch il punto di accesso venne a trovarsi ad oltre 100 altezze duomo dal terreno e si sarebbe quindi dovuta usare una scala alta pi di 100 uomini per arrivare alla sommit della parete verticale, dove prima cera stato lingresso della caverna, fatica questa tuttavia vana, essendo, come detto, ormai ostruito anchesso dalla parete granitica pi ripida e solida. 7. Quando Fausto e tutti gli altri presenti si accorgono del cambiamento avvenuto in quel luogo della montagna, Fausto esclama: Signore ed amico. In verit io non posso pi raccapezzarmi! Questi fenomeni mi inducono a credere che noi siamo ritornati ai periodi della Creazione, essi sono ormai distanti gi uneternit dal mio orizzonte conoscitivo! Io non so proprio davvero se vivo ancora oppure se sogno! Qui succedono cose tanto strane, enigmatiche e meravigliose che, pur essendo perfettamente sobri, si rimane come ubriachi fradici che nella loro incoscienza non sanno giurare se sono maschi o femmine. Guardate un po questa formidabile parete di roccia! Dove era essa prima, quando noi percorrevamo comodamente il viottolo a gradini tracciato nella caverna? 8. Ma quello che mi appare pi sorprendente ancora che, nonostante questo improvviso mutamento verificatosi su di uno spazio di parecchie migliaia di iugeri, non si pu riscontrare la bench minima traccia di una distruzione violenta. Sembra veramente come se qui dai tempi preistorici della Terra non vi fosse proprio niente di cambiato. Davvero, se 1000 uomini avessero lavorato qui per 100 anni, sarebbe tuttavia ancora lecito il dubbio che in questo tempo fosse stato possibile allontanare dal posto una tale massa di materiale da mettere soltanto a nudo una simile parete di roccia alta 150 lunghezze duomo e larga pi di unora di cammino, come ci sta davanti agli occhi, laddove pochi istanti
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prima non ce nera nemmeno la traccia, per non parlare poi del fatto che tutto ci avvenuto senza lasciar dietro di s alcun segno di distruzione! una cosa assolutamente inaudita! Io sono in verit curioso di sapere che faccia faranno i molti barcaioli quando si accorgeranno che al posto della rigogliosa zona boschiva non c qui pi che questa parete colossale. certo che molti non ne capiranno nulla affatto e che si guarderanno intorno sbalorditi, come fa il bue davanti ad una nuova porta attraverso la quale non ancora abituato a passare! 9. Ed Io osservo: Per questo motivo Io dico a voi tutti che di quanto avvenuto necessario che non facciate parola con nessuno, nemmeno con le vostre donne, poich appunto per questo non ho concesso loro questa volta di accompagnarci, essendo ben noto che in caso di avvenimenti molto straordinari, nonostante qualsiasi divieto di parlare, non possibile ottenere che le loro lingue obbediscano. Dunque, vi ripeto che non dovete raccontare alle vostre donne assolutamente nulla riguardo ai fatti meravigliosi qui capitati; voi potete bens parlare loro della grotta, come essa era formata ed anche dei tesori ora ritrovati, ma allinfuori di ci non una parola!. Tutti promettono solennemente di attenersi alla Mia raccomandazione e dopo noi continuiamo il nostro cammino verso Chis, dove arriviamo appunto al tramontare del sole. Naturalmente, appena scorti da lontano, le donne e le ragazze rimaste in casa ci corrono prontamente incontro e ci fu subito un gran domandare da parte loro riguardo a cosa noi avessimo visto di notevole. Esse per ebbero in risposta che non era allora il momento di diffondersi in particolari e che in fondo non si era veramente trattato che di asportare ancora un tesoro la cui esistenza era stata sottaciuta da parte dei farisei. Con ci fu intanto soddisfatta la curiosit delle donne che non fecero pi molte altre domande. 10. Noi per ci affrettiamo a cena, perch tutti coloro che avevano partecipato alla spedizione avevano dovuto rinunciare al pranzo e siccome la fame si faceva sentire pi del solito, ciascuno non desiderava di meglio che prendersi la rivincita con una buona cena.

7. Capitolo Fausto trova i tesori, nel deposito, ben ordinati e custoditi. 1. Soltanto dopo aver terminato la cena Fausto se ne and, dietro Mio invito, al grande magazzino per constatare se i tesori, trasportati grazie ad Archiele dalla grotta fino a Chis, si trovassero in buon ordine. Tutto fu trovato in piena regola; era gi pronta anche una grande lista con lindicazione dettagliata dei diversi tesori, nonch del loro valore, tali e quali erano stati ritrovati nella grotta. Fausto domand ai sorveglianti chi avesse approntato la lista.
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2. Ed essi gli risposero: Signore, noi labbiamo trovata gi quando fummo mandati qui di guardia. Chi abbia potuto farla, non potremmo dunque davvero dirtelo 3. Dice poi Fausto: Raccontatemi allora come sono capitati qui questi tesori e chi li ha portati 4. Rispondono i sorveglianti: Anche a questo riguardo non sappiamo niente, semplicemente venuto qui un giovane che gi da qualche giorno si trova in compagnia del medico miracoloso di Nazaret ed ordin che i tesori venissero costantemente sorvegliati. Allora, da parte del sottogiudice romano, noi fummo comandati qui e come vedi sono gi due buone ore che facciamo la guardia. Questo tutto quello che noi sappiamo circa il tesoro stesso ed il suo trasporto qui, ma pi di tanto non potremmo davvero raccontarti. 5. Fausto prende allora con s la lista e va a trovare il suo collega subalterno, per tentare di ottenere qualche informazione, ma anche laltro non sa niente di pi dei sorveglianti interrogati prima di tutta la questione e Fausto, persuasosi che a Chis tutti ignoravano lavvenuto trasporto dei tesori, pensa fra s che considerato che nessuno ne sa nulla, non vuole essere gi lui a destare lattenzione altrui con altre ricerche e a diffondere inutilmente fra il popolo la notizia di questo avvenimento. 6. Dopo questo soliloquio Fausto se ne va alla propria abitazione, dove laspetta a braccia aperte la sua giovane sposa. Ma prima di coricarsi egli ritorna nuovamente da Me, per parlare di questioni importanti. Per Io gli dico di rimandare il colloquio a domani e lo consiglio di andare a prendersi il riposo che anzitutto gli necessario per il corpo e per lanima. Fausto allora parte e va a chiedere al sonno quel ristoro di cui, come tutti gli altri, ha estremo bisogno. 7. Dormendo profondamente, la notte trascorre molto veloce e anche qui fu cos; pareva di essersi addormentati appena da pochi minuti che gi la luce mattutina invit ciascuno a lasciare le coltri amiche ed a riprendere il lavoro giornaliero. La colazione preparata molto di buonora attir tutti gli ospiti fuori dalle diverse stanze nella grande sala e, come i giorni precedenti, noi vi facemmo onore. Terminata poi la colazione, per la prima volta tutti gli ospiti, per renderMi in nome di Jehova onore e grazie, intonarono il Salmo (33) di Davide, che dice: 8. Voi giusti giubilate nel Signore: I devoti lo devono lodare con belle parole. Celebrate il Signore con arpe e salmeggiateGli con il salterio a dieci corde. CantateGli un nuovo cantico, suonate maestrevolmente con giubilo, perch la Parola del Signore diritta e tutte le sue opere sono fatte con verit. Egli ama la giustizia e la rettitudine, la terra piena della benevolenza del Signore. I cieli sono stati fatti per la Parola del Signore e tutto il loro esercito per il soffio della sua Bocca. Egli ha adunato le acque del mare come in un mucchio. Egli ha disposto gli abissi come in tesori. Tutta la terra tema il Signore, abbiano spavento tutti gli abitanti del mondo, perch Egli disse la Parola e la cosa fu; Egli comand e la cosa sorse. Il Signore dissipa il consiglio delle genti e annulla
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i pensieri dei popoli. Il consiglio del Signore dimora in eterno, i pensieri del Suo Cuore dimorano per ogni et. Beata la gente di cui il Signore lIddio; beato il popolo il quale Egli ha eletto per Sua eredit. Il Signore riguarda dal Cielo, Egli vede tutti i figli degli uomini. Egli guarda, dalla stanza del suo seggio, tutti gli abitanti della Terra. Egli quel che ha formato il cuore di tutti loro, che considera tutte le loro opere. Un re non si salva grazie alla grandezza dellesercito, un gigante non si salva grazie alla sua grande forza. I cavalli non sono daiuto e la loro grande forza non d la salvezza. Ecco, locchio del Signore sopra quelli che lo temono; sopra quelli che sperano nella sua benignit, per riscuotere lanima loro dalla morte e per conservarli in vita in tempo di fame. Lanima nostra attende il Signore; Egli il nostro aiuto e il nostro scudo. Certo il nostro cuore si rallegra in lui, perch noi ci siamo confidati nel Nome della Sua Santit. La Tua Benignit, o Signore, sia sopra noi, dato che noi abbiamo sperato in Te.

8. Capitolo Del Regno dei Cieli. 1. Dopo che tutti Mi ebbero reso omaggio con questinno mattutino, Fausto, che era stato naturalmente pure presente alla colazione ed aveva udito linno di lode, Mi domanda subito: Dove mai attinsero i Tuoi discepoli parole tanto elevate, veritiere e tanto degne di Te? Davvero non mi stato mai dato di udire unallocuzione cos nobile e cos eccellente! 2. Ed Io gli rispondo: Fatti dare da qualcuno, tra i farisei, la Scrittura di Dio e leggi i Salmi di Davide che vi sono contenuti; tutte queste cose le troverai scritte l. Il capo della sinagoga, Giairo, del quale dovremo ancor oggi nuovamente occuparci, potr procurarti facilmente questi scritti, perch due giorni fa egli ha seppellito sua figlia: essa gli morta! Egli amaramente pentito delle sue colpe verso di Me e perci gli verr inviato soccorso ed egli non andr perduto per il Regno dei Cieli! 3. Chiede Fausto: Signore! Che cosa questo Regno e dove si trova? 4. Gli dico Io: Ecco, Mio caro amico, il proprio e vero Regno divino dei Cieli si trova dappertutto, per chi veramente amico di Dio, ma per chi Gli nemico, in nessun luogo, poich, per questultimo, tutto Inferno, dovunque tu possa o voglia volgere i tuoi occhi o gli altri sensi, sopra o sotto tuttuno. Non contemplare le stelle lass, perch esse sono dei mondi come quello sul quale tu vivi, e non guardare la terra allingi, poich essa sottost al giudizio come la tua carne, che un giorno dovr morire ed imputridire! Esplora invece e cerca con tutta diligenza nel tuo cuore, l troverai ci che vai cercando. Infatti nel cuore di ciascun uomo posto il seme vivente, dal quale pu germogliare laurora eterna di una vita senza fine.
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5. Osserva lo spazio nel quale si libra questa Terra, nonch il sole immenso, la luna e le stelle innumerevoli che pure non sono che altrettanti soli e mondi: questo spazio infinito. Tu potresti lasciare questa Terra con la velocit del pensiero e solcare in linea retta gli spazi sempre con la stessa velocit, ma per quante eternit di eternit di tempo tu impiegassi nel tuo volo fulmineo, pure non ti sarebbe mai possibile avvicinarti alla fine! Dappertutto invece troveresti creazioni delle specie pi straordinarie e meravigliose che in tutte le direzioni popolano ed animano lo spazio senza confini. 6. Un giorno tu pure, dopo la morte del tuo corpo, uscirai attraverso il tuo cuore nellinfinito spazio di Dio e, secondo la qualit del tuo cuore, quello stesso spazio sar per te o Cielo od Inferno! 7. Infatti non esistono in nessun luogo n un Cielo n un Inferno appositamente creati, ma tanto luno che laltro traggono le loro origini nel cuore stesso delluomo, cosicch ciascun uomo si crea nel proprio cuore il Cielo o lInferno a seconda che egli operi il bene od il male; ed a seconda di come egli creda, voglia ed operi, cos anche vivr della propria fede, la quale ne avr nutrita la volont, che si traduce poi nellazione. 8. Di conseguenza ognuno esamini le inclinazioni del proprio cuore, cos gli sar facile rilevare di quale spirito esso ricolmo. Se il cuore e lamor suo tendono al mondo, se egli sente una brama di diventare, nei riguardi di questo, qualcosa di grande e di ragguardevole, se il cuore che inclina allorgoglio ha in sdegno il proprio fratello povero e sente in s lo stimolo a signoreggiare sul proprio simile senza essere egli a ci eletto e consacrato da Dio, allora segno che nel cuore c gi il seme infernale che, se non combattuto e soffocato in tempo, non potr evidentemente preparare alluomo che lInferno dopo la morte del suo corpo. 9. Ma se, invece, il cuore delluomo pieno di umilt e si sente felice di essere il minimo fra i suoi simili, di servire tutti, di non badare affatto a se stesso per amore dei propri fratelli e sorelle e di obbedire volonterosamente ai propri superiori in tutte le cose buone ed in un modo o nellaltro utili ai fratelli e se oltre a ci ama Dio sopra ogni cosa, allora la semente divina nel cuore delluomo cresce rigogliosa; diventa un vero Cielo eterno e vivente, e luomo, che in questo modo custodisce nel proprio cuore gi lintero Cielo in tutta la sua pienezza, Cielo ricolmo di vera fede e della speranza ed amore pi puri, dopo la morte del corpo non pu giungere assolutamente in nessun altro luogo che non sia lo stesso Regno divino dei Cieli, che egli ha portato gi da molto tempo in tutta la sua integrit nel proprio cuore! Se tu consideri bene quello che ti ho detto, non ti sar difficile comprendere come veramente vadano intese le cose tanto nei riguardi del Regno dei Cieli quanto in quelli dellInferno. 10. Dice Fausto: O Signore e mio caro Maestro ed amico, davvero le Tue parole suonano supremamente sagge, per questa volta non mi riuscito di comprenderle in tutta la loro profondit. Come Cielo ed Inferno possano trovarsi assieme, per cos dire nello stesso tempo in uno stesso punto, cosicch
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evidentemente luno dovrebbe penetrare nellaltro, questa cosa appare pur sempre impossibile a me, abituato certo a pensare ancora troppo materialmente! Ma quello che ancora di pi non posso comprendere infine come dal mio cuore possa fiorire uneternit supremamente beata od infinitamente infelice! Perci io Ti prego affinch Tu voglia fornirmi a questo riguardo qualche chiarimento pi accessibile al mio intelletto, altrimenti, nonostante tutta la luce di questo mezzogiorno spirituale, dovrei far ritorno alla cieca a casa mia!.

9. Capitolo Il Signore illustra con esempi quale sia lessenza del Cielo e dellInferno. 1. Gli dico Io: Ebbene, fa attenzione a quello che ti dir, perch ho piacere che tu faccia ritorno a casa tua vedendo! 2. In una stessa casa dimorano due uomini. Luno si accontenta di quel che gli rende il terreno con il sudore della propria fronte e con la benedizione di Dio, sempre soddisfatto e sereno si gode il frutto, sia pure parco, del suo diligente lavoro e la sua gioia pi grande quella di dividere con i fratelli pi poveri il suo poco bene faticosamente raccolto. Se viene da lui un affamato, lietissimo di poterlo saziare e non gli chiede mai con voce irosa la ragione della sua povert e non gli proibisce affatto di ritornare, qualora la fame dovesse farsi di nuovo sentire. 3. Egli non mormora n impreca mai contro le istituzioni terrene dello Stato e quando deve pagare qualche imposta egli esclama sempre come Giobbe: Signore, Tu me lhai dato, ma tutto appartiene a Te. Ci che Tu hai dato, puoi sempre riprenderlo; sia fatta sempre unicamente la Tua santa Volont!. 4. In breve, niente pu turbare questuomo nella sua serenit danimo n nel suo amore e nella sua fiducia in Dio n, di conseguenza, nel suo amore verso i propri fratelli terreni: lira, linvidia, il litigio, lodio e lorgoglio sono tutti concetti a lui estranei. 5. Ma, al contrario, suo fratello luomo pi scontento; egli non crede in Dio e dice: Dio una parola vuota con la quale gli uomini classificano il pi alto grado delleroismo terreno; soltanto il pi sciocco fra gli uomini pu essere felice nella miseria, come sono felici gli animali privi di ragione e di intelletto, quando trovano il poco che il loro istinto naturale domanda. Ma un uomo che tramite la ragione si elevato molto al di sopra del regno animale, non deve pi accontentarsi del comune cibo animalesco, non deve impiegare le proprie mani destinate ad altre e migliori opere nello smuovere e sconvolgere il terreno ci che si addice soltanto alle bestie ed agli schiavi , ma deve in vece impugnare la spada ed alla testa di potenti eserciti entrare sotto archi trionfali nelle grandi citt del mondo conquistate. La terra deve tremare sotto i passi poderosi del destriero che, scintillante doro e di pietre preziose, porta superbo il signore delle potenti schiere.
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6. Con tali sentimenti in cuore un tale uomo impreca poi contro la propria misera esistenza, maledice la povert e si arrovella la mente per escogitare il modo con il quale procurarsi grandi tesori e ricchezze per poter per mezzo loro realizzare i propri ideali di ambizione. 7. Egli ha in spregio suo fratello che contento del proprio stato ed ha in abominio chiunque sia ancora pi povero di lui. In lui non c affatto traccia di misericordia; per lui essa non significa che una qualit ridicola degna di un vile schiavo o di un commediante; alluomo si addice tuttal pi la generosit, ma anche questa il pi raramente possibile! Se un povero gli si presenta dinanzi, lo accoglie con le parole pi aspre e gli dice: Vai via, pigra bestiaccia, mostro vorace camuffato cenciosamente da uomo, lavora, animale, se vuoi avere di che ruminare! Va dal fratello snaturato del mio corpo, ma mai del mio spirito superiore: quello s, come bestia da soma egli stesso, lavora per il proprio simile ed misericordioso come uno schiavo! Io che non sono generoso, per questa volta ancora ti lascio in dono la tua volgarissima vita da verme della terra. 8. Ed ora intendi: questi due fratelli, figli dello stesso padre e della stessa madre, vivono assieme in una stessa casa; il primo un angelo, mentre il secondo quasi un compiuto demonio. Per il primo la misera capanna che lo ricovera un Cielo, per il secondo la stessa capanna, senza cambiare nulla, un vero Inferno pieno del pi amaro tormento; vedi, dunque, adesso come Cielo ed Inferno possano trovarsi assieme in uno stesso luogo? 9. Certamente tu dirai fra te e te: Ebbene, perch ci? Lasciamo che lambizioso raggiunga il suo trono, cos egli sar perfettamente atto a proteggere i popoli e ad annientarne i nemici!. S, certo, questo potrebbe ben essere possibile! Ma dov la misura che gli prescrive fino a quale punto egli debba perseguire i piani suggeritigli dalla sua ambizione? Cosa far egli degli uomini che non vorranno inchinarsi fino a terra dinanzi a lui? Ecco, egli li far martoriare nella maniera pi crudele possibile e della vita umana egli si curer tanto quanto di un fuscello di paglia che ogni viandante calpesta. Ma che cosa allora un tale uomo? Vedi, egli simile a Satana! 10. Devono esserci certo anche dei reggenti e dei condottieri, ma, intendi bene, questi devono in origine essere scelti e chiamati da Dio a tali compiti e in seguito devono essere discendenti di re anticamente gi consacrati. Questi, allora, sono chiamati a reggere, ma guai a qualsiasi altro che abbandoni la sua povera capanna ed esca fuori per conquistarsi, usando ogni mezzo, uno scettro od una insegna di comando! In verit, sarebbe meglio per lui non essere mai nato! 11. Io per voglio esporti ancora unimmagine del Regno divino dei Cieli. Esso del tutto simile ad un buon terreno, sul quale crescono e maturano tanto le viti pi nobili, quanto, vicino a queste, i cespugli delle spine e dei cardi, eppure si tratta sempre di uno e dello stesso buon terreno. La differenza sta unicamente nel modo in cui viene utilizzato: la vite lo converte nel bene, la pianta delle spine
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e dei cardi invece nel male, nellinutile e in tutto ci che per luomo immaginabile. 12. Cos anche il Cielo manda il suo alito tanto sul demone quanto sullangelo di Dio, ma ciascuno dei due lo impiega altrimenti! 13. Ed ancora il Cielo simile ad un albero da frutto, che produce frutta buona e dolcissima, ma se avviene che sotto ai suoi rami ben forniti si raduni della gente per mangiare tali frutti, alcuni modesti e parchi prendono riconoscenti solo quel tanto di cui loro hanno bisogno e ne mangiano; altri invece, poich la frutta piace loro molto, non vogliono che rimanga niente sullalbero e per un sentimento di invidia verso i modesti che pensano essi potrebbero ritornare per veder se qualcosa rimasto ancora, consumano e mangiano finch non c pi frutta. Questi per si ammalano e devono morire, mentre i parchi e modesti dal moderato uso della frutta dellalbero traggono forza e ristoro! E tuttavia sia gli uni che gli altri hanno mangiato dallo stesso albero! 14. Cos pure il Cielo simile ad un buon vino che rafforza il sobrio, mentre rovina ed uccide chi ne beve smodatamente e cos lo stesso vino per il primo un Cielo, mentre per laltro un puro Inferno, eppure esso viene preso sempre dal medesimo otre! 15. Dimmi, amico Mio, se ora comprendi cosa sia veramente il Cielo e cosa sia lInferno!.

10. Capitolo La legge dellOrdine. 1. Dice Fausto: Signore, ora comincia a farsi chiaro nella mia mente. In tutta limmensit non c che un Dio, una forza ed una legge, quella cio dellOrdine eterno. Chi fra gli uomini fa propria questa legge, per lui tutto e dappertutto Cielo; chi invece, per proprio libero volere, la ripudia e la contrasta, per lui dappertutto c lInferno, il tormento e il martirio! 2. Dico Io: S, cos! Il fuoco certamente un elemento quanto mai utile; chi ladopera con ordine, saggezza e con senso di opportunit, ne ritrae un vantaggio incalcolabile. Si andrebbe troppo per le lunghe volendo enumerare tutti i vantaggi che possono derivare alluomo che giustamente, saviamente ed opportunamente sa mettere a profitto lenergia del fuoco, ma se invece qualcuno volesse adoperare il fuoco alla leggera, quindi molto stoltamente, unicamente per proprio diletto, cos da accenderlo sui tetti delle case o nel punto pi fitto del bosco, quelluno e stesso fuoco distruggerebbe ed annienterebbe ogni cosa. 3. Quando dinverno gela, ognuno si avvicina volentieri al camino e gode nel riscaldarsi al fuoco scoppiettante che lancia nel solido camino le allegre fiammate che riscaldano, ma chi invece cadesse nel fuoco, costui resterebbe ucciso e ne verrebbe consumato.
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4. Per Io ti dico ancora: Gli uomini di questo mondo, per diventare veramente figli di Dio, devono venire condotti attraverso lacqua ed il fuoco: il Cielo nella sua essenza prima acqua e fuoco; quello che non affine allacqua, viene ucciso dallacqua e ugualmente quello che non in se stesso fuoco, non pu resistere nel fuoco 5. Dice Fausto: Signore, questa di nuovo una cosa che io non posso comprendere! Com da intendere ci? In qual modo si pu diventare contemporaneamente acqua e fuoco? Infatti noto che lacqua ed il fuoco sono gli elementi pi impari e pi in opposizione fra loro: luno distrugge ed annienta laltro. Se il fuoco potente e vi si versa sopra dellacqua, questa si converte rapidamente in vapore e in aria, se invece lacqua pi potente del fuoco, questo si spegne quando viene inondato dallacqua. Dunque, se per rendersi simili al Cielo si deve essere acqua e fuoco nello stesso tempo, bisognerebbe alla fine, per cos dire, disciogliersi. E che ne sarebbe allora della consistenza eterna della vita? 6. Rispondo Io: Oh, la cosa si accomoda molto bene! Presi ambedue nella giusta proporzione, ognuno produce e mantiene laltro reciprocamente e continuamente. Infatti, vedi, se nella Terra ed intorno ad essa non vi fosse fuoco, non vi sarebbe neppure acqua e, daltro canto, se nella Terra ed intorno ad essa non vi fosse acqua, non vi potrebbe essere neppure il fuoco, perch luno genera laltro senza interruzione 7. Domanda Fausto: Come ci possibile e come va inteso? 8. Gli dico Io: Togli via dalla Terra tutto il fuoco che da solo genera il calore e tutta la Terra diverr un masso di ghiaccio duro come il diamante, completamente inadatto a qualsiasi manifestazione vitale. Porta via invece dalla Terra tutta lacqua ed essa ben presto si convertir in un ammasso di polvere inutile! Infatti senza lacqua il fuoco non potr mantenersi, ed esso supremamente necessario alle nuove formazioni sulla Terra, perch, qualora la serie sempre susseguente delle neoformazioni si arrestasse, subentrerebbero la morte e la putrefazione. 9. Osserva come esempio un albero che ha perduto i propri succhi e ti accorgerai che in breve tempo lalbero imputridir e andr in rovina. Comprendi tu adesso? 10. Risponde Fausto: S, o Signore, noi tutti comprendiamo ora anche questo e riconosciamo che Tu sei pieno dello Spirito di Dio e che Tu Stesso sei il Creatore di tutte le cose. Infatti, qual luomo che pu capire in se stesso e che pu enunciare fuori da se stesso la ragione, il come ed il perch dellintera Creazione e delle leggi che la governano? Tale cosa pu essere chiara e nota in tutte le profondit pi recondite soltanto a Colui che possiede in S quello Spirito, per la forza del Quale tutte le cose sono state fatte e come tali continuano ad esistere anche adesso. E per tutti i benefici inestimabili, sia materiali che spirituali elargiti da Te, io non posso offrirTi che dei ringraziamenti dal profondo del mio cuore pieno del pi sincero amore per Te!
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Infatti cosaltro potrei mai offrire io, povero e debole peccatore, a Te che sei il Signore dellInfinit? 11. Gli dico Io: Tu hai ragione; per, per il momento tieni per te tutto quello che sai e che hai visto ed udito qui, non Mi rendere di pubblico dominio prima del tempo e nella tua attuale felicit terrena non ti dimenticare dei poveri! Infatti tutto quello che avrai fatto ai poveri nel Mio Nome, lavrai fatto a Me, e ne riceverai la ricompensa nel Cielo. Ora per, dato che qui a Chis noi abbiamo terminato tutto ci che cera da fare e da spianare, ci disporremo per il viaggio verso Nazaret.

11. Capitolo Partenza del Signore e dei Suoi discepoli verso Nazaret. (Matt.13,53) 1. Dice Fausto: Allora bisogna che io dia ordine di trasportare tutte le mie cose sulle navi? 2. Gli rispondo Io: Tutto ormai gi fatto Siccome i tuoi battelli non sarebbero bastati, Baram e Kisjonah hanno messo a disposizione le loro due grandi navi, cosicch tutto in pieno ordine ed altro non ci resta che partire 3. Dice Fausto: Davvero pi non mi meraviglia che sia certamente cos, perch cosa c di impossibile per lOnnipotente?. 4. A questo punto si fanno avanti anche Jonaele e Jairuth assieme ad Archiele, Mi ringraziano di tutto e quando, dopo essersi congedati da Me con parole di ossequio e di gratitudine, si sono appena accinti a ritornare a Sichar, ecco farsi loro incontro, come da Me predetto, la deputazione dei sichariti i quali li accolgono con tutti gli onori ed in particolare pregano Jonaele di voler accettare la dignit di capo dei sacerdoti: allora, tanto Jonaele quanto Jairuth si ricordarono di quello che Io gi prima avevo loro annunciato. 5. In quanto a noi, quando Io ebbi finito di esporre le nuove parabole del Regno dei Cieli e quando ebbi congedato i sichariti e Mi fui congedato da Kisjonah che questa volta, dietro Mio consiglio, rimase a casa senza accompagnare nemmeno Fausto il quale ebbe per da Me la promessa di un Mio non lontano ritorno , ci recammo, quando mancavano due ore a mezzogiorno, su di un grosso battello ed assieme a Fausto, che aveva preso posto sulla Mia nave con la sua giovane moglie, ci dirigemmo verso un luogo vicino a Cafarnao, dove cera lusuale punto dapprodo tanto per questa citt quanto per Nazaret che, com noto, non era situata lontano da Cafarnao. 6. E quando fummo sbarcati, Fausto disse: Signore, io verr con Te a Nazaret, affinch a Tua madre, nonch ai Tuoi fratelli e sorelle terreni, vengano restituite le loro propriet 7. Ma Io gli dico: Anche questo gi avvenuto, cos pure sia a casa tua che fuori, nel tuo interno ed esteso distretto giudiziario, troverai tutto nel migliore
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ordine possibile, perch il Mio Archiele ha gi sbrigato fino ad ora al tuo posto tutti gli affari. Tu dunque va a Cafarnao e qualora dovessi incontrare Giairo, ci che certo accadr ed egli ti narrer le sue dolorose vicende, digli che Io ora mi tratter qui a Nazaret per un po di tempo! Se egli vuole qualcosa, che venga da Me personalmente, per egli solo! 8. Dice Fausto: Non potrei forse accompagnarlo io? 9. Ed Io rispondo: Oh, certo, ma vieni tu solo con lui!. Con queste parole ci separammo. 10. Io Mincammino assieme ai Miei numerosi discepoli verso la Mia patria terrena, Nazaret, mentre Fausto, fatti venire in fretta dei portatori e dei carri, vi carica su i tesori che aveva portato con s e la carovana parte verso casa sua, a Cafarnao. superfluo rilevare come larrivo del giudice superiore, scortato da tutte quelle ricchezze ed al fianco di una bellissima consorte, suscitasse nella citt grande scalpore e non deve daltra parte meravigliare se, in quella occasione, per varie ragioni, venne incontro al giudice superiore anche il capo dei farisei che dimoravano l, di nome Giairo, perch egli pure aveva avuto qualche sentore della famosa spedizione dei dodici farisei a Gerusalemme ed aveva saputo che Fausto era stato chiamato a Chis a causa loro. 11. Fausto lo accolse con il dovuto onore e gli disse: Un galantuomo stato salvato e tutte le cose, che i farisei di nascosto avevano ingiustamente sequestrato ed estorto ai poveri ebrei, sono state restituite a questi ultimi fino allultimo statere, gli altri undici poi sono ormai a Gerusalemme, nel Tempio, dove riceveranno la ricompensa adeguata aglinganni inauditi ed alle ruberie commesse da loro ovunque. Andrei troppo per le lunghe, se volessi raccontarti tutte le male cose perpetrate dagli undici, ma se un giorno avrai tempo, vieni da me a prendere visione dei numerosi atti che ho portato con me e vedrai che ti si rizzeranno i capelli sulla testa! Ma ora parliamo daltro! Cosa ne della tua cara figliola? Vive essa ancora, oppure morta? 12. Risponde Giairo, afflittissimo e scoppiando subito in pianto: Oh, amico mio! Perch richiamarmi questa cosa alla memoria? Ahim, essa purtroppo morta! Nessun medico ha potuto trovare rimedio al suo male. Soltanto Boro, il medico di Nazaret, disse che egli avrebbe potuto bens darle aiuto, ma che non voleva perch ho peccato troppo gravemente contro il suo amico Ges che stato il suo Maestro. E cos mia figlia, che io tanto amavo, morta. Straziava davvero il cuore sentire come la poveretta invocava Ges affinch laiutasse e come in punto di morte mi rivolse parole aspre, perch io avevo offeso Ges, il pi grande benefattore della povera umanit sofferente, in modo tanto grave da doverne essa morire senza pi alcuna speranza di soccorso! Io feci il possibile e limpossibile per trovare Ges, affinch laiutasse! Ma Ges non ha voluto ascoltare il messo che gli avevo mandato incontro, quantunque io abbia ormai deplorato mille volte amaramente le mie mancanze verso di Lui! E adesso ahim troppo tardi! Essa gi da quattro giorni giace nella tomba e puzza orribilmente! Ormai Jehova usi grazia e misericordia alla sua bella anima!
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13. Dice Fausto: Amico, io deploro di tutto cuore la disgrazia che ti ha colpito, per, comunque sia, devo avvertirti che Ges, il Signore onnipotente, si trova adesso a Nazaret. Ora, secondo le mie molteplici esperienze fatte di persona, per Lui non c niente di impossibile! Che ne dici di rivolgerti a Lui? Io posso assicurartelo: Egli certo ha potere sufficiente per richiamare in vita tua figlia e per ridonartela! 14. Osserva Giairo: Anche se ci non fosse pi possibile, io voglio ugualmente recarmi da Lui e domandarGli mille volte perdono per averLo, certo non di mia volont, ma costretto dalle circostanze, offeso e conturbato! 15. Dice Fausto: Ebbene, vieni allora con me; noi Lo troveremo a Nazaret, in casa di Sua madre. Per, in ossequio alla sua decisione, nessuno deve accompagnarci! Giairo, animato da una vaga speranza che lo fa sussultare dalla gioia, accoglie subito la proposta di Fausto e, fatti sellare velocemente due robusti muli, ambedue partono di buon trotto per Nazaret. Gi due ore prima del tramonto essi arrivano, lasciano le cavalcature in uno stallaggio ed a piedi si recano alla casa di Mia madre Maria. L trovano Me, assieme a Boro, il quale era stato fra i primi a venirMi incontro a braccia aperte, avendo avuto notizie che Io sarei venuto in quei giorni a Nazaret. 16. Quando dunque Fausto e con lui Giairo entrarono nella stanza dove Io Mi trovavo, il secondo scoppi in un pianto dirotto e prostratosi ai Miei piedi Mi supplic ad alta voce di perdonargli il grave peccato di ingratitudine commesso contro di Me! 17. Io per gli dissi: Alzati! Il tuo peccato ti perdonato, ma guardati bene dal caderci una seconda volta. Dove sepolta tua figlia? 18. Risponde Giairo: Signore, Tu sai che non lontano da qui ho fatto erigere una scuola per i figli del paese, con vicino un piccolo oratorio. In questo oratorio ho fatto costruire una tomba per me, ma, poich mia figlia mi ha preceduto, io la feci portare l e la feci deporre nella tomba nuova, dove prima di lei nessuno ancora era stato accolto. Questa tomba dista appena 2000 passi da qui, se Tu, o Signore, volessi vederla, sarebbe per me una consolazione grandissima, poich io sono conturbato fino alla morte! 19. Gli dico Io: Ebbene conduciMi l, per nessuno deve accompagnarMi allinfuori di te e di Fausto! 20. E gli apostoli domandarono se potevano essere presenti anche loro. 21. Risposi Io: Questa volta, tranne i due nominati, non deve venire nessuno! 22. E Boro a sua volta chiese: Signore, Tu mi conosci e sai che io, se voglio, sono muto come un pesce, non sarebbe bene che io, nella mia qualit di medico, vi accompagnassi? 23. Ma Io non acconsentii e gli dissi: Questa volta no. Rimanga perci valida la Mia prima decisione: noi tre soli e nessun altro!.

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12. Capitolo Il secondo risveglio di Sara dalla morte. 1. Poi nessuno si azzard a domandare altro o a pregare. Noi ce ne andammo alla tomba ed Io contemplai il cadavere gi fortemente putrefatto e chiesi a Giairo se egli ormai pensasse, o addirittura credesse, che sua figlia fosse morta soltanto in apparenza. 2. E Giairo rispose: Signore, in cuor mio neppure la prima volta ho creduto una cosa simile, perch sapevo troppo bene che Sara, la mia cara figlia, era proprio morta davvero! Quando si tratt di testimoniare il falso contro di Te, io vi fui tirato per i capelli e se io non avessi firmato il perfido documento, Tu saresti stato perseguito ancora pi ferocemente, ci che, lo dichiaro solennemente, io non volevo avvenisse in nessun caso, ma, avendo firmato la falsa testimonianza, Tu fosti considerato piuttosto come un semplice vagabondo cui a noia il lavoro, il quale opera qua e l qualche guarigione e che ambisce a crearsi in Israele una fama di profeta suscitato da Dio, pi che non quella dello stesso Messia, il quale temuto pi di qualsiasi altro dalla casta sacerdotale, ben provvista di agi e di ricchezze, poich sta scritto che quando il Gran Sacerdote nellordine di Melchisedek scender dalleternit su questa Terra, la casta di tutti gli altri sacerdoti avr completa fine ed il nuovo Melchisedek regner poi in eterno con i suoi angeli sopra a tutte le nazioni della Terra. 3. Io Te lo dico: Tutti i sacerdoti, dai pi alti agli infimi, non temono n il fuoco n la tempesta che pass davanti alla grotta dove stava nascosto Elia, il grande profeta, ma quello che soprattutto li spaventa il dolce alitare del vento intorno alla stessa grotta del grande profeta, perch dicono sempre: Il Messia nellordine di Melchisedek verr nel profondo silenzio della notte come un ladro e toglier loro tutto quello che essi si sono acquistati! Per questa ragione nessuno fra i sacerdoti vuole attendere in questa vita la venuta dellUnto del Signore fin dalleternit, ma brama invece ardentemente di vederla rimandata ad un futuro, il pi possibile lontano. 4. Ora, siccome tutta la casta sacerdotale, particolarmente la parte anziana, deve rilevare senza dubbio possibile, desumendolo dalle opere e dai Tuoi straordinari insegnamenti che in Te vanno avverandosi tali profezie, essa fa i maggiori sforzi allo scopo di provocare, se mai possibile, la Tua rovina! Se ci non fosse possibile, dato il caso che Tu fossi nella piena realt quello che temono che Tu sia, essi faranno pi tardi penitenza con sacco e cenere per le loro malvagie fatiche ed aspetteranno tremanti il colpo fatale, per il quale essi temono di dover perdere tutto, come in ogni tempo, del resto, lo hanno temuto; altrimenti essi non avrebbero lapidato quasi tutti i profeti. Ecco, questo il motivo per il quale io fui indotto a dichiararTi piuttosto un vagabondo che non quello che certamente Tu sei. Infatti gli uomini non possono mai richiamare in vita i loro morti; tale cosa non la pu fare che lo Spirito di Dio che, secondo la mia opinione, dimora e opera in Te, in tutta la Sua Pienezza.
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5. Gli dico Io: S, poich a Me in segreto era ben nota la ragione per cui tu veramente Mi hai rinnegato ed Io sono venuto anche nuovamente da te, nella tua grande angoscia, per portarti aiuto per un lungo periodo di tempo. Ed appunto per questa stessa ragione, allinfuori di voi due, non ho concesso a nessuno di accompagnarMi qui. Quando per il tempo sar venuto, tale ragione sar resa nota anche agli altri. Ed ora ti si manifesteranno la Potenza e la Magnificenza di Dio!. 6. Cos dicendo, Io Mi chino sulla bara, nella quale giaceva il cadavere della giovane Sara, avvolto in finissimi lini e dissi a Giairo: Ecco, ormai notte fatta e la lampada qui nella tomba non d che una misera luce, va dunque dal custode di questa scuola e di questo oratorio e fatti dare una lampada pi grande, perch quando essa avr recuperato la vita, dovr naturalmente vedere per uscire dalla bara 7. Esclama Giairo: O Signore, ma sar proprio possibile che ci avvenga? La putrefazione del corpo gi molto avanzata! Per credo che a Dio sono possibili tutte le cose e perci io sar presto di ritorno con una luce migliore. 8. Giairo si affretta ad uscire, ma la cosa non procede cos sollecita, perch al custode venuto a mancare il fuoco, ed egli dovette perdere qualche tempo per procurarsene dellaltro mediante lenergico sfregamento di due pezzetti di legno, che allora si usavano a questo scopo. 9. Ma Io, appena uscito Giairo, risuscitai subito la giovinetta e la sollevai dalla bara. 10. La risuscitata, allora, come fosse appena uscita da un lungo sonno, Mi domanda: Per lamor di Dio! Dove mai mi trovo? Cosa successo di me? Io poco fa ero in un magnifico giardino, con altre compagne di gioco e adesso, invece, mi trovo in questa stanza stretta e oscura! 11. Le dico Io: Sara, sii tranquilla e lieta, poich Io, il tuo Ges, che appena poche settimane fa ti richiamai una prima volta dalla morte alla vita, ti ho risuscitata nuovamente dalla morte e ti ho dato ormai una vita forte; dora innanzi nessuna malattia tormenter il tuo corpo e, quando dopo molti anni il tuo tempo sar venuto, scender Io Stesso gi dai Cieli, per prenderti e condurti nel Mio Regno, che non avr mai fine 12. E come Sara ode la Mia voce, soltanto allora si sente completamente rinata ed esclama con voce dolcissima e tremante per lemozione damore: O unico amore, amore del mio cuore e della mia giovane vita! Io ben sapevo che non deve temere la morte chi sopra ogni cosa Ti ama! Il mio immenso amore per Te, che gi una prima volta mi ridonasti la Vita, mi fece ricadere ammalata, perch io non potevo apprendere dove Tu fossi andato e, quando nellardore del mio cuore domandai dove Tu fossi, mi si rispose, per tranquillizzarmi, che tu eri stato gettato in carcere e condotto davanti ad un tribunale severo, come reo di delitto contro lo stato! Questa notizia mi spezz il cuore nel petto; io mi ammalai gravemente e morii per la seconda volta! Ma quanto immensa la mia felicit per aver ritrovato Te, il mio solo ed unico amore!
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13. Io dissi gi sul mio letto di morte: Se lunico amor mio Ges vive ancora, Egli non mi lascer dissolvere nella gelida tomba! Ed ecco che avvenuto appunto quello che il mio cuore mi aveva suggerito! Io vivo una vita nuova e completa, dalle braccia del mio amato Ges. Ma, dora innanzi, nulla avr il potere di separarmi dal Tuo fianco divino, e come la pi umile delle Tue ancelle io Ti seguir ovunque andrai 14. E mentre Sara mi svela in tale maniera il suo cuore, Giairo finalmente in procinto di ritornare alla tomba, munito di una torcia di resina. Ed Io allora le dico: Ecco, ora viene tuo padre Giairo, nasconditi perci dietro le spalle di Fausto, affinch non si accorga subito della tua presenza, cosa che sarebbe nociva alla sua salute. Per, quando Io ti chiamer, allora fatti immediatamente avanti con aspetto allegro e sereno, cos la tua comparsa non gli recher alcun danno. Sara segue senza indugio questo consiglio e Giairo rientra nella camera mortuaria appunto quando essa ha gi avuto il tempo di nascondere la propria persona dietro a quella di Fausto. 15. Giairo si scusa per aver tardato tanto a ritornare con il lume richiesto! 16. Ma Io gli dico: Non farci caso, perch nessuno pu peccare pi di quanto sia possibile, e chi una volta morto, nel breve spazio di un quarto dora non diviene ancora pi morto, ma piuttosto pi vivo, se le condizioni favorevoli alla vita sono ancora presenti! 17. Dice Giairo: Ebbene, o Signore, se ad un povero peccatore come me concesso di fartene preghiera, venga la Tua grazia non gi per me, che non ne sono affatto degno, ma per la povera Sara che certo Ti ama sopra ogni cosa 18. Per gli dico Io: Una ragione ed a una condizione Io ti metto, dichiarandoti che non la risuscito per te, bens unicamente e pienamente per Me! Dora innanzi essa seguir Me e non te, ma se tu pure vorrai seguirMi di quando in quando, allora sarai contemporaneamente vicino a tua figlia! 19. Risponde Giairo: Sia fatto tutto secondo la Tua Volont, purch la mia unica figlia possa ritornare in vita!. 20. Dico Io: Orbene, accostati e rischiara un po con il tuo lume la fossa che aperta! 21. Giairo, sospirando, avanza fino allorlo della fossa e guarda ansiosamente, ma non vede altro che dei panni e delle bende ammucchiate! E, poich non gli riesce di scoprire la figlia morta, si rattrista e domanda rivolto a Me: Signore, che cosa mai avvenuto? Il fetore c bens ancora, ma altro non si vede! Che qualcuno abbia trafugato il cadavere? Ma perch non ha preso con s anche le bende e le fasce? 22. Ed Io gli dico: Perch colei che ormai vive non ha bisogno di simili cose 23. Giairo, strappato improvvisamente al suo dolore, d in un grido di gioia e chiede: Come? Dov dunque la mia Sara che vive di nuovo? 24. Ed Io chiamo: Sara, fatti avanti! 25. Sara immediatamente e meravigliosamente bella si trasse da dietro la spalla di Fausto e disse con voce alta e chiara: Eccomi qui, viva e del tutto
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sana! Ma ormai non pi tua, bens di Ges, il Signore; perch si voleva ad ogni costo imputarmi a terribile peccato lamore del mio cuore per Ges, e questo uccise il mio debole corpo! Ma ora appunto questo possente amore mi ha ridonato nuovamente la vita. Ora vedi, o Giairo, padre mio! Tu mi chiami tua figlia, perch mi hai dato la vita una sola volta! Ma cos per me Costui e cosa sono io per Lui, se mi ha ridato la vita gi due volte? Chi di voi due ormai il mio vero padre? 26. Risponde Giairo: Tu hai ragione! Evidentemente lo Colui che ti ha ridato la vita gi due volte ed io non potr mai oppormi alla tua volont; perci, dora innanzi, segui limpulso del tuo cuore ed io pure dal canto mio seguir, di tempo in tempo, te e il tuo amore. Dimmi Sara se sei contenta cos, tu che sei stata sempre per me tutto il mio mondo e resti pur ora tutto per me in unione a Ges, il Signore! 27. Dice Sara: S, padre mio Giairo, cos sono veramente contenta di te 28. Io aggiungo: Ed Io pure! Ma adesso rechiamoci a casa Mia, dove una buona cena ci attende. Sara, Mia figlia, ha bisogno anzitutto di un buon ristoro, perch al suo corpo rianimato sicuramente necessario un nutrimento vero e buono; dunque, andiamocene velocemente da qui!.

13. Capitolo Scena fra Giairo e sua moglie. 1. Giairo allora ricopre la fossa, richiude dietro di noi le porte che davano accesso alla camera mortuaria ed alla fossa stessa e poi procede con noi. Per, a circa settanta passi da questa scuola-oratorio cera la piccola abitazione del custode, al quale Giairo era ricorso per prendere la fiaccola. 2. E poich la luna nella sua fase crescente mitigava alquanto loscurit della sera, il custode si accorse benissimo della presenza della figlia di Giairo, che, avvolta in una bianca veste a strascico, camminava spigliata al Mio fianco. Tutto sgomento egli chiese a Giairo: Cosa vedo? Che cosa vuol dir ci? Non questa Sara, la vostra figlioletta che era morta? Si forse trattato di una morte apparente anche questa volta? 3. Risponde Giairo: Lascia stare le cose come sono, per te non c niente da domandare, bens da tacere completamente riguardo a quanto hai visto, altrimenti ne va del tuo posto! Una cosa devi per altro imprimerti bene nella mente e devi pensare e comprendere bene che a Dio ogni cosa possibile molto facilmente. Ma per questo ci vuole una fede piena e una fiducia vivente! Hai compreso ci? 4. Dice il custode: S, alto e onorevolissimo signore! 5. Poi Giairo osserva: Per lavvenire puoi anzitutto esimerti, per quanto riguarda me, da simili frasi onorifiche e parlare invece con me come se tu parlassi ad un tuo fratello. Ma ora, visto che non hai pi da fare la guardia a
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nessun cadavere, va sollecitamente a Cafarnao e di tutto quello che hai visto qui non raccontare niente a nessuno, neppure a mia moglie. A questa d, per, se le possibile venire con te a Nazaret, in casa di Giuseppe, poich io ho delle questioni molto importanti da trattare con lei. Prendete un paio di buoni muli, affinch possiate al pi presto essere di ritorno a Nazaret nella casa del carpentiere. 6. Il custode, il quale possedeva egli stesso un asinello robusto e svelto, va, e scioglie in fretta lanimale, lo sella e si dirige rapidamente verso Cafarnao, l giunto fa lambasciata alla moglie di Giairo. La donna, ancora tutta rattristata, si alza velocemente e segue il messaggero. Gli asini vanno a buon trotto e quasi in meno di unora giungono con i due a Nazaret, alla casa di Maria, la madre del Mio corpo, che di nuovo perfettamente rasserenata, dopo essere rientrata in possesso delle vecchia casetta di Giuseppe. E come la moglie di Giairo entra nella stanza dove appunto noi ci trovavamo radunati a cena, alla quale aveva provveduto questa volta lamico Boro, essa scorge subito sua figlia Sara seduta al Mio fianco, tutta lieta e di aspetto eccellente ed intenta, con il migliore appetito del mondo, a fare onore ad un pesce senza lische, che le sta dinanzi condito con sale, olio e un po di aceto di vino. 7. La donna non riesce a credere ai propri occhi e dopo un po dice a Giairo, battendogli la spalla: Giairo, marito mio, ecco qui la tua moglie infelice, che, per mezzo del tuo messaggero, hai mandato a chiamare, avvertendomi che dovevi parlarmi di cose importanti. Ma a me pare di vedere gi ora una cosa che della massima importanza! Dimmi, marito mio, un sogno il mio od realt? Questa giovinetta, che siede presso Ges e che daspetto tanto bello, non limmagine vivente della nostra carissima defunta Sara? Oh Jehova, perch mi hai tolto la mia cara figlia? 8. Risponde Giairo, anchegli molto commosso, alla moglie: Consolati, o moglie mia diletta, questa giovinetta non soltanto assomiglia alla perfezione alla nostra cara figlia, ma essa stessa, in tutta verit! Il Signore Ges, che ricolmo del divino Spirito, lha ora risuscitata da morte per la seconda volta come Lui laveva risvegliata da morte poche settimane prima! Che per appaia tanto bella e fiorente, dovuto alla Sua incomprensibile ma evidente Potenza divina, ma ora non distoglierla dal soddisfare il suo appetito, essendo essa rimasta a digiuno da ben lungo tempo 9. Dice la donna, che pu a mala pena capire in s a causa della meraviglia e della gioia: Dimmi dunque tu, che sei fra i sapienti maestri di Israele: cosa ne pensi tu di questo Ges? In me si fa sempre pi strada il convincimento che, nonostante i Suoi umili natali, Egli sia veramente il promesso Messia; perch simili opere non le ha mai finora compiute nessun profeta, per non parlar poi di altri uomini! 10. Disse Giairo: S, certo, cos , per lappunto, per bene conservare la massima discrezione, volendo Egli Stesso che sia cos, perch, se una voce simile si diffondesse troppo, tutta Gerusalemme e Roma ci sarebbero ben presto
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addosso e se Egli vi contrapponesse la Sua Potenza divina, le cose si metterebbero molto male per tutti noi! Perci, o donna, sii segreta come una tomba! Sara dovr restare almeno per un anno intero sotto la sorveglianza e la guida di Ges Stesso o della carissima e saggia madre Maria e noi potremo visitarla soltanto di tanto in tanto, alternativamente. Questo al duplice scopo di non palesare con la sua presenza il divino Maestro e di permettere al suo corpo di acquistare consistenza e permanente salute. In fondo, considerate bene le cose, noi due abbiamo oramai ben poco diritto particolare su di lei, perch, nel nostro muto godimento, non le abbiamo procurato che una misera vita malaticcia, perfettamente ignari comeravamo di cosa sarebbe potuto risultare dal nostro amplesso. Ci toccata in sorte questangelica Sara che Dio ha bens dotato di unanima sanissima, alla quale per non abbiamo aggiunto che un corpo debole e malato! Essa per noi morta due volte e quindi in questo mondo per noi sarebbe stata irrimediabilmente perduta! Ma Egli le don tutte e due le volte una nuova vita, piena di salute! Bisogna, dopo ci, domandarsi chi oramai pi di suo padre e di sua madre, se Egli o noi due poveri peccatori 11. Dice la madre di Sara: Certamente tu sei saggio, conosci la legge e tutti i profeti ed hai dunque sempre ragione in tutte le cose, ma per me gi una felicit sovrumana sapere che essa di nuovo in vita e che potremo, di quando in quando, vederla e parlarle! 12. Osserva Giairo: Ebbene, ora stiamo tranquilli. La cena finita ed Egli forse vorr dirci ancora qualche cosa! 13. Allora Io chiamo a Me Fausto e gli dico: Amico e fratello Mio, Mi duole molto che oggi tu non possa passare la notte con Me. Gravi incombenze ti attendono a casa tua e perci ti devo congedare per un paio di giorni, per, trascorsi questi, vedi di far ritorno qui. Se per caso si venisse a parlare di Me, tu sai oramai bene cosa dovrai dire. 14. Risponde Fausto: Signore, Tu mi conosci meglio di quanto io conosca me stesso e puoi dunque ben fidarti di me, perch uno che nato romano non come una debole canna che il vento scuote di qua e di l. Quando io dico s neppure la morte pu strapparmi un no! Ed ora me ne vado, il mio mulo tuttora sellato e pronto, cosicch in una breve ora sar sul posto. Nel Nome Tuo, o mio grande amico Ges, gli affari che mi attendono saranno certo condotti a buon fine. Ed io mi raccomando interamente solo allAmore ed alla Sapienza Tua ed alla Tua divina Potenza!. Con queste parole Fausto si congeda e si affretta ad uscire. 15. Poi la madre di Sara si avvicina a Me e con commosse parole Mi esprime la sua riconoscenza, confessandosi indegna di tanta immensa grazia. 16. Io per la conforto e dico a Sara: Figlioletta Mia, ecco qui tua madre. 17. Allora Sara si alza con movimento rapido e saluta la madre con affettuose parole, ma aggiunge subito che essa vuol rimanere presso di Me, perch il suo amore troppo grande e non le concede di separarsi da Me!
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La madre e cos pure il capo della Sinagoga lodano molto la cara figlia per il suo proponimento, ma in pari tempo la pregano di non dimenticarsi del tutto di loro! E Sara, dal profondo del suo cuore, assicura i genitori dicendo che il suo amore per loro ora ancora molto pi grande di prima! Questa assicurazione di Sara colm di gioia entrambi i genitori ed essi si tranquillizzarono e strinsero al cuore la loro figlia, colmandola di carezze.

14. Capitolo Della differenza tra potere umano e divino. 1. Ed il greco, di nome Filopoldo da Cana in Samaria, venne a Me e disse: Signore, io sono qui gi da tre giorni e non ho finora potuto trovare il momento opportuno per parlare con Te riguardo agli scopi che, secondo le Tue istruzioni e la Tua Volont, io mi ero prefissi ed ai risultati ottenuti con le mie prediche dopo la Tua partenza da Cana, per le quali tutti hanno finito con il credere in Te! Ora, siccome pare che Tu abbia un po di tempo libero, Ti prego di porgere ascolto a quanto anchio ho da riferirTi! 2. Osservo Io: Mio stimato amico Filopoldo, puoi davvero pensare che Io avrei omesso di chiederti notizia riguardo a questa o quella cosa concernente Cana, se gi non fossi perfettamente a conoscenza di tutto quanto avvenuto? Guarda qui tutti i Miei fratelli! Quante parole Io scambio con loro? Per molti giorni Io non scambio esteriormente una parola con loro, ma tanto pi spesso lo faccio interiormente attraverso il loro cuore; eppure, vedi, non c nessuno che si alzi e chieda: Signore, perch dunque non parli con me?. Io dico ora a te, come gi da lungo tempo ho detto a tutti: Io non accolgo discepoli perch dicano parole vuote, ma perch ascoltino i Miei insegnamenti e siano testimoni delle Mie opere!. Quello che essi sanno, Io lo so gi da molto prima e quello che essi vogliono sapere, Io lo annuncio a loro nel momento del bisogno per mezzo del loro cuore. Ma se le cose stanno in questo modo, chiedi a te stesso quale scopo potrebbe avere, per i Miei discepoli gi iniziati, un ulteriore scambio di parole giornaliero! Anche tu per sei ormai un Mio discepolo ed necessario che ti adatti a simili ordinamenti della Mia scuola. 3. Con altre persone, che non sono Miei pi vicini discepoli, Io devo certamente far uso della parola esteriore, perch esse, nel loro cuore mondano, non percepirebbero la Mia Voce n, meno ancora, Mi comprenderebbero. Tuttavia, quando il tempo e le circostanze lo richiedono, Io parlo esteriormente pure con i Miei discepoli, ma questo avviene sempre, non a causa dei discepoli stessi, bens a motivo di coloro che tali ancora non lo sono! DimMi se hai compreso! 4. Rispose Filopoldo: S, o Signore, la Tua Grazia mi tanto chiara come il sole a mezzogiorno ed io Ti ringrazio per tale Tua amorevole spiegazione! Ma, o Signore, se io considero ora Sara, questo splendore di fanciulla, che certo pu
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gareggiare in bellezza con qualsiasi angelo del Cielo, mi sembra quasi impossibile che sia giaciuta anche un solo secondo in una tomba, perch un simile fervore di vita ed una freschezza tale io non li ho ancora mai visti! Pur vero che Tu lhai risuscitata due volte dalla morte! Ed ora urge potente la domanda: In che modo Ti possibile compiere un tale prodigio? 5. Io gli dico sottovoce: Io credo che a Cana tu abbia avuto sufficiente occasione di apprendere chi veramente sono Io! Ma se tu sai questo, sorge altrettanto potente la domanda su come tu possa meravigliarti e chiederMi in quale modo Mi sia stato possibile ridonare la vita ad un corpo morto! Il sole, la luna e le stelle non sono procedute da Me e non sono stato Io a popolare questa Terra di innumerevoli esseri viventi? Dunque, se ho potuto originariamente donare loro una consistenza ed una vita indipendente, perch dovrebbe risultarMi impossibile, nei riguardi di una fanciulla, quello che da tutte le eternit mi stato sempre possibile nei riguardi di innumerevoli altre creature? Ma, poich tu tali cose devi certamente saperle, poich te ne ha parlato perfino un angelo, come puoi fare ancora altre domande a tale proposito? 6. Ascolta, perfino ogni pietra in cui tu camminando puoi urtare con il piede, quale piccola cosa, la Mia Volont che deve mantenerla. Se Io anche per un solo istante ritirassi la Mia Volont da essa, nel medesimo istante essa cesserebbe di esistere. 7. Tu puoi, vero, frantumare la pietra e poi, sottoponendola ad un forte fuoco, scioglierla e convertirla in una specie di fluido simile allaria, come insegna larte occulta dellalchimia. Ma tutto ci si pu fare della pietra e di qualsiasi altra materia soltanto in quanto Io lo permetto al fine di giovare alluomo e per la sua esperienza. Se Io non lo permettessi, tu non potresti sollevare da terra neanche la minima pietruccia, cos come non puoi sollevare una montagna. Tu puoi anche lanciare una pietra in alto e questa, a seconda della tua forza e della tua abilit nel lancio, potr anche salire ad unaltezza considerevole, ma appena avr raggiunto quella certa altezza, corrispondente alla potenza di lancio impiegata, essa ricadr immediatamente a terra. Ora, vedi, tutto dipende dalla Mia Volont e della Mia concessione, che arriva fino a quel certo punto, dove sta scritto: Fino a qui e non pi oltre!. 8. Il lancio di una pietra ti dimostra in maniera evidente fino a dove giungono la forza e la volont delluomo. Alcuni istanti di tempo ed il debole volere umano viene afferrato dal Mio e costretto entro quei limiti imposti nelleternit, i quali costituiscono il Mio Ordine, che esattamente pesato e calcolato fino allinfinitesimale grano di pulviscolo solare, in tutta limmensit dellUniverso. Ma se tutto ci dipende unicamente dalla Mia Volont e dal Mio beneplacito, perch dovrebbe essere per Me impossibile richiamare in vita una fanciulla morta!? 9. Ora per va fuori e portaMi un pezzo di legno ed una pietra ed Io ti dimostrer come a Me siano possibili tutte le cose, per la Potenza del Padre in Me
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10. Filopoldo esegue e ritorna con una pietra ed un pezzo di legno imputridito. Ed Io gli dico, sempre a mezza voce: Osserva bene: Io alzo la pietra e la scaglio libera nellaria, ed ecco, essa non cade! Prova ora a smuoverla da questo suo posto!. Filopoldo prova, ma inutilmente, perch questa non si sposta nemmeno di un capello. 11. Ed Io aggiungo poi: Ora Io conceder che tu possa smuovere la pietra qua e l, a tuo piacere, ma non appena tu lavrai abbandonata, essa riprender subito questo suo posto, dopo qualche oscillazione od anche di colpo vi si manterr immobile! 12. Dice Filopoldo: Signore, tralascia pure questa prova, perch la Tua santa Parola mi pi che sufficiente! 13. Gli dico Io: E sia. Ma ora voglio che questa pietra si dissolva e scompaia e che questo legno rinverdisca e produca foglie, fiori e frutta in base alla propria specie!. La pietra subito sparisce ed il pezzo di legno si rinnova, rinverdisce e mette rapidamente foglie e fiori e da ultimo frutta gi matura e precisamente alcuni fichi, essendo il legno in questione, appunto, un pezzo di ramo vecchio di fico. 14. A questo punto, per, lattenzione di tutta la gente radunata si rivolge a Me ed a Filopoldo. La maggior parte dei vecchi discepoli aveva frattanto cominciato a sonnecchiare, mentre Giairo e sua moglie non potevano saziarsi di ammirare ed accarezzare la loro figlia. Gli esperimenti con Filopoldo Io li avevo fatti ad un piccolo tavolo a parte, al lume gi alquanto debole di una lampada e non erano stati osservati dallaltra gente, ma quando Filopoldo ebbe cominciato a meravigliarsi in un tono di voce un po pi alto, allora certamente lattenzione di molti si dest. Io, per altro, raccomandai a tutti la quiete e cos tutto ritorn nel silenzio. 15. Io comandai alla pietra di ricomparire ed allistante essa fece mostra di s sul tavolo; il ramo di fico, invece, con la sua frutta, rimase comera, avendo Io riservato quella frutta per il giorno seguente per la Mia Sara. 16. Poi domandai a Filopoldo se egli avesse completamente capito. Ed egli, inchinandosi profondamente, rispose: Signore, certo, oramai so cosa pensare! 17. Ed Io conclusi: Sta bene! Ed ora dedichiamoci al riposo.

15. Capitolo Filopoldo testimonia della Divinit di Ges 1. Come Io avevo consigliato, anche Filopoldo pens a riposarsi, ma, com naturale, di un vero sonno non si pu propriamente parlare, poich gli avvenimenti della giornata avevano troppo tenuto in agitazione il suo animo; daltro canto, anche i giacigli non erano troppo comodi, avendo glincaricati del sequestro asportato quasi tutto, eccezion fatta per qualche mucchio di paglia, cosicch al nostro arrivo noi avevamo trovato la casa letteralmente vuota. vero
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che Boro, i Miei fratelli e molti altri fra i Miei discepoli, durante il tempo occorso per la risurrezione di Sara, si erano dati da fare per rifornire la casa di un adeguato numero di giacigli, tavoli, panche ed arnesi da cucina e da tavola, ma da questo al provvedere in poco tempo e con mezzi naturali soltanto allo stretto necessario per circa un centinaio di persone ce ne correva molto, nonostante molti avessero ottenuto ricovero in altre case ed altri fossero rimasti allaperto. 2. E cos avvenne che Io Stesso passai quella notte su una panca con un po di paglia sotto il capo e Filopoldo addirittura sul nudo terreno, senza un filo di paglia. Anche per questa ragione fu uno dei primi a trovarsi in piedi allalba. Giairo, al quale insieme alla moglie ed a Sara era toccato un giaciglio discretamente soffice, gli chiese come avesse passato la notte sul suolo duro. 3. Filopoldo rispose: Come pu concederlo la qualit del suolo. Del resto, tutto sta ad abituarsi, solo che ci vorrebbe per lo meno un anno e non una sola notte! 4. Disse allora Giairo: Se tu mi avessi almeno detto qualcosa, dato che noi avevamo della paglia in abbondanza! 5. Disse Filopoldo: Guarda qui il Signore! Tutti i Cieli e tutti i mondi gli obbediscono e tutti gli angeli sono in attesa dei Suoi ordini! Eppure il Suo giaciglio non affatto migliore di quanto lo sia stato il mio! 6. Osserva Giairo, nel quale le massime farisaiche hanno lasciato ancora considerevoli tracce: Amico, non ti sembra forse di esagerare un pochino? Va bene che non si pu negare che questo Ges sia pieno del divino Spirito in misura molto maggiore di quanto lo sia stato qualunque altro profeta, poich le Sue opere sorpassano senza alcun paragone tutto quanto si legge su Mos, su Elia e su tutti gli altri maggiori e minori profeti, ma che in Lui debba albergare senzaltro la Divinit in tutta la pienezza mi sembra tuttavia una supposizione un po troppo azzardata! Anche i profeti hanno richiamato in vita i morti, per la forza dello Spirito di Dio che era in loro, per essi non hanno mai osato attribuire a se stessi il miracolo, ma lo hanno sempre attribuito soltanto a Dio. Se lo avessero attribuito a se stessi, si sarebbero macchiati di grave peccato contro Dio e Questi avrebbe tolto loro il Suo Spirito! Ges, invece, fa tutto da S, come se Egli fosse un Signore. Questa circostanza milita veramente a favore della tua azzardata ipotesi ed anchio sono in certo modo quasi perfettamente della tua opinione, per, come detto, con la debita precauzione! Infatti potrebbe, fra laltro, trattarsi di una prova nella quale il Cielo concede che noi ci troviamo implicati, affinch risulti se noi crediamo veramente in un solo Dio! Se poi in Ges dovesse davvero albergare la Divinit in tutta la Sua pienezza, allora certo noi dovremmo accogliere a qualsiasi condizione la Sua testimonianza come eternamente vera! Cosa ne pensi tu? 7. Dice Filopoldo: Io sono completamente daccordo con questa tua ultima opinione e credo che la Sua testimonianza della pienezza della Divinit in Lui sia assolutamente vera! Essa in Lui e, allinfuori di Lui, in nessun altro!
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8. Particolarmente in questo nostro tempo ricco di avvenimenti meravigliosi la cosa non si pu facilmente spiegare, perch qualcuno pu sempre dire: Io ho visto qua o l dei maghi che facevano cose veramente straordinarie e gli antichi profeti hanno pure essi risuscitato dei morti, anzi, uno ha perfino ottenuto che un mucchio dossa si ricoprissero di carne ed il nuovo corpo riacquistasse vita. Miracoli di questa specie non possono considerarsi ancora una prova sufficiente per attribuire un rango divino a chi li compie!. 9. Ma qui, nel caso di Ges, il Signore, si tratta di ben altro! Tutti i profeti, prima che Dio li avesse ritenuti degni di compiere unazione miracolosa tramite il Suo Potere, dovettero prepararsi con lunghe preghiere e con digiuni! I maghi devono fare ricorso alla loro bacchetta ed ad una quantit daltre formule, segni e scongiuri ed inoltre si servono di svariatissimi balsami, oli, acque, metalli, pietre, erbe e radici di cui conoscono bene le misteriose propriet e che impiegano nelle loro esibizioni. Ma, dico io, chi ha mai visto Ges, il Signore, ricorrere a mezzi e ad artifici di questo genere? Di preghiere e di digiuni nessuna traccia, almeno nel breve tempo in cui ebbi la somma Grazia di conoscerLo; meno che meno poi si pu parlare di bacchette magiche o di altri magici artifici! 10. Oltre a ci, tutti i profeti hanno sempre avuto lo stesso misterioso linguaggio simbolico, sia parlato che scritto e chi non fosse stato della loro scuola nulla avrebbe potuto comprendere. Io sono bens greco, ma tuttavia non ignoro le vostre scritture, conosco Mos e tutti i profeti! Chi li comprende a fondo, deve discendere, in verit, da genitori speciali! 11. Ges invece parla anche delle cose pi misteriose con una chiarezza tale che non di rado perfino un fanciullo deve poterle afferrare! Egli ha spiegato, per esempio, la Creazione, ed io credo quasi quasi di poter io stesso creare un mondo! Dov il profeta e il principe di tutti i maghi che possa avere il linguaggio che ha Ges? 12. Chi ha mai compreso una sola sillaba di quello che va blaterando il mago durante le sue esibizioni? Nei discorsi di questi tali regnano le tenebre pi fitte, in quelli dei profeti brilla s qualche pallido raggio di luce, ma questo troppo debole e nessuno riesce a distinguere quello che sta lontano trenta passi, mentre qui, invece, tutto piena luce meridiana! Quanto Egli dice, ha sempre in s limpronta della pi profonda divina Sapienza e le Sue parole sono limpide e chiarissime quasi per ogni mente umana e ci che Egli vuole avviene allistante! 13. Ora, se le cose con Ges stanno esattamente come ho detto e cos anche in realt, io vorrei sapere davvero per quale ragione dovrei avere ancora qualche scrupolo, per riconoscere in Lui innegabilmente il Signore del Cielo e della Terra e per rendere solo a Lui ogni onore! 14. Guarda qui su questo tavolo: questo freschissimo ramo di fico con una quantit di frutta ben matura la spiegazione pi vera e viva che Egli mi diede, ieri, mentre voi dormivate, in seguito alla richiesta fattaGli di come Gli fosse possibile risuscitare completamente un morto. Allora mi disse di portarGli un
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pezzo di legno gi fradicio, dunque completamente morto. Io feci cos e nelloscurit presi il primo pezzo di legno che mi capit sotto mano. Egli non tocc affatto il ramo gi morto, ma comand soltanto ed il legno fradicio cominci subito a gettare foglie e fiori e qui tu vedi la frutta gi matura! Prendila e dalla alla tua diletta Sara; essa ne avr uneccellente ristoro!.

16. Capitolo Il Signore va alla sinagoga (Matt.13,54) 1. Allora Giairo sveglia Sara, che, del resto, aveva gi cominciato a riaprire gli occhi e le porge il ramo gi ben fornito, che essa accetta con grande gioia e mangia subito tutti i frutti maturi e dolcissimi, fino allultimo. E quando ha terminato di mangiare, Io Mi desto sulla Mia panca. 2. Sara la prima a farMi un cordiale saluto mattutino ed Io le domando se le sono piaciuti i fichi. Ed essa rispose allegramente: Signore, erano di sapore celestiale e dolci come il miele! Il Tuo amico Filopoldo me li ha dati in Tuo Nome ed io li ho mangiati tutti, perch erano davvero squisiti! Tu li hai fatti portare certo per me! 3. Le dico Io: S, certamente per te, Mia carissima Sara, poich tu fosti la causa per la quale Io questa notte, per dimostrare allamico Filopoldo come risuscito i morti, reinfusi la vita in un ramo di fico gi marcio, perch ancora una volta producesse dolcissimi frutti per te, Mia Sara diletta, e tu, avendoli mangiati, hai fatto molto bene; essi contribuiranno a rafforzare la tua salute fisica! Ed ora andiamocene tutti allaria aperta, fino a quando le stanze saranno sgomberate e pulite e poi faremo colazione ed in seguito vedremo che faccende ci porter la giornata di oggi! 4. A queste Mie parole tutti escono e si ricreano e gioiscono allo spettacolo della serenit e della purezza cristallina di quel mattino! 5. E poi Giairo si avvicin a Me e disse: Signore, la mia gratitudine non potr mai avere fine! Piuttosto di rischiare di essere indotto ad intraprendere qualcosa contro di Te, io voglio deporre la mia carica e poi sar, con ogni zelo possibile, un seguace della Tua santa dottrina e, fino a quando avr vita, Filopoldo rester il mio caro amico, al quale io debbo il fatto che in me si fatta veramente luce a Tuo riguardo. Egli bens un greco di nascita, ma conosce le nostre Scritture meglio di me e di tutti i dottori della Legge messi insieme. In poche parole io so oramai cosa pensare sul Tuo conto, ci che, del resto, corrisponde del tutto alle idee che gi spesso erano sorte in segreto nel mio cuore. Ma ora devo recarmi a Cafarnao, dove ho delle questioni da risolvere. A Te io raccomando, per il tempo che a Te piacer, mia moglie e Sara, mia figlia! Meglio che da Te non potrebbero certo essere guardate neppure in Cielo! Se mi sar possibile ripartire gi stasera, io far ritorno probabilmente con Fausto e Cornelio e forse anche con il vecchio Cirenio, che dovrebbe arrivare, si crede, oggi ancora a Cafarnao!
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E cos siano con me il Tuo amore, la Tua pazienza e la Tua grazia. Dopo egli prende congedo da sua moglie e da Sara, si fa condurre i suoi muli che erano buoni trottatori, monta sul pi robusto e parte subito di buon passo. 6. Io, per, faccio radunare tutti per il pasto mattutino e la compagnia prende posto nelle stanze ormai sgomberate e pulite, dove, a cura di Boro, ci attendeva una buona colazione. 7. Terminata la colazione, Boro mi chiama da parte e Mi dice: Mio carissimo amico, Io so bene che a Te possibile sapere gi prima quello che vorrei dirTi in segreto, ma fra i Tuoi discepoli ce ne sono alcuni che, secondo me, non hanno bisogno di sapere quello che abbiamo ora da discutere fra noi ed soltanto perci che Ti ho pregato di venire qui da parte! 8. Ed Io gli dico: La cosa non veramente affatto necessaria, perch tutto quello che tu vuoi esporMi adesso, Io lho gi raccontato dettagliatamente ai discepoli quando eravamo a Chis. In quella occasione ho anche espresso apertamente la Mia lode a tale proposito. Essi sono a conoscenza di tutto e perci non c bisogno di farne mistero dinanzi a loro! 9. Dice Boro: Ebbene se cos, posso parlare apertamente 10. Noi allora ci riavviciniamo alla compagnia ed Io dico a Boro: Mio carissimo amico, quello che tu vuoi dirMi, Io lo so gi, come pure tutti i Miei discepoli, e noi consideriamo perci la cosa come definita. A te per, che sei un greco che professa liberamente il giudaismo, ma che non sei sottoposto alla legge degli ebrei, riesce facile disputare con qualsiasi fariseo, ma se tu fossi veramente un ebreo circonciso e secondo la legge, avresti avuto un bel da fare a tenere a freno la tua lingua. Per stato bene cos come hai parlato; consideriamo perci la questione come scritta sulla sabbia. Ed ora conduciMi alla scuola di Nazaret! Io intendo insegnare al popolo, affinch riconosca il tempo attuale! (Matt.13, 54). 11. A questo punto Mia madre chiede se Io far ritorno a casa per il mezzogiorno. 12. Ed Io le rispondo: Non darti pensiero se verr o meno, sufficiente che Io prenda ogni cura su di Me. Ad ogni modo per questa sera sar certo di ritorno 13. E Sara intervenne e domand se avesse potuto anchessa venire con Me alla scuola. 14. Le risposi Io: Certamente, vieni pure, quantunque la legge prescriva che la donna non debba visitare alcuna sinagoga in compagnia di uomini. Ma, dora in avanti, ci dovr mutare, poich la donna ugualmente come luomo, ha pieno diritto al Mio Amore ed alla Mia Grazia, che provengono dal Padre per mezzo Mio. Vieni dunque, con animo lieto, sereno e pieno di assoluta fiducia; l potrai pure apprendere quale sia il tempo in cui ora si vive. Ed ora andiamo! Ma tu, Sara, resta al Mio fianco, poich dovrai rendere buona testimonianza di Me. Perci conserva anche questa veste funeraria, destinata pure ad aver forza di prova in Mio favore! Ora per andiamocene. 15. A queste Mie parole tutti sono pronti e cincamminiamo verso la sinagoga.

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17. Capitolo Il Signore spiega un testo di Isaia. 1. Quando entrammo nella scuola, una decina di anziani di Nazaret, con parecchi farisei e scribi radunati intorno ad un gran tavolo, stavano consultando i versi di Isaia e precisamente in quel punto dove detto: Lavatevi, pulitevi, rimuovete la malvagit delle vostre opere dinanzi ai miei occhi; evitate di far male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, aiutate loppresso, fate valere i diritti degli orfani, mantenete il diritto delle vedove! Venite pure ora, dice il Signore, e discutiamo insieme. Se i vostri peccati fossero rosso sangue, saranno imbiancati come la neve, se fossero rossi come il colore delluva passa, diventeranno come la lana bianca. Se voi volete ubbidire, mangerete i beni della Terra, ma se ricusate e siete ribelli, sarete consumati dalla spada, perch la bocca del Signore ha parlato. Come la citt fedele divenuta meretrice! Ella era piena di rettitudine, la giustizia dimorava in essa, ma ora vi abitano assassini. Il tuo argento divenuto schiuma, la tua bevanda mescolata con acqua. I tuoi prncipi sono ribelli e compagni di ladri; si prendono volentieri i regali e procacciano le ricompense. Non fanno valere il diritto degli orfani e la causa delle vedove non viene davanti a loro. Perci il Signore degli eserciti, il Possente dIsraele dice: Oh, Io Mi consoler attraverso i Miei nemici e Mi vendicher attraverso i Miei avversari! (Isaia 1,16-24). Di questi versetti essi tentavano di penetrare il senso, ma non poterono venirne in chiaro. 2. Allora Mi feci avanti Io e dissi loro: Com che vi rompete tanto il capo per interpretare quello che, come la luce meridiana, sta gi svelato e compiuto dinanzi ai vostri occhi? Guardate un po le vostre vedove ed i vostri orfani, come sono trattati essi? Invece di aver cura delle vedove, voi portate via a loro ancora quel poco che hanno, ed i poveri orfani li vendete, quali schiavi, ai pagani, come intendevate fare non molti giorni fa per vie nascoste e come anche avreste fatto, se il pubblicano Kisjonah non ve lo avesse energicamente impedito! 3. Certo, cos dice il Signore: Venite e discutiamo insieme! Se i vostri peccati fossero come lo scarlatto, saranno imbiancati come la neve e se fossero come luva passa, diventeranno come la lana!. Ma Io domando, quando e a che condizione? Come stanno le cose riguardo a voi e alla citt fedele, che voi chiamate la citt di Dio? Quanti peccati della peggiore specie e che gridano vendetta al Cielo sono gi stati commessi e tuttora vi si commettono! 4. Lavatevi, pulitevi e rimuovete la malvagit delle vostre opere dinanzi ai Miei occhi!, cos parl Jehova per bocca del profeta. Ed ecco che voi lavate s il vostro corpo sette volte al giorno, voi pulite certo le vostre vesti e fate imbiancare le tombe dei vostri morti due o tre volte allanno, ma i vostri cuori sono induriti e ricolmi di immondizia ed perci che voi siete simili ai vostri sepolcri imbiancati, che sono ornati e puliti di fuori, mentre nellinterno sono pieni di ossame fradicio e puzzolente.
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5. Il profeta parl della purificazione dei vostri cuori e vi ammon a rimuovere i vostri peccati innanzi agli occhi onniveggenti di Dio. Ma voi questo senso non lavete ancora mai accolto nel vostro cuore e perci avete sempre lavato e continuate ancora a lavare la vostra pelle, mentre lasciate il vostro cuore immerso nella pi infernale immondizia! O immondizia dellInferno, chi ti ha mai insegnato una tale cosa? 6. Voi certamente dite: Come Mos ed Aronne hanno ordinato, oggi ancora, anno per anno, il caprone viene caricato dei peccati di tutta Israele e poi ucciso e gettato nel Giordano!. O ciechi che siete! Che colpa ha il caprone se voi continuate a peccare e non volete rendere migliori i vostri cuori? 7. Questo fatto del caprone non era che unimmagine, dalla quale voi gi da molto tempo avreste dovuto apprendere come il caprone non rappresenti altro che le vostre perfide voglie mondane, come il vostro orgoglio, che d cornate ed puzzolente oltre misura proprio come il caprone, e la vostra immondizia in tutte le cose, la vostra ambizione ed invidia! Per uccidere veramente il caprone del peccato, voi avreste dovuto annientare il caprone delle vostre male passioni dentro il vostro cuore, cos avreste dato adempimento vivente al comandamento di Mos e di Aronne e ne avreste ottenuto immancabilmente la benedizione! Voi avete ucciso bens i caproni, ci che non poteva assolutamente giovarvi, ma i vostri cuori saturi di peccati vi sono rimasti, ed perci che Jehova ha realizzato la Sua minaccia e ancor pi la realizzer dora innanzi, quando la vostra perfidia sar giunta al colmo. 8. Bella cosa davvero che i pagani debbano ormai tutelare i diritti del popolo ed aver cura delle vedove e degli orfani! Ma appunto perci anche vero quello che dice il profeta: Io Mi consoler con i nemici, che sono pagani, ed Io Mi vendicher per mezzo loro!. Dove se n andata la vostra potenza e dove si persa la vostra forza? Un piccolo gruppo di pagani signoreggia sul popolo di Dio, una volta tanto potente! Vergogna, vergogna ed obbrobrio eterni! I figli del serpente sono pi saggi e pi onesti di voi, figli della luce. 9. E per queste ragioni anche avverr tra breve che questo sacro suolo sar dato ai gentili e dora innanzi voi non avrete pi patria e non avrete pi re. Come schiavi dovrete servire tiranni stranieri, le vostre belle figlie dovranno essere di sollazzo ai pagani ed ai loro servitori e la loro progenie sar odiata come quella dei serpenti e delle vipere! 10. Voi vi consultate continuamente sulla scorta dei libri del profeta, il quale ha scritto per il vostro cuore, su come invece potreste rendere ancora pi solenne la cerimonia durante lazione, che nulla significa, del lavare e del mondare i vostri corpi e le vesti e le sepolture, affinch la cerimonia stessa debba essere incentivo a tanto pi ricche offerte; ma quello che soltanto sarebbe gradito a Dio, voi non lo volete comprendere! O perversi servitori del demonio! Questo colui che servite con le vostre cerimonie ed da lui che un giorno riceverete la ricompensa nel pantano dove lavete sempre meritata.
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11. Il corpo lo si monda, a seconda del bisogno, una o due volte al giorno, e le vesti si puliscono quando sono sudice: queste cose le ha ordinate Mos per la salute del corpo. E cos pure i sepolcri si ricoprono di uno strato di argilla grosso una spanna e quando largilla secca vi si applicano alcuni strati lievi di buona calce sciolta, allo scopo di otturare le crepe che si possono formare ed evitare cos che attraverso queste si propaghino con facilit, specialmente nei primi anni della decomposizione, le esalazioni malefiche che sono causa di svariatissime malattie tra gli uomini, gli animali e le piante. 12. Ecco qual il vero motivo per limbiancatura dei sepolcri, ci che del resto pi che evidente! Ora, come mai volete farne un servizio divino? Oh, insensati e pazzi che non siete altro! Che vantaggio pu mai derivarne allanima del defunto?.

18. Capitolo DellEssenza di Dio e della Sua vera adorazione. 1. Prosegue il Signore: Quando luomo muore, lanima, che uscita dal corpo e che costituisce un uomo spirituale a s ed indipendente, perviene in un luogo che corrisponde perfettamente alle sue condizioni di vita ed allora non pu giovarle nulla allinfuori del proprio libero volere e del proprio amore. Se la volont e lamore sono buoni, sar buono anche il luogo o lambiente che lanima stessa si fogger secondo le proprie tendenze e tramite la forza e la potenza concessale da Dio; se, invece, volont ed amore sono perversi, perversa sar pure lopera od il loro prodotto, ugualmente come avviene sulla Terra, dove un albero cattivo non pu dare frutta buona, n un albero buono pu darne di cattiva. Andate e provate ad ornare doro e di pietre preziose un arbusto di spine e vedrete poi se questo vi frutter dei grappoli gustosi. Una vite, che la orniate o no di oro, vi dar quello che per sua natura destinata a darvi, cio dei dolci grappoli gustosissimi. 2. Se la cosa sta cos, come altrimenti non pu stare, domandate a voi stessi come dovrebbe o potrebbe giovare alle anime dei defunti unimbiancatura dei sepolcri, nei quali non albergano altro che resti putrefatti e nauseanti. 3. Credete proprio sul serio che Dio sia cos debole di intelletto, sciocco e vano da ritenersi ben servito ed onorato da una quanto mai vana, assurda e insignificante esaltazione della materia, per mezzo di altra materia? 4. Io ve lo dico: Dio uno Spirito e chi vuole servirLo ed onorarLo deve fare ci in spirito e nella piena e vivente verit del suo cuore e non gi nella materia e per mezzo di questa, la quale altro non che lespressione materialmente tangibile, per un tempo determinato, della Volont del Padre onnipotente! 5. Cosa direste ad un tale che venisse da voi, chiedendo una ricompensa per aver semplicemente devastato le vostre seminagioni e che sostenesse per di pi di avervi reso con ci un eccellente servizio? Ecco quello che voi rispondereste
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ad un simile pazzo e sfacciato, quello che ugualmente vi risponder un giorno il Padre nellAldil e voi dovrete allontanarvi dal Suo cospetto e sarete cacciati nelle tenebre pi profonde, dove pianto e stridor di denti saranno la vostra ricompensa! 6. Ed in che modo voi vi occupiate del diritto delle vedove pu darne prova in primo luogo Mia madre Maria, alla quale avete tolto ogni cosa e dopo di lei a mille altre, con le quali non vi siete comportati meglio n vi state comportando meglio nemmeno ora! 7. Non grida forse vendetta al Cielo il fatto che delle figlie dIsraele debbano cercare giustizia presso i pagani e anche la ottengono? Veramente non deve essere assai lusinghiero per Satana che i suoi figli si dimostrino di gran lunga superiori in rettitudine e giustizia rispetto ai figli di Dio! S, Io ve lo dico: Dora innanzi i figli del mondo diverranno figli di Dio!. Ma voi, per la stessa ragione, diverrete figli di colui che avete sempre servito con tutta fedelt! 8. Come mai voi che leggete Isaia non avete trovato il punto dove detto: 9. Io provo compiacimento nella misericordia e non nel sacrificio!. Ed ancora: Questo popolo Mi onora con le labbra, mentre il cuor suo ben lontano da Me! 10. Se voi dite: Cos ha parlato Dio per bocca dei profeti, che specie di stima e rispetto dovete avere di Lui, voi che preferite sempre le vostre massime miserabili al posto dei Suoi santi Comandamenti, per il fatto che i vostri precetti vi danno un vantaggio mondano e perci preferite calpestare quelli di Dio? O malvagi e perfidi servitori del demonio! Come vorreste reggere un giorno dinanzi al Giudizio di Dio? Io vi dico, in verit, che i sodomiti saranno trattati meglio di voi! Infatti se a Sodoma allepoca fossero avvenuti tali segni, com gi accaduto presso di voi, essi avrebbero fatto penitenza con sacco e cenere e Dio non li avrebbe giudicati mandando fuoco e zolfo dal cielo! Guai a voi, il tempo si avvicina e di voi accadr come Io vi ho predetto!.

19. Capitolo Larroganza e la confusione dei farisei spiritualmente ciechi. 1. A questo punto gli anziani, i farisei e gli scribi si alzano infuriati ed esclamano: Come ti permetti Tu, sbarbatello, di discutere con noi? Che segni sono avvenuti qui? 2. Rispondo Io, presentando Sara, che tutti quegli eroi della sinagoga e della Scrittura conoscevano molto bene: Conoscete questa fanciulla e sapete quello che accaduto a lei, per la seconda volta?. 3. A quella vista tutti restano sbalorditi e smarriti e borbottano fra di loro: Per il Cielo, questa in persona la figlia del nostro preside, tale e quale noi labbiamo conosciuta! Che labbia risuscitata di nuovo? Com accaduto? Ma se
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Egli lha richiamata in vita questa seconda volta essa era veramente morta! Cosa dobbiamo fare adesso? Giairo sembra essere dalla sua parte, altrimenti non gli avrebbe certo affidato la figlia che egli ama sopra ogni altra cosa. Oppure egli ancora alloscuro di tutto? Che il figlio di Giuseppe labbia risuscitata in segreto, e che voglia ricondurla a Giairo in qualche prossima occasione? Dobbiamo noi darne notizia a Giairo? Questo fatto troppo evidente! proprio cos, si tratta, senza alcun dubbio, veramente di lei! Eppure noi tutti siamo stati presenti alla sua sepoltura, come pure la prima volta a Cafarnao, quando mor! Che cosa si deve fare? Cosa succeder se questo uomo-Dio continuer a manifestarsi con queste incredibili manifestazioni, sia pure valendosi di artifizi o poteri di qualsiasi genere?. E qui ammutolirono. 4. Io per, fissandoli severamente, dico loro: Ebbene, cosa vi suggerisce il vostro malvagio cuore? sufficiente questo segno per fornirvi la prova che tutto quello che avete udito ora da Me non che la pura verit? 5. Rispondono gli anziani: Noi non siamo n medici n speziali che scrutano le forze naturali a profitto delle loro professioni e cos pure non abbiamo nessuna confidenza con le arti magiche che si possono imparare a scuola del demonio, perch questo sarebbe un gravissimo peccato agli occhi di Dio e perci non possiamo sapere quali arti Tu abbia usato per ridestarla. Resta quindi bene inteso che questa specie di segni non sono tali da poterci assolutamente far deviare di una linea dalla nostra fede in Mos ed in tutti i profeti, come pure dallinterpretazione delle Scritture autorizzata dal Tempio, secondo il solenne e sacro giuramento prestato. Di segni, in questi tempi, ne fanno diversi maghi che capitano qui, parte dallOriente e molti dallEgitto. Tutti operano cose meravigliose che nessun giudeo comprende e che non vuole e non deve comprendere, perch tutte le produzioni magiche di questo tipo provengono dal demonio. E con ci noi intendiamo contemporaneamente dichiarare che i tuoi segni, siccome possono appartenere pure essi allambito della magia, non hanno per noi alcun valore e possono al massimo dimostrarci che Tu sei bravo a compierli con successo e che sei, in questa Tua specialit, un perfetto maestro, ma che noi, a causa dei Tuoi segni, dobbiamo accettare anche la Tua dottrina che ci ispira orrore, una tale cosa sia lontano da noi! Perch tra un medico ed un sacerdote c molta distanza e molta di pi da un profeta; rispetto a Te poi, che conosciamo gi da trenta anni, come abbiamo conosciuto Tuo padre, il divario ancora maggiore. Bada dunque di sgomberare senza indugio la scuola, assieme alla Tua comitiva di vagabondi, altrimenti dovremo impiegare la forza! 6. Esclama allora Sara: Te ne prego, o Signore, lascia questi miserabili al loro destino, perch sono pi induriti delle pietre, pi tenebrosi della notte pi profonda e senza un briciola damore nel loro petto! Due volte Tu mi hai ridonato la vita e ci non nulla per questi sciagurati! Anzi, essi ritengono il prodigio una magia e una bestemmia e nella loro grossolana cecit non esitano a cacciarti dalla scuola! Signore, questo troppo! Oh, andiamo via di qui, perch vicino a questi miserabili figuri mi sembra di vedere Satana dinanzi a noi!
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7. Dico Io: Mia diletta Sara! Stai pure tranquilla, perch fino a tanto che Io lo voglio noi rimarremo qui, perch Io sono il Signore! Si dicono pure signori i potenti della Terra, che ben spesso dispongono di scarsissima forza; a Me per sono dati tutti i poteri nel Cielo, sullInferno e su tutta la Terra! Allora, essendo Io un perfetto Signore, mai dalleternit nessuno Mi ha comandato! E quello che Io faccio, lo faccio di Mia spontanea Volont, ora e sempre! 8. Dopo che gli anziani odono queste parole, si stracciano le vesti ed urlano: Fuori di qui! Ormai abbiamo inteso bene che sei un bestemmiatore! Quello che tu fai, avviene con laiuto di Belzeb e vorresti con questi mezzi fare allontanare i popoli da Mos e da Dio, per dare loro in cambio la tua nuova dottrina! Altro non ci resta che finirla con te una buona volta e toglierti dal mondo lapidandoti con le pietre!

20. Capitolo La paura dei templari del tribunale romano. 1. Ora, in tutte le scuole, come pure anche nel Tempio, cera sempre una provvista di pietre per la lapidazione e non altrimenti andavano le cose in questa scuola di Nazaret, e cos avvenne che gli anziani, i farisei e gli scribi, nel loro cieco furore, si diedero a raccogliere pietre per lanciarMele addosso. Ma allora tutti i discepoli si alzarono e ammonendoli invitarono quei furibondi alla quiete, i quali per ripresero a gridare ed assunsero un atteggiamento ancor pi minaccioso, pronti a scagliare le pietre che ancora tenevano in mano. Quandecco che improvvisamente apparvero nella grande sala della scuola Fausto, Cornelio, Giairo, nonch il vecchio Cirenio. 2. Come quei furenti si accorsero della presenza di questi personaggi, per loro terribilmente eccelsi, che essi conoscevano molto bene, deposero allistante i loro micidiali strumenti e cominciarono a fare profondissimi inchini. 3. Giairo si avvicina a Me ed a Sara, ci abbraccia e dice ad alta voce, rivolto a Cirenio: Eccolo qui il grande Uomo fra tutti gli uomini e qui c pure Sara, la mia amata figlia che Egli per due volte ha risuscitato dalla morte pi completa!. 4. Allora il vecchio Cirenio si avvicina pure egli a Me, con le lacrime agli occhi e dice: O mio Signore e mio Dio, con quali parole posso io, povero e debole uomo, esprimerTi la mia gratitudine per tutte le immense grazie di cui mi hai colmato? Oh, come sono felice che i miei occhi possano ancora una volta godere dellinesprimibile gioia di contemplare la Tua faccia, o mio santo Amico. Da pi di venti anni non mi fu possibile apprendere niente di Te, quantunque il mio pensiero ricorresse ogni giorno alla Tua persona ed avessi tentato molto spesso di ottenere informazioni sul Tuo conto! 5. Fino a pochi giorni fa, quale non era il mio turbamento, poich limperatore aveva cominciato sul serio a chiedermi ragione del mancato invio dei denari delle imposte dal Ponto e dallAsia Minore ed io non potevo
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comprendere affatto dove fossero finiti! Ma quale fu poi la mia gioia immensa, quando, circa tre giorni fa, ricevetti non solo lammontare delle imposte andate smarrite, ma anche un ulteriore tesoro inestimabile in oro, argento, perle e pietre preziose, che i miei fidi e buoni amici Fausto e Cornelio avevano recuperato; e tutto ci per il Tuo santo intervento! 6. O Signore, massimo e santo amico mio Ges! DimMi, dimMi Tu cosa posso fare per compensare almeno in piccola parte limmenso debito che ho verso di Te? Se Tu volessi accettare di porre sul Tuo capo la mia corona di governatore oh con che gioia indicibile la deporrei ai Tuoi santi piedi! 7. In verit, o mio Signore e Vita mia, come Tu certamente saprai, tengo assai poco ai vari tesori di questa Terra; se fosse tutto mio quello che ho fatto gi inviare a Roma, molte migliaia di poveri avrebbero gi da lungo tempo potuto averne soccorso, ma quelle somme appartenevano allimperatore ed era mio dovere curare in ogni senso che si potesse mettere assieme quanto da lui richiesto! Ora, come sarebbe mai stato possibile ci senza di Te ed in secondo luogo senza il mio caro Fausto e mio fratello Cornelio? Ora voi avete liberato il mio petto da un peso immenso! Per, ora si tratta di premiare e ricompensare come e quanto in mio potere! Oh, parla Tu, o grande e santo amico degli uomini e dimmi cosa debbo fare ora? 8. A questa splendida allocuzione rivolta a Me da Cirenio, coloro che prima si erano disposti a lapidarMi, diventarono di un pallore cadaverico e cominciarono a tremare, come se fossero stati colpiti da una forte febbre, perch essi pensavano che Io avrei voluto trarre piena vendetta su di loro, accusandoli presso Cirenio, che essi temevano pi della morte, ben sapendo che con lui cera poco da scherzare! Notoriamente i giudici romani erano oltre ogni dire severi nellesecuzione dei loro verdetti giudiziari e delle loro sentenze, perci incutevano anche agli ebrei un indicibile terrore, particolarmente poi a questi anziani farisei e scribi di Nazaret, alcuni dei quali erano consapevoli della rapina delle imposte perpetrata a danno dei romani. 9. Per Io risposi in tono amichevolissimo a Cirenio: Credi che lUomo possa aver dimenticato quello che hai fatto al Bambino, quando, perseguitato da Erode, dovette da Betlemme fuggirsene in Egitto? Vedi, lUomo si ricorda di tutto ci molto bene! Ma quello che tu hai fatto per Me lhai fatto del tutto disinteressatamente, perch Mi amavi; ma allora come potrei Io ora chiederti un compenso? No, tale cosa sia ben lontano da Me per tutte le eternit! Per vorrei chiedere una cosa a te che, nella tua qualit di luogotenente dellimperatore, detieni il comando sullAsia: Ordina a questi ribelli servitori non di Dio, ma di Satana, che mantengano il pi assoluto silenzio su tutto quello che Io ho operato; nel caso contrario verranno puniti con la pena pi severa! Infatti chiunque levi una pietra contro il suo prossimo, deve venire punito con estrema severit! 10. Chiede Cirenio: Hanno forse questi miserabili osato levare pietre contro di Te?
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11. Esclama Sara: S, s, nobile Cirenio! Questi sciagurati volevano lapidare il Signore, perch Egli ha detto loro la verit in faccia! Essi si fanno chiamare servitori di Dio, mentre sono lassoluta negazione di Dio, perch osservano soltanto le massime che il proprio egoismo e la superbia suggeriscono loro e usando la violenza si sforzano di dare ad esse unapparenza divina! 12. Chi non disposto a prendere per buone queste apparenze ingannatrici, condannato in modo abominevole alla cecit e non ha pi alcuna libert su questa Terra di Dio! Se si leggono un po Mos ed i profeti e poi si considerano le loro massime, si trover con non molta fatica quello che gi da tempo ho trovato io, che sono una ragazza non ancora sedicenne! In verit, chi osserva Mos ed i profeti il loro pi grande nemico! Accade a questi come ai samaritani che sono tuttora mosaisti puri e seguaci dei profeti, e questi vengono giornalmente considerati maledetti, e i templari hanno un tale odio per loro che il loro nome, e quello di chi gli somiglia, debba suonare come una maledizione atroce in bocca ad un giudeo! 13. Ma io domando ancora, per quanto sia una bambina: questa la parola di Dio; questo un servizio divino?. Ges ha dimostrato loro chiaramente che qui si tratta solo di parole dellInferno e di un servizio tale per cui Satana non pu desiderarne uno di migliore, ed perci che essi volevano lapidarLo, perch Egli ha detto loro troppe verit in presenza del popolo e questo poteva aver leffetto di pregiudicare le loro ricche entrate! 14. O nobile e rispettabilissimo signore! Gi due volte mi sono trovata completamente nellAldil ed io so quello che la mia anima ha visto. Io vidi Mos e tutti i buoni profeti; la pace era con loro e la loro gioia il tempo attuale che essi chiamano il grande Giorno del Signore. Ma fra i santi dIsraele non ho scorto neppure un fariseo o un dottore della Legge, perci io domandai dove questi si trovassero. 15. Allora comparve un angelo splendente e mi disse di seguirlo. Ed io andai con lui! Dopo poco noi ci trovammo in un luogo quanto mai deserto e fosco. Cera appena un lieve barlume, come in una notte nuvolosa. In grande lontananza appariva una luce rossastra, come di fuoco e langelo mi disse: Guarda l in fondo; quello il baratro dove dimorano coloro di cui hai domandato!. Ed io guardai, ma non mi fu dato di vedere altro che demoni. Allora io chiesi allangelo: Come mai, non vedo che diavoli e nientaltro! Dunque, dove sono coloro dei quali io ho chiesto notizie?. Allora langelo rispose: Ebbene, quelli che tu vedi sono appunto essi!. 16. Ed io fui presa da grande spavento al pensiero che mio padre addirittura un capo dei farisei, ma langelo, avendo osservato ci che mi faceva tremare, mi consol e mi disse: Non aver timore, tuo padre sulla buona via e tu stessa gli sarai ancora da guida sulla Terra. 17. Queste cose io le ho viste e udite e questa una mia esperienza! Io dunque non ho affatto bisogno di imparare niente da questi stolti e perfidi servitori di
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Satana, perch ho visto ed imparato la verit in maniera viva e quindi, come quella che dallAldil ritornata, posso testimoniare a prova della verit eterna ci che Ges, il Signore dalleternit, insegna, mentre tutto quello che questi loschi individui insegnano non altro che una completa menzogna! Cos io ho finito!.

21. Capitolo Cirenio e i templari. 1. Dice Cirenio: Avete inteso come una risuscitata porti una tale testimonianza contro di voi che vi incrimina pi gravemente di qualunque rapina od omicidio? Cosa dovr fare di voi, visto che queste imputazioni poggiano sullassoluta verit? Farvi appendere sulla croce sarebbe troppo poco! Farvi flagellare una giornata intera fino alle ossa e poi decapitare, ma anche questa sarebbe una punizione troppo mite. Io per so bene cosa far e posso dirvi pure che sarete perfettamente contenti di me!. A queste parole di Cirenio, essi impallidiscono ancora di pi e cominciano a urlare ed implorare. 2. Cirenio frattanto Mi domanda se in seguito egli debba sul serio prescrivere una punizione per quei maligni, oltre allimposizione di conservare silenzio eterno sui fatti l accaduti. 3. Ed Io gli rispondo: Imponi loro soltanto il silenzio pi assoluto con una seria minaccia della punizione che dovr attenderli senza speranza di grazia alla prima trasgressione! Poi congedali 4. Cirenio avanza di alcuni passi, intima silenzio e poi dice: Fate bene attenzione, o torvi individui! unicamente Costui, che voi avreste voluto lapidare a causa della Santa Verit uscita per voi dalla Sua bocca, che voi dovete ringraziare se io non vi faccio cacciare tutti assieme nel deserto e non vi faccio strappare gli occhi, per poi abbandonarvi sulle rupi, circondate tuttintorno da precipizi! Ma se qualcuno di voi si azzardasse a comunicare ad altri, fuori dalla sinagoga, anche una sola parola di quanto avvenuto qui, sia a voce che per iscritto, sia mediante gesti, cenni o atteggiamenti, la gravissima pena comminata sar applicata inesorabilmente nei suoi confronti! 5. E cos pure io non intendo lasciarvi impuniti, qualora venissi a conoscenza di tentativi da parte vostra di tormentare il popolo con estorsioni e contribuzioni illegali e di perseguitare la verit divina a favore delle vostre ignominiose egoistiche massime; insegnate invece al popolo a conoscere Dio e le Sue Leggi e a conformarvi a queste attraverso le opere, solo cos potrete acquistarvi quella considerazione e quella stima di cui gode questo divino Uomo Ges, il Quale non annuncia nulla di nuovo ai popoli che voi avete, con la vostra dottrina, immersi nelle tenebre pi fitte, poich Egli annuncia semplicemente lantica dottrina di Dio! E con tanta maggiore verit e facolt Egli pu farlo, dato che nello Spirito Quel Medesimo che secondo i vostri insegnamenti, circa mille
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anni fa, vi diede, tramite Mos sul Sinai, le tavole della Legge. Questo, certo, voi non lo comprendete, per io lo comprendo perfettamente bene, nonostante per voi sia un perfetto pagano! Dunque, guardatevi bene dal perseguitare questo Santo, perch una cosa simile vi costerebbe doppiamente la vita: quella corporale in questo mondo e quella spirituale nellaltro! Mi avete compreso? 6. Tutti gli interessati esclamano: S, o potente signore, faremo tutto quello che esigi da noi. Per tu sai gi che noi uomini non siamo dei e che in noi c ogni genere di manchevolezza; perci, se qualcuno di noi dovesse eventualmente errare in una cosa o nellaltra, chiamaci umanamente a responsabilit ed umanamente commisura la pena! 7. Rispose Cirenio: I mercanti e trafficanti greci ammettono che si contratti con loro, ma non i romani! Pensate bene a quel che vi dico e fate in modo che le vostre opere siano conformi, cos non avrete bisogno di indulgenza! Perch gli uomini divengano forti, necessitano leggi rigide e inesorabili: in questo modo si formano i maestri dellordine, incrollabili e costanti nellanimo ed esuberanti di zelo in ogni attivit concessa dalla legge! 8. Se il soldato non avesse leggi ferree, sarebbe un vile e quando si tratta di perseguire, combattere e vincere il nemico, questi potrebbe darsi il bel tempo e la patria avrebbe un bel attendere che qualcuno pensasse alla sua difesa! Ma quando una legge di ferro prescrive al soldato per la vita e per la morte, passo per passo, quello che egli deve fare di fronte al nemico, certamente lo far! Infatti se non lo facesse, il suo destino certamente sarebbe la morte, ma se egli invece fa come gli viene comandato, la sua morte per mano del suo nemico incerta e, se ritorna dalla battaglia, ritorna da vincitore e da eroe! 9. La regola severa di Roma questa: una rigida legge plasma anche rigidi diritti ed ordinati uomini! Abbandonate dunque ogni velleit di contrattare con noi e ciascuno abbia dinanzi a s la Legge senza distinzione di rango! Voi sapete ormai come io concepisco la legge: se obbedite, siete liberi nella legge, se non obbedite, la legge vi giudicher senza alcun riguardo, appunto perch legge. 10. Tutta la Terra e tutto quello che in essa e su di essa esiste, esiste soltanto per linflessibilit del Volere divino. Se Dio ad un dato momento ammettesse a questo riguardo anche la minima delle discussioni, cosa ne sarebbe in un batter docchio della Terra e di noi tutti? Tutto si convertirebbe nel caos! 11. E ugualmente accadrebbe di un complesso statale di popoli; se soltanto il rigore di una legge venisse mitigato, anche tutte le altre perderebbero la loro forza e la loro irremovibilit ed il grande edificio dello stato sarebbe in breve tempo ridotto ad una rovina! Dunque, tutto fermo resta quello che vi ho detto e irremovibile la minaccia che vi ho fatto!. 12. A questa energica replica del governatore, le facce dei farisei e degli anziani assunsero una cera alquanto desolata ed amara ed uno fra loro esclam in tono di dolorosa esaltazione: O Roma, o Roma! Come sono terribili la tua durezza e la tua oppressione! O Jehova, Tu hai liberato i Tuoi figli dalla cattivit di Babilonia, quando essi ebbero fatto penitenza ed innalzato a Te le
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loro orazioni, mai Tu ci redimerai, dunque, da questa schiavit mille volte peggiore? 13. E qui dico Io: Se voi vi ostinate a rimanere come siete e se non vi correggete dalla radice, non soltanto resterete sudditi di Roma, ma sarete del tutto divorati da essa, come la putredine dalle aquile! Ancora per breve tempo durer la pazienza di Dio, ma poi il vostro destino si compir e si rovescer su di voi, cos come poco fa. Io ve lho predetto, sarete perseguitati fino alla fine del mondo. Ora per andatevene e non scandalizzatevi mai pi! 14. Quando ebbi terminato di parlare, essi si allontanarono tutti e si ritirarono nelle loro stanze; noi invece ci fermammo nella scuola, dove ben presto si radunarono numerosi nazareni venuti per ammirare le alte personalit romane e noi dovemmo anzi ritirarci e prendere posto sulle panche e sui tavoli, per liberarci un po dalla calca del popolo avido di spettacoli.

22. Capitolo Guarigione di un infermo. Testimonianza dei nazareni su Ges. (Matt.13,55-56) 1. Frattanto Boro aveva condotto egli stesso un paralitico nella sinagoga, le cui mani e i cui piedi erano completamente disseccati, contorti e rattrappiti, in maniera che nessun medico sarebbe certamente stato in grado di guarire. 2. Boro per, quando il paralitico, che era stato trasportato di peso da due portatori dentro ad una grande cesta attraverso la calca, fu posto a giacere davanti a Me, disse ad alta voce dinanzi al popolo: Dio soltanto pu aiutare questo infermo e non altri! Io certamente sono uno dei primi medici in tutta la Galilea ed al medico Boro vengono ammalati da Gerusalemme e da Betlemme ed egli li cura e li guarisce, ma per questo ammalato tutta la sua arte non giova. Io Ti supplico, o mio santo amico Ges, poich so e fermamente credo che a Te nessuna cosa sia impossibile, affinch Tu ridoni a questuomo le sue membra diritte, sempre se tale cosa in consonanza con la Tua santa Volont! 3. Gli dico Io: Amico mio, qui c troppa gente a cui manca la fede ed in queste condizioni una guarigione sempre una cosa difficile! Io per lo guarir presso di te, quando saremo soli 4. Alludire queste parole, alcuni fra il popolo cominciarono a mormorare e dissero: Furbo il figlio del falegname! Visto che questo ammalato in condizioni troppo gravi per Lui, Egli preferisce guarirlo in segreto, se gli possibile, lontano dalla nostra presenza 5. Ma Io, che udii questi discorsi, dissi a quei maldicenti: O pazzi e insensati che siete! Conoscete questa fanciulla che vicino a Giairo, non essa sua figlia e non mor per il mondo gi due volte? Chi che lha richiamata in vita? O stolti! Ma se il Figlio delluomo ha il potere di ridonare la vita ai morti, come non potr avere il potere di dire a questo ammalato: Alzati e cammina!.
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Ma affinch vi convinciate che Io effettivamente ho questo potere, allora ordino a te, che sei paralitico, di alzarti e camminare con le tue membra, ora completamente sane!. 6. Nello stesso tempo come unenergia di fiamma attravers le membra di questo ammalato ed egli si sent completamente in forze; si lev e cominci a muoversi. Le sua membra erano fresche e piene di vigore, carne e muscoli erano del tutto fortificati ed egli camminava con il cuore lieto e pieno di gratitudine e dopo qualche tempo quando, si fu ripreso dal suo immenso stupore, esclam: Una cosa simile soltanto Dio pu farla! Senza medicamenti, senza imposizione di mani, ottenere in un attimo una simile guarigione unicamente per la potenza della parola, questa una cosa che non si mai vista! O Signore Ges, io credo oramai e confesso apertamente che Tu sei o il Figlio di Dio o addirittura Dio Stesso che ha assunto forma umana! A me sembra come se dovessi cadere ai Tuoi Piedi e adorarTi! 7. Gli dico Io: Lasciamo stare ci e vedi di non suscitare rumore per questo, per, quello che senti nel tuo cuore, serbalo con tutta fedelt. Verr il giorno in cui tu ne avrai bisogno e allora potrai rivolgere la tua preghiera al Padre che nei Cieli, il Quale solamente stato a conferire tale potenza a Suo Figlio! A queste parole il guarito ammutolisce. 8. Ma il popolo inorrid e disse: Da dove viene a costui tanta sapienza e tanta potenza nellazione? (Matt.13,55). Non costui il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria? Ed i suoi fratelli Giacomo, Gios, Simone e Giuda? E non sono le sue sorelle tutte presso di noi? Da dove vengono a costui, per amor del Cielo, tutte queste cose?. 9. E come essi andavano cos chiedendosi e discutendo, molti si scandalizzarono e dissero: Questa una cosa che fa davvero ammattire! I nostri figli hanno studiato a Gerusalemme e si sono acquistati cognizioni in vari rami delle arti e delle scienze; hanno altres frequentato le scuole dei profeti che esistono tuttora ed hanno imparato a fondo la sapienza egiziana nellinterpretazione dei segni e delle scritture! Ed ora ecco qui questo falegname, il quale non ha mai frequentato una scuola e che noi stessi abbiamo visto solo maneggiare lascia e la sega, ora svergogna noi ed i nostri figli in maniera tale che perfino le pi alte personalit di governo ne sono sbalordite e ritengono quasi un Dio il falegname! Ci veramente da pazzi! Egli tutto in tutto; parla tutte le lingue come se fosse nato in tutti i paesi; Egli un profeta di primo rango ed opera segni e cose tali che nessun Dio si vergognerebbe di aver fatto; i nostri figli invece, assieme a noi che al nostro tempo abbiamo pure imparato qualche cosa, fanno qui la figura di quelli che non hanno imparato neppure a contare le dita di una mano. Non c dunque nessuno di noi che sappia come questo falegname sia riuscito ad acquisire tutto questo? 10. E gli altri dicono: Dove dovrebbe aver acquisito qualcosa? Egli, salvo singole assenze di qualche mese, rimasto sempre a casa ed assieme al padre ed ai suoi fratelli ha esercitato il suo mestiere presso di noi ed anche qui nei
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dintorni; non abbiamo osservato mai in lui neppure la traccia di qualcosa di particolare! Oltre a ci, egli era molto parco di parole e se qualcuno gli domandava qualcosa, o egli non rispondeva affatto, oppure rispondeva a monosillabi, in modo che si cominci a ritenerlo un babbeo; ed eccolo qui ora che, fattosi uomo, attira su di s gli sguardi di tutto il mondo! Questa cosa per noi tanto umiliante e scandalosa che nessuna mente che sia veramente sana pu comprenderla! 11. Cosa mai non accaduto con questuomo? Gi dal tempo della sua primissima giovinezza ci noto veramente che, essendo egli ancora un fanciullino appena balbettante, pare avesse dimostrato di avere qualche capacit per la magia e il padre e la madre quella volta avevano creduto che in quel fanciullo si sarebbe un giorno maturato qualcosa di grande. Per con gli anni tutte le capacit, per quanto promettenti, erano andate dileguandosi a tal punto che in nessuna occasione poi fu dato mai di riscontrarne la bench minima traccia. Di andare a scuola, egli gi da ragazzo non ha mai voluto saperne e di conseguenza rimasto un semplice artigiano, senza alcuna cultura scientifica. Spesse volte ho domandato al vecchio Giuseppe come andasse con Ges e se egli fosse anche a casa cos taciturno, e la risposta era: A casa egli pi taciturno che in qualsiasi altro luogo fuori!. Ed i suoi fratelli confermavano pienamente la cosa! Ma allora, come sono saltate fuori tutte queste capacit straordinarie?. 23. Capitolo Rimprovero dei nazareni. (Matt.13,57) 1. Ma poich a causa dei fatti a cui avevano assistito, Io apparivo ai loro occhi come un profeta, allora un vecchio nazareno cominci a narrare: Mi accaduto una volta di avvicinare un babilonese, di quelli che spesso usano venir di passaggio nei nostri dintorni e che per qualche statere si esibiscono in svariate magie e vaticini ed ho udito come egli facesse una predizione ad un mio vicino con queste parole: 2. O Nazaret! Entro le tue mura vive un uomo che tu non conosci, Egli quieto e parco di parole, ma quando il Suo tempo sar venuto, dinanzi a Lui ed alla Sua Parola si inchineranno le montagne, i venti ed il mare gli ubbidiranno e la morte tremer al Suo cospetto e non avr nessun potere dinanzi a Lui! Allora tutto il popolo di questa citt sar pervaso da uno stupore stizzoso, ma nessuno potr per niente opporsi alla Sua forza e la morte fuggir dinanzi a Lui come la timida gazzella dinanzi al leone che la insegue. Per, allorquando Egli vorr trapassare da questo mondo ai Cieli, Egli permetter che i Suoi nemici Lo uccidano e che per tre giorni Lo ritengano morto, ma il terzo giorno, per Suo proprio potere, Egli respinger da S la morte e risusciter in tutta la Sua potenza e gloria e salir con la Sua carne e con il Suo sangue ai Cieli. Ma dopo ci, guai a tutti coloro che Lo avranno perseguitato! La loro
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sorte sar un tremendo giudizio del fuoco, quale mai ancora stato su questa Terra! Guai a tutti gli ebrei orgogliosi! Dallora in poi, fino alla fine del mondo, essi non avranno pi patria, ma se ne andranno dispersi e raminghi per tutta la Terra come gli animali selvaggi e maledetti nel deserto. Triboli e spine dovranno raccogliere per farne un pane ributtante e calmare cos la loro fame e di tal cibo morranno! 3. Ecco, di queste cose ha ragionato quel babilonese, circa tre anni fa; ed enormemente strano che nella nostra citt sia sorto ora in questo Ges un uomo tale, le cui opere e le parole sembrano dare conferma completa a tutto quello che stato predetto dal babilonese anzidetto! Ma che cosa si pu fare? Se si avverata luna cosa, dovrebbe avverarsi anche laltra, cio il giudizio! Perci io sono dellopinione che dobbiamo lasciarlo fare quello che Egli vuole e pu, perch per noi sarebbe alquanto difficile entrare in lotta con Lui! Perch chi pu risuscitare i morti, deve anche poter fare molto di pi. Noi potremo malamente resistere a chi comanda i venti ed il mare ed alle cui parole i monti sinchinano! LasciamoLo dunque andare e fare tanto pi che, come voi stessi vedete, gi parecchie centinaia sono corpo e anima con Lui e con la Sua dottrina, ritenendoLo il promesso Messia. 4. Questa narrazione del vecchio nazareno fece s che molti si scandalizzassero ancora di pi, ma nessuno si azzard a dire una parola di pi. 5. Io per Mi convinsi bene che con quel popolo non cera niente da fare, perch non aveva n fede n confidenza alcuna e perci anche obiettai molto brevemente, ma a voce alta, affinch tutti Mi potessero intendere: Perch vi scandalizzate tanto? Non avete mai inteso quello che fino dai primi tempi sempre stato detto: Non c nessun posto dove un profeta abbia meno valore che non nella sua patria e nella sua casa! (Matt.13,57) Ma se cos, come lantica esperienza ha sempre insegnato, perch dunque vi scandalizzate? Voi pretendete di essere prudenti e sapienti, ma Io vi dico che siete ciechi, sordi e scarsissimi di intendimento! Se Io sono Quello che veramente devo essere e se le Mie parole e le Mie opere ne danno testimonianza, perch non potete credere? Deve un profeta venire da molto lontano, per poter essere creduto? Deve il suo luogo natale essere sempre sconosciuto e il suo linguaggio forestiero? 6. Se Io fossi venuto dalla Persia o addirittura dallIndia e facessi i segni che Io faccio ora, dei quali prima di Me nessuno ha mai compiuti, voi giacereste prostrati a terra con le vostre facce e gridereste: Dio ci ha visitati e noi siamo pieni di peccati e di difetti! Chi potr nasconderci e proteggerci dinanzi alla Sua ira? Ma siccome Io sono il figliolo di Giuseppe, a voi ben noto, voi domandate: Da dove gli vengono tutte queste cose?. O ciechi e stolti che siete, questo suolo che ci porta non esso terra di Dio altrettanto quanto lo sono la Persia e lIndia? Non risplende qui il medesimo sole e non cresce e non matura qui come in Persia ed in India ogni tipo di frutta per la forza e la potenza di Dio, che qui come l regna sovrana? E la luna e le stelle assieme al sole ed a questa Terra sono esse forse meno divine qui che in quegli altri paesi? 7. Dunque, non ci pu essere alcun dubbio che qui, come in tutti gli altri paesi stranieri, tutto divino, perch poi non dovrebbe esserlo per luomo? Quindi,
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se Io mando a compimento opere quali nessun persiano o indiano si neppure mai sognato di pensare, perch non dovrei aspirare ad ottenere la vostra stima e la vostra fede, almeno in quella misura che voi certo sareste disposti ad accordare a qualunque sciocco persiano o indiano? In verit, se Io oggi Mi rivolgessi ai greci ed ai romani essi Mi erigerebbero templi ed altari. 8. Voi, invece, siccome sono cresciuto fra di voi e Mi conoscete gi da bambino, vi chiedete scandalizzati e stupiti: Da dove viene tutto ad un tratto a questo falegname tutto ci, a lui che abbiamo sempre conosciuto come un babbeo?. Oh, aspettate un po, il babbeo ha cessato di essere tale e vi ha fatto molto bene, prima come babbeo ed ora ancora di pi come maestro e medico, ma dora in poi si guarder bene dal farlo! 9. A tali Mie parole i nazareni si scandalizzarono ancora di pi ed abbandonarono la scuola.

24. Capitolo Discorso di Cirenio sui nazareni. 1. Allora Cirenio disse: Signore e Maestro, a quanto mi sembra, qui si tratta pi di stupidit che di cattiveria, poich i nazareni, salvo rare eccezioni, sono conosciuti come degli stolti ed molto difficile illuminare tali esseri! Poca scuola, nessuna esperienza, per lo pi poveri, poca attivit fra di loro e pochi contatti con gli altri. In gran parte vivono di una scarsa agricoltura, di un misero allevamento di bestiame e fuori che a Gerusalemme non vanno mai in altri luoghi. E se a Gerusalemme vanno una volta allanno, che cosa ci guadagnano per il proprio spirito, sebbene poco ci sia anche l da guadagnare? Dove dunque possono essi acquistarsi migliore intelletto, per poter poi con discernimento giudicare la Tua santa dottrina e comprendere le Tue sante opere? E, per di pi, gli sciocchi sono di solito anche invidiosi e, come ho osservato, quello che maggiormente li ha scandalizzati il fatto che i loro figli, che hanno frequentato tutte le possibili scuole, Ti sono infinitamente inferiori per quanto riguarda ogni genere di sapienza, scienza e perfettissima potenza dazione! Io dunque non vorrei imputare loro tutto ci a cattiveria, ma unicamente a pura e semplice stupidit, la quale pu degenerare in perfidia, per mai certamente troppo dannosa, poich lo sciocco, quando vuole nuocere, procede da sciocco ed difficile che possa riuscire veramente dannoso. Lasciamoli stare come sono! 2. Dato il caso anche che qualcuno tentasse di recare danno al Tuo corpo, ebbene, ci non mi preoccupa, trattandosi appunto particolarmente di Te! In primo luogo Tu Stesso possiedi, in misura pi che sufficiente, cos tanta innegabile divina potenza da far volgere in fuga disastrosa tutto un intero esercito perfettamente armato e perci tanto pi facilmente poi questi genuini imbecilli ed in secondo luogo poi hai completamente dalla Tua parte le nostre
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persone, come i pi alti esponenti dellautorit di Roma su tutta lAsia e di conseguenza non potr mancarti mai una giusta protezione! Se Tu dovessi venire fatto qui oggetto di persecuzioni, sai gi bene dove sono Tiro e Sidone? Non hai che da venire e Tu sarai perfettamente al sicuro da qualsiasi persecuzione. 3. Che per questi cittadini di Nazaret siano quasi senza alcuna educazione e cultura, lo ha dimostrato il fatto che pressoch tutti sono accorsi alla sinagoga pi come scimmie che non come uomini, spinti unicamente da una specie di curiosit animalesca e nessuno si sognato di salutare nemmeno con un gesto n me n nessuna delle altre personalit che sono con me e che detengono il comando del paese. Come un branco di asini, buoi o stupide pecore sono piombati dentro e si sono comportati come se fossero stati i soli padroni del mondo! Io non posso ritenerli colpevoli, perch sono troppo rozzi, sciocchi e ineducati e so che Tu, o Signore, che li conosci mille volte meglio di me, Tu pure non imputerai loro questa cosa a peccato! 4. Dico Io: Oh, puoi ben esserne certo! Io, di sicuro, meno di qualsiasi altro. Ma limportante che essi, nel loro cuore, Mi riconoscano per quello che sono, perch la loro vita eterna dipende unicamente da ci! Se essi non riconoscono Me, altrettanto impossibile che riconoscano Colui che Mi ha mandato in questo mondo e meno ancora che Io e Colui che Mi ha mandato siamo sempre Uno e lo Stesso Essere. Fino a tanto che i loro cuori non riconoscono ci, non possono accogliere Me in loro stessi e di conseguenza neppure la vita eterna e perci sono morti nello Spirito! Dato che Io Stesso sono per lappunto la Vita eterna stessa e per mezzo della Mia dottrina sono la Via che a tale Vita conduce! 5. E perci, chi non accoglie Me e la Mia dottrina, costui non accoglie neppure la Vita eterna, mentre la morte eterna deve necessariamente essere ci che gli spetta. 6. Ma Io non posso tuttavia costringere nessuno alla fede, perch qualunque costrizione sarebbe un giudizio dello spirito, il quale causa di morte, cos come lo la mancanza di fede ed perci cosa difficile per Dio Stesso disporre, in questi casi, che luomo non abbia un danno allanima! Se egli viene costretto da una qualche forza, per quanto agente di nascosto, egli si muove nellambito di un giudizio; se daltro canto non viene costretto da alcuna forza, egli resta senza fede, dubita di tutto e con ci dimostra appunto di essere del tutto morto nello spirito. Chi e cosa pu allora vivificare il suo spirito? 7. Egli non accetta la Mia parola vivificante e di conseguenza non accetta neppure Me, che sono in tutta linfinit, lunica e sola sorgente di ogni vita. Considerato ci, chiedi a te stesso dove allora potr attingere la Vita che Io ho portato e che voglio donare a tutti gli uomini. 8. Dice Cirenio: S, certo, quanto Tu dici perfettamente chiaro per me e non potrebbe essere altrimenti, poich io gi da trentanni so chi Tu sei, per lasciamo stare questo argomento, perch sar mio compito indurre questa gente
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a credere in qualche cosa. E adesso procediamo innanzi e vediamo dove si potr trovare qualcosa da mangiare. Il pomeriggio abbastanza inoltrato. Dopodich, noi lasciammo la sinagoga e la citt e facemmo ritorno a casa Mia, dove un buon pasto ci aspettava. Noi mangiammo e bevemmo di lieto umore, mentre la giornata si avviava alla sua fine.

25. Capitolo Sullindegnit del popolo. (Matt.13,58) 1. I discorsi a tavola si aggirarono principalmente sulle passate vicende e sugli avvenimenti ad Ostracina, dove Io avevo passato la Mia prima giovinezza; e Mia madre prese spesso parte alla conversazione ed ascolt con gran gioia le narrazioni del vicer dAsia, come si usava spesso designare Cirenio, il quale rievoc luno e laltro dei fatti accaduti allora. 2. Giacomo, figlio di Giuseppe, che sapeva scrivere molto bene, prese dal suo armadio un rotolo abbastanza voluminoso e lo offerse a Cirenio, dicendogli: Nobile signore, in queste carte sono narrate, come io mi ero proposto di scrivere, tutte le cose e gli avvenimenti concernenti il Signore, svoltisi dalla Sua nascita fino al Suo quindicesimo anno, anzi veramente fino al dodicesimo anno, perch poi le Sue manifestazioni divine ebbero luogo soltanto molto raramente, e consistevano pi in qualche saggia parola pronunciata al momento opportuno che non ho elencato, e cos il tredicesimo, il quattordicesimo e il quindicesimo anno sono rimasti completamente vuoti. Cosicch, trascorso il quindicesimo anno, non ho ritenuto opportuno prendere ulteriormente nota delle comunissime vicende umane che Lo riguardavano e perci la narrazione dei tempi della Sua giovinezza da considerarsi completamente chiusa. 3. Certo, accanto a questa mia narrazione esistono ed hanno corso una quantit di leggende e false dicerie, opera di qualche fannullone e ciarliero, ma io prego per questo di considerare soltanto questa mia descrizione come la sola vera, esattissima e completa. Se ci, o eccelso signore, pu riuscirti gradito, io ti prego di voler accettare, in grazia, questo mio piccolo lavoro come riconoscimento da parte mia di tutti i benefici che ci hai elargito! 4. Cirenio con grande soddisfazione prende in mano il rotolo, lo sfoglia e ne legge qua e l qualche brano ad alta voce, ascoltato da tutti con attenzione e grandissima letizia. Ma chi ne prova una gioia particolare la Mia piccola Sara, come pure sua madre. 5. E Sara, la quale commossa nelludire quelle vecchie storie non aveva potuto ogni qual tratto trattenere le lacrime, esclam infine, quasi in stato di esaltazione: Ma cosa si vuol domandare ancora, per credere quello che si pu afferrare con mano, quello che io ho gi afferrato al tempo della mia prima guarigione? Oh, mio Dio! Simili opere, tanti prodigi ed ancora nessuna fede,
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nessuna intuizione, nessuna conoscenza di tutto il divino che fino allevidenza si manifesta in tutto ci? O Signore! Io che sono al Tuo cospetto una povera e debole peccatrice, Te ne prego, non fare pi qui nessun segno! Infatti questo popolo di Nazaret, salvo rarissime eccezioni, non degno nemmeno di uno sputo, per non parlar poi delle Tue sante opere e parole! Io dico apertamente quello che sento! Se io avessi un potere, questo popolo lo farei digiunare e frustare cos a lungo fino a che arrivasse ad accorgersi di quanto ha peccato non riconoscendo questa santa epoca della sua prova e dellimmensa grazia!. 6. Dico Io a Sara: (Matt.13,58) Non conturbare la tua anima, o Mia diletta, a causa degli stolti e dei ciechi. Io li conosco bene, come pure conosco il loro scetticismo sciocco e come tu desideri, Io non far pi per queste ragioni che pochi segni o non ne far affatto, e tu Matteo che sei il Mio scrivano, prendi nota del fatto che a causa della nulla fede incontrata qui nella Mia patria corporale, Io ho tralasciato di fare ulteriori miracoli, affinch perfino nelle tarde epoche tutto il mondo sappia quanto increduli e di dura cervice fossero stati questi cittadini di Nazaret al Mio tempo! Noi tuttavia ci tratterremo in questo luogo ancora per qualche giorno e ce la spasseremo a dovere, visto che lopinione di questa gente che noi siamo dei fannulloni! Infatti, poich si sono scandalizzati, che si scandalizzino ancora di pi a saziet, cos si renderanno tanto pi maturi per Satana e per il suo regno maledetto! 7. Osserva Cirenio: Io sono molto dolente di non poter trattenermi qui pi di una giornata, in considerazione delle mie gravi cure di governo, ma se, con riguardo al vergognosissimo scetticismo di questo popolo, io posso giovarTi, o Signore, in uno o nellaltro modo, non hai che da comandare e da chiedermelo ed io mi metto immediatamente allopera! Se Tu lo vuoi, io faccio flagellare tutta quanta la citt allistante con le verghe! 8. Gli rispondo Io: Lasciamo stare ora queste cose! CrediMi, questa gente gi flagellata e punita pi che a sufficienza, dato che essa non crede in Me, poich la mancanza di fede sar un giorno il giudice pi inesorabile, dinanzi al quale non potranno mai giustificarsi! In verit Io ti dico: Prima e pi facilmente entreranno tutti i principi della lussuria, gli adulteri ed i ladri nel Regno di Dio di questi non credenti, caproni e zoticoni!. Ed ancora in pi ti dico quello che so fin troppo bene: Questi caproni non sono proprio tanto increduli come mostrano di essere, ma essi non vogliono credere per poter tanto pi liberamente peccare!. Infatti se, costretti dai segni, accettassero la Mia dottrina, si affermerebbe in loro necessariamente una coscienza che sarebbe di impedimento alla loro perversa attivit. Per tale ragione essi preferiscono non voler credere a nulla e con dispute e sofismi verbali cercano di sbarazzarsi reciprocamente lanimo da qualsiasi verit, anche la pi evidente, pur di poter fare liberamente tutto quello che suggerisce loro il cattivo istinto ed i desideri perversi. Amico Mio, molto sarebbe da dire a questo riguardo, ma meglio tacerne. Lasciamoli stare come sono, perch, quando una cosa ormai del demonio, difficilissimo con mezzi ordinari riconvertirla in divina!.
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26. Capitolo Cenni per il legislatore. 1. Dice Cirenio: Anche questo buono a sapersi, il resto per si potr ben trovare. Poich essi non accolgono la Tua dottrina, io avr cura di pronunciarne unaltra. Per mezzo di Fausto e dei suoi dipendenti io far promulgare per loro delle ordinanze imperiali che gi da mezzo anno mi sono pervenute gi sanzionate! Forse il Vangelo di Roma incuter loro pi rispetto del Tuo Vangelo dei Cieli! Lordinanza contiene cento articoli di legge, dietro ciascuno dei quali sta la sanzione della croce e della flagellazione! La poligamia abolita, la scostumatezza e le manifestazioni della lussuria sono punite severamente con la sferza, ladulterio con la croce, il furto e la truffa pure con la croce, il contrabbando con la flagellazione e con lammenda di cento libbre dargento e poi una quantit di altre leggi sulla propriet, la cui violazione avr di conseguenza pure la flagellazione e lammenda di cento libbre dargento! Cos pure verr loro interdetto severissimamente ogni viaggio senza passaporto, documento che potranno ottenere soltanto con lesborso di cento libbre dargento! S, cos voglio fare, anzi di queste nuove leggi io mi varr specialmente per questa citt della Galilea e nel modo pi rigoroso, per vedere se in questo popolo non ci sia proprio pi un briciolo di coscienza da scoprire e da ridestare. 2. Gli dico Io: Questa cosa rientra nella cerchia delle tue attribuzioni di governo ed Io non posso al riguardo risponderti n s n no. Procedi come vuoi; vedi per che con tali misure non venga resa difficoltosa a Me ed ai Miei la necessaria libert di movimento!. 3. Dice Cirenio: Oh, no assolutamente, poich lordinanza non riguarda gli artisti, i medici, i saggi ed i profeti. I loro certificati sono le loro opere e le loro orazioni hanno un valore pieno, come lavrebbe un lasciapassare e nessuno pu a loro impedire di andare, venire e fare, pena la morte. Io sono pronto a rilasciarti anche subito un certificato, presentando il quale nessuno oserebbe farTi nessuna difficolt alcuna!. 4. Dico Io: La tua volont sempre ben disposta Mi causa di compiacimento, ma nonostante tutto risparmiati questa fatica! Infatti fino a tanto che Io vorr andarmene di qua e di l, nessuna potenza al mondo potr impedirMelo, quando per la Mia Volont sar un giorno di sacrificarMi per tutta intera lumanit, anche allora nessuna potenza al mondo potr offrirMi difesa e se pur venisse offerta, tuttavia non laccetter! Amico Mio, considera questo: Colui al Quale Cielo e Terra obbediscono, deve essere certamente pi potente di tutti gli uomini di questa Terra, che possono appena servire da sgabello ai Miei piedi! Dunque, fa tu pure come credi, ma poco frutto ne ricaverai! Anche se emanerai una legge perfetta, ben presto ti accorgerai con quanta abilit gli uomini sapranno eluderla e tu non potrai farci niente contro.
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5. I Comandamenti di Dio, che mediante Mos sono stati dati al popolo, sono certamente tanto esaurienti quanto lo pu essere qualcosa di sommamente perfetto, ma gli uomini, come lo dimostra il tempo attuale, hanno saputo cos abilmente trasformare i comandamenti di Dio nelle loro proprie massime perfide, che lumanit di oggi non pi assolutamente conscia di violare i precetti di Dio, purch abbia adempiuto ai propri precetti umani e mondani! 6. Ora, se gli uomini fanno gi tanto fuor da un legno verde e ricolmo di umori, cosa non faranno fuori da un ceppo secco e arido venuto da Roma!? Perci, tu fa pure come vuoi ed Io non avr nulla in contrario, per ti dico ancora: 7. Quante pi leggi, tanti pi delinquenti, per i quali con il tempo le vostre croci ed i vostri flagelli non basteranno pi! 8. Dice Cirenio: Tutto quello che Tu mi hai detto ora verit indiscutibile, pure mi permetto di chiederTi ancora, per mia propria istruzione, a che cosa si pu ricorrere, per combattere lo spirito di ribellione degli uomini, i quali, in primo luogo come questi nazareni, non credono pi n in un Dio n in una rivelazione superiore e che con ogni loro azione irridono apertamente ai Comandamenti di Dio! Si deve dunque lasciarli andare senza alcuna legge terrena rigorosamente sanzionata e facendo cos in modo che essi godano, senza alcun timore, secondo le loro sfrenate voglie, dato che gi da lungo tempo hanno posto al bando ogni legge divina e che i rapporti tra di loro come con i loro vicini cominciano ad assumere un aspetto molto pi maligno e feroce delle selvagge fiere del deserto e dei boschi? In questi casi particolari, io penso che delle rigorose leggi terrene sono perfettamente utili allo scopo di ricondurre ad un certo ordine, e da questa al riconoscimento di Dio, questa umanit diventata completamente selvaggia? 9. Osservo Io: Certamente in tali casi non possibile n pensabile altro rimedio allinfuori della costrizione tramite leggi terrene, ma ora si tratta semplicemente di esaminare quali specie di leggi debbano essere date agli uomini. 10. Per fare ci si richiede una conoscenza molto profonda della natura umana ed il legislatore non deve mai perdere di vista il vero motivo che ha provocato la degenerazione dellumanit, altrimenti assomiglier ad un medico che con una sola medicina pretende di guarire indistintamente tutte le malattie che possono affliggere luomo, mentre non pensa affatto che malattie tanto diverse devono essere, di conseguenza, di natura differente e che ciascuna leffetto di una differente causa. Un medico di questa specie certo che trover di quando in quando un ammalato per il quale la sua unica medicina avr buone conseguenze e che in seguito guarir, mentre altri cento ammalati, i cui mali siano daltro genere e daltra natura, non solo non risentiranno alcun giovamento da questunica medicina, ma peggioreranno di molto, se addirittura non morranno!
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11. Ora se gi per un corpo ammalato, che pure ogni medico pu esaminare e toccare, difficile stabilire quale medicina sia la buona, tanto pi difficile deve essere il trovare e lo stabilire una efficace cura per unanima umana veramente ammalata. 12. La legge bens una medicina, qualora vi si associ unordinanza esplicativa del come e del perch sia da osservare la legge stessa, ora per pensaci tu stesso un po! 13. Qui tu hai da fare con unanima irosa, l con una timida, pi in l con una vendicativa, poi ne troverai una invidiosa, poi unavara tendente agli inganni, poi troverai una attiva e avida di sapere, ma di fronte a questa ne troverai una di indolente e dormigliona, in una casa troverai quattro anime umili e obbedienti, in unaltra invece cinque orgogliose e ribelli e cos di seguito tante e tante caratterizzate dagli innumerevoli generi e gradi delle peculiarit animiche, dalle debolezze e dalle passioni. 14. Ora ecco che tu, per tutti questi svariatissimi caratteri delle anime, prescrivi una legge uguale ed unica, ma che effetto avr essa? Il timido sar trascinato alla disperazione, liroso cover in s propositi di vendetta e di ribellione, il tiepido e fiacco rimarr tale e quale e lo spirito indagatore perder ogni coraggio e diverr passivo, lavaro diventer ancora pi avaro, lorgoglioso far lega con liroso e lastuto tender le mani a tutti e due! 15. Considera adesso bene la cosa e pensa a queste ed alle mille altre tristissime conseguenze che certamente devono risultare da una legge dettata a precipizio e grezza. In questo modo appunto rileverai la necessit che una legge debba venire esattissimamente ed acutamente esaminata, per accertarsi se possa o no corrispondere nei riguardi correttivi o curativi a tutte le possibili variet dei caratteri! 16. Quando una legge progettata non sia prima stata assoggettata ad un simile profondo esame, non deve essere promulgata agli uomini per losservanza, perch in tale forma essa sarebbe, in generale, pi causa di danno che di vantaggio. 17. Vedi, Dio onnisciente Creatore ha trovato, per cos dire, nella Sua infinita Sapienza, soltanto dieci leggi, che si adattano a tutti i caratteri delle anime e ciascuna pu anche osservarle molto facilmente, semprech lo voglia, se per Dio Stesso non trova pi di dieci comandamenti che rispondano in maniera piena e veramente efficace alla natura ed alle propriet di ogni anima umana, com possibile che un imperatore pagano a Roma escogiti addirittura cento leggi, dallosservanza delle quali le anime umane debbano trarre la loro salvezza?.

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27. Capitolo Cattivo uso della natura animica da parte delle leggi umane. 1. (Il Signore:) Io ti dico: Fino a tanto che il popolo ebreo era retto dai giudici, che soli mantenevano le leggi di Dio e ne curavano il rispetto, per lungo tempo la vita ed i rapporti civili fra il popolo, salvo pochissime eccezioni, furono del tutto conformi agli ordinamenti di Dio, ma quando pi tardi il popolo ebbe occasione di osservare lo splendore dei regnanti pagani e come questi risiedevano in sontuosi palazzi e come i popoli rispettosi sinchinavano loro dinanzi fin nella polvere, queste cose piacquero immensamente ai ciechi e pazzi del popolo ebreo e siccome essi si ritenevano la nazione pi potente del mondo, richiesero che Dio concedesse anche a loro un re, ma Dio non volle esaudire subito la stolta domanda del popolo ed anzi lo ammon e gli dimostr tutte le cattive conseguenze che esso avrebbe dovuto sobbarcarsi con il dominio di un re! Purtroppo, Dio, per mezzo dei profeti, ebbe a predicare a orecchie sorde e le parole a nulla giovarono, poich il popolo voleva un re ad ogni costo! 2. Dio diede in Saul il primo re al popolo e lo fece ungere dal Suo vecchio e fedele servitore Samuele. Ora, quando il popolo ebbe il re che aveva voluto, che poi non tard ad imporgli leggi difficili da osservare, soltanto allora cominci a decadere sempre pi, fino al suo attuale punto di estrema abiezione. 3. Ma quale ne fu veramente la causa principale? Vedi, essa costituita dalle leggi inadatte, dettate dagli uomini, i quali non hanno conosciuto n la propria natura e meno ancora quella del loro prossimo e con le loro leggi goffe e commisurate al proprio particolare interesse hanno corrotto e rovinato completamente ogni interiore vita dellanima. 4. Io ti citer un esempio, tu riflettici bene e poi giudica: ammettiamo che in qualche luogo esista unopera finissima dellarte meccanica, che per lungo tempo funzion benissimo in corrispondenza alla volont del suo artefice, ma che un bel giorno tuttavia ebbe ad arrestarsi a causa di un guasto verificatosi in qualche sua parte. Ora, ecco presentarsi un tale, pieno di boria e di presunzione, il quale dice al possessore della macchina: Affida a me questo meccanismo ed io vi far le necessarie riparazioni! Laltro, ritenendo capace loperaio, acconsente e gli d lincarico di riparare la macchina. Ora, cosa potr accadere della macchina, quando il ciarlatano avr posto le mani incapaci su tale lavoro? Questo ciarlatano, completamente a digiuno di nozioni meccaniche, la cui intenzione altra non era che quella di estorcere alcune monete doro al possessore della macchina, cieco anche lui, non dannegger la macchina pi di quanto potrebbe giovarle? Oppure non gli avverr, infine, di rovinarla interamente, cosicch perfino il vero artefice che lha costruita sar a mala pena in grado di ridarle del tutto le sue funzioni? 5. Ma gi trattandosi di una macchina tozza e in fondo semplicissima, le cui parti sono visibili, facilmente maneggiabili e completamente comprensibili, il caso non pu essere necessariamente che questo: quando un ciarlatano si
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propone un lavoro che non di sua competenza, non fa che portare rovina e danno; tanto pi danno arreca colui che per il suo orgoglio e la sua vana gloria vuole ripristinare lordine nel mondo senza averne la debita capacit, cos da guastare luomo che in tutte le sue parti lopera darte pi sapientemente perfetta e artisticamente formata, della cui costituzione totale soltanto Dio ha una conoscenza ed una visione perfette e tanto pi ripeto viene rovinato luomo quando un legislatore, stolto ed egoista, non sciente n cosciente, si propone di migliorare luomo, prescrivendogli delle leggi che portano il marchio dellinfamia e della degradazione pi avvilente, mentre egli stesso non possiede la bench minima traccia di qualche nozione, tramite la quale egli potrebbe scorgere, sia pure in una millesima parte, quante e quante cose si richiedano, anche soltanto per far crescere un solo capello sul capo di un uomo! 6. E perci, Mio carissimo amico Cirenio, meglio che tu lasci stare le tue cento leggi, perch con queste non potresti procurare un vero miglioramento a nessuno. Fa invece che il dominio labbiano le leggi di Dio e tu sanzionale; con losservanza di queste tu farai assurgere queste macchine umane alla dignit di veri uomini. 7. Quando essi saranno diventati veramente uomini, soltanto allora esponi loro le necessit dello stato ed essi, quali uomini veri, faranno poi spontaneamente molto di pi di quanto avrebbero potuto fare essendo schiavi legati da leggi disumane, goffe ed aspre. 8. Io te lo dico: Quello che un uomo opera di suo libero volere, secondo la propria concezione libera e perci ben costituita, ci soltanto veramente ben fatto ed utile in un modo come nellaltro, invece, ogni azione ed ogni lavoro che traggono origine dalla costrizione, non valgono uno statere, perch, per ogni azione ed ogni lavoro imposti dalla forza impositrice, ci sono sempre dei collaboratori (che si potrebbero chiamare intralciatori) di nome ira e vendetta contro limpositore e con ci non si potr mai giungere compiutamente a nessuna opera ed a nessun lavoro. 9. Se tu, carissimo il Mio Cirenio, mediterai bene su queste Mie parole, dovr riuscirti perfettamente chiaro che quanto Io ti ho detto corrisponde alla pura verit! 10. Risponde Cirenio: O nobilissimo e divino amico, a me certo non occorre pensare molto, perch le Tue parole sono tanto vere e chiare quanto il sole in pieno mezzogiorno ed io far tutto come Tu mi hai consigliato. Io dar nuove sanzioni alla legge mosaica e sapr obbligare il popolo allosservanza! Se potesse riuscirTi gradito, tramite il Tuo recondito aiuto spirituale, io vorrei prescrivere una severa osservanza della legge mosaica, che io bene conosco, anche ai greci. N a tale scopo potrebbe mancarmi perfino una ragione politica, poich, come noto, tra ebrei e greci vi sono continuamente degli antagonismi che per lo pi traggono origine dalla diversa fede in Dio, nonch dalla differente concezione della Divinit. Gli ebrei sostengono per la vita e per la morte la loro concezione; dallaltro canto i greci, i quali, per quanto riguarda la dialettica,
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superano di molto i loro avversari, oppongono con la loro sciolta e pronta loquela agli ebrei, irrigiditi nelle loro idee, argomenti tali che questi ultimi non sanno trovare parole per ribattere ai greci e perci, non di rado, si verificano tra i due partiti dei conflitti anche sanguinosi, la qual cosa una conseguenza certo non desiderabile delle divergenze esistenti in fatto di fede e di leggi divine. 11. Ora, se io impongo anche ai greci una severa osservanza alla legge divina mosaica e se, come detto, la sanziono per ragioni politiche di Stato, sicuramente questi attriti cesseranno. O Signore e Maestro, ho ragione se faccio cos? E se buona cosa che io faccia cos, dichiarami Tu, dal profondo della Tua immensa sapienza, come devo agire, affinch il buon scopo che mi propongo venga raggiunto. 28. Capitolo Della libert dello spirito. 1. Dico Io: Amico, la tua volont buona, ma la tua carne debole! Il tuo buon proponimento trover bens effettuazione completa entro il corso di un secolo ed a questo scopo potrai tu stesso mandare a compimento ancora diverse buone cose, come azioni preparatorie; per, trattandosi di cose dello spirito, necessario che ti guardi dal tuo romano dovere costrittivo, poich questo arreca alluomo pi danno che utilit! Ogni costrizione un giudizio e non ammette alcuna libert, la quale nei momenti puro-divini della vita costituisce lunico campo bene concimato, sul quale il seme della vita pu germogliare, crescere e maturare, quale un frutto benedetto! 2. Se tu prendi un uccellino appena uscito dalluovo e cominci a nutrirlo bene, perch possa quanto prima rendersi capace di volare, ma pur dandogli un nutrimento di per s buono ed opportuno tu vai continuamente mozzandogli le ali che tendono a crescere, dimmi tu, a che cosa potr servire alluccellino, in simili condizioni, anche il nutrimento pi ideale? Certo, luccello crescer, ma di un volo libero non se ne potr affatto parlare finch ti ostinerai a raccorciargli le ali! 3. Ma come luccello con le ali mozzate non pu lanciarsi in volo, altrettanto lo spirito delluomo non pu giungere ad una libera attivit, qualora il dovere imposto e sanzionato venga a tarpargli le ali del libero riconoscimento. Ora uno spirito senza libert dazione gi morto, dato che non possiede quello che per considerazione fondamentale costituisce e condiziona la sua vita. 4. Tu puoi prescrivere alluomo mille leggi che riguardano unicamente la sua sfera vitale terrena e puoi imporgliele tutte come un dovere sanzionato, ma con questo tu danneggerai molto meno lo spirito delluomo che se tu fissassi delle sanzioni terrene anche per un solo Comandamento divino. 5. bene che lo spirituale resti libero per poter liberamente fissare la sanzione in se stesso, cos come il giudizio ad essa connesso, e solo cos pu raggiungere, in s e di per s, la perfezione della vita!
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6. Il libero riconoscimento del buono e del vero la luce vitale dello spirito; in base a questo riconoscimento che lo spirito stabilisce da s e per s le leggi che gli si confanno. Queste leggi sono allora veramente delle libere leggi e sono le sole che in eterno si accordano alla libert della vita. La volont dello spirito, secondo il riconoscimento, la libera legge nello spirito stesso, e la necessit eterna di operare secondo la libera volont leterna sanzione in forza della quale pure nessun spirito pu certo operare altrimenti da come egli liberamente appunto vuol operare. 7. Ora, vedi, in ci consiste anche quellOrdine che dalle eternit si stabilisce da se stesso e che lOrdine in Dio, il Quale, come non vi dubbio, non ha sopra di S nessuno che detti legge. 8. La liberissima Volont di Dio stabilisce in Se Stessa la Legge secondo conoscenze eternamente perfettissime e criteri eternamente sapientissimi, e sanziona la Legge mediante la propria personalissima Necessit, sebbene tale Necessit sia comunque ancora libera. E questa Necessit poi la base di tutte le cose terrene create e della loro consistenza, fin dove tale consistenza necessaria per la interiore formazione, consolidamento e infine libero isolamento dello spirito. 9. Lo spirito delluomo chiamato a diventare in s e di per s precisamente altrettanto perfetto quanto in S e da per S perfetto lo Spirito originario di Dio, altrimenti lo spirito non pu essere spirito, bens resta una morte assoggettata al giudizio. 10. Ma affinch lo spirito delluomo possa giungere a tanto, deve essergli offerta loccasione di svilupparsi nel tempo, cos come lo Spirito di Dio in Dio Stesso si , fin dalleternit, formato in S e di per S e per potere di Se Stesso. 11. Vedi, Io avrei certamente, dalle eternit, sufficiente potenza per costringere con unenergia interiore irresistibile tutti gli uomini ad operare secondo una qualche determinata legge, con una precisione tale che essi non potrebbero deviare nemmeno di una linea dalla direzione prescritta, ma allora luomo cesserebbe di essere uomo e sarebbe invece semplicemente un animale cos come tanti altri annoverati da questo grande regno della natura. Egli allora compirebbe certamente il suo lavoro con assoluta precisione, ma nel lavoro da lui compiuto, tu non potresti scoprire mai alcuna differenza, come non mai differente il procedimento nella costruzione delle celle da parte delle api n nel lavoro sistematico di innumerevoli altri animali grandi o piccoli che siano. 12. Se poi, con il tuo libero discernimento, tu volessi elevare tali uominianimali a qualcosa di superiore, avresti nella tua impresa quello stesso scarso successo che otterresti qualora tu volessi mandare a scuola le api, perch possano imparare una buona volta a costruire le loro celle in un modo migliore e pi funzionale. 13. Per tali ragioni non devi classificare troppo inferiore e troppo dannosa e criminosa nelluomo la facolt di peccare, perch, senza la facolt di poter agire contrariamente alle leggi date, luomo non sarebbe uomo, ma un animale!
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14. Anzi, Io ti dico ancora qualcosa di pi: solo il peccato che d la coscienza alluomo di essere un uomo; senza il peccato l uomo sarebbe un animale.

29. Capitolo Della benedizione della libera evoluzione. 1. (Il Signore:) Dunque certamente opportuno e buono punire i peccatori, quando troppo si scostino dallOrdine fissato da Dio Stesso, agli scopi di un perfezionamento certo e possibilmente raggiungibile in breve tempo, ma nessuno deve venir trattenuto dalla possibilit di peccare a causa di una legge di ferro, perch Io ti dico in verit: Ai Miei occhi vale pi un peccatore che spontaneamente fa penitenza, che non novantanove giusti secondo la misura della legge che non hanno mai avuto bisogno di penitenza; il primo uomo del tutto, i secondi soltanto per met. 2. Con ci naturalmente io non voglio certo sostenere di preferire in generale il peccatore al giusto, forse per la ragione che il primo sempre un peccatore, perch lindurire nel peccato non significa altro che diventare un animale vivente di vita oscura e immonda, fondata esclusivamente sugli stimoli dellistinto animalesco. Qui si tratta invece unicamente del peccatore che liberamente confessa il torto di aver agito contro la legge e che comincia a prescriversi nuove norme di vita in conformit allOrdine di Dio da lui oramai riconosciuto e che diventa un uomo tale cui non rimasta estranea nessuna scuola della vita. 3. Un simile spirito sar un giorno in grado di fare nel Mio Regno cose infinitamente pi grandi di quanto le potr fare un altro, il quale, dominato da una specie di timore da schiavo, non avr mai osato trasgredire la legge neppure di una virgola e che in questa forzata osservanza della legge, sotto la pressione del terrore, si sar degradato allo stato di macchina, incapace di una volont propria, e della macchina avr corporalmente e spiritualmente assunto le propriet. 4. Prova a prendere una pietra e a gettarla in alto, non passer molto che essa in brevissimo tempo ridiscender e cadr a terra secondo la legge costrittiva che insita in essa, come in tutta la Terra. Ma forse saggio lodare la pietra per aver obbedito con tanta precisione alla legge? Tu puoi bens fare con la pietra ogni cosa possibile, quando si tratta di costruire un fondamento solido, ma procura alla pietra una qualche attivit libera e vedrai che essa non abbandoner mai il suo stato di riposo! 5. E perci tu non devi ridurre gli uomini a delle pietre, imponendo leggi costrittive, ma devi in questa vece soltanto contribuire a che si educhino nella loro libert, allora tu avrai agito in modo pienamente conforme allOrdine divino.
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6. Vedi, se gli uomini che hanno una posizione altolocata sulla Terra non fossero tanto pigri, salvo rare eccezioni, quanto veramente sono, potrebbero anche con un barlume solo di spirito di osservazione accorgersi molto facilmente che luomo, qualora abbia raggiunto un certo grado di cultura, non si accontenta mai pi delluniformit e della monotonia propria degli animali; egli non si costruisce pi una capanna con paglia ed argilla per abitazione, ma taglia invece delle pietre, con largilla fa i mattoni e con la calce si costruisce poi la casa bella, ben disposta, con mura di cinta e con solide torri, dallalto delle quali egli pu scrutare poi a distanza, se si avvicina alla sua casa un qualche nemico! 7. E cos mille uomini colti si costruiscono certo anche mille abitazioni, delle quali nessuna si rassomiglia perfettamente n nella forma n della disposizione interna. Invece, osserva i nidi degli uccelli e le tane degli animali: non potrai scoprirvi mai qualcosa di diverso. Considera il nido della rondine e del fringuello, guarda la tela del ragno, lalveare dellape ed i mille altri prodotti e costruzioni animali, tu non potrai mai constatarvi un miglioramento o variazione e neppure un peggioramento. Ma vedi in confronto a ci quanta infinita variet tu potrai riscontrare nellopera degli uomini!? Eppure sono sempre quegli stessi uomini che spesso con grandi fatiche mandano a compimento tutto ci. 8. Ma la conclusione evidentissima cui si deve arrivare questa: che Dio, il Quale ha donato alluomo uno spirito simile a Lui, non lha creato affinch esso scenda allo stato dellanimale, ma affinch sinnalzi, del tutto liberamente, alla dignit di creatura umana, simile al suo Creatore.

30. Capitolo Evoluzione e legge. 1. (Il Signore:) Se per luomo, senza distinzione di sesso, di colore della pelle e di condizione sociale terrena, stato creato da Dio per tale supremo destino ci che ora tu puoi certo afferrare con le mani cos alla sua parte spirituale non pu venir data in eterno alcuna legge costrittiva, per il fatto che egli, infine, deve divenire ci per cui Dio lha destinato; perci ciascuna legge deve essere data con il dovresti, e soltanto per gli evidentemente malintenzionati avversari della libera legge si stabilisca una punizione opportuna, sempre calcolata considerando il libero miglioramento delluomo. La punizione, per, bene che sia applicata sempre cos da apparire non come una conseguenza di un atto arbitrario, bens soltanto come una necessaria conseguenza della trasgressione della legge dellordine. In questo modo lo spirito umano arriver in primo luogo allindipendenza del proprio pensiero e poi, molto prima che in altri modi, far sua la legge data e vi agir di conseguenza, mentre una punizione per una mancanza applicata del tutto arbitrariamente indurisce, in ogni tempo,
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ed amareggia lanimo umano e forma dalluomo un demonio, la cui sete di vendetta non si estinguer prima che egli o ancora in questo o invece del tutto sicuramente nellaltro mondo si sia vendicato nel modo pi inaudito, il che deve venirgli concesso altrimenti nellinferno del proprio cuore non si potrebbe pi migliorare in eterno! 2. Il legislatore che infligge una punizione non deve mai dimenticare che lo spirito delluomo, sia esso buono o malvagio, non pu venir ucciso e perci esso continua a vivere! Fino a tanto che peregrina su questa Terra, visibile nella sua forma umana, puoi ancora in un certo modo tenerlo lontano se intenzionato a perseguitarti, ma quando esso fuori dal corpo materiale, allora egli ti si pu avvicinare in mille maniere per nuocerti ad ogni tuo passo, senza essere visto n avvertito in nessun modo. Dimmi allora, quali armi avresti tu per difenderti? 3. Vedi, adesso il momento di rivelartelo: la tua grande disgrazia, che senza di Me ti avrebbe annientato del tutto, devi attribuirla unicamente a quegli spiriti che con lapplicazione spesso troppo aspra delle leggi romane di stato ti sei resi nemici inesorabili! Fa dunque in modo che questi Miei insegnamenti completi diano i loro frutti nel tuo animo e cos diverrai tu stesso un buon lavoratore nella Vigna di Dio, poich non ti mancano n forza n mezzi n una volont sempre ugualmente buona; quello che ti mancato, ora lo hai ricevuto da Me. Tu non hai che da applicare fedelmente quanto hai appreso ed il premio e la benedizione che ne deriveranno non si arresteranno certamente a mezza strada 4. Dice Cirenio, grandemente commosso dalla grande sapienza di questi Miei insegnamenti: Oh, mio primo santissimo ed immenso Amico, Maestro e Dio del cuor mio! Ora soltanto si fatta in me completa luce e mille e mille vicende della mia vita mi si riaffacciano alla memoria ed ora soltanto vedo che, nonostante il mio retto e buon volere sempre vigile, io stesso ho peccato contro lOrdine divino molto di pi e pi gravemente di quelli che ho fatto condannare in base al rigore della legge! Ma chi mai potr cancellare dinanzi a Te, o Signore, questi miei gravissimi peccati? 5. Gli dico Io: Amico, sii tranquillo. A Dio sono possibili tutte le cose ed Io gi da lungo tempo ho riscattato tutti i tuoi errori, altrimenti tu ora non saresti qui, presso di Me!.

31. Capitolo Discorso di Giairo sugli effetti dei miracoli. 1. A questo punto Giairo interviene e dice: S, s caro Cirenio, tu hai perfettamente ragione quando asserisci di te stesso che ora vedi tutte le cose in modo chiaro, perch anchio sono ora in chiaro, come certamente ognuno di noi lo e pu constatare in base alla verit incontrovertibile la necessit eterna del come il tutto costituito ed altres come deve essere costituito luomo, per, cosa si pu fare in tal caso? Lumanit scesa troppo in basso, e una
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dottrina di dolcezza e di libert essa non la comprende e, a dirla francamente, si dovrebbe impiegare molto tempo per fargliela comprendere, e col rischio che potrebbe essere una fatica inutilmente sprecata, i cui frutti sarebbero solamente spine e cardi! Dunque, usando la dolcezza, non c da ripromettersi nulla affatto, almeno con gli ebrei, che io conosco molto bene! 2. Insegnare al popolo usando segni miracolosi un doppio male; in primo luogo, perch luomo, indotto ad accogliere la verit per la forza di un miracolo, non pi libero e soggiace al giudizio e non crede alla parola corroborata dal miracolo, in virt della verit da poco riconosciuta, ma grazie alla potenza del miracolo stesso e non diventa operoso secondo la parola udita, grazie ad unintima convinzione e allautodeterminazione che scaturisce dalla convinzione, ma unicamente spinto dal servile timore di un qualche improvviso castigo. Se poi ci sar qualcuno capace di far sorgere in lui dei dubbi circa il miracolo e di contrastarlo, egli sar di sicuro il primo a dire allegramente addio alla parola ed alla fede! In secondo luogo poi, una dottrina, confermata attraverso il miracolo, non avendo niente di permanente in s, non pu venir trasmessa alle generazioni future. Ora, un prodigio, di cui si sente parlare e di cui non ci sono stati testimoni, non ha n pu avere di per s altro valore che quello dalla favola che si narra ai bambini. 3. Ma ammesso pure che al miracolo si potesse dare un carattere durevole e che a tutti i maestri della verit si conferisse la capacit di operare miracoli in qualunque momento e perci permanentemente, la ragione umana dopo poco tempo lo classificherebbe tra i fenomeni naturali giornalieri ed esso perderebbe la sua potenza probatoria e daltro canto poi avrebbe il valore, n pi n meno, delle solite esibizioni magiche dei giocolieri da strada, esibizioni anche queste che io non sono capace di imitare e che non so spiegarmi come e con quali mezzi vengano attuate; ma siccome se ne vedono troppo spesso, allora perdono quello che di meraviglioso hanno in s e finiscono con il cadere nellusuale quotidiano. 4. Non gi di per s meraviglioso tutto quello che ogni giorno ci circonda? Tutto quello che noi udiamo, vediamo e percepiamo, non gi questo un prodigio? Ma, poich tutto ci ha un carattere permanente e si manifesta progressivamente secondo un ordine sempre uguale, perde la caratteristica del prodigio e non esercita pi sullanimo di nessuno una costrizione alla fede, come potrebbe farlo un giudizio, che tuttal pi induce allattivit qualche scienziato o qualche studioso della natura. Questi accostano lorecchio a terra e si affaticano ad ascoltare se, forse, lerba cresce. Per, siccome nonostante tutte le loro fatiche poco o niente possono ricavare, n possono comprendere come lerba cresca, cos essi finiscono per assumere una espressione da sapienti, dandosi laria di averlo compreso, ma poich non possono far crescere lerba, allora propinano qualche altro misero artificio magico gi vecchio e molto usato allo scopo di ingannare i ciechi, mentre i vedenti si fanno delle risate, constatando in quale ingenua maniera i ciechi si lasciano turlupinare da loro.
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5. Dunque cosa certa che i miracoli, agli scopi del miglioramento degli uomini, hanno poco valore o, ci che per lo pi il caso, non ne hanno affatto, perch quello che io ho detto dei miracoli purtroppo vero. Essi di sicuro eccitano comunemente la curiosit anche morbosa dello spettatore, per, malgrado tutta langoscia che possono suscitare nellanima, non sciolgono i tenebrosi lacci del cuore ed i curiosi del miracolo rimangono sempre quello che erano prima, tuttal pi vanno interrogandosi fra di loro nella maniera pi sciocca possibile e dicono: Ma come mai egli, luomo dei miracoli, riesce a fare queste cose? Mentre chi ancor pi corto di intelletto non dice niente, ma vede intorno lesibitore di prodigi nientaltro che diavoli e diavolerie. 6. Ora, constatato che sul campo del miracoloso ci sono da raccogliere tanto pochi e affatto desiderabili frutti e che, secondo la Tua chiarissima esposizione, o Signore e Maestro, ancor meno e peggior frutta c daspettarsi che maturi dallimpiego della forza esteriore della legge e considerato infine che fra mille uomini ce ne saranno s e no cinque suscettibili di un libero insegnamento, credo di non aver torto se ora propongo nuovamente linteressante problema: Avendo da insegnare come si deve veramente procedere e cosa si pu fare? Perch se il miracolo nuoce, la severit dalla legge nuoce ancor di pi; una dottrina libera, sgorgante dalle profondit della divina Sapienza, del tutto accessibile ad un uomo soltanto in casi eccezionalissimi! Come ci si pu trarre da questo dilemma e poi agire? Come si pu passare con una nave tra i famosi gorghi di Scilla e Cariddi(1), senza essere inghiottiti n dalluno n dallaltro?.

32. Capitolo Tratti fondamentali dellEssenza di Dio. 1. Rispondo Io: Amico, tu hai giudicato molto bene, solamente hai dimenticato una cosa e questa consiste in ci, che a Dio sono possibili tante e tante cose, le quali sono ritenute impossibili agli occhi degli uomini. Considera i Miei discepoli e poi contali; pochi ce ne sono che abbiano frequentato una scuola. Ma Io li ho destati in primo luogo per mezzo della Parola e li ho attratti a Me, e soltanto dopo ho fatto in modo che facessero esperienze riguardo alla nota potenza della Parola divina. Un atto prodigioso che segua lenunciazione della Parola pura non pi un giudizio o una costrizione, ma bens un rinforzo della Parola Stessa. 2. E perci Io non intendo che le prove stiano negli atti prodigiosi che Io vado compiendo, bens nella Luce della Parola stessa e dico: Solo chi vivr del tutto conformemente alla Mia Parola, avr in s la convinzione vivente del fatto che le Mie Parole non sono vuote parole umane, ma sono Parole di Dio!
1 antiche figure mitologiche. L'espressione equivale a essere tra due fuochi. [N.d.R.] 79

3. In verit Io ti dico: Chi nel proprio cuore non riterr essere prova sufficiente quanto ora ho detto, a costui poco o niente gioveranno tutte le altre prove! Infatti le Mie Parole sono di per se stesse Luce, Verit e Vita. 4. Chi di conseguenza ode la Mia Parola, la accoglie e vi conforma le proprie opere, costui ha gi accolto Me Stesso; ma chi accoglie Me, costui accoglie pure Colui il quale Mi ha mandato in questo mondo e che tuttavia una cosa con Me. Perch quello che Io voglio, lo vuole anche Lui! Ed Egli non altra persona da Me n Io altra persona da Lui, allinfuori della pelle che ci circonda entrambi. Colui per in cui, come in Me, lamore e la sapienza, dimorano in un solo cuore, quegli come sono Io e come Colui che Mi ha mandato a questo mondo per la salvezza e la beatitudine di tutti coloro che crederanno nel Figlio delluomo! Avete compreso quello che vi ho detto? 5. Molti rispondono: S, o Signore!. Per alcuni osservano: Signore, questa , per la prima volta, una dottrina alquanto dura e non si riesce a comprenderne il senso. Come puoi Tu essere una cosa sola con la Tua Parola? 6. Dico Io: Se voi non comprendete i concetti terreni, come potrete poi comprendere qualcosa di pi grande? Chi e che cosa dunque il Padre?. Udite bene: Leterno Amore in Dio il Padre! Chi e che cosa dunque il Figlio? Il Figlio ci che sorto dalla Fiamma dellAmore, cio la Luce, la quale la Sapienza in Dio! Ma siccome Amore e Sapienza sono una cosa sola, cos anche Padre e Figlio sono una cosa sola! 7. Chi c mai fra di voi che non ha in s un qualche amore ed anche qualche grado corrispondente di intelletto? Ed egli perci duplice nel suo essere? Ovvero, se uno ha una lampada che arde e che d una fiamma chiara, che certamente un fuoco, per rischiarare una stanza, forse necessario che vada ad accendere del fuoco intorno alla casa, per aver chiaro nella stanza, oppure basta la lampada accesa in mezzo alla stanza per rischiarare sufficientemente la medesima? Se la luce che proviene dalla fiamma un fuoco, perch proviene da un fuoco, esso forse qualcosa di differente dalla fiamma stessa? O ciechi che siete! Se voi non riuscite a farvi un concetto di simili cose del tutto naturali, come volete comprendere poi le cose del Cielo? 8. E perci chi di voi si scandalizza di Me, costui ritorni a casa propria e faccia e creda come pi gli pare buono e giusto! Infatti verr il giorno in cui ciascuno vivr della propria fede e delle opere che avr fatto, secondo la fede nutrita dal proprio cuore, e quelle saranno poi i suoi giudici! 9. Io infatti non giudicher nessuno, ma il giudice di ciascun uomo sar il suo stesso amore, secondo questa Mia Parola che ora vi ho dato!. 10. Dopo questa spiegazione, coloro che prima non Mi avevano compreso, vengono vicino a Me e Mi pregano di poter restare, poich in loro cominciava a farsi maggior luce e si sarebbero dati maggior pena di quanto non fosse stato il caso fino ad allora, pur di poter afferrare la Mia Parola pi chiaramente!
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11. Per Io dico loro: Io non vi ho mai cacciati via, per ho soltanto consigliato tutti coloro che dovessero scandalizzarsi di Me che per la loro stessa salvezza sarebbe meglio che se ne andassero, piuttosto di continuare a scandalizzarsi anche in avvenire! Considerato dunque che Io non vi ho mandati via, perch non dovrebbe esservi concesso di rimanere? Perci, se il vostro cuore privo di scandali, restate!. Dopo questa chiarificazione essi ritornarono soddisfatti ai loro posti.

33. Capitolo Guarigione dei parenti ammalati di un vecchio ebreo. 1. Ed ecco dimprovviso presentarsi nella sala un vecchio ebreo dei dintorni di Nazaret e domandare di Me con voce angosciata. I discepoli Mi indicano a lui ed egli si avvicina, piega le ginocchia e dice con voce di pianto: 2. O caro Maestro, figlio del mio vecchio amico Giuseppe. Io ho udito parlare del modo meraviglioso in cui Tu guarisci gli ammalati e perci, nella mia grande angoscia, sono venuto da Te, avendo appreso che Ti trovavi a Nazaret. 3. Ascoltami Maestro, io ho gi raggiunto i 90 anni e mi trovo oramai molto infiacchito, per ho dei figli e dei nipoti che si sono presi cura di me con tutto lamore e con ogni attenzione. Ed ecco che una malattia sconosciuta ed ostinata scoppiata da poco in casa mia, cosicch ora sono tutti costretti a letto ed io, lunico che il male ha risparmiato, sono vecchio e debole e non so come fare per aiutarli. Nessuno dei vicini si azzarda ad entrare in casa mia per timore di venire egli stesso colpito dal male, cosicch sono rimasto solo nella mia disperazione, senza saper dove rivolgermi per aiuto e consiglio! Io ho pregato Dio il Signore affinch mi aiutasse, magari facendomi morire, se tale fosse la Sua Volont! 4. Ma mentre pregavo cos, un uomo si affacci alla finestra della mia stanza e disse: Perch dubiti, quando il soccorso ti sta tanto vicino? Alzati e va a casa di Giuseppe! L si trova il Salvatore Ges, Quegli soltanto pu aiutarti ed anche ti aiuter!. Udito questo, chiamai a raccolta tutte le mie poche forze, affidai i miei ammalati, che io comunque non posso aiutare in nessun modo, nelle mani del Signore Dio e mi trascinai, per quanto la strada non fosse molto lunga, fino qui da Te! E poich sono stato tanto fortunato a trovarTi, o caro e buon Salvatore, io Ti prego ora con tutte le mie forze, affinch Tu ti degni di recarTi in casa mia per soccorrere i miei diciassette ammalati, che quel male sconosciuto va tormentando tanto orribilmente! 5. Gli dico Io: Veramente Io Mi ero proposto, considerata la troppa mancanza di fede, di non fare alcun prodigio in questa regione, per se tu davvero puoi credere che sia in Mio potere aiutarti, ritorna in pace a casa tua e ti sia fatto cos come hai creduto!.
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6. A queste parole il vecchio Mi ringrazi profondamente commosso e si rimise in cammino verso casa sua, egli stesso del tutto rinvigorito. Quando fu vicino a casa, vide venirgli incontro allegramente tutti i suoi diciassette congiunti, come non avessero avuto nessun male; essi lo salutarono molto amichevolmente come nel passato e gli raccontarono come mezzora prima serano dimprovviso sentiti risanati e, dopo aver provato ad alzarsi, avevano constatato di non essere mai stati tanto sani e vigorosi, neanche prima di essere stati colpiti dal male! Essi erano gi andati dappertutto in cerca di lui ed erano gi in pensiero, dato che non lo trovavano in nessun luogo. 7. Quando il vecchio ebbe udito questo, allora si rese conto che la grave malattia aveva abbandonato i suoi nello stesso momento in cui Io a casa Mia gli avevo detto: Ti sia fatto cos come hai creduto!. 8. Solo dopo essere entrati in casa, i suoi lo pregarono di dire loro dove fosse stato ed il vecchio allora cominci a narrare e disse: Io avevo saputo che il Guaritore Ges, la cui fama corre ormai per tutto il mondo, aveva fatto la Sua ricomparsa a Nazaret. Allora mi misi in cammino e mi recai da Lui, ed ecco, Egli ha esaudito le mie preghiere, pronunciando le seguenti parole: Ti sia fatto cos come hai creduto!. Ed a questa Sua parola voi siete stati risanati allistante! Dite ora voi stessi se una cosa simile mai accaduta in Israele! 9. Dicono i sanati: Ascolta, o padre, se cos, allora Egli deve essere pi che un guaritore miracoloso! Padre, pu essere che alla fine Costui sia magari nuovamente un grande profeta, pi grande di Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, s, forse grande come Mos, Aronne ed Elia! Solo a quelli era possibile, con laiuto di Jehova, fare miracoli tali che tutti gli spiriti dovevano stare loro completamente sottomessi, sia sotto la terra che sulla terra, nellacqua e nellaria! Ma quando tutti questi spiriti sono sottomessi a un cos grandioso profeta, allora ovviamente Egli deve essere certo in grado di effettuare allistante tutto ci che vuole! 10. Ma come mai pervenuto il figlio del falegname a tanta inestimabile grazia di Dio? Noi tutti lo conosciamo molto bene, saranno appena tre anni da quando Egli ha lavorato qui da noi assieme ai Suoi fratelli! Ed allora nulla poteva far supporre in Lui qualcosa di simile! Un tale dono dovrebbe averlo ricevuto soltanto da poco tempo. ben vero che Egli si sempre dimostrato persona quanto mai pia e che il Suo comportamento stato sempre esemplarmente corretto. Lavoratore tranquillo e silenzioso, non parlava mai se non vi era assoluta necessit. Non Lo si vide quasi mai ridere n tanto mai a fare cordoglio, e cos ben possibile che Jehova abbia avuto riguardo per la Sua virt o che gli abbia concesso una simile grazia, perch Jehova non prende mai in considerazione la reputazione che uno ha sulla Terra, ma unicamente lintegrit e la purezza del cuore! 11. Osserva il vecchio: S, veramente possibile che voi abbiate ragione, anzi, cos deve essere, ma se la cosa, come io pi non dubito, sta veramente in questi termini, bisogna che domani di buon mattino noi andiamo da Lui, per
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offrirGli le nostre lodi, la nostra gratitudine ed i nostri ringraziamenti! Dinanzi ad un profeta visibilmente chiamato da Dio ed unto dal Suo Spirito bene che ognuno di noi pieghi le ginocchia! Infatti non il profeta, ma Dio Stesso che parla ed agisce per mezzo del cuore e della bocca del profeta! 12. Allora tutti concludono: E cos sia, questo dovr essere il nostro primo e supremo dovere!. Quella gente poi rientr in casa ed i giovani si accinsero a preparare la cena, visto che lappetito aveva cominciato a farsi sentire.

34. Capitolo Scena tra i farisei avidi di eredit ed il genero del vecchio. 1. Ora i farisei di Nazaret, avendo appreso che gli abitanti di quella casa erano tanto gravemente ammalati da far pensare che non potessero guarire, si recarono l per prendere in anticipo tutte le disposizioni circa i funerali e la decima ereditaria; perch a morte avvenuta essi non avevano pi nessun diritto da far valere sulleredit, essendo lammalato trapassato senza la loro assistenza, nel qual caso subentrava poi quale erede lo Stato. Quando dunque, spinti da tale motivo, i farisei arrivarono a notte gi inoltrata e mentre la gente di casa, finita la cena, si disponeva a coricarsi, quegli avidissimi ricercatori di anime defunte fecero un viso disperatamente lungo, allorch poterono sincerarsi che gli abitanti di quella casa, supposti per lo meno mezzo morti, si trovavano nel miglior stato di salute desiderabile! 2. Il primo dei farisei, entrato con tutta circospezione e trattenendo il respiro, disse: Oh, oh, che cosa mai questo? Siete ancora vivi? Noi ritenevamo che per lo meno voi foste per la met gi trapassati e siamo perci venuti per benedire le vostre anime e seppellire i vostri corpi secondo lusanza dei nostri padri! Chi dunque vi ha guariti? Boro non stato di certo, perch sappiamo che non venuto da voi quando fu chiamato; da credersi che egli abbia avuto come noi una grande paura del vostro male che era assolutamente grave. Allora, chi mai stato il vostro medico? 3. Risponde il genero del vecchio, persona energica e robusta tanto nella parola che nellazione: Che scopo avete voi di farci simili domande, dato che non siete stati voi a guarirci? Credo che neppure vi dobbiamo qualche cosa, come pure voi non dovete qualche cosa a noi! Siccome per la nostra salute non ci siete venuti affatto e se non ci fosse di mezzo la decima ereditaria nessuno vi avrebbe visti, perci io vi dico: In questo caso potete restare lontani, per leternit, da questa nostra casa! Perch, se voi non potete, non volete o non vi fidate di portare aiuto in una casa che in estremo pericolo, allora ricorra a voi chi vuole! Per quanto concerne la nostra casa, vi posso assicurare che non verr mai in cerca di voi! In verit, in tutto il vostro agire, voi siete peggiori dei vermi della terra che non esistono che per divorare, non fanno niente di
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buono e soffocano e guastano ogni buon frutto della terra! Levatevi dunque presto fuori dai piedi, altrimenti avrete a che fare con noi! 4. Dice uno degli anziani: Eh via, per andarcene ce ne andremo bene anche noi, per non vi costa gi niente se fate il favore di dirci chi vi ha guariti! Noi abbiamo pregato per sette ore al giorno e vorremmo perci sapere se, forse, la guarigione avvenuta miracolosamente grazie alle nostre preghiere, perch con mezzi naturali certo nessuno avrebbe in nessun caso potuto aiutarvi! Allora ditelo, considerato che le parole non vi costano nulla. 5. Dice il genero: Ed io vi dico di andarvene, mentitori che non siete altro! ben possibile che voi abbiate pregato sette ore al giorno per invocare la nostra morte e guadagnare quindi la decima ereditaria e non perch noi restassimo in vita. Voi non siete venuti qui per il piacere di salutarci come dei risanati, ma per commisurare su noi, presunti moribondi, la vostra famosa decima e per mettervi su le vostre aride mani, dopo che saremmo morti! Oh, vecchi volponi, io conosco molto bene voi e le vostre sante preghiere, perci vi ripeto con le buone di andarvene, altrimenti si sar costretti a far uso del diritto che abbiamo di star tranquilli a casa nostra! Per voi non sarete mai pi degni di pronunciare il Nome di Colui che ci ha guariti! 6. Insiste lanziano: Ebbene, ammettiamo pure di essere come tu dici; per non escluso che noi possiamo essere o diventare anche altro da quello che credi! evidente che qui successo un miracolo e questo fatto pu contribuire molto facilmente a farci cambiare del tutto il nostro modo di pensare e di agire! Dateci dunque linformazione che vi chiediamo! 7. Risponde il genero, quasi fuor di s: Niente e nessuno potr mai cambiarvi in questo mondo, neppure Dio in persona! Se voi foste passibili di un cambiamento, sareste cambiati gi da lungo tempo, perch vi sono Mos e tutti i profeti che rendono testimonianza contro di voi! Il vostro vero Dio Mammone ed esso consiste in oro e argento! Questo il Dio che voi servite nei vostri cuori e soltanto in apparenza vi ravvolgete esteriormente nella veste di Mos e di Aronne, per poter voi, lupi rapaci, sotto le spoglie della pecora, con tanto maggiore facilit insinuarvi tra il gregge degli agnelli e per sbranarli e divorarli con le vostre mortifere zanne! 8. Per Jehova vi conosce e non mancher certamente di darvi quanto prima la ricompensa che da ben lungo tempo vi siete meritati! Dio ha ormai suscitato Ges, il figlio del falegname Giuseppe, come nei tempi passati ha suscitato Mos! E questo Ges, il Quale mediante la Sua potente Parola ha ridonato istantaneamente a noi tutti la salute senza neppure venirci vicino, questo Ges vi dir anche senza alcun dubbio quali e quanti siano i vostri meriti innanzi a Dio, perch Egli pieno dello Spirito di Dio, come voi lo siete di quello di Belzeb! Dunque, sia per lultima volta che io vi dico di andarvene e di non ricomparire mai pi dinanzi a questa casa, in caso diverso ve ne pentirete!.
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9. Dopo queste parole i farisei non attendono altro e se ne vanno pensando agli strani casi di Ges che di nuovo si era parato attraverso le loro vie e si consigliano sul come avrebbero potuto sbarazzarsi di Lui, per evitare il tremendo pericolo che Egli avesse a sobillare in breve tempo tutti gli ebrei contro di loro, come era gi avvenuto in quella casa. 10. Ma mentre essi stanno con tutto fervore accarezzando tali pensieri, succede dietro di loro uno scoppio violentissimo, come di tuono, per la qual cosa essi con grandissimo spavento accelerano il passo e ammutoliti si affrettano a rientrare in citt.

35. Capitolo I farisei leggono il salmo 37. Il saggio consiglio di Roban. 1. I farisei appena arrivati a casa prendono il libro dei salmi di Davide, lo aprono a caso e cade loro sottocchio il salmo 37 e lanziano comincia subito a leggere. Ora questo salmo diceva: 2. Non crucciarti a causa dei maligni, non invidiare quelli che operano perversamente, perch saranno subito recisi come fieno e si appassiranno come erbetta verde. Confida nel Signore e fai del bene, tu abiterai nella terra e vi pasturerai in confidenza. E prendi il tuo diletto nel Signore ed Egli ti dar quello che il tuo cuore desidera. Rimetti la tua via nel Signore e confidati in Lui ed Egli far ci che bisogna fare e susciter la tua giustizia come una luce e il tuo diritto come il mezzogiorno. 3. Attendi il Signore in silenzio; non crucciarti per colui che prospera nella sua via, per luomo che opera scelleratezza. Astieniti dallira e lascia il cruccio, non avere invidia per fare il male. Perch i maligni saranno sterminati, ma coloro che sperano nel Signore possederanno la Terra. 4. Fra breve tempo lempio non ci sar pi e se tu poni attenzione al suo luogo, questo non vi sar pi. Ma i mansueti possederanno la Terra e gioiranno in gran pace. Lempio fa delle macchinazioni contro il giusto e digrigna i denti contro di lui, perch egli vede che viene il suo giorno. Gli empi hanno tratto la spada ed hanno teso il loro arco, per abbattere lafflitto ed il bisognoso, per ammazzare quelli che camminano rettamente. La loro spada entrer nel loro cuore e i loro archi saranno rotti. 5. Il poco del giusto vale di pi dellabbondanza dei molti empi. Perch le braccia degli empi saranno rotte; ma il Signore sostiene i giusti. Il Signore conosce i giorni degli uomini giusti e devoti e la loro eredit rimarr in eterno. Essi non saranno confusi nel tempo dellangustia e saranno saziati nel tempo della fame. Ma gli empi periranno ed i nemici del Signore appassiranno come il verde splendore dei prati e si disperderanno, come si disperde il fumo. Lempio prende in prestito e non ritorna, ma il giusto elargisce e dona.
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6. Dopo questi versetti uno dei farisei si leva e dice allanziano che legge: Cosa sono queste sciocchezze che ci vai leggendo? Non vedi dunque che tutto ci si riferisce dal lato cattivo a noi, mentre dal lato buono non pu riguardare che il figlio del falegname? Questo ha maledettamente laspetto di una testimonianza contro di noi e tu vai leggendo la cosa con tutta scioltezza e tranquillit, come se si trattasse di un messaggio di lode del sommo sacerdote a Gerusalemme, diretto a noi! 7. Risponde lanziano: Amico, non fa affatto male se ci contribuisce a farci vedere le cose che ci riguardano in una luce pi chiara di quanto sia avvenuto finora! meglio che noi ci riconosciamo prima fra noi stessi, piuttosto che rischiare un po pi tardi, svelati e nudi davanti al mondo, come ingannatori del popolo e sprezzati ed abbandonati da tutti! Infatti non pu infine dipendere che da Dio soltanto lo stabilire quanto tempo noi possiamo durare nella maniera usata fino adesso senza essere scoperti, e perci io voglio continuare a leggere questo salmo interessantissimo! 8. Dicono parecchi altri: Hai ragione, prosegui pure! 9. Lanziano continua la sua lettura: 10. Perch i benedetti del Signore erediteranno la Terra, ma quelli maledetti da Lui saranno sterminati! 11. A questo punto il fariseo domanda tutto ansioso: Veramente chi possono essere i benedetti e chi i maledetti? 12. Dice lanziano: Che i benedetti non siamo noi, mi pare che ormai ci voglia poco a capirlo, basta considerare la sempre crescente persecuzione dei romani contro di noi! Infatti se noi fossimo invece i benedetti, Dio non avrebbe certo mandato questa inaudita piaga sulla nostra benedetta Terra! Tutto il resto puoi tu stesso decifrarlo facilmente. Ora per continuo a leggere: 13. I passi delluomo, la cui via il Signore gradisce, sono indirizzati da Lui. Se cade, per, non rimarr a terra, perch il Signore gli sostiene la mano. Io sono stato fanciullo e sono anche divenuto vecchio e non ho mai visto il giusto abbandonato, n la sua progenie accattare il pane. Egli tutto ti dona e presta e la sua progenie benedetta. 14. Desisti dal male e fai il bene! Rimani giusto sempre; poich il Signore ha cara la giustizia e mai abbandona i Suoi santi. In eterno essi vengono custoditi; ma il seme degli empi sar sterminato. Soltanto i giusti ereditano il Paese e vi rimangono in eterno. 15. La bocca del giusto risuona di sapienza e la sua lingua pronuncia rettitudine. La legge di Dio nel suo cuore ed i suoi passi non vacilleranno. Lempio spia il giusto e cerca di ucciderlo; il Signore non glielo lascer nelle mani e non permetter che sia condannato quando sar giudicato. 16. Aspetta il Signore e mantieni la Sua via ed Egli tinnalzer affinch tu erediti la Terra, e tu vedrai che gli empi saranno sterminati. 17. Io ho visto un empio molto possente che si distendeva come un lauro verde, ma egli passato via, ed ecco, egli non pi ed io lho cercato e non lho trovato.
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18. Guarda lintegrit e guarda alla rettitudine, perch vi ricompensa per luomo di pace, ma i trasgressori della Legge di Dio saranno tutti quanti distrutti. Ogni ricompensa recisa agli empi, ma ai giusti ogni aiuto dal Signore. Egli la loro fortezza nel tempo dellafflizione ed il Signore li aiuta e li libera dagli empi e li salva, perch hanno confidato in Lui. 19. E come lanziano giunto alla fine del salmo, il fariseo tutto infuriato gli si fa contro e grida: O vecchio testone! Non vedi che con questo salmo risulta che siamo noi gli empi e che i giusti sono coloro che parteggiano per Ges? Non capisci che cos noi rappresentiamo coloro che distruggono e che gli altri dovrebbero ereditare la Terra? Non siamo appunto noi che tentiamo di distruggere Lui, il presunto giusto, mentre Dio lo mantiene? Hai scelto proprio un bel salmo per noi! 20. Dice lanziano: Non sono stato io a prescriverlo, il libro che parla chiaro e se noi restiamo come siamo ora, bisogner bene che lo digeriamo fino alla fine! Comprendi questo, nonch la Potenza di Dio? 21. Interviene un altro e dice: Io comprendo questa cosa meglio di voi tutti! Il nostro amico Roban ha dovuto leggere questo salmo perch lha indotto il figlio del falegname con il suo potere magico, che a noi riesce certamente del tutto incomprensibile! Infatti se egli ha potuto guarire con una sola parola tutta la famiglia presso la quale noi abbiamo cercato invano la nostra salute doro e dargento, non v dubbio che egli deve altres poter costringerci a leggere quei salmi, soltanto che evidentissimo che oggi testimoniano contro di noi, come lhanno fatto a suo tempo contro i nemici di Davide. 22. Oltre a ci pare che il vecchio Giuseppe sia stato veramente in linea diretta un discendente di Davide e poi anche Maria, la seconda moglie di Giuseppe, dovrebbe discendere dalla stessa linea, cos Ges ora viene chiamato figlio di Davide e per questa ragione probabile che il vecchio Giuseppe, che era sempre stato una volpe astutissima, abbia di nascosto fatto imparare a suo figlio ogni arte magica possibile, perch questi facesse valere le medesime, per strabiliare romani e greci superstiziosi, presentandosi come figlio di Giove o di Apollo e inducesse poi senza alcun dubbio i romani a proclamarlo loro re! Infatti se i personaggi che risiedono a Roma sono cos ciechi come questi qui che tengono il comando dellAsia, e Ges, per cos dire, li ha gi messi nel sacco, non occorrer che passi molto ed egli potr dettare legge ai romani, ma allora saremo ben conciati anche noi! 23. Dice un altro: Questa unimpresa che si potr ben far procrastinare forse per mezzo di una missiva segreta allimperatore? 24. Dice il primo: Ti sar assai difficile far procrastinare qualcosa a lui che per virt delle sue facolt magiche pu scrutare tutto quello che di pi nascosto tu puoi pensare! Chi, se non lui, stato a spaventarci con lo scoppio di tuono quando ritornavamo a casa? Perch egli certamente avr percepito quello che abbiamo detto fra di noi contro di lui! E perci chi se non lui ci ha fatto leggere un salmo che si presenta quale una severa testimonianza contro di noi?
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E perch questo? Perch egli di sicuro ha saputo quello che intendevamo concludere a suo danno! Se non lo credi, va, mettiti al tavolo e tenta di stilare una missiva segreta per limperatore ed io ti garantisco che tu o non sarai in grado di scrivere nemmeno una parola oppure sarai costretto a firmare qualche terribile testimonianza contro te stesso e tutto ci in virt della sua incomprensibile e misteriosa potenza magica! 25. Poi bisogna considerare che perfino il nostro preside Giairo ormai tutto, anima e corpo, per lui, avendo risuscitato per ben due volte da morte la figlia e lo aiuta in tutto quanto egli possa desiderare; dunque, io penso che neppure a Gerusalemme si potrebbe intraprendere nulla contro di lui! A dirla breve, siamo inchiodati e legati da tutte le parti e non possiamo opporci a lui in nessuna maniera! Perci il meglio che si possa fare, secondo me, per ora fare buon viso a cattivo gioco, oppure dichiararci completamente suoi discepoli, perch non possiamo intraprendere con qualche efficacia niente contro di lui, in quanto noi non possiamo neppure cominciare a pensare qualcosa senza che egli giunga a saperlo allistante 26. Dice il vecchio Roban: Di questa opinione sono anchio, infatti a noi non resta altro da scegliere: o ci manteniamo del tutto indifferenti, oppure abbracciamo la Sua dottrina e facciamo come Egli ci consiglia e ci invita, poich un simile ostacolo per il momento non si pu n infrangere n girare! 27. Concludono tutti: Meglio di tutto che noi stiamo semplicemente a guardare, cos non ci immischiamo n con Roma n con Gerusalemme e in questo modo solo pu consistere la prudenza che deve esserci ora di guida. 28. E dopo ci tutti si ritirano a riposare, mentre ognuno ponderava in segreto che cosa doveva fare da parte sua.

36. Capitolo Roban, lanziano dei farisei, da Ges 1. La mattina seguente Roban tuttavia si presenta in casa da Me e chiede se gli concesso di parlarMi. 2. Io per gli rispondo: Io so gi quello che Mi vuoi dire, ma quello che Io ho da dirti, tu non lo sai e perci ascoltaMi. 3. Dice Roban: Se Tu vuoi parlare, parla, ed io Ti ascolter!. 4. Dico Io: Tu ieri hai letto il salmo, era proprio il 37. Questa lettura ha profondamente colpito te ed i tuoi colleghi, questo vi ha fatto meditare un po e poi vi siete consigliati se dovevate mantenervi passivi di fronte a Me o se sarebbe stato meglio dichiararvi Miei discepoli. Voi vi siete decisi per lindifferentismo! Tu, per, durante la notte hai riflettuto ancora se era forse il caso di farti Mio discepolo ed ora sei venuto qui per chiederMelo direttamente. 5. Ma Io non posso dirti n s n no e se tu vuoi restare, resta, ma se vuoi andartene, va pure! Perch, vedi, di discepoli ne ho abbastanza! Qui in casa
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Mia ci sono parecchie stanze e sono piene tutte di discepoli. Fuori allaperto tu puoi veder rizzate delle tende e queste sono pure occupate dai Miei discepoli. Qui, vicino a questa Mia stanzetta, c la grande sala da lavoro e da pranzo, dove, poich ancora mattino molto presto, riposano gli alti detentori del potere temporale di Roma ed anchessi sono Miei discepoli, in unaltra stanzetta qui vicino abita il preside Giairo con la moglie e la figlia, che Io ho risuscitato per due volte da morte; ed ecco, egli pure un Mio discepolo. Dunque, se Io annovero tali uomini fra i Miei discepoli, tu pure puoi diventarlo come loro, per, come vedi, Io non vengo in cerca di te! Perci, se vuoi, rimani e se non vuoi, vattene, perch entrambe queste vie ti sono aperte 6. Dice Roban: Signore, io resto ed molto probabile che dei miei colleghi molti ancora, a pari mio, verranno e resteranno, perch comincio a comprendere che in Te ci deve essere qualcosa di pi dellarte misteriosa di un mago dellOriente! Tu sei un profeta unto da Dio del tutto speciale, tale quale prima di Te non ce ne fu mai un altro e per questo io resto! 7. vero che sta scritto che in Galilea non pu sorgere alcun profeta, ma io non ci tengo ormai pi un granch a queste cose, perch per me vale lazione effettiva ed evidente pi dellenigmatica lettera della Scrittura che nessuno capace di comprendere secondo la profonda e vera sapienza. Bisogna aggiungere che, a quanto mi consta, Tu non sei neppure nativo della Galilea, bens di Betlemme e quindi anche per ragione di nascita puoi benissimo essere un profeta. Mi sento molto attratto da Te e mi trovo molto bene in Tua compagnia, dunque, io resto. Io non posseggo grandi sostanze, ma tuttavia quello che posseggo pu bastare per tutti noi per il tempo di interi 30 anni! Se ci sono degli onorari da pagare, la met dei miei beni sono a Tua disposizione! 8. Gli dico Io: Va l dai Miei discepoli e chiedi loro quanto Mi versano per listruzione e per il mantenimento, altrettanto pagherai tu pure!. 9. Allora Roban chiese subito a diversi dei discepoli l presenti qualche particolare in proposito, ma questi gli risposero: Il nostro santo Maestro non ci ha mai chiesto neanche uno statere, quantunque Egli sempre provveda a tutto per tutti noi. Certamente Egli non chieder a te pi di quanto richiede a noi. Fede ed amore, questo soltanto Egli ci ha sempre domandato 10. Roban continua ad interrogare: Anche voi potete operare qualcosa di speciale che sia incomprensibile per lintelletto umano? E se lo potete, riuscite a capire come ci sia possibile? 11. Risponde Pietro: Se si rende necessario, possiamo anche noi fare cose simili, mediante la Forza del Maestro in noi e comprendiamo perfettamente bene come esse siano molto facilmente possibili. Se tu vuoi diventare veramente un Suo discepolo, allora potrai anche tu operare tali cose e potrai benissimo comprendere quello che opererai! Infatti qui lAmore che detta la legge ed la Sapienza che ladempie 12. Chiese ancora Roban: Ma non ti mai accaduto di pensare se in questi fatti straordinari non abbia forse anche Satana la sua parte?
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13. E Pietro risponde: O povero cieco che sei, perch fai questa perfida domanda? Come pu aver parte Satana in una cosa nella quale agisce linfluenza suprema e onnipotente di tutti i Cieli? Io e tutti gli altri discepoli con me abbiamo visto i Cieli aperti e le innumerevoli schiere degli angeli di Dio scendere in terra e ci fu dato ancora di vedere come essi servivano Lui e noi tutti assieme! Ma se cos, come si pu parlare di una partecipazione di Satana? 14. Ma se tu non puoi credere a quanto ti dico, va a Sichar e la informati presso il capo dei sacerdoti Jonaele e presso il ricco mercante Jairuth, il quale abita fuori Sichar, nel castello di Esa, che ben conosciuto. Questi amici nostri potranno raccontarti fedelmente Chi Colui del Quale ci stata concessa limmeritata suprema grazia di essere Suoi discepoli! Tanto da Jonaele che da Jairuth tu troverai degli angeli in forma corporea visibile che sono ancora al loro servizio. 15. Quando Roban ebbe udito queste cose, si avvicin impetuosamente a Me e Mi domand se Io non avessi niente in contrario che egli intraprendesse un viaggio a Sichar. 16. Ed Io gli dissi: Assolutamente no! Va pure ed informati di tutto e quando sarai di ritorno, riferisci ai tuoi fratelli e colleghi tutto ci che avrai udito e visto. Quando avrai compiuto questo incarico, il cui buon effetto non potr mancare, allora vieni nuovamente da Me e seguiMi! Tu l avrai gi la possibilit di apprendere da che parte, nel frattempo, Mi sar recato. Se tu per, passando per Sibarah, la prima stazione delle gabelle da qui e poi per la strada di Chis e di Cana e passi per la Samaria e ti si domanda qual la meta del tuo viaggio ed in nome di chi lo compi, d che viaggi nel Mio Nome e allora sarai lasciato passare liberamente dappertutto. Ma non andare con la tua veste danziano dei farisei, perch con questa non potresti andare molto lontano. Indossa invece una veste semplice e comune e non incontrerai nessun ostacolo in Samaria. 17. E quando Roban ebbe udito queste cose da Me, si dispose subito a mettersi in viaggio e cos egli and in terra straniera, per cercare e conoscere quello che gi gli stava cos vicino nella propria terra. 18. Vi sono sempre degli uomini che credono che fra gli estranei si possa vedere, sentire ed imparare pi cose che in casa propria. Eppure un unico sole splende per tutte le parti del mondo. Certo, in terra straniera si possono conoscere altre regioni, altri uomini altri costumi e lingue, ma che il cuore ne guadagni qualcosa, questa unaltra questione! 19. Chi se ne va tra gente straniere per procurarsi l migliori distrazioni e piaceri, costui scarso profitto ne ritrarr per leducazione del proprio cuore, ma chi invece si reca in terra straniera per rendersi utile a quegli uomini e per portare loro una nuova luce, costui vada pure ed operi, che in questo caso il viaggio gli procurer lauti guadagni. 20. Ciascun profeta maggior vantaggio trova in terra straniera che non nella propria patria e nella propria casa.
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37. Capitolo Giosa, lanziano, ringrazia il Signore. 1. Quando Roban fu partito, ecco presentarsi il vecchio che si chiamava Giosa, con i suoi figli e nipoti in quella notte guariti, il quale era venuto per renderMi grazie lode e onore e che Mi preg che Io gli permettessi di trattenersi con i suoi tutta la giornata in Mia compagnia. 2. Ed Io gli dissi: Fai pure come desideri. Ieri notte tu hai dovuto sostenere ancora una lotta con i farisei per causa Mia e voi tutti vi siete comportati bene nel Mio Nome. Ma proprio per questo motivo in futuro sarete liberati da ogni piaga di questo genere e nessun avido zelota varcher mai pi la soglia di casa vostra! Ed ora andate dai Miei discepoli ed essi vi spiegheranno tutto quello che dovrete credere e fare da oggi in poi!. 3. A queste parole avanza Pietro e conduce lintera compagnia da Matteo lo scrivano e questi d loro da leggere tutto ci che riguarda le esperienze fatte dai discepoli e quello che Io ho insegnato. 4. E quando in questo modo si provveduto per il loro spirito, escono dalle loro stanze Cirenio, Cornelio, Fausto e il preside Giairo con la moglie e sua figlia, i quali con parole amichevolissime Mi salutano e Mi rendono grazie per il buon sonno ristoratore e per i bellissimi sogni avuti in quella notte. Ed Io ricambio i loro saluti e li rendo attenti della nuova compagnia appena arrivata, composta da coloro che erano stati guariti. 5. E Cirenio va loro vicino e sinforma dettagliatamente delle loro vicende. Ma quando egli ebbe udito le inqualificabili gesta dei farisei, non pot trattenersi ed al colmo dellira esclam: O Signore! No! per il Tuo santissimo Nome questo non deve essere tollerato! Io non posso pi indulgere con questi discepoli di Satana! Io devo punirli, anche se ci dovesse costarmi la vita! Ma si possono forse immaginare dei lupi, delle iene, delle volpi peggiori di queste? Delle belve simili non si possono trovare in tutta la Palestina, n in tutta lAsia! Che differenza c fra loro ed i pi rapaci ladri e predoni da strada? O perfidi, o bestie ferocissime! Si fanno chiamare servi di Dio e perci esigono dappertutto lode ed onori quando giorno, ma calata la notte escono ignominiosamente per aggredire e predare! Ebbene, aspettate un po ed io vi far passare la voglia delle scorrerie notturne in modo che ve ne ricorderete per un bel pezzo! 6. Dico Io alladirato governatore: Amico Mio, lascia andare! Infatti quello che tu vorresti fare adesso, lho gi fatto Io la scorsa notte in un modo che loro possano avvertirlo molto pi facilmente e la conseguenza sar che tutti accoglieranno ben presto la Mia dottrina. Lanziano tra loro, di nome Roban, stato qui gia oggi ed ha gi accolto la Mia Dottrina e perci lho gi inviato, quale gi Mio discepolo, a Sichar, dove avr occasione di vedere e di imparare molte cose. In due giorni egli sar di ritorno e certamente riuscir a portare anche i suoi colleghi dalla Mia parte! Ora vedi, questo meglio della sferza, della croce e della scure!
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7. Dice Cirenio, molto pi calmo: Se cos, io ritiro molto volentieri la mia parola e non far emanare contro di loro alcuna sentenza n aspra n dolorosa, per bisogner che mi rendano conto delle loro azioni! 8. Osservo Io: E sia pure, ma non gi stamani, bens nel pomeriggio, poich noi intendiamo occupare con qualche cosa di meglio questo magnifico tempo. Ma ora andiamocene anzitutto a colazione. 9. Infatti Boro aveva fatto nel frattempo costruire allaperto una quantit di tavoli. In questo lavoro i Miei fratelli, che erano falegnami, gli erano stati di grande aiuto e cos si trattava di fare colazione allaperto in quella giornata che era vigilia di Sabato, quindi giorno di festa. Cerano circa cinquanta grandi tavoli con le rispettive panche, provvisti di cibi e bevande ed era davvero una scena quanto mai piacevole quella offerta dalle centinaia di ospiti di ogni classe, i quali gi al loro posto e qua e l intonando dei salmi facevano onore alla ricca imbandigione. Nel mezzo, fra le numerose tavole, era eretta una specie di tribuna, sulla quale ci attendeva una grande mensa adorna con molto buon gusto, fornita di cibi. E Noi, cio Io, Cirenio, Cornelio, Fausto, Giairo con la moglie e la figlia, Mia madre ed i dodici apostoli vi prendemmo posto e l, tra edificanti e serene conversazioni, consumammo la colazione che Fausto e Boro avevano fatto cos preparare. 10. Alla nostra compagnia mancava per Lidia, la giovane sposa di Fausto, che questultimo aveva lasciato a casa sua a Cafarnao, a causa delle molte faccende domestiche cui cera daccudire, anche se essa lo avrebbe quanto mai volentieri accompagnato a Nazaret. Mia madre gli mosse perci qualche dolce rimprovero ed egli, spiacente daver lasciato a casa la sua moglie carissima, prese la decisione di andar egli stesso senza indugio a prenderla. 11. Ma Io gli dissi: Non preoccuparti; se Io voglio, lei sar qui sana e salva prima che sia mezzogiorno!. Fausto Me ne fece preghiera ed Io gli promisi che cos sarebbe stato fatto. 12. In quellistante apparvero ai Miei fianchi due bellissimi giovinetti avvolti in toghe azzurro chiare; essi sinchinarono fino a terra dinanzi a Me e dissero: Signore! I Tuoi servitori attendono con il massimo rispetto i Tuoi santissimi comandi! 13. Ed Io dissi loro: Andate e conducete qui Lidia, affinch possa anche essa trovarsi fra noi! 14. Alle Mie parole i due scompaiono e Cirenio Mi chiede stupefatto: Amico mio! Chi erano quei due giovani adorni di tanta grazia e bellezza? Per il cielo! Locchio mio non ha mai visto tanta magnificenza di figure! 15. Ed Io gli rispondo: Vedi, chi signore ha i suoi servitori e quando egli li chiama, essi devono comparire al suo cospetto e devono servirlo. Ora, siccome anchIo sono un Signore, cos anchIo ho i Miei servitori, i quali hanno il compito di annunciare i Miei ordini a tutto lInfinito. A te certo essi non sono visibili, ma lo sono molto bene a Me e dove tu nemmeno sospetti che ci sia qualcosa, vi sono tuttavia continuamente legioni innumerevoli che attendono i
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Miei comandi! E questi Miei servitori, per quanto delicati e gentili nellaspetto, sono dotati di una tale forza che potrebbero in un istante annientare questa Terra, solo se Io glielo comandassi! Ma ora osservate, ecco che ambedue sono gi di ritorno assieme a Lidia. 16. A quella vista, unimpressione di spavento si manifesta in quasi tutti i convitati alla Mia mensa e Cirenio esclama: Come mai possibile questa cosa? I due non possono essersi allontanati da qui neanche di 500 passi! Per arrivare a Cafarnao ci sono quasi due ore di cammino ed ecco che essi sono gi di ritorno! Oh, questo va molto oltre ogni fatto che possa toccare ad una povera creatura umana su questa Terra!. 17. E quando Lidia, accolta con tutta tenerezza dal meravigliato Fausto, fu condotta alla nostra mensa, Cirenio subito le domand: O graziosissima Lidia, come hai fatto a venire cos presto da Cafarnao? Eri forse gi per la via, oppure come si spiega questo fatto?. 18. Risponde Lidia: Non vedi qui i due angeli di Dio? Sono stati loro a portarmi qui con una velocit maggiore della freccia. Io, durante il tragitto, non vidi n terra n aria, ma da l a qui non stato che un momento solo ed ora sono qui. Per, se vuoi domandare ai due angeli, essi saranno certo pi in grado di me di darti in proposito dei chiarimenti.

38. Capitolo DellUmano e del Divino nel Signore. 1. Cirenio allora si rivolge subito ai due angeli e chiede loro come ci fosse stato possibile. Ma questi, con le loro mani celestialmente perfette, accennando a Me, dicono con voce armoniosa e purissima: La Sua Volont costituisce il nostro essere, la nostra forza e la nostra rapidit. Da noi stessi nulla possiamo, ma quando Egli lo vuole, noi accogliamo la Sua Volont in noi e tutto allora grazie ad essa ci possibile. La nostra bellezza che ora abbaglia i tuoi occhi il nostro amore per Lui e questo amore, a sua volta, non altro che la Sua Volont in noi! Ma se voi volete diventare pari a noi, accogliete la Sua Vivente Parola nei vostri cuori e operate volonterosamente secondo Questa, allora anche voi, come noi, possederete in voi tale onnipotente forza della Sua Parola e quando Egli vi chiamer allazione, secondo la Sua Volont, allora anche a voi saranno possibili tutte le cose, anzi voi potrete fare molto pi di noi, perch voi derivate unicamente dal Suo Amore, mentre noi proveniamo piuttosto dalla Sua Sapienza. Ora tu sai cosa sia quello che ti ha reso tanto perplesso, come cio una cosa simile sia molto facile per noi; opera in avvenire secondo la Sua Parola e tu pure sarai in grado di fare cose assolutamente meravigliose! 2. Cirenio a queste parole dice, con crescente stupore: Ma allora ho ragione, se ritengo essere Ges lunico Dio ed il Creatore di tutto il mondo?.
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3. Rispondono gli angeli: S, tu hai perfettamente ragione, soltanto bene che tu non parli troppo ad alta voce, e quanto scorgi in Lui quello che c di umano, non scandalizzartene, poich tutto lumano non sarebbe umano se prima esso dalleternit non fosse stato divino. E di conseguenza, quando talvolta Egli si manifesta in forme che a te sono conosciute e abituali, tuttavia non si manifesta in nessuna forma che sia indegna di Lui, perch ogni forma ed ogni pensiero erano gi in Lui prima che essi, in virt del Voler Suo, avessero cominciato a costituire ed a definire una Volont libera fuor da Lui. NellInfinito non c alcuna cosa n alcun essere che non abbia attinto le sue origini da Lui. Questa Terra e quello che in essa e su di essa vive, altro non che il Suo Pensiero tenuto fisso in maniera eternamente uguale e divenuto Verit grazie alla potenza della Sua Parola. Se ora Egli cosa che per Lui sarebbe oltremodo facile abbandonasse nel Suo Animo e nella Sua Volont questi Pensieri aventi essenza, nello stesso istante questa Terra pi non esisterebbe e tutto quello che essa contiene e regge la seguirebbe nellannientamento. 4. Per la Volont del Signore non come quella delluomo che vuole in modo imperfetto oggi e domani in un modo differente. La Volont del Signore nelleternit sempre una e non vi forza che possa piegarla dallOrdine fondato dalleternit. Ma entro i limiti di questOrdine regna tuttavia la pi ampia libert ed il Signore pu fare quello che vuole, cos come lo pu fare qualunque angelo e ciascun uomo. Che per i fatti siano veramente tali, lo puoi rilevare considerando lessere tuo assolutamente proprio e mille altri fenomeni. 5. Nella tua forma personale, tu puoi fare ci che vuoi e nulla pu impedirtelo, allinfuori del tuo stesso volere. Ma la forma personale-essenziale di per s non ammette assolutamente alcun cambiamento, perch sottost al rigido Ordine divino. 6. Cos pure tu puoi apportare considerevoli modifiche alla Terra, puoi fare spianare i monti, puoi imporre nuove vie ai torrenti ed ai fiumi, puoi prosciugare laghi e scavare letti per laghi nuovi, puoi costruire ponti sui mari e puoi, con diligente e tenace lavoro, convertire il deserto in terra benedetta e fruttifera, in una parola tu puoi sulla Terra operare una quantit innumerevole di cambiamenti, ma non puoi neppure di un secondo rendere pi lungo il giorno, n pi breve la notte e non puoi comandare al vento ed alluragano. 7. Tu devi sopportare linverno e tollerare gli ardori dellestate ed a tutte le creature, per quanto tu tenda lo sforzo della tua volont, non puoi prescrivere altra figura ed altra propriet diverse da quelle che hanno. Di un agnello non potrai mai fare un leone, n mai pi trasformare un leone in agnello. Ed ecco, tutto questo rientra nellimmutabile Ordine di Dio, entro lambito del quale certamente concessa una grande libert dazione, mentre lOrdine divino vero e proprio non lo puoi rimuovere neppure di una linea soltanto. 8. Ora qui dinanzi a te sta Colui il Quale ha fondato questOrdine dalleternit e che solo pu scioglierlo, purch lo voglia. Ma come tu sei tuttavia libero di pensare, volere ed agire nellambito di questOrdine divino
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che in primo luogo condiziona il tuo essere e tutto quello che ti circonda, cos tanto pi libero il Signore ed Egli pu fare ci che vuole. 9. Noi ancora una volta ti diciamo: Non ti scandalizzare mai, perch il Signore dinanzi a voi si muove in forma duomo, poich ciascuna forma supremamente Sua opera.

39. Capitolo Dellinflusso degli angeli sugli uomini. 1. Quando Cirenio ebbe udito dai due angeli questi insegnamenti, tutto gli apparve come assoluta certezza e non continu pi a rimuginare tra s quale essere superiore Io fossi, ma disse convinto: S, Lui!. Ed avvicinatosi a Me con il pi profondo rispetto, Mi disse: Signore, tutto mi chiarissimo ormai! Tu Lo sei! 2. Il mio cuore me lo diceva gi da lungo tempo, ma la considerazione della Tua forma e del Tuo procedere umani facevano sempre sorgere in me, di tanto in tanto, argomenti di dubbio in opposizione alla mia fede. Ora per tutte le mie segrete esitazioni sono scomparse dallanima e pu accadere qualsiasi cosa, ma io rester incrollabile come una roccia nella mia fede. Oh, com immensa ora la mia felicit, dato che perfino il mio occhio di carne pu contemplare Colui che mi ha creato, che adesso mi mantiene e che mi manterr per tutte le eternit! 3. Gli dico Io: Mio carissimo amico! Quello che tu ora possiedi sar tuo per leternit! Per intanto vedi di tenerlo soltanto per te e per pochissimi dei tuoi amici gi iniziati, poich, se tu ne parlassi apertamente, ci sarebbe pi di danno che di vantaggio alla Mia Causa ed agli uomini! Inoltre ricordati anche di non scandalizzarti di Me, qualora ogni tanto ti avvenga di constatare lelemento umano in Me, poich prima che tutti gli angeli e gli uomini esistessero, ero Io dalle eternit il primo Uomo ed ho dunque certamente anche il diritto di continuare ad essere Uomo fra i Miei uomini creati! 4. Dice Cirenio: Tu, o Signore, fa come vuoi, tuttavia per me resti eternamente ed immutabilmente quello che senza alcun dubbio Tu sei ora per me! Ma questi due angeli, quanto desidererei che restassero con me fino alla fine dei miei giorni terreni! Quanta bellezza, amore e sapienza si irradiano da tutto il loro essere! 5. Osservo Io: Questo non pu esserti concesso, perch tu non sopporteresti la loro personale presenza visibile e questa non sarebbe di alcun giovamento per la tua anima. Per, invisibili per i tuoi occhi e sensi terreni, essi continueranno a fungere da tuoi protettori, come lo erano gi prima, fin dal tempo della tua nascita. In quanto al tempo presente, poich essi devono rimanere qui visibilmente oggi per tutto il giorno, tu potrai intrattenerti con loro ancora riguardo a molte cose.
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6. Del resto, anche quando non ti saranno visibili, tu potrai parlare con loro e potrai interrogarli riguardo a qualsiasi cosa ed essi ti daranno la risposta nel tuo cuore, risposta che tu percepirai come un pensiero chiaramente espresso nel cuore. E questo genere di comunicazione migliore di quella esteriore. Io te lo dico: Una parola che il tuo angelo ha posto nel tuo cuore per la tua anima pi salutare di mille parole percepite esteriormente dal tuo orecchio! Infatti quello che percepisci nel tuo cuore gi tua propriet, mentre quello che apprendi dallesterno devi fartelo proprio a mezzo dellazione, conforme alla parola appresa e compresa. 7. Quando tu hai la parola nel cuore e tuttavia, di quando in quando pecchi nel tuo essere esteriore, allora il tuo cuore non connivente e ti costringe subito al riconoscimento del peccato ed al pentimento e gi per ci non sei pi peccatore, ma se non hai la parola nel cuore, bens essa ti giunta solamente al cervello attraverso lorecchio ed in questa condizione pecchi, allora il cuore vuoto diventa complice e non ti costringe n al riconoscimento del peccato n al pentimento; il peccato rimane e tu ti rendi colpevole dinanzi a Dio ed agli uomini. 8. Cos dunque, amico Mio, meglio per te non vedere i tuoi protettori spirituali finch devi rimanere nella tua forma corporea, ma quando un giorno dovrai abbandonare il corpo, allora tu stesso quale spirito, potrai senzaltro vedere ed avvicinare per tutta leternit non solo questi due, ma anche innumerevoli altri 9. Dice Cirenio: Io sono ugualmente contento, per oggi voglio intrattenermi spiritualmente con loro a saziet!. 10. Dico Io: Ma come si far? Tu hai promesso nel Mio Nome a quei farisei duri e rapaci una buona lavata di capo: ci ti priver nel pomeriggio della lieta compagnia dei due angeli! 11. Dice Cirenio: Oh, vero, quasi quasi me ne dimenticavo! Che peccato, la cosa capita proprio a sproposito! Cosa devo fare? 12. Gli dico Io: Che ne diresti se Io ti sciogliessi dal giuramento e se tu risparmiassi del tutto ai farisei la lavata di capo che avevi intenzione di fare a loro, visto che hanno abbastanza da pensare a fatti loro, dopo le tue minacce di ieri? 13. Risponde Cirenio: Signore, se aggrada a Te, io risparmio a loro ormai molto volentieri la lavata di capo e affido ogni cosa a Te ed al vecchio Roban, che in un paio di giorni metter comunque la faccenda a posto 14. Dico Io: Oh, in questo caso, Io certamente meno che altri ho qualcosa in contrario! Perch ti ho suggerito di rimandare al pomeriggio il tuo proposito riguardo ai farisei, appunto avendo previsto benissimo che avresti presto cambiato idea. Ma ora, considerato che il tempo si fatto cos bello, ce ne andremo tutti al mare, perch vogliamo provvederci di qualche pesce per il pranzo e per la cena. Chi vuol venire, si disponga a mettersi in cammino.
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40. Capitolo Lamore per il Signore. 1. Allora Pietro e Natanaele domandano: Ma Signore, noi qui non abbiamo gli arnesi per la pesca, come si potr fare? Dobbiamo forse precedere in fretta la compagnia e farci prestare qualche rete dai pescatori alla prossima riva?. 2. Ed Io rispondo: Ci non necessario, ma unaltra cosa necessaria e questa che voi poniate attenzione alla vostra memoria, la quale sembra ad ogni momento dimenticare che Io sono il Signore Cui non impossibile nessuna cosa. Non precedeteci dunque, ma restate assieme a noi e pescando poi spiegate al vecchio Giosa ed alla sua famiglia che cosa sono la Forza e la Potenza di Dio anche nelluomo. A queste Mie parole i due si ritirano ed iniziano a pensare a come avevano potuto essere cos ciechi da fare una domanda tanto mondana! Lo stesso Giosa osserva che non comprende come abbiano potuto rivolgerMi una domanda simile! 3. Risponde Natanaele: Noi due siamo, come te, ancora uomini e come tali siamo troppo abituati alle condizioni di questo mondo, perch non debba di quando in quando manifestarsi in noi qualche genuina sciocchezza, ma per lavvenire faremo in modo che lerrore non si ripeta! dalla nostra giovent che noi siamo pescatori e, quando sentiamo parlare di pesca, ricadiamo facilmente nel nostro antico modo di vedere e ci riprendono le nostre antiche preoccupazioni, dimenticando un po lo spirituale. Ma ora di nuovo tutto in regola. 4. Ed anche Sara allora viene vicino a Me e Mi prega di permetterle di venire anche lei con noi. 5. Ed Io le dico: Ma certamente, ed appunto per te che Io organizzo questa pesca! Non sei tu sempre ancora la Mia innamorata? E perch non ti sei messa a sedere vicino a Me durante la colazione? 6. Risponde Sara, tutta tremante damore: O Signore! Non ne ho avuto il coraggio; pensa, cerano al Tuo fianco i tre rappresentanti pi alti di Roma ed io, una povera fanciulla, dove andavo a prendere il coraggio?. 7. Le dico Io: S, s, Mia cara piccina, Mi sono accorto benissimo che saresti stata molto pi volentieri vicino a Me che in qualsiasi altro luogo. Oh, a Me non sfugge niente di tutto quanto passa nel cuore degli uomini ed anche per ci molto grande il Mio amore per te! 8. Ma dimMi un po, Mia carissima Sara, ti piacciono quei due giovinetti? Non ti sentiresti di amare luno o laltro ancora pi di Me? Infatti, come vedi, il Mio aspetto non certo cos bello come quello dei due giovani. 9. Risponde Sara: Oh, Signore, unico ed eterno amore mio! Come puoi pensare questo di me? Io non prenderei tutto un Cielo pieno di angeli mille volte ancora pi belli per un capello solo del Tuo capo, quanto meno poi uno dei due giovani al Tuo posto, che sei la pienezza damore nel mio cuore. Se anche sono belli, io domando: Chi stato a dare loro tanta bellezza?. Ecco, sei certo stato Tu! Ma come avresti potuto donarla a loro se questa bellezza non fosse gi stata prima in Te?
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10. Oh, Te lassicuro, Tu sei per me il compendio di Tutto ed io non Ti lascer mai pi, anche se per rinunciare a Te riavessi in dono tutti i cieli colmi dei Tuoi pi mirabili angeli! 11. Ed Io le dico: Cos va bene e cos mi piace che sia! Chi Mi ama, deve amarMi nella Mia integrit e sopra ogni cosa, se vuole essere anche da Me amato sopra ogni cosa. Vedi, i due angeli sono certo oltremodo belli, ma ora tu mi sei pi cara delle innumerevoli schiere degli angeli i pi puri e perci rimani pur ben stretta vicino a Me! Io te lo dico: Fra le molte tu sei una vera Mia sposa!. Comprendi questa cosa? 12. Risponde Sara: Signore, questo veramente non lo comprendo, come potrei essere la Tua sposa? Posso davvero diventare per Te quello che mia madre per mio padre? Tu sei il Signore del Cielo e della Terra, ma io non sono che una Tua creatura, come pu avvenire che linfimo si congiunga con il sommo? 13. Dico Io: Vedi, questa cosa pu avvenire molto facilmente e precisamente per la semplicissima ragione che linfimo, da te supposto tale, esso pure derivato dal sommo ed per conseguenza sommo esso pure. 14. Io sono lAlbero della vita e tu il suo frutto. Il frutto allapparenza certamente pi piccolo e pi mutevole dellalbero, ma nel suo mezzo sta nascosto un seme che nel frutto si nutrito e maturato e nel seme vi sono nuovamente altri alberi della medesima specie, atti da se stessi a produrre gli stessi frutti che portano altri semi viventi identici a quel singolo, dal quale i frutti sono provenuti. 15. Ma da tutto ci puoi anche molto facilmente rilevare che il divario fra Creatore e creatura non poi, sotto certi aspetti, tanto grande quanto te lo raffiguri tu, perch la creatura stessa in s e di per s la Volont del Creatore, la quale certo buona e maestosa quanto mai. Ora, se questa volont proceduta dal Creatore, nella forma del Creatore stesso, resa libera, si riconosce nel suo stato di libert e di indipendenza per quello che essa veramente ed opera secondo tale riconoscimento, allora essa simile al Creatore ed , nella sua piccola misura, perfettamente quello che il Creatore nella Sua misura infinita; se per la volont parziale resa libera dal Creatore non si riconosce per quello che , non cessa gi per questo di essere quello che , ma non pu giungere alla sua suprema destinazione finch non si sia riconosciuta per quello che veramente essa . 16. Ma per rendere meno grave a queste particelle di volont rese libere, che portano il nome di uomini, la fatica del riconoscimento di se stessi, il Creatore ha dato agli uomini, in tutti i tempi, rivelazioni, leggi e Dottrine dai cieli, ed in questo tempo Egli Stesso disceso sulla Terra e si fatto carne allo scopo di portare aiuto agli uomini nel travaglio del riconoscimento di se stessi e per dare a loro in avvenire maggior luce, affinch le loro fatiche siano alleviate pi di quanto non sia successo finora.
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17. Ora certo tu comprenderai bene quali siano i rapporti che intercorrono fra Creatore e creatura e ti riuscir altres facilmente chiaro come tu, perfettamente Mia pari, possa essere senzaltro sposa e moglie Mia, unita per leternit a Me in forza del tuo grande amore! Dunque, comprendi ora tu ci che Io ti ho rivelato?.

41. Capitolo Dellessenza del vero amore. 1. Risponde la bellissima e graziosa fanciulla: S, ora io ne capisco gi di pi; ma allora tutte le figlie di Eva hanno come me lo stesso diritto su di Te?. 2. Dico Io: Certamente, semprech siano come ora sei tu, ma se non sono cos, esse possono diventare bens Mie ancelle, spose anche, per non del tutto Mie mogli. Non ha avuto Davide, il Mio antenato, nei riguardi del corpo anchegli molte mogli? Eppure egli fu un uomo del tutto secondo il cuor di Dio! Perch non dovrebbe essere concesso a Me, che pur sono molto pi di Davide di aver molte mogli? Ma Io aggiungo ancora che ho facolt sufficienti per mantenere nello stato della pi completa felicit tante mogli quanti sono i granelli di sabbia nel mare e i fili derba sulla terra e che ciascuna sar cos ben provveduta che non potr mai in eterno avere alcun desiderio che non possa essere soddisfatto nella maniera pi premurosa e se sar cos pu forse riuscirti molesto che Io voglia concedere a molte quella felicit che concedo a te in tanta abbondanza? 3. Dice Sara: Tu solo sei il Signore e sei Tu Stesso limmenso Amore e la sconfinata Sapienza e quello che fai saviamente fatto, ma io non ho colpa, se il mio amore per Te tale che mi sembra di doverne morire e se vorrei, per cos dire, averTi per me sola! Tu per devi usare indulgenza al mio cuore infantile che forse ancora un po ingenuo in fatto di amore! 4. Io te lo dico: Questo invece quello che ci vuole! Chi, come te, non Mi ama con tutta la gelosia e non vuole possederMi quasi esclusivamente nel proprio cuore, costui non ha affatto ancora il vero amore vivificante per Me. Ma se non ha questo amore, non ha neppure la pienezza della vita, perch sono Io la Vera vita nelluomo, in forza dellamore per Me nella sua anima e questo amore lo Spirito Mio in ciascun uomo. 5. Chi in questo modo ridesta lamore per Me, costui suscita in s lo Spirito che Io gli ho dato e siccome sono Io Stesso questo Spirito come ed altrimenti non pu essere, perch allinfuori di Me non c in eterno altro Spirito vivente cos costui ridesta con ci Me Stesso in lui e diviene un rinato nella vita eterna e non pu pi morire, n essere annientato nemmeno dalla Mia onnipotenza, perch egli diventato una cosa con Me. Dunque, Io non posso annientare Me Stesso, poich il Mio infinito Essere non si pu mai in eterno tramutare nel non essere. E perci non credere affatto che il tuo amore per Me
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sia ingenuo e sciocco, ma invece precisamente cos come deve essere. Persevera in questo amore e tu non vedrai n assaporerai in eterno la morte! 6. Questa Mia spiegazione rese Sara tanto contenta e beata che essa Mi abbracci con tutte le sue forze e cominci teneramente ad accarezzarMi. 7. Ma sua madre volle perci sgridarla e le disse: Ma mia cara Sara! Questo non va! Tu sei proprio screanzata! 8. Sara rispose: Eh, che centra quello che va o quello che non va! Anche morire e trovarsi sotto terra non va, ma se poi viene il Signore, che risuscita il morto e lo trae fuori dalla tomba, ci certamente un fatto supremamente insolito; com allora che questa cosa va di fronte al mondo? Oh, madre mia, amare il Signore sopra tutto e dinanzi a tutto il mondo, una cosa che va certo meglio di tutto per ogni uomo! Non vero, Signore Ges, che io ho giudicato bene? 9. Rispondo Io: Hai detto benissimo e hai giudicato secondo piena verit! Chi nel mondo si vergogna ad amarMi apertamente e sopra ogni cosa, anchIo Mi vergogner ad amarlo dinanzi a tutti i Cieli ed a ridestarlo a vita eterna nel Nuovissimo Giorno!.

42. Capitolo Del Nuovo Giorno. 1. Allora parecchi dei presenti domandarono quando sarebbe venuto il Nuovissimo Giorno. 2. Ma Io risposi: Quando passato il giorno vecchio, a questo succede sempre un giorno nuovissimo, e poich Io non posso ridestare nessuno in un giorno che gi passato, ci deve naturalmente accadere in un giorno nuovissimo, perch a questo scopo non si pu impiegare pi un giorno vecchio e gi passato. Non ogni giorno, in cui si entra e che voi vivete, un giorno nuovissimo? Oppure, pu forse qualcuno vivere un giorno ancora pi nuovo di quello che sta appunto vivendo? Vedete, noi tutti certamente viviamo oggi un giorno che il pi nuovo possibile! Infatti quello di ieri non pu pi essere nuovo e quello di domani non ancora giunto. Ma da ci risulta, con tutta evidenza, che per ciascun uomo esistono, anzi devono esistere, tanti giorni nuovissimi quanti sono quelli da lui vissuti! Perci Io vi dico che voi tutti morirete nel giorno nuovissimo e verrete anche ridestati dalla morte alla vita in un giorno nuovissimo, perch non pu essere altrimenti. E quando questo passaggio deve aver luogo per un uomo oppure anche per tutti gli uomini, ci non potr accadere in un giorno vecchio trascorso, ma in un qualche giorno futuro, dunque evidentemente nuovissimo! Per quale sar questo giorno, una cosa che non stabilita in precedenza n da Me n da nessun altro spirito angelico, poich a questo scopo ogni giorno che viene immensamente buono e perfettamente adatto. Avete compreso ci?
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3. A questa risposta gli interroganti si ritirano molto sconcertati e dicono: Davvero la cosa tanto chiara come unaria mattutina, eppure la nostra stoltezza ci ha indotti a far domande. una verit da poter essere afferrata con mano! Se parliamo tanto spesso dei giorni vecchi, segno che ce ne devono essere anche di nuovi e di nuovissimi! Infatti, stata una cosa stupidissima quella che noi abbiamo fatto! In verit, da parte della Tua infinita Sapienza, ci vuole poi unaltrettanta infinita Pazienza per tollerarci! 4. Dice Sara, con un leggero sorriso: Oh, certo! Il Signore ha la massima pazienza con tutti noi! Ma che cosa sia un giorno nuovissimo e quando debba venire, io lo sapevo gi quandero nella culla, e se qualcuno mi interrogava in proposito, rispondevo sempre: Domani verr il giorno nuovissimo!. Ma voi sul serio non lo sapevate? 5. Dicono coloro che prima avevano posto la domanda: Eh s, noi siamo stati veramente tanto corti di intelletto da non saperlo ed anzi abbiamo sempre avuto una terribile paura di questo giorno che doveva venire; ora certamente la cosa chiara ma con tutta ragione ci vergogniamo, poich ci sfuggita una cosa che evidentemente sta proprio davanti agli occhi ed alle orecchie di tutti! 6. Dico Io: Ci non vi turbi, perch questa cosa tuttavia una pietra nella quale in avvenire ancora molte migliaia di migliaia inciamperanno e riguardo la quale molte predizioni si faranno e molti scriveranno e predicheranno al popolo cieco. 7. Ed ora vediamo come potremo regolarci per la pesca. Perch, come vedete, siamo gi giunti alla riva e di battelli ce ne sono qui molti a nostra disposizione; come pure non c penuria di reti ed altri attrezzi necessari alla pesca e perci possiamo metterci subito al lavoro. I due giovinetti, con i quali Cirenio sintrattiene ancora animatamente, potranno anchessi renderci dei buoni servizi. Mettiamoci dunque subito allopera!.

43. Capitolo Il Signore Ges e i Suoi durante la pesca. 1. Tutti allora cominciarono a meravigliarsi, perch non riuscivano a comprendere come potessero trovarsi cos improvvisamente alla riva del mare. 2. Io per dissi: Come mai potete meravigliarvi ancora? Non vi gi accaduto altre volte di vedere simili cose, stando con Me? comprensibile che il vecchio Giosa con i suoi figli e suoi nipoti possano meravigliarsi ma, trattandosi di voi, Miei discepoli, ormai gi molto pi ricchi desperienza, veramente incomprensibile come possiate ancora meravigliarvi, mentre dovrebbe gi esservi chiaro perfettamente che a Me non e non pu essere nessuna cosa impossibile.
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3. Vedete, non per nulla Io ho detto incomprensibile, perch ogni meraviglia, sorta in seguito a qualche atto straordinario da Me compiuto, presuppone anche lesistenza di una piccola incredulit annidata in qualche punto dellanima. Luomo dubita in precedenza della possibilit di un qualche atto o fenomeno straordinario, ma quando latto, nonostante il suo dubbio, viene tuttavia mandato a compimento, allora il testimone che dubitava del successo resta sconcertato, si meraviglia e chiede: Come mai stato possibile ci?. Ma che cosa ammette egli con tale domanda? Io ve lo dico niente altro che questo: Io dubitavo della possibilit della riuscita, perci, questo veramente strano e meraviglioso! 4. Se un profano fa delle meraviglie simili, la cosa si comprende bene, ma, se coloro che non sono pi soltanto superficialmente iniziati si meravigliano, danno a vedere che essi stessi appartengono ancora molto al numero di coloro che a buon diritto vengono chiamati profani! Per lavvenire, dunque, vedete di non meravigliarvi pi, specialmente in presenza di estranei, qualora Io trovi opportuno compiere una qualche azione straordinaria, affinch lestraneo non consideri pure voi degli estranei! 5. I discepoli dicono: Signore, Tu ben sai che noi tutti Ti amiamo sopra ogni cosa e che conosciamo molto bene Chi e che cosa Tu sei, ma nonostante tutto ci, spesse volte non possiamo fare a meno di meravigliarci nuovamente dinanzi ad un nuovo miracolo, perch i Tuoi miracoli pi evidenti avvengono per lo pi tanto inaspettatamente da coglierci impreparati e, per quanta padronanza di s e per quanta fede si abbia, si deve pure un po rimanere sbalorditi. Vedi, tutti hanno certo visto abbastanza spesso il sole sorgere e tramontare, ma dov o dove vive luomo che, per quanto poco sia incline al sentimento, non si sente quasi forzato a meravigliarsi di fronte allo spettacolo di ogni nuova aurora? Ed ecco, o Signore, cos succede anche a noi! Ma Tu sei infinitamente di pi di innumerevoli meraviglie ancora e Ti preghiamo perci di volerci usare indulgenza per simili errori ai quali veramente quasi Tu Stesso ci costringi e che noi commettiamo sempre di nuovo nei nostri cuori, perch Ti amiamo sopra ogni cosa. 6. Suvvia, dico Io, siamo di nuovo daccordo, ma in avvenire seguite questo Mio consiglio per gli estranei, affinch questi riconoscano in voi i Miei veri discepoli. Ed ora dedichiamoci alla pesca! In questa occasione accadranno ancora altri piccoli prodigi, ma voi comportatevi come se non fossero tali. Gli estranei devono da se stessi indagare e giudicare se si tratta di fatti del tutto comuni oppure straordinari!. 7. Dopo queste necessarie istruzioni i discepoli montarono in fretta nei battelli, distesero le reti e le gettarono nellacqua, secondo tutte le regole dellarte e fecero luna dopo laltra parecchie retate, ma il risultato fu assai poco soddisfacente. 8. Pietro osserv che il vento abbastanza forte era sfavorevole e spingeva le barche alla riva.
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9. Un altro disse che prima di sera non si sarebbe potuto ottenere granch, perch il sole, non mitigato da nessuna nuvola, aveva troppo splendore, essendo risaputo che i pesci tendono a portarsi verso il fondo, quando la luce troppo violenta! 10. Allora anche i due giovinetti salirono in due battelli, distesero una grande rete e si sospinsero molto lontano sullacqua. 11. E Andrea, il quale era pure maestro in fatto di pesca, disse allora: Se essi non spingono i pesci nella rete con qualche mezzo miracoloso, valendosi della loro potenza spirituale, essi possono pescare in alto mare anche dieci anni di seguito, ma non porteranno a terra neppure un solo pesce!. 12. Ma frattanto i due giovinetti fanno una retata consistente ed in breve sono di ritorno a riva portando una trentina di bei esemplari. 13. Ed Andrea dice: Questo non certo un miracolo, per ugualmente una bella impresa pescare in alto mare trenta esemplari di siluri dEuropa. 14. Finalmente salii anchIo in un battello e contemporaneamente Sara, che era coraggiosa, sal su un altro. Noi distendemmo una rete abbastanza grande e la calammo nellacqua. Poco dopo, al primo leggero strappo, non molto lontano dalla riva la rete si trov gi riempita da cinquecento pesci tra lucci, salmoni e siluri, cosicch i due giovinetti dovettero affrettarsi in aiuto di Sara, perch altrimenti lei non avrebbe potuto trattenere la rete. I pesci vennero subito portati a terra e posti in barilotti, dei quali cera l sufficiente provvista. 15. I discepoli vollero fare ancora una retata, ma quando trassero la rete a terra vi trovarono nuovamente soltanto pochi pesci ed anche quelli molto piccoli. 16. E Pietro disse: Non merita davvero la fatica che procura il gettare la rete e tirarla per un vecchio e sperimentato pescatore. Ed era in procinto di gettare nuovamente i pesciolini nellacqua. 17. Ma Io gli osservai: Tieniti quello che hai pescato, perch i pesci piccoli sono spesso pesci buonissimi e Mi sono pi cari dei grandi, che non di rado hanno una carne tignosa e di difficile digestione. E prendi ben nota della rispondenza che si cela in questo avvenimento! 18. Quando uscirai fuori a pesca di uomini, non ti dia noia se nella rete del Vangelo si lasceranno cogliere dei piccoli pesci, perch in verit ti dico che essi Mi sono pi graditi dei grandi. Tutto quello che grande agli occhi del mondo, invece, sotto certi riguardi, un abominio per i Miei occhi! Ed ora lasciamo stare la pesca e ritorniamo a casa, per oggi e domani siamo provveduti; per il giorno di sabato, se sar necessario, si provveder poi!. 19. Allora vennero ritirate tutte le reti e si port a terra ancora una quantit di pesce assortito, che, posto nei barilotti e caricato su carri e barelle portatili, venne trasportato nei serbatoi discretamente vasti che Giuseppe a suo tempo aveva costruito presso casa nostra.
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44. Capitolo Note personali sul conto di Boro. 1. Quando noi di ritorno dalla pesca ci riunimmo in casa ed era circa unora dopo mezzogiorno trovammo gi pronto per noi un eccellente pranzo che Boro, ancora lui, aveva fatto preparare; per questa ragione egli non aveva partecipato alla partita di pesca. Era per lui una delle soddisfazioni pi grandi, quando poteva trovare molti convitati ai quali offrire un banchetto, e aveva labitudine, in tali occasioni, di cucinare egli stesso allaperto, coadiuvato dai suoi cuochi e dalle sue cuoche. Inoltre era anche abbastanza ricco come Kisjonah per poter fornire ogni giorno da mangiare e da bere i migliori vini ad almeno dalle sei alle settemila persone, essendo egli figlio di un greco ateniese ricchissimo che aveva anche in Asia vasti possedimenti, nonch parecchie piccole isole in proprio, in secondo luogo era lunico erede di questi immensi possedimenti ed infine, poi, era il medico di gran lunga pi abile di tutta la Palestina e la sua professione gli fruttava grosse somme doro e dargento, specialmente con la cura delle persone altolocate e ricche. Viceversa, poi, una gran quantit di ammalati poveri ottenevano le sue cure e i suoi soccorsi del tutto gratuitamente, e per questo era decantato da questi come il pi grande benefattore del paese. 2. Bisogna aggiungere che egli era celibe, non aveva n moglie n figli, per era una gran gioia per lui promuovere lunione di giovani poveri con ragazze pure giovani e sane, largendo in tali occasioni oltre che parole di benedizione anche aiuti materiali. Ed per questo che in quelle giornate egli era nello stato danimo pi splendido possibile, essendo intimamente persuaso che Io intendevo sposare sul serio la bellissima e tenerissima Sara. 3. Dunque, mentre noi tutti sedevamo, facendo lietamente onore alla mensa, egli Mi venne vicino e Mi domand molto discretamente se a questo riguardo si sarebbe davvero addivenuti ad una felice conclusione. 4. Ma Io gli risposi: Carissimo amico e fratello Mio! Io conosco molto bene il tuo eccellente e nobile cuore e so altres benissimo che tu sei veramente e pienamente felice nella tua anima, soltanto allora quando hai potuto rendere felici gli altri. A te stesso non hai quasi mai pensato e poich hai osservato che tra Me e la bellissima Sara c di mezzo un amore veramente notevole ed hai anche inteso stamani come si parlava di sposa e di moglie, nella tua anima lieta ha messo radice lopinione che potesse essere imminente il matrimonio tra Me e Sara, la bellissima. Per devo dirti che sei lievemente in errore, poich, vedi, quante donne vivono, sono vissute e vivranno su questa Terra, qualora conducano una vita pura e pia, sono tutte pi o meno Mie spose e per la stessa ragione anche Mie mogli. Per una tale unione, con Me, per quanto intima, non mai un ostacolo al loro divenire compagne di uomini onesti ed un rapporto del tutto necessariamente uguale corre appunto fra Me e la deliziosissima Sara. E cos dunque essa pu benissimo diventare tua moglie, pur restando in spirito, ora e per sempre, anche veramente Mia moglie!
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5. Ma Io la penso cos: siccome tu hai gi aiutato tanti galantuomini, per quanto poveri fossero stati, ad accasarsi con buone e brave ragazze, ci che i giovani, com proprio della loro ardente et, hanno sempre ritenuto felicit somma, cos Io intendo aiutare te, a Mia volta, nel raggiungimento di tale totale felicit! Ecco appunto Sara, questa bellezza veramente celestiale, Io lho destinata in moglie a te. Tu Mi hai difeso dopo la sua prima risurrezione e quando giaceva per la seconda volta sul suo letto di morte ed Io lho risuscitata la seconda volta e per te lho destinata quale meritato premio. Come essa ora, tale essa sar anche nel suo settantesimo anno, questa fanciulla non invecchier mai su questa Terra. Guarda un po i due angeli con i quali Cirenio sta parlando, se sono cos belli come essa. E dimMi sinceramente se non hai gi pi di una volta ammirato molto significativamente questa carissima fanciulla e se, facendo ci, il tuo cuore non ha manifestato alcuna impressione!? 6. Risponde Boro, alquanto imbarazzato: Signore! Nascondere simili cose al Tuo cospetto, sarebbe unassoluta impossibilit e per questo preferisco confessare apertamente, s, Sara lunico essere sulla Terra che bramerei di possedere io stesso, piuttosto che aiutare qualcun altro a possederla. Io certamente ho pi di trentanni ed ella pu forse avere sedici anni, ma il mio cuore sembra aver appena raggiunto questa ultima bellissima et. Tuttavia, se fosse possibile che essa diventasse mia moglie, io lamerei molte volte di pi della mia stessa vita!. 7. Sara, senza darlo a vedere, aveva seguito molto attentamente il colloquio e, quando questo fu terminato, Io la guardai e le chiesi se le fossero piaciute le parole scambiate tra Me e Boro, che era un uomo di bella presenza; lei arross molto, abbass gli occhi e dopo un po disse: Oh, ma Tu osservi proprio tutto! vero che ho guardato il buon Boro, ma una volta sola, cos, alla sfuggita, perch egli tanto buono e servizievole con tutti 8. Le dico Io, in tono un po pi scherzoso: Per, se non Mi sbaglio, nel tuo cuore tu lhai guardato gi pi di una volta! 9. Dice Sara, sempre pi vergognosa e coprendosi la faccia con le mani: Oh, Signore, Tu cominci davvero a diventare un po cattivello! Ma Tu sai sempre tutto, proprio tutto! 10. Dico Io: Suvvia Sara, vediamo. Se si trattasse di venire al concreto ed egli con tutto lamore si presentasse e ti chiedesse di concedergli la tua bellissima mano, gliela rifiuteresti? 11. Risponde Sara a questa domanda, gradevolmente confusa: Ma se facessi cos, come potrei poi diventare Tua moglie? Amare propriamente io non posso che Te, quantunque debba ammettere al Tuo cospetto che io ammiro ed apprezzo quanto mai il buon Boro, perch ritengo che dopo di Te egli sia senzaltro luomo migliore di tutta la Palestina e questo nonostante egli sia greco di nascita e sia soltanto da poco diventato ebreo, secondo la sapienza e non secondo la circoncisione
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12. Dico Io: Ors, la cosa si potr per appianare! Riflettici su un po e guarda di fronte a noi Lidia, che per sempre spiritualmente Mia moglie, ma tuttavia nel corpo la moglie dellonesto Fausto. La nostra relazione non dunque di nessun ostacolo, perch tu resti come prima la Mia sposa e la Mia rispettiva moglie celeste 13. Dice Sara, dopo un momento di riflessione: Ma se anche mi piacesse concedere la mia mano al buon Boro, non so ancora cosa direbbero i miei genitori terreni. Bisognerebbe pure che io domandassi a loro il consenso! ben vero che vorrei diventare la compagna del buon Boro gi solo perch Tu vedi la cosa di buon occhio, ma bene sapere anche quello che dicono mio padre e mia madre! 14. Dico Io: Ebbene, guarda un po l, essi sono gi stati interpellati e sono perfettamente daccordo con Me. Bada per che Io non ti costringo assolutamente, la tua libera volont resta integra!. 15. E Sara, sempre pi imbarazzata, balbetta: Signore! Questo s che lo so! Ma ...vorrei certo, per... anche non vorrei...! 16. Gli chiedo: Che cos che non vorresti? 17. Risponde Sara: Ahim, Tu mi metti ormai in un terribile imbarazzo! Oh, almeno non avessi mai guardato Boro, che pure tanto buono!. 18. Le dico: Ma tu non Mi hai ancora detto cos che veramente non vorresti? Andiamo dunque, Mia diletta Sara, fatti coraggio e d questa cosa che propriamente non vorresti 19. Risponde Sara: Ma Signore, come puoi ancora domandarmelo? Tu lo sai gi senza che Te lo dica, quello che non vorrei! Giochiamo agli indovinelli ed io Ti far conoscere con un cenno leggero del capo cos quello che non vorrei. 20. Dico Io: E va bene! Poich lo vuoi, lascer che tu indovini ci che Io credo sia la cosa che tu non vorresti. Ascolta, dunque: tu certamente non vorresti che il buon Boro, qualora tu non gli concedessi la tua mano, se ne affliggesse tanto da farne una malattia! 21. Allora Sara si alza di scatto, Mi batte con la mano sulla spalla e dice, con voce allapparenza dolcemente in collera: Eh, si chiama questo forse lasciare che uno indovini, quando subito . . . oh, quasi mi sfuggiva uno strafalcione! 22. Dico Io: Ebbene, sentiamola dunque questa verit! 23. Rispose Sara: Ebbene sia! Lhai gi detto Tu: Sentiamola questa verit, ma vero anche che non si chiama indovinare, quando con la verit si viene fuori subito! 24. Dico Io: Ecco, a Me non era sfuggito che per il Mio carissimo amico Boro i tuoi sentimenti sono un po differenti da quello che esteriormente volevi che noi potessimo osservare. Ma questa cosa perfettamente nellordine voluto, poich una giovinetta non deve lasciare trapelare che pochissimo dei suoi sentimenti, fino allultimo momento, quando scorge nel proprio cuore una inclinazione particolare per un uomo e soltanto allorch si
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tratti di una cosa assolutamente seria, pu rivelare lo stato del suo cuore alluomo che vuole prenderla in moglie, altrimenti lo alletta prima del tempo e, qualora poi, com possibile, sorgano degli ostacoli, essa procura tristezza al cuore e turbamento allanimo delluomo! E tutto ci causa di grandi mali 25. Dice Sara: Ma, Signore! Cos non ho gi fatto io? 26. Le dico Io: No, carissima Mia Sara! E perci anchIo ho fatto le tue lodi e ti ho citata a modello. Ora per puoi ben far conoscere gradatamente al buon Boro quello che tieni nascosto nel tuo cuore, e che lo riguarda! 27. Dice Sara: Oh, io non glielo dico ancora! Ne avr ben il tempo anche dopo, quando egli sar il mio marito! 28. Dico Io: Ma se per esempio, per quanto posso entrare Io nella questione, potessi quasi dichiarare che egli gi tuo marito, cosa ci sarebbe da dire allora?. 29. Risponde Sara, lietamente sorpresa in cuor suo: Oh allora, allora cosa ci sarebbe da dire? Ma allora, certo dovrei rivelargli tutto il mio cuore! 30. Ed Io dico a Boro: Vedi, com indescrivibilmente cara! Prendila, amala molto ed abbi cura di lei come di una delicatissima pianta, perch Io te la do come un meritato premio dai Cieli. Ed ora andate assieme dai genitori per riceverne la benedizione, poi ritornate qui da Me, che voglio pure benedirvi a Mia volta. 31. Boro, che dallemozione e dalla gioia pu appena articolare parola, Mi ringrazia come pu e Sara si alza dal suo posto con tutta modestia ed esclama in tono lieto e commosso ad un tempo: Signore! Soltanto perch Tu lo vuoi, io lo faccio, perch, se tale non fosse il Tuo volere, io avrei lottato contro il mio cuore, ma, poich cos, anchio Ti ringrazio per avermi concessa al miglior uomo che ci sia in tutta la Palestina!. 32. Poi ambedue si recano dai genitori della fanciulla, invocano la benedizione che viene loro impartita con grande gioia e ritornano subito da Me. Io allora benedico a Mia volta la loro vera unione valida anche per tutti i Cieli ed essi, con commosse parole, Mi rendono grazie. 33. E cos avvenne che in questa occasione fu concluso un matrimonio tra i pi felici che siano mai stati conclusi su tutta questa Terra, e da tutto ci si pu rilevare che quando qualcuno Mi offre qualcosa completamente in sacrificio, non la perde mai, perch Io gliela ridono invece accresciuta della suprema benedizione e ci sempre quando meno se lo attende. Boro era perdutamente innamorato di Sara e per lei avrebbe dato tutti i tesori del mondo, qualora gli fossero stati richiesti, perch la sua meravigliosa bellezza, specialmente dopo la seconda risurrezione, era per Boro qualcosa di indicibile. E tuttavia egli laveva del tutto sacrificata a Me ed avrebbe voluto fare tutto ci che era umanamente in suo potere per celebrare degnamente le Mie presunte nozze. E cos altrettanto Sara provava un grandissimo affetto per Boro, eppure anchessa Me ne faceva completo sacrificio ed era fermamente decisa ad appartenere a Me solo. Ma ad un tratto Io mutai la situazione e restituii ad ambedue quello che essi con tutto il
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cuore Mi avevano donato. Chi opera come questi due, lo tratter come ho trattato quei due! 34. Questo ad istruzione di tutti coloro che leggeranno o udranno queste cose, perch, percorrendo queste vie, si pu ottenere tutto da Me. Chi Mi sacrifica tutto, anchIo gli sacrifico tutto, ma chi sacrifica in abbondanza e continua a tenere ancora molto per s, a lui verr ridonato soltanto ci che avr sacrificato. Ed ora ritorniamo allargomento!

45. Capitolo Lessenza interiore degli angeli. 1. Dopo questo solenne avvenimento, Cirenio venne nuovamente da Me e disse: Signore! Io ho parlato riguardo a molte cose con i due angeli, per da tutto quello che ebbi occasione di udire da loro, non ho appreso niente di pi di quanto ne avessi saputo gi prima per la Tua grazia e bont! Dunque, non ne venuto fuori niente di nuovo. Ma quello che mi ha a dir poco meravigliato, che i due giovinetti indicibilmente belli si mostrino in certo qual modo perfettamente freddi ed insensibili per tutto ci che succede loro intorno! La loro bocca pronuncia bens parole di sapienza profondissima ed il suono della loro voce supera in dolcezza la pura armonia di unarpa eolica, dalla loro faccia sembra sorridere e irradiarsi una perfetta e fulgida aurora, il loro alito ha il profumo della rosa, del gelsomino e dellambra, i loro capelli sembrano oro purissimo e le loro mani, di un candore alabastrino, sono cos armonicamente e graziosamente sviluppate che su questa Terra non saprei davvero a cosa paragonarle, il loro petto , in proporzione perfettissima, simile a quello di una fiorente vergine e quale mi stato di vedere una volta sola in una regione del Ponto ed altrettanto belli, formosi e splendidi sono i loro piedi; in breve, sarebbe da delirare damore dinanzi a questi due esseri! Per, malgrado tutte queste doti eccellenti che formano intorno a loro come unaureola di gloria e che spirano amichevolmente amore, un amore che sembra ad ogni istante centuplicarsi, cos da poter far sciogliere anche la pietra pi dura, malgrado tutto ci, essi sono cos freddi e indifferenti come non lo una statua di marmo nel pieno inverno! E questa constatazione mi rende quasi altrettanto freddo, come lo sono questi due angeli. 2. Certo essi non hanno assolutamente niente di ripugnante n nel discorso n nel gesto, per nulla li commuove n pu rimuoverli dalla loro stoica indifferenza di fronte a tutto ci che e che avviene. Perfino sul Tuo conto essi esternano con profondit di sapienza, ma il loro parlare mi da la stessa impressione che mi darebbe ludire leggere una lettera in una lingua che non si conosce. 3. Dimmi dunque come si spiega una cosa simile in questi due purissimi esseri celesti? tale veramente il costume degli spiriti nei Tuoi Cieli?
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4. Gli rispondo Io: Oh, no, questo assolutamente no! Ma questi si comportano qui in tale maniera per la ragione soltanto che in tale maniera si devono comportare. Essi del resto hanno per s una volont perfettamente libera ed un cuore riboccante di u amore tanto ardente che tu ne saresti consunto allistante, qualora essi ti si rivelassero nella pienezza della loro fiamma damore! 5. Luomo terreno pu s sopportare anche le supreme altezze della sapienza degli angeli, ma non gi lardore del loro fuoco damore, a meno che egli, nel suo cuore, non sia giunto ad una tale potenza damore da eguagliare la loro. 6. Che la cosa sia veramente cos, lo puoi gi desumere molto facilmente dal rapporto naturalissimo esistente tra il fuoco terreno e la luce. Tu puoi ben sopportare la luce che si sprigiona dalla fiamma, ma puoi tu perci sopportare anche la fiamma stessa da cui sprigiona la luce? 7. Il sole , per questo mondo, certamente il corpo che d la maggior luce sopportabile ancora con tutto agio; quando con laumentare della luce si accresce anche il calore, allora sicuramente sar pi difficile tollerare la luce; ma potresti, con il tuo corpo, resistere come pu fare un angelo dentro latmosfera solare luminosa e rovente ad un grado tale che non puoi nemmeno concepire? Io te lo dico: Questa atmosfera solare distruggerebbe in un attimo tutta la Terra assieme ad ogni cosa che essa porta, cos come il ferro riscaldato al calore bianco distrugge la goccia dacqua che vi cade sopra! 8. Chi vuol resistere in una tale luce ed in un tale fuoco, deve prima essere egli stesso luce e fuoco in pari grado! Ed ecco, appunto questa la ragione per cui i due angeli non si possono rivelare a te nel loro amore, perch esso troppo potente e ti distruggerebbe! Comprendi ci? 9. Risponde Cirenio: Quasi quasi lo comprendo, ma qui a questo riguardo non vedo ancora proprio del tutto chiaro! Non riesco ancora a comprendere bene come un amore troppo intenso possa arrivare ad uccidermi! 10. Dico Io: Ebbene, anche questa cosa ti sar, per quanto possibile, resa chiara; ascoltaMi dunque. Tu hai pure un figlio ed una figlia leggiadrissima. Lamore che provi per questi due figli ha in s qualcosa di favoloso, anzi, il tuo cuore pervaso da tanto amore che esso stesso non in grado di giudicare il grado di potenza con cui ama le due creature, poich da esse a sua volta ardentemente riamato. Ora per forza la tua immaginazione e rappresentati come realt leventualit tremenda che i due figli fossero morti e poi chiedi al tuo cuore se sarebbe capace di sopportare il dolore causato da una perdita simile. Vedi, soltanto per averti Io, come esempio, richiamato alla mente la possibilit di un tale fatto, gi ora un terribile brivido di febbre ti scuote tutto. Ma cosa accadrebbe se questa supposizione divenisse realt? Oh, Io ti dico, in verit, che da come Io conosco il tuo cuore, non reggeresti tre ore ad un simile strazio e ne morresti immancabilmente! 11. Ora ascoltaMi ancora: che cosa sono lamore e la bellezza e la grazia dei tuoi figli, paragonati allamore ed allineffabile dolcezza e bellezza e grazia di questi due messaggeri celesti!? Se dinanzi a te sfuggisse ai loro occhi anche un
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solo e lieve sguardo damore e ti dessero anche un solo dito da accarezzare, lamore nel tuo cuore si potenzierebbe talmente che non potresti sopportarlo pi di qualche istante e se poi gli angeli ti abbandonassero, sia pure apparentemente, il tuo cuore ne avrebbe tanta tristezza che dovresti morirne! 12. Infatti vedi, per quanto grande sia la bellezza di questi Miei due angeli prediletti, come essi appaiono dinanzi a te, essa un nulla in confronto al fulgore inesprimibile di bellezza che rivelano essi quando sono interamente compenetrati dal Mio Amore nei loro cuori. Allora tutto quanto di leggiadro e di amore pu offrire il mondo resta distanziato di eternit e letteralmente scompare! Ora credo che tu Mi avrai compreso bene!.

46. Capitolo Del fattivo amore dei medici per il prossimo. 1. Dice Cirenio: S, o Mio Signore e manifestamente mio Dio! Anche questa cosa mi del tutto chiara: la loro apparente freddezza ed impassibilit sono sempre soltanto amore! 2. A questo riguardo mi torna alla memoria il mito di una vergine che per strane disposizioni delle forze naturali era di una bellezza e di una grazia indicibili. E subito quando la videro, sia giovani che vecchi scesero in lotta per decidere a chi essa avrebbe dovuto appartenere. Ma la schiera dei combattenti aumentava di giorno in giorno per la rovina dei combattenti stessi. E quando tutti si accorsero che con la lotta per la vita e per la morte non avrebbero mai potuto venirne a capo, i combattenti presero consiglio, per venire ad una decisione: questa creatura non di questa Terra, bens una dea del Cielo! Perci qui dovranno decidere i sacrifici! A colui tra i molti offerenti al quale essa porger la sua mano bellissima, egli lavr, senza ulteriore contestazione, in sposa! E dopo aver concluso questo patto, furono recati tesori inestimabili da tutte le parti in sacrificio e si resero alla vergine onori divini. Ora ladorazione di questa belt and alla fine tanto oltre che la venerazione e ladorazione degli di fu completamente trascurata. Per questa ragione gli di si adirarono e conferirono alla bella vergine unattraenza ancora maggiore, ma invece resero velenoso il suo alito, cosicch chiunque essa avesse colpito con il suo alito anche a distanza sarebbe caduto privo di sensi al suolo e sarebbe restato a giacere stordito per lunghe ore, oltre a ci le posero sulla lingua un aculeo avvelenato e micidiale, con il quale essa poteva a volont uccidere chiunque, a lei sgradito, si fosse avvicinato alla sua bocca. 3. Ma quando un giorno si present un giovane dalla figura bellissima e fiorente, allora improvvisamente il cuore della vergine si anim; ma cosa avrebbe dovuto fare lei per poterlo amare, poich era certa di essere ardentemente amata dal giovane? Se avesse rivolto a lui la faccia, il suo amato sarebbe caduto stordito a terra; se lavesse baciato, egli sarebbe morto!
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Essa perci distolse per amore il suo sguardo dallamato e si mantenne fredda verso di lui, affinch egli non si avvicinasse alla sua bocca. Dunque, affinch il suo diletto sfuggisse dalla morte, essa dovette amarlo con la maggior possibile apparente freddezza. 4. E cos, similmente alla vergine di questo mito, anche questi due giovani amano gli uomini di questa misera Terra con la maggior possibile apparente freddezza; perch essi sanno molto bene che gli uomini non sopporterebbero lardente fiamma damore dei loro cuori celestiali? 5. Gli dico Io: S, appunto cos, soltanto che naturalmente il loro alito non velenoso e la loro lingua non ha nessun aculeo micidiale, bens il loro alito rianima e la loro lingua una benedizione per la Terra! 6. Boro allora, assieme a Sara, Mi venne nuovamente vicino e Mi domand che cosa avrebbe dovuto fare per dimostrarsi pi grato, per limmensa grazia concessagli, di quanto avesse fatto fino a quel momento per lui felicissimo. 7. Ed Io gli risposi: DimMi tu, amico e fratello Mio, dov luomo che pi di te Mi sia stato affezionato fino dalla sua fanciullezza? Gi da ragazzo tu fosti il Mio compagno dogni giorno e facesti soltanto e sempre quello che leggevi nei Miei occhi esserMi gradito. Quando ogni anno andavi con i tuoi genitori nei loro possedimenti in Grecia e dopo alcune settimane facevi ritorno, ero sempre Io il Primo che tu visitavi e Mi portavi in dono ogni tipo di cose buone e belle e spesso anche preziose, e non ti adirasti il giorno che Io con un martello ruppi un piccolo tempio di Diana in argento, ricevuto in dono, e proibendoti per sempre di portarMi qualcosa di simile! 8. Quando divenni grandicello, e quasi nessuno badava pi a Me, tu fosti lunico a rimanere sempre uguale e, come tu sempre fosti, cos sei oggi ancora e cos resterai. E per questa ragione Io intendo con ci di non averti fatto altro se non ricambiare un servizio di amicizia di cui ti ero debitore gi da molti anni. Non farne dunque un gran caso; certo tu hai ricevuto in sposa la donna pi bella, giovane e affettuosa e pi desta nello spirito che vi sia, e Sara, dal canto suo, ha trovato in te luomo migliore, il pi fedele e sotto ogni riguardo il pi ricco e ragguardevole. Da parte Mia, non verr mai in eterno a mancarvi la benedizione in ogni buona cosa e tu resti oltre a ci come prima il medico migliore, non solo di questo paese, ma di tutto il mondo! E Io penso che cos voi potrete vivere bene e felicemente. 9. Per non dimenticatevi mai di chi veramente povero, e tu la tua arte di guarire tutte le malattie, che non pu essere acquisita da nessuno su questa Terra con le proprie forze, non fartela pagare mai da nessun povero cittadino n meno ancora da nessun servo, e in nessun modo, n con denaro n facendoti rendere dei servizi n con cereali o bestiame! 10. Ma ai ricchi, invece, ai sensali e cambiavalute, ai mercanti e grossi possidenti, fatti pagare la tua arte secondo come si conviene, perch, chi possiede e vuole vivere, giusto che di quando in quando faccia qualche sacrificio per la propria vita. Ci sono poi gi a sufficienza poveri, a favore dei quali tu puoi devolvere quello che il ricco ha pagato per comperarsi la vita.
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11. Un medico come sei tu vende agli uomini la vita, che particolarmente per gli uomini del mondo il bene pi grande! E perci anche giusto che essi debbano comperarla sempre soltanto per denaro sonante e debbano in pari tempo essere lieti oltremodo che ci sia sulla Terra qualcuno dal quale si possa comperare la vita 12. Infatti Io ti dico: A questo mondo arte veramente pura, unarte veramente grande che nessun uomo del mondo pu mai imparare, quella di guarire in un istante, in forza della parola della volont e soltanto qualche volta con limposizione delle mani, tutte le malattie, dalla pi acuta ossessione e da ogni genere di pestilenza fino al leggero raffreddore, e di mondare tutti i lebbrosi, di rendere la vista ai ciechi e ludito ai sordi, di far camminare gli zoppi e gli storpi e oltre a ci di annunciare ai poveri il Regno di Dio! Amico Mio, va e percorri il mondo intero e cerca, vedrai se ti sar possibile trovare uno che sia pari a te! Io te lo dico: Allinfuori di te e di Me, non ce ne sono altri. 13. Anche a Sichar Io ho suscitato un medico che pu effettuare guarigioni importanti, ma egli non capace di dire completamente addio ai suoi infusi di erbe e perci ti notevolmente inferiore. 14. Anche i Miei discepoli arriveranno tra qualche anno al tuo grado, non per tutti quelli che vedi qui. 15. Ma anche la Mia diletta Sara bisogna che faccia sua unarte e precisamente quella di assistente al parto, poich dinanzi a Dio un servizio quanto mai apprezzato quello di assistere le donne durante il parto, che sempre congiunto a molti dolori! E cos voi due siete certamente tanto ben provveduti quanto non lo fu mai nessuna coppia reale. 16. E questo consiglio Io ti do ancora: quando un ammalato viene a te o quando tu vieni chiamato da lui, domandagli sempre con tutta seriet: Credi che io posso aiutarti nel Nome di Ges, il Salvatore dei Cieli?. Se lammalato ti dice con pari seriet: S, lo credo, allora guariscilo, ma se egli dubita, non guarirlo finch non creder che tu puoi guarire nel Mio Nome! Ora Io devo dire una parola anche a te, Giairo!.

47. Capitolo Proposta a Giairo. Sulle cerimonie esteriori. 1. Dice Giairo: Signore, parla, io udir e far anche secondo la Tua Parola! 2. Gli dico Io: S, cos va bene, se farai come Io ti dir, sarai felice ora ed in eterno. Dunque ascoltaMi: 3. Tu attualmente sei un preside dei farisei e delle loro scuole in tutta questa regione di Nazaret, Cafarnao, di Cana in Galilea e di molte altre localit, borgate e villaggi. Per questo motivo tu godi in Galilea di moltissima considerazione, addirittura non molto meno dello stesso sommo sacerdote a Gerusalemme. Ma, vedi, tutta questa considerazione di cui godi non ha potuto
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salvare tua figlia dalla morte nessuna delle due volte, n meno ancora ha potuto risuscitarla, quando lei era completamente morta! 4. Dunque, deve esserti infinitamente chiaro che un simile alto ufficio non giova pressoch a nientaltro se non ad accrescere maggiormente lorgoglio del detentore della carica e a rendergli una necessit gli agi della vita che sempre aumentano, ma, daltra parte, a renderlo sempre pi debole ed impotente nellazione di vera utilit e di aiuto agli uomini, ed infine a farlo restare lui stesso senza consiglio e senza capacit di aiuto di fronte a chi ha bisogno dellaiuto, poich, se qualcuno non pu o non vuole recare aiuto ad un altro che ha bisogno di un qualche aiuto, dimostra di essere egli stesso altrettanto derelitto quanto lo colui che attende di essere soccorso. 5. Di conseguenza un alto incarico, e particolarmente il tuo, ha unimportanza assolutamente insignificante. Che diresti, dunque, se tu lo rimettessi nelle mani del sommo sacerdote di Gerusalemme e poi ti ritirassi presso il tuo nuovo genero, che certamente provvederebbe a te molto meglio e con maggior considerazione di quanto tu sia provveduto ora da parte della cieca Gerusalemme? Tu potresti gradatamente far familiarizzare sempre di pi Boro con le Scritture in cui sei molto versato, ci che sarebbe per lui di grande vantaggio ed egli in cambio potrebbe esserti di guida nella disciplina dellarte medica. Io, per, non intendo darti con ci un comandamento, e ti lascio libero di agire come vuoi. Se credi di non dover seguire questo Mio consiglio, la cosa non ti sar imputata a peccato per questo 6. Dice Giairo: Signore! In verit Tu non hai fatto che prevenire il mio intimo desiderio! Non da adesso, ma gi da molto tempo che io desidero deporre il mio incarico oneroso; visto dunque che per quanto riguarda me, tutto appare tanto meravigliosamente disposto a mio favore, mia intenzione mandare gi domani un messo a Gerusalemme con la domanda di esonero dal mio incarico e con la contemporanea preghiera di volerlo conferire ad un altro! Di aspiranti a tali incarichi a Gerusalemme ce ne sono sempre in grande quantit, visto che per ottenerlo devono pagare al Tempio una decupla tassa, e cos una simile domanda sar senza alcun dubbio quanto mai gradita ai signori del Tempio, perch essi stessi fanno di solito la proposta, per chi abbia un qualche alto incarico, di rinunciarvi, visto che, appunto in questo modo, pu venir offerta occasione ad un nuovo aspirante di rendere il Tempio pi ricco di qualche centinaio di libbre dargento o doro! Con gli incarichi, oggigiorno, a Gerusalemme viene fatto addirittura un commercio lucroso! 7. Dico Io: Oh, Io lo so meglio di qualsiasi altro che cosa succede ora a Gerusalemme! L non si prende in considerazione che il peso dellargento, delloro, delle pietre preziose e delle perle e mai dello spirito delluomo. Se tu fossi un profeta anche pi importante di Mos e di Elia e andassi nel Tempio e l cominciassi, quale profeta, a predicare, dopo poco tempo ti verrebbero assai presto mostrate le pietre maledette con le quali stata lapidata la maggior parte dei profeti, ma se invece tu andassi fornito di diecimila libbre doro, saresti fatto
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oggetto di massimi onori! Porta davanti al Tempio un paio di buoi grassi e puoi essere pi che sicuro che questi animali saranno loro pi graditi di Mos e di Elia. Ma ora lasciamo stare tutto ci. Ormai non pi lontano il tempo che sar apportatore della ben meritata ricompensa alla gente del Tempio ed a Gerusalemme tutta, poich non molto pi a lungo ancora si assister a questo abominio. Ed ora parliamo daltro! 8. Che cosa si sente dire di Giovanni! egli ancora tenuto prigioniero da Erode? 9. Risponde Giairo: Io non ho assolutamente sentito per nulla che egli sia stato rimesso in libert! Per se Tu, o Signore, lo gradisci, domani sulla nota questione far prendere esatte informazioni dal messo che invier a Gerusalemme 10. Dico Io: Non farci nulla, perch Erode una vecchia volpe ed il tuo messo potrebbe incontrare delle difficolt, essendo galileo. Ma Io in spirito vedo ormai gi qual la situazione di Giovanni: dopodomani riceveremo notizie tristi che non saranno motivo di gioia n per Me n per nessun altro 11. Allora Cirenio e Cornelio Mi domandarono se Io desideravo che anchessi deponessero i loro alti incarichi. 12. Ed Io dissi: Oh, per nulla affatto! I vostri incarichi sono di tuttaltra specie e sono necessari e di grande importanza! Fate in modo per che lequit ispiri ogni atto nellamministrazione dei vostri importanti ed alti in carichi e che ciascuno sia uguale dinanzi alla legge! E, come avete gi appreso dalla Mia bocca, fate in modo che lamore preceda sempre la legge e tenete sempre presente che il peccatore, perfettamente ignaro delle molte e complicate leggi dello Stato e indotto perci fin troppo facilmente a trasgredirle, egli pure un uomo che, come voi, destinato alla vita eterna nel Regno di Dio. Se applicherete sempre in tal modo la legge, voi agirete come fanno gli angeli, che sono servitori di Dio appunto cos come voi lo siete dellimperatore 13. Dice Cirenio: Cos vogliamo fare e cos faremo! Ed ora dovremmo fare ancora una domanda estremamente importante e sarebbe questa: Noi siamo, come Ti ben noto, dei romani e per conseguenza, come voi dite, dei pagani (eretici). Dobbiamo noi, per quanto concerne lesteriore, restare quello che siamo, cio pagani, oppure dobbiamo abiurare pubblicamente il paganesimo e farci circoncidere? 14. Dico Io: N luno n laltro, perch, chi come voi gi circonciso nello spirito per mezzo della fede e dellamore a Dio, costui non ha bisogno daltro e questo del tutto sufficiente per il raggiungimento della vita eterna. Del resto, fra alcuni anni, verranno a voi i Miei discepoli colmi dello Spirito di Dio ed essi vi battezzeranno con lo Spirito di Dio e con ci voi riceverete tutto quello di cui avete bisogno. Ora voi sapete tutto; la sera ormai vicina e noi, essendo oggi una vigilia di Sabato, ci ritireremo a riposare un po prima del solito, per rispetto alle usanze dei giudei. E cos oggi non avremo pi nulla da discutere dopo cena.
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15. A questo punto i due angeli Mi si avvicinarono con il pi profondo rispetto, pregandoMi di poter rimanere ancora un paio di giorni visibilmente in Mia soave compagnia, essendo questa la beatitudine maggiore che essi abbiano mai provato! 16. Ed Io, rispondendo ad alta voce: Voi avete da tempo immemorabile la pi completa libert e perci potete fare ci che vi aggrada, ma non dimenticate perci la mansione che siete stati chiamati a compiere. I soli centrali hanno bisogno di grandi cure e voi sapete bene quanti ce ne sono nellinfinito spazio di Dio!. 17. Rispondono i due angeli: Signore! A tutto ci provveduto e lo sar altrettanto continuamente in avvenire 18. Dico Io: S, certamente, Io lo so e perci voi potete anche rimanere qui come desiderate, poich il minimo di questi uomini che Mi stanno qui intorno vale di pi di innumerevoli soli centrali, secondari e planetari! I soli per sono fatti per amore degli uomini ed per tale amore che essi devono essere sempre sorvegliati con la massima cura!. Allora gli angeli sinchinano felicissimi, ritornano presso i Miei discepoli, con i quali continuano ad intrattenersi, fornendo loro spiegazioni molto importanti su svariatissime cose e questioni del mondo. 19. Boro frattanto si affretta a casa e dispone affinch una buona e ricca cena venga sollecitamente preparata.

48. Capitolo Le questioni ereditarie di Giairo. 1. Terminata la cena che era durata una buona ora, Cornelio domand a Cirenio: Illustre fratello, cosa pensi? Dobbiamo restare qui ancora oggi o dobbiamo partire, forse per qualche eventuale affare importante che potrebbe attenderci? Io sono ligio ai tuoi ordini e obbedir alla tua parola 2. Rispose Cirenio: Veramente io avrei dovuto partire gi oggi di buon mattino, perch sicuramente vi sar qualche faccenda urgente da sbrigare. Ma dimmi, chi mai potrebbe allontanarsi, sapendo chi c qui? Sarebbe gi difficile staccarsi da un imperatore che ti dicesse amichevolmente: Se vuoi restare, resta!. Ma che cos un imperatore al paragone di Colui che innegabilmente il Creatore del Cielo e della Terra e che sotto forma umana si trattiene fra i Suoi figli ed i Suoi angeli! Del resto una dilazione alla partenza hanno avuto anche i Suoi angeli, dai quali noi possiamo udire ed imparare moltissimo ancora! Per tutto limpero romano io non vorrei lasciare questo luogo, venga quello che deve venire! Resta dunque anche tu, da parte mia hai tutto il permesso e se caso mai saltasse fuori qualche questione, la Terra non andr di certo in rovina per due giorni di pi o di meno! Inoltre, penso che presso questo Signore siamo molto meglio provveduti che non da parte
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di Roma. E se anche dovesse capitare qualcosa di urgente, lOnnipotente ha nelle Sue mani mezzi sufficienti per appianare in un attimo anche le cose urgentissime 3. Dice Cornelio: Illustre fratello! Io sono senzaltro oltremodo contento di questa decisione e mi auguro di abbandonare questo luogo il pi tardi possibile! Questa domanda lho posta se non per considerazioni dordine politico statale. Per, sotto certi riguardi, sarebbe forse buono e opportuno disporre per questa notte in citt un servizio di spionaggio segreto, per mezzo delle guardie che abbiamo con noi, allo scopo di sapere che cosa eventualmente la gente pensi e che cosa dica riguardo alla nostra presenza qui 4. Dice Cirenio: Ammesso che al Signore sia gradito, possiamo sempre dare gli ordini necessari. Per mio conto per questa volta sono dellopinione che anzitutto nel Signore e poi anche nei due angeli, noi abbiamo la fonte pi fidata e pi segreta dogni pi esatta informazione e che non dovrebbe essere necessario ricorrere altrove finch siamo qui. Venuto il giorno che saremo nuovamente lontani da questa sacra Compagnia dei Cieli, allora purtroppo dovremo di nuovo far ricorso al servizio informativo segreto, per essere a conoscenza dei sentimenti della popolazione e per poter prendere le misure necessarie l dove si cominciasse ad avere sentore di cospirazioni contro lo Stato. Ma, come gi detto, se al Signore gradito ed Egli lo desidera, io sono pronto ad ordinare allistante tutto quello che necessario 5. Allora dico Io a Cirenio: Non dartene affatto pensiero, perch in primo luogo Io so gi, dallalfa allomega, tutto ci che in citt si dice a nostro favore, oppure contro di noi. Considerata per la cosa nel suo insieme, non c pericolo di sorta, poich questo popolo anche per certe malignit fin troppo cieco e corto di intelletto. Dunque, potete essere pur tranquilli, dato che a Nazaret non avr mai origine una qualche sommossa. Del resto il Mio amico Boro pu egli stesso fungere da polizia segreta e fidatissima, perch non facile che a lui sfugga qualche cosa, ci che, del resto, non presenta certamente difficolt, visto poi che la citt non tanto grande. Io potrei inoltre dire ai Miei angeli di incaricarsi dello spionaggio e voi potreste, per mezzo loro, apprendere in un momento pi di quanto potrebbero apprendere e riferirvi in dieci anni i pi astuti informatori, per, come ho gi detto, qui non c bisogno n di una cosa n dellaltra e per conseguenza ce ne andremo a riposare senza pensieri di sorta. Soltanto Giairo dovr ancora inviare a Gerusalemme un messo con la sua lettera di dimissione, perch domani avremmo da sbrigare tuttaltre questioni 6. Dice Giairo, tutto rattristato di dover abbandonare la compagnia: Signore! Non sarebbe possibile forse preparare qui il documento e mandarlo a Gerusalemme addirittura da qui, mediante un messo? Gi la casa a Cafarnao, con tutto quello che contiene, di mia propriet; a noi sacerdoti non concesso avere campi e terreni e cos tutto quello che ho in casa mia, come gi Tu sai benissimo. Dunque per il momento non ho proprio nulla da fare a Cafarnao, n
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probabilmente avr qualcosa da fare l neanche dopo; la mia casa con tutto quello che vi contenuto la dono senzaltro al mio caro genero. Munito di un mio scritto, egli andr l e con lassistenza degli organi giudiziari dello Stato prender tutto in suo pieno possesso, come farebbe un legittimo erede dopo la mia morte e in questo caso sia la mia presenza che quella di mia moglie sono perfettamente superflue. Per quello che riguarda i miei amici di Cafarnao, essi sono gi qui e quelli che si dicono amici miei e non lo sono non valgono davvero una visita di congedo, perch sono soltanto amici di facciata, mentre nel loro cuore sono indifferenti completamente! 7. Gli dico lo: E va bene, rimani anche tu qui e cos mander al posto tuo a Gerusalemme uno dei Miei messaggeri che sono qui presenti; egli sbrigher questa ambasciata prima di quanto potrebbe fare un tuo messo. Ma non pi oggi, bens domani che Sabato 8. Dice Giairo: Vedi, la giornata di Sabato sar di certo la meno adatta, specialmente nel Tempio, perch i sommi sacerdoti e gli altri principali sacerdoti a niente tengono tanto rigidamente quanto alla celebrazione del Sabato! 9. Dico Io: Lascia andare amico! Essi danno tanta importanza alla celebrazione del Sabato e sono cos rigidi appunto perch cos si presenta e necessariamente si deve presentare il pi spesso possibile loccasione di agire contro le disposizioni fissate. A ciascuno deve pur succedere spesso di dover fare una qualche cosa di Sabato e cos i farisei hanno tanto maggiore occasione di prescrivere gravi penitenze ai profanatori del Sabato. 10. Porta per a quei tali, di Sabato, delloro o dellargento quanto ne vuoi e vedrai come essi profaneranno il Sabato nel Tempio e con quale piacere accetteranno il tuo oro e il tuo argento. Dunque, non darti alcun pensiero per il Sabato del Tempio; il Mio messo sar benissimo in grado di compiere la missione che gli affideremo. 11. Credi che sarebbe gradito ai farisei, se non ci fosse qualcuno che a causa di una qualche stringente necessit non profanasse di quando in quando il presunto giorno del Signore? Oh, noi possiamo essere pi che tranquilli! Quante pi profanazioni del Sabato si verificano, specialmente da parte dei ricchi, tanto pi giubilano in segreto quei signori del Tempio! 12. Dunque, sia detto ancora una volta: Non preoccuparti per questo!. Il Mio messaggero sar accolto domani a braccia aperte e perfino durante loffertorio che ha luogo ogni Sabato, perch egli far il suo ingresso nel Tempio con un lasciapassare consistente in buon oro sonante ed i farisei lo riceveranno perci con lespressione pi amichevole e con le braccia pi aperte di questo mondo, senza contare poi che ci sono gi dieci aspiranti ad un posto di preside, per il quale offrono somme considerevoli. Cos a questi, ma particolarmente alla gente del Tempio, le tue dimissioni saranno quanto mai gradite. 13. Ed il Sabato nel Tempio, durante la nota cerimonia, sar dunque profanato e subito dopo si proceder alla assegnazione della carica di preside a Cafarnao, in modo che tu, al ritorno del messo, arriverai perfino a conoscere il nome del tuo successore.
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14. Ecco, cos stanno ora le cose nella casa di Dio a Gerusalemme, citt che viene anche chiamata la citt di Dio, ma che oramai veramente non che la casa di Satana. E adesso, poich tutto in buon ordine, andiamo a riposare, perch domani per noi far giorno molto di buon ora!.

49. Capitolo Il congedo di Giairo. Il Signore nella sinagoga. 1. A questo Mio invito tutti vanno a riposare, soltanto i Miei fratelli, la madre Maria e Boro sono occupati in cucina a preparare tutto il necessario per limminente Sabato. Anche Sara e Lidia si danno molto da fare per aiutare Maria in cucina. Quando tutto disposto in buon ordine, se ne vanno anche loro a riposare, per al mattino Maria, come al solito, la prima ad alzarsi e, molto tempo prima dellalba, sveglia coloro che devono aiutarla a preparare, prima che cominci il Sabato secondo lusanza israelita, tutto quello che occorrer per lintera giornata. Boro anchegli occupatissimo e cos, quando noi ci alziamo dai nostri giacigli, tutte le tavole sono gi preparate per la colazione. 2. Allaperto c gi chi saluta il mattino con il canto di salmi e ci sono pure numerose mense ben provviste di pesce, pane e vino in attesa dei convitati. 3. Allora noi ci rechiamo a colazione e, finita questa, Io mando il Mio messaggero a Gerusalemme per la nota faccenda. Frattanto Giairo aspetta con grande ansia il ritorno del messo, il quale naturalmente resta assente per quel tanto che umanamente necessario, cio il tempo occorrente a condurre a termine le trattative con la gente del Tempio. Ma siccome queste trattative erano durate circa due ore, il messo fu di ritorno appena dopo due ore circa, con grande soddisfazione di Giairo, portando, oltre alla notizia che la sua lettera di dimissione era stata lietamente accolta, anche un indirizzo di lode e di ringraziamento per i servizi fedelmente prestati nella carica fino allora tenuta e gli indicava contemporaneamente anche il nome del suo successore, con la preghiera di voler accordare a questi il suo aiuto e il suo consiglio, qualora venisse richiesto. 4. Giairo, lieto quanto mai per la pronta soluzione, Mi dice allora: Signore, io ti ringrazio dal profondo del mio cuore per avermi cos meravigliosamente salvato da un incarico, permanendo nel quale avrei dovuto finire con il diventare manifestamente preda di Satana, date le condizioni attuali in cui viene celebrato il servizio divino che sono assolutamente contrarie a Dio! 5. Gli dico Io: Ebbene, non ti avevo detto che, quando si tratta di affari brillanti per la gente del Tempio, il Sabato ormai pu essere profanato anche durante loffertorio ed a qualunque ora del giorno! Da ci dunque puoi facilmente rilevare quanto quella gente ci tenga a Dio ed alle Sue sante leggi!
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6. Ma adesso noi andremo, a causa del popolo, a visitare la sinagoga e l staremo a vedere cosa fanno e cosa insegnano i farisei. Per sceglieremo il nostro posto del tutto in fondo, affinch i superbi farisei e gli anziani del popolo non si accorgano tanto presto della nostra presenza 7. Dice Giairo: Io per altro non vi entrer, perch ogni ragazzo mi conosce. Se, trovandomi nella sinagoga, io dovessi prendere il posto del preside nel presbiterio innanzi a tutti, la vostra presenza verrebbe svelata! 8. Dico Io: Non darti per questo alcun affanno, poich, quando Io consiglio come si deve fare una cosa, tu puoi senzaltro procedere cos come dico e tuttavia non ti verr torto neppure un capello! Dunque, incamminiamoci tutti assieme. Dopo ci ci mettiamo in cammino ed in breve tempo arriviamo alla sinagoga. 9. Quando vi entriamo, troviamo che pressoch vuota e soltanto i farisei officianti riempiono il presbiterio. Poi, poco a poco, arrivano alcuni vecchi ebrei che si mettono a sedere nei loro banchi, per schiacciare l di tutto gusto il loro sonnellino antimeridiano. 10. Dopo loffertorio e dopo un piatto borbottamento freddo e stantio delle leggi, di alcuni salmi in uso e del cantico di Salomone, un oratore sale in cattedra e comincia, con una voce molto roca, la seguente predica: Miei diletti fratelli in Abramo, Isacco e Giacobbe! Noi ora viviamo in unepoca di grande angoscia, quasi simile a quella durante la quale No costru larca, nella quale egli, infine, per ordine di Jehova si rinchiuse assieme alla sua famiglia. Noi siamo ora sul luogo sacro del quale Daniele ha profetizzato ed assistiamo allabominio della desolazione da lui predetta come gli schiavi incatenati di Megara, la strega pagana, dovettero assistere ai tormenti dei loro fratelli nellatroce attesa di essere gettati pure essi nel metallo bollente e non possiamo muoverci n a sinistra n a destra! Noi ci troviamo qui cos abbandonati, come un qualche tronco dalbero morto gi da lungo tempo sulla vetta di un monte, prova evidente che pure in quellalta regione un giorno esistevano dei boschi lussureggianti! Ma che cosa ci si pu fare? Questa la grande domanda! Una corona di diamanti a colui che capace di trovare una risposta soddisfacente! Egli per deve ben riflettere sul nostro stato di prigionia aggravato da tutte le catene del mondo! 11. Da una parte ci sono i romani a pesarci sul collo, come tutto il monte Sinai e dallaltra c adesso il figlio del falegname, che da un rozzo qualunque quale era, cade ora gi come piovuto dal cielo, trasformato in un profeta di una potenza tale che nessuno di noi ne ha mai visto di simili dai tempi di Abramo in qua. Tutti gli corrono dietro, grandi e piccoli, giovani e vecchi! Se oggi Jehova scendesse di Persona sulla Terra, c veramente da domandarsi se Egli vorrebbe o potrebbe far cose pi grandi! Egli guarisce ogni malattia a distanza in forza della sola Parola, Egli risuscita i morti dalle tombe e ridona loro una vita sana e perfetta! E cos pure Egli comanda ai venti ed alle onde del mare ed subito obbedito come il padrone dai suoi schiavi! Quando Egli parla, riluce
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dappertutto una sapienza profondissima e divina e ciascuno soggiogato dalla potenza della Sua Parola e lo segue da una citt allaltra. Bisogna ancora aggiungere che con Lui si sono schierati anche i potenti di Roma che sono pronti a servirlo con tutte le loro legioni, qualora ne avesse bisogno. Noi invece siamo proprio sullorlo del pi terribile abisso, cosicch possiamo da un momento allaltro esserne inghiottiti e non abbiamo pi un solo mortale dalla nostra parte, ad eccezione di questi vecchi dormiglioni della sinagoga. Io domando ancora una volta: Cosa ci resta da fare?. 12. A che cosa ormai ci servono Mos e tutti i profeti ed a che cosa Jehova Stesso che ha parlato con Mos e con i profeti, quando, da pi di un secolo, ci lascia qui impantanati nella pi profonda palude? E per quanto noi si gridi tanto forte anche da farci sentire fin sulle stelle, tuttavia non si fa vivo pi nessun Jehova ed Egli ci lascia nella melma abietta, peggio di quanto possa fare uno sposo del tutto sventato con la sua sposa dieci volte sedotta! Noi per altro abbiamo in cambio ancora il diritto al titolo onorifico di popolo di Dio, mentre i presunti pagani, che in Dio non credono, godono tutta la considerazione e detengono tutto il potere e tutte le ricchezze del mondo, cos come, secondo la Scrittura, era stato promesso da Jehova al Suo Davide, ci che non ha mai trovato adempimento! 13. E con parole grandi e divine sta scritto: Ed il tuo regno non avr mai fine!. Guardiamoci un po intorno e contempliamo il regno eterno di Davide! Oh, che bella menzogna di un profeta che lusingava il re Davide! Quante volte il regno di Davide ha gi visto la sua fine! Egli stesso ebbe quasi loccasione di persuadersene a fianco di suo figlio e se una quercia non fosse stata cos compiacente da catturare suo figlio, il buon Davide avrebbe potuto strimpellare ancora 10.000 salmi al suo caro Jehova, e Assalonne sarebbe comunque assiso al trono! Per lasciamo da parte il passato e consideriamo com oggi il promesso regno eterno di Davide: Oh tu, bel regno, forse lanima di Davide si trasferita nei Cesari di Roma, il regno dei quali ha, almeno per ora in quanto a consistenza eterna, un aspetto di gran lunga migliore di quanto lo avesse il regno da lumache del grande uomo secondo il cuore di Dio!? Fratelli miei! Non vi ancora chiaro fino allevidenza che tutta la nostra vecchia dottrina una pura favola nella quale non centrano altro che fantasie e finzioni dei tempi passati? E noi siamo ancora pazzi e ce le teniamo strette come se davvero ci fosse da acquistarne una qualche salvezza! Qual quellasino o quel bue duomo che vorr tenersi ancora sul corpo un mantello vecchio e lacero, quando in cambio del vecchio pu averne dieci nuovi confezionati con la miglior stoffa? 14. La storia e la stessa nostra esperienza ci dimostrano in modo cos chiaro com la luce del sole che in tutta la dottrina mosaica ed in tutti i profeti non vi una qualche reale importanza, niente di pi che un guscio di noce vuoto, eppure vi restiamo appiccicati con la nostra fame come ad una cosa perfettamente calcolata e sicura e per la nostra inveterata stoltezza non ci muoviamo dal posto,
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anche se ci sentiamo gi scorrere dentro lacqua da tutte le aperture del nostro corpo, come il Giordano entro il Mar Morto! 15. Coraggio dunque, o fratelli, schieriamoci anche noi con il figlio del falegname e cos saremo al sicuro, perch Egli fa, dinanzi ai nostri occhi, quello che gli antichi non hanno mai favoleggiato di Jehova e che, come noi, essi non hanno mai visto! Io credo di aver dato contemporaneamente una risposta alla mia grande domanda con questa mia esposizione delle cose; se voi farete cos, allora ne avremo tutti immediatamente un vantaggio fisico e morale! 16. Roban, il nostro anziano, ci ha preceduti con un buon esempio, facciamo come lui e non sar un errore per nessuno di noi! Forse proprio questo falegname Ges, finora poco considerato, la persona perfettamente adatta a ripristinare almeno per qualche tempo il regno di Davide, che altrimenti veramente pare destinato allinfelicit eterna! Infatti, data la sua incomprensibile potenza magica, con la quale nessuna altra forza al mondo pu misurarsi, egli dovrebbe essere prima di ogni altro in grado di ispirare ai romani, molto superstiziosi, un tale rispetto da far spuntare ben presto alle loro potenti legioni le ali ai piedi, per fuggire! 17. A questo punto insorgono gli anziani, gli scribi, i farisei ed i leviti e dicono: Tu comprendi molto male la Scrittura se osi pronunciare un discorso cos eretico nel quale, sotto un certo punto di vista terreno, sembra certo esservi qualcosa di valido, ma che nei riguardi dello spirito costituisce un vero delitto contro linnegabile Maest di Dio e noi, di conseguenza, ci vediamo costretti per la nostra salvezza a respingerti via dal nostro gruppo, fra i pagani! 18. Risponde loratore: Credete voi forse di punirmi con ci? Oh, vi sbagliate di grosso! Se volete restare i soliti pazzi e come tali morire di fame, accomodatevi pure e restate nella vostra antica notte e nelle tenebre! O vecchi stolti, citatemi voi un esempio di un qualche predicatore che abbia mai richiamato in vita un morto nella sua tomba, come ha fatto questo nostro falegname! 19. Dicono gli anziani: Questo lo far Dio il giorno del Giudizio! 20. Dice loratore: Il vostro Dio ve ne far vedere delle belle il giorno del Giudizio! Nessuno ha mai inteso che Jehova, come noi Lo conosciamo dalle scritture, abbia mai risuscitato un uomo da morte! Infatti luomo, giunto al limite della sua breve vita terrena, non ha altra visione che quella della morte certa ed eterna, langoscia simpadronisce di lui e con lanima triste comincia affannosamente a domandarsi: Cosa sono io e dove vado, quando questa mia vita terminata?, Ora, siccome dei cosiddetti servitori di Dio, quali noi abbiamo il pessimo onore di essere e dei quali non c stata mai penuria, a consolazione dei molti che si facevano domande, e per i propri scopi dovettero pure escogitare qualcosa che infondesse un po di tranquillit a coloro che facevano domande con insistenza, si ricorse allo stratagemma della risurrezione nel giorno del Giudizio, giorno che molto probabilmente non sorger mai negli ampi cieli! E noi pazzi ragionanti continuiamo a farci
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abbindolare da simili speranze e restiamo perci insensibili ai fatti ed agli avvenimenti reali e meravigliosi che si verificano davanti ai nostri occhi, al nostro naso ed alle nostre orecchie! Ma che debba proprio essere di tanta dignit per luomo il non potersi separare da vecchio da un simile poppatoio gi tanto ammuffito? 21. Ma che cosa volete tentare di ottenere ancora con questo vecchio ciarpame israelita che, dato il presente sviluppo intellettuale dei popoli, non potr reggersi nemmeno per mezzo secolo ancora? Non sar certo io il pazzo che star l ad aspettare la fine di questa cieca dottrina, in cui non c altro che qualche storiella vuota di sostanza, oppure qualche nome o qualche favola, tutte improvvisazioni di balie per far star quieti i lattanti, che poi, divenuti adulti, hanno rafforzato il tutto e ne hanno fatto una favolosa dottrina di Dio, in cui non c affatto alcun sistema n una traccia sola di un qualche ordine logico, come usano dire i greci! 22. Come mai si pu ammettere che Jehova non sia in grado di parlare e di insegnare almeno con tanta logica quanta ne pu sfoggiare un qualunque disperato filosofo greco? Che se cos dovesse proprio essere, bisogna allora che vada Lui a scuola dai greci prima di mettersi ad insegnare la verit, lordine e la sapienza ai Suoi popoli, che in fondo non sono poi tanto sciocchi! 23. Sia per lontana da me in eterno la supposizione che Jehova non possa essere pi saggio di un profeta educato dalla propria bambinaia, il quale, nonostante tutta la sua stupidit, ha precisamente ancora tanto ingegno naturale da enunciare una dottrina talmente oscura che egli stesso per primo non comprende n pu comprenderlo, ci che veramente corrisponde appunto ai suoi piani, perch cos, tanto meno, possono comprenderla gli altri! Dunque, non venitemi pi fuori con il vostro Jehova! In verit, da uomo onesto quale sono, dovrei appena adesso cominciare a vergognarmi sul serio di essere stato seguace di una dottrina tanto disumanamente sciocca! 24. Se pure in origine cera qualcosa di vero e di buono negli insegnamenti di Mos, questo qualcosa ormai tanto deformato e contorto dalla pi abietta cialtroneria umana, che di tutto ci a noi non resta altro che un nome, forse anche questo del tutto falsamente espresso 25. Di conseguenza io ho deciso ed oggi stesso io mi dichiaro discepolo di Ges il falegname! Egli buono e sicuramente non respinger da s un galantuomo, come fate voi!.

50. Capitolo Discorso degli anziani sulle condizioni dellebraismo. 1. E gli anziani, pervasi da stupore per questa sortita delloratore, esclamano incolleriti: Tu sei un negatore e un bestemmiatore di Dio! Non sai che, proprio secondo i comandamenti di Mos, tu meriti di venire immediatamente lapidato qui nella sinagoga per queste tue gravissime bestemmie contro Dio?
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Come puoi osare di scuotere altri nella loro ferma fede e fomentare il dubbio sul conto di Dio e di Mos solo perch tu questa fede non la possiedi? 2. Sei tu davvero di cos poco intelletto da non poter comprendere che non c nessuna et alla quale possa giungere un uomo, la quale conceda a questi di acquistare di per s unesperienza che richiede migliaia danni e che cos tutta la fede delluomo sarebbe limitata a quel poco di cui egli pu essere testimone durante la sua vita? E perci Dio, per mezzo del Suo Spirito, ha insegnato agli uomini i segni della Scrittura, affinch essi possano perpetuare con questi segni la storia di quello che hanno udito e che i loro successori difficilmente udranno e vedranno. Ci andr a vantaggio ed a guida di questi successori ai quali viene fornito cos un corredo di salutari cognizioni che altrimenti non potrebbero acquisire da soli durante il breve periodo della vita, perch ogni tempo apportatore di qualcosa di nuovo, come ce lo dimostra in maniera evidente lesperienza dei pochi giorni che noi siamo destinati a vivere su questa terra, perch non vi anno, n mese, n settimana e neppure giorno che sia perfettamente uguale ad un altro per quanto riguarda quello che vi accade! Indaga accuratamente nelle Cronache e noi ti diamo tutto quello che abbiamo se sei capace di indicarci unepoca in cui si sia verificato esattamente quello che succede ora dinanzi ai nostri occhi ed ai nostri orecchi! 3. Ma se, come non si pu negare, le cose su questa Terra si presentano cos e non altrimenti, dove vuoi tu arrivare con le tue insensate e grossolane insinuazioni contro la Scrittura, che patrimonio sacro dei nostri antichi padri lasciato a noi, quali loro successori e che ci narra in tratti chiarissimi tutto quello di cui essi, da uomini pii e devoti a Dio, hanno fatto esperienza e quali misure siano state prese in quel tempo affinch i loro discendenti potessero condurre una vita gradita a Dio pi facilmente e con pi ordine di quanto sia stato probabilmente il caso al loro tempo? 4. Credi che siamo proprio tanto stolti da non poter giudicare quello che avviene ora davanti ai nostri occhi? Oh, tu ti sbagli di grosso! Noi infatti mettiamo a profitto la sapienza dei nostri padri, che per molti anni hanno sottoposto ad un acuto esame ogni cosa prima di accettarla per come si presentata! 5. Se i nostri antenati fossero stati tanto creduloni come te, essi non avrebbero lapidato i profeti. Ma quando vedevano che un vero profeta, anche sotto la micidiale pioggia di pietre, non smentiva minimamente le proprie enunciazioni, allora queste certamente assumevano un altro aspetto ed i padri le accoglievano come provenienti da Dio! 6. Ma se dunque i nostri padri procedettero con tanto rigore nellaccettazione di nuove proclamazioni della Volont di Dio agli uomini mediante i profeti, forse in qualche modo ragionevole ammettere che la nostra dottrina di Dio non sia altro che un abbellimento dovuto a dei giovincelli precoci, bonaccioni e burloni che si dilettavano allidea di prendere in giro le generazioni future?
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7. Tu ci hai dichiarati pazzi e stolti, ma veramente da porsi la domanda se eventualmente non sia proprio tu il vero pazzo fra tutti noi, perch il giudicare con tanto poco amore i propri fratelli, come tu hai fatto, non si addice ad un uomo della famiglia di Levi! 8. Se per con le tue pessime parole hai semplicemente voluto metterci alla prova per vedere se, in considerazione degli attuali straordinari avvenimenti, siamo rimasti ancora quello che da veri israeliti dobbiamo essere, in questo caso hai scelto un brutto modo ed hai finito tu stesso con il rivelarti profondamente dinanzi a noi come sei nel tuo cuore! 9. Infatti quando luomo trascinato da un cieco zelo, il momento in cui egli maggiormente si tradisce, allora egli rende testimonianza di quello che c nel suo animo e lascia libero corso alle sue idee favorite, ai suoi sentimenti ed alle sue passioni! 10. Invece lascoltatore tranquillo e sobrio pensa per conto suo ed ha con ci il vantaggio di imparare e conoscere a fondo lamico che ha di fronte. 11. Credi forse che noi non sappiamo come nella nostra dottrina divina, specialmente nella sua parte pratica, si siano annidati dei gravi abusi, che purtroppo velano Mos ed i profeti non di rado in maniera molto peggiore di quanto una fitta nube temporalesca possa velare il sole? Ma la Scrittura incorrotta e pura non pu venire offuscata da simili nubi ed un vero studioso della legge conoscer tuttavia sempre com o dov la verit pura. 12. Noi vediamo benissimo, come vedi anche tu, che questi abusi finiranno con luccidere negli uomini la pura dottrina di Dio, come il tarlo maligno corrode lalbero robusto, ma questo succeder soltanto negli uomini che ti somigliano, mentre la dottrina, in se stessa tuttavia pura, trover in tutti i tempi i suoi seguaci puri e fedeli. 13. Non hai mai visto un albero sui cui rami abbiano posto radice una quantit di piante parassite e maligne, che traggono dallalbero stesso il loro nutrimento, per la rovina dellalbero e per il danno degli uomini? Ma il vero albero cessa per questo di essere quello che in realt ? 14. Noi uomini, con i nostri sensi ottusi, non possiamo certamente penetrare i motivi di tali degenerazioni, eppure questo comprendiamo che queste non potrebbero sorgere se Dio onnipotente ed onnisciente non lo volesse. Per quale ragione devono esserci il leone, lorso, la tigre la iena e tutti gli altri animali rapaci e feroci e perch accanto alla colomba mansueta deve esistere laquila vorace? Ecco, questi sono per noi, uomini della vista corta, dei misteri imperscrutabili e non possono da noi essere chiariti! 15. Un agricoltore lavora il proprio campo, tutto prospero e ricco di buone promesse. Egli gi si accinge ad ampliare i propri granai, affinch possano accogliere la benedizione del nuovo raccolto, ma ecco venire un giorno in cui dimprovviso si scatena un furioso uragano che in breve tempo distrugge tutto! Non si potrebbe in questo caso, ragionevolmente porre la domanda e dire: O Dio, se Tu volevi che questo campo non desse il suo frutto al contadino, perch
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egli forse un peccatore, tu avevi potere sufficiente in ogni caso per annientare gi nel germe la benedizione della terra e cos il coltivatore avrebbe risparmiato le spese e la fatica! Ora vedi, simili fatti accadono spesso dinanzi i nostri occhi, ma nessuno capace di darne una spiegazione anche poco ragionevole! 16. Noi constatiamo ugualmente in pratica delle deviazioni nella pura dottrina di Mos, tanto nel Tempio quanto fra gli aderenti a questo, dove pi e dove meno vediamo i viandanti incamminarsi per false strade e vediamo altres unenorme quantit di vegetazione parassita abbarbicata allantico albero della vita. Ma che colpa abbiamo noi, e che cosa possiamo fare? Noi certo non abbiamo fatto tutto questo, n abbiamo voluto che fosse cos, invece labbiamo trovato cos com e dobbiamo tollerarlo per quanta amarezza debba causare al nostro palato. 17. Ma non per questo al nostro spirito posta qualche limitazione e non sussiste per noi alcun obbligo di accettare lalbero della vita assieme ai parassiti che vi sono appiccicati, come se fossero una e la stessa cosa. A noi resta lalbero nella sua originalit genuina e le formazioni postume vanno considerate per quello che sono e noi crediamo che a questo genere di sapienza della vita non ci sia Dio che possa fare obiezione. Dio sarebbe alquanto sempliciotto, se dicesse a ciascuno di noi singolarmente: Va e distruggi il Tempio che ora colmo di immondizia, perch Io, il Signore, ho in orrore i suoi abomini!. Non avrebbe il singolo e debole uomo il diritto di replicare al suo Dio e dire: Signore! Che cosa insensata chiedi mai a me, la Tua miserevole e debole creatura! Se la mia esistenza Ti d noia, a Te non costa che un pensiero solo ed io non esisto pi, ma domandare limpossibile a me equivale al comandare ad una mosca di caricarsi sulla schiena un elefante e di portarselo via con la sola propria forza naturale!. 18. Noi per crediamo che Dio sia troppo saggio per non vedere che non c uomo che possa nuotare contro corrente in un torrente in piena! 19. Ora d pure se ti risulta chiaro che queste nostre parole sono ispirate alla piena verit e noi siamo disposti a perdonarti tutto quello che ciecamente e stoltamente hai detto contro di noi!.

51. Capitolo Testimonianza di un oratore riguardo allArca dellAlleanza. 1. Dice loratore, il quale, durante questo lungo rimprovero davvero molto opportuno, non aveva perduto un istante la sua calma veramente stoica: Miei cari amici e fratelli! Tutto quello che mi avete ora esposto, lo so bene anchio come voi, tuttavia devo per la prima volta in vita mia, stando fra voi, rallegrarmi per aver in questa occasione avuto la grande fortuna di apprendere che voi, appunto come me, non siete proprio degli stolti! Quello che avete detto vero, ma non per questo stata data ancora una risposta alla mia domanda.
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2. La cosa precisamente cos come voi avete detto, ci che per mio conto vedo benissimo, nonostante io, con le mie motivazioni di apparente opposizione e con laria di provocarvi, abbia voluto solamente ottenere di farvi aprire la bocca. Ed ecco che infatti mi riuscito di sentirvi parlare con me in tutta franchezza, per la prima volta dopo ventanni che ci troviamo e che lavoriamo assieme. 3. Per n la mia n la vostra chiara visione delle cose attutiscono il male in cui manifestamente ci troviamo. Dunque c e resta limportante e grave domanda: che cosa dobbiamo fare a cominciare da adesso? 4. Io, che sono il figlio di uno dei capi dei sacerdoti di Gerusalemme, cresciuto ed educato nel Tempio, so fin troppo bene cosa si debba pensare dellArca dellAlleanza. Legno, argento e oro sono sempre quelli vecchi, ma la verga di Aronne, che dovrebbe essere sempre verdeggiante, secca tanto da poter essere ridotta in polvere, le tavole della legge sono rotte, la manna esiste soltanto nella fantasia! E la colonna di fuoco dove se n andata? Dagli annali della Scrittura si sa che ad ogni profano sarebbe costata la vita, qualora avesse toccato lArca con mani non consacrate; ora invece si pu girare intorno allArca e si pu toccarla come si vuole, ma nessun fuoco distruttore esce da essa. 5. Se dei viaggiatori stranieri desiderano visitare lantico miracolo, previo molto denaro e giuramento della discrezione, questo viene concesso, per sempre il giorno seguente a quello del permesso. Allora viene inscenata la colonna di fuoco, ma, nota bene, non sopra la vera Arca, ma sopra ad una simile fatta in metallo! A questarca, nella parte superiore, nel mezzo, applicata una tazza nera, per in maniera tale che, fissata nel coperchio superiore ed incassata in questo a perfetto livello, non pu essere scorta cos facilmente, tanto pi che il sacro ambiente tenuto completamente al buio e che la fiamma chiara e spessa favorisce lillusione. In questa tazza viene versato del finissimo olio etereominerale, frammisto ad altri oli balsamici preziosi; la miscela viene accesa allincirca unora prima e cos arde con una fiamma alta sei spanne e rappresenta la colonna di fuoco. 6. Quando poi i curiosi hanno ammirato a loro piacimento questa interessantissima colonna di fuoco e manifestano il desiderio di vedere linterno della arca, allora, sempre con accompagnamento di cerimonie e di vuote preghiere, il coperchio superiore, assieme allalta colonna di fuoco, viene con ogni precauzione levato gi e posto su di un piedistallo dorato ed ai curiosi vengono mostrate le tavole mosaiche, naturalmente le nuove, come se fossero le antiche e cos pure la manna, anche freschissima, una verga dAronne verdeggiante e tutte le altre cose che larca contiene. 7. Qualcuno fra gli spettatori ne riceve una grandissima impressione, altri invece, particolarmente i greci, escono dal Santissimo sogghignando di nascosto e infine dicono: uno spettacolo davvero ben presentato! Soltanto che la grande maggioranza deplora che il rimanente del Tempio sia cos sudicio.
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Io vi dico che sarei disposto a scommettere una grossa somma sul fatto che mentre noi parliamo lantica Arca stata fatta sgomberare per sempre e oramai la nuova di metallo ha preso definitivamente il suo posto e la sua funzione. 8. Se voi per non volete credermi, travestiamoci per esempio da romani, andiamo a Gerusalemme, entriamo nel Tempio e comportiamoci da stranieri; vedrete come presto si trover unanima servizievole che ci domander minutamente da dove veniamo, cosa siamo venuti a cercare a Gerusalemme, quanto tempo abbiamo intenzione di fermarci nella Citt di Dio, dove poi ce ne andremo, se abbiamo oro o argento da vendere e se per caso desideriamo visitare il Santissimo in cambio del pagamento di una somma quanto mai modica! Allora noi domandiamo semplicemente il prezzo e si parler di qualcosa come cento libbre dargento. Noi per rispondiamo che troppo e che in generale non ci teniamo granch a vedere simili cose, ma che trattandosi di spendere forse una decina di libbre la cosa potrebbe andare. E cos per dieci magre libbre dargento entriamo tutti nel Santissimo, avendo prima fatto al rispettivo capo guardiano la solenne promessa di non rivelare mai, per nessunissima ragione a questo mondo, a nessuno mai, n nel paese dei giudei n in altro paese straniero per quanto lontano, di essere stati nel Santissimo! Questa promessa la facciamo senzaltro, e noi, quali pseudoromani, veniamo introdotti nel Santissimo ed allora potrete persuadervi con i vostri occhi se una parola sola menzogna di tutto quello che vi ho detto riguardo allArca dellAlleanza! 9. E cos, cari amici e fratelli, se come uomo di intelligenza un po pi chiara uno ha visto tali cose con i suoi occhi nel Santissimo, luogo dove lui stesso in tali occasioni ha servito da aiutante scaltramente adoperato, allora per una persona onesta diventa certo poi una cosa amara per sempre quella di fare il mentitore e lingannatore vergognosamente prezzolato del popolo! Quante volte io riflettevo allora in me stesso e dicevo tra me: Se quello che dovrebbe essere in modo assolutamente vivo il Santissimo sul quale si basano lintera dottrina di Dio e tutte le leggi una pura fandonia tenuta segreta, che cosa mai si deve ritenere allora di tutta la dottrina e di tutte le leggi? Io ora ho parlato, adesso parlate nuovamente voi; sono disposto ad ascoltarvi 10. Dicono gli anziani: Hai avuto il permesso di rivelare un simile segreto? E prima che tu venissi congedato dal Tempio come iniziato, non hai dovuto prestare giuramento di serbare in eterno il segreto su tutto ci che avevi visto? 11. Risponde loratore: Certamente, ma ora mi prendo la libert di non osservare pi il giuramento sciocco, che per me non ha n pu avere nessun valore ed anzi intendo rivelare a voce alta a tutto il mondo in qual modo esso viene ingannato! Del resto qui a Nazaret non guardiamo simili cose tanto per il sottile e cos ci si pu senzaltro arrischiare di violare un giuramento di questa specie, fondato sullinganno, senza farsi degli scrupoli eccessivi.
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52. Capitolo Il discorso di difesa degli anziani. 1. Dicono gli anziani: Noi comprendiamo bene che sotto certi punti di vista tu hai ragione, ma in generale tuttavia no, e a questo riguardo ti manca unesperienza di almeno ventanni. bens vero che le cose nel Tempio stanno come ora tu dici, ma cos non sempre stato. Infatti, vedi, se il tuo pensiero non superficiale ed inconseguente, devi necessariamente ammettere la verit di questo principio: se non vi fosse stata mai una verit ed una realt, nessuno avrebbe mai potuto sognarsi di costruire il falso e lirreale. Perch nel nostro tempo, ricco di manifestazioni di ogni genere darte, si vedono tanto spesso diamanti e perle false e cos pure oro e argento falsi? 2. Sappiamo che i persiani tessono scialli finissimi e fabbricano le migliori stoffe che essi pure tingono, secondo un processo segreto, in colori che hanno una durata grandissima e perci i loro prodotti sono quanto mai apprezzati. Se tu per te ne vai oggi al mercato a Gerusalemme, a Sichar o addirittura a Damasco, devi essere un abilissimo conoscitore di merci se vuoi evitare di comperare delle stoffe imitate e fabbricate certamente nei nostri paesi, dunque cattive e false, pagandole lalto prezzo che si usa pagare per le stoffe persiane genuine. Ma che cosa se ne pu dedurre? 3. Ecco, se non vi fossero mai stati un diamante ed una perla veri, mai oro e argento veri e puri e mai unartistica stoffa persiana genuina, a nessuno sarebbe mai venuto in mente di farne delle imitazioni o delle falsificazioni! E se il vero ed il genuino non avessero un cos grande valore, anche in questo caso limitazione e la falsificazione non avrebbero alcun scopo, perch a nessuno salter mai in testa di riprodurre un pezzo di calce, considerato che di calce genuina ce n in tanta abbondanza. Tu puoi dunque molto facilmente venire alla conclusione che mai sarebbe stata fatta unarca falsa con una colonna posticcia di fuoco, se prima non fosse effettivamente esistita unArca vera, genuina e meravigliosa 4. Dice loratore, che aveva nome Chivar: Perfettamente, tutto questo chiaro. Qui per sorge la domanda: Ma cos mai accaduto che lantica Arca dellAlleanza ora, per cos dire, morta?. Certo, essa esiste ancora e fa di quando in quando ancora la sua comparsa al posto della falsa nel recinto del Santissimo, vero , per altro, che nel nostro tempo questo non avviene quasi mai, a motivo delle visite molto frequenti che vengono fatte nel noto recinto, perch, come si sa benissimo, ancora meno di trentanni fa non era concesso a nessuno entrare nel Santissimo, eccettuato al sommo sacerdote, cui spettava la facolt di sedere alla cattedra di Aronne ed anche a questi soltanto due volte allanno, secondo la prescrizione di rito, soltanto in casi straordinari gli era lecito entrare nel Santissimo da tre fino a quattro volte in un anno. 5. Come mai successo che il Santissimo sia rimasto tale ormai soltanto di nome, perch, a volerla dire giusta, in fondo cos poco Santissimo come lo questa nostra sinagoga?.
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6. Dice un anziano, pi esperto degli altri: Quale possa essere stata la vera causa, non lo sappiamo n io n alcun altro iniziato in tutta Israele, soltanto questo effettivamente certo: che, dopo lassassinio del sacerdote Zaccaria avvenuto fra laltare dei sacrifici ed il Santissimo, la colonna di fuoco improvvisamente si spense e pi non comparve, malgrado tutte le preghiere e le invocazioni. 7. Sperabilmente tu non avrai difficolt a comprendere che per un fatto simile non lo si pot rendere noto al popolo, perch lavvenimento non avrebbe mancato di suscitare appunto fra il popolo unagitazione enorme, se si aggiunge anche la presenza dei romani nel paese! Un bagno di sangue e una devastazione sarebbero state le immancabili conseguenze! 8. Invece cos, allinfuori di noi iniziati, nessuno in tutta Israele ne sa qualcosa, e questi galilei, che sono qui a sonnecchiare e che difficilmente possono udire quello che noi bisbigliamo anche se non dormissero e comprendessero, non farebbero niente, perch loro, dal primo allultimo, ci credono poco; essi sono pi greci che giudei, e nella pratica gi da lungo tempo si attengono al principio secondo cui una religione ci deve essere, almeno per tenere a bada il popolino, del quale cos una minoranza pi colta pu con tanto maggiore facilit servirsi a proprio vantaggio ed del tutto indifferente quale sia il mistero posto a fondamento di una religione. 9. Che cosa interessa ad un qualunque galileo se lArca autentica o meno, se essa non perde il suo prestigio di fronte al popolo minuto che molto superstizioso e facile ad essere illuso? Perci qui a Nazaret, come a Cafarnao od a Corazin, si pu parlare fra buoni conoscenti ed amici gi pi apertamente senza con ci creare problemi; per quello poi che riguarda greci e romani, noi sappiamo bene con chi abbiamo a che fare! 10. E particolarmente per questi motivi finito in prigione anche Giovanni che suscitava confusione a Bethabara, perch si temeva che egli, essendo figlio di Zaccaria ed incline a rendere assai poco buona testimonianza dei sacerdoti di Gerusalemme, potesse probabilmente sapere qualcosa dellarca falsa e fosse tentato di rivelare tale cosa al popolo! 11. Per la stessa ragione viene perseguitato anche il falegname, perch, viste le sue evidenti facolt profetiche, senzaltro da temere che egli renda pubblica la cosa! Di conseguenza meglio che tutto ci continui a restare un segreto fra noi e non c bisogno che procediamo ad una liquidazione a cos buon mercato!. 12. Dice Chivar: Questa certamente una faccenda imbrogliatissima; se almeno non avessero sentito niente dei nostri discorsi quelli che stanno l sotto lingresso principale!. 13. Dice lanziano: Oh, noi veramente abbiamo fra noi pi borbottato che parlato e quelli laggi avranno inteso ben poco od affatto niente! E poi, anche se avessero inteso, si tratta quasi esclusivamente di greci e di romani e non avranno compreso veramente di cosa si tratti.
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14. Osserva Chivar: Ma io ho visto fra di loro il figlio del falegname, Ges, il Governatore Cirenio, Fausto ed altre persone conosciute!. 15. Risponde lanziano: Questa gente contro la quale noi comunque non possiamo difenderci, tuttuno che essi labbiano inteso o no. Se vogliano rivelare al popolo i nostri malanni, non hanno affatto bisogno dei nostri discorsi, perch, senza alcun dubbio, gi da lungo tempo, essi conosceranno anche senza di noi, quali siano le condizioni dellarca nel Tempio, se poi non lo vogliono, non sar di sicuro la nostra discussione a spingerveli e non occorre dunque che noi ci procuriamo affanni a questo riguardo. Soltanto sar necessario fare attenzione che noi, quali iniziati, non ci lasciamo sfuggire niente della faccenda trattata in nessun luogo; se la cosa un giorno poi dovr accadere, bisogner prendere tutte le precauzioni possibili.

53. Capitolo Chivar rende testimonianza delle opere e della vita di Ges. 1. Dice Chivar: In verit, io devo lodare la vostra saggezza. gi molto tempo che noi viviamo e lavoriamo assieme, ma finora non mi si mai presentata loccasione di conoscere bene voi, miei compagni, come accaduto oggi ed per me causa di speciale compiacimento il sapere che ho al mio fianco degli uomini e non degli ottusi servitori del Tempio. Nonostante tutto ci lapparizione del falegname e resta il fenomeno pi straordinario che il senso umano abbia mai potuto percepire da che luomo comparso sulla Terra! Adamo, con tutte le sue esperienze e le sue storie, scompare! Enoc si classifica tra i poveri in spirito; Abramo, Isacco e Giacobbe, Mos, Aronne ed Elia sono dei poveracci rispetto a noi! Un giorno solo ora apportatore di pi cose meravigliose ed inaudite di quante ne abbiano potute sperimentare tutti i nostri progenitori e padri! 2. Io stesso mi sono assunto la funzione di osservatore segreto e ieri, come pure oggi, ho potuto vedere un po alla larga tutto quello che si svolto dentro e fuori della casa del vecchio Giuseppe. Io ve lo dico: Niente altro che miracoli uno dopo laltro!. Due angeli perfetti ed in forma visibile Lo servono! La moglie di Fausto si trova a Cafarnao, il falegname vuole che anchessa sia presente alla mensa, per ci sarebbero volute quattro ore per farla venire da Cafarnao a Nazaret. Ma cosa succede invece? Il falegname fece un cenno ai due, che non possono essere che degli angeli, allora essi scomparvero e dopo poco tempo ricomparvero conducendo con loro la bella Lidia, felice e serena, moglie di Fausto! Cosa ne dite voi? Questo certamente molto di pi di quanto noi possiamo comprendere!. 3. Chiedono gli anziani: Che altra cosa hai visto ancora? 4. Risponde Chivar: Voi conoscete bene la figlia di Giairo e sapete pure che essa mor due volte e la seconda volta rimase perfino sepolta per qualche giorno,
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ma quello che non sapete che la bellissima figlia di Giairo diventata la moglie di Boro. Non veramente una cosa inaudita che una giovane morta due volte vada sposa ad un uomo e che lo sposalizio avvenga in circostanze tali quali mai si sono verificate a questo mondo? Infatti, quando il figlio del falegname si accinse ad impartire loro la benedizione, essi videro i cieli aperti ed innumerevoli schiere di angeli apparvero inneggiando a Dio affinch concedesse tanta grazia ed onore agli uomini di questa Terra! Quando poi la coppia fu benedetta ad un cenno visibile del falegname si richiusero i cieli e non rimasero che i due angeli, comerano prima e come potete vederli qui nella sinagoga in piedi, vicino alla porta, nella figura di due giovinetti di celestiale bellezza! Osservateli e dite voi se la loro patria pu essere unaltra che non sia unicamente il Cielo! 5. Ma se le cose non si possono vedere da un altro lato che non sia questo, meraviglioso, ci che nessuno di voi pu negare, perch non dovremmo considerare il figlio del falegname per qualcosa di superiore al solito discepolo degli esseni, che Egli non pu mai aver frequentato per la ragione che, a quanto mi consta, non si mai allontanato da questi dintorni, tranne un paio di volte per recarsi con il padre e con i fratelli a Gerusalemme e, cos credo, una volta a Sidone per costruirvi una casa, mentre del resto non si mosso mai dalla sua citt. 6. Bench si sappia che Egli fu sempre un lavoratore silenzioso e solitario e che talvolta Lo si ritenne perfino un po scemo, si sa per anche che dalla Sua nascita, fino circa il Suo dodicesimo anno, Egli fu il protagonista di avvenimenti straordinari, pare che pure la Sua nascita sia stata accompagnata da manifestazioni del tutto meravigliose, secondo quanto ebbi, non molto tempo fa, occasione di apprendere dal centurione romano Cornelio, durante una festivit a Cafarnao! 7. Ora, se le cose stanno in questi termini, io domando seriamente se si debba ancora esitare a considerare questo Ges, almeno un Figlio di Dio. Infatti le cose quali sono quelle che Egli compie e gli ordini che Egli impartisce agli angeli che obbediscono ad un solo Suo cenno, inducono evidentemente a dedurre che dietro a questo Ges debba celarsi una pienezza delloriginario Spirito di Dio! 8. Ma se cos, come lo dimostrano le Sue opere ed i Suoi insegnamenti, io non posso fare a meno di domandarmi per quale ragione noi persistiamo nel nostro attaccamento allarca morta, mentre quella vivente si manifesta e opera qui dinanzi ai nostri occhi? Noi possiamo, apparentemente, restare quello che siamo di fronte al popolo, per non dar troppo nellocchio, per nel nostro cuore dovremmo noi tutti fermamente confessarci Suoi seguaci! 9. Dice lanziano sapiente: O in tutto o in nulla! Infatti se la Divinit in Lui, questa aborr qualsiasi mezza misura, e se questo non dovesse essere il caso, sempre meglio restare presso larca morta con almeno il ricordo vivente del suo precedente miglior stato, piuttosto di accettare qualcosa di cui non si conosce la ragione!
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10. Dice Chivar: Di conseguenza, dunque, esamineremo la questione per riguardo a voi, per quanto mi riguarda, non c pi bisogno di esaminarla. A me tutto perfettamente chiaro e so con tutta esattezza quello che faccio seguendoLo 11. Osserva lanziano: Ma credi tu che il Tempio lascer fare, quando vedr una localit dopo laltra staccarsi da esso, come la frutta matura da un albero? Io sono dellopinione che il Tempio non attender a lungo e poi si vedranno i suoi sacerdoti andare dappertutto in missione punitiva! Ed allora guai a tutti coloro che lavranno abbandonato; essi saranno aspramente tormentati in ogni maniera! Pi a buon mercato ancora dovrebbero cavarsela coloro che hanno accolto le dottrine dei sapienti della Grecia, mentre i discepoli di Ges non sono n completamente ebrei n meno ancora greci, una parte di essi per dovrebbe essere a conoscenza delle condizioni pessime ed anzi del tutto vuote del Tempio e dei suoi sacri misteri! 12. Io ve lo dico: Niente contribuir tanto a suscitare nella gente del Tempio unagitazione maggiore, naturalmente celata e perci tanto pi pericolosa per noi, quanto la comparsa profetica di Ges e dei Suoi discepoli! E questa agitazione sar poi un incentivo a ricorrere a tutti gli artifici di Satana per combattere e guastare una dottrina che evidentemente non pu mancare di portare il Tempio a completa rovina. 13. O non avete voi saputo come i templari lanno scorso hanno agito con un greco, che aveva divulgato fra il popolo la voce che essi oramai accettavano come offerta nel Tempio anche monete dargento e doro di conio romano, mentre a tale scopo sono destinate unicamente le monete di Aronne e, allinfuori di queste, non dovrebbe venir mai accettato altro denaro? Ecco, lo hanno adescato nel Tempio con la promessa di lauti guadagni e quando in questo modo lo ebbero nelle mani, dentro il recinto del Tempio, venne spedito allaltro mondo in una maniera di cui la cronaca non ebbe a citare finora esempi! necessario dunque usare estrema prudenza e dobbiamo perci diventare addirittura greci e soltanto dopo, come tali, unirci ai discepoli di Ges con il corpo e con lanima, oppure dobbiamo restare interamente quello che siamo, perch facendo le cose a met in nessun caso ne avremo vantaggio! 14. Risponde Chivar: Ancora una volta hai ragione, nella misura in cui centrano le considerazioni dellaccortezza mondana, per, detto schiettamente fra noi, se Costui, che allapparenza un falegname, fosse appunto il promesso Messia e quindi come Lo chiama Davide con la pi profonda venerazione Jehova Stesso, dovremo forse anche in questo caso diventare Suoi discepoli per vie contorte e giocando dastuzia, oppure non dovremo piuttosto schierarci subito sotto la Sua celestiale insegna, gettando dietro di noi ogni timore di qualsiasi artificio di Satana, gi per la ragione che noi possiamo, per mezzo Suo, essere perfettamente certi di una vita eterna, anche se ci dovesse costarci questa misera vita terrena che ha cos poco significato e che di tanto breve durata!?. 15. A questa proposta di Chivar tutti restano interdetti e non sanno pi quale decisione prendere.
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54. Capitolo Il consiglio degli angeli ai templari convertiti. 1. Allora i due angeli si avvicinano a loro e dicono: Chivar ha parlato bene da una parte e tu anziano hai pure ragione, in quanto si deve essere di Dio interamente, poich Dio aborre qualsiasi mezza misura! Noi per, quali Suoi testimoni dai Cieli, vi diciamo: Non temete coloro che non possono nuocere alle vostre anime, ma temete piuttosto Colui che il Signore di ogni vita nel Cielo e sulla Terra! Senza di Lui non esiste vita alcuna n in Cielo n in Terra e perci da parte nostra, Suoi veri testimoni dai Cieli, vi sia dato il consiglio di fare cos come vi ha suggerito lamico Chivar 2. Dice lanziano: Chi mai siete voi, o soavi creature, che dinanzi a noi vi dichiarate testimoni dai Cieli? 3. Rispondono i due: Chiedi a Chivar, che ha visto come noi abbiamo condotto da Cafarnao la moglie di Fausto ed egli vi dir chi siamo noi!. 4. Esclama lanziano: Se davvero cos, non c pi niente da pensare e da discutere e nientaltro da fare che voltare le spalle al Tempio! 5. Dicono i due: Non cos, cari amici, perch il Signore lequit stessa in tutte le cose. Se voi Lo seguite nel vostro cuore, se avete una fede viva in Lui e se credete fermamente che soltanto in Lui trova adempimento la Scrittura ed in gran parte lo ha gi trovato, voi fate abbastanza. Per, per quanto riguarda tutto il rimanente, potete restare quello che siete, affinch i servitori del mondo e del demonio, dei quali il Tempio zeppo, non vengano destati innanzi tempo! Insegnate al popolo Mos ed i profeti e promuovete losservanza dei veri comandamenti di Dio, ma nellosservanza dei mondani precetti del Tempio, comportatevi come lacqua tiepida: cos facendo voi sarete qui Suoi veri discepoli, come lo sono coloro che Egli ha chiamato e scelto fra i pescatori. 6. Fra due giorni vi sar destinato da Gerusalemme un nuovo preside, il quale da principio vorr farsi vedere ligio quanto mai al Tempio, pi tardi per si mostrer facilmente trattabile e per denari accorder dispense, una dietro laltra, perch egli stesso non crede affatto nel Tempio e voi avrete con lui facile gioco. Giairo, per, si gi messo a riposo e vivr in casa di suo genero. Badate per di non raccontare al nuovo preside tutte le meraviglie che sono accadute qui! 7. Dice Chivar in tono profondamente rispettoso: O servitori di Dio, dal Regno della Luce e della Vita eterna, certo molto bene fare cos come voi, secondo la grazia del Signore, ci avete consigliato, ma per quanto riguarda me, io vorrei pure andare un po pi avanti. Come sarebbe se io personalmente passassi del tutto fra i discepoli come discepolo io stesso?. 8. Rispondono i due: Ogni uomo di questa Terra libero e pu fare quello che vuole e pu credere e parlare secondo la sua volont, ma se a qualcuno, com ora il vostro caso, viene da parte del Cielo concessa la grazia di un consiglio, egli fa bene se lo ascolta, poich per i discepoli che ora stanno sempre presso il Signore verranno ancora i tempi aspri della tentazione ed essi,
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come nello spirito, cos anche nel fuoco dovranno affermarsi ed allora molti diventeranno deboli e si allontaneranno. Voi per percorrerete la via pi facile e potrete raggiungere in piena pace quella Meta cui i discepoli non perverranno che fra grandi angosce e persecuzioni. Ora tu, o Chivar, puoi fare come vuoi, ma per te tuttavia meglio se resti quello che attualmente sei! 9. Dice Chivar: Ebbene, io rester quello che sono, ma finch il Signore si fermer qui sarebbe mio desiderio stare presso di Lui per udire e vedere luna o laltra cosa! Posso fare ci? 10. Dicono i due: Oh, questo certo puoi farlo, quantunque il Signore non parler molto pi qui n ancor meno far qui cose particolari, perch in questo luogo gli uomini in generale non hanno nessuna fede e considerano il Signore un maestro di magia. Ma voi avrete sufficiente occasione di suscitare man mano in questa gente migliori idee e sentimenti a tale riguardo ed il Signore non vi riterr certo la ricompensa per le vostre fatiche. Questa sera anche Roban sar di ritorno fra voi e vi recher testimonianze importanti sul conto di Ges, il Signore. Voi avrete in lui una guida molto prudente e saggia, perch Roban fra voi uno degli spiriti pi forti. Dopo queste parole i due angeli si allontanarono e si riunirono alla nostra compagnia.

55. Capitolo Il rapporto dei popoli con i loro governanti. 1. Allora prende la parola Cirenio e Mi chiede se fosse ormai consigliabile sciogliere quei farisei, anziani leviti e scribi, secondo la sua opinione completamente convertiti, dai vincoli delle dure leggi da lui emanate nei loro confronti. 2. Gli rispondo Io: Quando si ha lautorit di fare le leggi, mai si deve emanarne una nuova troppo precipitosamente, ma quando una legge emanata, ancora meno affrettatamente bene che la legge emanata venga abrogata, poich in questo caso il consiglio dellesperienza deve indicare cos giusto e opportuno. Vedi, se tu emani una legge nuova, ti rendi nemici tutti coloro a carico dei quali la legge data, ma se tu abroghi la legge stessa, nessuno te ne sar grato, ti si taccer di debolezza e si andr dicendo con aria di trionfo: Eccolo qui il tiranno! Siccome ha visto limmenso numero dei suoi nemici, egli ora vorrebbe rientrare nel favore del popolo, abrogando dimprovviso la dura legge con cui aveva voluto colpirlo!. Ma di amici ne trover pochi, se non affatto, fra il popolo, perch quando uno ha la stoffa del tiranno, se egli una seconda volta giunge al potere, diventa per la seconda volta un doppio tiranno! 3. E perci, volendosi abrogare una legge data, meglio lasciarla cadere il pi silenziosamente possibile e se si verificano delle trasgressioni, si usi indulgenza e non eccessiva severit nelle sentenze, se poi un altro reggente assume il potere,
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allora questi libero di abrogare del tutto le leggi emanate dal suo predecessore e di prescrivere altre leggi pi miti, conformemente allo spirito del popolo, a meno che non accadesse che essi stessi venissero e te ne pregassero; in questo caso certo tu puoi dichiarare fuori vigore la parte pi rigida della legge emanata, sempre per con la riserva di reintegrare la legge nella sua piena severit originaria, qualora dovessero manifestarsi dei sintomi maligni, precursori di ostilit alla buona causa che con la legge si aveva in animo di tutelare. 4. Ecco, questa la prudenza cui ogni reggente deve ispirarsi nel guidare i popoli a lui dipendenti, se egli davvero vuole che il suo regno sia felice! Ed un reggente docile e fiacco dovr ben presto venire alla constatazione sempre triste che egli non avrebbe dovuto, per troppa condiscendenza, lasciarsi sopraffare dal popolo! 5. Infatti i popoli stanno al loro reggente nello stesso rapporto in cui i figli stanno ai genitori. Genitori severi ed in pari tempo saggi avranno anche figli buoni, obbedienti e premurosi che li ameranno ed onoreranno, mentre i genitori deboli e troppo condiscendenti saranno ben presto sopraffatti dai loro figli, i quali poi finiranno un bel momento con il cacciarli fuori di casa. 6. Lamore congiunto a seriet e saggezza una legge eterna; chi cos agisce non sbaglia mai ed un giorno raccoglier i frutti squisiti e preziosi della sua opera. Mi hai compreso perfettamente? 7. Dice Cirenio: S, o Signore, proprio perfettamente e tale cosa si verificata sempre in questo mondo. Un reggente troppo buono e condiscendente ben presto spacciato, per anche un reggente troppo severo e dispotico non dura troppo a lungo, dunque io concludo che nel mezzo, fra i due sistemi, stanno la sapienza, la felicit e la sua durata! 8. Dico Io: S, certamente cos , e come Io ti ho gi detto la via di mezzo sempre la migliore. Ora per facciamo ritorno a casa, perch il pomeriggio gi molto inoltrato 9. Domanda Cornelio: Ma Signore! Questi vecchi non accennano qui a finirla con la loro dormita; ma non potrebbero piuttosto restare a casa loro per festeggiare in questo lodevole modo il Sabato? Almeno non annoierebbero gli altri presenti con il loro russare cos fragoroso, come fanno! In verit c da scappare via in tutta fretta dinanzi a questo fenomeno sgraditissimo fra i tanti! Io sono capace di sopportare qualunque rumore o schiamazzo, ma quando uno dormendo russa, per me una cosa disperante! 10. Gli dico Io: Via via, lascia andare, fintanto che russano, non peccano, anzi, perfino meglio che essi abbiano russato finora, perch, se fossero stati svegli, avrebbero udito pi di una cosa atta ad attizzare lo scandalo nei loro animi, e ci non sarebbe stato buono, ma siccome hanno dormito molto profondamente, cos non hanno n visto n udito niente e perci non si sono scandalizzati. Ora, vedi, questo molto buono. Ma adesso andiamocene e lasciamo che questa gente seguiti a dormire.
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11. Allora accennammo a dirigerci verso luscita della sinagoga, per i farisei e gli anziani ci precedettero in fretta e, giunti alla gran porta che era aperta a met, spalancarono completamente il gran portone ed esclamarono: Signore, cos sta scritto: Alzate le porte ed allargate i portoni, affinch il Re di gloria entri!. Ma Chi questo Re? Egli Jehova Zebaot, il Quale sia da noi tutti lodato, celebrato e onorato da eternit in eternit! 12. E Cirenio dice loro in tono amichevole: S, cos e cos sia in eterno! Sia il Signore sempre con voi! 13. Ed essi esclamano: E con lo spirito tuo pure, affinch, come Egli, tu voglia usarci grazia, perch le tue leggi ci hanno oppressi gravemente pi della morte, ma, essendo noi stessi oramai diventati interamente Suoi discepoli e considerato che noi stessi volonterosamente e fattivamente ci addossiamo le tue leggi, queste stesse dure leggi per noi come se non esistessero. Tuttavia, appunto per queste leggi, noi dobbiamo ringraziarti, perch senza di esse saremmo potuti arrivare con facilit al punto di tradire questa causa santissima! E perci, anche, non ti preghiamo pi di abolire le tue leggi severe, perch ormai uguali a te siamo nel pensiero, nella fede e nellazione, e perci noi ora le aboliamo per tutti i tempi dei tempi fino allultima lettera, in forza della nostra libera volont dazione secondo la legge stessa! 14. Dice Cirenio: Questo anche il pensiero che mi ha guidato nellemanare la legge nei vostri confronti ed io nutro sicura speranza di non dover mai pi rinnovarla in forma cos dura. Non lasciatevi dunque mai pi trarre in errore e seguite rigorosamente i consigli che i due angeli di Dio vi hanno dato; in questo modo noi resteremo i migliori amici in Dio, il Signore, ed il mio governo non vi sar affatto di peso. E se in seguito allassunzione della nuova carica di preside della vostra sinagoga da parte di una nuova persona dovesse risultare che questa tentasse di perseguitarvi in qualsiasi modo, per il fatto che siete amici di Ges, il Signore dalleternit, ed in pari tempo amico pure dei romani di cui godete la benevolenza, in questo caso non vi sar difficile trovare la via fino a me ed allora verranno ben presi tutti i provvedimenti atti a tutelare nel miglior modo possibile i vostri diritti fisici, nonch, in maniera particolare, quelli spirituali! Ed ora nuovamente io vi dico: Il Signore sia con voi! 15. Ed essi tutti rispondono ad alta voce: E con lo spirito tuo, in eterno!. 16. Dopo ci essi sinchinano profondamente dinanzi a noi e per la grande porta gi spalancata usciamo e ci dirigiamo verso casa, dove troviamo gi pronta la cena, consistente in pane vino e svariatissime qualit di frutta dolcissima e matura. Noi prendiamo posto alle mense e dopo il ringraziamento la compagnia fa onore a quanto le stato offerto. Terminato il pasto noi per ci fermiamo ancora a tavola fino al tramonto, intrattenendoci in liete ed edificanti conversazioni.
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56. Capitolo Roban e Kisjonah narrano le loro avventure. 1. Poco prima del tramonto, ecco giungere a casa Mia Roban accompagnato da Kisjonah i quali gi a distanza avevano cominciato a salutare tutti coloro che incontravano e Kisjonah si affretta verso di Me a braccia aperte e Mi porge prima che ad altri il saluto di vera amicizia, commosso fino alle lacrime e dopo poco tempo rivolge la parola alla figlia, che quando era arrivato lo aveva preso per mano, che andava coprendo di baci; saluta poi suo genero e Cornelio e quando apprende che lo splendente romano che sedeva presso di Me il governatore Cirenio, gli chiede perdono di non averlo riconosciuto! 2. Ma Cirenio profondamente commosso, gli prende la mano e posandola sul proprio petto dice a voce alta: Non tu a me, ma io a te devo chiedere perdono per non averti fino ad oggi conosciuto di persona! Infatti oltre che a Ges, il Signore, al quale certo solamente spetta ogni lode ed onore, anche a te, o fedele e onesto Kisjonah, che io debbo una gratitudine illimitata, poich fra tutta la gente dei tuoi dintorni, sei tu, senza alcun dubbio, quello che pi di tutti ha contribuito a salvarmi da un guaio che altrimenti mi sarebbe certo costato la vita! Dunque, o pregiatissimo amico mio, per me una gioia davvero grande averti potuto conoscere ora anche personalmente. 3. Allora Kisjonah, oltremodo lieto per laccoglienza avuta, si d a raccontare di molti avvenimenti e di molte cose accadute nel frattempo ed infine pure di una visita da lui fatta a Sichar assieme al vecchio ed onesto Roban, dove ha avuto occasione di intrattenersi con Jonaele, Jairuth e pi ancora con Archiele, il quale ormai viveva e agiva perfettamente come qualunque altro uomo, in modo che ad un estraneo non sarebbe potuto venire in mente, neppure in sogno, che dentro di lui si celasse un essere puramente spirituale. 4. E cos egli aveva pure fatto visita al medico Joram ed alla sua cara e gentile moglie ed in quella occasione aveva ammirato le magnificenze della loro meravigliosa casa, tutti e due poi lo avevano aggiornato delle cose straordinarie l accadute e Roban, dal canto suo, non aveva fatto che osservare ed ascoltare avidamente tutto, non celando la sua immensa meraviglia e dicendo fra s, nei momenti di pi intensa commozione: S, certo, il mio sangue e la mia vita per il divino Maestro di Nazaret! Infatti Egli non pu essere un uomo comune, ma deve essere Dio in Persona, altrimenti non gli sarebbero possibili tali cose!. 5. E mentre Kisjonah ancora intento al suo racconto, Roban Mi viene vicino e dice semplicemente: Signore! Io sono con Te e nessuna potenza al mondo, allinfuori della Tua Volont, potr separarmi da Te! 6. Gli dico Io: Avevo ben saputo gi prima che saresti venuto da Me, per tu non sai ancora che tutti i tuoi fratelli e colleghi sono ormai diventati Miei sostenitori, senza perci cessare di essere dinanzi al mondo quello che erano prima. Del resto anche tu resterai frattanto cos come sei stato finora e ci finch
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il nuovo preside della scuola, il quale dopodomani assume il posto di Giairo, si sar raffreddato alquanto nella sua baldanza. 7. I tuoi fratelli gi ti istruiranno in tutto ci che avrai da dire e da fare e avrai da contenerti al cospetto del nuovo preside, il quale da principio vorr bens affermare la propria autorit, ma non passer mezzo anno che per qualche po di denaro voi potrete ottenere da lui quello che vorrete, perch egli non ha nessuna fede nel Tempio e quello che c in lui non riguarda per ora che il denaro, gradatamente poi anchegli arriver al punto di poter credere in qualche cosa di meglio. Adesso per puoi recarti dai tuoi fratelli e riferire a loro tutto ci che hai visto ed udito. 8. Dopo queste Mie parole, Roban si congeda da Kisjonah ringraziandolo per tutto il bene che gli aveva fatto e dice infine: Di uomini come Kisjonah, purtroppo, ce ne saranno davvero ben pochi sulla Terra e, rivolgendosi a lui, tu sei lunico che abbia saputo trovare le vie del mio cuore! Il Signore ti benedica per tutto il bene che hai procurato a me ed a mille altri!. Poi egli fa un profondo inchino davanti a noi e si affretta a raggiungere i fratelli che sono ancora radunati nella sinagoga, senza per la compagnia dei dormienti, che erano stati allontanati subito dopo la nostra partenza. Egli viene accolto con sorprendente amicizia, ed in letizia e serenit di spirito tutti si scambiano le loro impressioni e fra reciproche meraviglie si narrano lun laltro tutto quello che a ciascuno successo e quanto hanno udito e visto. 9. Per anche da noi quella sera regnava un ottimo umore, perch Kisjonah non era arrivato da solo, ma con parecchie bestie da soma ben cariche, con i rispettivi guidatori, ed avevano portato vino, farina, formaggi, pane, miele ed una buona quantit di eccellente pesce affumicato, cosicch la madre Maria non pot trovare tutto lo spazio necessario per accogliere le provviste. 10. Allora si preg un vicino di mettere a disposizione le sue vaste dispense per custodirvi con una certa cura leccedenza che non poteva trovare posto ed egli acconsent, sebbene per pura compiacenza e non troppo volentieri, perch era un individuo notoriamente sordido e avido, ma siccome Kisjonah gli offr per la sua fatica e per i suoi buoni uffici due monete doro, allora egli si dimostr subito ben disposto e divenne molto servizievole, tanto anzi che nella foga del trasportare i sacchi, essendo il crepuscolo gi inoltrato, urt una volta con violenza il discepolo Giovanni e questi ebbe in quelloccasione a dirgli: Amico, vedi di essere pi prudente nel tuo zelo pagato, altrimenti non mancherai di causare qualche danno a te ed agli altri. Saresti invece felice se per il Regno di Dio, che ti giunto cos vicino, avessi lo stesso zelo che hai per questi due pezzi doro di nessun valore e, comportandoti cos, non urteresti nessuno! Oh, la cecit immensa degli uomini che non pu e non vuole mai riconoscere lAltissimo! 11. Il vicino per non si lasci confondere, comp il suo lavoro secondo quanto era stato convenuto e non si cur daltro. 12. Allora Giovanni Mi domand: Signore, ma davvero possibile che un uomo abbia nel corpo e nella sua anima tanta insensibilit ed apatia?
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13. Ed Io gli rispondo: Lascialo stare, di questa specie ve ne sono in terra dIsraele ormai molte migliaia, che in fatto di ottusit e di cocciutaggine non hanno niente da invidiare gli asini e perci anche loro compete non altro che la ricompensa dellasino!. 14. Questo scambio di parole provoc nella compagnia una risata un po rumorosa, accresciuta poi ancora da alcune felici ed acute osservazioni di Filopoldo, che dimostr che di solito luomo vede ogni cosa meglio di quanto vede precisamente quella che gli sta sotto il naso! E tutti ammirarono la sua perfetta dialettica. 15. Dopo questa scena noi ci levammo da mensa e ce ne andammo a riposare.

57. Capitolo Il servizio reso ai mondi dagli angeli. Un globo cosmico. 1. Tutti ebbero presto trovato il posto loro assegnato e dormirono fino al mattino. AnchIo mi ritirai e dormii un paio dore; i due angeli per durante la notte accudirono al loro ufficio direttivo dellUniverso e con il levar del sole furono gi di ritorno presso di noi. Si avvicinarono a Me e, dopo aver ringraziato, dissero: Signore, lordine pi perfetto regna in tutto lintero ed immenso Uomo cosmico. I soli centrali principali sono al loro posto e le loro rotazioni sono regolari, le orbite dei soli centrali primari sono invariate, quelle dei soli centrali secondari intorno ai precedenti sono pure al massimo ordine ed altrettanto si dica dei soli centrali di terzo ordine, con i loro dieci volte centomila soli planetari, dove pi e dove meno, come Tu, o Signore, hai fin dai primordi stabilito la misura! Gli innumerevoli soli planetari poi, con i piccoli pianeti e le loro lune, privi per lo pi di luce propria, dipendono ad ogni modo dallordine dei grandi soli centrali e cos in questo globo cosmico(2) che affidato a noi due per la sorveglianza, tutto procede nel migliore e massimo ordine. Noi potremmo dunque, com nostro desiderio, passare ancora una giornata serena presso di Te, o Padre santo, e presso i Tuoi figli che tanto amiamo?. 2. Dico Io: Va benissimo, per impiegate a dovere ogni minuto in svariatissimi ed utili insegnamenti, perch i Miei figli ne hanno ancora molto bisogno. 3. I due angeli allora si ritirano tutti lieti e felicissimi, salutano Maria e dopo di lei i discepoli e Cirenio, Cornelio, Fausto, Giairo, Kisjonah e Boro, ma Cirenio, che aveva udito parlar di molti soli, domanda senza indugio ai due di
2 Nota di Jakob Lorber: Globo cosmico la denominazione dellinsieme di decilioni di volte decilioni di soli, che, quali soli centrali di 1a, 2a, 3a e 4a classe assieme agli innumerevoli soli planetari, come per esempio quello della nostra Terra, si muovono tutti in grandi ed estesissime orbite attorno ad un comune incommensurabile Punto Centrale, che pure un grande e quasi infinito sole centrale principale. Ma innumerevoli simili globi cosmici, che stanno fra di essi a distanze per noi uomini inimmaginabili e riempiono lo spazio eternamente infinito, tutti assieme portano il nome di Il grande Uomo cosmico. Questo per una pi facile comprensione del rapporto mattutino dei due angeli a Ges, il Signore dellinfinito. 139

che soli si fosse trattato nel colloquio da essi avuto con Me, considerato che di soli egli non ne conosceva che uno soltanto. 4. I due per gli rispondono in tono affettuoso: Carissimo amico e nostro fratello nel Signore, non voler conoscere quello che per ora ti impossibile comprendere e dal quale non dipende affatto la salvezza della tua anima, perch quello di cui abbiamo trattato con il Signore ti ucciderebbe, qualora tu lo comprendessi e lo conoscessi nella misura in cui noi lo dobbiamo comprendere e conoscere in ogni tempo. Ad ogni modo sappi che tutte le stelle che tu puoi ammirare in una notte chiara ed ancora moltissime altre, che a causa della loro enorme distanza il tuo occhio non pu percepire, sono altrettanti mondi solari di una grandezza incalcolabile per la tua capacit intellettiva. Il sole che tu vedi uno fra i pi piccoli soli planetari, ma tuttavia corrisponde in grandezza gi ad oltre mille volte mille questa Terra; immaginati ora soltanto un sole centrale appena della quarta categoria, intorno al quale ruotano, percorrendo orbite immense, centinaia di migliaia di soli planetari unitamente ai loro pianeti o piccole Terre non luminose, qual quella su cui voi vivete! La capacit di questastro di per s tale che in esso troverebbero posto mille volte tutti i soli planetari che gli girano intorno con tutti i rispettivi pianeti e lune. Dicci ora, o amico, se puoi adesso farti un qualche concetto di una grandezza simile 5. Risponde Cirenio: O carissimi servitori di Dio, non ditemi altro a questo riguardo, ve ne prego, perch sento che mi prende la vertigine! Chi avrebbe potuto neppure in sogno pensare ad una cosa simile? E voi potete sorvegliare tutto ci, per cos dire, con uno sguardo? Che potenza e che profondit di sapienza divina deve esserci in voi! Ma, poich oggi sono tanto ansioso di sapere, ditemi ancora, cos in generale, che cosa c veramente su questi immensi e innumerevoli soli? 6. Dicono i due: Tutto quello che vedi sulla Terra, queste ed altre simili cose tu le trovi anche su di un grande mondo solare, certamente in forme molto pi elevate e nobili ed in proporzioni talvolta non soltanto pi grandi, ma addirittura gigantesche. L, come qui, ci sono uomini, animali e piante ed inoltre dimore immense, di una magnificenza indescrivibile, in confronto alle quali il Tempio di Gerusalemme ed il palazzo imperiale di Roma devono sembrare dei poverissimi gusci di lumaca ed in tutto c questUno, dalleternit e per leternit il solo Signore ed il solo continuo Creatore. 58. Capitolo Il rapporto degli uomini della Terra con il Padre Celeste. 1. Nellapprendere queste cose Cirenio, preso da grandissima venerazione, esclama: O amici e servitori di Dio! Ora soltanto scorgo Chi veramente il Signore e chi sono io! Io sono un nulla assoluto, mentre Egli infinitamente Tutto! Soltanto non comprendo la nostra umana audacia nel parlare con Lui con tanta facilit, come se ci trovassimo di fronte a un nostro pari.
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2. Dicono i due angeli: Egli Stesso vuole che sia cos, perch i figli hanno dalleternit il diritto di conversare con il Padre a loro piacimento! Dunque non fare domande circa cose e rapporti insulsi, poich non colpa tua se tu sei un uomo, ma la ragione di ci sta soltanto in Colui che ti ha creato cos come tu sei, fuori da Se Stesso e per Volont e Potere Suoi, senza essere vincolato al consiglio di nessun altro, se non a quello assolutamente Suo. E in verit chi avrebbe potuto Egli interrogare se non unicamente Se Stesso, dato che prima di Lui non esisteva alcun essere in tutta limmensit? 3. Dunque, quando tu parli con Lui come con un tuo pari, fai benissimo, perch Dio, allinfuori di Se Stesso, non ha nessuno con cui poter scambiare parola. Ma le Sue creature, che da Lui procedono, godono per Suo volere di una tale libert che esse possono parlare con Dio e Dio con loro cos come pu parlare un uomo ad un altro uomo e, per conseguenza, il fatto che tu parli con Lui come con un altro tuo simile resta perfettamente nellambito dellOrdine, poich la creatura degna del suo Creatore ed il Creatore degno della Sua creatura. 4. Ogni creatura certo un testimone dellOnnipotenza, della Sapienza e dellAmore di Dio e senza il Suo Potere non c nessun spirito, per quanto forte, che sia capace di creare qualcosa da se stesso, perch ci lo pu fare solo Dio! Ma poich ogni creatura un testimone dellOnnipotenza, Sapienza ed Amore divini, perch non dovrebbe la creatura essere degna del suo Creatore? Comprendi questa cosa? 5. Risponde Cirenio: O sapientissimi servitori di Dio lOnnipotente! Come sono ben chiari e comprensibili e riboccanti di sapienza i vostri insegnamenti! S, questa certamente la Verit! Luomo davvero non deve vergognarsi di quello che , perch egli senza dubbio il capolavoro massimo del Creatore, qualora viva secondo la Volont divina da lui liberamente riconosciuta. Ma se un uomo agisce contrariamente alla Volont di Dio, credo che egli rovini se stesso e non possa pi corrispondere a ci che in origine era e che dovrebbe essere e restare in eterno. 6. E cos il peccato deve essere una azione contraria allOrdine originario di Dio, in conseguenza della quale luomo, che nella sua parte perfezionabile egli stesso il creatore della propria natura destinata a diventare simile a Dio, si rovina e si rende con ci da se stesso indegno di essere una creatura delleterno ed onnipotente Artefice! 7. Dicono gli angeli: Qui tu hai pienamente ragione! Ciascun uomo resta certo un capolavoro degno di Dio, in quanto egli nella forma, nelle attitudini, nella capacit e nella vivente libert , per cos dire, una pura macchina in cui lo spirito pu manifestarsi libero e fattivo. 8. Ma invece, per quanto riguarda lo sviluppo morale del suo cuore, luomo pu degradare se stesso al livello di un orrore dellInferno ed appunto con ci commette il peccato pi grave, poich egli converte in se stesso, per propria volont, il capolavoro supremo di Dio in una mostruosa e miserabile rovina
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quanto mai indegna della Divinit, la Quale poi deve dedicare una fatica immensa ed una pazienza incalcolabile per restituire lopera rovinata alla dignit di capolavoro. 9. Ora appunto, a causa delle innumerevoli opere che si sono rovinate da sole, questa volta venuto nel mondo il Sommo Artefice Stesso, allo scopo di riordinare per tutti i tempi queste molte opere che si sono rovinate! Per anche in seguito le opere si rovineranno, e per ovviare a questo male Egli fonder su questo mondo un nuovo istituto, nel quale tutte le opere che si sono rovinate potranno ripararsi e riordinarsi da sole. Ma chi, per propria libera volont, non vorr utilizzare questa istituzione, rimarr rovinato in eterno se alla sua volont non dar unaltra direzione! Comprendi tale cosa? 10. Dice Cirenio: Anche questo lo comprendo perfettamente, ed appunto per questo sono dellopinione che sar necessario, mediante leggi scelte e severe, costringere gli uomini a fruire completamente della nuova istituzione 11. Dicono gli angeli: Questa cosa certo accadr, ma allumanit giover poco, perch alluomo utile veramente soltanto quello che egli fa per atto proprio, libero e spontaneo, tutto il resto per lui di gravissimo danno. 12. Infatti se luomo potesse venire perfezionato usando una qualche costrizione sia esteriore che interiore, noi avremmo ad esuberanza il potere di legare e costringere tutti gli uomini in maniera tale che essi sarebbero del tutto impossibilitati ad agire contro qualsiasi legge. Ma con ci noi verremmo a ridurre luomo, che dovrebbe divenire perfettamente simile a Dio in piena libert, ad una macchina animata, ad un automa altrettanto incapace di decidersi ad unattivit libera ed efficace, quanto lo la spada, per quanto acuta, della giustizia senza essere brandita da una mano esperta. 13. Da tutto ci puoi rilevare molto chiaramente che con qualunque genere di costrizione non c mai in eterno niente da ottenere, ma unicamente con il vero insegnamento, come prima cosa, e poi con la libera autodecisione di vivere o di agire secondo linsegnamento appreso, per mezzo del quale a ciascuno vengono in ogni senso rese manifeste le vie ben rischiarate dellOrdine divino. Comprendi anche questo?.

59. Capitolo Sulla grande lotta nelluomo. 1. Dice Cirenio: S, lo comprendo, purtroppo, perch poco buon successo ci si pu ripromettere da questo! Dove e quanti sono gli uomini capaci solo di intendere e di accogliere una dottrina e quanti ce ne sono poi fra gli illuminati stessi che abbiano una forza di volont tanto preponderante da tradurre completamente nellazione la dottrina proclamata e da loro ben compresa? Io faccio venire qui mille ben convertiti e sono pronto a rimetterci quel che si vuole se fra questi se ne possono trovare dieci che abbiano la ferma volont ed
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anche il necessario coraggio di mettere in pratica la dottrina appresa e ben compresa, specialmente fra masse di popolo fanatico e superstizioso! Infatti, a che cosa servirebbe loro mettere in pratica la dottrina delleterna e chiarissima verit se gi il giorno successivo venissero strangolati fra atroci dolori dai fanatici egoisti e crudeli a causa di ci? 2. Voi certo siete dei servitori dellAltissimo immensamente saggi e potenti, per da quella esperienza che ho, quale uomo di governo, dico: Assolutamente senza una qualche costrizione, questa dottrina della Vita, per quanto veramente divina, non trover mai un accesso particolarmente ampio! Almeno bene che la superstizione fanatica ed eccessivamente orrida venga ricacciata, usando al massimo grado il potere coercitivo, altrimenti la dottrina sarebbe eternamente peccato annunciarla anche ad una sola giornata di viaggio distante da qui! 3. Noi che siamo qui, crediamo certo fermissimamente alla purissima Verit eterna che ci viene in tanta abbondanza rivelata, ma tuttavia non interamente senza una qualche costrizione, perch sia voi due che il Signore e le Sue opere, questi sono per lappunto anche degli elementi di costrizione per niente troppo meschini, senza dei quali in questo luogo non si potrebbero mettere assieme un migliaio tra ascoltatori e seguaci della dottrina. Se dunque questo mezzo coercitivo, molto notevole, non ha ancora ridotto noi a vere macchine gi del tutto morte, come lo manifestano a sufficienza queste mie obiezioni forse non del tutto prive di fondamento, io ritengo che un mezzo coercitivo puramente esteriore non dovrebbe risultare proprio tanto nocivo agli uomini che, seguendo questa nuova dottrina dai Cieli, sono destinati a diventare dei veri figli di Dio!. 4. Dicono gli angeli: Sotto certi riguardi tu hai certamente ragione, ed anche i mezzi coercitivi esteriori non mancheranno di venire adottati, ma accanto a questo tu arriverai alla convinzione che una costrizione esteriore in fondo ancora peggiore di una interiore impercettibile, poich dei mezzi coercitivi esteriori si serve anche Satana per mantenere viva la mala superstizione! Se noi dunque, nel diffondere la dottrina dei Cieli, ci troviamo addirittura a far ricorso a mezzi spregevoli usati da Satana, vale a dire se noi ricalchiamo le sue orme, si domanda: Che vantaggio possiamo trarre per il bene eterno delluomo?. 5. La mala superstizione si in ogni tempo affacciata al mondo e si aperta la sua via bagnata di sangue con il fuoco e con la spada, dunque, se ora anche il purissimo Verbo di Dio dovesse procedere per questa stessa via, potrebbe mai un uomo, anche per poco desto nello spirito, accoglierlo come un Verbo divino di pace dai Cieli? Non sarebbe invece egli indotto ad esclamare: Dio mio, non Ti basta che lumanit sia tormentata in modo raccapricciante gi da Satana, perch Tu, lOnnipotente, debba venire a noi, poveri e deboli uomini, percorrendo la sua medesima via? 6. Ora vedi, carissimo amico e fratello, sotto quale assurdo aspetto si presenterebbe la cosa qualora Dio, il Signore, nella diffusione della Sua dottrina fra gli uomini per la loro felicit eterna, volesse fare uso di quei mezzi di cui
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lInferno si sempre servito per poter offrire agli uomini di questo mondo i suoi acerbi frutti, i suoi aspri cibi! 7. Purtroppo un giorno arriveranno quei tempi in cui la dottrina profanata di Ges, il Signore, verr predicata ai popoli con il fuoco e con la spada, ma questo sar un male gravissimo per gli uomini! Ed ora comprendi tutto ci?. 8. Risponde Cirenio: Ahim, s certo che lo comprendo e mi domando sempre ancora perch da parte dei Cieli onnipotenti non si vogliano impedire tali estreme calamit e perch mai si dovette o si volle, in generale, cominciare a concedere libero accesso al male in questo mondo!. 9. Dicono i due: Carissimo amico e fratello! Se non ti estranea una qualche sapienza, giudica tu stesso se senza un contrario possa esservi un vantaggio! Quando mai un uomo diventato un eroe senza combattere? Ma gli uomini sarebbero venuti ad una lotta se fra di loro fossero stati soltanto dei mansueti agnellini? Ovvero, potresti tu mai misurare la tua forza se non ci fosse qualcosa capace di opporti una certa resistenza? E come potrebbe esistere un Alto se non ci fosse un Basso? Oppure come potresti fare del bene a qualcuno se non ci fosse nessuno che ha bisogno di aiuto? Che cosa sarebbe allora una buona azione se nessuno ci fosse ad averne vantaggio? O potresti tu insegnare ad un onnisciente qualcosa che prima non sapesse? 10. Vedi, in un mondo dove luomo deve da se stesso plasmarsi a vero figlio di Dio conveniente che gli vengano offerte anche tutte le possibili occasioni, sia buone che cattive, di poter mettere in pratica, nellestensione massima, la dottrina di Dio. 11. Devono esserci il freddo ed il caldo, affinch il ricco abbia occasione di provvedere di vestiti i suoi fratelli poveri e nudi. E cos pure ci devono essere dei poveri, perch nuovamente i ricchi possano esercitarsi nella misericordia ed i poveri nella gratitudine; cos pure necessario che vi siano dei forti e dei deboli, affinch ai forti sia offerta occasione di soccorrere i deboli ed ai deboli invece loccasione di riconoscere nellumilt del loro cuore che essi sono veramente deboli. Ed infine, in certo qual modo, devono esserci anche gli stolti, come pure dei saggi, perch altrimenti a che cosa servirebbe ai saggi il lume del loro intelletto? 12. Se non ci fossero i cattivi, dove troverebbero i buoni il paragone per giudicare se e fino a quale punto essi sono veramente buoni? 13. Dunque, per riassumere quanto detto, in questo istituto di autoformazione degli uomini a liberissimi figli di Dio deve anche essere dato agli uomini il maggior numero possibile di occasioni pro e contro, allo scopo che i figli possano radicalmente esercitarsi in tutto e completamente perfezionarsi, poich altrimenti non potrebbero mai diventare dei veri ed onnipotenti figli dellAltissimo! 14. Perci noi ti diciamo: Fintanto che un uomo, per potere assolutamente suo proprio, non arriva a respingere Satana fuori dal campo della lotta, in ogni evenienza ed in ogni circostanza, egli ben lontano ancora dallessere un
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perfetto figlio di Dio. Ora, come mai potrebbe egli uscire vincitore su questo nemico se gli si togliessero tutte le occasioni di venire, sia pur lievemente, in contatto con lui?. Un cosa certa: il vero Regno di Dio si acquista unicamente al prezzo di dure lotte, perch la vita eterna fiorisce soltanto nella pi assoluta libert e perci deve essere anche offerta occasione al combattimento fra Cielo ed Inferno!.

60. Capitolo Della utilit delle passioni. 1. Dicono gli angeli: Cos pure tu osserverai che gli uomini sono dominati da svariate passioni, come per esempio: uno sente in s il bisogno di possedere tutto quanto ha un qualche valore, questa evidentemente avidit, dunque un vizio. Ebbene, a questo vizio tu devi la navigazione, perch soltanto in uomini sfrenatamente avidi di propriet o di guadagni poteva sorgere la pericolosissima brama di cercare i mezzi per varcare le distese immense dei mari allo scopo di cercare al di l del mare una qualche altra eventuale terra, forse rigurgitante di tesori. Dopo aver sopportate molte fatiche e dopo aver rischiato cento volte la vita, essi approdarono alla nuova terra, ma il loro ardore si spense e le fatiche ed i pericoli corsi avevano tolto loro il coraggio per il ritorno; allora essi si stabilirono l, dove il vento li aveva portati: si costruirono capanne e case e cos popolarono un paese ancora del tutto inabitato. Giudica ora tu stesso se gli uomini, senza la passione dellavidit e dellavarizia, avrebbero mai scoperto un paese straniero! 2. Consideriamo ancora la passione della sensualit carnale. Considera per un momento che questa passione non ci fosse ed immaginati una umanit celestialmente casta al massimo grado possibile e tu potrai, fino nella pi tarda et, trovare lodevole compiacimento nella vita di una purissima vergine e di un castissimo uomo che regna sul mondo. Ora per supponi che tutti gli uomini vivessero in questo stato di castit suprema e poi d a te stesso: Che cosa ne sar della propagazione della specie umana in queste condizioni, stabilita nellOrdine di Dio?. Da ci dunque puoi rilevare che anche questa passione deve essere insita nelluomo, altrimenti la Terra dovrebbe in breve tempo apparire spopolata! Che luno o laltro uomo, nei riguardi di questa passione, si lasci trascinare purtroppo molto spesso a degenerazioni, come lesperienza giornaliera insegna, questo certamente vero, ed una simile degenerazione sempre contro lOrdine di Dio e perci un peccato, ma tuttavia anche il frequente deviare di questa passione dallOrdine divino preferibile sempre e di molto allestirpazione totale della passione stessa. 3. Ora, tutte le forze di cui dotato luomo, e che da principio si manifestano come passioni difficili da tenersi a freno, devono essere suscettibili del massimo sviluppo tanto verso lAlto quanto verso il Basso, altrimenti luomo
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finirebbe con il diventare in ogni caso simile ad unacqua tiepida ed insipida e sprofondare nella pi stagnante pigrizia. 4. Noi te lo diciamo: Niente ti pu rendere una testimonianza tanto valida dellalta e divina destinazione delluomo quanto i massimi vizi di fronte alle pi eccelse virt degli uomini, perch appunto questo fatto sta a dimostrare quali capacit ed attitudini infinite siano concesse agli uomini di questa Terra! La via che luomo pu percorrere immensa e sale da un lato ai supremi abitacoli di Dio nei Cieli, che perfino a noi angeli non sono accessibili, mentre dallaltro lato scende allInferno pi profondo e, se cos non fosse, luomo non potrebbe mai raggiungere la dignit di figlio di Dio. 5. Noi angeli abbiamo a che fare con uomini di infiniti altri mondi, ma che differenza c fra qui e l! Sugli altri mondi, tanto nei riguardi spirituali quanto nei naturali, agli uomini sono posti dei limiti oltre ai quali essi ben difficilmente possono muovere un passo; voi invece, uomini di questa Terra, non avete, per quanto concerne lo spirito, assolutamente alcun limite, come non lo ha il Signore in Persona e potete fare quello che volete. Voi potete innalzarvi fino agli abitacoli pi intimi di Dio, ma appunto anche per questa ragione potete scendere fino alle infime profondit di Satana, il quale un giorno fu anchegli il pi libero spirito proceduto da Dio, ma siccome cadde, dovette precipitare necessariamente negli abissi pi profondi di ogni perdizione, dai quali egli forse e soltanto a gran stento trover la via del ritorno, perch da parte di Dio concesso appunto al vizio una capacit di perfezionamento altrettanto sconfinata quanto alla virt!.

61. Capitolo Del valore della libera volont 1. Parlano i due angeli: Dunque, riguardo alluomo su questa Terra, tutto dipende unicamente dal libero volere e dallinsegnamento, il pi possibile privo da costrizione, il quale da Dio dato in modo che, per quanto concerne lazione conseguente, esso sia sufficientemente accessibile ad ogni grado di intelligenza umana gi alla prima enunciazione, cosicch nessuno pu scusarsi con il dire di non aver compreso la dottrina, perch Ama Dio sopra ogni cosa ed il prossimo come te stesso tanto universalmente comprensibile, da poter essere afferrato con mano da ogni cieco e se qualcuno effettivamente segue questa dottrina breve, semplice e facilissima, eppure che contiene tutto in s, egli solo per questo fatto, verr, auspice il proprio cuore, gi guidato dal Signore Stesso in ogni immaginabile sapienza e potr poi a sua volta diventare guida del proprio simile e cos allora luno pu istruire ed educare laltro fino a che il Signore Stesso viene, lo prende e lo alleva a vero figlio di Dio. 2. Questa per anche la giusta diffusione della santa dottrina nellordine dei Cieli; tutto quello che possa essere in pi o in meno, proviene dal male ed arreca
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poco o nulla di benedizione alle piante dei Cieli di Dio. Hai ben compreso tutto ci?. 3. Risponde Cirenio: S, ho compreso tutto! Io vedo ormai perfettamente a quali grandi cose Dio abbia destinato questa Terra e gli uomini che vi dimorano, per, lunica fatalit a tale riguardo che, accanto ai figli di Dio, per cos dire nella stessa scuola, vengono allevati anche i figli dellInferno e precisamente ciascuno nella propria sfera! Ma ora devo anche veramente ammettere che, considerata la cosa dal punto di vista della profondissima Sapienza divina, la cosa non pu essere altrimenti. Per altro il Signore saggio, buono e potente pi che a sufficienza per indurre un giorno anche lInferno a mutare direzione! Leternit certamente abbastanza grande per poter, nel corso della sua infinita durata, prendere ogni tipo di disposizioni e stabilire le modalit sotto le quali, alla fine, anche i figli dellabisso abbiano a dichiararsi vinti assieme al loro seduttore e maestro! 4. Dicono i due angeli: Questa tua supposizione si trova gi molto oltre lorizzonte della nostra sapienza! Tu, per, quale figlio del Signore, ti trovi evidentemente pi vicino al Signore e Padre tuo che non noi, sue semplici creature, e di conseguenza puoi percepire anche prima di noi nel tuo cuore un bisogno divino-puro; ma che a Dio nessuna cosa impossibile, questo certo lo sappiamo anche noi. Oltre a quanto gi ti dicemmo circa a tale argomento, non possiamo dirti neanche una sillaba di pi. 5. Se vuoi avere chiarimenti pi profondi in questo riguardo, rivolgiti al Signore Stesso; gli infiniti soli dellUniverso presi assieme non eguagliano la chiarezza con cui ai Suoi occhi si mostra tutto quello che le eternit future tengono celato tra fittissimi veli. Noi per crediamo che difficilmente Egli vorr rivelare una tal cosa ad un mortale, a causa dellorecchio quanto mai acuto di Satana. Infatti il nemico ha mille volte mille orecchie, bene usare unestrema prudenza quando si parla di lui, se non lo si vuole rendere ancor pi perverso di quanto esso gi sia. 6. Dice Cirenio: Sta bene. Per questo motivo anchio non ne far menzione al Signore!. 7. Dico Io: Oh, non occorre che tu parli ad alta voce, perch Io so intendere anche quello che dici e che chiedi nel segreto del tuo cuore.

62. Capitolo Del pensare col cuore. 1. Dice Cirenio: Signore, per quello che concerne me, la questione di pensare con il cuore non va assolutamente, perch gi fino dalla mia giovinezza io fui abituato a pensare con la testa e mi pare quasi impossibile poter pensare con il cuore! Che cosa si deve fare per poter arrivare ad un simile risultato?.
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2. Rispondo Io: Questa una cosa molto facile da comprendere ed del tutto naturale, poich, tutto quello che tu mai possa, puoi o che tu voglia pensare nel grande cervello, spinto dal tuo sentimento, si matura prima nel cuore e, per quanto piccolo sia il pensiero, deve evidentemente precedere un incitamento in virt del quale il pensiero stesso viene suscitato come una necessit. Quando il pensiero, sotto la spinta di un qualche bisogno o di una qualche aspirazione, suscitato o si prodotto nel cuore, appena dopo esso sale al cervello, per esservi contemplato ed interpretato dallanima, affinch questa imprima infine alle membra del corpo quelladeguato movimento atto a tradurre nella parola o nellazione il pensiero sorto nel cuore, ma che un uomo possa pensare soltanto con il capo, questo davvero impossibile! Perch il pensiero una creazione spirituale e di conseguenza non pu sorgere in nessun altro luogo che non sia dove c lo spirito delluomo, il quale ha la sua dimora nel cuore dellanima e da dove conferisce vita alluomo tutto intero. E come mai sarebbe possibile ad una creazione svilupparsi da una materia, per quanto sottile, considerato che ogni materia, dunque anche il cervello delluomo, non altro che effettiva materia e non pu, conseguentemente, che essere il prodotto della potenza creatrice, ma mai la Potenza creatrice stessa! Comprendi ora bene questa cosa e cominci forse gi a sentire che non vi uomo che possa pensare qualcosa soltanto con la testa? 3. Dice Cirenio: Oh Signore, ora io lo sento in maniera assolutamente viva! Ma che cosa mai succede in me? Adesso ho limpressione di non aver mai altrimenti pensato che con il cuore! meraviglioso! Ma come si pu spiegare un fatto simile? Certo, io percepisco nel mio cuore vere parole e precisamente come parole pronunciate e non mi pare pi assolutamente che sia possibile concepire un pensiero nel capo. 4. Gli dico Io: Questa la conseguenza del tutto naturale del ridestarsi sempre maggiore dal tuo spirito nel cuore, spirito che lamore per Me e con Me a tutti gli uomini. 5. Negli uomini per, nei quali tale amore non si ridestato ancora, i pensieri si formano bens sempre nel cuore, ma, poich questo troppo materiale, essi non vengono percepiti qui, ma soltanto nel cervello, dove i pensieri del cuore, quantunque pi materiali, per effetto dellimpulso allazione, assumono unimmagine e si amalgamano alle immagini tratte dal mondo esteriore tramite i sensi pi esteriori del corpo, le quali si sono impresse nelle tavolette del cervello ed in tal modo i pensieri si presentano dinanzi agli occhi dellanima e diventano essi stessi materiali e cattivi, cosicch essi devono venir considerati necessariamente anche quale causa del malvagio operare degli uomini! 6. E perci ciascun uomo deve prima rinascere nel cuore e quindi nello spirito, altrimenti non pu entrare nel Regno di Dio! 7. Dice Cirenio a Pietro che gli sta accanto: Comprendi bene questa cosa della rinascita dello spirito nel cuore e che cosa e dove veramente sia il Regno
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di Dio, del quale Egli e i due angeli parlano continuamente come di un premio futuro per la nostra fede?. 8. Dice Pietro: Certamente che lo comprendo! E se non lo comprendessi non resterei qui, ma ritornerei alle cure della mia casa. Tu per, o nobile signore, cerca nel tuo cuore e la troverai in breve tempo molto di pi di quanto io potrei spiegarti con le mie parole in cento anni. 9. Guarda noi che siamo i Suoi primi discepoli e testimoni, se parliamo esteriormente molto con Lui! Eppure noi parliamo con Lui di pi che non tu e molti altri mediante la parola esteriore. Noi comunichiamo con Lui semplicemente nel cuore e gli facciamo ogni tipo di domande ed Egli ci risponde con pensieri chiari e bene espressi, con ci noi veniamo doppiamente a guadagnare, perch una risposta del Signore nel cuore delluomo per luomo, in certo modo, gi direttamente un contributo di vita, mentre la parola esteriore pu tradursi in contributo di vita, soltanto mediante il continuo esercizio dellanima nellazione. 10. Di conseguenza, o illustre signore, puoi formulare nel tuo cuore anche una domanda riguardo alla nota questione che concerne Satana e poi il Signore porr ben la risposta nel tuo cuore tanto silenziosamente ed in segreto che a Satana, malgrado il suo udito finissimo, riuscir impossibile intenderla! Nella stessa maniera tu puoi chiedere in cuor tuo al Signore notizie anche circa la rinascita dello spirito nel cuore e circa il Regno di Dio e vedrai che la risposta chiarissima non si far attendere a lungo 11. Dice Cirenio: Oh, appena adesso comprendo perch voi non scambiate quasi mai una parola con il Signore, ci mi ha meravigliato non poco gi parecchie volte! Ebbene, io voglio provare se il Signore, essendo cos misteriosamente indulgente con voi, potr esserLo certamente anche con me! Infatti che io Lo ami sopra ogni cosa, lo dimostra il fatto che in questo frattempo io lascio, per cos dire da parte, le mie molteplici e gravi cure di governo e che mi trattengo presso di Lui, per rafforzare la mia anima con ciascuna parola che esce dalla Sua bocca santissima! 12. E credo altres che per puro amore verso di Lui io faccio ed ho fatto pi di tutti voi, perch lho conosciuto quandera ancora un tenero bambino ed in terra pagana e straniera io ho provveduto a Lui, ai Suoi genitori e fratelli e mentre voi non gli avete sacrificato che le vostre reti, io sarei pronto, qualora Egli lo gradisse, a deporre allistante tutte le mie cariche mondane, per seguirLo poi in tutta fedelt quale il minimo fra di voi e ad esporre, quando occorresse, la vita per Lui e per voi tutti, come ho gi fatto un paio di volte, senza considerare tutte le tempeste che a causa di ci, con molta facilit, avrebbero potuto scatenarsi sul mio capo da parte di Roma. 13. Ma se io faccio tutto questo per vero amore verso di Lui, penso che vorr ritenere me pure degno di questa grazia che elargisce a voi con tanta abbondanza.
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14. Gli dico Io: Tu lhai gi, o Mio carissimo amico e fratello, per quello che hai, non ti pi necessario cercarlo e non pi necessario affannarti come se tu non lavessi ancora! Sii dunque perfettamente tranquillo e prova ad interrogarMi nella quiete della tua anima riguardo ad una qualsiasi cosa ed Io metter una risposta chiara, precisa e intelligibilissima nel tuo cuore, che davvero Mi ama sopra a tutto.

63. Capitolo Sul ritorno del Perduto. 1. In seguito a questo Mio consiglio, Cirenio domanda riguardo a Satana: Cosa succeder un giorno di lui? Ed ammissibile lidea di un ritorno da parte sua in unepoca quanto mai lontana? 2. Ed Io glispiro nel cuore la seguente risposta: Tutto quanto ora accade, accade a causa sua: quello che perduto, viene cercato ed al gravemente malato viene offerto il rimedio, ma la sua volont resta libera e tale deve restare, perch sopprimere la sua volont significherebbe convertire tutta limmensa Creazione materiale che quasi non ha confini e tutti gli elementi di essa in durissima pietra inadatta del tutto a qualsiasi manifestazione vitale. Tutta intera la Creazione materiale costituita da questo grande spirito sottoposto a giudizio fino al limite massimo possibile ed esso viene suddiviso in innumerevoli mondi, i quali, nel loro numero quasi senza fine, costituiscono tuttavia il suo completo essere. Per da questo Unico Essere vengono tratti innumerevoli miriadi di miriadi di esseri, come sono nella maggior parte gli uomini di questa Terra, i quali per la Potenza, lAmore e la Sapienza di Dio vengono trasformati a loro volta in esseri completi e perfettamente simili a Dio. Ora questo gi un ritorno certo dellUnico grande Spirito. 3. Ma quando tutte le terre e tutti i soli saranno disciolti e convertiti esclusivamente in esseri umani, allora anche di quellUno non rester pi che solamente ed unicamente il proprio Io, il quale, nello stato di assoluto abbandono e di perfetta solitudine in cui verr a trovarsi, dovr con il succedersi dei tempi piuttosto disporsi al ritorno che non condannarsi a languire senza speranza per leternit. In quel tempo nessun sole e nessuna Terra materiale ruoter pi nellimmensit degli spazi, ma in sua vece gli spazi eterni, che non hanno confini, saranno tutti e dappertutto popolati da una nuova creazione spirituale di esseri liberi e beati, di una magnificenza e bellezza supreme ed Io sar e rimarr per leternit delle eternit continuamente Dio e Padre a tutti gli esseri. Ora questo stato di beatitudine suprema non avr mai fine e vi sar un solo gregge, un solo ovile e un solo Pastore. 4. Per, quando questo avverr, secondo la misura degli anni terrestri, non potr mai essere stabilito! E se Io anche volessi rivelartene il numero, non ti sarebbe possibile concepirlo, perch se ti dicessi che fino a quellepoca dovranno
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trascorrere mille volte mille periodi di mille volte mille anni, quanti granelli di sabbia vi sono nel mare e su tutta la Terra e quanti fili derba vi sono su tutti i paesi della Terra e quante gocce dacqua vi sono in tutti i mari, laghi, torrenti, fiumi, sorgenti e ruscelli della Terra, tu non potresti affatto contare il tempo per determinare con ci lepoca della soluzione finale! 5. Perci accantona pazientemente questa cosa, per la quale c tanto tempo, e vedi invece prima di tutto di conquistarti il Regno di Dio e la sua vera Giustizia. Cos facendo, dopo la morte del tuo corpo tu sarai immediatamente ridestato da Me a vita eterna e nel Regno dei puri spiriti mille anni terrestri passeranno come un giorno! 6. Ora, amico Mio, nel Mio Regno Spirituale, ricolmo di ogni pi suprema beatitudine, di tutto quello che qui ti appare senza fine potr essere atteso il compimento con estrema facilit e in letizia perfetta. Per ora n tu n nessuno dei Miei discepoli pu venir iniziato in tutta la sapienza dai Cieli, ma quando, fra pochi anni, tu sarai battezzato con lo Spirito Santo di Dio, allora questo Spirito guider te e tutti gli altri in ogni verit e sapienza dai Cieli ed allora soltanto contemplerai in chiarissima luce tutto ci che ora deve apparirti ancora oscuro e confuso! Ma questo che ti stato rivelato adesso, tienilo strettamente per te e fa che nessuno ne venga neppure in minima parte a conoscenza, perch tali cose conviene che vengano tenute segrete per lungo tempo ancora! 7. Quando Cirenio ebbe inteso in s tutto ci, ne fu estremamente sorpreso e dopo qualche istante di intensa meditazione disse: Certo, stata senzaltro la Tua Parola quella che ho inteso scorrere fedele e chiara come un limpidissimo filo dacqua nel mio cuore; ma lesortazione finale proprio necessario che venga tanto rigorosamente osservata? Avendo a che fare con persone fidate, assolutamente oneste nel pensiero e nella fede, credo che si potrebbe pur rivelare qualcosa, fosse pure mediante piccoli cenni intercalati qua e l? Io credo che ci non potrebbe nuocere a nessuno! 8. Gli dico Io allora, ad alta voce: Amico Mio, ad un uomo che come te pu apprendere per la via interiore, certamente queste cose non nuocciono, altrimenti Io non te le avrei rivelate, ma se molti uomini le udissero esteriormente per la via naturale dellorecchio materiale, sarebbero loro di gravissimo danno, il come ed il perch te lhanno spiegato a sufficienza i Miei angeli e cos ora lasciamo stare questo argomento, perch noi dobbiamo trattare ancora molte altre questioni di grandissima importanza che per il momento sono molto pi urgenti di questa tua domanda, la cui risposta deve appena maturarsi attraverso le eternit delle eternit!.

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64. Capitolo Sullessenza, vita e lavoro degli spiriti naturali. 1. Cirenio si dimostra soddisfatto di questa decisione, ma poi a sua volta si leva Kisjonah e Mi prega di poter egli pure fare una domanda circa una disposizione da Me presa, che aveva avuto una soluzione non chiara. 2. Gli dico Io: Parla pure, o amico degli amici e dei nemici!. 3. Dice Kisjonah: Ecco, quando ci siamo recati per ritirare gli ultimi tesori dalla grotta nella montagna di mia propriet, Tu avevi ordinato che noi dovessimo provvederci di pane e vino in buona quantit, perch avremmo trovato molti esseri affamati ed assetati! Io subito feci portare del pane e del vino in abbondanza e stetti ad aspettare tanto nella grotta che fuori che si annunciasse qualcuno bisognoso delle provviste stesse. Ma vedi, o Signore, non si fece vedere nessuno cui poterlo offrire! 4. Per, quando fummo usciti dalla grotta e Tu con la Tua Potenza la facesti sbarrare per tutti i tempi, mediante Archiele, non si trov pi n pane n vino e nessuno dei portatori si trov in grado di spiegarmi chi veramente se li fosse presi. Io per tra il succedersi degli avvenimenti meravigliosi non avevo rimarcato la cosa, ma il giorno dopo, quando Tu fosti partito da Chis, tutta la mia casa naturalmente non fece che parlare di Te e come di solito avviene con la gente, trattandosi di cose tanto meravigliose, corse sulle diverse bocche il racconto di almeno il doppio delle mirabili cose che, quanto consta a me, Tu effettivamente operasti. Molti di tali narratori li rimproverai per la loro riscaldata fantasia, ci che in fondo si riduce ad una pia menzogna, ma dalla scomparsa del pane e del vino che avevamo portato con noi, confesso che rimasi io stesso colpito e sorpreso davvero, poich non potevo proprio ricordarmi cosa fosse successo del molto pane e vino portato con noi, dato che non ne avevamo assaggiato per nulla?. 5. Dico Io: Io ben sapevo che questo fatto ti avrebbe indotto a ritornare in argomento, per la cosa per se stessa non tanto particolarmente importante come tu immagini. Ma, poich hai sollevato la questione per venirne in chiaro, Io nondimeno ti devo dare la spiegazione del caso, ascoltaMi dunque. 6. Nei monti, come pure nellaria, nella terra, nellacqua e nel fuoco vi sono certi spiriti naturali, che non hanno ancora percorso la via dellincarnazione, perch non si ancora presentata loccasione di poter trovare accesso nella carne durante un atto procreativo umano, per poi venire partoriti al mondo mediante il corpo di una donna. In tutti gli elementi esistono masse di simili spiriti allo stato pre-umano. 7. Ebbene, quelli fra questi spiriti che sono attivi nei monti, hanno tratto dallaria gi una qualche maggiore consistenza, essi non sentono nessun particolare bisogno di venire generati nella carne e di venir poi partoriti incarnati fuori da un corpo, ma preferiscono invece, poich sono dotati di intelligenza, talvolta discretamente acuta, di rimanere il pi a lungo possibile nel loro stato di
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libert e di indipendenza. Perfino un certo senso di giustizia non loro estraneo e temono lo Spirito di Dio, del Quale hanno, non di rado, una nozione abbastanza chiara, certamente sempre soltanto alcuni fra loro, che hanno gi raggiunto una certa et. I giovani che vengono accolti in questa societ sono di solito ancora molto tenebrosi e qualcuno perfino cattivo e potrebbero arrecare molti danni, se non fossero tenuti a freno dai pi anziani. Il loro compito principale di formare ogni tipo di metalli, di ordinarli e farli prosperare in filoni e strati nelle fenditure dei monti. 8. Questi spiriti prendono talvolta anche il nutrimento naturale precisamente dal regno naturale vegetale; a tale cibo ricorrono quando sono chiamati a lavori grevi nel regno della montagna, come sarebbe la trasformazione delle rocce, il sezionamento o lo scavo di porzioni grandi di montagna, lo svuotamento di caverne interne troppo piene dacqua e molti altri lavori di questo genere; lavori nei quali questi spiriti vengono occupati spesso fino al massimo limite possibile delle loro forze, allo scopo di fare loro perdere leccessivo amore per le loro montagne con loppressione talvolta fortissima del lavoro e di indurli a cercare di venire generati nella carne, perch, particolarmente dora innanzi, nessuno spirito pu giungere alla piena beatitudine vivente e libera, se non per la via dellincarnazione. 9. Questi spiriti, Mio caro Kisjonah, e particolarmente quelli che curano lassetto dei tuoi monti, dovevano compiere un lavoro quanto mai aspro nello sbarramento della grotta infame e perci dovette venire loro infusa la forza necessaria mediante il pane ed il vino! Ed ecco, questi sono quelli a cui Io avevo accennato, quando dissi: Noi troveremo molti che avranno fame e sete e che avranno bisogno di questo ristoro e cos anche avvenuto che tutto stato consumato senza che ne rimanesse una briciola o una goccia; dopo di che essi al comando del Mio angelo compirono alla perfezione il gravissimo lavoro. Ed in ci consiste la chiara risposta alla tua domanda. Lhai tu ben compresa?.

65. Capitolo Leggende sugli spiriti della montagna. Sulla magia. 1. Dice Kisjonah: S, o Signore, ora ho compreso tutto e ci tanto pi in quanto, da parte dei minatori che sono occupati a scavare ogni tipo di minerale nelle mie montagne, ho moltissime volte udito raccontare storie di questo genere, come cio talvolta sparisse il pane ed il vino che portavano con loro ed essi non riuscivano a comprendere chi fra di loro avesse forse potuto fare un simile scherzo ladresco. Quando poi i minatori adirati cominciavano a dar sfogo alla loro rabbia, essi udivano non di rado una risata squillante ed alcuni sostengono perfino di aver visto saltellare loro incontro delle figure umane della grandezza di un bambino e di colori differenti, chi azzurro, chi rosa, verde, giallo e qualcuno anche del tutto nero.
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2. Cos pure non molto tempo che il mio pi vecchio minatore mi ha raccontato di aver incontrato uno di questi ometti azzurri, che pare lo abbia consigliato di portare per lavvenire pane e vino dentro ad una tasca di cuoio da tenersi sospesa addosso e cos gli affamati compagni della montagna non avrebbero potuto impadronirsene. Si dice ancora che nelle gallerie scavate nel monte non sia troppo consigliabile parlare ad alta voce n assolutamente fischiare e addirittura imprecare e bestemmiare, perch sembra che i geni della montagna non possano tollerare queste cose ed essi sarebbero capaci di fare del male a tutti coloro i quali non volessero osservare questo divieto! Inoltre anche il ridere dovrebbe essere una cosa proibita, perch insopportabile a questi gnomi. Se per i miei minatori volessero qualche volta offrire pane e vino agli gnomi, questi, in cambio, potrebbero essere loro di aiuto nella ricerca di ricchi giacimenti di minerale. 3. Io di solito ho ritenuto che questi racconti non fossero altro che delle favole, perch di persona non ho avuto mai occasione di far esperienze a tale riguardo, quantunque io abbia abbastanza spesso visitato gli scavi nelle mie montagne; ma adesso, dopo la spiegazione che Tu mi hai benignamente dato, mi tutto perfettamente chiaro! Una cosa sola, per, non posso almeno per il momento ancora comprendere e cio come questi geni della montagna, che sono propriamente degli spiriti, possano consumare un cibo naturale. Come mangiano e come bevono questi esseri, a dire il vero un po sinistri?. 4. Rispondo Io: Allincirca nel modo come il fuoco consuma le cose che ne divengono preda; getta nel fuoco una goccia di vino o una briciola di pane e vedrai ben presto svanire ambedue. Ora, vedi, questi spiriti o geni della montagna consumano il cibo naturale pressappoco cos: essi disciolgono rapidamente lelemento materiale ed invertono i principi spirituali-sostanziali esistenti nella materia ad integrazione del loro essere animico, assimilandoli in loro stessi, ci che avviene in un momento. Ed ora conosci anche questo e non occorre che tu faccia altre indagini a tale riguardo 5. Dice Kisjonah: Signore, io Ti ringrazio per questi chiarimenti che hanno rasserenato e rallegrato contemporaneamente la mia anima ed ora riconosco in maniera ancora pi evidente che tutto quello che mi circonda da ogni parte non che vita, sempre e dappertutto vita! 6. Gli dico Io: Molto bene, amico Mio. Per di una cosa soltanto debbo pregarti e cio che quanto tu e chiunque altro avrete ormai cognizione di ci, vogliate tenerlo per voi; perch simili cognizioni non sono salutari per tutti. Tutti i maghi egiziani e persiani stanno, non di rado, in diretto contatto con simile genere di spiriti e con il loro aiuto compiono ogni tipo di incantesimi. Ma tutte queste specie di magia sono dinanzi a Dio un abominio e chi le esercita davvero mai, o molto difficilmente, trover accesso al Regno dei Cieli! Infatti questi incantatori precludono agli spiriti gi menzionati la via dellincarnazione e quando muoiono divengono prigionieri di quelle anime immature e soltanto con grandissima difficolt ne possono venir liberati, perch
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essi vanno continuamente assimilando elementi naturali dalle immature e nude anime naturali! Io lo dico a tutti voi: Maledetto sia loperatore di incantesimi!. Nessuno pu mai aver visto che un vero incantatore abbia voluto con la sua magia raggiungere un qualche scopo anche soltanto buono a met! In ogni occasione invece si rivela evidentissimamente la pi smaccata avidit di lucro accanto alla pi spudorata brama di dominio, ora a tali spiriti conviene venga riservata nel pi profondo Inferno una ricompensa mortificante! 7. Esclama a sua volta Fausto: O Signore, Signore, per i molti incantatori e indovini che vivono nel vasto impero di Roma le cose si metteranno male! Infatti gli uomini di questa specie godono, appunto a Roma, di una considerazione quasi divina e possono con la loro parola paralizzare la volont dellimperatore e di qualsiasi altro eroe, per quanto grande e valoroso. Daltro canto, per, con una parola possono certo anche animarli ed infondere tanto coraggio da far tremare le montagne!. 8. Gli dico Io: Certamente, o amico Mio, verr il giorno in cui la migliore delle sorti non arrider a questi uomini che vogliono fare da semidei, poich essi sanno ingannare, nel modo pi vergognoso, quelli che non sono iniziati nella loro arte e li spingono, con i loro inganni, non di rado a commettere i pi neri abomini. Per questo motivo questi miserabili non avranno bene; perch essi sono veramente coloro che vendono vento a carissimo prezzo e che generano orrori infiniti e peccati per la rovina dellumanit! 9. Dice qualcuno: Ma se si convertissero, non potrebbero anchessi divenire beati? 10. Gli rispondo Io: S, se si convertissero certo anchessi potrebbero essere beati, ma questa la cosa triste: appunto questa specie di uomini la meno incline a convertirsi! Voi potrete indurre a convertirsi un assassino, un brigante, un ladro, un frequentatore di prostitute e un adultero; un re ed un imperatore potranno deporre facilmente la propria corona, ma un incantatore non si separa dalla propria bacchetta magica, perch i suoi invisibili compagni non glielo consentono e gli dimostrerebbero di essere sempre loro i veri padroni, qualora egli volesse abbandonarli 11. E perci Io ripeto: Maledetti siano i vili incantesimi, perch per causa loro sono venuti sul mondo tutti i peccati! 12. Chi vuole operare miracoli, deve ottenere da Dio la conveniente potenza interiore ed anche quando questo il caso e avverr il miracolo soltanto l dove lestrema necessit lo richieda. 13. Ma chi opera falsi miracoli e con scongiuri e segni cabalistici vuole fare lindovino, costui non occorre pi che venga condannato, poich lo del tutto per sua propria volont. E perci guardatevi tutti dagli abominevoli incantesimi come pure dal profetizzare, perch tutto ci di gravissimo danno allo spirito delluomo!.
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14. Queste Mie parole avevano incusso profondo timore in tutti coloro che le avevano intese ed essi domandarono se bisognasse rinunciare anche ai pronostici del tempo, poich antichissime esperienze parevano essersi rese degne di fede. 15. Dico Io: Oh no, purch questi presagi siano dedotti in base ad osservazioni e calcoli scientifici puri; ma se cos non , anche il pronostico un peccato, perch in questo modo luomo accoglie una seconda fede che non pu fare a meno di indebolire la fede pura ed esclusiva nella Provvidenza divina, per cui avviene infine che egli crede pi ai segni che non a Dio, il solo vero ed onnipotente. 16. Chi si affida alla pura fede, pu pregare e gli sar dato secondo quanto avr pregato, anche se i segni pessimi della terra e dellaria, dedotti dallesperienza, dovessero essere in contrasto stridente con la sua preghiera. Chi per ha maggior fede nei segni, a lui anche accadr secondo lindicazione dei segni. I farisei ci tengono molto ai segni e per denaro sonante lasciano che gli uomini linterroghino su questo, ma verr il giorno in cui avranno tanto maggiore condanna! 17. Non stato Dio a creare tutto ci che serve di segno alluomo? Ma se Dio ha creato tutto ci, sar ben egli permanentemente il Signore anche dei segni e tutto guider e diriger; e se solo Dio che domina e governa ogni cosa creata ed ogni fenomeno, come possono fenomeni e cose aver qualcosa da indicare, senza di Lui? Dunque, se una tal cosa non mai possibile che sia, allora ricorra luomo con la preghiera a Dio, lUnico che pu tutto, ed appaiano pure i segni in qualunque modo si voglia! Non forse questo pi consolante di mille fra le pi accreditate interpretazioni di segni? 18. Dicono tutti coloro che siedono alla Mia tavola: Signore, quello che hai detto certo e vero e se Tu volessi anche disporre in modo che tutto il mondo cos pensasse e cos facesse, o certo, questo assumerebbe tutto un altro aspetto rispetto a quello che ha presentemente! Ma per noi che siamo qui radunati intorno a Te la cosa sicuramente facile, appunto perch vicini a Te, vale a dire vicini alla Ragione prima di ogni essere e di ogni fenomeno; ora in ben altre condizioni vengono a trovarsi le molte migliaia di centinaia di migliaia che non hanno linestimabile ed immensa fortuna di essere nella Tua compagnia santissima e di apprendere le parole della vita direttamente dalla Tua bocca! Tutti costoro aspirano certo ugualmente come noi a Quello di cui tutta la Creazione rende sicura testimonianza. Ma gli sguardi loro rivolti alle stelle non riescono a scoprirTi mai e la loro intensa brama non viene soddisfatta. Perch meravigliarsi, dunque, se presso tali uomini sorgono e trovino anche troppo facilmente seguito gli operatori di incantesimi, nonch i segni e i loro interpreti, dato che essi offrono agli uomini, che desiderano le cose di Dio, qualcosa che, seppure falso, ha tuttavia sempre una certa vernice che lo fa sembrare divino?.
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66. Capitolo Dei maghi e indovini. 1. A questo punto Cirenio prende nuovamente la parola e dice in tono piuttosto serio: Signore! perfettamente vero che Tu sei certamente Colui per il Quale noi gi da lungo tempo Ti abbiamo riconosciuto e nessuno di noi lo pu contestare! Nonostante ci io devo confessare apertamente dinanzi Te che nella Tua presente dichiarazione circa gli incantesimi gli interpreti di segni e gli indovini non ho trovato traccia della Tua Misericordia e del Tuo Amore, che in ogni altra occasione si sono sempre rivelati! Date tali condizioni e tali circostanze sei pure Tu il solo da cui tutto dipende, perch sei Tu Stesso ad inferire colpi tremendi e dolorosissimi alluomo, ma poi guai al colpito, se a causa delle battiture poderose comincia a gridare! Ora, se alla fine questo sia giusto, io non lo posso vedere ancora! 2. Ecco, gli uomini di questa Terra sono senza dubbio per la maggior parte ciechi e ottusi di intelletto e con ci anche cattivi. Ma io domando, a che cosa se ne pu far risalire la causa e dov la ragione del male? E la domanda che io faccio ora la fanno pure molte centinaia di migliaia di romani che non sono certamente del tutto immaturi! 3. Non si pu affatto ammettere che luomo, nella sua prima origine, sia uscito cattivo fuori dalle mani Tue, come si deve escludere che un bambino che non ha mai visto la luce di questo mondo sia gi un demonio. Ma se il primo uomo era buono, com che il secondo e il terzo sono diventati cattivi? Era Tua Volont o di colui che li ha poi generati che fosse cos? Tutto dunque deve essere avvenuto cos com avvenuto, ad ogni modo, secondo il Tuo volere! Ma se tutto questo proceduto per Tuo volere, perch allora la terribile condanna pronunciata contro tali uomini, che non hanno veramente fatto altro che salvare la disgraziata umanit da sicura disperazione, poich Tu non hai voluto manifestarTi, quando essa Ti chiamava! Io Ti supplico dunque di essere giusto s, ma non duro nei Tuoi giudizi, perch la creatura di fronte al suo Creatore disarmata; essa non pu che pregare, tollerare, soffrire e disperarsi! 4. Dico Io: Oh, amico Mio Cirenio! Hai dunque nuovamente dimenticato tutto quanto finora hai appreso tanto da Me quanto dai due angeli? Ho detto forse che sar Io Stesso a giudicare e condannare tali uomini? Non eri tu che pochi giorni fa volevi immediatamente far punire i farisei, perch avevano voluto lapidarMi e non fui Io a non permettertelo? Ora invece sembra che tu Mi voglia accusare! O forse sei tu meglio di altri capace di creare intorno alluomo condizioni tali che gli rendano possibile il diventare figlio di Dio, purch lo voglia? Vedi quanto sei ancora debole! 5. Sei davvero tanto magistralmente esperto delluniversale storia dellumanit da poter, in base alle tue cognizioni, rimproverarMi che soltanto adesso comincio a curarMi di chi Mi chiama e Mi cerca, quasi che prima dora Io non lo avessi mai fatto!?
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6. Non hanno avuto i primi uomini sempre rapporti con Me? Chi era, dai tempi di No fino a Mos, il Sommo Sacerdote di Salem, che si chiamava Melchisedek e che, quale vero Re dei re, abitava appunto a Salem e chi era ancora lo Spirito che aleggiava sullArca dellAlleanza? E poich lo Spirito dellArca dellAlleanza trapass in Me, si domanda: Chi sono Io?. 7. Coloro che Mi chiamavano volevano naturalmente che Io fossi sceso dalle stelle, perch quando fui tra loro, ero per loro troppo comune e troppo poco divino, non volendo brillare come le stelle! 8. Dunque, vedi, quello che ora ha mosso il tuo animo del tutto falso, ma Satana, il quale si accorto lievemente che tu porti in te il suo segreto, ha voluto fare con te una piccola prova solamente per vedere se tu eri capace ad cominciare a litigare con Me! Dunque, ora pensaci su e scruta se pu esservi una qualche ragione in quanto tu hai detto! 9. Posso Io essere mai duro ed ingiusto con qualcuno? O non faccio secondo giustizia quando offro oro genuino e purissimo per lartefatto e il falso? Oppure, devo Io infine lasciarvi marcire nellantica, maligna ed inutile superstizione? Non avrei avuto Io, che sono il Signore, maggior diritto di te di mandare in perdizione i perfidi farisei recalcitranti? Invece, li ho Io giudicati? Oh, certo, essi avrebbero dovuto lasciar gravare su di loro la mano del giudice interiore, che la loro coscienza, se Io non li avessi miracolosamente salvati! 10. Vedi, vedi quanto poco lontano tu vedi ancora! Oh, amico Mio! Tutto quello che finora hai gi visto ed udito avrebbe pur dovuto abituare il tuo occhio a spaziare un po pi lontano!. 11. Cirenio allora invoca da Me il perdono e cos pure tutti gli altri ed ognuno vede ormai chiaramente la falsit dellopinione nutrita a questo riguardo. Io per do loro parole di consolazione e dico: Oh, ancora pi spesso e pi forti prove verranno sopra di voi, ma allora rammentatevi di quanto avvenuto oggi e non dimenticate linsegnamento che oggi vi ho dato, altrimenti, malgrado voi tutti Mi abbiate visto ed udito, potreste cadere in tentazioni ancora maggiori ed essere indotti voi pure a volgerMi le spalle, per far ritorno al mondo, alle sue menzogne ed ai suoi inganni e per schierarvi nel numero di coloro di cui voi diceste che Mi hanno cercato e chiamato ed ai quali Io ho mandato, al posto Mio, degli incantatori e degli indovini per poterli pi facilmente condannare!. Allora essi Mi chiedono nuovamente perdono, ed Io do a tutti la Mia benedizione!

67. Capitolo Il Signore guarisce un idrofobo. 1. Subito dopo ecco presentarsi una moltitudine venuta dalla citt, portando la notizia che un uomo era stato preso da un eccesso di furore. 2. Io, per, domandai che cosa avrei potuto fare!
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3. Ed i cittadini dissero: Noi sappiamo che Tu sei un medico che fa prodigi, perch ce lhanno detto oggi i farisei, che ci hanno anche raccontato come Tu abbia guarito completamente la casa del vecchio Giosa, per la forza della Tua Volont e come Tu debba essere di pi del semplice falegname Ges che noi tutti abbiamo finora conosciuto! E perci siamo venuti a pregare in Te il nostro ben noto compaesano, affinch Tu voglia risanare questuomo invaso dal furore. 4. Allora Io domando: E com che egli stato preso da questa frenesia?. 5. Rispondono i cittadini: Oh, caro Maestro! Gli stata comunicata da un cane affetto da rabbia il quale lo ha morso e questo un male davvero terribile e pericoloso che finora nessun medico stato capace di guarire. Se egli muore, dovr essere bruciato con tutta la sua casa, perch, chi soltanto lo toccasse, sarebbe in breve a sua volta colpito da tale spaventosa malattia! Per questa ragione noi labbiamo ben chiuso in casa sua, perch non possa fuggire allaperto ed evitare che altri ne abbiano ad aver grave danno. Oh, caro Maestro, liberaci Tu da questa piaga! 6. Dico Io: Ebbene, andate e conducetelo fuori, perch sia risanato assieme a tutti coloro che egli ha gi contaminato, quando lhanno preso e rinchiuso in casa!. 7. Osservano i cittadini: Oh Maestro! Chi colui che potr condurlo fuori? Bisogner toccarlo e chi lo tocca gi votato ad una morte spaventosa!. 8. Dico Io: Se voi non credete e non avete alcuna fiducia, non Mi possibile aiutare n lui n voi!. 9. Esclamano i cittadini: Se Tu hai potuto guarire la casa di Giosa che era stata colpita da un male pressoch uguale senza che gli ammalati Ti fossero vicini, dovrebbe esserTi altres possibile aiutare questo frenetico senza che sia necessario condurteLo qui dinanzi!. 10. Rispondo Io: Giosa credette, mentre voi non credete, e nella vostra fede monca e tentennante siete venuti qui piuttosto per provarMi e per vedere che cosa avrei fatto di questo furioso inguaribile! Perci Io nuovamente vi dico: Conducetelo fuori e sar dato aiuto tanto a lui quanto a voi!, poich tutti quanti siete qui, avete gi in voi il germe dello stesso male che non tarder molto a manifestarsi, ma se avete fede e portate fuori lammalato, appunto con ci sar annientato in voi il veleno di Satana!. 11. A queste Mie parole allora essi se ne vanno e ritornano poco dopo conducendo con loro il frenetico che aveva un aspetto terribile e selvaggio, e con le bave alla bocca ruggiva come un leone affamato. Quando i Miei numerosi ospiti scorsero quello sciagurato, furono colti da grande orrore ed angoscia e le donne si rifugiarono tutte in casa, non avendo assolutamente il coraggio di assistere allo spettacolo di quellessere spaventosamente contratto che emetteva urla orribili, perfino Maria, Mia madre, si nascose in casa ed i Miei discepoli arretrarono, allargando il semicerchio che facevano intorno a Me. Giuda corse addirittura a nascondersi dietro un albero e soltanto Cirenio, Fausto, Cornelio, Kisjonah e Boro rimasero imperterriti vicino a Me.
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12. Allora Io dissi a quei cittadini: Scioglietelo e lasciatelo libero! 13. Ma tutti, allibiti dallo spavento, gridarono: Signore! Noi siamo perduti!. Ed i cittadini non si fidarono di fare come Io avevo ordinato, perch tutto il resto del popolo, compresi i discepoli, li intimorirono maggiormente con le loro grida. 14. Per questo Mi rivolsi a Boro e gli dissi: Va tu l e scioglilo, perch egli gi guarito e non pu nuocere pi a nessuno! 15. Allora Boro, del tutto rincuorato, and dallidrofobo e disse: Il Signore Ges sia con te e sii guarito nel Suo Nome!. 16. In quello stesso istante il frenetico si calm; la sua faccia sconvolta ed annerita riprese il suo colorito abituale e con uno sguardo di gratitudine preg Boro affinch lo sciogliesse dai lacci solidi che lo avvincevano e Boro lo sciolse subito, liberandolo dalle corde che apparvero ora del tutto pulite e prive di bava. Il risanato poi si avvicin a Me e con grande fervore Mi ringrazi per quellinaudito beneficio elargitogli, pregandoMi in pari tempo di poter in avvenire venire risparmiato da una simile sciagura. 17. Ed Io gli dissi: Tu e tutti coloro che per mezzo tuo sono stati colpiti infallibilmente dal tuo male ormai siete completamente guariti; in avvenire per siate amici degli uomini e non dei cani! A che scopo dovete tenere dei cani a dismisura? I cani li tengano coloro ai quali sono necessari per la caccia di animali feroci e selvaggi e li tengano i pastori dei grandi greggi come difesa contro i lupi, gli orsi e le iene, ma, allinfuori di questi, nessuno ha bisogno di un cane. E se qualcuno vuole proprio tenerne uno presso di s, allora lo tenga ben legato alla catena, affinch i poveri, per timore dellanimale, non evitino di entrare in casa vostra a chiedere lelemosina. Chi di voi per il futuro non seguir questo consiglio, avr dai cani lo stesso premio che toccato a te. 18. Accogliete invece nelle vostre ricche case i figli di genitori poveri e lasciate dove sono i cani inutili e facilmente pericolosi, cos non cadrete mai preda del tremendo furore che ha origine dal veleno di Satana che i cani portano con s! 19. Dopo ci tutti Mi promettono che si sarebbero in quello stesso giorno ancora sbarazzati dei loro cani; alcuni deboli di fede per Mi domandarono nuovamente se fossero davvero perfettamente guariti dal male e se non avessero niente da temere per lavvenire a tale riguardo. 20. Ed Io dissi loro: O uomini di poca fede! Non vedete che colui che voi Mi avete condotto qui perfettamente guarito? Ma se guarito lui, sarete ben guariti pure voi, per quanto il male non vi abbia ridotti al punto in cui egli era! Se Io posso richiamare i morti che sono nella tomba, i vostri mali di certo non saranno stati peggiori della morte stessa! Il tempo, per, vi fornir la prova che siete veramente guariti. Ed ora andate e presentatevi agli anziani ed ai farisei, dimostrate loro che siete del tutto risanati ed offrite sullaltare lofferta che Mos ha comandato ai lebbrosi di fare quando fossero stati purificati.
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21. Allora tutti Mi ringraziarono con il massimo fervore e Mi chiedono cosa avrebbero potuto fare per Me per ricambiare limmenso beneficio avuto. 22. Ed Io dico: Credete e operate cos come vi insegneranno i farisei ed i dottori della legge!. 23. Ed essi, udito questo, se ne vanno rassicurati e si presentano immediatamente ai farisei nella sinagoga, ai quali raccontano tutto quello che era accaduto e fanno una ricca offerta per lottenuta guarigione. 24. Ma i farisei, che prima non avevano saputo niente di quel caso di rabbia, cominciarono a meravigliarsi grandemente e dicono: In verit questa una guarigione quale soltanto Dio pu fare! Una cosa simile non avvenuta in tutta Israele! Davvero questUomo compie cose che non si verificarono mai, neppure da parte dei massimi profeti! Dunque non esiste male che Egli non sia in grado di guarire e non c morto nella tomba che Egli non possa richiamare in vita! Certo un Uomo simile non mai esistito sulla Terra! Andatevene per ora alle vostre case e ritornate qui domani; bisogner che tra noi si discuta anche parecchio sul Suo conto.

68. Capitolo Un Vangelo per i benestanti. 1. I cittadini ormai fanno ritorno a casa e ridonano ai figli del guarito, al padre ed alla moglie, immersa nel pi profondo dolore, il marito perfettamente sano. La donna inizialmente pu appena credere ai propri occhi, ma ben presto, convinta della verit e pervasa da immensa gioia e gratitudine, scoppia in un pianto dirotto e, radunati i suoi dieci figli, si affretta fuori verso di Me e si prostra ai Miei piedi assieme ai suoi figli e si profonde in ringraziamenti per linaudito beneficio elargito a lei ed alla sua famiglia; in pari tempo Mi supplica di concederle di poter essere utile, per quanto sta nelle sue forze, alla Mia casa ed a chiunque altro Mi sarei compiaciuto di raccomandarle! 2. Io le dico: Tutto quello che tu farai ai poveri per amore del Mio Nome sar considerato come fatto a Me! La Mia casa per ora gi provveduta per il breve tempo che Io ci rimarr ancora, quando Io non vi sar pi, tu verrai a saperlo!. 3. La donna, fra nuove lacrime di gioia e di gratitudine, esclama: Oh Signore, Vero Maestro venuto a noi dai Cieli! Io possiedo una grande sostanza, ma intendo distribuirne subito la met fra coloro che sono veramente poveri, mentre laltra met la amministrer a loro vantaggio, affinch possano sempre trovare presso di me un aiuto, poich penso che cos sia ben fatto, essendomi noto che i poveri, quando hanno pi del necessario, non sanno procedere con la dovuta economia, di solito spendono troppo in una volta e poi nel momento del bisogno si trovano di nuovo a mani vuote!. 4. Gli dico Io: Fa pure cos come ti sei proposta, o cara donna, ma similmente dorrebbero fare tutti i ricchi, perch cos neanche i poveri soffrirebbero mai la
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vera miseria. Ora la miseria una cosa terribile e pi della ricchezza induce non di rado luomo a vizi maggiori. Il ricco almeno resta pubblicamente in onore davanti al popolo e raramente causa di scandalo al mondo, cos come lo il povero, che dal bisogno anche troppo facilmente spinto alle azioni peggiori, per il ricco spietato che approfitta dei poveri per dar sfogo ai propri vizi tuttavia, nonostante il suo onore mondano, mille volte peggiore del povero vizioso. Infatti il povero cade nel vizio spinto dalla miseria, ma il ricco che crea il vizio nella sua inconsumabile abbondanza! 5. Per la ricchezza, impiegata cos come tu adesso Mia cara donna intendi e come anche farai, una vera benedizione dai Cieli e chi a tale scopo amministra la propria ricchezza ne avr per il presente e per leternit un guadagno immenso! E perci chi vuole veramente operare secondo virt sia sempre parco ed economo, per poter, nel momento del bisogno, essere daiuto ed ausilio al povero e al debole. 6. Io dico a voi tutti: Il vostro amore per i vostri figli risplenda come una gran luce, ma il vostro amore per i fanciulli estranei di genitori poveri arda come un immenso fuoco! Perch nessuno in questo mondo pi povero e derelitto di un misero bimbo abbandonato, maschio o femmina che sia; chi nel Mio Nome accoglie un simile povero fanciullo ed ha cura di lui sia nel corpo che nello spirito come uno del proprio sangue, costui Mi accoglie e chi accoglie Me, accoglie altres Colui che Mi ha mandato a questo mondo e che perfettamente Una cosa sola con Me! 7. Se volete che la benedizione di Dio rimanga quale una dolce prigioniera nelle vostre case e che come un campo ben coltivato sia la premessa di abbondante ed eccellente raccolto, istituite nelle vostre case degli asili per allevare ed educare i bimbi poveri, allora su di esse si riverser ogni tipo di benedizione con quella potenza che il torrente rigonfio manifesta scendendo dalla montagna al piano, ma se voi respingete dal vostro cospetto i poveri bimbi affamati o, peggio ancora, se con occhio torvo li cacciate via, quasi vi avessero causato un danno difficilmente risarcibile gi con la loro sola presenza, allora la benedizione fuggir dalle vostre case come fa il giorno morente inseguito dalla notte che a rapidi passi avanza. Ma guai a quelle case che saranno raggiunte da una simile notte! In verit Io vi dico che in esse mai pi la mite aurora annuncer un giorno radioso! Ed ora, Mia cara donna, ritorna pure a casa tua e fai cos come hai deciso di fare e ricordati specialmente delle povere vedove e dei poveri orfani! 8. Dopo questi Miei insegnamenti, la donna ed i suoi figli con essa si alzano, Mi ringraziano ancora una volta e la donna infine esclama con fervore e ad alta voce: O Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe! Quanto sei grande, buono e santo e quanto sono immense la Tua potenza e la Tua sapienza poich hai mandato a noi, poveri peccatori, un Uomo, secondo il Tuo cuore, capace di guarire tutti i mali che affliggono il nostro corpo e il nostro spirito! A Te solo, o Padre santo, vadano ogni lode, ogni amore, ogni onore e ogni gloria in eterno!
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O caro Padre nostro, com grande la Tua bont verso coloro che confidano solo in Te! Tu punisci con durezza chiunque non osservi i Tuoi comandamenti, ma se poi il peccatore pentito a Te si rivolge di nuovo implorando e dicendo: O caro e santo Padre mio, perdona me che sono debole, allora il Padre santo e buono sicuramente lo esaudisce di nuovo e con il Suo braccio onnipotente lo aiuta a tirarsi fuori da qualsiasi tipo di miseria! 9. O uomini, abbiate voi tutti un esempio in me! Anchio sono stata una peccatrice e Dio mi ha fatto potentemente sentire quanto pesante la Sua mano santa quando castiga, ma la mia fiducia non vacill. Io mi pentii dei miei peccati e pregai con tutto il fervore il Padre celeste, ed ecco, Egli solo ha accolto la mia preghiera e mi ha soccorso miracolosamente nel momento del bisogno pi grande e pi terribile! 10. E perci voi tutti confidate soltanto in Lui! Infatti quando laiuto delluomo non vale pi niente, allora Egli viene e soccorre lafflitto! Dunque ogni creatura non si stanchi mai di lodare Lui solo, perch Egli solo pu veramente portare a tutti soccorso! Ma a Te, caro inviato dai Cieli, vada ancora una volta il mio ringraziamento, perch Tu Stesso devi essere uno strumento santo nelle mani del Dio onnipotente! 11. Questa ardente perorazione che, allinsaputa della donna, riguardava Me solo, fece salire ai Miei occhi qualche lacrima di intimissima commozione, tanto che Io per un momento dovetti distogliere il Mio volto da lei. 12. E Cirenio, che se ne accorse, esclam: Signore, perch Tu piangi? 13. Ed Io risposi: Amico Mio, di figliolette come questa ce ne sono ben poche su questa Terra! Come dunque non dovrei Io, che sono il Padre, non versare una lacrima di commozione e di gioia nelludire le sincere parole di lode che lamore le ha ispirato? Oh, Io te lo dico: Pi di qualsiasi altro Padre!. Vedi, questa una donna come tutte dovrebbero essere ed il Mio compiacimento in lei immenso! A lei per sar anche dato di accorgersi cosa significhi che Io abbia pianto di grande gioia a causa sua! 14. Dopo aver detto queste parole, asciugai le lacrime dai Miei occhi e dissi alla donna, tutta immersa quasi in unestasi damore a Dio: Mia cara donna, poi ch il tuo amore e la tua fede in Dio sono tanto grandi quali raramente si sono visti a questo mondo, Io non posso congedarti cos semplicemente come ora sei. Manda dunque il tuo figlio maggiore da tuo marito, perch venga anche lui qui, poich Io devo parlagli ancora di cose molto importanti. 15. Il ragazzo allora va di corsa fino a casa, in citt, ed in breve tempo di ritorno assieme al padre guarito. 16. E dopo che sono arrivati, Io dico alluomo: Amico Mio, affinch tu sia completamente risanato non soltanto nel corpo, ma soprattutto nellanima che vivr in eterno e perch tu sappia farti una ragione di tutto quello che qui avvenuto, Io ti ho fatto ora chiamare. In primo luogo tu, per tutta questa serata, sarai Mio ospite assieme alle tue care creature ed a tua moglie, ed in secondo luogo assisterai qui a qualche altro avvenimento ed udrai tante altre cose dalle
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quali potrai poi rilevare con facilit Chi Colui che ti ha guarito! Dopo che tu e tua moglie Lo avrete riconosciuto, ne avrete lanimo sollevato mille volte di pi e ti convincerai pure che veramente la tua guarigione unassoluta realt. 17. Prima per che venga lora della cena noi faremo una piccola escursione fino alla nuova sinagoga che Giairo ha fatto costruire e Giairo stesso, sua moglie, sua figlia con il marito Boro, Cirenio, Cornelio, Fausto, Kisjonah, tua moglie ed i tuoi figli ci accompagneranno. L sarai testimone di cose che ti rafforzeranno molto nella fede. 18. Dice il guarito, il cui nome era Bab: Maestro, sia fatto quello che Tu vuoi e come Tu vuoi! Io sono pronto a seguirti anche in capo al mondo. 19. Dopo questa risposta di Bab, ci mettiamo subito in cammino verso la sinagoga, che poteva essere raggiunta, passeggiando in un quarto dora con unandatura discreta e con tutta comodit in mezzora.

69. Capitolo Nel sepolcro di Giairo. 1. Noi dunque vi arrivammo anche in breve, entrammo nella sinagoga e penetrammo nel sepolcro dove per pi di quattro giorni era giaciuta Sara e nel quale ancora si trovavano i lini e le bende in cui essa da morta era stata avvolta. In quella stessa tomba per giaceva ancora un altro cadavere di un membro di una famiglia amica di Giairo. Si trattava di un ragazzo dodicenne, il quale un anno e mezzo prima era morto di malattia acuta. Esso giaceva in una bara di cedro ed il corpo, ad eccezione delle ossa, era gi completamente decomposto e consunto. 2. Alla vista di quella bara a Giairo vennero le lacrime agli occhi e con voce piangente disse: Che triste cosa il mondo! Sul suo terreno fa sorgere i fiori pi delicati e qual il loro destino? Scomparire e morire! Il profumo della rosa si converte ben presto in odore nauseabondo ed il tenero e candido giglio diffonde intorno a s un fetore putrido, quando si decompone! Lazzurroceleste del giacinto diventa il cereo-grigio della morte, ed il garofano trapassa come mille altri dei suoi deliziosi fratelli! 3. Questo ragazzo era, per cos dire, un angelo, il timore di Dio laveva accompagnato fin dalla culla e nel suo decimo anno gi comprendeva le Scritture ed osservava i comandamenti come un pio israelita adulto. In breve la sua condotta davvero esemplare nella sua ingenuit fanciullesca e le sue doti spirituali meravigliosamente sviluppate giustificavano in noi le pi belle speranze. Ma un terribile male venne e non vi fu medico che fosse capace di vincerlo e cos con questo fanciullo mor anche tutto quello che in breve tempo ci si sarebbe potuti a buon diritto aspettare da lui! 4. E qui deve pure sorgere in noi la domanda: Perch mai Dio, il Signore dellamore e della misericordia, permette che avvenga questo ad uomini che
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sperano e confidano in Lui?. Migliaia di bimbi poveri vagabondano di qua e di l senza tetto e senza una qualche educazione e Dio non li richiama da questa Terra, invece i figli di genitori che hanno tutte le possibilit di allevarli cos come soltanto pu riuscire gradito a Dio, devono di solito finire sottoterra! Ma perch questo? 5. Se a Dio piace che sulla Terra non vi siano che selvaggi capaci di mettere assieme appena quattro parole, allora certo fa bene se toglie via da questo mondo ogni fanciullo che dimostri di essere un po pi sveglio di spirito e lascia che i soli deficienti continuino a vivere accanto alle scimmie! Ma se invece Dio ha un qualche interesse che su questa Terra prosperino uomini pii ed a Lui devoti, che Lo riconoscano e Lo amino, io credo che Dio dovrebbe avere cura della vita di simili fanciulli pi di quanto sia sempre stato il triste caso finora! 6. Dico Io: Mio caro amico Giairo, tu parli cos come ti suggerisce la tua interiorit umana, ma Dio invece fa nel Suo criterio divino cos come Egli dalleternit vede e comprende e come deve vedere e comprendere, altrimenti tu e tutto quello che esiste non avrebbe esistenza! Per, anche allinfuori di queste considerazioni, la tua disputa con Dio una dichiarazione di ingiustizia! 7. Se Dio richiamasse dal mondo gi nellinfanzia tutti i fanciulli che in quella prima et rivelano un acuto spirito e dei talenti, voi tutti, che ora vi trovate presso di Me, sareste da lungo tempo dissolti nella terra! Siccome, invece, voi siete ancora qui, avendo gi raggiunto unet abbastanza avanzata, il rimprovero che tu muovi a Dio ingiusto, perch anche voi nella vostra fanciullezza avete dimostrato di essere in modo non comune desti nello spirito. Anche voi eravate figli di genitori facoltosi sotto ogni riguardo, eppure Dio vi ha lasciato vivere, mentre lontano da qui, fra i pagani, Egli ha preso via da questa Terra molte migliaia di poveri bimbi colpiti da svariate incurabili malattie ed i loro miseri genitori ne hanno provato altrettanto dolore quanto quelli di questo ragazzo, i quali vivono ancora e al posto di questo hanno adottato tre altri fanciulli poveri. Ora questi tre fanciulli sono oramai diventati successori del tutto degni di questuno, il quale con il tempo, a causa dei suoi spiccati talenti, sarebbe stato troppo viziato e troppo abituato alla vita comoda dai suoi genitori, che nel loro amore lanteponevano a Dio, ed avrebbe finito in seguito con il non corrispondere affatto alle alte speranze da loro concepite; infatti il risultato finale per lui sarebbe stato quello di diventare un babbeo vanitoso, superbo e cocciuto, dal quale nessun sommo sacerdote avrebbe potuto ottenere qualcosa! 8. Dio per vide gi prima tutto ci, lo richiam a tempo debito da questo mondo e nellAldil lo affid agli angeli, allo scopo di una educazione migliore, affinch potesse rendersi tanto prima maturo per quella destinazione che a lui, come ad ogni altro uomo da parte di Dio, in modo particolare fissata. 9. Ma oltre a tutto ci Dio previde pure che sarebbe venuto il tempo, che oggi, in cui per voi pochi il Suo Nome dovesse venire glorificato e, vedete, Dio lasci morire questo ragazzo un anno e mezzo fa affinch egli si trovasse gi decomposto quando Dio, il Signore, lo avesse richiamato alla vita terrena. Dunque estraete la bara ed apritela!.
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70. Capitolo Risurrezione di Giosoe. 1. Dopo queste Mie parole, Boro e Kisjonah discesero nella tomba e tentarono di alzare la bara, ma non poterono affatto smuoverla per leccessivo peso che aveva, poich era fatta di legno di cedro massiccio ed era resa pi greve ancora da una quantit di fregi in bronzo, oro e argento. Dopo ripetuti tentativi inutili, Boro disse: Signore! La bara troppo pesante e noi non possiamo assolutamente venirne a capo! Mi pare che essa sia stata messa al suo posto con lausilio di qualche macchina e in via naturale non pu essere rimossa, se non ricorrendo ad un mezzo meccanico. 2. Dico Io: Allora salite fuori dalla tomba. I due giovinetti che sono qui la leveranno essi come necessita!. Boro e Kisjonah risalgono rapidamente, mentre i due giovani prendono il loro posto e sollevano allistante la bara con una tale facilit come se fosse stata fatta di piume. 3. Bab, assieme a sua moglie ed ai suoi figli, fece tanto docchi a quella dimostrazione di forza da parte dei due giovani e poi disse, con accento molto meravigliato: Oh, questa davvero una forza che ha dellincredibile! Questi due teneri giovinetti che possono avere al massimo 15 anni hanno giocato con questo peso come fa il turbine con una piuma, mentre due uomini robusti non sono stati capaci prima neanche di smuoverla! In verit, una cosa simile non ancora mai stata vista! 4. Dico Io: Lascia stare questo argomento, poich tu sarai testimone davvenimenti pi grandi e pi importanti ancora! Per a tutti voi Io devo mettere seriamente a cuore una cosa, e cio che di tutto quello che vedrete non direte niente a nessuno, nemmeno ai Miei discepoli, poich per loro il tempo non giunto ancora, n presto verr, ma quando questo tempo sar venuto, essi ad ogni modo risapranno tutto. Ed ora aprite la bara per constatare a che punto gi arrivata la decomposizione!. 5. La bara venne aperta immediatamente ed il cadavere del ragazzo, che ad eccezione delle ossa pi resistenti era totalmente consunto, dopo essere stato liberato dalle esperte mani di Boro dalle bende e dai lini che lo avvolgevano, apparve agli occhi dei presenti. Tutti contemplarono con visibile ribrezzo il lugubre spettacolo offerto da quel misero scheletro. 6. E Fausto esclam: Ecce homo!.(Ecco luomo!) Anche questo era un uomo! Ecco la bella sorte riservata alla florida carne umana: un teschio orrendo munito ancora di pochi capelli appiccicati, qualche rimasuglio di pelle brunoverdastra afflosciata sul petto, perforata qua e l dalle costole semicorrose, una colonna vertebrale nerastra da cui pendono viscere decomposte e coperte di muffa. E infine i piedi orrendamente sformati; nientaltro che muffa e putredine! E le nostre narici percepiscono esse pure che noi ora non ci troviamo affatto in un negozio di profumi e di balsami, perch il fetore pi grande di quanto me lo fossi immaginato! No davvero, questo lo spettacolo pi adatto a rendere
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alluomo il proprio essere il pi spregevole possibile, perch, infine, ognuno di noi a sua volta bisogna che si aspetti un simile destino! E per questa ragione anchio preferisco di gran lunga la cremazione dei cadaveri alla sepoltura. 7. Dico Io: Ma se il Figlio delluomo ha il potere di ridestare e di richiamare in vita anche simili corpi, come pure tutti quelli che dai tempi di Adamo riposano completamente dissolti nella Terra, rimane ancora un tale spettacolo la personificazione dellorrore per gli uomini di questo mondo? Pu la morte avere in s qualcosa di pi terribile ancora, quando su di essa si innalzato un padrone? Ma, affinch voi tutti che siete qui vi convinciate che Io, quale un Figlio duomo su questa Terra, ho ampio potere di richiamare alla vita anche tali corpi e di rianimarli per limmortalit, questo ragazzo appunto dovr renderne testimonianza!. 8. Dopo di che Io dico al ragazzo: Giosoe, Io te lo dico: Alzati e vivi, e testimonia che la Mia Potenza giunge a risuscitare anche quei morti che sono come tu sei! 9. Nello stesso istante si produsse come una poderosa corrente daria e la muffa della putrefazione scomparve, sulle ossa si complet rapidamente la pelle ed entro di questa il corpo cominci a formarsi, fino a raggiungere la perfetta figura umana, gonfiandosi come fa la pasta del pane quand lievitata! Cos in pochi momenti il ragazzo si sollev completamente e perfettamente vivo, riconobbe subito Giairo, Fausto e Cornelio, che aveva gi visto a Nazaret, e rivolto a Giairo gli chiese: Ma, mio caro zio, come mai mi trovo in questa bara? Cosa successo di me? Fino poco fa, io mi trovavo in una bellissima compagnia e non posso spiegarmi proprio come dimprovviso io sia venuto qui! 10. Risponde Giairo: Mio caro Giosoe, guarda Colui che ti sta vicino: Egli il Signore della Vita e della morte! Per il corpo tu eri morto, e per un anno e mezzo giacesti qui in questa bara; nessuna forza procedente da uomo avrebbe mai pi potuto ridarti vita su questa Terra, ma Questi, che ha bens laspetto duomo, ma che da molto pi di un uomo, ti ha risuscitato da morte a vita e perci tu devi ringraziare solo Lui per questa nuova vita che ti ha donato!. 11. Il ragazzo Mi guard con sorpresa, Mi osserv da capo a piedi e dopo qualche istante di riflessione, per coordinare le idee e la memoria, disse: Questi appunto Colui il Quale mi richiam dalla bella compagnia in cui mi trovavo e che mi disse: Giosoe vieni, perch tu Mi sarai testimone sulla Terra che a Me dato ogni potere, tanto in Cielo che sulla Terra!. 12. Ed io lo segui volentieri, perch ho subito compreso che Egli proceduto da Dio e che in S porta, in tutta la loro pienezza, la forza e la potenza divina sopra tutte le cose nel Cielo e sulla Terra. Infatti, cos come Egli qui, Io Lho visto prima nel mondo degli spiriti, in cui certamente mi trovavo quando fui da Lui chiamato, per far ritorno a questo mondo.
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13. Soltanto adesso si fa chiaro nella mia mente e ricordo pure di essere vissuto su questa Terra e di essere poi anche morto, ma come la morte sia seguita, io non lo so, come pure non so in quale maniera io possa aver abbandonato questo mondo. Neppure so spiegarmi in che modo mi sia trovato in una bella casa ed in carissima compagnia, nella quale mi trovavo molto bene. Io vedevo, di quando in quando, i miei genitori, i miei fratelli e le mie sorelle, e mi intrattenevo con loro riguardo a questioni divine che i miei compagni, molto pi esperti, mi avevano insegnato e spiegato. Ma questo Santo dei Santi io non lo vidi mai prima di pochi istanti fa, prima di ritornare a questo mondo. 14. A questo punto Io dico ai due giovinetti: Procurategli una veste e un po di pane e di vino, affinch la sua carne sia rafforzata e perch possa venire con noi a Nazaret! E come ebbi dato a questi due questordine, essi apparirono immediatamente gi forniti delle cose richieste.

71. Capitolo Lo stupore di Bab e della moglie per tale miracolo. Promessa a Giosoe di immortalit. 1. La cosa aveva assunto per il nostro Bab e sua moglie un aspetto troppo meraviglioso e la donna disse al marito: Mio caro Bab, non senti tu che noi siamo dei gran peccatori, mentre in questUomo Ges regna la pienezza della divinit? Non gi Egli Colui del Quale tutti i profeti, fino a Zaccaria ed a suo figlio Giovanni, hanno profetizzato? Non Egli Colui che Davide chiamava il suo Signore, quando disse: Il Signore parl al mio Signore!. Non Egli Colui del Quale appunto il grande Davide parla, quando dice: Alzate le porte della citt e spalancate i portoni, affinch entri il Re della gloria. Ma chi questo Re della gloria? Egli il Signore Jehova Zebaot! Marito mio, qui Jehova in persona! Ma noi siamo dei peccatori indegni di rimanere al Suo cospetto! Vieni, andiamo a purificarci, secondo il comandamento di Mos, e soltanto dopo potremo ritornare ed avvicinarci a Lui! 2. Dico Io ai due, un po smarriti e profondamente commossi: Colui che risuscita i morti pu purificare anche senza Mos! Dunque restate, perch Mos non pi di Me n di Colui che lo ebbe a suscitare agli scopi di quel tempo! Dunque Io vi dico: I vostri peccati vi sono perdonati!, e cos voi siete purificati e di conseguenza non avete pi bisogno di Mos, perch Mos senza di Me non niente 3. Dice Bab: Quand cos, come del resto ormai non ho il pi minimo dubbio, noi restiamo, perch certo Mos non potr mai renderci pi puri di quanto possa fare lOnnipotente Stesso! 4. Dice la donna: Io resto sempre lancella del mio Signore; sia fatto dunque cos come vuoi e come vedi essere buono e giusto. Per questa santissima presenza di Dio quasi unoppressione per la mia anima!
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5. Le dico Io: O donna, Io ho udito a Nazaret come tu magnificavi e glorificavi Dio ed ora Io ho fatto quello che hai visto per amore tuo innanzitutto. Dunque non ti dovrebbe essere difficile resistere presso di Me! Per ora Io devo dire e raccomandare a tutti voi di non raccontare a nessuno una sillaba di quanto capitato qui e ci non per motivi che concernono Me e neppure voi, ma soltanto a causa dei molti increduli, affinch questi non abbiano a credere nel Figlio delluomo per la costrizione, ovvero per il Giudizio insito nel prodigio operato, bens liberamente, quando verr loro predicato il Vangelo! 6. Infatti gli uomini di oggi, per la forza di una tale testimonianza, sarebbero costretti a credere a Me come in dure catene, ci che sarebbe di grave danno alla loro libera vita. Inoltre le successive generazioni comunque non accoglierebbero tali testimonianze narrate o scritte, trovandole delle esagerazioni, e le considererebbero pure invenzioni della fantasia umana e cos si scandalizzerebbero della dottrina pura e delleterna Verit; dunque miglior cosa che venga del tutto conservato il silenzio riguardo ad opere simili da Me compiute, particolarmente in questi primi periodi del Mio insegnamento. 7. E tu, o Giairo, che dopo qualche tempo, durante il quale Mi riservo di plasmare favorevolmente le circostanze, dovrai ricondurre ai suoi genitori il giovinetto Giosoe e dovrai con tutta coscienza e fedelt ammaestrarlo sul come egli debba considerare la cosa per se stessa. bene che egli creda in Me, ma non deve voler suscitare chiasso o sensazione davanti agli uomini! Per questo ragazzo, ridonato ora alla vita del mondo, essendosi compiuto nei suoi confronti il processo del dissolvimento materiale, non morr pi nel corpo, ma, quando il suo tempo sar venuto, un angelo verr e lo chiamer ed egli seguir liberamente la chiamata e nessun occhio mortale poi lo vedr pi peregrinare su questa Terra in nessun luogo. 8. Ed oramai, poich il ragazzo ha finito il suo pane ed il suo vino e il crepuscolo accenna gi ad avanzare, faremo ritorno a casa!. 9. Noi uscimmo subito fuori dalla sinagoga, mentre Giairo e Boro chiusero la porta del sepolcro, dopo aver pregato i due giovinetti di rimettere la bara al suo posto nella fossa, cosa che questi anche fecero immediatamente.

72. Capitolo Il vero servizio divino. 1. Giunti allaperto, Cirenio Mi dice: Signore, se una cosa simile accadesse a Roma, perfino le pietre si prostrerebbero ai Tuoi piedi e Ti adorerebbero ad alta voce e noi qui ci comportiamo come si trattasse di fatti assolutamente comuni! O Signore, abbi pazienza con la nostra debolezza o stoltezza che sia 2. Gli dico Io: Se Io lavessi voluto, certo sarei venuto al mondo nascendo a Roma invece che a Nazaret. Fate dunque soltanto quello che Io a voi richiedo, tutto ci che va oltre questo segno rientra nella cerchia del paganesimo ed
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peccato. Non lo sai tu ancora che amare Dio sopra ogni cosa ed il prossimo come se stessi cosa inesprimibilmente maggiore delledificare templi di pietra e di legno al Dio del Cielo e della Terra? 3. Se gi, come disse Salomone, Cielo e Terra sono troppo poca cosa per capire la maest di Dio, come mai la potr capire un misero edificio fatto di pietre tagliate e argilla cotta, considerato ancora che tutta la Terra, quanto tutto lUniverso, sono stati creati da Lui? 4. DimMi: Che cosa direbbe un padre ai suoi figli, se questi fossero tanto stolti da costruire con i suoi escrementi una casupola grande quanto una mosca od anche un po pi grande e si facessero poi, con lo stesso materiale, unimmagine che dovesse rappresentare il padre e quando tutto fosse pronto si prostrassero dinanzi a questo Tempio di immondizia ed onorassero ed adorassero cos il loro padre?. Cosa faresti tu se i tuoi figli ti facessero una cosa simile e se essi, nel caso in cui tu li rimproverassi facendo rilevare la stoltezza, la sozzura e la perfetta indegnit del loro procedimento, si ostinassero con ancora maggior zelo a trascinarsi in ginocchio intorno al Tempio di sterco e ad adorare la tua immagine fatta della stessa immondizia? Che faresti se contro la tua stessa volont volessero costringere, con minaccia di morte, i loro fratelli, forse di pi sano e chiaro intelletto, a fare la stessa cosa ed esigessero da loro per questo bel servizio un pio contributo? DimMi, che faresti in questo caso? Potrebbe una tale onoranza, oltre ogni misura sudicia e stupida da parte dei tuoi figli, rallegrare il tuo cuore? 5. Ecco, Io leggo nel tuo cuore una protesta quanto mai energica contro questa supposizione, ma Io ti dico che una simile specie di venerazione degli stolti figli di fronte al loro padre terreno sarebbe migliore ancora di quella degli uomini nei templi da loro costruiti di fronte a Dio! Perch i figli, cos facendo, adopererebbero, per erigere il loro tempio almeno i residui di ci che ha dato nutrimento al padre, mentre gli uomini si servono degli escrementi di Satana per edificare i templi dove essi presumono di adorare Dio e loro Padre! DimMi! Cosa ne pensi dunque di una simile venerazione od adorazione di Dio? 6. Risponde Cirenio: Signore! Ora io vorrei semplicemente che una pioggia di fulmini scendesse ad incenerire tutti i templi della Terra! O forse basterebbe ai Tuoi due angeli un istante solo per ridurli tutti in polvere! 7. Gli dico Io: Amico Mio! Questo avvenuto, avviene attualmente ed avverr molto spesso ancora nei tempi futuri, ma tuttavia gli uomini non cesseranno dalledificare dei templi. Quello di Gerusalemme sar distrutto e dei templi degli idoli non sar dato scorgere pi nulla. Per, in luogo dei pochi scomparsi, ne seguiranno poi delle migliaia e finch uomini dimoreranno sopra la Terra essi sempre edificheranno templi, grandi e piccoli, ed in essi cercheranno la loro salvezza. Ma pochi soltanto saranno coloro che si accingeranno ad erigere a Dio un tempio vivente nel loro cuore, l solamente dove Egli pu e deve venire riconosciuto in maniera degna, onorato ed adorato, perch questa lunica condizione della vita eterna dellanima!
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8. Fintanto che gli uomini dimoreranno in palazzi, e a causa di questi cercheranno onori e lodi presso coloro che palazzi non possono avere, si eriger un tempio per un qualche Dio accanto ai palazzi e l lo si onorer, anche se non in verit, almeno ad esaltazione ed onore di chi il palazzo ed il tempio avr edificato. 9. E cos avverr che gli uomini della Terra attribuiranno a se stessi lonore che essi devono a Dio. Ma il premio per le loro opere verr poi anche limitato e si trover anche esaurito in quello che essi stessi si saranno presi. Per nellAldil essi non saranno riconosciuti e saranno cacciati nelle tenebre estreme, dove li attender il pianto e lo stridor di denti, che sono la contesa e la guerra eterne, a causa delle tenebre tremende! E perci lasciamo frattanto tutto cos come si trova, perch tutti i nodi soltanto nellAldil troveranno il pieno scioglimento.

73. Capitolo La cena da Maria. 1. (Il Signore:) Comebbi fornito queste Mie comunicazioni a Cirenio, noi ci trovammo gi ad aver raggiunto la casa di Maria, dove ci attendeva unabbondante cena, consistente, come si usava, in pane, vino e in buon pesce preparato a dovere. Il giovane Giosoe si dimostrava molto lieto nel vedere la bella imbandigione e guardava con particolare bramosia il pesce. 2. Ma Giairo osserv: Mio caro nipote, non devi consumare la tua cena con tanta avidit, perch io penso che il tuo stomaco, creato per cos dire di nuovo, non dovrebbe essere capace di sopportare una quantit troppo grande di questi cibi terreni! 3. Ed il ragazzo gli disse: Oh, caro zio, non darti pensiero per questo. Colui che mi ha ridestato da morte non avrebbe certo dotato il mio stomaco di un appetito cos grande se esso dovesse risentire danno dallingerimento di cibo in quantit un po maggiore di quanto usa prenderne uno stomaco normale in stato di relativa continua saziet, poich per luomo non affatto uno scherzo essere giaciuto, per un anno e mezzo, morto e senza nutrimento! Se fosse toccato a te il mio caso ed avessi in te uno stomaco rinnovellato come lho io comprenderesti molto facilmente la mia bramosia di cibo. Non per ogni uomo si trovato nella mia posizione e di conseguenza non pensabile una qualsiasi discussione con me a questo riguardo. Dopo Colui Che mi ha ridestato, so io, meglio di tutti, come ora mi trovo! Dunque, non aver alcun timore che un paio di pesci, un pezzo di pane ed un bicchiere di vino possano essermi minimamente nocivi! 4. Dice Giairo: Da parte mia ti sia concesso quello che vuoi, di tutto cuore; io ho parlato con te con la migliore intenzione di questo mondo.
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5. Dopo questo breve scambio di parole tra Giairo e suo nipote, noi ci sedemmo a mensa ed in serenit ed allegria facemmo onore alla cena. In questa occasione poi la conversazione si aggir su quanto era finora accaduto a Nazaret e su quello che eventualmente si sarebbe detto a Gerusalemme! 6. Ma i discepoli vollero informarsi sul conto del ragazzo e su chi egli fosse e non sapevano cosa pensarne. Ora interrogavano il ragazzo stesso, ora Giairo, ora i due giovinetti che pure sedevano con noi alla mensa principale, per tentare davere qualche spiegazione in proposito; pensavano infatti che in lui doveva certo esserci qualcosa di straordinariamente diverso, perch essi sapevano molto bene che il Signore non era solito trattare oltre certi limiti con dei ragazzi comuni! Ma questa volta linchiesta dei discepoli fu vana, perch non riuscirono a ricevere una risposta soddisfacente da nessuno. 7. E quando Maria si accorse dellimpazienza dei discepoli, cos disse loro: Quello che vi necessario sapere, non vi viene nascosto, ma siccome evidentemente questa cosa non necessaria, a che persistere nelle vostre inchieste? Fate quello che Egli vi dice e non vogliate mai sapere di pi di quanto Egli reputa necessario che vi venga rivelato. Cos facendo vivrete ed opererete conformemente alla Sua Volont ed il premio eterno vi sar assicurato. Tutto quello che voi volete contro la Sua Volont peccato contro Questa e contro il Maestro, che il vostro Salvatore nel corpo e nello spirito! Non dimenticate queste parole!. 8. A questa ammonizione molto saggia della madre Maria, i discepoli desistettero dalle loro ricerche sul conto del ragazzo e si limitarono a parlarne soltanto fra di loro e Pietro, rivolgendosi a Giovanni, il Mio prediletto, gli domand cosa ne pensasse lui. 9. Ma Giovanni gli rispose: Non hai fatto dunque attenzione alle care parole della mirabile madre, che ancora ti prude sapere quello che per ora il Signore per motivi certamente saggissimi non ritiene opportuno rivelarci? Vedi, da parte mia invece non sento alcun desiderio; noi sappiamo quel che sappiamo e questo ci basta. Ma se volessimo sapere anche tutte le infinite cose che il Signore sa oltre i confini della nostra conoscenza, una simile pretesa da parte nostra sarebbe senza alcun dubbio la massima delle stoltezze e noi tutti meriteremmo di essere tuttaltro che Suoi discepoli! 10. Dice Pietro: S, s, anche tu hai ragione, per la grande brama di sapere pur essa un grande bene che il Signore ha posto nel cuore delluomo e, se questo non sentisse questo nobilissimo impulso, sarebbe simile ad un animale che, a quanto ne so io, non ha nella sua anima ottusa certo alcuna traccia di un qualche stimolo di questo genere. Almeno a me pare che il divino-puro dellimpulso si riveli al conoscere gi in ci che esso rassomiglia alla sensazione della sete durante il sogno per calmare la quale non di rado lanima sognante consuma recipienti enormi dacqua o di vino e nonostante ci non arriva ad estinguere la sua sete e lanima tuttavia conserva continuamente ed inesausto il suo stimolo. La nostra insaziabile brama di sapere ci mostra ben chiaro e preciso che in Dio
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deve trovarsi una pienezza infinita di Sapienza che mai in eterno nessun spirito indagatore potr approfondire! E cos, mio caro fratello, ritengo che anche la mia presente bramosia di conoscere non sar peccato! 11. Vedi, a questo riguardo accade a me ed a diversi dei nostri fratelli, come accade ai fanciulli golosi, che non sentono alcun desiderio delle svariate leccornie che ci sono e si possono avere finch non hanno lopportunit di vederle, ma se tu provi a mettergliele sulla tavola, con il divieto di mangiarne, vedrai che ben presto avranno molte lacrime negli occhi e pi ancora lacquolina in bocca. Per, nonostante tutto questo, tu hai ragione, perch come un saggio padre, allo scopo di conseguire che i suoi figli si esercitino nella virt importantissima dellabnegazione, presenter loro di quando in quando dei cibi delicati che sar loro vietato di mangiare, cos pure sembra procedere il nostro Padre celeste, quando ogni qual tratto ci ammannisce dei cibi spirituali, dalluso dei quali noi dovremmo astenerci fino a tanto non si abbia raggiunto stabilmente in noi un certo grado dabnegazione. Arrivati che saremo, secondo i Suoi ordinamenti, a questo grado da Lui prescritto come necessario alle anime nostre, Egli ci conceder di gustare quel cibo che la nostra brama. Dunque noi vogliamo, per oggi e fino a quando a Lui piacer, accontentarci perfettamente di ci che abbiamo e che sappiamo e sia fatta sempre e soltanto la Sua Volont 12. Dico Io: Mio caro fratello Simon Giuda, cos giusto e vero! Non tutto il sapere e tutte le esperienze sono adatte a destare lo spirito e a vivificare lanima, perch, vedi, cos sta scritto: E Dio parl ad Adamo: Quando tu mangerai dallalbero della conoscenza, tu morirai!. E cos effettivamente! 13. Nella conoscenza stanno la legge e il giudizio, perch, fino a tanto che una legge non ti data o non promulgata, non esiste neppure il giudizio che segue immediatamente la legge. Perci ti sia sufficiente sapere quello che ti rivelo, e con ci ora tu sai abbastanza per leternit. Quando per sar giunto il tempo, allora ti sar reso tutto manifesto.

74. Capitolo Litigio tra Giuda e Tommaso. 1. Allinfuori di Giuda, tutti i discepoli si mostrarono soddisfatti di questa decisione e lodarono la Mia bont e sapienza, nonch la potenza di Dio che era in Me. Giuda, che appariva imbronciato, borbott fra s, ma abbastanza a voce alta: Contro i farisei, i quali per buon denaro concedono nascostamente agli stranieri di visitare il Santissimo, Egli non manifesta il Suo zelo fino ad invocare il fuoco celeste, ma quando Egli mostra il Suo Santuario agli stranieri ed esclude noi, figli del paese, allora questo bene e perfettamente in consonanza con lOrdine divino! Chi di noi ha mai visto una cosa simile? Se lo fanno quelli di Gerusalemme sbagliato per il Cielo e per la Terra, ma quando Egli, da parte
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Sua, fa pressoch lidentica cosa, allora tutto va bene ed interamente nellordine di Melchisedek? Certo, niente si pu fare n intraprendere contro, ma tuttavia la cosa non pu fare a meno di arrabbiarsi 2. Dice Tommaso, colui che fra i discepoli non perdeva mai docchio Giuda Iscariota: Ebbene, c di nuovo qualcosa che non ti sta bene? Mi meraviglia molto che tu non abbia gi da lungo tempo cominciato a disputare con il Signore, perch Egli ha collocato il sole cos lontano dalla Terra, in modo che tu non puoi approfittare della sua vicinanza certamente caldissima per cuocere le tue pentole pi a buon mercato di quanto lo possa fare con il solito fuoco di legna! 3. Oh, che bello sarebbe poter volare come gli uccelli. Anzi, perfino a me diverse volte cominciarono a prudere le ascelle e mi immaginavo di essere l per l in procinto di innalzarmi a fare compagnia a qualche schiera di gru che si libravano allegramente per laria, provai a saltare, ma il corpo pesante non volle innalzarsi assolutamente neppure di un braccio da terra. 4. Per mi misi ben presto il cuore in pace, perch dissi fra me: Se Dio avesse voluto che gli uomini potessero volare come gli uccelli, Egli avrebbe dato loro, come appunto ha dato agli uccelli, un buon paio dali, ma Dio vide che una tale capacit sarebbe stata alluomo pi di danno che di vantaggio e perci gli diede invece un paio di piedi robusti, con i quali egli pu portarsi benissimo da un luogo allaltro e, oltre ai due robusti piedi, gli fece dono anche di un paio di abili mani e lo dot dellintelletto che spazia oltre tutte le stelle, cose queste con le quali egli pu procacciarsi, in luogo di un paio dali, mille altre comodit, che evidentemente devono essere per lui di maggior soddisfazione di quanto lo possano essere le ali per luccello, perch una cosa molto dubbia se gli uccelli sanno apprezzare le loro ali cos come luomo apprezza i suoi piedi, le sue mani ed il suo intelletto!. 5. Vedi, luomo anche nellacqua non pu che procedere a stento, perch non ha n pinne n membrane natatorie tra le dita delle sue estremit, ma lintelletto concessogli da Dio gli insegn a costruirsi delle navi per mezzo delle quali ora pu fare sul mare viaggi pi lunghi di quanto possa farne un pesce, per il quale unacqua paludosa unabitazione da cui esso non si allontana mai troppo. E possiamo supporre con assoluta certezza che i nostri tardi successori faranno ancora straordinari progressi nellarte di costruire le navi. E chiss che un giorno qualche sapiente non riesca di nuovo ad innalzarsi nellaria per mezzo di un paio di ali artificiali come fecero gli antichi indiani!. 6. A questo punto Giuda interrompe Tommaso e gli dice, alquanto arrabbiato: Ti ho forse assunto come mio precettore, che tu in ogni occasione mi fai delle prediche!? Tieni la tua sapienza per te e per i tuoi figli e lasciami in pace, altrimenti mi costringerai, prima o poi, a risponderti per le rime! Infatti quando voglio, a rispondere per le rime sono molto bravo. Durante tutti i nostri rapporti, tanto nelle parole che nei fatti in cui io sono perfettamente libero come lo sei tu, tu non hai mai ricevuto da me una parola scortese; non so proprio capire perch
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tu debba trovare sempre in me qualcosa di sbagliato da sistemare! Tu scopa davanti alla tua porta, che alla mia ci penso io! Se qualcosa non la trovi in ordine, essa tale per me solo e non occorre che sia in ordine anche per te; da oggi in poi e per sempre puoi far finta che io non ci sia pi. Hai compreso? 7. Pensa solo a quanto successo a Chis, come il Signore ha appianato il litigio che appunto sorto tra me e te, questo sia sufficiente ad ambedue, altro non serve che ci sia tra noi. Quando ti domander qualcosa, allora potrai dare alla mia domanda una buona risposta, sempre che tu ne sia capace! Per credo che passer molto tempo prima che io ti faccia questo onore!. 8. Dice Tommaso: Oh, fratello mio Giuda, dimmi cosa mai di perfido e di offensivo ti ho detto, perch tu debba essere tanto adirato con me? Non corrisponde forse al vero che, a quanto ne so io, tu hai molto di frequente litigato con Dio, il Signore, perch Egli ha posto il sole cos lontano dalla Terra e perch non ti ha dato delle ali per volare come fanno tutte le mute creature dellaria?. 9. E, poich vide che Giuda non voleva pi replicare niente, Tommaso prosegui: Se tu vuoi proprio averla con me, abbila, per sar senza motivo n ragione! Un comportamento cos poco fraterno non affatto lodevole n si addice alla presenza del Signore; un animo come il tuo non figura affatto bene tra i discepoli del Signore e tu faresti mille volte meglio a ritornare al tuo vecchio mestiere, piuttosto che restare qui ad annoiare per niente la compagnia di Dio ed a contaminarla con il tuo animo assolutamente contrario ad ogni Ordine divino. Hai dimenticato il sermone tenuto dal Signore sul monte, presso Sichar in Samaria, nel quale il Signore ha comandato di amare perfino i nemici e di benedire chi ci maledice e di fare del bene a coloro che ci fanno del male? 10. Ma se tu non vuoi seguire la parola di Dio e non vuoi esercitarti in ogni occasione nellabnegazione, chiedi in nome del Signore a te stesso a che scopo resti qui ad importunare la nostra compagnia con la tua presenza? 11. Passano giorni interi che tu non scambi una parola sola con nessuno di noi e se qualcuno ti domanda una cosa, tu non gli dai o affatto risposta oppure lo apostrofi in modo aspro e rozzo quant possibile, cosicch certo gli passa la voglia di chiederti qualcosa una seconda volta! questo il comportamento di un discepolo del Signore? Dovresti vergognarti! Cerca dunque di diventare un altro uomo, in caso diverso farai meglio a ritornare al tuo vecchio ciarpame! 12. In verit mi pento di essere stato io ad introdurti in questa compagnia, pi che se avessi commesso un assassinio! E mi propongo di pregare in ginocchio il Signore, che voglia Egli, per la Sua Onnipotenza, tenerti lontano da noi se non fosse possibile indurti ad andartene con le buone! 13. Risponde Giuda con espressione sorridente, ma che tradiva unira soffocata: N tu n il Signore potete comandarmi di andare o di restare, perch io sono, come ogni altro di voi, un uomo perfettamente libero e posso fare quello che voglio! Vedi, se io sapessi di esserti una spina nellocchio un po meno di quanto certamente lo sono, avrei gi da lungo tempo abbandonato la vostra compagnia e me ne sarei cercato unaltra, ma per farti arrabbiare proprio per
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bene io rimango e voglio esserti da pietra di paragone, affinch tu possa continuamente mettere alla prova la tua pazienza, la tua tolleranza e il tuo amore per i nemici, e voglio che tu abbia occasione di mettere in pratica la predica di Ges del monte, per poterla poi imparare da te e metterla poi in pratica a mia volta. Mi hai capito, o saggio Tommaso? 14. Dice allora Tommaso, rivolto a Me: Signore, io e tutti noi Ti preghiamo di voler allontanare questa pecora rognosa! Infatti con lui vicino non immaginabile una convivenza fraterna e non ci possibile mettere in pratica la Tua santa dottrina; egli e resta un incorreggibile sobillatore e un traditore! Per quale ragione deve rimanere qui fra noi, quando egli non solo non vuole mettere affatto in pratica la Tua dottrina santa, ma deride anche noi, se ci sforziamo di vivere e di operare secondo la Tua Parola?.

75. Capitolo Lammonizione del Signore a Giuda. 1. Allora Io dico a Giuda Iscariota: Il fratello Tommaso presenta una giusta lagnanza contro di te! Io te lo dico: Vedi di ritrovarti nel tuo cuore e diventare un uomo, poich come demonio tu Mi ripugni e puoi andartene! Infatti la Mia compagnia santa, perch pervasa dallo Spirito di Dio ed in tale compagnia nessun demonio pu n deve essere tollerato! 2. Queste Mie parole hanno leffetto di far cadere Giuda subito ai piedi di Tommaso e Giuda supplica Tommaso di perdonarlo. 3. Ma Tommaso gli dice: Amico, non a me spettano le scuse, ma a Colui contro la Cui santa dottrina tu hai peccato e non per come tu hai agito nei miei confronti!. 4. Allora Giuda si leva ed immediatamente viene a Me e Mi si prostra dinanzi, invocando il perdono. 5. Ma Io gli dico: Cerca di ritrovare te stesso nel tuo cuore, perch la preghiera delle tue labbra, senza il vero miglioramento interiore, non ha il bench minimo valore ai Miei occhi. Ora che Io scruto il tuo cuore trovo che esso assolutamente cattivo e la forma amichevole unicamente esteriore simile ad un serpente che con le sue voluttuose spire incanta e seduce gli uccelletti del cielo, perch gli volino tra le fauci e divengano sua preda. Io te lo dico: bada bene a te, affinch tu non divenga in breve preda di Satana! Infatti egli non si lascia volentieri sfuggire quello che ha cominciato a chiamare suo! 6. Giuda allora sorge di nuovo in piedi ed esclama: Signore! Tu chiami i morti fuori dalle loro tombe ed essi vivono! Perch allora permetti che il mio cuore rovini dentro la tomba della perdizione? Io voglio diventare un uomo migliore, eppure non lo posso perch non sono capace di cambiare il mio cuore, convertilo dunque Tu il cuor mio ed io divento tutto un altro uomo!
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7. Gli dico Io: Qui sta appunto il grande mistero della libera autoformazione delluomo! Io posso fare ogni cosa alluomo ed egli anche tale rimane; ma il cuore invece sua propriet assoluta ed egli esclusivamente chiamato a plasmarlo per poter da se stesso spianarsi la via alla vita eterna. Poich, se Io dovessi per primo por mano al cuore umano per iniziarne la formazione, luomo diverrebbe una macchina e non potrebbe mai pi raggiungere lindipendenza, ma quando alluomo viene data la dottrina ed egli sa quello che deve fare affinch il suo cuore si renda degno di Dio, egli deve anche seguire, per spontaneo volere, la dottrina ricevuta e deve plasmare il suo cuore, cos come la dottrina gli ha suggerito. 8. E quando egli ha cos formato il proprio cuore e lha curato e mondato, soltanto allora vengo Io nello Spirito e prendo dimora nel cuore e allora tutto luomo rinato nello Spirito e non pu pi in eterno andare perduto, perch con ci egli diventato una cosa sola con Me, cos come Io Stesso sono una cosa sola con il Padre, dal Quale Io sono proceduto e sono venuto in questo mondo per mostrare ed appianare a tutti i figli degli uomini la via che essi devono percorrere in Spirito e Verit, attraverso la quale, nella pienezza di Questa, poter giungere a Dio! 9. Dunque, tu devi da te stesso por mano alla formazione del tuo cuore, altrimenti sei perduto, anche se Io ti avessi chiamato, fuor dalle tombe mille volte, alla vita della carne!. 10. Dice Giuda Iscariota: Signore, allora io sono di certo perduto! Infatti io ho un cuore indomabile e non posso farcela da solo! 11. Gli faccio osservare Io: Se cos, allora non sdegnare le parole dei fratelli e non ti arrabbiare quando ti ammoniscono in amicizia e con amore, perch ti aiutano con ci a formare il tuo cuore! 12. Guarda qui Tommaso, al quale le tue rozze maniere non sono di ostacolo nellammonirti opportunamente quando cominci a sciogliere troppo i freni al tuo cuore cattivo! D dunque ascolto alle parole di ammonizione che egli ti rivolge per il tuo bene; in questo modo vi sar di certo un graduale miglioramento nel tuo cuore! Ma se tu, com stato finora il caso, continui a non permettere che nessuno ti dica niente, la tua rovina non si far attendere molto e, come detto, diventerai preda di Satana, perch allora non sar Io, sebbene Satana a prendere dimora nel tuo cuore. 13. Guardati innanzitutto dallira e dalla avidit, altrimenti avrai quello che attende i figli della morte eterna. Poich il pentimento e la penitenza oltre la tomba non hanno che un minimo valore e non possono granch giovare ad unanima nera e impura. Vattene ora e rifletti bene a queste Mie parole. 14. Giuda allora si ritira pensoso, prende cos una mezza decisione di tentare di migliorarsi secondo i Miei insegnamenti e dice a Tommaso: Ebbene fratello, vedrai come Iscariota sapr diventare tutto un altro uomo e come giunger infine a servire da modello a tutti voi! Infatti Iscariota pu molto, quando vuole, ma oramai egli lo vuole e quindi anche molto potr!
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15. Dice Tommaso: Fratello mio, se gi ora anticipatamente ti glori a parole, probabile che lazione segua con molto ritardo e con ci tu potrai s erigerti ad esempio, non per ad esempio incoraggiante, ma deprimente e cos ti sar molto difficile renderti migliore a questo modo. 16. Infatti, vedi, se vuoi davvero diventare migliore di quanto lo siamo noi tutti che, anche senza aver te per modello, siamo consci dei nostri grossi difetti e che fin troppo chiaramente vediamo quanto miseri e di nessun valore noi siamo al cospetto del Signore, tu devi allora per tutti i tempi dei tempi stimarti dinanzi al Signore, minore dei tuoi fratelli e non devi mai pensare affatto ad erigerti a modello degno di essere da noi imitato, ma invece devi reputarti sempre lultimo e linfimo, cos soltanto, senza volerlo essere, sarai in verit di fronte a noi quello che adesso, nel tuo modo ancora molto orgoglioso, ti proponi di diventare. Fa dunque in modo di vivere secondo questa norma che non cresciuta per te sul mio terreno, ma su quello santo del Signore ed il cui fondamento costituito dalla vera umilt ed abnegazione. In questa sola maniera arriverai nellOrdine di Dio, l dove vuoi arrivare. Va per dal Signore e chiedi a Lui se le mie parole non siano giuste e veritiere.

76. Capitolo Sullumilt e sullabnegazione di se stessi. 1. Giuda allora si rivolge di nuovo a Me e domanda: Signore! proprio cos come ha detto ora Tommaso in tono molto imperativo? 2. Rispondo Io: S, cos. Chi di voi pi si abbassa dinanzi ai suoi fratelli, costui il primo nel Regno di Dio ed ogni presunzione di essere migliore degli altri lo fa invece retrocedere nel Regno di Dio ad uno degli ultimi posti. 3. Se alcuno di voi percepisce in s ancora un qualche sentimento di elevatezza, per cui indotto a credersi migliore degli altri, egli non ancora libero dallinflusso dellInferno che tutto avidamente consuma e molto gli manca ancora ad essere maturo per il Regno di Dio, perch un tale uomo non di spirito libero. 4. Ma se qualcuno si abbassato di fronte a tutti i suoi fratelli ed pronto a servire tutti nella misura delle proprie forze e delle proprie capacit, costui il primo nel Regno dei Cieli e tutti gli altri conviene che si plasmino secondo il suo modello. Infatti d prova di essere in s uno spirito veramente grande e divino soltanto colui il quale capace di umiliarsi al di sotto di ogni creatura umana 5. Dice Giuda: Allora un uomo solo pu essere il primo nel Regno di Dio e cio quello che pi degli altri capace di abbassarsi! Perch, se egli sollecito a servire tutti secondo le sue forze e capacit, necessario prima che gli altri evidentemente gli usino la cortesia di lasciarsi servire da lui, per aiutarlo cos nel raggiungimento di questa celeste priorit? Ma cosa succede poi se gli altri non vogliono affatto saperne dei suoi servizi oppure offrono essi stessi i loro servizi,
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aspirando alla priorit nel Regno dei Cieli? Chi sar allora il primo nel Regno di Dio? 6. Dico Io: Tutti coloro che di cuore retto si danno la pena di agire cos; gli uomini invece che, spinti per cos dire da un certo egoismo, non accettassero i servizi del loro fratello allo scopo di togliergli ogni occasione di essere fra i primi nel Regno di Dio, per voler essi stessi aspirare a tale priorit, quelli saranno gli ultimi, mentre laltro sar il primo, perch la sua volont era quella di essere utile ai suoi fratelli per puro amore e per genuina umilt! 7. Certo tuttaltra cosa sarebbe se a questo mondo qualcuno volesse essere il minimo fra tutti e volesse servire tutti, avendo soltanto di mira lacquisto della futura priorit celeste. Oh, egli, senza dubbio, sar anche uno degli ultimi nel Mio Regno! Vedi, nellAldil tutto verr pesato con bilance perfettissime e misurato con misure esattissime. Anche l dove si mostrer una lieve traccia di egoismo, la bilancia non tracoller n coprir la misura dei Cieli! Perci bene che in te vi sia la piena verit, senza alcuna finzione, altrimenti non puoi entrare nel Regno di Dio. Soltanto la verit purissima, senza falsit o inganno nascosto, pu rendervi liberi davanti a Dio e a tutte le Sue creature! Puoi capire questo? 8. Risponde Giuda Iscariota: S, questo lo comprendo, ma nello stesso tempo vedo che una cosa simile non possibile compierla, perch luomo non riuscir mai ad eliminare in s tutto lamore di se stesso, dovendo pur egli mangiare e bere e provvedersi di un tetto e di una veste! Ora tutto ci pure la conseguenza di una minima fra le specie di egoismo! Qualcuno, avendo preso in moglie unamabile fanciulla, vuole tenerla esclusivamente per s e guai a chi osasse desiderarla! Ma questa pur sempre una delle tante forme di egoismo! 9. Un altro possiede un terreno ben coltivato e quando sar giunto il tempo della raccolta vorr forse, per assoluto disprezzo di se stesso e per totale assenza di egoismo, andare dai suoi vicini e dire loro: Amici miei! Andate a raccogliere quello che cresciuto sui miei campi, perch io, quale il minimo fra voi e vostro servitore senza valore alcuno dinanzi i vostri occhi, ho lavorato soltanto per voi!. Io penso, dunque, che labnegazione ed il disprezzo di se stessi, che vengono tanto altolocati, dovrebbero pure avere certi limiti, senza i quali sarebbe addirittura impossibile annunciare perfino la Tua dottrina agli uomini, perch, cos facendo, si farebbe apertamente notare di considerare i propri fratelli come pi stolti e ciechi di se stessi! Infatti ritenersi superiori nello spirito ai propri fratelli rivela pure questo una certa dose di superbia! Ma se le cose dovessero stare proprio in questi termini, allora basterebbe guardare lumanit fra cento anni per vedere gli uomini mangiar lerba come i buoi al pascolo, veder scomparire qualsiasi traccia di un linguaggio, e lo stesso dicasi per qualsiasi casa e citt! Dunque, fino a che punto pu nelluomo arrivare lamore di se stesso?.
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77. Capitolo Una misura delle tre specie di amore. 1. Dico Io: Ebbene, Io voglio darti una misura secondo la quale tu e chiunque altro possiate sapere come devono stare le cose riguardo lamore di se stessi, lamore verso il prossimo e lamore per Dio. 2. Prendi il numero 666, il quale in un buono e in un cattivo rapporto definisce o un uomo perfetto oppure un perfetto demonio. 3. Dividi lamore nelluomo in 666 parti precise; di queste danne a Dio 600, al prossimo 60 e a te stesso 6. Se tu per vuoi essere un perfetto demonio, allora danne a Dio 6, al prossimo 60 e a te stesso 600! 4. Vedi, gli onesti servitori e serve sono coloro che coltivano i campi del loro padrone. Secondo la tua opinione essi dovrebbero tenere per s il raccolto, perch esso sorto grazie alle loro fatiche e alle loro cure; invece essi lo radunano nei granai del loro padrone e provano una grande gioia quando possono dire al loro signore: Signore! Tutti i tuoi granai sono colmi oramai ed ancora la met del raccolto sui campi! Cosa dobbiamo fare?. E la loro gioia diventer ancora maggiore, quando il padrone dir loro: Io apprezzo e lodo molto la diligenza e il vostro grande e disinteressato zelo; andate quindi e conducete qui degli operai che mi costruiscano nel pi breve tempo possibile delle nuove dispense, affinch io possa mettere in serbo la benedizione dei campi per gli anni futuri, i quali saranno forse meno ricchi di ogni tipo di frutto al paragone di questo. Ora vedi, i servitori non possiedono nulla; non hanno granai e non hanno dispense, eppure lavorano per un piccolo salario come se si trattasse di lavorare per riempire i propri granai e le proprie dispense, perch essi sanno che non hanno da temere la miseria, quando tutte le dispense del padrone sono colme. 5. Ecco, in un simile agire di un onesto servitore consiste tutto il rapporto fra s e se stesso, fra s ed il prossimo, fra s e Dio. Il vero servitore pensa sei volte per s, per il suo prossimo 60 volte, al fine di acquistarsi la loro benevolenza e 600 volte per il suo padrone, ma cos facendo, senza affatto volerlo, pensa 666 volte per s, poich gli altri servitori, vedendo il suo grande disinteresse, avranno per lui il massimo amore e la massima stima ed il padrone in breve lo metter a capo di tutti. Invece, un servitore che pensa solamente al proprio sacco e che al lavoro volentieri lultimo e che mette mano al lavoro pi leggero che trova, i suoi compagni lo guarderanno con occhio bieco ed il padrone non tarder ad accorgersi di aver a che fare con un egoista e con un fannullone. Egli perci non lo porr affatto a capo di tutta la servit, ma gli diminuir la ricompensa ed avr lultimo posto alla mensa comune e se un tal servitore pigro ed egoista non si ravvedr, verr infine licenziato con pessimi certificati e referenze, cosicch difficilmente poi potr ottenere di venir ingaggiato in qualche nuovo servizio. Qualora per gli fosse rimasto pure un solo amico ancora, di fronte al quale il suo agire sia stato disinteressato, questo amico pu
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accoglierlo in casa sua ed il padrone perci non ne sar sdegnato. Comprendi ora queste cose? 6. Ogni uomo ha e deve anche avere un certo grado di amor di se stesso, altrimenti non potrebbe vivere, ma, come dimostrato, un minimo grado possibile soltanto, perch un grado soltanto di pi turba gi lequilibrio nel rapporto umano-puro e la bilancia dellOrdine divino tanto sensibile che anche il minimo granellino ha il suo effetto. Ecco che ora Io ti ho segnato il limite richiesto e noi staremo a vedere come ti atterrai con i fatti! 7. Dice Giuda: Per poter giudicare se si raggiunta lesatta misura prescritta per lamor di se stessi, ci vuole molta profondit e sapienza! Come pu il tardo criterio umano formarsi in questo riguardo un giudizio?. 8. Dico Io: Faccia luomo con rettitudine di cuore e con buona volont quello che egli pu, quello che eventualmente manca verr aggiunto da Dio. Gi, per meno di 6 parti per s, non necessario essere eccessivamente preoccupati nei riguardi di nessun uomo, meno che meno quando si tratta di uomini della tua specie!. 9. Allora Giuda ammutolisce, si leva meditabondo da tavola e va a prepararsi il giaciglio per la notte che era gi abbastanza avanzata. 10. A questo punto per interviene il ragazzo Giosoe, il quale esclama: Davvero la stoltezza di questuomo mi ha fatto arrabbiare oltre ogni misura! Egli un discepolo ed rimasto tuttavia stupido come un gufo sorpreso alla luce del giorno! Io ho immediatamente compreso tutto quello che Tu gli hai dichiarato, ma egli pare che non abbia compreso niente, perch non faceva altro che mettere sempre innanzi domande ed obiezioni e infine se ne and poi sempre cos ottuso come se Tu, o Signore, non gli avessi detto neanche una parola! Se un fanciullo fa domande quando non occorrono perdonabile, ma se una persona anziana la quale, daltra parte, pretende di essere pi saggia del suo prossimo fa domande senza bisogno ed evidentemente non in buona fede, ma con malizia, allora c davvero di che arrabbiarsi! Che io possa morire tre volte ancora, se questuomo potr migliorarsi mai a questo mondo! Tutto fa ritenere che egli sia un avaraccio e certamente vagheggia le montagne doro e dargento che indubbiamente farebbe sue, se egli avesse la potenza che hai Tu, o Signore! Ed io, quant vero che mi chiamo Giosoe, mi impegnerei a dare tutto quello che ho e sopporterei tutto quello che uomo pu sopportare, se questo individuo fosse mai suscettibile di un miglioramento!. 11. Gli dico Io: Mio caro Giosoe, lasciamo stare questo argomento, perch a noi occorrono svariatissime specie di operai nel nostro lavoro di edificazione per un nuovo Cielo ed una nuova Terra ed appunto Giuda uno di quelli che noi possiamo adoperare! Ma ora raccontami cosa dirai ai tuoi genitori, quando tincontrerai nuovamente con loro; quali saranno le tue parole?.

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78. Capitolo Lastuto piano di Giosoe. 1. Dice Giosoe, allegro e sorridente: Signore! Io credo che il problema non sar difficile da risolvere! Accompagnato dallo zio Giairo io vado in casa dei miei genitori, i quali certo fanno ancora cordoglio di me. Questi, senza dubbio, si meraviglieranno, scorgendo in me un ragazzo che assomiglia al loro Giosoe quanto un occhio allaltro occhio. Allora Giairo pu esporre il caso e dire che io sono un trovatello e che per combinazione porto perfino il nome del defunto ed i miei genitori senzaltro mi adotteranno e mi ameranno anche pi del loro Giosoe. Pi tardi poi, gradatamente, approfittando delle circostanze e con un po di diplomazia, si potr far trasparire loro la verit ed essi infine non avranno difficolt a credere che io sono il loro figlio Giosoe, quindi in un tempo ulteriore che Tu, o Signore, potrai destinare, se non nuocer ad essi, apprendere tutta la verit. Ti pare bene cos, o Signore?. 2. Gli dico Io: La cosa non tanto mal pensata, Mio caro Giosoe. C per un punto soltanto che non suona bene, e precisamente che nel tuo piano fa manifestamente la sua comparsa una bugia. Ora, ogni bugia deriva dal male ed a sua volta causa di nuovo male. Vedi, certo che tu non sei un trovatello, come dunque farai a giustificare questo trovatello agli occhi dei tuoi genitori ed a quelli di Dio?. 3. Risponde il ragazzo: Signore, quando Tu sorridi, sicuramente un buon segno ed io mi sento gi giustificato dinanzi a Te, come lo fu un giorno Giacobbe con le mani avvolte in peli di capretto, dinanzi al suo cieco padre Isacco! Vedi, o Signore, questa fu anche una menzogna e pi grande anzi della mia, qualora venissi presentato ai miei genitori come un trovatello, eppure la benedizione del primogenito impartita a Giacobbe trov dinanzi a Dio giustificazione, ma se dunque Dio consider con occhio benigno e benedicente un inganno manifesto, che corrispondeva di fatto ad una menzogna, non potr suscitare ripugnanza ai Suoi occhi neppure il trovatello di oggi, Giosoe, tanto pi che, in fondo, questultimo in tutta la portata del significato veramente un trovatello, quale non se ne pu trovare un altro su tutta la grande Terra di Dio! Io credo, o mio Signore e mio Dio, che per questo mondo non dovrebbe esserci niente di tanto perduto quanto uno che morto e cos pure non dovrebbe esserci nel senso pi proprio della parola niente di pi trovato di un tale che, Signore, Tu sai gi a chi io voglio alludere! 4. Dico Io: La questione lhai risolta bene. Io gi sapevo che avresti trovato delle buone ragioni. Ma Io vorrei ancora sentire da te come farai a rivelarti ai tuoi genitori come il loro vero figlio Giosoe, approfittando di certe circostanze ed usando una certa tattica, come tu hai detto 5. Dice Giosoe: O Signore, questa una cosa molto facile! Quando una volta io sar in casa loro, cercher di comportarmi, cosa che per me non sar difficile, cos come prima, io chieder man mano di questa od altra cosa, come
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facevo prima, riprender i miei giochi e vedr di disporre le cose in modo che i miei genitori ne restino ripetutamente colpiti e debbano infine dire: Ma questo tale quale il nostro Giosoe, che forse Boro, valendosi dei suoi segreti mezzi, ha risuscitato e che durante il tempo trascorso fino ad oggi ha completamente guarito!. Io, frattanto, li lascio in questa opinione, quando poi sar venuto il momento buono, allora si potr dir loro la piena verit; io penso che a questo modo la cosa potr svolgersi benissimo 6. Dico Io: Ma qui fa capolino di nuovo una menzogna. Lasciare qualcuno di proposito in errore, equivale sicuramente a mentire a qualcuno! Come farai poi a lavarti via questa seconda macchia? 7. Risponde Giosoe: Signore! Fino a tanto che Tu sorridi quando esamini, sempre ed in eterno un buon segno; io per intendo che la menzogna pu essere anche di due specie molto differenti tra di loro. Ammannire a qualcuno una menzogna, facendola apparire una verit genuina deliberatamente e per mal volere, e resta indubbiamente una perfidia satanica! Ma invece una menzogna apparente, con la quale si intende velare la nuda verit solo finch questa sarebbe insopportabile alluomo che vi interessato, perch riuscirebbe alluomo in maniera evidente pi di danno che di vantaggio, una simile apparente menzogna non pu avere le sue origini nel male, perch deriva da una volont e da un cuore nobili, buoni e bene intenzionati! 8. chiaro che, considerata a questa stregua, anche ogni parabola, che pu celare in s la pi sublime verit, dovrebbe essere dichiarata una pura menzogna; eppure la sapienza degli antichi padri e dei profeti si per lo pi manifestata soltanto mediante parabole. Ed il fatto che qui Boro, il famoso medico conosciuto da tutti per le qualit di medico, figura come Tuo rappresentante, non veramente dissimile dallaltro evento, verificatosi ai tempi di Abramo, quando a questo patriarca vennero i tre angeli in rappresentanza di Jehova, n dissimile da quello, sempre difficile per me da considerarsi, del comportamento di Giuseppe in Egitto verso i suoi fratelli venuti ad acquistare del grano! Ma Dio volle che fosse cos ed a Giuseppe non imput a peccato il suo modo di procedere verso i suoi fratelli. E cos, secondo me, una tale menzogna apparente non che una prudenza dai Cieli, mentre la vera menzogna da assegnarsi al regno dellastuzia pi atroce e infernale! 9. Dico Io: Ebbene, vieni qui da Me, Mio caro Giosoe, che ti do un bacio, perch, da quel tenero giovinetto che sei, hai in te pi sapienza di un vecchio dottor della Legge!. 10. A queste Mie parole Giosoe si affretta a fare il giro di tutta la mensa, Mi abbraccia e bacia ed esclama poi con entusiastica letizia, ma pur sempre composto e saggio: O voi, antichi spiriti, potenze ed energie del Cielo, mirate e ricoprite le vostre facce, perch quello che qui avvenuto voi non lavete mai visto ancora! Il Padre santo ed eterno, pienamente qui presente ai vostri occhi, nel Figlio Suo Ges, concede che una delle Sue creature corporeamente Lo accarezzi e Lo abbracci!
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11. E cos Colui che era dalle eternit ora attira al Suo petto quello che sorto nel tempo, lo abbraccia e lo accarezza e lo rende con ci per leternit simile a lui! Oh, Tu vero e solo Padre di tutti gli uomini, com dolce il Tuo amore!.

79. Capitolo I due angeli offrono a Giosoe i loro servizi. 1. A questo punto i due angeli avvicinandosi a Giosoe, gli dicono: S, o dolce giovinetto, tu hai detto il vero. Questo i nostri occhi non lhanno ancora visto, anche se pure hanno scrutato lo spazio infinito di Dio molto tempo prima che alcun sole irradiasse per esso la sua luce a manifestare cos la propria esistenza! Ma tu rimani sempre in questo spirito che ora ti anima cos puro e sublime e noi saremo in eterno tuoi fratelli! 2. Dice Giosoe: Chi siete voi, che vi potete esprimere con parole tanto nobili e sagge? Non siete voi pure uomini come lo sono io? 3. Rispondono i due: Carissimo fratello nostro, in spirito siamo certo del tutto quello che tu sei e quello che sempre ancora di pi diventerai, ma noi non abbiamo mai portato carne e sangue! Noi siamo angeli del Signore e siamo qui per servire a Lui solo in perpetuo, ma quando un giorno Egli ci conceder in grazia di percorrere, come Lui, la via della carne, allora noi ti uguaglieremo completamente anche a questo riguardo. Per ora tu hai, in confronto a noi, un considerevole vantaggio, tuttavia infinitamente lunga leternit ed in essa gradatamente tutti i divari si appianeranno. E noi ora offriamo anche a te i nostri servizi; se tu desideri qualcosa, ordina e noi ti serviremo 4. Osserva Giosoe: In che cosa potrei io dirvi di servirmi? Noi tutti abbiamo un Dio, Signore e Padre dalleternit. A Lui solo spetta il diritto di comandare cos a me come a voi, ma noi che tutti, senza distinzione, siamo stati creati da Lui, non dobbiamo comandarci lun laltro, ma dobbiamo sempre, con amore che previene ogni richiesta, aiutarci reciprocamente quando qualcuno di noi, angelo o uomo che sia, ha bisogno di aiuto! 5. Io ritengo gi non perfetto colui che, per quanto volonteroso, corre in soccorso del fratello bisognoso che invoca assistenza, perch in tal caso laiuto pu averlo soltanto colui che trova loccasione, il coraggio e la forza di esporre la propria miseria a suo fratello dotato di mezzi nelluno o nellaltro campo e di invocarne il corrispondente soccorso. Ma chi aiuter allora colui che non ha n loccasione n il coraggio di invocare aiuto dal fratello dotato di mezzi? Ora, se io non ritengo del tutto perfetto gi laiuto concesso in seguito ad una preghiera, quanto meno lo sar laiuto da prestare in seguito ad un comando! 6. E perci io vi dico qui, in presenza di Colui che un Signore sopra la Vita e sopra la morte: quando voi vedrete che io ho bisogno di assistenza, aiutatemi
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senza che io ve ne preghi o addirittura che ve lo ordini, come se io fossi un padrone ed io, dal canto mio, far la stessa cosa qualora venissi a sapere di potervi essere utile in uno o nellaltro modo. In altra maniera non potrebbe occorrermi da voi alcun aiuto n servizio, tanto meno poi un servizio comandato, il quale peggiore di non ricevere nessun servizio! 7. Io penso che chi dotato di mezzi nelluno o laltro campo, dovrebbe guardarsi attorno con tutta diligenza per valutare le condizioni dei propri fratelli bisognosi e vedere se alluno o allaltro necessiti aiuto ora in questa, ora in quella cosa, e quando ne ha trovato uno, gli offra subito assistenza! Cos facendo egli riuscir, secondo il mio parere, certamente gradito al Signore e Padre, il Quale, in questo modo, fin dalleternit ugualmente opera e cos anche giustificher la sacra somiglianza a Dio, secondo la Quale stato creato. Ma chi invece soccorre il prossimo solo quando ne viene pregato, oh, quanto lontano ancora un tale soccorritore dalla piena somiglianza a Dio, per non parlare poi di chi, per prestare soccorso, attende che questo gli venga comandato! 8. Ecco dunque, miei cari amici, se la vostra sapienza giunge soltanto fino al punto di suggerire agli uomini che vi comandino, quando hanno bisogno del vostro aiuto, allora io, da ragazzo che sono, non vorrei davvero cambiarmi con voi; se per avete voluto solamente sottopormi ad una prova, credo di avere superato lesame dinanzi a voi proprio non tanto male. E dato che avete appreso dalla mia bocca forse qualcosa che poteva suonare un po troppo aspra e dura al vostro orecchio, non vogliatemene male, perch non ho parlato per fare da maestro a voi, ma unicamente per amore della verit, essendo che lofferta da voi fatta non era conforme a verit. Da perfetti spiriti celesti quali siete, voi avreste dovuto scrutare gi prima nellintimit dellanimo mio, fino a riconoscere che alla vostra offerta io avrei dato certamente una simile risposta, per la quale non posso davvero farvi i miei ringraziamenti 9. I due giovani arretrano di qualche passo, un po umiliati e dicono: In verit! Nessun angelo avrebbe potuto supporre tanto alta, pura e divina sapienza in questo ragazzo! 10. Allora dico Io: Cos , miei cari! Locchio di Dio scruta e vede le cose pi profonde e pi sottili e scopre delle macchie perfino negli angeli pi perfetti, ma lo stesso fa pure il cuore purissimo delluomo, che come una pupilla dell occhio di Dio! Io per ho fatto in modo che questo avvenisse non gi a vostro vantaggio, ma a causa degli ospiti che sono qui, affinch potessero apprendere, dalla pura bocca di un giovinetto risuscitato, quanto ad essi manchi ancora al raggiungimento della somiglianza con Dio! Del resto il ragazzo gi dalla nascita ha uno spirito straordinariamente acuto e perci nessuno creda che nella presente occasione sia stato Io a mettergli le parole nel cuore ed infine sulle labbra. Esse sono cresciute su un terreno assolutamente suo proprio e perci anche egli Mi sar a suo tempo un valido strumento.
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80. Capitolo Cirenio accoglie Giosoe. 1. Dice Cirenio: Signore! Questo giovinetto io lo prenderei molto volentieri con me e se egli fosse daccordo, non solo sarebbe per me come uno dei miei figli, ma lo anteporrei in tutto agli altri. Davvero, io stimerei la maggiore delle felicit poter chiamare mio figlio questo caro ragazzo, il quale pi un angelo che un ragazzo-uomo. In ogni caso gi penso che egli si trover in una situazione alquanto difficile, presso i suoi genitori di una volta, e non fuori luogo la domanda se essi saranno ancora disposti di accoglierlo in casa loro. Io so come accomodare il tutto e con il tempo potr disporre le cose in modo che i suoi genitori, che mi risulta siano molto ligi alle idee del Tempio, abbiano a riconoscere senza difficolt il loro Giosoe. Se vorranno riconoscerlo, saranno certo liberi di farlo, tuttavia alla condizione che egli abbia a rimanere in casa mia, restando presso di me ovunque io dovessi andare, sia in Asia, sia in Europa od in Africa, dato che la sua sapienza mi sta a cuore pi di qualsiasi altra cosa!. 2. Dico Io: Ebbene, vedi di trattare la questione con Giairo e con il ragazzo stesso, per Me qualunque soluzione sar buona, poich il giovinetto, il Mio caro Giosoe, Mi rester fedele ovunque egli si trovi! 3. Disse il ragazzo: Oh, Padre mio! Non sarai gi Tu a dubitare di ci, perch dovresti Tu Stesso ispirare nel mio cuore un altro sentimento. Ma Tu certamente in eterno non lo farai e cos anchio in eterno Ti rimarr fedele! Se io dovessi fare una scelta circa la mia futura esistenza su questa Terra, preferirei restare immediatamente presso di Te! Infatti in tutta limmensit e in tutti gli antichi e i nuovi Cieli cosa ci pu essere di pi sublime, di migliore e di ancora pi beato del restare presso di Te, la Sorgente Prima dellAmore, della Sapienza e di ogni Vita? Per questo certo non che il desiderio proprio ed intimissimo del mio cuore e del resto io so anche obbedire e sapr adattarmi volonterosamente a quella qualsiasi destinazione che la Tua santa Volont riterr opportuno di prescrivermi! Io vado volentieri con Cirenio, che stimo ed apprezzo moltissimo e cos anche volentieri ritorno dai miei genitori terreni che pure apprezzo ed amo, ma senza la Tua Volont non intraprender facilmente alcuna cosa. 4. Gli dico Io: Che tu voglia rimanere presso di Me, come con il tempo anche rimarrai, di questo rende testimonianza tutto il tuo essere, ma per ora hai bisogno ancora di qualche riposo ed a tale scopo c necessit per te di restare per un po di tempo esteriormente lontano da Me, perch ne sia rafforzata la consistenza tra lanima ed il tuo nuovo corpo. Quando questo, forse nel corso di un anno, sar avvenuto, tu potrai allora far ritorno a Me e potrai cos reggere benissimo presso di Me senza che vi sia per Me, come ora, la necessit di trattenere con la potenza della Mia Volont la tua anima nel corpo. Ecco, questa la ragione per la quale Io lascio che tu te ne vada per un certo breve tempo lontano da Me e ci per il tuo bene! Consulta ora, dunque, i tuoi sentimenti e decidi se vuoi andartene con
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il supremo governatore di Roma, Cirenio, o se preferisci ritornare a casa dei tuoi genitori terreni. Per Me le due soluzioni si eguagliano, vero per che, dal tuo lato, presso Cirenio avresti pi elementi a tuo vantaggio che non in casa dei tuoi genitori, dove saresti in apparenza uno straniero, perch passer molto tempo prima che essi sappiano cosa veramente pensare di te. 5. Dice Giosoe: Considerato che oramai so questo, sta bene che me ne vada con il supremo governatore Cirenio. Tuttavia avrei il desiderio di vedere i miei genitori e di sapere quali impressioni susciter in loro la mia presenza!. 6. Dice Cirenio: Questo si potr fare con tutta facilit gi domani, quando ce ne andremo a Sidone e Tiro, passando per Cafarnao, in occasione del pranzo che ci verr offerto in casa di questo mio fratello che vedi qui ed il cui nome Cornelio. Faremo in modo che, oltre ad alcuni notabili della citt, vengano invitati anche i tuoi genitori e cos avrai pi che sufficiente possibilit di vederli, ascoltarli ed osservare quello che eventualmente troveranno da dire sul conto tuo! Per tu devi fare molta attenzione, perch tu non abbia forse a tradirti con qualche parola che potrebbe sfuggirti! Del resto non potranno riconoscerti, perch domani subito ti far indossare una toga alla foggia romana, che ti fornir dal mio guardaroba. Ma, come detto, devi bene badare alla tua lingua per non rivelarti prima del tempo 7. Dice il ragazzo: Non aver assolutamente timore a questo riguardo, io conosco discretamente la lingua romana, come pure la greca e se verr interrogato, risponder in una di queste. Certamente, anche i miei genitori le conoscono, per questo non fa niente e spero, con laiuto del Signore che mi ha ridonato alla vita di questo mondo, di cavarmela nel migliore possibile dei modi 8. Allora Cirenio stringe al suo petto il ragazzo, lo bacia e dice: Devo dirti senza preamboli che tu mi sei quanto mai caro e che da ora in poi ti considero come un mio figliolo cui io voglio pi bene ancora che a tutti i miei figli corporali, dei quali, come ora per te, sono diventato spontaneamente padre. Perch con il tuo spirito potrai essere di grande vantaggio a tutti 9. Dice il ragazzo: La mia gioia pur essa molto grande, perch la mia allegria pi grande sempre stata quella di poter essere utile a qualcuno in qualche cosa 10. Dico Io allora: Molto bene Mio caro Giosoe e quando Io vedr che tu sarai rimasto coerente e fedele ai tuoi propositi, da parte Mia verr elargita anche a te una forza particolare dai Cieli, tramite la quale sarai posto in grado di fare maggiormente del bene. In che cosa per consister questa forza, tu lo saprai quando ti verr conferita. Ed ora ci ritireremo a riposare, perch siamo gi arrivati alla mezzanotte. Domani un giorno come oggi ed Io non voglio indagare gi adesso quello che esso ci porter, ma quello che porter, noi tutti lo accoglieremo. Il bene lo terremo con noi e noi sapremo bene separarlo dal male. Andiamocene dunque a riposare. E dopo queste Mie parole, tutti si ritirano a cercare ristoro nel sonno.
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LA MORTE DI GIOVANNI IL BATTISTA. GESU NEL DESERTO E SUL LAGO GENEZARET. (Matt.cap.14) 81. Capitolo Il racconto di Roban sul nuovo sommo capo. 1. Il mattino del giorno seguente fu anchesso fra i pi sereni e molti degli ospiti presenti che si erano ritirati a dormire prima di noi, se la godevano gi allaperto quando Io, i discepoli, gli ospiti romani e Kisjonah uscimmo fuori di casa. 2. Ma eravamo soltanto da poco tempo anche noi allaperto, quando comparve Bab con la sua famiglia, reduce dalla citt, poich a tarda sera egli era ritornato a casa propria, per non essere dincomodo in casa Mia. Ed appena giunto, egli raccont, concitatamente, che in citt e particolarmente nella sinagoga, regnava una grande agitazione, tale anzi che egli non si era azzardato a domandare a nessuno cosa fosse accaduto, certo per doveva essere successo qualcosa di molto grave, perch egli non aveva mai ancora avuto occasione di notare tale turbamento fra i servitori ed i signori della sinagoga! 3. Dico Io: Questa sar certamente la conseguenza del nuovo modo di agire che stato mandato da Gerusalemme dopo labbandono della carica da parte di Giairo e che probabilmente intende fare qui a Nazaret un giro di ispezione gi oggi. Ma questo a noi interessa pochissimo ed intendiamo, malgrado tutto, fare onore alla nostra colazione che gi pronta. 4. E cos dicendo Io Mi rivolsi ai due giovinetti ancora presenti e dissi loro: Affrettatevi alla sinagoga e conduceteMi qui Roban, lanziano, devo parlare con lui! Andate per a passo duomo, affinch non abbiate a rivelarvi con una comparsa improvvisa. I due angeli eseguono subito lordine ricevuto, mentre noi ci occupiamo di far colazione, cosa che facciamo di animo lieto. 5. E come ci accingiamo a levarci da mensa, ecco gi apparire Roban con i due angeli. Egli fa un profondo inchino dinanzi a Me ed alle altre personalit di Roma l presenti e con voce desolata e stanca prorompe in queste parole: Oh, Signore, qui il Cielo, ma l nella sinagoga si scatenato lInferno! Signore! vero che a Te non occorre che lo dica, perch so benissimo che a Te non pu essere ignoto niente di quello che succede in tutto il mondo, ma oramai una cosa disperante per come briga ed infuria il nostro nuovo preside! 6. Se quellindividuo non un fratello corporale di Satana, io sono pronto a rinunciare alla mia dignit di uomo! In primo luogo egli ha cominciato a depredarci completamente, non solo per quanto riguarda il denaro, ma anche tutti i nostri averi, cosicch noi non sappiamo neppure come in avvenire potremo vivere assieme alle nostre famiglie. Egli si prende tutta la farina, i legumi, i grani, tutto il pesce affumicato, dice che i nostri buoi, vacche, vitelli, le pecore e gli asini sono propriet del Tempio e cos si prender anche questi, senza grazia
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e piet. E non basta, ma egli ci ha dichiarato che siamo dei rinnegati di fronte al Tempio e minaccia punizioni da tutte le parti, perch a Gerusalemme si ha notizia di tutto quanto succede qui ed egli dice di avere il preciso incarico di farTi arrestare come seduttore e sobillatore del popolo e di farTi consegnare ai tribunali! Cosa ne dici di queste bestialit? 7. Pare che Erode sia perfettamente a conoscenza di ogni Tuo passo ed azione ed egli avrebbe gi preso da lungo tempo delle misure serie contro di Te, se non vi fosse trattenuto dallerronea opinione ispiratagli dal suo indovino che era in segreto un discepolo di Giovanni che Tu sia Giovanni Stesso resuscitato da morte, perch a richiesta di quella donnaccia di Erodiade egli lo ha fatto decapitare nel carcere, facendo poi presentare ad essa la sua testa su di un vassoio e ci per provarle di aver mantenuto il giuramento fatto! 8. Da questo poco che Ti ho detto, Tu, o Signore, puoi farti gi unidea dello stato delle cose! Io Ti dico che, se non vi opponi tutta la Tua potenza, Tu e tutti coloro che sono presso di Te siete, per quanto riguarda al corpo, perduti! Infatti non posso dirTi altro di pi che lInferno intero si scatenato; solo sulla Tua testa stata messa una taglia di nientemeno che diecimila libbre doro!. 9. Allora Io chiamo Matteo e gli dico: Quello che udrai adesso, scrivilo!. 10. Matteo va subito a prendere loccorrente e si dispone a scrivere. 11. Mentre Io, nuovamente rivolto a Roban, dico: Amico, tu hai ora accennato di sfuggita alla triste storia di Giovanni, per abbi la compiacenza di narrarla precisamente cos come ve lha esposta il nuovo preside, perch io ho un grande interesse che della cosa venga presa notizia in questo modo!. 12. Dice Roban: Io lo far con la maggior buona volont di questo mondo, soltanto temo che si accorgano della mia assenza e noi siamo in pericolo se quel fratello di Satana di un preside ci capita qui e fa un chiasso tremendo! 13. Gli osservo Io: Non temere, perch qui abbiamo tanto potere ancora per fargli capire ragione! 14. Dice Roban: Quand cos, io ripeter la storia di Giovanni letteralmente cos come ce lha raccontata il nuovo preside! Le sue parole furono queste.

82. Capitolo Storia e fine di Giovanni il Battista. (Matteo 14, 1-12) 1. Parla Roban: Poco tempo fa i servitori del tetrarca Erode, incaricati dellesazione delle imposte, ebbero a rapportare al loro signore le voci che correvano riguardo alla Tua Persona ed alle cose da Te operate e gli raccontarono come, essendosi essi trovati nellesercizio delle loro funzioni, Tu li avessi scacciati e volti in fuga e come nulla avessero potuto opporre alla Tua potenza! Allora Erode fece subito chiamare il suo indovino. Questi, per, che anzitutto una vecchia volpe ed poi un occulto discepolo di Giovanni, che non ha potuto
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perdonare ad Erode lassassinio di questo profeta, colse loccasione che gli si offriva di vendicarsi duramente di Erode e gli dichiar energicamente: Costui altri non che Giovanni il quale risuscitato da morte e opera in questo modo ai tuoi danni! 2. Tali parole spaventarono Erode (vers.2), il quale ritorn dai suoi servitori e disse loro: Costui non il falegname Ges, che io conosco e che non saranno ora neppure cinque anni che stato qui con suo padre Giuseppe per costruire un nuovo trono, nella quale occasione, malgrado dimostrasse unassoluta semplicit di modi, ha dato prova di non comune abilit nella falegnameria artistica, bens Giovanni che io ho fatto decapitare, che risuscitato dai morti ed ora come un spirito indistruttibile fa contro di me cose che nessun uomo capace di fare. Astenetevi dunque dallintraprendere oltre alcuna cosa contro di lui, perch ci potrebbe recare a me ed a voi le peggiori sventure!. 3. A questa dichiarazione sembra che i servitori siano rimasti assai meravigliati e che se ne siano andati addirittura sbalorditi, poich essi sapevano benissimo che Tu non sei Giovanni, ma non osarono ribattere niente al terrorizzato Erode. 4. E dopo questo racconto del preside, noi gli domandammo come veramente fossero andate le cose riguardo alluccisione di Giovanni. Infatti noi sapevamo con certezza che Erode laveva fatto gettare in carcere, ma che lavesse fatto anche morire a noi non constava assolutamente. Allora il preside con poche parole ci raccont: Da principio Erode (vers.3) era egli stesso un discepolo di Giovanni, certo assai tiepido e lo stimava come un saggio di particolare valore, perci lo accolse alla sua corte con lintenzione di imparare da lui la sapienza occulta. Ma poich daltra parte egli non voleva rinunciare al cattivo amore per Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, Giovanni, pieno di corruccio, (vers.4) cos parl ad Erode: Innanzi a Dio ed a tuo fratello non ti lecito tenere costei, poich sta scritto: Non desiderare la donna del tuo prossimo. Allora il superbo Erode si adir (vers.5), fece gettare Giovanni in carcere e lavrebbe anche fatto morire subito se non avesse avuto timore del popolo, il quale considerava Giovanni un grande profeta. 5. Pochi giorni dopo accadde per (vers.6) che Erode festeggiasse il suo compleanno ed in quella occasione la bella figlia di Erodiade si present e danz dinanzi a lui ed ai nobili suoi ospiti, la qual cosa (vers.7) piacque moltissimo ad Erode. Egli perci fece con giuramento promessa alla bella danzatrice che le avrebbe dato tutto quello che essa avesse voluto chiedergli! Ma la figlia (vers.8) si rivolse prima a sua madre, che aveva giurato vendetta a Giovanni perch voleva allontanarla da Erode, e la madre le sugger di chiedere la testa di Giovanni! 6. La figlia allora si present ad Erode e gli disse: Dammi qui in un piatto la testa di Giovanni Battista. A quella richiesta (vers.9) il re si rattrist, non tanto per la sorte di Giovanni, quanto piuttosto a motivo del popolo che egli temeva si sarebbe poi vendicato. Tuttavia, avendo giurato e per rispetto di coloro che erano con lui a tavola, comand ai suoi servitori (vers.10) di portare alla figlia
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ci che era stato da lei richiesto! Ed i servitori andarono, decapitarono Giovanni nella prigione, dopo aver prima fatto allontanare da lui con qualche pretesto alcuni dei suoi discepoli e portarono poi (vers.11) la sua testa su di un piatto nella sala del banchetto, per presentarla alla figlia e questa la consegn poi alla sua perfida madre! 7. Quando pi tardi i suoi discepoli furono di ritorno, con loro immenso spavento e dolore (vers.12), non trovarono che un cadavere! Essi tolsero il corpo di Giovanni, lo portarono fuori e lo seppellirono in presenza di molte migliaia di popolani che facevano cordoglio e scagliavano maledizioni atroci contro Erode e la sua casa. Si dice inoltre che Erodiade, alla vista del capo di Giovanni, sia caduta immediatamente in terra, dove mor fra orribili convulsioni e con la faccia contratta, e la stessa sorte pare sia toccata pochi momenti dopo a sua figlia! Erode e tutti i suoi ospiti inorriditi sarebbero poi fuggiti dalla sala del banchetto. 8. Signore! Questa parola per parola la dolorosissima storia di Giovanni che battezzava al Giordano, non lontano dal deserto di Bethabara, dove questo fiume si versa nel lago, lo attraversa ed infine si volge al Mar Morto. Cosa ne dici Tu? davvero ammissibile che degli uomini possano diventare tanto demoni, specialmente in un tempo in cui Tu Stesso, al quale obbediscono Cielo e Terra, calchi, in forma umana, il suolo di questo mondo? Oh, Tu non hai pi tuoni e fulmini per simili orrori? 9. Allora Cirenio e Cornelio si rivolgono a Me, sopraffatti dalla collera, ed esclamano: Signore! Ogni indugio ormai un pericolo! Noi non possiamo pi attendere che si esaurisca la Tua immensa pazienza e indulgenza, qui si tratta di porre mano immediatamente allopera! necessario che, al massimo entro dieci giorni, tutta questa progenie dellInferno, compresa Gerusalemme e il Tempio, sia fatta scomparire dalla faccia della Terra!. 10. Ed Io gli dico: Guardate qui questi due giovinetti, essi soli bastano per fare in un istante quello che tutta la potenza di Roma non potrebbe fare in cento anni! Ma se tutto ci non dovesse accadere a motivo dellOrdine di Dio, potete crederMi se vi dico che per Me sarebbe cosa facilissima distruggere tali orrori in un batter docchio! Ma queste cose estreme bene che avvengano per la formazione di un nuovo Cielo e di una nuova Terra. 11. Ma ora vedete di allontanarvi da qui, perch questo nuovo preside un uomo cattivo e Satana pronto a mostrargli mille vie per le quali potervi fare moltissimo male, perci fate in modo di andarvene al pi presto. 12. AnchIo Me ne andr oggi stesso da qui e non far ritorno cosi presto in questi paraggi, perch meglio tenersi ad una certa distanza da un cane rabbioso. Costui uno il quale dispone di molto oro ed argento, altrimenti non avrebbe potuto comperarsi la carica che occupa e con molto oro ed argento alla mano si possono ottenere molte cose presso gli uomini del mondo, particolarmente poi non ci si pu assolutamente fidare di un tale che, come lui, si acquistato un simile posto sotto la spinta dellavidit di lucro e dellambizione.
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Di conseguenza tutti voi preparatevi ed allontanatevi da qui e tu pure, Roban, ritorna a casa tua, perch finora la tua assenza non stata notata! 13. Dice Roban: Ma se vengo interrogato riguardo ai fatti Tuoi, cosa dovr dire? 14. Gli dico Io: Quello che dovrai dire ti verr posto nel cuore e nella bocca al momento opportuno.

83. Capitolo Scena con il nuovo preside del Tempio a Nazaret. 1. Udite queste parole, Roban si mette sollecito in cammino verso casa sua e vi appena giunto quando un messo gli si presenta e lo obbliga ad andare immediatamente alla sinagoga, dove il nuovo preside vuol parlare appunto con lui dei fatti Miei, perch era venuto a sapere che Roban era stato a Sichar per cose che Mi concernevano. Roban comparve poco dopo davanti al preside e subito questi lo investe aspramente. 2. Ma Roban gli dice: Io sono uno degli anziani di Nazaret e sto fra i 70 e gli 80 anni, mentre tu per i 30 hai ancora molto da correre! Il fatto per che in forza del tuo denaro ti sia innalzato sopra di noi a preside, non ti autorizza minimamente a fare da Mos o da Aronne ed io non potr imparare da te niente che non abbia gi saputo prima che tu fossi nato! Noi tutti abbiamo sempre adempiuto ai doveri del nostro ufficio a piena soddisfazione del tuo degnissimo predecessore e di tutto il Tempio, abbiamo scrutato ogni fenomeno con occhio sincero e diritto, come si addice ad israeliti devoti a Dio ed abbiamo posto argini l doverano necessari; se tu per credi di comprendere meglio le cose e se pensi di convertire forse cos di colpo tutti i greci e i romani per farli diventare ebrei, allora procedi pure a modo tuo ed io ti garantisco che in breve tempo sarai tu, oltre a noi, lunico ebreo in tutta la Galilea! 3. La borgata abbastanza importante di Gesaira, a questo riguardo e per lo stesso motivo, gi passata allellenismo e tutti i farisei, gli scribi e i sacerdoti hanno dovuto andarsene! Va tu ora l e comincia pure a fare, secondo i tuoi sistemi, ricerche e inquisizioni, e quelli di Gesaira cominceranno a loro volta a suonarti una tale musica che certamente non avrai gambe abbastanza lunghe per scappare con la dovuta velocit! Ma a che cosa si deve lo scisma della gente di Gesaira? Ecco: alleccessivo rigore ed allavidit dei sacerdoti locali, e Gesaira ormai professa Pitagora al posto di Mos! 4. E precisamente succeder la stessa cosa qui in brevissimo tempo e tu e noi tutti potremo allora cercarci un altro asilo! Non persistere nella tua cecit e riconosci quello che purtroppo vero. 5. I supremi detentori del potere sono romani e greci e vedono di buon occhio quando gli ebrei si convertono alla loro credenza. Come puoi tu impedire queste
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defezioni, quando in tutta la Galilea una cosa molto nota che ormai le condizioni del Tempio sono tali da far assomigliare questo ad un guscio di noce vuoto? Ma di chi la colpa, se non degli stessi avidi dirigenti del Tempio, i quali per denari ne rivelano i misteri agli stranieri facoltosi, i quali, a dispetto di qualsiasi giuramento, divulgano fra il popolo tutte queste storie con grande corredo di grasse risate e di scherni? Va pure a domandare loro, agli abitanti di questa citt, e sentirai anche tu quello che hanno detto a noi. 6. Dice il preside: Cosa dici? Tutte queste cose il popolo le sa?. 7. Risponde Roban: S, il popolo a conoscenza di tutto! Se credi, prova ad andare a togliergli la conoscenza!. 8. Il preside, arrabbiato e serio, misura a passi concitati la sinagoga e dice, dopo qualche tempo: Qui ci avr posto in buona parte lo zampino quel profeta di Nazaret! Di conseguenza sar tempo che tocchi a lui quello che toccato a Giovanni per mano di Erode! 9. Dice Roban: Eh, s, tutto dipende dal fare un tentativo per mettere le mani su quel medico meraviglioso e il popolo, romani, greci, ebrei che siano, che lo venerano come un Dio, intoneranno anche in questo caso una musica particolare! Io, che sono un anziano di Nazaret, ti do un consiglio fedele e pi conforme alle circostanze e ti dico: Segui le orme modeste del tuo degno predecessore Giairo e potrai, almeno per qualche tempo ancora, campare qui tranquillo! Ma se continui a fare come fino ad ora e vuoi sconvolgere tutto mettendo di sotto quello che deve stare sopra e viceversa, potrai presto cercarti una buona occasione per ritornare a Gerusalemme!. Giairo stesso nelle mani dei greci. Boro suo genero ed il secondo medico meraviglioso e potente per le sue ricchezze dogni specie; egli pure sapr anche troppo presto raccontarti qualcosa. In una parola, prova e dopo mi dirai se ti ho dato un consiglio falso! 10. Il preside infuriato pesta i piedi in terra e prorompe: Voi siete gi tutti alleati del demonio e sembra propendiate pi per i nostri avversari che per noi e siete seguaci della dottrina dellingannatore del popolo! Perci io vi caccer dalla sinagoga, far venire da Gerusalemme gente nuova in luogo vostro e vi metter nelle mani dei tribunali! Io ti domando ancora una volta: Che cosa sei andato a cercare o fare a Sichar, presso i samaritani? 11. Risponde Roban: Io ho 79 anni e so perfettamente quello che faccio e che devo fare! Le tue minacce non spaventano n me n nessun altro, ma se vuoi consegnarci ai tribunali, non devi che provare e vedremo poi chi veramente finir nelle mani di questi: se noi o tu! 12. Fortunatamente noi siamo molto in buona vista presso il supremo Governatore, che fratello dellimperatore Augusto e a Roma ha grandissima influenza; perci non sar n cos facile n cos veloce come tu credi mandarci in prigione! Ma Ges, che il Tempio odia unicamente per puro e semplice egoismo e per avidit di dominio, appunto Ges Colui che il Tempio deve ringraziare se gi a questora non stato raso al suolo!
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13. Tu certamente avrai udito qualcosa della famosa rapina delle imposte perpetrata, saranno ora cinque settimane, dagli agenti del Tempio travestiti e mascherati e dallignominioso trasporto di quei tesori, nonch di molte altre cose letteralmente rubate od estorte con abominevole violenza, trasporto che stato fermato a Chis dai sorveglianti dello straricco Kisjonah! Vedi, stato appunto quel Ges, che il Tempio odia senza nessuna ragione e che le alte autorit e personalit di Roma stesse venerano pi del loro Giove, Lui solo, con la Sua Parola e con le Sue opere inaudite, stato a deviare da Gerusalemme il rovinosissimo uragano. Ma il pericolo non ancora scongiurato del tutto e baster che vi ostiniate ancora un pochino nei vostri vecchi sistemi, perch scoppi la tempesta! 14. Del resto basta anche solo una denuncia da parte di Boro, di Giairo e rispettivamente anche la mia e dopo potrai rimirare la tua Gerusalemme ed il suo Tempio 3 volte entro 7 giorni e mi saprai dire se avrai trovato il posto dove una volta sarebbe esistito il Tempio! Hai ben compreso le mie parole? 15. Allora il preside, al colmo dellira e del dispetto, batte di nuovo con i piedi in terra ed esclama: Chi pu confermare una cosa simile con un giuramento? Perch quelli che si dice siano implicati nel fatto sono ora rinchiusi nel Tempio! 16. Dice Roban: Secondo la legge romana limputato non viene mai ammesso al giuramento, bens soltanto gli altri testimoni ed in caso di bisogno essi ne metteranno assieme diecimila i quali, quanto pare a me, saranno sufficienti contro 10 accusati o gi di l! 17. Dice il preside, completamente annichilito: Dunque inutile credere in Jehova, Mos e nei profeti e non pi lecito a nessuno osservare i comandamenti a causa dei romani? 18. Risponde Roban: Fammi il piacere di non tirare in ballo Jehova n Mos ed i profeti! Di tutto ci non vi pi alcuna traccia n in te n meno ancora negli alti ed altissimi signori del Tempio, perch tutto il Tempio gi da 30 anni che trasformato in un luogo di mercato e di cambio e gi da lungo tempo l non vi sono pi n un autentico servizio divino n una giusta osservanza dei precetti del vero Jehova e di Mos! Quello che c ancora, si riduce tutto allapparenza, allombra e alla maschera ed i lupi rapaci vanno intorno ricoperti di false e placide spoglie per poter, con tanto maggiore facilit, assalire le povere pecore. Se tu agissi conformemente alle leggi di Mos, non ti sarebbe mai venuta la voglia di comperarti il posto che occupi ora! Ed io sono pronto a giocarci la vita, se Mos ha mai comandato che la carica di capo di una sinagoga la si debba acquistare con loro e largento!. 19. A questa replica di Roban il nuovo preside esclam furente: Tutto ci non ha niente a che fare, ma sapr io ben trovare per voi un padrone tale di cui non potrete mai meravigliarvi abbastanza, perch io so ancora qualche altra cosa che voi non sapete e conosco altre vie che probabilmente voi non conoscete!.
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20. Dice Roban: Questo ben possibile; ma pure possibile che tutte le tue vie, grandi e piccole, noi le conosciamo forse meglio di te ed eventualmente il caso di domandarsi se non ti abbiamo gi sbarrato tutte le strade per le quali hai segretamente pensato di colpirci alle spalle. Come ho detto, basta che tu faccia una sola prova e non tarderai a sentire quello che sapremo raccontarti noi!. 21. Gli altri allora dicono a Roban: Ma fratello, perch vuoi tentare di salvare questinumano dalla rovina? Egli nelle nostre mani e potr cercarsi un aiuto anche in Cielo, quando ci prenderemo la singolare libert di fargli assaggiare le pietre di Nazaret!. E poi, rivolti al preside: Noi siamo farisei e scribi come te, anzi meglio di te, perch siamo discendenti di Levi, mentre tu, come sappiamo benissimo, la discendenza lhai pagata a caro prezzo, come, del resto, oggigiorno tutto si compera, non escluso il Cielo! Dunque, tu sei un intruso nel Santissimo ed un ingannatore di Dio e per questo crimine saresti a ragione passibile di venir lapidato allistante, vedi per questo di non spingere le cose troppo oltre, altrimenti ci metteremo senza indugio allopera! 22. Questa minaccia energica e risoluta ebbe leffetto di rendere il sommo capo almeno in apparenza, pi sopportabile, quantunque nel suo interno fremesse ancora di pi e dopo una pausa, egli disse: Anche voi per non dovete prendermi per quello che non sono, perch sono noti, a me come a voi, i grandi difetti del Tempio ed ora si tratta soltanto di vedere come si potrebbe fare per occultarli e per ridonare al Tempio il suo antico significato e il suo primitivo valore. 84. Capitolo Testimonianza di Chivar su Giovanni e Ges 1. Allora prende la parola loratore Chivar e dice: A che scopo usare verso di noi iniziati simili insensatissime angherie? Io sono stato, dal mio undicesimo fino al venticinquesimo anno di et, un servitore del Tempio e dunque so anche troppo bene come stiano l le cose. Se avessi voluto essere cattivo, quante e quante cose avrei potuto rivelare gi da molto tempo in qua! Ma mi sono sempre detto: Il popolo cieco tiene tuttavia al Tempio come prima. 2. Perch avrei dovuto togliere al popolo la sua fede nella quale, secondo me, esso ripone tutte le sue illimitate speranze, mentre noi sacerdoti possiamo in certo modo contare almeno su di una discreta vita a questo mondo? Ma se ora, che non abbiamo un fondamento reale, tendiamo troppo le nostre corde, si spezzeranno ed allora sar finita con i nostri canti, cos potremo provvederci di reti per andar a pescare l dove il mare pi profondo. 3. Cosa possiamo fare noi contro la potenza dei nostri nemici che diventano di giorno in giorno pi numerosi? Credi che poi il Tempio ci protegger? inutile che te lo aspetti, perch a Roma si sono gi stabiliti molti ebrei, i quali tengono delle case signorili con dei tesori considerevoli ammassati illecitamente nel Tempio! Questi non si affanneranno a farsi nostri patrocinatori, come non
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daspettarsi che questa cosa la faccia la gente attuale del Tempio che, come le rondini, tiene gi adesso pronte le ali con le quali, alla prima e miglior occasione, spiccare il volo oltre il grande mare, verso lItalia e verso lEuropa, per non fare mai pi ritorno in Asia. 4. E perci ora dovrebbe essere per noi ambito consiglio in primo luogo dedicarci nel modo pi degno possibile al nostro ministero di sacerdoti, con tutta tranquillit, moderazione e pazienza ed in secondo luogo osservare scrupolosamente il proverbio romano: In medio beati (Il giusto sta nel mezzo), altrimenti gi entro pochi anni potremo chiedere di essere ammessi nella casta dei pescatori! 5. In aggiunta a tutto ci, ecco che, precisamente in questo tempo, sono comparsi due uomini, la cui potenza assolutamente incomparabile, sarebbe capace di guadagnare in pochi anni alla loro dottrina tutte le genti di questo mondo! Giovanni, il quale, bench non si trovi pi corporalmente fra i mortali, il primo, alla cui dottrina hanno aderito mezza Giudea e Galilea, dottrina che presentemente viene professata ancora pi tenacemente di quando era vivo Giovanni. Erode nella sua lussuria pot far levare il capo di chi era profeta, ma sar egli capace di stroncare anche il suo spirito e quello della sua divina dottrina? Io non potr mai crederlo, perch appunto con le persecuzioni ogni buona dottrina diventa grande ed invincibile! 6. Ora Giovanni, nei riguardi del corpo, bens tolto di mezzo, ma in sua vece sorto il ben noto Ges, di fronte al quale Giovanni sta a mala pena come una tana di talpa paragonata al poderoso monte Ararat! Il Suo aspetto ed il Suo modo di trattare sono di una dolcezza e di una liberalit sovrumane ed emanano uno straordinario senso di umanit; la sapienza profondissima cui sinforma ogni pi piccola parte del Suo discorso sempre denso e purissimo di verit divinamente pie, e talmente chiare ed accessibili, che non vi pu essere uomo avente anche un solo grano di intelletto nel cuore, che possa un solo istante dubitare della celeste provenienza delle parole che giungono al suo orecchio; ed infine le Sue opere dalle quali ciascuno indotto ad esclamare: Cose simili soltanto Dio le pu fare! 7. Cosa vogliamo o cosa possiamo intraprendere di pi contro di Lui? Possiamo s renderci pi odiosi ed intolleranti di fronte a tali apparizioni straordinarie, ma certo non a nostro vantaggio, bens a nostro massimo danno. 8. Perci a noi conviene comportarci con la maggior prudenza possibile e non porre mai eccessiva attenzione al presente, ma badare piuttosto allavvenire; altrimenti in breve tempo finita per noi! 9. Dice il preside: Dunque la tua opinione che noi non dobbiamo tentare di impadronirci di questo Ges, ma che dobbiamo invece aspettare tranquillamente fino a che egli ci avr ridotto completamente in rovina! 10. Risponde Chivar: Tenta di impadronirtene tu, se ti possibile! Che cosa abbiamo provato a far contro di Lui ed a che cosa giovato? Io te lo dico: A niente altro che ad aumentare di un paio di migliaia il numero dei Suoi discepoli
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ed a diminuire in confronto di altrettanto il numero dei nostri seguaci e, oltre a ci, a procurarci la probabilissima prossima felicit di dover fare i conti con i romani, i quali lo considerano un verissimo Dio!. 11. E bisogna aggiungere inoltre quello che non mai stato visto ancora da che mondo mondo che Egli ha sempre al Suo seguito un paio dangeli i quali, nonostante la loro apparente delicatezza di forme e la fanciullesca fragilit, sono in possesso di una forza tale che la nostra miope sapienza non potrebbe mai immaginare, neppure in sogno! E su di un tale Uomo tu vorresti mettere le mani per impadronirti di Lui! Io ti dico: Sii quello che vuoi, ma non essere pazzo! Prima che tu abbia fatto un solo passo con cattiva intenzione verso di Lui, sei gi completamente paralizzato! O credi forse tu che Egli non sappia nulla di quanto si discute ora fra di noi?. Io te lo ripeto: Tu sei in grandissimo errore! Tutti quanti si trovano qui sono testimoni di come Egli, due giorni fa, abbia risaputo fin nei minimi particolari tutto quello che noi avevamo trattato qui a mezzanotte al Suo riguardo e che avevamo per quanto segretamente deciso! 12. certamente piacevole udire raccontare di un uragano scatenatosi sul mare, ma ben altra cosa lesservi stati esposti. Ascolta bene le mie parole: Accudisci in tutta pace e senza eccessivi rumori alle mansioni del tuo ufficio e da nessuna parte te ne verranno conseguenze spiacevoli, ma se vorrai agire da tiranno, noi tutti che siamo qui possiamo garantirti che non solo tu e la tua Cafarnao, ma tutta Gerusalemme sar messa a soqquadro!. Usando grande prudenza, noi possiamo ancora fare in modo che Gerusalemme sia mantenuta ancora forse per cinquantanni, ma possiamo provocarne la rovina anche in poche settimane, seguendo i suggerimenti sommamente inopportuni della nostra stoltezza! 13. E adesso sei libero di fare come credi, noi non abbiamo a fare che un passo e siamo con i romani. Essi sono grazie a Dio amici nostri, ma per te la strada potrebbe diventare assai pi lunga! Pure la prudenza umana esige che si debba dare sempre una noce vuota per una piena, ora, cosa puoi sperare di cavare fuori dal Tempio avido ed egoista, considerato che gi da lungo tempo diventato una noce completamente vuota? Io ti dico francamente che oramai tutti i signori, anche i pi grandi e potenti di Roma, si lasciano guidare da Ges come degli agnelli! Ma se Egli ha costoro dalla Sua parte grazie alla Sua dottrina veramente divina e pura, cosa possiamo fare noi contro di Lui? Dopo che tu accennerai soltanto a volerlo attaccare, sarai tu stesso afferrato per primo e non si trover nessuno disposto a fare neanche un solo passo a tuo vantaggio, ma, se ti comporti con la dovuta cautela e prudenza, i romani diverranno anche tuoi amici e come Giairo potrai vivere in pace! Per, come detto, fa come vuoi, ci che avverr in seguito ti fornir la prova se noi ti abbiamo dato un consiglio da amico o da nemico!. 14. Questo discorso di Chivar non manc di produrre il suo effetto, il preside si fece pi mite e cominci a persuadersi che tanto Roban quanto Chivar avevano perfettamente ragione, tanto che promise loro di seguire fedelmente il consiglio ricevuto. E cos la prima tempesta nella sinagoga ebbe un decorso felice.
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85. Capitolo Il Signore loda Roban e Chivar. 1. Dopo unora da questi avvenimenti, Chivar, usc dalla citt per venire a trovarMi, e voleva accingersi a raccontare tutto quello che nella sinagoga era stato discusso con il nuovo preside. 2. Per Io gli dissi: Amico, risparmiatene la fatica, perch gi sai che per Me non pu esservi niente di sconosciuto. Del resto devo dirti che tu e Roban vi siete comportati benissimo, perch il preside non avrebbe altrimenti mancato di cacciarsi in qualche pazza impresa. Cos egli invece ormai convinto che sarebbe cosa assurda lintraprendere qualcosa contro i romani e, almeno per un certo tempo, rester tranquillo, daltro canto per sarebbe quanto mai prematuro per voi fidarvi interamente di lui e dovete continuamente stare in guardia e non perderlo mai di vista. A te, poi, siccome sei stato ed ancora sei il Mio pi zelante difensore, Io voglio conferire il potere di guarire gli ammalati con una giusta preghiera e mediante limposizione delle mani, inoltre la facolt di poter leggere nel tuo cuore tutte le intenzioni ed i piani del nuovo preside, nonch le opportune misure da prendere per opporvisi, per devi fare come ti ho detto, ogni volta ugualmente, altrimenti non avrebbe efficacia. Quali saranno le misure opportune, ti verr indicato a tempo e luogo! E adesso dunque ricevi la Mia benedizione. 3. A queste parole Chivar si prostr dinanzi a Me e Mi preg ferventemente di concedergli le grazie promesse. Ed Io posai la Mia mano destra sul suo cuore e la mano sinistra sul suo capo e nello stesso istante la sua anima fu rischiarata ed egli esclam: Signore ogni tenebra fuggita da me, tutto in me luce e tutto il mio corpo mi sembra essere diventato trasparente come un diamante, cosicch la luce del giorno pu trapassarlo senza alcun impedimento. Oh Signore, concedi che questa benedizione resti con me per sempre ed io sapr certo conservarla e con animo gratissimo cercher di rendermene degno!. 4. Gli dico Io: Sii tu sempre operoso secondo la Mia dottrina e non avrai mai pi ragione di far cordoglio per la perdita di questa luce!. 5. Allora Chivar si alza e si accorge che allinfuori di Boro e Giairo, Maria ed i Miei fratelli, nessun altro ospite pi presente; anche i dodici discepoli principali sono spariti ed egli Mi domanda che cosa sia accaduto. 6. Gli dico Io: Era necessario che fosse cos! Vedi, presto verr lautunno e poi linverno. Il tempo della raccolta prossimo ed Io devo andare fuori a cercare lavoratori per il campo e per la vigna! Quando per questanno tutto sar messo in serbo, allora sar dolce riposare dinverno; quando poi si annuncer lanno nuovo, ci ritroveremo dinanzi ad un gran lavoro che affronteremo con forze rinnovate. 7. Oggi stesso anchIo Mi allontaner da questi paraggi, poich Erode una vecchia volpe ed il nuovo preside alle sue dipendenze, perci bene che la Mia casa non divenga un campo di battaglia per Satana. I Miei discepoli li ho
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fatti gi partire da un paio dore. Essi se ne sono andati con Mio fratello Kisjonah ed attenderanno presso di lui a Chis la venuta dei discepoli di Giovanni, per annunciare a loro che il Regno di Dio vicino. Essi, per, ancora entro oggi saranno qui di ritorno assieme ai discepoli di Giovanni e poi, venuta la sera, lasceranno con Me questa localit. Ma dove ce ne andremo, questo lo percepirai bene, come molti altri, in te stesso. 8. E tu vedi di praticare di frequente Boro e Giairo, perch essi sono ora le due persone pi degne in tutta Nazaret, essi possiedono tutto il Mio Amore e, per mezzo Mio, anche la piena Grazia di Dio! Finora non Mi conosce e non Mi ama neppure uno dei Miei discepoli, come questi due Mi amano e Mi conoscono. 9. Tutti i Miei discepoli, in un certo tempo che non si far ancora molto attendere, troveranno ancora occasione di scandalizzarsi abbastanza di Me. Ma nessuna cosa e nessuna apparizione in Me potr mai pi fare vacillare o indurre in errore questi due, perch essi Mi conoscono interamente del tutto. Segui dunque le loro tracce e cos anche tu potrai raggiungere quello che hanno raggiunto essi stessi!. 10. Con ci Chivar perfettamente soddisfatto e Mi chiede ancora cosa sia accaduto ai due angeli che si erano pur essi resi invisibili. 11. Ed Io gli rispondo: Alza i tuoi occhi e potrai vedere non soltanto quei due, ma anche altre innumerevoli schiere intorno a loro!. 12. Allora Chivar leva gli occhi al Cielo e contempla in un mare di luce i due arcangeli circondati da miriadi innumerevoli di altri angeli, i quali sono tutti sempre pronti al Mio minimo cenno. 13. Chivar per china subito il suo sguardo a terra e dice: Signore, io sono un uomo peccatore e i miei occhi non possono perci sopportare questa visione per me troppo santa, ma tutte le mie forze voglio dedicarle al fine di potermi rendere degno! 14. Gli dico Io: Fa tutto secondo rettitudine e giustizia ed in quei Cieli, dei quali tu hai ora visto un lembo, il tuo premio sar grande! Ora per ritorna alla sinagoga, perch il preside, che si tratterr ancora qualche giorno qui a Nazaret, ha bisogno di te, siccome tiene oramai in gran conto il tuo consiglio!.

86. Capitolo Il nuovo preside Core e Chivar nella sinagoga. 1. Dopo ci lonesto Chivar se ne va ed in breve di ritorno nella sinagoga, ma subito si accorge che il preside laspettava con ansia e infatti, appena entrato, laltro gli va incontro e gli domanda dove fosse stato e cosa avesse fatto per tutto quel tempo. 2. Chivar rispose; Signore! Io ho in cura un ammalato grave ed ho dovuto correre in suo aiuto. Ora, vedi, egli guarito e, essendo un viaggiatore, pu proseguire il suo cammino oramai consolato.
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3. Chiede il preside: Dove va, quando parte e da dove venuto qui? Posso vederlo ancora e parlargli?. 4. Dice Chivar: Egli un israelita, venuto qui dallalto ed ora gi partito verso il basso. Tu non puoi pi vederlo e parlargli, a meno che egli non torni da queste parti! Ma quando potr avvenire ci? Probabilmente passeranno molti giorni! 5. Dice il preside: Questa tua informazione di tono furbesco non pu affatto bastarmi! Dov lalbergo, affinch ci vada io stesso per procurarmi delle informazioni circa questo viaggiatore da te guarito e che diretto al basso? Infatti una simile guarigione meravigliosa da parte di un fariseo una questione molto importante e deve venire confermata da quanti pi testimoni possibile, altrimenti non pu trovare credito, n di conseguenza pu avere alcun valore 6. Risponde Chivar: Se tu vuoi sapere di pi di quanto so io, rivolgiti allora a chi ne sa pi di me! Quello che io sapevo, te lho anche raccontato fedelissimamente. Come avrei potuto dirti di pi di quanto io stesso so? Lalbergo per l fuori, in casa del falegname Giuseppe. Se tu vuoi informazioni pi estese in proposito, vacci tu stesso! Non dimenticare per di proteggerti la schiena, perch l di bastonate non ci sar assolutamente mancanza! Credi forse che la gente abbia proprio un rispetto tanto straordinario per le persone del nostro rango? Io posso dirti che non c affatto traccia di qualcosa di simile! Alla pi piccola sbadataggine ci si procurano legnate in serie, a cominciare dalla prima lettera dellalfabeto, senza interruzione, fino allultima e poi non c Dio che te le cavi di dosso! Ti ripeto: Tutto sta nel fare una prova e poi si potr parlare per propria esperienza! 7. Dice il preside: Da queste parole, che esprimono tanta sicurezza, devo assolutamente dedurre che voi, assieme a tutta la cittadinanza di Nazaret, avete congiurato contro di me. Ma questo non fa niente e noi sapremo ben mettere le cose al suo posto! Oramai so, allincirca bene, cosa devo pensarne! Spero che fra breve riuscir a smascherare questo complotto del tutto, ma poi guai a voi e tutta la citt! Qual la via che conduce fuori verso la casa del falegname? 8. Risponde Chivar: Guarda qui, fuori da questa finestra, l, alla distanza di circa duemila passi, puoi vedere benissimo la propriet del falegname, nonch la strada che vi conduce. Va pure e persuaditi di tutto ci con i tuoi occhi nota bene, anche delle immancabili bastonate! 9. Dice il preside: Ma voi mi accompagnerete, per servirmi da protezione!. 10. Dicono tutti: Fossimo matti! Ce ne guarderemo bene! Chi ne ha cos tanta voglia, che vada lui fuori con la sua pelle! 11. Dice il preside: Ebbene, nel Nome di Jehova andr io stesso fuori e vedremo se qualcuno si azzarder a toccare me, un unto del Signore, poich sta scritto: A nessuno lecito levarsi contro lunto del Signore e guai a colui che alzer la sua mano contro il capo di un unto!
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12. Osserva Chivar: Eh s, quello che tu sai, lo sappiamo anche noi gi da lungo tempo. Ma gli unti come noi, la cui consacrazione non che una miserabile artificiosa illusione, non hanno pi nessun valore dinanzi a Dio ed Egli non protegger affatto le nostre teste, per quanto consacrate da una pseudo unzione, quando saranno, secondo tutta giustizia, esposte ai colpi dei nostri nemici! Infatti, come ho avuto occasione di dire pi volte, il popolo conosce ormai anche troppo bene quello che si cela dietro a noi e dietro al Tempio! 13. Dice il preside: Sia come si voglia, io vado fuori, ma guai a voi tutti, se io trovo che le cose non stanno cos come tu, Chivar, mi hai detto quando ti ho domandato dove tu fossi stato! 14. Dice Chivar: Ti sar piuttosto difficile sapere quello di cui tu vuoi avere notizia ed arriverai a conoscere invece qualcosa di differente che ti causer, tuttal pi, un dolore considerevole, mentre noi di dolori non ne sentiremo per niente affatto!. 15. A queste parole di Chivar, il preside si affretta ad uscire. 16. Ma quando si trova in strada e viene notata la sua presenza, dei giovanotti e delle ragazze che erano l, si mettono a gridare: Questi il nuovo preside, il malvagio che ci vuole rovinare tutti! Fuori di qui!. Da tutte le parti accorre la popolazione, armata di pietre e randelli e gi qualche sasso lha raggiunto, lasciando sul corpo qualche ammaccatura. 17. Il preside si persuade ben presto che la gente di Nazaret non scherza, si volta di furia e rientra di corsa nella sinagoga, chiudendo violentemente la porta dietro di s, mentre unultima scarica di pietre lascia qualche impronta, a testimonianza dei sentimenti che i nazareni nutrono per il nuovo preside! 18. Quando il preside di nuovo in presenza dei farisei, esclama furibondo: Questa opera vostra, ma io sapr ben vendicarmi!. 19. Dice Chivar, molto arrabbiato: Cosa vai blaterando, pazzo che non sei altro! Come pu essere opera nostra, se ti abbiamo noi tutti ammonito dalluscire fuori? Soltanto quando sarai stato raccomandato da noi al popolo, potrai parlare e trattare con esso, ma finch ci non succede, ti toccheranno dei maltrattamenti ogni qualvolta ti azzarderai di mostrarti al popolo, solo attraverso le vie della citt, perch il popolo ti ostile per la ragione che ti sei acquistato la tua carica con i denari ed oltre a ci anche per laltra ragione che tu, appena arrivato, hai voluto tiranneggiare noi assieme a tutto il popolo, intendendo ristabilire un equilibrio mediante atti di terrorismo, cosicch ti si odia come lInferno ed io ti dico che faresti meglio a cedere il tuo posto a qualcuno pi degno di te, poich io non darei uno statere per il tuo avvenire! 20. Tu dovresti addirittura diventare un altro uomo da quello che sei, se volessi mantenerti in posizione favorevole tra di noi. Ma sembra che non ti sia assolutamente possibile. Infatti assumere solo esteriormente unespressione amichevole, restando tuttavia nel proprio cuore un lupo rapace, una cosa che con noi non va affatto, poich in noi tutti c, per meravigliosa combinazione, tanto spirito profetico da poterti dire con esattezza assoluta i pensieri che covano nel tuo pessimo cuore!
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21. Se per tu vorrai convertire il tuo cuore e lascerai che la pura sapienza e la verit divine vi prendano posto, allora certo non mancheremo di dartene lode dinanzi al popolo e tu potrai poi vivertene qui in pace ed allegria, ma il tuo sommo sacerdote, il tuo Pilato e meno ancora il tuo Erode, da queste parti non ti serviranno a niente 22. Dice il preside: Come mai puoi sapere che io ho pensato sul serio a questi tre appoggi? 23. Risponde Chivar: La cosa si spiega cos: anchio posseggo un certo spirito profetico il quale scruta tutto quello che si cela nel tuo animo e non vi niente in te che possa restarci nascosto, che tu sia qui o a Cafarnao e la stessa cosa anche se tu fossi a mille giornate da qui, noi leggeremo ugualmente nel tuo cuore! Dunque, sar difficile che tu possa intraprendere qualcosa contro di noi senza che, dal canto nostro, si possano gi anticipatamente prendere le contromisure pi opportune ed efficaci! Sei tu cos contento di noi? 24. Infatti, vedi, noi siamo dei sacerdoti ancora del buon stampo antico! Lo Spirito di Jehova ancora in noi, per quanto abbia gi da lungo tempo abbandonato Gerusalemme. Ma, se tu vuoi reggere vicino a noi, bene che tu pure sia un vero sacerdote, perch, come sacerdote soltanto in apparenza, non potrai mai pi rimanertene in compagnia nostra ed in questo caso farai meglio a trasferire la tua carica ad uno che ne sia pi degno, come gi prima ebbi occasione di menzionarti!. 25. Esclama il preside: Oh, maledetti servitori del bordello nel Tempio di Gerusalemme! Voi vi siete presi il mio buon oro ed argento, ma non avete pensato affatto a quello che mi davate in cambio ed ora, invece di un posto ragguardevole redditizio, mi trovo fra le mani un vero vespaio! Oh, aspettate! Dovete accorgervi ben presto che Core non vi ha gettato tra le fauci il suo oro ed il suo argento invano!. E, dopo aver riflettuto qualche tempo, chiede nuovamente a Chivar: Cosa dunque devo fare per avere la vostra amicizia e quella del popolo?. 26. Risponde Chivar: Io e Roban pure te ne abbiamo gi dato le direttive e qui, su questo tavolo, c la Scrittura che tindica esattamente il Volere di Jehova. Agisci di conseguenza e non secondo i condannabili precetti umani che regolano le azioni del Tempio; cos facendo avrai una vita facile e serena fra noi! Tu devi conquistarti la benevolenza di Dio e poi tutte le altre cose buone si presenteranno da s. 27. Dice Core: S, dora innanzi anchio voglio fare cos, per quanto le mie forze lo concederanno, per non vi sia sgradito se io trasferisco almeno per la durata di un anno la mia residenza qui a Nazaret, perch qui con voi posso davvero imparare qualcosa, mentre a Cafarnao e certamente anche a Corazin e nelle altre citt minori sul mare di Galilea non si trovano che persone miserevoli, adulatrici e servili.
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28. Dicono tutti: Tu farai molto bene, facendo cos come dici e per noi tutti sar una grande gioia poterti veramente servire e salutare come nostro preside! Infatti qui non si tramano pi inganni, non si vende pi letame benedetto, n si contrattano pi buoi, vacche, vitelli e pecore, bens la nostra piccola scuola tuttora ci che deve essere e nella nostra sinagoga non si fanno affari di cambio! 29. vero che nel nostro piccolo tempio non arde nessuna fiamma su di una qualche arca dellalleanza, ma in compenso arde, tanto pi vera e vivente, una fiamma nei nostri cuori e questo a Dio pi gradito di tutto il letame del Tempio a Gerusalemme, dietro al quale non brilla pi una sola scintilla di verit e nei riguardi del Tempio stesso vanno adempiendosi le parole pronunciate da Dio per bocca del profeta Isaia: Ecco, questo popolo Mi onora con le labbra, mentre il suo cuore ben lontano da Me!. La falsit di Gerusalemme cos evidente che si pu afferrare con le mani! I sacerdoti ogni anno non si affannano ad adornare le tombe dei profeti molto spesso false, quando sono stati i loro padri a lapidarli? E agiscono forse differentemente i sacerdoti di oggigiorno? Niente affatto, anzi, essi calcano esattamente le orme dei loro perfidi predecessori: essi hanno ucciso Zaccaria fra laltare ed il Santissimo ed Erode, da parte sua, ha fatto decapitare Giovanni! Dimmi tu che razza di servitori di Dio sono questi? Per noi te lo diciamo apertamente: Questi sono servitori di Satana e mai pi di Dio!. Per fortuna li abbiamo in pugno, la qual cosa che non loro sconosciuta e anche per questo ci lasciano in pace! 30. Ma se ad essi venisse in mente di invitare (in dubbia amicizia) uno o laltro di noi a qualche festa a Gerusalemme, noi troveremmo sempre lardire di non accettare linvito a nessun prezzo e preferiremmo attendere qui la morte naturale, piuttosto che andare a cercarne una artificiale, sia pure con tutti gli onori, nei misteriosi meandri del Tempio! Tu puoi credere che anche noi siamo tanto scaltri quanto quei signori del Tempio e fiutiamo larrosto gi molto tempo prima che essi labbiano messo sul fuoco! Tieniti dunque fermamente stretto a noi e con noi e non ti mancher assolutamente nulla 31. Dice Core: Ormai con voi mi sono completamente chiarito, cosa che mi ha fatto molto piacere, per il Tempio avr motivo di rallegrarsi per le svariate prove di amicizia che, quando ci sar la buona occasione, noi sapremo dargli! 32. Osserva Chivar: Sai, del male per deliberato proposito noi non gliene faremo, ma se pensasse di attaccarci, allora guai a lui, perch non davvero il materiale per difenderci quello che ci manca!. 33. Dopo questa conclusione di Chivar, si presenta il cuoco ad annunciare che il pranzo pronto.

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87. Capitolo Chivar e Core sul risveglio di Sara dalla morte. 1. Mentre tutti sono seduti lietamente a mensa e mentre la conversazione si svolge animata riguardo a svariati argomenti spirituali, ecco entrare nel refettorio Boro, che saluta tutti e presenta la sua sposa Sara, pregando di iscriverla nei registri della sinagoga quale sua moglie legittima e ci per il fatto che essa professava la fede giudaica! 2. E Chivar va subito a prendere il gran libro dei matrimoni ed iscrive senza indugio ambedue quali coniugi perfettamente legittimi dinanzi a Dio ed a tutto il mondo. 3. Il preside per domanda a Chivar se la cosa sia ammissibile, considerato che notoriamente Boro greco. 4. E Chivar risponde: Amico mio! Qui da noi molte cose sono ammesse, del resto sarebbe cosa stolta non voler riconoscere lunione di due coniugi che gi da lungo tempo furono uniti da Dio 5. Dice il preside: Come puoi sapere questa cosa? 6. Dice Chivar: Come so parecchie altre cose che non ti saranno note tanto presto, questa cosa la so, anche se tu non la sai. Datti pace per ora, perch il procedimento da noi ben differente da quello usato nel Tempio!. 7. Il preside sorride ed appare soddisfatto! 8. Frattanto Boro trae di tasca una borsa doro discretamente pesante, intendendo cos pagare le tasse per liscrizione, tasse che, per, secondo la prescrizione, non erano di gran lunga cos considerevoli come egli spontaneamente aveva voluto versare, dopodich egli saluta e se ne va. 9. E quando Boro ha abbandonato la sala, il preside prende in mano la borsa e dice: Ma qui ci sono pi di cinque libbre doro in pezzi finissimi con il conio di Augusto ed alcuni anche con il conio di Tiberio! questa lusanza qui da voi? Nel Tempio gi una libbra doro sarebbe unofferta superba!. 10. Risponde Chivar: Offerte simili qui da noi non sono tanto rare, del resto Boro, che dopo Ges certo il miglior medico del mondo, troppo gentiluomo ed oltre a ci troppo ricco per mostrarsi taccagno in una simile occasione!. 11. Il preside continua a domandare: E chi la sua bellissima e gentile moglie? 12. Dice Chivar: Essa figlia del preside Giairo, della quale ti ho gi raccontato che stata due volte di seguito risuscitata da morte per opera del miracoloso salvatore Ges. 13. Dice il preside: Essa probabilmente si sar trovata in uno stato di persistente deliquio, ci che non cosa nuova, trattandosi di una creatura cos delicata!. 14. Dice Chivar: E no! Quando uno gi avviato alla putrefazione nella fossa da quattro giorni e quando lodore di cadavere viene a colpire anche le narici pi ottuse, com accaduto, nonostante tutti i balsami, anche con troppa realt a noi
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stessi che labbiamo accompagnata allultima dimora e vi abbiamo cantate le lamentazioni, in casi simili non c traccia affatto di deliquio! Ma a Ges, il buon Salvatore, stato tuttavia possibile miracolosamente quello che possibile soltanto a Dio, cio ridonarle in un istante una vita fiorentissima, pronunciando una sola parola e senza ricorrere ad alcun altro mezzo ed ora essa pi viva e sana di quanto lo sia mai stata in tutta la sua vita, perch essa molto giovane e conta appena sedici anni!. 15. Domanda il preside: Da quanto tempo e da quando stata risuscitata da morte?. 16. Risponde Chivar: Saranno circa al massimo sei o sette giorni; ma certo che allinizio della scorsa settimana stata richiamata da morte a vita 17. Esclama il preside, quasi fuori di s per la meraviglia: Questa in verit una cosa che nessuno ancora a questo mondo ha visto: prima quattro giorni gi cadavere nella tomba e adesso ridonata alla vita in tutta la sua fiorente giovinezza di leggiadrissima fanciulla! Davvero la cosa inaudita, ammesso che voi mi raccontiate la piena verit, ci che non voglio pi mettere in dubbio, perch questo luogo sembra vivere in unatmosfera di miracoli! 18. Dice Chivar: S, proprio cos! Ma particolarmente e innanzitutto il noto Salvatore Ges che attrae su di S lattenzione generale, perch quello che Egli fa, supera incalcolabilmente tutto ci che stato scritto riguardo ai patriarchi per mezzo di Mos e tutto ci che noi sappiamo sui massimi fra i profeti! Cose simili non sono assolutamente mai state constatate! Non c male a questo mondo, per quanto grave ed ostinato, che Egli non possa guarire in un attimo, mediante la sola parola, senza toccare e nemmeno senza vedere lammalato e se Egli vuole che avvenga qualsiasi altra cosa, questa cosa accade nello stesso istante! 19. Cos, per esempio, bisogna considerare quasi pi di un miracolo il fatto della dimissione di Giairo seguita circa quattro giorni fa e notificata quasi nello stesso momento al sommo sacerdote nel Tempio di Gerusalemme in un documento autentico! Procedendo per vie naturali, la dimissione scritta sarebbe potuta giungere nelle mani del sommo sacerdote a mala pena oggi, invece tu sei arrivato gi due giorni fa a Cafarnao e oggi di buon mattino qui da noi e, nonostante ci, nella procedura non c stato niente di errato e le antiche forme e tradizioni sono state rispettate. Per questo verificarsi di momenti meravigliosi, tu sei ora pienamente il capo del sacerdozio di tutta la Galilea e, daltro canto, la dimissione di Giairo si trova completa, con tutte le motivazioni necessarie e gli allegati, nelle mani del sommo sacerdote nel Tempio e per ottenere tutto ci bastato un istante! E cos pure, da parte di testimoni degni di fede, ci stato raccontato che appunto questo Ges, saranno poche settimane fa, comand ad un tremendo uragano, scatenatosi sul mare, di cessare ed il mare ed il vento ubbidirono immediatamente alla Sua Parola. Di fatti simili io potrei raccontartene ancora una quantit, ma il tempo ora non opportuno.
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Qualcuno potrebbe anzi essere indotto a credere che questUomo sia alle dipendenze di Satana, se a far cambiare opinione non ci fossero le Sue Parole, gli insegnamenti e le Sue esortazioni serie e ricolme di amorevolezza. 20. Io ti confesso apertamente e fedelmente: le Sue opere sono davvero meravigliose fino allincomprensibile, per tutto scompare come un vuoto accessorio di fronte allincredibile potenza dei Suoi discorsi e dei Suoi insegnamenti. Tu apprendi delle verit che a nessun profeta mai venuto in mente di enunciare; Egli ti rappresenta e ti analizza la vita di un uomo in maniera tale che in nessuno pu restare assolutamente il bench minimo dubbio se lanima sia mortale oppure immortale. Limmortalit dellanima ti viene rappresentata in modo tanto chiaro, evidente e convincente che tu non puoi pi, nemmeno per un istante solo, dubitare che dopo la morte del corpo lanima non continui a vivere nelleternit grazie al potere dello spirito divino che in essa. 21. A dirla breve, questo Ges ti appare come un uomo di capacit talmente fuori dellordinario che con la migliore delle coscienze si deve dire: Dai tempi di Adamo fino ad oggi la Terra non ha mai ospitato un simile Cittadino!. Tutti gli elementi Gli ubbidiscono, miriadi di spiriti sono sempre pronti ai Suoi ordini e cos pure io ho appreso da parecchi dei Suoi discepoli che, durante un viaggio da Sichar a Cana di Galilea, Egli in pieno mezzogiorno ha fatto oscurare con un Suo cenno il sole e dopo alcuni istanti lo ha fatto risplendere come prima! 22. Inoltre ci hanno riferito Roban e cento altri testimoni che noi abbiamo interrogato, che Egli a Sichar, con una semplice parola di comando, ha restaurato due vecchi castelli caduti in rovina e cio la vecchia casa di Giuseppe e di Beniamino e lantico castello di Esa che attualmente appartiene al ricco mercante Jairuth. Ma li ha restaurati in modo tale che tutti gli architetti di quella regione hanno dovuto ampiamente confessare che, se fosse stato dato loro lincarico di ricostruire in quel modo i due vecchi castelli, ci sarebbero voluti, con i mezzi ordinari e naturali, almeno dieci anni di intero lavoro! Per, non solo il vastissimo edificio di per s si trov immediatamente rifatto in materiale solidissimo, ma anche provvisto di ogni possibile requisito e il tutto cos opportunamente ed artisticamente predisposto come certo in nessun luogo di questo mondo possibile ammirare quale prodotto di artefici umani. 23. Cos pure un certo greco di Cana in Samaria, che si chiama Filopoldo, mi ha raccontato delle cose quasi incredibili, alle quali io ho dovuto prestare fede, poich egli mi ha citato migliaia di testimoni! 24. Ora, e questa una mia opinione personale, quando un uomo pu compiere simili cose, io devo considerarlo pi di un uomo e pi del massimo dei profeti avuti finora! Egli disse bens, pochi giorni fa credo quando si trovava al mare e partecip ad una partita di pesca, che fu anchessa da considerare assolutamente meravigliosa che simili cose le potrebbe fare ciascun uomo, purch fosse armato di una fede fermissima, incrollabile e priva del bench minimo dubbio! Ma a questo riguardo io penso che un tal genere di
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fede sarebbe appunto altrettanto meravigliosa quanto lo strabiliante miracolo, perch una fede simile non pu essere che levidente conseguenza dellessere chiaramente coscienti e certi della propria capacit di conseguire un dato e determinato effetto, ci che implica anche in s ogni immaginabile riuscita. 25. Chi conosce le proprie forze deve fare affidamento anche su di esse nella misura in cui, in seguito a una vasta esperienza, ha gi da lungo tempo acquisito la chiara coscienza che queste forze bastano alleffettuazione di una cosa o, in generale, di un opera. Infatti, se la fede nella riuscita di una cosa luomo dovesse estenderla oltre il limite della coscienza delle proprie forze, io credo che ad una simile fede comincerebbe ad accompagnarsi il dubbio, proprio come se egli si trovasse dinanzi ad un peso da dover sollevare, avendo in s la chiara coscienza di non essere di gran lunga in possesso della forza sufficiente per ottenere tale effetto. 26. Per esempio: se io scorgo davanti a me, sulla strada, una pietra di poche libbre che mi ingombra il cammino, certo non dubiter neanche per un momento che, se voglio, posso alzarla e gettarla da parte; ma se, invece, mi trovo in mezzo alla strada un blocco di forse centomila libbre mi pare che lincrollabile fede sar assolutamente fuori posto. Per quanto io ci mettessi tutta la mia forza di volont, probabilmente non gioverebbe a nulla, perch mi verrebbe totalmente a mancare la convinzione soggettiva di poter dominare, con una forza di duecento libbre al massimo, anche un peso di centomila libbre. 27. Ed invece a questo Ges tutto possibile, come a Dio. Per Sua Volont una montagna cos poca cosa come un granello di polvere. Terra, acqua, vento e fuoco obbediscono a Lui come le pecore al loro pastore. Egli dirige il fulmine con sicurezza mille volte maggiore di quanta ne possa sfoggiare il miglior arciere, lanciando la sua freccia con il suo arco! Ma che cosa se ne pu dedurre? Io lo domando a te e ti prego di voler esporci, quale nostro preside, la tua opinione.

88. Capitolo Lopinione di Chivar sul Tempio. 1. Dice il preside: Se le cose stanno veramente in questi termini, ci che non voglio affatto mettere in dubbio, certo che Egli deve essere, in qualche maniera incomprensibile, senzaltro in strettissimi rapporti con lonnipotente Spirito di Jehova, forse con un Mos od un Elia; anche a quest ultimo era dato di poter invocare il fuoco dal Cielo e questo gli obbediva. Poi forse anche possibile che Elia abbia compiuto tante altre cose meravigliose, la cui storia non ci stata tramandata per iscritto, per rimasta nella leggenda popolare e che, pur non essendo segnate in modo particolareggiate, potrebbero, nonostante ci, essere degne di fede e portare le impronte di molte verit.
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2. E cos, se la mia memoria non minganna, si dice che occasionalmente su di un campo di battaglia appunto Elia abbia richiamato in vita un intero gruppo di scheletri, ridonando loro carne e cute e tutto quanto occorre a reintegrare un corpo umano! Cos pure sembra che in unaltra occasione egli abbia fatto inaridire tutte le fonti principali del gran fiume Eufrate per la durata di tre anni e che abbia inoltre comandato alle nubi di ritrarsi per tre anni da quelle zone di cielo e soltanto quando gli uomini ebbero fatto adeguata penitenza, liber le sorgenti del fiume e comand alle nubi di riapparire e di ridonare lacqua alla terra inaridita! E cos si raccontano ancora moltissime altre cose di questo profeta pi degno di nota fra tutti i profeti, racconti che probabile siano arrivati fino a noi molto storpiati. Si dice infine che appunto questo Elia prima della fine del mondo riapparir ancora una volta su questa Terra, per incitare, mediante grandi segni gli uomini a penitenza, poich questo enigmatico profeta notoriamente non mai morto, bens salito al cielo in un carro di fuoco. Dunque facilmente possibile che questo Ges sia il portatore dello spirito del grande profeta ed essendo come tale in stretto rapporto con la Forza di Jehova, compie cose che sono appunto possibili a Dio soltanto! 3. Dice Chivar: La tua opinione non affatto cattiva e quasi quasi sarei disposto ad associarmi se io non avessi con i miei occhi constatato in questo Ges certe particolarit che fanno restare indietro tutta lintera personalit di Elia ad una distanza infinita! Tu certo saresti portato a domandare: Come e che cosa sono queste particolarit?. Ma in questo caso io dovrei confessarti candidamente che per dire ci mi mancano le parole adatte. Infatti, vedi, certe cose come questa bisogna averle udite, viste e percepite da se stessi, altrimenti come ci si pu formarsene unidea. E perci io sono del parere, condiviso ormai da migliaia daltri uomini, che questo Ges veramente il Messia promesso! Infatti io domando a chiunque: Se anche questo Messia dovesse venire in un altro tempo, potrebbe compiere segni pi grandi?. Oltre a ci, poich la cronaca arriva fino al nonno di Giuseppe, Egli discende in linea diretta da Davide. Achin fu padre di Eliud, Eliud fu padre di Eleazar, questi fu il padre di Mattan che gener Giacobbe, padre di Giuseppe, di cui figlio il nostro Ges. Tu non hai che da risalire questa cronaca ed arriverai per linea diretta a Davide; ora sta scritto che il Messia appunto discender da Davide e che ognuno Lo riconoscer dalle Sue opere. 4. A questo Ges, dunque, a quanto penso io, non manca ormai proprio niente: la discendenza autenticamente certa e le opere ci sono in misura pi che abbondante e tali che la Terra non ne ha mai viste di uguali da quando essa esiste! Dunque, assolutamente non vedo che cosa dovrebbe impedirci di riconoscerLo per Quello che Egli con tutta evidenza . 5. cosa certa che lavidit di potere del Tempio, con la sua grande ambizione, non si lascer facilmente indurre a fare altrettanto, ma noi non dovremmo pi regolarci secondo i sistemi e le procedure del Tempio, il quale, secondo me,
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una cosa perfettamente morta e che non potr pi in avvenire offrirci n protezione n sapienza n, meno ancora, un sostentamento permanente, a meno che noi non paghiamo anticipatamente, per ottenere un posto, tanto quanto potrebbe bastare a dieci uomini per fare una vita comoda anche per cento anni. 6. Fai tu il conto dellimporto che hai pagato in oro e argento al Tempio per la tua carica di preside e troverai con grande facilit che con quel denaro avresti potuto condurre una vita principesca anche se avessi ancora da vivere centanni! Ma renditi ostili i romani e va poi a chiedere protezione al Tempio ed io ti dico che non solo esso non potr accordartela, ma neppure vorr accordartela e tuttal pi, dietro alcune manciate di denari, ti congeder con delle parole di consolazione a doppio senso, n pi n meno come fa il famoso oracolo di Delfo, il quale certamente in cambio di molto oro ed argento appioppa allinterrogante un responso tale che loracolo finisce con lavere sempre ragione, sia che al disperato cliente ne avvenga bene sia che ne avvenga male! 7. Io conosco, grazie a Dio, in tutta la sua estensione, lattuale cialtroneria del Tempio e per questo motivo non mi faccio assolutamente alcuno scrupolo ad imbrogliarlo ad ogni buona occasione in qualunque modo possibile! Infatti, amico mio, chi oggigiorno non vuole venire imbrogliato dal Tempio nel modo pi grossolano, deve darsi la fatica previdente di imbrogliare egli stesso il Tempio nel modo pi opportuno che pu! O credi forse che con anima e faccia oneste e giuste puoi ottenere dal Tempio qualche cosa di buono? Oh, nessuno si vanti di poter arrivare a questo, ma vai invece con la faccia e lanima ben provvedute dastuzia ed io ti garantisco che quei signori li puoi far cantare e ballare a tuo piacimento. 8. Mi ricordo ancora benissimo di un certo Bar, che era un greco circonciso; egli doveva gi allora essere in possesso di una grande sostanza, perch era pieno di diamanti e di perle. Questo tale aveva una vera faccia di volpe, parlava poco, ma tutto quello che diceva era la pi raffinata bugia, tanto sicuramente quanto sicuro che io mi chiamo Chivar. Egli chiese solamente mille libbre doro ed offr in cambio un rotolo di pergamena che valeva al massimo mezzo statere. Il sommo sacerdote scroll bens fortemente le spalle, ma Bar cominci a fare una smorfia quale difficilmente io ne potr scorgere una seconda in tutta la mia vita e beffardamente disse: Hem, aut Caesar, aut nihil! (O Cesare o niente!) Dopodich il sommo sacerdote, Dio sa per quale ragione, divent pallidissimo e fece sborsare immediatamente a Bar le mille libbre doro richieste, delle quali il Tempio non ha mai pi ricevuto di ritorno loro, neanche quanto pesa un capello, perch, appena un anno dopo, risult che questo Bar non era altro che un imbroglione matricolato e consacrato con lunguento magico di Satana in modo tale da essere capace di estorcere, intimorendo, mille libbre doro perfino al sommo sacerdote. 9. Dallaltra parte, invece, si presentarono spesso degli onestissimi israeliti che avrebbero voluto ottenere nel Tempio un prestito in cambio di pegni solidi, ma questi non ottennero mai nulla, perch parlavano con troppa rettitudine ed
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avevano facce troppo da galantuomini! E cos il mio principio gi stabilito ormai: Il Tempio bisogna imbrogliarlo, se non si vuole essere imbrogliati da lui!. E per questa ragione io non domander mai pi al Tempio se Ges sia o no il promesso Messia, perch, per quanto riguarda la mia persona, Egli lo anche al di sopra al Tempio e senza il Tempio! Che cosa ne dici tu di questa mia opinione?. 89. Capitolo Conversazione di Core e Chivar sul Messia. Satana sfida Chivar alla lotta. 1. Dice il preside: Amico, tu hai tutta la mia stima, perch unanima cos onesta come la tua non ho ancora mai avuto loccasione di incontrarla! Tu hai davvero perfettamente ragione. Questo Ges io lo conosco ancora troppo poco per poter condividere senza riserve la tua opinione! Ma questo devo dire anchio: se la profezia non del tutto campata in aria, considerato che essa da Davide in qua, almeno nel senso terreno, non si certamente ancora mai verificata perch la signoria dei romani ora una dimostrazione contraria del Regno eterno di Davide, assai pi della cattivit di Babilonia che durata quarantanni , non sono contrario ad associarmi alla tua fede. Per adesso si presenta la domanda: Cosa ne dite voi di tutto ci e cosa ne dicono i sacerdoti e farisei delle altre citt? 2. Risponde Chivar: Quello che io ti ho detto, corrisponde al sentimento di tutti noi in questa citt; quelli di Cafarnao, in seguito a pi di una aspra lezione toccata loro in diverse occasioni, non devono essere molto lontani dal pensarla come noi, in quanto poi a quelli delle altre citt, lasciamo stare per ora le cose come sono e che restino nella loro antica illusione fino ad una prossima occasione favorevole a far cambiare loro idea. 3. Se tu la tua residenza per il futuro vuoi stabilirla qui, lascia che me ne incarichi io e la Galilea sar in pochi anni isolata dal Tempio e del tutto indipendente. La Galilea, comunque, gi nel libro del Tempio classificata nellultima pagina, cosa importa ormai anche se noi laceriamo questultimo foglio? Romani e greci sono dalla nostra parte e abbiamo anche un po della Grazia onnipotente e vivente di Dio cosicch al Tempio non baster lo stomaco che ha per digerirci! 4. Dice Core: Io sono daccordo con te sotto ogni aspetto e sono convinto ora pi di prima, che tu hai ragione, per bene non dimenticare che larcangelo Michele, il pi potente degli spiriti celesti dopo Dio, ebbe a sostenere, nonostante la sua forza, una lotta durissima per tre giorni e tre notti con Satana per il corpo di Mos! Ebbene, se Satana volesse misurarsi con noi, come potremmo sostenere la lotta? 5. Dice Chivar: Non da uno, ma da mille Satana io accetterei da solo una sfida, anche se non sono neppure lontanamente un Michele! Basta avere coraggio e sbarrare tutte le vie al losco figuro e fare in modo che esso non possa
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approdare a niente con tutto il suo Inferno pieno di demoni, ma se una volta gli si mostrano i punti deboli, dove egli pu facilmente far presa, allora la lotta certo deve diventare cento volte pi difficile! 6. Per, come vero che un Dio mi ha creato, io non mi adatter mai ad edificare templi a Satana, n ad ardergli incensi affinch mi lasci in pace! Che egli venga pure, se ha voglia di misurarsi con Chivar e voi sarete testimoni che io potr sbrigarmela con lui in giorni! 7. Dice il preside: Amico, tu che sei una mosca, pretendi troppo dalle tue forze, volendoti misurare con lui che un leone o addirittura lanciandogli una sfida regolare, mentre dovresti solamente limitarti a pregare Dio affinch ti protegga sempre contro le insidie di Satana. 8. Dice Chivar: Amico mio, io per conosco un Nome e questo basta per legioni di Satana e per demoni! Se egli ha coraggio di impegnarsi con me in un combattimento, che venga pure! 9. La mosca, per quanto concerne la forza, certo un nulla di fronte ad un leone, ma se la mosca vuole, pu mettere in fuga anche il pi fiero leone, se essa, volando, penetra nel suo orecchio e vi fa un ronzio tale che, infine, il leone comincia a credere che imperversi il pi furioso uragano ed il re degli animali prende ben presto ignominiosamente la fuga! 10. E cos non proprio necessario essere pi potente del potente che si ha di fronte, ma in questi casi la vera astuzia ha il sopravvento! Ecco, tu stesso sei venuto a noi con una buona dose di satanismo genuino, ma la mia accortezza lo ha debellato ed ora tu sei, di fronte a noi tutti, un uomo libero e da noi riconosciuto quale il nostro preside, e anche Satana non ha potuto recarci danno alcuno, n lo potr fare in avvenire! 11. Io so quello che so e posso quello che posso, ma una cosa posso garantirti e cio che Satana non diventer mai in eterno n mio maestro e neppure il mio padrone! 12. Dice Core: Amico, non parlare cos forte, perch si dice che il maligno abbia occhi ed orecchie dappertutto! Con laiuto di Jehova e del tuo Messia, che io non conosco ancor bene, egli non potr certo nulla contro di noi, ma sfidarlo poi, questo non vogliamo assolutamente! Dio ci guardi da una sua visita in qualsiasi forma ci possa accadere! 13. Dice Chivar: Oh, certamente, nemmeno io mi augurerei una lotta, ma, se si rendesse necessaria od inevitabile, non avr il bench minimo timore!. 14. Appena Chivar ebbe finito di parlare, apparve dimprovviso nella sala da pranzo un gigante enorme, si piant in atteggiamento di ira e di scherno dinanzi a Chivar e domand con voce tonante cosicch i pilastri della sala tremarono: Sei tu la mosca sciolta che vuol suscitare un rumore di tempesta nellorecchio del leone? O verme miserabile che strisci nella polvere della terra, prova e vedi come te la caverai in una lotta con me! Anchio posso fare qualcosa che dovrebbe ancora esserti del tutto ignota! Sappi che la sorte
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del tuo Messia dipende dalla mia magnanimit, perch non pu essere per me cosa troppo onorifica limpegnarmi in una lotta con una mosca, ma se Egli comincia a fare troppi scherzi, lo faccio senzaltro stendere sulla croce e l potrai adorare a tuo piacere il tuo Messia. Ma cosa farai tu adesso, se in un solo istante ti riduco in polvere?. 15. Allora Chivar si alza lentamente dal suo posto, domina con lo sguardo il gigante, vale a dire Satana, ed esclama: Oh miserabile, come sei entrato, cos vedi anche di andartene e precisamente con il fermo proponimento di non mettere mai pi piede in questo luogo sacro, altrimenti ti giudichi Ges, il Signore!. 16. Alludire il Nome di Ges, il gigante arretra subito di alcuni passi e, ardente dira, prorompe in minacce ammonendo di non pronunciare mai pi in eterno in sua presenza questo odiatissimo Nome! 17. Ma Chivar ribatte: Io devo pur farti rintronare le orecchie, perch tu impari come il ronzio della mosca possa far fuggire il leone!. E poi ricomincia: Ges, il Figlio dellAltissimo, ti giudichi e ti punisca! Ges, il Figlio dellAltissimo, ti cacci per leternit via da qui! Ges, il Figlio dellAltissimo, ti faccia scontare i tuoi innumerevoli delitti!. 18. Satana per non attese lultima invocazione, ma si allontan fra urla laceranti. 19. Dopo di che Chivar disse a Core, il quale per lo spavento tremava ancora come una foglia: Hai visto come si pu mettere in fuga anche il leone? Perch, secondo la sua minaccia, non mi ha ridotto subito in polvere? Ecco, questo dimostra la sua impotenza, che egli venga pure di nuovo se ne ha voglia e nel Nome del mio Ges ti assicuro che una seconda volta egli se ne andr ancora pi velocemente della prima!. 20. Dice il preside: Ascolta, amico mio! Io ammiro il tuo coraggio incomprensibile oltre ogni misura e per tutti i patriarchi io giuro di sentirmi quasi trasportato nelle loro epoche meravigliose! Per mi sia lecito darti il consiglio di non sfidare pi Satana, perch le sue doti inventive sono infinite e si dice che pu assumere qualsiasi forma, perfino quella di un angelo di luce ed io penso che sotto una veste mite e celestiale egli possa essere molto pi pericoloso che non sotto quella con la quale abbiamo ora avuto lonore davvero infernale di vederlo!. 21. Dice Chivar: La pietra di paragone noi labbiamo gi e perci facile riconoscere di quale spirito sia il prodotto di qualunque fenomeno che ci si presenti! Del resto noi possiamo essere perfettamente tranquilli, perch con questa prima volta, egli dovrebbe averne abbastanza per parecchio tempo!.

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90. Capitolo Core si ricorda del Signore dal tempo della purificazione del Tempio. 1. Dopo ci Core domand a Chivar se Io Mi trovassi ancora in quel luogo e se gli fosse stato possibile conoscerMi pi da vicino. E poi, proseguendo il suo discorso, disse: Io sento ormai profondamente che nel tuo Messia vi deve essere pure qualcosa di straordinariamente divino, perch Egli non sta in nessun caso nelle buone grazie di Satana, anzi, il Suo Nome pare costituisca per Satana il pi grave tormento. Per, questi sono due fatti, constatati in base allesperienza acquisita, in via certo meravigliosa e straordinaria quanto mai, che non potr mai pi negare a me stesso e adesso che ho lanima pi tranquilla, mi viene in mente che tu con la tua invocazione del Figliolo dellAltissimo potresti avere perfettamente ragione e se fosse possibile io avrei un gran desiderio di fare la Sua conoscenza! Dunque, conducimi fuori da Lui!. 2. Dice Chivar: Tutto sarebbe bene ed io sarei senza dubbio per primo predisposto a presentarti a Lui, per c ancora qualche difficolt da parte del popolo e noi correremmo il rischio, data lostilit della plebe, di venir accolti con dei getti di pietre. Daltro canto in questo momento Egli si disporr alla partenza, cosicch probabilmente non gli sarebbe troppo gradito che noi ci presentassimo inopportunamente a Lui. Per allinizio dellinverno Egli far certo ritorno o qui od a Chis per passarvi la brutta stagione ed allora noi avremo sufficiente occasione di avvicinarlo e di fare la Sua conoscenza, per queste ragioni io ritengo consigliabile che tu rinunci fino al prossimo inverno al tuo proposito di vederlo e di parlarGli. 3. Dice Core: giustissimo tutto quello che hai detto, eppure io posso a mala pena frenare la mia brama di conoscere personalmente questUomo davvero straordinariamente magnifico, tramite il Quale si manifestano, in tutta la loro pienezza, la forza, la potenza e la magnificenza divine! Ma aspetta, ora mi torna in mente la storia di una certa Festa di Pasqua a Gerusalemme nel Tempio! Deve essere stato appunto questo stesso Ges che, se non mi sbaglio, era passato il Sabato, cacci fuori dal Tempio tutti i mercanti ed i loro clienti e rovesci con gran furia tutti i banchi dei cambiavalute. Tutti gli animali si misero ad urlare in modo terribile e si precipitarono, fuggendo selvaggiamente fra gli atri del Tempio! 4. Quelluomo, al quale io stesso ho parlato, allora certo in tono non molto amichevole, era pure un galileo e si chiamava anche egli Ges e con lui cera una quantit di gente, uomini e donne, dallaspetto molto comune, che si sarebbe giudicata una delle solite compagnie di vagabondi galilei, per il loro condottiero Ges aveva veramente laspetto di un uomo che aveva in s qualcosa di straordinario. 5. Egli non parlava molto, ma quello che diceva era profondo, vero e pieno di significato! Quella volta Egli guar anche a Gerusalemme una moltitudine di ammalati, per, quando la cosa venne, credo, alle orecchie di Erode, che questo
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Ges sembra temere molto, luomo miracoloso si dilegu improvvisamente da Gerusalemme e noi non potemmo pi sapere da che parte Egli si fosse rivolto. Egli non deve essere venuto in Galilea, perch si sarebbero avute, in un modo o nellaltro, notizie di Lui, poich erano stati mandati sulle Sue tracce molti informatori. 6. Dopo un paio di settimane arriv bens a noi qualche voce che concerneva Ges, il figlio del falegname, ma noi non avremmo potuto supporre che quellUomo, conosciuto per semplice operaio, senza nessuna cultura scientifica e che non sapeva nemmeno scrivere n leggere, fosse appunto quello stesso Ges dinanzi al quale, nel Tempio di Gerusalemme, migliaia avevano tremato come dinanzi al Giudizio di Dio! Ma se qui il ben noto falegname Ges quello che opera simili cose divine, Egli sar senza alcun dubbio quello stesso Ges che, durante la Pasqua di cui ho parlato, ebbe a mettere lo spavento in tutta Gerusalemme! Orbene, se Egli costui, io Lo conosco gi da Gerusalemme e non occorre pi che io gli dia fastidio! 7. Dice Chivar: S, si tratta proprio di Lui! Io Lo conosco gi da parecchi anni, come pure ho conosciuto il vecchio Giuseppe, che sar morto circa un anno fa. Prima dora io non ho mai constatato in Lui la bench minima traccia di qualcosa di straordinario, anche se pure, come qua e l si andava raccontando, nelloccasione della Sua nascita, avvenuta a Betlemme in una stalla di pecore, si sono avute delle manifestazioni assolutamente meravigliose, le quali posteriormente si ripeterono fino al dodicesimo anno det, per dopo questepoca ogni straordinaria manifestazione in Lui svan e le grandi speranze nutrite dai Suoi genitori tramontarono ed Egli rimase fino al Suo trentesimo anno, che il tempo attuale, un semplicissimo ed ignorato falegname! 8. Egli stato quanto mai e sempre parco di parole e in dieci domande che gli venivano rivolte dava s e no una risposta sola ed anche questa pi concisamente possibile, invece si dimostr in ogni occasione amoroso e benefico verso i bimbi ed i poveri. Lo si spesso visto pregare e anche piangere, sempre per in silenzio e mai nessuno Lo ha visto ridere, fuggiva le compagnie allegre e rumorose, mentre prediligeva anzitutto la solitudine; la cosa pi notabile di tutte fu per che Egli non comparve che rarissime volte in una sinagoga o in una scuola, dove si faceva vedere un paio di volte allanno, indotto dalle frequenti esortazioni dei genitori, ma anche queste poche volte ne usciva sempre dopo una breve sosta e visibilmente indignato. In un luogo di preghiera poi nessuno pu dire di averLo mai visto ed appunto per queste Sue stranezze avvenne che da molti Egli fu ritenuto anche un po scemo. 9. Ma, come fu entrato nel Suo trentesimo anno, Egli scomparve improvvisamente dalla casa paterna e pare si sia trattenuto per qualche tempo nel deserto presso Bethabara, dove presso il piccolo Giordano viveva ed operava il famoso Giovanni e dove si dice si sia fatto battezzare da questi. Da l poi Egli se ne part e cominci tale quale come adesso la Sua peregrinazione, pieno di potenza celeste, predicando al popolo il Regno di Dio, risanando gli ammalati
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e cacciando i demoni dagli ossessi. Questa allincirca ed in brevi tratti la storia della Sua vita terrena, storia che in piccola parte ho appreso io stesso da Lui, mentre la maggior parte la conosco per averla udita qua e l narrare 10. Dice Core: S, s, tu avrai certo ragione! Questa storia di Betlemme aveva, trenta anni fa, suscitato grande rumore e, se non mi sbaglio, fu allora che il vecchio Erode ordin, appunto per causa Sua, la feroce strage degli innocenti. Allora si diceva che Egli poi fosse stato portato di nascosto in Egitto! Ecco, ora sono in chiaro di tutto. Guarda, guarda, questo dunque sempre lo stesso Ges! Allora certamente, in Costui senza dubbio vi pu essere dello straordinario e con la tua supposizione non andrai molto lontano dalla verit! Ma allora io vorrei pure parlare con Lui prima che Egli pensi di abbandonare questi luoghi!. 11. Dice Chivar: Fa come vuoi, per me indifferente. Per prima necessario che da parte nostra venga mandato in citt un araldo che faccia davanti al popolo unattestazione di lode e di raccomandazione a tuo favore, altrimenti non ci sarebbe da essere troppo sicuri, azzardandosi a comparire sulla pubblica piazza o via, perch i miei nazareni io li conosco molto bene!. 12. Dice Core: Ebbene, manda fuori presto parecchi araldi e fa che il mio nome venga annunciato al popolo come a lui favorevole, altrimenti Egli partir prima che noi arriviamo da Lui!. 13. Chivar d il conforme incarico a dodici araldi e questi descrivono il nuovo preside con parole tanto favorevoli al cospetto del popolo che questi prorompe in esclamazioni e grida di giubilo, le quali si protraggono per qualche tempo e tutti si dispongono a preparare ogni tipo di cose preziose da offrire alla prossima vigilia di Sabato come dono di benvenuto al nuovo preside. 14. E quando gli araldi sono di ritorno nella sinagoga, il preside dice a Chivar: Ed ora andiamocene subito e svelti, altrimenti finir che non saremo ricevuti, mentre io vorrei ad ogni modo parlarGli!. 15. E Chivar risponde: Io sono gi pronto. Veramente sarebbe doveroso che tutti noi Gli facessimo una visita di congedo, ma andiamo pure noi due soli. 16. Allora Chivar ed il nuovo preside si avviano solleciti, ma hanno fatto appena pochi passi fuori della porta della citt, quando vedono venire loro incontro Boro, Giairo, la moglie di questi con Sara e la Madre Maria e danno ai due la poco lieta notizia per loro che il Signore gi partito da una mezzora, assieme ai dodici discepoli ed ai sette discepoli di Giovanni che li avevano raggiunti. 91. Capitolo Gli amici di Ges in casa di Boro. 1. Questa notizia rattrista il preside, il quale, poi, su invito di Boro, si reca insieme a Chivar a casa o meglio al grande palazzo abitato dal medico, dove Boro si d ogni cura e premura perch il nuovo preside sia accolto il pi signorilmente possibile.
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2. Pi tardi vengono anche Bab e Roban e tutta la sera trascorse cos in conversazioni il cui oggetto esclusivo naturalmente Ges, il Signore. 3. Infine il preside pone una domanda e dice: Ma ditemi un po quale pu veramente essere stato il motivo che Lo ha indotto a non fidarsi pi di restare qui? Infatti dopo tutto quello che mi stato raccontato di Lui, la cosa non pu non far meraviglia! Ben altro sarebbe se Egli avesse dovuto andarsene per un certo tempo, simulando magari i veri motivi con delle ragioni che si riferiscono al Suo alto ministero che avrebbe potuto richiedere la Sua presenza altrove, ma sembra invece che ad allontanarLo da qui abbia concorso unicamente il timore di Erode! Ora io dico che un uomo come Egli , se ho ben compreso tutto ci che mi stato riferito riguardo al Suo Essere, a Cui obbediscono Cielo e Terra e che, in aggiunta, conta fra i Suoi amici intimi addirittura il supremo governatore di Roma, io dico che un Uomo tale non avrebbe evidentemente in eterno dovuto avere alcun motivo di fuggirsene dinanzi al debole e vassallo re di Gerusalemme! 4. In verit, si prenda pure la cosa come si vuole, ma questo certo che per gli abitanti della Terra le cose non si mettono assolutamente bene quando un Dio comincia ad avere timore dei demoni ed a prendere la fuga dinanzi a loro! Ehm, ehm, quanto pi ci penso, tanto pi enigmatica mi sembra tutta la questione! 5. Datemi dunque maggiori chiarimenti a questo riguardo, altrimenti, per quanta stima io abbia di voi tutti, dovrei apertamente dichiararvi essere ammissibile che tanto in voi quanto in me ci sia stato qualche grave errore di valutazione per quel che concerne questUomo, perch lOnnipotente non dovrebbe certo avere la necessit di temere un Erode, il quale, forse, non ha mai neppure pensato di farsi Suo persecutore! Perch io, che sto nelle buone grazie di questo re vassallo, lo conosco meglio di ognuno di voi e posso dirvi che in questo breve tempo egli gi mille volte pentito di avere fatto uccidere Giovanni, avendo, dallimprovvisa morte di Erodiade e di sua figlia, riportato una tale impressione ed un tale spavento che egli certamente non sindurr mai pi a far morire un altro profeta! 6. Dunque, bisogna arguire che Ges debba essere partito da qui con tanta sollecitudine per ben differenti motivi e per quanto anche i sette discepoli di Giovanni, nella loro agitazione danimo, possano averGli raccontato le cose pi orribili di Erode, io domando se un Uomo onnisciente, proceduto da Dio, il Quale certo a conoscenza di quello che discutiamo ora fra noi, pu prestare fede a coloro che evidentemente gli avranno spiattellato delle menzogne. Se qualcuno di voi pu, a mia tranquillit, addurre qualche altro motivo per la sua partenza tanto precipitosa, lo faccia ed io lascolter!. 7. Dice Boro: Mio caro amico! La cosa ha certo del misterioso, perch la Sua partenza apparsa strana a noi quanto a te, quantunque noi siamo tutti perfettamente convinti che Egli e resta tuttavia Colui che abbiamo riconosciuto ed accolto. A dirla chiara Egli ha dato a vedere di aver timore anche di te e anche per questa ragione Egli ha congedato gi oggi di buona ora
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tutti i Suoi molti discepoli, nonch le alte personalit romane che erano rimaste presso di Lui durante questi ultimi giorni. Ma ora vedo che Egli non avrebbe dovuto aver alcuna ragione di temere la tua persona, poich tu sei per Lui e non affatto contro di Lui; dunque deve essere stata in Lui una preoccupazione di tuttaltro genere che Lo ha spinto a questa improvvisa partenza e non il timore di cui abbiamo parlato ora e la cui idea si presenta come apparentemente logica alla nostra mente. 8. Dice il preside: Ma raccontatemi almeno come si presentarono le cose e cosa avvenuto prima che Egli si decidesse a partire. Forse dopo riuscir a me o prima ancora allamico Chivar trovare una spiegazione ragionevole del fatto!. 9. Dice Boro: Le cose si svolsero in questo modo: gi nel pomeriggio Egli mand fuori i Suoi dodici discepoli, da Lui chiamati apostoli, verso il mare, affinch approntassero un qualche battello per Lui e nello stesso tempo probabilmente anche per avere delle informazioni se forse da quelle parti si trovassero degli spioni o dei sicari prezzolati da Gerusalemme. A Sibarah, dove c una stazione delle gabelle tenuta da un certo Matteo, il quale pure un discepolo di Ges, essi sincontrarono con i sette discepoli di Giovanni, con i quali si erano gi trovati unaltra volta, precedentemente a quanto mi pare, in occasione della permanenza in carcere di Giovanni ed avevano udito le parole di Ges. Questi sette discepoli raccontarono tutti i fatti svoltisi a Gerusalemme, relativamente al loro maestro e contemporaneamente narrarono agli apostoli che Erode, quantunque a coloro che gli avevano portate le notizie di Ges avesse apertamente confessato di aver mandato fuori spie e sicari, pure questa cosa egli laveva fatta del tutto in segreto e precisamente con queste istruzioni: se essi avessero potuto constatare che il supposto Ges era veramente il risuscitato Giovanni, essi dovevano ritornarsene pacificamente senza fargli nulla, ma se si fosse seriamente trattato di Ges, dovevano tentare di ucciderLo senzaltro. Se il tentativo di assassinio riusciva, allora sarebbe spettata loro da parte di Erode una buona ricompensa, ma se invece non riusciva e cio per la ragione che eventualmente Ges fosse pure Egli davvero una personalit divina e quindi insopprimibile, allora la ricompensa sarebbe toccata loro ugualmente ed Erode, con tutta la sua corte, avrebbe abbracciato le dottrine di Ges! Queste notizie vennero riferite a Ges, il Signore, dai discepoli di Giovanni arrivati qui a Nazaret assieme ai discepoli di Ges! 10. Ma quando Egli apprese tali cose, disse: Ricorrendo a simili infami prove Erode non diverr mai pi in eterno un Mio discepolo e la Terra grande abbastanza ed Io sapr ben trovare ancora su di essa un posticino dove non potranno raggiungerMi i suoi vili apostoli. dunque venuto il Figlio delluomo qui per diventare quello che Egli con la consacrazione da parte di prezzolati assassini? No, mai e poi mai, in eterno! Chi con strumenti di morte alla mano Mi domanda chi Io sia, costui non avr mai in eterno la Mia risposta! Ma ora senzaltro venuto il tempo per noi di partircene da qui. Andiamo dunque e vediamo di guadagnare alla nostra causa, in terra straniera,
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uomini che anche senza strumenti di morte in mano vogliano credere che noi siamo quello che siamo!. 11. E dopo queste parole di Ges, avvenne subito la partenza, perch Egli aveva aggiunto: Andiamo, adesso lo voglio Io, poich Io vedo come e dove si trovano gi seicento di questi apostoli erodiani della morte, mandati contro di Me, ed essi sono gi molto vicini, dunque, andiamocene subito via da qui!. Allora gli apostoli ed i discepoli di Giovanni si misero con Lui in cammino in direzioni di Sibarah ed ora saranno gi in alto mare.

92. Capitolo La Grazia del Signore verso lumanit 1. Avendo inteso tutto ci, il preside dice: Ah, ma in questo modo la cosa assume tutto un altro aspetto! Non affatto per paura che Egli partito, bens per unammirabile prudenza, allo scopo di togliere a Erode, quale un meritato castigo, ogni occasione di diventare ancora peggiore, da un lato, e, dallaltro, di diventare troppo a buon mercato migliore! Oh, certo, Egli ha agito molto bene, io non posso che darGliene lode. 2. Questo Erode davvero un uomo strano in tutto il senso della parola, con il quale nessuno mai riesce a raccapezzarsi! Egli per met un buon uomo, qualche volta anche molto benefico, ma per unaltra met subito dopo un demonio di primo rango! Egli ti fa oggi, sotto una specie di impulso di bont e di generosit, le migliori promesse e resta fedele ad esse quando linteressato si presenta a lui subito dopo la promessa, ma guai a colui che gliela rammentasse il giorno seguente! Costui, non solo non riceverebbe niente di quanto promessogli, ma verrebbe anche congedato in maniera aspra, maligna ed offensiva cos da fargli passare assolutamente ogni coraggio di avvicinarglisi una seconda volta e tanto meno di ricordargli la promessa fatta. 3. Per queste ragioni anche perfettamente inutile stringere con lui un qualche patto speciale di amicizia, perch, se poi c uno che non lo mantiene, questo sempre Erode! Ora il nostro illustre Salvatore Ges sar certo come noi a conoscenza di tali particolari e perci a tutto buon diritto lo ha evitato, poich, anche se Erode si fosse convinto dellintangibilit di Ges, questo per lui non significherebbe ancora niente. Per lui quello che succede oggi non ha pi forza di prova domani e non si pu altro concludere che, o quelluomo non ha affatto memoria, o la sua vita circoscritta dentro principi e norme tali da rendere possibile la vita bens a lui, ma a nessunaltra persona accanto a lui! 4. Che del resto egli sia un volpone astutissimo, ci non ha bisogno di ulteriori dimostrazioni, perch egli si intende magnificamente dello spremere le imposte, nonch del restare ai romani in debito del tributo. Io si che conosco i suoi procedimenti, ma ne parleremo unaltra volta.
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5. Ed ora io vorrei pure sapere dalla vostra bocca se il nostro Salvatore Ges far o no ritorno ancora una volta a Nazaret. Non vi ha detto Egli proprio niente in proposito? 6. Risponde Boro: Di preciso noi non sappiamo niente, ma io spero che Egli passer linverno presso di noi. Certo pure possibile che Egli intenda trascorrere linverno a Sidone oppure a Tiro, ma in questi casi noi ne riceveremo gi notizia e potremo, di quando in quando, recarci da Lui!. 7. Osserva in tono rattristato Maria: Oh, credo bene che ritorner Egli qui, ma certamente per un paio di giorni soltanto. 8. Dice il preside: Oh cara madre! Non esserne afflitta, perch Egli non si dimenticher di noi, certo di te, poi, meno ancora! 9. Dice la madre: Oh, questo no, ma tuttavia per me cosa assai triste quando devo vedere e sentire come della gente cattiva e cieca perfidamente misconosce il benefattore pi grande che leternit potr mai darle e come Egli viene perseguitato e quasi dappertutto ricompensato con la pi nera ingratitudine! 10. Dice il preside: Vedi, cara madre, gli uomini sono quello che sono e Davide, nel momento del bisogno, non invano ebbe da esclamare: Oh, come non vale niente laiuto di tutti gli uomini, poich nessuno di loro pu aiutare chi si trova nella tribolazione! Del resto questa fu sempre la sorte dolorosa di tutti i grandi uomini dotati da Dio di capacit superiori e misteriose, perch essi sono stati sempre perseguitati dagli altri uomini, poveri vermiciattoli della terra, cos come laquila possente viene perseguitata dalle piccole rondini. Infatti gli uomini piccoli, nonostante la loro pochezza, vogliono tuttavia essere grandi e non possono tollerare che tra di loro sorga un uomo veramente grande, paragonati al quale essi dovrebbero evidentemente confessare la loro perfetta nullit! 11. Considera tutti i grandi profeti! Qual stato il loro destino? Nientaltro che povert fin dalla nascita, ogni tipo di rinunce e di privazioni, invidia e rancore, persecuzioni ed infine una morte violenta per mano dei vermi della Terra, saturi degoismo! Perch Dio abbia voluto che cos fosse, stato per me, fin dallinfanzia, un enigma, ad ogni modo lesperienza universale ci insegna che cos purtroppo sempre stato e noi non possiamo opporvi nulla, come niente possiamo fare per allungare la durata del giorno, noiosamente breve nellinverno. Dio ha stabilito una volta per sempre cos e noi non possiamo apportarvi nessun cambiamento, speriamo per che un giorno, nellaltra vita, ci sar dato veder le cose sotto un aspetto migliore! 12. Il tuo divino Figlio, secondo quanto ho inteso di Lui, avrebbe pi che sufficiente potere per mettere fine di un colpo solo a tutto questo andazzo degli uomini del mondo, che per Egli non voglia farlo, noi possiamo rilevarlo facilmente dal fatto che Egli preferisce, per cos dire, fuggire davanti a quel verme che Erode, piuttosto che annientarlo con un soffio! Egli, che con tutta facilit lo potrebbe, non lo fa e noi non lo possiamo fare e cos lantica mala questione resta sempre aperta! Se Egli dovesse ritornare qui, io intendo avere con Lui un colloquio molto serio a questo riguardo.
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13. Dice Boro: Ma non approder a nulla, perch io fui testimone di tutte le svariate offerte e proposte fatte, in relazione ad un possibile miglioramento del mondo, da parte del supremo governatore, il quale per di pi uno zio dellimperatore, ma tutto fu inutile! Egli dimostr in maniera chiarissima che cos lumanit e com necessario che essa venga condotta e guidata senza particolari giudizi e punizioni, qualora voglia raggiungere la futura destinazione eterna fissata da Dio, unicamente a mezzo dellinsegnamento puro e per decisione spontanea ed assolutamente libera allazione secondo linsegnamento stesso e cos fu che tanto il governatore quanto tutti noi dovemmo darGli senza riserve ragione pienamente ed il procedimento violento pi volte proposto e quasi concretato fu lasciato cadere del tutto. Io posso gi in precedenza assicurarti che il colloquio che ti proponi di fare con Lui si concluder anchesso con una giustificata e motivata risposta!.

93. Capitolo Boro parla dellessenza delluomo. 1. Dice il preside: In quanto a questo, ci sar da discutere, perch, dal punto di vista delle condizioni terrene, lumanit non ha fatto finora che regredire, anzich progredire! Cosa contano oramai Mos e tutti i sommi profeti? Io posso dirvelo: Nei cosiddetti alti circoli se ne ride e tutto viene considerato una favola, pia quanto si vuole, ma come non avente scopo alcuno per lo spirito umano e le dottrine di un Pitagora o di un Aristotele vengono collocate molto, ma molto pi in alto di quelle di qualsiasi profeta!. Questa una prova vivente che gli ordinamenti di Jehova, per quanto sublimi e veri siano nella realt, pur trattandosi degli uomini, non raggiungono affatto lo scopo che si prefiggono secondo il loro tenore letterale! 2. A che giova tutta la rivelazione, se accanto a questa non si lasciano sussistere per sempre i mezzi materialmente persuasivi con i quali soltanto possibile mantenere gli uomini sempre ugualmente rispettosi di fronte alla rivelazione divina? Che provino, ad esempio, i genitori ad educare i loro figli senza il sussidio della verga e noi ci persuaderemo anche troppo presto che rispetto avranno i piccoli fanciulli degli insegnamenti, per quanto savi e buoni dei loro genitori! 3. Perci io non posso attribuire agli insegnamenti ed alle stesse leggi alcuna importanza, se vengono affidate agli uomini senza verga e senza spada, poich luomo, in fondo, cattivo e deve venire indirizzato al bene soltanto a suon di sferza 4. Dice Boro: Io sono a questo riguardo perfettamente daccordo con te, per c tuttavia un grande Ma, che tu potrai conoscere soltanto quando un giorno lo sentirai dalla Sua bocca!
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5. Ascolta quello che ti dico ora: Se ci troviamo davanti ad un congegno meccanico, mediante il quale viene compiuto un qualche lavoro, noi cominceremo con lo stupirci, ma, quando potremo esaminare con maggior attenzione questo congegno nei suoi dettagli, vi scopriremo ben presto i diversi difetti e ci verr subito una voglia pressante di portare riparo alla macchina stessa. Allora ce ne andremo dallartefice e gli esporremo i nostri punti di vista ed i difetti rilevati. 6. Ma lartefice, da principio, sorrider e poi ci risponder immancabilmente allincirca nel seguente modo: Cari amici! La cosa si potrebbe fare, ma tuttavia non ha senso farla. Questa macchina nelle sue funzioni presuppone molti e notevolissimi punti di vista! Chi lha fatta costruire, si ispirato soltanto alle sue necessit ed agli scopi che vi erano congiunti ed in simile caso qualsiasi correzione equivarrebbe ad una imperfezione della macchina stessa! Il congegno non ha da superare che una data resistenza e per tale ragione non deve poter sviluppare una forza maggiore di quanto gli occorre per ottenere leffetto voluto, perch se la macchina ci fornisce una potenza superiore, il tessitore, adoperandola, straccerebbe ad ogni mossa i suoi fili ed in questa maniera non riuscirebbe a produrre nemmeno un braccio di tela. Dunque la macchina, per corrispondere al suo scopo, deve essere congegnata precisamente cos com ora e laggiungerci od il levarvi qualcosa la renderebbe inadatta al suo lavoro! Quando la macchina per il lungo uso si sar logorata, oh allora s che sar venuto il momento di ripararla e di rimetterla nello stato in cui si trovava in origine, affinch possa corrispondere allo scopo per il quale stata creata. 7. Ecco, questa sar la risposta che ci dar lartefice assennato e noi due alla fine non potremo far altro che confessarci a vicenda e dirci che lartefice ha ragione, perch chiaro che esso deve senzaltro conoscere il suo mestiere meglio di un paio di pseudoartefici come siamo noi! Ed allincirca una simile risposta dovremmo aspettarcela anche noi da Ges, il Signore, qualora Gli chiedessimo com possibile che gli uomini possano diventare tanto diabolici e malvagi nonostante la divina sapienza. 8. Cosa ne sappiamo noi dellintima struttura e costituzione delluomo? Noi molte volte vogliamo maledire l dove il Signore sparge invece la Sua benedizione! E questo accade perch noi non abbiamo una nozione assolutamente esatta n del bene, n del male. 9. Ciascun uomo, per quanto buono sia, nasconde nel suo animo pi o meno un qualche egoismo. In questa sua disposizione danimo egli poi sempre pronto ad ergersi a giudice del suo prossimo e innanzitutto e di preferenza tende ad imputargli a peccato quelle azioni che non concordano con lidea del proprio vantaggio. Ora, siccome ciascuno pensa per s, sia pure un po egoisticamente, ne consegue che su questa Terra, nei confronti del prossimo, non vengono emessi che giudizi pi o meno contorti. Questi giudizi contorti generano poi il reciproco malcontento, gradatamente la diffidenza, gli scandali, l invidia, l ira e altre simili piacevolezze morali.
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10. Dunque, chi che ha la colpa, nel peggioramento dellumanit, se non gli uomini stessi? La macchina vitale si logora anchessa nel corso degli anni e di conseguenza deve anchessa venire, di quando in quando, riparata dal Suo sommo Artefice e forse pure, data la necessit, rinnovata da cima a fondo! 11. Ora un simile periodo di completa riparazione sembra che sia, dopo unaspettativa di quasi dieci secoli, appunto quello in cui viviamo. Dopo questo periodo gli uomini, per la maggior parte, procederanno nellordine voluto per unulteriore periodo, ma pi di altri duemila anni non trascorreranno che gli uomini, gi migliorati prima, non reggeranno e noi nellAldil saremo testimoni ed i nostri sensi percepiranno potentemente che accadr cos come ora ti ho detto! 12. Dice il preside: Orbene, io ti faccio le mie congratulazioni! Tu sei davvero un degno discepolo del tuo Maestro! Io vedo che per il momento in fatto di vera sapienza non posso rivaleggiare con te. Per voglio darmi ogni cura a questo scopo, per arrivare tra breve, a fianco del mio caro amico Chivar, a potermi intrattenere con te su simili argomenti, poich la sapienza di cui fornito oggigiorno il Tempio di Gerusalemme non ha niente a che fare con voi, ci che del resto non pu far meraviglia, dato che lattuale sapienza del Tempio non arriva troppo lontano.

94. Capitolo La convivenza degli amici del Signore a Nazaret. 1. Il preside aveva appena finito questosservazione, concludendola con un sorriso, quando si presentarono due cittadini, conducendo con loro un ammalato che gi da molti anni era stato colto da frenesia, ma, siccome si trattava di un povero, i suoi non si erano mai azzardati a ricorrere ad un medico n, daltro canto, nessuno si era fidato di rivolgersi a Me, poich da parte della popolazione circolava la diceria infamante che, chi fosse ricorso a Me per guarire, avrebbe consacrato la propria anima a Belzeb! Ed allincirca la stessa opinione la si aveva anche riguardo a Boro, che si diceva avesse appreso simili artifici del demonio appunto da Me! 2. Perci, quando Boro vide quel famoso frenetico che egli ben conosceva, nonch i suoi amici deboli di intelletto che lo portavano, disse loro: Ebbene, che mai vi saltato in mente di portarmi qui questo ammalato! Cosa vi ha fatto egli di male che voi volete adesso darlo nelle mani di Belzeb? 3. Risposero i due: Signore, questo era prima, ma ora abbiamo dovuto ricrederci e perci labbiamo portato a te! 4. Dice Boro: E chi stato a farvi ricredere? 5. Dicono i due: Signore, appunto coloro che per tanto tempo ci hanno nutriti con simili sciocchezze e ci hanno tenuti prigionieri come in catene
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6. Dice Boro, con un leggero sorriso: Capisco, capisco! Ma che cosa posso fare io con questo frenetico? Il suo male si indurito a causa della vostra grande stoltezza ed ormai, data la vostra debole fede, sar difficile venirgli in aiuto!. 7. Dicono i due: Signore, se noi fossimo deboli di fede, non ti avremmo portato lammalato! 8. Dice Boro: Ors, noi vogliamo vedere quello che pu la forza divina nelluomo!. E Boro, avvicinatosi a capo scoperto dinanzi allammalato, esclam ad alta voce: Nel Nome di Ges, il Signore dalleternit, io voglio che tu sia risanato. Sii dunque sano e procedi dora innanzi, libero per la tua via! 9. Nello stesso momento il frenetico si trov completamente guarito e rese onore a Dio che aveva conferito alluomo tale potenza! 10. E Boro stesso si associ apertamente alle lodi al Signore, soccorse riccamente il guarito ed i due suoi amici e fece subito offrire loro quello che era ancora rimasto sulle mense degli ospiti da mangiare e da bere. 11. Allora il preside, rivolto a Boro, gli disse: In verit, una cosa tale io non avrei mai supposto di trovarla qui, presso di te! Che nel Nome di Ges sia riposta una forza speciale, della quale, secondo la mia esperienza anche le potenze infernali hanno un assoluto rispetto, di questo mi sono convinto oggi nella sinagoga, ma che dinanzi a questo Nome, anche i difetti del corpo, di qualunque specie essi siano, debbano cedere, questo i miei occhi lhanno appena visto qui! In verit, in questo Ges deve essere celato ben altro che un semplice profeta comera Elia, perch, a quanto almeno io ne so, in forza del nome di questo profeta non mai stato ancora guarito alcun ammalato! E, riguardo a questo nome, noi avremo ancora molto da discutere!. 12. Poi il preside interpell il guarito e gli chiese se egli si sentiva proprio risanato del tutto. 13. Ed il guarito rispose: Cos sano come sono ora, io non lo fui mai in vita mia, ora io di anni ne ho cinquanta, dunque questo si chiamer essere ben guarito!. 14. Il preside allora gli fa delle lodi e vuol regalargli una grossa moneta. 15. Ma il guarito la rifiuta e dice: Signore! Qui a Nazaret ce ne sono di pi poveri di me, perci ti ringrazio e serbala per loro! Ora io posso lavorare e questo per me sufficiente ricchezza!. 16. Osserva il preside: Questo si chiama davvero essere disinteressati e non mi sarei mai immaginato di trovare in te tanta virt! Ebbene, io sono il preside della sinagoga qui a Nazaret, nonch in tutta la Galilea e stabilir la mia residenza qui e non a Cafarnao, se dunque tu dovessi un giorno aver bisogno di qualcosa, saprai dove trovarmi!. 17. Risponde il guarito: Di gente buona ce n poca e cos ogni povero fa bene se tiene a memoria i pochi buoni, per poter ricorrere a loro nel momento del bisogno! Io ti ringrazio dellofferta; se le circostanze mi costringeranno, non mancher di venire da te.
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18. Dopo queste parole i tre, cio il guarito ed i suoi due compagni, si congedano, ringraziano Boro ed il preside e se ne vanno a casa loro di buon umore. Labitazione che essi avevano in affitto era situata a qualche centinaio di passi fuori della citt, comera il caso anche di casa Mia la quale, com noto, era situata fuori di Nazaret, soltanto dalla parte delluscita opposta. 19. Questo avvenimento contribuisce a tenere tutti desti in casa di Boro e molto se ne parla ancora. Verso la mezzanotte, per, appena si scioglie la compagnia, la madre Maria si ferma ancora un po di tempo con la famiglia di Boro, che ha la massima cura di lei, mentre essa ne trae molto conforto. In casa Mia sono rimasti i Miei due fratelli pi anziani, i quali ne sorvegliano il buon andamento e la cosa molto facilitata da Boro che amorevolmente fornisce ai Miei fratelli tutto quanto possa loro occorrere e cos i Miei amici di Nazaret durante la Mia assenza personale vivono nella miglior concordia e Mi hanno sempre in mente discorrendo dei Miei insegnamenti e delle Mie opere di cui essi stessi sono i testimoni. 20. Il nuovo preside, dal canto suo, continuava le sue inchieste ed esaminava tutto sempre con crescente acutezza, ma finiva ogni qualvolta con il venir convinto del contrario, perch anchegli apparteneva a quella categoria di uomini i quali accolgono il giorno seguente con tutta facilit quello che hanno udito e visto il giorno prima, ma che per si dimenticano di ci che hanno promesso. E cos Chivar e Roban avevano giornalmente la loro piccola pena con quelluomo che, del resto, non era cattivo e che faceva sempre il proponimento di agire secondo giustizia, per, facendo ci, si dibatteva continuamente fra i vari principi del giusto e dellingiusto, perch egli non riusciva mai a spiegarsi cosa veramente fosse stato giusto. 21. Ed anche se gli si dimostrava migliaia di volte che il vero giusto in altro non pu consistere per luomo se non nel vivere secondo i precetti di Dio, ebbene, per quel giorno egli comprendeva benissimo ed a fondo la cosa, ma il giorno dopo traeva dal suo razionalismo intellettuale tante ragioni contrarie che a Chivar riusciva non di rado difficile quanto mai confutare tutte le obiezioni del preside. E Chivar in quella occasione comprese il perch della Mia raccomandazione di tenerlo sempre attentamente docchio, visto che ci sarebbe voluto ancora molto tempo per fidarsi completamente di lui. 22. Per, quello che pi di tutto teneva occupato il preside, era la potenza del Mio Nome e quantunque diventasse spesso insopportabile, Chivar lo faceva tornare sulla retta via usando il Mio Nome, meglio che con qualsiasi altra cosa. Ma era Boro che aveva sempre su di lui la massima influenza e riusciva sempre a ottenere che, almeno per qualche giorno, la fede del preside nel Mio Nome si mantenesse ferma. 23. Con ci, per sommi capi, narrato quello che fecero i nazareni dopo la Mia partenza ed ora tempo di ritornare a Me Stesso e di considerare gli avvenimenti svoltisi immediatamente riguardo a Me la sera della Mia partenza da Nazaret e quello che ho ulteriormente fatto ed insegnato e dove Me ne sono andato.
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95. Capitolo Miracolo della guarigione e del cibo ai 5.000 uomini nel deserto. (Matteo 14,13-24) 1. Quando Io, com risaputo, ebbi appreso dai discepoli di Giovanni, da poco arrivati, quello che certissimamente sapevo gi prima altrimenti non avrei congedato gi entro la mattina, a tempo debito, tutta la grande comitiva lasciai subito Nazaret e Me ne andai con i dodici discepoli in direzione di Sibarah, verso il mare, dove, saliti su di una nave, ci dirigemmo verso una regione al di sopra di Bethabara. Durante il percorso i discepoli finirono anche di raccontarMi tutto ci che durante la giornata avevano fatto ed insegnato e ne ebbero da Me la dovuta lode. 2. Ma arrivati che fummo al luogo stabilito, Io ordinai ai discepoli di non abbandonare la navicella e scesi a terra, accompagnato solamente da due di loro, per cercare e stabilire in quei dintorni deserti un posticino di fermata, dove poterMi trattenere alcuni giorni al sicuro dalle insidie che, com noto, Mi tendeva Erode. 3. Sennonch era avvenuto che la nostra navicella era stata seguita a qualche distanza da molte altre pi piccole cariche di gente, la quale ebbe cos modo di apprendere facilmente il luogo del Mio soggiorno, tanto pi che poi Io non avevo avuto affatto lintenzione di nasconderMi completamente agli occhi dellumanit bisognosa di soccorso. 4. Accadde dunque che la Mia permanenza in quel luogo deserto non era durata neppure un giorno intero che gi affluiva una grande quantit di popolo da tutte le citt, borgate e villaggi di quella regione, non esclusi i Miei gi vecchi discepoli, che erano in numero di oltre ottocento, discepoli che si erano uniti a Me nelle localit che Io avevo visitato tempo prima e che la mattina del giorno precedente erano stati invitati da Me a ritornarsene alle loro case. 5. Alcuni di questi erano di Cana in Galilea e di Cana in Samaria, altri di Gesaira, altri ancora da Chis e Sibarah, di Cafarnao, Corazin, Cesarea, Genezaret e Bethabara e tutti questi avevano divulgato la Mia fama anche in molte altre localit, per la qual cosa da tutti i luoghi una gran massa di popolo venne a Me nel deserto per la via del mare e parte a piedi per terra, conducendo naturalmente con s numerosissimi ammalati ed invalidi. Come gi menzionato prima, era appena spuntato il nuovo giorno che gi circa un migliaio di pellegrini si trov sul luogo dove Io Mi trovavo, pronti ad accamparsi l intorno! 6. Ora, il luogo che Io avevo scelto nel deserto consisteva in una caverna spaziosa senza alcuna apertura dissimulata e che era situata ad una discreta altezza. La caverna era circondata da fitti alberi e cera davanti ad essa una spianata molto vasta sulla quale avrebbero trovato posto pi che sufficiente parecchie migliaia di persone ed appunto su questa spianata serano anche accampate le turbe con i loro ammalati.
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7. Ma quando i discepoli, i quali conoscevano il Mio ritiro, si accorsero che da tutte le parti continuava a salire una quantit di popolo, il quale sempre di pi andava assediando il luogo dove Io Mi trovavo, cominciarono a temere per Me e perci affidarono la nave ai loro otto barcaioli e salirono su da Me, per informarMi della massa di popolo, il quale sempre pi andava radunandosi, di modo che non avrebbero pi potuto garantire che fra i tanti non si celassero anche gli emissari di Erode! 8. E quando i discepoli, buoni e solleciti, Mi ebbero dato notizia di ci che certamente doveva gi essere a Mia conoscenza, Io uscii dalla grotta e rimirai (Matt.14,14) la moltitudine veramente grande e ne ebbi immensa piet, allorquando, con le lacrime agli occhi, la massa Mi supplic di aiutare gli ammalati che erano stati accompagnati o portati l! 9. Ed Io in un medesimo istante risanai tutti gli ammalati presenti, nonch tutti gli altri che erano ancora per la via e che faticavano per giungere a Me. Allora naturalmente fra la folla si lev un coro unanime di lode e di glorificazione che sembrava non voler pi cessare. Fino allimbrunire continu cos ad affluire la moltitudine, quantunque gli ammalati fossero stati guariti anche strada facendo, perch tutti volevano renderMi grazie e onore. Il posto davanti alla grotta si trov ben presto tanto zeppo di gente che i discepoli cominciarono davvero ad averne timore; alcuni giovani si arrampicarono perfino sugli alberi per poterMi vedere meglio. 10. E quando cominci a farsi sera, i discepoli Mi vennero vicino e dissero: Signore! Questo un luogo deserto, la notte avanza e come abbiamo in generale osservato nessuno fra tanta gente che qui ha con s qualcosa da mangiare. Congeda dunque il popolo, affinch vada nei mercati pi vicini e prenda l del pane ed altri viveri. (Matt.14,15). 11. Dissi allora Io ai discepoli: Non necessario che questa gente se ne vada per i mercati, ma date invece voi da mangiare a loro (Matt.14,16). Per quanto concerne il bere, essi non hanno bisogno che di acqua e questa qui abbondante in molte sorgenti. 12. Osservano i discepoli, alquanto meravigliati della Mia richiesta: Signore! Qui con noi non abbiamo altro che cinque pani dorzo e due pesci arrostiti (Matt.14,17) Ma che cosa questo per tante persone? 13. Dico Io allora ai discepoli: RecateMeli qui!.(Matt.14,18) 14. E quando essi ebbero fatto cos, io ordinai a tutto il popolo di accamparsi sullerba, presi poi i cinque pani ed i due pesci, levai gli occhi al cielo e resi grazie al Padre! Poi spezzai i pani e li diedi ai discepoli, affinch li distribuissero fra il popolo. I due pesci per ed un po di pane restarono questa volta per i soli discepoli. 15. E tutti coloro che erano presenti mangiarono in pace di quel pane e si saziarono, ma siccome non lo poterono mangiare tutto, raccolsero gli avanzi dentro a dei corbelli molto grandi, che il popolo, viaggiando, soleva portare sospesi sulle spalle con delle stringhe ascellari e di questi capaci corbelli se ne
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poterono riempire ben dodici! (Matt.14,20). Ora il numero di coloro che si erano saziati fu, senza tenere conto delle donne e dei fanciulli, intorno a cinquemila uomini (Matt.14,21). 16. Che questa imbandigione, che era durata unora buona, avesse suscitato in tutti uno stupore grandissimo, sar, si spera, facile da comprendere, come lo sar anche il fatto che quella gente subito dopo deliberasse segretamente di acclamarMi loro Re. 17. Ma Io, che Mi accorsi di quel progetto, ordinai ai discepoli di salire senza indugi sulla navicella e dirigersi prima di Me verso laltra sponda, fino a che Io avessi congedato il popolo (Matt.14,22). Questo lo feci per impedire al popolo con questa mossa di compiere il suo progetto, perch alcuni fra il popolo avevano appunto cominciato ad esporre ai discepoli quello che era stato escogitato di fare per dimostrarMi la loro immensa gratitudine. Per nessuno aveva osato avvicinarsi a Me! 18. E cos, allontanati immediatamente i discepoli, Io tolsi al popolo il mezzo che avrebbe dovuto servire loro per raggiungere lo scopo e quando i discepoli, eseguendo solleciti il Mio ordine, furono saliti sulla nave, dato che era un bel chiaro di luna, anche il popolo desistette subito dal suo proposito e dopo la partenza dei discepoli (Matt.14,23), mentre essi si trovavano gi molte pertiche lontano dalla riva, Io congedai subito il popolo, il quale anche docilmente si allontan. 19. Dopo ci salii tutto solo su di una montagna nuda l vicina e pregai per congiungere i Miei elementi corporeo-umani pi intimamente con il Padre. Sulla vetta di questo monte Io dimorai perfettamente solo, potei, gi perfino con gli occhi del corpo, distinguere al chiarore della luna la navicella dei discepoli (Matt.14,24), gi inoltratisi fin nel mezzo del lago, che non era proprio tanto largo, mentre con gran fatica resisteva alle onde, che un vento contrario, abbastanza violento, sollevava intorno.

96. Capitolo I discepoli sul mare tempestoso. 1. facile immaginare che i discepoli, in conseguenza a ci, non fossero precisamente molto di buon umore: essi facevano sul Mio conto le pi svariate osservazioni e critiche e perfino Pietro fin con il dire: Non aveva Egli da scegliere per questa notte a nostro riguardo proprio niente di meglio che esporci a morte sicura fra le onde? Davvero la cosa un po strana da parte Sua! Io mi fido appena appena a far continuare la voga, perch ad una distanza di qualche pertica da qui cimbatteremmo in un fondale basso, in scogli e in banchi di sabbia ed io che sono diventato si pu dire grigio sul mare, non potrei pi allora garantire nulla! Perci meglio che ci teniamo, sia pure fino a quando far giorno, qui al largo!.
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2. Dice Tommaso: A me poi interesserebbe sapere cosa Egli abbia voluto ottenere con lallontanarci da Lui cos dimprovviso, comandandoci perentoriamente di fare la traversata prima di Lui! 3. Osserva Andrea: Per quanto ne so io, lungo quella costa deserta non possibile trovare una nave, mi chiedo dunque come far Egli a raggiungerci! Se eventualmente vuole percorrere la via di terra, avr bisogno di quattordici ore buone per arrivare l dove noi avevamo intenzione di approdare e precisamente tenendo lungo la riva meridionale per la via di Sibarah e Chis, e se intendesse arrivarvi lungo la riva settentrionale Gli ci vorrebbero due giornate di viaggio, perch l il nostro mare ha la sua maggiore ampiezza ed oltre a ci pieno di insenature e tratti paludosi molto estesi. 4. Qui interviene Giuda Iscariota a dice: Voi tutti quanti insieme non ne capite niente! gi da lungo tempo che io ho osservato come noi Gli siamo venuti a noia, ma finora non Gli si era presentata nessuna occasione favorevole per liberarsi di noi con le buone maniere. Ed ecco, loccasione venuta ed Egli pu sbarazzarsi di noi e noi di Lui. Ora possiamo andarLo a cercare con tutte le lanterne possibili, ma molto difficile riuscire a rivederlo! Se poi da parte Sua, detto fra noi, questo sia stato lodevole, un altro paio di maniche! 5. Dice Giovanni, il Mio prediletto: No! Una cosa simile Egli non la far mai pi! Io Lo conosco da troppo tempo e troppo bene! Non la farebbe neppure se fosse un uomo comune, tanto meno poi quale Figlio di Dio, come Egli ormai senza alcun dubbio in possesso dello Spirito divino in tutta la Sua pienezza! Tutto quello che Egli ha fatto finora, aveva sempre i suoi eccellenti motivi, e cos anche allodierno avvenimento non mancheranno certamente le sue saggissime ragioni! Ed io sento in me vivo il presentimento che noi potremo convincercene tra breve! 6. Dio mio, se Egli, a cui obbediscono Cielo e Terra, avesse voluto sbarazzarsi di noi, sarebbe bastato il pi leggero soffio della Sua bocca per mandarci allaltra estremit del mondo, com accaduto saranno appena tre o quattro settimane fa sulle alte montagne di Chis, che si possono vedere da qui ancora molto bene, quando bast pure una semplice parola dalla Sua bocca per trasportarci attraverso laria in un baleno sulla montagna presso di Lui! Dunque, mio caro fratello Giuda, non venire fuori con queste idee assolutamente ridicole e sciocche a Suo riguardo, perch con ci rendi sempre testimonianza della tua incredulit! 7. Dice allora Natanaele, il quale si trovava pure egli sulla navicella: Io sono in tutto e per tutto dellopinione del caro fratello Giovanni, per penso questo: che, forse, nonostante tutta la nostra coscienziosit scrupolosa, sia possibile che abbiamo peccato in qualche luogo ed in qualche maniera ed Egli non ha voluto dircelo, ma ha lasciato che noi stessi ci esaminassimo e scrutassimo pi intimamente! Ed Egli poi far di nuovo ritorno a noi, quando ci saremo interamente purificati!
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8. Io, certo, ho gi sottoposto la mia coscienza ad un esame scrupolosissimo, ma purtroppo non ho potuto trovare niente che potesse apparirmi come un torto od una mancanza! In verit, lessere conscio di un peccato sarebbe ora per me un vero beneficio, perch questa coscienza diverrebbe per me una luce, la quale mi dimostrerebbe che io ho meritato di venir allontanato dal cospetto del Signore ed un sincero pentimento sarebbe poi un balsamo per il mio cuore! Invece vado cercando ansiosamente in me un peccato e non posso trovarne nessuno per scontare il quale fosse necessaria una penitenza in sacco e cenere! Io dico la verit: Adesso comincio ad invidiare un peccatore!. Ad ogni modo sia lontano da me il pensiero di diventare tale per questo motivo, ma se lo fossi, mi sentirei il cuore pi alleggerito! Oh, come deve essere dolce il fare vera penitenza dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini! Ma come pu un uomo, che sempre giusto, indossare labito della pi rigida penitenza senza rendersi ridicolo agli occhi di Dio? 9. Dice Bartolomeo: Ma che strane idee ti passano qualche volta per la mente! A chi mai potrebbe venire in mente di decantare pi felice un peccatore di un giusto? 10. Osserva Giovanni: Proprio del tutto torto egli non ha! Certo, qui va inteso sempre un peccatore per debolezza o talvolta per passioni sconsiderate, mai per un raffinato servitore dellInferno; poste dunque le cose in questo modo, il fratello Natanaele potrebbe anche non aver completamente torto 11. Esclama Giacomo: S, s, fratelli miei! Il nostro Natanaele un uomo tale che, per quanto riguarda profondit di sapienza ed acutezza di pensiero, tutti noi possiamo offrirgli poca acqua, avendone egli gi a dovizia! Egli sempre il pi taciturno, ma, quando parla, merita dessere ascoltato, perch le sue parole sono sempre dense di contenuto! 12. Dice Natanaele: Ma, caro fratello Giacomo, non lodarmi sempre, le poche volte che io apro bocca! Il Signore conosce certamente meglio di tutti quanta sostanza c in me e nella mia povera sapienza, perch, se ci fosse qualcosa, sarei, gi anchio da lungo tempo come te, un messaggero, mentre invece sono ancora un allievo, ed il Signore sapr ben Lui quello che ancora mi manca. C davvero in me un po di spirito poetico, ma da questo a quello profetico ci vuole molto ancora! Guarda qui il fratello Giovanni! Noi siamo vecchi, se ci confrontiamo con Lui, eppure egli profeta gi dalla culla; questo il Signore lo sa e perci ne ha fatto il Suo scrivano segreto! 13. Dice Giovanni: Ah, questo poi! Cosa sarebbe allora il fratello Matteo? 14. Risponde Natanaele: Egli sarebbe lo scrivano ufficiale del Signore e tu solo ne sei lo scrivano segreto! 15. Dice Giovanni: Ammettiamo anche che sia cos, ma se pure cos, vuol dire che il Signore ha disposto le cose in questo modo e noi dobbiamo accettarle secondo il Suo beneplacito! 16. E Giuda interrompe brontolando: probabile che da ora in poi non disponga pi n in un senso n nellaltro! La clessidra si gi vuotata quattro
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volte mentre noi siamo sospesi qui fra lacqua e laria, che quanto dire tra vita e morte! Io non vedo ancora nessun battello che ci viene dietro!. 17. Dice Giovanni: Questo non vuol dire niente, perch Egli non ci ha affatto precisamente detto quando ci raggiunger! 18. Dice Giuda: E sia! Per fare ci Egli avr i Suoi eccellenti motivi! Questo lo sappiamo gi! 19. Dice Giovanni: Amico, dimmi una buona volta con assoluta sincerit se tu, dopo tutto quello che hai udito con le tue orecchie, visto con i tuoi occhi e certamente percepito con tutti gli altri tuoi sensi, non credi davvero ancora che il nostro Signore Ges sia tanto indubbiamente, quanto io mi chiamo Giovanni, lo stesso Dio e che in Lui risieda ogni potere, sui Cieli infiniti e su questa Terra, di comandare, di governare e disporre a Suo piacimento! Io ti prego di darmi in proposito una risposta sincera!.

97. Capitolo Giuda loda i miracoli degli esseni. 1. Dice Giuda: Se io credessi una cosa cos alla cieca, senza alcuna riflessione, dovrei essere debole come lo sei tu e lo sono parecchi altri di voi! Sar in tutto mezzo anno al massimo che ci troviamo con Lui ed abbiamo udito e visto pi di una cosa con Lui che bisogna innegabilmente chiamare straordinaria, e voi che siete della gente semplice e che non avete in vita vostra mai udito e visto nientaltro allinfuori di questo Ges, il Quale certamente sta molto al di sopra di noi, spiegabile che dobbiate attribuirGli la Divinit assoluta. Per voi sicuramente bastano queste Sue opere e parole, ma a me, invece, la questione si presenta altrimenti, perch ho girato e viaggiato abbastanza ed ho avuto occasione di vedere e sentire qua e l delle cose altrettanto meravigliose! Andate dagli esseni e vedete quello che essi sanno fare ed io scommetto che poi finirete con il dire che sono altrettanti dei, come fanno i romani ed i greci, i quali fanno loro perfino delle grosse offerte pensando di avere a che fare con delle divinit. 2. Vedete, tutto quello che fa il nostro Ges e qualche volta anche cose pi straordinarie ancora, voi potete trovare tutto ci ugualmente presso gli esseni. Ma se, dunque, sulla Terra ci sono ancora molti altri che fanno le cose che noi abbiamo visto fare dal nostro maestro Ges, io non vedo proprio come e perch noi dovremmo riconoscerGli, per dirla chiara, lindiscussa ed esclusiva prerogativa di una perfetta divinit! 3. Oh, se Egli fosse il solo a questo mondo al quale obbediscono gli elementi, allora sarebbe facile credere alla Sua divinit, ma se, come mi risulta per mia viva esperienza, su questa cara Terra c pi di uno di tali uomini che porta una veste senza cuciture, bene che il nostro Ges faccia cose molto pi grandi ancora prima che noi Gli si attribuisca lesclusiva prerogativa divina e che si
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possa poi credere fermamente e dire: Costui Jehova, tale quale esistito dalleternit!. 4. Voi chiamate miracolo divino il richiamo dei morti in vita, la moltiplicazione di cibi e bevande, il restauro di un edificio, il provocare segni nella luna e nel sole, ma tutto questo non basta affatto ancora a provare la divinit di un tale che sia in grado di fare simili cose, perch a questi e ad altri spettacoli io ho assistito diverse volte presso gli esseni. La guarigione degli ammalati viene praticata l soltanto come cosa secondaria, ma io stesso fui testimone di come il principale fra gli esseni ha scritto sulla luna in tre lingue e di come lo stesso una volta ha fatto oscurare di giorno il sole! Prima egli aveva fatto certi suoi segni ed un calcolo e poi disse: Da qui ad unora io far venire una piaga sullumanit. Io oscurer per parecchi istanti completamente il sole e le tenebre saranno su tutta la Terra!. 5. Udendo questa promessa, a dire il vero non troppo piacevole, noi restammo sbalorditi ed aspettammo non senza una certa tensione angosciosa danimo che la predizione si compisse ed infatti ad ogni momento che passava, sempre pi la promessa si dimostrava veritiera, perch a poco a poco la luce cominci a diminuire! E quando la sabbia nel misuratore del tempo fu quasi tutta passata, il capo degli esseni stese le mani e disse con lentezza e in tono solenne: O sole, oscurati! Io lo voglio!. Allora infatti calarono le tenebre come di notte e poi, dopo alcuni istanti, mosso pi di tutto dalle nostre insistenti parole di preghiera, egli distese nuovamente le mani, le cui dita apparivano come roventi e cos parl al sole: La piaga per lumanit sufficiente; accendi perci gradatamente la tua luce ed illumina e riscalda nuovamente il globo terrestre!. Ed ecco, a questo comando il sole ricominci man mano a risplendere e nel giro di mezzora riacquist tutto il suo potere di luce e di calore! 6. Cos pure, non lontano dal grande castello che serviva dabitazione agli esseni, entro il complesso di terreni coltivati a giardino e circondati da unalta muraglia cera una grande collina alta due buone volte il castello stesso. Io andavo dagli esseni quattro volte allanno con ogni tipo di recipienti da cucina ed una volta uno di loro mi disse: Se tu vuoi assistere di nuovo a qualche operazione meravigliosa dovuta alla potenza di volont del nostro capo, per esempio, come anche i monti devono piegarsi al suo comando, fermati oggi qui. Osserva quel monte l, che ci sta dinanzi, oggi tu lo vedi ancora come monte, ma domani al suo posto ci sar uno splendido palazzo!. 7. Io esaminai attentamente il monte che non distava neppure quattrocento passi, e i miei occhi non mingannano, e vidi che era una massa rocciosa quasi nuda, ricoperta soltanto qua e l da pochi muschi e sterpi. Allora dissi, sorridendo, a quellesseno: Se questo davvero un gruppo roccioso, cosa della quale non dubito, allora il vostro capo deve possedere veramente una forza divina, se capace di convertire durante la notte questo ammasso di marmo in un palazzo!.
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8. Lesseno disse allora: Dubiti forse che il monte non sia unenorme blocco di pietra? Se hai qualche dubbio, vieni con me e persuaditi da te stesso!. Per io gli dissi: Amico, quello che i miei occhi eccellentissimi vedono, non occorre che io vada a toccarlo con le mani, perch a quattrocento passi di distanza distinguo anche i pi piccoli oggetti!. Allora lesseno disse: Sta bene, allora resta qui ed io ti far vedere fenomeni meravigliosi in quantit. Io sono ancora pervaso da stupore, pensando a tutto ci che ebbi occasione di vedere! 9. Lesseno mi condusse in una grande sala oscura, nella quale ci saranno stati almeno cento cadaveri deposti su appositi letti ed il forte odore particolare che vi era diffuso era prova pi che sufficiente e convincente che tra i corpi che li giacevano allineati in unampia fila non cera pi nessuno di vivo. Mentre andavamo intorno tra i molti cadaveri, toccandone anche qualcuno, quattro incaricati entrarono portandone altri due che collocarono su dei letti ancora vuoti e poi uscirono dalla sala. 10. Allora io domandai alla mia guida se provasse ribrezzo trovandosi fra tanti morti. Ma egli mi rispose: E perch poi? Fino a tanto che sono morti, essi non possono farci nulla, ma quando saranno ritornati in vita, non potranno che ringraziarmi per averli io risuscitati da morte certa e sicura. Ma come vedi, ci sono degli uomini, delle donne e delle ragazze, ma proprio un peccato che questa volta non ci sia alcun fanciulletto. Adesso per vedi di essere forte danimo e vedi di non spaventarti quando, alla mia parola, tutti si alzeranno dai loro giacigli!. 11. Allora io mi misi vicino alla porta della sala, per poter, in caso di bisogno, prendere subito il largo. 12. E lesseno, levate in alto le mani, con voce possente disse: O voi morti, sorgete, vivete e ricominciate a guadagnarvi onestamente il pane con le vostre mani! Per anzitutto rendete onore e gloria al supremo Spirito di Dio che ha infuso in noi tale saggezza e forza!. 13. A queste parole dellesseno tutti i morti si levarono e lo ringraziarono della vita recuperata, essi apparivano completamente sani e ripieni di amorevolezza. Lesseno allora ricambi i loro saluti, e poi li conged! 14. Io penso che questa sia stata pure una bella prestazione, quando centodue cadaveri furono in pochi istanti richiamati in vita! Io infine domando a quelluomo meraviglioso se cose del genere venivano effettuate pi di una volta allanno. Ed egli mi disse: Questo succede una volta alla settimana. Il nostro capo per pu ridonare la vita perfino agli scheletri completamente spogli della carne, in modo che essi rivivono completamente come questi qui che ho risuscitato io! Ma a me manca ancora molto per guarire con una simile forza!. 15. Dopo questo fatto egli mi condusse in unaltra sala ancora pi oscura e mi mostr un gran numero di scheletri assolutamente nudi, i quali erano pure collocati su di una fila di panche. Questa lugubre camera era malamente rischiarata da una luce fiochissima, per gli scheletri si potevano distinguere abbastanza bene!
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16. Noi contemplammo per qualche tempo quelle povere ossa inanimate; poi entr il capo degli esseni, solenne e serissimo nellaspetto e chiese alla mia guida se la risurrezione dei cadaveri fosse di nuovo perfettamente riuscita. E laltro rispose con un rispettosissimo: S, o alto e sapiente maestro!. Poi, cos parl il capo: Ebbene, fa attenzione a tutto quello che accadr ora. Io voglio, dinanzi a questo straniero, iniziare ulteriormente pure te, cosicch in avvenire possa anche tu richiamare in vita perfino le ossa prive di carne! Avvicinati e tocca con il pollice ed il medio di entrambe le mani solamente il petto e la testa degli scheletri, conta poi lentamente fino a sette e pronuncia poi ad alta voce la seguente formula: Rivestitevi di carne e pelle ed il fuoco vitale sgorghi dalle pareti e vi vivifichi finch diventiate degli uomini in carne ed ossa! 17. Allora, cos fece la mia guida e, comebbe ultimato il suo richiamo, delle fiamme grandi e chiarissime sprizzarono qua e l ed in un attimo, in luogo degli scheletri, dei quali non cera ormai pi nessuna traccia, apparvero altrettanti uomini perfetti, pieni di vitalit. Poi questi, che erano pure in numero di circa cento, ci salutarono e per lottenuta grazia esternarono la loro viva gratitudine al principale degli esseni, il quale invit ad uscire allaria libera, di cui avevano bisogno pi di qualsiasi altra cosa! 18. Cosa ne dite voi? Il nostro Maestro a tanto non ancora arrivato! 19. In seguito io venni invitato a mensa e prendemmo posto ad un lungo tavolo ancora sparecchiato. Il capo si mise a pregare in una lingua straniera, volse gli occhi al Cielo e noi tutti lo imitammo. Dimprovviso si fece udire uno scoppio fortissimo, quasi come se il soffitto della casa fosse crollato, ed ecco, senza che n io n certamente nessun altro avesse potuto spiegarsi come, noi ci trovammo ancora a sedere allo stesso tavolo, ma questo non era pi vuoto e lo vedemmo invece ben fornito dei migliori cibi e bevande come solo se ne potrebbero trovare ad una mensa principesca. Dopo la cena esaminai ancora una volta il monte che durante la notte doveva venire trasformato in un palazzo e poi mi ritirai, secondo le indicazioni degli esseni, in una stanza separata per riposare. 20. La mattina dopo, di buon ora, comparve la mia guida e mi disse: Vieni a vedere!. Ed io andai con lui pieno di curiosit ed in effetti non vi era pi la bench minima traccia dei massi di roccia! Sullo stesso posto sorgeva invece un lussuoso palazzo ed io vi fui condotto dentro e ne visitai le camere e le sale spaziose, in modo che potei assolutamente convincermi che si trattava proprio di un miracolo e non di unillusione. 21. Ma ora vi domando se il nostro maestro Ges ha finora prodotto qualcosa di pi grande e di pi prodigioso, voi che lo dichiarate gi Jehova in Persona! 22. Per questi motivi, qualora avessimo di nuovo la fortuna di incontrarLo, non dovreste sempre arrabbiarvi se io, ogni tanto, venissi fuori con qualche domanda forse non sempre molto ben accetta n a voi n a Lui, perch io ho visto ed udito cose prodigiose prima di incontrare Ges, e se ci pensate su bene ed avete in voi un po di energia vitale, non deve mai sorprendervi il fatto che io talvolta mi atteggio in un modo forse alquanto strano!.
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98. Capitolo Giovanni e Bartolomeo spiegano a Giuda i miracoli truffaldini degli esseni. 1. Dice Giovanni: Quello che tu hai raccontato adesso degli esseni, io ed ancora qualcun altro di noi lo sappiamo gi da lungo tempo! Ma noi sappiamo ancora qualcosa pi di te e questo di pi consiste in ci: a noi noto che i tuoi famosissimi esseni sono degli imbroglioni e dei birbanti ancora pi grandi dei ben conosciuti veggenti delloracolo di Delfi, i quali hanno ormai perduto quasi ogni credito! 2. Perci questa gente, ultimi rimasugli dellantica casta sacerdotale egiziana, provveduti di grandi tesori consistenti in oro, argento, pietre preziosissime e perle, si edificata, al confine tra la nostra Terra promessa e lEgitto, una vera fabbrica di miracoli ed ora ne possiedono una seconda ancora nelle vicinanze di Gerusalemme, con la quale fanno gi eccellenti affari! Ecco, questo lo sappiamo noi e ci meraviglia davvero assai che tu, che pure non sei uno sciocco, non sia arrivato a saperlo! 3. Risponde Giuda: Eppure, quando ho visto ed udito quel che ho detto, io avevo sempre i miei buoni cinque sensi a posto! 4. Dice Giovanni: E malgrado ci tu non hai visto n udito niente e non hai inteso, n compreso niente! Credi forse che i morti che tu hai visto resuscitare fossero veri morti? 5. Dice Giuda: E che altro pu essere? 6. Dice Giovanni: Vedi che tu non hai scorto niente nella camera resa oscura a questo scopo! Quelli che ti sono stati indicati come morti, erano vivi come te e la chiamata di risurrezione non era altro che un segnale dato loro per avvertirli quando avrebbero dovuto levarsi dai loro apparenti letti di morte. Tu non hai che a domandare qui al buon fratello Bartolomeo, il quale ha fatto la parte del morto presso gli esseni per due anni buoni, ma che dopo due anni, trov finalmente una buona occasione per fuggirsene di nascosto da quello spaventoso chiostro di imbroglioni. Egli potr raccontarti in che modo e in che maniera gli esseni risvegliano i loro morti! 7. Come pi di una volta egli mi ha raccontato, rappresentava la sua parte di morto quattro volte alla settimana! Dapprima nella sala dei morti recenti e poi una volta ancora nella sala degli scheletri, nella quale ci sono bene allineati i catafalchi neri che portano sul coperchio gli scheletri in gran parte semplicemente dipinti e soltanto sui primi sono fissate le rispettive figure intagliate nel legno, affinch gli stranieri, che assistono allo spettacolo, possano convincersene toccando i presunti scheletri. Questi catafalchi sono delle panche munite di coperchi semiricurvi, i quali sono congiunti con le panche sottostanti per mezzo di cerniere di cuoio per poter venire aperti o chiusi a piacere. Il finto morto deve coricarsi supino sulla panca e poi vengono sollevate le due bande laterali che formano il coperchio, sulla faccia esteriore delle quali la figura dello scheletro per lo pi dipinta e quando vengono uno o pi forestieri li si conduce nella sala
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scarsamente illuminata e la risurrezione ha luogo. Anche in questo caso linvocazione ai morti non altro che un segnale, in primo luogo per i dodici addetti, che si trovano dietro le pareti delle camere mortuarie, dinanzi a certe aperture che vi sono appositamente praticate. Essi hanno appunto il compito, appena udito il segnale, di soffiare della resina, ridotta in polvere finissima, entro ed attraverso le dette aperture mediante dei tubi di cui sono muniti, la quale, venendo in contatto con la fiamma di certe piccole fiaccole tenute ben celate, provoca il fenomeno delle fiamme grandi e del fumo. 8. Ora, nel momento della chiamata, quasi contemporaneamente le fiamme sprizzano fuori delle pareti, alla vista improvvisa delle quali i forestieri si spaventano ed precisamente in questo breve periodo di tempo e di confusione, molto bene calcolato, che gli pseudo-morti coricati sulle panche rovesciano rapidamente i coperchi, poi lentamente sorgono dalle loro panche e per coronare lo spettacolo rendono con simulata compunzione, grazie e lode al loro risuscitatore. Ecco, cos procede la risurrezione dei morti nella sala degli scheletri e qui c il fratello Bartolomeo che pu darne fede! 9. E Giuda che si rende conto del trucco, rimane sbalordito e poi esclama: Davvero non pensata male! Limbroglio architettato benissimo e deve rendere bene assai a quei cialtroni! Ma com che hanno fatto un palazzo fuori da una montagna? 10. Risponde Bartolomeo: Oh, il palazzo gi bello e pronto! Non hai osservato alla sua sommit una grande cupola che poggia su di un pilastro alto e robusto? 11. Dice Giuda: Certamente, io lho vista bene e lho anzi ammirata! 12. Dice allora Bartolomeo: Vedi, in quella cupola sta nascosto il mistero costituito da rotoli di tela, con la quale gli esseni possono trasformare in non pi di mezzora quel palazzo in una apparente montagna, in un tempo uguale lapparente montagna di nuovo nel palazzo, che quello che veramente esiste! Mi comprendi o devo spiegarmi ancora pi chiaramente? 13. Risponde Giuda: Oh, ti comprendo anche troppo! Ma chi avrebbe mai pensato che questi tipi dallaspetto cos onesto e saggio potessero essere tanto impregnati di una birbanteria cos raffinata? Ma come si spiega poi la scrittura sulla luna piena ed il completo oscuramento del sole? 14. Dice Bartolomeo: Questa poi una cosa che va addirittura nel ridicolo. Molte volte, assieme ad altri cinquanta robusti compagni, io ho dovuto sostenere questa luna artificiale, in cima ad una lunghissima pertica, tenendola obliquamente in alto, fuor da uno dei balconi del castello! La supposta luna, di per se stessa, consiste in un cerchio da setaccio largo due spanne, sul quale, da entrambe le parti vengono tesi dei dischi di pergamena. Il cerchio ha un diametro di dieci spanne buone ed internamente, tra i due dischi di pergamena, sono fissate nel mezzo, quattro lampade ad olio, le quali una volta accese diffondono attraverso la pergamena una chiara luce diffusa. La parte rivolta verso il castello porta in lettere abbastanza grandi e nere una scritta in tre lingue.
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Ora, quando un forestiero viene velocemente condotto ad una determinata finestra, pu vedere la famosa luna stare in apparenza sul firmamento con la famosa scritta che, come detto, viene sostenuta in alto, di traverso, da cinquanta uomini robusti, per mezzo di una pertica lunga pi di dodici tese, la quale per non pu essere vista dal forestiero che viene fatto affacciare a quella finestra opportunamente a ci destinata. Orbene, come ti piace laffare della luna? 15. Risponde Giuda: Ah, cosa mi tocca sentire! Ma questo un imbroglio abominevole! E cosa si deve pensare dellaltra storia delloscuramento del vero sole? 16. Dice Bartolomeo: Questo tutto basato su di un certo calcolo molto complicato, con il quale si pu esattamente stabilire il momento in cui dovr verificarsi una eclissi solare naturale, fenomeno questo, a quanto una volta mi stato spiegato, che si manifesta quando la luna, durante il giorno, viene a passare davanti al disco solare. Ed in questo calcolo soltanto c del vero, perch esso resta nellambito della pura scienza e conoscenza umana, e gli esseni lhanno imparato dagli egiziani. Per quanto poi riguarda la mensa inizialmente vuota e pi tardi colma di vivande, leffetto viene ottenuto per mezzo di una macchina molto semplice che funziona allincirca come le panche degli scheletri nella sala oscura! 17. Ecco, questo il segreto dei miracoli degli esseni dei quali miracoli per tu non hai assistito neanche alla centesima parte e sono cos presentati da costituire un inganno bello e buono per qualunque non iniziato, per quanto sia ragionevole ed esperto. 18. Per citarti un esempio: in un angolo pi remoto del grande giardino, che circondato da mura molto alte, vi un boschetto nel quale il forestiero sente parlare gli alberi, in un altro punto del giardino ci sono perfino le pietre che parlano e in un terzo posto puoi udire parlare anche lacqua che sgorga dalla terra! In un bacino costituito da pietre squadrate e profondo pi di dieci tese, si trova una quantit di serpenti addomesticati che vengono giornalmente nutriti di latte; questi pure parlano, quando se ne presenta loccasione! In un altro punto del giardino parla perfino lerba! Ci sarebbe ancora molto da dire se si volesse esporre tutto dettagliatamente; ma ti basti questo che ti dico ora: Non passa quasi giorno che dai 30 ai 40 stranieri in cambio di molto argento ed oro non ne escano strabiliati e naturalmente truffati!.

99. Capitolo La filosofia degli esseni. 1. Continua Bartolomeo: Il pi bello di tutto per che di quando in quando dei bimbi veramente morti, di genitori ricchi, vengono accolti per la risurrezione, ma in questi casi il figlio o la figlia risorti non vengono restituiti ai genitori prima di un anno e qualche volta anche non prima di due anni.
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Quando, dopo molte preghiere in cambio di buone offerte doro e dargento, un figlio defunto viene accolto nello stabilimento di risurrezione degli esseni, una specie di guaritore esseno si porta solennemente dai genitori addolorati e l procede ad uninchiesta minuziosissima riguardo a tutto ci che possa riguardare il figlio defunto. Bisogna che gli vengano indicati con tutta precisione let, cos pure tutto quello che il defunto aveva avuto occasione di sentire, di vedere e di imparare, se e quali preferenze abbia avuto nel mangiare e nel bere, quale aspetto abbia avuto il suo letto e la sua stanza, chi e di quale carattere siano stati i suoi amici e compagni di gioco, cosa abbiano fatto tra di loro ed in quali luoghi. In breve non deve venirgli sottaciuto il pi piccolo dettaglio, perch cos dice lesseno altrimenti la risurrezione non pu compiersi! 2. Gli ingenui genitori, allora, raccontano tutto in ogni suo minimo particolare, ritenendo fermamente che il pseudo operatore di miracoli esseno ne abbia bisogno veramente per la risurrezione del loro amatissimo figlio. Solo che allesseno tornano utili le sue indagini in un senso ben differente! 3. Al confine verso lEgitto gli esseni hanno un grande istituto di allevamento umano di tutti i tipi e figure possibili; essi si preparano con grande abilit una effigie del defunto e questultimo viene poi seppellito profondamente nella terra. Muniti di questa effigie, essi vanno nel loro grande istituto e, fra le molte migliaia di fanciulli di ogni et che si trovano l, scelgono quello che pi di tutti assomiglia alleffigie del defunto, lo conducono con loro e lo educano con tutta attenzione sulla base di quanto essi sanno sul conto del morto. Lo conducono spesso, ma di nascosto, in quei luoghi che ad essi consta essere stati frequentati dal defunto e pian piano cominciano ad invitare i suoi amici e compagni nel loro chiostro, affinch il neo risuscitato faccia una conoscenza vantaggiosa con i nuovi compagni. Essi lo istruiscono nel modo il pi meticoloso, circa la disposizione e gli usi della casa dei suoi futuri genitori, gli descrivono minutamente tutti gli ambienti e le cose che vi hanno attinenza, affinch egli pi tardi possa rivolgere con cognizione di causa qualsiasi domanda ai genitori e che questi si sentano veramente contenti e felici di aver riacquistato il figlio o la figlia. A dirla breve, laffare viene condotto con tanta sottile perspicacia e prudenza che i genitori poi non hanno nemmeno il pi lontano dubbio che il figlio o figlia restituiti loro dallistituto di risurrezione come ridonati alla vita non siano proprio i veri e genuini. Naturalmente allatto della restituzione la somma che viene pagata in tutta allegrezza enorme. 4. Ai genitori, che sono poveri, certo non quasi mai dato di assaporare tali miracoli, ma in compenso vengono consolati con molte buone parole e, con il sussidio di svariatissimi piccoli miracoli di poco costo, vengono rafforzati nella fede che il loro bimbo morto se ne sia volato dritto dritto nellElisio(3), e questo allora riesce di qualche conforto ai genitori poveri.
3 nellantica religione greca era la dimora dei beati. [N.d.R.] 237

5. In fondo, per, i principi di vita di questi esseni non sono proprio cattivi, perch essi ritengono che tra gli uomini deve esserci una associazione di uomini di profonda cultura, che si propone di concorrere a rendere felice lumanit, qualunque sia il mezzo che venga reputato perfettamente idoneo al raggiungimento di un simile scopo. Questa associazione di gente superiore, dopo lunghi anni di studi, di indagini e meditazioni, ha constatato che la morte lultimo confine di tutte le cose e che dopo la morte non c pi coscienza e non c pi vita sotto nessuna forma. Ora, i membri dellassociazione hanno la filosofia che basta per disprezzare la vita e per non ritenere questa quale il supremo dei beni. Per, allo scopo di rendere felice la vita allumanit che sta al di fuori della loro cerchia, necessario che le venga predicata una vita dellanima ancora pi perfetta da ottenere dopo la morte del corpo, ma per rendere ben comprensibile questa asserzione presso le masse, bene ricorrere ai miracoli, per quanto apparenti. Quanto pi straordinari sono questi miracoli, tanto pi sono efficaci! 6. Il regolare funzionamento del sistema viene fatto dipendere dalla pi assoluta discrezione da parte dei membri iniziati e ciascuno ha il dovere, assolutamente rigoroso, di evitare la verit pi della peste con gli uomini fuori dalla loro cerchia, perch ogni verit, dicono loro, rende luomo schiavo della morte. E perci anche Mos nella sua Genesi ebbe ad accennare, in un unico breve versetto, a questa circostanza con unenunciazione fondata sulla verit pura, quando disse: Perch se tu mangerai dellalbero della conoscenza, il che equivale a dire lalbero della verit, di certo tu morrai!. E cos accade a ciascun uomo che va cercando dappertutto la verit e che finisce con il trovarsi fra le sue braccia, cio tra le braccia della morte. Perci anche Mos, quale iniziato in ogni sapienza e verit della casta sacerdotale egiziana, ha per tali motivi, secondo loro, fondato listituto sacerdotale per gli ebrei, il quale, sebbene gi quasi totalmente degenerato, si mantenuto fino al nostro tempo. 7. Lamore lassioma capitale che deve presiedere alla convivenza degli uomini, stretti fra di loro in un vincolo immutabile, quasi in adempimento di un loro dovere verso Dio, e perci gli uomini devono essere tenuti a praticare rigidamente queste virt e, per richiamare al loro pensiero con sempre maggior intensit lidea della Divinit loro predicata, deve innanzitutto venir messo nel loro cuore il pi possibile lamore per Dio, e la Divinit Stessa deve venire presentata alla loro immaginazione come, da un lato, un buon Padre ricolmo del pi ardente amore e, dallaltro, come un rigidissimo Giudice verso coloro che rigettano la Legge divina, e si deve insegnare che il Padre concede il premio eterno al bene ed a quanti agiscono conformemente allamore predicato, ma punisce nel tempo e nelleternit il male, perch contrario a questo stesso amore. Con ci lumanit, nella maniera pi facile, pu venire tenuta a freno e pu venire indotta ad essere attiva in tutti i campi del buono e dellutile. 8. E se dovesse un giorno sorgere un uomo che cominciasse a predicare la verit ai suoi simili ed a rendere sospette i loro istituti, verrebbe fatto ogni sforzo
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da parte dellistituto stesso per sbarazzare il mondo da un simile individuo mostruoso, apportatore di morte con le sue dottrine di verit per milioni di uomini, oppure, ancora meglio, verrebbe fatto di tutto per conquistarlo, se mai possibile, alla causa dellistituto! Infatti niente pi deleterio per i non iniziati di una qualsiasi spiegazione nellambito della fede in un Dio ed in una vita eterna. 9. Vedi, o fratello Giuda, questi sono i principi di vita propugnati dai tuoi famosi esseni! Tali principi, considerati dal punto di vista terreno, non si possono troppo biasimare, ma visti con gli occhi dello spirito, secondo la luce che abbiamo ora, sono condannabili al massimo grado! Infatti un non iniziato non ode dalla loro bocca mai neppure una sillaba sola che sia conforme al vero, e se egli vuole dire la verit dinanzi a loro, egli sottoscrive con ci la propria sentenza di morte! 10. Esclama Giuda: Oh, che birbanti! In verit, se non fossi tu a dirmelo, non avrei mai potuto credere che la simile furfanteria di questi bricconi arrivasse a tal punto, ma, poich tu stesso fosti a suo tempo un esseno e ci racconti adesso questo, devo prestare fede! Ma come facesti a svignartela indenne dal chiostro? 11. Risponde Bartolomeo: Io completai la mia iniziazione, mi sottoposi agli esami ed alle prove richieste e venni poi qui per ragioni del servizio esterno. Ora, essendo che io godevo piena fiducia, mi fu concesso anche di rimanere fuori, perch la congregazione accorda molto volentieri un tale privilegio, siccome da questo essa non pu attendersi che vantaggi e mai dei danni. 12. Visto per che in luogo della menzogna ho imparato ormai a conoscere la verit, io rimango tanto pi sicuramente e per sempre fuori! Ma quelli che sono dentro il chiostro non sapranno per parte mia mai pi quello che io so; quelli che sono fuori, invece, bisogna che un giorno sappiano quello che fanno gli esseni entro il loro chiostro!.

100. Capitolo I discepoli in difficolt sul mare. 1. Dice Pietro: Ma ora gi la terza veglia (circa luna dopo mezzanotte) ed ancora non si vede da nessuna parte alcun battello sopra il mare!. 2. Dice Andrea, che ha la vista acutissima: Per quanto guardi intorno, neppure io posso scoprire niente!. 3. Osserva Matteo, il gabelliere: Se almeno si calmasse questo vento indiavolato che ci soffia contro! I battellieri sono gi quasi del tutto esausti dal forzare la voga, quantunque noi li si abbia gi a pi riprese aiutati efficacemente! Solo a costo di sforzi poderosi ci riesce di tenerci a galla! Se almeno cominciasse a far chiaro! Allora il vento certo cambierebbe!
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4. Dice Natanaele: Tutto il resto poco mi interesserebbe se il Signore ci seguisse. Chiss che non fosse consigliabile rifare il percorso per andare a cercarLo? Possibile che Egli sia davvero caduto nelle mani degli sgherri di Erode? 5. Dice Simon Pietro: Ah, che cosa ancora poi? Egli, al quale obbediscono il Cielo e gli elementi tutti, prigioniero di quei miserabili sgherri di Erode! Macch! Egli ha pur detto che ci avrebbe seguito una volta finito di congedare tutto il popolo e che noi partissimo prima di Lui! Quello che Egli dice sacro e perci supremamente vero! Con questo vento contrario noi non avremo di gran lunga raggiunto il punto dapprodo che Egli sar nuovamente con noi! Infatti chi pu comandare i venti, viene anche facilmente e celermente sul mare! 6. Dice Giovanni: Io sono perfettamente della tua opinione! Dunque, basta che tutti abbiano ferma fiducia in Lui ed Egli non ci abbandoner per leternit! Guardate, con questa furia di vento che gi da cinque ore ci tormenta, assai poco effetto avrebbero avuto i nostri remi, se lazione Sua, dominatrice degli elementi non ci avesse aiutati a sostenerci in alto mare! Senza questo Suo potere noi saremmo stati respinti l da dove siamo partiti gi da parecchio tempo! Del resto, come vedi benissimo, la nostra barca sta come inchiodata in un punto ed io penso che, rafforzando la nostra fiducia in Lui, sarebbe opportuno che facessimo cessare del tutto la voga ai barcaioli ormai completamente sfiniti e vedrete che il nostro battello, nonostante ci, non si muover dal posto, e probabilmente qui che il Signore vorr raggiungerci, altrimenti Dio sa dove gi noi saremmo finiti con questo uragano! 7. Esclama Pietro: S, s, tu hai certamente ragione! Anchio vado persuadendomi che il vento, per quanto forte, non pu nulla contro di noi e che tutti i nostri remi non potrebbero affatto aver ragione di questa furia, se con tutta evidenza non ci soccorresse invisibilmente il Suo divino Potere! Ed io dir senzaltro ai barcaioli di non affannarsi tanto nel remare. 8. Pietro allora si rivolse ai rematori e disse loro che era inutile affaticarsi troppo! 9. Ma i rematori risposero: Noi vediamo com bianca di schiuma la costa lungo il deserto e la risacca deve essere fortissima! Se non ci manteniamo a galla fin che fa giorno, rischiamo di fare tutti una brutta fine! 10. Dice Pietro ai rematori: Ma se fosse cos, noi non dovremmo essere discepoli dellonnipotente Signore Ges! Ma poich noi davvero lo siamo, allora la tempesta non avr che poco o nessun potere contro di noi anche senza il continuo ed infruttuoso vogare! Non ci manca pi tanto che faccia mattina e di giorno le cose miglioreranno di certo!. 11. A queste parole di Pietro i rematori smettono gradatamente di vogare ed osservano anchessi che la navicella si mantiene a galla anche senza i loro sforzi e cos anche gli otto rematori cominciano a credere che veramente la barca venga tenuta fuori pericolo per linfluenza del Mio potere. (Matt.14,25).
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101. Capitolo La prova di fede di Pietro (Matteo 14,25-33) 1. Frattanto il tempo era entrato nella quarta veglia ed il vento si era alquanto calmato, quando Andrea, che stava esplorando con i suoi occhi eccellenti tutto intorno il mare ancora molto agitato, (Matt.14, 26) scorse improvvisamente un uomo che si avvicinava sulle onde del mare, come si trattasse di terra asciutta. 2. Allora egli chiam i fratelli e li rese attenti di quella figura che si vedeva procedere sulle onde, dicendo: Fratelli miei, questo non un buon segno: uno spettro dallacqua! E quando questi spettri si mostrano, i naviganti non possono attendersi niente di buono! 3. Questa opinione di Andrea fu subito condivisa da tutti ed il fatto contribu ad aumentare lo spavento, cosicch sorse un coro di grida di invocazione: Oh, Ges, perch ci hai abbandonati e perch lasci che noi si corra irrimediabilmente incontro alla rovina! Oh, se Tu sei ancora in qualche luogo, ricordati di noi e salvaci dal certo naufragio! 4. E mentre i discepoli gridavano ancora ed imploravano aiuto, Io Mi avvicinai a dieci passi dalla navicella e dissi a quei terrorizzati: Rassicuratevi! Sono Io, non temete!. Allora i discepoli tacquero. (Matt.14, 27) 5. Ed Andrea esclam: Per il cielo! Questi Ges, il nostro Signore e Maestro!. 6. Ma Pietro, agitato ancora da qualche dubbio, disse: Se veramente Lui, bisogna che mi comandi di scendere sullacqua, affinch provi anchio se i miei piedi vi si sostengono come i Suoi! 7. Dice Andrea: Ma se Egli ti chiamasse a Lui sul mare ancora sconvolto, avresti tu il coraggio di scendere sul mare agitato? 8. Risponde Pietro: Certamente! Io so bene che in questo punto il mare ha la sua maggiore profondit, ma se Lui, nulla potr accadermi di male, se invece non Lui, allora si tratta di uno spirito burlone e noi saremo cos perduti. Allora io non faccio che precedervi nellabisso di qualche istante e potr preparare per voi una nuova dimora! 9. Detto questo, Pietro and nel mezzo della navicella, sul punto pi basso della fiancata e, sportosi fuori, grid verso di Me: Signore, se sei Tu, dimmi di scendere sullacqua e di venire a Te! (Matt.14, 28). 10. Allora Io gli dico: Vieni e persuaditi!. 11. E Pietro, fra le grida di spavento dei fratelli scese dal battello sullacqua. Ma quando si accorsero che Pietro non affondava, ma che, invece, come Me, vi si sosteneva e muoveva dei passi, ogni dubbio dallanimo loro svan ed ognuno credette che ero veramente Io. 12. Pietro per si era affrettato a venirMi vicino (Matt.14, 29). Ma, quando non si trov che a sette passi da Me, osserv che il vento nuovamente si rinforzava, spingendo dinanzi a s alte onde. Allora fu di nuovo colto da grande timore, cominci a pensare che le onde avrebbero potuto sommergerlo,
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la sua forte fede lo abbandon per un po e subito sent che i suoi piedi affondavano e che lacqua gli stava lambendo le caviglie. Allora, tutto angosciato, si mise a gridare: Signore, salvami!. (Matt.14, 30). 13. Ed Io Mi avvicinai sollecito a lui, gli stesi la mano, lo trassi fuori e lo rimisi alla superficie dellacqua che nuovamente lo sostenne, per subito dopo gli dissi: O uomo di poca fede! Perch hai dubitato? (Matt.14, 31). Non sai tu ancora che la fede incrollabile pu dominare tutti gli elementi? 14. E Pietro rispose: Signore, perdonami! Tu gi vedi che io continuo ad essere un uomo debole; il vento e le onde che venivano verso di noi mi hanno fatto paura! 15. Io dissi allora: Tutto di nuovo in ordine. Eccoci oramai al battello; saliamovi dunque 16. Dopodich salimmo sul battello e nello stesso istante luragano cess. (Matt.14, 32). 17. E tutti coloro che erano a bordo, discepoli e battellieri, si precipitarono verso di Me e vi fu un coro unanime di lode e di gloria e tutti dissero: Soltanto ora ci siamo resi conto che Tu sei veramente il Figlio di Dio!. (Matt.14, 33). 18. Ed il Mio diletto Giovanni Mi abbracci e Mi strinse al cuore con grande effusione ed esclam: Oh, mio caro Ges! EccoTi di nuovo finalmente con noi! Ora tutto il nostro spavento svanito! Ma Tu non lasciarci mai pi, perch la cosa pi terribile essere senza di Te! In verit, io non ho mai provato tanta angoscia e spavento quanto questa notte e non potr mai pi in vita mia dimenticarmi di questa traversata notturna! Luragano ora pu sbizzarrirsi come vuole intorno a noi, perch il Suo padrone si trova in mezzo a noi ed Egli pu comandargli di cessare, ed esso deve obbedire alla voce dellOnnipotente!.

102. Capitolo Arrivo nella citt libera di Genezaret. (Matteo 14,34) 1. Allora dico Io: Che voi Mi vediate o che non Mi vediate, Io tuttavia sono sempre presso di voi, poich se voi credete in Me e confidate e sperate nel Nome Mio e veramente Mi amate, Io dimoro continuamente presso di voi e Mi trovo sempre in mezzo a voi; ma se qualcuno dubita di Me, allora Io non sono presso di lui, anche se egli Mi vedesse saldamente al suo fianco. 2. Venendo per agli avvenimenti di questa notte, il fratello Bartolomeo ha fatto molto bene ad aprire gli occhi, particolarmente a Giuda, riguardo allessenza degli esseni. vero per lui ne risulter poca salvezza, ma tanto pi invece per voi altri! Infatti Giuda si compiace di tali esibizioni fraudolente e pensa: Se non mi riesce di imparare larte dei miracoli da Ges, allora io me ne vado dagli esseni! Infatti egli e resta un avaro e 10 libbre doro per lui hanno
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maggiore valore di tutte le verit pi celesti e, per giunta, della vita eterna! Se oggi Erode gli facesse una cospicua offerta, egli ci tradirebbe e ci venderebbe tutti! molto difficile che questa Terra lo corregger un giorno! 3. Dunque, per luomo, rispetto alla vita eterna, non vi niente di pi pericoloso dei grandi tesori di questo mondo! E perci pu forse giovare alluomo anche il possesso di tutti i tesori di questo mondo, quando ne viene danneggiata completamente la sua anima? Quando meno se lo aspetter, la sua anima gi sar tolta e sar confinata fra le tenebre, dove non c che pianto e stridore di denti! A che cosa gli gioveranno poi tutti i suoi tesori? 4. Dunque, ognuno di voi faccia invece tesoro dei beni dello Spirito, i quali n la ruggine n le tignole possono intaccare: cos facendo voi avete per leternit delle ricchezze vere a profusione! 5. Guardate: qui in fondo al mare giace sepolta gi pi di una nave ben carica, assieme al proprio padrone ed ai marinai! Quale guadagno hanno fatto coloro che volevano realizzare grosse somme sui mercati? Una tempesta ha segnato la fine di tutte le loro fatiche e del loro vano arrabattarsi e le loro anime sono state sepolte insieme nellabisso! 6. Voi, invece, sul vostro battello, che durante tutta quanta la notte ha dovuto lottare con una terribile tempesta, non avete fatto altro che caricare i tesori indistruttibili per lo spirito e per la vita da Dio ed ecco, la tempesta, nonostante tutta la sua violenza scatenata, non ha avuto il potere di precipitarvi nellabisso ed Io sono venuto a voi camminando con i piedi Miei sulle onde infuriate appunto per dimostrarvi con i fatti che colui il quale porta in s solo i tesori eterni del Cielo si solleva facilmente al di sopra dalle furiose tempeste e dellondeggiare pazzo del mondo e pu procedere incolume e sicuro per la sua via, restando pur sempre un dominatore di tutti i tumulti e delle avversit mondane. 7. Ma se qualcuno carica invece la navicella della propria vita con i tesori del mondo e la tempesta lo sorprende sullondeggiare delle sue preoccupazioni mondane, allora nave e barcaiolo periranno assieme! Avete voi ora ben compreso tutto ci che vi ho detto? 8. Tutti rispondono: S Signore! Tutto quanto ci hai detto chiaro, comprensibilissimo e quanto mai vero! 9. Dico Io, per concludere: Orbene, allora adesso navighiamo verso la cittadella di Genezaret ed il piccolo territorio libero che dalla citt prende il nome!. 10. I rematori allora si rimisero allopera e noi approdammo a circa mezzora da Genezaret. (Matt.14, 34). Verso la citt il mare formava una grande insenatura ed era congiunto con questa solamente da una specie di canale largo appena dieci tese e perci anche questa insenatura veniva designata espressamente come il mare di Genezaret. Noi scendemmo a terra a sinistra dello stretto, presso limboccatura, perch i battelli che volevano inoltrarsi per entrare nel mare di Genezaret erano tenuti a sborsare una tassa dentrata.
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Dunque, noi ormeggiammo l la nostra barca e vi lasciammo soltanto due marinai per custodirla, mentre gli altri sei vennero con noi in citt, dove comperarono pane, sale e un po di vino, di cui avevano molto bisogno dopo le fatiche della nottata. 11. Io per benedii le poche provvigioni acquistate, affinch potessero bastare per tutti per diversi giorni. 12. A Genezaret Io mi trattenni parecchio tempo, essendo questa citt libera si poteva essere sicuri contro qualunque attacco tanto da parte di Gerusalemme che del Tempio e tanto di pi da parte di Erode, perch questa localit si trovava sotto limmediato e severo controllo dei romani, i quali vi tenevano un campo militare permanente, sottoposto al comando di Cafarnao. Queste cose non appaiono narrate in nessuna Scrittura, perch di secondaria importanza; nonostante ci se ne fa menzione qui per essere precisi nella narrazione.

103. Capitolo Il Signore con i Suoi presso lalbergatore Ebal. 1. Giunti che fummo in citt, entrammo in un albergo che era tenuto da un galantuomo di nome Ebal. 2. Questi ci fece unaccoglienza quanto mai amichevole e disse: A giudicare dallaspetto e dal vestito, voi siete dei galilei dei dintorni di Nazaret!. Noi gli confermammo ci ed egli ci fece allora portare subito del pane, del vino e della pescagione ed aggiunse: Per tre giorni e per tre notti siete miei liberi ospiti, senza alcuna spesa! Ma se voi siete nazareni, potrete allora darmi qualche precisa informazione sul conto del famoso medico Ges, che si dice guarisca miracolosamente tutte le malattie, ed io vi offrir ospitalit finch vivrete e potrete mangiare e bere da me quanto e come volete! 3. Se nei riguardi del famoso Ges le cose stanno veramente cos, io voglio fare ogni sforzo possibile per trovarLo e portarLo qui, magari accompagnandoLo ginocchioni! Infatti il nostro piccolo, ma libero territorio che ha tanto del buono, ha tuttavia continuamente linconveniente che vi regnano ogni specie di malattie maligne. Queste malattie non sono in genere tanto di natura mortale quanto piuttosto tenaci e fastidiose e non si pu liberarsene! 4. Oh, se fosse possibile far venire qui questo guaritore, per Jehova, io non so davvero cosa sarei disposto a dare e a fare! Io stesso ho qui un grande caseggiato adibito ad albergo, il quale pieno di forestieri ammalati, che non possono muovere passo dai dolori e molti sono di paesi ben lontani; ce ne sono perfino di egiziani, persiani ed indiani e non neppure il caso di pensare a rimettersi in viaggio! Cos pure si trovano da me dei farisei e degli scribi di Gerusalemme e due fratelli esseni, anchessi infermi e per quanti medici siano venuti da tutte le parti ed abbiano provato ogni cura, non stato possibile liberarli dal male!
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5. Dunque, se vi possibile far venire qui questo Ges di Nazaret, o se potete almeno dirmi dove posso trovarLo, allora, come vi ho detto, voi sarete miei ospiti fino a che vivrete! 6. Gli dico Io: Ma perch non hai mandato gi da tempo qualche messo a Lui, poich sapevi che Egli si era fermato a Nazaret? 7. Risponde Ebal: Questo lho fatto, non una, ma parecchie volte, ma finora purtroppo non ho avuto ancora mai la fortuna di udire i messi ritornati ad annunciarmi: Lo abbiamo trovato!. Essi riferirono bens sempre innumerevoli meraviglie su di Lui, per averle intese a raccontare da altri, ma essi stessi non hanno ancora mai avuto la buona sorte di fare la Sua personale conoscenza 8. Allora dico Io: Ebbene, poich Io vedo che nei riguardi del medico e Salvatore Ges non ti anima alcun interesse egoistico e che in te c veramente soltanto la brama di procurare aiuto ai sofferenti di qualunque nazione essi siano, ci che, del resto, Mi ha indotto anche a venire da te, sappi a tua consolazione e gioia che sono appunto Io quello stesso Ges, il Quale hai tante volte cercato invano e che in questo stesso istante tutti i sofferenti che sono presso di te sono liberati dai loro mali! Manda ora i tuoi servitori allalbergo e d loro di riferirti se vi l ancora qualche ammalato! 9. Ed Ebal, quasi fuori dalla gioia, esclam: Maestro, se Tu Lo sei, lo credo alla Tua Parola e non mi occorre di informarmi pi oltre! Oh, Tu Lo sarai senzalcun dubbio e non so proprio come gi ora ringraziare e glorificare Dio abbastanza per questa inaspettata e immensa benedizione che Egli ha riservato alla mia casa! O Maestro, grande e divino Maestro! Comanda come vuoi per Te e per i Tuoi, perch ormai sei Tu lassoluto Signore in questa casa! Tutto quello che qui deve adeguarsi alla Tua Volont!. 10. E mentre ancora parlava cos, dal suo grande albergo venne gi la notizia che gli ammalati, in numero di duemila circa, si erano dimprovviso trovati perfettamente guariti! Certamente doveva essersi verificato un miracolo, altrimenti la cosa non sarebbe stata n possibile n spiegabile! I guariti sarebbero venuti fra breve in persona dal padrone dellalbergo, per manifestargli con parole e con fatti la loro sentitissima gratitudine! 11. Ebal per dice: Andate e dite loro che anzitutto non c bisogno di tutto questo e che poi a me non compete nessunissimo ringraziamento, ma che ogni gratitudine e lode spetta a Dio soltanto, il Quale nella Sua grazia ha mandato nel nostro paese il meraviglioso Salvatore! Chiedete ai ricchi un modesto compenso per voi quale spesa dellalloggio, ma non siate eccessivamente esigenti con nessuno! Quelli del paese, per, siano esenti da ogni spesa!. 12. A queste parole coloro che hanno portato la notizia si allontanano e fanno come il loro padrone ha ordinato. 13. Poi Ebal si rivolge a Me, si prostra ai Miei piedi e fra copiose lacrime di gioia Mi ringrazia per il beneficio miracoloso elargito alla sua casa. 14. Io per lo invito ad alzarsi ed a presentarMi le sue mogli ed i suoi figli! 15. Ed egli va subito e fa secondo la Mia richiesta. 16. E quando egli fu di ritorno con le sue due mogli ed i suoi sedici figli, di cui
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dieci maschi e sei femmine, disse: Ecco, Tu vedi in me ancora un vero israelita! Come Giacobbe, il nostro progenitore, si prese un giorno Lea e Rachele per mogli e gener figlioli con entrambe, cos mi sono preso anchio due mogli, le quali per non sono sorelle ed ho avuto con la pi anziana i dieci ragazzi e con la pi giovane sei fanciulle, ma, come vedi, ormai i dieci ragazzi sono diventati uomini robusti, mentre le sei fanciulle, anchesse tutte oltre i dieci anni, saranno presto giovinette in pieno fiore. Io ora, per, conto settantanni. 17. Tutti questi figli sono stati allevati secondo la Scrittura ed il mio figlio pi anziano un dottore della Legge, ma non gi per stare al servizio del Tempio, bens soltanto per se stesso ed un giorno per i suoi discendenti. Per, anche tutti gli altri miei figli conoscono bene le Scritture, sanno qual la Volont pura di Dio e sono stati sempre tenuti a vivere secondo quanto essa prescrive. Essi amano Dio, ma in pari tempo Lo temono, perch il timore di Dio il principio di ogni sapienza. Da me le vere massime di sapienza di Ges di Sirach vengono rigidamente applicate. Sei Tu, o grande Maestro, contento degli ordinamenti di casa mia?. 18. Dico Io: Secondo le usanze finora vigenti gli ordinamenti di casa tua non sono passibili di alcuna critica ed io non proibisco a nessuno di prendersi due, tre ed anche pi mogli, perch la donna stata creata per la procreazione degli uomini ed una donna sterile agli occhi di Dio non gradita, a meno che essa non sia sterile di sua natura, cosa questa che non pu essere imputata a colpa di nessuno. 19. Per, dora in poi, ciascun uomo non prenda in moglie che una sola vergine od una vedova ancora in stato di poter concepire, poich, se fosse stata Volont di Dio che luomo dovesse avere pi di una donna certo Egli avrebbe creato ad Adamo pi di una sola donna. La Volont di Dio invece fu che ciascun uomo avesse una donna soltanto, quindi pure ad Adamo non diede che una sola donna. 20. Che gli uomini poi si siano scostati da questa prima legge ci che particolarmente fra i pagani degenerato spesso nel male e nel vizio, visto che qualche principe si preso in moglie addirittura tutte le pi belle fanciulle del suo regno e ne ha comprato in aggiunta molte altre ancora da principi stranieri , tutto ci non fu mai Volont di Dio, ma quella degli uomini sensuali, perch molte delle mogli di un principe o di un altro ricco non erano certo donne destinate alla procreazione, ma unicamente al sollazzo dei sensi, per tentare di ridestare la virilit decaduta e il piacere che potevano provare. Ma a questo modo luomo non vive pi del tutto conformemente allOrdine divino, poich non rispetta la legge originaria di Dio. 21. Ora tuttaltro sarebbe se la donna fosse sterile, come un giorno fu il caso di Rachele, allora, certo, luomo pu prendersi anche una seconda moglie e suscitare in lei la propria discendenza. Tuttavia, nel tuo caso, tutto in pieno ordine, la tua volont ed i tuoi intendimenti sono stati sempre onesti e perci graditi a Dio, dunque, tu sei giusto dinanzi a Dio ed a gli uomini, altrimenti Io non sarei venuto in casa tua!.
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104. Capitolo Il Signore benedice la famiglia di Ebal e rimprovera gli esseni. 1. Dopodich Io benedii i figli e le due mogli di Ebal come una donna sola, perch ambedue erano di un sentimento e di un cuore soli e n litigi n discordie erano mai venute a turbare larmonia che regnava tra di loro. E dopo la benedizione congedai le due donne ed i sedici figli e dissi ad Ebal: Tu puoi essere davvero contento dei tuoi figli, perch non ce n uno che sia n spiritualmente n fisicamente guastato. Tutti scoppiano di salute ed i loro cuori, ancora limpidi come il cristallo, sono traboccanti di rettitudine e di obbedienza; le tue due mogli poi hanno un aspetto ancora assolutamente giovanile! Sembra che sulla tua casa laria perniciosa di questa regione non abbia alcuna influenza!. 2. Risponde Ebal: vero, per coloro che nascono qui, laria e lacqua sono del tutto innocue, ma non cos per gli stranieri, perch basta che qualcuno si trattenga qui talvolta anche due giorni soli, perch poi cada ammalato cos gravemente da non poter abbandonare il letto non di rado per un anno intero! Per, una volta superata la malattia, egli pu continuare a restarsene qui quanto vuole, senza temere ricadute. 3. Ma, tutto sommato, una vera sciagura per questo paese! Soltanto con grave stento si possono avere qui dei lavoratori, mentre i viaggiatori forestieri, se proprio non hanno affari particolari, evitano questa localit come la peste! Di quelli poi che assolutamente devono venirci, pi della met di sicuro si ammala. Cos pure due terzi buoni dei soldati romani qui di guarnigione sono infermi e non c medico che sia capace di guarirli! Dopo uno e qualche volta anche appena dopo due anni, il male svanisce da s, e poi rimangono sani. 4. Ma la cosa pi strana di tutte che non ne vengono colpiti mai due dallo stesso male! Ad uno viene la febbre, ad un altro uneruzione maligna, un terzo viene colto da dissenteria, un quarto ancora da una tosse acuta e cos, di seguito, in ciascun dei colpiti il male assume un differente aspetto e nessun medico riesce a vederci chiaro! Infatti, nel nostro piccolo paese c un numero assai grande di tormentati dalle pi svariate malattie e non si pu aiutarne alcuno. La mortalit, nonostante ci, minima, a dire il vero, ma tanto pi grande il numero dei sofferenti. 5. Forse a Te sarebbe anche possibile guarire tutti gli ammalati, e indicarmi poi qualche rimedio per tutto il paese, che, impiegato opportunamente, potrebbe difendere le persone dagli attacchi delle malattie che affliggono questa regione?. 6. Gli dico Io: Siccome Io Mi tratter qui ad ogni modo per diversi giorni, gli ammalati che ci sono in paese verranno bene informati che Io Mi trovo qui e di ci sincaricheranno senza dubbio i guariti di oggi! Coloro che verranno, saranno anche aiutati, a coloro per che non verranno, laiuto non sar dato, poich in tutto il paese non c nessuno che sia cos tanto ammalato da non poter fare la strada fino a Me!
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7. Dice Ebal: Se a Te fosse gradito, o mio divino Maestro, io potrei anche inviare dei messi per tutto il paese 8. Gli dico Io: Non darti alcuna pena, essi verranno a saperlo dappertutto abbastanza presto! 9. Poco dopo ecco presentarsi parecchi dei guariti, tra i quali dei farisei e degli scribi da Gerusalemme e due fratelli esseni, per renderMi grazie per la guarigione e possibilmente per apprendere da Me come riuscivo a sanare gli ammalati cos immediatamente, grazie alla sola parola! 10. Ma Io non feci con loro troppi ragionamenti e dissi semplicemente: Cosa andate cercando? Le vostre aspirazioni si concentrano esclusivamente nel mondo e nella sua materia, che sola da voi ritenuta preziosa, qui invece si tratta di cosa spirituale pura! Ora voi non avete ancora mai compreso che cosa sia la materia, come volete, dunque, comprendere ci che spirituale puro, e del tutto particolarmente voi esseni, che andate predicando ai vostri seguaci la fede in un Dio e nella risurrezione e che con il sacrificio di molto oro operate pretesi miracoli, per guadagnare con ci aderenti alla vostra cieca dottrina! La massima vostra : bene ingannare e mentire allumanit con buone intenzioni se la si vuole rendere felice, perch la verit uccide il benessere degli uomini di questa Terra!. 11. Ma se il vostro mezzo per rendere felice lumanit la menzogna, che senso ha che voi ora sentiate da Me la verit? Per la conoscenza del Regno di Dio sulla Terra vi manca tutto e siete gli ultimissimi, mentre invece dovreste essere assolutamente i primi! In verit vi dico che se voi restate come ora siete, non avrete in eterno mai parte alcuna al Regno di Dio! 12. A che vi giova la vostra buona volont di procurare agli uomini una felicit terrena mediante linganno e la menzogna, quando con ci recate morte alle anime dei ciechi? 13. La Mia massima invece questa: Salvare lanima anche con il sacrificio del proprio corpo e di tutta quanta la sua felicit terrena ed a questa preparare una vita vera ed eterna!. 14. Ora quali saranno e dovranno anche infallibilmente essere le condizioni della vostra anima nellAldil, quando tra i vostri giudici siederanno anche tutti coloro che avrete ingannato? Voi certo non credete che questo accadr, eppure tutto accadr precisamente cos come ora Io vi ho detto. 15. Ma se voi non volete credere alle Mie parole, credete almeno alle Mie opere che vado facendo e che prima di Me non sono state fatte da nessun uomo! 16. Per, se le Mie opere sono buone e vere e rendono testimonianza delle Mie parole, dovranno pur essere buone e vere anche le Mie parole! 17. Nessuno pu raccontarvi quello che avviene nellIndia, se non colui che vi stato e che da l ritornato a voi e cos pure nessuno pu, con cognizione di causa, dirvi cosa c nellAldil, se non Colui che vi era e che da l se ne venuto a voi; ora questo Colui sono Io!
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18. Chi crede alle Mie parole, costui avr la vita eterna, ma chi non vi crede trapasser nella morte eterna! Infatti le Mie parole non sono come quelle di un uomo di questa Terra; esse sono Vita e danno Vita a chi le accoglie nel proprio cuore e che ad esse conforma le proprie opere, secondo il suono della parola e secondo il suo spirito che tutto vivifica! 19. Le vostre parole, invece, che voi esseni andate predicando al popolo, non sono che menzogna e inganno, perch voi stessi non credete a quello che insegnate! Sono due le dottrine che voi avete: una per il popolo, ed una molto differente per uso vostro, della quale fra di voi sostenete che la vera, ma di cui il popolo non deve sapere niente, affinch possa restare tranquillo e felice in quella che voi ritenete sia una menzogna. 20. Ma Io vi dico che con la supposta menzogna da voi propinata al popolo date a questo molta pi verit che non a voi stessi! Infatti quello che voi ritenete essere verit completa menzogna, mentre quello che insegnate al popolo invece menzogna soltanto a met ed anche per questa ragione che voi siete stati tollerati da parte di Dio. 21. Insegnate, dunque, in avvenire la verit e credeteci voi stessi; cos sarete lavoratori degni di ricompensa nella vigna di Dio, ma necessario che la menzogna e linganno siano banditi da voi per tutti i tempi e non dovete mai pi farne uso, altrimenti sarete sottoposti a una dura sentenza il giorno del Giudizio! 22. Dicono i due esseni: Maestro! Noi dobbiamo riconoscere che le tue parole sono giuste e, per quanto riguarda noi due, faremo ogni tentativo ed ogni sforzo possibile, perch possano trovare accoglienza nella nostra grande compagnia, ma un successo non possiamo garantirlo. I nostri fratelli non sono affatto dei barbari, a porte chiuse si pu parlare in tutta libert con la sicurezza di essere benevolmente ascoltati, per che una suscitata discussione possa anche avere qualche effetto, questo tutto un altro problema! Noi due parleremo e siamo gi fin dora pi che sicuri che le nostre parole saranno ascoltate con la massima attenzione!. 23. Allora dico Io: Fate voi quanto in vostro potere e Dio non mancher di fare, da parte Sua, la Sua parte. Accogliete la Verit intera e questa vi render liberi per leternit!. 24. Dicono i due esseni: Signore e Maestro, voglia Tu permetterci di trattenerci qui finch Tu vi rimarrai!. 25. Ed Io rispondo: Voi siete del tutto liberi e potete rimanere qui quanto vi piace. 105. Capitolo Il Signore d al comandante romano suggerimenti vitali. 1. I due furono soddisfatti di questa decisione ed Ebal venne ed invit Me ed i Miei discepoli al pranzo che egli aveva fatto preparare abbondantemente per noi, ma, allinfuori della sua famiglia, nessun altro ospite straniero era stato invitato
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alla sua mensa. Questo fatto indispett i farisei che si trovavano l, perch nella loro boria erano abituati a venir considerati i primi dappertutto e come tali ad essere riveriti da tutti. Essi erano stati bens serviti molto propriamente in unaltra sala, ma tuttavia non erano contenti, essendosi accorti che Ebal dedicava molto pi premure a Me, che non a loro. Perci, finito il pranzo, essi interpellarono uno dei servitori di casa e gli chiesero se forse il padrone avesse ritenuto la loro compagnia troppo poco rispettabile, dato che non aveva invitato anchessi alla sua mensa. 2. Per il servitore era prudente e rispose: Il padrone aveva molte cose ancora da trattare con il medico miracoloso, in rapporto ai numerosi ammalati e per questo ha voluto restare solo con Lui!. 3. Osservano i farisei e gli scribi: Non sapete, forse, tu ed il tuo padrone, che in ogni casa dove noi entriamo ogni segreto deve esserci svelato? Infatti siamo noi coloro che sono chiamati a purificarvi, qualora voi vi siate resi impuri, e cos pure siamo noi che vi guariamo quando una malattia maligna vi tormenta! 4. Risponde il servitore: Ma se voi siete effettivamente tali apportatori di salute, perch non avete potuto aiutare voi stessi? Se il medico miracoloso da Nazaret non fosse stato portato da un buon vento qui, come per combinazione, la vostra violenta artrite non vi avrebbe affatto abbandonato e voi dovete soltanto al Suo potere di operare miracoli se adesso siete qui, in questa sala da pranzo, perfettamente sani! Ora mi pare che quando Uno ha un potere simile, spetti a questUno, prima che a voi, ogni possibile distinzione! 5. A questa risposta alquanto pepata del servitore, i farisei e gli scribi non replicarono alcuna parola e si dimostrano soddisfatti, non per per convinzione, ma costretti dalla necessit ferrea della logica! 6. Allapprossimarsi della sera, dalle abitazioni della citt e delle immediate vicinanze si presentarono davanti alla casa di Ebal pi di un centinaio di persone, che erano sofferenti di svariatissime malattie e mandarono a supplicarMi che Io li guarissi ed Io uscii a loro e con la semplice parola li risanai tutti! 7. Ed essi proruppero in esclamazioni di lode e di benedizione a Dio, che aveva concesso alluomo una tale potenza e poi con grande letizia fecero ritorno guariti alle loro case. 8. Ma a sera fatta venne anche un capo militare che in quella localit comandava la guarnigione e, presentatosi a Me, Mi chiese se potevo venire in soccorso anche dei molti suoi soldati che giacevano infermi! 9. Io gli dissi: Va pure e sia fatto secondo la tua fede!. 10. Ed il comandante ritorn allaccampamento e trov che non cera pi un solo soldato che fosse ancora ammalato. Allora egli tutto lieto, rifece la strada e venne di nuove a Me, portando con s delloro e dellargento che volle offrirMi come compenso delle Mie prestazioni!. 11. Per Io Mi rifiutai di accettare quel denaro e dissi al comandante: Amico Mio, Io non curo nessuno per i tesori di questo mondo, bens soltanto per quelli
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che sono del Cielo e questi si chiamano in primo luogo una viva fede ed in secondo luogo un vero e disinteressato amore a Dio ed al prossimo, di qualunque condizione questultimo sia! 12. Tratta amorevolmente i tuoi subordinati, come se fossero i tuoi veri fratelli e non essere troppo duro con loro, cos facendo tu Mi avrai dato la ricompensa pi preziosa che Io possa attenderMi da te! Ma loro e largento che volevi offrire a Me dalli ad Ebal, perch il suo albergo causa per lui di forti spese ed buona cosa che esso sia mantenuto. 13. Sarebbe per soprattutto una cosa buona se voi romani in avvenire voleste erigere, al posto dei molti templi agli idoli, degli alloggi per i poveri, poich i vostri di di legno, di metallo e di pietra sono figure morte, fatte da mani umane. E voi potete giacere in ginocchio davanti ad essi per anni, e tuttavia essi non potranno aiutarvi, perch sono morti. Se invece mantenete i molti poveri, malati, invalidi, storpi, paralitici, ciechi e sordi in alloggi ben attrezzati, e cercate di procurare la guarigione a tali malati, allora lunico, vero e vivente Dio guarder le vostre buone opere, e per esse vi benedir molte volte. Ma i vostri di morti non vi benediranno per il bene che fate, e non vi puniranno per il male. 14. E quando voi vi date gran pena per mantenere fermi nel vostro Impero il diritto e lordine, dovete fare ricorso alla spada ed alla lancia, ma allora siete costretti a fare, con le armi alla mano, quello che farebbe Dio per voi, qualora Lo riconosceste ed osservaste i Suoi comandamenti.

106. Capitolo Lesperienza del mondo del comandante romano. 1. Dice il comandante: Caro amico! Io riconosco molto bene che Tu dici il vero e che dovrebbe essere cos come Tu, con tutta sapienza e profondo senso di umanit, mi hai detto, ma il mondo degli uomini come un torrente impetuoso, dove molto difficile nuotare contro corrente. Chi mai vi ha provato in qualche luogo, stato travolto dai vortici poderosi. Una cosa simile pu essere provata e tentata soltanto in quei luoghi piccoli e tranquilli dove il torrente non arriva con la sua furia devastatrice, ma chi volesse gettarsi nel mezzo della corrente sarebbe perduto! 2. E cos, amico mio, Ti facile predicare la verit in una pacifica cittadella dove la gente malleabile e docile e non ha ancora respirato lalito pestilenziale dei grandi raggruppamenti di uomini del mondo sontuoso, ma va a Roma od a Gerusalemme e se Tu non sei assolutamente un Dio, dovrai quanto prima aspettarti e vedere quanto affilata la spada dei potenti della Terra, com toccato a Giovanni di Bethabara, che il re Erode ha fatto decapitare nella prigione.
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3. Vedi, questo Giovanni era certo un uomo il quale, a prescindere assolutamente da qualsiasi mira di utile terreno e vivendo di una vita di continue rinunce, diceva in faccia agli uomini, con eloquenza irruente, le verit pi nude e gli uomini a migliaia accoglievano la sua dottrina davvero infiammata da uno spirito divino, facevano spontaneamente penitenza e si convertivano al bene. Ma quando egli, saranno ora circa due lune, abbandon Bethabara, come mi venne raccontato e cominci a predicare ed a battezzare al grande Giordano, nelle vicinanze di Gerusalemme, non passarono che pochi giorni e gi gli sgherri di Erode gli furono addosso e lo gettarono in prigione, nella quale soltanto pochi suoi discepoli, i pi abbienti, poterono qualche volta andarlo a visitare in cambio del pagamento di una certa tassa, prima della sua decapitazione, di cui ho avuto notizia un paio di giorni fa. Adesso i suoi discepoli certamente possono bens, in segreto, diffondere la dottrina ricevuta da lui fra i loro conoscenti e parenti e questi potranno a loro volta diffonderla ai loro figli, ma, in verit, un problema arduo quello di sapere se entro due secoli la sua dottrina si sar mantenuta genuina come uscita dalla sua bocca! 4. La nostra religione romana ha, senza alcun dubbio, lidentica origine di quella degli ebrei; anchessa si fonda sullidea di un solo Essere primordiale, al quale sono soggetti perfino tutti gli di, senza alcuna distinzione. Il mito ha conferito a questo Essere diversi nomi: i greci lo chiamano tuttora il Dio sconosciuto di tutti gli di, i romani lo chiamano invece il Fato, al quale sottost ogni altra potenza. 5. Considera un po lattuale patrimonio dottrinario-religioso dei greci e dei romani e non potrai trovarvi che un rafforzamento di storielle e di favole quanto mai insulse e che ad un uomo ragionevole non dicono proprio niente, tutte imbastite, qualche volta, con le briciole delle umane virt, ma per la maggior parte con quelle delle passioni, delle debolezze e dai vizi umani e tutto questo viene inculcato allumanit con la spada e con il fuoco, come una dottrina di Dio. Ma prova a fare altrimenti, se Ti possibile! Da parte mia almeno non Ti verr frapposto alcun ostacolo! 6. Ma il pi bellesempio lo hai nella Tua stessa legge mosaica. Leggi Mos e considera il Tempio com ora e poi mi dirai se hai trovato ancora un rimasuglio della dottrina e della sapienza antiche! Si dice che Dio Stesso, al popolo radunato nel deserto presso il Mar Rosso, abbia annunciato dallalto del monte Sinai, tra tuoni e fulmini, le note leggi davvero salutari e che le abbia incise su tavole di pietra, suggellando lantico patto fra Lui ed il Suo popolo; coloro che osavano divenire dei rinnegati venivano immediatamente puniti in tutti i modi, perfino con la morte! Ma domando io, a che cosa servito tutto ci? Considera i misteri del Tempio che oramai si possono considerare senzaltro abominevoli ed essi stessi Ti forniranno la prova pi evidente dalla loro perfetta nullit. 7. Dov la meravigliosa Arca dellAlleanza, sulla quale la Divinit si posava, sotto forma di una colonna di fuoco? Adesso, se sei cittadino romano ed hai
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voglia di offrire un po doro o argento al Tempio, potrai contemplare come arde una fiamma dolio minerale, ma della miracolosa Arca dellAlleanza non si trova pi traccia. 8. Dunque, la mia opinione, per quanto non autorevole, che non bisogna fare eccessivo calcolo di nessuna dottrina n della rivelazione divina. Per quanto nella sua origine possa essere pura, quando nelle mani degli uomini viene ben presto tanto deturpata da assomigliare cos poco alloriginale, come un vegliardo di centanni pu assomigliare alla propria immagine di quando era bambino appena nato. Il tempo e le molteplici passioni e necessit degli uomini convertono anche il pi puro nellimpuro assoluto e la prova grande, inconfutabile a conferma di questa verit labbiamo nella storia di tutti i tempi e di tutti i popoli, cosa questa che non pu venire negata da nessuno! 9. Ascolta ancora, amico mio, quantunque non mi passi affatto per la mente di sopravalutare tanto le mie esperienze da avere laria di farTi da maestro, tuttavia, ad esclusione delle Tue cognizioni certo profondissime nel campo delle misteriose forze naturali, credo di comprendere anchio qualcosa nei riguardi migliori dellumanit e perci, da amico delluomo che certo sono, come Tu Stesso lo sei, io Ti consiglio di fuggire pi ancora della peste pi micidiale le grandi citt, dove lumanit gi troppo corrotta fino nelle intimissime fibre, altrimenti i Tuoi piedi, apportatori della salute, non calcheranno per lungo tempo ancora il suolo di questa Terra! 10. Non Ti fidare dei farisei e dei sacerdoti della Tua religione e non farTi vedere che raramente in quelle contrade, dato che Erode esercita la sua signoria da vassallo, cos Tu potrai a lungo operare a beneficio della povera gente! Ma se non tieni conto di tutto ci, Ti troverai ben presto a dover condividere il duro destino di Giovanni! Infatti io sono in grado di conoscere dalle sue radici tutto il male indescrivibile di cui sono impastati oggi gli uomini del mondo! Togli oggi al governo di Roma la spada fuor di mano ed abroga le leggi pi severe e gi domani vedrai gli uomini, nei rapporti fra loro, ridursi peggio di un branco di tigri, orsi, lupi e iene! Gli uomini diventeranno tanti demoni e le donne altrettante furie!.

107. Capitolo Cenni del Signore al comandante riguardo al Suo Essere ed alla Sua missione. 1. Dico Io: Tu sei davvero una cara persona ed un sincero amico e tutto quello che hai detto corrisponde purtroppo a verit, cosicch, se Io fossi un unto della specie alla quale appartengono gli uomini della Terra, seguirei senzaltro il tuo consiglio, perch nel tuo petto batte un cuore onesto e virile. Ma Io invece sono tutto un altro uomo e tutto un altro essere da quello che tu pensi! Vedi, a Me devono ubbidire tutte le potenze del Cielo e della Terra e di conseguenza Io non ho nulla da temere! bens vero che la Scrittura trover in Me amarissimo e
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penosissimo adempimento, non gi per secondo la volont di questo mondo, ma secondo la Volont del Padre che nel Cielo, il Quale ora in Me, come Io sono, dalleternit, in Lui! Ma non perci il Mio potere sul Cielo e sulla Terra ne verr minimamente diminuito! Infatti, se Io volessi, questa Terra, assieme a tutto che in essa e su di essa , respira, vive e travaglia, si ridurrebbe in un attimo solo in polvere, ma, poich il Mio principio conservare, allora questa cosa non avviene! 2. Pu certo accadere che per lira, lastio e linvidia del Tempio, Io venga accusato come sobillatore del popolo e come bestemmiatore di Dio e che di conseguenza venga appeso alla croce, ma tutto ci non tocca la Mia potenza, che non potr essere minimamente pregiudicata, n potr essere di pregiudizio alla Mia dottrina fino alla fine di questo mondo. 3. vero che gli uomini del mondo propriamente detti con landare del tempo faranno per lo pi della Mia dottrina precisamente quello che gli egiziani, i greci e i romani hanno fatto della dottrina primordiale data ad Adamo ed ai suoi primi discendenti, per, accanto ai cultori delle diverse forme di idolatria, molti saranno che manterranno e coltiveranno la Mia dottrina e la Mia forza nello stesso grado di purezza, come ora escono dalla Mia bocca e con ci possederanno anche la potenza che per la viva fede nella Mia parola sar loro conferita nel tempo e nellAldil per leternit! Dunque, pure Io sono un Signore e perci non temo nessun altro signore, ne alcuna sua legge. 4. Dice il comandante: Amico! Questo si chiama parlare molto in poche parole! Dopo quello di cui hai dato prova nella nostra citt, potrei quasi credere che dovrebbe esserTi possibile quanto Tu dici, quantunque simili guarigioni, a parte le proporzioni senza paragone pi grandiose dallopera Tua, si siano, a quanto mi consta, gi verificate qualche altra volta, perch noto che certi fenomeni straordinari hanno una decisa influenza tanto nella salute fisica, quanto su quella animica delluomo, a seconda del suo temperamento. Cos, per esempio, gi accaduto che un grande spavento abbia ridonato a qualche sordomuto tanto ludito che la parola; potrei citarti un gran numero di tali casi, ma ora me ne manca il tempo. 5. Con ci, per altro, a tagliare corto, voglio semplicemente dirTi che il Tuo modo di guarire, per quanto fuori dallordinario sia e per quanta gratitudine doverosissima esiga da parte nostra, non pu tuttavia darmi la convinzione assoluta che perci ogni potenza dei Cieli e del mondo non possano assolutamente nuocerTi! Io certo non intendo contestartene la possibilit, perch a Dio tutte le cose devono essere possibili, ma questo mi preme di accentuare, amico mio: C un grande abisso tra la possibilit e la realt!. Quando avr avuto modo di conoscerTi meglio, diverr forse anchio pi forte nella fede. 6. Ma ora, o carissimo amico mio, devo pregarTi di non prendertela per le mie parole forse un po troppo presuntuose, perch io ho parlato cos come comprendo, non con il cuore cattivo, bens con un cuore di certo buono! Ed ora le mie incombenze dufficio mi chiamano altrove e non posso esimermi da tali doveri; per domani sono per tutta la giornata a Tua disposizione
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7. Gli dico Io: Se vuoi, puoi anche restare, poich tutte le tue incombenze sono gi state sbrigate a nome tuo! 8. Dice il comandante: Veramente la sera abbastanza inoltrata e se non ci fosse chiaro di luna, sarebbe gi quasi notte. Io sar subito di ritorno, prima, per, ad ogni modo bisogna che faccia una capatina al campo per vedere se le guardie notturne sono disposte in ordine. 9. Con queste parole il comandante abbandona in fretta la sala ed Ebal si d a tesserne lelogio, dicendo che funzionari simili se ne potrebbe trovare ben pochi e che Genezaret doveva stimarsi davvero fortunata di avere quale capo militare una persona tanto buona, ricca desperienza, avveduta quanto mai nella cerchia delle sue attribuzioni ed animata da un alto senso di rettitudine e di equit! 10. Dico Io: Certo egli come tu dici, ma ci a grande vergogna degli ebrei, i quali posseggono la parola e le leggi di Dio, eppure hanno il cuore tutto colmo di menzogna, di inganno, di litigio, di ira, di adulterio e di ogni altra sozzura! E perci accadr che il Regno promesso a Davide, secondo la predizione di Daniele, sar tolto ai giudei e sar dato invece ai gentili e i discendenti del figlio di Agar signoreggeranno sui discendenti di Isacco, quantunque in questo tempo ogni salvezza a tutta la Terra provenga dal ceppo di Giuda 11. Dice Ebal: Maestro, come guaritore Tu sei migliore che come profeta! Io, in generale, non ho mai potuto comprendere e tuttora non comprendo la ragione per cui i profeti, senza eccezione, abbiano sempre nettamente predetto soltanto il male e proprio mai niente di bene! questa una cosa che non pu essere altrimenti, oppure i profeti credono di mantenere il prestigio della loro figura misteriosa solamente cos, non facendo altro che annunciare agli uomini un castigo divino dopo laltro? 12. Caro ed illustre Maestro, dai Tuoi discorsi io ho rilevato che Tu, oltre ad essere un medico meraviglioso, sei pure qualcosa daltro e cio un profeta pari ad uno dei quattro grandi, cosicch a Te sarebbe ben possibile fornirmi qualche chiarimento riguardo allo strano essere dei profeti! Come ho detto, i profeti sono sempre stati per me un enigma e perci bramerei di apprendere da Te qualche cosa di pi preciso sul loro conto!.

108. Capitolo I rapporti di un profeta con Dio e con gli uomini. 1. Gli dico Io: Un profeta precisamente un uomo del tutto semplice e naturale ed afflitto da ogni genere di debolezze, come lo sei tu, ma siccome ha un cuore che comprende, nel quale n lira, n la vendetta, n linvidia, n la superbia n ladulterio o altre svariate forme di lussuria giungono a mettere salde radici, avviene che lo Spirito divino monda il suo cuore dalle multiformi scorie del mondo e quando questo cuore cos purificato, Dio vi riversa una Luce dai Cieli.
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2. Ora, poich il profeta facilmente riconosce che una tal Luce una Luce dai Cieli, la quale si manifesta sempre in parole chiaramente percettibili, egli allora, ormai perfetto profeta, pu enunciare esteriormente, per mezzo della voce della sua bocca, quello che in cuor suo sente in maniera precisa ed egli allora profetizza gi a completa misura di profeta! 3. E quando la necessit si presenta, Dio incita la volont del profeta a parlare e ad operare dinanzi al popolo, secondo quello che egli percepisce sempre nel proprio cuore e questa allora una profezia o una predizione del tutto vera e genuina ed ha perfettamente il valore della parola divina pura, come se fosse stata annunciata direttamente agli uomini dalla bocca stessa di Dio. 4. Ma non perci un simile profeta dinanzi a Dio qualcosa di maggiore di qualunque altro uomo a cui questo dono manca del tutto, perch il profeta deve poi di suo proprio ed in modo assolutamente spontaneo voler fare pure lui quello che lo Spirito di Dio ha manifestato agli uomini per mezzo del suo cuore e della sua bocca; in caso contrario il giudizio viene anche su di lui precisamente cos come viene su qualsiasi altro uomo, il quale intende s la Volont di Dio, ma conformemente non vi si attiene, e allora il profeta viene a trovarsi in condizioni peggiori di coloro che non sono profeti. Se un altro uomo, nella debolezza e nelle tenebre della propria anima, difficilmente crede a ci che il profeta gli annuncia, egli avr a sottostare ad un pi mite giudizio, per non aver voluto credere a quello che il profeta gli ha detto, ma per il profeta non c alcuna scusa, come non c per colui che gli ha creduto, ma tuttavia per amore del mondo e dei suoi tesori non ha fatto come il profeta gli aveva ingiunto di fare. 5. Per anche il premio di un profeta sar un giorno pi grande di quello di un altro uomo, poich un profeta deve sempre portare un carico sette volte maggiore in confronto a qualsiasi altro uomo preso a s. Tutti coloro ai quali un profeta avr parlato, tanto i buoni che i perversi, gli saranno nellAldil consegnati ed egli nel Mio Nome li giudicher riguardo a ciascuna parola che egli avr annunciato invano! 6. Ma chi nel Mio Nome ed in nome del profeta stesso accoglie un vero profeta ed ha cura di lui e gli amico, costui un giorno ricever anche premio di profeta e chi soccorre ed aiuta un profeta, cos da rendergli meno grave il suo duro lavoro, costui ne avr pure il premio di profeta. Infatti nellAldil i servitori del profeta saranno posti nello stesso gradino accanto al profeta e di conseguenza egli giudicher pure gli spiriti soggetti al profeta e signoregger su di loro in eterno ed il suo regno non avr mai fine! 7. Guai a coloro per che abbandonano un profeta a causa del mondo e lo sospettano per questo o quello che ha detto o fatto! E ancora pi guai a coloro che perseguitano un profeta, perch costoro difficilmente in eterno vedranno il volto di Dio! Perci, chi mette le mani su un profeta, sia punito con il fuoco eterno nellInferno pi profondo! Infatti il cuore di un profeta il cuore di Dio, e la bocca del profeta la bocca di Dio, e cos pure le sue mani, i suoi piedi, i suoi
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occhi e i suoi orecchi! Dove c un profeta, l c anche Dio, e perci voi dovete varcare con reverenza profonda la soglia della sua dimora, poich il luogo dove egli sta santo. Tutto ci bene che venga osservato nel cuore, non gi a causa del profeta, il quale non che un uomo, ma a causa di Dio, il Quale dimora nel cuore del profeta ed in esso parla e rende testimonianza. 8. Che per un vero profeta sia per il mondo soltanto un annunciatore di continui giudizi, si spiega semplicissimamente con il fatto che Dio suscita un profeta soltanto quando lumanit si dimenticata di Dio e si immersa nella palude di ogni vizio del mondo! 9. Ed ora, o Ebal, dimMi se sei in chiaro circa lessenza del vero profeta! 10. Dice Ebal: Perfettamente, o insigne Maestro mio! Ma Tu Stesso sei pure un profeta?. 11. Ed Io gli rispondo: No, Io non sono profeta, poich sta scritto che dalla Galilea non sorger mai alcun profeta! Ma Io sono di pi di un profeta! Infatti nel Mio petto dimora appunto quello stesso Spirito il Quale per bocca dei profeti ha parlato e dora innanzi di pi parler ancora. E in avvenire coloro che con sicura e seria fede porteranno il Mio Nome nel loro cuore in quei tali sar anche insito lo Spirito profetico! Comprendi questa cosa? 12. Dice Ebal: Signore e Maestro! Io ho certo limpressione che cos come Tu parli non pu parlare nessun uomo comune! In Te si cela qualcun Altro, che il Tuo mantello e la Tua epidermide non ci consentono di vedere!.

109. Capitolo I profeti quali inviati di Dio e il divario tra la loro essenza e quella del Signore. 1. Mentre Ebal, nella cui mente cominciava a farsi una nuova luce, ancora intento a mettere ordine nelle sue impressioni ed idee, ecco capitare di ritorno il comandante, il quale, tutto lieto e meravigliato, racconta come egli aveva trovato ogni cosa in perfetto ordine e come i suoi ufficiali subalterni erano rimasti stupiti di vederlo per la seconda volta, secondo quanto essi avevano detto, nonch di sentirsi domandare se tutto fosse in ordine, considerato che una mezzora prima egli stesso era stato l per prendere le disposizioni opportune e per impartire gli ordini! Egli per si era tolto dallimbarazzo dicendo che aveva voluto fare unaltra ispezione, per convincersi dellesecuzione perfetta dei suoi ordini. Con ci tutti erano rimasti soddisfatti, e non vennero pi fatte altre domande. 2. Finito che ebbe il suo racconto, punto da grande curiosit per la stranezza del fatto, egli Mi chiese chi poteva essere stato quel suo secondo io, il quale aveva compiuto il lavoro al posto suo in maniera tanto lodevole! 3. Ed Io gli rispondo: Ti ho pure detto prima che tutte le potenze dei cieli e tutte le energie della Terra sono ad ogni istante pronte ai Miei comandi! Tu per non potesti crederlo, ma ora sperabilmente crederai che Io non ho mai da temere
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in eterno la morte e che anchIo sono un Signore il Quale ha qualche cosa da dire e da comandare! 4. Risponde il comandante: Signore e Maestro! Tu devi essere un Dio e la nostra teoria romana degli di non mi appare pi tanto favolosa come prima, perch adesso io trovo in Te la prova pi perfetta e vivente che ogni tanto un qualche Dio ha pur lasciato il Suo Cielo e per qualche tempo, ora in un modo, ora nellaltro, Si rivelato ai Suoi figli e li ha arricchiti con ogni tipo di tesori spirituali e terreni affinch i mortali coltivassero la Terra, altrimenti desolata, cos da poter essere resa atta ad offrire dimora anche agli di immortali! Ho ragione o no? 5. Dico Io: Questo che hai detto non che un vano prodotto della fantasia, che si ammanta bens di una certa veste poetica strettamente pagana, ma che non ha in s nemmeno un barlume di qualche verit nel senso in cui tu comprendi la cosa. 6. Oh, se con la parola Terra tu volessi intendere le cognizioni e la volont degli uomini, allora potresti aver ragione almeno in un modo ben corrispondente alla verit, ma le divinit, che non sono niente e non sono in nessun luogo, non hanno mai calcato la Terra in nessun luogo. Quegli uomini attraverso la cui bocca lo Spirito di Dio ha parlato agli uomini della Terra e per mezzo della cui volont molto spesso furono compiuti svariati miracoli non sono di, ma profeti, dunque in s e per s dei semplici uomini come te e sono anche morti secondo la carne, certamente non per secondo lanima e lo spirito. 7. Ma ora questo Spirito di Dio, per la prima volta, fa in Me la Sua apparizione esteriormente visibile su questa Terra! E questo lo stesso Spirito del Quale tutti i patriarchi, tutti gli antichi saggi e tutti i profeti hanno ben spesso vaticinato nelle loro chiare visioni! 8. Mentre Io rivelavo tali cose al comandante attonito, un servitore della casa entr ed avvert che fuori allaperto cera gi di nuovo radunata una quantit di altri ammalati, i quali attendevano con ansia e chiese se Io volessi aiutarli. 9. Ed Io dissi al servitore: Ebbene, va allora fuori e d loro che facciano in pace ritorno alla loro patria!. 10. Ed il servitore usc in fretta e non fu poca la sua sorpresa, quando scorse tutti coloro che prima si lamentavano ed imploravano davanti alla porta di casa muoversi allegri e sani fra grandi esclamazioni di gioia e rendimenti di grazie e di lode a Dio! Solo dopo qualche tempo egli pot annunciare ai guariti quello che Io gli avevo detto ed essi si ritirarono subito, dirigendosi nella loro patria. 11. Di questo fatto in casa si fece un gran parlare per due buone ore, per i particolari della conversazione possono qui venir omessi, essendo stati, nello spirito, del tutto simili a quelli dei discorsi seguiti al precedente atto di guarigione. Nel frattempo noi ci ristorammo con del pane e del vino e poi ci ritirammo a riposare.
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110. Capitolo Il prato benedetto. La passeggiata sul mare. 1. Il giorno seguente, gi di buon mattino, lo spazio davanti alla casa si trov nuovamente tutto occupato da ogni genere di infermi. 2. Ed Ebal venne a Me e Mi preg che Io volessi aiutarli, perch essi si accalcavano gi cos presso la porta di casa che nessuno avrebbe potuto n entrare n uscire. Egli aveva gi scorto a qualche distanza il comandante, che tentava di farsi largo per entrare, ma la calca degli ammalati fittamente stipati glielo impediva! 3. Allora Io Mi recai nel vestibolo, levai le mani Mie sopra agli infermi e tutti, in un istante, furono risanati e proruppero in esclamazioni di giubilo, glorificando e lodando Dio nellalto dei Cieli, che aveva concesso alluomo tale potenza. (Matt.14, 35). 4. Io, per, imposi loro di tacere, di ritornare alle loro case e di evitare per il futuro il peccato! E tutti subito ubbidirono e si ritirarono. 5. Poi dissi ad Ebal: Se durante la giornata venissero ancora molti in cerca di aiuto, che non si accampino sulla strada, bens sul vasto prato oltre la strada e l troveranno la salute; ma coloro che si fermeranno sulla strada, non saranno soccorsi!. Io benedii poi il prato, affinch chiunque fosse ammalato e vi posasse il piede venisse subito risanato. 6. Ed infatti quel giorno da tutte le citt, le borgate e i villaggi vennero parecchie centinaia dinfermi e non ce ne fu uno solo che non riacquistasse la salute. 7. I due esseni passavano di meraviglia in meraviglia ed i pochi farisei e scribi sentivano dora in ora crescere lira da cui venivano divorati, vedendo che tutta la loro considerazione diminuiva di ora in ora, fino a ridursi a niente, perch nessuno si curava pi di loro ed i domestici di Ebal fecero perfino intendere loro a pi riprese che la loro presenza in casa era completamente superflua e che sarebbe stato opportuno che ritornassero a Gerusalemme. Per essi non vollero accettare tale consiglio e cos rimasero. 8. Dopo un po di tempo uno dei farisei Mi si avvicin, per chiederMi se quel prato avrebbe conservato anche in seguito il suo potere salutare. 9. Ed Io risposi: Soltanto per la giornata di oggi, fino al tramonto! 10. Osserva allora il fariseo: Perch non per sempre? 11. Ed Io: Perch vi sono certi uomini i quali anche troppo presto circonderebbero dalte siepi e mura un simile prato e poi chiederebbero molto oro e molto argento a chi venisse per essere guarito, ma, siccome Io non voglio questo, cos il prato manterr la sua virt fino a stasera, per il tempo cio in cui la ressa deglinfermi sar troppo grande. Domani, che ne verranno pochi per essere guariti, lasceremo che operi la sola fede per dare loro soccorso! 12. A questa dichiarazione gli interroganti, pieni di livore, Mi voltarono le spalle e non Mi domandarono pi niente durante tutta la giornata, in compenso con tanto maggior zelo si occupavano di Me i due esseni.
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13. Il comandante per questo fatto era gi alquanto arrabbiato contro gli esseni ed avrebbe molto volentieri detto loro che avevano gi abbastanza discusso con Me, tuttavia per amor Mio si fece forza e si trattenne. 14. Io per, al pomeriggio, indirizzai i due a Matteo ed ai Miei altri discepoli, fra i quali essi ben presto trovarono Bartolomeo ed essi ne furono particolarmente lieti, avendo ritrovato in lui un antico loro compagno. E fra i due ed i discepoli vi fu, fino alla mezzanotte, un grande discorrere riguardo alla Mia dottrina, alle Mie opere ed alla Mia Essenza divina. 15. Ma durante il pomeriggio Io feci, assieme al comandante, ad Ebal e la sua famiglia, una grande escursione al mare, dove gli otto barcaioli erano di tutta lena intenti a riparare la loro navicella, perch qua e l era alquanto malconcia. E quando fummo giunti da loro, ci accolsero con grande letizia e narrarono fra laltro al comandante come Io avessi camminato sullacqua durante la tempesta, poich questo fenomeno non poteva cancellarsi dalla memoria e dallanimo degli otto. 16. E quando il comandante ebbe udito questo, Mi domand come ci fosse stato possibile! 17. Ed Io gli risposi: Te lho gi detto ieri quali forze sono a Me soggette e come esse devono obbedirMi; come dunque puoi tu ancora domandare? Del resto se ti fidi di posare i tuoi piedi sullacqua ed Io lo voglio, vi potrai passeggiare sopra anche tu, a tuo gradimento, finch Io vorr! Se a voi tutti piace la cosa, possiamo fare subito lesperimento! Per, voi dovete bandire ogni dubbio dal vostro animo ed ora seguiteMi con fermezza e coraggio!. 18. Dice il comandante: Andrebbe tutto bene, se almeno qui a riva il mare non fosse tanto profondo! Ma il terreno invece si inabissa immediatamente in linea perpendicolare, a profondit che quasi non si possono misurare! E se a qualcuno, per combinazione, riesce male il primo passo, c il pericolo che vada a finire l sotto dove hanno dimorano i grandi tritoni e salamandre! 19. Gli dico Io: Oh uomo di poca fede, credi forse che Io Mi azzarderei a fare il temerario, se non sapessi Chi Io sono e quante cose devono essere soggette alla Mia Volont? Chi di voi ha coraggio e fede, Mi segua!. 20. Detto ci, Io salii sulla superficie del mare e lacqua Mi sostenne come fosse stata terreno solido. Cos Mi allontanai di dieci passi dalla riva, Mi volsi ed invitai la compagnia a venire da Me, ma nessuno si fidava. 21. Allora chiamai la pi giovane delle figlie di Ebal, che aveva dodici anni e la fanciulla si fece coraggio e pos da principio un piede solo sullacqua, con molta prudenza, ma poi, convintasi che lacqua non cedeva, anzi offriva resistenza come il terreno, cominci subito, allegra e vivace, a saltellare fino a che Mi ebbe raggiunto e la sua gioia fu grande, vedendo che lacqua la sosteneva. 22. Dopo la fanciulla, anche gli altri provarono, eccezion fatta per il comandante, e tutti si trovarono ottimamente sulla superficie dellacqua che certamente in quel momento era tranquillissima.
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23. Allora il comandante, al colmo della meraviglia, ma tuttavia gi alquanto incoraggiato, Mi domand: E come andrebbe, se scoppiasse un temporale?. 24. Gli dico Io: Vieni e persuaditi!. 25. Finalmente anchegli decise di tentare lavventura e pos un piede sullacqua ed essendosi persuaso che questa non cedeva, con molte cautele vi mise su anche il secondo, poi, cercando di farsi leggero con il trattenere perfino il respiro, fece dieci passi fino a Me e fu quanto mai felice di trovarMisi accanto su quel suolo che prima dallora non era stato calcato in quella maniera. 26. Io per dissi: Ors, poich siete convinti che per chi crede fermamente anche lacqua pu divenire un terreno solido, proseguiamo la nostra passeggiata!. 27. Il comandante avrebbe preferito veramente ritornare sulla riva, che sapeva essere sempre pi solida, ma le sei vispe figlie di Ebal, con il loro allegro scorrazzare di qua e di l, gli infusero tanto coraggio che venne anchegli con noi inoltrandosi per cinquemila passi buoni fuori in alto mare. 28. In quel mentre si lev un vento abbastanza forte che cominci a sollevare delle onde. Tutti allora ne furono, chi pi chi meno, intimoriti ed il comandante Mi preg che Io volessi ritornare a riva. 29. Per Io gli dissi: Non temere. Le onde sono venute solamente per provarti che anchesse, assieme al vento che le spinge, devono obbedire a Me!. 30. Ma dopo un po, quando le onde accennarono sempre pi a rinforzare, il comandante si volse, si mise a correre a perdifiato, raggiunse ben presto senza incidenti la riva e dopo qualche energico e febbrile scuotimento del corpo fu soddisfatto di trovarsi nuovamente sotto i piedi un terreno solido e non trasparente. Noi pure poi non tardammo a ritornare a terra e raggiungemmo lo stupefatto comandante.

111. Capitolo Della vera preghiera. 1. Ed il comandante allora confess: Signore, ormai io ho prove a profusione che Tu sei o laltissimo Dio in persona od un Suo Figlio, poich quello che Tu fai, non lo pu fare nessun mortale!. 2. E tutti si prostrarono dinanzi a Me e volevano adorarMi. 3. Ma Io dissi loro di alzarsi ed aggiunsi: Ascoltate! Tutto ci Dio non lo chiede, n lo chiedo Io; la vera preghiera invece consiste nel puro e sincero amore a Dio, il Padre che nei Cieli e nello stesso amore per i vostri simili che sono il vostro prossimo. Ogni altra preghiera non ha alcun valore, n dinanzi a Dio n dinanzi a Me. 4. Dio non ha mai insegnato agli uomini di onorarLo con le labbra, mantenendo gelidi i cuori. Ma, poich un Samuele e molti altri profeti hanno fatto orazione a voce alta davanti al popolo e poich Davide ha intonato i suoi
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salmi e Salomone il suo cantico al Signore, anche il popolo fu indotto alla vana preghiera delle labbra ed al freddo sacrificio. 5. Per una simile preghiera ed un tale sacrificio sono dinanzi a Dio un vero abominio, cos colui che non capace di pregare con il cuore, costui allora non preghi affatto, per evitare un atteggiamento sconveniente. Dio non ha dato alluomo i piedi, le mani, gli orecchi e le labbra perch ne faccia degli strumenti di vuote e vane preghiere, ma Egli ha donato alluomo solo il cuore per la preghiera. 6. Ciononostante luomo pu pregare anche con i piedi, con le mani, con gli occhi, gli orecchi e con la labbra: con i piedi pu farlo, quando va visitare i poveri, per portare loro aiuto e conforto; con le mani, quando le usa a soccorrere i sofferenti ed i bisognosi; con gli occhi, quando guarda pietosamente e volentieri ai poveri; con gli orecchi, quando egli ascolta di buon grado e con fattiva volont la Parola di Dio e non li chiude alle suppliche dei poveri e miseri, ed infine con le labbra quando non sdegna di dare parole di consolazione alle vedove ed agli orfani e di intervenire, nella misura delle proprie forze, a favore dei prigionieri i quali, quando sono poveri, sono spesso trattenuti anche se sono innocenti, affinch venga ridata loro la libert. 7. E cos pure luomo prega con le labbra, quando istruisce il suo prossimo su cose che esso ignora e gli insegna cose utili, quando lo illumina sulla vera fede e lo avvia al giusto riconoscimento di Dio e quando lo incita a praticare le virt. Tutto ci certo pure una preghiera quanto mai gradita a Dio. 8. Ma se voi ora sapete questo e agite a seconda di quel che sapete, le benedizioni di Dio non vi mancheranno mai pi! Infatti questo veramente si chiama adorare Dio in spirito ed in ogni verit. 9. Certamente sta scritto che luomo deve incessantemente pregare, per non cadere in tentazione. Ma non sarebbe forse una cosa sciocca e del tutto pazza da parte di Dio se Egli intendesse esigere dalluomo unincessante preghiera dalle sue labbra? In tal caso gli uomini, per rendersi graditi a Dio, dovrebbero, giorno e notte, senza interruzione, starsene ginocchioni, biascicando senza posa, come gli uccelli nellaria, preghiere vuote, morte e senza senso, prive di sentimento? Ma quando potrebbero costoro allora fare uno dei tanti lavori necessari alla vita? Se voi, invece, fate uso delle mani, dei piedi, degli occhi, delle orecchie e delle labbra per essere incessantemente attivi, come prima vi ho detto, e coltivate nei vostri cuori del continuo lamore a Dio ed ai poveri vostri simili, voi, cos facendo, innalzate unininterrotta, vera ed effettiva preghiera a Dio la quale davvero quanto mai gradita al Suo cuore ed Egli vi sar perci anche sempre largo di benedizione ed un giorno nellAldil vi far partecipi di una vita di immenso gaudio che non avr mai fine. Avete voi ben compreso tutto ci? 10. Rispondono tutti: S, o Signore e Maestro! Tutto ci vero e chiaro come la luce del sole! E noi faremo come ci hai detto, Tu, o Signore! 11. Dico Io allora: Sta bene, Miei cari amici e adesso facciamo ritorno in citt.
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12. Gli otto rematori dissero a Ebal che alcuni di loro dovevano andare con lui e che egli desse loro pane, vino, pesce e frutta per il loro sostentamento. Allora sei di loro si misero in cammino, seguendo la compagnia ed Ebal poi diede loro le provviste promesse in grande abbondanza.

112. Capitolo Ordinamenti domestici e amore. 1. Quando noi fummo arrivati a casa, i figli di Ebal avrebbero voluto pur essi restarsene in Mia compagnia. 2. Ebal per, il quale in fatto di ordinamenti domestici era molto severo, rimprover specialmente le fanciulle e le due mogli e disse: Ora voi avete visto, inteso ed appreso abbastanza; fatene tesoro e mettete in pratica gli insegnamenti avuti e la benedizione non mancher neppure a voi, come il Signore Stesso ha annunciato poco fa. Ma adesso andate e ritornate al vostro lavoro!. 3. Le fanciulle e le due mogli allora si congedarono mestamente e si ritirarono nelle loro stanze, che erano numerose nella casa di Ebal, essendo questa la maggiore di tutta Genezaret. 4. Ma Io subito dopo osservai ad Ebal: Amico Mio, perch poi le hai mandate via? Vedi, buona cosa il mantenere una sana e severa disciplina in casa propria, con riguardo ai figli ed pure lodevole preservare le fanciulle dai contatti con il mondo, per, Mio caro, qui, dove Io sono, non c alcun mondo che minaccia pericoli, bens un Cielo stillante perpetua benedizione; questo non devi negarlo ai tuoi figlioletti! 5. E quando Ebal ebbe inteso queste Mie parole, esclam: Oh, se non Ti danno fastidio, io li faccio richiamare qui senza indugio! Tu sai che i miei figlioli sono piuttosto curiosi e chiacchierano volentieri ed io li ho fatti allontanare appunto perch non Ti importunino 6. Ed Io gli dico: Cosa c al mondo che possa riuscirMi molesto ed importuno allinfuori della grande malvagit degli uomini? Va dunque e riconducili tutti qui!. 7. Ebal subito si mosse e fu in breve di ritorno con tutti i congedati e la ragazzina pi giovane si precipit verso di Me e cominci ad accarezzarMi e a stringerMi al cuore! 8. Ma Ebal la rimprover, osservando che tale cosa non era conforme alle regole della convenienza! 9. Io per gli dissi: Amico, lasciale pure quello che essa si presa, perch si gi scelta la parte assolutamente migliore! Anzi, Io dico a te ed a voi tutti: Chi non viene a Me com venuta questa fanciulletta, costui non trover la via che conduce al Regno di Dio!. Ma questa qui la via lha gi trovata! Con lamore pi ardente voi dovete venire a Me, se volete aver parte alla vita eterna!
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10. Questa fanciulletta mostra con i fatti ci che lei sente nel cuore; voi invece fate assennati discorsi e mantenete freddo il vostro cuore! Non balena ancora alla vostra mente nessuna idea riguardo a Chi potrei essere Io e anche in effetti sono? 11. Tutti allora si prostrarono a terra ed Ebal, afferrati i Miei piedi, li ricopre di baci e tutto confuso e compreso di profonda venerazione e rispetto esclam: Signore! Lanima mia me lo diceva gi da lungo tempo, ma mi mancato il coraggio di confessarlo! 12. Allora Io gli dico: Ebbene, perci non punire la tua figlioletta che ha infuso in tutti voi il coraggio di seguirMi sullacqua! Ora, per, essa nuovamente vi ha insegnato un altro coraggio: Quello di amarMi. Oh, ma questa fanciulletta perci Mi anche cara oltre ogni dire. Ella gi possiede quello che voi dovete ancora cercare e che cos presto non troverete, esercitatevi dunque con tutto fervore nellamore vivente a Dio ed al prossimo, cos la grazia e la benedizione abbonderanno per voi 13. Dice il comandante: Signore! Ad eccezione di mia moglie e dei miei figli, che dimorano a Roma, io non ho finora mai provato veramente amore per nessuno; tuttavia ho sempre agito secondo diritto e giustizia. Io non ho mai applicato la legge con severit, bens con mitezza e mi sono sempre trovato bene. Ma ora sento che si possono amare gli uomini e che per amore si pu far loro del bene, vale a dire si pu volere spontaneamente che, nel limite delle proprie forze e possibilit, sia fatto e dato agli uomini quello che si riconosce come giusto e necessario per s e questo lamore verso il prossimo. 14. Ora, se in tale maniera si ama il prossimo, con ci si ama contemporaneamente anche Dio. Se si riflette poi, nellambito dellamore verso Dio, che Dio Stesso deve essere il primo e pi perfetto Amore, per il quale Amore soltanto Egli ha creato il mondo sensibile e quello spirituale, questo chiaro pensiero deve necessariamente suscitare nelluomo creato il pi intenso amore verso Dio il Creatore e luomo allora non pu pi fare a meno di amare sopra ogni cosa e con tutte le proprie forze che lo animano il Dio che lamorosissimo Creatore di tutte le cose! 15. Cos, dunque, poich dopo tutto quello che in questi due giorni io ho visto ed udito da Te, devo senza esitazione alcuna ammettere che Tu sei o il Primo Creatore Stesso o certissimamente il Suo Figlio dalleternit e che Ti mostri a noi qui sulla Terra nella nostra forma, per insegnarci a riconoscere Te e Dio; ne consegue certamente che anchio devo amarTi sopra ogni cosa. E se anche non ho il coraggio di dimostrarTelo esteriormente con il fervore di questa davvero soavissima fanciulletta, pure in cuore mio io Ti abbraccio teneramente e Ti glorifico sopra ogni cosa! Ora, penso che cos sia pure ben fatto!. 16. Dico Io: Cos bene senzaltro, per miglior cosa quando lamore divampa come in questa fanciulla! Guardatela e dite se il suo amore per Me non come una bianca fiamma ardentissima!.
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113. Capitolo La giusta lode e i pericoli della lode stessa. 1. Esclama la sorella pi anziana, la quale cominciava a sentire un po il morso della gelosia: Giara stata sempre una innamoratissima per natura e si accende facilmente per qualunque motivo. Quale meraviglia, dunque, che si sia innamorata perdutamente di un uomo tanto bello come sei Tu? Questa non davvero unarte tanto difficile! Anchio lo potrei, ma a cosa mi gioverebbe ormai, visto che la piccola Giara Ti ha preso tutto per s? 2. Ma Io le dico: O gelosa sorella, ascolta: se tu avessi mai avuto un qualche vero amore nel tuo cuore, non avresti parlato cos! Infatti nel tuo cuore viziato non ha finora potuto sorgere un amore vero e proprio, e allora tu non puoi fare a meno di parlare appunto cos come ora hai fatto! 3. Vedi, Giara ama, ma non chiede affatto se riamata! Amico e nemico, per lei tuttuno. Lei immensamente felice gi solo perch pu abbracciare tutto con il suo amore; per di pensare se amata a sua volta, non le venuto mai in mente! Lei ama te e tutte le tue sorelle ed i fratelli, come pure i suoi genitori, molto di pi di quanto lamiate tutti voi presi assieme! Nel vostro cuore lei sta allultimo posto; questo per non ha mai avuto nessuna influenza sul suo grande amore per voi! Vedi, questo si chiama veramente amare! 4. Quando tu ami, vuoi essere riamata dieci volte di pi! E se lamore non ti viene corrisposto in questa misura, il tuo cuore, in cui domina lamore di te stessa, si riempie di sospetti e di tristezze! 5. Guarda invece la buona Giara, se lei ha mai avuto ancora una qualsiasi pretesa di venire corrisposta dellamore che lei dona! Ma questo anche il motivo per cui le concesso ora di amarMi, secondo tutto lardore di cui capace il suo cuore! Infatti solo per amor suo Io sono venuto qui e per amor suo Io dimorer ancora qualche giorno presso di voi e cos merito di questa figlioletta se Io sono venuto ed ho guarito i vostri ammalati e quelli di tutto il paese e se ancora parecchi ne guarir nei prossimi giorni. 6. Infatti l dove Io vengo, cerco sempre quello che il pi umiliato ed il pi oppresso! Ma invece tutto quello che grande ed illustre agli occhi del mondo, un abominio dinanzi a Dio! Dunque, procurate di diventare cos com la buona Giara e voi vi troverete allora appunto cos vicini a Me come ella lo ora, umanamente e spiritualmente nel tempo adesso e un giorno per leternit. 7. E se voi volete lodare qualcuno, lodate colui che veramente merita una lode! Ma se nel lodato si desta la vanit a causa della lode, non lodatelo pi, poich la vanit la semente da cui germoglia lorgoglio e questo lo spirito di Satana 8. Dice Ebal: Ma Signore, se Tu innalzi la mia Giara tanto al di sopra delle sue sorelle, non c da temere che appunto la vanit si desti in lei? 9. Ed Io gli rispondo: Oh, non darti alcun pensiero per questo! Quando qualcuno Mi tiene cos abbracciato, di certo ogni vanit lontana in eterno da lui! Giara, dimMi se tu ti consideri qualcosa di meglio di tutte le tue sorelle e fratelli, per il fatto che ora Mi sei cos esclusivamente cara!
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10. Giara risponde timidamente e con tutta modestia: O Signore! O solo amore mio! La cosa non dipende da me e neppure le mie sorelle hanno colpa, io per vorrei che le mie cinque sorelle Ti fossero ancora pi care di me, perch esse sono molto pi belle e pi brave di me. A me hanno sempre detto che sono brutta e sciocchina, ma me lo sono anche meritata, perch certo non sono bella come loro e, bisogna pur dirlo, che sono anche un po sciocca. Ma sono ancora giovane e quando avr let che esse hanno ora, sar bene anchio giudiziosa! 11. Oh, io non permetto che vengano usati dei torti alle mie care sorelle, perch esse minsegnano molte cose utili e tutte mi vogliono bene assai ed anchio poi le amo con tutte le forze dellanima mia. Signore! Bisogna che Tu sia buono anche con loro! Infatti, vedi, mi fa subito male al cuore, quando vedo sminuite in qualche cosa le mie buone sorelle, allora io vorrei poter dare ogni cosa pur di vederle contente ed allegre. 12. Io soffro molto, quando vedo qualcuno triste od infelice, vorrei piuttosto prendere su di me ogni tristezza ed ogni sciagura, se con ci fosse possibile ridonare contentezza e letizia a tutti gli afflitti e agli infelici! Perci, o mio adorato Signore Ges, sii verso le mie sorelle buono come lo sei con me, perch esse se lo meritano! 13. Dico Io: Oh, a te, Mia diletta Giara, non posso certo rifiutare nulla. Ma le tue sorelle vedono ora molto bene il perch tu Mi sei tanto particolarmente cara e quando esse ti rassomiglieranno perfettamente nei loro cuori, allora Io le amer anche quanto amo te, di questo puoi essere certissima! 14. Infatti, vedi, come tu non puoi vedere nessun infelice e nessun afflitto senza che sorga in te il desiderio vivo di aiutarlo, precisamente cos, soltanto in misura molto pi grande, un simile desiderio sempre anche in Me congiunto alla ferma volont di aiutare ciascun uomo nel tempo e per leternit! 15. Cercare il perduto, guarire ci che ammalato e redimere tutto quello che prigioniero, questo il Mio sentimento, la Mia intenzione ed il Mio volere, ma tuttavia necessario che in ciascun uomo venga lasciata la propria liberissima volont, la quale assolutamente intangibile! DimMi adesso, Giara, Mia dilettissima, se ti piacciono le Mie intenzioni!. 114. Capitolo Giara sulle sue esperienze nella preghiera. 1. Risponde Giara: Oh! Come non dovrebbero piacermi? Anchio vorrei fare cos, se lo potessi! Ma a cosa mi giova la mia buona volont, quando le mie forze non mi permettono sempre di portare aiuto? Se si tratta di piccole cose soltanto, allora s che posso pregare i miei genitori perch vengano in soccorso dei poverelli e finora sono stata quasi sempre esaudita; certo qualche volta mi hanno anche un po sgridata, perch pare che io abbia un cuore un po troppo scioccamente tenero, ma io non me ne sono mai offesa, purch il povero ricevesse qualche aiuto.
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2. Invece con la preghiera a Dio, il Signore onnipotente, non mi andata sempre cos bene, perch io ho pregato anche spesso e quando gi credevo che Dio mi avesse certamente esaudita ed andavo a vedere il risultato della mia ingenua preghiera, ecco, non trovavo niente ancora! Il vecchio male non era ancora scomparso. 3. Allora io ritornavo da mio padre e gli domandavo perch Dio, lOnnipotente, fosse talvolta cos duro dorecchio! 4. Ed egli mi diceva sempre: Dio sa perch manda a questo e a quello una sofferenza pi lunga per la salvezza della sua anima e misura molto bene alluno e allaltro il tempo della penitenza, ed in questo caso nessuna preghiera ha un particolare valore, a meno che un simile peccatore non si converta del tutto prima del tempo previsto!. E queste considerazioni mi rendevano di nuovo tranquilla, ma non perci io smisi di pregare per i poveri. 5. Ma pi di una volta lOnnipotente grande e buono mi ha esaudita anche molto presto e questa stata sempre la gioia pi grande per me! Infatti a questo mondo per un cuore compassionevole non vi certo felicit maggiore del sapere che il buon Dio ascolta la preghiera anche di una fanciulletta, per quanto piccola sia! 6. E che Tu, o Signore, sei venuto qui da noi, mi pare che questo sia quasi anchesso lesaudimento delle preghiere da me rivolte al grande Dio! Infatti noi tutti avevamo inteso, da molti che venivano qui, come a Nazaret e nei dintorni di quella citt un certo falegname di Nome Ges andasse operando guarigioni pi che straordinarie, addirittura inaudite! Perfino i morti erano restituiti alla vita, i ciechi vedevano, i sordi riacquistavano ludito ed i muti la parola, gli zoppi e gli storpi camminavano nuovamente diritti, in una parola non cera una malattia che Egli non guarisse allistante! 7. Da principio noi ritenemmo trattarsi di favole, ma quando sempre nuovamente altra gente venne raccontandoci tante meraviglie e fra tanti anche taluni che erano essi stessi stati guariti da Ges, allora cominciammo a credere che la cosa stesse proprio cos! 8. A quel punto fui presa anche da un prepotente amore per questUomo, Cui erano possibili tali e tante cose; allora mi misi a pregare il buon Dio giornalmente con tutta la fiducia ed il fervore di cui il mio cuore era capace, perch Egli volesse condurTi a noi con la Sua Onnipotenza! Ed ecco, Dio mi ha davvero esaudita e Ti ha guidato fino a noi! 9. Quando intesi che Tu eri arrivato, oh non potr mai dire con parole limmensa felicit che ho provato in quel momento! Oh, se ne avessi avuto soltanto il coraggio, come Ti sarei saltata volentieri al collo! Ma per riguardo ai miei fratelli, alle mie sorelle ed ai miei genitori, io dovetti far grande violenza al mio cuore. Ma oggi venuto per me il giorno della felicit indicibile, quello di poter restare vicina a Te, il Maestro e Signore, vicino a Colui che io ho intensamente gi amato da quando ho inteso parlare di Lui!
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10. Oh, Tu sei ormai qui, io Ti sono vicina e, oh beatitudine suprema, Mi concesso di amarTi e Tu pure mi ami. Oh, nemmeno i pi perfetti angeli del Cielo dovrebbero certo essere pi felici di quanto io lo sono ora! Ma adesso Tu non devi pi abbandonarmi, perch io ne sarei afflitta tanto da morirne!. 11. Le dico Io: Oh, no, no, cuoricino Mio! In eterno Io non ti lascer mai pi e ti dico ancora che non vedrai n sentirai mai pi la morte! Quando il tempo sar venuto, Io mander i Miei angeli a prenderti da questo mondo, per condurti a Me, il Padre tuo dalleternit! Infatti, vedi, o Mia dilettissima Giara, Colui al Quale il tuo cuore ha rivolto tante ferventi preghiere affinch Io venissi qui, Quegli si trova ora nella Mia Persona seduto vicino a te e ti ama con tutta la purissima fiamma dAmore di tutti i Cieli, e tu hai avuto ragione di dire che non vi in tutti i Cieli un angelo solo, per quanto perfetto, che sia pi beato di te! Leva in alto i tuoi occhi e vedrai che veramente cos come ora ti ho detto! 115. Capitolo Giara contempla il Cielo aperto. 1. Allora la carissima fanciulla alza i suoi bei occhi azzurri al Cielo e, rapita in unestasi suprema, contempla, come trasfigurata, nelle profondit dei Cieli apertisi dinanzi al suo sguardo! Solo dopo una certa pausa abbastanza prolungata essa comincia con voce celestialmente pura e dolce, pi balbettando che parlando, a dire: Oh, oh, Dio grande e santissimo! Quale immenso, indicibile e sublime spettacolo vedono i miei occhi! I Cieli sconfinati traboccano di angeli beatissimi, oh, come deve essere grande la loro felicit, ma tuttavia la povera Giara pi felice ancora, perch il trono eterno nel mezzo dei Cieli infiniti, intorno al quale le innumerevoli schiere degli angeli posanti le loro ginocchia su nuvole splendenti vanno del continuo acclamando: Santo Colui al Quale qui eretto il trono! O eternit, rallegratevi! Egli ben presto avr compiuto sulla Terra lopera immensa che nessuna creatura potr mai concepire e verr e prender possesso di questo trono della magnificenza di Dio! Ora questo trono vuoto! Ma Colui che solo ha il diritto eterno di occuparlo siede ora in figura di Uomo accanto alla povera Giara! Oh, lodateLo dunque e glorificateLo, perch Suo il trono eterno di ogni potenza e di ogni magnificenza divina! 2. Dopo queste parole, essendole stata tolta la visione, essa si abbandon sul Mio petto e disse: O Signore, grande e santissimo! La Tua povera Giara non degna di starTi vicina, poich si azzarda ancora ad amarTi dopo tutto quello che ha visto ora! Eppure io non ho colpa se il mio cuore chiede di amarTi sempre pi! 3. Le dico Io: Oh, cuoricino Mio, vedi, se Io ti ho mostrato la Mia gloria ed il Mio Regno, lho fatto appunto perch voglio che tu abbia ad amarMi ancora di pi e poi ancora sempre di pi. AmaMi pure sempre con ardore crescente, poich un simile amore non ti sar mai in eterno di danno
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4. Allora Giara Mi abbraccia con tutte le due mani e Mi stringe al suo cuore con quanta forza pu, mentre Io, rivolto ai presenti ammutoliti dallo stupore, dico: Ammirate e serva a voi tutti quale esempio! Questa fanciulla di appena dodici anni Mi dimostra un amore quale Io non ho trovato ancora in tutto Israele, ma a chi Mi ama cos, Io dar a piene mani quello che il mondo non ha ancora mai avuto e quello che Israele non ha mai ancora visto n gustato. 5. Una buona ora era durata questa scena quanto mai edificante, che aveva suscitato commozione in tutti, e di li a poco vennero i servitori di Ebal per domandare se fosse venuta lora di servire la cena. 6. Ed Ebal dice: Se gradito al nostro Signore Ges, servitela! 7. Dico allora Io: Portate quello che avete! Infatti lamore dona e gusta ed Io pure voglio gustare quello che ho donato! Ma il Mio cibo prediletto Io lho qui in questa fanciulletta, perch essa Mi d quello che leternit non Mi ha dato ancora, n poteva darMi!. 8. I servitori allora escono, per portare le vivande gi pronte. Ma qual il loro sbalordimento, quando, giunti alle dispense, constatano che dei cibi da loro preparati non c pi traccia, ma al loro posto le dispense stesse sono ricolme di vivande fra le migliori e le pi scelte, delle frutta pi rara e del vino pi pregiato! Essi ritornano in fretta e raccontano con grande foga e parole di meraviglia quello che era accaduto in cucina, mentre essi erano intenti a prendere gli ordini. Domandano infine se devono servire le nuove vivande trovate o se devono prepararne delle altre! 9. Ed Io dico a loro: Quello che c nella dispensa, portatelo qui, poich oggi voi tutti siete Miei ospiti. Le vivande da voi gi preparate sono nel frattempo gi state servite ai Miei discepoli, ai due esseni ed ai farisei. Non disturbateli, perch essi hanno oggi da sbrigare nel Nome Mio unincombenza importante che li terr occupati moltissimo fin oltre alla mezzanotte. Dopodich i servitori escono, per prendere le vivande celesti. 10. Allora, tanto Ebal che il comandante esclamano con grande letizia: Signore, ormai tali apparizioni non ci fanno quasi pi meraviglia, perch abbiamo la percezione chiarissima che Tu sei il Signore cui niente impossibile. A noi non resta che una grande domanda: Come, o Signore, abbiamo potuto renderci degni di tanta grazia?. Ma ecco che sono gi qui le vivande del Cielo! Dopo la cena ritorneremo sullargomento. 11. I cibi vengono portati sulla mensa e dopo il rendimento di grazie, al Mio invito, tutti si servono e mangiano e bevono di buon animo e mentre il comandante sostiene che quella era la prima volta che gli capitava di gustare tali vivande dal sapore veramente celestiale e del vino talmente squisito, dal canto suo anche la Mia Giara d libero corso al suo appetito e conviene anche essa che mai un sapore tanto delizioso aveva fino allora solleticato e soddisfatto il suo palato! In breve, ciascuno non trova parole sufficienti per lodare la squisitezza dei cibi e tutti ringraziano e glorificano ad alta voce Me ed il buon Padre nel Cielo.
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116. Capitolo Gli insegnamenti di Ges devono essere un bene comune. 1. Ed Io dico loro: Beati siete voi che credete che il Figlio delluomo proceduto ed venuto dal Padre che nel Cielo a raddrizzare su questo mondo quel che caduto ed a redimere quello che prigioniero! Per, fate bene attenzione a non rivelare a nessuno niente di tutto ci che avete visto da Me, appunto per il suo carattere particolare e meraviglioso, poich tale cosa provocherebbe un doppio male! 2. La met di coloro che ne venissero a cognizione, in primo luogo non crederebbe a quello che avreste raccontato loro, ma vi dichiarerebbe pazzi e spargerebbe dappertutto brutte voci sul vostro conto, perch un cieco , nel suo furore, molto pi pericoloso di cento veggenti! Laltra met, invece, presterebbe troppo facilmente fede alle vostre asserzioni e di conseguenza si metterebbe infine da se stessa tali ceppi nel suo operare, cos da non essere poi pi capace di una libera azione. E questo corrisponderebbe alluccidere il libero spirito nelluomo! 3. Gli insegnamenti, per, che avete avuto da Me, di questi s fate partecipi i vostri conoscenti ed amici, perch le Mie parole sono verit eterna, la quale sola pu rendere libero ciascun uomo il quale laccolga in s e ne faccia norma della sua vita e che con ci riconosca che essa una verit eterna da Dio, la quale , stata e sempre sar lesistenza e leterna vita di ciascun uomo che tale verit possiede in s in maniera vivente. 4. Ma, purtroppo, molti vi saranno che non vorranno n ascoltare n accogliere tale verit e la perseguiteranno, altri, poi, per timore dei potenti della Terra la fuggiranno come la peste nera. Ma coloro che cos si comporteranno, non avranno in s la vita eterna, anzi il loro retaggio sar la morte! 5. Chi ama la vita del proprio corpo e ad ogni costo si sforza di mantenerla, costui, con la fine della breve vita corporale, perder anche la vita eterna dellanima. Invece, chi non ama la vita del corpo, costui acquister la vita eterna dellanima! Queste Mie parole ponderatele molto bene! Ed ora, chi ha ancora qualcosa da domandare, domandi ed Io gli risponder!. 6. Dice il comandante: Signore e Maestro! Cosa mai potremmo chiederTi ancora? Chi sei Tu, noi lo sappiamo e lo sentiamo profondamente; quello che dobbiamo fare, lo sappiamo pure e ci rendiamo conto della necessit di fare cos; noi, inoltre, sappiamo e percepiamo intimamente che in Te c la vita eterna e che Tu puoi donarla a ciascun uomo o donna che sia, se egli vivr ed operer secondo la Tua Parola. Per noi uomini il sapere di pi sarebbe inutile e ci tanto pi, in quanto che noi, come me lo ha assicurato con estrema vivacit uno dei Tuoi discepoli, possiamo con la fede viva, nel Nome Tuo, perfino guarire gli ammalati.
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7. Noi non potremo in eterno ringraziarTi abbastanza per tale grazia inattesa ed assolutamente immeritata e Ti diamo la pi fedele assicurazione che nei nostri cuori, ricolmi di gratitudine, Tu Ti sei eretto un monumento imperituro che, n le potenze dellInferno, n le tempeste di tutti i tempi, potranno mai pi distruggere ed ora io credo che, essendo ormai la notte discretamente avanzata, dovremmo pensare al riposo! Per io non intendo fare alcuna urgenza, quantunque, per quel che riguarda la mia persona, sar nuovamente necessario che io vada a vedere cosa ne della mia gente! 8. Gli dico Io: Non darti alcuna pena, perch, come gi ieri anche oggi, tutto in perfettissimo ordine. Per questa sera Io intendo vegliare fino oltre la mezzanotte e voi avrete modo di persuadervi che il nostro vegliare non sar stato inutile. Infatti in serata arriveranno ancora dei viaggiatori da Gerusalemme e fra gli altri anche dei farisei e degli scribi i quali ci daranno ancora un bel po da fare! 9. Esclama allora Ebal: Oh, questo spiacevole davvero! Molto meglio sarebbe che non venissero. Ospiti di questo genere sono stati sempre per me i pi sgraditi, perch uno solo di questi tali pretende tanta attenzione per s, quanta ne basta per cento forestieri di qualsiasi altra specie e che pagano quanto si fa per loro, mentre questa razza di gente vuole avere tutto gratuitamente ed alla resa dei conti non si mostra mai soddisfatta, specialmente quando possono provare che viaggiano per conto del Tempio e per ragioni dufficio! Oh, Signore, questa volta non mi hai annunciato proprio niente di allegro. E che cosa si deve fare adesso e che cosa preparare? 10. Dico Io: Non darti eccessivo pensiero! Le dispense e la cantina sono al completo, in casa tua c posto per dormire per circa un centinaio di persone ed altro non occorre. Essi sono stati inviati per causa Mia da Gerusalemme a Nazaret, ma, siccome Mi troveranno qui, non proseguiranno pi fino a Nazaret. Essi domani saranno causa di indignazione per voi, per da parte Mia dovranno intendere aspre ma schiette verit, tali anzi che essi, per lira e la collera, si indurranno a lasciar questo luogo domani stesso! 11. Dice Ebal: Ma poi ci si scatener addosso il demonio! Infatti quella gente, una volta ritornata al Tempio, far sul nostro conto rapporti talmente vergognosi che sar una vera disperazione 12. Gli dico Io: Non dubitare che verranno prese delle misure, affinch a casa loro non abbiano troppo a chiacchierare!. Dopo questa Mia dichiarazione subentr una pausa, durante la quale tutti coloro che si trovavano nella sala si mantennero tranquilli e silenziosi, restando solamente occupati con assiduit nei loro cuori.

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117. Capitolo Arrivo di ammalati in casa di Ebal. Gli ospiti di Gerusalemme e la loro missione. (Matt.14,35) 1. Per, dopo qualche istante, si manifest una certa agitazione davanti alla casa, sintese un vocio in diverse lingue e contemporaneamente i cani del vicino, che era un greco, cominciarono ad abbaiare fortemente. Ed Ebal esclam: Ora stiamo freschi! Dovrebbero essere gi qui quei figuri che ci hai preavvisato! 2. Dico Io: Non ancora. Questi sono degli ammalati, ma non tarder molto che anche quegli altri arriveranno. Gli ammalati, per, bene che attendano fino a domani, perch oggi ne sono stati guariti gi abbastanza. Ora va pure fuori ed abbi cura che a tutti coloro che sono ora arrivati venga dato un ricovero e che sia offerto qualcosa da mangiare e da bere a chi ne avesse bisogno. 3. A queste Mie parole Ebal si reca, assieme ai suoi servitori, da lui fatti chiamare, nel grande cortile di casa sua e lo trova quasi zeppo di ogni genere di ammalati, fra i quali molti greci, romani ed egizi, tutti questi chiesero di essere ammessi alla Mia presenza affinch li risanassi. 4. Ebal per indic loro gli alloggi, fece servire ciascuno, secondo le proprie necessit. Fatto questo, egli ritorn nella nostra sala e disse: Sia lodato Dio! Per oggi questi qui sono a posto e mi hanno causato poca fatica e lavoro, se almeno tali furfanti da Gerusalemme fossero stati provvisti in uguale misura! Non sar cos facile venirne a capo!. 5. Mentre Ebal, dopo che in vista dellimminente arrivo dei farisei e degli scribi, ebbe disposto qua e l delle sentinelle per annunciarne larrivo, stava ancora cos fantasticando assai poco di buon umore, ecco gi presentarsi un servitore, il quale, con grande spavento di Ebal, avverte che la carovana preavvisata ormai giunta. Ebal si affretta ad uscir fuori, per ricevere i nuovi arrivati e le due mogli e le figlie anziane lo seguono per dargli una mano; i figli di Ebal se ne vanno essi pure e la Mia diletta Giara resta sola presso di Me. 6. Il comandante, che pure seduto presso di Me, dice: Se fossi io al posto di Ebal, saprei bene cosa fare adesso! Ordinerei ai miei servitori di pigliare questa genia e di frustarla di santa ragione, dato che non sarebbe sicuramente la prima volta che tocca a loro questa specie di accoglienza, perch non sarei affatto disposto a far molte parole con loro! E se venisse loro la malinconica idea di entrare dove siamo noi, mi riservo in ogni caso di giocare loro un tiro da farli tremare nel corpo e nellanima pi che con una febbre maligna. Io domander a questi bricconi per ordine di chi si sono permessi di avvicinarsi, mentre notte profonda, ad una localit dove si trova una guarnigione romana e dimostrer loro come, in tali casi, ogni comandante di presidio abbia il diritto di arrestare e di deferire ad un severo tribunale chiunque, a prescindere dal ceto o dalla religione che professa, se non in grado di dare delle giustificazioni ben valide! Io non intendo affatto
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attuare tutto ci nei loro riguardi, ma voglio tuttavia suscitare nelle loro perfide teste uno spavento tale per cui il sudore dangoscia dovr scorrere loro gi fino alle calcagna! 7. Gli dico Io: Amico, fa pure come vuoi, poich da parte Mia non ti verr posto alcun limite, ma se tu vuoi iniziare qui una procedura, necessario che te ne vada fuori e che tratti con loro direttamente la cosa, in presenza di alcuni dei tuoi ufficiali in sottordine! 8. Dice il comandante: Lascia, o Signore, che me ne curi io, perch le mie leggi e i miei diritti so applicarli e farli valere in ogni occasione!. 9. Detto questo, egli chiama subito il suo attendente, che faceva guardia nellatrio. Questi si present prontamente nella sala, in attesa degli ordini del comandante. 10. E questi cos gli parl: Fa che il corriere si rechi immediatamente al campo, per trasmettere al sottocomandante lordine di mandare senza indugi qui 30 uomini! Va!. A queste parole la sentinella parte allistante ed entro dieci minuti ecco gi annunciarsi al comandante il sottufficiale con i trenta soldati, la cui venuta non era stata affatto avvertita dai farisei, ancora vocianti sulla via, i quali, come al solito, non intendevano rinunciare alle cerimonie, alle lodi ed agli omaggi. Ed il sottufficiale chiese al comandante quali fossero gli ordini e che cosa si avrebbe dovuto intraprendere. 11. Ora il comandante rispose: Per il momento, niente di importante, si tratta, pi che altro, di mantenere il prestigio di fronte ai forestieri, i quali, dato che ignorano la legge romana circa i campi militari, dovranno venirne edotti da noi come si deve. Tenete qui, dunque, un contegno tranquillo e serio e fate attenzione al mio minimo cenno! Cos sia fatto!. 12. Dopo poco Ebal spalanca la porta della sala e fa entrare una ventina tra farisei e scribi. inutile menzionare che i venti erano accompagnati da numerosi servitori e conducenti dasini ed altre bestie da soma per il trasporto del bagaglio e delle persone. I servitori, gli animali ed i bagagli vennero alloggiati, mentre i farisei e scribi, quando furono definitivamente entrati nella sala, passarono sommariamente in rassegna coloro che gi vi si trovavano e domandarono allalbergatore cosa stessero a fare l i militi romani. 13. Ed Ebal rispose: Probabilmente avranno avuto sentore che voi sareste arrivati e saranno venuti per rendervi il dovuto onore! 14. Dice uno dei farisei: Questa non veramente lusanza dei romani! Per, comunque stiano le cose, noi abbiamo fame e sete; facci dunque portare da mangiare e da bere!. 15. Ebal subito requisisce tutta la gente che c in casa, ad eccezione di Giara, ed in poco tempo una grande mensa ben che preparata per i suoi ospiti. 16. I farisei si lavano le mani e poi si precipitano sulle vivande; in breve tutto consumato e buone sessanta coppe di vino sono vuotate. Il vino per scioglie loro la lingua e cominciano a chiacchierare e a domandare di una cosa e dellaltra, e non passa molto che rivelano qual veramente lo scopo del loro
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viaggio e tentano di avere delle informazioni sul Mio conto, dicendo: Qui voi ne sapete qualcosa di un certo vagabondo che dovrebbe essere nativo di Nazaret? Questuomo, a quanto si dice, falegname di professione, pare che si aggiri praticando magie inaudite, diffondendo una nuova religione, risanando gli ammalati, evocando gli spiriti e sobillando il popolo contro il Tempio e contro limperatore! Per queste ragioni noi siamo diretti a Nazaret per procedere l ad una minuziosa inchiesta riguardo a tali fatti, ma siccome corre voce che si vada aggirando per tutta la Galilea, voi dovreste forse esserne al corrente e saperne qualcosa di pi esatto!.

118. Capitolo Scena fra il comandante ed i templari. 1. Allora interviene il comandante, il quale dice: LUomo di Cui vi preme avere informazioni, io lo conosco molto bene e sono a conoscenza di tutti i fatti Suoi, non escluso quello da Lui compiuto saranno appena poche settimane fa nella localit di Chis, dove appunto Egli, tramite il Suo Spirito divinamente profetico, ha rivelato al giudice superiore Fausto che i prodotti delle imposte imperiali ed altri tesori provenienti dal Ponto e dallAsia Minore fossero stati sottratti da gente del vostro stampo, nella maniera pi astuta e vergognosa, alla carovana romana incaricata del trasporto, cosa questa che ha messo il governatore Cirenio nel pi grave imbarazzo ed in gravissimo pericolo tutta la Galilea, anzi tutto il Regno della Giudea. 2. Ed appunto a questo Ges tanto il governatore quanto il Regno della Giudea devono e voi pure dovete, se oggi voi stessi siete ancora in vita! Infatti, se i denari dellerario imperiale rapinati dai vostri pari non fossero stati, per lintervento di Ges, scoperti, tutto il paese sarebbe stato posto a contribuzione di guerra e tutti i tesori della Giudea non sarebbero bastati a scontare il crimine perpetrato! E se la cosa passata sotto silenzio e cos bene, per voi e per i vostri pari a Gerusalemme, nonch in tutta la Giudea, voi dovete esserne grati unicamente a Ges, il pi grande e saggio e potente profeta; ed supremamente ingiusto ed iniquo il vostro affannarvi a perseguitare un uomo al Quale voi tutto ormai dovete, anche la vita. 3. Per, quello che ora avete asserito, che cio intendete andare a Nazaret per inquisire riguardo alla persona di Ges e per eventualmente impossessarvi di Lui come del pi grande malfattore, io vi dico che tutto ci si basa su false premesse e che Egli tuttaltro che un delinquente e non sobilla nessuno n contro di voi n, meno ancora contro limperatore, altrimenti, come a me in segreto consta con tutta certezza, Cirenio non sarebbe Suo amico! 4. Ma adesso passiamo ad altro, miei cari signori del Tempio! Voi molto probabilmente saprete che qui a Genezaret si trova gi da alcuni anni, senza interruzione, un campo militare romano e che per conseguenza ogni persona,
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indistintamente, di qualunque condizione o paese sia, deve aver con s un lasciapassare ben vidimato da unautorit romana, qualora voglia attraversare senza incidenti la localit di guarnigione. Dunque, io vi prego, tanto pi che siete arrivati qui di notte, di mostrare i vostri documenti, in mancanza dei quali io, nella mia carica di capo e comandante militare di questa localit, come pure di tutta questa regione, dovrei dichiararvi prigionieri; domani poi sareste pubblicamente flagellati e verreste infine rimandati a Gerusalemme con le precauzioni prescritte! Fatemi dunque il favore di esibire i vostri lasciapassare e ci in ossequio alla legge! 5. Dice il capo dei farisei: Signore, io stesso, che sono uno fra i principali di Gerusalemme, sono un lasciapassare vivente per tutti e di altri documenti noi non abbiamo bisogno! Infatti come tu sei un capo, altrettanto lo sono anchio e, grazie al privilegio imperiale, posso viaggiare di giorno e di notte per tutta Israele! Noi siamo degli unti del Signore e guai a chi osasse mettere le mani su di noi! 6. Dice il comandante: Il privilegio imperiale contempla solo il caso delle localit dove non c un presidio, ma dove, come nel nostro caso, esiste un campo militare aperto, il privilegio imperiale non pi valido!. 7. Dice il fariseo: Una legge simile non stata mai ancora portata a nostra conoscenza e perci non potevamo neppure osservarla, perch non siamo tanto idioti da trascurare, prima di metterci in viaggio, di provvederci di tutto quello che necessario alla nostra sicurezza. Per, se questi documenti proprio qui occorrono, noi mandiamo subito dei messaggeri a Gerusalemme e domani, a questora circa, i lasciapassare che richiedi saranno nelle tue mani 8. Dice il comandante: Non c bisogno che vi prendiate questo disturbo, perch sta a me credere o meno alle vostre asserzioni. Io mi limiter a tenervi bene docchio e qualora dovessi accorgermi di una minima cosa sospetta da parte vostra, vi faccio immediatamente arrestare. Per ora, frattanto, fino a quando vi tratterrete qui, siete sottoposti a rigida sorveglianza militare, il drappello di guardia vi scorter poi fino al confine di questo territorio e voi sarete tenuti a sborsare le spese fissate in cento denari dargento. Se invece voi aveste con voi i documenti prescritti, sareste esenti da qualsiasi spesa! 9. Dice il capo dei farisei: Siccome a noi non permesso portare denari, allora pagher per noi il padrone dellalbergo, perch, vedi, la Terra di Dio e noi ne siamo i servitori diretti ed abbiamo da parte di Dio il diritto di considerare nostra tutta la Terra e di mietere dappertutto, anche l dove non abbiamo seminato! Questo lo sa ogni israelita, che tutto ci che egli possiede un possesso che egli detiene quale un prestito da parte nostra, il quale gli pu venire ritolto in ogni momento. E per tale semplicissima ragione anche, in tutta Israele, l dove andiamo noi, non possiamo mai essere forestieri, ma siamo invece, per autorizzazione divina, i soli e veri proprietari di ogni casa,
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terreno o campo e di ogni danaro o tesoro che sia e noi possiamo quindi benissimo ordinare ad Ebal di pagare per noi i cento denari, perch egli, in fondo, li ha raccolti sul nostro terreno e sul nostro possesso! E se egli non volesse farlo, potremo dare tutte le sue propriet ad un altro il quale non bader ai cento denari! 10. Ma, poich Ebal si sente interessato molto da vicino dalla cosa, apre infine anchegli la sua bocca ed osserva: Signore mio! A questo riguardo voi siete un po in errore, perch, in primo luogo, questa localit da tempo immemorabile un territorio franco, dove, allinfuori di Dio e dellimperatore, nessuno ha il diritto di esigere qualche cosa; in secondo luogo, poi, quello che qui figura mio invece di propriet della mia seconda moglie, la quale era figlia unica e greca di nazionalit ed diventata ebrea in seguito al suo matrimonio con me. Dunque, tutti i grandi possessi che figurano miei appartengono di fatto alla mia seconda moglie e, dopo di lei, alle sue figlie. Perci io non ho nulla di mio e da me non pu venir preteso niente; ne consegue che i cento denari dovrete ben pagarli voi stessi. E se a me non volete credere, domandate qui al capitano, il quale rappresenta per me lunica autorit ed egli non potr che confermarvelo. 11. Il comandante, accennando a confermare questa asserzione, interviene subito: S, s, le cose stanno precisamente cos! Voi stessi pagherete i cento denari dargento. Qui non servono n preghiere n ulteriori discussioni, perch io solo sono chiamato ad ordinare e ad esigere! 12. Dice il fariseo: Ma se mandiamo immediatamente a Gerusalemme un messo, che nello stesso tempo anche un buon cavaliere, egli potr essere qui di ritorno domani verso mezzogiorno con i documenti necessari! 13. Obietta il comandante: Questo indifferente! Infatti i cento denari dovete pagarli gi per il fatto di essere arrivati qui senza i lasciapassare prescritti, perci qualunque altra parola sullargomento inutile e superflua 14. Dice il capo dei farisei: Ma noi non abbiamo denaro con noi, perch non ne portiamo mai quando siamo in viaggio. Questo modo di procedere legge per noi! Perci, dove dobbiamo prenderli ora i denari? 15. Risponde il comandante: Non vi preoccupate, sar mia cura il farli saltare fuori! Dove non c denaro, subentra il diritto di pegno. Le vostre cose che, come ho inteso, viaggiano con voi, varranno bene i cento denari! 16. Dice il capo dei farisei: Oh, valgono anche mille volte tanto, ma si tratta di cose tutte consacrate a Dio e Dio darebbe morte immediata a chi osasse toccarle! Di conseguenza tu non potrai toccare tali cose e meno ancora appropriartene!. 17. Dice il comandante: Eh, via, la cosa non sar tanto terribile! Noi faremmo una prova e ci persuaderemo se le vostre cose consacrate a Dio sono davvero tanto pericolose 18. Allora tutti i farisei si mettono a gridare; No, no, no! Noi vedremo di mettere assieme i cento denari, la nostra gente dovrebbe avere qualcosa con s!.
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19. Detto fatto, uno dei farisei esce subito e rientra portando con s una borsa con i cento denari, la consegna al comandante il quale la consegna al sottufficiale; questi poi conta il denaro. Dopo aver constatato che limporto giusto, il comandante ordina al sottufficiale di mettere il denaro nella cassa dei poveri peccatori, cosa che il sottufficiale esegue subito. 20. Ma il capo dei farisei dice: qui unusanza singolare, quella di mettere il denaro consacrato nella cassa dei poveri peccatori, mentre noi dopo tutto siamo servitori di Dio! Non sai tu, dunque, che colui che offende un servitore di Dio, offende anche Dio?. 21. Risponde il comandante: Che mi importa del vostro Dio? Io sono romano e so quello che so e quello che credo, per il Dio cui ora voi servite non e non sar mai il mio Dio! Per me voi siete fra i peccatori i pi grossolani e perci anche giusto che il denaro da voi consacrato al vostro Dio vada a finire nella cassetta dei poveri peccatori! Avete capito? 22. Risponde il capo dei farisei: S, o signore, noi lo comprendiamo, come pure comprendiamo che abbiamo a che fare con un pagano ostinato, il quale come tutti i tenaci romani ha il pi profondo disprezzo per noi e per la nostra religione! 23. Dice il comandante: Non tanto profondo come voi supponete, perch anche noi conosciamo la bont dellantica, vera religione mosaica, ma i vostri nuovi principi e la vostra stessa mancanza di fede ed i vostri molteplici inganni, che gridano vendetta al Cielo, noi li disprezziamo tre volte pi della morte stessa! Infatti presso di voi non c pi la bench minima traccia del vecchio giudaismo; a voi non sono rimasti che i nomi. Ma dove sono ora le opere eccellenti di coloro dei quali voi siete i discendenti ed i quali hanno dato al popolo la dottrina e le leggi savie? Io so molto bene quale aspetto un giorno aveva la vostra Arca dellAlleanza, ma come essa al giorno doggi? Dov lo Spirito di Dio che un giorno si librava sopra di essa? 24. Dice il fariseo: Tutto sempre cos comera ai tempi di Aronne! 25. Dice il comandante: Eccome no! Ascoltate: saranno appena tre anni che io stesso sono stato nel vostro cosiddetto Santissimo e, per essere pi precisi, dietro esborso di settecento denari dargento; ma che cosa hanno percepito i miei occhi ed il mio naso? Una cassa di ferro posata su di un piedistallo, dal cui mezzo divampava una fiamma molto chiara dolio minerale e lodore piuttosto ripugnante che esalava non ha quella volta troppo stimolato gradevolmente le mie narici! I ben noti amministratori della cosiddetta arca dellalleanza erano certamente molto pi giovani di Mos e di Aronne ed il mio borsellino ne fu non poco rattristato per averlo io alleggerito a motivo della vostra stoltezza e dei vostri imbrogli! Dunque, perfettamente inutile che voi perdiate altro fiato con me a questo riguardo, perch io sono uno di quelli che vedono molto lontano e molto profondamente nei vostri inganni!
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Sappiatelo bene voi, se con quanto oggi a mia conoscenza io fossi limperatore, farei gi domani mettere a ferro e fuoco tutto il Tempio! Ed appunto una vostra fortuna che io non sia limperatore, ma quello che non vi far limperatore, non mancher di farvelo sentire il suo prossimo successore! 26. Dice il fariseo: Signore, se tu sai queste cose, io ti prego di tacere a causa del popolo, perch, se tali notizie si divulgassero fra il popolo, noi avremmo da temere linsurrezione pi incontrollata! 27. Dice il comandante: Non c niente da temere per questo motivo, poich non c quasi pi un galileo che non sia a conoscenza di simili condizioni del Tempio e non c di conseguenza neppure da parlare lontanamente di una insurrezione popolare! Del resto siamo gi noi romani abbastanza forti qui per soffocare gi alla radice qualsiasi tentativo del genere! 28. Ed il capo dei farisei, volendo concludere, dice: Dunque, signor mio, noi abbiamo ormai pagato e tutto pareggiato, perci lasciamo stare questo argomento. Se tu per conosci qualche particolare circa il famigerato mago Ges, facci il favore di dirci cosa si debba pensare di lui, della sua discutibile dottrina e delle sue opere, affinch noi si possa fare qualche comunicazione in proposito al Tempio! 29. Risponde il comandante: Vi ho gi detto prima che Lo conosco benissimo e che gi da lungo tempo Lo avrei fatto arrestare, se fosse trapelata la bench minima cosa che desse adito a sospettare uninsurrezione; invece ho attinto la convinzione che si tratti di una cosa diametralmente opposta e non posso che rendere di Lui la pi bella testimonianza. Se foste voi come Lui , Gerusalemme sarebbe per tutti i tempi la prima ed eterna citt di Dio e lo Spirito dellOnnipotente aleggerebbe ancora sullarca come al tempo di Aronne, invece voi siete il Suo esatto opposto, e perci n la vostra citt n il vostro Tempio potranno sostenersi ancora per lungo tempo! Questo riferite ai vostri colleghi, affinch sappiano su quali fondamenta sabbiose poggiano la loro citt ed il loro Tempio! Domani, tuttavia, avrete occasione di vedere e di udire altro ancora su questo argomento, per oggi intanto fareste meglio ad andare a dormire! 30. Osserva il fariseo: Noi resteremo qui seduti a tavola, perch le tue parole molto significative ci hanno per molti giorni levato il sonno. Chi pu chiudere occhio, lo faccia pure; io, per mio conto, rester certamente pi che sveglio! L, in quellangolo della tavola, vedo che c ancora unospite con una fanciulla! Chi ? Dobbiamo avere considerazione, oppure un tuo prigioniero assieme alla fanciulla? Forse anche lui arrivato qui senza lasciapassare? 31. Risponde il comandante: inutile che vi informiate sul Suo conto; Egli sta sotto la mia protezione! Spero tuttavia che domani potrete conoscerLo un po pi da vicino.
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119. Capitolo La potenza dellamore. 1. Allora nessuno dei farisei apre bocca. 2. Io per Mi alzo da mensa, saluto il comandante e questi ricambia con grande calore il Mio saluto e Mi accompagna assieme a Giara, ad Ebal e alle sue mogli ed agli altri figli in unaltra stanza dov preparato per Me un eccellente giaciglio. 3. Ma Io dico al comandante: Se voi tutti volete restarvene presso di Me lintera notte, rimanete; se per volete andare a riposare, potete pure fare cos. Ma chi rimane, non perci sentir domani la mancanza del sonno. Del resto tu, da vero amico Mio, hai molto bene impostata la discussione con i farisei, essi sono ora dominati da un grande timore e la tensione danimo in cui si trovano far s che essi conteranno i granelli della loro clessidra ed attenderanno con grande impazienza il giorno che sta per venire! 4. stato bene che il vocio abbastanza forte non abbia attirato nella sala da pranzo i Miei discepoli, i quali sono tuttora occupati con i due esseni ed i pochi farisei, ormai gi quasi del tutto propensi a schierarsi dalla parte loro! Altrimenti la cosa avrebbe troppo inopportunamente dato nellocchio! Per cos ho voluto Io che fosse e dunque altrimenti non poteva essere! Ma cosa poi far della Mia carissima Giara? Questa fanciulletta non Mi abbandona mai! 5. Dice la piccola: Signore, fino a tanto che Tu rimarrai qui da noi, Giara non si scoster dal Tuo fianco e se fosse possibile che Tu morissi, essa morirebbe con Te! Ma quando Tu lascerai la nostra casa e Giara non potr venire con Te, essa rimarr qui sospirando e pregher tanto il Padre, che dimora nel Tuo cuore, affinch Egli Ti riconduca a lei, perch ormai senza di Te Giara non pu pi vivere! 6. Allora dico Io: Ecco! Quest davvero un bel esempio del come si deve amare Dio, per venir da Lui riamati con uguale fervore! Certo, lAmore divino abbraccia tutto ed in questo Amore non c in eterno n ira n vendetta, per vi sempre una grande differenza nel modo in cui una creatura umana amata da Dio. Fino a tanto che luomo respira e vive, quest la prova che Dio gli dona vita in forza del Suo Amore, altrimenti egli sarebbe completamente morto gi da lungo tempo. 7. Ma chi ama Dio come questa fanciulla, costui costringe Dio a venire a lui ed a prendere dimora nel cuore amoroso delluomo! E Dio infatti viene e mediante il Suo Spirito prende dimora nel cuore che Lo ama sopra ogni cosa ed un tale uomo ha con ci la vita eterna gi in s ed compiutamente una cosa sola con Dio! 8. Certo, non a tutti dato di poter amare Dio con tanta intensit, com il caso di questa Mia dilettissima Giara, tuttavia ciascun uomo pu amare Dio con tutte le sue forze e Dio perci anche ne ricolmer il cuore con il Suo Spirito e con la Sua grazia e non lo lascer mai in eterno precipitare nellabisso.
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E se anche incespicher, gli verr sempre dato soccorso e la vita eterna sar in lui e vi rimarr per sempre. 9. Ed ora, Mia carissima Giara, poich tanto Mi ami, bisogna che tu ci racconti qualche piccola e bella storiella, perch Io so che di storielle belle e buone tu ne conosci in gran numero!. 10. Dice Giara, con un grazioso sorriso infantile: Oh Signore, Ti prego di risparmiarmi questo! Infatti, accanto alla Tua infinita sapienza, il mio racconto dovrebbe certo apparire troppo sciocco! 11. Le dico Io: No, no, Mia diletta Giara, ci non deve renderti perplessa, perch da Me soltanto puoi attenderti ora e sempre la massima indulgenza! Pensa che Io comprendo il pianto dei bambini nella culla, per non parlare del loro linguaggio! Tu talvolta fai dei sogni strani, dunque sii buona e raccontami uno di questi tuoi sogni!. 120. Capitolo I sogni di Giara in rapporto alla crocifissione e risurrezione del Signore. 1. Dice Giara: Oh, a questo riguardo io posso certamente raccontare qualcosa, ma di solito i miei sogni sono terribili e mi mostrano gli uomini del mondo in tutto il massimo orrore del loro essere, allora invece di uomini io vedo altrettanti demoni! Cos ora non molto che io ho avuto un sogno. Io vidi una magnifica figura di uomo, il quale somigliava molto a Te, o Signore, e questuomo era legato con delle corde come un malfattore. 2. Io domandai a coloro che lo seguivano piangendo che cosa avesse potuto mai fare di male quel bellissimo uomo per venire cos maltrattato dagli uomini del mondo. E coloro che piangevano mi risposero tutti ugualmente: Egli era un potente benefattore dellumanit, mai Egli commise uningiustizia e la pi pura verit fluiva come il miele dalla Sua bocca. Ma troppe verit Egli ha detto ai farisei avidi di dominio e di beni mondani ed essi Lo hanno fatto condannare a morte sulla croce dal debole prefetto di Roma. Ora essi Lo conducono al luogo del supplizio. Vieni con noi e vedi con quale ricompensa viene ripagato dagli uomini perfidi e saturi di egoismo il maggiore e pi sincero benefattore che lumanit abbia mai avuto!. 3. Ed io andai con coloro che facevano cordoglio su di un monte basso e scorsi quellUomo tutto sanguinante per i colpi di flagello ricevuti e sul Suo capo gli posero una corona di spine per accrescerGli il martirio, e poi Lo vidi trascinare una pesante croce. Giunti al luogo del supplizio, Egli venne denudato e come una bestia selvaggia fu gettato senza misericordia sulla croce e presero dei chiodi acutissimi e, con questi, venne inchiodato sulla dura croce, per le mani ed i piedi, nella maniera pi crudele! Oh Signore, questo fu per Te uno spettacolo ben terribile! Quando io solo penso a questo sogno, mi pare di perdere i sensi! Poi la croce venne rizzata entro una buca gi pronta e fu fissata solidamente.
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4. La cosa pi singolare fu per che quellUomo, oltre ogni dire perfetto, nonostante il martirio tanto atroce, non fece udire un solo lamento, mentre altri due, che erano stati pure crocifissi, ma in modo molto meno crudele, emettevano urla e lamenti spaventosi! 5. A questo punto io mi destai, ma il mio corpo tremava tutto! Signore, un sogno simile non uno scherzo per un cuore di fanciulla tanto sensibile come il mio! Allora mi misi subito a pregare il buon Padre nel Cielo che non mi mandasse pi di tali sogni tanto cupi e tormentosi, ed infatti fino ad ora non ho pi fatto sogni cos cupi! vero che mio padre mi ha sempre detto che i sogni sono soltanto dei fantasmi vani e che dipendono dal sangue pesante. possibile che sia davvero cos! Ma se avessi un sangue tanto pesante, dovrei pure io essere pi lenta di quanto sono, invece di solito sono una ragazza vispa ed allegra. Come posso perci avere un sangue pesante e guasto? 6. Ed Io, al racconto della fanciulla che era rimasta alquanto turbata, le dissi: No, no, Mia dilettissima Giara, il tuo sangue lieve come letere, per il tuo sogno ha un significato immenso! Ed ora non parliamone pi; il tempo ti sar maestro a tale riguardo. Ma beata sei tu, che hai visto in sogno tutte queste cose, perch ben pochi sono stati i profeti a cui fu concesso di vedere qualcosa di simile nelle loro visioni. 7. Molte cose sono nascoste agli uomini di questa Terra. Il grande Perch lo sapranno solo nellAldil. Ed ora raccontaMi ancora un altro sogno che tu hai fatto tre giorni dopo il primo e che riguardava sempre lo stesso Uomo 8. Dice Giara: Oh, questo lo racconto molto pi volentieri, perch infinite volte pi bello. Io mi ritrovai dimprovviso, apparentemente molto di buon mattino, in un giardino bellissimo, dal quale purtroppo potevo distintamente vedere il luogo del supplizio apparsomi nel sogno precedente. Quella vista riemp la mia anima dangoscia grande, cos che in sogno cominciai a supplicare il buon Padre nel Cielo che mi risparmiasse una seconda volta una simile visione, perch malauguratamente distinguevo ancora le tre ben note croci rizzate sul luogo del supplizio! 9. Ma ecco che tutto di un tratto mi si avvicin un giovinetto di meravigliosa bellezza, il quale mi confort e mi consol con delle parole che mi sono rimaste molto bene impresse nella mente e sono: Non temere, o anima buona e pura! Quello che tu hai visto tre giorni fa, doveva cos avvenire, secondo il consiglio di Dio, altrimenti nessuno avrebbe mai potuto giungere a beatitudine, n mai pi alla contemplazione di Dio. Quegli che fu crocifisso era il Figlio di Dio e Dio era in Lui. Ma ora, dopo tre giorni, questo Figlio di Dio, per Sua propria ed assoluta potenza, risorger dalla morte della Sua carne divina e prender poi a regnare su tutto lInfinito e la Sua Signoria ed il Suo Regno non avranno mai pi fine e, dinanzi al Suo Nome, si piegheranno ogni potenza e forza, e ci che non vorr piegarsi, sar lasciato andare in perdizione da Lui. Per adesso lultimo e beatificante istante si avvicina, perci fa attenzione alla pesante pietra sepolcrale suggellata!.
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10. E quando il giovinetto ebbe finito il suo discorso, ecco, la grande pietra del sepolcro si sollev da se stessa, e dal sepolcro io vidi sorgere sereno, ma tuttavia pieno di maest nellaspetto, precisamente quello stesso Uomo che io avevo visto tre giorni prima crocifiggere in maniera tanto crudele. Io scorsi perfino le stimmate sulle Sue mani ed ai Suoi piedi e non dubitai neppure un istante solo che fosse veramente Lui. 11. E quellUomo mi si avvicin e mi disse, con voce dolcissima: Ci che tu hai visto in sogno, non che unimmagine di quanto accadr ben presto nella realt. Per tu Mi vedrai nella realt, prima ancora che tutto ci avvenga e pi spesso, poi, dopo la Mia risurrezione. Dopo aver inteso queste parole, io mi ridestai e molto ho pensato poi riguardo a questa visione. Ma finora, ad eccezione della Tua Persona, io nella realt non ho visto ancora nessuno che somigliasse a quellUomo! 12. Dico Io: Chiss, forse Io Stesso Lo sono! Ma ora lasciamo stare questo argomento e vediamo di disporre le cose per il giorno che viene.

121. Capitolo Conversazione tra il comandante Giulio e il Signore sulla malvagit dei templari. 1. (Il Signore:) I farisei che per causa Mia hanno intrapreso il viaggio fino a qui e che il nostro amico ha indotto a pi miti consigli in una maniera saggia davvero, tenteranno domani di metterMi alle strette, quando Mi avranno riconosciuto, ma Io per la prima volta dir loro in faccia tutta la verit. 2. Gli ammalati che sono qui e gli altri che ancora verranno, non dovranno che toccare il lembo del Mio mantello per venire guariti. I Miei discepoli poi dovranno prendere la colazione senza lavarsi le mani e questo baster per far uscire dai gangheri questi farisei e scribi veramente irriducibili. In seguito a ci essi inizieranno subito con le loro solite domande inquisitorie, ma allora sentiranno da Me delle risposte che riusciranno loro molto pi acide ed amare dellaceto e del fiele che essi usano dare ai condannati per spegnerne la sete. E adesso le due ore che mancano ancora al mattino le passeremo in silenzio. 3. I Miei discepoli sono ormai anchessi andati a riposare assieme ai due esseni, che per non sono pi tali, ed ai pochi farisei e scribi; essi hanno compiuto un bel lavoro, perch li hanno guadagnati tutti alla Mia causa. I due altri giovani farisei, Pilah e Acheb, il primo da Chis ed il secondo da Gesaira, ambedue oratori scelti e persone calme e prudenti, sono gi da tempo Miei discepoli. Questi due, arrivati qui appena ieri mattina, si sono subito uniti ai Miei discepoli, tutti pescatori allinfuori di tre, e non hanno ancora la necessaria scioltezza di linguaggio; e cos i due giovani farisei prestano eccellenti servizi.
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4. E tu, Ebal, va adesso di l e d ai Miei discepoli di non lavarsi le mani domattina prima di toccare il pane della colazione ed agli altri farisei e scribi convertiti ed ai due esseni che si tengano frattanto nascosti finch quelli di Gerusalemme non saranno di nuovo partiti, soltanto dopo potranno uscire fuori ed Io impartir loro la Mia benedizione. Se poi vorranno cambiare la veste e rimanere presso di Me, oppure se preferiranno restare esteriormente quello che sono stati finora di fronte agli uomini, una scelta che devono fare loro. Va dunque, e riferisci questo ai discepoli e agli altri!. Ed Ebal immediatamente si allontana e procede esattamente come Io gli ho indicato. Tutti glinteressati si dimostrano lieti di avere notizie da Me e promettono di osservare puntualmente tutto secondo le istruzioni fatte loro pervenire. 5. Ebal poco dopo di ritorno e riferisce della buona accoglienza che ha trovato il suo incarico ed anche qui tutti sono soddisfatti ed il comandante esclama: Io mi rallegro oltremodo di quello che ci porter la giornata di domani, per aggiungo pure ed a ci minduce del tutto particolarmente anche il sogno straordinario avuto della nostra carissima Giara che con quei figuri io non intendo scherzare. Qualora volessero ricorrere alle frottole, io li faccio frustare, cos da far scorrere a rigagnoli il pessimo sangue sulle loro schiene. Infatti la frusta della parola troppo poca cosa per questa gente inumana e non fa che maggiormente incitarli alla vendetta, mentre una flagellazione effettiva ed energica contribuir molto a smorzare il loro ardore malvagio. Non certo che ancora lo far, ma neppure del tutto escluso! 6. Potrebbe accadere molto facilmente, se ci fosse anche un solo lieve barlume di possibilit che quei figuri, assieme ai loro aiutanti, tentassero davvero di procedere verso di Te, o Signore ed amico, per filo e per segno cos come ha visto nel suo primo sogno questa fanciulla! Io dico che basta una scintillina di possibilit che si verifichi quanto detto sopra e oltre a ci aggiungiamoci anche il prefetto Ponzio Pilato che ha unestrema debolezza femminea e loro Ti inchiodano come se niente fosse alla traversa [della croce]! 7. Ah, se fossi io il prefetto di Gerusalemme, vorrei vedere se qualcuno si azzardasse a mettere le mani su di Te! Lo appenderei dieci volte sulla traversa di legno e solo alla decima gli farei spezzare le gambe! Ma io purtroppo ho lordine di stazionare qui e non potrei venire in Tuo aiuto, n lo potrebbero i Tuoi amici, Cirenio e Cornelio! Si deve cominciare dunque, in tempo, a mitigare la perversa arroganza in questa genia, perch ne sia intimorita a dovere ed affinch, se le si presentasse loccasione in seguito, non le riesca cos facile levare le orribili zampe contro uomini divini, quale Tu ne sei uno al massimo grado! 8. Oh, aspettate, aspettate, razza di cialtroni; il giorno che viene far per voi tanto caldo, che dovrete sudare sangue! Quando quei figuri avranno ricevuto qualche dura lezione di tale genere, io sarei tentato di scommettere quasi la met dellImpero romano che essi si dimostreranno pi remissivi nel loro perfido agire, almeno nei momenti pi crudeli di esso, ma prima conviene che la loro lurida e vecchia pelle venga conciata a dovere! Dixi!. (Ho detto!)
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9. Dico Io: Tu certamente puoi fare quello che vuoi, n Io ti dir di non fare cos, poich tu sei uno degli amici pi cari e pi saggi che Io abbia mai incontrato. Tu dimostri un tatto non comune, quando parli ed agisci, per devo dirti che tutto ci non giover a nulla a questa razza perversa, ma invece la render pi perfida e pi scaltra. Infatti, una volta che uno appartiene a Satana, costui gli appartiene del tutto; certo si pu qua e l giungere ancora a qualche migliore risultato usando appunto la sferza della parola, come ora hanno fatto i Miei discepoli e come gi accaduto a Nazaret, dove il preside della sinagoga, assieme ai farisei ed agli scribi, ha accolto la Mia dottrina. Molte volte, per altro, neppure con questo sistema si ottiene qualcosa, e con il tuo sistema, poi, meno che meno! Infatti con la sferza tu cacci s fuori un demonio, ma al suo posto ne entrano altri dieci, ciascuno dei quali, poi, molto peggiore di quello di prima 10. Dice il comandante: Com vero che il mio nome Giulio, io non alzer la sferza ed il flagello contro nessuno prima che non vi sia costretto da una assoluta necessit; ma se comincio, allora guai a chi tocca! 11. Dico Io: Qui hai nuovamente ragione! Bisogna che la pazienza sia esercitata fino agli estremi limiti del possibile, ma quando questi limiti sono raggiunti, bene allora concedere libera azione al tuono ed al fulmine senza ulteriore indugio e risparmio, altrimenti i peccatori potrebbero pensare che si voglia scherzare e giocare con loro come con i piccoli fanciulli!. 12. Dice il comandante Giulio: Questo assolutamente il mio principio! Prima che io infligga una punizione a qualcuno, ci vuole molto, ma se un incorreggibile mi costringe, costui si ricorder bene di essere stato punito da me. Ma adesso sono del parere che il paio dorette che ci restano le potremmo dedicare al riposo, perch il grigiore dellalba comincia gi a mostrarsi! 13. Dico Io: S, facciamo cos, per ciascuno rimanga qui al suo posticino. 14. Allora si fa silenzio e tutti gli occhi si chiudono sotto linfluenza di un sonno breve s, ma dolcissimo e quando lora del risveglio, ciascuno si sente tanto ristorato che gli pare di aver comodamente dormito e sognato tutta la notte su qualche soffice giaciglio.

122. Capitolo Grande guarigione di malati con il semplice tocco del mantello del Signore, (Matt.14,36) 1. Tutti si meravigliano per lefficacia di quel breve sonno ristoratore ed intanto il sole gi comincia ad illuminare le vette dei monti circostanti. Ebal d subito lordine alle proprie mogli di far preparare una buona colazione e le due donne, allora, assieme alle figlie pi anziane, si affrettano ad eseguire lincarico ricevuto, ci che riesce loro tanto pi facile poich le loro dispense si trovano ricolme da cima a fondo.
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2. Nel frattempo i farisei hanno gi completamente occupato la loro mensa, cosicch nessuno avrebbe pi potuto trovarvi posto ed Ebal fece loro anche immediatamente servire la colazione consistente in pane, vino, alcuni pesci arrostiti e miele vergine. Appena essi furono sbrigati, Ebal fece preparare unaltra mensa destinata per Me, i discepoli, il comandante e per Ebal e la sua famiglia. 3. Ma, prima di entrare nella sala, Io incaricai Ebal di far radunare tutti gli infermi che erano in Mia attesa nella vasta camera dei forestieri e di comunicare loro che essi non avrebbero dovuto fare altro che toccare il Mio mantello per venire risanati allistante. Allora Ebal usc fuori ed esegu il Mio ordine. 4. Dopo di che Io feci il Mio ingresso nella sala da pranzo, accompagnato dal comandante, dai Miei discepoli e dalla piccola Giara che non voleva allontanarsi mai neanche di un passo da Me e Mi sedetti a mensa senza badare affatto ai farisei e senza salutarli, cose queste alle quali essi tenevano moltissimo. 5. E quando Io, il comandante ed i discepoli fummo tutti a posto, ecco gi entrare nella sala da pranzo circa duecento ammalati, i quali Mi pregarono di poter toccare il lembo del Mio mantello (Matt.14,36). Ed Io permisi loro di fare quanto Mi avevano chiesto, mentre Io, i Miei discepoli e tutti gli altri facevaMo colazione. Allora tutti gli ammalati si accalcarono intorno a Me e toccarono esteriormente il Mio mantello e tutti quelli che giunsero a toccarlo furono guariti. 6. Per dietro a certi infermi si erano insinuati i farisei e gli scribi rosi dalla gelosia, i quali dissero loro di nascosto: Non toccate la veste di questo nazareno, che ormai sappiamo chi e voi ugualmente guarirete, ed avvenne che quelli che seguirono il consiglio dei farisei e non toccarono la Mia veste, restarono con le loro infermit. 7. E come si furono accorti che il male non li aveva abbandonati, si rivolsero di nuovo a Me e Mi pregarono di permettere loro di toccare la Mia veste. Ma Io li rimproverai e dissi: Siete venuti qui per cercare Me o piuttosto per quei farisei che vi hanno distolto dal toccare il Mio mantello? Che vi aiutino coloro nei quali voi avete creduto; rivolgetevi dunque a loro!. 8. Tali parole, manco a dirlo, non sfuggirono alle orecchie dei farisei, i quali divennero infuocati per lira (Matt.15,1). Questi avanzarono allora subito verso di Me ed il loro capo esclam: Sei tu, dunque, colui a causa del quale noi abbiamo dovuto scomodarci da Gerusalemme per venire a Nazaret?. 9. Io non gli do affatto risposta, ma il comandante, che sedeva alla mensa vicino a Me, e precisamente alla Mia destra, risponde con voce tonante: S, Costui Lo , e voi miserabili non sarete mai in eterno degni di guardarlo in faccia! Perch avete distolto questi poveretti dal toccare la Sua veste? Anchessi, come i loro compagni, avrebbero potuto riacquistare la salute! O cani rognosi, ma non sapete proprio fare altro a questo mondo che seminare la sventura fra gli uomini, quando se ne presenti loccasione?.
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10. Allora Io faccio cenno al comandante di moderarsi, per evitare scenate spiacevoli! 11. Ed il comandante si frena, ma tuttavia impone al capo dei farisei, con tutta seriet, di dichiarargli con tutta sincerit il motivo per cui ha sconsigliato alcuni fra gli ammalati dal toccare la veste del divino Maestro, in modo che anchessi, come gli altri, avrebbero potuto venir guariti! 12. Ed il capo risponde, non senza imbarazzo: Con ci noi non abbiamo voluto altro che attingere lassoluta convinzione che veramente sarebbero stati guariti soltanto quelli che avessero toccato la veste. Ma oramai siamo davvero persuasi che soltanto coloro che hanno toccato la veste del Maestro hanno riacquistata la salute e noi non ci opponiamo pi al fatto che essi facciano quello che pu liberarli dai loro mali!. 13. Allora quelli che erano rimasti infermi si levano e dicono: Oh, se non fossimo tanto ammalati, miseri e deboli, per la vostra prova fatta a nostre spese, per constatare se anche senza toccare la veste del divino Salvatore noi saremmo guariti, noi vi daremmo una tale ricompensa da potervene ricordare per tutta leternit! Ma differire non vuole dire ancora revocare, con laiuto di Dio verr bene il giorno in cui anche noi ritorneremo sani ed avremo ancora occasione di incontrarci in qualche luogo. State bene attenti a quello che faremo di voi!. 14. Io per dico agli ammalati: Sia lontano da voi ogni proposito di vendetta! Se volete che Io vi aiuti, bandite ogni sentimento di ira e di rancore dal cuore!. 15. Esclamano allora gli ammalati: Maestro, per amor Tuo faremo tutto quello che mai potrai domandarci, soltanto, o Signore, libera anche noi, poveri di spirito, dai nostri mali!. 16. Ed Io dico loro: Ebbene, avvicinatevi e toccate anche voi la Mia veste!. 17. Essi Mi si avvicinano subito e toccano il lembo del Mio mantello e si trovano dimprovviso completamente guariti. 18. Ed il comandante, eccitato in sommo grado, cos tuon: Dunque, o ciechi veggenti della cosiddetta santa citt di Dio, siete adesso ben persuasi che lUomo, riguardo al Quale andate spargendo le peggiori voci e per inquisire il Quale ed impadronirveNe voi siete usciti fuori, sia proprio quel pessimo soggetto che vi davate ieri la pena di descrivermi?. 19. Risponde il capo ed anche gli altri farisei: Che da lui proceda una influenza o potenza curativa eccezionale, ce ne siamo ora convinti pi che a sufficienza, ma dalla constatazione di tale fatto al dedurre che tutto ci avvenga per una specie di potere divino, molto ci corre, perch noi osserviamo in lui ed in coloro che siedono con lui a mensa che essi non osservano la tradizione degli anziani e, dove questo manca, quanto mai prematuro parlare di un influsso divino!. 20. Dice il comandante: Di simili cose io non me ne intendo affatto, perci chiedetene a Lui Stesso!.
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123. Capitolo Il Signore ed il capo dei farisei. (Matt.15,1-9) 1. Allora soltanto il capo dei farisei si presenta dinanzi a Me e domanda (Matt.15,1): Maestro! Chi sono coloro che siedono con te a mensa?. 2. Dico Io: Sono i Miei discepoli! 3. Chiede ancora il capo: Perch i Tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli anziani? Infatti non si lavano le mani quando prendono il pane! 4. Ed Io, levatoMi in piedi, Mi volsi bruscamente di fronte al capo dei farisei e con voce sonora gli domandai a Mia volta: E voi, perch trasgredite il comandamento di Dio per amor della vostra tradizione? (Matt.15,3). Dio ha comandato in questa maniera: Onora il padre e la madre! Ma chi maledice il padre o la madre sia punito con la morte! (Matt.15,4). Invece voi insegnate ai figli a dire cos ai loro genitori: Quando io faccio unofferta al Tempio per te, o padre, o per te, o madre, questo un vantaggio superiore che non se io ti onorassi continuamente secondo il vecchio costume. E voi dite ad un simile figlio o figlia che cos ben fatto! (Matt.15,5). Ma quale ne la conseguenza? Ecco, questa la conseguenza: ormai quasi nessuno onora pi il proprio padre e la propria madre! E cos avete annullato il comandamento di Dio per la vostra (opportuna) tradizione! (Matt.15,6). Chi ve ne ha dato il diritto? Voi si che potete procedere in tal modo, perch non avete ancora mai creduto in Dio, perch chi morto spiritualmente non ha pi coscienza! 5. Qui interviene di nuovo il comandante e dice: Ah, ah, a questo punto dunque siamo arrivati? Oh, questa una cosa di cui devo particolarmente prendere nota! Una bella razza di servitori di Dio siete voi! Ed perci che voi non potete riconoscere quanto vi di puro e divino nel nostro Maestro e Salvatore. Il vostro Dio, dunque, si limita in primo luogo alla vostra pancia ed ai sacchetti doro e dargento, sempre per la vostra pancia! Bene, bene, ormai vi conosco a fondo; continuate pure la vostra discussione 6. Dice il capo dei farisei: Noi siamo servitori di Dio nellordine di Aronne!. 7. Allora Io esclamo: O miserabili ipocriti! Di voi scrisse e profetizz bene Isaia, (Matt.15,7) quando disse: Questo popolo si accosta a Me con la bocca e Mi onora con le labbra, per il suo cuore ben lontano da Me! Ma invano Mi onorano, insegnando dottrine che non sono che comandamenti di uomini! 8. Dice il capo dei farisei: Con le nostre massime, le quali pur esse sono salutari agli uomini, noi non annulliamo affatto i comandamenti di Dio! 9. Dico Io: Io ve lho gi dimostrato in rapporto a quel comandamento di Dio, volete ancora sentire come voi calpestate nella polvere tutti gli altri comandamenti di Dio e come al di sopra di questi innalzate fino al Cielo i vostri precetti umani? 10. Dice il capo dei farisei: Lascia stare, perch la gente qui molta!
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11. Dice il comandante: Allora in presenza del popolo rendete al Maestro testimonianza che Egli vive ed opera in modo del tutto giusto secondo la Legge di Dio! 12. Risponde il capo: In questo momento non lo possiamo fare, una cosa simile pu essere fatta unicamente di iniziativa del Tempio per mezzo del sommo sacerdote, lunto del Signore!. 13. Dice il comandante: Questo quello che noi romani definiamo con il detto: Ars longa, vita brevis, vale a dire che si vuole, per certe ragioni, tirare pi a lungo che sia possibile, per poi non farne nulla, ma io vi dico, senza alcun riguardo, davanti a tutto il popolo, che per un Maestro come Lo Ges di Nazaret, la vostra testimonianza, per quanto la stimaste la migliore, sarebbe sempre troppo povera e cattiva. Ed io vi dico che, qualora arrivati a casa vostra, nel Tempio, vi azzardaste a fare ai vostri ipocriti colleghi qualche rapporto anche in minima parte equivoco o falso sul conto di Ges, nello stesso istante anchio mander allimperatore a Roma un rapporto nel quale gli esporr, per filo e per segno e con lappoggio di cento testimoni, in quale modo voi ed i vostri colleghi avete organizzato e perpetrato la famosa rapina delle imposte! Dopo ci calcolate che non passer un anno ed il vostro covo infernale sar distrutto cosicch, poi, riuscir difficile rilevare dove una volta sar esistito! Tenetevi tutto questo bene a mente, perch quello che un romano promette, anche lo mantiene, dovessero andare in rovina Cielo e Terra. Fiat justitia, pereat mundus! (Sia fatta giustizia, perisca pure il mondo!). Mi avete compreso?.

124. Capitolo Severo discorso di Giulio sulla benedizione del Signore. 1. A queste parole del comandante Giulio, i farisei si ritirano completamente storditi e si consigliano tra di loro riguardo di quello che sarebbe stato opportuno fare. Luno dellopinione che infine bisognava rilasciarMi la testimonianza richiesta dal comandante. 2. Ma il capo obietta: Come possiamo farlo, se egli disprezza e calpesta le leggi del Tempio? Ma se anche lo facessimo per salvare le apparenze e il resto non ci giover a nulla, perch, a tempo debito, salterebbe fuori la testimonianza resa da noi e tutta la colpa e la pena allora cadrebbero su di noi! Risolviamoci piuttosto a mantenere la promessa che il comandante ci richiede, perch, se anche poi venisse qualche imbroglio, avremmo una buona ragione per scusarci di fronte ai nostri superiori!. Tutti i farisei accettano questo consiglio e finiscono con il restarsene quieti e silenziosi. 3. Allora Io Mi alzai di nuovo e, rivoltoMi al capo dei farisei, gli dissi in tono severissimo: Dunque, per linosservanza dei vostri precetti umani dimentichi di Dio, tu non puoi e non vuoi rendere testimonianza di Me, e ci per timore che possa succedere qualcosa al tuo corpo sciagurato!
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Oh, se tu Mi avessi reso questa testimonianza, come saresti stato beato nel tempo e nelleternit, ma ormai il tempo passato! Il Figlio delluomo non avr mai pi bisogno di una testimonianza da te, poich le Sue opere e le Sue parole gi rendono vera testimonianza di Lui! E affinch tu ed i tuoi compagni vi convinciate che il Figlio delluomo non ha alcun timore degli uomini, Io dichiarer ora, dinanzi a tutto il popolo, in tua presenza, che losservanza dei vostri precetti non ha nessun valore e che colui che li osserva secondo i vostri intendimenti commette un grave peccato di fronte a Dio! 4. Dice il capo dei farisei: Non farlo, altrimenti ti potrebbe capitare del male! 5. Dice il comandante: Egli lo far e non Gli capiter nulla di male! Notatelo bene, o voi miseri adoratori del dio denaro! Qui voi siete in mio potere; al minimo atto sospetto da parte vostra, io vi faccio tagliare a pezzi e gettare in pasto ai draghi del mare quant vero che Giulio il mio nome! Ma guardate un po questa razza sciagurata! Dalla storia si apprende che la gente del Tempio, gi da pi di trecento anni, non ha fatto niente di buono a nessuno. E se mai fra di essa sorta, di quando in quando, unanima nobile, questa sempre stata trattata cos com toccato, secondo quanto mi noto, allonesto e pio Zaccaria, saranno ora trentanni appena e cos, se qualcuno dei loro correligionari comincia ad elevarsi sugli altri, ricolmo damore per la verit, di rettitudine e di forza divina, questi figuri sono sempre pronti a trarlo in rovina! Oh, questo miserabile mestiere bene che vi venga ben presto impedito! 6. Ecco qui: questUomo veramente divino venuto in questa regione, che universalmente conosciuta per la sua insalubrit, dove, in tutto il circondario, si trovavano parecchie migliaia di infermi, gente del luogo e forestiera; anche i miei soldati erano per met travagliati da febbri moleste e ostinate e qualcuno gi da oltre un anno; un bel giorno per venuto qui questo puro Uomo di Dio ed ha guarito tutti coloro che hanno richiesto aiuto a Lui. Non sarebbe dunque doveroso erigere ad un Uomo simile un altare e sacrificarGli come ad un Dio e renderGli ogni possibile onore? Ma voi cosa avete fatto di bene agli uomini da quando siete venuti qui? Solo questo avete fatto: la cantina e la dispensa di Ebal saranno tra poco alleggerite per un centinaio di denari di valore! 7. per gratitudine che voi, come fanno i lupi, divorate dappertutto per niente, e volete ancora causare la rovina del nostro maggiore benefattore! solo merito di questUomo, se Cirenio non ha immediatamente radunato tutte le forze che ci sono in Asia e non ha distrutto fino alle fondamenta il vostro immondo covo di rapina e fornicazione! No! Fa solo orrore pensare alle vostre infamie! Infatti, affinch gli imbrogli, che voi vendete al popolo a caro prezzo come fossero cose divine, non vengano scoperti, ebbene voi, con tutta lastuzia che Satana vi suggerisce, tentate di sbarazzarvi perfino dei vostri migliori uomini e benefattori, quando scorgete in loro qualcosa di una luce superiore! Ditelo voi stessi se non siete molto pi malvagi di Satana in persona! 8. Ed il comandante, rivoltosi poi a Me, disse: Signore e Maestro dalla scuola di Dio, insegnaci senza alcun timore la verit e dichiara pure al popolo quello
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che in seguito dovr pensare e fare riguardo ai precetti umani. Io so che a Te obbediscono Cielo, Terra e tutti gli elementi e che Tu, con il semplice alito della Tua bocca, puoi, con altrettanta certezza, disperdere come polvere al vento questi furfanti, quanto certo fu che Tu potesti comandare al mare di sostenerci e portarci come fosse solido terreno, tuttavia, da debole uomo che sono in Tuo confronto, io mi metto completamente ai Tuoi ordini con tutto il mio potere umano-militare, che poi non affatto insignificante, fino allultimo uomo e fino allultima goccia di sangue! Bisogna che questi miserabili figuri imparino che tipo di luogo Genezaret! 9. Dice il capo dei farisei, con voce tremante: Signor comandante! Ma dove hai tu una prova contro di noi, cos da poter sostenere che siamo venuti qui unicamente per mandare in rovina questUomo? Noi siamo bens venuti per esaminarlo ed osservarlo, cosa di cui non possibile farci un carico, ma, nel Nome di Dio, non si pu ancora parlare di rovinare qualcuno! Per te facile dire e valutare le cose, perch hai avuto sufficiente occasione di conoscerlo attraverso le sue opere e le sue parole, noi, invece, tranne lodierna meravigliosa guarigione, abbiamo visto ed appreso ancora poco, allinfuori delle tue minacce per niente molto umane; ed io credo che a noi, che in un certo modo siamo quasi completamente estranei a questa faccenda, dovrebbe pur essere lecito osservare un po da vicino questuomo meraviglioso! 10. Non ignoriamo certamente di trovarci noi, gente del Tempio, su un terreno gi molto cedevole, ma, nonostante ci, anche questo meglio di niente e lo Stato tenuto a tutelarlo finch a Dio forse piacer crearne uno di pi solido! Perci io ti prego di non ricorrere subito alla spada contro di noi, se scambiamo qualche parola con il miracoloso Ges! Che Egli faccia pure quello che vuole e che insegni e predichi pure a suo piacimento, affinch sia dato anche a noi di intendere a questo riguardo qualcosa di migliore di quanto abbiamo finora appreso soltanto in base a racconti di terze persone ed ai molti rapporti certamente falsi. Se noi vedremo che nella cosa c veramente qualcosa, anche noi ci faremo altre idee, diverse da quelle che ci siamo fatte finora attraverso gli altri! Infatti neppure noi siamo tanto ottusi ed il nostro cuore ancora capace di un equo giudizio 11. Dice il comandante: Il vostro rifiuto di fare la testimonianza richiesta non depone a favore dellequit del vostro cuore, anzi, tutto al contrario! Ex trunco non quidem Mercurius (Non si pu ottenere un Dio da un tronco); per vedremo il seguito!. 125. Capitolo Tre documenti (Matteo 15,10-14) 1. Allora Io feci chiamare presso di Me tutto il popolo, cio la gente che avevo guarita, nonch gli abitanti della citt che erano abbastanza numerosi e che, per essere quella una vigilia di sabato, facevano festa.
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2. E quando il popolo si trov radunato, cos che la sala ne fu quasi zeppa, Io dissi: Ascoltate ed intendeteMi bene! (Matt.15,10). Non ci che entra nella bocca contamina luomo, ma lo contamina ci che esce dalla bocca. (Matt.15,11). Mangiare il pane con le mani non lavate non contamina nessuno. Io lo dico a voi tutti e da parte Mia resta per leternit abrogata tale prescrizione fatta dagli uomini!. Ed il popolo tutto proruppe in grida di giubilo ed in esclamazioni di lode al Mio indirizzo. 3. Ma i discepoli, accostatisi a Me, dissero: Hai Tu osservato come i farisei, frementi dira, si sono scandalizzati udendo le Tue parole?. (Matt.15,12). 4. Ed Io ad alta voce dissi ai discepoli: Ogni pianta che il Padre Mio non ha piantato, sar sradicata! (Matt.15,13). Lasciateli partire! Essi sono guide cieche per ciechi. Ora, se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadranno certamente nella fossa! (Matt.15,14). Perci costoro possono scandalizzarsi quanto vogliono, perch il loro padre diverso dal nostro. Il padre nostro dallAlto, mentre il loro padre dal basso! 5. Udendo tali parole, i farisei diventarono prima lividi e poi infuocati dallira e dal furore che li rodeva ed il loro capo, sebbene sempre con voce tremante, esclam: Ormai ne abbiamo inteso abbastanza! Egli ha proferito bestemmia contro Dio e contro di noi. Ora noi sappiamo con chi abbiamo a che fare e chi veramente questo Ges da Nazaret. Andiamocene via da qui, ed il sommo sacerdote sappia dalla nostra viva voce che specie di uomo questo nazareno! 6. Dice il comandante: Si pu bens sempre entrare in una citt, a seconda della propria volont, come avete fatto voi, ma uscire dipende dalla volont di colui che ha il potere sulla citt! Si fa presto a dire: Andiamocene!, ma allora si fa avanti il detentore del potere che dice: Voi restate!. Le ultime parole furono pronunciate con voce tonante. 7. Alle ultime parole voi restate! i farisei furono colti da tale spavento che diventarono terrei, cominciarono a tremare e non furono pi capaci di articolare una parola. 8. E quando il comandante si fu accorto delleffetto disastroso in loro dalla sua intonazione, cos continu: Prima di lasciarvi partire, noi avremo ancora parecchio da discorrere e voi dovrete prima firmarmi di vostro proprio pugno ed alla presenza del popolo due contratti ed una dichiarazione, ma sia i contratti che la dichiarazione vanno firmati per la vita e per la morte! Tenetevelo bene a mente! Perch, non appena fossi avvertito per mezzo dei miei spioni, che hanno le orecchie molto buone, che voi non avete mantenuto neanche un solo articolo dei contratti, lo stesso giorno piomberebbe su di voi la morte e non vi gioverebbe affatto il nascondervi, neanche dietro a mille Templi!. 9. Dopo ci il comandante si fece portare dai suoi addetti loccorrente per scrivere e stil i documenti con le seguenti parole: Contratto n1: se qualcuno di voi si azzarder a pronunciare sul conto di Ges da Nazaret anche una sola parola calunniosa, sia fra di voi, sia davanti a qualche estraneo, ci che verr scoperto immediatamente, costui sottostar al giudizio ed alla morte! Contratto n2: chi di voi, riferir al Tempio di Gerusalemme, sia pure una sola
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parola di tutto ci che qui accaduto e di cui si parlato e render di Ges, il Signore, una mala testimonianza, sia nel Tempio che fuori, costui sar sottoposto ad atroce giudizio e poi alla morte fra i tormenti e nessuno silluda pensando che nessuno arriver a saperne niente! Come gi detto, nello stesso momento, dove e quando indifferente, direte una sola parola di quello che i due contratti vi obbligano a tacere, i miei emissari lo sapranno ed accadr di voi secondo quanto stato stabilito nei contratti stessi. 10. Poi il comandante si accinse a scrivere una dichiarazione del seguente tenore: Noi tutti quanti insieme, confessiamo con le firme apposte di nostro proprio pugno in calce alla presente e ci a conferma della verit pro memoria aeterna (a eterno ricordo) che siamo stati noi gli autori della nota rapina ai danni dellerario imperiale, perpetrata prendendo in illegittima consegna, perch sottratti mediante ignominiose astuzie e raggiri ai rispettivi portatori, le imposte ed altri tesori provenienti dal Ponto e dallAsia Minore. Dichiariamo inoltre che durante il trasporto e precisamente a Chis, il fatto incriminabile stato rivelato da Ges da Nazaret, anche se non direttamente e verbalmente, tuttavia sempre per il Suo influsso. Riconosciamo infine che da parte del giudice Fausto sarebbe stata pronunciata contro di noi tutti, senza eccezione, sentenza di morte, per il nominato Ges di Nazaret sinterpose in nostro favore e perci fummo salvi! Questa una verit che noi siamo disposti a sostenere anche a prezzo della nostra vita!. 11. Quando il comandante ebbe approntato i tre documenti, ne diede tranquilla lettura ai farisei ed agli scribi; man mano che la lettura procedeva, le loro facce si facevano sempre pi lunghe, ma quando udirono il testo della dichiarazione, soltanto allora si presero il capo disperatamente fra le mani, e gridarono: Cosa, dobbiamo sottoscrivere una cosa simile? 12. Dice il comandante: Appunto! Si tratta della pura verit! Ma se non volete firmare, l sono pronti gi gli aiutanti del carnefice muniti di verghe, sferze e scuri ben taglienti!. Allora i farisei si volsero ed infatti scorsero quei terribili ministri della giustizia! A quella vista essi non aprirono pi bocca e chiesero che venisse loro dato loccorrente per firmare! Il comandante per fece notare loro che dovevano firmare con i loro veri nomi, perch qualunque falsa dichiarazione e indicazione avrebbe avuto come conseguenza la morte. Essi firmarono dunque con i loro veri nomi e chi fra il popolo sapeva scrivere, dovette pure apporre la firma in qualit di testimone. 13. Quando i tre documenti cos regolarizzati si trovarono nelle mani del comandante, questi aggiunse: Ecco che ormai possiedo quello che gi da lungo tempo ci tenevo ad avere da voi e cos sapete bene ci che si trova in mia mano. Quello che siete tenuti a mantenere, lo sapete pure e cos non c pi altro da dire, n da fare. Adesso potete andarvene dove pi vi piace, fino al confine vi sar data buona scorta!. 14. I farisei non se lo fecero dire due volte: misero insieme la loro roba, e non era passata neanche mezzora che essi si lasciarono Genezaret ad una bella distanza dietro le spalle, tutti mogi e silenziosi.
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126. Capitolo Lammonizione del Signore a guardarsi dalla perfida astuzia dei templari. 1. Quando quegli osservatori ed esaminatori furono gi ben lontani, disse il comandante: Signore! da sperare che questi qui se ne stiano zitti, perch i tre uncini, ai quali si sono impigliati, dovrebbero tener bene! Del resto corrisponde al vero che io al pi tardi entro otto giorni, sapr quello che ognuno di loro potr aver detto in qualsiasi luogo, per quanto segretamente; questo essi lo sanno bene e la loro convinzione pi forte ancora dei miei informatori sparsi dappertutto e la grande paura da cui sono dominati la loro grande maestra di disciplina. Io garantisco che nessuno di loro dir neppure una sillaba sola di tutto ci che gli accaduto qui! 2. Dico Io: Certo, essi serberanno il silenzio, ma tanto pi rovente diventer la loro ira, poich quello che toccato loro qui in misura abbondantissima, nessuno lo dimenticher mai pi. Dunque, state tutti bene in guardia, perch la loro segreta perfidia grande e non ha confini! Nei loro cuori albergano demoni e per questi nessun mezzo troppo cattivo, pur di vendicarsi di colui che li ha offesi! Badate dunque a voi! Essi cercheranno ora di tessere ogni possibile e fosca trama! Per la dichiarazione che hanno dovuto firmare ancora il vincolo migliore che impedisce loro una certa libert dazione! E perci se ne staranno quieti, ma essi manderanno intorno a voi dei maligni spioni in numero pi grande di quanti ne manderete voi intorno a loro e prezzoleranno dei falsi testimoni contro di voi; perci badate bene a voi; per questo che Io vi avverto prima 3. Dice il comandante: Signore, io ti ringrazio dal profondo del cuore per questo avvertimento! Ma poich ora so questo, ogni forestiere, specialmente se si tratter di un gerusalemita, dora innanzi bisogner che si senta in uno stato danimo del tutto particolare quando varcher i confini di questa regione! In verit ad un tale verranno attizzati carboni ardenti sul capo! Baster che ne venga pigliato uno ed al secondo passer la voglia di fare linformatore per conto del demonio! 4. Dico Io: S, certo, cos succeder e perci state bene attenti, perch questa razza appare esteriormente mansueta come le colombe, mentre nel suo interno pi velenosa e micidiale di un crotalo egiziano. Essi si presenteranno sotto tutte le forme e parleranno tutte le lingue, ora camuffati da mercanti persiani, ora travestiti da greci, da egiziani ed anche da romani e sar difficile distinguerli dai veri appartenenti alle dette nazioni. Ma se voi li esaminerete rigorosamente, potrete ben rilevare a grandi linee quel che terranno celato in fondo al loro pensiero!. 5. Dice il comandante: O Signore! Maggiori grazie Ti siano ancora rese! Ora conosco perfettamente quello che dovr fare in futuro; e se mai si dovesse presentare qualche caso particolarmente oscuro ed impenetrabile, Tu ben mi permetterai di invocare il Tuo Nome potente e santo sopra ogni
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cosa e di chiedere: O altissimo ed onnipotente Spirito del mio Signore e Maestro Ges! Rischiara il mio cuore, cosicch sia fatta luce in esso!. E Tu certo udrai questa mia invocazione anche agli estremi confini dellUniverso!. 6. Gli dico: O amico Mio e fratello, resta tu in Me cos e lo Spirito Mio rimarr a sua volta in te, pronto a soccorrerti in ogni tempo e ad ogni ora del giorno e della notte. 7. A questo punto Giara, la quale si trova sempre con Me, interviene e dice: Ma Signore! Tu parli come se dovessi ben presto lasciarci! Io Te ne prego, resta, resta ancora qualche giorno con noi perch certo Tu sei la mia vita! Ora, come potrei io vivere senza di Te? Oh, Tu devi restare, io non Ti lascer partire, no! Senza di Te io sento che certamente morrei!. 8. Ed Io le dico amorevolmente: Oh, Giara, Mia dilettissima! Io non Ti abbandoner mai pi in eterno! E se anchIo, quale Persona Umana, dopo essere rimasto qualche giorno ancora con voi, dovr allontanarMi per un certo tempo, per ragioni della Mia Missione, tuttavia in Spirito Io rimango presso di te e tu potrai parlare sempre con Me ed Io dar sempre una risposta chiarissima ad ogni tua domanda; di ci puoi essere assolutamente pi che sicura! Mi comprendi tu? 9. Risponde la piccola Giara: Oh, s, mio amatissimo Signore Ges, io Ti comprendo molto bene e so che per Te non c niente di impossibile, eppure avrei tanto caro che Tu restassi anche di persona ancora qualche tempo con noi. Infatti, vedi, da quando Tu ti trovi qui presso di noi, mi appare come trasfigurato e celestiale tutto quello che mi vedo intorno, s, io non posso raffigurarmi pi bello e maestoso di cos nemmeno il Cielo. Resta dunque, o Signore, resta per amore mio anche personalmente qualche giorno ancora qui con noi. 10. Ed Io le dico: Ebbene, sia fatto come tu vuoi e brami! Ad un amore come il tuo non possibile negare nessuna cosa, specialmente quando esso si scelto la parte migliore! Sta dunque di buon animo! Il tuo amore non rester mai pi solo! 11. Questo annuncio riempie Giara di tanta letizia che essa corre a braccia aperte da Ebal ed esclama: Padre Ebal, hai udito? Il Signore resta da noi ancora, anzi per sempre! 12. Ed Ebal dice: Mia cara figliola! Questa una grazia immensa, che tutti noi insieme non meritiamo, perch Egli un Signore del Cielo e di questa Terra! Quello che Egli vuole fare e fa, giace nascosto nei Suoi decreti eterni e imperscrutabili, per i quali ogni capello del nostro capo contato cos come sono contati i granelli di sabbia nel mare e noi uomini non possiamo portarvi alcun cambiamento. Ma di questa opinione sono io pure, che cio per Lui, di fronte al Quale mille anni sono come un giorno, non avr capitale importanza il trattenersi presso di noi un giorno di pi o di meno. Dunque, tieniLo pure stretto e non lasciarLo scappare, perch tu Gli sei cara pi di tutti noi 13. Dice Giara: Oh! Sapr ben io tenerLo stretto stretto, e non mi fuggir.
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127. Capitolo Il Signore parla dello spirito damore. 1. Allora vengo Io in silenzio alle spalle di Giara, sollevo la fanciulla da terra e le dico: Ma fanciulletta Mia carissima, come farai tu a tenerMi stretto, stretto? Non vedi che sono molto pi forte di te? 2. Risponde la piccola, dopo che Io lebbi rimessa gi: Oh, io so bene che Tu sei infinitamente pi forte di me, povero moscerino in Tuo confronto, perch Tu, con la Tua onnipotente Volont, reggi Cielo e Terra e trattieni il mare nelle sue profondit, come potrei io rivaleggiare mai con Te in forza? Ma io cos intendo che Tu, poich il mio amore per Te tanto indicibilmente grande, per amore del mio amore Ti lascerai trattenere ancora un poco oltre il tempo in origine stabilito! 3. Dico Io: Oh, s, ancora una volta hai ragione tu, perch con lamore tutto si pu ottenere da Me ed appunto lamore per voi uomini, che Mi ha indotto a scendere su questa Terra! Ma chi ama come tu ami, costui certo pu fare quanto vuole con Me, poich un simile amore appunto il Mio Spirito nel cuore delluomo e quello che un simile amore domanda e vuole in perfetta armonia con lOrdine divino fin nelle sue pi remote profondit; perci tu puoi sicuramente ben tenerMi stretto nel tuo cuore ed Io dal tuo cuore mai in eterno Mi separer. 4. Tuttavia, per quanto concerne la Mia Persona visibile, essa non ha particolare importanza, mentre quello che veramente vale ed assolutamente ha valore il Mio Spirito; tutto quanto da Me viene fatto, non lo fa la Mia Persona, bens soltanto il Mio Spirito, ma per amor tuo Io Mi tratterr qui ancora un paio di giorni anche personalmente, perch domani un sabato e dopodomani simile al sabato. Questi due giorni ancora Io li trascorrer qui con voi, ma poi Io me ne andr verso Sidone e Tiro, per pi tardi far ben ritorno e forse passer con voi la met dellinverno. 5. E la fanciulla, tutta giubilante, esclama: Oh, Dio, il santissimo Padre ne sia ringraziato e lodato! Ora sono proprio contenta! 6. Tutti furono allora compresi di ammirazione per quella fanciulletta dodicenne e si meravigliarono per la sua intelligenza! Ed un vecchio l presente disse: Oh, questa una particolare grazia del Signore! In questa delicata e fragile personcina certo si nasconde un angelo del Signore! La sua figura ed il suo spirito ne fanno testimonianza! 7. Dice un altro: Senza alcun dubbio! La fanciulla conta al massimo dodici anni e mezzo, ma essa ha laspetto di una di sedici! Il suo corpo perfettamente formato e la sua anima non lascia niente a desiderare! Questa ha, in verit, testa e cuore al loro vero posto! Felice colui che la condurr come moglie in casa sua!. 8. Queste considerazioni vengono allorecchio di Giara, la quale dice: Unanima che ama Dio non ha bisogno dellamore di uno sposo egoista, perch
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essa gi accolta quale sposa nella dimora di Dio! Io so amare gli uomini nella loro miseria e so far del bene ai poveri ad ogni ora del giorno e della notte, ma quel certo amore di un giovane io non lo conosco e non lo conoscer mai, a meno che il suo cuore non sar come il mio, ricolmo dellamore pi puro al Signore! 9. Osserva un terzo vecchio israelita: Oh, oh, fanciulla cara! Le tue parole suonano bens sagge e belle come venissero fuori dalla bocca di un angelo, ma sei fatta di sangue e di carne anche tu e quando sar venuto il tuo tempo, vedrai bene pure tu, se carne e sangue non hanno nelluomo le loro esigenze! 10. Risponde Giara: Che luomo non un Dio, questo lo so gi dai miei primi anni, ma luomo, in forza del suo giusto amore a Dio, pu giungere a dominare la propria carne ed il proprio sangue, non senza limmancabile aiuto di Dio. Per laiuto che Dio d non viene mai a met, bens completo, ci che voi stessi avete sperimentato stamani sulla vostra carne e sul vostro sangue ammalati! Infatti, questo stato laiuto di Dio e non delluomo!. Dopo questa risposta di Giara i vecchi ammutoliscono e nessuno si azzarda a ribatterle niente! 11. Io allora, prendendo Giara per mano, le dico: Brava! Tu parli gi come un completo profeta!. 12. Giara, sorridendo dolcemente, osserva a mezza voce: facile parlare da profeta, quando si vicini a Te e quando sei Tu che metti le parole sul cuore e sulla bocca! Se avessi parlato di per me stessa, certo si sarebbe udita pi di una sciocchezza! 13. Le dico Io pi sottovoce: Potrebbe anche essere, Mia diletta Giara! Ma da oggi in poi tu sarai sempre in grado di far sentire parole altrettanto sagge, soltanto bisogna che tu non Mi divenga infedele un giorno, quando sarai pi grande!. 14. Dice Giara: Signore! Se tale cosa dovesse essere possibile, fa piuttosto che io muoia! 15. Le dico Io: Suvvia, questa cosa sar ben impossibile! 16. E Giara, cingendoMi forte per la vita e stingendoMi al suo petto, esclama: Oh, no! Questa cosa non deve essere in eterno possibile! Infatti bisognerebbe essere proprio insensati per dare una libbra doro purissimo in cambio di una libbra di putridume fetente!. 17. Le dico Io: Dunque, tieni anche tu alloro? 18. Risponde Giara: S, io ci tengo, ma alloro dellanima, e di quello terreno ho parlato solo per trarne un esempio 19. Dico Io: Bene, bene, Ti ho gi compresa, ma poich Io ti amo, allora Io devo anche punzecchiarti un po! 20. Dice Giara: Oh, punzecchiami pure come Ti piace, non perci io Ti amer di meno! Infatti gi da lungo tempo mi noto che Dio visita e affligge con ogni genere di sofferenza coloro che Egli particolarmente ama! Quando Tu, o Signore, comincerai a punzecchiarmi proprio a dovere, allora sar proprio quello il momento in cui mi amerai di pi!
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21. Le dico Io: Oh, tu, Mia carissima figlioletta! Simili cuori purissimi com il tuo, Dio non li punzecchia, bens solo quelli che, pur amando molto Dio, tuttavia di tanto in tanto fanno locchiolino anche al mondo; questi vengono poi visitati da Dio il Quale, attraverso ogni genere di punzecchiamento, spazza via dai loro cuori lamore del mondo, affinch i cuori stessi diventino perfettamente puri! Comprendi tu queste cose? 22. E Giara risponde: Oh Signore, Tu delizia del mio cuore! Io le comprendo certo molto bene!.

128. Capitolo Conversazione tra i templari e gli esseni. 1. Pietro, allora, che raramente interloquiva, parlando quasi a se stesso si lasci sfuggire: Non capisco davvero come questa ragazzina sia sempre cos pronta ad intendere tutto! Io, che sono vecchio abbastanza e che ho pure dellesperienza, quando si tratta di afferrare rapidamente le cose, non ci riesco per niente! E cos ancora adesso non mi riesce di comprendere proprio ben chiaramente cosa Egli ha voluto intendere con le parole: Quello che entra nella bocca non contamina luomo, ma lo si contamina da quello che esce dalla bocca!. Se un uomo costretto a vomitare o, se colpito dalla tosse, deve sputare, come pu questa cosa contaminarlo? E neanche Mos ne ha fatto nessuna menzione! 2. Osservano anche gli altri discepoli: A questo riguardo succede a te come a noi; neanche noi possiamo raccapezzarci; va dunque e chiediGli, a nome di tutti, com da intendersi questa parabola 3. Soltanto allora Pietro viene da Me e Mi domanda: Signore! Come si deve intendere la parabola di quel che entra e di quel che esce dalla bocca? Nessuno di noi riesce a comprenderlo! 4. Dico Io: Siete voi ancora privi dintelletto? (Matt.15,16). Per quanto tempo ancora dovr sopportarvi cos? Non intendete voi che tutto ci che entra nella bocca se ne va nel ventre e poi alla fine gettato fuori nella latrina? (Matt.15,17). Ma le cose che escono dalla bocca, procedendo dal cuore, quelle s che contaminano luomo! (Matt.15.18). Infatti dal cuore procedono pensieri malvagi: omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, false testimonianze e maldicenze. (Matt.15,19). 5. Queste sono le cose che contaminano luomo, ma mangiare il pane con le mani non lavate non contamina luomo! (Matt.15,20). Comprendete ora? 6. Rispondono i discepoli: S, o Signore! E noi Ti ringraziamo per questa Luce santa elargitaci! 7. Dopo ci Io dico a Matteo, lo scrivano: Dunque; bisogna che tu prenda nota del pasto nel deserto e poi del viaggio notturno fin qui e di ci che in questa occasione si verificato di particolare; subito dopo per narrerai ci che
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accaduto oggi, in poche ma chiare parole, tutto il restante di quanto qui avvenuto lascialo fuori, per ora. In seguito si potranno aggiungere ancora parecchie altre cose, per quello che ho detto prima una parte essenziale del Vangelo. 8. I discepoli allora rientrano nella loro stanza, dove sono attesi gi con impazienza dai pochi farisei e scribi convertiti e dai due esseni. Naturalmente essi vengono subito minutamente interrogati sul modo in cui serano svolte le cose con i farisei e gli scribi di Gerusalemme. Ed i discepoli espongono loro tutto dettagliatamente e questi, udito il racconto, dicono: Ci vogliono davvero molta tenebra e molta astuzia per persistere con tanta tenacia in un contegno cos perfidamente stolto! Ed a che cosa avr giovato loro, infine, tutta lastuzia di cui hanno fatto sfoggio? Oramai, in forza dei tre documenti dovuti sottoscrivere, si trovano legati in tale maniera che non possono neppure scambiarsi fra di loro i propri pensieri! Che razza di bestie e di caproni!. 9. Dicono gli esseni: Tutto quello che concerne Ges, tanto immensamente chiaro che pi chiara non pu essere alcuna altra cosa! E, nonostante ci, abbiamo lesempio di una caparbiet che non pu avere uguale! In fatto di coscienza e scienza, intese nel senso di questo mondo, noi abbiamo tutta la cultura di cui ci si pu appropriare frequentando tutte le scuole della Persia e dellEgitto e studiando a fondo la sapienza dei greci, nonch quella degli antichi ebrei, ma noi vogliamo prescindere dalle molteplici e inaudite meravigliose Sue opere e ci limitiamo a meditare sulla Sua eloquenza e sulla profondissima sapienza che questa ci rivela, sapienza di cui finora non si assolutamente mai avuta nessuna traccia su questa Terra e dobbiamo finire con il concludere che questo fatto solo deve essere per noi pi che sufficiente prova che questo Ges un Dio perfettissimo. Poi, in aggiunta, vengono ancora appunto le Sue opere, in circostanze e forme tali quali mai si sono presentate a mente umana neppure in sogno, opere che soltanto un Dio ha il potere di mandare a compimento, alleffettuazione delle quali convergono tutte le potenze del mondo, delle stelle, del sole e della luna, chiamate allesistenza in una maniera per noi inspiegabile, in forza della Sua meravigliosa, onnipotente Volont! 10. Noi abbiamo constatato come in Lui il volere, la parola e lazione compiuta vengano a fondersi in un momento solo. A un Suo cenno si aprono i Cieli ed innumerevoli schiere di leggiadrissime creature stanno pronte ai Suoi comandi; Egli ordina e le dispense vuote traboccano delle vivande pi squisite, mentre gli otri e le brocche prima vuoti si colmano del vino pi prelibato! Ma che questo non debba proprio significare niente? 11. Egli comanda al mare e questo rende solida la sua superficie pur senza diventare di ghiaccio e gli uomini vi camminano su come fosse un pavimento di marmo, l dove ciascuno troverebbe la morte! E tutto ci stato dimostrato e fedelmente raccontato a quegli amici delle tenebre e, dove ci non bastasse, essi hanno assistito con i propri occhi, oggi stesso, alla miracolosa guarigione
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di qualche centinaio di infermi, ma tuttavia sono rimasti pi ostinatamente duri di una roccia, sulla quale, da migliaia danni, almeno centomila fulmini ogni anno vanno saggiando la loro potenza distruttrice! Fratelli, questo troppo davvero e bisogna dire che talvolta nelluomo non c pi nulla di umano! Esso diventa o una bestia maligna oppure addirittura un demonio! Ditelo voi, o fratelli! Abbiamo ragione oppure torto? 12. Dicono i farisei e gli scribi: Voi avete pi ancora che perfetta ragione! Infatti quando dinanzi a simili fatti e fenomeni si pu ancora restare induriti ostinatamente, vuol dire che probabilmente si demoni e non pi uomini! 13. Continuano i due esseni: Considerato che noi oramai crediamo che nelle regioni di questo mondo vi siano veramente degli spiriti molto maligni, i quali non di rado tormentano gli uomini e molto spesso, senza un dolore sensibile, li incitano ad opere malvagie, noi condividiamo assolutamente la vostra opinione! Infatti uomini senza alcun sentimento di compassione per il loro prossimo, i quali come le tigri rivolgono tutte le cure loro unicamente a soddisfare le proprie fauci ed il proprio stomaco, non sono pi degli uomini, bens dei demoni! Essi non hanno nessuna altra aspirazione allinfuori di quella che costituita dal proprio benessere materiale; per raggiungere questunico scopo, nessun mezzo troppo cattivo per loro! Quale Dio, quale spirito! Basta che sia ben provvista la loro pancia, tutto il resto non ha alcun significato! Larte e la scienza hanno per loro un certo valore solamente nel caso che possano contribuire anchesse a riempire il loro ventre mai sazio! Oh, Signore! Sono forse questi degli uomini? No, no, questi sono dei genuini e veri demoni! 14. A questo punto interviene anche Giuda Iscariota, il quale dice: Se io non fossi interamente convinto della Sua onnipotenza divina, senzaltro comincerei davvero a temere per Lui! Infatti questa gente, se le fosse possibile, strapperebbe Dio Stesso gi dal Suo Trono eterno per insediarvisi al posto Suo, perch i templari i quali, dopo la cacciata dei samaritani che si opponevano spesso a loro con forza e asprezza, sono ora in condizioni eccellenti sarebbero capaci di spingere le cose agli estremi e di rischiare tutto pur di non vedere pregiudicata la loro vita di godimenti! 15. Dice Pietro: Credi tu che il nostro Signore, con tutto il Suo potere meraviglioso, sia proprio al sicuro dalla perfidia della gente del Tempio? Se Egli, di fronte a questa razza parricida e matricida non si attegger a giudice inesorabile, armato del fuoco devastatore dal Cielo, nonostante la Sua potenza e sapienza cadr in breve tempo vittima dellinsaziabile brama di vendetta! Certo un israelita chiamato a grandi cose e pu essere un angelo, ma quando un israelita pervertito e corrotto, non c alcun demonio che sia pi maligno di lui! 16. Perci Egli dovrebbe guardarsi bene da Gerusalemme! Infatti se Egli si presenta loro da uomo cortese e arrendevole, Egli perduto come Giovanni, il predicatore! Fino a tanto che questultimo si limit ad insegnare e battezzare nelle nostre vicinanze, presso il piccolo Giordano e nel piccolo deserto di Bethabara, si trov al sicuro, ma quando egli, saranno ora passati appena tre
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mesi, se ne and al grande Giordano ed al grande deserto di Bethabara, in poco tempo rimase vittima della gente del Tempio, i quali, con grandissima astuzia, riuscirono a nascondersi dietro a Erode. Erode per, come noto, ha gi mandato a cercare il nostro Signore e Maestro, e se gli fosse riuscito di impadronirsi di Lui, chiss che cosa gli sarebbe capitato! Ma il Signore scruta anche a distanza i cuori degli uomini e vede i loro piani e perci sa evitarli! Infatti chi pi accorto e pi saggio di Lui? 17. Dice un fariseo: Se Egli comincia ad evitare cose e persone, gi questo non un buon indizio per quanto riguarda la Sua piena sicurezza! Pu darsi che Egli voglia impedire, finch possibile, ogni sensazionalismo riguardo alla Sua Persona e questo giustificherebbe allora il Suo scansare cose e persone, ma se in tutto ci dovesse esserci anche una minima traccia di timore, non potrei dare troppe garanzie per la Sua sicurezza! Infatti io conosco fin troppo bene come e quanto vasta sia la rete micidiale che il Tempio usa tendere, cosicch diventa quasi una cosa impossibile fuggire con la pelle intatta! Ma Egli ora non intender suscitare troppo sensazionalismo e perci cercher di schivare il pi a lungo possibile tali occasioni, per evitare un conseguente urto violento che scuoterebbe Cielo e Terra. Limmensa perfidia degli uomini Egli laffronter solo quando la misura sar del tutto colma! Io credo di comprendere tutto ci, considerando il Suo carattere! 18. Dicono gli esseni: Questa anche la nostra opinione! Infatti con tanta sapienza puramente divina e con tanta pienezza di celata divina potenza, uno sapr bene quello che deve fare di fronte al mondo malvagio. Se noi avessimo soltanto la centomillesima parte del Suo potere e della Sua sapienza, saremmo entro tre anni i signori di tutto il mondo! Dunque, noi per Lui non abbiamo alcun timore! Bisognerebbe che Egli Stesso volontariamente si consegnasse tra le mani dei rappresentanti del perfido mondo e che dicesse: EccoMi qui! Compiete in Me, il vostro Creatore Stesso, il colmo della misura della vostra perversit, affinch tanto prima discenda il giudizio dallAlto su di voi!. E tuttavia Egli non ci perderebbe niente! Egli potrebbe anche consentire che i malvagi, affinch la loro misura si colmasse, recassero danno al Suo corpo, chiss, forse anche ucciderlo; ma chi mai potr recare danno al Suo Spirito onnipotente ed eternamente indistruttibile? Come detto, noi non dubitiamo affatto che Egli potrebbe aver in mente di far pure qualcosa di simile, ma questa cosa poco giover ai Suoi nemici, poich, prima che nessuno possa immaginarselo, Egli risorger per loro in veste di giudice indistruttibile e li giudicher con la spada e con il fuoco dal Cielo! Ma allora guai a tutti i Suoi nemici e a tutti i demoni! Questi giungeranno soltanto allora alla tormentosa constatazione di Chi sar stato veramente Colui che essi avranno per ogni via e per ogni sentiero perseguitato! Cosa ne dite voi di queste nostre idee?. 19. Rispondono i discepoli: Oh, almeno a Lui non accadr niente di simile, quantunque noi non vogliamo, da incompetenti, schierarci affatto contro questa vostra opinione, poich presso Dio sono possibili moltissime cose che un uomo non potrebbe n vorrebbe ritenere mai possibili!.
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129. Capitolo Il Signore e i due esseni. 1. Mentre fra i discepoli, i farisei ed i due esseni si svolge questa discussione e Matteo intento al suo compito di scrivano, Ebal fa annunciare che la mensa pronta ed i discepoli ed i suoi nuovi proseliti vengono pur essi invitati e si presentano con faccia abbastanza lieta nella sala da pranzo. 2. Io allora domando di che cosa avessero ragionato con tanto calore nella loro stanza. 3. Rispondono i due esseni: Signore, Tu hai un bel domandare, quando di tutto quello che noi abbiamo ora ragionato assieme era dalleternit, con tanta chiarezza presente al Tuo Spirito quanto ne ha il sole nel pieno mezzogiorno! Per sai meglio di noi che non abbiamo detto niente di male sul Tuo conto!. 4. Dico Io: Questo certo e vero, specialmente poi da come sono stati improntati i vostri discorsi, perch non il vostro sangue e la vostra carne, bens lo Spirito di Dio vi ha ispirato tali cose. Tuttavia meglio sar che non riferiate a nessun altro niente di tutto ci, perch gli uomini sono ciechi, stolti e perversi! Ma ora sediamoci a mensa. 5. La mensa era bene imbandita, perch i nostri rematori, cio gli otto barcaioli, avevano impiegato il loro tempo pescando ed avevano portato in casa ad Ebal, in dono, una bella quantit di pesce sceltissimo, dono che Ebal aveva ricambiato, provvedendoli riccamente di vino e pane! Quel pesce era stato molto ben preparato e noi tutti facemmo molto onore allimbandigione in grande letizia e con eccellente appetito. I due esseni, il cui palato era buon giudice in fatto di raffinatezze, perch come discepoli di Aristotele ed Epicuro davano grande importanza alla cucina e non potevano trovare parole sufficienti per lodare la squisitezza di quel vero banchetto di pesce. Anche il comandante, pure presente con tre dei suoi subalterni, sent bisogno di far eco al coro di lode che da ogni parte si levava e fece molto onore ad un paio di bellissimi esemplari ben grossi, tanto che alla fine cominci a temere se tutto questo cibo non gli avesse nociuto! 6. Ma Io gli osservai: Non temere, Mio caro amico Giulio, perch in presenza del medico non ti pu nuocere niente!. 7. Queste parole ridonarono al buon Giulio la sua serenit danimo e di questo Mio detto se n fatto poi un proverbio il quale si conservato, specialmente fra i medici, fino al tempo presente in cui questo viene scritto. 8. Quando il pranzo fu terminato, il comandante interloqu e disse: Signore! Oggi una splendida giornata! Cosa ne pensi se nel pomeriggio ce ne andassimo un po allaperto? 9. Dico Io: Questa era appunto la Mia intenzione, per questa volta vogliamo fare unescursione su di un qualche monte qui vicino! 10. Osserva il comandante: Eh, proprio qui vicino c un monte che viene chiamato La vetta del mattino, o come credo, Juitergli, nella lingua del
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paese; ma esso , oltre che il pi vicino, contemporaneamente anche uno dei pi alti e da tutte le parti estremamente ripido, un vero colosso di pietra, quasi del tutto spoglio e nudo. Se Tu avessi lintenzione di salirvi, non si potrebbe raggiungere la cima prima di notte ed in quanto al ritorno non ci sarebbe nemmeno lontanamente da parlarne. Passare poi lass la notte, mi pare che non dovrebbe essere piacevole per nessuno di noi, perch a quellaltezza, fra i crepacci, ci saranno certo neve e ghiaccio ad ogni stagione, per la vista lass dovrebbe essere qualcosa di meraviglioso! 11. Dico Io: Amico! Tutto ci non ci impedir di salire sulla vetta del mattino. Chi conosce il sentiero, costui arriva su molto prima di chi deve anzitutto faticosamente cercarlo. Mettiamoci dunque in cammino, prima che siano passate due piccole ore, noi tutti ci troveremo in cima al monte, naturalmente quelli che hanno voglia di fare la salita con noi!. 12. Dice il comandante: Signore, sulla Tua parola io vado con gioia non solo su questo monte, ma fino agli estremi limiti del mondo! Se poi Tu ci fai da guida, ogni idea di pericolo svanisce del tutto! Io pregusto gi il piacere di questa escursione! Ma, ora che ci penso, sarebbe buona cosa che portassimo del pane e del vino con noi, perch so molto bene che dopo la salita di un monte cos rilevante la fame e la sete si fanno sentire in maniera straordinaria 13. Dico Io: Oh, certo, potete fare senzaltro cos! Ma che cosa ne faremo della Mia carissima Giara? Per essa il monte sar forse un po troppo difficile e faticoso da salire? 14. Dice Giara: Assieme a Te, o Signore, niente pu essermi troppo difficile, cos come senza di Te nessuno pu far nulla ed io, poi, meno di tutti! Basta che sia gradito a Te ed io non vado fino in cima a questo monte, ma letteralmente nel fuoco con Te, cos come prima sono andata con Te sullacqua! 15. Le dico Io: Tu sai sempre trarre una buona risposta dal tuo cuore che arde di verit e damore per Me, perci disponiti pure a far lescursione con noi e vedrai che niente ti riuscir troppo difficile, n faticoso. facile immaginare che nessuno fu tanto sollecito nel disporsi alla partenza quanto la nostra Giara, la quale in brevissimo tempo Mi ritorn vicino, dopo essersi cambiata la veste e Mi disse: Signore, se per Te vado bene cos, io sono gi pronta alla partenza!.

130. Capitolo La meravigliosa ascesa del monte. 1. La fanciulla aveva indossato una veste a pieghe azzurra, ai piedi portava dei sandali leggeri ed in capo un cappellino di paglia artisticamente intrecciato. Essa Mi prese per mano e siccome Io non le avevo prontamente dato la risposta, Mi domand nuovamente: Ma Signore! O vita mia, Te ne prego, dimmi dunque se Ti piaccio cos?
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2. Le dico Io: Tu lo vedi bene, Mia carissima Giara, come Mi piaci immensamente! Oh, se tutti gli uomini Mi piacessero altrettanto, quanto sarebbe tutto bello e buono! Ma purtroppo a questo mondo vi sono molte migliaia e poi ancora delle altre migliaia i quali non Mi piacciono come Mi piaci tu. Questi sono gli uomini puramente del mondo, mentre tu sei un angelo! Ma ora bene partire, perch siamo giunti gi alla terza parte del giorno!. 3. A queste Mie parole, tutti di casa, eccettuata la servit, si alzano e si mettono con Me in cammino. Va da s che la piccola Giara procedeva sempre al Mio fianco e cos pure il comandante ed Ebal. 4. Quando fummo giunti alle prime pareti del monte, fra le cui spaccature non si presentavano che dei canaloni strettissimi e quanto mai erti, il comandante esclam: Signore! Con le sole forze naturali qui non c nemmeno da pensare ad unarrampicata, perch i canaloni sono terribilmente ripidi e qua e l coperti di cespugli spinosi! Se non c unaltra via per salire, temo che con le nostre forze naturali non raggiungeremo la cima neppure in dieci giorni! 5. Gli dico Io: Sei gi cos stanco? Eppure, vedi, abbiamo gi percorso pi di un terzo del cammino. Volgiti un momento e poi vedrai bene quanto in alto siamo gi dalla valle!. Allora il comandante si volse e fu colto da spavento quando saccorse che ci trovavamo gi quasi a met della montagna, fra pareti nude di roccia a strapiombo. 6. Dopo qualche esclamazione di meraviglia frammista a paura, egli dice in tono che tradiva un po di febbrile spavento: No, davvero, questa cosa la comprenda chi pu e chi vuole! Come noi tutti si sia arrivati fino qui oltre questi burroni e resta per me un enigma! Noi siamo saliti ben alti lungo queste pareti ripidissime, eppure non ho percepito nessun particolare disturbo! Ora, per, se guardo in alto, non vedo altro che rocce scendenti a picco e mi domando come faremo a superarle 7. Dico Io: Non vedi che non stiamo fermi e che andiamo sempre avanti?. 8. Risponde il comandante: S, lo vedo bene, ma se alzo gli occhi, ogni possibilit di salire pi in alto svanisce del tutto nella mia mente! 9. Dico Io: Vedi, bisogna essere guide molto buone e ricche desperienza, allora si trova la via diritta anche attraverso tutti gli apparenti ostacoli! Guarda, il crepaccio che ci sta davanti segna gi laccesso allultima e pi alta cupola della montagna 10. Dice il comandante: vero, verissimo, ma pure, come mai possibile una cosa simile? Come abbiamo potuto salire cos presto fin qui su per tutte queste pareti quasi perpendicolari? appena meno di unora che ci siamo messi in cammino ed ormai siamo cos vicini alle ultime cupole, che ci basteranno ancora pochi passi per arrivare in cima al monte! 11. Qui interviene Giara, la quale non pu stare in s dallallegria ed esclama: Oh, Giulio! Come puoi fare queste domande, quando c Dio, il Signore, che ci fa da guida? Come Egli ci ha portati quass al di sopra di queste pareti, sulle quali piede umano non si mai posato, con altrettanta facilit avrebbe potuto
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sollevarci fin qui attraverso laria! Quando noi sappiamo che lOnnipotente ci vicino, ogni domanda vana e non possiamo che struggerci damore e di ammirazione dinanzi a Lui e ringraziarLo in eterno dal pi profondo della nostra vita per averci resi degni di una simile grazia! Ma il chiederGli come alla Sua onnipotenza e sapienza siano possibili tali cose, io lo ritengo vano! E se Egli ce lo spiegasse bene, resta poi da vedere come noi e in che misura lo comprenderemmo, o se in seguito gioverebbe a renderci onnipotenti! Certo, se Egli lo vuole, allora anche noi possiamo fare delle cose meravigliose, ma oltre la Sua Volont, la sola santa ed onnipotente, in eterno mai pi! 12. Dico Io: Oh, Mia cara saggia! Chi si sognerebbe di cercare in te tanta abbondanza di chiarissima luce? Io te lo dico: Come te ce ne sono pochi su questa Terra; per una cosa devo osservarti per limmenso amore che ti porto e questa consiste in ci che tu per lavvenire devi procedere molto pi cauta e parsimoniosa con la tua pura saggezza e devi aprire bocca soltanto quando sul serio ve n la necessit, ma qui tale cosa non necessaria, perch, come vedi, sono presente Io Stesso e so ben dare a ciascuna domanda una risposta adeguata e fondata! 13. Ecco, se il nostro amico Giulio non fosse quel saggio uomo che in effetti , il suo cuore ne avrebbe risentito una punta dolorosa, ma egli un uomo saggio che ha intenzioni buone e oneste riguardo a qualsiasi cosa e perci prova gioia per la tua lezioncina ingenuamente sapiente. In avvenire, per, tu devi, verso chiunque, comportarti con la maggior modestia possibile e solo cos tu sarai veramente la Mia diletta sposa! Hai ben compreso queste Mie parole nel tuo cuore? 14. Risponde Giara un po turbata: Oh s, mio Signore; solo che adesso io temo che Tu non mi vorrai pi cos bene come prima, e questo rende triste il mio cuore! 15. Le dico Io: Riserva queste cure per unaltra cosa, dato che ora Io ti voglio molto pi bene di prima! 16. Dice Giara: Ma il buon comandante me ne serber rancore? 17. Dice il comandante: Oh, no affatto, mia deliziosa Giara. Anzi, io ti sono molto grato per avermi, dal tuo puro cuore celestiale, donato una verit altrettanto pura e celestiale! Oh Giara, noi due avremo ancora molto da parlare assieme, poich io scorgo benissimo come il tuo cuore sia ricolmo di saggezza celeste e perci noi restiamo i migliori amici! 18. Dico Io: Ebbene, Mia diletta Giara, sei contenta di questa soluzione? 19. Risponde Giara: Oh s, certo, ora sono veramente contenta; ma dora in poi dovr raccogliere tutte le mie forze per non ricadere in errore. Infatti limpertinenza stata a volte una mia piccola debolezza, ma questo non dovr pi accadere, perch le Tue parole sono per me sacre sopra ogni cosa! 20. Dico Io: Bene, anche questo incidente accomodato! Ed ora facciamo i pochi passi che ci mancano per essere sulla cima pi alta del monte!.

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131. Capitolo Sulla sommit della Vetta del Mattino. 1. Fatti pochi passi noi ci trovammo gi sulla sommit, la quale per era quanto mai lacerata e frastagliata ed appena sufficiente a concedere posto ad una trentina di persone che non soffrissero di vertigini. 2. La cosa non piacque affatto al nostro comandante, il quale usc a dire: La vista bens qualcosa di meraviglioso, ma questa pessima piattaforma, quanto mai irregolare, che confina da tutti i lati con delle pareti quasi a precipizio, mi guasta tutto il godimento 3. Dico Io: Amico, siediti, qualora ti sentissi colto dalla vertigine e voi altri fate altrettanto, dal canto Mio Me ne star in piedi 4. Osserva il comandante: Sarebbe bello sedersi, ma dove? Il panorama davvero incantevole, si domina tutta la Galilea ed una buona parte della Giudea ed anche la Samaria ben visibile; ma ora questa inospitale altezza ed il timore di una possibile caduta nel precipizio mi tolgono in maniera orribile tutta la gioia che uno spettacolo simile deve suscitare! Io so bene che non pu accadere niente di male, eppure non riesco a padroneggiare il timore! Ma perch accade questo? 5. Dico Io: Perch tu non comprendi lattuale impossibilit di una caduta! In ci sta la ragione e la spiegazione del tuo timore. Guarda qui la Mia carissima Giara, che piena di vivacit va intorno saltando come un piccolo camoscio, mentre i suoi fratelli e le sue sorelle ed il Mio buon Ebal stesso, se ne stanno l pallidi ed impauriti, eppure nessuna voragine lha ancora inghiottita! Ma ci avviene perch essa ricolma della fermissima fede che vicino a Me nulla le pu accadere di male. Abbiate anche voi tutti la stessa fede salda, e la stessa letizia che ha lei sar pure vostra! 6. Dice il comandante, il quale appunto in quel momento si sent mancare una pietra su cui poggiava il piede destro: Eh, per avere una fede vera e ferma, qui ci vorrebbe unaquila, perch essa ha un paio dali che la garantiscono contro le cadute; ma un uomo come me, con sotto i piedi un paio di pietre che vanno muovendosi luna dopo laltra, con tutta la migliore buona volont non pu arrivare ad una saldezza di fede del tipo di quella di Giara! Su questa scogliera larga appena due altezze di uomo e lunga al massimo cinquanta, basterebbe che io provassi a fare un solo salto di camoscio, come ne fa tanti Giara, e mi troverei dopo brevi istanti ridotto in piccoli pezzi in qualche luogo pi basso di qui! Oh Dio volesse che mi trovassi gi di ritorno al piano! 7. Allora Giara, sempre saltando, si avvicina al comandante e gli dice: Oh, mio caro Giulio, te ne prego, non essere cos timoroso, impossibile che ti succeda qualcosa di male! Il Signore ci ha guidati fin quass oltre le pareti pi ripide, anzi, veramente noi siamo stati trasportati attraverso laria lungo il fianco della montagna, perch una via simile non stata mai percorsa da piede umano. Ma a chi di noi accaduto qualcosa durante la salita meravigliosa su
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questo colosso di roccia dalle pareti a precipizio e da tutte le parti nudo? Ma se siamo arrivati sani e salvi fin quass, passando per luoghi pi pericolosi, come pu sorgere adesso improvvisamente fra di noi un timore, come se fosse possibile cadere gi in qualche precipizio? Dunque, mio buon Giulio, sii per amor mio un po pi allegro! Vedi, mi fa male al cuore quando vedo una faccia cos triste ed impaurita! 8. Dicendo ci, la fanciulla fa cenno di prendere per mano il comandante con lintenzione di condurlo un po intorno, ma egli si schernisce vivamente e strilla: Indietro! Sempre tre passi lontano da me, piccola strega! Gi prima poco mancato che tu con uno dei tuoi salti temerari mi urtassi, facendomi precipitare gi! Oh, io ti conosco! Tu sei di solito una ragazzina di rara bont, quanto mai cara e saggia perfino! Ma qualche volta ti salta qualche grillo di malizia sottile come ai fauni ed allora io dico: Sempre tre passi lontano da me!. In qualunque altra circostanza, io ti voglio molto bene, ma qui, a questaltezza di almeno duemila uomini, tu devi starmi lontana di tre passi come ti ho detto. Tutte le tue parole sono buone e savie, ma non colpa mia se a questaltezza mi viene la vertigine. Io so bene e credo che a nessuno di noi pu accadere nulla, ma nonostante tutto ci non posso dominare in me questa fastidiosa e penosa impressione, e perci bisogna che tu ti astenga dal farmi simili scherzi! 9. Dice Giara: Oh, cosa ti viene in mente! Come puoi neanche sospettare che io abbia voluto prendermi gioco di te? Vedi, io sono troppo certa del fatto mio e so che n a te n a me pu accadere nulla di male e sono venuta con tanto coraggio a te, che sei ora timoroso, unicamente per sollevarti, per quanto possibile! Come puoi perci volermene male e chiamarmi una piccola strega? Oh, mio carissimo Giulio, questo non gentile da parte tua! 10. Mentre cos parla, le si riempiono gli occhi di lacrime. Ed il comandante che se ne accorge, si pente di aver attaccato tanto aspramente la fanciulla, che le dice: Suvvia, facciamo la pace! Quando saremo gi, riprenderemo ben le nostre passeggiate sui bei prati soffici, ma qui ci manca lo spazio necessario e, come ho detto, io non ho colpa se questa fastidiosa vertigine mi opprime!. 11. Dice Giara: Ma la vertigine pur essa una malattia e qui c con noi il medico di tutti i medici! Se Egli ha potuto guarire tante centinaia di persone dai mali i pi svariati, Gli sar pur possibile liberare anche te dalla tua vertigine! Dunque pregaLo ed Egli certo ti guarir! 12. Dice il comandante: Ecco, mia buona Giara, questa s che una frase riuscita molto pi delle precedenti ed anche un salto migliore di quello di prima, con il quale non mancato molto che io me ne andassi rotoloni gi da qualche parte. Vedi, questo tuo consiglio lo seguir anche subito!. 13. Allora il comandante, rivoltosi a Me, Mi prega dicendo: Signore! Liberami dal mio timore e dalle mie vertigini! 14. Ed Io dico ad Ebal: D qui una tazza di vino!
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15. Ed Ebal Mi porse subito un piccolo otre pieno e una tazza. 16. Io riempii la tazza e la diedi al comandante, dicendogli: Ecco, prendi e bevi e le cose miglioreranno con la tua vertigine 17. Allora il comandante afferr la tazza e la vuot. E come ebbe bevuto il vino, immediatamente ogni timore ed ogni senso di vertigine labbandon, cosicch ne fu tutto rallegrato, si lasci condurre da Giara tutto intorno alla piattaforma frastagliata del monte e pot guardare tutto a suo agio gi per le scoscese pareti. 18. Ma quando tutti gli altri ebbero visto il cambiamento operatosi nel comandante, Mi pregarono essi pure di liberarli dal loro molesto timore. Ed Io feci dare a tutti del vino e poco dopo quellaltura fu tanto animata da sembrare un giardino ospitante qualche lieta brigata di amici. 19. Alcuni si diedero ad ammirare il vasto panorama, altri avevano perfino intonato dei salmi, infine altri ancora scrutavano gi per i pendii rocciosi, in cerca possibilmente di qualche sentiero che avesse consentito il ritorno. Ma siccome sentieri di tal genere non cerano ed il sole cominciava a declinare allorizzonte, alcuni, specialmente fra i discepoli, vennero da Me e Mi domandarono: Signore! Ancora mezzora ed il sole sar tramontato. Cosa faremo poi qui in alto?. 20. Ed Io dico loro: Non occorre che vi diate pensiero di ci! Chi ha fede, vedr stanotte risplendere su questa altura la gloria di Dio! Noi restiamo qui!. 21. E quando i discepoli intesero ci, tacquero ed andarono in cerca di qualche sito, per poter riposare con una certa sicurezza. 22. Anche il comandante Mi chiese se si sarebbe presto iniziato il ritorno, visto che il sole era prossimo al tramonto. 23. Ed Io dissi a lui quello che avevo detto gi ai discepoli; egli allora si adagi volentieri alla Mia decisione e si distese su di una rupe ben solida ed abbastanza piana. 24. Soltanto Giara, quando il sole ebbe gi cominciato a toccare lorizzonte, esclam: Signore! O amore mio! Noi non ce ne andremo gi cos presto da questa incantevole altura per far ritorno a casa? Sarei tanto contenta di assistere da qui al levar del sole! 25. Le dico Io: Noi ci fermeremo qui tutta la notte e soltanto domani che sabato ce ne andremo gi al piano; per, durante la notte, a te, come agli altri, sar manifestata la Gloria di Dio! 26. A queste parole, la fanciulla sopraffatta da una gioia intensa e da rapimento, si lasci lentamente cadere sulle ginocchia, come fosse colta da deliquio, ma si riebbe ben presto.

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132. Capitolo Dellessenza del timore. 1. Quando il sole fu gi tramontato, cominci a levarsi da Settentrione un vento gelido molto violento, cosicch in tutti fece di nuovo capolino il timore ed il comandante disse: Oh, oh, se questo vento continua in questo modo a crescere in forza, esso finir con lo spazzarci gi in qualche burrone ed anche leccessiva frescura che porta non proprio gradevole 2. Dico Io: Lascia che il vento soffi, perch ora il suo tempo, ma pensa pure che esso non il padrone di Colui che lha creato in forza della Sua Volont, che lo trattiene o che lo fa spirare secondo il Suo discernimento 3. Il comandante si accontent della spiegazione, ma tuttavia si coric il pi solidamente possibile sul terreno e gli altri imitarono il suo esempio. 4. Soltanto Giara rimase imperterrita al Mio fianco e disse: Ma Signore! Come si spiega che questi uomini si lascino tanto dominare dal timore, pur dovendo riconoscere ed essere convinti dalle moltissime prove avute, che Tu sei un Signore anche di tutti gli elementi? Particolarmente questa cosa mi fa meraviglia nei Tuoi discepoli! Oh, se Tu non fossi qui, la questione assumerebbe un altro aspetto, ma poich qui Tu ci sei, la mia meraviglia mi sembra giustificata! Signore, se Tu voi, puoi dirmi la ragione di un tale fenomeno? 5. Dico Io: Vedi, questo il prodotto del vecchio mondo in loro, il quale non ancora del tutto stato scacciato dalle loro viscere! Infatti se esso, com il tuo caso, fosse stato gi completamente scacciato ed eliminato da loro, allora essi come te non avrebbero alcun timore, n potrebbero neanche averne, perch lo spirito abbastanza forte da rendersi soggetta ogni natura. 6. Vedi, noi ci troviamo ora sulla vetta di un monte, che non stata mai ancora calcata da piede umano! Infatti, come tu vedi, le pareti di roccia sono tanto erte da tutte le parti che, disponendo solo di mezzi naturali, non possibile intraprendervi una salita n, meno ancora, una discesa, tu hai visto poi, quando noi raggiungemmo, con la forza naturale, la met daltezza del monte, ogni possibilit di unarrampicata su per le pareti perpendicolari interamente svaniva. Il comandante e tutti gli altri si domandarono: E adesso cosa si far?. Ma Io salii con te per primo anche sulle pareti erte del monte e tutti gli altri ci seguirono senza minimamente risentirne stanchezza. Com stata possibile una simile cosa? 7. Ecco, questa stata lopera dello spirito nelluomo. Io ridestai per quel tempo che era necessario lo spirito negli individui ed esso port le loro spoglie materiali fin su questa altura. Ma poich i loro spiriti non sono ancora abituati a questo genere di attivit, avvenne che, non appena per poco Io rallentai la Mia azione ridestatrice, essi ritornarono nei rispettivi corpi allo stato di riposo e lanima del corpo allora si riemp di timore. Se invece lo spirito nei loro cuori fosse rimasto desto completamente, essi non avrebbero pi timore di sorta,
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perch allora lo spirito stesso avrebbe permeato le anime della pi chiara ed assoluta fiducia ed avrebbe suscitato nei cuori la convinzione vivissima che a lui, spirito, ogni natura deve restare soggetta! Visto per che, a causa del vecchio mondo, di cui una parte ancora si cela entro le anime loro, questo processo non poteva per ora avere un effetto permanente, avviene pure che le loro anime risentano ancora qualcosa del timore del mondo, come ne hai fatto qui adesso esperienza. 8. Lanima umana o pu crescere insieme con la sua carne in seguito a tendenza od educazione falsa, oppure, in seguito a tendenza od educazione giusta e vera, con il suo spirito, il quale sempre Una cosa sola con Dio, cos come la luce del sole una cosa sola con il sole stesso. Se ora unanima cresce insieme con la propria carne, la quale di per s cosa morta e non ha vita se non in quanto questa le viene per un tempo determinato conferita dallanima, in tal caso lanima diventa in tutto una cosa sola con la sua carne. 9. Ma quando lanima va sempre pi crescendo con la propria carne, cos da diventare infine perfettamente carne essa stessa, allora in essa si manifesta il senso dellannientamento che una propriet peculiare della carne e questo senso poi corrisponde al timore, il quale finisce col rendere luomo impotente del tutto ed incapace di qualsiasi cosa! 10. In modo affatto differente si presenta invece il caso delluomo, la cui anima, in conseguenza di una buona e giusta tendenza od educazione, sia gi fin dalla prima giovent cresciuta con il proprio spirito. Allora lanima non vede in eterno dinanzi a s pi alcuna possibilit di annientamento ed il suo sentimento uguale alla propriet peculiare del suo spirito che indistruttibile in eterno. Essa non pu n percepire n concepire la morte, perch essa una cosa sola con il proprio spirito sempre vivente in eterno, il quale il dominatore di tutto il mondo naturale visibile e, anche se luomo vive nella carne, la conseguenza facilmente comprensibile ne che per lui non esiste pi il timore, poich dove non c pi morte, non c pi nemmeno timore! 11. E perci anche gli uomini devono curarsi il meno possibile delle cose del mondo, ma devono invece badare soltanto che la loro anima divenga una cosa sola con lo spirito e non con la carne, perch come pu giovare alluomo acquistarsi anche il mondo intero per la sua carne, quando la sua anima ne riporta invece gravissimo danno? In verit Io vi dico che tutto questo mondo, che da quass noi contempliamo in un circuito abbastanza vasto, con tutte le sue bolle dacqua simili a fuggevoli splendori, tutto questo mondo passer e tutto questo cielo, con le sue innumerevoli stelle, giunto il suo tempo anchesso passer, ma lo spirito rimarr in eterno come in eterno rimarr ciascuna delle Mie parole. 12. enormemente difficile aiutare gli uomini quando si sono tenacemente unificati e materializzati con il mondo, perch essi mettono e vedono la loro vita soltanto nelle vane cose del mondo, vivono in un perpetuo stato di timore e diventano infine inaccessibili del tutto per le vie dello spirito! Se poi si tenta
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di avvicinarli attraverso le vie naturali o tramite quelle del mondo, non solo non si arreca loro nessun giovamento, ma non si fa altro che promuovere il loro giudizio e con ci la morte della loro anima! 13. Colui, dunque, fra gli uomini del mondo che vuole salvare la propria anima, deve agire sul proprio essere con grande violenza e deve con la maggiore energia possibile cominciare a percorrere la via del sacrificio e della rinuncia alle cose del mondo; se egli fa cos con tutta diligenza e zelo, egli si salver ed avr la vita, ma se non lo fa, non gli pu venire dato nessun aiuto se non attraverso le gravi sofferenze del mondo, affinch impari a disprezzare il mondo stesso ed i suoi splendori e affinch poi si converta a Dio ed in tal modo cominci a cercare in s il Suo spirito, procedendo sempre di pi alla propria unificazione con Lui. Io te lo dico: La felicit del mondo la morte dellanima!. DimMi ora, Mia dilettissima Giara, se tutte queste cose tu le hai comprese bene.

133. Capitolo Cristo, il tramite fra Cielo e Terra. 1. Risponde Giara: O Signore, amore mio e mia vita! Per la Tua grazia in me, io ho ben compreso tutto ci, ma triste assai che gli uomini non possano o non vogliano vederlo e comprenderlo! Oh, un giorno, purtroppo, vi saranno molte anime morte! Oh Signore, fa Tu che gli uomini possano un giorno ascoltare questa santa verit e poi convertirsi, perch altrimenti mi riuscir ben presto molto noioso vivere a questo mondo fra tanti morti! 2. Le dico Io: Stai tranquilla, perch a questo scopo appunto sono venuto Io Stesso in questo mondo! Finora le vie ben praticabili sono mancate ed i Cieli erano separati dalla Terra, ora per viene spianata una via diritta e molto solida ed i Cieli sono in procinto di essere congiunti con la Terra, cosicch per ciascuno sar reso facile lincamminarsi per questa Via e raggiungere i Cieli vicini, tuttavia nessuno deve essere fuorviato nella libert della propria libera volont! 3. Dora innanzi chiunque fermamente vorr, potr raggiungere i Cieli, ci che finora non era possibile, perch labisso che separava la Terra dai Cieli era troppo grande. 4. Ma, daltro canto, guai a tutti coloro che verranno a conoscenza del nuovo ordine di cose, e ugualmente non si convertiranno! Costoro, dora in poi, si troveranno in condizioni peggiori degli antichi, i quali ben spesso hanno voluto, ma non hanno potuto! Comprendi tu? 5. Dice Giara: Signore, io ho compreso tutto. La possibilit buona, per tutto rimesso nella libera volont degli uomini! Essi vedono il mondo e questo il loro compiacimento, ma i Cieli essi non li vedono, n se ne compiacciono ed avverr che molti non vorranno percorrere la nuova via spianata e per questi poi
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andr peggio di quanto andata finora! Credimi, o Signore, pochi saranno quelli che sincammineranno per la via da Te preparata, perch per luomo la cosa pi difficile labnegazione di se stesso! 6. Dico Io: Non darti alcuna pena a tale riguardo. I provvedimenti atti ad ottenere il miglioramento avranno una grande estensione ed abbracceranno tanto laldiqua quanto lAldil. Ma ecco che, mentre noi parlavamo, tutta la compagnia, non escluso il nostro comandante, si addormentata. Ed ora cosa faremo noi? 7. Signore! Esclama Giara, Tu lo saprai meglio di ogni altro! 8. Ed Io le dico: S, certo, tu hai ragione! Io feci appositamente venire il sonno su di loro ed essi vedranno in sogno quello che tu invece vedrai nella realt! Ecco, ben presto tu vedrai i Cieli aperti e tutti gli angeli ci serviranno! Domani questa montagna, verso Levante, sar provveduta di un declivio accessibile con facilit e tutti noi potremo discendere e far ritorno a Genezaret per una nuova via naturale! E adesso fa attenzione alla scena che si svolger dinanzi ai tuoi occhi 9. Dopo queste Mie parole, Giara lev gli occhi in alto e li fiss per qualche tempo nel cielo cosparso di stelle lucentissime, ma, poich nonostante lintenso rimirare, niente dinsolito ancora si voleva mostrare al suo sguardo, Mi disse con accento di immensa dolcezza: Signore! O vita mia, o mio amore! Niente ancora mi possibile vedere! Puoi dirmi che aspetto avr, affinch se qua o l dovesse mostrarsi qualche cosa, io possa almeno giudicare se lapparizione sia quella da Te annunciata oppure no! 10. Le dico Io: Mia diletta Giara, tu devi guardare in alto piuttosto con il tuo cuore che non con i tuoi occhi, ed allora cose meravigliose cominceranno a farsi vedere in una maest grandiosa di luce! Fanne una prova e ti convincerai ben presto che Io ho sempre ragione e che dico sempre la piena verit 11. Udite da Me queste spiegazioni, Giara eleva pi il suo animo che non gli occhi, ed ecco allistante aprirsi tutti i Cieli, e innumerevoli schiere di angeli di Dio scendono a terra librandosi nello splendore pi magnifico e cantano: O Cieli, stillate tutte le vostre rugiade di grazia sui giusti di questa Terra! Infatti santo Colui che vi ha posato il piede per la salvezza di coloro che sono caduti, prima ancora che un solo sole brillasse nella divina luce di grazia nel profondo infinito! 12. I figli degli uomini, che Satana ha generato, Egli li accoglie e li converte in figli del Suo Amore! 13. Siano resi dunque a Lui solo ogni onore ed ogni gloria, perch tutto quello che Lui fa eccellente e il Suo Ordine Amore congiunto a suprema Sapienza. E perci solo Lui santo, santissimo e dinanzi al Nome Suo tutto sinchina nel Cielo e sulla Terra e sotto la Terra. Amen.

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134. Capitolo Il sollevamento del mare di Galilea. 1. E come Giara ebbe udito il cantico celestiale, tutta rapita chiese: Signore! Qui davvero difficile giudicare cosa sia pi bello e pi splendido: se il canto, le parole, il fulgore incomparabile delle luci dai mille colori, oppure le meravigliose figure di questi innumerevoli cantori eterei! Oh, soltanto ora posso farmi un concetto di ci che veramente sono i Cieli di Dio! Oh, vorrei morire subito e andarmene da questi dolcissimi interpreti delle celesti armonie! Ma, Signore, se a Te piace cos, dimmi cosa e chi sono propriamente in se stessi questi meravigliosi cantori? Sono davvero quello che sembrano essere, oppure sono soltanto delle creature da Te chiamate a vita solo per questo istante? 2. Ed Io le dico: Questi sono angeli e furono creati immensit di tempi prima che nellUniverso vi fosse traccia alcuna di una creazione materiale! Chiamane uno e ti convincerai che egli, come tutti i suoi compagni, un essere vero e supremamente perfetto. Per Io devo, oltre a ci, renderti attenta che, per quanto lieve ed etereo sia il loro aspetto, in ciascuno sono insite una tale forza e potenza che il minimo ed il pi debole fra di loro potrebbe distruggere in un baleno tutta la Terra, cos da non lasciarne neanche il pi piccolo granello! Ed ora, poich sai questo, chiamane uno e fa con lui qualche prova! 3. Dice Giara: Signore! Io non ne ho il coraggio, poich, per quanto indicibile sia la loro bellezza, pure la loro presenza mincute un leggero timore! 4. Dico Io: Ma bambina Mia, non ti ho spiegato poco fa cosa sia veramente il timore? Dunque, non bisogna che tu abbia timore alcuno, altrimenti dovrei pensare che nel tuo cuore si nasconda ancora qualcosa di mondano! Tu ti trovi pur presso il Signore, dinanzi al Cui Nome tutti questi esseri si prostrano. Dunque, da dove potrebbe venire il tuo timore? 5. Risponde Giara: Ahim, questo certamente pi che vero, ma linsolito spettacolo di una simile scena, mai neanche sognata, non pu fare a meno di scuotere profondamente un povero e debole cuore di fanciulla! Ma ora voglio raccogliere le mie forze ed il mio coraggio e vedrai che la Tua Giara pu essere anche senza timore 6. E detto ci, ella fece subito cenno ad uno degli angeli che era pi vicino e questi venne a lei prontamente librandosi nellaria e le chiese con voce dolcissima: Giara, o dolcissima figliola del mio Dio e mio Signore dalleternit, che cosa brama da me il tuo tenero e puro cuore? 7. Risponde Giara, un po confusa davanti allo splendore ed alla maest di quel messaggero celeste: Ah, s, s, s vero, il Signore, che tu vedi qui, mi dice che ciascuno di voi dotato di una potenza meravigliosa e che dovrei persuadermene facendo una prova; ma quale prova potrei dirti di fornirmi, se io non so niente altro allinfuori di ci che ho udito in questi pochi giorni dal Signore Ges? 8. Dice langelo: Ascolta, o bel fiore dei Cieli! Nel Nome del Signore ti aiuter io a trarti dimbarazzo! Vedi laggi il mare di Galilea molto vasto e
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profondo? Cosa penseresti se io lo levassi fuori dal suo ampio bacino e lo facessi rimanere sospeso per circa unora intera dinanzi ai tuoi occhi, libero nellaria, nella forma di un grande globo dacqua? 9. Dice Giara: Oh, questo sarebbe immensamente meraviglioso! Ma, nel frattempo, cosa ne sarebbe dei poveri pesciolini e poi delle molte navicelle che, in parte, riposano a riva e molte di pi si muovono di qua e di l sul mare? 10. Risponde langelo: Sar certo mia cura che nessun pesce, n alcuna navicella abbia a soffrirne danno! Se desideri la prova che ti ho proposto, in un momento lopera si trover sospesa dinanzi a te!. 11. Dice Giara: Ebbene, se nessuna creatura pu venirne danneggiata, tu puoi eseguire quello che hai detto! 12. Dice langelo: Guardati intorno! Ecco che il lago vuoto e tutta lacqua che vi era contenuta, fino allultima goccia, sta ora sospesa liberamente nellaria, come possono convincersene i tuoi occhi! 13. Allora Giara volle chinarsi un po, per guardare in profondit, ma subito url con la fronte sulla superficie umida e fredda dellenorme sfera liquida che si librava libera, immediatamente vicino alle pareti rocciose del monte ed il cui diametro complessivo misurava poco meno di quattromila tese. Quando Giara ebbe visto ci, rimase quasi senza fiato e domand a mezza voce: Ma per lamor di Dio, come ti stato possibile un lavoro di questo genere nel tempo di un istante appena percettibile? Ed il mare adesso proprio vuoto del tutto? 14. Dice langelo: Giara, vieni con me e convincetene! 15. Giara osserva: Come sar possibile questo? 16. Dice langelo: Se mi stato possibile sollevare fino quass in un attimo la pesante massa dacqua, mi sar ben possibile portare anche te gi, fino al fondo del mare in un attimo solo e riportarti qui poi con la stessa velocit! Bisogna per che tale sia la tua volont, altrimenti nulla posso fare, perch una scintilla sola del libero volere umano noi tutti la rispettiamo pi di tutta la forza e potenza che Dio ci conferisce, perci tu devi prima volere ed al tuo volere poi seguir la mia azione 17. Dice Giara: Allora sta bene! Conducimi! 18. Nello stesso istante ella si trov nel punto pi basso del fondo marino completamente asciutto e langelo lev dal suolo una bellissima conchiglia e la diede a Giara per ricordo e ad ammaestramento degli altri, che corporalmente erano immersi in profondo sonno, ma avevano in sogno le visioni di tutto ci che stava succedendo. 19. E quando ebbe appena riposta la conchiglia nellampia tasca del suo grembiule, langelo le domanda: Credi ora che tutta lacqua di questo mare si trovi in quel globo che si libra al di sopra di noi e che il suo vasto letto completamente allasciutto? 20. Risponde Giara: Oh, s, io lo avrei creduto anche se non mi avessi portata quaggi! Ma ora ti prego, riportami lass dal Signore, perch senza di Lui sento che morirei il prossimo istante!
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21. Non appena ebbe pronunciato lultima parola, la buona Giara si ritrov gi al Mio fianco, in cima al monte ed Io le chiesi se le fosse piaciuta la cosa e che giudizio se ne fosse fatta. 22. Ed ella disse: Signore, che a Te siano possibili tutte le cose, lo so perfettamente, ma come nella Tua Volont e per influsso di questa anche nella volont dellangelo possa esservi un tale grado di potenza, questo penso che forse langelo stesso non lo sapr, quanto meno io potrei darTi una qualche spiegazione di un simile fenomeno. una cosa meravigliosa in sommo grado, ma non posso comprenderla! 23. Le dico Io: La tua risposta molto buona e giusta, ma con il tempo troverai nel tuo cuore anche la spiegazione del come a Dio siano possibili tali cose. Ed ora dimmi un po, come ti pare questangelo?.

135. Capitolo Una prova damore di Giara. 1. Dice Giara: Oh, egli certo un uomo indicibilmente bello, perch ha veramente tutto laspetto di un uomo, ma vicino a Te, o Signore, tutti gli angeli e tutti i Cieli, con tutta la loro luce e le loro forme di suprema bellezza, sono un nulla rispetto a te! Infatti tutta la loro bellezza sei Tu e solo Tu! Dunque io non potrei amarne nessuno! 2. Dico Io: Ma sono Io, come tu mi vedi qui, proprio pi bello di questangelo? Guarda le Mie mani, che il lavoro ha rese ruvide, la Mia epidermide gi parecchio bruciata dal sole e la Mia et, tutto ci non ha davvero niente di attraente, mentre questangelo dotato di tutto limmaginabile che i Cieli possono chiamare bello! 3. Dice Giara: Signore! Lesteriorit non ha per me alcun valore, quando linteriore non eguaglia perfettamente il Tuo cuore, perch Tu solo sei il Signore!. 4. Dico Io: Ma pure, da queste creature angeliche si emanano dappertutto manifestamente, senza alcun velo, il Mio Amore e la Mia Sapienza che sono in tutto completamente uguali a Me; se tu dunque Mi ami soltanto per il Mio Amore e tuttavia Io sono il Signore, non vedo perch tu non possa amare cos, come ami Me, questangelo dalla bellezza sovrumana, il quale certo esiste quale risultante dellazione combinata puramente del Mio Amore e della Mia Sapienza! 5. Dice Giara: O Signore, Amore mio e mia vita, da questi due elementi vitali sono costituiti anche tutti gli uomini, eppure io non sento di poterli amare sopra ogni cosa con quella potenza con cui amo Te! Oh, s, io certo amo tutti gli uomini e pi di tutti chi bisognoso e faccio ogni cosa possibile, nei limiti delle mie poche forze, per venire in soccorso ai poveri; ma pure non mi possibile amarli come io amo Te; cos io amo anche questo carissimo angelo, ma il mio
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cuore e la mia vita non appartengono tuttavia che a Te solo! Soltanto se Tu, o Signore, respingessi duramente da Te il mio amore certamente puro, allora la mia tristezza sarebbe assai grande, ma comunque direi a me stessa: Egli, il purissimo e santissimo, non ha potuto ritenere degno di Lui il tuo amore ancora troppo impuro e perci lo ha tenuto lontano da S! 6. Dicendo queste parole la fanciulla prorompe in pianto ed aggiunge fra i singhiozzi: E cos anche sar! Io mi sono azzardata un po troppo oltre con il mio amore e nella mia ingenuit non ho pensato abbastanza Chi Colui che il mio cuore ha afferrato con tanta veemenza; perci il Tuo Amore santissimo respinge dolcemente da S il mio amore ancora troppo poco santo e mi affida ad un angelo perch prima purifichi il mio cuore ed educhi a maggior santit il mio amore. Oh, questo mi addolora assai, ma io so bene che Tu solo sei il Signore e sopporter dunque con pazienza tutto quello che a Te piacer decretare nei miei confronti 7. Allora le dico lo: O Mia diletta, perch fare questi vani rimproveri allamor tuo? Chi non Mi ama cos come tu Mi ami ed ha a questo mondo qualche cosa che gli pi cara di Me, costui non affatto degno del Mio amore. Tu, invece, il cui cuore tutti gli angeli del Cielo sono incapaci di allontanare da Me, ami Me, il Tuo Signore e tuo Dio appunto cos come Mi amano gli angeli dei Cieli e sei tu stessa, gi da lungo tempo dunque, un bellissimo angelo del quale Io Stesso sono immensamente innamorato! Vieni qui sul Mio cuore e prenditi in esso il pieno risarcimento per questa piccola prova!. 8. A queste parole la piccola sembra come rinata e si stringe quanto pi pu contro il Mio petto. 9. E langelo esclama: O beatitudine suprema fra tutte! Che cos tutto il complesso dei Cieli, paragonato alla vista di tanto amore? Noi, spiriti perfetti, nel corso infinito dei tempi abbiamo gi gustato gioie in tale numero che nessuna lingua capace di pronunciare, ma pure tutte le infinite gioie e delizie di cui fummo partecipi non sono che povera rugiada dinanzi allonda di letizia che intorno a Te, o Padre santissimo, si innalza mentre accogli fra le Tue braccia la Tua figlioletta e con manifesto immenso amore la stringi al santissimo cuore Tuo! Oh, davvero inesprimibile deve essere la beatitudine di cui questa creatura ora gioisce! 10. Dico lo: S, immensa la letizia di questa figlioletta, ma anche per Me essa non meno grande, a voi pure, per, tale gioia sar riservata quando sar compiuto e quando tutti voi avrete mangiato alla mensa dei Miei figlioli! Ed ora fa che lacqua ritorni nel suo bacino! Poi questa Mia piccina ti ordiner un altro lavoro. 11. E avvicinando la Mia bocca alla testolina di Giara immersa nellestasi, dico: Vero, Mia buona Giara, tu Mi aiuterai a procacciare ancora qualche bel lavoro ai Miei angeli? 12. Risponde la fanciulletta con amoroso e ingenuo slancio e con la sua voce infantile e dolcissima: Oh s! Per amor Tuo sono pronta a far ogni cosa con
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tutta la mia anima! Tu non hai che d a dire, ed io mi getto per amor Tuo in qualunque fuoco e mi precipito anche da questo monte gi nel mare, se lacqua gi ritornata 13. Dico Io: E tuttavia nessuna fiamma di questa Terra potrebbe ormai pi bruciarti, n distruggerti, perch tu stessa sei ricolma del fuoco pi ardente! E cos pure n la roccia n lacqua riuscirebbero pi a recarti danno, perch il tuo carattere nellordine Mio pi solido di un diamante, e il tuo animo pi dolce di tutte le acque dei Cieli! Insomma, tu Mi sei oramai tanto intimamente penetrata nel cuore che Io ti concedo la libert di poter chiedere agli angeli direttamente il compimento di qualche opera ed essi eseguiranno il tuo incarico come eseguirebbero un ordine partito da Me Stesso. Pensa dunque a un qualche lavoro ed esponi la tua idea allangelo, il quale attende gi con ansiosa gioia di ricevere dal tuo cuore un incarico ed in un attimo tutto sar compiuto, secondo il tuo desiderio!. 14. Dice allora Giara: Mio buon messaggero dei Cieli! Se pu avvenire senza recare danno a nessuno, poich questo monte con mezzi naturali troppo difficile da salire, fa, nel Nome del Signore, che esso abbia un sentiero per salirvi e discendere, praticabile facilmente e senza pericoli, anche dalla parte del mare, dove ora accessibile assolutamente soltanto agli uccelli!. 15. Langelo fa semplicemente un graziosissimo inchino davanti alla piccola Giara e dice: O maestosa dominatrice nel Nome del Signore! Osserva il monte tutto intorno e tu sarai certo contenta di me! Vedi, noi alle volte siamo lenti nelle nostre azioni, per, quando occorre siamo anche pi veloci del lampo.

136. Capitolo La potenza degli angeli. Visita di una stella. 1. Detto ci, langelo prende Giara per mano e la conduce tutto intorno al cocuzzolo del monte ed essa si convince che il monte, pur non avendo perduto niente della sua altezza, diventato accessibile da tutte le parti senza pericolo, specialmente dalla parte opposta al mare, dove il declivio ora dolcissimo. 2. E quando Giara si fu ben persuasa del cambiamento avvenuto, disse: La cosa talmente prodigiosa che io quasi comincio a non fidarmi pi dei miei sensi e devo chiedermi davvero se forse non sto dormendo e sognando! Dammi, dunque, almeno qualche piccola indicazione riguardo al come ti stata possibile questa meraviglia. Prima tu hai tratto fuori dal suo bacino tutto il mare e lhai mantenuto libero e sospeso nellaria, come una goccia immensa; ora hai costruito intorno a questo monte ripido delle strade praticabilissime e tutto questo in un solo batter di ciglia! Qual il segreto della tua potenza? Tu non hai abbandonato un solo istante il tuo posto, eppure tutte queste opere sono state compiute! Per me, povero vermiciattolo della terra, quale io sono, questo troppo!.
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3. Risponde langelo: Tu certamente non puoi ancora concepire simili cose, ma ben presto verr il tempo in cui tutto ti sar chiaro come il sole. Per gi fin dora posso dirti questo: Noi angeli non possiamo fare niente per nostro proprio potere, ma tutto invece esclusivamente tramite lonnipotente Volont del Signore che tu tanto ami. 4. Vedi, lUniverso intero ed i Cieli tutti altro non sono che Pensieri ed Idee di Dio tenute fisse dallonnipotente, fermissima Volont del tutto incrollabile di Dio Stesso. Basta che Egli abbandoni le Sue Idee e sciolga i Suoi Pensieri e nello stesso istante la Creazione visibile ha cessato di essere, ma se il Signore forma un nuovo Pensiero e con la Sua onnipotente Volont lo fissa, allora la nuova Creazione nello stesso istante gi esistente e visibile per ciascuno 5. Chiede Giara: Ma allora cosa resta da fare a voi? 6. Risponde langelo: In primo luogo devi sapere che noi siamo semplicemente gli organi accoglitori della Volont divina e poi i diffusori della stessa! Vedi, noi siamo, in certo qual modo, le ali della Volont divina e siamo di conseguenza propriamente la Volont divina Stessa. Basta anche il pi lieve pensiero nostro, quando lo congiungiamo con la potenza della divina Volont e lopera immediatamente compiuta; ecco da cosa dipende tale rapidit nel nostro agire! 7. Vedi tu l quella stella lucente che sta sorgendo? Ebbene, se da qui fino ad essa fosse tracciata una strada, in verit la Terra non ha tanti minutissimi granelli di sabbia quanti anni impiegherebbe un uccello per giungervi in volo, per non parlare di quanti ne occorrerebbero ad un uomo per arrivarci anche al pi veloce passo di corsa, eppure a me possibile raggiungere quella stella e far ritorno qui in un solo attimo! Tu non noteresti affatto la mia assenza e malgrado ci io sar stato l e poi di nuovo qui! Puoi crederlo?. 8. Dice Giara: Perch non dovrei crederti? Ma naturalmente di una convinzione da parte mia non c da parlare, poich fino l io non posso, n daltronde vorrei, fare con te un viaggio, cos come lho fatto ora sul fondo del mare! 9. Osserva langelo: E perch no? Non sono possibili a Dio tutte le cose? Se ci gradito al Signore, per me non fa differenza! Che a te niente di male potr accadere, mi rendo garante io e tutti gli innumerevoli angeli che vedi risplendere da tutte le parti qui intorno! 10. Dice Giara rivolta a Me: Signore, davvero possibile questo? 11. Le dico Io: Nelle mani di questangelo, s. Se vuoi affidarti a lui in pochi istanti sarai di ritorno sana e salva qui, presso di Me. Prenditi per anche di l un ricordo! 12. E udito questo da Me, Giara si affid allangelo, dicendo: Ecco, io ho coraggio; se tu puoi farlo, allora portami l dove hai detto! 13. Allora langelo sollev Giara da terra, la strinse forte al suo petto e scomparve. Dopo dieci secondi egli fu di ritorno assieme a Giara, la quale
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conservava nel suo grembiule una pietra che allaperto riluceva come la stella del mattino quand al colmo del suo splendore. 14. Quando Giara si fu un po riavuta dal suo stupore, Mi domand: Oh, Signore, sono davvero tutte queste stelle innumerevoli quello che la stella che davvero con i miei stessi occhi di carne oppure con gli occhi del mio animo ho contemplato adesso? Infatti un mondo immenso! Il nostro, rispetto a quello, mi sembra un guscio di una chiocciola rispetto a questa montagna! Dei veri uomini popolano quel mondo enorme e meraviglioso e le loro dimore sono altrettanti templi dalle proporzioni colossali e magnificamente costruiti, ma quegli uomini sono talmente grandi che, se posassero i piedi qui gi sulla riva del lago, supererebbero almeno tre volte in altezza tutta questa montagna. E cos quel mondo mille volte pi grande del nostro! 15. Noi ci trovavamo in cima ad un monte altissimo, dal quale si vedeva da tutte le parti una pianura sconfinata. Questa era percorsa in ogni direzione da bellissime correnti, le cui onde, muovendosi, avevano dei giochi brillantissimi di luce cangiante in tutti i colori dellarcobaleno. Il terreno poi era tutto coltivato per formare magnifici giardini, e vi erano splendidi templi. Listante successivo ci trovammo gi in pianura, vicino ai templi e vedemmo quegli uomini colossali e le loro abitazioni ancora pi colossali. Visti ad una certa distanza, questi uomini sono davvero di bellissimo aspetto, ma osservati da vicino, sembrano delle montagne semoventi; io avrei dovuto adoperare una scala molto alta se avessi voluto salire anche soltanto sul dito mignolo del piede di uno di loro! 16. Insomma, avrei per tutta la vita da raccontare se volessi dire tutto quello che ho visto in questi soli pochi momenti, ma questo vorrebbe dire sprecare in inutili chiacchiere il tempo che Tu, o Signore, hai destinato a qualche cosa di meglio. Tuttavia io bramerei ancora di apprendere da Te se tutte queste innumerevoli stelle sono proprio altrettanti mondi simili a quello che ora ho visto! 17. Dico Io: S, bambina Mia, anzi molto pi grandi e abbondanti in magnificenza, ma credi tu davvero e fermamente di essere stata in questi pochi istanti su quella stella, cos come sei qui con il tuo corpo e anima? DimMelo!. 18. Risponde Giara: Signore! Amore mio e mia vita! Il volo di andata labbiamo compiuto in quattro brevissimi tempi e fino al quarto tempo la stella che io distinguo benissimo ancora mi appar sempre invariata come stella, ma, allinizio del quarto tempo, essa divenne grande come il nostro sole, poi, dopo brevissimo tempo ancora, ci trovammo gi su quello splendido mondo. Sul monte, dove al nostro arrivo ci trovammo, raccolsi, dietro consiglio dellangelo, una pietruzza dal terreno, che appunto questo sassolino rilucente che ho portato con me come prova che io sono veramente stata anche l. Dunque, riguardo alla mia presenza reale l io non potrei fornirTi altre prove.
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137. Capitolo La maniera interiore di contemplare la Creazione. 1. Dico Io: Questo basta pienamente! Ma ora Io voglio indicarti unaltra maniera, nella quale un uomo perfetto nel suo cuore pu viaggiare attraverso gli spazi e visitare le stelle anche senza scostarsi materialmente di una linea sola da questa Terra; per in questo caso non certo facile portare con s una pietruzza lucente a prova del raggiungimento della meta. Dunque, hai ben presente la stella che hai visitato poco fa? 2. Risponde Giara: S, o Signore! 3. Dico Io: Ebbene, ora vedi di rappresentartela in cuor tuo con la maggior intensit di vita di cui sei capace e fissala per qualche tempo incessantemente con gli occhi tuoi e dimmi poi come ti apparir dopo pochi istanti 4. Giara allora fa secondo il Mio suggerimento e subito dopo esclama: Signore, Signore! O mio Dio, o mio amore! Io vedo la stella come lho vista prima nel quarto periodo. Essa diventa sempre pi grande e la sua luce a malapena sopportabile! Ah, che luce straordinaria, per fortuna che non fa male agli occhi! Oh, oh, ora tutto il firmamento non che un immenso mare di luce terribilmente sconvolto da enormi ondate! Mio Dio, mio Dio, come sono grandi e meravigliose le Tue opere! E dire che Tu vai peregrinando nella carne come un semplice e modesto uomo fra questi vermi che sono gli uomini della nostra Terra! 5. Oh, oh! Adesso mi trovo nuovamente su quel monte di prima e vedo tutto intorno gli stessi paesaggi sovrabbondanti di ogni magnificenza, gli stessi templi e gli stessi uomini ed i loro bellissimi giardini, vedo anche dei fiori meravigliosi, ma il pi piccolo fra questi pi grande di una casa sulla nostra Terra. Certo non potrei coglierne nessuno per ricordo! Ah, ecco, adesso vedo anche ogni specie di animali e anche degli uccelli che sono una meraviglia di bellezza, ma sono tutti immensamente grandi! Dagli alberi giganteschi pende della frutta curiosa ma di una grandezza enorme! E noto anche come due uomini in un giardino stendono le mani verso un albero, ne colgono della frutta e la portano alla bocca! Oh, con una pera o simile frutto, un migliaio di uomini su questa Terra avrebbero abbastanza da saziarsi per un anno intero! 6. Le dico Io: Ora fa attenzione! Adesso arriverai in una specie di citt di quel mondo, Mi dirai poi se ti sar piaciuta! 7. Subito dopo Giara si prende il capo tra le mani come sbalordita e lo splendore della visione pare ora tanto grande da strapparle grida di meraviglia e di rapimento: Oh, per lamore del Nome Tuo santissimo! Questa una magnificenza quale un cuore di uomo non ha mai potuto neppure lontanamente sognarla! Oh, una cosa che non si pu descrivere! Serie complete di templi immensi! Che colonnati, che cupole! Mio Dio, quale sontuosit, che proporzioni immense e che indicibile splendore! Signore, Te ne prego, fammi ritornare, perch questa profusione di magnificenze, che uomo non potr mai descrivere, finirebbe con luccidermi!
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8. Le dico Io: Ebbene, chiudi gli occhi e pensa a Me ed alla Terra e tutto poi sar di nuovo a posto! Giara allora esegue e pu ormai guardare la sua stella nuovamente come stella. 9. E quando un po di calma e di raccoglimento si fece nel suo animo, essa subito Mi domanda: Signore! Langelo mi ha forse mostrato prima quella stella anche in questa maniera come me lhai mostrata Tu ora? Adesso io lho vista molto meglio della prima volta, quantunque vi sia stata, per cos dire, soltanto spiritualmente. La mia idea questa: il buon angelo, per mantenere le apparenze, mi ha forse allontanato solamente un breve tratto da qui e mi ha poi fatto vedere la stella anche lui nella seconda maniera! 10. Dico Io: No, no, langelo ha corrisposto pienamente al tuo desiderio! Per tale cosa stata possibile soltanto con te, perch il tuo cuore saturo damore; con qualsiasi altro uomo una cosa simile non sarebbe stata possibile. E se anche un angelo facesse questo con un comune uomo del mondo, ci che certo egli potrebbe, gi la sola vicinanza di un tale angelo ucciderebbe luomo del mondo sullistante! 11. Per tu poco fa Mi hai chiesto se tutte le stelle sono altrettanti mondi simili a quello che hai visto. Ed Io ti ho risposto di s. Dunque, se tu, Mia Giara diletta, lo desideri, puoi convincertene nellidentico modo! Vedi, quando un giovane del mondo chiede la mano di una fanciulla e vuol farla sua sposa, egli apre i suoi forzieri e mostra tutti i suoi tesori, per rendersi propizia colei che il suo cuore ama, affinch, se anche non per la sua persona, essa voglia accettarlo in sposo per i suoi grandi tesori. Ed ecco, Io faccio ora lo stesso dinanzi a te, affinch un giorno, quando la tentazione verr da parte del mondo, tu non abbia ad allontanarti dal Mio cuore. Perci ora Io ti rivelo lesistenza dei Miei tesori, perch tu possa convincerti che Io poi non sono tanto povero come il Mio esteriore sembra annunciare agli uomini. Vedi, Io sono oramai il tuo innamorato ed dunque opportuno che ti mostri anche una parte, sia pure piccola, dei Miei grandi possedimenti e tesori 12. Dice Giara: Signore, o vita mia, se la mia volont fosse mossa a contemplare ancora unaltra stella soltanto per preservarmi con ci da un infedelt nel mio amore per Te, mi dispiacerebbe molto aver guardato gi quelluna! Infatti Tu solo sei per me infinite volte di pi di tutte le stelle con tutti i loro splendori! In verit, per amarTi sopra ogni cosa, io in eterno non ho bisogno daltro che di Te solo, ma per amor Tuo, poich Tu lo desideri, ammiro con grande diletto pure le meraviglie della Tua potenza e sapienza 13. Dico Io: Ascolta, o Mia carissima Giara, Io vedo bene fino in fondo al cuor tuo ed entro vi leggo quanto grande il tuo amore per Me e conosco anche la tua fedelt, per tu sei ancora pi una bambina che una ragazza matura. Finora tu fosti continuamente sotto la tutela dei Miei angeli ed i mali spiriti del mondo non hanno potuto avvicinarsi a te, ma pi tardi dovrai per forza tua propria resistere al mondo perfido ed ai suoi allettamenti, per poter con ci, secondo il Mio immutabile Ordine stabilito per tutti gli esseri, creare da te stessa quel
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solido terreno sul quale appena ti sar dato di avvicinarti a Me davvero in spirito ed in tutta verit. Ed ecco qui il mondo ha un potere assai grande sugli uomini, perch il mondo in grandissima parte dominato dallInferno e lanima deve sostenere pi di una aspra lotta, per non venire tratta nellabisso dalla propria carne e dal proprio sangue e per conseguenza anche dal mondo! 14. La tua persona molto bella; ben presto i giovani del mondo getteranno gli occhi su di te e ti offriranno il loro cuore e la mano e dovrai combattere per non cedere alle loro insistenze. Ma quando questo tempo sar venuto, suscita allora nel tuo cuore il ricordo di Me e di tutto quello che hai visto ed udito su questo monte e cos riuscirai vincitrice del mondo con molta facilit! 15. Dice Giara, un po rattristata: Oh, ma a Te deve pur essere dalleternit gi chiaro se un giorno potrei o no diventarTi infedele! E se Tu vedi in me una futura infedele, come puoi amarmi? E come puoi permettere ad una futura peccatrice di avvicinarsi a Te?. 16. Ed Io le dico: Questi concetti, Mia diletta Giara, sono troppo alti per te! Tuttavia, per il particolare immenso amore che ti porto, qualche cosa voglio pur dirti. Vedi, Io bens posso gi dalle eternit sapere quello che sar di un uomo, purch Io lo voglia sapere, ma, affinch luomo nella maturit degli anni suoi possa agire senza influenza alcuna, fermamente ed in piena assoluta libert, Io distolgo per un determinato tempo i Miei occhi da lui e non prendo nessuna informazione sul suo libero operare, a meno che egli non Mi rivolga la fervida preghiera di aiutarlo nella lotta da lui liberamente intrapresa con il mondo, allora il Mio sguardo di nuovo si volge a lui, lo aiuto a mantenersi sulla retta via e gli infondo il necessario vigore nella sua lotta con il mondo! 17. Ora, vedi, cos neppure nel tuo caso Io voglio scrutare il futuro e ci perch tu abbia a restare libera nel tuo operare; vedi, Io vado ora istruendoti, affinch tu ne sia rafforzata e perch nel tempo della tentazione tu possa ricordarti fattivamente di tutto ci. Anche langelo protettore, una volta giunto quel tempo, ti lascer sola, ma quando avrai riportato la definitiva vittoria sul mondo, egli ritorner a te e ti servir in ogni cosa. Hai tu, Mia carissima Giara, afferrato cos, almeno un po, il senso delle Mie parole?.

138. Capitolo Un mondo in funzione di scuola dellabnegazione di se stessi nellAldil 1. Dice Giara: Lho compreso abbastanza, o Signore! Per la cosa resta ben triste per me e per tutti gli altri uomini, perch fra migliaia forse appena uno trover la forza necessaria per affrontare il mondo da solo, cos come a Te sarebbe gradito! 2. Dico Io: Appunto per ci Io sono venuto al mondo, allo scopo, con gli insegnamenti Miei e con le Mie opere, di fornire a ciascuno i mezzi sufficienti per vincere il mondo con lieve fatica
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3. Dice Giara: Certo, sarebbe tutto bello e buono, ma sulla Terra c una quantit di persone, al cui orecchio le Tue parole cominceranno ad arrivare forse appena in un migliaio danni; come potranno queste persone, entro cos lungo tempo, difendersi dallassedio del mondo? Eppure sono tutti altrettanti uomini come lo siamo noi ebrei! 4. Dico Io: Ecco, i popoli della Terra, in rapporto a Me, devi raffigurarteli come dei singoli figli in rapporto allunico padre loro. Alcuni, che sono venuti prima nel mondo, vengono educati dal padre in differente maniera da altri, che hanno visto la luce appena da due, tre, quattro o fino a cinque anni. Il figlio pi anziano gi un uomo robustissimo ed una figlia gi da marito, ma accanto a questi vi sono ancora un paio di figli della tua et e poi tre sono ancora in fasce. Dimmi tu se farebbe cosa saggia il padre, qualora volesse usare lo stesso sistema di educazione tanto per i piccoli bimbi in culla, quanto per il figlio divenuto gi uomo adulto? 5. Risponde Giara: Oh, sarebbe una cosa quanto mai insensata se il padre facesse cos! 6. Dico Io: Orbene, appunto qui sta la spiegazione del perch alcuni popoli arriveranno solo pi tardi ad intendere la Mia dottrina. Essi attualmente non sono ancora maturi, ma ben verr il tempo giusto in cui lo saranno ed allora anche la Mia dottrina giunger fino a loro. Mi comprendi? 7. Dice Giara: Oh, s, Ti comprendo benissimo, ma poi qual il destino che nel grande Aldil attende i popoli che su questa Terra non sono giunti ancora a maturit?. 8. E dico Io: Questo ti verr indicato immediatamente. Vedi l, nel settore settentrionale del cielo, vi una stella che manda una luce piuttosto rossastra. Fissala bene, come hai fatto con la prima, con gli occhi del tuo animo ed in pari tempo guardala anche con i tuoi occhi terreni e su quella stella tu troverai la risposta alla tua domanda. 9. Giara fa subito come le ho detto Io e gi dopo brevi momenti esclama: O Signore, o creatore onnipotente dei Cieli e dellUniverso intero! Questo un mondo molto pi grande di quello che ho visto prima ed una luce meravigliosa lo circonda! Ma la sua luce rosa con tendenza al giallo doro, mentre quella dellaltro mondo era di un bianco purissimo. La luce di questo mondo, per, diventa anchessa tanto intensa da riuscire insopportabile! Ma ecco che oramai sono gi arrivata sul suolo animato di questo mondo! Oh, anche qui la magnificenza indescrivibile, quanta variet di cose! Dei monti bellissimi dal dolce declivio racchiudono valli splendide quanto mai fertili. Nelle valli si possono vedere anche delle specie di capanne, le quali consistono unicamente di un tetto sostenuto per bene da colonne scintillanti come il rubino, ma sul dosso dei monti tali capanne si susseguono senza interruzione a perdita docchio in file lunghissime e per quanto immensamente lontano giunga il mio sguardo, tuttavia non riesco a vedere altro, ed una capanna somiglia allaltra quanto nelluomo un occhio somiglia laltro. Come osservo, i tetti dalla forma circolare un po
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allungata poggiano tutti su colonne di rubino alte circa come sette uomini; ma anche qui una colonna del tutto uguale allaltra! Uomini ed altri esseri viventi non mi stato ancora possibile di vederne, per devono esserci anche qui, perch la straordinaria coltura di queste immense regioni ne fornisce la prova! 10. Ma, cosa strana, che tuttavia su questo mondo, sotto altri aspetti ricco di ogni magnificenza, tutto sia di tipo uniforme; un albero fruttifero precisamente come laltro ed un fiore assolutamente identico allaltro, tutto disposto in lunghe file e non si pu trovare niente che non rientri in questordine. 11. Certo, tutto ci si presenta meravigliosamente bene, e locchio ne ha un grande diletto, ma con il tempo questa eterna uniformit dovrebbe pur finire con lo suscitare noia in un uomo della nostra specie! Ma ecco che adesso sono arrivata davanti ad una capanna e qui s che vedo degli uomini simili a noi. Uno di loro in piedi, un po elevato da terra e sta predicando e diverse centinaia daltri uomini ascoltano con gran devozione questo predicatore. 12. Nella capanna immediatamente vicina vedo parecchi uomini avvolti in abiti a pieghe, i quali mangiano ad una mensa bene imbandita, ma intorno ai convitati ce ne sono molti altri i quali sembrano soffrire la fame e questi non ricevono niente da mangiare! Oh, oh, qui in una terza capanna vedo adesso alcune prostitute di meravigliosa bellezza! Queste sono completamente nude e si sollazzano con degli uomini di pochissimo conto, passeggiando di qua e di l; in fondo si vedono per una quantit di giovani, i quali sembrano seguirle con occhio avido ed essi fanno cenni alle belle prostitute perch se ne vengano anche da loro e se la spassino un po anche con loro, ma i giovani non ottengono ascolto e pare che ci non li renda troppo soddisfatti. 13. Oh, queste sono delle istituzioni domestiche molto strane! Quanto esteriormente una capanna perfettamente uguale allaltra, altrettanto variate invece appaiono le occupazioni degli uomini, e pure questa certo una cosa da segnalare! Ma se su questo mondo enormemente grande dappertutto cos come in questa regione da me vista ora, preferisco la nostra piccola Terra, esclusi certamente gli uomini malvagi! 14. Le dico Io: Tutto quello che adesso il tuo occhio vede, non che un piccolo istituto scolastico ed una palestra per leducazione allesercizio dellabnegazione di se stessi e del superamento del proprio io. Procedi ora innanzi con gli occhi del tuo animo, e ti si mostrer qualcosaltro! 15. Giara fa cos, ma il nuovo spettacolo le strappa un grido tale che tutti gli altri, immersi nel sonno, ne sarebbero stati svegliati se la Mia Volont non li avesse riaddormentati. 16. Io poi domandai a Giara che cosa mai fosse accaduto per gridare a quel modo. 17. Ed essa esclam: O Signore! Lo splendore e le maestosit che si offrono alla mia vista, sorpassano di nuovo tutto ci che mente umana abbia mai potuto immaginare! Qui c un palazzo di tanta mole e tanto alto da gareggiare con il pi grande ed alto monte della Terra! Le mura sono fatte di
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pietre preziose, mille e mille scaloni e gallerie dorate adornano esteriormente questimmenso palazzo, il quale alla sua sommit, finisce in un vero pinnacolo altissimo. Tutto intorno a questo palazzo vi sono lussureggianti giardini, in cui una variet straordinaria rivela ad ogni volger docchio nuove meraviglie, ma entro i giardini si trovano ancora dei laghi bellissimi, sulla cui superficie vedo nuotare intorno una quantit grande di oggetti meravigliosi, fatti con grande arte e destinati probabilmente al diporto, strano per che nessuno li guidi, n meno ancora che li sorvegli. 18. Signore! Che cosa vuol dire tutto ci? Chi sono gli abitanti di questo enorme palazzo ed a che cosa servono questi svariati oggetti artistici che si muovono liberamente sullacqua dei laghi grandiosi?.

139. Capitolo Uno sguardo nellordinamento stellare universo. 1. Dico Io: Vedi, questo palazzo labitazione di un maestro superiore preposto alla regione che tu hai gi visitata, tutte quelle capanne, o meglio scuole che hai visto prima, sono sottoposte alla sua sorveglianza e gli oggetti, che vedi galleggiare qua e l sui laghi, vengono in periodi determinati di tempo utilizzati per lulteriore istruzione nella sapienza superiore. Ma di abitazioni come questa qui ce ne sono ancora molte centinaia di migliaia soltanto nella zona centrale di questo mondo luminoso, oltre poi una quantit di citt quanto mai grandiose. Accanto per a questa zona centrale, della quale non vedi ora che una piccolissima parte, vi sono ancora, su questo mondo, settantasei zone secondarie, delle quali ciascuna ha una organizzazione propria e differente dalle altre. Questo mondo, come pure quello visto prima, in effetti un sole come il vostro che illumina la Terra, con la sola differenza che quello visto da te per primo circa mille volte pi grande, e questo che tu contempli ora circa quattromila volte pi grande del sole della vostra Terra; il vostro sole per mille volte mille pi grande di tutta la Terra. 2. Gli uomini di questo astro solare hanno ancora un concetto del tutto erroneo del loro astro, come pure dei soli, delle lune e delle stelle; ma quando un giorno saranno capaci di calcolare meglio, potranno farsi delle idee pi giuste e pi esatte riguardo ai corpi roteanti negli spazi sterminati della Creazione. 3. Ma intanto tu puoi gi sapere che intorno a ciascuno di tali soli orbitano, a distanze differenti, unappropriata quantit di tali Terre, come lo questa sulla quale stiamo noi, e che parecchie di queste Terre hanno ancora dei satelliti, i quali ruotano intorno ad esse come costanti accompagnatori, come la Luna orbita intorno alla nostra Terra! Ma tante quante sono le vere e proprie Terre a cui provvede un sole, altrettante fasce proprie, corrispondenti alle Terre che orbitano intorno ad un tale sole, ha appunto ogni sole, ad eccezione dei soli centrali, che sono destinati a reggere e a guidare i soli planetari e sono un
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milione di volte pi grandi di dieci milioni di tali soli, di cui tu ora ne hai visto due. 4. Un tale sole centrale non ha pi la sua superficie ripartita in tante zone, bens in altrettanti territori quanti sono i soli planetari; ed allora ciascun territorio che corrisponde ad un sole planetario in superficie da mille fino a diecimila volte pi grande della superficie di ogni singolo sole planetario stesso assieme a quella di tutti i pianeti che lo circondano. Intorno ad un sole centrale per ruotano almeno mille migliaia di soli planetari. 5. Ma poi vi sono ancora dei soli centrali, intorno ai quali si muovono a loro volta mille migliaia di soli centrali ora menzionati, unitamente a tutti i loro soli planetari ed ancora vi sono soli centrali intorno a cui si muovono i soli centrali di secondo tipo, ed infine nelle incommensurabili profondit di un complesso di soli centrali sta un corpo mondiale solare centrale comune, il quale ha il solo movimento rotatorio intorno al proprio asse. Questo corpo centrale pure un sole, ma tanto grande che tutti gli innumerevoli soli planetari, i soli centrali di primo, secondo e terzo ordine e tutti i pianeti con le loro lune orbitanti intorno agli innumerevoli soli planetari, nonch le molte migliaia di svariatissime grandi e piccole comete che ruotano quali terre in formazione, in orbite incostanti intorno ai soli planetari, tutto questo immenso complesso non corrisponderebbe in volume neppure alla centomillesima parte di quel sole centrale principale, se esso stesso fosse una sfera cava con entro tutti questi corpi celesti in numero incalcolabile. DimMi, Giara, puoi ora farti unidea di quanto ti ho detto? 6. Risponde Giara: Signore! Chi mai potrebbe concepire tanta grandiosit? Una piccola idea certo posso farmela, ma cos facendo sono colta da vertigine! Ecco per che i miei occhi sono ormai sazi di questo sole, non so comunque che risposta dare alla domanda riguardo alla sorte riservata nel grande Aldil ai popoli immaturi della Terra! 7. Le dico Io: Ebbene, distogli anzitutto il tuo sguardo dal sole che hai contemplato e poi ascoltaMi! 8. Dice Giara: Signore, ecco, lho gi fatto!.

140. Capitolo Periodi di sviluppo nellAldil 1. Dico Io: OdiMi dunque! Vedi, tutti questi uomini immaturi giungono per lo pi in quel sole che tu hai visto ora ed in estesissime scuole vengono istruiti in tutto ci che concerne la vita. Cos pure i fanciulli morti immaturamente vengono educati ed allevati nella zona centrale del medesimo sole, ma pi che altro nella sua sfera spirituale. 2. Alle anime immature, nel sole, viene dato nuovamente un corpo, ma tuttavia senza che vi concorra la funzione mediatrice della generazione e del parto e
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questo corpo poi diventa spirituale con lanima stessa e pu trapassare nello spirituale puro. Per come tali anime vengano portate da qui fino a quel sole e da chi, questo lo hai tu stessa appreso quando visitasti il primo sole. Questangelo che ora presso di noi, la guida e il reggente di tutti i mondi e di tutti i soli dei quali Io ti ho appena parlato. Da ci tu puoi comprendere quale potenza e quale sapienza siano riunite in lui. 3. Per, dello sterminato numero degli angeli che adesso il tuo occhio contempla, allineati in ampie schiere intorno a te, ciascuno di essi ha unidentica incombenza, poich nelle profondit eterne dello spazio esistono in numero incalcolabile per ogni mente umana i complessi solari, di cui uno quello, come prima ti ho detto, che retto da un sole centrale principale, com quello che regge il sistema in cui ci troviamo, ed ogni simile complesso solare governato da uno di questi angeli! Tu di angeli ora ne vedi un numero grandissimo, ma questa che tu vedi non nemmeno dieci volte la centomillesima parte soltanto dei grandi angeli reggenti, non menzionando poi gli angeli inferiori, ai quali affidata la particolare sorveglianza e direzione di singoli soli e pianeti e di singoli territori di un mondo. Ora vedi! Io devo tuttavia, nel Mio eterno Spirito, avere cura di tutto in ogni istante e se Io per un solo istante distogliessi la Mia costante attenzione da tutte le cose che hai visto e di cui Io ti ho parlato, nello stesso momento tutto, sia il grande come il piccolo, svanirebbe! DimMi, saresti capace con il tuo spirito di venirne a capo? 4. Dice Giara: Oh, Signore! Come puoi farmi una domanda simile? Io, un povero granello di polvere su questa Terra e Tu, nel Tuo Spirito, il solo Dio eterno ed onnipotente! Oh, se i ciechi farisei di Gerusalemme potessero vedere quello che io ho visto, dovrebbero certamente pensare altrimenti! Ma essi non lo possono vedere e neppure lo vedranno, e perci nella loro ostinazione e perfidia cadranno in perdizione! Le loro anime, nellAldil, saranno anchesse trasferite nella scuola di quel sole 5. Dico Io: Che cos avvenga, ben poco probabile, Mia cara diletta! Infatti essi non appartengono ad un popolo immaturo, ma anzi ad un popolo pienamente maturo! E le anime di un popolo maturo, quando si sono indurite in ogni perfidia, giungono, spinte dallautocostrizione, nelle profondit della Terra, perch, essendo diventate pura materia, questa allora il loro elemento ed esse non vogliono n possono separarsene. Certamente viene fatto ogni sforzo e si ricorre a mezzi estremi: si permette che sofferenze e tormenti di ogni specie si riversino sul loro capo, per indurle ad abbandonare linflusso della materia. E se una riesce a liberarsene, allora passa alle scuole che esistono nelle zone spirituali di questa Terra; da qui essa viene trasferita sulla luna e quando l si affermata attraverso tutti i gradi dellabnegazione e si fortificata, allora viene trasportata su un pianeta pi perfetto e l viene ammaestrata nella vera sapienza. 6. Quando poi una simile anima pervenuta ad una giusta e vera luce e questa va sempre pi aumentando in potenza, soltanto allora, grazie alla luce,
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viene generato il calore della vita spirituale e lanima comincia ad unificarsi con il proprio spirito, in modo che gradatamente tutta la sua vita si trasforma in amore. Quando poi lamore ha raggiunto il necessario grado di consistenza e di forza ed diventato la vera fiamma interiore vitale, dallinterno si fa luminoso e chiaro in tutta lanima e soltanto allora una tale anima viene a trovarsi in quello stato che la rende atta ad essere accolta nel mondo libero degli spiriti beati propriamente detto, dove poi viene, come unanima bambina, ulteriormente guidata ed educata. 7. Ma prima che unanima, diventata materiale sulla Terra, pervenga, nel pi favorevole dei casi, fino a questo punto, possono sempre passare parecchie centinaia di anni terrestri. Ora per Io leggo nel tuo cuore che tu vorresti chiederMi ancora qualcosa ed Io ti dico: Chiedi pure, perch le tue domande sono ben fondate! Sennonch questa volta esporrai il tuo desiderio allangelo che ci sta vicino ed egli ti dar anche la giusta risposta.

141. Capitolo Della grandezza dello spirito delluomo. Sulla velocit degli angeli o spiriti puri. 1. Allora Giara si rivolge allangelo e gli chiede: O caro e soavissimo giovinetto, il tuo ed il mio Signore mi ha indirizzato a te e mi ha detto di farti delle precise domande e che tu mi darai anche delle risposte giuste. Dimmi, dunque, perch questi miei congiunti terreni, come pure i discepoli del Signore, devono dormire, mentre io sono desta; e dimmi anche perch io posso vedere con gli occhi del mio corpo tutto quello che agli altri, secondo quanto ha detto il Signore, permesso e sono in grado di vedere ed udire soltanto in sogno! 2. Risponde langelo, con accento amorevolissimo: In te, o deliziosa e beata figlia del Signore, lanima si trasfusa del tutto nello spirito e tu non hai quass pi niente in comune con la materia del mondo. Il tuo occhio terreno diventato locchio della tua anima e poi, a sua volta, esso diventato l occhio del tuo spirito eternamente immortale. Perci ti trovi situata nella tua sfera di vita perfettamente cos come veramente dovrebbe trovarsi ogni vero uomo. 3. Ma lo spirito di ogni uomo costituito in modo tale che esso, ugualmente come lo Spirito di Dio, abbraccia in s lUniverso intero. Dunque, quando tu nel tuo animo purissimo, che come un occhio dello spirito, concentri lattenzione su una stella, per quanto lontana, o su unaltra cosa e se contemporaneamente rivolgi alloggetto fissato, con locchio dello spirito, locchio della tua anima tramite il tuo occhio di carne, allora si produce un conflitto fra limmagine interiore esistente nel tuo spirito e la corrispondente forma esteriore dellimmagine stessa. Da questo conflitto poi risulta nella tua anima una luce perfetta sulloggetto contemplato e questo ti si presenta allora veramente cos come esso nella sua specie.
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4. Ed io ti dico, in tutta verit e fedelt, che tutti gli uomini sarebbero capaci di ci, purch essi, nella loro anima, fossero altrettanto maturi ed appunto cos costituiti come lo sei tu, ma ora ben pochi ce ne sono che possano uguagliarti. Costoro che dormono invece fanno parte dei molti ed appunto non ti somigliano n nella tua anima n nel tuo animo; la loro anima ben lontana dal poter guardare con locchio di carne, e locchio dello spirito ancora solidamente chiuso; per conseguenza la loro anima deve prima venirne resa capace in s e per s. Con il sonno dellocchio materiale viene tolta ogni visione del mondo e solo cos essa, tramite i suoi sensi pi sottili ed acuti, pu giungere alla percezione ed alla contemplazione del soprasensibile che trapassa nello spirituale. 5. Certamente, per, il sonno di questi dormienti un sonno del tutto speciale al quale, in maniera del tutto naturale, luomo non pu arrivare che soltanto in rarissimi casi. 6. Certi uomini forti nellanima e nello spirito possono provocare un forte sonno nei loro fratelli pi deboli mediante la frequente imposizione delle mani, ma i deboli assolutamente non possono conseguire un tale risultato con i loro fratelli e sorelle altrettanto deboli. Del fatto per che il Signore possa fare tutto mediante la Sua Volont, di certo in te non pu sorgere, in eterno, nessun dubbio! 7. Dice Giara: Il Signore ti benedica per questi chiarimenti che mi hai dato e che io ho molto ben compreso! Ma adesso una domanda ancora: dimmi, dolce e carissimo giovinetto, come faccio a spiegarmi la tua incomprensibile velocit? 8. Risponde langelo: O dilettissima figliola di Dio! Questa una cosa che non pu venire compresa se non da un puro spirito, per il quale tempo e spazio non hanno n significato n nessun valore. Noi, per noi stessi, non siamo nulla, ma quello che tu vedi di noi con gli occhi del tuo spirito un Pensiero di Dio, unIdea di Dio, una Parola di Dio. Noi perci siamo spiriti assolutamente puri e non vi materia che possa esserci di ostacolo. 9. Se dunque per uno spirito in cui la vita potenziata al sommo, non possono esservi ostacoli, ne consegue che per esso il di qua ed il di l devono necessariamente essere la stessa cosa. Non vi materia dunque che possa raggiungere la velocit che abbiamo noi spiriti, perch essa, anche muovendosi nelletere imponderabile, vi trova sempre e comunque un impedimento che tende a rallentarne il moto. 10. Nello spazio immenso e sconfinato della Creazione particolarmente degni di nota sono i soli centrali di terza categoria, immediatamente dipendenti dal sole centrale principale. Questi soli si muovono, descrivendo differenti e immense orbite intorno al sole principale centrale, con una velocit che, per i tuoi concetti, pu definirsi infinita e ci affinch possano restare alla debita distanza dal sole centrale principale. Le loro orbite, a causa della loro grandissima distanza dal sole principale, sono di unestensione per te inimmaginabile.
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11. Ora, per esempio, pensa a questa Terra quale una palla come veramente di una grandezza di molte centinaia di migliaia di volte maggiore di quanto tu possa vedere adesso ed immagina che questa enorme palla consista tutta di granelli di sabbia, come ne avrai di frequente visti in riva al mare. Fatti poi unidea del numero di minutissimi granelli di sabbia che sarebbero necessari per formare una simile Terra. Ora, per ciascuno di questi piccoli granelli, immagina una distanza come da qui fino a quella stella che abbiamo visitato per prima e la somma di tutte queste distanze ti dar quasi il diametro di una simile orbita. Uno dei soli centrali di terza classe, che ho menzionato, impiega di certo per percorrere una simile orbita, nelle migliori delle ipotesi, dieci volte centomila anni, ma poich lorbita stessa tanto enormemente estesa, un sole di questa specie deve percorrere gi in un attimo una distanza mille volte superiore a quella che c tra qui e la stella da noi visitata per prima! 12. Tu qui penserai e dirai: Ma se cos, un simile sole si muove pur sempre mille volte pi rapidamente di te, che sei un puro spirito! Infatti se nel tragitto da qui fino a quella stella fossimo proceduti con la velocit di quel sole, noi avremmo evidentemente dovuto avvicinarci mille volte prima che non con la tua velocit spirituale. 13. Ma io ti dico invece che limmensa velocit di quel sole, paragonata alla mia velocit spirituale, appare una vera marcia da lumache, poich, vedi, per quanto la sua velocit sia, secondo i tuoi concetti, assolutamente enorme, quel sole, tuttavia, impiega dieci volte centomila anni per compiere il suo percorso lungo lorbita immensa intorno al suo sole centrale principale, mentre io, od un altro spirito della mia specie, possiamo compiere lo stesso percorso in un attimo cos impercettibile che per te non sarebbe possibile neppure accorgerti dellintervallo di tempo che intercorre fra la mia partenza ed il mio ritorno. Anzi ti dico di pi: nello stesso impercettibile istante io potrei volare lungo unorbita anche di molte migliaia di centinaia di migliaia di volte maggiore. 14. Dunque, tra questa velocit di uno spirito e quella di una materia dotata di un moto rapido quanto si vuole, e che possa anche essere aumentato quanto si vuole, esiste un divario infinito, perch se una materia che si muove con una velocit quanto grande si vuole, adopera anche un solo istante per compiere il tragitto da qui fino a quella stella, per compiere un ulteriore tragitto uguale ci vorranno in tutto gi due istanti e, ammesso pure che la materia percorra in un istante solo centomila di tali distanze, avr bisogno di ben dieci istanti per coprire dieci distanze di questo tipo, mentre io posso giungere a qualsiasi distanza immaginabile in un solo e stesso attimo. 15. Ed ecco, questa cosa la posso fare io e qualunque altro spirito della mia specie, per la ragione che per noi in tutta leterna immensit non esiste assolutamente alcun impedimento immaginabile, per quanto lieve, mentre alla materia si oppongono, perfino nei liberissimi spazi delletere, ogni tipo di ostacoli e essa non pu perci mai raggiungere la velocit di uno spirito. Dimmi ora, soavissima figliola di Dio, se hai compreso un po queste cose.
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142. Capitolo Sulla vera grandezza spirituale. 1. Dice Giara: Con laiuto del Signore io credo che le avrei ben comprese, ma le tue spiegazioni hanno di nuovo cominciato a darmi le vertigini! Infatti io mi sono fatta lassoluta convinzione che uno spirito creato deve impiegare gi uneternit per conoscere da cima a fondo uno solo di quei soli centrali principali quasi infinitamente grandi, dei quali tu hai detto che il loro numero, nellimmensit eterna degli spazi, incalcolabile per la mente umana e di cui ciascuno la guida o, meglio ancora, il reggente di altri soli centrali delle tre classi ed i soli planetari circolano intorno ad esso in orbite sterminate e il loro numero tale che nessuno spirito mortale potrebbe concepirlo! Dunque, se gi uno solo di quegli enormi soli centrali principali richiede uneternit per essere visitato da un qualsiasi spirito creato, si domanda quando questo spirito potr esaurire il suo compito, se si sar proposto di visitare tutti gli altri, il cui numero non si pu esprimere! 2. Io per preferisco rimanere strettamente fedele al mio amore, perch cos ragiono: Un simile sole certamente qualcosa di immensamente grande e di meraviglioso ed una testimonianza importante ed imponente dellinfinita sapienza e della potenza eterna del Signore, ma pur esso non pu, come invece posso io, vedere il suo Signore, suo Dio e Creatore, n pu, come io posso, comprenderLo ed amarLo sopra ogni cosa!. Ora, vedi, questa , secondo la mia opinione, una cosa ben pi grande dellessere un sole, per quanto infinitamente grande in qualche profondit degli spazi senza confini della Creazione, profondit che la mente umana non pu mai calcolare! E chiss che io non sia cara al Signore, quanto Gli caro un simile sole grandioso! 3. E vedi, o dolcissimo giovinetto, questa nostra Terra, se fosse trasportata su quel sole di smisurata grandezza, farebbe probabilmente la figura di un granellino di polvere appena percettibile. Eppure su di essa ora posa i Suoi piedi Colui dal Cui pi lieve alito dipende lesistenza di tutti gli innumerevoli soli centrali. E perci credo che dinanzi agli occhi del Signore non sia precisamente il pi grande ci che, data linfinit degli spazi della Creazione, ne occupa pur sempre una porzione appena degna di misura, ma ci che interiormente grande! 4. Che cosa sono io, povera fanciulla, nei riguardi della grandezza fisica, se mi paragono soltanto a questa piccolissima Terra? Eppure io sento nel mio petto unimmensit, nella quale c una tale profusione di spazio che ci possono stare tutti i tuoi soli centrali principali, secondari e terziari con tutti i loro pianeti! Il mio piccolo occhio abbraccia con uno sguardo solo mille volte mille stelle; sarebbe da vedere se una tale capacit insita in tutti i grandi soli! Ho ragione oppure ho torto? 5. Riprendo allora a parlare Io e dico: Tu hai perfettamente ragione e cos realmente. Tu sola vali mille di quei complessi stellari che riempiono lo spazio
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infinito della Creazione, per sempre buona cosa per luomo imparare a conoscere le Mie opere, in modo che aumenti in lui lamore per Me, Suo Padre. 6. Ma ora comincia ad albeggiare e dovremmo svegliare i nostri amici! Per necessario che non vengano svegliati tutti in una volta e tu non devi raccontare niente di tutto quello che hai visto a nessuno prima che ti venga fatto cenno da parte del Mio ed ora anche tuo angelo, perch Io intendo lasciarlo visibilmente al tuo fianco fino alla tua maturit, certamente sotto altre vesti. Gli altri angeli per devono ora rendersi di nuovo invisibili. Cos sia!. 7. Nello stesso istante tutti gli angeli scomparvero, eccettuato quelluno che si chiamava Raffaele e che apparve vestito cos come si usava allora a Genezaret. 8. E quando Giara ebbe visto Raffaele sotto i nuovi panni, esclam: Oh, cos s che mi piaci pi di prima nella tua gloria celeste, perch ora hai perfettamente laspetto di un uomo ed io ti vorr tanto bene, soltanto resta da vedere chi nel frattempo assumer la tua grande mansione nel governo dei mondi. 9. Risponde allora langelo: Non darti alcun pensiero per questo, o soavissima figliola di Dio, poich io posso essere sempre qua, l e dappertutto, senza che tu abbia a notare affatto la mia assenza, tranne ogni tanto e solo per alcuni istanti. Del resto tutto rimane comera prima e perci sar sempre io stesso che mi affretter il pi possibile a ritornare a te, perch oramai tu mi sei gi pi cara di tutti i miei innumerevoli soli, dei quali, data la buona occasione, ci riserviamo di visitarne assieme pi di uno ancora. Ma ora il Signore vuole svegliare dal sonno i fratelli, perci adesso dobbiamo fare silenzio! 10. Dice Giara: S, s, hai ragione; eccomi zitta, zitta.

143. Capitolo I discepoli vengono destati dal sonno. 1. Dico Io a Raffaele: Va e sveglia per primo il Mio Simon Giuda (Pietro)!. 2. Raffaele desta Pietro e questi si guarda intorno pi volte pieno di meraviglia, e dopo un po dice: Ma, ho dormito davvero? Ho limpressione di essere rimasto sveglio tutta la notte! Eppure devo constatare di aver dormito assai bene; per ho fatto dei sogni tanto meravigliosi quali non ricordo assolutamente di averne mai fatti! In verit, o Signore! Questi sogni non possono essere stati fantasie vane! 3. Dico Io: Guardati un po intorno! Forse ti cadr sottocchio qualche modifica che si operata nella montagna, della quale sicuramente avrai visto qualcosa in sogno!
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4. Pietro guarda subito da tutte le parti ed esclama: Oh, Signore! vero, vero! Questa cosa lho vista in sogno, ed ecco, come mi guardo intorno, trovo che il mio vivido sogno diventato perfetta realt! 5. Pietro avrebbe voluto parlare ancora, ma Io gli dissi: Prima che tu riprenda a parlare, sveglia gli altri discepoli!. E Pietro fece cos come gli avevo detto. 6. I discepoli si levano tutti ed essi pure si meravigliano accorgendosi soltanto ora di aver dormito, mentre nella loro anima hanno la sensazione di essere stati completamente desti durante tutta la notte e di aver assistito ad avvenimenti miracolosi e inauditi. 7. Ma Giuda disse: Io non riesco ancora a credere di aver dormito! Ho parlato con te, Simon Giuda, di questo e di quello e tu non eri mai daccordo con me e non mi hai detto anche: Tutti questi miracoli non impediranno che tu ci tradisca tutti per pochi denari dargento!? A questa tua uscita mi sono infuriato e ho tentato di farti precipitare gi da queste rupi nel mare, se non che Tommaso mi afferr e mi respinse gettandomi a terra! Dimmi, fratello Pietro, tu non sai proprio nulla di questo? 8. Risponde Pietro: Neanche una sola parola! Io non ricordo affatto di essermi sognato di te!. 9. Dico Io: Guardatevi un po intorno se non trovate che qualche parte di ci che avete sognato, esiste effettivamente ancora!. 10. I discepoli si portano ai margini della vetta, osservano da tutte le parti e subito un coro di esclamazioni si leva ad attestare lo stupore generale suscitato dal nuovo spettacolo e Andrea dice: In questo breve periodo, di circa mezzo anno, abbiamo udito e visto tali e tante cose meravigliose che a stento si dovrebbe ammettere di potersi immaginare qualcosa daltro o qualche fatto che fosse ancora pi meraviglioso, eppure viene il momento in cui tutti noi ci sentiamo mancare nuovamente il fiato e ci tocca restare a bocca aperta e muti! Le visioni dei nostri sogni sono realt! 11. Io ho visto langelo prescelto da Giara, il quale dapprima sollev tutta lacqua del mare, formandone una goccia enorme trattenuta libera nellaria e con i miei occhi ho visto ancora il fondo del mare perfettamente asciutto e la bella conchiglia perlifera che Giara vi raccolse quale ricordo e mise in serbo nel suo grembiule ed infine ho assistito alla fulminea trasformazione di questo monte, che, dietro richiesta della soavissima figliola di Dio, venne reso da tutte le parti facilmente praticabile! Ed ecco, tutto ci esiste veramente! 12. Con quali parole e con quali pure azioni dobbiamo noi ora lodare il nostro Signore e Maestro? Dove si pu trovare langelo che metta pensieri di fiamma nei nostri cuori degni di essere espressi al Suo cospetto? Oh, come appare nullo il nostro essere nei confronti Suoi, del Dio onnipotente ed eterno! 13. I nostri padri, raccolti ai piedi del Sinai, tremavano mentre Egli, sulla cima ardente del monte, dettava fra tuoni e fulmini a Mos le sante leggi damore! E quando Mos discese dal monte, per il riflesso della Maest divina, la sua faccia risplendeva pi del sole a mezzogiorno ed egli dovette ricoprirsi con un triplice
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velo la faccia, perch il popolo potesse avvicinarglisi. Per lungo tempo ancora, poi, i veggenti consacrati del Signore profetizzarono ricoprendosi per breve tempo solo il capo con il velo di Mos, dopo un adeguato periodo di preparazione, e ancora oggi non ci stupiamo della loro elevata sapienza. E ora Egli Stesso qui, Colui che si manifest sul Sinai fra i tuoni! Il monte allora divenne rovente sotto i Suoi passi, mentre noi restiamo qui, dinanzi a Lui, lOnnipotente, freddi, come una triste notte dinverno! Oh, affrettiamoci dunque ad andare d a Lui, perch Egli solo santo, santissimo! A Lui solo spettano ogni onore e gloria e tutto lamore e ladorazione!. 14. A questo discorso di Andrea, tutti i discepoli, ad eccezione di Giuda, che definiva Andrea uno stravagante esaltato, si sentirono pervasi da un infiammato zelo damore, si precipitarono verso di Me ed intonarono un entusiastico Osanna che fu come un saluto mattutino rivolto a Me.

144. Capitolo Un discorso di lode di Giara. 1. Il canto e gli inni ebbero come effetto di ridestare anche tutti gli altri dormenti, i quali si associarono subito anchessi ai discepoli ed Io lasciai che tutti dessero libero corso allentusiasmo che traboccava loro dal cuore e Giara, gettatasi ai Miei piedi, li abbracci fortemente e vi pianse sopra tutte le sue lacrime di intensissima gioia e beatitudine! E quando essa ebbe pianto di felicit ai Miei piedi per circa mezzora ed i discepoli furono giunti al termine del loro saluto, la fanciulla si lev ed esclam, con accento molto espressivo: O Terra, quando, quando mai si rinnover per te la gioia di venire calcata da questi piedi? O madre muta del vizio, senti tu bene chi Colui che si lascia portare da te? No, no! Tu non lo senti, tu non lo puoi sentire, perch tu sei troppo morta e troppo piccola! Come potresti capire Quello che troppo grande e santo oltre ogni pensiero per lo spazio infinito e per le innumerevoli miriadi di esseri che ci vivono? Dove debbo cominciare e dove finire, per cantare la Sua gloria in una goccia di rugiada soltanto? Infatti Egli Dio dalle eternit, il quale ha creato la goccia di rugiada brillante nella sua piccolezza, come ha creato quei mondi sfolgoranti di luce nella loro immensit sconfinata! O Signore, Dio mio, annientami, perch il mio cuore pi non sopporta lardente fiamma del mio amore per Te! 2. Quando ancora non conoscevo la Tua gloria, io Ti amavo come si pu amare un uomo perfettissimo; intuivo s in Te il purissimo Spirito di Dio ed il mio cuore ardeva di indicibile amore per questo Spirito santissimo in Te, ma credevo tuttavia che Tu fossi un figlio dellAltissimo! Ma ora tutto assume un aspetto differente! Tu Stesso sei lAltissimo! Allinfuori di Te non vi altro! Oh, perdona a me, povero verme della polvere, di aver osato, nella mia innata cecit, di amarTi come Uomo!
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3. Dico Io: Oh, bambina Mia! Nel tuo caso non c niente da perdonare, anzi, tieniti ben stretta al tuo amore, perch ora Io lo dico a tutti: Chi non Mi ama come Mi hai amato tu, dilettissima Giara, e come tuttora Mi ami, il suo amore sar considerato da Me come non esistente!. 4. Chi non ama Dio come luomo pi perfetto, costui ancora meno pu amare il suo prossimo, che un uomo quanto mai ancora imperfetto! Ma se sta scritto che Dio ha creato luomo a Sua immagine, che cosaltro pu essere dunque Dio considerato che luomo la Sua immagine se non appunto anchEgli un Uomo, per certamente perfettissimo? O forse ho Io adesso un altro aspetto che non sia di uomo, soltanto perch tu, figlioletta Mia, hai potuto ammirare due piccolissime gocce della Mia gloria? 5. Dice Giara: Oh, no, Tu sei sempre uguale e nel mio cuore non c niente di cambiato! Anzi, se volessi seguire limpulso del mio amore, vorrei piuttosto racchiuderTi tutto nel mio cuore, vorrei poterTi tenere abbracciato con tanta forza da spezzarmi le vene, per non lasciarTi sfuggire mai pi e vorrei coprire di innumerevoli baci la Tua faccia e mai pi cessare dal baciarla! Insomma, non posso affatto esprimere tutto quello che vorrei fare per il solo amore che sento per Te! Ma ora mi trovo di fronte allEssere divino santissimo e supremo, e perci in cuor mio sento che sono troppo indegna di amarTi, cos come se Tu fossi solamente un uomo, ma, nonostante ci, per quanto voglia o possa pensare, il mio cuore non ne prende nota alcuna, e Ti ama ora con un fervore maggiore di prima! 6. Dico Io: E cos va bene! Lascia pure che la tua anima segua sempre il puro impulso del cuore e che vi susciti dentro una potente fiamma chiarissima, cos tutta lanima sar ben presto inondata di luce e lo Spirito di Dio sorger in essa come un sole e nella sua luce e nel suo calore vitale il seme di Dio germoglier e doner allanima i frutti della vita per leternit! 7. Ma lo Spirito di Dio nelluomo non pu venire destato se non per mezzo dellamore per Dio e, tramite questo amore, per mezzo dellamore per il prossimo. 8. Resta costantemente e sempre pi stretta al tuo amore, perch questo ha per Me, come anche per te, un valore molto maggiore di tutte le magnificenze e di tutti gli splendori che locchio tuo ha contemplato! 9. Ma adesso vogliamo sentire anche gli altri e farci narrare le impressioni che questa notte ha prodotto su di loro.

145. Capitolo La realt del sogno comune. 1. Il comandante comincia con tutte le precauzioni possibili, a levarsi da terra e dice: Signore e Maestro! Anzitutto siano resi a Te i miei ringraziamenti per il fatto di trovarmi ancora vivo qui a questa altezza! Con che facilit
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avrei potuto, voltandomi solo tre volte con il corpo, precipitare gi nellabisso ed allora sarebbe stata una volta per sempre finita per la mia povera vita a questo mondo, ma, invece, vivo ancora e precisamente nello stesso posto dove ieri ho preso sonno, di ci devo essere grato a Te soltanto ed io anche Ti ringrazio dal profondo del mio cuore. Per nello stesso tempo io Ti prego caldamente di concedere a me ed a tutti gli altri di poter scendere gi a Genezaret, da queste paurose altitudini sani e salvi. Quanto prima sar tanto meglio, perch fino a tanto che il mio animo sar tormentato dal pensiero del ritorno, non vedo per me la possibilit di stare sereno! 2. Gli dico Io: Mio caro amico, non ti sei sognato proprio niente questa notte? 3. Dice il comandante: S, s, hai ragione! Quasi, quasi dalla paura dimenticavo il mio bellissimo sogno! Ehm, s, se questo monte fosse cos come lho visto ieri in sogno, sarebbe certamente una gioia salirci mille volte ancora, ma un sogno resta sempre un sogno! 4. Dice Ebal, che gli sta accanto: Oh, niente affatto, amico mio! Io ti dico questa volta che noi tutti abbiamo sognato nella stessa maniera e che questo sogno ha forma e consistenza reali! Alzati e vai sullorlo della vetta e ti persuaderai che il nostro monte, perfino dalla parte del mare, provveduto di un dolce declivio ed oramai accessibile senza alcun pericolo da ogni parte, tanto in salita che in discesa! Io ho gi constatato tutto di persona, ne sono convinto e quello che ti dico la pura verit! Vieni e vedi tu stesso! 5. Dice il comandante: Che non sia forse unillusione dei tuoi occhi? 6. Risponde Ebal: Se io, le mie mogli ed i miei figli abbiamo gi posato i nostri piedi su questa illusione della vista in tutti i suoi punti, ben vero che lillusione stessa deve avere il suo buon fondamento! Alzati, vieni e persuaditi tu stesso di ogni cosa! 7. A queste parole il comandante finalmente si alza, si guarda intorno da tutte le parti e trova in primo luogo che la vetta del monte si molto ampliata e dice poi: S, vero! Devo constatare sul serio che durante la notte sono avvenuti, in maniera miracolosissima, dei grandi cambiamenti, per va tu per primo sul nuovo terreno, affinch possa veramente convincermi che veramente solido! 8. Esclama Ebal: Oh, amico mio, per quanto riguarda il resto, tu sei una persona quanto mai rispettabile, ma questa tua eterna mania del dubbio mi ripugna! Ma come, la mia parola non ha proprio pi nessun valore per te? Quando mai hai inteso da me qualcosa che non fosse vera cos da giustificare il tuo non voler credermi sulla parola? Vieni dunque, esamina tu stesso e poi liberati da tutti questi dubbi per sempre! 9. Dice il comandante: Amico mio, vero, hai ragione tu! Ora voglio convincermene da me stesso 10. Allora il comandante si decide a muoversi, si avvicina con passo prudente allorlo del versante che d su Genezaret e, quando si accorge del
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leggero pendio del monte, resta sbalordito e dice: Oh, oh, s, vero! Tutta la montagna stata trasformata! Quando ieri guardavo da quass verso Genezaret, la citt mi pareva cos vicina da poterla raggiungere con un lancio di pietra, mentre ora distante buoni cento tratti di campo e ne avremo per circa sei ore, prima di raggiungere la nostra cara cittadella! 11. No, davvero! Colui che pu ancora dubitare che questo nostro Ges sia Dio e Uomo nello stesso tempo, non pu pi essere aiutato da nessun Dio al mondo! S, fratello mio Ebal, tu hai avuto ragione a dire prima che il mio continuo dubitare era ripugnante, perch in effetti lo era, ma ora ogni dubbio svanito in me ed io credo e sono pronto a professare dinanzi a tutti voi, sotto giuramento, che il nostro Maestro e Salvatore Ges assolutamente un Dio e che fuori di Lui non pu esservene un altro in eterno, perch, se quello che io ho sognato vero, sar vero anche tutto il resto! Ed Egli qui, lUnico Dio e Signore in tutta linfinit! 12. Ma ora andiamocene da Giara; bisogna che essa mi mostri i suoi due ricordi, perch, dopo che uno spirito celeste ebbe sollevato fino allultima goccia tutta lacqua, io la vidi raccogliere sul fondo del mare una magnifica conchiglia perlifera che poi mise nella tasca del suo grembiule ed ho inoltre visto anche la pietra lucente che essa ha portato con s da un mondo solare sul quale lo spirito celeste laveva trasportata. Se i due oggetti in questione effettivamente esistono per i nostri sensi, come esiste questa montagna trasformata, allora di prove ne abbiamo pi di quante ce ne occorrono!.

146. Capitolo Giara mostra i suoi ricordi. 1. Dopo ci il comandante ed Ebal vanno da Giara e la pregano di mostrare loro i due oggetti che essa tiene per ricordo! 2. E la buona Giara mette subito la mano nellampia tasca del suo grembiule, va loro incontro e dice: Ecco, mio caro Giulio, guarda qui, visibili e palpabili, entrambi i ricordi della scorsa notte! Credi adesso e ti libererai una buona volta della tua eterna paura? 3. Dice il comandante: Oh, mia carissima e dolcissima Giara! La mia fede ormai pi salda di questa montagna ed anche il mio fastidioso timore, con laiuto del Signore onnipotente, se ne andato per sempre; puoi esserne pi che certa! Ma, come vedo, i tuoi due ricordi sono anche dal punto di vista terreno di un valore inestimabile; la conchiglia con il suo contenuto vale di per s sola tutta Gerusalemme, perch essa racchiude ventiquattro perle della grandezza di un piccolo uovo di gallina, delle quali ciascuna deve valere centomila libbre doro. Per quanto poi riguarda il valore da attribuire alla bellissima pietra di estrema durezza, trasparente e splendente pi della stella mattutina, non c veramente sulla Terra nessuna misura. Insomma, ora tu sei
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non solo spiritualmente, ma anche materialmente la fanciulla pi ricca di questo mondo! Davvero! Tu sei ora pi ricca di tutti i re e di tutti gli imperatori della Terra presi assieme! Che impressione ti fa questo pensiero? 4. Risponde Giara con tutta modestia: A me fa la stessa impressione come se non avessi niente e questi due oggetti non hanno per me altro valore se non quello per il quale io li ho presi, cio un ricordo delle opere indicibilmente meravigliose di Dio a beneficio di noi, poveri e deboli abitanti della citt e dintorni di Genezaret, che siamo macchiati dal peccato. 5. Il Signore non rester sempre corporalmente fra noi, come Egli mi ha gi detto ben chiaramente ieri, ma questi muti testimoni susciteranno sempre nei nostri cuori il ricordo vivente di Lui ed infonderanno sempre nuovo ardore alla fiamma del nostro amore per Lui! Questa la mia opinione. 6. Per il Signore ha voluto lasciarmi ancora un ricordo di questa meravigliosa notte, che veramente stata per me il giorno pi radioso della mia vita! Questo ricordo rester frattanto pure visibilmente presso di me, pi tardi diverr invisibile, fino a che, dopo un certo tempo, se io me ne sar mantenuta degna, esso ritorner in forma visibile presso di me 7. Chiede allora suo padre Ebal: Ebbene, dov questo ricordo? Non ce lo vuoi far vedere? 8. Dice Giara, vicino alla quale se ne stava langelo Raffaele: Egli qui presso di me, se tu non hai niente in contrario! 9. Ebal osserva attentamente langelo dal capo alla pianta dei piedi e poi dice: Oh, certo, questo un ricordo ancora pi prezioso! Ma io temo che fin troppo presto tu ti sia innamorata perdutamente di questo giovinetto di una bellezza mai vista ancora e quando egli diverr invisibile per te, come potrai consolartene e cosa sar di te, sola con la tua tristezza? 10. Dice Giara: Oh, non darti alcun pensiero di ci! Quando qualcuno ama Dio cos come io Lo amo, per lui tutte le bellezze dei Cieli sono come non ci fossero affatto! Per anche il giovinetto mi assai caro, perch molto saggio e straordinariamente forte e potentemente veloce! 11. Domanda il comandante: Da dove venuto? Io non posso davvero ricordarmi di averlo mai visto a Genezaret, eppure egli vestito perfettamente secondo la foggia di quella localit! I suoi lineamenti purissimi sono di una soavit meravigliosa e da tutto il suo essere emanano una grazia e un fascino che conquista! Guardate i suoi piedi, come sono delicati e squisiti nella forma! 12. I calzoni che gli giungono fino al ginocchio, la camicetta di un bianco abbagliante e la mantellina a pieghe, di stoffa azzurra, gettata negligentemente sulle spalle gli stanno cos bene che davvero non si potrebbe immaginare qualcosa di pi grazioso. Il cappellino rotondo, poi, posato sul capo, accresce maggiormente lincanto del suo viso meravigliosamente bello! In verit a questo delizioso giovinetto io non saprei rifiutare niente ed egli potrebbe togliermi impunito anche un regno, purch egli solo mi amasse!
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13. Ah! Quanto pi io contemplo questa creatura tanto bella e tanto pi attraente essa mi appare. I suoi genitori devono davvero ritenersi felici di avere un simile figlio e tu, mia carissima Giara, puoi a tua volta chiamarti davvero felicissima per un dono di questo tipo! Se fosse possibile a questo mondo trovare ancora un giovane come questo, in verit io darei tutti i miei tesori e tutti i miei beni, pur di averlo vicino! 14. Ma cosa farai tu ora con questo graziosissimo giovinetto? Anche tu, non c dubbio, sei una fanciulla cara e leggiadra quanto mai, per il giovane ti supera tuttavia, e di molto, in bellezza. Tu stai adesso per entrare nel tuo tredicesimo anno ed il giovane ne avr, mettiamo, sedici. Se egli destinato a diventare tuo sposo, ebbene, allora non ci trovo pi niente da ridire, ma se egli resta con te soltanto come compagno ed amico c da temere che il tuo cuoricino facilmente infiammabile venga ben presto a trovarsi in qualche grave imbarazzo! Per, comunque stiano le cose, vorrai pur dirci che cosa sar egli per te! 15. Risponde Giara: Voi parlate secondo il vostro intendimento, perch non conoscete le cose dello spirito. Questo giovinetto sar fino al mio sedicesimo anno il mio protettore e la mia guida, ed ammaestrer me, nonch voi pure se vorrete ascoltarlo, nella sapienza dei Cieli di Dio! 16. Dice il comandante: Ma dopo il tuo sedicesimo anno, egli diverr senza dubbio il tuo sposo! 17. Dice Giara: Oh, mio caro Giulio! Questa di nuovo, da parte tua, una domanda per la quale io di certo non posso farti i miei complimenti! Non ho gi detto subito, dallinizio, che questo giovinetto, dopo il mio sedicesimo anno, mi abbandoner per un certo tempo, secondo quanto il Signore ha stabilito, ci che, per, non avr nei miei riguardi un grave significato, perch il mio cuore appartiene interamente al Signore, il Quale mi resta per sempre! Ma se il mio cuore ormai propriet di Dio, non pu perci diventare anche propriet di un altro! 18. Osserva Ebal: Eh s, mia carissima figliola, qui hai certamente ragione tu, ma non devi dimenticare che il tuo tempo non ancora venuto; allora dovrai sostenere una dura lotta con la tua carne. Beata te se sarai capace di dominarla! 19. Aggiunge il comandante: S, s, tuo padre ha ragione! Tu sei adesso ancora una bambina e gi il tuo cuoricino arde talvolta cos da fare invidia ad una fornace di calce. Esso ora ha ottenuto certamente il massimo di quanto poteva chiedere, per cui non aspira, con la sua brama, a mete inferiori, ma quando questo massimo, a scopo della necessaria prova della tua fermezza, si ritirer dal tuo cuore, allora questo comincer a tendere avidamente le sue braccia lunghe verso altri oggetti per potersi saziare, poich, per quanto dolorosa sia la fame dello stomaco, quella amorosa del cuore tuttavia mille volte pi dolorosa! 20. Supponiamo che ci sia un generale che tiranneggi senza piet i suoi subordinati; questi si troveranno tutti ridotti alla disperazione e, quando saranno
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chiamati a combattere per lui, essi preferiranno arrendersi al nemico, per liberarsi con ci dal loro spietato tiranno. Ma se un saggio generale mostra di aver cura dei suoi subordinati e di amarli come un padre ama i propri figlioli, allora qualunque nemico potr venire ed essi gli si lanceranno contro come leoni e con assoluta dedizione si batteranno fino allultima goccia di sangue per il loro amato signore ed il nemico verr anche annientato! 21. Oh, mia carissima Giara, lamore un elemento di una potenza grandiosa e vi sempre necessit di una guida molto saggia per evitare che finisca poi con il divorare se stesso! 22. Dice Giara, dopo qualche istante di meditazione: S, possibile che tu non abbia del tutto torto, per bisogna pur ammettere, trattandosi del Signore, che Egli non vorr comportarsi da tiranno verso un cuore che Lo ama sopra ogni cosa! 23. Dice Giulio: Non dico questo, per mi ritorna in mente quello che Egli ti ha detto la notte passata. Egli e resta il Dio, al Quale lo spirito umano pu certamente avvicinarsi soltanto quando, tramite le forze di cui stato dotato, esso arrivato da se stesso a formarsi, a rafforzarsi ed a consolidarsi. Durante questo periodo di autoformazione ogni attenzione di Dio viene distolta da esso! Ma se cos, durante tutto questo tempo Dio necessariamente diventa un tiranno dagli occhi bendati e dagli orecchi solidamente chiusi! E quando verr per te un tale periodo, da Lui Stesso preconizzato, allora, mia cara Giara, ne parleremo nuovamente! 24. Dice Giara: Io ho piena fiducia e credo fermamente che Egli neanche allora mi abbandoner proprio del tutto! 25. Osserva il comandante: Oh, probabile che Egli non far questo, tanto pi in quanto tu hai gi molti vantaggi rispetto a noi, ma, considerato il tuo grande amore per Lui, anche il minimo e pi breve abbandono diverr un grave fardello di passione per te! Ora per andiamocene da Lui, perch mi sembra che Egli intenda intraprendere qualcosa!.

147. Capitolo La comunicazione dei fedeli con il Signore nel cuore. 1. Allora i tre se ne vengono a Me e domandano: Signore! Cosa si far adesso? A noi pare che Tu abbia qualche nuovo progetto! 2. Dico Io: Non vedete i primi bagliori che annunciano il nuovo giorno!? Fate attenzione voi tutti, perch vi sar dato di contemplare una fulgidissima aurora! Si tratta bens solamente del sole naturale che sta per levarsi, ma laurora ha tuttavia un profondo significato spirituale che bene vi venga chiarito, perch qui unaurora che viene incontro ad unaltra aurora 3. Chiede Pietro: Signore! Come dobbiamo intendere questo?
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4. Dico Io: Oh, fino a quando dovr sopportarvi cos! Noi siamo gi da parecchio tempo assieme, eppure non ti accorgi ancora che per le vostre anime, per mezzo Mio, va di giorno in giorno sempre pi sorgendo un sole dai Cieli? 5. Dice Pietro: Signore, non esserne sdegnato! Tu sai che noi siamo degli uomini semplici, i quali, oltre alle indispensabili nozioni di lettura e un po di scrittura, non siamo mai andati oltre! Se Ti avessimo compreso, questa domanda sarebbe stata da rimproverare come una spavalderia. Ma non abbiamo compreso quello che hai detto e perci te ne abbiamo chiesto la spiegazione! 6. Dico Io: Quando non si sa, buona e giusta cosa che Mi si interpelli nel silenzio del proprio cuore, ma se questo si sa, allora non un errore la domanda in se stessa, ma lo sconsiderato modo di domandare, e soltanto questo Io ho voluto rimproverare in voi. Guardate l quanto si meravigliano i due esseni ed i pochi farisei del fatto che voi abbiate potuto domandarMi ad alta voce una cosa, mentre voi, che siete i loro maestri, dovete ben sapere che a ciascuno che chiede Io posso mettere silenziosamente nel cuore una esauriente risposta! 7. Certo nel vostro caso la colpa non da attribuirsi n a inesperienza n a caparbiet, bens alla vostra antica abitudine; dunque, vedete per lavvenire di raccogliervi maggiormente, affinch gli uomini possano riconoscere che voi siete veramente i Miei discepoli ed affinch, dinanzi al mondo, non perdiate quella stima che prima di ogni cosa vi necessaria per la vostra nuova missione. 8. Ed ora andate dai vostri discepoli e spiegate loro laccaduto, altrimenti essi cominceranno a domandarvi riguardo al cosa ed al perch voi Mi avete interpellato ad alta voce 9. Dice Pietro: Signore, allora noi non dobbiamo scambiare con Te una parola al alta voce? 10. Ed Io: Oh s, per ogni cosa al tempo opportuno e quando Io ve ne faccio cenno. Ma ora andate e fate cos come Io vi ho ordinato di fare! 11. A queste Mie parole i discepoli si avvicinano ai due esseni ed ai farisei e dicono loro: Non vi meravigli se noi talvolta chiediamo ancora ad alta voce luna o laltra cosa al Signore, perch anche noi non siamo tuttora che uomini e ricadiamo, di quando in quando, nelle nostre abitudini antiche! 12. Ed i due esseni dicono: Noi ce lo siamo gi immaginati, perch, secondo le nostre dottrine, abbiamo interrogato nei nostri cuori il Signore riguardo allo stesso argomento e nello stesso istante percepimmo una risposta chiarissima pure nel nostro cuore. E perci ci sembrato appunto strano che voi abbiate fatto la vostra domanda ad alta voce. Ma ci venuta subito lidea che una cosa simile, trattandosi di voi, possa accadere la maggior parte delle volte unicamente in seguito ad unantica consuetudine e cos non abbiamo fatto tanto caso alla cosa, soprattutto perch questa notte
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abbiamo fatto dei sogni talmente straordinari che non possiamo ricordarci di averne avuti mai di simili e quello che pi strano ancora che ciascuno di noi ha fatto sogni assolutamente identici e tutto ci che abbiamo visto in questi meravigliosi sogni, lo troviamo in pieno giorno convertito in realt! No, davvero, un fatto simile non si verificato mai ancora! 13. Ed ora noi crediamo fermamente che questo Nazareno molto di pi un uomo semplice e perfettissimo. Per quanto riguarda il corpo, Egli bens un uomo come noi, ma nelle Sue viscere e nel Suo cuore dimora tutta la pienezza della forza e potenza divine, alle quali obbedisce tutto lUniverso! Adesso, per, secondo la Sua Parola, facciamo attenzione al sorgere del sole, perch certo assisteremo ad altre meraviglie! 14. Dice Pietro: Se proprio si vedranno delle particolari meraviglie, difficile da dire; ad ogni modo, come ci annunciano gi ora le nuvolette dai margini rosei allorizzonte, assisteremo da questa altezza al pi bello fra gli spettacoli della Creazione di Dio e potremo trarne linsegnamento di come una simile aurora sia venuta ad allietare ora e per leternit le nostre anime! 15. Dice uno degli esseni: S, certo, unaurora, ma non per noi soltanto, bens per tutta la Terra, anzi, per tutta limmensit, perch ci sembra che il rivelarsi del supremo Spirito di Dio sotto forma umana debba valere non soltanto per questa Terra e per le sue creature, ma anche per tutto lUniverso! 16. Che lo Spirito di Dio abbia scelto particolarmente questa Terra come teatro dei propri prodigi, certo una cosa inesplicabile per il nostro intendimento, in quanto, come ormai sappiamo, Egli ha innumerevoli miliardi di immensi mondi sfolgoranti, sui quali avrebbe potuto compiere la propria incarnazione sotto forma umana. Per Egli sicuramente sapr meglio di qualsiasi altro il perch abbia scelto precisamente questa Terra! 17. Prima di oggi, quando ancora supponevamo che questa Terra fosse lunico mondo in tutto lUniverso, la cosa sarebbe stata sufficientemente comprensibile, perch in questo caso, dato landamento e lo stato naturale delle cose, non sarebbe rimasta altra possibilit. Secondo il vecchio concetto questa Terra era lunico grande e sconfinato mondo, le cui acque si congiungevano con quelle del cielo e credevano che il sole, la luna e le stelle non avessero altra funzione tranne quella di illuminare il mondo con la loro luce! Ma ora tutto di un tratto la cosa si presenta sotto un altro aspetto, dato che noi ora sappiamo cosa sono le stelle, la luna ed il sole e sappiamo anche quant piccola la nostra Terra se paragonata al sole. 18. Tuttal pi dunque sarebbe ormai legittima la domanda: Come ha potuto questo granellino di sabbia, chiamato Terra, venir reputato degno di tanta grazia?. In verit questa domanda assumer un giorno unimportanza grandissima e per molti diverr motivo di grande scandalo! Di conseguenza, secondo il nostro parere, non sarebbe del tutto superfluo avere, anche riguardo a questo punto, un chiarimento sufficiente! Cosa pensate voi? opportuno domandarlo a Lui?
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19. Dice Pietro: Provate a chiederlo nel vostro cuore! Se viene una risposta, sar certo la benvenuta, ma se la risposta non viene, sar questo un segno che noi non siamo abbastanza maturi ancora per una simile rivelazione. Ma intanto osservate; il sole molto vicino a sorgere, perch le nuvolette del mattino sono gi tanto splendenti che si pu a mala pena fissarle con locchio! 20. Dice lesseno: S, davvero! Oh, questo uno spettacolo indescrivibilmente bello! Ma non vedete voi l, al di sopra delle nuvole? C qualcosa che si muove? Parrebbe quasi come se sopra le nuvole ci fossero delle stelle di singolare splendore, guizzanti di qua e di l! Che cosa potr mai essere? 21. Dice Pietro: Cosa sia veramente, lo sapr soltanto il Signore. Noi pescatori, per, chiamiamo questo fenomeno, che non proprio tanto raro, i pesciolini dellalba. Quando questi si mostrano, allora la pesca favorevole, per verso sera si scatena certamente una burrasca, oppure un forte vento. Quantunque debba ammettere sul serio di non aver io stesso mai visto simili pesciolini cos splendenti e vivaci, tuttavia questo fenomeno non mi nuovo, soltanto che forse a questa altezza esso si vede meglio che non gi in pianura! 22. Dice lesseno: Sapete cosa possiamo fare?Avviciniamoci al Signore! Vedo che Egli sta parlando con Ebal ed i suoi figli. Certo vi saranno delle altre rivelazioni che noi non dobbiamo mancare di ascoltare!.

148. Capitolo Osservazioni naturali e la loro corrispondenza spirituale. 1. A tale proposta dellesseno tutti si fanno pi vicini a Me ed Io chiamo i due esseni e dico loro di prestare molta attenzione a tutto quello che si manifester durante il sorgere del sole, perch ci saranno da trarre molti insegnamenti! 2. I due esseni si avvicinano a Me e dicono: Signore e Maestro! Sar certo una verit eterna che da tutto ci si potrebbero imparare infinite cose! Ma sar la nostra anima capace di intendere una cos alta dottrina? Gli avidi occhi nostri tentano di penetrare le profondit raggianti delle Tue creazioni meravigliose e il nostro animo ne rimane stupefatto! Ma noi siamo troppo ciechi per contemplare gi degnamente e per comprendere i miracoli di una goccia di rugiada, per non parlare di quelli dei mondi luminosi che, immensi per grandezza e ad incommensurabili distanze, sorgono e tramontano dinanzi a noi sul firmamento! Noi abbiamo gi parlato con il discepolo Pietro, anche riguardo a quei punti luminosi guizzanti al di sopra delle nuvolette, ma egli non ha saputo darcene una spiegazione sufficiente. Qualora piacesse a Te, o Signore, noi saremmo lietissimi di avere un qualche Tuo cenno in proposito!.
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3. Dico Io: La cosa ha un significato ben piccolo ed un fenomeno del tutto naturale, come quello del mare quando mosso. Se il mare increspato e tu ti trovi in qualche punto appropriato, dove colpiscono i raggi riflessi del sole, assisterai anche l ad un simile gioco di luci. 4. Laria, che necessaria per la respirazione degli uomini e degli animali, non arriva affatto fino alle stelle, ma, allo stato massimo, giunge dalla superficie terrestre solamente alla quadruplice altezza di questa montagna misurata dalla superficie del mare; a questa altezza laria terrestre ha poi un netto e preciso confine, cos come esso esiste fra lacqua e laria ed ha come lacqua una superficie quanto mai risplendente e liscia, la quale, similmente a quella del mare, si trova in uno stato di continuo ondeggiamento. 5. Ora, quando la luce del sole viene a cadere su queste onde atmosferiche, essa viene riflessa come sulla superficie dellacqua, se questo ondeggiare di un mare daria molto forte, la luce che vi cade viene di quando in quando riflessa anche sulla superficie terrestre e questo succede pi facilmente quando il sole si trova apparentemente ancora sotto lorizzonte, quando cio i suoi raggi colpiscono la superficie del mare daria, per cos dire, dal basso allalto. E cos queste luci, guizzanti allegramente qua e l, non sono altro che prodotti della luce solare riflessa, mentre la loro mobilit deriva dalla mobilit delle onde daria stesse. 6. Il fatto per che ora, essendo il sole a mala pena, in apparenza, una spanna ancora sotto lorizzonte, le dette luci si mostrano particolarmente sopra le nuvolette molto leggere, si spiega con ci che le onde dellaria sono in questo momento colpite piuttosto dai raggi che mandano loro le nuvolette gi fortemente illuminate dal sole, cos che in certo qual modo sembrano quasi trastullarsi con le nuvole stesse. Ecco, questa la spiegazione naturale di un tale fenomeno. 7. Ma oltre a tutto ci questo fenomeno ha pure un significato spirituale, accessibile al vostro intelletto e questo sarebbe il seguente: 8. Immaginatevi e rappresentatevi dunque mentalmente il sole spirituale! La luce che da esso irradia, viene accolta dalla superficie sempre ondeggiante del creato mare della vita e questo va scherzando con la luce, in modo che da questo gioco risultano poi delle immagini strane e contorte, le quali rimandano bens ancora un pallido chiarore, ma nel contempo annientano ogni traccia della forma primordiale divina, cos tutto il paganesimo ed ora anche il giudaismo corrispondono ad un simile annientamento di quanto puramente divino. 9. Quando invece scorgete una superficie dacqua perfettamente tranquilla, ed il sole vi si specchia dentro, esso rifletter la sua immagine con quella stessa maest e verit come voi lo vedete in cielo. Ed appunto una cosa simile avviene nelluomo, al quale, affinch limmagine di Dio si rifletta nel suo spirito con quella purezza e verit come fa il sole su di una superficie dacqua tranquilla, si richiede un animo in pace e privo di passioni, il che pu essere
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raggiunto soltanto tramite una totale abnegazione, umilt, pazienza e purissimo amore. 10. Quando questo caso si avvera nelluomo, allora tutto in lui rientra nel piano della verit e la sua anima in tale stato capace di approfondire lo sguardo entro le creazioni di Dio e di vedere tutto nella pienezza della verit pi pura. Ma non appena londeggiare riprende in lui, le immagini primordiali vengono distrutte e lanima si trova allora necessariamente gi sul piano dellinganno e delle illusioni dogni specie e qualit e non pu giungere alla visione pura finch in lei non sia ristabilita lassoluta pace in Dio. 11. Questo il vero riposo del sabato in Dio ed perci anche che la celebrazione del sabato stata da Dio comandata. In tale giorno luomo deve astenersi da ogni lavoro pesante e faticoso, perch ogni lavoro pesante obbliga lanima a mettere le proprie forze a disposizione della carne, cosicch tanto essa quanto la carne vengono a trovarsi in uno stato di eccitazione, ma questo poi si traduce nellanima in un possente ondeggiamento dello specchio della propria acqua vitale e la conseguenza che essa non pu pi riconoscere con tutta chiarezza in s la verit puramente divina. 12. Il vero riposo del sabato consiste dunque in una ragionevole astensione da qualsiasi lavoro pesante, al quale senza necessit non si debba porre mano; per, in caso di bisogno, ogni uomo tenuto a soccorrere il proprio fratello! 13. Ma pi che astenersi da ogni forma di lavoro pesante, ciascuna anima deve allontanare ogni passione da s, poich le passioni sono tempeste dellanima; esse ne sconvolgono lacqua vitale ed allora limmagine di Dio nellanima viene cos deturpata come accade allimmagine del sole sulle onde del mare in tempesta. Limmagine del sole si riflette dalle onde, ma com deformata! E se la tempesta dura a lungo, dal mare in tumulto cominciano a salire ben presto pesanti vapori che riempiono di fosche nubi laria celestiale dellanima. Queste sbarrano poi il passo ai raggi del sole spirituale, che non possono pi specchiarsi sul piano delle acque vitali dellanima e lanima stessa diviene tenebrosa, non pu pi distinguere il vero dal falso e considera luce celeste lopera ingannatrice dellInferno. 14. In tale stato lanima pu dirsi perduta, a meno che non vengano dei forti venti, cio delle dure prove dallAlto, grazie alle quali il denso velo delle nuvole maligne dellanima sia lacerato e lanima stessa si abbandoni alla vera pace del sabato, riconducendo cos la tranquillit sul mare della propria vita, altrimenti per lei non c salvezza! 15. Ecco, questo il significato spirituale che vale per tutti e che risponde a questalba radiosa nella sua apparizione perfettamente naturale! Chi in s considerer praticamente questo significato, costui rimarr nella verit e nella piena luce e la vita eterna sar il suo retaggio, ma colui, invece, che non osserver questa dottrina e non la considerer, costui sar nella morte in eterno!.
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149. Capitolo Osservazione dellalba e dei fenomeni mattutini. 1. Ed ora fate bene attenzione! Il sole comincia appunto a mostrare il suo disco, o meglio, la parte pi occidentale della sua superficie sferica sullorizzonte; che cosa osservate ora? 2. Dicono gli esseni: Veramente niente altro allinfuori della sua superficie luminosa, che va salendo abbastanza rapidamente dalle chiare profondit; il gioco dei pesciolini lucenti svanito improvvisamente, le nuvolette divengono sempre pi tenui e vanno perdendosi luna dopo laltra. Ecco che ormai gi tutto il disco emerge sullorizzonte e dalla parte di mezzogiorno spira verso di noi una brezza alquanto fresca. Ma questo anche tutto quello che possiamo scoprire 3. Dico Io: Volgete lo sguardo alle pianure ed alle valli della Terra e dite cosa vi vedete 4. I due esseni guardano allora le valli della Terra e poi dicono: Noi vediamo le valli invase da nebbie grigiastre, anche la superficie del mare tutta ricoperta da una massa grigia di vapori, ma dalle valli la nebbia va innalzandosi e gi copre, qui e l, le colline pi basse. Che abbiano anche questi fenomeni un qualche significato spirituale? 5. Dico Io: Senza alcun dubbio! Sulla Terra non c niente che accada invano e senza un impulso spirituale. Noi per ora vedremo qual il significato da attribuire a tali fenomeni! 6. Il sole corrisponde interamente allEssere divino; la Terra, con le sue valli, pianure, colline, monti, fiumi, laghi e mari, corrisponde del tutto alluomo esteriore. 7. La nebbia che si frappone tra il sole e la Terra significa le molteplici cure vane e meschine degli uomini, attraverso le quali la luce del sole pu soltanto qua e l scarsamente penetrare e la nebbia sale e ricopre perfino le montagne, ora le colline ed i monti corrispondono ad una visione migliore negli uomini di questa Terra. Questa visione migliore viene essa pure turbata dalle meschine e inutili cure degli uomini semiciechi. 8. Ma perci si muovono anche ora i venti mattutini e scacciano la nebbia dai monti e dai campi e la disperdono cos che il sole pu liberamente riversare i suoi raggi per illuminare e riscaldare i monti e i campi e per far giungere a maturazione i frutti della vita. E cos Io penso che voi comprenderete bene anche questa rispondenza! 9. Dicono i due esseni: S, o Signore, essa chiara come il sole che l risplende. Oh, quanta magnificenza racchiude questa sublime e santissima Dottrina! Oh quante sono le cose che gli uomini non conoscono e che pur dovrebbero conoscere, cos come a mala pena sanno vivere! Signore, questo insegnamento che ci hai dato riguardo al vero riposo del sabato in Te, sar nostra cura diffonderlo tra gli uomini. Esso supera tutto quello che Tu finora
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hai detto ed insegnato, perch in tutti gli insegnamenti che precedettero noi non scorgiamo che una preparazione alla pi facile osservanza di questa santissima Dottrina! In verit tutti i Cieli dovrebbero aprirsi, quando viene annunciata agli uomini tale Dottrina santissima fra tutte! Ma ora si affaccia tutta unaltra domanda e questa riguarda noi. 10. Come possiamo noi degnamente ringraziarTi, o Signore, per questa pura luce del Cielo che ci hai elargito? Noi sentiamo, dal pi profondo del cuore che veramente non labbiamo affatto meritata; soltanto la Tua grazia ed il Tuo amore hanno potuto farcene dono! O Signore! Dacci Tu un comandamento su come noi possiamo degnamente lodarTi e glorificarTi? 11. Ed Io, posando le Mie mani sulle loro spalle, dico: Miei cari amici! Fate cos come vi siete proposti di fare e con ci Mi preparate una gioia non minore di quella che Io adesso ho procurato a voi. Ed il vostro premio non sar gi piccolo, se smuoverete anche gli altri uomini a mettere in pratica il Mio insegnamento.

150. Capitolo Gli esseni vengono incaricati dal Signore di costruire delle scuole. 1. (Il Signore:) Erigete in conformit a questi principi una scuola ed insegnate ai discepoli losservanza del sabato, e voi stessi celebrate in questa maniera il sabato, ogni giorno, per un paio dore: ben presto vi accorgerete della grande benedizione che andr maturando in voi! 2. Ma quando fondate una scuola ed a tale scopo costruite un edificio, siano le sue mura libere da qualsiasi chiusura e non abbiano n serrature n chiavistelli; siate dei veri frammassoni delle vostre scuole e cos la vostra nuova opera sar la scuola dei profeti. Per la vostra cura principale sia quella di conservare con tutta fedelt la Dottrina che avete gi appreso da Me e che ancora apprenderete e di non mescolarvi, come fanno i farisei e gli anziani, le vostre massime! bene che i vostri attuali statuti vengano estirpati alla radice ed al loro posto deve, in tutto e per tutto, subentrare la Mia Parola, tradotta per nella libera azione; altrimenti il Mio Spirito non potrebbe operare secondo la promessa che fu data agli uomini per bocca dei profeti! 3. Gli esseni ringraziano allora dellinsegnamento ricevuto e Mi promettono in tutta seriet che lavrebbero osservato alla lettera; soltanto Mi pregano di non mancare di accordare loro, nellassolvimento del compito che si sono assunti, unadeguata protezione e di infondere loro le forze necessarie per poter attuare la loro opera salvifica con vantaggio, per tutti i tempi, non solo per s, ma anche per molti altri uomini che avranno il desiderio di conoscerle. 4. Dico Io: Tutto ci da parte Mia non mancher mai, voi s, per, dovete badare che in seguito non sorgano fra di voi discordie per ragioni di rango!
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Il pi esperto fra di voi sa certo bene di essere chiamato a fungere da dirigente e da guida nella vostra causa, ma per questo non si immagini egli gi di essere pi di un altro, anche del minimo che fra voi; con questo per non detto che gli inferiori e pi deboli debbano rifiutarsi di tributargli il dovuto rispetto. Sia egli amato e stimato ed il suo consiglio venga seguito cos come fosse legge; guai a colui che dovesse insorgere contro di lui! In verit costui sar guardato da Me con occhio dira! 5. E quando dovete scegliere un preside e un dirigente della vostra causa pregate allora ed esaminate bene, affinch lufficio non venga conferito ad un indegno, perch una guida cattiva o malaccorta in una societ quello che un cattivo pastore per il suo gregge. Quando vede venire il lupo, la prima cosa per lui scappare, abbandonando le pecore al lupo, oppure, infine, diventa egli stesso un lupo e quindi uno sterminatore, in senso spirituale, dei propri agnelli, cos come attualmente lo sono i farisei ed i loro alti sacerdoti. Essi vanno ammantati in pelli di pecora, ma al loro interno sono lupi rapaci! A malapena essi nutrono un moscerino, ma per quello che hanno donato al moscerino, essi richiedono per s addirittura tutto un cammello! 6. Dunque guardate di non diventare simili a questi. Essi dimorano in stanze fatte di solida pietra e le tengono continuamente ben custodite e chiuse e nessuno pu n deve entrarvi, affinch nessuno riesca a scoprirvi i loro inganni e se anche qualche coraggioso si azzardasse a penetrare in una simile camera del Tempio, egli verrebbe dichiarato profanatore del luogo santo e come tale subito dopo lapidato! 7. E perci Io vi dico che voi dovete tenere le vostre scuole libere ed aperte, affinch ciascuno possa entrare ed uscire quando vuole! Ogni traccia di mistero sia ben lontano dalla vostra scuola! Chi vuole, venga iniziato, nella misura in cui capace di comprendere, perch con la Mia Dottrina Io non vi vendo niente a scatola chiusa; Io vi dico tutto apertamente, alla luce del sole, e non faccio mistero mistero di niente, a meno che non lo esiga lavvedutezza per il bene di ciascuno. Siate dunque voi pure aperti verso chiunque dimostri di avere una buona volont. Tuttavia siate anche voi avveduti, poich la franchezza non richiede che si arrivi fino al punto di gettare le perle nobili e preziose in pasto ai porci! 8. Io Stesso dovrei dire a voi tutti moltissime cose ancora, soltanto che non potreste ancora comprenderle n sopportarle. Quando per lo Spirito della piena verit si dester in voi, egli stesso vi far da guida in ogni campo della sapienza. Ora questo Spirito limmagine divina nei vostri cuori e voi stessi lo desterete mediante la vera celebrazione del sabato! DiteMi adesso se avete compreso tutto quello che vi ho esposto! 9. Dicono gli esseni, con il cuore contrito: S, o Signore! E chi non dovrebbe comprendere le Tue sante parole? Queste non sono comuni parole duomo. Le Tue parole sono vera essenza e pura sostanza, sono assolutamente luce, calore e vita! Quando Tu, o Signore, parli, sentiamo in noi un reale divenire, cosicch ci
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appare come se a ciascuna parola della Tua bocca sorga una qualche nuova creazione smisurata e percepiamo in noi un divenire nuovo ed infinito! 10. Tuttavia comprendiamo il senso per noi necessario delle Tue santissime parole, quantunque non si potr in eterno mai arrivare alla comprensione della loro efficacia finale, perch percepiamo e sentiamo in maniera vivente in noi che le parole da Te pronunciate non hanno valore soltanto per noi, ma per tutta linfinit eterna! E tu, o Terra, esulta dunque, perch fra tutti gli innumerevoli mondi sei stata scelta dal Signore delleternit per sostenere con il tuo suolo i Suoi piedi ed a far risuonare nella tua aria la Sua voce santissima! Oh, Signore! Quanti esseri sorgono ad ogni Tua parola e ad ogni alito dalla Tua bocca? Oh, concedici di lodarTi, amarTi, glorificarTi e adorarTi, perch tutto ci spetta solo a Te!.

151. Capitolo La colazione benedetta sul monte. 1. Dico Io: Sta bene, Miei cari amici e fratelli! Ed ora, dopo questa colazione dellanima, vedremo di procurarcene una anche per il corpo! Ebal, hai in serbo ancora qualche provvista? 2. Risponde Ebal: Signore! Qualche cosa c ancora, ma non molto. Ieri sera stato consumato gi quasi tutto, tuttavia rimasto un po di pane e un po di vino! 3. Dico Io: Porta qui tutto quello che hai, affinch Io lo benedica e noi avremo tutti a sufficienza da mangiare e da bere!. Ebal Mi fece subito portare dinanzi una mezza pagnotta di pane e circa tre tazze piene di vino che era rimasto in un otre ed Io benedii il tutto e dissi: Distribuisci ora il tutto e se avanzer qualcosa, lo terremo pure per il pasto di mezzogiorno che faremo qui!. 4. Ebal si dispone a distribuire il pane e, per poterne dare a tutti, spezza da principio soltanto dei piccoli bocconi dalla mezza pagnotta, ma questa non accenna a diminuire di volume. E, poich egli se ne accorge, nonostante tutti i convenuti sulla montagna avessero gi ricevuto una razione, egli ricomincia ad offrire dei pezzi pi grandi, ma neanche questa volta la mezza pagnotta diminuisce. Quando poi osserva che gli ospiti sono di buon appetito, riprende la distribuzione con pezzi ancora pi grandi e, finito il suo giro, avendo offerto il pane a trenta persone circa, che erano salite sul monte con noi, si trova in mano ancora una buona porzione della pagnotta e Mi chiede: Signore! Ecco quello che mi resta! Sar abbastanza per Te, per Raffaele, per Giara e per me?. 5. Gli dico Io: D questo residuo a Giara; essa lo distribuir e vedrai che ce ne sar abbastanza per tutti!. Ebal esegue e Giara d prima un pezzo a Me, poi al suo Raffaele, quindi ad Ebal e lultimo pezzo di pane lo tiene per s e cos, infatti, del pane ne ebbero a sufficienza tutti.
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6. Il comandante, per, che aveva osservato la cosa, disse: Ebal, amico mio, perch non hai compreso anche me in questultima distribuzione; mi hai forse ritenuto poco degno? 7. Dico Io: Amico Mio, non offenderti per questa ragione, perch, vedi, Ebal calcolava che non ne sarebbe rimasto niente e perci ha cominciato la distribuzione con quanta pi parsimonia gli fu possibile, egli non voleva che fossi anche tu fra quelli che infine avrebbero potuto non ricevere niente! Ma siccome per Mia Volont qualcosa pure rimase, la seconda distribuzione stata effettuata solo dopo con questa rimanenza. Se per ci tieni tanto alla seconda ripartizione, che non per niente migliore della prima, dillo, ed Io ti cedo volentieri la Mia parte! 8. Dice il comandante: Oh, no, questo no, tutto in perfetto ordine; ma la mia mente stata attraversata dal ricordo di unantica e vuota formalit romana di rango; ma ormai sono anchio del tutto in regola. Quello per che mi meraviglia di pi, constatare che il celestiale Raffaele mangia il pane con tanto appetito come se fosse il pi affamato di noi tutti! Questa una cosa strana davvero! Egli certo pi uno spirito che un uomo di carne, eppure mangia cos come se veramente fosse nato su questa Terra alla maniera degli altri uomini! Questo mi piace immensamente! Ma io ora sento che il pane solo, per quanto sia squisito, eccita la sete e mi piacerebbe perci avere qualcosa da bere 9. Dico Io ad Ebal: Distribuisci ora il vino e comincia dal nostro amico Giulio! 10. Dice il comandante: Signore, Ti prego; bevi Tu per primo, perch un certo rango bisogna bene che venga osservato anche a mensa! 11. Dico Io: Oh, s, a questo riguardo sono daccordo anchIo, per, dato che qui veramente non c mensa e noi non facciamo la parte degli invitati, prendiamo il vino secondo il bisogno naturale, chi ha pi sete beva per primo e coloro che ne hanno di meno, seguano poi, ciascuno secondo la propria necessit. 12. Il comandante fu soddisfatto di tale decisione, vuot la tazza offertagli fino allultima goccia e poi disse: Signore, Io Ti ringrazio! Questo stato un ristoro davvero celestiale e non ho mai gustato tanto il vino di mattina come mi accaduto qui oggi; bisogna per dire che si tratta di un vino quale non ce n uno uguale sulla Terra 13. Dico Io: Siamo tutti lieti che il soggiorno su questaltura ti sia cos gradito! 14. Dice il comandante: Signore, mi perdonerai se, ben disposto dumore come sono, vengo fuori con unidea forse poco opportuna! Ma a me sembra che perfino Satana dovrebbe trovarsi di buon animo quass! 15. Dico Io: Se tu proprio vuoi vederlo e parlargli, lo si pu far chiamare! Ti convincerai poi subito se il permanere quass gli sar stato piacevole! 16. Dice il comandante: Se davvero la persona di Satana esiste, che appaia pure qui!.
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152. Capitolo Satana appare sul monte. 1. Non appena il comandante ha finito di parlare, un lampo accecante solca laria, accompagnato da un fortissimo tuono e Satana gli appare dinanzi sotto la forma di un gigante, avvolto entro unaureola di fuoco. Egli pesta violentemente con il piede a terra, in modo che il monte trema tutto intorno e cos apostrofa il comandante: Cosa vuoi tu da me, miserabile violatore di tua madre? Perch mi hai fatto chiamare su questa vetta che per me mille volte pi tormentosa di tutte le fiamme infernali?. 2. Il comandante, colpito in pieno ed irritato per tali parole, ribatte: Oh, oh, vedi di moderarti, o nemico degli uomini e di Dio Stesso, perch non spetta a te giudicare al cospetto di Dio, tuo Signore! Se io nel sonno, nello stordimento completo dei miei sensi, ho peccato, non ho recato danno che a me stesso e non a te. Io credo, per, che Dio sia pi di te ed Egli non mi ha porto ancora un saluto di questo genere, mentitore infame! bens vero che una volta mi accaduto di giacere con mia madre quando avevo quattordici anni, ma fui indotto con linganno da mia madre stessa, perch quella volta essa si travest, assumendo le sembianze di una voluttuosa greca, si nascose il viso ancora bellissimo sotto una leggiadra maschera e venne da me di notte, mi svel tutti i suoi irresistibili vezzi e volle che io la possedessi! Mia madre allora aveva appena ventotto anni e quando io, come primogenito, nacqui da lei, aveva tredici anni e mezzo. Io ero conosciuto a Roma come uno dei giovani pi belli ed attraenti; che meraviglia dunque che la mia stessa madre si fosse accesa per me ed avesse fatto ricorso ad un travestimento per raggiungere il suo scopo! Miserabile! Se io, da romano dal sangue bollente come ero allora, sono giaciuto con mia madre, che ritenevo invece una formosa e seducentissima greca, merito forse per questo il nome di violatore di mia madre? Puoi tu, cieco animale dellInferno, chiamare assassino e omicida colui che, cadendo gi dal tetto, precipita sul prossimo e lo uccide? Parla adesso, vecchia bestia infernale! 3. Furibondo per le ingiurie dette dal comandante, Satana allora grida: Io non guardo che allazione e non alle cause per le quali fu commessa; con me non esistono circostanze attenuanti, e da parte mia tu sei gi giudicato e perci appartieni allInferno e non potrai sottrarti al mio potere! 4. Dice il comandante: Guarda qui, vecchio e cieco bestione! Chi Colui che sta alla mia destra? Lo conosci? Non ti noto chi sia Ges di Nazaret? 5. E come il comandante ebbe proferito il Mio Nome, Satana si abbatt con tutta violenza a terra e usc con minacce terribili contro il comandante, proibendogli di pronunciare quel Nome odiatissimo! Sostenne di conoscere bene il Nazareno e di maledirlo, perch intendeva strappare il potere alla Divinit e non mancava molto ancora che Egli sarebbe assurto a Signore del Cielo e dellUniverso!
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6. Dice il comandante: O cieco animale dInferno! Quello che Egli dalleternit era, oggi Lo ancora e Lo sar in eterno ed Egli soltanto giudicher me e te, ma tu in eterno non giudicherai niente, nera e testardissima bestia. Visto che pretendi di essere tanto potente, perch il solo Nome del santo Nazareno ha la virt di atterrarti cos malamente da far credere che tu non sia stato mai ritto? Guarda qui quanto tutto bello e quanta letizia e pace regnano fra noi! Se tu non fossi uno stoltissimo animale dellInferno, con quanta facilit potresti anche tu bearti di quello che fa la nostra gioia! Ravvediti e riconosci in cuore tuo, se ne hai ancora uno, che Ges il Signore del Cielo e della Terra e sicuramente avrai quello che noi abbiamo! 7. Con un ghigno feroce, Satana dice: Quel nome odiato non puoi proprio tenerlo nella tua bocca? Se non sei capace di parlare daltro, pronuncialo usando almeno una circonlocuzione, perch esso mi tormenta pi di diecimila inferni nel massimo del loro furore di fuoco! Inoltre io sono uno spirito e devo restare quello che sono per la vostra salvezza e perci non posso mai pi ritornare dal vostro Dio e Signore! Una volta per sempre io sono dannato in eterno e per me non c pi grazia e salvezza! 8. Dice il comandante: Se una cosa simile me la dicesse qualcun altro e non tu, io la crederei, ma di te non posso credere niente allinfuori di questo: cio che tu sei e resti il vecchio e sciocco animale dellInferno. Se tu volessi ravvederti, io so benissimo che tu verresti accettato dal Signore assieme a tutti i tuoi seguaci, ma in te non c che una ostinatissima perfidia, a causa della quale tu stesso vai eternamente alimentando la tua volont di non ravvederti, perch a te procura una gioia infernale poter sfidare caparbiamente Dio, il Signore, grazie al tuo libero volere, ma io ti dico che il Signore non ha ancora chiuso n per lungo tempo ancora chiuder del tutto il Suo cuore dinanzi a te e che Egli non ti ha affatto ancora giudicato! Ravvediti, dunque, e ritorna a Lui ed Egli ti accoglier e ti perdoner tutti i tuoi peccati e misfatti che si contano a miliardi! 9. Io sono un pagano e nella mia giovent ho adorato la natura e le sculture fatte dalle mani degli uomini, sorte dalla loro fantasia, ma io, debole e cieco uomo di carne, mi sono tuttavia accorto ben presto che io mi trovavo su una falsa via, percorrendo la quale non cera nessuna meta da raggiungere. 10. Tu invece dai primordi, quale uno spirito puro, sei stato creato da Colui che ha ora preso dimora nel Cuore di questo santo Nazareno ed al quale sono del tutto visibilmente soggetti Cielo e Terra. Per te facile il puro riconoscimento della verit eterna, mentre io dovetti brancolare per lungo tempo fra tenebre e nebbia. Dunque, basta che tu lo voglia e ti troverai nuovamente nellantica luce primordiale. Perci rivolgiti al Signore, che in maniera prodigiosa dimora corporalmente qui fra di noi ed io ti garantisco con la mia vita e con tutto ci che ho di sacro che tu sarai accettato 11. Dice Satana: Non posso farlo! 12. Osserva il comandante: E perch no?
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13. E Satana urla: Perch non lo voglio! 14. Il comandante alza egli pure la voce e dice in tono molto concitato: Allora togliti da qui, in Nome di Ges, perch lorrore e lo schifo che ispiri non hanno pi limite! Tu sei per tua propria ed assoluta volont un incorreggibile animale dellInferno ed in me scomparsa ogni traccia di piet per le tue pene e per il tuo eterno tormento. Il Signore ti giudichi, vecchio asino infernale! 15. A queste parole del comandante, Satana, come colpito dal fulmine, precipit a terra, emettendo urla e ruggiti formidabili come un leone affamato. Io per feci cenno allangelo Raffaele che si disponesse a farlo sgomberare! 16. Allora langelo avanz velocemente fra il comandante e Satana e disse: Satana! Io, uno fra i minimi servitori del Signore Ges Jehova Zebaot, ti ordino, in forma assoluta e perentoria, di allontanarti immediatamente da questo luogo e da questa regione poich con il tuo alito venefico hai reso micidiali per lungo tempo gli animali e gli uomini! 17. Dice Satana, infiammato di represso furore: Dove devo andare? 18. Risponde langelo: L dove i tuoi servitori ti attendono e ti maledicono! Va e sparisci! Amen!. 19. A questa intimazione dellangelo, Satana si lev, simile ad un globo fiammeggiante da tutte le parti, e fugg, tra un assordante rimbombo di scoppi, verso Settentrione con la velocit del baleno. 20. Ma langelo strapp dal terreno il macigno sul quale Satana si era posato ed era giaciuto (era un blocco di pietra del peso di una cinquantina di quintali) e lo lanci lontano, verso il mare, oltre tutta la montagna, con tanta violenza che esso, per la resistenza opposta dallaria, si disciolse in polvere minutissima gi quandera ancora in aria. 21. Tutti si meravigliarono per tale straordinaria potenza rivelatasi nellangelo ed il comandante esclam: Capperi! Questo s che sarebbe un fromboliere! Egli solo basterebbe ad avere pi effetto di dieci legioni romane! Del resto, o Signore, io Ti ringrazio anche per questa rivelazione, perch ora ho avuto loccasione di fare, per cos dire, la conoscenza personale anche delleterno nemico di ogni amore e di ogni luce e di ogni cosa vera e buona, e mi sono assai presto convinto di ci che veramente se ne pu pensare. Per quello l non c eternit n fuoco che possa indurlo al ravvedimento! 22. A Dio sono certamente possibili tutte le cose, per in questo caso io credo che pure lOnnipotenza divina difficilmente riuscir a condurre questo spirito sulla via del pentimento e della penitenza, perch, se gli viene lasciata la libera volont, egli non cambia pi in eterno, ma se gliela si toglie, allora ha cessato di essere lui e Satana non c pi in tutto lUniverso. In quanto poi a tentare di indurlo a migliorare, ricorrendo alle maggiori possibili pene e tormenti, questo vorrebbe dire voler versare acqua con un vaso bucato! La cosa pi saggia, secondo me, sarebbe di tenerlo rinchiuso in qualche prigione, per tutti i tempi dei tempi, e ci senza tormento, cos almeno non potrebbe esercitare alcun influsso sugli uomini viventi!.
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23. Dico Io: Amico, queste sono cose che ora non potresti comprendere in nessun modo, ma verr il giorno in cui ti saranno chiare pur esse! Il tempo terrestre non ha per questo sicuramente nessuna misura, ma certo ce lha per tutto un sole centrale principale primordiale. Una volta poi che questo si avviciner alla sua fine, allora anche il ritorno di Satana, sempre ancora possibile, non sar pi lontano. Ma allora dove saranno gi questa Terra e questo sole? Infatti un corpo come il sole centrale principale impiega un tempo che impensabile per la tua mente, prima che tutta la vita giudicata che in esso, sotto la forma apparentemente morta della materia, si sia disciolta fino allultimo atomo nella libera vita spirituale! 24. Ma ci vorr ancora molto tempo, come ho detto, prima che tu possa concepire una simile cosa, che per ora non possono comprendere nemmeno gli angeli; per ben presto verr un tempo in cui non dubiterai affatto di quello che hai appreso adesso e crederai a cose delle quali non hai la minima idea! Ma ora lasciamo stare questo argomento. Disponetevi ormai alla partenza, perch inizieremo con una certa comodit il viaggio di ritorno!.

153. Capitolo La discesa dal monte. 1. Dice Giara, la quale durante la visibile permanenza di Satana si era tenuta la faccia coperta: Signore, io ora faccio molto volentieri ritorno in citt, perch la presenza di quellessere mi ha reso intollerabile questa montagna, quantunque, daltro canto, ad essa restino collegati ricordi per me incancellabili! I miei piedi non ne calcheranno mai pi la vetta! 2. Dico Io: Suvvia, ormai egli stato cacciato da qui ed il tuo Raffaele ha levato limmondizia dal posto dove egli si era posato; del resto non ti sar n di danno n di particolare vantaggio, se vorrai oppure se non vorrai mettere pi piede su questa altura. La migliore altura sulla quale si pu salire, resta sempre il proprio cuore. Chi riesce a penetrare nellintimo del cuore, ha raggiunto laltezza massima dalla quale pu godere il pi bel panorama della vita. Ma ora andiamocene, perch gi trascorsa lora terza dellodierno Sabato. Ora tutti voi seguiteMi, poich seguendo il primo sentiero che troveremo, arriveremo benissimo a Genezaret! 3. Dice allora il comandante: Signore, se non sbaglio, mi pareva di aver capito, da quanto si disse prima, che noi avessimo lintenzione di restare eventualmente qui ancora tutta la giornata 4. Gli dico Io: Questa volta tu Mi hai compreso un po male; con quelle parole si era accennato soltanto alle altezze della celebrazione del sabato nei cuori! Ma ora tutto questo non centra, necessario che noi partiamo, perch gi ci attendono ancora parecchi sofferenti. Bisogner aiutare anche quelli, affinch, quando sar partito, non vi sia in questa regione pi nessun ammalato.
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5. Dopo ci, lintera comitiva si mise in cammino ed Io, la piccola Giara e Raffaele facemmo cos da guide ed il ritorno procedette con facilit e sollecitudine gi dal monte fino alla valle in direzione di Genezaret. Dopo circa due ore e mezza di cammino noi ci trovammo gi quasi vicino alla cittadella. 6. Allora Io radunai tutti i partecipanti alla gita e dissi: AscoltateMi voi tutti, adesso! Come ve lho spiegato una volta sul monte, cos ve lo ripeto ora: Tutti gli avvenimenti di cui foste testimoni sul monte e tutto ci che avete avuto occasione di vedere e di sentire, tenetelo per il momento per voi! Quando per un gran segno dai Cieli vi far capire che il tempo sar venuto, allora tali cose predicatele gi dai tetti agli uomini di buona volont, ma al mondo maligno esse restino continuamente nascoste cos com nascosta lintima parte della Terra, cio il suo centro! Infatti cose simili lintendimento esteriore mondano non le comprender mai e voi verreste giudicati da pazzi e insensati! E questo sarebbe poi anche la morte eterna delle rispettive anime. 7. E soprattutto tenete presente questo: Le Mie parole, i Miei insegnamenti ed opere sono molto pi preziosi delle grossissime perle di Giara che non hanno uguale sulla Terra, e perle simili non vanno gettate in pasto ai porci; perci state sempre in guardia, poich tutto ci che proviene dallAlto anche soltanto per coloro che provengono dallAlto! Ai cani ed ai porci non spetta che limmondizia del mondo, perch un cane ritorna sempre al suo vomito ed il porco torna ad avvoltolarsi nello stesso fango, nel quale pochi istanti prima si era gi avvoltolato, insudiciato e contaminato del tutto. Dunque, prendetevi bene a cuore questo Mio consiglio!. 8. Dice il comandante: Signore, ma se dei curiosi ci domandassero cosa accaduto o cosa abbiamo visto lass, che risposta dovremo dare?. 9. Dico Io: In questo caso dite la verit e cio che Io ho vietato a voi tutti di rivelare tali cose al mondo, in tal caso i curiosi non insisteranno pi oltre e si accontenteranno. 10. Questa Mia decisione soddisf pienamente il nostro comandante e noi riprendemmo lormai breve cammino fino alla citt e rientrammo di l a poco in casa di Ebal.

154. Capitolo Una guarigione miracolosa nellalbergo di Ebal a Genezaret. 1. Quando fummo entrati in casa di Ebal, ci vennero subito incontro i domestici ed i servitori ed annunciarono che allalbergo erano giunti circa cento ammalati, che avevano chiesto del Signore e Salvatore Ges da Nazaret. 2. Dico Io ai servitori: Andate e dite loro che essi possono ormai fare ritorno alle loro case in pace e di buon animo e ci senza riguardo al sabato, poich la loro fede nella potenza della Mia Parola li ha guariti!.
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3. Udito questo, i servitori si allontanarono, si recarono dagli infermi allalbergo e la loro meraviglia non fu poca quando si accorsero che di infermi non ce nera pi uno, perch tutti coloro che erano prima ammalati si erano trovati nel medesimo istante guariti, ebrei o pagani che fossero. Quando furono loro vicino, sentirono solo un unanime coro di lodi per la riacquistata salute corporale ed i guariti manifestarono il desiderio di vederMi! 4. Ma i servitori risposero: Non sta a noi concedervi tale cosa, per manderemo da Lui un messo. Se Egli lo permette, voi potete andare da Lui e parlarGli, ma in caso diverso, sar cosa buona che voi, secondo la Sua Parola, ve ne andiate da qui di buon animo ed in pace, perch non sempre Egli disposto ad accogliere visite, n meno ancora a voler fare discorsi. Con ci uno dei servitori fu mandato da Me per esporMi la richiesta. 5. Io per cos parlai: Io ve lho gi detto: che essi facciano ritorno alle loro case in pace e di buon animo e cos resti deciso! Quello a cui essi miravano lo hanno ottenuto; per qualcosa di pi elevato e nobile essi non hanno alcun sentimento, n intelletto sufficiente. Fate dunque che se ne vadano alle loro case!. 6. Udita questa decisione, il messo se ne va e la riferisce ai guariti. Ma questi dicono: Quando si vuol rendere onore e lode a qualcuno, non il caso di domandarlo prima! Si va e in piena verit e decoro gli si tributa la lode e gli si porgono i ringraziamenti che gli spettano; cos il congedo quale deve essere! Andiamo dunque senza timori e considerato che noi ci presentiamo a Lui con le migliori intenzioni di questo mondo, Egli non vorr precluderci laccesso!. 7. Detto questo, essi vengono tutti da Me in casa. Venuti che sono, bussano alla porta della nostra grande sala da pranzo, ma nessuno risponde per farli entrare. Essi per insistono e bussano ripetutamente, per cui Io dico ad Ebal: Poich dimostrano tanta fede importuna, lasciali entrare!. Ebal and ed apr loro la porta; nella sala entrarono quanti questa poteva contenerne, e cominciarono a glorificarMi ed a ringraziarMi ad alta voce. 8. Ma Io li invitai a tacere e dissi loro: La lode della bocca e il ringraziamento delle labbra non hanno alcun valore presso Dio e neanche dinanzi a Me! Chi Mi vuole avvicinare, lo faccia con il suo cuore ed allora Io lo guarder, ma un vano borbottare della bocca, mentre il cuore non pensa niente, n meno ancora sente, ha lo stesso effetto per i Miei occhi che il putridume ha per le narici. Quello che voi cercavate, vi fu concesso ed altro a voi non interessa e le vostre vuote lodi non Mi sono gradite! Fate dunque ritorno ai vostri luoghi e non recate ulteriori molestie a questa casa! In avvenire, per, guardatevi bene dalla libidine, dalla fornicazione, dallingordigia e dalla crapula; altrimenti ricadrete ben presto in mali ancora peggiori di quelli che vi hanno tormentato finora. 9. Queste parole colpirono profondamente i guariti ed essi si domandarono tra di loro come Io avessi potuto sapere che le loro malattie erano in maggioranza dovute alle pratiche della lussuria! Io cominciai ad incutere loro paura, perch
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sorse in loro il pensiero: Chiss che Egli non venga fuori a spiattellare altri particolari riguardo ai nostri costumi veramente non molto lodevoli! meglio che ce ne andiamo!. Ed infatti essi si allontanarono e fecero ritorno al luogo da dove erano venuti. 10. La cosa per diede nellocchio al comandante, che Mi domand: Come mai, cos improvvisamente, si sono dileguati tutti? Bast che Tu semplicemente facessi menzione dei loro peccati, perch si sentissero spinti, come da una forza irresistibile, fuori dalla porta! 11. Dico Io: Essi sono dediti ad ogni pi svariata pratica libidinosa e ladulterio per loro gi una cosa assolutamente usuale. Presso di loro le donne sono in comune ed il violentare una ragazza vergine, presso questa gente, uno scherzo senza valore! Ma fra di loro ce ne sono di quelli che non rifuggono neppure da atti pederasti a danno di ragazzi, ed altri invece sono soliti divertirsi con fanciulle in maniera innaturale, muta(4) sodomitica, perch credono cos di preservarsi dalle malattie, mentre in questo modo essi incorrono in infezioni ancora pi maligne. per questo che Io ho cos duramente accolto e congedato tali individui, perch con loro qualche miglioramento possibile unicamente attraverso un trattamento duro 12. Domanda il comandante: Di che regione sono? 13. Gli dico Io: Dei dintorni della Gadarena, pi verso occidente ci sono un paio di borgate e quattro villaggi. Gli abitanti sono una mescolanza di ebrei, greci, egiziani e romani. Essi non hanno che qualche scarsa, anzi in effetti quasi nessuna idea di una religione, e la loro professione consiste per lo pi nellallevamento di maiali, di cui fanno commercio con la Grecia e lEuropa, dove le carni di questi animali vengono mangiate ed il rispettivo grasso viene adoperato come condimento per i cibi. Dunque, gi per riflesso del loro mestiere sono gente quanto mai immonda, per la loro impurit esteriore non sarebbe proprio peccato, se nel loro ulteriore agire nella vita non fossero peggiori, e di molto, degli stessi maiali che allevano. Tutta la loro attivit li pone molto al di sotto dei maiali stessi e perci con questa gente sar difficile ottenere qualcosa di buono! 14. Dice il comandante: Oh, molto bene che io abbia saputo di questa faccenda. Quelle comunit stanno ancora sotto la mia giurisdizione ed io certo non mancher di istituire per quella gente un censore dei costumi, il quale anche al minimo atto sconveniente sapr dar loro una dovuta lezione, secondo le istruzioni che ricever da me. Aspettate, aspettate! Bisogner che gi domani la vostra vita di libidine cominci ad annoiarvi in modo tale da farvi passare per sempre la voglia di accarezzare brame impure nel cuore e di dar loro sfogo poi senza ombra di coscienza!
4 viene inteso il rapporto innaturale anale, poich la radice della parola stumm (Stummel) significa moncone e mozzo. Infatti un rapporto sessuale anale non pu avere come conseguenza naturale la procreazione. (GVG3/66/2: Chi si accoppia senza produrre un frutto vivente commette un muto peccato sodomitico.) [Nota di due Revisori italiani: M.C. e G.V.] 356

15. Signore! Io sono davvero niente altro che un uomo, per, dalle molte e svariate esperienze fatte durante la mia vita sempre dedicata alle cure del governo, sono giunto infine alla chiara conclusione che per luomo comune la miglior cosa essere comandato con uno scettro di ferro ed essere spronato al bene, di quando in quando, mediante la sferza. Se questo non avviene in una grande comunit di uomini, tutto in breve tempo crolla e va in rovina!. 16. Dico Io: Certo, qui hai ragione di procedere come pensi, ma soltanto nelle comunit e localit che ti furono indicate, perch se tu volessi applicare dappertutto tale sistema, ne ricaveresti pi danno che vantaggio! La medicina deve sempre venire regolata secondo la malattia e non viceversa. Ma, come detto, nei riguardi di quelle localit la tua medicina avr almeno di buono il fatto che agli abitanti far perdere il gusto della libidine; per bene che il flagello non venga posto in mano allira, bens in mano al vero amore!.

155. Capitolo Zelo dellamore. 1. Dice il comandante: Signore, ora vedo bene che questo giusto; eppure, scrutando tra le varie vicende della mia vita, mi torna in mente un caso particolare, nel quale tutto lamore non fu capace di approdare a niente ed il caso fu il seguente: tra i molti soldati che stanno al nostro comando cera in servizio anche un giovane illirio robustissimo, un vero gigante. La sua spada pesava cinquanta libbre ed egli, tuttavia, la maneggiava come se tenesse in pugno una piuma. Questo guerriero assoldato, che portava corazza e scudo, valeva in battaglia pi di cento altri guerrieri. In guerra, dunque, egli riusciva utilissimo, ma non cos in tempo di pace. Egli diventava allora prepotente e non passava settimana senza che egli non provocasse qualche nuovo increscioso incidente. Io lo trattavo sempre amorevolmente e molte volte cercai di fargli ben presente, per quanto possibile, il male e lignominia degli scandali da lui suscitati e gli rimproverai la maliziosa mania di dar continuamente spettacolo della sua prepotenza. Egli allora prometteva sempre di migliorarsi e per qualche giorno dopo il rimbrotto restava calmo e moderato, ma oltre i dieci giorni la calma non durava e subito dopo non erano che nuove lagnanze da tutte le parti, mentre noi dovevamo alla fine risarcire i danni causati da lui. Se poi gli si domandava perch persistesse in quel suo incredibile modo di procedere, egli dava sempre la stessa risposta e diceva: Io mi esercito nellarte della guerra ed allora non mi sento di poter risparmiare niente, allinfuori della vita umana, perch bisogna che la mia spada si provi sui vari oggetti che incontra!.
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2. Questi suoi esercizi guerreschi lo portavano non di rado ad andare in cerca di qualche mandria di buoi, tori, vacche e vitelli ed a tagliare la testa a questi animali di un colpo solo. Una volta gli accade di incontrare una mandria di cento buoi, i quali ci rimisero tutti la testa e poi egli and vantandosi della sua azione eroica, senza tanto pensare che a noi essa era costata mille denari buoni dargento, dovuti sborsare quale indennizzo! Ma quella volta fui preso da tanta ira contro quelluomo che nellimpeto del furore lavrei fatto io stesso volentieri a pezzi. 3. Allora lo feci attaccare ad un albero con pesanti catene, mani e piedi legati da solide funi e lo feci flagellare per unora intera, fino a che egli ne risult prostrato. Quindi lo feci ricoverare e curare, cosicch in venti giorni fu completamente ristabilito. Ed ecco, questuomo, dal quale tutto lamore non era stato capace di ottenere nulla, con un simile trattamento si trov cambiato come dincanto. Dopo questo trattamento egli divent luomo pi tranquillo e moderato di questo mondo, tanto che dopo un anno io lo nominai sottufficiale ed egli oggi ancora mi ringrazia per la punizione esemplare inflittagli, senza la quale non sarebbe mai arrivato al suo grado. Ma per concludere dir che ad una simile punizione non mi avrebbe potuto mai indurre lamore, ma soltanto una giusta collera contro quelluomo, e perci credo che di fronte alluomo, molto spesso, una giusta ira sia pi salutare di un eccessivo amore, per quanto puro! 4. Dico Io: Oh, certamente, ma qui non si tratta pi di ira nel vero senso della parola, bens di un fervore particolare che si manifesta nel cuore e che ha in s un potere salutare. Con questo fervore agisco anchIo quando necessario: se lamore non possedesse questo fervore, lInfinito sarebbe ancora oggi del tutto privo di esseri; perci tutte le creature devono la loro esistenza soltanto allimmenso zelo dellAmore divino. 5. E cos il sentimento, che quella volta incit il tuo cuore ad infliggere una giusta punizione al soldato prepotente e malizioso, non fu lira, n la sete di vendetta che da questa deriva, ma un fervore particolare del tuo amore per quel guerriero, il quale per delle sue capacit ti stava molto a cuore. Infatti, se quelluomo avesse suscitato in te una vera e propria ira, tu lavresti fatto uccidere, ma lo zelo damore cont i colpi reputati necessari, e tu lo facesti flagellare finch reputasti fosse sopportabile per lui. 6. Dunque, nella stessa maniera, qualora fosse necessario, tu potrai procedere anche rispetto a quelle comunit, ma il primo tentativo avvenga tuttavia per opera dellamore puro e per mezzo di un adeguato insegnamento, poich, quando gli uomini arrivano a comprendere che vengono loro prescritte leggi severe e stabiliti giudizi inesorabili soltanto per il loro bene, allora essi accettano tutto, ma se le leggi severe assumono invece laspetto di un atto tirannico del detentore del potere, allora le leggi non solo non migliorano nessuno, ma alla fine hanno il solo risultato di convertire anche gli angeli della comunit in altrettanti demoni, che poi non faranno altro che cercare il modo e la maniera di
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potersi vendicare di colui che per niente, o senza apparenti ragioni, li va opprimendo e tormentando senza posa. Comprendi questo? 7. Dice il comandante: S, o Signore, anche questa cosa mi chiara come il sole ed io invier oggi stesso un messo allufficiale l residente con gli ordini che devono venire notificati in quelle comunit gi domani perch comincino subito a eseguirli. Ma a questo scopo bisogner che me ne vada per un po dalla mia gente, affinch siano prese le disposizioni del caso.

156. Capitolo Sul rapporto sessuale degli angeli della Creazione primordiale. 1. Detto ci il comandante si accinge ad andarsene a casa propria, ma Ebal lo prega di non restare assente troppo a lungo, perch il pranzo sarebbe stato pronto fra breve. Ed il comandante dice, mentre gi si avvia: Se non accaduto niente di importante, sar subito di ritorno; in caso diverso mander qui senza indugio un messo. 2. Il comandante allora si affretta e, giunto a casa sua, la sua meraviglia non poca, quando dopo aver inteso il rapporto dei suoi ufficiali, trova che gli ordini che egli intendeva dettare per le note comunit apparivano gi scritti di sua mano su pergamena e giacevano sul suo tavolo da lavoro. Egli vi d rapidamente una scorsa e riscontra che tutto concepito precisamente cos come egli aveva abbozzato mentalmente. Fa poi chiamare immediatamente un messo veloce ed ecco presentarglisi dinanzi, in veste di soldato romano, appunto il nostro angelo Raffaele il quale si mette ai suoi ordini. 3. Da principio il comandante non riconosce langelo e pensa che si tratti di qualche giovane guerriero, assegnatogli forse da Cornelio, fra quelli della guarnigione di Cafarnao. Egli allora gli domanda se se la sente di recapitare quegli ordini per il sottocomandante della localit di Gadarena che abbastanza lontana! 4. Dice langelo: Signore della tua potest! Dallo a me ed io lo porter a destinazione con la velocit di una freccia, tra pochi istanti la risposta sar nelle tue mani!. 5. Soltanto allora il comandante esamin con pi attenzione il suo uomo, riconobbe in lui langelo Raffaele e poi disse: Oh, certamente a te possibile anche questo, ma guarda, solo adesso ti ho riconosciuto!. 6. Il comandante poi consegn il documento a Raffaele e questi gi in un quarto dora fu di ritorno con la risposta, nella quale lufficiale al comando di Gadarena confermava di aver ricevuto lordine per mezzo di un giovane guerriero, ordine che egli avrebbe immediatamente eseguito secondo lo spirito. 7. Allora non fu pi la velocit di Raffaele a suscitare la meraviglia del comandante, ma fu invece il fatto che egli avesse comunque impiegato un quarto dora per fare questa ambasciata.
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8. Ma Raffaele rispose: Questo stato il tempo necessario al tuo ufficiale di Gadarena per preparare il suo scritto. La cosa non deve farti meraviglia, perch sai che io non ho bisogno di tempo. Ma ora andiamocene da Ebal, perch il pranzo gi pronto e gli ospiti, in seguito alla camminata gi dal monte, hanno molto appetito. 9. Il comandante si avvia subito assieme allangelo, ma costui, quando vicino alla casa di Ebal, appare nuovamente sotto la veste dabitante di Genezaret da lui inizialmente assunta ed il comandante gli domanda dove avesse con tanta rapidit deposto la sua divisa da soldato. 10. Langelo per rispose sorridendo: Vedi, la cosa per noi molto pi facile che non per voi, perch il nostro guardaroba, quanto mai riccamente provveduto, lo portiamo nella nostra volont: basta che noi vogliamo essere abbigliati in una data maniera ed effettivamente anche lo siamo. Se tu per mi vedessi nella mia veste di luce, ne saresti accecato e la tua carne si dissolverebbe dinanzi a me, poich la luce del sole terrestre paragonata alla mia veste pura tenebra 11. Dice il comandante: Amico degli uomini di questa Terra! Questa tua prima facolt, cio di poterti vestire a tuo piacimento grazie alla sola volont, senza disporre di stoffa, mi piace molto e sarebbe davvero utilissima alla povera gente, particolarmente dinverno; ma laltra tua facolt di indossare una veste dallo splendore accecante, dinanzi alla quale la vita umana non potrebbe reggere, questa non mi piace, almeno non in questo mondo e perci non opportuno insistere pi oltre su tale argomento. Ma io vorrei, tuttavia, apprendere ancora una cosa da te: considerato che noi ci troviamo qui soli e non c da imbarazzarci di fronte a nessuno, potresti ben rivelarmela. Ecco dunque la mia domanda: esiste anche fra voi una distinzione di sesso? 12. Dice langelo: La questione che tu poni piuttosto materiale ed inopportuna, per siccome in te suggerita unicamente dalla brama di conoscere, allora io ti risponder anche nettamente con un no! Dato che siamo spiriti della Creazione primordiale, c in noi e siamo innumerevoli un unico e solo essere, il positivo maschile quale primo ed esclusivo agente, ma tuttavia in ciascuno di noi vi perfettamente presente anche il principio femminile negativo, cosicch ciascun angelo rappresenta in s il perfettissimo matrimonio dei Cieli di Dio. Dipende assolutamente da noi se vogliamo mostrarci nella forma maschile oppure femminile, e ci sempre entro lo stesso involucro spirituale. 13. Poich per noi stessi siamo un doppio essere, in questo sta appunto la ragione per cui noi non possiamo mai invecchiare, perch in noi le due polarit si sostengono vicendevolmente nelleternit, invece in voi uomini i poli sono separati ciascuno in una personalit sessuale distinta e divisa e come tali, esistendo di per s soli, non trovano in s alcun appoggio. 14. Quando le polarit personali separate vengono esteriormente a contatto, non fanno che perdere del proprio e sono simili ad un otre di vino che sempre pi raggrinzisce quanto pi gli si sottrae il suo contenuto alcolico. Ma se tu
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potessi immaginare un otre capace di riprodurre continuamente in s quanto gli viene levato, allora non ti sarebbe pi possibile vedere sulla sua superficie le pieghe e le grinze che danno alla sua forma laspetto della cosa vecchia. Comprendi bene questo? 15. Dice il comandante: La cosa non mi riesce ancora proprio chiara del tutto, tuttavia una vaga idea me la sono potuto fare. Ad una prossima occasione favorevole potremo ben riprendere questo discorso, ma ora sar bene che entriamo in casa, perch certamente saremo attesi! 16. Dice langelo: S, questo senzaltro. Del resto anchio sento gi quello che voi definite fame 17. Osserva il comandante: Oh, oh, ma se tu sei uno spirito purissimo, come potrai gustare un cibo materiale? 18. Risponde Raffaele sorridendo: Lo posso fare meglio di te! Infatti tutto quello che io prendo come cibo viene in me completamente consumato e trasformato in elemento visibile di vita, mentre in te ci avviene soltanto di quella parte che corrisponde alla tua isolata polarit vitale; invece quanto non si conf a questa polarit, viene poi eliminato per le vie naturali; dunque, per quel che riguarda il mangiare ed il bere io sto molto meglio di te! 19. Dice il comandante: Ma allora, si mangia e si beve anche in Cielo? 20. Risponde langelo: Oh, senza dubbio, ma non cos come si fa sulla Terra, ma in maniera spirituale! Abbiamo la Parola di Dio dalleternit anche in noi, cos come appunto da questa stessa Parola sono costituiti sia il Cielo che tutta la Creazione, i quali sono compenetrati in ogni luogo da questa Parola. Ora questa Parola costituisce anzitutto la sostanzialit del nostro essere, e per questo essere Essa anche lunico e verissimo Pane di Vita, nonch il vero Vino della Vita. Nelle nostre vene questo Vino scorre come il sangue nelle vostre e le nostre viscere sono ricolme del Pane di Dio 21. Dice il comandante: Oh, questi sono concetti ispirati da una sapienza immensa ed io non posso comprenderli! Cose simili bene che il Signore Stesso me le chiarisca pi da vicino! Ma ora davvero tempo che entriamo in casa ed meglio che non si riprenda n questo n altri argomenti.

157. Capitolo Sul dare lelemosina e sulle solennit commemorative. 1. Mentre il comandante in procinto di chiudere la porta, la nostra buona Giara gli viene incontro e dice: Oh quanto vi fate aspettare! E tu, mio caro Raffaele, sembri volerti regolare secondo il pigro tempo di questo mondo! Davvero questa volta non andata cos presto come durante il nostro viaggio su quel sole lontano! Ma ora entrate senza indugi, perch il pranzo gi servito in tavola!. I due allora entrano solleciti e Mi salutano con gran cortesia e calore.
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2. Il comandante avrebbe voluto ringraziarMi per le premure da Me dimostrategli anche nellultima circostanza, per Io gli dissi: Amico, Mi basta quello che ti leggo nel cuore! Il pranzo vi attende gi da qualche tempo, perci ora si tratta di concedere il necessario ristoro al corpo e soltanto dopo di volgersi di nuovo allo spirito. 3. Tutti allora ringraziano e cominciano a far onore ai cibi ed alle bevande ed il comandante non pu distogliere la sua attenzione dallangelo, che dal canto suo mostra di essere molto occupato con le pietanze e con il suo bicchiere di vino. 4. Alla fine il nostro comandante non pu pi trattenersi ed esclama un po scherzosamente: Oh, oh, mi accorgo adesso che gli spiriti puri godono davvero di un appetito invidiabile! Il mio buon Raffaele sta mangiando per tre! Io penso che a questo mondo una cosa simile non stata ancora mai vista! 5. Dice Ebal: Anchio ne sono quanto mai meravigliato, ma ho osservato ancora unaltra cosa che mi stupisce pi del suo eccellente appetito. Se tu guardi bene, la porzione non diminuisce mai nel suo piatto! Qui in verit appare visibilmente confermato il detto: Quello che il Cielo prende, lo restituisce gi il successivo istante!. Ma io intendo che questa mensa, alla quale noi sediamo, sia conservata in onore presso i miei successori, come un permanente sacro ricordo per tutti i tempi e che ogni anno venga stabilito un giorno di festa nel quale ad essa dovranno venire invitati tutti i poveri di questa citt! 6. Dico Io: Oh, lascia che la mensa resti mensa come adesso e tu resta quello che sei stato finora. E quando viene da te un povero ed hai qualcosa, aiutalo in qualsiasi giorno egli si presenta, ma un banchetto festivo annuale non giova per niente n ai poveri n a te stesso ed Io non ne ho alcun compiacimento! Chi vuole ricordarsi di Me, lo faccia in tutte le ore del giorno, perch il ricordarsi di Me una volta allanno a Me non serve! 7. Se tu stabilissi un giorno commemorativo, non faresti che imitare i farisei ed i templari di Gerusalemme, che pure celebrano tre volte allanno feste della commemorazione, durante le quali usano distribuire del pane ai poveri, come se, con quel boccone di pane che ricevono, i poveri potessero poi vivere senza prenderne altro durante tutto il tempo che passa da una festa allaltra! Chi non vede linsensatezza di tali ridicole feste? Certo che i farisei, in queste giornate solenni, guadagnano tanto con le offerte abbondanti da poter vivere molto bene per altri centanni con il ricavato di una sola festa, mentre il povero deve accontentarsi di ricevere tre volte allanno un pezzo di pane che non supera mai un ottavo di libbra in peso. Oh, quanta follia, quanta stoltezza, cecit ed egoistica perfidia! Tu, dunque, lascia questa tavola cos com e celebrerai la festa pi gradita quando giornalmente, a seconda delle tue forze, ti darai la premura pi amorosa di saziare luno o laltro povero, sia a questa o in qualsiasi altra mensa! 8. E se luno e stesso povero si presentasse a te anche ogni giorno, non chiedergli se altrove non gli sia possibile ottenere qualcosa, perch il povero
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ne avrebbe il cuore pieno di paura, cosicch poi per lungo tempo non si azzarderebbe pi a venir da te e con ci la tua opera buona perderebbe ogni valore al Mio cospetto. 9. Per Io neppure intendo che tu abbia a dividere il pane dei poveri anche fra gli eventuali oziosi robusti che sono ancora idonei per lavorare: a questi tali, quando vengono, procura un lavoro adeguato alle loro forze! Se sbrigano un lavoro, d loro anche da mangiare e da bere, ma se non acconsentono a lavorare, allora che non mangino neppure! Infatti chi ha forze ma non vuole lavorare, allora che neanche mangi! 10. Ecco, se il tuo agire sar conforme a queste norme, tu celebrerai sempre una festa commemorativa quanto mai a Me gradita, ma lascia andare del tutto le tue intenzionali feste annuali! Infatti una simile festa annuale la maggiore insensatezza che un uomo possa commettere, per la ragione che con ci non ha giovato a nessuno, tranne che ad un banditore della festa che, per suoi fini egoistici, in tale occasione pu realizzare un qualche utile con le offerte che gli vengono fatte! 11. In che cosa il tempo di un anno migliore in confronto a quello di un giorno? Chi per esempio festeggia il compleanno del proprio padre una volta allanno, costui dovrebbe, per le identiche ragioni, festeggiarne anche ogni giorno lora di nascita, il che sarebbe sicuramente meglio del compleanno annuale! 12. Io te lo dico: Ogni simile celebrazione commemorativa da parte degli uomini non ha alcun valore ai Miei occhi, a meno che essa non avvenga giornalmente, anzi ad ogni ora in maniera vivente nei loro cuori! E cos i noviluni, i giubilei, la festa della liberazione di Gerusalemme dal dominio babilonese, le solennit per la riedificazione della citt e del Tempio e cos pure le feste di Mos, Aronne, Samuele, Davide e Salomone sono cose perfettamente vuote e senza senso, che in tutta verit hanno appena tanta importanza quanta pu averne la pioggia caduta nel mare mille anni fa. 13. Da principio tali feste vengono certo solennizzate con una specie di religioso entusiasmo ed i partecipanti ad una simile occasione hanno molto vivo un ricordo della persona o di qualche fatto importante a cui la festa si riferisce e di cui essi sono stati testimoni, ma nella seconda, terza e quarta generazione, per non dire poi della decima generazione, tutto si riduce ad una vuota cerimonia e la maggioranza poi non sa neppure perch viene allestita; pi tardi ancora, poi, il tutto gi degenerato in un vano paganesimo. 14. Del resto, con ci Io non intendo che vengano abolite le vere feste commemorative; per bisogna che esse siano caratterizzate, oltre che dalla loro periodicit annuale, anche da quella giornaliera nei propri cuori, altrimenti anche quelle possono considerarsi completamente morte e quindi senza alcuna efficacia. Per quanto poi concerne questa mensa, che le cose rimangano come ti ho detto e mostrato Io!
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15. Dice Ebal: Tutto verr esattamente osservato cos come Tu, o Signore, in tutta benignit e verit ci hai indicato, ma tanto pi invece ci daremo cura di celebrare giornalmente la festa nei nostri cuori con il maggior possibile fervore e di esercitarci con tutte le nostre forze nellamore del prossimo, per poter cos commemorare, nella maniera pi bella e pi degna, queste giornate! 16. Ed Io concludo: Se voi vi atterrete fermamente a queste massime, Io sar in voi, e da questo la gente riconoscer che voi siete veramente i Miei discepoli. 17. Ma ora noi abbiamo mangiato e bevuto a sufficienza; alziamoci dunque da tavola e usciamo fuori per andare a trovare i nostri barcaioli; essi potranno narrarvi ancora pi di qualche storia interessante e strana. Qui ci sarebbe da stare poco in pace, perch entro unora arriver da Betlemme unaltra carovana della quale fanno parte alcuni giovani farisei ortodossi, con i quali Io non ho assolutamente lintenzione di venire a contatto. Vedete di destreggiarvi voi in modo che essi si trovino indotti a proseguire gi oggi fino a Sibarah! 18. Dice il comandante: A questo verr provveduto nel migliore dei modi! Oramai anche per me non vi persona al mondo che mi riesca cos ripugnante come uno di questi arcifarisei!. E detto ci, ci alziamo e ci affrettiamo verso il mare in cerca dei nostri barcaioli.

158. Capitolo Il 47 Salmo di Davide. 1. Noi trovammo gli otto barcaioli proprio mentre stavano leggendo i salmi di Davide. Quando ci videro, si alzarono da terra, ci salutarono ed il loro capo avanz verso di Me e disse: Signore, Tu solo potresti toglierci dallimbarazzo! Ieri, verso sera, sono venuti qui alcuni farisei e scribi, i quali pretesero che li trasportassimo dalla parte di Zabulon e Corazin. Noi ci rifiutammo, adducendo il fatto che non eravamo i padroni della barca, bens soltanto i barcaioli e inoltre che, essendo vigilia di sabato, eravamo occupati nella lettura dei salmi. Allora un giovane scriba si fece dare il rotolo dei salmi, lapr al Salmo 47 e lesse: 2. Applaudite, o popoli tutti, e giubilate a Dio con voce di trionfo, perch il Signore, lAltissimo, tremendo, un gran Re su tutto il suolo terrestre. Egli obbligher i popoli a sottomettersi a noi e le nazioni sotto a i nostri piedi! Egli ci ha scelti quale eredit, la gloria di Giacobbe, il quale Egli ama. Dio salito con giubilo, il Signore salito con suono di trombe. Salmeggiate a Dio, salmeggiate, salmeggiate al nostro Re! Infatti Dio il Re di tutto il suolo terrestre, salmeggiate magistralmente! Dio regna sopra tutti i pagani. Dio siede sopra il trono della Sua santit. I principi dei popoli si sono radunati insieme in un solo popolo davanti al Dio di Abramo, poich Dio molto innalzato sugli scudi della Terra!.
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3. E quando ebbe finito la lettura, lo scriba domand tutto serio: Comprendete voi questo salmo?. Ma noi dovemmo rispondere negativamente alla sua domanda. Oggi gi di buonora abbiamo cominciato a stillarci il cervello e tuttavia non ne sappiamo pi di ieri. Mille volte abbiamo pensato a Te: se Tu, o Signore, lo volessi, potresti fornirci un po di luce a questo riguardo! 4. Dico Io: Guardate qui questa fanciulla che io tengo per mano. Chiedete a lei e sapr ben essa farvi luce riguardo a tale argomento! 5. Dice il capo dei barcaioli: Questa fanciulla conta al massimo quattordici anni! Come pu esserle venuta la sapienza di Salomone? 6. Dico Io: Eppure cos! E non solo la sapienza di Salomone, ma anche quella di tutti i sapienti della Terra e molto di pi ancora alberga nel suo purissimo cuore! A nessun uomo mai riuscito a vedere che cosa si cela dietro le stelle, ma domandatelo a lei ed essa ve lo riveler! Ella porta nella tasca del suo grembiule la famosa pietra filosofale, perci sar bene in grado di spiegare anche il salmo, breve s, ma tuttavia importantissimo, da voi citato! Fate una prova e vi convincerete! 7. Osserva allora il mastro barcaiolo ai suoi compagni: Tutta la sua figura rivela davvero una tremenda intelligenza! Solamente la sua bellezza esteriore, davvero angelica, non milita troppo a favore della sua sapienza, perch finora io ho sempre sperimentato che le fanciulle pi belle sono le pi sciocche, ci che del resto anche del tutto naturale. I figli pi belli vengono troppo vezzeggiati, cos essi diventano dei presuntuosi e non imparano che poco e niente, invece con un figlio meno bello di solito non si fanno tante storie, lo si punisce facilmente per qualsiasi fallo e per qualunque sgarbatezza, in modo che il fanciullo diventa umile e modesto, si fa ubbidiente e tollerante e impara molte cose. Ma nonostante tutto vogliamo sentire quello che riguardo al nostro salmo sapr dirci questa ragazzina, che in tutta verit di una bellezza celestiale!. 8. Allora il capo dei barcaioli si rivolge a Giara e le fa la sua richiesta e la fanciulla, con lespressione pi amorevole di questo mondo, risponde: Cari amici, non perch io labbia imparato in qualche modo, n di conseguenza perch io lo sappia come un dottore della legge, ma perch lo sento in maniera molto viva in me, dico che tutto quello che lo spirito profetico di Davide ha profetizzato parecchie centinaia di anni fa, va ora trovando perfettissimo compimento dinanzi ai nostri occhi. Ma questa cosa lavreste pur dovuta concepire anche voi di primo acchito! 9. Non avete voi visto come Egli, del Quale parla Davide e che adesso dimora tra di noi corporalmente, ha camminato sul mare come se questo fosse terra asciutta? E non vi siete accorti come Egli in pochi giorni e per la forza della Sua sola Parola ha guarito migliaia di persone affette da ogni specie di infermit? I ciechi hanno recuperato la vista, i sordi ludito, i lebbrosi sono stati mondati e gli zoppi e gli storpi si sono ritrovati con le membra diritte! E guardate poi qui il monte che vi sta davanti; guardate come cambiato in una
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sola notte! Ma chi pu trasportare le montagne e sollevare i mari dai loro abissi? Chi Colui al Quale tutti gli angeli e tutti gli elementi obbediscono? Ecco, Quegli che sotto sembianze corporeo-umane sta dinanzi a noi quello; Questi Colui del Quale Davide ha parlato nei suoi salmi! 10. per Lui che dobbiamo applaudire mediante opere di vero e sincero amore del prossimo ed a Lui che dobbiamo giubilare con la voce pura della verit senza inganni, insidie e falsit! Infatti guai a chiunque volesse dimostrargli giubilo con limpuro accento dalla menzogna! Come amoroso e dolce Egli con i giusti, altrettanto tremendo Egli con coloro che nascondono nel cuore la menzogna, linganno e la falsit, poich sta scritto: terribile cadere nelle mani di Dio, perch Dio il Re onnipotente di tutto il suolo terrestre e nessuno pu nascondersi in alcun luogo dinanzi a Lui!. 11. Ora Egli venuto qui per costringere tutti i popoli a mettersi sotto di noi, tramite la potenza della Sua Dottrina, affinch siano resi partecipi della nostra salvezza, in modo che le genti, cio i figli del mondo, vengano posti sotto i nostri piedi per essere giudicati! Infatti noi soli Egli ha scelto ad eredi della vita eterna, anzi, noi siamo la sua eredit! Egli Colui del Quale Giacobbe disse: Oh Signore, Tu solo sei la mia gloria!. E poich Giacobbe profess questa cosa nel suo cuore, divenne un prediletto di Dio, di Colui che dimora qui fra di noi! 12. Ma Egli non dimorer sempre cos fra di noi, bens Egli risalir ben presto ai Suoi Cieli eterni e precisamente con la voce giubilante della verit eterna con la quale Egli ha creato una nuova Terra ed un nuovo Cielo per tutte le eternit delle eternit ed Egli e sar il Signore, e il puro squillo delle Sue trombe, cio della Parola che ci fu annunciata, proclamer lavvenimento a tutte le creature sopra ed entro la Terra e sopra ed oltre tutte le stelle, spiritualmente e materialmente. 13. a Costui che noi dobbiamo salmeggiare secondo lesortazione di Davide, perch Costui il nostro Dio ed il nostro unico Re per leternit! 14. Ma poich noi sappiamo cosa Egli , dobbiamo anche onorarLo con un cuore saggio e puro e non alla maniera dei farisei ipocriti, che solamente con le labbra si accostano ad un falso Jehova, mentre chiudono i loro cuori al cospetto del vero e vivente Jehova e si allontanano da Lui. 15. Per Egli non soltanto il nostro Dio e Re, bens anche dei pagani che abitano su tutto il suolo terrestre, perch Egli solo regna sopra tutti gli uomini e sopra tutta linfinita Creazione, dal trono eterno della Sua illimitata potenza e gloria. Dinanzi a Lui si devono radunare tutti i principi della Terra, come i loro popoli dinanzi a loro, perch Egli il solo Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Egli soltanto da s innalzato ed esaltato sopra ogni cosa, anche sopra gli scudi di tutti i potenti della nostra vasta Terra! 16. una grazia inconcepibile perfino agli angeli che Egli sia venuto a noi, ma poich venuto, Egli non venuto senza essere annunciato, poich tutti i profeti hanno annunciato la Sua venuta. Ma molte delle profezie non poterono
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essere comprese dagli uomini a causa del sempre crescente indurimento dei loro cuori. Ora per venuto Quello Stesso, di Cui i profeti hanno profetizzato, ed Egli Stesso si rivela a tutti gli uomini di buona volont. 17. Ma per coloro che hanno il cuore colmo di perfidia e di superbia Egli altro non pu essere che il Tremendo, poich la perfidia ha continuamente come giudice inesorabile su di s la Giustizia onnipotente ed eterna! E come una buona bilancia sensibile pende visibilmente gi se da una parte si aggiunge solo un capello, cos dinanzi a Colui che qui non pu affatto reggere la bench minima falsit, follia, perversit, ingiustizia e qualsiasi altra grossolanit del cuore! E perci Egli deve essere terribile per ogni peccatore nel cui petto alberga un cuore duro, tenebroso e malvagio. Comprendete ora voi il Salmo 47 di Davide?.

159. Capitolo Dellamore per i nemici. 1. Dice il mastro barcaiolo: O incantevole fanciulla! Da chi hai avuta tanta sapienza? In verit, tu sei pi saggia di Abramo, di Isacco e di Giacobbe!. 2. Dice Giara: Vi ho pure detto ora Chi Colui che dimora adesso fra noi! Ma se cos ed incontestabilmente cos, come potete domandare e dire: Da dove mi venuta tale sapienza o chi me lha data?. Qui dinanzi a noi tutti sta il grande e santo Datore di ogni buon dono! Egli solo saggio ed Egli solo assolutamente buono. Chi Lo ama e nel suo cuore crede che Egli in S e per S il Signore Jehova Zebaot dalleternit, nel suo cuore Egli far risplendere la Sua Luce eterna e increata ed allora tutto luomo ne sar illuminato e verr completamente compenetrato dalla vera Sapienza divina. Se voi avete un po dintelletto, deve esservi ormai chiaro come stiano le cose rispetto a noi! 3. Risponde il mastro barcaiolo: Oh s, mio carissimo angioletto! Adesso noi comprendiamo e sar proprio cos come tu ci hai spiegato, ma quelli che ieri sera ci domandarono di venire trasportati a Zabulon e Corazin non vorranno accogliere questa spiegazione, n potranno quindi nemmeno comprenderla. Noi siamo della gente semplice ed a noi quasi non occorre far vedere delle meraviglie perch ci crediamo, ma con quei tali un miracolo avr effetti peggiori di nessun miracolo 4. Dice Giara: Ma questa anche la ragione per cui Egli diverr terribile per loro, poich i venti spargeranno per tutta la Terra la Sua Parola! Guai a chi la udr, la comprender e malgrado ci infine la rigetter! 5. Dico Io ai barcaioli: Ebbene, cosa ve ne pare dellintelligenza di questa Mia figliola?
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6. Ed essi rispondono: Signore e Maestro! Se Tu sei veramente Quello che secondo la savissima spiegazione di questo adorabile angioletto di fanciulla dovresti essere, non pu meravigliare che ella sia tanto saggia, perch Colui che ai tempi di Balaam pot sciogliere la lingua allasino affinch profetizzasse a Balaam, potr con facilit tanto maggiore rendere atta a profetizzare la lingua gi sciolta di una fanciulla quattordicenne! 7. Ma noi ora crediamo tutti che Tu sia Quello del Quale questa fanciulla ha apertamente testimoniato dinanzi agli occhi ed alle nostre orecchie e non vi pi bisogno di nessun altro miracolo! Ma poich Tu, o Signore, sei Tale, guarda alla nostra debolezza e convertila in unadeguata forza, affinch possiamo difenderci dai perpetui nemici della luce e della verit! Infatti triste cosa davvero che noi ebrei dobbiamo cercare sia la luce che la verit presso i pagani! Gerusalemme, invece di essere un faro luminosissimo per tutta lumanit, diventata un putrido pantano della notte e della tenebra pi rozza ed una spelonca dassassini dellantico spirito di Israele! E se noi vogliamo ora luce e verit, bene che andiamo a cercarle a Sidone ed a Tiro, presso i greci ed i romani. Dunque, o Signore e Maestro, poich Ti sono possibili tutte le cose, concedici luce e forza, cosicch noi possiamo giungere a distinguere la verit e la possiamo poi difendere dai nemici! 8. Dico Io: La pace sia con voi e fra di voi! Nessuno si creda superiore agli altri! Voi siete tutti ugualmente fratelli, ma colui che si crede e ritiene il minimo fra tutti e ambisce soltanto ad aiutare e servire tutti, costui tuttavia il primo ed il pi grande! Ma se Io vi chiamo ad essere Miei servitori, allora voi siete in piena verit anche la Mia potenza. E cos ciascun servitore rappresenta la forza del suo Signore, ma per questo anche il Signore rappresenta la giustizia del Suo servitore! Amatevi lun laltro, fate del bene ai vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi odiano! Rendete bene per male e non prestate il vostro denaro a chi vi pu rendere alto interesse; cos facendo la benedizione e la grazia di Dio saranno in tutta la loro pienezza in voi! Ma in conseguenza di ci vi saranno poi date in brevissimo tempo anche la luce e la verit ed ogni potenza e forza, poich, come voi misurerete gli altri, cos sarete misurati voi! 9. Dice uno dei barcaioli: Signore, noi vediamo e comprendiamo bene che la Tua dottrina vera e giusta, ma sentiamo anche che sar difficile osservarla! certamente bello e celestiale fare del bene a coloro che sempre cercano di farci del male, ma chi pu mai affrontare sempre con uguale pazienza la perfidia spesso troppo infame degli uomini? E viene spontaneo chiedersi se cos facendo la cattiva volont degli uomini non venga favorita maggiormente che non con la punizione inflitta per il male commesso. Se i ladri e gli assassini venissero ricompensati per le loro cattive azioni, in breve tempo si ridurrebbero a ben pochi gli abitanti della Terra! Dunque necessario che io tenga sempre testa al nemico e che tenda una barriera di spine intorno alla mia casa, affinch al nemico passi una volta per sempre la voglia di recarmi danno;
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credo che cos il sentimento del nemico inclinerebbe allamicizia ed allamorevolezza prima certo che non se gli volessi ricambiare il male fattomi addirittura con un beneficio! 10. Dico Io: S, vero, secondo il concetto umano questo ragionamento non fa una piega, ma in esso non c alcuna traccia di divino. Tramite la punizione distoglierai certo luomo che ti ha fatto del male dal tentare cos facilmente di arrecarti danno una seconda volta, per egli non diverr mai tuo amico! Se tu invece, di fronte al male ricevuto da lui, gli rendi, al tempo opportuno e nel momento del bisogno, un beneficio, allora il peccato commesso contro di te gli si affaccer alla memoria, se ne pentir amaramente e da quel momento in poi diverr il tuo pi fervente amico! 11. E cos il beneficio con il quale si vedr ricambiata la sua cattiva azione, avr leffetto di migliorarlo per sempre, ma la punizione inflittagli per la sua stessa cattiva azione lo inciter invece ad esserti sessanta volte ancora pi nemico di prima! 12. Infatti se il primo peccato commesso contro di te ha la sua origine piuttosto in una specie di dispetto e di gioia per il male altrui, il secondo scaturir certo dal sentimento dellira e della vendetta e perci Io ve lo ripeto: Fate cos come Io prima vi ho detto e la grazia di Dio e la Sua benedizione saranno vostre in abbondanza. 13. Infatti chi vuole essere veramente benedetto da Me, deve accogliere nei fatti la Mia Parola, nella quale risiedono ogni grazia, ogni luce, ogni verit ed ogni potenza, altrimenti non sarebbe possibile farlo partecipe di una qualsiasi grazia. 14. E voi tutti prendete esempio da Me, che sono di tutto cuore mansueto e umile ed uso con ciascuno la maggiore pazienza! Non splende il sole ugualmente sul buono e sul cattivo e sopra il giusto e lingiusto? E la pioggia benefica e feconda non cade tanto sul campo del peccatore che su quello del giusto? Siate dunque perfetti com perfetto il Padre che nel Cielo e la grazia e la benedizione dai Cieli saranno vostre in abbondanza. Comprendete voi queste cose? 15. Dicono tutti: S, o Signore, noi ora comprendiamo benissimo tutto! Cos tutto vero e buono e di conseguenza in un ordine perfetto e noi ci daremo la maggior cura possibile di osservare tutto alla lettera, ma nonostante ci, almeno da principio, la cosa ci coster una grande fatica 16. Dico Io: vero, Miei cari amici, in questo tempo il Regno dei Cieli esige violenza! Coloro che non lo strapperanno a s con violenza, non lo possederanno! Ma chiunque si sobbarca una lotta a causa dal Regno del Cieli, un saggio e un costruttore accorto. Ora un costruttore accorto e saggio non edifica la sua casa sulla mobile sabbia, ma la fissa sulla solida roccia e quando poi viene la tempesta e linondazione, la casa non pu risentirne nessun danno, appunto perch le sue fondamenta poggiano sulla roccia.
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17. E cos altrettanto avviene nella lotta per il Regno del Cieli: quando qualcuno lo ha bene conquistato in s, lo possiede in modo indistruttibile per leternit. Qualsiasi tempesta del mondo potr scatenarsi contro di lui; ma non sar affatto possibile che egli ne abbia danno; ma chi non lo ha conquistato in s mediante tutta la sua forza ed il suo coraggio, quando verranno le tempeste del mondo sar trascinato nei suoi vortici e perder per giunta quello che possedeva prima! Fate bene attenzione a tutte queste cose, perch verranno tempi nei quali voi ne avrete molto bisogno 18. Dicono allora i barcaioli: Oh Signore, per tutto quello che ci hai detto e fatto, noi non possiamo fare altro che ringraziarTi nella semplicit del nostro cuore. Noi vediamo anche troppo bene che luomo, di per s, non pu dare niente a Dio che egli non abbia gi prima ricevuto da Lui, tuttavia accogli, o Signore, questo nostro ringraziamento come se avesse un qualche valore ai Tuoi occhi e comandaci quello che per amor Tuo ed in Tuo onore dobbiamo fare 19. Dico Io: Io ve lho gi detto. Fate cos e di altro non c affatto bisogno. Ma ora raccontateci tutto quello che avete visto e forse anche udito la scorsa notte, dato che la gente di mare vede spesso nella notte cose assai strane. Per siate brevi nel vostro racconto e badate di non aggiungere niente n di omettere di proposito cosa alcuna riguardo a ci che sapete.

160. Capitolo Racconto dei barcaioli riguardo agli avvenimenti della notte precedente. 1. Noi tutti prendiamo posto sul bellissimo prato, facendo circolo intorno ai barcaioli, soltanto Raffaele rimane in piedi, ma uno dei barcaioli gli dice: Giovanotto, puoi sedere anche tu, il prato ancora un bene comune e non c bisogno che nessuno paghi niente per sdraiarvisi sopra! 2. Ma langelo risponde: Voi narrate intanto, io mi sieder quando sar stanco di starmene in piedi. Oltre tutto poi potrebbe accadere che luno o laltro di voi perdesse lequilibrio ed allora sarei maggiormente pronto ad aiutare qualcuno a rimettersi in piedi 3. Dice il barcaiolo: Ma guarda un po questo sbarbatello di quindici anni! Non vedi che ti penzolano ancora le fasce gi dalle gambe e credi di avere gi la forza per alzare qualcuno di noi se dovesse cadere? Mio caro, questo si chiama avere un po troppa fiducia nelle proprie forze! 4. Dice langelo: Cominciate una buona volta il racconto secondo il desiderio del Signore, in quanto al resto, si vedr poi quello che eventualmente sar necessario. 5. Con ci, dato che il barcaiolo era una persona rozza, si quieta ed il mastro barcaiolo comincia la seguente narrazione: Era circa il tempo della prima vigilia, quando improvvisamente ed in maniera quanto mai strana si fece chiaro come se fosse stato giorno, per, non conoscendo la sua vera causa, pensammo
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che forse, dietro le montagne, ci fosse qualche cosa che ardesse in gran massa, in modo da diffondere tutta quella luce nellatmosfera. Ma il chiarore evidentemente arrivava da troppo lontano, perch noi lo potessimo attribuire a qualche fuoco terreno; comunque stessero le cose, il chiarore cera e dur quasi tutta la notte, anzi, in qualche momento divenne tanto forte da farci credere che fosse gi giorno fatto. facile immaginare che la strana apparizione non manc di destare in noi un po di inquietudine. Anche molti cittadini vennero fuori da noi per informarci, pensando forse che il chiarore provenisse dal mare. 6. Ma ben presto un altro fenomeno molto pi meraviglioso ancora richiam lattenzione di noi tutti! Noi dalla riva volevamo esplorare maggiormente la vasta superficie del mare. Ed ecco e noi vi preghiamo di non ridere non cera pi una goccia dacqua dentro e la nostra navicella poggiava sul fondo! Cos noi avemmo occasione di ammirare tutto il fondo marino. Era una cosa da far spavento! Il nostro battello era appoggiato su uno sperone di roccia alto parecchie misure duomo. Ma qui, nella insenatura verso Genezaret, lacqua quasi dappertutto poco profonda e noi potemmo camminare sul fondo del mare e raccogliemmo una quantit di conchiglie e di chiocciole molto belle e rare. 7. Ma mentre badavamo pacificamente soltanto alla nostra raccolta, allimprovviso ci fu un gran lampo a cui segu un fortissimo scoppio di tuono. Allora ci rifugiammo in fretta e furia sulla riva, abbandonando le nostre belle conchiglie, che non ci fidammo pi di andare a riprendere, cosicch, salvo un paio che io avevo riposto nella mia bisaccia, esse rimasero l dove le avevamo trovate. Quando, circa verso la terza vigilia, lacqua ricomparve e la vedemmo bagnare nuovamente le rive, soltanto allora la stranezza del fenomeno ci apparve in tutta la sua realt e ci mettemmo a pensare cosa mai poteva essere accaduto da far cos scomparire interamente fino allultima goccia tutta lacqua di un mare che pure abbastanza grande! 8. Un certo vecchio, che dovrebbe essere anchegli di questo paese, ci disse che apparizioni di questo genere sono, di quando in quando, provocate dagli arrabbiati spiriti delle montagne e dellaria, i quali vogliono cos punire gli spiriti dellacqua! Noi ci facemmo su una risata, ma in mancanza daltro anche una spiegazione balorda meglio che niente. Poi, alla quarta ed ultima vigilia, si fece pi buio e allora salimmo sul nostro battello e ci mettemmo un po a dormire; quando ci svegliammo, il nostro bel sole era abbastanza alto e ci demmo da fare per procurarci la colazione. Questo brevemente tutto quello che ci accaduto e che abbiamo osservato durante la scorsa notte. 161. Capitolo Il barcaiolo e Raffaele. 1. Quando il mastro barcaiolo ebbe terminato questo racconto, laltro rozzo barcaiolo, che aveva prima questionato con Raffaele, volendo recarsi alla navicella, per prendervi alcune conchiglie raccolte la notte sul fondo asciutto del
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mare e che anchegli era riuscito a salvare nella fretta della fuga, pose camminando un piede in fallo e cadde lungo e disteso a terra. I suoi compagni allora cominciarono a canzonarlo e dissero: Ecco leterno uomo maldestro!. E luomo che era ancora a terra si infuri. 2. Ma Raffaele in un attimo gli fu vicino e lo aiut sollecitamente a rimettersi in piedi e disse: Vedi che a qualcosa servito il mio rimanere in piedi, perch al mio spirito si era presentata la convinzione che tu oggi saresti caduto, ed infatti sei caduto ed io, il debole sbarbatello, ho potuto si spera con sufficiente rapidit sollevarti da terra e ridonarti cos il libero uso dei tuoi piedi un po maldestri! 3. Il barbuto barcaiolo rispose borbottando: Va bene, per questa volta va bene, ma i giovanotti della tua specie sono spesso portati a giocare di nascosto qualche tiro alla gente come noi e dispongono le cose in modo che poi un qualche malanno succede davvero! Oh, io le conosco gi bene queste burle! Del resto tu mi sembri un buonissimo ragazzo, ma non sei un uomo ancora e questo basta! Un giovanotto ha sempre qualche diavoletto della burla in corpo, perci meglio che tu ti tenga un po alla larga, per lo meno di tre passi dal corpo!. 4. Dice Raffaele: Amico, ti sbagli di grosso sul conto mio, ma io ti perdono, perch non sai chi hai dinanzi, nella mia persona! 5. Dice il barcaiolo: Suvvia, cosa si pu essere in qualche modo a quindici anni? Tuttal pi un qualche principe di Roma o di qualche altro luogo! O saresti, forse, cos unappendice un po onnipotente del nostro buon Signore Dio? 6. Risponde Raffaele: S, appunto, sono qualcosa di simile! Ma adesso va sulla navicella e portaci le tue conchiglie!. 7. Il barcaiolo, sempre brontolando, se ne va e dopo pochi istanti di ritorno portando con s un paio di conchiglie ed un nautilo che mostra a tutti. 8. I tre pezzi erano belli realmente, per naturalmente non avevano un particolare valore e Raffaele gli disse: Come ricordo sono abbastanza buoni, ma un certo valore non lhanno. Cosa ne farai? 9. Dice il barcaiolo: Oh, oh, giovanotto, i passeri si possono pigliare a questo modo, ma non gi un vecchio navigato come sono io! Tu vorresti prenderti per niente le tre conchiglie, ma il vecchio Disma non tanto stolto quanto forse pare! I tre pezzi costano tre denari dargento, non un centesimo di meno, se hai i tre denari dalli qua ed i tre bei pezzi sono tuoi!. 10. Dice Raffaele: Il prezzo di tre denari sarebbe per me il meno, ma non mi suona bene che tu voglia vendere una cosa che, a stretto rigore, non neppure tua piena propriet! Vedi, in questo golfo il diritto di pesca spetta da tempo immemorabile ai cittadini di Genezaret, oppure a colui cui essi lhanno ceduto in appalto. Queste tre conchiglie tu le hai raccolte nella zona che dipende da Ebal, che ha appunto in appalto queste acque, quindi, a stretto rigore, esse appartengono a lui; soltanto quando egli te le avr donate, saranno del tutto tue ed allora potrai anche disporne come di una tua propriet
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11. Esclama Disma: Ma guarda qui di nuovo questo sbarbatello! Egli parla come fosse un giudice di Roma! Saresti per me davvero un bellavvocato! State a vedere che finir con il contestarmi il possesso anche degli stracci che ho addosso! Caro mio, il mare costituisce dappertutto il mondo dove vive e si muove un marinaio, ora tutto quello che gli fruisce lacqua, sia in un golfo, sia in mare aperto, non appartiene ad altri che a lui soltanto e con ci sono messe da parte tutte le massime del diritto che tu sembri aver imparato a memoria, perch una certa infarinatura di diritto lha anche uno di noi! Dunque d qui i tre denari dargento ed io ti consegner le tre conchiglie! 12. Dice Raffaele: Non ne faremo niente! Fino a tanto che il nostro Ebal non dichiara che sono tue, io non posso comperarle da te. 13. Allora Disma si rivolge ad Ebal e gli domanda cosa egli pensi dellasserzione del giovane. 14. Ed Ebal risponde: A stretto rigore, il nostro Raffaele dalla parte della ragione ed io certamente potrei reclamare questi tre pezzi in mio possesso, ma se c uno che non ha fatto mai uso di questo diritto, n mai lo far sono precisamente io e di conseguenza le conchiglie appartengono ora materialmente a te, spiritualmente, per, tutto il mondo appartiene comunque a Dio, il Signore, e quindi anche queste tre conchiglie 15. Di questa decisione anche il nostro Disma fu del tutto soddisfatto ed egli, rivoltosi a Raffaele, gli chiese: Ebbene, come stiamo con i tre denari dargento? 16. Risponde Raffaele: Eccoteli, ma ora consegna i tre pezzi ad Ebal, che li conserver quale ricordo di questi tempi! 17. Disma prese i tre denari e mise le conchiglie davanti ad Ebal, ma questi le diede a Giara dicendole: Prendile e custodiscile assieme ai tuoi altri ricordi! Esse saranno per noi di grande valore 18. Giara accetta con grande gioia le tre conchiglie ed esclama: Oh, queste cose sono meravigliosamente belle! Quanta variet e splendore di colori! In verit, guardando queste magnificenze si pu e si deve esclamare con Giobbe: Come sono belle, o Signore, le Tue opere! Chi le osserva con occhio damore non ne ha una gioia vana!. Chi ha insegnato alla chiocciola larte di costruirsi una cos bella casa? Eppure, senza travi e senza mattoni, essa supera in magnificenza tutti gli splendori reali della maest di Salomone!. 19. Dopodich Giara, volgendosi a Raffaele, lo ringrazia per il bel dono, per gli domanda pure, siccome tanto la chiocciola che le due conchiglie erano vuote del loro contenuto vivente, che fine avessero fatto gli animali che una volta avevano abitato in quelle belle dimore! 20. E Raffaele rispose: Mia carissima Giara! I rispettivi animali sono morti gi da parecchie migliaia danni e quindi i loro corpi sono gi da lungo tempo andati in decomposizione, ma queste conchiglie, come sono ora, possono esistere altre migliaia danni ancora, senza perdere quasi niente n della loro forma n della loro bellezza. La loro materia costituita da calce purissima e
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questa in stato libero non si decompone mai, particolarmente se immersa nellacqua! Questo quanto ti concesso per ora di sapere, quello che va oltre a questa nozione lo apprenderai un giorno nellAldil in tutti i suoi reconditi significati. Allora Giara rimase molto stupita, udendo parlare di simili et attribuite a quelle conchiglie.

162. Capitolo Accoglienza dei farisei a Genezaret. 1. Ma in quello stesso momento giunge dalla citt la notizia che la preavvisata comitiva di farisei e scribi di fresca nomina arrivata da Betlemme e che ha presentato un ordine scritto firmato dal Tempio, diretto ai cittadini di Genezaret, con il quale si intima, a scanso di severe sanzioni, di trasportare con tutta sollecitudine gratuitamente la comitiva stessa a Nazaret per terra o per mare! 2. Ed Ebal, indignato per tale esigenza da parte del Tempio, esclama: Signore! da tempo che questa storia dura cos, anno per anno, senza interruzioni! Tu sei qui da cinque giorni ed gi la quarta carovana di questi fannulloni che hai visto qui attraversare il paese, per andare di qua o di l in ogni luogo, lasciando, dove capitano per disgrazia, le tracce della devastazione, non di rado peggio di un nugolo di cavallette! Se il fatto si verificasse una decina di volte allanno, ci sarebbe ancora da chiudere un occhio, ma tollerare due, tre e fino a quattro di simili scorrerie in una settimana e, per di pi, stare a loro disposizione e soddisfare ogni loro pretesa, una cosa da far perdere la pazienza anche ad un angelo, oltre a ridurre il prossimo allelemosina! Cosa devo fare adesso? In verit io rendo a tutti i poveri ogni bene possibile, secondo le mie forze, tutti i giorni e molto volentieri, ma a questi birbanti, a questi genuini maestri di tormento della misera umanit, io vorrei augurare ogni morte e tutti i diavoli addosso a loro! 3. Dico Io: Amico, non ti scaldare, con la pazienza ad ogni modo arriverai sempre meglio e pi lontano che non altrimenti! Del resto il disbrigo di questa faccenda lascialo pure al nostro amico Giulio; egli sicuramente si incaricher di inoltrarli con molta sollecitudine a destinazione ed essi serberanno poi con tutta precisione il ricordo delle sue prestazioni, cosicch in seguito le loro visite alla citt di Genezaret si faranno sempre pi rare 4. Dice il comandante al suo ufficiale: Raduna presto venti uomini ed affrettati in citt! Dichiara a quelle birbe spudorate che questa localit, a causa del forte presidio militare che vi stabilito, si trova in stato di assedio permanente e che non pu n essere visitata n attraversata impunemente senza lespresso ordine di qualche comandante superiore romano. E se qualcuno vi penetrato, prescritto che dopo aver scontato la pena gli vengano bendati gli
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occhi e turate le orecchie con largilla e poi legate le mani e i piedi, cos conciato deve venire portato poi su di una barca, l disteso su della paglia ed immediatamente inoltrato al luogo che avr prima indicato. Giunto a destinazione, gli verranno sciolte mani e piedi e liberati occhi e orecchie e sar sbarcato con uno spintone, non senza prima averlo severamente ammonito, pena un maggiore castigo, a non ripetere il tentativo di mettere il piede in una localit di presidio senza la legale autorizzazione di un qualche comandante superiore romano. Se i betlemiti non sono in possesso di un tale documento, trattateli cos come vi ho detto, senza eccezione. Se hanno del denaro con s, pagando duecento libbre dargento possono ottenere il condono della punizione, altrimenti la quadruplice legatura o chiusura non pu in nessun caso essere evitata, ma se non hanno denaro o se non vogliono pagare, siano inflitti a ciascuno, prima di venir legato, quindici colpi di verga sulla schiena, denudata fino ai lombi. Dixi fiat!. (Come ho parlato, cos accada!) 5. Udito lordine del comandante, lufficiale con i venti uomini si diresse rapidamente verso la citt, dove in casa di Ebal trov quattordici farisei e scribi scalmanati che coprivano di ingiurie e maledizioni i servitori di Ebal, perch non volevano servirli pienamente secondo i loro sfrontatissimi intendimenti! 6. E quando lufficiale chiese loro che esibissero il permesso di passaggio, loro sfacciati risposero: Noi siamo sacerdoti di Dio, qui sono le firme del Tempio ed altro non ci occorre in nessuna parte del mondo!. 7. Osserva lufficiale: Questa localit si trova in permanente stato dassedio; e qui ha vigore una severissima legge imperiale, in forza della quale a nessun forestiero, senza eccezioni, lecito mettere piede, a meno che non abbia con s quel certo documento legalizzato! Lignoranza della legge non scusa nessuno! Siccome voi, a quanto vedo, questa carta non lavete, o pagate immediatamente duecento libbre dargento a titolo dammenda o, se vi piace di pi, ciascuno di voi ricever quindici colpi di verga sulla schiena nuda! Dopo ci, vi verr applicato il ben noto quadruplice vincolo, secondo la prescrizione di Roma, e sarete poi trasportati nel luogo che vorrete indicare. Tutto ci deve avere corso senza la minima discussione, perch ogni indugio ed ogni tracotante obiezione porta con s il raddoppio della pena!. 8. I farisei e gli scribi, nelludire un simile discorso, fanno subito chiamare il maestro di casa di Ebal e gli ordinano di prestare loro immediatamente duecento libbre dargento! Ma costui risponde: Che io sappia, il mio padrone non vi ha fatti mai chiamare qui, come potete pretendere che egli paghi per voi? Infatti prestare a voi qualcosa sarebbe come gettare i propri denari in mare! Voi avete pur fuori quattordici asini ben carichi! Basta che alleggeriate il carico di quelle bestie di duecento libbre e garantirete cos le vostre schiene dalle carezze pesanti della verga. Dunque, per parte mia non vi do uno statere!. 9. A questa risposta del buono e fedele maestro di casa Ebal, i farisei e gli scribi fanno un viso molto arrabbiato, escono sotto la scorta, per loro molto
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sgradita, dellufficiale e liberano subito i loro animali da soma dal peso eccessivo di duecento libbre dargento. 10. Preso in consegna il denaro, lufficiale applica loro i noti vincoli e li fa trasportare su di una grande barca assieme ai loro animali da soma, qui vengono messi a giacere sulla paglia come tanti vitelli e poi, sempre accompagnati dalla scorta militare che fa buona guardia, vengono inoltrati per via mare l dove avevano detto di essere diretti. I giovani farisei e scribi gemono certamente e fanno grandi lamenti, ma una volta tanto tutte le loro querele non servono a nulla. Lufficiale, invece, dopo unora di ritorno da noi e ci racconta come egli abbia eseguito con assoluta esattezza tutti gli ordini che il comandante gli aveva impartito. 11. Il comandante allora gli esprime la sua lode e poi gli chiede dove ha messo il denaro incassato. 12. E il sottufficiale risponde: Signore, io nel frattempo lho consegnato al maestro di casa di Ebal, che un perfetto galantuomo, perch lo custodisca. Tu poi farai quello che vorrai delle duecento libbre dargento. 13. Dice il comandante: Benissimo! Cos credo che quei figuri non si dimenticheranno tanto presto della nostra Genezaret! Che strada faranno? Faranno direttamente la traversata per di qua o passeranno per il piccolo braccio di mare a settentrione, oppure addirittura prenderanno la via ancora pi a settentrione, separata dal piccolo braccio soltanto da una strettissima lingua di terra fino al mare e che tuttavia larga e profonda abbastanza da concedere il passo ad una barca con una trentina di persone senza toccare la melma del fondo? 14. Dice lufficiale: Considerato che oggi il sabato degli ebrei, per evitare che la cosa suscitasse inopportunamente rumore, ho disposto appunto che venissero avviati per il passo menzionato da te per ultimo 15. Dice il comandante: Hai agito molto bene e saggiamente! Presto otterrai la tua promozione, il comandante Giulio te lo assicura. Per adesso opportuno che questi si ricordino bene di Genezaret e che passi loro la voglia di ritornare cos presto da queste parti.

163. Capitolo Il comandante Giulio racconta alcuni episodi con i templari. 1. Dice il comandante: Credete a me, con questa gente bisogna procedere senza piet, altrimenti non si ha un momento di pace. Io non sono di certo luomo che ha provato piacere quando, costretto dalle circostanze, ho dovuto far punire qualche peccatore indurito e maligno; ho sempre cercato di vagliare tutte le circostanze che possono indurre un uomo a commettere un crimine, ma a questi ebrei, servitori del Tempio, sarei capace io stesso e con gioia di separare la testa dal tronco, perch essi sono veramente i peggiori ed i pi
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ostinati delinquenti contro la povera umanit. In verit, se li si osserva rigorosamente, ci si persuade ben presto che, sotto quella veste assai malamente colorita da una specie di moralit religiosa, si nasconde un essere pi che diabolicamente mostruoso! 2. Io stesso ho potuto convincermi con i miei occhi e con le mie orecchie, quando ero di guarnigione a Gerusalemme, con che insistenza e con quali argomenti sono riusciti ad infinocchiare un povero diavolo che aveva due denari in tasca, cos da indurlo a gettarli tutti e due nella cassetta delle elemosine! Il poveraccio, buon uomo ma debolissimo, depose realmente un denaro nella cassetta e si scus di non potervi mettere anche il secondo, perch doveva fare ancora un lungo cammino prima di arrivare a casa sua e la moneta che gli restava gli era necessaria per sostentarsi durante il viaggio! Ma questo non serv a nulla: i farisei gli fecero comprendere che sarebbe stato salutare per la sua anima, anche se durante il viaggio fosse morto di fame, per amore e per la gloria di Dio e del Tempio! Se invece egli avesse tenuto per s quel denaro che Dio per bocca loro gli chiedeva, la sua anima non sarebbe in eterno mai pi potuta giungere alla mai abbastanza vantata contemplazione di Dio, ma invece gli sarebbe toccato in sorte di dover bruciare per leternit entro le fiamme dellIra di Dio! Il poveretto a questo discorso divenne tutto pallido, cominci a tremare, prese con mano incerta la sua ultima moneta e depose anche questa nella cassetta delle elemosine. Quei figuri poi si misero a borbottare qualcosa che somigliava ad una preghiera a vantaggio di quel povero diavolo e cos lo congedarono. 3. Io per seguii quel disgraziato che se ne andava tutto melanconico e, quando fummo totalmente fuori del Tempio, lo avvicinai e gli dissi, in tono amichevole ma serio: Mio buon amico, come mai potete voialtri essere cos deboli da lasciarvi spremere a suon di chiacchiere fino allultimo statere da questi ladroni? Quanto quei loschi figuri del Tempio vi vanno raccontando, essi stessi non lo hanno mai creduto, ma sanno che gli uomini deboli, nella loro cecit, li considerano onniscienti semidei, perci, incutendo spavento per mezzo delle parole, estorcono loro quanto possiedono e poi se la spassano in bagordi a spese del prossimo, lasciando che coloro che hanno spogliato muoiano di fame per la strada. Eccovi qui altri due denari, prendeteli ed andate a casa vostra, ma badate di non venire qui unaltra volta, perch state pur certi che questa presunta casa di Dio non ormai che una spelonca di assassini e un covo di ladri, di cui un vero Dio non potr assolutamente mai compiacersi!. 4. Quelluomo mi guard allora alcuni istanti con la faccia stralunata, prese le monete dalla mia mano e disse infine: O nobile signore! Tu devi saperne molto pi di me ed avrai certamente ragione!. Dopo di che egli si conged e fece ritorno al suo paese. 5. Nel Tempio io ho assistito personalmente mille volte ad episodi di questo genere, anzi, una volta mi accadde di essere presente al seguente fatto, di cui il personaggio principale era, come al solito, uno di questi curatori di anime.
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Quel tale era intento a sfoggiare tutta la sua eloquenza allo scopo di persuadere una giovane la cui madre era bens ricca, ma, da donna ragionevole e pi intelligente di altre, non aveva ancora mai arricchito di un solo denaro la famosa cassetta delle elemosine del Tempio. Il sacerdote dimostrava chiaro come il sole alla figlia che essa sarebbe stata perduta per leternit, qualora non si fosse impegnata per derubare la madre di nascosto, gettando poi il denaro nella cassetta delle elemosine! Per fortuna la figlia, come la madre, era di sentimenti rigidamente samaritani, cosicch quellipocrita ed imbroglione non riusc a indurre la giovane al furto, ed io ne fui assai contento. 6. In simili occasioni io pi di una volta ho pensato: Se io fossi prefetto di Gerusalemme, il Tempio sarebbe gi da lungo tempo ripulito di tutta questa ciurmaglia!. Ma nella mia posizione di uomo assolutamente subordinato ad un prefetto di Roma, altro non posso fare che eseguire gli ordini. 7. Ora con Ponzio Pilato non c e non ci sar mai niente da fare ad un simile riguardo; egli uno che scruta la natura, un amico per la pelle degli scienziati di Pompei e di Ercolano, e si cura assai poco degli affari del governo; egli lascia che Erode ed i signori del Tempio facciano quello che a loro piace, purch il tributo dovuto a Roma venga puntualmente pagato. Per mia buona sorte io qui non sono sotto il comando di Ponzio Pilato, bens sotto quello di Cornelio e questi a sua volta agli ordini del vecchio padre Cirenio, savio e giusto quanto mai, il quale, al pari di me, un nemico giurato del Tempio. Per tale ragione, nella mia posizione libera e del tutto indipendente da Gerusalemme, posso trattare come si meritano i farisei e quei rinnegatori di Dio che sono gli scribi quando mi capitano sotto le mani ed io penso che Tu, mio vero Dio e Signore, non imputerai certo tale cosa a peccato!.

164. Capitolo Sulla successione di Ges 1. Gli dico Io: Per Me tu sei puro; soltanto vedi di fare sempre attenzione, in ogni tua azione diretta a guidare e governare lumanit, a non scordare mai che anche il peccatore tuo fratello! 2. Quando senti che nel tuo cuore cova lira contro il peccatore che ha meritato un giusto castigo, deponi subito la sferza punitrice, perch, a causa della tua ira, essa non sar una benefica correttrice, ma una serpe, che nel ferire il viandante con il suo morso velenoso non gli versa un balsamo salutare, bens un veleno che spegne nel ferito la vita. 3. E non credere di esserti sbarazzato di un nemico quando lo hai mandato a morte, poich, se durante la vita terrena non ti fu che un semplice nemico, dopo la morte del corpo, quale spirito libero, egli ti diverr nemico cento volte di pi e ti tormenter in cento modi per tutta la tua vita e non ti sar possibile trovare alcun mezzo per poterti liberare del tuo invisibile nemico.
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4. Dunque, quando punisci qualcuno, fallo con amore e mai con lira! Perci anche avendo a che fare con i farisei, non eccedere mai dai limiti. Non devi in fondo dimenticare che essi sono delle cieche guide di ciechi! Per il mondo che li rende ciechi, ma il mondo di Satana, che tu hai imparato a conoscere. 5. Vedi, in Me risiedono ogni forza e potenza sopra il Cielo e sulla Terra. Io solo con un pensiero potrei annientarli tutti, eppure li tollero pazientemente e li sopporter fino al tempo giusto in cui la loro misura sar diventata colma. 6. Gli uomini muovono anche Me a sdegno e la loro incorreggibilit rende triste il Mio cuore, ma tuttavia li sopporto e li punisco sempre con amore, affinch abbiano a migliorarsi e possano entrare nel regno della vita eterna, per il quale soltanto sono stati creati. Dunque, se tu vuoi essere un giudice giusto, Mi devi seguire in ogni cosa! 7. Certamente pi facile pronunciare una sentenza contro qualcuno che emanarla a carico proprio, ma chi prende su di s la sentenza di un uomo che stato condannato ed ha cura di lui e lo aiuta a risollevarsi, costui sar un giorno chiamato grande nel Regno di Dio. Prendete nota voi tutti di questo che ho ora detto, poich, se sono Io che cos ordino e cos voglio che sia, voi non potete fare che sia altrimenti. Io sono il Signore della Vita e della morte! Ed Io solo so cosa sia veramente la vita e cosa ci voglia per mantenerla nelleternit e per goderla in perfetta beatitudine. 8. Se voi vivrete secondo la Mia dottrina, manterrete la vita e ne goderete in beatitudine perfetta, ma se opererete contrariamente ad essa, voi perderete la vita ed entrerete nel regno della morte, che lo stato pi infelice di ogni vita ed un fuoco che mai si estingue ed un verme roditore che non muore mai!. 9. Dice il comandante: Signore! Io vedo fin troppo bene la necessit di tutto ci che hai detto, ma in pari tempo anche limmensa difficolt di vivere rigorosamente secondo le Tue parole. Il livellare delle piccole colline non certo una grande arte, ma quando ci stanno contro montagne intere di impedimento e di difficolt, allora gi del tutto impossibile procedere per una via diritta. E in ci, o Signore, ci necessario il Tuo aiuto!. 10. Dico Io: Ma Io sono venuto a questo mondo appunto per portare a tutti voi un aiuto, laddove da voi stessi non avreste trovato in eterno mai una via duscita! Dunque, confidate sempre nel Nome Mio e su di Esso sempre edificate ed in tal modo vi si render possibile anche quello che vi sembra impossibile! Ora per faremo ritorno a casa, perch il sole gi vicino al tramonto. 11. Allora il mastro barcaiolo domanda fino a quando avrebbero dovuto tenere pronta la barca per una eventuale partenza. 12. Ed Io gli dico: necessario che ad ogni ora voi siate pronti alla partenza, affinch, se il padrone della navicella viene innanzi tempo, egli non vi trovi pigri ed inattivi e non vi dia la ricompensa e vi licenzi! Eppure servire Dio facile, mentre molto difficile servire gli uomini!
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13. Chiede ancora il mastro barcaiolo: Signore, se i farisei che sono partiti ieri per Gesaira, probabilmente in funzione di missionari, per tentare di riguadagnare al Tempio la maggior parte degli ebrei che si sono convertiti alla fede greca, ritornassero qui e volessero ingaggiare con noi una disputa riguardo allinterpretazione del salmo 47, come anche ci hanno promesso, cosa dobbiamo dire loro? 14. Ed Io rispondo: Promettete loro sette buoni denari se sono capaci di spiegarvi bene il salmo. Se ve lo spiegano male non date loro nulla, ma se non possono spiegarvelo affatto vi sia riservato il diritto di richiedere da loro sette buoni denari e di prenderli per voi, sotto minaccia di far ricorso allassistenza militare qualora si rifiutassero al pagamento! 15. Dice il comandante: In questo caso basta che vi rivolgiate a me ed essi dovranno pagare sette volte sette denari senza piet e senza riguardi! 16. Con ci i barcaioli furono perfettamente rassicurati e noi facemmo ritorno alla citt e rientrammo in casa di Ebal dove, essendosi fatta gi sera, tutta la servit era affaccendata al completo nei preparativi di una buona cena. Il comandante, da parte sua, per prima cosa si fece dare le duecento libbre dargento e le consegn poi ad Ebal con le parole: Prendi questo denaro in tuo possesso, quale un piccolo risarcimento per le molte centinaia di poveri ed ammalati che hai assistito e dai quali non hai mai preteso neanche uno statere! Tu per sei in questa citt veramente lunico uomo degno di questo nome! Tutta laltra gente di questo luogo non merita affatto lonorifico nome di uomo, perch sono tutti completamente morti e non si curano di niente e non fanno n pensano a niente. Pensate forse che tutti i miracoli che sono stati fatti qui in questi pochi giorni abbiano lasciato una qualche impressione su questa gente? Oh, proprio nessuna! Questi fifoni vanno in giro come prima luno intorno allaltro come se niente fosse accaduto. Certo, quelli che erano ammalati si sono lasciati guarire ma a mala pena hanno ringraziato per questo e oggi non ci pensano quasi pi al fatto che erano malati e che sono stati completamente guariti dalla loro malattia in modo estremamente meraviglioso! Per queste ragioni il nostro buon Ebal anche lunico uomo che vi sia in questa citt; tutto il resto senza esagerazione pi bestia che uomo!. 17. Ebal allora prende in consegna il denaro, assicurando che sar da lui impiegato nel modo migliore e pi utile per il prossimo. 165. Capitolo Scena fra Raffaele e Giara. 1. Definita anche tale questione, i servitori portano subito vino e pane e dei pesci ben preparati in buon numero e tutti prendono posto alla mensa. Giara porta con s Raffaele a tavola e gli mette davanti un pesce ben grande, perch lo mangi, ma Raffaele osserva: Mia diletta sorella, questo sarebbe in verit un po troppo per una cena; offrimi dunque un pesce pi piccolo!
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2. Dice Giara: Oh, se ti ho visto oggi come hai mangiato a pranzo diversi pesci! Perci potrai ben arrivare a finire questo anche stasera! Mangia, dunque! Guarda qui il mio Signore Ges: certamente uno Spirito infinitamente pi grande e sublime di te, eppure il secondo pesce che mangia con manifesta compiacenza, poi beve del vino e prende anche sempre un pezzo di pane; dunque, fa cos anche tu, dato che per il momento sei anche tu un uomo fra noi, non devi tenere in poco conto la nostra umanit per la ragione che di solito sei uno fra i primi angeli di Dio 3. Risponde Raffaele: Ebbene, se proprio lo vuoi, bisogna che mi adegui alla tua volont. Tu sei una fanciulla troppo gentile e buona e per lamore che ispiri non possibile negarti niente. Detto ci, Raffaele prese in mano lintero pesce che pesava cinque libbre, lo accost alla bocca ed in un attimo appena percettibile lo mangi tutto. 4. E Giara, vista la cosa, esclam sbalordita: Ma come hai potuto inghiottire, per lamor di Dio, cos presto quel pesce cos grande! Oh, amico mio! Con un simile appetito e con una simile capienza tu potresti mangiare molto facilmente anche un mostro marino arrosto! E, infine, anche lenorme pesce, nel cui ventre Giona dovette languire per tre giorni, dovrebbe essere per te uno scherzo mandarlo nello stomaco in un solo boccone! 5. Dice Raffaele: Per me sarebbe, per cos dire, uno scherzo anche il trovare posto a molte migliaia di tali pesci, per quello che oggi mi hai offerto pi che sufficiente! Io lho davvero molto gustato. Avrei potuto anche mangiarlo lentamente come te, ma allora ti saresti fatta lidea che io sia gi completamente un uomo di questa Terra e ci non sarebbe bene per te, perch cos la mia persona, precisamente la mia forma, potrebbe farti innamorare di me! Ma siccome io, alloccasione, ti dimostro che non sono completamente un uomo terreno, questa constatazione fa s che tu sia trattenuta da un lieve timore e in tal modo ti facile restare nel tuo piano, come io resto nel mio. Ti accadr pi di una volta ancora di dovermi vedere ideatore di qualche piccola azione maliziosa di questo genere! Se voglio, posso anchio diventare proprio cattivo, ma in tali casi il mio essere cattivo ha sempre la sua savia ragione. 6. Dice Giara: Questo veramente non mi piace di te, cio che tu debba ricorrere a qualche cattiva azione anche per raggiungere uno scopo buono. Guarda qui il Signore, che tutto lamor mio, Egli raggiunge soltanto nobili o buoni scopi anche senza cattive azioni, allora perch non dovresti raggiungerle pure tu? Io sono dellopinione, e questa non me la lascio togliere, che il male stesso suscita sempre dellaltro male e che soltanto il bene genera nuovamente il bene. Secondo me dico il vero affermando che, se qualcuno vuole raggiungere qualcosa di buono usando mezzi cattivi, costui si sbaglia di grosso, sia pure egli mille volte un angelo. Dunque io ti chiedo di non venir fuori con niente di cattivo, altrimenti puoi startene anche
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lontano da me. Io non sono che una debole fanciulla, anzi un piccolo verme in confronto a te e tuttavia nel mio cuore alberga lamore di Dio e questo non pu sopportare niente che sia anche soltanto apparentemente cattivo. Mi hai compresa, mio caro Raffaele? 7. Risponde Raffaele: Oh, s, questa una cosa che si pu ancora comprendere e perci anchio la comprendo molto bene, per tu invece, per quanto concerne la mia temporanea cattiveria, non mi hai compreso, e ci risulta chiaro dal fatto che tu me lhai rimproverato! Ma solo quando mi avrai compreso non sarai pi indignata contro di me! Ma affinch tu ti convinca che la cattiveria celeste essa pure una mirabile virt, io voglio renderti la cosa chiarissima e palpabile mediante un breve esempio. 8. Vedi, noi spiriti del Cielo abbiamo un potere visivo molto vasto; il tuo pensiero non giunge tanto lontano quanto a noi dato di vedere con un solo sguardo nella massima chiarezza. Ora accade molto spesso che qui e l, particolarmente su questa Terra, gli uomini divengano proprio davvero spavaldamente cattivi. Noi facciamo allora ogni sforzo possibile e tratteniamo luomo cento volte dallo sfidare qualche grave pericolo, ma luomo sente sempre di nuovo il prurito e la spinta ad esporsi al medesimo pericolo. E quando vediamo che tutti i nostri sforzi non approdano a nulla, lasciamo che finalmente luomo, nella sua spavalderia, cada pure nel pericolo che sembra attrarlo e permettiamo che si riduca cos male che per lungo tempo ha un bel da fare a leccarsi le ferite. Poi avviene che, poich ha imparato a proprie spese ed divenuto prudente grazie allesperienza, egli abbandona la sua spavalderia e la sua follia molto spesso maligna ed appare infine come un uomo che si migliorato da s. 9. Succede ad esempio molto spesso che dei genitori non arrivino mai abbastanza in tempo e con sufficiente efficacia ad ammonire i figli e a distoglierli da questo o quel gioco che spesso congiunto a gravi pericoli, allora interveniamo noi con la nostra celeste malizia e facciamo in modo che i fanciulli si facciano male, ma proprio per bene, con i giochi che furono loro proibiti, anzi qualche volta lasciamo che le cose giungano fino al punto che un fanciullo o laltro debba pagare la sua disobbedienza anche con la morte, per intimorire e fare rinsavire gli altri. I fanciulli, poi, presi dallo spavento, sentono allora un salutare orrore per i giochi pericolosi e proibiti e vi rinunciano per sempre! In questi casi trova effettiva conferma il detto: Un fanciullo scottato ha paura del fuoco. 10. Anche per te alcuni piccoli anni terrestri fa ho messo in pratica un paio di volte una simile malizia celeste e questa ti ha reso dagli ottimi servizi, tanto che poco dopo sei diventata una fanciulla veramente brava e buona. Ebbene, dimmi ora: cosa ne pensi della mia cattiveria?.

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166. Capitolo Dellamore, mitezza e pazienza. 1. Giara, colpita dalle parole dellangelo, dice a mezza voce: Oh, se le cose stanno a questo modo, certo che deve essere giusto cos, se tu me lo avessi detto prima, allora non ti avrei fatto nessuna obiezione! Ammettendo come principio inviolabile la ben nota intangibilit del volere umano, laddove tutti i possibili mezzi pacifici e miti non possono ottenere alcun risultato, evidente che altro non resta se non il ricorrere ai mezzi cattivi. Questo vero, sicuramente vero; noi finiremo bene con lintenderci, soltanto non devi diventare cos presto troppo veemente. Tu mi piaci immensamente, quando parli in maniera piana e dolce, ma quando il tuo discorso comincia a fluire con irruenza davvero precipitosa, perfino la verit pi pura non buona da sentire dalla tua bocca. 2. Io penso che, anche in avvenire, tutti gli spiriti celesti, per quanto perfetti, debbano darsi la cura di parlare cos come parla il Signore e il Creatore di tutti gli spiriti e di tutti i soli, mondi ed uomini! La parola del Signore, anche quando si tratta di argomenti serissimi, sgorga costantemente morbida, come morbida la lana di un agnello, e le Sue parole scorrono come latte e miele. Dunque, bene che anche ogni maestro ed ogni guida imitino il Suo esempio, perch, secondo il mio giudizio, nelle parole dette in tono dolce risiede sempre la massima forza! Chi grida e parla con violenza molto spesso offende, laddove intendeva guarire! Considera lespressione sempre ugualmente amorevole del Signore nella Sua faccia, di fronte a tutti, amico e nemico che sia! Chi pu meravigliarsi se gli ammalati riacquistano la salute solo perch Egli li ha guardati? Dunque, mio carissimo Raffaele, cos devi essere anche tu nella parola e nellazione verso di me e verso qualsiasi altro, allora s che ogni tuo passo su questa Terra traboccher di benedizione! 3. Dopo che Giara ebbe finito il suo discorso, Io la strinsi al Mio petto e dissi a tutti coloro che erano presenti: Ecco qui il pi perfetto discepolo che Io abbia avuto finora e che in verit pu far lezione ai Miei angeli, perch questa fanciulla Mi ha afferrato nel pi profondo e cos Mi ha compreso pi vivamente di ogni altro! Ma essa perci, in compenso, possiede anche in piena misura il Mio Amore. 4. In verit Io vi dico: quando voi ve ne andrete per il mondo ad insegnare ai popoli nel Nome Mio, ricordatevi bene delle parole che questa carissima e soave fanciulla ha ora detto al Mio angelo, e ogni vostro passo ed ogni vostro atto saranno accompagnati da ogni benedizione. Siate pazienti ed in ogni occasione pieni di mansuetudine e cos spargerete in abbondanza le benedizioni nei cuori degli uomini. Il Mio angelo Raffaele, per, ha dovuto parlare cos per attirare questa Mia dilettissima Giara allenunciazione di tale dottrina; per il resto egli pure dolce e soave come un tiepido venticello della sera e tenero come la morbidissima lana di un agnello.
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5. Tutti simpressero bene in mente queste Mie parole e convennero che erano giuste e buone; soltanto il comandante trov qualcosa da osservare e disse: Tutto ci divino, puro e vero, ma se io parlassi ai miei soldati in un tono troppo dolce, farei una pessima figura ed essi a mala pena mi starebbero a sentire; quando invece nel mio discorso energico fa capolino qualche fulmine e qualche tuono, allora tutto procede sicuramente bene! 6. Dico Io: Ma qui non va tanto intesa una mansuetudine esteriore quanto piuttosto la vera mansuetudine interiore; laddove necessario fare savio uso della cattiveria celeste, lo si faccia senzaltro, poich la norma propria di ogni sapienza questa: Essere accorti come i serpenti, ma nello stesso tempo anche mansueti come sono le colombe. 7. Dice il comandante, con la faccia rasserenata e con lieta voce: Signore, ormai io ho quello che veramente mi occorre; cos lazione di un giusto giustificata attraverso tutti i Cieli! Per bene fare molta attenzione nel calcolo, in modo da non sbagliare nella misurazione della pretesa accortezza e qui, per dirla nel linguaggio scientifico di Euclide, vorrei asserire che ad una data misura di accortezza bisogner sommare unaltra misura uguale damore, pazienza e mansuetudine, e si otterr cos un risultato privo di errori! 8. Dico Io: S, certamente, cos il problema sar impostato nel migliore dei modi ed il risultato pieno di benedizione sar perfettamente garantito, ed ogni giustizia ed ogni giudizio troveranno la loro piena giustificazione in ci! Questo il fondamento sul quale si pu edificare, ma dove invece non ci sono fondamenta, non si pu costruire alcun edificio. Perci, prima di iniziare una costruzione, preparate dappertutto della fondamenta di questo genere, cos le vostre fatiche non saranno mai vane. 9. Voi provenite da Dio e dunque dovete anche essere in tutto simili a Dio. Ma Dio si prende tempo nel creare. Prima c il seme e fuori da esso il germoglio, dal germoglio poi cresce lalbero; questo a sua volta mette prima le gemme, poi le foglie e i fiori e per ultimo il frutto saporito, nel quale si trova di nuovo il seme originale che viene maturato nel frutto e reso atto allulteriore riproduzione. 10. Ma come in piccole proporzioni avviene della pianta, cos avvenuto anche del mondo intero. Il sole non sorge sopra lorizzonte senza essere annunciato e luragano sempre preceduto da segni ammonitori che possono benissimo essere riconosciuti da ognuno! 11. Dunque, se Dio Stesso osserva in tutte le cose, con assoluto rigore e con la pi grande pazienza e costanza, un tale ordine nel succedersi delle formazioni, potrete bene anche voi, quali Miei veri discepoli, seguire Me in ogni cosa che vi ho mostrato e per la quale vi ho spianato la via, affinch non abbiate a smarrirvi su quella via che avete costruito da voi stessi! Avete tutti bene compreso quello che ho detto? 12. Risponde il comandante: Signore, per parte mia ho ben compreso tutto e credo che fra di noi non ci sia proprio nessuno che non abbia compreso queste
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verit celesti pi chiare del sole! A Te solo siano rese grazie e ogni gloria e onore per questo! 13. Dico Io: Tu credi benissimo che queste Mie parole siano state comprese da tutti i presenti qui. Certo, essi le hanno veramente comprese, anche quello le ha comprese con il proprio cervello, ma non con il proprio cuore!. 14. Questa Mia asserzione port turbamento ed imbarazzo nellanimo di tutti, ed i discepoli Mi chiesero chi fosse colui al quale Io avevo voluto alludere. 15. Io per dissi: Ancora non il tempo di annunciare tale cosa gi dai tetti, ma quando il tempo sar venuto, voi vi ricorderete bene di queste Mie parole. Chi di voi, per, nutre un qualche sospetto prima del tempo, lo conservi in cuor suo, perch conviene che nessun albero venga abbattuto! 16. Da tali parole i discepoli arguirono che Io avevo voluto parlare di Giuda Iscariota, ma essi tacquero e non tradirono minimamente la supposizione fondata, sorta nel loro animo. 17. Dopo ci, Matteo e Giovanni Mi domandarono se non sarebbe stato opportuno prendere nota per iscritto di un tale sublime insegnamento per il bene dellumanit. 18. Ed Io dissi: Voi intanto potete mettere per iscritto la dottrina dellamore, della mansuetudine e della pazienza, per su un foglio separato, senza aggiungerlo al fascicolo principale gi in corso di lavoro, perch, riguardo a questo argomento, Io avr occasione di parlare ancora parecchie volte ed Io ben vi dir quando sar necessario scrivere. Ed ora noi riposeremo e ci dedicheremo nuovamente alla contemplazione interiore di noi stessi, che una vera celebrazione del sabato in Dio! 19. A queste Mie parole si fece silenzio in casa e rimanemmo in tal modo quieti e seduti per tre ore. 20. Trascorso questo tempo, Io dissi: Ecco che ormai il sabato compiuto e noi possiamo offrire alle nostre membra il necessario riposo!. Allora tutti si ritirarono per il riposo della carne. Il mattino era gi abbastanza inoltrato quando ci alzammo dai nostri giacigli.

167. Capitolo Congedo del Signore e partenza per Sidone e Tiro (Matteo 15,21) 1. Dopo la colazione ci occupammo di svariatissime cose e, fra laltro, Io diedi ad Ebal diversi suggerimenti in materia di agricoltura, su come doveva coltivare i campi e trattare i suoi frutteti e le sue vigne, affinch gli dessero sempre un abbondante raccolto che egli di certo avrebbe impiegato nel miglior modo possibile. Gli mostrai pure come si poteva nobilitare la frutta e renderne pi abbondante il raccolto e gli insegnai la coltivazione e luso di molte erbe che da allora furono utilizzate in cucina. Io gli indicai anche diverse radici e
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tuberi che ugualmente potevano sempre essere usati come buon nutrimento e gli mostrai come si dovevano preparare tanto le erbe che le radici. A dirla breve, nei due giorni seguenti da Me trascorsi a Genezaret Io insegnai ad Ebal tante altre cose riguardanti la coltivazione del suolo che, fino ad allora, non erano a conoscenza di nessun ebreo. Io gli dissi poi ancora che le carni di lepre, di coniglio, di capriolo e di cervo, se preparate in un determinato modo, potevano anche queste fornire un arrosto puro e gustoso, senza che chi ne avesse mangiato diventasse perci immondo, e gli indicai contemporaneamente anche lepoca in cui questi animali dovevano venire presi ed uccisi. E cos lo istruii riguardo a moltissime altre questioni e lonesto Ebal ne fu oltremodo contento. 2. Coadiuvato poi dai Miei discepoli, piantai un orticello per Giara, vi seminai ogni tipo di piante utili, erbe e radici e le raccomandai di curarlo con ogni attenzione. Essa fra molte lacrime di gioia Me lo promise e disse che quando sarei ritornato avrei trovato lorticello nel suo massimo sviluppo. E cos, dunque, in casa di Ebal tutto si trov ben presto in perfettissimo ordine. 3. In questo modo, fra queste utili e svariatissime occupazioni, trascorsero la domenica, il luned ed il marted, poi Io volli dare disposizioni per la continuazione del Mio viaggio, ma il comandante, Ebal con le mogli, le figlie, i figli e particolarmente Giara Mi pregarono con tanta insistenza e fervore di passare in casa loro ancora quella notte, ed Io accondiscesi e rimasi l fino alla mattina del mercoled. 4. Lindomani, di buon mattino, vennero per alcuni dei barcaioli e raccontarono che i farisei erano bens tornati il giorno prima da Gesaira ed avevano parlato con loro, ma non avevano fatto neppure menzione del salmo 47; ma in compenso, con tanta maggior diligenza, si erano informati di Me, perch intendevano chiamarMi a rispondere per aver allontanato da Gerusalemme tutta Gesaira! Ma i barcaioli a simili domande non avevano dato risposta, invece avevano preso da loro i denari dargento che i farisei avevano pagato con grave indignazione ed accompagnamento di ingiurie; dopodich erano risaliti sulla loro barca ed avevano ripreso il viaggio in direzione di Cafarnao, probabilmente per ottenere l informazioni pi esatte sul Mio conto, sempre a detta dei barcaioli, al quale scopo veramente pare che essi fossero stati delegati tanto dal Tempio quanto da Erode. 5. E come Io ebbi appreso dai barcaioli questo fedele racconto, ordinai loro di mettere in partenza entro unora la nave per riprendere il mare; essi se ne andarono e fecero quanto da Me fu ordinato. 6. Ma quando Giara, che gi di buon mattino era intenta a curare il suo orticello, entr nella stanza dove Io Mi trovavo e sent che Io ero in procinto di partire, cominci a piangere amaramente e Mi supplic di potermi fermare ancora almeno unora! Si sentiva il cuore addirittura oppresso al solo pensiero che essa Dio sa per quanto tempo ancora non Mi avrebbe pi riveduto.
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7. Io per la consolai e le diedi lassicurazione che ben presto Mi avrebbe riveduto anche corporalmente, mentre spiritualmente avrebbe potuto parlare con Me quando le fosse piaciuto ed Io le avrei posto nel cuore sempre una risposta perfetta e chiara; oltre a ci langelo Raffaele restava visibilmente presso di lei al posto Mio ed egli lavrebbe guidata per la giusta via. Con ci la fanciulla in lacrime si calm. 8. Allora Io benedii tutta la casa di Ebal e Mi misi in cammino verso il mare dove la navicella ci attendeva. Va da s che in questa occasione la casa di Ebal al completo, il comandante ed una grande quantit di popolo Mi accompagnarono fino alla riva. 9. I due esseni ed i pochi farisei e scribi convertiti Mi pregarono di permettere loro di accompagnarMi in qualunque luogo dove Mi sarebbe piaciuto andare. 10. Ma Io risposi: meglio che voi restiate qui, affinch il mondo non ne sia anzitempo indignato! Infatti gli uccelli hanno i loro nidi e le volpi le loro tane, ma il Figlio delluomo non ha qui una pietra da poter prendere come Sua assoluta propriet e posarvi sopra il Suo capo. Siccome Io non possiedo beni su questa Terra e tuttavia conduco con Me una grande schiera di uomini, si comincerebbe a dire: In quale modo Egli li nutre? certo che Egli non ha n campi, n prati n greggi, dunque, o Egli un ladro o un imbroglione!. Perci, per evitare una simile cosa, restatevene qui e voi esseni andate dai vostri fratelli e raccontate loro tutto quello che avete udito e visto ed essi tutti si convertiranno e diverranno di sentimenti migliori. 11. E se voi, farisei e scribi, doveste eventualmente venire richiamati dal Tempio per dare informazioni o pareri sul Mio conto a coloro che insidiano la Mia Vita, non parlate delle Mie opere, ma invece tanto pi ed apertamente della Mia dottrina! Non temete coloro che in caso estremo possono bens uccidere il vostro corpo, ma non possono recare ulteriormente danno allanima che sopravvive in eterno! Per essi non vi aggrediranno. E se vi respingono dal loro seno, andate dagli esseni che vi accoglieranno a braccia aperte 12. Dice il comandante: Oh, voi potete anche rimanere con me, io vi conferisco la cittadinanza di Roma e vi do delle vesti alla foggia romana ed una spada ed allora sicuramente sarete in pace e pienamente garantiti contro le trame del Tempio e dei suoi malvagi servitori 13. Ed Io aggiungo: S, certo, anche questo potete fare! Per siate sempre accorti come i serpenti e cos potrete, nel modo migliore, trarvi dimpiccio di fronte al mondo. 14. Dopo ci salii sulla navicella con i Miei circa venti discepoli in tutto e, essendosi levato un vento favorevole, ci dirigemmo con grande velocit verso la riva opposta, in direzione di Sidone e Tiro, citt che si trovavano sul mare Mediterraneo e perci certamente ancora ad una bella distanza dal mare di Galilea.
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168. Capitolo Scena con la donna cananea a Tiro (Matteo 15,22-29) 1. Quando noi abbandonammo la navicella allaltra riva, ci restava da fare ancora una buona marcia sul territorio greco prima di raggiungere la regione delle due citt. (Matt.15, 22). Arrivati che fummo ai confini della regione di Tiro, dopo averli oltrepassati mentre avanzava la sera, vedemmo venirci dietro di corsa una donna che era nativa di Cana di Galilea, ma gi da quindici anni era sposata ad un greco, stabilitosi nei dintorni. Essa Mi aveva riconosciuto mentre la comitiva passava e cominci a gridare: Abbi piet di me, o Signore, figlio di Davide! Mia figlia malamente tormentata dal demonio!. (Matt.15, 23). Io per lasciai che gridasse, non le risposi nulla e proseguii il cammino. 2. Ma, poich la donna gridava tanto forte da riuscire molesta ai discepoli, questi si avvicinarono a Me, trattenendoMi e dissero: Allontanala da Te, dunque, perch essa va gridando gi da mezzora, tanto che ne abbiamo gli orecchi tutti intronati! Se Tu non vuoi o non puoi aiutarla, ordinale almeno di lasciarci in pace, altrimenti la gente che passa qui per la strada comincer a credere che noi abbiamo fatto del male a questa donna e se saremo fermati ci molester con domande di ogni specie! 3. Ed Io in risposta dico ai discepoli: Io non sono mandato, se non per le pecore perdute della casa dIsraele. (Matt.15, 24). 4. A queste Mie parole i discepoli si guardarono lun laltro meravigliati, non sapendo come avrebbero dovuto interpretarle e Giuda Iscariota Mi tacci di incongruenza grave dicendo a Tommaso: Qualche volta c proprio da dare la testa nel muro a certe Sue palesi contraddizioni tanto nel parlare che nellagire! Nel caso di questa donna che Gli chiede soccorso, Egli dice di essere andato soltanto per le pecore della casa dIsraele, ma quando ha concesso ogni aiuto possibile ai romani, che sono pi pagani di questa disgraziata mezza greca e mezza ebrea, Egli non ha pensato che era stato mandato solo per le pecore della casa dIsraele! 5. Tommaso gli risponde: Questa volta certamente non posso darti del tutto torto, per tuttavia io resto fermo nellidea che in questo caso Egli avr qualche ragione particolare per cui non vuole affatto aiutare questa donna! 6. E mentre i discepoli cos confabulavano tra di loro, la donna Mi venne vicino, si gett ai Miei piedi e ripet: Signore, aiutami!. (Matt.15, 25) 7. Ma Io guardai la donna e risposi: Non cosa onesta prendere il pane dei figli e gettarlo ai cani!. (Matt.15, 26) 8. E la donna osserv umilmente: Dici bene, o Signore, ma pure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla mensa dei loro padroni! 9. Questa risposta riemp tutti i discepoli di meraviglia e Pietro osserv tra s: In verit quasi incredibile! Assai di rado ho riscontrato tanta sapienza in una ebrea; la donna per greca di nascita, quantunque abbia visto la luce a
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Cana di Galilea ed io la conosco per averle pi volte venduto del pesce; da allora per sono certo trascorsi gi quindici o sedici anni 10. Ma Io guardai la donna e le dissi: O donna, grande la tua fede; ti sia fatto come tu vuoi!. (Matt.15, 28). 11. Allora la donna si alz, Mi ringrazi e ritorn in fretta a casa sua, dove trov sua figlia guarita. La gente, per, che era a casa presso la fanciulla, raccont alla madre appena arrivata come il demonio fosse uscito visibilmente da lei con grande violenza e fra terribili maledizioni mezzora prima. E la donna riconobbe che ci era avvenuto nello stesso momento in cui Io, trovandoMi al confine della regione di Tiro, le avevo detto: O donna, grande la tua fede; ti sia fatto come tu vuoi!. 12. Frattanto era scesa la sera ed i discepoli Mi domandarono se Io intendevo proseguire immediatamente per Tiro, oppure se avrebbero dovuto andare in cerca di un ricovero l presso il confine, considerato che la citt di Tiro era distante ancora tre ore di cammino. 13. Ma Io dissi ai discepoli: Sapete una cosa? Invece di andare da qui verso occidente, dove si trova Tiro, noi volgeremo in direzione tra mezzogiorno ed oriente, per portarci di nuovo al mare di Galilea. L, proprio alla riva, sinnalza una bella montagna sulla cui cima completamente libera possiamo arrivare da qui comodamente in due ore; l noi pernotteremo. 14. A queste Mie Parole procedemmo a piedi nudi; dopo unora giungemmo al mare di Galilea e contemporaneamente ai piedi del monte sulla cui cima arrivammo con calma in unora. 15. Appena arrivati sulla cima, ci coricammo sulla molle e folta erba alpestre e ci riposammo senza tuttavia prendere subito sonno. 169. Capitolo Della possessione. 1. Dopo aver riposato qualche tempo, Pietro disse: Signore! Molte cose mi sono ormai gi chiare, ma la possessione da parte del demonio, particolarmente di fanciulli piccoli ed innocenti ed il fatto che essi di frequente vengono miseramente tormentati da un simile e pessimo abitante del loro corpo, questo non lo capisco! Io non comprendo come la Tua sapienza e il Tuo ordine possano permettere un tale eccesso! La figlia della donna, che ci corsa dietro oggi, dovrebbe avere 14-15 anni e, a detta della madre, gi 7 anni che viene tormentata ogni giorno per circa sette ore consecutive in modo indescrivibilmente crudele e doloroso da uno spirito. demoniaco. Io ora mi domando: perch concesso che avvenga una cosa simile? 2. Dico Io: Queste cose il vostro intelletto non in grado di comprendere ancora dalla radice, ma considerato che siamo qui assieme indisturbati, Io voglio tuttavia darvi qualche chiarimento a proposito; dunque, ascoltateMi!
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3. La Terra la portatrice di due specie o qualit di uomini. Una specie, la migliore, proviene gi originariamente dallAlto, e con questi sono da intendersi i figli di Dio. Laltra, e propriamente la cattiva specie, proviene unicamente da questa Terra; la loro anima , in certo qual modo, un complesso di singole particelle vitali, le quali, tratte dallessere di Satana, sono tenute prigioniere sotto forma di materia nella massa del corpo terrestre; da questa massa esse passano attraverso il regno vegetale e poi nel regno animale; e da qui, attraverso i molti gradini del regno animale, giungono finalmente a costituirsi in una potenza consistente di innumerevoli particelle animiche primordiali, che formano lanima delluomo del mondo. Tali anime poi, durante gli atti procreativi specialmente non benedetti, assumono la carne nei corpi delle donne, e vengono poi messe al mondo esattamente come i figli della Luce proveniente dalla sfera spirituale celeste. 4. Ebbene, questi figli del mondo, il cui essere tratto esclusivamente da quello di Satana, sono sempre pi o meno esposti al pericolo di venir posseduti da qualche spirito maligno, cio dallanima nera di un qualche uomo-demonio gi vissuto prima nella carne su questa Terra. Ora, questa cosa pu particolarmente verificarsi, prima che in altre circostanze, l dove una simile giovane anima sorta dallelemento satanico-terrestre cominci ad indirizzarsi al bene e al celestiale. Siccome con ci una parte vitale tenta di staccarsi violentemente dalle sfere infernali, a tutto lInferno ne deriva un dolore insopportabile, e perci anchesso corre ai ripari e fa ogni sforzo possibile per prevenire una tale ferita. 5. Tu certo domanderai ora come mai un fatto di questo genere possa causare allInferno un dolore, poich una simile anima di fronte allInferno intero dovrebbe pur trovarsi in un rapporto ancora indicibilmente pi piccolo e meschino di un peluzzo qualsiasi del corpo umano di fronte a tutto il corpo umano! Ed Io ti dico che la considerazione come tale giusta; per afferra in un modo qualunque anche il pi piccolo peluzzo fra quelli che crescono sulla tua epidermide e strappalo, e ti accorgerai se al momento dello strappo non sentirai un dolore acuto ed intollerabile non solo nel punto insignificante dove cresceva il peluzzo, ma bens anche in tutto il tuo corpo; tale dolore ti porterebbe alla disperazione se dovesse durare ininterrotto una sola ora. 6. Da questa spiegazione, che ora ti ho dato, ti sar gi possibile ricavare una nozione un po pi profonda del perch la possessione si manifesta sulla Terra, e come pure si manifester finch la Terra avr esistenza. 7. Ma la possessione ha anche il suo lato decisamente buono per lossesso: infatti una simile anima, il cui corpo posseduto da un qualche demonio, per virt dei tormenti della propria carne viene evidentemente purificata e preservata dal maligno congiungimento con il proprio corpo. Al momento opportuno poi viene laiuto dallAlto, e cos unanima del mondo viene completamente conquistata per il Cielo! DimMi ora se hai compreso in qualche modo quello che ho detto!
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8. Risponde Pietro: Si, o Signore, tutto mi chiaro adesso; ma allora sarebbe meglio non aiutare affatto un ossesso, per quanto grave possa essere il suo male! 9. Dico Io: Se qualcuno si rivolge a te per avere aiuto, non devi negarglielo, perch la Mia preveggenza gi ha cura che leventuale soccorso non giunga al richiedente prima che il tempo non sia perfettamente maturo ed utile per lui! Dunque, ad uno che chiede aiuto, non bisogna negarglielo. Comprendi ora questa spiegazione, anchessa molto importante? 10. Dice Pietro: Si, o Signore, Tu solo sia ringraziato, e siano Tuoi ogni amore ed ogni gloria. Chi ha qualche intelletto per le cose divine, in s deve anche riconoscere il supremo Amore e la suprema Sapienza di Dio! 11. Dico Io: Cos, per lappunto, voi non dovete perdervi danimo dinanzi a nessuna apparizione su questa Terra per quanto brutta e ripugnante sia, poich il Padre che nei Cieli non le ignora, e meglio di ogni altro sa per quali ragioni Egli permette che avvengano! 12. E cos pure le varie malattie, di cui gli uomini sono afflitti, non sono per lo pi altro che impedimenti affinch lanima non si unifichi con la carne, la quale carne perfino nei figli della Luce tratta dal prigioniero essere di Satana; soltanto che nei riguardi dei figli della Luce vi una differenza, e cio che le loro sofferenze, quando la loro anima inclina ad unirsi alla carne, sono di iniziativa celeste. Anche le sofferenze dei figli del mondo sono in certo modo disposte e permesse da parte dei Cieli, ma sostanzialmente sono tuttavia sofferenze dellInferno, delle quali il corpo del figlio del mondo, nella sua qualit di parte completa dellInferno, viene ugualmente reso partecipe quando allInferno sinfligge un acuto dolore, perch, per la potente influenza dei Cieli, gli viene radicalmente strappata una parte della sua vita complessiva! Hai compreso ora anche questa Mia spiegazione? 13. Dice Pietro: S, o Signore! Anche questa la comprendo. Ora, come sempre, la mia gratitudine ed il mio amore vadano a Te in eterno!

170. Capitolo La sorgente miracolosa. 1. Dico Io: Avete bene osservato come nessuno ci ha visti salire su questo monte per farvi sosta? 2. Rispondono i discepoli: Signore, per tutta la strada, lunga due ore buone di cammino, non abbiamo visto proprio nessuno, ma non per questo oseremmo sostenere che nessuno ci abbia visto! 3. Dico Io: Certo, la donna tuttavia ci ha visto ed ha scoperto che noi ci siamo accampati qui; ora questo baster perch domani migliaia di persone salgano fino a quass!
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4. Dicono i discepoli: Signore, tanto stanchi in realt non siamo; scendiamo dunque gi dal monte verso mezzanotte e rechiamoci in qualche altro luogo, dove quella gente molesta non possa trovarci; cos potremo prenderci alcuni giorni di riposo. 5. Osservo Io: E tuttavia noi ci fermeremo qui, perch la Volont del Padre che Io liberi dalle loro sofferenze corporali tutti gli uomini che qui sono oppressi da svariate malattie! Di conseguenza Io Mi tratter tre giorni interi su questo monte. Quando far mattina, potrete scendere in qualche luogo per prendere del pane in quantit moderata ma sufficiente per i tre giorni della nostra sosta!. 6. Dice Giuda Iscariota: Allora avremo un bel pezzo di strada da fare, perch qui, come si vede, siamo in mezzo ad un deserto e a meno di far dalle tre alle quattro ore di cammino non troveremo affatto una localit dove ci sia un fornaio!. 7. Dice Pietro: Questa incombenza me lassumo io, perch conosco bene tutte le localit situate sulla riva del mare e so dove bisogna rivolgersi per avere del pane. Ci saranno da fare due ore di cammino allandata ed altrettante al ritorno!. 8. Allora dico Io: Ebbene, abbi tu, Simon Giuda, cura della cosa! Chi sceglierai, ti accompagner!. 9. Dice Pietro: Signore, noi qui siamo una ventina; ora se ne vengono con me dieci, possiamo portare del pane ed anche del pesce gi arrostito in quantit pi che sufficiente per tre giorni. 10. Dico Io: Cos va bene. Ma ora dedichiamoci al riposo. 11. Allora ciascuno and in cerca di un posticino che gli permettesse di riposare con la massima comodit e cos ben presto si fece silenzio sul monte. Tutti i discepoli, in breve tempo, presero sonno, mentre soltanto Io rimasi desto e Mi addormentai appena un po verso la mattina. Quando allalba fui sveglio, Pietro era gi di ritorno sul posto con le provviste, poich era sceso dal monte gi circa tre ore prima del levar del sole e gi alla riva aveva trovato una barca carica appunto di pane ed altri alimenti, che veniva da Magdala ed era diretta a Gesaira. Pietro acquist quasi la quarta parte del pane che cera nella barca e Matteo, il giovane pubblicano, pag tutto il conto. A bordo poi cera una quantit di bel pesce arrostito da poco e il buon Pietro ne prelev pure una intera cassa piena, mentre Matteo sincaric del pagamento, come aveva fatto con il pane. In cima alla montagna, dunque, noi eravamo oramai provveduti di cibo; per una cosa mancava ancora e cio una buona sorgente. Non si poteva trovare nemmeno una goccia dacqua su quel monte e la piccola provvista di vino che avevamo con noi sarebbe bastata appena per una mezza giornata. 12. Allora Pietro e il Mio Giovanni Mi vennero vicino e dissero: Signore! Tu sei ben pi di Mos! Se Tu comandassi a questo bel masso di pietra bianca che c qui di dare dellacqua fuori da s, certamente ne sgorgherebbe allistante una sorgente purissima!
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13. Ed Io dico loro: Se voi due avete abbastanza fede, posate le vostre mani sul masso e comandategli nel Mio Nome di lasciar scorrere acqua e dal punto in cui la pietra sar stata toccata dalle vostre mani sgorgher subito unacqua abbondante, eccellente e purissima!. 14. Udite da Me queste parole, essi scelsero un punto della pietra che a loro sembr adatto e vi posero le mani sopra. Ma malgrado ci dalla pietra non voleva stillare nemmeno una goccia! Per, quando fu trascorsa circa unora, mentre tenevano ancora le mani sulla pietra, questa cominci a muoversi ed in breve tempo si spost pi di dieci passi dalla posizione iniziale, perch quel masso era un meteorite precipitato dallalto gi migliaia danni prima sul posto finora occupato e cadendo aveva ostruito lunica sorgente della montagna, in modo che non poteva sgorgare neppure una sola goccia dacqua. Ma ora, poich la pietra era stata rimossa dal suo posto, com stato detto, ricomparve alla luce una fra le migliori e pi ricche sorgenti e precisamente in mezzo ad un bacino profondo allincirca cinque piedi, scavato nel terreno dal masso stesso al momento della sua violenta caduta, verificatasi qualche migliaio danni prima. 15. E cos questa montagna rest anche provveduta per sempre della migliore acqua (e lo ancora oggi). Ma n Pietro n Giovanni poterono comprendere come la pietra si fosse mossa, per cos dire, liberamente mediante la semplice imposizione delle mani. Dopo di loro anche tutti gli altri discepoli provarono a posare le mani sulla pietra per constatare se si sarebbe ulteriormente spostata, ma i loro tentativi risultarono vani. 16. Per, come Pietro e Giovanni vi ebbero nuovamente posato sopra le loro mani, essa ricominci a muoversi. Allora gli altri discepoli Mi domandarono: Signore, per quale motivo non possiamo anche noi ottenere lo stesso risultato? 17. Rispondo Io: Perch la vostra fede qua e l ancora un po bacata e manca della forza necessaria. Per Io vi dico che, se voi avrete una ferma fede e non nasconderete in voi nessun dubbio riguardo alla riuscita di quello che intendete compiere, in verit potreste posare le vostre mani su di un monte intero e comandargli, ed esso, come questa pietra discretamente pesante, si muover pure dal proprio posto e si sposter altrove. Ma per giungere ad un simile risultato la vostra fede ancora troppo debole! Anzi, Io vi dico di pi! Se voi aveste veramente una vera fede, potreste comandare, stando qui, a quellalta montagna sulla quale siamo saliti presso Genezaret e potreste dirle: Alzati e precipita in mare! e la montagna immediatamente si solleverebbe e cadrebbe nel mare, secondo la vostra parola e la vostra volont! Pure quello che voi non potete fare ancora, lo potrete fare tuttavia un giorno! Ora per facciamo colazione, poich non passer molto tempo ancora e noi saremo stretti letteralmente dalla massa del popolo che salir quass! La provvista di pane e di pesce deponetela frattanto su quella pietra che, per mezzo vostro, stata spostata da qui.
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18. Allora mangiammo del pane ed un po di pesce, mentre il considerevole resto fu posto dai discepoli sul masso grande di pietra bianca, dopodich cominciammo a contemplare il bel panorama delle regioni che si estendevano a perdita docchio intorno a noi. Dalla vetta di quel monte, con un tempo sereno, si poteva qua e l benissimo distinguere la costa del grande mare Mediterraneo e le torri di Sidone e di Tiro e un grande numero di altre citt e borgate. In poche parole la vista che si godeva era quanto mai incantevole e poteva gareggiare con quella di diversi altri monti molto pi alti, per salire i quali si sarebbe dovuto impiegare non di rado unintera giornata. Laltezza completa sul livello del mare, secondo le misure del tempo attuale, comportava un po pi di quattromila piedi. La spianata in cima al monte era tanto vasta e spaziosa che vi si sarebbe potuta costruire una citt discretamente grande; soltanto gli accessi erano quasi da tutte le parti abbastanza ripidi ed in parecchi punti bisognava sobbarcarsi una fatica non indifferente per poter superare la forte pendenza. In qualche sito il monte era addirittura del tutto inaccessibile, ma, dalla parte dove noi eravamo saliti, vi si poteva accedere con relativa facilit. Ed appunto da questa parte, dopo aver impiegato unora circa nella contemplazione del magnifico panorama, noi percepimmo il vocio di una moltitudine, frammisto, ogni tanto a grida di dolore di giovani e di vecchi, di uomini e di donne.

171. Capitolo La grande guarigione miracolosa sul monte. (Matteo 15,30-31) 1. Quando Giuda Iscariota ebbe udito il mormorio indistinto della folla che avanzava, si prese la testa fra le mani e disse: In verit mi pare che questa volta la faccenda voglia passare ogni limite! Qui ci sono non centinaia, bens addirittura migliaia di persone e si tratta certamente pi di ammalati che di gente sana! Addio, benigna pace di questaltura! Qui ci sar nuovamente un tramestio terribile e di riposo non ci sar nemmeno a parlare! 2. Gli dico Io: Cosa importa a te, se la gente viene? Per te certo non viene unanima sola e non occorrer che tu sani nessun ammalato; se poi ti pare che presso di Me ci sia troppo rumore o che sia minacciata la tua pace, ritorna al tuo paese e va di nuovo per i mercati con le tue pentole. Fino a tanto che vuoi rimanere con Me, devi adattarti ai Miei ordinamenti, perch delle Mie vie sono soltanto Io il Signore! Se un giorno Io dovessi venire da te per percorrere con te le tue vie, allora Mi adatter ai tuoi ordinamenti e ti riconoscer come il signore delle tue cose! Qui, per, a Me sembra che sia bene il caso opposto! 3. Dice Giuda Iscariota, brontolando fra s e s: Eh gi, basta che io apra bocca e tutto sbagliato, altro non resta che restarsene muti come una pietra per tutta leternit!
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4. Allora interviene in via eccezionale il poco loquace ma saggio Natanaele e gli dice: Questo sarebbe una volta tanto da parte tua un tratto sapiente, che io, per, non ho ancora mai constatato in te. certamente una buona cosa il parlare al momento giusto per chi ha veramente qualcosa da dire e sa come parlare, ma per uno sciocco il perfetto silenzio ancora molto pi bello!. 5. Mentre Natanaele stava cos richiamando alla memoria di Giuda Iscariota ancora qualche altro fra i proverbi di Salomone, cominciarono ad apparire da molte parti, sulla grande spianata che coronava il monte, delle grandi masse di gente dai dintorni, i quali conducevano con s zoppi, ciechi, muti, storpi e un numero grande di uomini e donne travagliati da ogni infermit. Gli ammalati saranno stati cinquecento e pi; furono deposti in un ampio cerchio intorno a Me ed ai Miei piedi e le turbe Mi pregarono che Io li guarissi! Ed ecco, Io li guarii tutti con una sola parola e dissi loro: Ora alzatevi e camminate!. (Matt.15, 30). 6. Allora i ciechi, anzitutto, si accorsero di aver riacquistata bella e limpida la vista, come se fossero nati da poco. Subito dopo anche i muti provarono a parlare e videro che potevano rispondere a ciascuna domanda rivolta loro; infine pure gli zoppi e gli storpi tentarono di muovere le membra contratte ed in parte interamente disseccate e constatarono che funzionavano alla perfezione! E non ci fu tra di loro uno solo che avesse potuto dire di non essere completamente guarito. Cos pure anche tutti gli altri ammalati si ritrovarono del tutto risanati. 7. E quando il popolo vide che i muti parlavano, i ciechi vedevano, gli zoppi camminavano diritti e lieti e gli storpi di ogni specie e tutti gli altri infermi erano ridivenuti perfettamente sani, il suo stupore allora non ebbe pi limiti e tutti cominciarono a lodare ad alta voce il Dio di Israele e rimasero con Me sul monte fino al terzo giorno, quantunque gi al secondo essi avessero gi consumato fino allultima briciola tutte le provviste che avevano portato con loro. (Matt.15, 31). 8. Ora si potr ragionevolmente domandare che cosa avesse fatto questa massa di popolo nei due ulteriori giorni trascorsi sul monte. A ci si pu, con brevi parole, rispondere che tutte le diverse migliaia di persone dambo i sessi si fecero iniziare nella Mia dottrina da Me e dai Miei discepoli. Per era notevole il fatto che fra le diverse migliaia non ci fu nemmeno uno che avesse preso la parte dei farisei e degli scribi. Al contrario invece si affrettarono a raccontare una quantit di storielle per niente edificanti di avvenimenti nei quali in diverse occasioni erano essi stessi stati coinvolti con la gente del Tempio e delle amare esperienze anche troppo spesso fatte, nonch infine del rammarico non meno amaro di essere venuti in contatto, per loro sciagura, con quei ciechi zeloti.

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172. Capitolo Previsione del Signore riguardo allavvenire della Sua dottrina. 1. Fra il popolo vi era anche un gran numero di greci, i quali, apprendendo la Mia dottrina, erano rimasti strabiliati; ed uno fra di loro disse: S, questa veramente una dottrina che poggia sul fondamento della natura! Qui non vi un positivismo materiale o qualcosa di arbitrario che possa essere venuto in mente ad un uomo, affinch egli, quale legislatore sopra milioni di uomini che sono tenuti di osservare le sue leggi, abbia a trovarsi ad assoluto proprio agio qualora le sue leggi vengano osservate. Questa dottrina invece contiene leggi che anzitutto determinano e condizionano oggettivamente, fin dalle sue prime origini e nei suoi principali elementi, la vita delluomo ed perci anche supremamente atta a conservare in eterno la vita stessa nelle condizioni migliori pi pure e pi gradevoli. Non vi neppure unombra di egoismo, n meno ancora di brama di dominio, ma in essa provvisto tanto per il singolo individuo in se stesso, quanto per uninnumerevole comunit! Davvero, se questa dottrina fosse riconosciuta da tutti e poi venisse universalmente osservata, la Terra stessa dovrebbe diventare un Cielo! 2. Ma c un grande ma: per arrivare a questa meta ci vorr una generazione del tutto nuova! Bisogna che il putridume dellumanit incorreggibile sia spazzato via dalla Terra, altrimenti non vi sar in eterno nessun miglioramento su di essa! Il senso del lusso, della mollezza e degli agi ha raggiunto un grado troppo alto; chi il pi potente sa bene come sfruttare la massa dei poveri e dei deboli e perci soltanto pochi vivono felici, mentre lenorme maggioranza degli uomini deve languire nellindigenza. La conseguenza di tutto ci poi che il povero diavolo finisce con il disperare della provvidenza di Dio, il ricco e potente, invece, immerso nel benessere e nelle comodit della vita, si dimentica di Dio, cosicch infine ambedue devono diventare del demonio! 3. S, o Signore e Maestro, la Tua dottrina abbraccia in s la pi pura Verit divina, anzi io oso dire che in se stessa sostanzialmente vita; ma purtroppo essa non sar di certo accolta dal mondo altolocato che non crede a niente, perch questo si gi creato sulla Terra, sul terreno del paganesimo, una posizione tale che esso pu sussistere terrenamente molto bene. Adamo, malgrado il suo vantato Eden, farebbe la figura di un povero diavolo, paragonandolo ad un Cesare Augusto, o ad un Lucullo od a cento altri personaggi simili. A questo si pu arrivare per mezzo di Giove, Apollo, Mercurio e cos via. A lato di queste deit fantastiche si pu vivere magnificamente bene, cosa farne dunque della verit pi pura, dellamore, della mansuetudine, della pazienza e della sapienza?. Ecco, questa la filosofia che i grandi ed i potenti della Terra ammanniranno alle genti e la Tua santa dottrina dellamorevolezza verso ciascuno sar da loro perseguitata com perseguitato lagnello dai lupi voraci.
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4. Quando mai potr adattarsi alla Tua dottrina dellamicizia colui per il quale la schiavit del proprio simile la premessa indispensabile al proprio benessere? S, o Signore e Maestro ed unico Salvatore della misera umanit sofferente, va, opera pure miracoli, predica la schiavit eterna e dimostra al popolo che langue come solamente un Cesare ha il diritto di vivere supremamente bene su questa Terra, mentre a tutto il popolo restante concesso unicamente quanto gradito al Cesare! Dimostra poi apertamente che il Cesare ha altres incontestabilmente il diritto di disporre della vita e della morte di ciascuno, secondo il proprio arbitrio, nonch quello di incamerare tutti i tesori e i beni della Terra, allora s che Ti offriranno vesti regali e potrai incedere con grande sfarzo e maest! 5. Ma siccome la Tua dottrina predica invece la fratellanza universale e vuole vedere in ciascun uomo un figlio di Dio, Tu, o caro, ed a mio avviso veramente santo Maestro, sarai perseguitato oltre ogni misura credibile assieme alla Tua santa dottrina. 6. Dico Io: Amico, quello che ora tu hai detto, purtroppo vero; dinanzi ai grandi e potenti pagani molte aspre lotte dovranno venire combattute prima che la Mia dottrina possa trovare libero accesso del tutto! Ma verr pure il giorno in cui essa varcher anche quelle soglie, per allora proprio i Cesari ed i re diventeranno i Miei apostoli pi fattivi e zelanti ! Essi stessi raderanno al suolo i templi degli idoli ed al loro posto edificheranno le case di Dio, nelle quali tutti i fratelli si raduneranno per adorare luno, il solo vero Dio, ed in quelle case i loro figli verranno istruiti nella dottrina che Io ora vado annunciando per la salvezza degli uomini nel tempo e nelleternit. 7. Tuttavia questo non accadr dalloggi al domani, bens a seconda dellopportunit dei tempi e delle circostanze, perch bene che prima venga sparso il seme e che questo poi germogli e renda infine dei frutti abbondanti. 8. Mi gi noto fin dalleternit che questa Mia dottrina, per, dovr contemporaneamente sempre affrontare le ostilit del mondo propriamente detto. 9. Anzi, questa Mia dolcissima dottrina giunger con il tempo perfino a scatenare le guerre pi sanguinose, ma tali fatti purtroppo non possono essere evitati, poich da un conflitto potente in Dio che poi sorse la Vita. Per questa e resta una lotta incessante e continua e non pu essere mantenuta se non a patto di uno sforzo combattivo adeguato! Comprendi questo? 10. Risponde il greco: Signore e Maestro, questi sono concetti troppo profondi per uno di noi! Tu ed i Tuoi discepoli certamente li comprenderete, ma per me sono concetti che giacciono in profondit troppo inesplorabili! 11. Dico Io: S, certo, lo credo anchIo, ma tuttavia la cosa e resta eternamente cos come ora te lho rivelata!. 12. Anche il resto del popolo fu preso da grandissima meraviglia intendendo queste Mie parole e molti fecero tra di loro losservazione: Il nostro antico
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padre, il savio Greco nativo di Patmo, ha detto in verit parole di molta sapienza, ma pure nel suo caso risultava ben chiaro che fuori dalluomo non era che un uomo che parlava. Ma questo giovane maestro, invece, quando apre la bocca si ha limpressione che non lui, ma Dio Stesso parli per bocca sua ed ogni sua parola va diretta al cuore e lo riscalda e lo rallegra cos come un buon vino rasserena lanimo. Queste e molte altre simili considerazioni furono fatte fra il popolo, specialmente il terzo giorno, quando cio esso and sempre pi penetrando nello spirito della Mia dottrina.

173. Capitolo Il rifocillamento prodigioso di quattromila persone. (Matteo 15,32-39) 1. Qui va ancora menzionato che il popolo, preso tra lallegria per gli avvenimenti di quelle giornate, il Mio amichevole procedere e la meraviglia per i Miei nuovi insegnamenti, aveva completamente dimenticato che non gli rimaneva pi nessuna vettovaglia. Ora, verso sera, la fame si fece tuttavia sentire ed essi cominciarono reciprocamente a chiedersi se qualcuno avesse ancora qualcosa da mangiare. Ma il chiedere fu una fatica vana, perch gi il giorno prima essi avevano consumato fino allultima briciola di tutto quanto avevano portato con loro. 2. E siccome Io avevo ben notato la cosa, chiamai a Me i discepoli e dissi loro: Udite! Io ho grande piet della moltitudine, perch gi da tre giorni essa dimora presso di Me ed ora non ha di che mangiare. Io per non voglio congedarli digiuni, affinch non vengano meno per la via, ritornando alle loro case, perch ce ne sono alcuni che sono venuti da molto lontano. Date dunque voi a loro da mangiare!. (Matt.15, 32) 3. Dicono i discepoli: Signore, Tu gi sai come la nostra provvista anchessa ormai discretamente ridotta. Dove avremmo noi dunque, in un deserto, tanti pani sufficienti a saziare una tale moltitudine?. (Matt.15, 33). 4. Allora Io domandai ai discepoli e dissi: Quanti pani avete ancora fra le vostre provviste? 5. I discepoli risposero: Sette pani e pochi pesciolini, che sono ancora buoni. (Matt.15, 34) 6. Allora dissi Io ai discepoli: Portate qui i pani ed i pesci!. 7. Ed i discepoli andarono e portarono i pani ed i pesci, Io benedissi tanto il pane che i pesci. Poi comandai alla moltitudine che si sedessero a terra. (Matt.15,35) Quando ebbero preso posto, presi i pani ed i pesci, resi grazie al Padre, il Quale dimorava in cuor Mio in tutta la Sua pienezza, per la benedizione concessa, spezzai tanto gli uni che gli altri e ne diedi i pezzi ai discepoli e questi li distribuirono fra la moltitudine. (Matt.15,36). Ed ecco, tutti ne mangiarono a
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loro piacimento e furono sazi. Oltre alla saziet non poterono pi mangiarne e perci avanzarono tanti pezzi ancora da poter riempire sette grandi panieri. (Matt.15,37) Coloro che avevano mangiato erano quattromila uomini, oltre ad altrettante donne e fanciulli non compresi nel primo numero. (Matt.15,38) 8. E quando la moltitudine fu saziata cos, Io li invitai a partire. E tutti allora si alzarono ben presto, poich era gi abbastanza vicina lora del tramonto; grandi furono i ringraziamenti che Mi vennero rivolti e poi il popolo prese la via del ritorno. 9. Dopo mezzora, quando tutta la moltitudine si fu dileguata, anche noi iniziammo la discesa del monte verso la riva del mare, dove appunto trovammo un battello che aveva inaugurato i suoi viaggi e che era in attesa di qualche cliente. Noi perci fummo i benvenuti. Ma, quando i barcaioli Mi ebbero riconosciuto, sinchinarono profondamente dinanzi a Me, poich Mi avevano gi visto a Cana di Galilea. Anche per tale ragione non Mi chiesero alcun prezzo per il passaggio, ma Mi pregarono di concedere la Mia benedizione alla loro nuova impresa! 10. Ed Io dissi ai barcaioli: Se non vi fa deviare troppo dalla vostra rotta consueta, dirigete la barca verso il confine di Magdala, dove Io ho qualcosa da sbrigare!. Allora i barcaioli sciolsero gli ormeggi e ben presto un vento favorevole si lev e spinse la navicella in breve tempo fino al suddetto confine. (Matt.15,39)

GESU NELLA ZONA DI CESAREA DI FILIPPO. 174. Capitolo I farisei e i sadducei tentano il Signore. (Matteo 16,1-12) 1. Ora, presso il confine, cera un grande albergo, dove sempre sincontrava una quantit di gente dogni ceto e condizione. Vi erano degli ebrei, greci, romani, egiziani, samaritani, inoltre dei sadducei, degli esseni e non mancavano pure i farisei e gli scribi e, quando Io fui arrivato con i Miei discepoli, furono naturalmente i farisei e gli scribi i primi a cercare di informarsi su chi Io fossi e su chi fossero i Miei discepoli! Ma per quella sera nessuno pot avere le informazioni desiderate. 2. Sennonch in quell albergo cera una serva che, come molta gente di quei dintorni, era venuta pure sul monte ed era stata guarita da una maligna eruzione cutanea; questa serva, avendoMi riconosciuto, si gett ai Miei piedi e Mi ringrazi nuovamente per la guarigione ottenuta. La cosa non sfugg allocchio di alcuni farisei, i quali allora cominciarono a sospettare che Io fossi il noto e per loro il tanto famigerato Ges di Nazaret.
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3. Durante la sera del Mio arrivo essi lasciarono Me ed i discepoli in gran pace, per fra di loro si consigliarono, assieme ai sadducei, tutta la notte, per vedere come avrebbero potuto il giorno seguente, che era precisamente un sabato, tentare di intrappolarMi con le parole o con i fatti. 4. Ora, venuto il giorno seguente, mentre i Miei discepoli ed Io eravamo intenti a far colazione allaperto e contemporaneamente li avvertivo che in quella localit non ci sarebbe stato molto da fare, i farisei ed i sadducei uscirono dallalbergo, si accostarono a Me con aria assai spavalda e cominciarono a tentarMi con ogni tipo di domande, fatte certo sotto la maschera dellamicizia e lodavano perfino molte delle Mie opere che avevano riempito della loro fama il paese. Essi naturalmente miravano ad eccitare la Mia loquacit, ma a questo riguardo erano destinati a soffrire la pi grande delle disillusioni. Uno tra i sadducei giunse perfino a dirMi: Maestro, vedi, noi saremmo disposti a seguirTi ed a diventare Tuoi discepoli, se Tu, quale figlio di Dio, come gi molti Ti chiamano, volessi mostrarci un segno dai Cieli! Opera dunque davanti ai nostri occhi un miracolo e puoi calcolare di averci con te!. (Matt.16, 1). 5. Io per, che leggevo nei loro cuori, vidi che dietro non si celava altro se non una vana perfidia; ogni parola che il loro labbro proferiva era uninsidia e unastutissima menzogna, e perci Io dissi a quei scaltri inquisitori : Quando si fa sera voi dite: Oh, domani far tempo sereno, perch il cielo rosso!. E la mattina dite: Oggi sar tempesta, perch il cielo rosso e torbido!. O perfidi ipocriti! Ben sapete discernere laspetto del cielo, ma perch non potete discernere anche i grandi segni del tempo attuale nella sfera della vita spirituale delluomo? (Matt.16,3) Se voi, secondo la vostra confessione, avete appreso cose tanto straordinarie e se dite di comprendere la Scrittura, non dovreste esservi accorti che per mezzo Mio si compie tutto quello di cui i profeti hanno profetizzato? Voi, senza dubbio, sapete bene rendere la vostra faccia gradevole e dolce come il latte e il miele, ma il vostro cuore pieno di ira e di odio, di lussuria e di adulterio!. 6. A questa Mia decisiva risposta i tentatori si ritirarono, colpiti aspramente e sconcertati, e non si azzardarono pi a rivolgerMi la parola, perch tutto il popolo, che si era radunato intorno a Me, non faceva che rivolgere loro delle occhiate evidentemente interrogative, cosicch essi reputarono consigliabile non entrare in ulteriori discussioni con Me. 7. E come i tentatori ebbero battuto in ritirata, il popolo si diede a lodarMi, poich Io avevo detto in faccia a quei zeloti con tanta energia la verit nuda e cruda. 8. Io per non Mi rivolsi al popolo, che in fondo non era proprio da annoverare tra i migliori, ma dissi, come di sfuggita, ai discepoli : Questa gente malvagia e adultera chiede un segno a Me, ma non sar dato alcun segno se non quello del profeta Giona! (Matt.16, 4). Poi Io lasciai il popolo e tanto pi i templari tentatori alle loro faccende e Mi allontanai di l con i discepoli
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in tutta fretta, salii quindi sul battello che ancora aspettava ed ordinai di dirigerlo verso lo stesso posto da dove era partito la sera prima. 9. Faceva un tempo molto sereno e durante il tragitto varia fu la conversazione, principalmente intorno alle localit e alla gente che ci aveva fatto buona accoglienza. Sbarcati che fummo, ci trovammo ai piedi dello stesso monte sulla cui vetta il giorno prima erano state saziate tante migliaia di persone con soli sette pani ed alcuni pesci e soltanto allora venne in mente ai discepoli di aver dimenticato di comperare del pane ai confini di Magdala, perch il pomeriggio era gi inoltrato di parecchio e la sensazione di fame aveva pi che altro contribuito a richiamare la cosa alla memoria. Perci alcuni decisero di andare in cerca di pane in qualche luogo di quei dintorni, oppure di ritornare addirittura per mare a Magdala che, con vento favorevole, si sarebbe potuta raggiungere facilmente in unora. (Matt.16, 5) 10. E avendo i discepoli chiesto a Me il necessario consiglio, Io risposi: Fate come volete! Badate per bene e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei! (Matt.16,6). E come i discepoli ebbero udito da Me queste parole, pensarono in segreto: Ah, ah, ci siamo! Questo un lieve rimprovero perch non abbiamo preso con noi del pane! (Matt.16,7). 11. Ma Io, che avevo immediatamente notato il loro imbarazzo ed il loro timore, dissi loro: O uomini ancora di poca fede, perch vi preoccupate per il fatto che non avete preso del pane? (Matt.16,8) Siete ancora senza intelletto? Non vi ricordate dei cinque pani distribuiti ai cinquemila uomini prima del viaggio a Genezaret e quanti panieri ne avanzarono? (Matt.16,9). N vi ricordate pi dei sette pani di ieri, con i quali furono saziati quattromila uomini senza contare le donne ed i fanciulli, n dei panieri che ne avanzarono? (Matt.16,10). Come non potete comprendere voi che Io non intendo parlare del pane che voi non avete preso, quando vi dico: Guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei!? (Matt.16,11). Per lievito infatti da intendere la falsa dottrina che questi tali seminano fra il popolo con parole e gesti dolci e amichevoli in apparenza, con lusinghiere assicurazioni e promesse, mentre di nascosto fanno delle grosse risate, quando riesce loro di trarre a s qualche buona retata di povere anime ottuse. 12. Chi va mai tanto predicando dellimmortalit dellanima umana se non appunto i sadducei e chi mai pi di loro va esaltando le gioie eterne dellEden e minacciando leterno tormento tra le fiamme dellInferno? Eppure loro stessi non credono a niente di quanto predicano, e sono dunque i pi grandi negatori di Dio! Comprendete ora quello che ho inteso dire, parlando di lievito?. Soltanto dopo questa Mia spiegazione i discepoli capirono che Io avevo loro detto di guardarsi non dal lievito del pane, bens dalla perfida dottrina dei farisei e dei sadducei (Matt.16,12). Noi per rimanemmo per quella notte sul battello, dove fummo riforniti alla meno peggio di un po di pane e di qualche pesce.
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13. Il giorno seguente Io inviai alcuni fra i discepoli in esplorazione verso Cesarea di Filippo, che era pure una cittadella un po fortificata, situata nella parte greca del territorio di Galilea, alquanto entro terra dal mar di Galilea. Secondo le Mie istruzioni, essi dovevano anticipatamente informarsi su che cosa pensasse di Me la gente di quei luoghi e se, in generale, avesse gi appreso qualche cosa sul Mio conto! 14. E cos, dopo aver consumato il pane mattutino, parecchi fra i discepoli, che conoscevano bene quei dintorni, si affrettarono a recarsi da quelle parti e si informarono con tutta diligenza riguardo allopinione che la gente di l aveva di Me e se e quanto eventualmente l si sapesse sul Mio conto. Ma la meraviglia dei discepoli, mandati in esplorazione, non fu poca quando si accorsero che tutta quella regione, dove Io non avevo ancora messo piede, era addirittura piena del Mio Nome e ciascuno sapeva raccontare una quantit di cose sul Mio conto. Infatti i discepoli si comportarono cos da far credere che anchessi sapessero qualcosa soltanto per averne udito parlare, in modo che gli interrogati ebbero tanto maggiormente modo di dilungarsi per bene sui dettagli dei loro racconti. 15. facile immaginare che in tale occasione non mancarono di venir a galla, fra altro, delle esagerazioni madornali, per esempio, fra i molti episodi fatti oggetto di narrazione, ce ne fu uno che indusse i discepoli a proibire seriamente ai narratori di diffonderlo ulteriormente. E questo consisteva niente di meno nel fatto che si raccontava che Io potessi dilatarMi fino a diventare un essere gigantesco e, viceversa, subito dopo restringerMi e ridurMi alle proporzioni di un nano non pi grande di un dito. Si diceva anche che Io apparivo ora molto vecchio, ora invece come un giovinetto. Inoltre si diceva che una volta Io ero stato visto sotto la forma di una perfetta donna, anzi, alcuni ne sapevano ancora di pi, perch avevano sentito dire che Io potevo assumere a piacere anche la forma di uno o dellaltro animale. 16. cosa che ognuno, di sano intelletto, sar in grado di giudicare da se stesso come assolutamente doverosa, che a causa di simili dicerie i discepoli muovessero rimprovero ai narratori, per come fosse possibile che tali assurdit ed altre ancora venissero divulgate perfino nei luoghi dove Io avevo insegnato ed operato guarigioni, questo davvero un problema ancora oggigiorno insoluto per pi di un angelo del Cielo. Da qui ha origine anche la confusione dei circa cinquanta Vangeli, che, nelloccasione della prima grande assemblea orientale delle chiese, vennero dichiarati apocrifi e come tali bruciati, ci che stato molto buono, perch veramente soltanto i due Vangeli di Giovanni e di Matteo sono del tutto autentici, come pure gli Atti degli Apostoli, le Epistole e lApocalisse di Giovanni. Gli altri due Vangeli di Marco e di Luca hanno per anchessi un deciso sacro valore, quantunque in qualche piccola parte differiscano da quello di Matteo. Ed ora che sappiamo anche questo, procederemo innanzi nella nostra peregrinazione evangelica.
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175. Capitolo Il Signore in una povera capanna presso Cesarea di Filippo. (Matteo 16,13) 1. Mentre i pochi discepoli mandati in esplorazione erano occupati ad attingere informazioni dalla gente di Cesarea di Filippo e dintorni, Io rimasi, pressoch fino a sera, vicino allinsenatura ai piedi del monte, per circa due ore prima del tramonto lasciai quella localit assieme ai rimanenti discepoli; e verso sera giunsi pure Io nelle vicinanze di Cesarea, dove trovai i discepoli inviati in missione presso una capanna di misero aspetto, i cui abitanti, gente semplicissima, erano appunto tutti affaccendati nel preparare la cena ai discepoli gi stanchi e affamati. (Matt.16, 13). 2. La gente di casa domand subito ai discepoli che erano gi l chi fossimo ed essi rivelarono senza esitazioni che Io ero per lappunto quel Ges del quale avevano parlato prima abbastanza diffusamente. 3. E quando il padrone di casa ebbe notizia di ci, piant addirittura ogni lavoro, si gett ai Miei piedi e disse: Che cosa ho mai fatto di bene io, povero peccatore, per reputarmi degno di tanta inestimabile grazia? O Tu, grande e santo Uomo mandato dai Cieli a noi, poveri peccatori su questa Terra! Come posso io, quale un uomo povero ed assai semplice, onorarTi e glorificarTi per questo? Cosa posso fare io affinch a Te sia gradito?. 4. Ed Io gli dico: Mio caro amico, alzati e vedi di procurare anche per noi qualcosa per la cena: del pane, del pesce ed un po di vino e poi procuraci un discreto giaciglio e cos avrai fatto tutto quello che Io desidero da te!. 5. Allora il povero padrone di casa si alza e con unespressione alquanto triste dice: O buon Maestro, quello che ho lo offro volentieri, poich alla mia capanna sono venuti simili grazie ed onori; infatti io so che Tu sei un figlio di Davide ed oltre a ci un grande profeta. Di pane e pesce sono ancora provvisto per oggi e domani; ma riguardo al vino la cosa non va tanto bene, non solo qui da me, ma in tutti questi dintorni. Anche nella citt di Cesarea di Filippo, che non lontana da qui, si sta parecchio male in quanto a vino. In casa ho bens un po di sciroppo di lampone e di more, ma gi alquanto vecchio e perci acido; noi lo beviamo soltanto misto con acqua ed un po di miele, per la sete. 6. Per io ho alcuni vasi pieni di latte di capra rappreso, se ci potesse forse esserTi gradito, ne porterei subito fuori qualcuno. Preso con il pane, davvero un buon cibo 7. Io dico: Ebbene, porta quello che hai! Ma adesso vedo che tu tieni in casa diversi otri, se la tua terra non ti d vino, a che scopo conservi gli otri? 8. Risponde il povero padrone della capanna: Oh, s, di otri certo ne ho, perch sono io che li fabbrico, ma in nessuno c stata dentro neanche una goccia di vino. Ne ho pronti ormai una cinquantina per il prossimo mercato in citt, dove vendo ogni pezzo per un buon prezzo 9. Dico Io: Allora va, prendi gli otri e riempili tutti dacqua!
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10. Chiede il povero padrone: Buon Maestro! A che cosa servir poi questo?. 11. Dico Io: Amico! Non domandare, ma fa cos come Io ti dico e sarai felice nel tempo e per leternit!. 12. A queste Mie parole il poveretto chiam subito la moglie ed i suoi otto figli gi adulti sei femmine e due maschi e tutti andarono al pozzo dove i cinquanta otri vennero ben presto colmati dacqua. E quando gli otri furono pieni, egli Mi domand cosa avrebbe dovuto fare ora. 13. Ed Io gli dissi: Portali tutti nella grotta fresca sul cui ingresso poggia la parte posteriore della tua capanna. 14. Il povero padrone della casa, che nella grotta conservava la sua provvista di paglia, distese questa sul suolo e vi colloc sopra in bellordine gli otri pieni dacqua e quando ebbe ultimato il lavoro, usc di nuovo fuori e Mi chiese: Signore e Maestro, tutto stato eseguito come hai ordinato! C forse da fare qualcosaltro ancora? 15. Dico Io: Ora tutto in perfetto ordine. Ma adesso va, prendi alcune delle tue migliori brocche di pietra e riempile con uno qualunque dei cinquanta otri, a tua scelta. Assaggia per il liquido delle brocche che avrai riempito, portale poi qui e ci dirai infine se ti sar piaciuta lacqua cos preparata!. 16. Il poveretto se ne va allistante, prende dodici brocche e le riempie. Gi durante il travaso uno squisito profumo di vino solletica gradevolmente le sue narici; quando poi assaggia quel liquido, il suo sbalordimento tale che non sa cosa pi pensare e dice ai suoi figli, che gli sono vicini per aiutarlo: Sentite, questa una cosa che una mente umana non potr mai comprendere! Lacqua, di cui abbiamo riempito gli otri e che ho ora travasato nelle brocche, diventata il migliore e pi squisito dei vini! Assaggiatene e persuadetevene voi stessi!. 17. I figli assaggiarono e il loro stupore per lavvenuto miracolo non fu minore di quello del padre, ma uno dei figli pi anziani disse: Padre mio, tu sai che io conosco bene le scritture. Io so di tutti i profeti e delle loro opere, per una cosa simile non stata fatta da alcun profeta! QuestUomo straordinario deve evidentemente essere pi di un profeta! 18. E le figlie aggiungono: S, certo, o padre, anche noi siamo di questa opinione! Egli potrebbe essere forse Elia, che deve venire ancora una volta sulla Terra per preparare lumanit alla venuta del grande Messia, oppure si tratta qui addirittura del grande Messia in Persona? 19. Dice il padre: possibile sia una cosa che laltra! Ehm, ehm, ma come ci capitata questa storia cos allimprovviso e inaspettatamente? 20. Mentre il povero padrone della capanna va cos rimuginando, ecco precipitarsi verso di lui sua moglie, quasi senza fiato e tutta gioiosa, che esclama: Venite, venite a vedere quello che successo in casa! La nostra dispensa piena zeppa di ogni tipo di cibi squisiti e di pane eccellente! Ci non ha potuto farlo che quello stesso Maestro che unora fa venuto nella nostra capanna per chiederci un alloggio ed una cena
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21. Dice il marito: La cosa non ammette alcun dubbio! Ma che mai avviene? Chi pu darci una spiegazione? Cosa o chi Egli? Se diciamo: Egli un profeta!, diciamo evidentemente troppo poco e se diciamo: Egli un angelo!, non abbiamo detto davvero molto di pi, per se diciamo: Egli un Dio! probabile che si dica troppo, perch un Dio anzitutto solamente Spirito! Invece costui ha carne, sangue ed ossa ed infine sarebbe proprio da domandarsi se Egli non sia, forse, un Giove greco od un Apollo? Ma, comunque sia, il nostro dovere adesso di portare fuori il vino, il pane e il pesce e quanto altro mai noi possiamo offrire con tutta umilt, amore e gratitudine, perch il beneficio che ci stato reso immenso!. 22. E facendo seguire latto alle parole, il poveretto venne fuori con le brocche piene di vino, mentre la moglie ed i figli portano pane, pesce e altri cibi e, inchinandosi profondamente dinanzi a Me, luomo disse in tono umilissimo: O Signore e Maestro! Chi mai sei Tu, che Ti sono possibili tali cose solo per la potenza della Tua Volont? Il mio essere trema dal rispetto dinanzi alla Tua Persona. Tu non puoi essere un uomo come uno di noi, ma allora dimmi, di grazia, Chi e Cosa veramente Tu sei, affinch possiamo onorarTi degnamente? 23. Gli dico Io: Ascolta, amico Mio, Io ti dir qualcosa attraverso la quale potrai farti un giudizio da solo! Quando di buon mattino osservi che lOriente si rischiara ed il cielo va gradatamente tingendosi di rosa, tu dici che presto sorger il sole. Per un chiarore allorizzonte si osserva anche quando sta per sorgere la luna, se non che, dopo tale fioco chiarore, il cielo non si ammanta di rosa e per quanto, infine, lastro della notte del tutto si levi e rischiari la Terra del suo languido e pallido lume, tuttavia non c alcun fiorellino che schiuda il suo tenero calice per offrirlo alla carezza del pallido e freddo raggio lunare privo del potere vivificante! 24. Le chiare nuvolette, gi circonfuse di un pronunciato splendore, annunciatrici del sole che sta per nascere, sono gi di per s molto pi luminose della luna anche quando essa si mostra nella pienezza della sua luce, ma se a queste messaggere non seguisse il sole, tutta la Terra ben presto assumerebbe laspetto delle regioni propriamente rigide del profondo Settentrione, dove, per lintero tempo di nove lune, non giunge alcun raggio di sole. Ecco, cos avviene in modo corrispondente nel mondo eterno dello Spirito, soltanto per mezzo del quale un giorno si form ed ora sussiste questo mondo materiale. 25. Ogni tipo di maestri e di profeti sorgono ed insegnano agli uomini in questo od in quel modo. Fra le molte cose che dicono c, qua e l, anche qualcosa di vero, ma accanto ad una scintilla di verit procedono sempre insieme migliaia di menzogne, le quali, vicino ad una scintilla di verit, sembrano essere esse stesse verit. Ora, vedi, tutti i maestri e profeti simili, nonch le loro dottrine, sono simili allo splendore della luna che sempre va mutando la sua luce e che spesso non splende affatto, quando, durante la notte pi oscura, la sua luce sarebbe necessaria.
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26. Ma accanto ai falsi maestri e profeti ve ne sono anche di giusti e veri, dai cui occhi, cuori e bocca si irradia la Luce di Dio. Questi sono simili alle nuvolette circondate di luce che annunciano il prossimo sorgere del sole, ma se alle nuvolette, per quanto sfolgoranti, cio ai veri e giusti profeti, non seguisse nientaltro, allora, con il tempo, i cuori degli uomini comincerebbero ad acquistare laspetto stesso che hanno le regioni settentrionali della Terra propriamente dette: laspetto della rigidit, del gelo e della morte. Alle genuine nuvolette della luce, annunciatrici del sole, segue poi il sole stesso ed al primo raggio che esso invia ai monti grigi ancora ed alle pianure della Terra, tutto si desta, gioisce e vive; gli uccelletti cantano inni e salmi purissimi in onore della nascente madre della luce e del calore, i moscerini e i coleotteri si innalzano nellaria satura di luce e con il loro ronzio fanno comprendere il loro entusiasmo alla splendida madre del giorno, ed i fiori dei prati sollevano le loro corolle regalmente ornate ed aprono le bocche balsamiche per inviare il saluto del loro squisito profumo alla grande dispensatrice del calore del mondo. 27. Da questa esposizione supremamente vera che ti ho fatto, tu puoi ormai gi trarre quel tanto che ti basta per formarti di Me un chiaro concetto e perch tu Mi possa collocare nel tuo cuore nel gradino che Mi spetta! N la luce delle stelle, n quella della luna, n, meno ancora, di per s il dorato splendore delle nuvolette mattutine capace di sciogliere i ceppi dai quali avvinta la vita nella materia della Terra e di incitare la vita stessa allattivit libera ed indipendente, tali effetti non li pu produrre che la luce del sole. 28. Ma chi pu essere tra gli uomini Colui alla cui Voce e Volont tutti gli spiriti, costretti nella materia, obbediscono e si adeguano a tutto ci che Egli vuole? E che sar Colui della cui Venuta tutti i veri profeti hanno profetizzato?. 29. A queste parole il povero uomo resta sorpreso e grandemente perplesso e ritorna meditabondo con i suoi nella capanna, per non disturbarci durante la cena.

176. Capitolo La testimonianza dei discepoli su Cristo. (Matteo 16,13-20) 1. Mentre noi siamo intenti a cenare, la famiglia del padrone tutta affaccendata per prepararci un giaciglio il pi possibile accogliente. Ma in casa egli dice a sua moglie ed ai figli: Udite! Costui deve essere senzaltro il promesso Messia! Dunque, Jehova Stesso in carne ed ossa, leterno Sole Primordiale del mondo degli spiriti, il Quale, come splendenti nuvolette mattutine, tutti i profeti illuminati dalla luce di Dio hanno preceduto! S, certo, ormai so bene cosa pensare, ma che fare ora? Io non trovo quasi pi il coraggio di scambiare una parola con Lui, il Santissimo dalleternit, al Quale sicuramente, in maniera
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invisibile soltanto per noi, servono innumerevoli schiere di angeli, che ad ogni istante ricevono da Lui ordini nuovi da portare su tutte le stelle fino agli estremi confini del mondo! E Questi, al Quale tutti i Cieli eterni e i loro eden sono sottoposti, resta oggi nella nostra misera capanna! 2. Oh, gioite dunque, ma anche tremate di gioia, perch Egli rimane presso di noi questa notte! Di tale grazia suprema non degna tutta la Terra, per non parlare poi di questa poverissima capanna e di noi stessi che siamo carichi di ogni peccato!. 3. Ora, mentre il padrone della capanna era cos intento a parlare di Me con la sua famiglia, durante la preparazione dei giacigli, Io contemporaneamente domandavo ai Miei discepoli, specialmente a quelli che erano stati inviati per avere informazioni, che cosa la gente di quei dintorni pensava che Io fossi. (Matt.16, 13). 4. Allora quelli a cui la domanda era rivolta, risposero: Alcuni sostengono seriamente che Tu sia Giovanni Battista risuscitato da morte! Altri dicono che Tu sia Elia, del quale sta scritto che scender ancora una volta sulla Terra prima del grande Messia, per chiamare tutta lumanit a fare penitenza ed al vero ritorno a Dio; altri ancora pensano che Tu sia il profeta Geremia, del quale pare sia diffusa fra il popolo la leggenda che egli debba venire dai Cieli prima del Messia. Poi si dice anche che Tu potresti essere luno o laltro dei profeti, perch quando verr il grande Messia, tutti i profeti Lo precederanno! Queste sono su per gi le voci accettabili che circolano rispetto alla Tua Persona, ma dobbiamo aggiungere che di opinioni e voci sul Tuo conto ce ne sono anche altre in quantit, per noi, dopo averle sentite, le abbiamo rimproverate ai loro sostenitori e propagatori e li abbiamo indotti ad avere unopinione migliore nei Tuoi riguardi. Molti poi sono portati a pensare che Tu sia il Giove dei greci travestito 5. Dico Io: Sta bene, voi Mi avete ora riferito quello che avete sentito, ma adesso Io vorrei apprendere dalla vostra bocca quello che voi effettivamente credete che Io sia. La Mia domanda non vana, anzi del tutto seria, poich Io ho osservato in pi di una occasione che il Mio comportamento pu, qua e l, apparire ai vostri sensi come vicino a quello terreno, e che voi subito Mi giudicate nei vostri cuori in maniera del tutto differente da prima, e che ai vostri occhi non sembro pi interamente ci che sono ritenuto da voi quando compio qualche opera meravigliosa! Perci, diteMi una buona volta sinceramente quello che, secondo uno spassionato e maturo giudizio del vostro intelletto, voi credete chi veramente Io sia! 6. Allora tutti i discepoli restarono perplessi e, ad eccezione di Simon Giuda, non seppero che risposta dare alla Mia domanda. E Giuda Iscariota osserv a Tommaso: Parla tu adesso, che sei sempre avveduto e saggio; per te non dovrebbe essere che uno scherzo dare una risposta valida alla strana domanda del Maestro!
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7. Dice Tommaso: Parla tu, se ne sai pi di me! Io lo ritengo Colui che Egli Stesso gi da tempo ha detto di essere! Di S Egli non ha mai detto altro che: Io sono Figlio delluomo e Dio Mio Padre come il Padre di voi tutti!. Se Egli rende di Se Stesso una tale testimonianza, quale altra possiamo noi rendere di Lui, in assoluta verit, fuori da noi stessi? Egli certamente fa ed opera cose che dai tempi di Mos e degli altri profeti non furono mai fatte da uomo. Ma se noi osserviamo questi fatti nella loro vera luce, troveremo che veramente sempre lo Spirito di Dio che compie simili cose mediante un uomo puro chiamato a fare ci! Per allo Spirito di Dio deve essere indifferente trasportare o annientare montagne tramite un uomo eletto, oppure permettere la riuscita di un miracolo tramite la parola di un profeta! 8. Dice Giuda Iscariota: Dunque tu Lo ritieni un profeta? 9. Risponde Tommaso: Certamente, anzi il pi grande che abbia mai calcato il suolo di questa Terra, ci che veramente non merito Suo, bens di Dio! Infatti Dio soltanto pu suscitare nelluomo il profeta, come ha fatto con Samuele quando era ancora fanciullo, e come Egli, cio Dio soltanto, ha fatto in modo che perfino lasino del falso profeta Balaam profetizzasse veramente, e per mezzo dellasino poi anche Balaam stesso. Se noi afferriamo bene queste cose e se consideriamo la testimonianza che Ges fa di Se Stesso, cio che Egli non che un Figlio duomo, malgrado Egli, di quando in quando, definisca il divino Io la meravigliosa potenza operatrice divina la quale dimora in Lui con particolare pienezza, noi, secondo il mio modesto parere, non possiamo assolutamente rendere di Lui altra testimonianza da quella che Egli sempre rende di Se Stesso; dunque, Egli un eminentissimo Figlio duomo, come lo siamo noi, per non nel grado in cui lo Lui 10. Dice Giuda Iscariota: Ma come mai allora molti lo considerano come il promesso Messia ed i romani migliori ed i greci lo credono addirittura il solo vero Dio onnipotente? 11. Dice Tommaso: Hanno anchessi ragione, perch la Potenza di Dio, che in Lui, anche lunico vero Messia, e senzaltro pure Jehova Stesso 12. Con ci Giuda soddisfatto ed Io, anche se avevo sentito questo, tacqui. 13. Ma Pietro, che aveva notato il Mio silenzio, si alz e disse: Signore, io scorgo che perfino tra i fratelli ci sono opinioni differenti rispetto a Te! Permettimi dunque che, per amore dei fratelli, renda io pure ad alta voce chiaramente la mia testimonianza su di Te! 14. Gli dico Io: S, fallo pure; come suonano le tue parole? 15. Dice Pietro, cio Simone Giuda: Dal pi profondo del mio cuore io dico e professo a voce alta dinanzi a tutto il mondo: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente! (Matt.16,16) 16. Ed Io dissi a Pietro: Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, poich la tua carne ed il tuo sangue non ti hanno rivelato questo, bens il Padre Mio che nel Cielo! (Matt.16,17).
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17. Ma Io ora ti dico che tu sei Pietro, una pietra e sopra questa pietra io edificher la Mia chiesa e le porte dellInferno non la potranno vincere! (Matt.16,18). Ed Io ti dar le chiavi del Regno dei Cieli! Tutto ci che avrai legato in terra sar legato anche in Cielo e tutto ci che avrai sciolto in terra sar sciolto anche in Cielo! (Matt.16,19). 18. Allora Pietro disse: Signore, io ti ringrazio per questa grazia altissima di cui mi reputo assolutamente indegno, perch sono sempre stato un grande peccatore e purtroppo lo sono ancora, per, per quanto concerne il legare e lo sciogliere, confesso pure apertamente che non lo comprendo e che non so come sia da intendere la cosa. Se Tu volessi, potresti bene rendere la cosa pi chiara! 19. Dico Io: Tutte queste cose ti saranno rese del tutto chiare a tempo debito, frattanto per Io proibisco a voi tutti severamente di dire a chiunque prima del tempo che Io, Ges, sono il vero Cristo!. (Matt.16, 20) 20. Dopo questa discussione importante Matteo, lo scrivano, chiede se egli debba prendere nota degli altissimi avvenimenti. 21. Ed Io gli dico: Del miracolo verificatosi qui e del dialogo fra Tommaso e Giuda Iscariota non occorre che tu faccia menzione; invece sar da citare nelle sue linee principali la questione da Me trattata con Pietro. In generale vedi di scrivere sempre cos come Io ti metter le parole nel cuore e in questo modo tutto sar buono e giusto!. Lo scrivano si trov soddisfatto della decisione e poco dopo si ritir a riposare. Noi, invece, restammo seduti a tavola fino quasi a mezzanotte, e la gente di casa venne pur essa fuori e ci fece gradita compagnia.

177. Capitolo Marco, il padrone della capanna, racconta gli orrori del Tempio. 1. Il padrone della capanna, il cui nome era Marco, era a conoscenza di molti fatti concernenti i farisei ed i sedicenti scribi. Tra le altre cose egli raccont delle crudelt commesse in segreto dai templari e come questi diventassero subito nemici implacabili di chiunque nel quale avessero anche solo intuito una qualche disposizione spirituale e quindi profetica! Molte persone simili, dotate di tali attitudini, pare che venissero soppresse di nascosto! Il procedimento era semplice: li si invitava in maniera del tutto amabile, li si colmava di attenzioni, di stima e di rispetto e le prove damicizia fioccavano fino a soffocarli, ma una volta arrivati nelle stanze interne dove dimoravano i capi dei farisei, allora l era finita per loro, perch nessuno riappariva pi alla luce del giorno! Marco disse che era incomprensibile come Dio potesse assistere per tanto tempo indifferente a tanti simili orrori. Le condizioni di Sodoma e Gomorra erano certo pessime, ma paragonate alle attuali di Gerusalemme sembravano una goccia di pioggia confrontata con il mare, eppure allora Dio, nonostante le reiterate suppliche di
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Abramo, fece scendere il fuoco celeste sulle due citt e le distrusse assieme a tutte le localit vicine! Ma oggi, invece, con tutto questo diluvio di orrori dogni specie che a Gerusalemme venivano perpetrati giorno per giorno, Dio, il Signore, sembrava facesse come se non sapesse niente e come se le vicende di tutta lumanit non Lo riguardassero pi! E Marco si chiedeva dove mai potesse trovare la sua spiegazione un procedimento simile. 2. A questa buona e ben fondata domanda gli risposi Io: Amico, Dio conosce gi tutto ci che avviene. A Lui sono ben noti tutti gli innumerevoli abomini senza nome dei templari e degli scribi, ma Io sono venuto a questo mondo appunto affinch questa razza di serpenti e di vipere abbiano a colmare in Me Stesso la misura dei loro orrori, ma quando la misura sar colmata, allora guai a questa perfida progenie! 3. Dice Marco: O Signore, Maestro carissimo e benefattore dellumanit! Se non Ti propria anche la facolt di spazzare via anche con un soffio migliaia di uomini nellaltro mondo, saresti davvero da compiangere molto, se dovesse venirTi un giorno in mente di farTi vedere a Gerusalemme per compiere la Tua attivit miracolosa! Io sono una persona certamente quanto mai semplice, ma comprendo tuttavia pi di una cosa che nessun fariseo di sicuro si mai immaginato. La questione che a questo riguardo non mi manca la furberia ed al cospetto dei farisei, con i quali ho spesso occasione di venire in contatto, assumo un atteggiamento cos stupido che in loro svanisce anche la minima traccia di un sospetto che io possa avere qualche conoscenza segreta! 4. Ma poich gi da un certo tempo essi mi conoscono per un povero stolto di prima qualit e credono fermamente che mi si possa mostrare una lucciola ed una lanterna senza che io sia in grado di distinguerle, cos avviene che mi lasciano spesso gettare locchio senza difficolt dietro i loro pi tenebrosi misteri! Ed in questo modo che sono gi venute a mia conoscenza delle cose che, devo apertamente confessarTelo, mi hanno parecchie volte indotto a dubitare assolutamente dellesistenza di un Dio, perch in simili occasioni ho fatto questo ragionamento: Se veramente esiste un Dio onnipotente, onnisciente, giusto e buono il Quale, secondo quanto la Scrittura insegna, si interessa un po dellumanit, impossibile che stia l ad assistere a simili misfatti! Se Dio non esiste, allora luomo, secondo le teorie di Platone, discende dalla scimmia per quanto riguarda il corpo, ed poi un discendente delle bestie feroci per quanto riguarda lanima! E perci alla testa di una grande comunit deve mettersi una specie di Sansone forte e saggio, affinch possa, con una sferza poderosa, spazzare via dallanimale composto che si chiama uomo la sua doppia animalit e giunga dopo anni ad addomesticarlo tanto da renderlo almeno un mezzo uomo!. 5. Pensieri simili e spesso peggiori ancora hanno assillato il mio animo quando ho dovuto accorgermi delle malefatte segrete ben spesso troppo spaventosamente orribili di quella razza di serpenti, come Tu li hai del tutto
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giustamente classificata! E perci, come detto, o Signore e Maestro, se ci tieni a venire mandato in poco tempo fuori da questo mondo nella maniera pi crudele e tormentosa, non hai che da recarTi a Gerusalemme e l Ti persuaderai che io Ti ho detto la piena e completa verit, pur senza essere uno speciale profeta. 6. Ma per darTi cos una piccola idea delle loro manovre segrete, Ti racconter con poche parole un fatto della cui realt ho potuto sincerarmi io stesso ora non molto e che supera in orrore di almeno mille volte la nota santit del letame del Tempio! Chi per abbia potuto ispirare a quella nera genia un tale pensiero ultrasatanico, non mi noto affatto. E Satana di certo non centra, perch a tanto non pu arrivare neppure con il suo sentimento pi perverso!.

178. Capitolo Una storia del Tempio. 1. Parla Marco: Nella regione citeriore della cosiddetta Asia Minore c un territorio abitato, nel quale le donne sono per lo pi sterili, quale ne sia la ragione io non saprei dirTelo; del resto un fatto accertato che, se quelle donne si congiungono con degli ebrei o samaritani, diventano altrettanto feconde come le nostre. Ebbene, i farisei, i quali mandano dappertutto i loro pessimi apostoli, hanno saputo gi da molto tempo della condizione di quelle donne sterili e non di rado sono andati l con le carovane allo scopo di renderle feconde! In questi casi si trattava, in certo qual modo, sempre di un servizio fatto in amicizia e ben pagato. Ma troppo a lungo non dur questo bel servizio, essendosi gli uomini del luogo, a poco a poco, accorti che essi venivano malamente turlupinati, poich le loro donne non diventavano gravide nello stabilimento di fecondazione che i missionari di Gerusalemme hanno gi da molti anni edificato al confine di quel territorio, bens i missionari stessi comperavano in questa regione ed anche nella Giudea dei neonati e li facevano trasportare nello stabilimento gi menzionato, nel quale quelle donne, del resto molto belle e formose anche se sterili, dovevano soggiornare per il tempo di dieci mesi. Trascorso tale tempo, durante il quale i libidinosi apostoli del Tempio abusavano ignominiosamente di una donna del genere; a costei veniva presentato uno di quei fanciulli che erano stati comperati e precisamente con tanta arte ed astuzia che perfino la donna stessa finiva con il credere che il bambino fosse suo! Ma, come detto, con il tempo i mariti delle donne belle e formose scoprirono tuttavia linganno con laiuto di un onesto samaritano, che rivel agli abitanti di quella regione i sotterfugi di cui si avvalevano i pretesi pii apostoli di Gerusalemme, la citt di Dio. 2. Allora quegli uomini andarono in cerca degli apostoli nello stabilimento di fecondazione e rinfacciarono loro aspramente ci che essi avevano appreso da un cittadino di Sichar e che le loro donne stesse avevano confermato!
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3. Sennonch gli apostoli del Tempio, rotti a tutti gli inganni, trovarono ben presto una finissima scappatoia, descrivendo i samaritani, agli ebrei che li rimproveravano, con tali colori che i reclamanti cominciarono proprio seriamente a convincersi che appunto ai samaritani, quali ebrei rinnegati e gi da molti anni maledetti da Dio, era esclusivamente da attribuire la causa della sterilit delle loro donne. 4. Ma in conseguenza di ci i buoni samaritani furono presi fra due giuramenti di vendetta e cio il primo, da parte dei farisei, a causa della denuncia e del sospetto suscitato contro di loro presso quegli abitanti dellAsia Minore citeriore e poi il secondo, da parte degli uomini stessi a cui appartenevano le donne sterili, perch dopo le dichiarazioni fatte loro dai farisei, cominciarono a credere fermamente che tutti i samaritani fossero dei maligni stregoni e che gi da molti anni avessero fatto venire loro addosso quel malanno, perch una volta nel loro paese un samaritano era stato ammazzato per essere giaciuto con una donna di quei luoghi. Per essi, i farisei beninteso, conoscevano un rimedio che essi, in cambio di buon compenso, avrebbero potuto consigliare ai mariti delle donne sterili e pi facilmente ancora procurare essi stessi! E soltanto allora, caro e buon Maestro, viene a galla il vero e genuino elemento ultrasatanico di questa storia! 5. Gli dico Io: Procedi pure con il tuo racconto! Per Me non sarebbe necessario, ma tanto pi necessario che questi Miei discepoli vengano a conoscenza di queste cose. 6. E Marco allora riprende la narrazione e dice: In che cosa effettivamente consiste il mezzo raccomandato, in cambio di abbondante compenso, dagli apostoli di Gerusalemme per ottenere la fecondit delle donne dellAsia Minore citeriore? Secondo il savio consiglio degli apostoli di Gerusalemme consiste niente di meno che in questo: gli asiatici devono procurarsi il sangue di fanciulli samaritani e che lo prendano o fresco oppure anche disseccato e ridotto in polvere, quando hanno raggiunto lepoca della pubert; e le donne lo devono prendere prima di giacere con un uomo. Questo procedimento renderebbe nullo il potere magico dei samaritani e ridonerebbe completamente fecondit alle donne! Ma come procurarsi il sangue di fanciulli samaritani? Di ci si incaricheranno ben gli apostoli del Tempio in cambio di un adeguato compenso! 7. Detto fatto, il contratto fu accettato dagli interessati. Ma che cosa avvenne poi e che cosa avviene ancora oggi, in proporzioni molto pi vaste? Ecco, i farisei organizzarono una vera caccia ai fanciulli samaritani dappertutto, comera loro possibile, e questa cosa dura ancora oggi. 8. I fanciulli da uno a dodici anni vengono condotti nellormai noto stabilimento di fecondazione e l nutriti abbondantemente per qualche tempo, particolarmente con cibi atti ad aumentare la produzione del sangue. Quando si osserva che un fanciullo diventato ricco di sangue, egli viene denudato e lo si conduce nella camera della macellazione, dove i macellai, appositamente
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prezzolati, lo prendono in consegna. Costoro stringono allinfelice creatura le mani ed i piedi fortemente entro robusti lacci ed in tale stato la legano ad un palo fissato nel mezzo di una vasca; infine al poveretto vengono bendati gli occhi e recise le vene delle mani e dei piedi, cosa che grida vendetta al Cielo. E mentre quegli sciagurati fanciulli cos si dissanguano e, naturalmente dopo pochi istanti, muoiono, gli apostoli di Dio di Gerusalemme, la citt di Dio, stanno belli e tranquilli come se niente fosse. I cadaveri dei fanciulli cos assassinati, vengono poi bruciati entro un grande forno appositamente costruito ed il loro sangue viene venduto ai ben noti scopi, sia fresco oppure disseccato! LInferno dovrebbe avere benedetto questo specifico ultrainfernale, perch le donne che usano questo sangue pare che ora siano diventate sul serio feconde! 9. A orrori di questo genere il buon Dio, se Egli non proprio unantica leggenda ebraica, dovrebbe pur trovare qualche mezzo da opporre, ma fino ad ora, a tale proposito, non se ne avuto alcun indizio dallAlto. Dio tollera ancora con tutta pazienza e comodit simili abomini che non hanno nome nella stessa maniera come, circa trentanni fa, ha potuto tollerare che dietro comando di una potest tirannica venissero uccisi a Betlemme centinaia di fanciulli maschi da uno a dodici anni in un giorno e nel modo pi crudele di questo mondo! 10. Dio sommamente buono, savio e pieno di misericordia, come ci insegna la Scrittura, ma se io, che non ignoro tutti gli orrori che avvengono, considero le cose come nella realt si presentano, posso a mala pena allontanare da me il pensiero che non esista affatto un Dio o, se ce n uno, da lungo tempo che non si cura pi degli uomini di questo mondo! Ma c qualcuno che possa rimproverarmi per questo? Certo nessuno che sia veramente uomo e che come me sia animato da qualche senso di umanit e un Dio neppure! Infatti nel mio petto batte ancora un cuore che devoto con tutto amore alla povera umanit! 11. Dunque, se in Te, o Signore e Maestro, si cela qualcosa di divino, vedi di operare anche in questo campo un miracolo e distruggi e annienta simili mostri infernali! Io non dubito minimamente che una tale cosa Ti sia possibile, perch quello che oggi ho visto di Te mi una garanzia pi che sufficiente che, se Tu vuoi, niente Ti pu essere impossibile, poich Tu sei evidentemente pi di tutti i profeti presi assieme!.

179. Capitolo Leccitazione dei discepoli sulla storia del Tempio. 1. Gli dico Io: Amico! Quello che ora Mi hai raccontato appena una pallida immagine di ci che so e vedo Io; per a te manca completamente la vera e profonda conoscenza dellOrdine divino e cos tu vai incolpando perfino con apparente diritto quello che a te sembra una lentezza di Dio. Ma poich tu hai un cuore buono, onesto e sincero come ve ne sono pochi, Io intendo rimanere qui
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presso di te e dei tuoi per sei giorni interi e darti in questo tempo sufficienti spiegazioni su tutto quello che a te non riesce chiaro. Ed ora, visto che siamo vicini alla mezzanotte, vedi di condurci l dove sono preparati i giacigli per noi! 2. Dicono i discepoli: Signore! Oggi ormai indifferente per noi vegliare distesi su un giaciglio oppure qui allaperto, perch il racconto dellamico Marco ci ha tolto completamente il sonno e per niente al mondo saremmo capaci di addormentarci! In verit, ogni goccia di sangue nelle nostre vene ribolle dira e di furore contro quelle ferocissime belve di uomini che sono generati dal Tempio! Davvero in simili condizioni sarebbe certo mille volte meglio non essere mai nati! Oh, Signore, fa che il fuoco celeste si rovesci immediatamente su queste bestie! Infatti quello che abbiamo sentito ora, supera di gran lunga tutto quanto di perfido noi abbiamo mai saputo sul conto di questa umanit bestiale! 3. Dico Io: Appunto perci meglio che procuriate di smaltire un po la doppia ebbrezza con il sonno! Domani, quando la passione del vostro animo ed il vostro sangue saranno pi calmi, sarete pi facilmente in grado di ragionare e giudicare a tale proposito. E seguendo il Mio consiglio tutti si ritirarono senza obiettare altro e andarono a coricarsi. 4. Il mattino del giorno seguente non tard ad annunciarsi ed Io e i discepoli ci alzammo subito dai giacigli che avevamo trovato, per quanto era possibile, comodi e buoni. 5. Giunti allaperto, Simon Giuda disse: Signore! Io ho bens potuto prendere sonno per qualche tempo, ma nel mio animo sempre presente il racconto del nostro albergatore Marco. una cosa inaudita! Non c mai stato niente di simile! In verit, qualche volta io stesso non riesco a comprendere la Tua pazienza e la Tua indulgenza, se penso che Tu, con noi, che pur Ti siamo attaccati per la vita, usi ben altri procedimenti e che prima che ce laspettiamo Tu punisci uno di noi sia con una parola sia con unocchiata, cosicch dopo non ci si azzarda cos facilmente a domandarTi di nuovo qualche cosa ad alta voce, eppure Tu puoi tranquillamente assistere attraverso i secoli a simili orrori e questi sembrano non darTi fastidio! Laddove uno di noi uscirebbe dai gangheri, Tu stai a guardare con tutta pazienza, mentre quando il nostro occhio e animo vedono e trovano poco o niente, Tu s che allora sei ben presente l e procedi come se la salvezza di tutta la Creazione dipendesse da quel piccolo fatto che a noi sfugge! 6. Vedi, o Signore, sono cose che noi non possiamo assolutamente comprendere e Marco poi non ha tutti torti se proprio nei riguardi di Dio pensa cos come si ieri fedelmente espresso. certo, ed vero, che Tu, o Signore, puoi ed anche vorrai sicuramente ricompensare con gli interessi per leternit tutti i martiri di queste acute sofferenze, imposte loro su questa Terra, ma nonostante tali considerazioni, resta per sempre una cosa disperatamente amara quella di venire martoriati spesso in maniera spaventosamente atroce da rappresentanti
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ferocissimi dellumanit di questo mondo, ed alcuni istanti di atroce tormento, o Signore, hanno per il tormentato pur essi il valore di una piccola eternit! 7. Dico Io: Io lho gi detto ieri a te ed a Marco che durante la Mia permanenza tali questioni verranno qui pi da vicino esaminate ed approfondite. Aspettate dunque fino a che il tempo sia venuto e poi tutto vi sar reso chiaro a sufficienza. Ma ora andate piuttosto ed aiutate Marco a portare a riva il prodotto della sua pesca, perch egli oggi si accinto gi di buon mattino al lavoro ed Io glielho benedetto, perci andate anche voi ed aiutatelo a trasportare a terra ed a mettere nei suoi vivai i molti e bei pesci presi.

180. Capitolo La pesca benedetta. Del letame del Tempio. 1. Udito ci, tutti i discepoli si affrettarono ed aiutarono con tutte le loro forze Marco ed i suoi figli. Di questi, i due maschi erano giovani, ma robustissimi, mentre le quattro figlie pi anziane non avevano tutte assieme tanta forza quanto uno dei due giovani. 2. Quando con il valido aiuto dei discepoli il pesce fu tutto messo in serbo, Marco venne da Me, che stavo seduto su di un sedile di zolle erbose molto pulito e comodo e disse, ancora tutto grondate di sudore: Signore e Maestro! Tu potrai dire tutto quello che vuoi, ma pur io sostengo fermamente che la mia odierna retata, magnifica e ricchissima, quale in vita mia non ne ho viste di uguali, devo attribuirla a Te cos come fosti Tu ieri sera a riempire di vino finissimo i miei otri e perci anche mi sono affrettato a venire prima di tutto qui a dirTi grazie di tutto cuore. Accogli dunque, o Signore e Maestro, dal pi profondo del mio cuore grato e commosso i ringraziamenti che Ti sono dovuti per tutti gli immensi e meravigliosi benefici che Ti piaciuto rendere a me ed ai miei in misura tanto generosa. 3. Oggi ho gettato la mia grande rete a strascico lunga centocinquanta braccia e profonda proporzionalmente sette braccia e non ne rimasta vuota una sola maglia. La rete era zeppa di pesce bellissimo ed eccellentissimo! Ed ora i miei dieci serbatoi, che sono abbastanza grandi, sono addirittura carichi di tutto questo pesce che oggi abbiamo tirato a riva con la prima ed unica retata. Se Ti gradito, io ne faccio subito preparare alcuni per la colazione. Mia moglie una vera artista a questo riguardo 4. Dico Io: Fa pure cos, perch ne manger volentieri. Ma dopo puoi anche far portare dai tuoi figli altrettanti barili di pesce a Cesarea di Filippo, dove ne ricaveranno un buon guadagno. 5. Marco fece un profondo inchino, and in fretta in cucina, per ordinare a sua moglie la colazione ed essa, unitamente alle figlie, si mise senza indugio al lavoro. I due figli invece riempirono di pesce sceltissimo due grossi barili e, siccome avevano gi fatto colazione con del pane ed un po di vino, caricarono
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il pesce su di un carro e partirono alla volta della citt distante unora circa di cammino. 6. E quando il carro, tirato da due asinelli, giunse sul posto dove cera il mercato, si presentarono subito i compratori in buon numero ed in pochissimo tempo tutto il pesce fu venduto a buonissimi prezzi, perch il pesce di quella specie si pagava gi allora a un buon denaro al pezzo. Ora, avendone i due giovani portato con s circa duecento pezzi, lincasso fatto fu circa di duecento denari, ci che allora rappresentava di pi che non oggi duecento talleri (nellepoca di Jakob Lorber). Dopo un paio dore, i due fecero ritorno a casa con il carro ed i barili vuoti, ma con le tasche piene di denaro che essi consegnarono al padre Marco. Costui, fuori di s dalla gioia, li prese e non fu parco di lodi con i figli. 7. I due giovani per gli domandarono se dovevano forse ripetere il viaggio, considerato che molta gente che avrebbe voluto acquistare del pesce era rimasta a mani vuote. Allora il padre diede il suo assenso ed essi riempirono di nuovo i barili e ritornarono a Cesarea, dove il secondo carico trov collocamento pi rapidamente ed ancora a miglior prezzo del primo. 8. Marco alla fine non trov pi parole sufficienti per ringraziarMi, vedendosi cos improvvisamente tratto fuori dalle misere condizioni in cui aveva versato per lunghi anni. 9. Ma mentre i due giovani erano in viaggio con il primo carico, a noi erano stati serviti a colazione una ventina di pesci ben preparati ed anche di pane e di vino non cera stata penuria. In questa occasione noi ci eravamo intrattenuti su diversi argomenti, ma tuttavia il principale restava sempre quello dei servitori del Tempio, ed a tale proposito la figlia pi anziana di Marco, una giovinetta di diciannove anni, ci mostr un vecchio recipiente, pieno per met, del famoso letame sacro e domand se questo avesse proprio lincredibile potere fecondatore per le campagne ed i giardini che avrebbe dovuto avere secondo gli importuni venditori. 10. Allora un coro di risate si levo fra i discepoli, ai quali questo sistema di estorsione da parte del Tempio non era sconosciuto e Tommaso esclam: Oh, vergogna immensa! gi da quasi cinquantanni che i servitori di Dio perseverano in questo imbroglio! Non si pu negare che qualche sommo sacerdote pi degno si sia opposto ad un simile abuso, ma non ha potuto ottenere che scarsi risultati, perch il sacro letame rende ora al Tempio almeno duemila buoni denari. Gli uomini, dal canto loro, sono sempre abbastanza ciechi e finiscono con il credere che questa immondizia sia veramente una benedizione per i loro campi e prati e per i loro orti! 11. La figlia maggiore per dice: Oh, mio caro amico, non proprio cos! La grande maggioranza non ci crede pi di quanto ci creda io, ma cosa si pu fare? Se si rifiuta di comprare il letame, c da aspettarsi di veder scatenarsi lInferno; oltre a ci i venditori di questa merce immonda sono tanto impertinenti, insistenti e rozzi che si finisce con il comperare volentieri un po
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della loro sozzura, pur di toglierseli dai piedi. Se poi si getta via il letame nellacqua in loro presenza, non ne prendono pi affatto nota e se ne vanno tranquillamente, poich essi ben sanno che, passato un anno, bisogna di nuovo rassegnarsi a comperare da loro il letame del Tempio 12. Dice Pietro: S, vero. Inganno, menzogna e frode di ogni specie, queste sono le virt dei servitori del Tempio che si danno il nome di servi di Dio. Hanno bens delle sembianze umane, ma nella profondit delle loro anime portano scolpito lInferno! E perch poi Tu permetti e tolleri una cosa simile, questo, o Signore, non puoi saperlo che Tu solo e nessun altro in tutto il mondo 13. Dico Io, rivolgendoMi a tutti: Lasciamo stare ora questo argomento; mezzogiorno vicino! La giornata bella e non troppo calda, perci noi ce ne andremo un po qui intorno in questa libera regione per vedere se non si possa trovare in qualche luogo un posticino in cui si possa godere una bella vista in lontananza. Un tale posticino noi poi ce lo adatteremo a nostro piacere, per potervi tenere le nostre svariate conversazioni durante la nostra permanenza qui 14. Allora Marco interviene e dice: Signore! Proprio circa duecento passi pi in su della mia capanna, ed esattamente della grotta alla quale essa addossata, c un luogo che figura ancora tra le mie scarse propriet e che dovrebbe corrispondere al Tuo desiderio. La sommit della collina adorna di un antico castagno ricco dombra, intorno al quale io ho disposto delle zolle erbose a mo di panche molto comode. Da l si gode una vista bellissima ed ampia su tutti questi dintorni, Cesarea di Filippo si vede completamente e dalla parte del mare il panorama a perdita docchio. In giornate molto serene si distingue facilmente il paese fino Genezaret ed anche oltre fino a Chis. C qualcuno poi che sostiene di aver potuto vedere perfino Sibarah, ma per arrivare fino l i miei occhi sono ormai troppo deboli e non riesco a distinguere questa citt, per ci vedo bene ancora fino a Gadarena e altri luoghi ancora in gran numero 15. Dico Io: Allora noi sceglieremo questo posto e vi passeremo il nostro tempo, impiegandolo il meglio possibile. Andiamo, dunque, e tu facci da guida. 16. Marco si mise alla testa della comitiva e per un sentiero molto stretto, per non scomodo, ci condusse al posto che ci aveva descritto e che veramente non lasciava niente a desiderare; vi si distingueva bene Cesarea di Filippo e cos pure tutto il mare di Galilea, nonch una grande quantit di altri paesi.

181. Capitolo Marco ed i farisei a caccia di decime. 1. Per, mentre eravamo intenti ad ammirare il paesaggio, scorgemmo come alcuni farisei, usciti da Cesarea di Filippo, si erano avviati di buon passo proprio in direzione della misera capanna di Marco. E Matteo, il giovane pubblicano, osserv: Questa genia deve aver avuto sentore che Tu Ti trovi qui. Ma chi pu
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averlo riferito loro? Sono stati forse i figli di Marco, che fecero due viaggi in citt per portarvi il pesce, a rivelare la nostra presenza? 2. Dice il vecchio Marco: Questo non impossibile, perch i miei figli sono in generale buoni e bravi giovanotti, ma hanno questo difetto di chiacchierare volentieri, cosa questa che ha gi suscitato pi di qualche malanno. Io voglio interrogarli 3. Dico Io: Resta pure qui in pace, perch n i tuoi figli, n nessun altro di questi dintorni ha rivelato la Mia presenza. Essi si sono messi in moto unicamente a causa del pesce e intendono farsi regalare un centinaio di pesci, dei quali hanno ammirato gli esemplari in citt, ma che non hanno comperato! Tu gi sai che essi sono autorizzati a prelevare la decima dovunque ci sia un raccolto, ora una bella retata come lhai fatta oggi tu anche un raccolto ricco e perci essi ritengono di avere anche il diritto di pretendere la decima. Scendi dunque gi e d loro un centinaio di pesci, tu ne otterrai delle lodi e poi essi prenderanno il pesce e se lo porteranno subito e pacificamente a casa loro 4. Dice Marco: Ma come faranno poi a trasportare i cento pesci? 5. Dico Io: Non darti pensiero per questo, poich sar affar loro. Se tu guardi bene, ora che si sono avvicinati abbastanza, osserverai che in mezzo a loro va trotterellando un animale da soma e questo porta gi sulla schiena quanto occorre per trasportare il pesce 6. Marco allora guard pi attentamente dalla parte dove la piccola carovana andava avvicinandosi alla sua dimora e si persuase facilmente di ci che Io gli avevo detto, poi esclam: Signore! proprio cos come Tu hai asserito, ma adesso vado prontamente gi e bisogna che i cento pesci siano gi preparati per loro nella grande vasca, il che non mancher certo di sorprenderli un po! 7. Gli dico Io: Va e fa come hai detto! Per se ti fanno delle domande riguardo al come tu hai potuto sapere della loro venuta, vedi dunque di essere prudente nella risposta e non bisogna che tu li congedi con una menzogna! 8. Marco se ne va, fa subito levare dai serbatoi cento pesci e li fa deporre nella vasca grande. Ma il lavoro era appena finito quando gi arriv la piccola comitiva di farisei, i quali domandarono del pescatore Marco. Questi subito si annunci e disse, mentre stava ancora presso la vasca del pesce: Eccomi qui! E cos pure nella vasca c anche quello per cui probabilmente siete venuti! Si tratta della decima commisurata con tutta coscienza per voi e consiste in un centinaio di pesci sceltissimi, fra i pi belli che siano mai stati pescati nel nostro mare! 9. I farisei rimangono del tutto sconcertati dalle parole di Marco ed uno di loro dice: Vecchio, sei forse un profeta che gi prima di averci udito sai la ragione per la quale siamo venuti qui dalla citt? 10. Risponde Marco: Oh, per conoscere questo non occorre davvero essere profeta, basta avere a posto i cinque sensi ed un po di intelletto in aggiunta, che poi si riesce a comprendere alla perfezione perch siete venuti dalla citt!
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Ecco qui, prendete il pesce e ritornatevene in citt in pace. Io ho molto da fare oggi e mezzogiorno non lontano, lodierna giornata ci ha procurato molto lavori e dobbiamo quindi andare a prepararci il pranzo! 11. Dice uno dei farisei: Veramente tu dovresti aggiungere ai cento pesci altri trenta ancora a titolo dammenda, perch non stato un bel gesto, da parte tua, non aver mandato in citt, subito terminata la pesca e mediante i tuoi figli, la primizia della tua pescagione a noi che siamo i servitori di Dio e che continuamente preghiamo lAltissimo per la tua salvezza! 12. Dice Marco: Eccoveli qui, non trenta ma quaranta ed ora credo che sarete soddisfatti e che ve ne andrete lasciando in pace anche me! 13. Dicono i farisei: Noi abbiamo dalla parte di Dio il diritto di venire quando vogliamo e cos pure di andarcene quando ci piace! Tuttavia deponi il pesce nei bariletti che abbiamo portato con noi e poi ce ne andremo subito!. 14. Marco ordina subito ai suoi figli di fare secondo la volont dei farisei ed essi si mettono senza indugio al lavoro e riempiono i bariletti con i centoquaranta pesci. 15. A lavoro compiuto, Marco dice: Ecco fatto, come avete richiesto, siete contenti ora? 16. Risponde un giovane fariseo dallaspetto molto altezzoso e arrogante: No, cento volte no! Infatti tu parli con noi come se fossimo la gente pi importuna di questo mondo e dimentichi che noi siamo dei servitori del Dio onnipotente, che possono rovinarti per leternit con un solo cenno! Il tuo comportamento insolente verso di noi non pu essere dunque cancellato dalla consegna dei centoquaranta pesci, ma merita di venir punito con la confisca di tutti i tuoi averi! 17. Allora Marco comincia a perdere la pazienza. Egli corre in casa e ritorna subito fuori dai farisei con un rotolo di pergamena, sul quale stava scritto a grandi caratteri che a lui era riconosciuta la cittadinanza di Roma e che, come tale, poteva far pieno uso di tutti i diritti spettanti ad un libero cittadino, purch lo volesse! 18. Domanda larrogante fariseo, ora alquanto sconcertato: Oh, oh, da quando siamo diventati pagani? Infatti, a quanto ben ci consta, ancora fino a poco fa tu eri ebreo! 19. Dice Marco: Marco non fu mai un ebreo, bens un romano di nascita che ha servito per trentanni Marte con spada, scudo ed elmo. Ma questo Marco divenne, per un periodo di prova di tre anni, un ebreo non circonciso. Egli per, a prescindere dalla pi nobile dottrina religiosa degli ebrei, si convinse fin troppo presto che tipo di sacerdoti fossero quelli di questa pi nobile dottrina di Dio: ipocriti malvagissimi e senza alcuna coscienza, senza onore, mettono sotto i piedi in segreto il loro Dio e la loro dottrina, e ad ogni occasione ingannano la povera umanit. Costoro servono apparentemente, di fronte al popolo cieco, il loro Dio, ma tengono i loro cuori seppelliti in ogni
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profondit dellInferno, ed per questo che, con la pi assoluta mancanza di coscienza, fanno il pi orribile e vergognoso commercio col sangue degli innocentissimi bambini samaritani. Perci io sono ridiventato totalmente un romano, e come tale anche morir! Prendete ora il vostro bottino e con esso andatevene a casa! E ve lo do soltanto perch fino a non molto tempo fa fui, per tre anni, un ebreo non circonciso! 20. Dicono i farisei: Come mai possibile che tu, o Marco, sia diventato improvvisamente tanto avveduto? Noi ti abbiamo gi da lungo tempo conosciuto per un uomo di limitatissima intelligenza! Davanti a noi pareva spesso che tu non sapessi se eri uomo o donna. Come ti capitata cos dimprovviso questa chiarezza di idee? 21. Risponde Marco: Questa era solamente una maschera molto ben applicata alla foggia romana, per poter, con lapparenza dello stolto, scoprire i vostri perfidi intrighi, i vostri scandalosi inganni e tutti gli altri vostri abomini! Io vi garantisco, ad ogni modo, che conosco Mos e tutti i profeti meglio di voi e che in cuor mio sono gi da lungo tempo un vero ebreo!. 22. Dicono i farisei: Senza la circoncisione nessuno pu essere un ebreo, n pu avvicinarsi a Dio 23. Osserva Marco: Io non ho mai ambito ad avvicinarmi a Dio secondo la vostra maniera, bens soltanto nel cuore, come insegna il profeta Isaia e questo mi basta, perch, se anche dovessi venire condannato da Dio per non essermi fatto circoncidere, questo importa assai poco a voi. Io invece penso che, in generale, Dio pi saggio di tutti gli uomini ed in particolare infinitamente pi saggio, buono e giusto di voi e che Egli guarda solamente alla circoncisione in purezza di cuore e non a quella del prepuzio, la quale pu aver s uno scopo terreno, ma spiritualmente , se ben consideriamo, solamente una sciocchezza. Dunque, da ebreo nel cuore io vi do tuttavia la decima, ma ve la do spontaneamente, mentre voi non avete neanche lombra del diritto di esigerla da me che sono cittadino di Roma! Ed ora andatevene, altrimenti riprendo il mio pesce e vi lascio andare a mani vuote. Mi avete capito bene?. 24. A questa energica tirata del nostro Marco, i farisei non aprono pi bocca e se ne vanno per i fatti loro con il loro pesce.

182. Capitolo La predizione del Signore riguardo alla Sua morte ed alla Sua risurrezione. 1. Marco allora ordina che venga sollecitamente preparato il pranzo, poi risale sulla collinetta dove ci trovavamo noi e ci racconta per filo e per segno quello che egli aveva trattato con i farisei. 2. Io gliene do lode e cos gli parlo: Marco, Io te lo dico: gi dal principio a questo popolo fu dato, e la grande promessa che gli fu fatta ha raggiunto ora il suo completo adempimento. Ma siccome questo popolo tanto indurito e non
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vuole riconoscere il tempo supremo della sua prova, e invece va cercando la sua salvezza nella palude di questo mondo, che passer come passano le immagini di un sogno, sar concesso che esso colmi la misura dei propri abomini uccidendo il suo Dio e Signore! 3. Ma allora gli saranno tolti ogni grazia, ogni luce ed ogni diritto e saranno dati a voi pagani, perch siete di buona volont e, da ciechi quali siete, avete riconosciuto quello che gli ebrei vedenti hanno rigettato. 4. E perci avviene che ora la luce scende a voi dallAlto e fa s che voi diventiate vedenti nel cuore, ma i figli della luce saranno cacciati fuori nelle pi profonde tenebre. Essi dovranno andare a raccogliere le briciole tra i popoli stranieri; perfino il nome popolo sar loro tolto ed avranno per sempre cessato di essere un popolo! 5. Disse Marco: Dovrebbe dunque davvero accadere che essi, nel loro grande furore, si impadroniscano di Te ed uccidano il Tuo corpo, come hanno fatto quasi a tutti i profeti? 6. Dico Io: Oh, s! Essi non esiteranno a fare a Me come hanno fatto agli altri! Ma allora il loro conto sar giunto alla fine! 7. Dice Marco: S, certamente cos come ebbi a dire la scorsa notte. Questa razza capace di ogni delitto! Perci, per quanto possibile, guardati dalla cosiddetta citt di Dio. Essa Ti uccider, a meno che non Ti voglia armare di tutta la Tua preveggenza e di tutta la Tua onnipotenza, perch i servitori del Tempio io li conosco bene dentro e fuori! Chi si azzarda a toccare la loro dottrina, che gi da lungo tempo propriet dello spirito maligno, costui deve prepararsi a lottare con tutto lInferno. La loro amicizia una maledizione e la loro maledizione la morte. La vita di un uomo per questi tali non vale pi della vita di un moscerino a cui nessuno fa attenzione a causa della sua meschinit 8. Dicono i discepoli: Ma noi, che conosciamo il nostro Signore e Maestro, possiamo sostenere che tutta la loro perfidia, per quanto astuta e raffinata possa essere, dovr spuntarsi contro la Sua sapienza, perch Egli, che pu comandare alla morte e che pu richiamare i morti in vita, sar difficile che possa venire ucciso! 9. Dico Io: Certamente in eterno Egli non potr essere ucciso e tuttavia Egli sar ucciso per testimonianza contro di loro e affinch la misura data loro venga resa colma! Infatti, se hanno messo le mani sui santi di Dio, non mancheranno di metterle anche su di Me e di diventare in tal modo autori del loro proprio giudizio! Per a colui che vuole che cos sia non viene fatto alcun torto se viene rigettato! Ma se non hanno fatto altro che del male ai molti messaggeri nel tempo passato ci che stato un abominio indicibile non risparmieranno nemmeno Colui che ha mandato i Suoi messaggeri prima di Lui. 10. Per la circostanza supremamente fatale per loro sar che lUcciso, dopo appena tre giorni, risorger dalla tomba illeso, al colmo della propria forza e
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potenza ed al sommo grado dellenergia vitale, quale un trionfatore possente della morte e di tutti i suoi nemici ed a consolazione eterna dei Suoi amici e fratelli! Allora, sopraffatti dallo spavento e disperatamente sgomenti, essi terranno consiglio per vedere come poter di nuovo uccidere il Resuscitato da morte, ma non saranno pi in grado di escogitare alcuna trama per i loro scopi e la loro caduta poi non sar lontana. 11. Queste sono le cose che accadranno e la Mia predizione trover in esse il suo vero adempimento. 12. Voi ne avrete certo grande tristezza ed una angoscia grande vi riservata per causa Mia, ma la vostra tristezza, il timore e langoscia si convertiranno ben presto in una gioia immensa, quando rivedrete fra voi, come oggi lo vedete, lUcciso, in tutta la pienezza della Sua potenza sopra ogni vita e sopra ogni morte! 13. Disse Marco: Se le cose stanno cos, non allora troppo difficile il farsi uccidere, per cos dire, pro forma! Date simili circostanze, Tu puoi recarTi a Gerusalemme quando vuoi, perch a Te non pu accadere nulla! Se Tu sei un Signore della vita e della morte, chi mai potr ucciderTi? E se anche Ti uccidono, o si illudono di averTi ucciso e poi risorgi pi forte e pi potente e vivente di prima e pronto alla lotta contro i nemici, in questo caso io non vorrei certo trovarmi nella pelle dei Tuoi nemici. Essi allora saranno consunti dal fuoco della loro angoscia e del proprio terrore. Tutti i loro consigli e le loro trame non avranno pi effetto n ora n in eterno, perch appunto in questo modo tutti i loro spaventosi abomini si mostreranno in piena luce dinanzi agli occhi dellumanit e la loro effettiva esistenza avr trovato per leternit quella fine che gli uomini migliori stanno auspicando da molto tempo. O Signore e Maestro! Fa che ci si avveri quanto prima con tutta certezza! Io certo sono ormai diventato vecchio ed i miei piedi non calcheranno la Terra molto di pi di quanto labbiano gi calcata finora, ma pure a questi avvenimenti io bramerei assistere e poi mi sarebbe pi leggera la morte! 14. Dico Io: La cosa non ancora completamente e precisamente determinata che debba avvenire proprio cos, ma ci sono pi probabilit per il s che per il no. Ma ora il mezzogiorno gi passato da molto ed i nostri corpi richiedono essi pure un ristoro, dunque, noi scenderemo e mangeremo qualcosa! 15. Dice Marco: Anche in questo Tu hai perfettamente ragione, dunque possiamo anche andare, perch il pranzo sar ora gi pronto. Dopo il pranzo, se fa piacere a Te, o Signore, possiamo sempre ritornare quass! 16. Dico Io: Il pomeriggio di oggi noi lo impiegheremo altrimenti, domani invece questo posticino ci sar di nuovo ben gradito. Ed ora andiamo.

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183. Capitolo Viene annunciata la visita di Cirenio. 1. Quando dopo pochi istanti giungemmo in basso, il pranzo era gi preparato e noi ci sedemmo alla grande tavola che era stata apparecchiata allaperto sotto lombra di un rigoglioso castagno. Ci vennero serviti del buon pesce, pane, vino e degli eccellenti fichi freschi in quantit abbondante, cos che ci fu da saziarsi pi che a sufficienza per tutti noi che eravamo circa una trentina. Il pranzo trascorse piacevolmente quanto mai e lonesto Marco, il vecchio e loquace soldato, ci raccont molte delle vicende ed avventure da lui vissute con un tono patetico innato, tutto suo particolare. Ed i Miei discepoli ebbero cos loccasione di veder svelato ai loro occhi il mondo e di conoscere pi di una cosa per il bene dellumanit, cui essi erano pi tardi destinati a fare da guide. 2. Dopo che furono passate due ore e pi da che ci trovavamo seduti a mensa, comparve dalla citt un messo, il quale port a Marco la notizia che il venerando governatore Cirenio era arrivato verso mezzogiorno a Cesarea di Filippo e che egli, Marco, ben conosciuto dal governatore come un vecchio soldato, poteva recarsi da lui per esporgli le sue condizioni notoriamente misere e che il governatore stesso avrebbe procurato di fare per lui qualcosa secondo le possibilit. 3. E Marco cos rispose al messo: Ti piaccia di riferire al mio antico compagno darmi che io mi prostro ai suoi piedi e che lo ringrazio caldamente del suo interessamento alle mie poverissime condizioni. Io per questa volta non potrei approfittare della sua grazia, qualora a tale scopo dovessi recarmi in citt, perch ho degli ospiti, il principale dei quali, loro Signore e Maestro, mi ha miracolosamente tolto dallo stato di indigenza in cui mi trovavo prima. Questo Signore e Maestro mi ha promesso di rimanere presso di me per sei giorni interi ed io perci dovrei ritenere una grave mancanza abbandonarlo un solo istante. Qualora per al mio vecchio compagno darmi non dovesse sembrare troppo al di sotto della sua dignit fare una passeggiata fin qui da me, tutta la mia casa far del suo meglio per accoglierlo nel modo pi degno! 4. Dice il messo: Sta bene, io riferir tutto fedelmente allillustre Governatore cos come tu hai detto. Con ci il messo si congeda, monta sulla sua cavalcatura e si allontana rapidamente. 5. E quando il messo fu sparito, Marco disse: Io non credo che il Governatore ne avr a male per questa mia risposta! 6. Gli dico Io: Non preoccuparti per ci! Io posso dirti che quando egli verr a sapere che evidente che qui Mi trovo Io, non esiter neppure dieci istanti a decidersi a venire qui, e solo allora avrai loccasione di farti un concetto della gloria di Dio, perch sii certo che Cirenio Mi conosce fin dalla nascita!
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7. Dice Marco: Sar sicuramente cos; ma nei riguardi del mondo egli persona troppo altolocata e di conseguenza deve anche evitare a causa dellumanit sciocca molte cose che altrimenti certo non eviterebbe, dunque resta abbastanza forte il mio dubbio se egli potr concedermi lalto onore della sua visita 8. Dico Io: Prima che tu possa salire e scendere per tre volte sulla tua collinetta, egli sar qui. Il messo gli avr appena recato la notizia, e Cirenio, il quale non avr avuto ancora il tempo di prendere il pranzo, sospender tutto e si affretter a venir qui, con tutto il suo seguito, per vederMi e per parlarMi. 9. Dunque, ordina a tua moglie ed alle tue figlie di preparare sollecitamente ancora un pasto per lui e per la sua gente, perch siccome non vorr perdere tempo per rifocillarsi in citt, il pranzo qui gli sar sommamente gradito. 10. Allora Marco chiama subito la moglie e le sue sei figlie fuori dalla capanna e dice loro di allestire subito un pranzo per il supremo governatore Cirenio, il cui arrivo imminente, nonch per la gente del suo seguito, circa una trentina di persone! 11. La donna guarda Marco tutta sbalordita e non comprende se egli dice sul serio oppure se sta scherzando. Marco per la manda subito in cucina e la donna si accinge al lavoro ordinatole. 12. Contemporaneamente Marco ordina ai suoi due figlioli di andare di vedetta dallaltra parte della collina e di avvertirlo immediatamente quando vedessero avvicinarsi una splendente comitiva che proviene dalla citt. I due giovanotti andarono solleciti girando intorno alla collina fino al punto da dove si poteva benissimo distinguere Cesarea di Filippo e subito scorsero una schiera splendente di gente che, abbandonata la strada maestra, stava appunto per imboccare lo stretto che in meno di un quarto dora li avrebbe rapidamente condotti alla dimora del nostro Marco. 13. Non appena i due giovani si furono persuasi della cosa, ritornarono correndo e, tutti ansimanti, la raccontarono al loro padre. 14. E Marco allora Mi domand: Signore e Maestro, bisogner forse che noi andiamo loro incontro secondo la deferenza cerimoniosa tipicamente romana? 15. Dico Io: Non occorre affatto! Chi dalla sua salvezza si sente spinto verso di Me, costui viene ugualmente, anche se non gli si va incontro! Cirenio forte nello spirito e non ha bisogno che gli si vada incontro. Soltanto laddove un debole nellanima e nel corpo si incamminato per la via che conduce a noi, allora s che dobbiamo andare ad incontrarlo, affinch non si stanchi a mezza via e non resti l a giacere e vada in perdizione.

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184. Capitolo Marco accoglie e saluta Cirenio. 1. Noi avevamo appena finito di parlare, quando gi udimmo un vocio venire da dietro la collinetta: era appunto Cirenio con tutto il suo seguito ed anche Giosoe, il ragazzo che Io avevo risuscitato da morte a Nazaret, nella tomba nuova di Giairo. Procedeva egli pure accanto a Cirenio, vestito molto bene alla foggia romana e montato su un cavallino da sella. 2. Cirenio, arrivato sullo spiazzo abbastanza vasto che si estendeva davanti alla capanna, domand ai due giovani se quella fosse la dimora del vecchio soldato Marco. 3. Ed i due giovani, figli di Marco, facendo un profondo inchino, risposero: S, o potente signore e dominatore!. 4. Ma allora anche Marco in persona si presenta a Cirenio e con la deferenza cerimoniosa abituale dei romani dice: Illustre signore e dominatore, nessuna cosa a questo mondo avrebbe potuto trattenermi dal rispondere al momento della tua preziosissima chiamata, se non che attualmente dimora presso di me un Ospite assieme ad alcuni Suoi discepoli. Egli deve essere certamente un Dio, perch per la sola potenza della Sua Volont fa cose che nessun mortale su questa Terra ha mai potuto fare. Ora vedi, non mi era possibile lasciare questo Ospite dai Cieli, tanto pi che Egli mi ha colmato di benefici ed oramai la mia capanna non pi povera, bens invece molto ricca, poich adesso posseggo circa cinquanta otri di vino eccellente, i miei cinque vivai rigurgitano di bellissimo pesce delle qualit pi pregiate; le mie dispense sono tutte colme dei migliori cibi ed ho anche in sovrabbondanza sale e legna per tutta la mia vita. Cosa potrei io, che sono ormai vecchio, cercare e desiderare di pi? Ma non io solo, bens anche i miei otto figli sono ben provveduti, perch oggi ho ricavato gi quattrocento denari, ci che per me significa molto e certamente potr guadagnarne ancora parecchie centinaia a quella stessa fonte alla quale ho attinto i quattrocento di oggi in maniera del tutto onesta 5. Dice Cirenio: Allora va tutto bene ed io sono certamente pi lieto di te di ritrovare uno dei miei pi vecchi compagni darmi tanto contento. Ma adesso conducimi dal tuo Ospite meraviglioso. La ragione principale per cui ho lasciato la citt e sono venuto qui da te va ricercata appunto in Lui, perch, da quanto mi ha riferito il messo, debbo ritenere che il tuo Ospite miracoloso altri non sia che il divino Ges da Nazaret, il Quale io non potr in eterno mai ringraziare abbastanza per gli immensi benefici che mi ha elargito tanto spiritualmente che materialmente. Conducimi dunque subito da Lui!. 6. Cirenio non aveva potuto scorgerMi appena arrivato, perch Io Mi trovavo con i discepoli ancora seduto alla mensa allestita allombra di un castagno molto grande e folto, i cui rami, carichi di fogliame, pendevano in qualche punto fino a terra. Marco dunque condusse subito Cirenio assieme a Giosoe da Me, sotto il castagno.
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7. E quando Cirenio Mi ebbe scorto, ne fu tanto commosso che la gioia nel vederMi gli fece salire le lacrime agli occhi ed egli esclam: Oh, il mio presentimento non mi ha ingannato! Sei Tu, sei Tu! Oh, come sono immensamente felice e beato che il Cielo mi abbia concesso ancora una volta la grazia indicibile di poter, dopo molti giorni trascorsi, vedere Te, che sei il mio Tutto, di parlarTi e di venire ribenedetto e vivificato per leternit dallalito della Tua bocca! O Signore, o mio Ges, che io amo veramente e fedelmente sopra ogni cosa, o Signore eterno di tutto il mondo e di tutti i Cieli! Quanto grande il mio debito verso di Te; in primo luogo, per ogni minuto di vita che Tu mi concedi, e poi per limmenso beneficio che grazie alla Tua imperscrutabile sapienza mi venne largito a Chis facendomi recuperare i denari delle imposte che erano stati rubati! Oh, Signore! Ogni giorno penso da quale tremendo imbarazzo mi tir fuori allora la Tua sapienza! E quando fra me e me ci penso, sempre gli occhi mi si riempiono di lacrime di gratitudine e devo adorarTi piangendo 8. Gli dico Io: Amico e fratello, vieni a prendere posto qui alla Mia destra e che anche il tuo seguito si sieda allaltra mensa che l sotto quel fico! Tra breve sar servito il pranzo che gi in anticipo Io ho fatto preparare per te ed i tuoi compagni, perch Io so che oggi vi siete ristorati poco. Ma come sta il Mio Giosoe? Ed egli va daccordo con langelo che di quando in quando viene a trovarlo?.

185. Capitolo Il metodo di insegnamento dellangelo. 1. Allora Giosoe, il cui aspetto gi pi consistente e robusto, Mi si presenta dinanzi e dice: Signore, Vita di ogni vita, la mia salute non lascia niente a desiderare ed io gusto cibo e bevande sempre ugualmente bene, per devo dire, relativamente allangelo il quale ogni tre giorni mi viene a far visita da Sichar per qualche istante, che veramente non sono molto contento, per la ragione che egli, qualunque cosa io gli dica, trova sempre qualcosa da ribattere! Io certo accolgo ben volentieri ogni insegnamento che sia nei limiti del buono, del vero e dellutile, ma se qualcuno mi dice oggi che una pera e ancora unaltra pera vicino fanno due pere, ma poi alla prossima occasione non ritiene pi valido il suo stesso ragionamento, quando sono io a volerlo ritorcere contro di lui, quando cio unaltra volta vuole darmi ad intendere che una pera pi unaltra pera ancora possono fare anche tre, quattro, cinque e addirittura un numero infinito di pere e che, in generale, uno pi uno non fanno solamente due, ma possono rappresentare spiritualmente qualsiasi altro numero, ne consegue poi che sempre devo arrabbiarmi un po e mi tocca ogni volta bisticciare col mio maestro ed educatore spirituale, perch per lui, alla prossima visita, non ha pi valore come unica verit ben stabilita quello che in
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una precedente visita mi aveva rappresentato come una solida verit. In poche parole egli viene talvolta fuori con cose che fanno rizzare i capelli in testa per essere accettate. E perci io vorrei pregare Te, o Signore di tutti i Cieli e di tutti i mondi, di suggerire al maestro spirituale di Sichar di procedere con me in maniera pi ragionevole, oppure di risparmiarmi le sue visite per lavvenire! 2. Dico Io: Oh, Mio caro Giosoe, vedi di sopportarlo cos com! Egli ti inizia nella vera sapienza dei Cieli, perch i calcoli degli spiriti hanno tutto un altro aspetto rispetto a quelli di questo mondo! Se Io volessi usare con te il linguaggio dei Cieli, tu non comprenderesti certamente nulla, ma ora Io Stesso, come uomo di carne e di sangue, parlo da uomo delle cose dello spirito con gli uomini, secondo i concetti di questa Terra ed ecco che gli uomini si scandalizzano perch non Mi comprendono e ci sono anche molti che non Mi vogliono comprendere! Il tuo maestro spirituale per, tutte le volte che ti insegna lo fa come veramente va fatto, ma i suoi insegnamenti cominceranno a riuscirti pi chiari su questa Terra quando sarai molto pi avanti con gli anni; in quanto a comprenderli interamente, questo ti sar possibile un giorno nellAldil, quando nessun turbamento salir pi dalla tua carne e dal tuo sangue ad offuscare la purezza della tua anima. Mi hai compreso? 3. Risponde Giosoe: Oh s, o Signore dellInfinito! Molto pi facilmente Io comprendo Te che il mio maestro spirituale! Ma quando mi viene a dire che alla fin fine ira e amore sono la stessa cosa, allora nella mia mente trovo tutto rovesciato e quello che in alto cade gi e viceversa; ugualmente succede quando sostiene che, tutto ben considerato, anche Cielo ed Inferno sono una cosa sola! Tutto ci lo comprenda chi vuole, perch per il mio intelletto resta sempre una evidentissima contraddizione! 4. Dico Io: Eppure anche qui langelo ha perfettamente ragione, ed proprio cos! A questo riguardo Io voglio citarti alcuni piccoli esempi, e tu poi vedrai sicuramente la cosa in una luce un po pi chiara. AscoltaMi dunque! 5. Considera un po il sole dinverno, quando in una giornata serena risplende, diffondendo un gradevolissimo tepore. Come ti ristora il suo raggio! Ma quando invece nei deserti dellAfrica lo stesso suo raggio infuoca laria e scende rovente sulla sabbia cos da cominciare a fonderla, ebbene, se tu dovessi percorrere in simili condizioni il deserto, la luce del sole diverrebbe per te un Inferno! Comprendi ci? 6. Risponde Giosoe: S, lo comprendo! 7. Ed Io proseguo: Bene, odiMi ancora. La notte che segue ad una giornata calda e affannosa certamente una grande amica e benefattrice della stanca umanit; lasciamo per che questa benefattrice duri una trentina di giorni di seguito e vedrai che gli uomini cominceranno a disperarsi e a maledirla, perch una notte che si protraesse per tanto tempo renderebbe la Terra tanto gelida che, alla fine, qualsiasi manifestazione della vita organica non sarebbe pi possibile! Ed ecco la grande benefattrice dellumanit convertita in un vero e proprio Inferno!
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8. E se durante una giornata di grande calore ti trovi a dover camminare e la sete comincia a tormentarti e tu arrivi ad una sorgente pura ed abbondante, ebbene, com celestiale e delizioso un sorso di quellacqua limpida! Ma pi sotto, nella valle, la stessa acqua si raccoglie in un bacino vasto e profondo cos da formarne un lago. Se tu vi cadessi dentro, troveresti inevitabilmente la morte! Vedi, dunque, la stessa acqua che sulla strada montana ti ha procurato una delizia celestiale, gi nel lago profondo ti uccider e diventer per te un temporaneo Inferno. 9. Cos pure tu bevi una tazza di buon vino e questo ti dar ristoro; per prova a bere un otre intero in una volta ed il vino ti uccider e di conseguenza diverr anchesso un Inferno! 10. Tu sali volentieri su unalta montagna ed allora lo spettacolo magnifico che si offre ai tuoi occhi rallegra il tuo cuore. Ma lascia che il monte ti cada addosso e che tu perda la vita, ed ecco che pure il monte sar diventato un Inferno! 11. Quando destate il vento spira dolcemente e ti accarezza dolcemente la faccia, come ti solleva e ristora tutto il tuo animo! Ma lasciamo che aumenti di forza e divenga uragano cos da sradicare gli alberi: ne avrai tu ancora ristoro? No certamente, anzi, dovrai darti alla fuga e cercare un riparo dove luragano non pu penetrare. E cos lo stesso vento di prima, se aumenta la sua forza, non pi una delizia per te, bens un vero Inferno! 12. Ne consegue che a ciascun uomo data in tutte le cose una certa misura, a seconda della sua costituzione naturale, capacit e forza. Se egli resta entro i limiti di questa misura, si trova perfettamente nellordine in cui Dio lo ha collocato e di conseguenza tutto quello che lo circonda per lui un Cielo, ma se invece in qualunque maniera oltrepassa i limiti di questordine e vuole caricare un mondo sulle sue deboli spalle, questo allora finir con lo schiacciarlo e con lessere un Inferno! 13. Dunque, una giusta misura in tutte le cose un Cielo tanto per gli uomini quanto per gli spiriti; leccedere invece nelle stesse cose, tanto per gli uomini come per gli spiriti, trasforma il Cielo stesso in un Inferno! Ebbene, ti chiara ora la cosa? 14. Risponde Giosoe: S, adesso comprendo benissimo e ne sono lieto davvero! Ma, allora, perch il mio maestro spirituale non segue il Tuo stesso metodo nellinsegnare, in modo che io possa subito comprendere come mi accade ora? 15. Dico Io: Anche questo ha di nuovo la sua savia ragione! Se il tuo maestro spirituale ti rendesse tutto evidente e chiarissimo di primo acchito, non giungeresti mai allindipendenza di pensiero ed infine a quella di decisione; ma, cos facendo, egli invece ti costringe a pensare ed a formulare decisioni da te stesso e questa gi la vera celestiale maniera di insegnare. Quando sar necessario e tu avrai raggiunto la debita maturit, allora il maestro spirituale sapr bene far seguire a ciascun insegnamento anche le pi limpide immagini integranti le dottrine stesse, ma conviene che prima tu divenga intensamente
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attivo nello spirito; altrimenti non arriveresti a concepire le ulteriori ed ancora pi profonde verit della sapienza celeste! Ed ora ti chiara la cosa? 16. Dice Giosoe: S, o Signore, soltanto ora comprendo interamente cosa devo pensare del mio maestro spirituale di Sichar e sento pure sorgere in me un grande amore per lui! 17. Dico Io: E questo amore ti suggerir anche gli esempi. Ma ecco che ora viene qualcosa che interessa il corpo. La moglie, i figli e le figlie di Marco sono gi qui con le braccia cariche di cibi e bevande. Mangiate adesso e bevete secondo il bisogno, affinch non abbiate n fame n sete, perch presso di Me non c bisogno che si soffra la fame e la sete, ma ciascuno sia invece corporalmente e spiritualmente saziato del tutto. 18. Cirenio e Giosoe sono ambedue benissimo disposti a tale riguardo e perci fanno vigorosamente onore alle vivande, mentre anche il seguito di Cirenio non si fa molto pregare e fa a gara per imitarne lesempio.

186. Capitolo Il dono di Cirenio a Marco. 1. A pasto finito Cirenio fa chiamare Marco e sua moglie, ringrazia il primo per il buon pranzo offertogli nonch per la sua cordiale ospitalit che non si smentisce mai, ed generoso di lodi anche con la donna per la sua abilit nellarte della cucina, perch cibi cos squisiti e ben preparati egli non li aveva ancora mai gustati, specialmente il pesce, il cui sapore prelibatissimo superava ogni altra cosa del genere. 2. E dopo aver dato espressione alla sua lode, Cirenio dice a Marco: Tu, o vecchio mio compagno darmi, guarda l quella mula bianca, sul suo dorso essa porta qualcosa che destinata a te e alla la tua famiglia; va e prendila. Tu hai sofferto abbastanza privazioni finora ed hai avuto la tua parte di tribolazioni e dangustie, ma a queste condizioni affatto invidiabili ora che venga posto termine. Tu troverai in due sacchetti tanto oro ed argento quanto ti basta per costruirti una migliore dimora e per comperare, accanto a questa, qualche campo e qualche prato, coltivando i quali potrai vivere benissimo assieme alla tua famiglia. Quello che eventualmente potrebbe avanzarti, tienilo come una buona riserva, perch fino a tanto che, secondo la Volont del Signore, dobbiamo vivere su questa Terra, bene che non ci manchino del tutto anche i mezzi per poter vivere. 3. Fino a tanto che non siamo di, dobbiamo lavorare e guadagnare il pane con il sudore della fronte. Chi in un modo, chi in un altro, ognuno per ha da lavorare abbastanza, perch non gli lecito starsene con le mani in mano. Ma chi, com il caso tuo, in vita sua ha gi faticato abbastanza, giusto che i suoi ultimi anni li trascorra con un po di maggiore comodit. Va dunque e prendi in consegna il piccolo dono e che il Signore te lo benedica!.
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4. Con le lacrime agli occhi Marco ringrazi Cirenio, e oltre a Cirenio soprattutto Me, perch egli pensava che, anche se il dono proveniva da Cirenio, tuttavia egli era pi che convinto che il movente di tutto fosse da ricercarsi in Me; per questo egli ringrazi Me in primo luogo! 5. Io per gli dissi: Prendi pure ci che ti viene offerto e fanne buon uso; ma non darci alcun particolare valore, perch, quanto misurato ogni dono terreno, altrettanto non misurata la vita terrena degli uomini! Oggi tu sei ancora padrone dei tuoi tesori e domani invece ti si domanda conto della tua anima! Cosa poi potrai dare tu per salvare la tua anima dalla morte eterna? 6. Per ognuno cerchi anzitutto il Regno di Dio e tutto il resto gli sar dato in aggiunta, a seconda dei suoi bisogni! 7. Ma quello che egli riceve, non lo riceve per accumularlo, ma per impiegarlo accortamente e con saggezza per il bene proprio ed anche del suo prossimo. Di veri poveri tu ne troverai in gran quantit: sia la loro angustia ragione di allegria per il tuo cuore, poich ora ti sono dati spiritualmente e materialmente i mezzi per lenire tale miseria e per rendere lieto il cuore dolente del fratello povero! 8. Vedi, da ogni cuore che tu avrai ristorato e rinvigorito nel Mio Nome, verr il giorno in cui per te germoglier un nuovo Cielo pieno di beatitudini innumerevoli e immense, ma gi su questa Terra avrai un conforto che nessuna felicit terrena potr mai darti ed in te sorger la vera pace, quella pace che il mondo non conosce, n mai ha conosciuto. Dunque va ora e prendi in consegna tutto ci che ti stato donato!. 9. Il vecchio allora and con i suoi due figli, prese i sacchetti ben grandi e pieni e li port in un luogo dove sarebbero stati ben conservati. E quando nuovamente comparve, rinnov i suoi ringraziamenti e Mi domand se ci sarebbe stato qualcosa da disporre per il pomeriggio. 10. Ed Io gli dissi: Fa preparare le tue barche e noi faremo una piccola gita sul mare, considerato che la giornata cos bella, tranquilla e senza vento. Oggi potrai gettare ancora una volta in mare la tua grande rete e farai una seconda retata che sar benedetta come la prima. 11. Marco allora ordina subito ai suoi figli ed alle figlie pi anziane di allestire per bene i battelli, come pure la grande rete e raccomanda loro inoltre di esaminare se il vivaio grande, circondato da una grande staccionata, sia ancora ben conservato e, caso mai vi riscontrasse qualche apertura, di chiuderla quanto possibile mediante sterpi e pietre! 12. Dicono i figli: Padre, quattro giorni fa abbiamo gi ispezionato tali cose e dovrebbe trovarsi dunque tutto ancora in perfettissimo ordine, poich non c stato cattivo tempo, ma pure noi andremo a vedere, per avere la certezza assoluta che non vi sia niente di guasto. Poi i figli si allontanarono, esaminarono tutto attentamente e furono presto di ritorno con la notizia che tutto si trovava ancora in buonissimo stato ed era senzaltro adoperabile. 13. Dico Io: Allora andiamo fuori e saliamo sulle barche, ciascuna delle quali pu portare benissimo dodici persone!. Detto questo, tutti si alzarono e Mi seguirono.
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187. Capitolo La compagnia in gita sul mare. 1. Giunti che fummo sulla riva, i figli di Marco spinsero subito davanti a noi il battello migliore e pi grande e noi vi salimmo su prendendo posto sulle panche gi disposte allo scopo. I due giovanotti poi diedero di piglio ai remi ed il nostro battello si allontan abbastanza rapidamente dalla riva. Sul Mio battello si trovavano vicino a Me Cirenio, il giovinetto Giosoe, il vecchio Marco, Pietro, Giovanni e Giacomo, mentre tutti gli altri discepoli ci seguivano sugli altri battelli e cos pure le altre persone del seguito di Cirenio. A bordo della nostra barca era per stata caricata la grande rete, bene piegata secondo tutte le regole. 2. E quando fummo arrivati a circa cinque tratti di campo dalla riva, Marco domand: Signore, ci dirai Tu dove dovremo gettare la rete 3. Ma Io gli dico: Questo lo far al momento opportuno, ma qui, non ancora n adesso. Non passata neppure mezzora da quando ci troviamo in mare, perci non conviene cos presto turbare la sua pace, n destare gli spiriti delle acque, che infine potrebbero darci delle noie; quando saremo pi verso occidente, pi vicini alla riva sicura, allora sar il momento di gettare la rete. Per ora non faremo che riposare come fa il mare stesso. Ma se qualcuno di voi vuole sapere qualcosa, gli lecito interpellarMi 4. Dice Cirenio: Quello che particolarmente mi colpisce in casa di Marco il constatare che le sue quattro figlie pi anziane sono altrettanto robuste al remo quanto i suoi due, si pu ben dirlo, figli erculei! Pure tu, Marco, avevi una volta una tempra un po atletica, ma i tuoi figli ti hanno superato di molto. 5. Dice Marco: Questo ben vero, per oggi la loro robustezza mi pare che abbia qualcosa di straordinario, perch i loro remi lavorano con tanta assiduit ed energia che la barca sembra scivolare sulla superficie dellacqua come spinta dal vento. Davvero con una simile velocit si potrebbe arrivare a Chis in mezza giornata o addirittura a Sibarah, mentre di solito si impiegano due giornate buone. In questa forma poi si raggiungerebbe Genezaret in due ore e Gesaira in quattro. 6. Se i miei vecchi occhi non mingannano, io scorgo gi lalta montagna che, vista da qui, copre a sinistra la citt di Genezaret. Essa appare certo ancora molto bluastra e perci ancora lontana, ma ci non conta ed ogni distanza, per quanto bluastra in apparenza, vinta dalla rapidit di questa marcia. Devo dire, per altro, che non posso fare a meno di ammirare sempre pi la resistenza e la forza dei miei due figli! Qui, o Signore, vi hai certo parte anche Tu, con la Tua onnipotente e santa Volont! 7. Dico Io: Caro Marco, amico Mio, con il Mio Volere Io, senza alcun dubbio, devo avere parte, e infinitamente multiforme anche, sempre e dappertutto quando c traccia di un qualche divenire, essere e conservare,
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dallimmensamente grande al minutissimo, altrimenti lo spazio sconfinato ben presto apparirebbe vuoto di ogni esistenza e cos ben possibile che ora la Mia Volont abbia Essa pure anche parte nellattivit dei tuoi figli 8. Intanto i tre discepoli, che si trovano con noi sullo stesso battello, osservano confidenzialmente fra di loro: Talvolta per stranissimo il contegno del nostro Signore e Maestro! Ci sono dei momenti in cui Egli parla assolutamente come lunico Signore del Cielo e della Terra e anche agisce come Tale, ma ci sono poi degli altri momenti in cui Egli appare come un semplice uomo e da Lui non traspare pi niente di divino! bens sempre ispirato ad una sapienza irraggiungibile tutto quello che Egli dice e fa, ma che in tempo assai vicini Egli debba lasciarsi maltrattare a morte dai farisei di Gerusalemme, nonostante tutta la Sua potenza e sapienza divine, questa una cosa che non si potrebbe affatto chiamare saggia! Quale vantaggio pu alla fine trarre lumanit da un simile maltrattamento? Essa finir con il venire indotta in errore e dir: Ecco il destino riservato al potente: quando trova un altro che ancora pi potente, ne resta vittima anche Lui! Egli, che risuscita i morti e che rimuove le montagne, dovrebbe pur essere in grado di annientare con una parola sola tutta la genia del Tempio! 9. Ai tempi di No tutta lumanit dovette perire, ad eccezione di No e della sua famiglia, eppure lumanit non era allora di gran lunga tanto cattiva, come in generale lo adesso. Se gli uomini sono adesso, generalmente parlando, cos tanto perfidi e maligni che di pi non si potrebbe difficilmente immaginare, perch Egli Stesso vuole farsi maltrattare da loro, invece di punirli pi aspramente ancora di quanto non sia accaduto ai tempi di Sodoma e di No? A dirla breve, lagire della Divinit in Lui assume, qualche volta, forme tali che si possono comprendere meno ancora di una cosa che non sia mai esistita!.

188. Capitolo Lapostolo Giovanni parla del divario tra concezione naturale e spirituale. 1. Dice Giovanni, che si era limitato ad ascoltare con grande attenzione la critica fatta da Simon Giuda: Considerando le cose dal punto di vista del mondo, io non posso certo obiettarti nulla, ma, osservate con gli occhi del cuore, esse hanno tutte un aspetto del tutto differente, perch la Sapienza divina non prende mai e poi mai norma da quella di un uomo, sia pure egli il pi saggio di tutti. 2. Puoi comprendere perch il suolo terrestre produca innumerevoli specie di piante e di arbusti che non danno alcun frutto o, se ne danno, il nostro intelletto non giunge a capire? Una uguale variet si riscontra nel regno animale. Dal minutissimo insettuccio al gigantesco leviatano che signoreggia sui i mari, dimmi, vedi tu lo scopo, facendo eccezione per i nostri pochi animali domestici?
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A che scopo possono servire le bestie feroci? Di che utilit possono essere per luomo gli orsi, i leoni, le tigri, le iene ed una quantit ancora di animali feroci che noi non conosciamo? Chi, o mio buon amico, in grado di esporti il motivo per cui gli animali hanno una conformazione cos varia? Che cosa ci stanno a fare tante stelle in cielo? Perch non splende ogni notte la luna? Che significa il suo continuo mutare di luce e qual il vero scopo dellesistenza della luna? Ecco, tutto ci e mille altre svariatissime cose noi non le comprendiamo e, se le consideriamo con un certo senso critico, appaiono al nostro intelletto come una pazzia, ma presso Dio, il Signore, ogni cosa ha sicuramente la sua ragione supremamente buona e di conseguenza ora che ci offerta la straordinaria occasione di vedere il Signore in Persona operare dinanzi a noi, non ci deve assolutamente meravigliare se non arriviamo a comprendere tutto quello che Egli fa e che ancora far in avvenire, poich evidentemente Egli avr, senza alcun dubbio, per ogni cosa la Sua eccellente ragione pi saggia in S e per S! Non condividi tu la mia opinione? 3. Risponde Simon Giuda: S, certamente hai ragione e non ti si pu ribattere assolutamente nulla di quanto hai detto. Nonostante ci resta pure eternamente vero che alluomo pensante pi di uno degli ordinamenti divini deve apparire cos come se qualcuno volesse convincerlo sul serio che due pesci e poi ancora una volta due pesci assieme fanno sette pesci! 4. Allora intervengo Io e dico: cos, o Simone! Laspetto della cosa proprio questo, ma ci che allintelletto umano appare impossibile, pu benissimo ancora essere possibile a Dio. Dunque, prendi la piccola rete che giace ai tuoi piedi e gettala in mare! (Simone esegue.) Adesso tirala fuori e dimMi quanti pesci si trovano dentro 5. Risponde Simone: Signore, esattamente quattro 6. Dico Io: Guarda bene e contali di nuovo, perch ce ne sono sette 7. Simone torna a contare di nuovo e trova che nella rete ci sono effettivamente sette pesci. Egli perci si meraviglia molto ed esclama: S, vero, a Dio sono possibili tutte le cose! 8. Ed Io gli osservo: Dunque in avvenire non chiacchierare di cose inutili, perch meglio tacere che non consumare il fiato in chiacchiere vane e senza alcun scopo! Vedi di comprendere bene questo Mio avvertimento, altrimenti non sarai per niente migliore di un cieco fariseo! 9. Dice Simon Giuda: Signore, Tu sai quanto io Ti amo, eppure quando dico qualcosa da solo, Tu mi rimproveri in maniera piuttosto amara riguardo a quello che ho detto, e poi trovo a mala pena il coraggio di chiederTi apertamente qualcosaltro! Io accolgo bens tutto da Te con il massimo amore e pazienza, eppure un certo piccolo, intimo e segreto senso di tristezza non posso vincerlo in me, perch vedo che proprio io solo sono preso di mira dalla Tua severit!. E detto ci si volge verso il mare e lo contempla con uno sguardo alquanto malinconico.
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10. Ma Giovanni gli va vicino e gli dice: Fratello mio, vedi, certo ti addolora la dolce ammonizione da parte del Signore, ma il Suo amore e la Sua sapienza sanno molto bene il perch ti hanno fatto cos e se tu volessi gettare uno sguardo ben profondo nel tuo cuore, potresti da te stesso scrutarne presto e facilmente il motivo! 11. Dice Simone: Ebbene, cosa potrebbe essere? Dimmelo tu! 12. Risponde Giovanni: Ecco, fratello mio, per quanto riguarda la conoscenza e la fede viva e incrollabile, tu sei fra noi evidentemente il pi forte e, secondo la testimonianza del Signore, una vera roccia; ma, daltro canto, hai dei momenti nei quali in te fa capolino un sentimento che lievemente somiglia alla presunzione. Ora, vedi, una simile presunzione ha una certa affinit abbastanza intima con quello che viene chiamato orgoglio e sar questo che probabilmente il Signore vorr eliminare dalla tua anima mediante qualche mortificazione. Io mi sono accorto della cosa gi in parecchie altre occasioni ed gi da lungo tempo che, mosso da vero e sincero amore fraterno, avrei voluto parlartene, ma non mi si mai presentato il momento veramente opportuno. E cos, considerato che una tale occasione oggi mi si offerta, ho riflettuto e mi sono deciso a dirti ci che gi da lungo tempo sentivo in maniera vivissima nel mio cuore. Tu certo vorrai accogliere le mie parole dal lato buono e amorevole, in corrispondenza al sentimento che le ha fatte sorgere in me e che mi ha indotto a dirtele, e spero che perci non me ne serberai rancore! 13. Dice Simon Giuda: S, s, anche in questo avrai del tutto pienamente ragione; solo per non comprendo perch Egli non faccia rilevare una cosa simile, almeno una volta, a quelli come noi, mentre per il resto Egli non affatto avaro di parole! Allora s sarebbe molto pi facile orientarsi in base a quello che perfettamente giusto secondo il Suo criterio puramente divino! 14. Dice Giovanni: Egli potrebbe sicuramente fare cos, ma tuttavia ora non lo fa; anche qui ci deve essere una buona ragione! 15. Io ho limpressione come se Egli volesse che ciascun uomo debba anzitutto ritrovarsi completamente in se stesso, prima che il Signore intervenga da ultimo presso di lui con la Sua mano perfezionatrice di ogni vita e prenda con la Sua luce dimora nel cuore umano. 16. Per questa ragione, che a me risulta chiara e verissima, il Signore anche non avverte mai direttamente nessuno degli errori che Egli scorge nella vita delluomo, bens soltanto indirettamente mediante certi scuotimenti danimo con i quali poi costringe lanima ad esaminarsi attentamente pi da vicino e a riconoscere dinanzi alla Sua luce i propri difetti, a liberarsi da questi e in tal modo a rientrare completamente nellOrdine del Signore. Questa, fratello mio, allincirca la mia modesta opinione e quasi quasi garantirei che la cosa stia proprio in questi termini! Che ne pensi tu? 17. Risponde Simone, un po pensoso: S, probabile che anche qui tu abbia ragione, perch veramente fra tutti noi sei quello che pi profondamente
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ed acutamente discerne lintenzione del Signore. bene che per lavvenire la tua parola mi sia in larga misura di norma. 18. Dopo ci Simone volge nuovamente verso di Me la sua faccia rasserenata e tacitamente Mi esprime la sua gratitudine per aver rivelato al suo cuore tali cose per mezzo del fratello Giovanni; Io per faccio cenno a Simone, poich ormai i figli di Marco hanno cominciato a stendere in mare la rete grande, di aiutarli nelle loro necessit mettendo a profitto la propria buona esperienza in materia. 19. E Simone subito vi si accinge con grandissima gioia, perch un Mio sguardo damore vale per Simone pi di tutti i tesori del mondo; e cos dovrebbe essere anche per tutti coloro che veramente intendono seguirMi e che vogliono con ci giungere alla vera vita eterna.

189. Capitolo Una nave militare si avvicina. La ricca pesca. 1. Mentre i figli di Marco, coadiuvati da Simone e da qualcun altro dei discepoli che si trovavano sul nostro battello, erano tutti occupati a gettare fuori la grande rete, una nave di gran mole, proveniente dalle parti di Genezaret, avanzava a forza di remi proprio verso di noi. Essa and sempre pi avvicinandosi e, quando non fu pi distante di molte bracciate, uno dei figli di Marco osserv che si trattava di una nave militare romana, sulla quale si trovavano molti soldati. 2. Dice Cirenio: Data la mia posizione nel mondo, sarebbe piuttosto spiacevole che i miei soldati mi trovassero, nei riguardi mondani, qui su questo battello davvero un po troppo meschino per un governatore generale! Se si potesse almeno evitare che mi vedano!. 3. Gli dico Io: Temi ci che veramente da temere; ma qui in verit puoi assolutamente bandire ogni timore, perch, vedi, quando il sole alto in cielo, egli appare molto pi piccolo di quando si trova vicino allorizzonte, e cos pure quando alto nessuno lo pu guardare, perch la sua luce intensa offende la vista; quando invece basso sullorizzonte, ciascuno guarda con animo lieto la madre del giorno che si annuncia o si congeda. 4. Per quanto questa nostra navicella fosse signorilmente adornata, ci non potrebbe per niente contribuire ad elevare la tua dignit. Tu sei quello che sei; indifferente se ti trovi sulla cima dellArarat oppure dentro la tana di una talpa, ma la vera stima accoppiata allamore ti sar dato di goderla, pi che in altro luogo, soltanto laddove gli uomini possono avvicinarti con maggiore facilit. Io ti dico ancora in aggiunta che questo incontro appunto ti sar di grande utilit, come avrai ben presto loccasione di convincertene. 5. A queste Mie parole Cirenio resta con lanimo sospeso e attende con ansiosa curiosit di vedere quello che la nave militare romana avrebbe portato
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di interessante, ma, siccome a causa del vento contrario molto ostacolata nella manovra di disporsi al nostro fianco, Cirenio pensa che forse sarebbe stato consigliabile andarle incontro. 6. Ma Io gli dico: Oh, niente affatto! Infatti comunque ci incontreremo abbastanza per tempo e non ti mancher loccasione di apprendere, secondo le circostanze tutto quello che pu interessarti. Per ora badiamo intanto tranquillamente alla pesca!. 7. Cirenio allora si diede pace e si mise ad osservare placidamente il lavoro dei pescatori, la cui grande rete, dopo essere stata distesa in mare, si era gi riempita di pesci cos grossi che fummo costretti a dirigerci verso terra. Quando, dopo mezzora, fummo giunti a riva e precisamente nel luogo dove si trovava il grande stagno, allora si poterono ammirare i pesci, che erano delle qualit pi grandi e prelibate e in quantit tale che tutti i Miei discepoli, Marco assieme a tutti i suoi figli e perfino i servitori di Cirenio ebbero un bel da fare per circa unora e mezza per togliere tutto il pesce dalla rete e deporlo nello stagno. 8. E quando loperazione fu condotta a termine, lo stagno brulicava di pesci, perch ce ne saranno stati oltre settemila pezzi ed il vivaio era cos pieno che altri mille non avrebbero potuto trovare posto. Il vecchio Marco poi era tanto contento che non sapeva come fare per dar sfogo alla propria gioia e dovette limitarsi a profondersi in ringraziamenti. 9. Ma Io gli dissi: Amico, la tua gratitudine grande per il beneficio che ti ho reso; per oggi ti riservato un altro dono ancora, in occasione dellapprodo qui della nave romana! Il dono certo non consister in pesce, n in oro od argento, bens unicamente nelle Mie parole, che ti appianeranno la via alla vita eterna. A quello che seguir vedete di far attenzione tu e tutta la tua casa e poi nella tua anima si sar fatta luce per ora e per leternit. Mi hai bene compreso?. 10. Risponde Marco: S, o Signore! Il mio cuore mi dice: O Marco, vecchio soldato arrugginito! Oggi la tua vita sar liberata dalla vecchia ruggine. Il tuo orecchio sentir una voce dai Cieli di Jehova e la tua anima percepir la vicinanza sublime della tua salvezza per leternit!. Perci anche fermamente spero di vivere oggi ancora momenti fra i pi meravigliosi.

190. Capitolo I nuovi ospiti. 1. I figli di Marco avevano appena finito di mettere ad asciugare la rete, sospingendola ai pali fissati a tale scopo presso la riva, quando la nave romana si trov anchessa gi vicina a terra, cos che si poteva parlare con la ciurma. Questa allora invit i figli di Marco ad accostarsi con qualche canotto per sbarcare i passeggeri, non potendo la nave avvicinarsi del tutto alla riva a causa
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del suo pescaggio troppo grande. I due giovanotti fecero subito come era stato loro chiesto e la meraviglia dei Miei discepoli non fu poca quando, tra i molti soldati romani ed altre persone borghesi che scendevano a terra, scorsero anche il comandante Giulio ed infine pure Ebal assieme a Giara. 2. Oltre ai passeggeri per la nave aveva anche trasportato cinque terribili ladroni che erano stati catturati mentre infestavano i pressi tra la Giudea e la Samaria e che avevano gi commesso parecchi assassinii. Essi erano camuffati da rabbini ed avevano un aspetto molto pacifico, ma tuttavia nel cuore di ciascuno di essi dimorava unintera legione di demoni fra i pi maligni, che obbligavano quei cinque ladroni a depredare i viandanti nella maniera pi spietata di questo mondo e poi ad ammazzarli senza misericordia, per non venire denunciati. Ora, tali atti di brigantaggio trovavano in segreto il consenso dei farisei, perch con ci in moltissime localit veniva quasi reso del tutto impossibile qualsiasi contatto fra i giudei e gli eretici samaritani. Queste circostanze erano note anche ai romani, che tanto pi erano accaniti contro simili ladroni e, quando delinquenti di questa specie cadevano nelle loro mani, veniva loro riservata una sorte spaventosa, che si concretava sempre nella morte fra i pi atroci tormenti. 3. Poi, accanto ai menzionati cinque briganti, si trovavano pure alcuni delinquenti politici i quali, sempre per iniziativa segreta del Tempio, giravano dappertutto facendo propaganda contro i romani; tutta questa gente doveva essere trasportata a Sidone. 4. Ma per quanto Mi riguarda Mi tenni un po nascosto, affinch cos Ebal, Giara e Giulio non se ne accorgessero subito, perci comandai ai familiari di Marco e allo stesso Cirenio di non rivelare subito la Mia presenza, poich a bordo si trovavano alcuni farisei che erano stati inviati fuori da Gerusalemme a causa Mia, quantunque apertamente dinanzi al mondo giustificassero con altri motivi il loro viaggio. 5. Cirenio accolse Giulio con grandissima cortesia, ci che riemp il comandante Giulio della pi lieta meraviglia, poich anzitutto non aveva affatto sospettato la presenza in quel luogo della suprema autorit di tutta lAsia e, in secondo luogo, perch il comportamento di Cirenio verso i suoi subordinati era sempre molto severo, quantunque fosse in pari tempo estremamente giusto. 6. Cirenio intrattenne immediatamente Giulio riguardo ai malfattori e gli domand se avesse gi pronunciato qualche sentenza nei loro confronti. Bisogna qui notare che presso i romani una sentenza, una volta emanata, diventava inesorabilmente esecutiva; non cera che limperatore soltanto che avrebbe potuto revocarla. Ma in questo caso appunto Giulio non aveva pronunciato ancora nessuna sentenza, perch aveva voluto che nei riguardi di quei criminali la procedura si svolgesse a Sidone, per opera dello stesso supremo governatore Cirenio; perci, dopo aver esposto le malefatte che erano a carico dei cinque briganti e degli altri delinquenti politici, preg Cirenio di voler pronunciare immediatamente una sentenza secondo giustizia.
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7. Cirenio allora dice a Giulio: Tu hai agito molto bene e saviamente non pronunciando ancora un giudizio contro questi malfattori! Per nemmeno io lo far per ora, perch ormai qui vicino a noi si trova Uno che ancora pi grande e pi potente e noi lasceremo pronunciare a Lui il verdetto di questa causa. D quindi ordine che i malfattori vengano rigorosamente sorvegliati fino a che giunga il Potentissimo e Sapientissimo! 8. Chiede Giulio: O supremo reggitore di tutta lAsia! Si trova forse su questo suolo limperatore in persona? 9. Risponde Cirenio: Oh no, mio caro Giulio, per si trova Uno che ha il dominio su tutti i regni ed imperi della Terra, dunque anche sul figlio in coronato di Augusto, mio fratello. Egli Giove in tutta la Sua divina potenza scesa dai cieli fra di noi mortali, le Sue parole sono opere e la Sua Volont azione compiuta!. 10. Cirenio per andava cos parlando di Me a Giulio in lingua romana, perch aveva cura di non renderMi manifesto, dato che non sospettava che Giulio potesse anchegli conoscerMi. 11. E Giulio disse: Illustre governatore! Noi ora viviamo in un tempo di miracoli e bisogna arguirne che gli dei debbano avere un compiacimento grande nei mortali, poich anchio, pochi giorni fa, ebbi la pi strana occasione di questo mondo, cio quella di conoscere un Uomo, al Quale per essere Giove non sarebbero mancati che qualche migliaio di fulmini stretti in pugno! Un anno sarebbe troppo breve per narrarti tutto ci che questUomo, evidentemente un Giove, ha compiuto da me a Genezaret e specialmente in casa dellonesto albergatore Ebal!. 12. Cirenio pot celare a stento la propria meraviglia e si trov alquanto imbarazzato, non sapendo l per l cosa dire a Giulio o cosa domandargli ancora, perch dal racconto fattogli si era accorto immediatamente che si trattava di Me. Ma egli non voleva turbare Giulio nella sua fede, e nella stessa situazione si trovava Giulio perch questi pure aveva avuto il medesimo pensiero quando Cirenio gli ebbe parlato dellonnipotente Giove. 13. Nessuno dei due, per, riteneva che laltro fosse un romano convertito e cos avvenne che ambedue continuarono ad ingannarsi, finch non comparvi Io Stesso in scena, risolvendo cos i reciproci dubbi; per fare ci Io indugiai per una buona ora.

191. Capitolo Sul metodo di insegnamento degli angeli e delle scuole del mondo. 1. Anche Ebal e Giara confermarono quanto Giulio aveva narrato e dissero che avevano intrapreso il viaggio verso Sidone appunto per aver possibilmente loccasione di incontrarsi ancora una volta con quello straordinario Uomo miracoloso, che particolarmente la figlioletta si struggeva dalla brama di
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rivedere. Cirenio in apparenza si meravigli molto che la fanciulla, che aveva forse appena tredici o quattordici anni fosse tanto innamorata, tanto pi che egli vedeva gi starsene sempre al suo fianco un giovinetto meravigliosamente bello e gentile. Gli sembrava, di conseguenza, stranissimo che una fanciulla tanto graziosa, trovandosi vicina ad un giovinetto cos idealmente bello, potesse ancora essere tanto perdutamente innamorata di un Uomo gi abbastanza adulto come doveva essere quel certo Giove-uomo. 2. Chi dalla narrazione dei fatti accaduti in precedenza a Genezaret conosce bene il carattere di Giara, pu facilmente immaginare che appunto Giara non volle restare debitrice di una buona risposta, e cos parl a Cirenio: Illustre signore e dominatore! Oh, come puoi rinnegare Colui dinanzi a noi e come puoi metterLo nel rango delle divinit morte di Roma a causa di una meschina ragione politica? Eppure da ciascuna parte del Suo essere si irradiano dappertutto e sotto ogni forma veemente la Sua luce divina e la Sua grazia! 3. Ecco, io sento la Sua vicinanza, e tu pure la senti come me e tuttavia in certo modo Lo rinneghi! Oh, questo da parte tua non molto lodevole, come pure da parte di Giulio non molto lodevole aver anchegli rinnegato sotto certi rispetti, dinanzi a te, o illustre signore, il Santissimo ed il Giustissimo! 4. Del resto, poi, ancora meno lodevole da parte tua imputarmi di essere in certo qual modo volgarmente innamorata di Lui, mentre invece io Lo amo soltanto cos come ciascuno dovrebbe amarLo, cio quale mio Creatore, quale mio Dio e Signore ed in cuor mio Lo adoro con tutto il fervore e la purezza possibili ad un cuore di fanciulla mortale. Ma allora, come posso essere presa da volgare amore per Lui? Domanda qui a questo mio maestro che mi accompagna, ed egli sar in grado di spiegarti la cosa meglio di tutti i savi del mondo e di tutti gli eroi dogni regno della Terra, eccezion fatta per Colui che sto cercando qui. Interroga pure questo giovinetto ed egli ti dar una completa e perfetta risposta 5. Cirenio allora avrebbe voluto rivolgersi al giovinetto, ma Giosoe glielo imped, dicendogli sottovoce: Non timpegnare in discussioni con questo giovane, poich egli pure un essere come quello che di quando in quando viene a trovarmi! Le creature di questo genere non possono tollerare niente di impuro, quindi neanche una domanda sconveniente; la vita e il loro essere non sono altro che fiamma e luce di Dio! 6. Allora Cirenio si volge ad Ebal e gli dice: Questa tua figlia e tu sei un ebreo; deve dunque meravigliare che in lei si trovi celata tanta profonda sapienza! Certo non possibile che essa abbia imparato tutto ci in pochi giorni dal Maestro dei maestri n, meno ancora, da questo giovinetto, poich questa specie di insegnanti, quantunque ci avvenga molto raramente a questo mondo, non fanno, riguardo allinsegnamento proprio, progressi grandi con noi uomini mortali. Questa cosa la so per lesperienza fatta da mio figlio Giosoe, che in realt non ho generato io, ma che ho accolto per sempre presso di me quale figlio. Anche lui talvolta riceve le visite di un rabbi di questo genere, ma quando
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ben hanno discusso per qualche tempo, io non riesco infine mai a comprendere chi veramente abbia ragione, perch, pur restando spesso di opinione molto differente, finiscono poi moltissime volte con laver ragione tutti e due! Tutta listruzione si riduce in fondo ad una competizione di sapienza, dalla quale, alla resa dei conti, ambedue le parti risultano vincitrici. 7. Il mio Giosoe si accalora molto spesso tanto contro il suo mistico maestro, che quasi pare voglia mandarlo via, ma il maestro fa finta di niente e continua a sostenere quello che a noi risulta, non di rado, come una evidentissima assurdit. Soltanto alla fine del dibattito egli lascia trasparire un po di luce e cos io penso che un simile metodo lo user anche il bel rabbi con tua figlia! 8. Dice Ebal: S, s, o illustre signore, perfettamente come tu dici. Io, per mio conto, confesso che non posso mai farmi unidea ben chiara su chi infine abbia del tutto ragione; il pi delle volte la questione resta indecisa. Non si pu mai parlare di un insegnamento veramente positivo; il maestro spirituale cerca in tutti i modi di provocare uno scompiglio nelle idee dellallievo e questi deve poi da se stesso ordinarle il meglio che pu. Non c nemmeno da pensare ad aiuti o suggerimenti e perci alla fine la cosa resta sempre in qualche punto indecisa. Se poi lallievo vuole proprio eliminare tutte le obiezioni del suo rabbi, bisogna che le ribatta con argomentazioni contrarie tanto solide e valide da mettere il rabbi alle strette, cos che non possa muoversi n a destra n a sinistra e questa poi la prova che lallievo ha completamente ragione, ma, senza le dimostrazioni contrarie ben solide e valide di cui ho detto prima, lallievo ha sempre torto, anche malgrado le sue pi giustificate asserzioni. Oh, la mia Giara ha gi messo qualche volta il suo rabbi terribilmente con le spalle al muro ed infine egli stesso si sarebbe a mala pena raccapezzato, se la fanciulla non lo avesse aiutato a rimettersi in carreggiata come egli stesso ebbe a confessare. 9. In verit, il metodo di insegnamento propriamente celeste talvolta quanto mai strano. Di solito lallievo che insegna al maestro, e questultimo sempre molto soddisfatto quando ha imparato qualcosa dal suo discepolo. Ma la cosa si svolge tutte le volte in unatmosfera di amorevolezza veramente celestiale e quando c scuola io vi assisto molto volentieri, perch l si pu imparare in unora pi di quanto si possa imparare da un rabbi di questo mondo in un anno. 10. Con un rabbi di questo mondo lallievo e resta sempre materialmente e spiritualmente uno schiavo del maestro, perch egli non pu imparare altro allinfuori di ci che pu e sa lo stesso maestro, non di rado fisicamente storpio e pi ancora spiritualmente. Che ci sia vero o falso, lallievo, a scanso di una severa punizione, non deve curarsene. Che cosa importano ad un simile paffuto rabbi di questo mondo le eventuali disposizioni spirituali interiori che il suo allievo pu avere? La conclusione sempre quella: Uccellino mangia questo, oppure morrai di fame!. A dirla breve, il modo di insegnare del nostro tempo si pu paragonare ad un elmo che sta bene su tutte le teste o ad un letto
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dove uomini di qualunque statura devono poter riposare comodamente! Resterebbe da vedere che faccia farebbe il gigante Golia quando gli si assegnasse una culla per bambini per dormirvi dentro! 11. Io non di rado ho visto dei ragazzi che gi nella loro pi tenera et manifestavano colossali capacit dello spirito. Che cosa non si avrebbe potuto fare di loro, se fossero stati educati conformemente alle loro inclinazioni? Invece si insegn loro, come si fa con i deboli, ad intrecciare panieri e si lasci che lo spirito intristisse! Ora io ritengo che questo sia un grave torto! Infatti quanti servizi non avrebbe potuto rendere allumanit uno spirito cos, qualora si fosse sviluppato nella sua specie! E cosa fa di utile, invece, nel suo stato di atrofia spirituale? Egli continua ad intrecciare panieri e termina forse con il pescare pesci e raccogliere conchiglie! 12. Ma appunto qui si pu rilevare la differenza enorme fra il metodo di insegnamento di un rabbi di questo mondo, vano e per lo pi sciocco e quello dei rabbi celesti che per concessione meravigliosa si trovano ora con noi. Questi educano lo spirito liberamente e lo aiutano a muoversi da solo destandolo mediante ogni tipo di domande in quel modo ed in quel campo che appunto affine allo spirito umano che vogliono destare. I rabbi di questo mondo invece non cercano che di opprimere ed uccidere lo spirito e tutta la loro opera si concreta nelleducare lo sterco nello sterco e intorno allo sterco! Dimmi tu, o illustre governatore di tutta lAsia, se io ho ragione o torto! 13. Risponde Cirenio: Tu hai perfettamente ragione, mio stimatissimo Ebal. Questa gi da lungo tempo anche la mia opinione. Ma che cosa si fatto finora per ovviare a questo inconveniente? Io lo dico apertamente: Nulla, nulla affatto!. Infatti a noi stessi finora mancata una base sana; da dove dunque avrebbero potuto prenderla i rabbi di questo mondo? Questi poveri diavoli non possono insegnare a tutti i fanciulli altro allinfuori di ci che, in un certo modo, essi stessi hanno imparato prima da noi e perci sono necessariamente delle cieche guide di ciechi! 14. Noi per abbiamo imparato ora da quel noto Uno a conoscere la grande e santa Verit ed ora possiamo benissimo distinguere la luce dalle tenebre, ma fino a che la luce che noi godiamo verr resa nota a tutti gli uomini di questa Terra, pi di un paniere ancora sar bene che venga intrecciato da qualche spirito gigante! Dimmi un po, cosa ne sar della tua amabilissima figlioletta? Essa pure in verit uno spirito gigante e per di pi viene educata da un rabbi del Cielo. Dove si trover al suo vero posto? Come donna di casa appena da crederlo!. 15. Risponde Ebal: O illustre dominatore! Consideriamo le nostre scuole femminili! Come sono esse rappresentate? In verit, o Signore, in un modo che unassoluta vergogna per lumanit! E perci io sono dellopinione che una buona scuola per fanciulle sarebbe quanto mai da desiderare. Infatti una madre, per quel qualcosa che si pu sviluppare soltanto in una fanciulla, pur sempre la prima e migliore maestra dei bambini; se essa ha lo spirito, il cuore
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e la testa al loro posto, come si suol dire, allora anche i loro figli certamente non edificheranno le case sulla rena del mare e potranno difficilmente venir indotti in errore. Ma se invece le madri, come purtroppo accade adesso molto di frequente, sono spesso pi sciocche di un lombrico, c davvero assai poco od affatto niente da aspettarsi dalleducazione materna! Dimmi, o illustre Signore, se anche qui ho ragione o no?.

192. Capitolo Sui diritti delle decime e dei tributi del Tempio. 1. Dice Cirenio: Hai perfettamente ragione anche a questo riguardo; ma io ormai riconosco in te una persona molto onesta e saggia e trovo opportuno conferirti una qualche carica con molti poteri! 2. Dice Ebal: Sar una cosa difficile da realizzare, perch io sono ancora sempre un giudeo al quale, da parte del Tempio severamente proibito accettare uffici o dignit conferite da Roma! 3. Dice Cirenio: Ebbene, cosa diresti se io ti facessi cittadino romano? Una volta che tu lo fossi, potresti accettare qualsiasi carica onorifica da Roma e noi sapremmo mettere freni al Tempio in maniera del tutto particolare, qualunque cosa volesse intraprendere in contrario! Dunque, se tu vuoi, diventa immediatamente cittadino romano! 4. Risponde Ebal: Oh eccelso dominatore! Io non accetto la tua proposta per la considerazione o lalta dignit di cittadino romano, ma soltanto per amore della libert di cui pu godere ogni onesto cittadino di Roma. Io nel mio cuore rester bens per sempre un ebreo, perch non si pu contrastare in s la convinzione viva che lantico genuino Giudaismo sia pervenuto agli uomini se non che dai Cieli e che in esso soltanto da cercare e si pu trovare la salvezza, ma per quanto concerne il mondo esteriore, anchio sar romano come pu esserlo uno che sia nato nel mezzo di Roma da una irreprensibile romana 5. Dice Cirenio: Sta bene, tu riceverai subito dalle mie mani, su pergamena, la rispettiva lettera, per sempre valida, con cui ti verranno conferiti tutti i diritti spettanti ad un cittadino di Roma. Quando poi esibirai questo documento alla gente del Tempio, sarai senza alcun dubbio lasciato in completa pace e cos sarai messo in grado di giovare allumanit molto di pi di quanto tu lo abbia potuto fare finora. Dunque cos voglio, e cos sia!. 6. Dopodich Cirenio fece un cenno al suo segretario privato, il quale subito port la lettera. Cirenio vi appose la propria firma e consegn il documento ad Ebal. 7. Questi, molto commosso per laffabilit del supremo governatore, ringrazi Cirenio di tutto cuore e cos concluse il suo discorso di ringraziamento: In verit, un simile onore io non me lo sarei mai aspettato qui, vicino
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alla citt di Cesarea! Questo documento, per quanto dipende da me, dovr servire a raggiungere gli scopi migliori a vantaggio dellumanit e ci tanto pi in quanto con esso mi viene accordata la facolt e lautorizzazione imperiale di conferire a mia volta la cittadinanza romana a qualsiasi onesto e leale giudeo come me, con tutti i diritti ed i vantaggi che ne derivano. Certo, bisogner che il nostro territorio conti ben presto un buon numero di cittadini romani e che i congedi dei farisei da queste regioni si accrescano come fa lerba a primavera! Oh, sar una cosa magnifica! 8. Dice allora il vecchio Marco, che gli sta vicino: Fratello mio, tu hai bens ragione di rallegrarti, perch grande cosa essere cittadino di Roma, ma io sono tale fin dalla mia nascita e nonostante ci devo, come gli ebrei, pagare annualmente un certo tributo ai loschi sacerdoti del Tempio. Dagli ebrei essi non prendono che la decima; da noi romani, in virt di un certo diritto carpito alla corte di Roma, essi percepiscono invece il tributo ed necessario sapersi destreggiare con loro, se si vuole ritornare a pagare la vecchia decima invece del duro tributo. Ora questo obbligo del tributo da parte di cittadini romani al Tempio che lo Stato dovrebbe abolire senza esitazione, perch in primo luogo il contributo troppo aspro e secondariamente contribuisce ad aumentare la potenza del Tempio. Ora, tutte e due le cose non sono buone. 9. Tra i malfattori che attualmente vengono condotti a Sidone, si trovano di nuovo appunto anche dei sobillatori, che senza dubbio sono stati assoldati dal Tempio per fare il loro bel mestiere! bens vero che lobbligo al tributo sussiste come un carico straordinario soltanto in alcuni principati di Canaan e che il Tempio deve far valere i suoi diritti solamente laddove appaiono ancora mantenuti in vigore da Roma, ma i Templari non se ne accontentano, commettono abusi mediante documenti falsi che essi esibiscono per genuini e buoni provenienti da Roma e costringono cos i cittadini romani a venire con loro a patti almeno sulla decima. Non pi tardi di questa mattina io ho dovuto fornire loro la decima della pesca, altrimenti mi avrebbero fatto certamente tutte le difficolt immaginabili. 10. La mia opinione sarebbe dunque la seguente: si dovrebbe al pi presto revocare tutte le concessioni fatte da Roma al Tempio, senza eccezione di sorta; in caso diverso Roma corre il pericolo di dover ben presto fronteggiare in Asia uninsurrezione dietro laltra e prima che siano trascorse quaranta estati avr lonore molto spiacevole di dover conquistare per la seconda volta Canaan e tutto il resto dellAsia, dal principio alla fine! Cos la penso io e tengo molto alla mia opinione, perch conosco esattamente le condizioni del Tempio e perci le detesto profondamente. 11. Dice Cirenio: Anche per questa scure si dovr ben trovare un manico adatto, ma se i Templari dovessero azzardarsi ad esigere anche da queste parti il tributo per tirarne fuori la loro vecchia decima, non mancheremo di intimare senza ritardo lalto l al Tempio, poich qui si tratta di nuovo di un atto arbitrario da parte dei Templari, che col tempo potrebbe avere davvero le peggiori conseguenze per Roma.
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12. (Volgendosi poi al comandante Giulio): E tu gi oggi riceverai alcuni pezzi bianchi di rotolo, muniti della mia firma, dove, secondo il tuo buon discernimento, redigerai alcune brevi frasi per il Tempio! Mi comprendi bene?. 13. Risponde Giulio: Sarebbe tutto bello e giusto se il tetrarcato di Giudea non fosse stato appaltato al vorace Erode quasi con tutti i diritti del reggente, oltre a ci a Gerusalemme risiede il pigro prefetto Ponzio Pilato, il quale soddisfatto solamente quando gli uomini gli lasciano la sua quiete e la sua pace. Da lui dunque non c da sperare molto. Ma c ancora unaltra circostanza fatale che va molto ben considerata. Tu prescrivi al Tempio mille leggi severe ed esso sguscer tra una e laltra come un proteo. Ora io domando che cosa si potr fare poi. 14. Procedere contro il Tempio usando troppo apertamente la forza, sarebbe quanto mai rischioso, perch il popolo ci tiene ancora e specialmente nella Giudea, dove considerano i sacerdoti altrettanti semidei ed intermediari fra il loro Dio e gli uomini. Dunque, qualunque atto di violenza evidente contro il Tempio avrebbe come conseguenza immediata linsurrezione pi feroce in tutta la Giudea, perci necessaria la massima prudenza, volendo intraprendere proprio sul serio qualcosa contro il Tempio! 15. Certo, le cose sono diverse qui in Galilea e particolarmente a Genezaret, dove vige continuamente lo stato d eccezione e dove il popolo gi molto sveglio; qui certo si pu con molta efficacia tenere a freno la nera marmaglia, ma nella Giudea non si pu assolutamente fare altrettanto. Dunque bisogna concludere che se si vogliono prendere delle misure contro il Tempio, si deve prima tenere consiglio. 16. Il Tempio ha saputo ottenere da Roma, per vie traverse, ogni specie di privilegi che noi dobbiamo rispettare finch abbiamo la fortuna e lonore di essere romani! Ma stando le cose in questi termini, poco o niente mi serviranno le CHARTAE ALBAE (documenti bianchi, cio ancora da scrivere). Ma per quanto riguarda il mio distretto, sono io stesso che fungo a sufficienza da Carta alba! Del resto qualcuna pu sempre riuscire utile. 17. A Genezaret e nei suoi dintorni abbastanza estesi ho dunque gi calmato nei Templari la smania dei contributi e delle decime, in modo che sicuramente essi hanno per sempre messo un freno alla loro avidit e, se sono bene informato, altrettanto gi da lungo tempo ha fatto il nostro onesto centurione Cornelio a Cafarnao, cosicch la Galilea, ad eccezione di qualche angheria erodiana, discretamente libera dalle vessazioni del Tempio, ma per molto tempo ancora non sar possibile arrivare a questi risultati nella potente Giudea. Questa allincirca la mia idea. Tu, per, o illustre Governatore, puoi comandare secondo i tuoi criteri ed io sar sempre il tuo servitore obbediente e premuroso!.

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193. Capitolo Il trattamento dei malfattori e degli ossessi. 1. Cirenio ebbe allora parole di lode per Giulio, per giustamente e saviamente osserv: Mio carissimo Giulio, tu sai che io faccio molto conto su di te e che mi sempre piaciuta la tua chiara e retta intelligenza, per quello che hai detto adesso non mi pare che sia proprio farina del tuo sacco e credo che ai concetti che hai espresso ora non debba essere estraneo quel certo Uno del Quale si fatto menzione prima! 2. Dice Giulio: Oh, certo, perch la verit non si trova nel fuoco, bens solamente nella sua mite luce, infatti, da quando Lo conosco, sono divenuto anche molto pi mansueto ed amorevole. Oh, se potessi almeno ancora una volta in vita mia incontrarMi con Lui in qualche luogo! 3. E Giara, la quale era rimasta l vicino e faceva attenzione a tutto, esclam anchessa: Oh, questo anche il mio solo ed unico desiderio! 4. Mentre il gruppo era cos infervorato in questa conversazione, Io giunsi inosservato e Mi posi dietro a Giulio. Soltanto Cirenio Mi scorse e ad un Mio cenno disse rivolto a Giulio: Oh guarda, dietro a te c Qualcuno che pare voglia parlarti!. 5. Giulio si volta sollecito e ritrovandoMi l viene quasi meno dalla gioia, mentre Giara, con un grido di rapimento supremo, si precipita sul Mio petto restandovi quasi esanime, ed Io dovetti lasciarla cos riposare per una mezzora, fino a che si riebbe dal suo estatico stordimento. 6. Ma siccome il giorno cominciava rapidamente a declinare, Io dissi al vecchio Marco: Tu avrai nuovamente cura che ci venga preparata una buona cena; fa che non manchino pane, pesce e vino! 7. Dice Marco: Signore, e cosa ne faremo dei malfattori, che, legati ai pali vicino alla riva e sorvegliati dai soldati, sono probabilmente in attesa della sentenza fra mortali angosce? 8. Dico Io: Bisogna che quelli oggi siano lasciati languire sette volte, a causa dei molti spiriti maligni da cui sono posseduti ed bene che nessuno dia loro n da mangiare n da bere, altrimenti non sarebbe possibile guarirli. Tu Giulio, fratello Mio, pronuncia dinanzi a loro la sentenza secondo la quale, nella giornata di domani, saranno messi a morte tormentosa sul rogo a fuoco lento, mentre domani verr fatta loro la grazia ed Io vedr se sar il caso di ridonare loro la libert. Limmenso terrore da cui saranno presi ammorbidir i loro pessimi inquilini e questi, man mano cominceranno ad allontanarsi. Badate per di legarli molto solidamente ai pali, altrimenti vi daranno molto da fare. 9. I sette sobillatori politici, non essendo imputabili di mancanze assai gravi, siano trattati meno aspramente. Annunciate loro la condanna alla fustigazione e poi sia dato loro un po di pane ed un po dacqua. Domattina poi si vedr se sar il caso di condonare la pena o no!.
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10. Dopo queste Mie parole Cirenio disse a Giulio: Dunque va, rompi la verga secondo la prescrizione ed annuncia loro quello che devono attendersi per domani!. 11. Giulio allora si alza subito e se ne va con alcuni sottufficiali verso la spiaggia, che era distante cinquecento passi dalla capanna di Marco. Giunto sul posto dove i malfattori si trovavano saldamente legati ai pali vicino alla riva, egli ordina ai soldati di rinforzare ancora di pi i legami da cui erano avvinti. E solo quando i soldati ebbero eseguito lordine, utilizzando altre corde e catene, Giulio annunci ai cinque briganti la condanna cui avrebbero dovuto sottostare il giorno seguente! Cos pure notific la loro sentenza ai sette delinquenti politici. 12. Ma quando i primi cinque briganti e assassini ebbero udito la terribile sentenza a loro carico, cominciarono a tremare, ad urlare disperatamente e gridarono supplicando di ucciderli in quel momento, perch non avrebbero potuto sopportare un tal genere di morte cos orribile! Cos pure i sette si misero ad urlare, invocando grazia e misericordia. Per Giulio si allontan rapidamente senza dare ascolto alle spaventose urla n dei cinque briganti n degli altri sette delinquenti. 13. Quando Giulio nuovamente giunto presso di noi dice: Questa davvero non una cosa da poco! Tutte quelle urla, quegli scuotimenti, le facce contratte dalla disperazione davanti alle quali ogni bestia anche feroce dovrebbe inorridire! Mah, sono lieto di non essere pi vicino a loro! Sembrer incredibile, ma la testa di Medusa non pu avere un aspetto pi terrificante. Sono sul serio molto curioso di vedere che fisionomia avranno domani quei figuri 14. Dissi Io a Giulio: Vedi, questa opera dei maligni spiriti che sono in loro; essi a mala pena potranno reggere alla tremenda angoscia fino a domani e, come ho detto prima, in grandissima parte si congederanno e noi domani avremo un semplice compito nel redimere facilmente quegli uomini 15. Domanda Cirenio: Ma che cosa bisogner fare di loro dopo? Potremo lasciarli del tutto in libert o dovremo invece tenerli ancora qualche tempo sotto sorveglianza? 16. Ed Io dico: Senza alcun dubbio sar necessario custodirli ancora, perch senza un ammaestramento, assolutamente necessario e adeguato, non possono in nessun caso venir messi in piena libert, neppure i sette, poich nessuno si libera dal peccato con quella rapidit con cui vi cade. Per i cinque a mala pena baster un anno intero e per i sette mezzo anno circa. Ed ora vogliamo attendere in pace ed allegria che ci venga portata la cena. 194. Capitolo Il saggio discorso di Giara. 1. Dopo ci interviene il vecchio Marco e dice: Signore e Maestro di tutti i maestri del mondo! Tu mi dicesti prima che io avrei appreso oggi molte e straordinarie cose riguardo ai destini delluomo, e che avrei imparato anche a
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conoscere il Regno di Dio. Ora questo meravigliosamente vero! Durante tutta quanta la giornata io ho gi udito, visto e vissuto tante cose come mai in tutta la mia vita e cos la Tua predizione risulta a mio riguardo pienamente adempiuta 2. Gli dico Io: Ora per va pure a vedere se le cuoche hanno terminato di preparare la cena. Dopo cena accadranno ancora parecchie cose che pi intimamente ti inizieranno al Regno di Dio 3. Dice Marco: Ma Signore, cosa fa questa cara fanciulla che Ti tiene ancora sempre stretto a s e bagna di lacrime il Tuo petto? Come pare, essa non intende pi lasciarTi 4. Dico Io: Chiedi alla fanciulla stessa. Non credo che ti lascer senza risposta!. 5. Marco allora rivolge la parola a Giara, tutta immersa ancora in un languore di Cielo. 6. Ma essa si drizza allistante e dice: Ascolta, o mio caro vecchio amico! Colui che ha afferrato Costui una volta, non deve lasciarLo mai pi, perch se Lo lascia anche un istante, nello stesso tempo perde anche la propria vita eterna per sempre. Quello che io faccio esteriormente, voi tutti dovete farlo interiormente nei vostri cuori, come anzitutto faccio anchio. 7. Chi ama la propria vita, ma a causa del mondo abbandona spesso con leggerezza il Signore della Vita, costui perder la propria vita, perch ha perduto il Signore della Vita. Chi invece non si cura del la propria vita e nel cuore chiama vita soltanto il vivere per il Signore di ogni vita, costui manterr in eterno la vita, anche se dovr morire mille volte nel corpo! 8. Vedi, quando il Signore venne da noi, io fui la prima a riconoscerLo nel mio cuore. S, se Egli ora mi domandasse di morire per Lui, la morte sarebbe un vero ristoro, perch io so e sento in me, nella maniera pi evidente e viva, che lamore per Lui non pu mai in eterno morire, perch questo amore incapace di commettere peccato, il quale solamente la vera morte dellanima. Ma quando lanima delluomo morta, morto pure tutto luomo. Di queste cose prendi ben nota, o vecchio amico, poich io sono della scuola del Cielo, il quale amore, verit e vita. Quello che ti ho detto ammaestramento dai Cieli e tu puoi bene imprimertelo nel cuore! 9. Ed il vecchio Marco, profondamente commosso, esclama preso dallentusiasmo: O figliola dai Cieli, troppo buona e pura per questa Terra! In verit, se il Signore dovesse corporalmente abbandonare questa mia casa, io verr da te ad imparare la sapienza celeste! Oh, che differenza fra te e le mie figlie. Tu sei gi un sole, mentre le mie figlie sono a mala pena un riflesso del grande astro del cielo in una minima goccia di rugiada! O Ebal, come devi essere felice, quale padre di un angioletto simile! 10. E mentre cos parlava, lacrime di beatitudine gli scorrevano dagli occhi; poi si rec in fretta in cucina, per informarsi a che punto si fosse con la preparazione della cena e raccont alle sue figlie quali insegnamenti gli aveva
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dato la fanciulla di Genezaret. Le figlie ne restarono meravigliate e lo pregarono di procurare loro, dopo la cena, loccasione di intrattenersi un po con la celestiale fanciulla. 11. Marco fu assai lieto della richiesta e promise loro di adoperarsi in proposito, soltanto dovevano darsi ogni cura, affinch la cena venisse sollecitamente approntata e le figlie risposero: Padre, in un quarto dora tutto sar pronto e in buon ordine!. 12. Allora Marco usc dalla cucina e diede ordine ai suoi figli di provvedere intanto di vino e di pane le mense disposte davanti allabitazione e anche di fare in modo che non mancasse la luce: sulle mense dovevano venir posti dei lumi e lo spazio tuttintorno doveva essere tenuto illuminato durante la notte mediante fiaccole da pescatore. Tutto ci fu eseguito rapidamente e, quando loscurit cominci ad accentuarsi, su tutte le mense ardevano gi una quantit di lampade, mentre le fiaccole da pescatore rischiaravano lo spazio abbastanza vasto davanti alla capanna. Subito dopo vennero portati cibi squisitissimi, come ad esempio del pesce preparato a dovere, pane, vino e frutta di varia specie. 13. Prima di porsi a tavola Giara recit uno dei salmi di Davide; dopo Mi preg di benedire i cibi e le bevande ed Io li benedii; infine tutti ci sedemmo alle mense, facemmo onore alle pietanze che erano state portate e con maggior moderazione al vino, il quale certo non manc di rendere lieta e serena la compagnia. Io sedevo fra Cirenio e la soave Giara, il primo alla Mia sinistra e Giara alla Mia destra; vicino a Giara cera Raffaele e dirimpetto a lui il vecchio Marco. Questi per fu colpito dal modo in cui Raffaele mangiava e beveva, perch, quando Raffaele portava alla bocca sia un pesce, sia un pezzo di pane che un frutto od una tazza di vino, tutto spariva prima che fosse accostato alla bocca e Marco osserv che il giovinetto non masticava affatto n inghiottiva il cibo. 14. A Giosoe, il figlio adottivo di Cirenio, il quale gli sedeva vicino, non sfugg la tacita meraviglia del vecchio Marco e perci gli disse: O Marco, vecchio soldato! Cos che ti piace tanto nel rabbi Raffaele che non riesci a distogliere gli occhi da lui? 15. Risponde il vecchio: O illustre figlio del mio signore e comandante, un fenomeno assolutamente straordinario! Questo giovinetto porta il cibo e le bevande alla bocca, ma non la apre mai, non mastica e non inghiottisce niente, ma tutto svanisce davanti alla sua bocca! Cosa vuol dire ci? Si tratta certamente di un altro miracolo! Che conclusione ne debbo trarre? 195. Capitolo Materia e spirito. 1. Dice Giosoe: Da ci puoi dedurre che nel Cielo non pu entrare niente di materiale, nello stesso modo come questangelo dissolve prima nellelemento spirituale ogni cibo materiale e di questo assimila poi solamente la parte che
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spiritualmente pura. Il giovinetto un purissimo uomo-spirito dai Cieli e dunque rappresenta anche in piccolissime proporzioni il Cielo. I cibi invece rappresentano noi, uomini del mondo, che siamo ancora sepolti nella nostra materia. 2. Questa nostra materia certo stata ora, come questi cibi, gi ben preparata al focolaio di questo grande Maestro, il Quale ci ha insegnato simili cose e che si trova ancora corporalmente fra di noi; tuttavia con questi nostri corpi noi non possiamo entrare nel Regno dei Cieli. Ma quando un giorno saremo chiamati da Dio a lasciare questo mondo, allora prima di ogni altra cosa un angelo far di noi cos come questangelo fa del cibo, cio egli render in un istante libero fuori dalla materia tutto ci che appartiene allo spirito, lascer stare la materia destinata al completo dissolvimento, mentre invece lanima e il suo spirito vitale, come pure tutto ci che c nella materia di appartenente allanima, tutti questi elementi, riuniti in perfettissima forma umana, saranno da lui guidati nel puro mondo degli spiriti, secondo leterna immutabile Volont di Dio! Ecco, questo quello che puoi imparare e che bene che impari dal modo di mangiare di questo potente giovinetto celeste, modo che a te sembrato straordinario 3. Dice Marco, quanto mai stupito dalla sapienza di Giosoe: Io ho gi osservato prima che tu sei un giovane molto pi saggio di quanto sarebbe legittimo attendersi dalla tua et; eppure una simile sapienza non lavrei mai sospettata in te! Linsegnamento che mi hai dato ora importantissimo ed io te ne sar grato per tutta la mia vita; per tu sai che la sete di sapere nelluomo, una volta destata, si manifesta poi sempre pi forte e cos adesso ho una gran voglia di conoscere ancora, oltre a quanto gi mi hai detto, come viene effettuato questo dissolvimento della materia 4. Risponde Giosoe: Amico, veramente per luomo non bene sapere troppo; tuttavia una cosa posso dirti! Vedi, la materia in effetti non altro che lelemento spirituale fissato dalla Volont onnipotente di Dio. Un simile angelo poi, dal canto suo, non altro che lespressione personificata della Volont onnipotente di Dio; egli non pu affatto volere niente allinfuori di quello soltanto che voluto da Dio. 5. Dunque, quando Dio vuole dissolvere una qualche materia, questa viene afferrata dal Suo onnipotente Volere, personificato in una simile figura umana, viene tolto via il vincolo che la tiene fissa e stretta per la coercizione del Giudizio divino e la materia allora, come tale, sparisce immediatamente dallesistenza e si riconverte nel proprio elemento spirituale primitivo e resta poi corrispondentemente quello che era originariamente, soltanto che perfezionata e nobilitata. 6. Un gran numero di energie, che precedentemente erano isolate, vengono riunite in una grande e perfetta individualit, e questa costituir in eterno uno spirito umano perfetto, secondo la Volont di Dio! Mi hai compreso? 7. Dice Marco: Certamente, ho compreso, ma io non voglio farti pi altre domande, perch la tua sapienza sta ad altezze troppo vertiginose al di sopra
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della mia intelligenza naturale! Ma quello che mi piacerebbe sarebbe udirti ragionare con Giara, che ti pari in sapienza. Dovrebbe essere veramente un alto godimento spirituale quale nei Cieli a mala pena se ne potr mai avere di migliore 8. Dice Giosoe: Vedi, questo desiderio gi un po vano da parte tua. Tu vedi qui due coppe colme di vino! Sarebbe saggio voler versare il contenuto di una coppa colma nellaltra, pure colma, se, facendo ci, il vino prezioso e molto saporito andrebbe disperso inevitabilmente sul terreno? Ed a che cosa servirebbe? Quello che io so, lo sa certamente anche la fanciulla, dunque, n io potrei imparare qualcosa da lei n essa da me! E perci sar meglio che ci risparmiamo una fatica inutile. Parla piuttosto tu con la deliziosa fanciulla di Dio! Tu, le tue figlie, tua moglie ed i tuoi figli potrete imparare molto da lei, poich fino ad oggi nessuna fanciulla prescelta da Dio per questo ha mai fatto su questa Terra le esperienze che appunto lei ha fatto. Lei conosce molte, moltissime cose che, ad eccezione del Signore, non sono note n immaginabili a nessun uomo di tutta questa Terra. Mi hai compreso ora?.

196. Capitolo Giara scioglie a Giosoe il nodo gordiano. 1. Dico Io a Giosoe: Ma, Mio caro Giosoe, come sai poi tu che lamore della Mia Giara in possesso di una sapienza cos grande e che conosce cose che non sono note a nessuno allinfuori di Me? 2. Risponde Giosoe: O Signore, come potrei non saperlo e perch mi fai tale domanda, quando sei Tu Quello che ha messo nel mio cuore e da questo sulla mia lingua ci che io dovevo riconoscere ed esprimere? 3. Dico Io: Molto bene, Mio caro Giosoe, considerato che sai questo, dacci anche una spiegazione sufficiente del perch Io ti ho fatto tale domanda, bench Io ad ogni modo conosca e debba conoscere, perfino nelle loro pi riposte profondit, tutti i pensieri del tuo cuore gi lungo tempo prima che tu li abbia pensati! 4. A questa domanda Giosoe resta interdetto e va cercando in s una buona risposta, ma di buona non riesce a trovarne nessuna; perci, dopo qualche istante di meditazione, dice un po imbarazzato: Signore, nella ristrettezza ancora molto grande della mia conoscenza non sono ancora capace di trovare una risposta ragionevole alla Tua domanda o per lo meno io non ci riesco. Tu forse mi hai rivolto la domanda cos, pro forma, come un maestro domanda ai suoi discepoli riguardo ad una cosa che egli, quale maestro, deve conoscere gi molto prima di loro. Ma pure a questo riguardo c un divario infinitamente grande fra Te ed un rabbi che esamini uno dei suoi discepoli! Questi sa bene quello che chiede, ma senza procedere ad un esame non sa se il suo discepolo lo sa. Tu invece conosci altres tutti i pi riposti pensieri di tutti gli uomini ed
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angeli e malgrado ci tu fai a me una domanda? Ora ecco, appunto qui sta il nodo gordiano per me inestricabile. Per, siccome mi manca molto ancora per diventare un Alessandro, non sono capace di scioglierlo 5. Dico Io: DimMi, perch il giovinetto che veniva da te di quando in quando da Sichar ti interrogava riguardo alle cose in maniera da far credere che egli non ne sapesse niente, mentre certo che quelle cose egli le conoscesse benissimo, anzi egli si faceva addirittura istruire da te assumendo la parte di tuo discepolo? 6. Dice Giosoe: Signore! Appunto questo il motivo delle mie continue lagnanze a suo riguardo, perch, nonostante la sua sapienza senza dubbio immensa, egli che vuole sempre imparare da me e quando gli domando qualcosa, dice sempre: Ecco, questo quello che io, per lappunto, ti volevo chiedere!. Ora io domando e Ti ho gi domandato stamani che specie di insegnamento questo. Il padre di Giara ha ben esposto prima certe sue idee molto sagge, a dire il vero, riguardo a simili metodi di istruzione, idee che io potrei applicare alla soluzione del quesito che Tu mi hai proposto, per io non sono troppo daccordo con le sue vedute e perci non posso giovarmene interamente, per dare una chiara e motivata risposta alla Tua domanda gordiana. 7. Trattandosi di discepoli gi esperti in ogni tipo di scienze e discipline, questo metodo di insegnamento di sicuro il migliore di questo mondo, perch in questo modo il discepolo, pur limitato tuttavia nelle sue cognizioni, viene indotto a meditare, a percepire ed a trovare con fervore da solo; ma se si applicasse tale sistema a un discepolo ancora del tutto digiuno di ogni elementare conoscenza scientifica, vorrei proprio vedere quando e come riuscirebbe ad appropriarsi dellalfabeto ed infine della capacit di lettura di uno scritto per vie e con mezzi naturali e senza il contributo di qualche atto miracoloso! 8. A questo riguardo lopinione di Ebal, sotto ogni altro aspetto buona, non pu venire presa in considerazione e cos non me ne posso giovare nel caso mio. Dunque, o Signore, io devo dirTi sinceramente che non sono capace di dare una risposta alla tua domanda fatta in stile gordiano e di conseguenza Ti prego di voler fare a tutti noi la grazia di dare Tu Stesso la risposta! 9. Dico Io: Cosa diresti se incaricassimo la nostra buona Giara di trovare una soluzione al problema?. 10. Dice Giosoe un po confuso: Se essa ne in grado, potr farlo senzaltro. certo che se Tu, o Signore, le porrai la risposta nel cuore, le sar facilissimo dare la risposta richiesta!. 11. Dico Io: Ma appunto questa volta non lo far e bisogna che essa cerchi in se stessa la risposta 12. Dice Giosoe: Oh, allora ben probabile che non riesca meglio di me 13. Ed Io, sorridendo, dico: Ebbene, vedremo! Dicci, dunque, Mia Giara diletta, perch Io ho fatto al nostro caro Giosoe una domanda in questa forma riguardo a una cosa che certamente Mi era nota gi molto tempo prima
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14. Risponde Giara, alquanto imbarazzata: Signore, se mi lecito parlare e se in un certo modo ho il dovere di parlare, a me sembra che Tu abbia posto al caro Giosoe questa domanda in stile gordiano, come egli lha chiamata, allunico scopo di mortificare un po la sua anima forse eccessivamente esuberante. Infatti egli ha espresso prima lopinione che non era necessario per lui intrattenersi con me, poich sa tutto quello che io so, cosicch tra di noi ogni ragionamento sarebbe inutile ed ha aggiunto che laddentrarsi in una conversazione di questo genere corrisponderebbe al voler versare il contenuto di una coppa colma in unaltra ugualmente colma. Ma il caro Giosoe ha dimenticato di considerare che Tu hai ripartito perfino fra i Tuoi angeli, in differente maniera, i doni dello spirito e che di conseguenza anche uno spirito perfettissimo pu sempre imparare molto da un altro spirito altrettanto perfettissimo! 15. Ora io la penso cos: se Tu, o Signore, poni una domanda simile, non lo fai per altra ragione se non per quella di ricondurre un qualche animo, forse un po troppo esuberante, ad una concezione pi umile di se stesso. E giudicando da ci che con il mio limitato intendimento posso scorgere nel mio cuore, Tu hai fatto appunto al caro Giosoe una simile domanda gordiana. 16. Egli, contraddicendosi un po parlando con Marco, osserv bens prima che io, in grazia Tua, ho fatto esperienze tali, quali nessuno su questa vasta Terra ne ha fatte finora e tuttavia egli si considera una coppa piena fino allorlo. Ma se egli ammette davvero che io abbia fatto simili straordinarie esperienze, non so capire assolutamente perch non voglia entrare in conversazione con me. Io, da parte mia, credo invece che, nonostante le mie esperienze certamente inaudite, potrei sempre ancora imparare qualcosa da lui e non credo assolutamente che la mia coppa sia proprio tanto piena da non concedere un po di spazio al contenuto della sua coppa molto pi piena. 17. E, da quanto ho visto adesso, ( prosegue Giara con un sorriso di soddisfazione) pare che anche la sua coppa non sia proprio tanto pericolosamente colma da non poter pi contenere almeno qualche goccia del mio vino! 18. Del resto con ci io per non ho voluto affatto fare unosservazione neanche in qualche modo lontanamente ostile sulla manifestazione un po troppo traboccante della concezione che Giosoe ha di se stesso, bens, avendo detto a me di parlare, ho parlato come sentivo nel mio cuore; perci non credo di aver commesso un peccato veramente troppo grave! Ma se lho commesso, mia intenzione riparare al male fatto con tutte le mie forze 19. Le dico Io: Oh no, assolutamente no. Il tuo fedelissimo cuore troppo aperto dinanzi ai Miei occhi e tu anzi hai reso al Mio caro Giosoe un servizio molto grande, perch egli era veramente un po debole nei punti da te toccati con la tua ingenua sapienza e queste debolezze, con landare del tempo, avrebbero davvero potuto attirarlo un po su qualche falsa strada, ma ora egli guarito anche in questa sfera e vedrai che acconsentir adesso molto volentieri ad iniziare con te una lieta conversazione. Infatti egli ha uneccellente maniera di esprimersi.
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197. Capitolo Sulla limitatezza del sapere delluomo terreno. 1. Il Signore prosegue rivolto a Giosoe: Che cosa ne dici della riuscitissima risposta della carissima Giara? 2. Risponde Giosoe: O Signore di ogni vita, questa soave fanciulla non certo pi gi da molto tempo una creatura di questa Terra! Lincantevole Giara una luce celeste di prima grandezza fatto persona, mentre io di fronte a lei non sono che una piccolissima stella. bens vero che in grazia Tua ho fatto anchio esperienze come finora pochi mortali hanno fatto, poich non uno scherzo laver trascorso, secondo la mia sensazione, quasi due anni nel mondo degli spiriti, mentre il corpo si decomponeva in una fossa e lessere stato, per Tua grazia e mirabilissima misericordia, restituito su questa Terra con la piena coscienza! Eppure devo apertamente confessare che mi sento appena degno di assumere verso questa fanciulla la parte di scolaro debole e privo di talenti. Se essa dunque vorr nel suo amore insegnarmi un po di una o di unaltra cosa, io tutto accetter con animo assai grato e con la migliore buona volont di questo mondo 3. Dice Giara: Andrebbe tutto bene, mio carissimo Giosoe, ma tu sei il figlio di un re, mentre io sono la figlia di un ebreo, un semplice albergatore di Genezaret; dunque, dal punto di vista terreno, sarebbe presunzione e audacia eccessiva da parte mia volermi avvicinare a te; ma se vuoi degnarti di scendere fino a me, povera come sono, tu troverai due braccia aperte ed una porta pure essa aperta nella mia modesta casa!. A queste parole molto significative, Giosoe resta imbarazzato e non sa cosa replicare alla fanciulla. 4. Ma Cirenio osserva: Ebbene, Giosoe mio, questo vuole dire che tu vai vicino a Giara e che cominci a discorrere con lei! Va dunque e fa cos, perch io stesso sono molto desideroso di ascoltare tutte le vostre discussioni. 5. Dice Giosoe: Oh, che io debba sedermi vicino a lei, la buona e carissima Giara non ne ha fatto cenno nel suo discorso, invece scorgo un invito a parlare qualora io, figlio di re, voglia degnarmi di scendere fino a lei. Certamente sembra che Giara ancora non sappia che io, in primo luogo, non sono affatto un figlio di re ed in secondo luogo che quel certo orgoglio della nascita estraneo alla mia natura e che un tale pensiero da me pi lontano ancora che non il Cielo da questa Terra. Io tengo soltanto alla verit, disprezzo profondamente quello che le sta al di sotto, ma adoro ci che sta al di sopra di essa come un mistero di Dio e non domando di avere la chiarezza di ci che non si addice ai vermi ed alla polvere di questa Terra! 6. In Dio vi la pienezza assoluta dellinfinita Verit, in noi invece ce n appena quant un atomo di pulviscolo solare! Tutto quello che noi sappiamo una cosa minima e incompleta e noi non saremo mai capaci di trovare la via che conduce lAlfa fino al Beta, per non parlare di arrivare allOmega. Nel cielo scintillano miriadi di astri; chi mai li conosce? Noi non conosciamo neppure i
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due maggiori, come dunque potremmo conoscere quelli piccolissimi che sono in un numero sterminato? La Sapienza di Dio invece dappertutto sempre cos presente come il senso della vista nellocchio. 7. Sappiamo e conosciamo quello che Dio vuole rivelarci; tutto ci che va oltre, per lanima umana avvolto in una notte certo sacra, ma pur sempre infinita, e luomo non deve mai azzardarsi a voler rischiarare la sacra oscurit di questa notte senza confini, perch questa notte lo inghiottirebbe come avviene della pietruzza scagliata nel mare da qualche ragazzo spavaldo. 8. Noi uomini siamo come dei vasi cui per ora concessa una determinata misura: quando essa colma, non la si pu rendere ancora pi colma, ma se un giorno avverr che alluomo venga data una misura maggiore, allora egli vi potr collaborare e versare ancora molte cose e tuttavia la misura non traboccher cos facilmente come succede ora. 9. Certo che agli uomini di questa Terra stata data la misura in gradi svariatissimi di capacit; la mia evidentemente delle pi piccole. Invece chiaro che la carissima Giara stata provvista di una misura maggiore e perci io non posso presentarmi dinanzi a lei da pari a pari, perch se essa vorr elargirmi qualcosa di ci che possiede in sovrabbondanza, io sempre laccetter con animo assai grato. Per non mi sento di mettermi a sedere vicino a lei, principalmente perch essa pi saggia di me e secondariamente perch tale cosa non mi si addice!.

198. Capitolo Che cos la Verit? 1. Allora intervengo nuovamente Io nel discorso e dico a Giosoe: Ascolta, Mio caro Giosoe! Tu ora hai parlato molto saggiamente e c molto di vero e di buono in quello che hai detto; per Io devo richiamare la tua attenzione su parecchie cose ancora! Vedi dunque di afferrare bene quanto ti dir, perch con un sapiente come tu sei, posso gi anchIo esprimerMi in maniera un po pi profonda! 2. Tu hai detto: Io tengo soltanto alla verit, quello che le sta di sotto lo disprezzo, ma ci che sta al di sopra di essa come un mistero di Dio io lo adoro e non domando di avere la chiarezza di ci che non si addice ai vermi ed alla polvere di questa Terra! In Dio c la pienezza di ogni sapienza, in noi uomini invece ce n tanta quanta ce n in un atomo di pulviscolo solare! 3. Ora certamente buono, puro e giusto quanto mai tenere soltanto alla verit, ma ecco che una possente domanda taglia diritta diritta questo principio fondamentale, formando cos, con il tuo principio lodevolissimo in s, una croce perfetta! Se tu o qualcun altro per te capace di risolvere il problema che Io ti sottoporr, allora le Mie spalle saranno libere da questa croce.
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4. Dimmi ora: Che cos dunque la verit alla quale sola tu tieni? una verit forse quello che tu vedi?. Ecco, tutto ci una fantasmagoria che dura dalloggi al domani, e quello che oggi appare una piena verit, pu non esserlo gi domani! Guarda l, nelle ultime luci crepuscolari del sole gi da tempo tramontato, si libra una nuvoletta a forma di pesciolino! DimMi, fino a quando la forma attuale di questa nuvoletta rester una verit? Vedi, il prossimo istante sar gi una smentita della sua attuale conformazione! 5. Io ti presento tre pere, di cui tu dici che sono una verit dinanzi a te, perch veramente sono tre pere, ma Io ti dico che ciascuna delle tre contiene parecchi semi, da ciascuno dei quali, con il susseguirsi dei tempi, possono riprodursi in numero senza fine gli alberi, i quali finiranno tutti poi con il produrre quantit incalcolabili di pere simili alle tre originali! Dunque, stanno dinanzi a te veramente soltanto tre pere che formano gi da s una quantit ben definita ed immutabile, oppure sono semplicemente tre qualit apparenti dietro le quali, come i guerrieri nel ventre di legno del cavallo di Troia, sono nascoste in numero imprecisabile altre quantit ancora di grandezza uguale, oppure anche ben differente? 6. Dove comincia la verit e dove finisce? luomo una verit come egli ? Guarda un bambino e guarda infine un vecchio! Guarda una citt costruita dalle mani delluomo! essa una verit assoluta? Essa oggi esiste ancora e domani pu essere gi distrutta! 7. Vedi, per chi in se stesso assoluta verit, per questi soltanto anche tutto verit, ma per chi non lo , tutto quello che lo circonda necessariamente soltanto quello che egli stesso in quel momento. 8. Una verit che vera solamente per un certo tempo, gi per questo motivo non una verit piena, poich in essa non vi sono stabilit e durevolezza. La verit assoluta invece deve essere per leternit immutabilmente quello che ad ogni singolo istante. Dunque, che cos allora veramente la piena verit?.

199. Capitolo Il mistero della ragione prima di ogni sapienza. 1. Giosoe resta perplesso, pensa e ripensa, ma non sa cosa rispondere alla Mia domanda. 2. E Cirenio esclama: Per, Signore, questa domanda davvero un tale problema, che per risolverlo tutti i saggi e i filosofi ci avrebbero rimesso il cervello! Permettimi, o mio divino Amico, ma allora, secondo le Tue parole, che ci sono pur sempre quanto mai sacre, tutto quello che noi percepiamo con i nostri sensi non perfetta verit, ma invece per una buona met una menzogna? Dunque, chi mai, poi, pu prestare completa fede ad una parola data? Questa Tua domanda, devo io stesso confessarlo, mi ha veramente turbato un po, ma questa volta bisogner che Tu Stesso abbia la bont di dare
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anche la risposta, perch non credo che ci sia sulla Terra un savio capace di sciogliere con le sue sole forze questo enigma! 3. Dico Io: Oh, non darti alcun pensiero! Infatti, vedi, qui a questo tavolo siedono alcuni che sarebbero in grado di darti certamente, senza il Mio particolare ausilio, una risposta del tutto sufficiente, quale soluzione del problema da Me posto a Giosoe, perch essi gi sanno approssimativamente da che parte spira il vento. Ma Io voglio invece che nella soluzione del quesito da Me prospettato in termini e proporzioni certamente un po superiori, intervenga la Mia Giara ad aiutare Giosoe! Dunque (rivolgendoMi a Giara) prova tu, Mia Giara carissima, se ci riesci, a trovare nel tuo cuore una buona risposta alla Mia domanda! 4. Risponde la fanciulla, lievemente sorridendo: In verit, mi stupisce molto che Giosoe, a cui in generale non manca la sapienza, non abbia potuto trovare immediatamente una risposta adatta ed esauriente a questa facilissima domanda! Che cosa pu essere la Verit perfetta ed eterna, se non Dio Stesso, il Quale, comprendendo in S dalleternit ogni perfezione, in Spirito sempre quellUno e Stesso, ed dunque in S e per S eternamente immutabile, dato che in Lui, quale in Se Stesso la perfezione assoluta, non immaginabile che possa operarsi in eterno nessun cambiamento. Dio lunica ed eterna Causa Prima di ogni essere; tutto ci che ha esistenza non altro se non la risultante delle Sue Idee da Lui fissate; di conseguenza lessere e la vita di ogni creatura sono pure Essere e Vita di Dio. 5. Perci, dunque, solamente in Dio tutto Verit perfettissima ed eterna, perch allinfuori di Lui niente pu esistere in nessun luogo; ma in noi uomini pu esservi verit soltanto in quanto noi diventiamo Una cosa con il Suo santissimo Spirito, per il potere del puro amore per Lui. Il puro amore a Dio ci congiunge con Dio e fa in modo che noi diventiamo Una cosa sola con Lui; ma quando siamo tali, allora per noi tutto purissima Luce, da qualsiasi parte ci volgiamo e ci muoviamo. E questa Luce primordiale, nella purezza dello Spirito, appunto Essa la Verit eterna ed immutabile. Questa, secondo il mio parere, la sola giusta risposta che risolve il quesito proposto dal Signore al caro Giosoe. 6. Dico Io a Cirenio: Ebbene, che te ne pare di questa risposta data alla Mia domanda a Giosoe? Non credere per che le abbia posto Io miracolosamente tutto ci nel cuore, bens lei che lo ha trovato su un terreno assolutamente proprio. Ed Io lo dico a te ed a voi tutti che siete seduti con Me a questa mensa: in quello che essa ha detto, non c n una parola di troppo n una parola di meno e tutto pienamente vero per leternit. 7. Ma come avviene che lei sia giunta a tanto e Giosoe no, pur essendosi egli proposto come unica meta la verit? Vedete, questa lopera del suo sconfinato e purissimo amore per Me; questo amore congiunge il suo cuore con il Mio e in tale modo lei sempre in grado di acquistarsi, per la via pi breve, ogni luce e con ci ogni sapienza, attingendole a quella che ella stessa
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ha designato come la Sorgente primordiale di ogni luce, di ogni esistenza e di ogni verit, la quale sempre in Me Una e la Stessa, immutabile per leternit. 8. E tu, Mio caro Giosoe, fautore soltanto della verit, che cosa ne dici di Giara, la quale in certo modo devota unicamente e puramente allamore? 9. Risponde Giosoe, con un po di imbarazzo: O Signore, certo, scorgo ora in me una macchia oscura, ma non so come fare per cancellarla! Io ho fatto a Giara un grave torto a cui bisogna porre rimedio e se Tu, o Signore, non hai niente in contrario, io vado subito a sedermi vicino a lei! 10. Dico Io: Oh, tuttaltro, anzi puoi persuaderti che la compagnia si rallegrer gi in anticipo della conversazione fra voi due! Io te lo dico: Soltanto al fianco suo troverai quello al quale esclusivamente tieni!. A queste Mie parole Giosoe si alza sollecito e va a prendere posto fra Giara ed il suo angelo Raffaele.

200. Capitolo Giosoe e Giara a colloquio. 1. Quando Giosoe si trova seduto presso di lei, le porge la mano dicendole: Mia carissima Giara, non serbarmi rancore, perch, vedi, io non potevo neanche lontanamente pensare che in te, una fanciulla di forse appena quindici anni, si celasse una sapienza maggiore di quanta ne abbiano avuta tutti i saggi della Terra che sono vissuti prima di noi; ma nello stesso tempo ti prego ora di volermi rivelare quanto pi puoi dellocculta sapienza che dimora in te! 2. Risponde Giara: Ed io, a mia volta, devo pregarti di rivelarmi la tua, poich tu pure saprai molte cose che a me probabilmente sono ancora poco note! 3. Dice Giosoe: Le mie rivelazioni avranno un ben magro aspetto, perch il vaso della mia sapienza mi pare che sia in primo luogo alquanto piccolo e poi in aggiunta temo che sia bucherellato come un setaccio! A dirla breve, da me ci sar poco da spremere, perch appunto non c molto dentro e di conseguenza meglio che cominci tu! Io, del resto, sono talmente imbarazzato che veramente non saprei dove trovare qualcosa di adatto ad essere anche un po discusso qui. Al cospetto della divina Sapienza difficile per luomo parlare, ma tanto pi facile invece ascoltare e tacere. Tu per, soavissima Giara, hai la libert di varcare il ponte che conduce alla divina Sapienza, alla Quale puoi attingere quanto e quando vuoi. Dunque piaccia a te cominciare ed io, come ho gi detto, ti ascolter! 4. Osserva Giara: Ma, o nobile Giosoe, una cosa simile non sarebbe affatto conveniente, perch una fanciulla non deve essere sfacciata. Tu puoi ben interrogarmi ed io ti risponder, e se io ti faccio delle domande, mi risponderai a tua volta!
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5. Dice Giosoe: Eh s, sarebbe facile domandare, se almeno si sapesse cosa! Fino a tanto che si bambini, senza alcuna traccia di cultura, il cuore certamente colmo di domande dogni specie, ma quando si risposto in pi maniere da se stessi a quasi a tutte le domande sorte in s, allora una domanda riesce pi difficile di una risposta ad una domanda qualsiasi. Perci io vorrei pregarti di rivolgermi una domanda, perch tu sei iniziata in molte cose, e di conseguenza riguardo a molte cose puoi anche interrogarmi 6. Dice Giara: E sia cos, nel Nome del Mio Signore; altrimenti se non vuoi, io ti far subito una domanda: Dimmi dunque perch Dio, il Signore, quale il supremo Amore e suprema Sapienza permette che, particolarmente nel tempo in cui noi viviamo, i cosiddetti servitori di Dio e dispensatori privilegiati della parola divina siano in modo del tutto speciale essi stessi fra gli uomini gli esponenti maggiori della perfidia senza coscienza, dellorgoglio e dellambizione e vadano senza alcuno riguardo commettendo, solitamente di nascosto ed impuniti, le azioni pi perverse? Perch non hanno alcun timore al pensiero di Dio, la Cui potenza e gloria essi vanno magnificando ad altissima voce dinanzi a tutti gli uomini tra il fasto di pompe e cerimonie?. Ecco, questa una domanda importante quanto mai per il nostro tempo! 7. Dice Giosoe: Oh, la domanda importante senza dubbio, ma in quanto alla risposta, non la trovo sul mio terreno e perci bisogner che ti prepari a darla tu stessa 8. Interviene Cirenio e dice: Ma Giosoe, figlio mio carissimo, qualche cosa potrai ben trovare da dire! In verit, il tuo continuo ricorrere a scuse comincia a venirmi gi un po a noia! Io so bene, e me ne sono ora pi che mai convinto, che per quanto concerne la sapienza, la graziosissima Giara ti supera di molto, tuttavia, a quanto ne so, tanto privo di idee non sei neppure tu, da non poter trovare proprio nessuna risposta ad una simile domanda. Cerca almeno di dire qualcosa! Se anche sbaglierai, ebbene, qui intorno a questa mensa siedono saggi in numero sufficiente da poterti rimettere sulla buona strada! 9. Risponde Giosoe: Oh, caro padre e illustre comandante! Comandare facile, ma obbedire porta invece con s unamarezza cocente, specialmente quando, come ora il caso mio, non si vede neanche a distanza la possibilit di dimostrare obbedienza! 10. Immaginati da un lato la Bont immensa, lAmore e lillimitata Sapienza di Dio e dallaltro tutte le atrocit che i presunti servitori di Dio commettono per lo pi impunemente a danno della povera umanit di certo ad ogni ora del giorno e della notte; tieni ben presente dinanzi agli occhi dellanima questi rapporti contraddittori e, come avviene a me, certamente ti risulter in maniera fin troppo chiara che dare una risposta ben ponderata ad una simile domanda molto pi difficile dello stabilire qual la somma di 3 ed ancora una volta 3! Faccia qualcun altro il tentativo ed probabile che si convinca assai presto che la domanda posta da Giara non assolutamente un quesito da poco!
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11. Dice Cirenio: Suvvia, sta bene. Io non metto in dubbio che ci voglia un alto grado di sapienza per rispondere in maniera anche relativamente soddisfacente alla domanda di Giara, ma ad ogni modo mi piacerebbe molto essere un po illuminato a tale riguardo, perch appunto questo problema, pi di altri, stato oggetto di intensa meditazione da parte mia, anche se non ho mai ancora potuto trovare una spiegazione almeno mediocremente ragionevole. Io penso dunque che se davvero nessuno fosse capace di rispondere alla domanda in questione allinfuori del nostro amatissimo Signore e Maestro e della carissima Giara, noi tutti dovremmo rivolgerci a Te, o Signore e Tu certo vorrai allora rivelarci la precisa ragione del fenomeno discusso, come del resto, se la mia memoria non minganna, ci avevi anche promesso 12. Dico Io: Sicuramente, purch la Mia Giara non riesca a venirne a capo da sola; per Io ritengo che, se lei ci mette tutta la sua attenzione, coglier direttamente nel segno gi di primo acchito! Prova dunque, Mia buona e cara Giara, e rendi testimonianza del fatto che Io non ho piantato invano un orticello per te a Genezaret.

201. Capitolo Osservazioni di Giara nel suo orticello. 1. A queste Mie parole Giara si alza e, tutta seria e ritta come un oratore, cos si esprime: Ebbene sia! La benedizione dallAlto scesa abbondante sul mio orticello ed io voglio offrire volentieri, per il bene di tutti, il frutto della mia diligenza di fanciulla, nonostante che io abbia avuto certamente modo di applicarla soltanto da pochi giorni. Di vantaggi materiali lorticello me ne ha certo arrecati ancora pochi, ci che non si sarebbe potuto affatto pretendere, dato il brevissimo tempo trascorso da quando fu piantato, ma non di meno ne ho tratto tanto pi vantaggio spirituale. 2. S, lorticello per me un vero libro di sapienza profondissima ed io in pochi giorni, osservandolo bene, ho imparato di gran lunga pi di quanto avrebbe potuto rivelarmi Salomone in tutta la maest della sua sapienza. Perci anche la risposta alla domanda da me ora rivolta a Giosoe apparsa evidente e brillante appunto nel mio orticello gi un paio di giorni fa ed ora essa mia propriet assoluta, quale dono del Signore Stesso, perch, se la piena risposta non fosse gi stata in me, davvero io non avrei mai osato fare una domanda di questo genere, affidandomi alla cieca sorte o forse sperando che qualcun altro potesse trovare una risposta accessibile anche al mio intelletto! 3. Oh, la risposta di certo esauriente ce lho gi in me ed essa valida non soltanto per il tempo presente, ma anche per tutti i tempi, finch su questa madre terra ci sar una qualche traccia della Parola di Dio e ci saranno delle caste sacerdotali che pi di altre si occupano della Parola. Ed ecco la piena risposta alla domanda da me formulata al caro Giosoe:
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4. A casa io misi diversi semi nobili e buoni nel grasso terreno del mio orticello. Alcuni germogliarono gi il giorno seguente, il secondo giorno i germogli erano cresciuti di circa quattro dita fuori del terreno. 5. Una fanciulla, e io in modo particolare, sempre molto curiosa, e cos la mia insaziabile curiosit mi spinse ad esaminare bene almeno alcune pianticelle fra quelle che maggiormente si erano sviluppate, per constatare che cosa effettivamente avveniva infine dei granelli di semente quando questi hanno prodotto dei germogli gi cos vigorosi. A questo scopo tolsi con cura alcune pianticelle fuori dal terreno, osservai tutto con la maggior attenzione possibile, ed ecco, come si suol dire in idioma romano: Sapienti pauca sufficiunt (Al saggio basta poco), trovai che il granello di semente era imputridito e la terra che lo circondava era frammista ad una specie di muffa putrida. Poi da questa fossetta germinava la tenera pianticella, e della semente, come ho detto, non esisteva pi niente, ad eccezione di qualche rimasuglio del guscio duro e perci difficilmente soggetto alla putrefazione che circonda e protegge allesterno il granello di semente. 6. Ma accanto a questo fenomeno molto degno di nota, rilevai pure come diversi grani di semente senza germogli fossero stati completamente consumati dalla putrida muffa e non ci fu assolutamente modo di trovare alcuna traccia che desse adito a sperare in una qualche manifestazione vegetativa. Eppure al mio occhio acuto non sfugg come appunto al di sopra di queste sementi completamente marcite avessero fatto la loro comparsa, sbucando fuori dal terreno, certe minute pianticelle che non avevano la bench minima analogia con i germogli nobili e buoni. Ah, ah dissi io allora fra me ci siamo; questi germogli falsi sono certamente anchessi un prodotto dei buoni semi affidati al terreno grasso, ma il terreno, essendo avido, ha voluto saziarsene per conto proprio e non ha permesso al germoglio veramente buono di svilupparsi; ma a che gli giova questo, in ultima analisi? Al posto del germoglio nobile ne crescono trenta di cattivi e sottraggono al terreno, forse circa cento volte, tanta valida sostanza nutriente quanta ne occorre per dare sviluppo ad una pianticella buona; infatti tutto ci che nobile e buono moderato sotto ogni aspetto, qualunque cosa esso sia. 7. Loro non ha bisogno, come il piombo, di venire continuamente pulito per risplendere; lo si pulisce una volta a dovere e poi conserva la sua lucentezza per sempre. Una vite prospera e fruttifica sul pi aspro terreno, i cardi e le spine invece si scelgono il terreno migliore. Le specie buone e nobili di animali domestici sono di rado voraci, mentre il lupo, la iena e simili altre bestie feroci non farebbero altro che divorare continuamente, notte e giorno, cos pure luomo veramente nobile e buono si accontenta facilmente, laddove luomo del mondo, tenebroso e perfido, non ha mai abbastanza di tutto. Gli si diano centomila libbre doro e subito dopo la sua pi ardente brama sar quella di averne, quanto prima possibile, ancora una volta tanto, essendo per lui del tutto indifferente che, pur di raggiungere tale scopo, il prossimo si riduca alla miseria o che addirittura muoia di fame; in questo modo unavarizia genera sempre unaltra avarizia!
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8. Vedete, il terreno del mio orticello era dunque ignobile e avaro in parte e voleva ingrassarsi con le sementi nobili che io gli avevo affidato in seno, ma quale ne fu lamara conseguenza? Ecco, al posto di una pianticella nobile e moderata costretto a nutrirne cento di ignobili e voraci! 9. Ora, come succede al terreno sciocco, avaro ed egoista, non altrimenti succede agli uomini sulla Terra, che gi qui vogliono crearsi un cielo pieno di godimenti e delizie. Infine viene il momento in cui devono sicuramente abbandonare tutta la loro ricchezza accumulata a suon di aspre fatiche, la quale poi viene da cento altri dilapidata in maniera non di rado vergognosissima. Questa intanto unimmagine che ha relazione con la risposta alla domanda da me formulata, risposta che sta ora per seguire. Considerate intensamente questimmagine nel vostro animo e la risposta vi balzer quasi di per se stessa alla mente!. Tutti allora si immersero in riflessioni e non sapevano capacitarsi della grande sapienza che si era rivelata in quella fanciulla. 202. Capitolo Uso dellimmagine di corrispondenza di Giara. 1. La fanciulla per si rivolge frattanto a Giosoe e gli domanda, in tono dolcissimo ed amorevole: E tu, mio caro e nobile vicino, non puoi scorgere ancora alcuna vera luce nel tuo cuore? 2. Dice Giosoe: O soave e saggissima Giara! Io ho come limpressione di vedere qualcosa attraverso un velo, steso dinanzi alla mia faccia, ma per ora non si pu parlare di chiarezza. Prosegui dunque tu e chiarisci la questione; hai in me certamente il tuo pi attento ascoltatore. La cosa troppo importante, perch ci si possa permettere di lasciar passare inosservata anche una sola parola, e questa pare che sia anche lopinione profondamente sentita di tutti coloro che siedono a questa mensa e di tutti gli altri che ci stanno attorno, perch ciascuno visibilmente ansioso di ascoltare quello che ancora verr. Favorisci dunque di proseguire nella tua spiegazione e di svolgere la tua risposta fino alla fine!. 3. Allora Giara riprende la sua dissertazione per dare la risposta promessa e dice: Se voi avete anche soltanto un po considerato le immagini naturali che ho gi presentato alla vostra mente, che costituiscono il primo raccolto spirituale da me mietuto nel mio orticello, quello che ora seguir dovrebbe riuscirvi chiaramente e facilmente comprensibile. Dunque, fate bene attenzione ed ascoltate! 4. Gli uomini di questa Terra sono da considerare, dal punto di vista spirituale, simili al terreno del mio orticello, e la Parola di Dio la Quale anzitutto venuta dai Cieli ed stata sparsa fra gli uomini per mezzo dei primi padri, a cominciare da Adamo e pi tardi per mezzo dei patriarchi e dei profeti suscitati da Dio Stesso a sua volta simile alla buona e nobile semente da me affidata al terreno del mio orticello. Ma cos come avviene della semente,
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che appena collocata nel terreno non d subito frutti maturi in abbondanza, altrettanto avviene anche per la Parola di Dio. 5. Quando la Parola di Dio, esteriormente percepita, viene accolta nellanimo delluomo, essa deve venire vivificata tramite lazione, che trova la sua rispondenza nel potere nutritivo del terreno e precisamente, come prescritto dalla stessa Parola di Dio, a vantaggio dei nostri fratelli e sorelle, affinch possa, cos nutrita, produrre germogli validi ed atti a promuovere la crescita successiva di veri, sani e saporiti frutti della vita spirituale in Dio e possa, per cos dire, convertirsi essa stessa in frutto benedetto e pienamente maturo! Ma se degli uomini e fra questi sono da intendersi in primo luogo coloro che per primi sono chiamati ad accogliere la Parola, come sarebbero i profeti ed i sacerdoti, allo scopo, quando sia giunta in essi la maturit, di spargerla ulteriormente in tutta la sua integrit e purezza per tutti i tempi dei tempi sul grande campo dellumanit di questa Terra se tali uomini, dico, in corrispondenza a quanto fa il terreno materiale, il quale divora la nobile semente, impiegano invece la Parola quale mezzo per tentare di ingrassare solo se stessi, non deve apparire poi affatto come una meraviglia troppo innaturale se sul campo dei profeti e dei sacerdoti, in tal modo palesemente falsi, non germoglino infine, per la risemina, sul vasto campo dellumanit profana, altro che mala zizzania, spine e triboli che maturano nella loro malvagit! 6. Per, nonostante accada cos, il fatto tuttavia non , n in particolare n in generale, contrario allOrdine divino ed alla divina Sapienza, perch, vedete, quando il buon frutto giunto a maturazione, tutta la paglia ed i frutti vengono raccolti nei granai e nelle dispense; la zizzania invece rimane sul campo e contribuisce involontariamente a concimare il terreno, che cos si irrobustisce per un prossima semina ed avidamente attende che gli venga ormai affidata una semente buona per vivificarla. 7. Non diversamente stanno le cose con noi uomini! A tale riguardo, se noi fossimo gi stati saziati della Verit purissima da sempre cos come essa proviene dalla bocca di Dio, in verit avremmo poco desiderio di un ulteriore verit. 8. Ma Dio il Signore conosce anticipatamente tale condizione e perci lascia che allumanit, diventata ottusa, venga per qualche tempo preparato un pessimo cibo e che il suo terreno venga ben concimato dalla zizzania: soltanto dopo lumanit, immersa nelle tenebre e che desidera la luce, gusta il frutto nobile e puro della pura Parola di Dio, cos come ora avviene presso di noi e fra noi evidentemente e beatamente. 203. Capitolo Il materialismo e i suoi rappresentanti. 1. Parla Giara: Questo vero: si verificano abomini inauditi, certamente sempre originati dai cosiddetti servitori di Dio! Ma gli uomini che ne sono informati con certezza e che non sono essi stessi proprio digiuni di quello che si
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accenna nella Scrittura di Dio, cominciano a domandarsi tra di loro ogni giorno con sempre maggiore insistenza: Ma che cosa significa questo?. Allora cos la Parola di Dio? Pu veramente essere Volont di Dio, secondo il senso della Sua Parola, che gli annunciatori della Parola di Dio, della Sua Volont dAmore, della Sua Grazia, della Sua Mansuetudine e della Sua Pace debbano diventare dei demoni fra i pi avidi, ambiziosi, egoisti, spietati ed arroganti per il loro prossimo? 2. E vedete, tutte queste domande sono buone, perch costituiscono il primo impulso alla vera attivit indipendente negli uomini, senza la quale essi non possono trapassare nella vera libert spirituale neppure in conseguenza di una costrizione, seppure di carattere buono n, meno ancora, di carattere maligno o in certo modo satanico; e senza questa vera libert spirituale non pu esservi vita eterna per lanima e per il suo spirito. 3. verissimo: considerando lagire delle caste sacerdotali, ci si sente molto spesso sconvolgere da giusta ira e quasi lacerare, e molto spesso un impulso prepotente ci spingerebbe a gridare a squarciagola: Signore! Non hai pi fulmini, grandine, zolfo e pece da far piovere su queste tigri dalle sembianze umane, per punirle con il massimo rigore di cui la Tua Ira divina capace?. Ma allora dallintimo del cuore una dolce voce si leva e dice: Sii accorto e saggio, e guarda dove posi il piede quando cammini! E se vi scorgi sulla via una vipera in agguato, evitala, perch ce ne vuole prima che tutto il suolo sia abitato solo da vipere. 4. Deve esserci anche la notte accanto al giorno, affinch luomo possa riconoscere il valore della luce. Nessuno di giorno sente il bisogno di ricorrere alla luce di una lampada, ma quando cala la notte, ciascuno sente in modo vivo e doloroso la mancanza della luce e se la procura meglio che pu; anche il pi lieve bagliore gli rende pi lieta la propria stanza di quanto non faccia lassenza, spesso totale, di luce. 5. Vedete, se il Signore provvede a profusione gli uomini di questa Terra di beni terreni di ogni specie, essi diventano ben presto prepotenti, cominciano a pensare troppo al loro corpo e la loro anima, in cui dimora lo spirito divino, viene in breve consumata, come succede alla semente buona e nobile sempre esposta al pericolo di venire divorata dal terreno avido che la circonda, invece che sia lanima a trarre dal corpo in equa misura gli elementi di forza necessari a promuovere la germinazione dello spirito divino in lei per la vita eterna, e tutto ci a seconda delle divine prescrizioni, e perci, per il raggiungimento dello scopo finale, allanima stato dato propriamente da Dio il corpo materiale. Ma quando lanima viene consumata dal proprio corpo, naturale che allora al posto di nobile frutta debbano fare la loro comparsa unicamente spine e cardi, ed ogni altra specie di mala erba da cui non certamente possibile raccogliere n grappoli duva, n fichi od altra specie di frutta buona!
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6. Ma un tale uomo poi da considerare spiritualmente come morto! Egli non conosce pi niente di tutto ci che anche lontanamente ha relazione con lo spirito. Anzi, egli nega tutto lo spirituale e tende a materializzare tutto. Allinfuori della rozza materia non esiste pi nulla per un uomo simile, il suo ventre e la sua sensualissima pelle sono le sue due uniche divinit, alle quali egli giorno e notte sempre pronto ad offrire qualsiasi sacrificio. Per tali individui, poi, Dio non esiste pi e quando infine, come disgraziatamente ora avviene anche troppo spesso, essi addirittura diventano sacerdoti e servitori di Dio; allora si spera che ciascuno vedr che superfluo domandare pi a lungo, dicendo: Ma perch e come sono diventati sacerdoti e servitori di Dio questi adoratori della carne, per i quali lanima, lo spirito, Dio e i Suoi Cieli in fondo non sono altro che delle figure retoriche e dei prodotti della fantasia antiquati, anche se poetici?. Basta guardare i loro ventri enormi e si ha cos la pi completa e vivente risposta dinanzi a s! 7. A simili dispensatori della Parola di Dio, di certo del tutto indifferente saziare le comunit loro affidate con il pane dei Cieli oppure con limmondizia tolta dalle pi schifose cloache; basta che essi vengano pagati profumatamente bene! Dunque, non deve affatto meravigliarci troppo se non di rado apprendiamo cose sul conto del Tempio che ci fanno restare molto spesso quasi muti e irrigiditi dallorrore. 8. Quando il solo uomo corporale arrivato al punto in cui la percezione della propria dignit di uomo non in lui maggiore di quanto possa esserlo in un fungo del bosco, sorto da qualche putridume della terra, che cosa di nobile e che cosa di umano ci si pu attendere da un tale agglomerato di feci in sembianze di uomo? Lo si lasci ai suoi agguati ed ai suoi sibili come una lurida vipera sulla strada e si cerchi su questa vasta madre terra un posto che sia sgombro da serpenti, perch il Signore con ciascuno che veramente Lo cerca e non abbandona mai chi nella propria miseria si rivolge a Lui. 9. Noi tutti, che dimoriamo sulle rive del nostro mare interno, da lungo tempo eravamo un trastullo nelle mani del Tempio. Risparmiavano quantera possibile la Giudea, ma in compenso noi galilei dovevamo servire al Tempio da veri capri espiatori da un lato, e dallaltro da animali da mungere; e ci durato per lunghissimi anni! Per per risarcirci di questi mali ora avvenuto questo di buono: per noi, molto prima che per altri, sorta in tutto e su tutto la pi radiosa delle luci, mentre la Giudea si trova immersa ancora nelle tenebre pi profonde. 10. Noi per primi dovemmo sperimentare la voracit estremamente egoista del terreno del Tempio con ci io naturalmente alludo alla casta sacerdotale e cercammo, per quanto era possibile, di liberarci da questa; e noi, quale un grano buono e nobile di Dio, non disperdemmo la nostra forza vitale germinativa interiore contribuendo a riempire lenorme ventre del Tempio, ma ci raccogliemmo invece in noi, secondo lOrdine divino sempre maggiormente riconosciuto in noi stessi, e perci ci troviamo gi ora liberi sullimmenso e
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rigoglioso campo di Dio come un frutto molte volte benedetto. Ai giudei invece, quelli della Mesopotamia e delle regioni pi meridionali, ci vorr ancora del tempo, e molto, prima che comincino a vederci chiaro ed a convincersi che nei loro rapporti con il Tempio essi sono i pazzi pi tremendamente imbrogliati! 11. Da questa mia risposta abbastanza estesa data alla mia domanda, si spera che ciascuno degli ospiti qui presenti riconoscer che la fanciulla di Genezaret sa gi molto bene cosa pensare delle disposizioni che Dio prende e di tutto ci che Egli permette che avvenga! Ma Tu, o Signore, perdonami, di grazia, se Io ho parlato di Te e per di pi al Tuo santissimo fianco tanto a lungo, dicendo forse, fra laltro, anche delle cose perfettamente inutili. Io, con ci, non ho voluto assolutamente fare sfoggio della mia capacit dintendimento, bens ho parlato perch mi si presentata loccasione di esporre tutto fedelmente e chiaramente cos come mi sentivo nel cuore.

204. Capitolo Giosoe e Giara su Giuda. 1. Dico Io: O diletta figliola del Mio cuore, Io ti dico che non una parola di pi, n una parola di meno di quanto era necessario ti uscita dalla bocca! Perci Io dico anche a voi tutti e vi consiglio di ponderare con cura tutto quello che questa fanciulla ha ora detto, di fissarvelo molto bene nella mente e di conformarvi le vostre azioni. Se per qualcuno ha da fare qualche osservazione in contrario, si levi e parli!. 2. A questo Mio invito si annunci il nostro Giuda Iscariota, che disse: Io non sono daccordo proprio in tutto, bench del resto non possa fare a meno di ammirare la saggezza di questa fanciulla, perch essa parla veramente come un libro scritto molto sapientemente. Dopo tacque. 3. Ma il ragazzo Giosoe, a questa sortita, lo apostrof aspramente, esclamando. O insensato e stoltissimo individuo! Non hai udito la testimonianza che il Signore in Persona ha dato della soavissima Giara? E tu non vuoi essere daccordo con tutti i punti del suo discorso di risposta! Ma sputa una buona volta fuori la tua immensa stoltezza e vedremo di che lordura essa piena! Apri bene i tuoi occhi stupidissimi, o vecchio bue, e guarda: qui vicino a me siede un angelo di Dio dal pi alto dei Cieli, il suo essere tutto pura luce; da questaltra parte tu puoi vedere la giovane e saggia oratrice dal Cuore di Dio e vicino a lei, se non sbaglio, c il Signore in Persona, il Cui Spirito ha creato Cielo, Terra e tutto ci che esiste, e nonostante tutto questo e al di sopra ed oltre la testimonianza di Dio tu non vorresti essere perfettamente daccordo con qualche punto della risposta della carissima Giara? Ma dimmi, chi sei tu veramente da voler adesso tanto sfacciatamente disputare perfino con Dio?
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4. Queste energiche parole di Giosoe fecero su Giuda leffetto di una doccia gelata ed egli immediatamente si ritir e si sedette al suo posto senza aprire bocca, dato che era stato colto da grande timore, trovandosi di fronte al figlio adottivo dellillustre Cirenio e perci non os pi fiatare n muoversi. 5. Ma Giosoe prosegu: Non egli uno fra i discepoli principali? La sua faccia non mi nuova e certo lo lho gi visto a Nazaret! Ma s, lui, quello che gi a Nazaret ha trovato sempre da dire, se non mi sbaglio, con un altro discepolo, un certo Tommaso! 6. Dice Giara: Lascia andare, o nobile Giosoe! Vedi, se quel discepolo avesse una capacit di intendere cos veloce come lhai tu e ne sia data lode solo al Signore come ce lho io, egli se ne starebbe zitto come gli altri suoi fratelli e compagni e si accontenterebbe di meditare seriamente nel proprio cuore, ma dato che egli certamente di cuore duro, difficilmente riesce ad afferrare una verit quando si presenta alquanto pi elevata e profonda e, se anche qualcosa gli accessibile, non mai capace di accoglierla nella sua integrit, perch nel suo cuore raggrinzito non pu interamente penetrare niente che abbia limpronta divina del grande e del sublime! Perci lascia stare quelluomo e non badare mai a lui 7. Dice Giosoe: Anche qui hai perfettamente ragione! Del resto, sai, una piccola correzione non pu sicuramente nuocergli affatto, perch io so che questuomo quanto mai spavaldo ed egli vorrebbe sempre assumersi una delle prime parti fra i suoi compagni, i quali secondo lui dovrebbero tutti ricorrere a lui per un consiglio. Questo, naturalmente, in pratica non succede, perch gli altri sono di gran lunga pi savi e pi intelligenti di lui; per tale motivo egli cova in s una certa rabbia, fuori dalla quale poi fa capolino talvolta una non ben definita brama di vendetta, cose tutte queste che non gli servono a niente, perch, come gli accaduto ora, finisce sempre con il buscarsi qualche ramanzina in maniera non propriamente molto dolce, specialmente dal discepolo Tommaso, il quale persona molto saggia! 8. Dice Giara: S, hai giudicato bene, perch anchio mi ricordo di aver assistito a Genezaret ad un piccolo litigio di questa specie! Certo, il Signore sa meglio di noi due perch Egli tollera in Sua compagnia questo discepolo. Per conto mio lavrei gi da lungo tempo invitato ad andarsene! Quelluomo ha per me qualcosa di particolarmente ripugnante e non mi meraviglierebbe davvero se un giorno tutta intera la compagnia si trovasse in qualche brutto guaio per causa sua! Infatti io non mi fido mai degli uomini che non possono guardare negli occhi colui che parla con loro: sembra che essi temano continuamente che il loro occhio inquieto tradisca il loro cuore malvagio. Ora appunto quel discepolo ha questa pessima qualit che a me non piace affatto! Ma, nonostante tutto ci, il Signore lo tollera, segno dunque che ne avr certamente le Sue buonissime ragioni
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9. Dico Io a Giara: Figlia Mia! Tu stessa appunto ne hai esposto prima nel tuo discorso, in modo veramente magistrale, il motivo, ed ormai deve riuscire chiaro ad ognuno perch Io tolleri, accanto al grano, anche la zizzania. Ora vedi, egli pure una malerba sul Mio buon campo; ma quando il buon grano verr raccolto nei Miei granai, tale zizzania rester sul campo e sar poi bruciata, allo scopo di concimare il terreno duro e renderlo pi molle. 10. Il terreno deve bens essere soffice se si vuole che i buoni frutti vi prosperino bene; per non dimenticare che non deve esserlo troppo, perch in un terreno troppo soffice le radici non possono crearsi una base solida. Quando poi vengono i grandi calori, ai quali poi seguono le grandi tempeste, allora le radici facilmente inaridiscono assieme al gambo e se scoppia poi l uragano, questi gambi vengono con tutta facilit sradicati, si seccano sul campo e non rendono pi alcun frutto! Perci, per lallevamento dei figli di Dio, si richiede sempre un fondamento ed un terreno pi duro che molle e cos si deve anche pazientare se talvolta, accanto al grano, appare fuori dal terreno duro anche qualche zizzania, poich questa non fa parte del raccolto, ma resta dov per servire da concime al terreno, affinch una prossima volta la seminagione possa maturare in modo pi rigoglioso e possa dare un raccolto pi ricco ancora di quanto lo sia stato finora. Mi hai compreso?.

205. Capitolo Popoli diversi hanno bisogno di diverse forme di governo. 1. Dice Giara: Oh s, Signore, mio unico amore, i figli veri hanno bisogno di uneducazione pi solida dei figli degli schiavi, perch i figli di famiglia vengono educati per governare e amministrare tutta la casa, per quando i genitori non ci saranno pi ed anche contemporaneamente per loro stessi, mentre ai figli degli schiavi non necessita sapere altro che quello che esige il loro lavoro, sempre uguale ed uniforme! Certo, a questo riguardo possono sorgere molte domande riguardo al perch Dio, il Signore, permette che su questa Terra un uomo debba servire in perpetuo da miserabile schiavo allaltro uomo e perch il padrone dello schiavo abbia, da parte dellimperatore, perfino il diritto di vita e di morte su di lui 2. Dico Io: Mia diletta figlia, lo sviscerare a fondo una tale questione ci condurrebbe tutti troppo lontano, tuttavia Io voglio esporti in proposito un paio di similitudini, per rendere in qualche modo la cosa chiara a te e con ci anche a tutti gli altri. Chi le comprender, potr spiegarsi, accanto a questo fatto, anche parecchi altri. AscoltateMi dunque e fate bene attenzione a quello che sto per dire. 3. Svariate sono le qualit dei cereali: vi il frumento liscio e quello barbuto, lorzo su due righe e quello su quattro righe, il grano alto, lavena e il granone; ci sono poi le lenticchie, le vecce e i diversi tipi di fagioli; ed ecco, queste
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diverse qualit richiedono sempre anche un diverso terreno, senza il quale esse, singolarmente, non potrebbero affatto prosperare. Una qualit di cereali richiede un terreno compatto ed argilloso, che per deve venire sempre ben concimato, altrimenti la pianta non cresce; unaltra qualit ha bisogno di una terra pi molle e pietrosa, ed una terza, infine, richiede un terreno sabbioso. Qualche cereale prospera bene su un terreno umido, altri invece su un terreno secco; lesperienza insegna alluomo tutto ci. 4. Ma, nella stessa maniera, a differenti uomini devono corrispondere anche differenti sistemi di educazione, a seconda di come i loro cuori e le loro anime sono per il momento costituiti. Come un padre si comporta in modo diverso con ciascuno dei suoi figli, cos questo stesso rapporto vale pure per intere comunit e per intere, grandi razze di popoli. Qui, per esempio, c una razza di popolo alla quale occorre un trattamento pi blando, dunque piuttosto molle, ed esso prospera a grande benedizione degli altri popoli della Terra; unaltra razza di popolo richiede invece un trattamento pi duro, altrimenti degenererebbe e intristirebbe a maledizione dei popoli vicini. Un terzo popolo ha una decisa inclinazione a dominare e a tiranneggiare i popoli confinanti. Per le anime di tali uomini, allora, non vi niente di meglio che farli cadere per molti anni in uno stato di vera e propria schiavit, affinch rientrino gradualmente nellordine dellumilt. Quando poi si sono adeguati al loro nuovo umile stato, sopportandolo con pazienza e senza proteste, allora vengono restituiti allo stato iniziale di liberi cittadini della Terra essendovi la premessa per il loro sicuro, rapido e rigogliosissimo prosperare, come vi sono per quello di un seme nobilitato posto in un terreno pi grasso e migliore. 5. Ecco, questa una similitudine che dovrebbe appunto per voi tutti essere molto facilmente comprensibile, dato che avete gi compreso tante cose. 6. Ma per rendervi ancora pi evidente tale questione importantissima, Io richiamer la vostra attenzione sulle parti del vostro corpo umano, delle quali pure ciascuna ha una forma particolare e ha bisogno perci di un differente trattamento e, nel caso di malattia, di un differente metodo di cura per guarire. Se qualcuno sente un dolore allocchio, deve rimediarvi senza dubbio con un mezzo differente da quello che impiegherebbe per combattere un male al piede, e chi ha male al ventre deve fare unaltra cura da quella che farebbe se gli dolesse una mano, inoltre, trattandosi di malattie del corpo, si deve badare anche se si sono manifestate recentemente, oppure se sono inveterate e ostinate. Una malattia recente la si pu combattere con mezzi blandi, mentre una inveterata richiede medicamenti energici, talvolta anche a rischio di morte, per venire allontanata definitivamente dal corpo in quanto un male antico. Per anche le anime degli uomini corrispondono sempre alle singole membra del loro corpo. A seconda dunque che una qualche anima corrisponda ad una parte nobile o ad una non nobile del proprio corpo, tanto pi bene che venga anche corrispondentemente trattata cos come la parte del corpo in cui essa si rispecchia.
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7. Come dunque risulta da questa immagine, anche le svariate condizioni degli uomini, in rapporto alla loro sfera animico-morale, vanno appunto trattate cos svariatamente come le singole membra degli uomini, alle quali esse corrispondono nella loro sfera animico-morale. Un dente molto malandato in bocca, quando nessun altro mezzo giova, bisogna che venga levato o distrutto, affinch non abbia ad intaccare i denti sani e ugualmente cos necessario procedere in una comunit nei confronti di un uomo del tutto dedito al male ed incorreggibile, in modo che per causa sua non venga rovinata tutta la comunit. Cos pure, spesso, un intero popolo, anche se non fisicamente pur tuttavia moralmente, deve essere annientato, affinch infine non vengano corrotte tutte le popolazioni della Terra a causa sua. 8. Leggete le cronache e vedrete quale importanza avevano una volta i babilonesi, i niniviti, i medi, i persiani, gli egiziani, gli antichi greci e prima di loro i fenici ed i troiani; dove sono ora tutti questi popoli? Dove sono quelli di Sodoma e Gomorra e dove i popoli delle dieci citt? Fisicamente esistono s ancora nelle loro discendenze decadute, ma quelle genti non hanno pi un nome e mai pi riacquisteranno rango di popolo su questa Terra sotto il loro antico nome, perch difficilmente si cercherebbe una cosa peggiore di un nome antico cui si ricollega il ricordo futile e vano di molta gloria. Questa specie di uomini o di popoli, a causa di un tal nome antichissimo e glorioso, finisce poi col ritenersi molto migliore e degna di rispetto di un qualche altro popolo, il quale, tramite la mansuetudine, lumilt e lamore verso i propri fratelli, si trova di fronte a Dio in stato di estrema giustizia e quindi sanissimo moralmente. 9. Se voi ora considerate anche solo con relativa attenzione tutto ci, potrete ben presto convincervi di quanto sia buono e giusto il Padre in Cielo! Infatti questa Terra ha innanzitutto la ferma destinazione che su di essa, per lintera Infinit, vengano educati i figli dello Spirito di Dio, e per tale ragione necessario che il terreno sia sempre mantenuto duro e magro, piuttosto che troppo molle e troppo grasso. 10. La zizzania che germoglia assieme al buon grano, per il fatto che essa gli cresce e si matura accanto, non impedisce affatto il benedetto prosperare del nobile frutto, visto che essa, in ultima analisi, rende utili servizi quale concime per fertilizzare il terreno diventato qua e l troppo duro e magro. Per dirla breve, quello che Dio permette sempre buono; e per luomo perfettamente puro alla fine puro anche tutto ci che la Terra porta in s, su di se ed al di sopra di s. DiteMi tutti voi se avete compreso completamente quello che ora vi ho detto! 11. Risponde Cirenio: Signore, e chi mai avrebbe potuto non comprenderTi? Tutto ci chiaro come il sole! 12. Dico Io: Allora sta bene e adesso sentiremo da Giosoe una precisa opinione a questo riguardo.
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206. Capitolo Il discorso di scuse di Giosoe. 1. Dice Giosoe: O Signore, la mia opinione in proposito risulter sicuramente molto incerta. Io certo comprendo nel suo complesso quello che con ci si vuole intendere e non posso proprio sostenere di non averne afferrato il senso con sufficiente chiarezza, ma per aggiungervi qualche mia considerazione di particolare evidenza, io mi sento troppo debole. Perci ritengo che sarebbe molto meglio se la mia graziosissima Giara volesse ancora una volta assumersi tale compito al posto mio. Infatti, per quanto mi possa sembrare di stare parlando saggiamente, tuttavia c infine sempre qualcosa che si presta ad una critica giustificata! Per tale motivo mi quanto mai pi gradito ascoltare che parlare. Se poi qualcuno uscisse fuori con qualcosa che fosse anche minimamente falso e sbagliato, allora s che diverrei pi loquace, ma per argomentare su verit che stanno troppo al di l dellorizzonte della mia conoscenza, io mi sento ancora troppo debole e per questo preferisco modestamente tacere. Lascio che parli per me chi pi saggio e sto ad ascoltare e ad ammirare in silenzio le alte parole che sgorgano luminose da un animo sapiente come i raggi abbaglianti irradiano dal sole mattutino. Oltre a ci trovo, almeno per me, del tutto superfluo fare delle ulteriori considerazioni su di un oggetto che gi chiarissimo. Chi mai vorr accendere ancora una lampada a mezzogiorno, per accrescere il potere della luce solare? Ma se qualcuno pu ancora nutrire qualche dubbio dopo le parole chiarissime sgorgate ora dalla Tua santa bocca, ebbene, che si faccia avanti e verr rimesso sulla buona strada senza difficolt! 2. Io so bene che Ti si deve obbedire, per cos dire, ciecamente, quando chiedi qualcosa a qualcuno, ma in questo caso, seguendo i suggerimenti della vera umilt del mio cuore, io devo mostrarmi disobbediente! Infatti la Tua richiesta, o Signore, potrebbe molto facilmente essere anche una specie di prova per me, per vedere, forse, se linnata concezione di me che mi porta spesso a sopravvalutarmi sia tale da indurmi a venir fuori con il mio lume di notte, il quale per di pi abbastanza malconcio, allo scopo di dare maggiore intensit alla luce del sole! Ma allora per fortuna il mio cuore tranquillo mi dice: O presuntuoso ragazzo! Bada bene a te! Il Signore ti prova; vedi di restare in grazia al Suo cospetto!. E quando sento questo ammonimento, rientro subito nella realt e resto modestamente al mio posto! Ho ragione o no a comportarmi normalmente cos? 3. Dico Io: Mio caro Giosoe, da un lato hai ragione, ma dallaltro lato no, perch, se Io ti chiedo una cosa, certo che so perch te la chiedo! E se tu vuoi che la tua salvezza progredisca effettivamente in ogni campo, bene che tu sii condiscendente con Me in ogni cosa, qualunque essa sia. Ed anche se ti chiedessi la vita del tuo corpo, dovresti abbandonarla con gioia, perch Io non
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domander mai a nessuno di sacrificarMi la vita del proprio corpo con lo scopo di arrecare danno a chi la perderebbe per Me! 4. Io so cosa in realt ci che ti ha un po paralizzato la lingua. Vedi, tu poco fa hai peccato un po di presunzione, quando asseristi di tenere unicamente alla verit! Ora, siccome Giara, l innocente fanciulla di Genezaret, ti ha poi evidentemente un po umiliato, avendo lei dato una risposta quanto mai brillante alla Mia domanda a te diretta, tu hai in seguito a ci perso un po del tuo coraggio. Ma ecco, questa tua lieve mancanza di coraggio, se esaminata da vicino, non ha proprio il carattere di vera umilt, ma piuttosto il prodotto di una certa vanit del tuo animo, che rimasta mortificata in segreto! Ora vedi, questa pure una piccola ragione concomitante che spiega il perch ti riesca tanto difficile deciderti a parlare! Ma Io voglio che tu questa ragione concomitante abbia ora a vincerla completamente in te, poich per un animo in cui ci sono tracce di vanit meglio venire deriso un po piuttosto che sentirsi lusingato ed ammirato da tutte le parti, in seguito a successi ed a trionfi, perci parla senzaltro quando sono Io a chiedertelo! Esponici dunque ora una tua opinione, sia pure soltanto relativamente fondata, sullinsegnamento da Me dato, riguardo alla schiavit!.

207. Capitolo Lopinione di Giosoe sul perch venga permessa la schiavit 1. Dice Giosoe: Nel Tuo Nome allora ci prover con tutta la brevit possibile; se per i miei ragionamenti risulteranno interamente fondati, questa certo unaltra questione. 2. I piedi degli uomini, nella cerchia delle manifestazioni vitali, sono evidentemente inferiori di rango alle mani, per se i piedi non portassero luomo allacqua, le mani non potrebbero liberarli dalla polvere e dal sudiciume. Perci ritengo che il lavoro dello schiavo sia in generale altrettanto necessario quanto il lavoro del padrone. Se i piedi scivolano, tutto luomo cade; dunque certamente spesso bene badare ai piedi, che con tutta ragione si possono chiamare gli schiavi del corpo, con attenzione maggiore che non a tutte le altre membra. Ottusi e senza volont propria, i piedi devono trasportare lontano per intere giornate il corpo greve e di per s pigro, e la massima ricompensa che infine ricevono consiste in una rinfrescata e ri pulita a qualche sorgente, mentre, dopo aver compiuto un viaggio, tutto il corpo, rimasto ozioso durante il percorso, si ristora con cibo e bevande. Ma cosa possono, cosa dovrebbero dire i piedi del trattamento loro riservato? Niente, perch essi sono creati a questo scopo! 3. E cos io penso che la schiavit sia una necessit che non pu essere evitata, qualora lumanit, in quanto al resto, debba rimanere nellordine che le stato prescritto, a meno che con il tempo gli uomini non inventino qualche
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mezzo per muoversi! Allora certo potrebbero rinunciare al lavoro da schiavi dei piedi, e cos, credo io, si potrebbe con il tempo fare a meno anche della schiavit. 4. Meglio sarebbe, senza dubbio, se lumanit potesse del tutto fare a meno della schiavit che la degrada e avvilisce, ma probabile che molto tempo debba passare ancora prima che una simile epoca felice baci la Terra. 5. Lo schiavo considerato veramente dallumanit libera come una mala erba tra gli uomini, ma, per effetto di questa strana zizzania, luomo libero viene forse troppo concimato, di conseguenza simpigrisce e diventa completamente inattivo e credo che questo sia molto male. Da questo lato sarebbe meglio che la schiavit non ci fosse, per, se da un altro lato la schiavit una scuola dellumilt, allora certo essa diventa nuovamente una necessit imprescindibile per lumanit spintasi troppo in alto, perch, infatti, dopo la cattivit babilonese, gli israeliti erano di nuovo diventati un popolo eccellente; peccato soltanto che la cattivit (prigionia) non sia durata almeno un secolo intero! Infatti, a mio avviso, dopo la liberazione ci furono molti che erano ancora troppo abbagliati dal precedente splendore del regno di Israele, e per questo non trovarono niente di meglio e di pi urgente da fare che ristabilire lo splendore antico, e non appena si trovarono riedificate le mura ed il Tempio, comparve anche lantico orgoglio e poco dopo a Gerusalemme le cose andarono nuovamente come prima, anzi peggio che nellepoca anteriore alla cattivit babilonese. chiaro dunque che quaranta anni sono stati troppo pochi, mentre in centanni sarebbe svanita in tutti i nostri padri almeno per diversi secoli ogni smania per quello che sono lo splendore, il fasto e lorgoglio! 6. Tutto ci sicuramente non altro allincirca che una mia supposizione, forse molto vaga ancora, passibile senza dubbio di confutazione assai solida e ben fondata, ma io parlo cos come sento. Infatti se qualcuno ha ricevuto un ceffone per una cattiva azione commessa, egli non eviter di ritornare al male per un tempo molto pi lungo di quanto durato il dolore della sberla ma, se per una azione cattiva commessa, egli stato visitato da Dio con una sofferenza di lunga durata e molto acuta, probabile che si guarder bene dal ricadere in quel male che gli ha causato una sofferenza di questo tipo! 7. Di conseguenza non posso che considerare come assolutamente opportuna una schiavit che duri ben a lungo, come vedo anche la ferrea necessit di questo stato di cose e penso: Uno schiavo abile e docile , in fondo, un uomo molto pi perfetto che non un uomo libero, perch il libero spiritualmente uno schiavo dei propri sensi, mentre lo schiavo materiale pu spiritualmente essere un uomo veramente libero. 8. Infatti grande il divario fra un uomo che padrone della propria volont ci che deve essere perfettamente il caso di un vero schiavo ed un altro uomo che non sa cosa sia lobbedienza, mentre tutto deve avvenire cos come egli vuole.
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9. Dunque, appunto per questa ragione non posso assolutamente non lodare la schiavit e devo augurarmi che essa non abbia mai pi fine, perch il mio pensiero questo: Non appena questa scuola principale della vera umilt avr cessato di esistere, una grande miseria colpir gli uomini della Terra!. 10. Certamente sarebbe auspicabile che tutti gli uomini volessero vivere secondo la Tua dottrina, allora la schiavit sarebbe unassurdit pazza ed un crimine contro i diritti dellumanit, ma fintanto che questo non avviene, com anche probabile che non avvenga per un tempo assai lungo, la schiavit resta per lumanit orgogliosa un vero Vangelo dai Cieli su questa Terra e tende a promuovere il miglioramento dellumanit stessa. 11. Queste sarebbero le mie deboli considerazioni riguardo alle parole che hai detto sulla schiavit, ma adesso, o Signore, Ti prego di indicarmi gli eventuali errori che avrai riscontrato nel mio discorso, affinch io possa anche in questa sfera rendermi conto di quello che perfetta verit!. 12. Dico Io: Mio caro Giosoe, hai ragione quasi sotto tutti gli aspetti ed alle tue parole poco o niente si pu onestamente obiettare. Soltanto per ci che concerne la durata della cattivit in Babilonia ti sei lasciato trascinare dal tuo zelo un po troppo oltre, poich, vedi, ogni stato di prigionia ed anche di schiavit non altro che leffetto di un giudizio punitivo che Dio permette che si verifichi. Ma un giudizio e resta purtroppo sempre e soltanto unestrema costrizione ed un ulteriore mezzo per ottenere il ravvedimento e, come tale esercita rispetto alle anime degli uomini, unazione di solito pi nefasta che buona, perch, colui che evita il male soltanto a causa delle male conseguenze e fa il bene soltanto perch ne attende delle conseguenze buone, ancora molto lontano dal Regno di Dio, mentre colui che opera il bene appunto per amore del bene stesso, come pure rifugge il male appunto perch male, allora un uomo perfetto! Infatti, fino a tanto che luomo non si porta alla luce vera per volont ed impulso propri, costui resta uno schiavo nello spirito ed quindi morto per il Regno di Dio. La costrizione esteriore conduce gli uomini ancora su altre vie secondarie della vita morale damore, ed avremo adesso occasione di esaminarne alcune di queste vie.

208. Capitolo Obbligo di legge e amore. 1. (Il Signore:) Ascolta, era notte, una giovane di bassa condizione se ne andava per la strada; era stata in qualche luogo mandata dai suoi padroni per sbrigare qualche incombenza, ma era tanto in ritardo che la notte laveva sorpresa durante il ritorno. A met del cammino per giunge ad una casupola abitata da uno di quei pii eremiti, come se ne incontrano da tutte le parti in Giudea, i quali conducono una cosiddetta vita austera e ci per amore del Regno di Dio, come essi asseriscono e come sta anche veramente nel loro piano di vita.
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La giovane, alquanto affaticata dal cammino nella notte gi profonda e minacciante tempesta, bussa alla porta del solitario e prega di avere asilo per la notte! 2. Il solitario esce fuori e vede che la supplicante una ragazza, la cui presenza avrebbe potuto profanare la sua capanna e perci, mosso da santo zelo, esclama: Guardati, o impuro essere, dal varcare la soglia della mia capanna consacrata a Dio, perch essa diverrebbe immonda per causa tua ed io stesso immondo per causa sua! Vattene dunque per il tuo cammino, o ritorna l da dove sei venuta!. Detto ci, egli chiude la porta e lascia, senza rimorso, che la giovane in lacrime se ne vada al suo destino, lieto di essersi liberato dal pericolo di venire contaminato. Egli ritorna con il cuore leggero nellinterno della sua capanna, rende lode a Dio che nella Sua Grazia ha stornato dalla sua anima un tale pericolo e non si cura affatto della povera ragazza; se questa, abbandonata nelle tenebre della notte, incorre in qualche sciagura o no, gli del tutto indifferente! 3. Ma dopo unaltra ora di cammino la stessa giovane, sfinita e malconcia per la tempesta, giunge alla dimora di un malfamato pubblicano, il quale agli occhi dei puri giudei, un terribile peccatore. Questi aveva gi udito i lamenti della poveretta mentre era ancora lontana, dato che era di guardia alla sua barriera e, daltro canto, non amava ritirarsi a dormire molto per tempo, motivo per cui anche da parte dei giudei puri gli era stato appioppato il nomignolo di straccione sregolato. 4. Ma questo straccione peccatore comprese di che si trattava, accese sollecito una fiaccola e corse incontro alla giovane e, come la vide venire avanti zoppicando e piangendo, la confort, la sollev tra le sue robuste braccia e la port in casa sua, le offr poi da mangiare e da bere e le prepar un comodo e soffice giaciglio. La mattina seguente le fa ancora dei doni, fa poi sellare due muli e laccompagna egli stesso fino al suo paese ancora molto lontano, dove ella giunge tutta consolata e di lieto umore. 5. Ora, vedi, leremita fa una severa penitenza, vive continuamente in uno stato di costrizione punitiva di cui si sobbarcato da se stesso ed evita con la massima cura tutto quello che anche lontanamente potrebbe contaminarlo nella presunta purezza della sua anima, ritenendo che Dio abbia in lui gi un immenso compiacimento, ma nel tempo stesso egli ci tiene anche molto a che il mondo lo consideri un immacolato santo di Dio e ci tanto pi in quanto di lui generalmente noto che il suolo della sua dimora non stato mai ancora calcato da un piede di donna! Naturalmente una simile purezza di costumi gli procura una maggior reputazione, che certo diminuirebbe di entit qualora dovesse, infine, risultare in qualche modo che la sua capanna pure stata una volta contaminata dal piede di una giovane, della quale non si pu evidentemente sapere quando si trovi nel periodo della sua impurit. 6. Per il pubblicano, invece, tutto ci indifferente, perch sia che il mondo parli male, sia che parli bene di lui, la sua casa considerata la pi impura,
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tanto che un vero giudeo non ne varcher mai la soglia, perch potrebbe acquistarci limpurit per almeno dieci giorni. Perci il pubblicano non si sente affatto legato da ci che la gente pu dire di lui e della sua casa ed egli opera liberamente, seguendo limpulso del proprio cuore e cos facendo pensa: Poich sono un gran peccatore pieno di slealt, io voglio ad ogni modo usare misericordia nella speranza di trovare anchio un giorno misericordia al cospetto di Dio!. 7. DimMi ora tu, Mio caro Giosoe, tutto considerato, a quale dei due daresti la preferenza? 8. Risponde Giosoe, sorridendo: Oh, senza alcun dubbio la darei certo al pubblicano, perch, se a questo mondo non ci fossero che eremiti di questa fatta, sarebbe ben presto finita con la vita degli uomini ed il mondo stesso sarebbe una vera desolazione! Il balordo eremita con tutta la sua purezza di costumi potrebbe, per conto mio, andarsene per i fatti suoi dieci volte in unora, in verit! Se fossi chiamato a disporre del Cielo dopo la morte, leremita sarebbe di sicuro lultimo ed io gli assegnerei linfimo posto nel pi basso dei Cieli e non potrebbe pi salire finch non diventasse come il pubblicano! Ho ragione o torto?.

209. Capitolo Sulla purezza interiore dei costumi. 1. Dico Io: Hai perfettamente ragione, perch veramente cos! Ed Io ti dico: Chi non diventa come il pubblicano, in verit non entrer mai nel Mio Regno, poich Io posso per tutte le eternit fare a meno di ogni spietata purezza di costumi!. 2. Certo, che una purezza libera, vera, interiore di costumi, congiunta con il vero amore del prossimo disposto ad ogni sacrificio, per Me la cosa suprema, ma una purezza come quella che abbiamo vista sfoggiare dalleremita non vale per Me nemmeno uno statere. Chi puro, bene che sia tale soltanto nel suo cuore dinanzi a Dio; il mondo per non deve saperne molto, perch quando il mondo che gliene d lode, allora poca lode potr egli attendersi da Me. 3. Ma meglio di tutto quando luomo dice sempre: O Signore, usa misericordia a me, povero peccatore!. E oltre a ci non giudica nessuno mai male, prega per i suoi nemici e, in ogni occasione, fa perfino ancora del bene a coloro che parlano male di lui e che, se possibile, gli fanno anche del male. 4. In verit chi cos e agisce cos non solo puro al Mio cospetto, anche se si fosse macchiato di qualche peccato che la sua carne di quando in quando lo costringe a commettere, ma egli oltre a ci nel pi ampio senso un fratello Mio e, assieme a Me, un re dei Cieli e di tutte le loro glorie! Infatti, per quanto la carne di tali uomini venga spesso eccitata anche da demoni malvagi, tuttavia le loro anime camminano continuamente nel Mio Spirito.
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5. Ed anche gli angeli spesso devono scendere nellInferno, nella palude di tutti i vizi, e quando essi ritornano sono di nuovo cos puri come in precedenza nel sommo di tutti i Cieli. E ci si verifica non di rado con i Miei fratelli su questa Terra: se anche essi scendono, secondo la loro massima esteriorit, qualche volta nellInferno per mantenere anche l lordine e la potenza di volont divini, tuttavia la loro anima rimane pura in collegamento con il Mio Spirito in lei. 6. Dunque, colui che in seguito al peccato poi si reso ben umile come il nostro pubblicano, costui tramite il peccato non ha fatto che discendere come un angelo soltanto per qualche istante nellInferno, per mettervi pace ed ordine, ma come vi sale fuori, egli ne prova disgusto e nausea e la sua anima rimane pura come prima. Ma colui che dai propri peccati trascinato nellorgoglio, e quale peccatore persiste nellorgoglio, costui gi un demonio, per quanto nel suo esteriore possa apparire puro dinanzi agli occhi degli uomini. 7. Ed Io dico a voi tutti: Qualunque peccatore o peccatrice si presenti in casa vostra per chiedervi soccorso, voi non dovete mai mostrare loro la porta, bens dovete aiutarli invece come se non avessero mai peccato; e solo dopo aver dato loro aiuto, dovete fare ogni tentativo e sforzo possibile allo scopo di indurli a migliorarsi per lavvenire attraverso le vie dellamore e della sapienza, per da quella vera sapienza che germoglia soltanto fuori dallamore!. 8. Secondo Mos una donna adultera presso gli ebrei davvero una peccatrice che deve venir lapidata al pi presto possibile da chiunque la incontri per primo dopo il misfatto. Io per vi dico: Chi accoglie in casa propria la fuggitiva e cerca di salvarla doppiamente, cio nello spirito e nel corpo, costui verr guardato un giorno da Me con occhio amichevole, ed i suoi peccati saranno scritti sulla mobile superficie della sabbia ed il solco della scritta sar disperso dai venti! Ma chi invece getta contro di lei una pietra ed egli stesso non del tutto esente dal peccato, costui deve attendersi un giorno da parte Mia un aspro giudizio! Infatti colui che Mi riporta quello che era perduto, sar un giorno trovato degno di un alto premio nel Regno dei Cieli. Ma colui che giudica, sia pure giustamente secondo la legge, costui verr un giorno pure giudicato con giustizia e con severit secondo la Mia Legge! 9. Cirenio allora domanda: Signore, quello che ora hai detto tutto vero e chiaro, ad eccezione di una cosa soltanto che a me sembra ancora alquanto oscura, e perci desidererei avere a questo riguardo una spiegazione un po pi precisa. Il punto oscuro sarebbe dunque... 10. Qui Io lo interrompo e dico: Il punto oscuro , cio, come un uomo puro, per un peccato commesso nel proprio corpo, possa scendere nellInferno, possa ristabilirvi la pace e lordine e risalire infine nuovamente del tutto puro. 11. Vedi, questa cosa molto facile da comprendere, qualora si sappia che cosa siano veramente il peccato e lInferno, tanto nel senso pi stretto della parola, quanto nel senso pi ampio! Io cercher dunque di rendere questi due concetti pi accessibili al vostro intelletto; e perci fate bene attenzione con tutta la vostra anima!.
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210. Capitolo Lessenza della materia e dellanima. 1. Parla il Signore: Vedete, il corpo fisico materia e consiste di sostanze animiche primordiali fra le pi grezze, le quali dalla Potenza e Sapienza dello Spirito divino ed eterno vengono costrette in quella forma organica che corrisponde perfettamente in tutto il necessario allanima pi libera che dimora in una tale forma corporale. 2. Per lanima che dimora in un corpo allinizio non , naturalmente, tanto pi pura del proprio corpo, perch essa pure trae origine dallimpura anima primordiale del caduto Satana. Per lanima ancora impura il corpo veramente non altro che una macchina di depurazione costruita in modo supremamente sapiente, eccellente ed opportuno. 3. Ma nellanima vi gi anche la Scintilla pura dello Spirito di Dio, dalla quale a detta anima deriva una giusta consapevolezza di s stessa e dellOrdine divino nella voce della coscienza. 4. Oltre a ci il corpo, per la comunicazione con lesterno, provvisto di parecchi sensi e pu udire, vedere, sentire, odorare e gustare; con ci lanima acquista svariatissime informazioni sul mondo esteriore, buone e vere, cattive e false. 5. Dal giudizio che ne d lo spirito che dimora in lei, essa percepisce ben presto in s quello che buono e quello che cattivo; daltro canto essa, anche per mezzo dei sensi esteriori del suo corpo, fa esperienze con le impressioni che ne riceve, buone e cattive, piacevoli e dolorose, ed altre esperienze; oltre a ci, poi, da parte di Dio viene indicata allanima la via dellOrdine divino mediante la Rivelazione straordinaria interiore e, con la Parola, viene educata esteriormente. 6. Provvista in tal modo, lanima pu quindi certo essere in grado di prendere liberamente da se stessa una decisione secondo lOrdine divino facilmente riconoscibile, ci che naturalmente non pu essere altrimenti, perch in qualsiasi altra maniera sarebbe impossibile per lanima consolidarsi in unesistenza durevole per leternit, circoscritta in s, per libera. 7. Infatti ciascuna anima che vuole perpetuare la propria esistenza deve formarsi da se stessa con i mezzi che le sono forniti, e deve, per cos dire, costruirsi in modo da divenire atta alla continuit dellesistenza; in caso diverso essa, alla fine, pu condividere la sorte riservata al corpo oppure esce ancora per tre quarti, non formata, fuori dal corpo, il quale, ormai completamente guasto, non serve affatto pi allulteriore e totale sviluppo dellanima e sar poi costretta a proseguire verso il perfezionamento dentro a una macchina molto pi scomoda e in un modo solitamente molto pi triste e doloroso. 8. Ora il corpo, che composto esclusivamente di elementi sottoposti ancora a rigidissimo giudizio e che quindi soggetto alla morte naturale, per ciascun uomo lInferno nel senso pi stretto della parola, mentre la materia di
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tutti i mondi, nella quale luomo posto per mezzo del suo corpo, lInferno nel suo senso pi ampio. 9. Chi ha molta cura del proprio corpo, costui evidentemente si affanna anche per il proprio Inferno e nutre ed ingrassa il proprio giudizio e la propria morte per la sua rovina assolutamente personale. 10. bens vero che il corpo deve ricevere in certa misura del nutrimento, affinch possa essere costantemente atto a prestare allanima i servizi corrispondenti agli alti scopi della vita; ma chi cura con troppa sollecitudine il proprio corpo e si arrabatta e lavora ed opera quasi giorno e notte per le esigenze di questo, chiaro che provvede per il proprio Inferno e per la propria morte. 11. Quando il corpo stimola lanima a svolgere tutta la sua attivit per il suo soddisfacimento sensuale, questo fatto deriva sempre dallazione dei molti spiriti naturali impuri, ovvero spiriti giudicati nella materia, che propriamente costituiscono lessenza del corpo. Se lanima d eccessivamente ascolto alle esigenze del corpo e ne asseconda gli stimoli, essa si congiunge in certo modo con lui e scende cos nellInferno assolutamente proprio e nella morte assolutamente propria; ma cos facendo essa commette peccato contro lOrdine di Dio stabilito in lei. 12. Se lanima persiste in un tale stato con amore e vi si compiace, allora essa altrettanto impura quanto gli impurissimi spiriti giudicati del proprio corpo; con ci persiste nel peccato e per conseguenza nellInferno e nella morte. Bench essa continui a vivere nel mondo ugualmente come il proprio corpo, essa tuttavia come morta, sente anche fortemente in s la morte e ne ha un vero terrore. Infatti lanima, in tale suo stato peccaminoso e infernale, pu fare quello che vuole, ma non pu trovarvi traccia di vita, quantunque essa ami la vita sopra ogni cosa. 13. Vedete, in ci pure da cercare il motivo per cui ora molte migliaia di migliaia di uomini sanno di una vita dellanima dopo la morte del proprio corpo tanto poco quanto una pietra giacente sulla via e, se si vuol dire loro qualcosa in proposito, essi, nel migliore dei casi, si mettono a ridere, ma qualche volta addirittura si arrabbiano e cacciano il savio fuori dalla porta con il suggerimento di andare a predicare alle bestie del bosco simili sciocchezze, le quali, secondo loro, sono pure e semplici menzogne! 14. E tuttavia sarebbe opportuno che ciascun uomo, al pi tardi entro il trentesimo anno, fosse in s gi tanto progredito nella formazione del proprio io da essere cos pienamente consapevole e sicuro di una nuova vita liberissima e felicissima dopo la morte del corpo cos come laquila consapevole e sicura del volo attraverso le alte regioni della libera atmosfera! 15. Ma quanto ne sono ancora lontani gli uomini che cominciano solo ora a fare delle domande riguardo a questo! E quanto lontani sono coloro, poi, che non vogliono affatto sentirne parlare e che ritengono una simile fede addirittura una
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sciocchezza degna appena di farci su una risata! Per gli uomini di questa specie si trovano per tutto il tempo della loro vita terrena nel pi pieno Inferno e gi nella morte pi piena. 16. Pu accadere, ora, che unanima si sia gi del tutto purificata, ma che tuttavia le venga accordato un tempo piuttosto lungo principalmente per procedere anche alla purificazione del proprio corpo e dei suoi spiriti, che sono in s e di per s ancora impuri; per questo tutta la parte pi nobile del corpo acquisisce infine, pure dallanima, limmortalit, e subito dopo la morte della parte pi grossolana del corpo viene essa pure ridestata unitamente allanima per lirrobustimento della stessa. 17. E se, come non di rado avviene, lInferno di tali anime gi pure, che quanto dire il loro corpo, fa di quando in quando sentire ancora molto accentuatamente le sue esigenze, allora queste anime scendono per un breve tempo nel loro proprio Inferno; con altre parole accondiscendono alla richiesta del corpo e dei suoi spiriti. Ma simili anime non possono oramai pi venire rese del tutto impure, e lo sono solamente finch restano nella melma putrida degli spiriti del loro corpo; per esse non possono durare a lungo in tali condizioni e ritornano quindi ben presto nel loro stato anteriore di completa purezza, nel quale poi sono di nuovo altrettanto pure, come se impure non lo fossero mai state. Ma in queste occasioni esse hanno stabilito nel loro Inferno la pace e lordine per un determinato tempo e possono poi tanto pi indisturbate muoversi e rafforzarsi nella luce del loro spirito. 18. Chi di voi ha un retto intendimento, avr interamente compreso quello che ho detto; e tu, amico Cirenio, dimMi proprio sicuramente se hai compreso anche tu a fondo la cosa!. 211. Capitolo Un discorso sociale di Cirenio. 1. Dice Cirenio: S, o Signore e Maestro! Per non posso fare a meno di osservare che questa dottrina per me assolutamente nuova e che prima di Te nessuno si certo immaginato mai niente, neppure in sogno, di una cosa simile. Ma da tutto ci risulta oramai chiaro che devi essere stato Tu e non altri a creare dallAlfa allOmega gli uomini ed i mondi tutti, perch senza essere da se stesso il creatore degli uomini, tali cose non si possono conoscere mai pi se non nel modo in cui noi le abbiamo apprese da Te ora. 2. Le esperienze fatte in ogni tempo ci dimostrano che deve essere cos e che altrimenti non pu essere se non come ce lhai spiegato Tu ora, e tuttavia nessun savio, per quanto bene e spesso si fosse accorto dei mali dellumanit, pot mai scrutarli alla loro radice, per potersene fare un sicuro giudizio e, daltronde come avrebbe potuto farlo? Per giungere a tanto si esige una conoscenza perfettissima della natura umana, che abbraccia tutta la sua essenza, dalla sfera primordiale-spirituale a quella materiale.
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3. Ma chi pu acquisire in qualche modo queste nozioni? Chi che conosce il corpo umano da fibra a fibra, da nervo a nervo e cos via? Chi ha mai visto una qualche anima aggirarsi liberamente intorno? A mala pena si sa se essa abbia una forma e quale questa sia, se sia grande o piccola e cosa altro mai! In poche parole si brancola completamente nel buio. Ma se cos, come fare per procurarsi le cognizioni riguardo alla strana e particolare natura delluomo? 4. Eppure ci devono essere mezzi e vie tali da permettere alluomo di conoscere se stesso, poich se luomo non in grado di esplorare e scrutare se stesso per constatare cosa egli sia e per sincerarsi del perch e del cosa debba fare, data la sua natura e destinazione, per raggiungere lo scopo per il quale il Creatore lo ha chiamato in vita, allora tutti gli insegnamenti non gli servono a nulla. La sua anima, come se ne ha la prova anche troppo evidente in innumerevoli individui, si restringer, ritirandosi sempre pi nel suo guscio, come conseguenza delle molteplici necessit del corpo che si fanno sentire purtroppo con sensazioni dolorose. Infatti la fame, la sete brucia ed anche il freddo tormenta, mentre il benessere corporeo concede al corpo, sempre pieno di esigenze, non solo il necessario, ma anche una vita di agi e di sfarzo! 5. La parte animalesca delluomo avanza, del resto, le sue esigenze in maniera cos precisa e imperiosa che le placide richieste dellanima devono rimanere inascoltate; ma se si ammette questo, chi pu ancora stupirsi se milioni e milioni di esseri umani hanno appena una vaga idea dellesistenza di unanima in loro? Infatti gi dalla fanciullezza la loro anima si talmente congiunta al corpo da essere diventata completamente una cosa sola con esso e perci non conosce n percepisce altri bisogni allinfuori di quelli miserevoli del proprio corpo. 6. Anzi, bisogna dire perfino che proprio dove gli uomini sono pi malamente provvisti dal punto di vista del corpo, non si trova mai neanche la minima traccia di una qualche necessit spirituale. Noi abbiamo nelle regioni settentrionali dEuropa delle popolazioni, presso le quali invano si cercherebbe sia pure una lieve ombra di una formazione spirituale. 7. Ma qual la ragione di un tale fenomeno? Ecco, la totale mancanza di quello di cui ha bisogno il corpo! Perci un uomo costretto ad andare errando, non di rado giorno e notte, armato di clava, per fitti boschi alla ricerca di selvaggina, e quando lha uccisa ne divora come un vorace animale le carni quasi senza togliere via la pelle! Si domanda: Come ammissibile, come possibile che presso un tale popolo si possa trovare qualcosa che assomigli ad una necessit spirituale?. Per esempio a Roma, dove la gente in gran parte molto ben provvista dal punto di vista del corpo, gi da molto tempo si cominciato a dare insegnamenti sullanima umana e sulla sua immortalit, e si dedicato, come tuttora si dedica, la maggior attenzione alla vita morale, la quale mira soprattutto alla formazione e allo sviluppo delluomo spirituale.
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8. Certo, anche con troppa frequenza succede che i ricchi si immergano troppo, alla fine, nella beatitudine del loro corpo e che non ci tengano che poco o niente alleducazione della loro anima, arrivando al punto di considerare invenzione di qualche sapiente affamato simili dottrine, ma pure essi hanno comunque un linguaggio, per mezzo del quale si pu comunicare con loro riguardo a vari argomenti e cos, malgrado tutta la loro sensualit, si pu riuscire a provocare in loro qualche piccola reazione che, per quanto poco possa valere, pur sempre utile allanima. 9. Ma trattandosi di uomini dei quali non si sa ancora precisamente se abbiano o no un linguaggio, non possibile provocare nemmeno una reazione di questa specie e allora come si dovrebbe fare per suscitare in loro la percezione di una necessit pi profonda e spirituale dellanima? 10. Dunque, secondo la mia opinione, bisognerebbe anzitutto ben provvedere al benessere corporeo dellumanit e poi sarebbe ancora pi facile elevare sempre di pi le anime degli uomini alla comprensione delle vere necessit della loro vita. Gli uomini dovrebbero essere provvisti almeno di quello di cui hanno strettamente bisogno, poich, come prima ho detto, un uomo messo male nel fisico non pu sentire affatto nemmeno la pi piccola necessit di una qualche cultura spirituale! difficile predicare ad uno stomaco affamato prima di avergli dato la possibilit di prendere cibo e bevande. Questo il mio modestissimo parere. Tu, o Signore e Maestro, hai certamente ragione in tutto, perch Tu solo conosci perfettamente le Tue opere, ma anchio credo di non avere proprio torto, visto che, a favore delle asserzioni, milita lesperienza di tutti i popoli e di tutti i tempi.

212. Capitolo Il bisogno come maestro. 1. Dico Io: giustissimo ed Io non posso affatto dire che tu abbia pronunciato anche una sola parola che non sia vera, ma prova a sistemare tu le cose su di un corpo mondiale in modo tale che gli uomini, senza un loro particolare contributo di lavoro od altra attivit simile, siano ben discretamente provvisti sotto laspetto materiale e riconoscano che in questa maniera possono vivere assolutamente senza preoccupazioni e in poco tempo ti trovi davanti dappertutto i tuoi popoli del Nord Europa. 2. I popoli del Nord Europa, che una volta dimoravano in Asia, la culla della razza umana, erano forniti di tutto come e anche meglio dei tuoi romani e hanno goduto uneducazione diretta dai Cieli; e cerano sapienti tra di loro, come la Terra non ne aveva mai portati prima di Me: ma quale ne fu la conseguenza? Essi mangiavano e bevevano comodamente, divennero ogni giorno pi pigri e decaddero di generazione in generazione nello stato attuale; solo che in tale condizione miserevole si devono procurare il meschino sostentamento per il loro
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corpo con il sudore della fronte e comunque non sono per del tutto privi di sapienti e maestri. 3. Ma Io ti dico che appunto questa loro miseria che li far salire man mano ad un grado di cultura tale che la presente civilt di Roma ne sar di gran lunga superata sotto ogni aspetto. 4. Perci non sarebbe affatto buona cosa fare in modo che gli uomini siano completamente provvisti per quanto concerne il corpo, poich essi finirebbero col diventare tanto pigri che non si curerebbero pi affatto di nulla; e questa tendenza allinerzia di un riposo senza alcuna preoccupazione di nuovo una propriet del corpo che in s per s morto. Allora lanima, la quale chiamata a consolidarsi in grandissima parte appunto mediante una giusta attivit nel proprio corpo e con la cooperazione di questo, sarebbe indotta a condividere con il corpo lo stato di indolenza spensierata del corpo stesso, anche perch originariamente la propensione allinattivit in essa preponderante. 5. Per lanima viene anzitutto destata dal suo letargo a causa delle necessit dolorose del corpo, poich essa sente che alla fine una completa trascuratezza del corpo le sarebbe causa di morte assieme al corpo stesso. Perci, spinta dai bisogni di questultimo, essa mette in moto tutte le leve possibili e cerca di provvedere come meglio pu anzitutto al corpo. Siccome ormai ha un grande ribrezzo della morte, essa comincia ben presto, accanto allattivit a favore del corpo, ad esplorare la vita vera e propria. In seguito allamore per la vita che si destato in lei, si rende conto che, quale anima, sopravviver ancora un po anche se il corpo cadr preda della morte. 6. In questo modo comincia finalmente a mettere radice una specie di fede nellimmortalit dellanima umana, e questa fede, con landare del tempo, si fa sempre pi viva e diventa per luomo una necessit. 7. In seguito dei singoli individui, portati pi degli altri alla meditazione, come ce ne sono dappertutto, ben presto non si accontentano pi della semplice fede e cominciano a scrutarla pi profondamente provandone la forza e cercano, quando la forza della fede non basta pi, di dimostrarla come definitivamente vera, ricorrendo a mezzi maggiormente convincenti e, per cos dire, evidenti. 8. Di solito il popolo considera poi tali ricercatori dei veggenti, degli ascoltatori ispirati e guidati da qualche spirito superiore, i quali, comunicando con questultimo, arrivano ad acquisire nozioni pi profonde riguardo alla vita dellanima dopo la morte del corpo. 9. Avviene spesso, in seguito, che questi ricercatori vengano comunemente innalzati dal popolo alla dignit di sacerdoti ed essi, accorgendosi di essere diventati indispensabili, finiscono molto spesso con labusare della fiducia, per lo pi incondizionata, del loro popolo; si servono della loro scienza come uno strumento per ricavarne un utile mondano e si riducono infine ad essere semplicemente delle cieche guide di altri ciechi. Per, nonostante tutto ci, nella cosa rimane sempre qualcosa di buono, perch il legame che unisce il popolo con i Cieli, per quanto debole possa essere, viene pur sempre mantenuto.
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10. Col succedersi dei tempi, quando anche la fede cieca nei sacerdoti va facendosi sempre pi debole, sorgono tra il popolo di nuovo altri ricercatori che esaminano le vecchie dottrine senza ripudiarle completamente, ne estraggono ci che reputano buono, aggiungendo questo al risultato delle loro nuove ricerche e proclamano alla fine una dottrina del tutto nuova, la quale non si accontenta pi della cieca fede, ma vuole la convinzione piena fondata su fatti, che, in caso di bisogno, possono venire presentati allattenzione di chiunque come degni di essere esaminati. 11. Ora, vedi, in tal modo, sia pure per vie faticose, la pi giovane generazione trova finalmente la verit ed in questa verit trova anche, grazie alle numerose esperienze, le leggi secondo le quali deve essere guidata la vita degli uomini, affinch la verit trovata, a costo di cos gravi fatiche, possa mantenersi pura per sempre fra gli uomini. 12. Quando poi a questo ritrovamento, che si concretato da s solo in conseguenza della sempre crescente attivit degli uomini, si aggiunge ancora una notizia straordinaria proveniente agli uomini dai Cieli come una Luce potente e prodigiosa, allora un tale popolo ma potrebbe anche essere un uomo in s gi salvato ed come rinato in spirito; ebbene a questo risultato non potrai mai e poi mai arrivare con una vita comoda e spensierata, ma solo mediante il bisogno e laffanno! 13. Io ti dico che se gi il bisogno rende ingegnoso anche lanimale, quanto pi non render poi tale luomo! 14. Quando luomo spinto dal bisogno a pensare, allora la terra comincia ben presto a verdeggiare sotto ai suoi piedi; ma se egli gi a posto, allora si sdraia come fa lanimale, non pensa pi a niente e non fa niente. 15. Vedi, basterebbe che Io concedessi alla Terra, per soli centanni consecutivi, dei raccolti abbondanti e particolarmente benedetti, e tutta lumanit comincerebbe ad imputridire nellozio, ma, siccome Io vicendevolmente vado alternando le annate buone alle cattive, cos lumanit costretta a mantenersi sempre attiva, deve cio durante lannata buona essere preveggente per non lasciarsi cogliere di sorpresa da una successiva annata cattiva e quindi per non morire di fame. E cos lumanit indotta ad esplicare, almeno da un lato, una certa incessante attivit; se invece si verificasse il contrario, in brevissimo tempo essa cadrebbe nel pi profondo letargo. Comprendi ora anche questo?. 213. Capitolo La conseguenza dellagiatezza. 1. Dice Cirenio: O Signore, Tu sei davvero il Maestro dellumanit e la scuola pi viva della vera vita! So ormai perfettamente a che punto sono io e in quali condizioni si trova tutta lumanit. Soltanto una cosa non riesco ad afferrare completamente e cio perch un popolo, che sia in qualche modo provvisto dal punto di vista corporale un po al di sopra dello stato di schiavit,
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dovrebbe alla fine cadere in un assoluto letargo! A questo riguardo mi piacerebbe sentire dalla Tua bocca, o Signore e Maestro, una qualche parola di chiarimento! 2. Rispondo Io: Oh, amico Mio, consulta la storia dei popoli della Terra, considera lantico Egitto, paese di ricchezze, considera Babele e Ninive e Sodoma e Gomorra! Pensa al popolo di Israele stesso, al quale Io, per interi quarantanni, ho provvisto con la manna del Cielo! Considera altrettanto una quantit di altri popoli finiti in rovina e tu rileverai ben presto dove il benessere corporale abbia condotto tutti questi popoli! 3. Vedi ad esempio una donna che sia ben provvista di quanto le occorre nei riguardi del corpo, ebbene, essa tutto il giorno altro non fa che adornarsi e abbellirsi, ma alla fine verr il giorno in cui si sentir troppo pigra anche per questo e si far lavare, pulire e adornare dagli altri. Ma anche cos non durer sempre e neanche a lungo, perch accadr poi che una donna simile, abbrutita dalla vita comoda, si stancher perfino di farsi servire e diventer in questo modo perfettamente come un maiale, se non proprio come un vero bradipo dellIndia o del centro dellAfrica che non fa altro che starsene sdraiato. Io ti domando: Che cosa si pu fare di una donna ridotta in un simile stato? A quale educazione spirituale pu ancora essere accessibile?. Io te lo dico: Non pi buona neanche per fare la prostituta. Questo stato appunto il caso di Sodoma e Gomorra ed per questa ragione che, in effetti, il popolo di quella citt ha cominciato a cercare soddisfazioni del senso contro natura! Mi comprendi? 4. Dice Cirenio: In verit, che io sappia, tu non fosTi mai tanto generoso di abbagliante sapienza come oggi! Io devo ammettere che Tu, questa volta, mi hai rivelato pi cose che non tutte le altre volte in cui ebbi la fortuna di udirTi. Tutto quello che ci hai comunicato ora evidente e chiarissimo, perch hai approfondito la Tua esposizione fino alle pi intime radici riguardo a tutti i rapporti di costituzione e trasformazione dellumanit. Una cosa soltanto mi sfugge; e se potr conoscere anche questa, davvero io non avr bisogno di altro per leternit! Devo esporre apertamente la mia domanda, oppure la vuoi leggere come il solito nel mio cuore? 5. Dico Io: Questa volta chiedi pure ad alta voce a vantaggio dei presenti, affinch tutti possano gi dal principio farsi unidea precisa sullargomento! 6. Dice Cirenio: Ebbene, Ti piaccia ascoltarmi con clemenza!.

214. Capitolo Le contraddizioni nella storia della Creazione. 1. Parla Cirenio: Durante il tempo della mia vita su questa Terra, tempo che si pu ormai chiamare abbastanza lungo, io ho spesse volte, ma sempre invano, meditato su come in effetti i primi rappresentanti del genere umano siano giunti alla conoscenza di un supremo Essere spirituale nonch a quella
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della loro propria individualit animico-spirituale. A questo proposito ho letto i libri degli egiziani, gli scritti dei greci e le opere del vostro Mos; una volta mi capitata sottomano anche unopera indiana che io mi sono fatto tradurre e leggere a Roma da un tale che era appunto un indiano; per dappertutto non ho trovato altro che un linguaggio mistico e simbolico, il quale non avrebbe potuto rendere un uomo assennato in nessun modo pi assennato ancora e di conseguenza tanto meno me, che gi dalla mia giovent mi ero sempre immaginato che il mio prossimo fosse molto pi accorto di me. Dappertutto ci si imbatte in insensatezze logiche che, prese letteralmente, sono delle indiscutibili assurdit. 2. Cos, per esempio, nel vostro Mos detto: Nel principio Dio cre il Cielo e la Terra e la Terra era deserta e vuota e cerano le tenebre sopra labisso. E lo Spirito di Dio si muoveva sopra le acque. E Dio disse: Sia fatta la luce!. E la luce fu fatta. E Dio vide che la luce era buona e allora Dio separ la luce dalle tenebre e nomin la luce giorno e le tenebre notte. Cos fu sera e poi fu mattina e fu il primo giorno. 3. In seguito, con frasi molto concise, si fa cenno alla separazione delle acque, al prosciugamento della terra e alla creazione di erbe, arbusti ed alberi: Con queste creazioni trascorrono tre giorni e quindi altrettante notti. Ora, siccome giorni e notti derivano gi della creazione della prima luce sugli abissi tenebrosi della Terra, io non so spiegarmi davvero come Dio abbia successivamente ritenuto necessario creare nel quarto giorno nuovamente due grandi luminari e metterli nella distesa del Cielo; il maggiore ha la reggenza del giorno e laltro, il piccolo, regna sulla notte. 4. Se noi adesso confrontiamo queste asserzioni con la natura della Terra e se consideriamo quello che secondo le Tue dichiarazioni sono il sole, la luna e tutte le stelle, bisogna convenire che tutta la storia mosaica della Creazione una tale assurdit quale di pi grande non ce n, n possibile trovarne di uguali in nessun angolo di questa Terra! Chi mai pu capirne qualcosa? Noi pochi sappiamo che la Terra non un circolo infinito, ma soltanto una grande sfera, come Tu Stesso hai mostrato in modo molto evidente e vero a me, quando eri ancora un tenero bambino in Egitto e pi tardi ancora ad un maggiore numero di noi. In effetti sulla Terra non fa mai notte, perch una parte di essa viene sempre illuminata dal sole. La luna, daltro canto, un patrono quanto mai incostante e si cura ben poco della reggenza della notte, ci che avviene tuttal pi alcuni giorni al mese. 5. Cos pure una pazzia dire che dalla sera e dalla mattina viene costituito un giorno, mentre ognuno sa, dallesperienza di tutta la sua vita, che il giorno viene a stare sempre unicamente tra la mattina e la sera e mai tra la sera e la mattina, perch alla sera segue certo immancabilmente la notte fino alla mattina successiva ed alla mattina fa seguito poi il giorno fino alla sera e per logica conseguenza il giorno sta fra la mattina e la sera e fra la sera e la mattina sta evidentemente la notte.
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6. Per, quantunque tutto ci sia in s da considerare una pazzia, la frase dove asserito che soltanto dopo aver creato la luce, Dio si accorse che la luce era buona, questa una pazzia senza paragoni, perch la suprema Sapienza di Dio, come Luce essa stessa di tutte le luci, deve ben aver visto ed osservato gi dalleternit che la luce era buona! 7. Nel libro degli Indiani da me visto, alla Creazione materiale viene fatta precedere una Creazione degli spiriti puri, di cui pi tardi anche Mos fa menzione in qualche luogo; questi spiriti erano puramente luce e particolarmente il primo creato sembra si sia chiamato Portatore di Luce. 8. Dunque, se Dio gi con la creazione dei puri spiriti della luce ha evidentemente potuto constatare il valore della luce, ammesso pure che prima di ci Si fosse dalle eternit riposato nelle profondit della tenebra, ci che non pare assolutamente confacente al Suo Essere, chiaro che deve essere ridicola fino alla pazzia lidea che Dio, dopo aver creato la luce su questa Terra, si sia accorto in un certo modo di nuovo che la luce era buona! 9. Tu Stesso puoi vedere che tutta la storia della Creazione, come viene narrata da Mos, unassurdit colossale, anzi pazzamente urtante quando si consideri la cosa anche per poco dal lato naturale e di conseguenza non deve meravigliare molto del fatto che appunto gli stessi dottori della legge ebrei non prestino nemmeno un granello di fede ad una tale dottrina assurda, ma che tuttavia la mantengano cos come a causa del popolo, facendosela pagare molto bene. Queste cose le vedono anche tutti i personaggi altolocati di Roma e malgrado lassurdit lasciano le cose come sono, perch il popolo cieco vi da sempre grande importanza ed il paese cos si mantiene discretamente tranquillo. 10. Dunque chiaro, anzi chiarissimo, che tutte le massime e teorie enunciate dai primi maestri e pervenute fino a noi non sono, se considerate dal punto di vista naturale, altro che vuote leggende e favole, perch nei riguardi del naturale non pu esservi neppure una sillaba di vero. Ma se innegabilmente cos, sorge allora la grande domanda spontanea, come gi accennato quando ho cominciato ad esporre il problema in questione: Com giunto luomo su questa Terra? Come giunse egli alla conoscenza di un Dio e a quella di se stesso e chi in origine gli insegn a distinguere quello che bene e quello che male?. Perci Ti prego, o Signore, di darci ancora un po di luce a tale riguardo e poi siamo perfettamente al sicuro!. 215. Capitolo Lorigine del primo uomo. 1. Dico Io: Carissimo amico, a questo proposito un buon raggio di luce te lho veramente gi concesso, illustrandoti gli effetti del bisogno negli uomini e nei popoli; in quanto al resto, non si pu certamente negare che la genesi di Mos, applicata letteralmente alla creazione del mondo naturale, sarebbe unassurdit fra le pi grandi, la quale dovrebbe venire riconosciuta come tale da
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chiunque non fosse proprio del tutto digiuno di conoscenze riguardo ai procedimenti naturali e che porterebbe alla conclusione di dover classificare il buon Mos fra gli stolti di prima categoria che sono vissuti finora su questo mondo. 2. Per chiunque si dia la pena di scrutare la storia esposta nei libri di Mos nel suo ulteriore decorso anche soltanto un po pi acutamente di quanto farebbe leggendo qualche favola del poeta greco Esopo, costui deve pur accorgersi ben presto che Mos, nel suo linguaggio figurato, intende occuparsi soltanto di ci che concerne la formazione primordiale dei primi uomini della Terra e di conseguenza non vuole affatto trattare esclusivamente la storia della creazione della Terra, del cielo e di tutte le altre creature sorte sulla Terra e nella Terra, ma vuole invece trattare anzitutto, e quasi esclusivamente, la prima costituzione e lo sviluppo del cuore e dellintelletto umano, a cui egli vi ricollega subito il concetto umano-storico. 3. Per la storia non poteva essere che un prodotto della formazione intelligente degli uomini e mai di quella muta Natura creata che si sempre mantenuta uguale a se stessa fino a questo tempo e sempre tale si manterr fino alla fine di tutti i tempi! 4. Non altrimenti vanno considerate le cose rispetto ai libri indiani, nei quali trattata in primo luogo la creazione dei puri spiriti, poi la caduta di una parte di questi sotto il titolo Le guerre di Jehova, mentre solo da ultimo si parla della creazione del mondo sensibile, degli animali e finalmente delluomo! 5. Tutto ci da prendere soltanto nel senso spirituale e da spiegarsi, anzitutto, per quanto concerne la costituzione morale delluomo. 6. Chi poi, guidato dallo spirito, a perfetta conoscenza delle rispondenze fra il mondo dei sensi e quello degli spiriti, a lui certamente pu essere possibile rilevare da tutto ci come dal mondo degli spiriti sia proceduto quello sensibile e come e da dove siano sorti i soli ed infine i pianeti ed i pianeti secondari, nonch come su questi siano apparse ogni specie di creature. 7. Per questa cosa non cos facile come potrebbe sembrare, poich, per arrivare a questo punto, bene essere prima destati del tutto nello spirito. Infatti soltanto lantichissimo Testimone di ogni divenire e di ogni essere pu inondare completamente di luce quei labirinti entro i quali finora nessun occhio mortale penetrato. 8. Ma che, allinfuori di tutto ci, let del genere umano, nello stato di perfezione in cui attualmente si trova, concordi tuttavia anche rispetto alle considerazioni di materia e di tempo con il computo di Mos, tu puoi esserne completamente certo. 9. Molto tempo prima di Adamo ci furono sulla Terra anche una specie di possenti animali, i quali, non certo nella forma, ma tanto pi per unintelligenza acuta, seppure istintiva, somigliavano al genere umano che sarebbe arrivato successivamente. Lelefante odierno ne ancora quasi una derivazione secondaria, quantunque fisicamente molto imperfetta.
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10. Questi grandi animali, al loro tempo, lavorarono la terra ed a questo riguardo furono i precursori degli uomini. Gi molte migliaia di migliaia di anni prima della comparsa delluomo sulla Terra, essa era abitata da questi esseri. 11. Per mezzo di questi grandi animali il suolo pietroso, ancora molto duro, della Terra dovette venire ammorbidito e reso atto al prosperare di nobile frutta e di animali, prima che fosse finalmente idoneo a produrre corporalmente la delicata natura umana, secondo i piani dellOrdine divino eterno, quale esso era posto in ciascuna anima naturale, allora ancora libera dalla materia, ma tuttavia gi vivente nellaria della Terra. 12. Quando il suolo della Terra, in seguito a tale preparazione, ebbe raggiunto la completa maturit, soltanto allora unanima robusta nella sua libera natura aerea venne chiamata a costituirsi, dal pi fertile humus dargilla, un corpo secondo lordine della Forma originaria di Dio la quale esiste nellanima. E la prima anima, nel suo pieno vigore e maturit, fece cos come si sentiva interiormente incitata a fare dalla Forza divina, ed in questo modo la prima anima si trov in un corpo sano e robusto, e per opera sua bene organizzato, e pot ormai perfettamente prendere visione di tutto il mondo visibile e delle creature che esistevano prima di lei. 13. Ma le grandi specie di animali, unitamente alle creazioni anteriori, erano per la maggior parte scomparse dalla Terra gi da lungo tempo prima che il primo uomo nella sua maest, simile a quella di Dio, vi facesse la sua apparizione. Malgrado ci, dei resti di simili animali, quali abitanti pre-umani, si trovano e si troveranno ancora per tutti i tempi sulla Terra ed entro di essa, per gli uomini non sapranno cosa pensarne in proposito. 14. Lesame di questi residui porter poi gradatamente i saggi alla constatazione che la Terra pi antica di quanto il computo mosaico possa far supporre e per questa ragione Mos cadr molto in discredito per un certo tempo. Allora per, da parte Mia, verranno suscitati altri saggi e soltanto allora Mos sar posto nella sua vera luce da essi, e non passer molto tempo prima che il completo Regno di Dio si stabilir sulla Terra e la morte scomparir per sempre dal pianeta rinnovato. Ma, prima che questo avvenga, molte sciagure si riverseranno sul suolo della Terra. 15. S, il suolo della Terra dovr essere prima sottoposto ad una concimazione ancora molteplice con il sangue e con la carne degli uomini, e solo da un simile nuovo humus spirituale avr poi inizio per questa Terra lepoca anche corporalmente immortale, cos come ai tempi di Adamo aveva avuto inizio lepoca nella quale lanima poteva forgiarsi, dal fertile humus dargilla, un corpo perfetto nella sua Forma divina. 16. Per gli uomini, i quali sono gi pienamente rinati nello spirito durante la loro vita corporeo-mortale terrena, regneranno poi per sempre, in questa nuova epoca, quali puri spiriti ed angeli, ed essa rester del tutto affidata alla loro guida. Invece gli uomini di questo tempo che non hanno raggiunto la perfezione
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spirituale saranno, in questa nuovissima epoca della Terra, posti su questa con corpi immortali, ma in uno stato di grande povert e dovranno in gran parte adattarsi a servire spesso molto duramente, ci che loro riuscir quanto mai amaro, poich anche troppo chiaro sar in loro il ricordo delliniziale felicissimo stato nei loro corpi mortali! Questa epoca durer molto a lungo, in attesa del momento in cui finalmente tutto sar trapassato allo stato di esistenza puramente spirituale secondo leterno Progetto di Dio! Ecco, questo il decorso dellOrdine di Dio di tutte le cose, di ogni divenire, di ogni esistenza e di ogni sussistenza!.

216. Capitolo Il processo di sviluppo di una spiga di grano. Sullincarnazione di unanima. 1. (Il Signore:) Considera il frumento allo stato naturale: quando viene posto nel terreno deve prima imputridire e soltanto dopo, dal marciume della putrefazione, sorge il tenero germoglio. Ma quale il significato di questo fenomeno rispetto alla natura delluomo? 2. Ecco, la posa nel terreno della bella semente sana corrisponde al primo divenire delluomo ed simile allatto dellincarnazione dellanima in s e di per s gi completamente sviluppata, la cui dimora pre-corporea laria, particolarmente nella regione mediana delle montagne, dove di solito cessa la zona arborea, fino a quella delle nevi e dei ghiacci. 3. Quando unanima, una volta che si del tutto riunita, si trova ad aver raggiunto la dovuta consistenza nellaria prevista nel progetto, essa scende allora sempre pi gi e gi fino alle dimore degli uomini, ottiene poi un certo nutrimento dalla sfera vitale eterea esteriore che circonda ogni uomo e resta l dove viene attratta per laffinit del suo essere. 4. Quando poi una qualche coppia di coniugi si sente indotta dallimpulso naturale a compiere un atto generativo, una tale libera anima naturale pienamente matura, che si trova pi vicina alla coppia di coniugi, ne viene a conoscenza al momento dalletere vitale esterno, ovvero tale anima viene attratta per affinit dallaccresciuta forza della sfera vitale esteriore dei coniugi, entra durante latto di accoppiamento, sotto una certa coercizione, nel flusso seminale delluomo e viene da esso deposta in un piccolo uovo. Questo procedimento viene chiamato fecondazione. E vedi, da quel momento lanima vitale assomiglia gi al seme che viene posto in un qualche terreno; essa attraversa nel corpo materno, finch viene partorita nel mondo, tutti gli stadi corrispondenti a quelli che passa il seme nella terra, fino a quando essa spinge fuori il germoglio sopra il terreno. 5. Da qui in avanti hanno poi inizio i vari stadi della formazione prima esteriore e pi tardi di quella interiore.
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6. Nella pianta le radici restano sepolte nella terra, nellantica tomba putrida della semente, e da questa succhiano lalimento materiale. Per questo alimento materiale sarebbe ben presto apportatore di morte alla pianta, qualora non venisse depurato per linfluenza della luce solare. 7. Il primo tratto dello stelo contiene ancora umori molto materiali; quando poi si consolidato come base della pianta, allora esso viene, in un certo modo, isolato da un anello che percorso da canaletti gi molto pi sottili attraverso cui possono passare i succhi gi molto pi raffinati e fluidi. 8. In questo modo risulta costituito un secondo tratto dello stelo, ma, siccome i succhi di questo secondo tratto sono pur essi di qualit grezza e materiale e con il tempo diventano ancora pi grezzi, viene formandosi un secondo anello provvisto di canaletti ancora pi sottili, attraverso i quali soltanto dei succhi molto puri possono passare per recare nutrimento allo spirito vitale che si libra sopra gli stessi, similmente a quanto detto da Mos: Lo Spirito di Dio si librava sopra le acque. 9. Con landare del tempo, per, anche questi succhi od acque diventano nuovamente troppo grezzi per la vita della pianta che si libra su di essi e potrebbero arrivare al punto di soffocare la vita e perci dallo spirito, che si libra sopra le acque, viene provocata la costituzione di un terzo anello, percorso questa volta da canaletti assolutamente sottili. Attraverso un tale terzo anello possono ormai passare a fatica soltanto dei succhi estremamente puri ed eterei e gi molto affini allo spirito vitale, che si libra ancora sopra gli stessi. Ma lo spirito della vita si accorge benissimo se i succhi forniti dal terzo anello gli si confanno o meno allo scopo dellulteriore formazione della pianta. E se con il tempo li trova ancora troppo grossolani e contenenti in s ancora troppe tracce del giudizio e della morte, si procede alla costituzione ancora di un quarto, quinto, sesto e fino ad un settimo anello, fino a che, infine, i succhi sono purificati ed eterei, tanto che per ora non rivelano pi traccia alcuna di morte. 10. Solo ora inizia un nuovo stadio. Il succo, che sale per i canaletti estremamente sottili, concorre ormai alla formazione della gemma e poi del fiore, che sono provvisti di organi perfettamente atti ad accogliere in s il potere generativo della vita superiore dai Cieli. 11. Quando il fiore ha prestato questo servizio, viene reciso come uno sfoggio vano di sapienza, utile soltanto ad attrarre con il fascino della sua bellezza letere vitale damore, che per in se stesso gi tutto e non ha affatto bisogno di alcun altro sfarzo esteriore. Infatti, vedi, ogni fiore come una sposa deliziosamente adorna, la quale tenta di attirare nelle sue reti lo sposo appunto con ci che ella prima si abbellisce ben bene, ma una volta che lo sposo ha fatto sua la sposa, gli effimeri ornamenti nuziali vengono quanto prima deposti e comincia poi lumile seriet della vita. 12. Solo a questo grado di sviluppo, il vero frutto vitale inizia a concentrarsi ed a formarsi, e tutta lattivit rivolta allunico scopo della sua piena maturazione;
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cosicch la vita, sfuggita a tutti pericoli corsi nei periodi precedenti, si rifugia nel frutto come in una solida fortezza e si premunisce contro lattacco, sempre ancora possibile, di un qualche nemico esterno. 13. Laddove la vita procede troppo rapida nella sua formazione e maturazione, l essa ha anche soltanto poca consistenza, ed ecco che, se un qualche nemico esterno giunge in prossimit di una simile vita diventata troppo presto matura, questa ha per lui troppa attrazione: esso entra con lei in rapporti e depone il suo frutto nella vita del frutto vegetale troppo rapidamente maturatosi. Questa vita di carattere parassitario attira poi a s la tenera vita del frutto vegetale, la guasta e la conduce in rovina. I frutti bacati ne sono una prova pi che evidente.

217. Capitolo Lo sviluppo spirituale delluomo. 1. (Il Signore:) Ma come avviene con le piante, cos avviene anche con gli animali e particolarmente con gli uomini. 2. Consideriamo, puramente rispetto al fisico, una fanciulla ancora tenera e precoce che non abbia quasi neppure dodici anni ma il cui corpo sia gi tanto sviluppato da darle laspetto di una ragazza da marito. Una simile fanciulla esercita allora su qualunque uomo, che sia anche poco di natura sensuale, un fascino tale che non sarebbero capaci di esercitarlo cento altre, per quanto pi belle, ma pi mature danni. Ne segue che una fanciulla cos precoce poi esposta nel corpo a cento pericoli, e da parte dei suoi genitori si richiedono le maggiori cure per proteggerla contro tutti i nemici che insidiano le sue notevoli grazie. Se lei viene troppo presto concessa ad un uomo lussurioso, facile che venga pregiudicata nella sua fecondit; se invece viene tenuta troppo rinchiusa ed al riparo di ogni influenza cattiva, la sua carne si indebolisce. Essa impallidisce, appare tutta consunta e di rado giunge ad unet piuttosto avanzata. Se le si d un nutrimento scarso e magro, anche riguardo a qualit, essa intristisce e termina con lavvizzire anzitempo, ma invece se la si nutre bene diventa opulenta, pesante e perci pigra; il suo sangue perde ogni vigore ed essa assume un aspetto cadaverico, condizioni queste che devono evidentemente portare alla morte prematura del suo corpo. 3. La stessa cosa vale pure nei casi di precoce ed esagerato sviluppo delle facolt dellanima. Le anime dei fanciulli talvolta di poco talento i quali, per farli diventare sapienti, vengono obbligati con severit allo studio come se da ci dipendesse lesistenza di un mondo poi infiacchiscono, non avendo prima avuto il tempo di sviluppare il loro corpo cos da renderlo idoneo ai servizi che chiamato a prestare per ogni eventualit! 4. Dunque, ad ogni cosa occorre, secondo lOrdine di Dio, il suo tempo; ed eccezioni in questo riguardo non sono affatto ammesse.
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5. Giunto il momento per il corpo neoformato di venire partorito fuori dal corpo materno, viene immesso nel cuore dellanima il germe vitale eterno, vale a dire una piccola Scintilla del purissimo Spirito di Dio, cos come avviene nel frutto di una pianta quando, caduto il fiore, esso comincia a fortificarsi ed a consolidarsi. Formato il corpo, inizia poi lo sviluppo dello spirito nel cuore dellanima, e durante questo processo necessario che lanima faccia ogni sforzo possibile affinch lo spirito in lei cominci a germogliare, e deve promuoverne lo sviluppo con ogni mezzo adatto. 6. Lanima, in questa sua funzione, rappresenta la radice e lo stelo, mentre il corpo trova la sua rispondenza nel terreno; perci essa non deve fornire umori grezzi come nutrimento allo spirito. 7. Gli anelli, che lo spirito va formando, sono i gradi di umilt dellanima; quando viene costituito lultimo anello, allora finalmente lo spirito si sviluppa da s, accoglie in s dallanima tutto ci che a lui affine, va sempre pi consolidandosi e infine attrae in s tutta lanima, nonch quello che nel corpo era affine allanima; in questo modo, poi, esso per leternit indistruttibile del tutto, procedimento questo che noi possiamo vedere ripetersi, con maggiore o minor chiarezza, quasi in ogni pianta. 8. Quando il frutto ha raggiunto per la via ordinaria quasi la maturit completa, nei grani di semente che si celano in esso vengono immesse delle piccole scintille di germe vitale racchiuse in piccoli e tenerissimi involucri gi preparati; dopo ci la semente si racchiude in s per un certo tempo, si isola perfettamente da tutto il rimanente del frutto e va consolidandosi come in un assoluta autonomia, bench faccia sempre ricorso per met alletere vitale che la circonda. 9. Col tempo il frutto esteriore comincia poi a raggrinzirsi e a dissecarsi; perch questo? Perch la sua anima trapassa interamente nella vita dello spirito del germe nella semente. E quando la forza vitale del frutto finalmente passata in questo spirito, allora lo stelo, prima vivente in tutte le sue parti, si secca completamente e muore; ma in compenso tutta la vitalit delle piante si riunita in una stessa vita con la vita del germe, e come tale non pu mai venire annientata, sia essa o no vincolata alla materia dalla semente! 10. E cos tu puoi osservare sempre lo stesso ordine e le stesse fasi dappertutto ed in ogni cosa.

218. Capitolo Anima e corpo. 1. Dice Cirenio: Signore, perdonami se devo interromperTi con una domanda! Cosa succede mai del germe del grano quando questo viene ridotto in farina, poi cotto in forma di pane ed infine mangiato? Il germe vitale, anche attraverso questi stadi, continua a vivere?
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2. Dico Io: Certamente, perch quando tu mangi del pane, la parte materiale della farina viene ben presto eliminata dal corpo per la via naturale, ma la vita del germe, in quanto spirito, trapassa immediatamente nella vita dellanima e diventa, secondo la corrispondente costituzione, una cosa sola con lei. La parte invece pi materiale del germe vitale, che serviva ad esso da solido fondamento, sempre a somiglianza delle acque menzionate da Mos in rapporto allo Spirito di Dio, diventa un nutrimento per il corpo e dopo la dovuta depurazione trapassa anchessa infine nellanima, a cui serve per la formazione e nutrizione degli organi animici che sarebbero le sue membra, i suoi peli e cos via dicendo, ed in generale per la nutrizione e formazione di tutto ci che dallAlfa allOmega tu puoi trovare in un corpo umano. 3. Ma che unanima consista di tutte quelle parti che si possono riscontrare in un corpo fisico materiale, tu puoi convincertene pi che sufficientemente osservando langelo Raffaele che siede qui alla nostra mensa e che ora discorre con Giosoe (RivolgendoMi allarcangelo:) Raffaele, vieni qui e lasciati toccare da Cirenio! 4. Langelo allora si avvicina a Cirenio, il quale lo tocca qua e l e finisce con il dire: proprio vero, tutto naturale e perci materia a tutti gli effetti. Egli ha, appunto come tutti noi, le stesse membra e la stessa forma, soltanto ogni cosa pi nobile, pi delicata e di gran lunga pi bella, perch la grazia della sua faccia , si pu dirlo, qualcosa di incomparabilmente raggiante! Non affatto un viso di fanciulla, bens un viso di maschio in tutta la sua determinazione, ma nonostante ci pi bello del pi bel viso di fanciulla! Io prima ho fatto troppo poca attenzione a questo nostro compagno! Quanto pi lo guardo, tanto pi bello mi appare. Per il Cielo, in verit, una cosa stranissima!. (E rivolto allangelo, gli chiede:) Ascoltami, o incantevole creatura, senti anche tu amore nel tuo bellissimo petto? 5. Risponde langelo: Oh, senza alcun dubbio, perch il mio corpo spirituale simile alla Sapienza divina e la mia vita leterno Amore di Dio, il Signore. E poich la mia vita puramente amore, io devo certo sentire anche lamore, non essendo la mia vita stessa altro che amore purissimo. 6. Come hai potuto tu, un uomo del resto cos saggio, farmi una simile domanda? Vedi, quello che Dio, il Signore, in Se Stesso dalleternit era, ed in eterno sar, lo dobbiamo essere anche noi, perch deriviamo perfettamente da Lui e con ci siamo assolutamente in tutto il Suo Essere, cos come il raggio del sole assolutamente quello che il sole stesso ed ha lo stesso effetto; ma se cos, perch la tua domanda? 7. Dice Cirenio: S, s, tutto giusto e vero quello che dici ed io lavrei saputo anche senza la tua spiegazione, ma dovevo pure rivolgerti una domanda, per sentire il tono del tuo discorso! Ora per non abbiamo pi nulla da dirci e perci puoi ritornare al tuo posto! 8. Osserva langelo: Non spetta a te darmi un ordine simile, ma al Signore soltanto!
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9. Dice Cirenio: Amico, a quanto mi pare, malgrado la tua bellezza, la sapienza e lamore, sei tuttavia parecchio irremovibile nellostinazione caparbia! 10. Dice langelo: Oh, affatto! Per nessun ordine pu n deve essermi dato dai mortali; infatti in me stesso io sono un signore e non permetto che nessuno mi impartisca comandi. Il mio io ora, a prescindere dal fatto che sono assolutamente in tutto una emanazione di Dio, un io perfettamente indipendente! Oltre a ci non ho niente da temere di ci che temono gli uomini di questo mondo, perch dispongo di una potenza e di una forza tali quali tu non potresti nemmeno immaginare. Ma se vuoi conoscerle pi da vicino, domanda qui al comandante Giulio ed a Giara, la mia allieva, oppure anche ai discepoli del Signore; essi sono gi in grado di dirti qualcosa a questo proposito! 11. Dice Cirenio: Signore, digli Tu che voglia ritornarsene al suo posto, altrimenti comincerei sul serio ad avere timore di lui, perch vedo che davvero difficile avere a che fare con un simile essere! Egli diventa sempre pi aspro e violento e nonostante la sua bellezza non assolutamente trattabile! 12. Dico allora Io allangelo: Ebbene, ritorna ora al tuo posto!. E langelo obbedisce subito al Mio cenno e va ad occupare nuovamente il suo posto vicino a Giosoe. E Cirenio ne molto lieto, perch davvero aveva cominciato a provare non poca paura nei confronti dellangelo. 13. Subito dopo Giovanni e Matteo Mi chiesero se avrebbero dovuto prendere nota di quanto era accaduto ed era stato detto durante la giornata. 14. Ed Io risposi loro: Certo che potete farlo, ma non occorre che ne prendiate nota per il popolo, poich esso ancora di duemila anni troppo giovane per comprendere simili cose. Ora non conviene gettare le perle ai porci, dato che questi non sono affatto in grado di distinguere un tale nobile cibo da quello pessimo animalesco, di cui sono soliti nutrirsi. Ma per voi e per pochi altri potete senzaltro fare le vostre annotazioni. 15. Ed i due discepoli prendono subito nota di tutto ci mediante adeguati segni e figure, per distinguerlo da quello che per Mio ordine avevano fino ad allora scritto nei comuni caratteri ebraici.

219. Capitolo La creazione del Cielo e della Terra. 1. Allora Cirenio Mi preg di continuare la spiegazione della storia mosaica della Creazione nella maniera consueta. 2. Ed Io gli dissi: Amico, quello che ho cominciato, lo porter di certo a termine; qui si tratta anzitutto di vedere se voi potrete ben comprendere ci che vi dir, perch, per capire a dovere la storia mosaica della Creazione, si deve avere una conoscenza profonda di tutto lessere umano; ma arrivare a questo altrettanto difficile quanto giungere alla piena e vera conoscenza di Dio!
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3. E cos dovrei prima scomporre tutta la struttura materiale, animica e spirituale delluomo, da fibra a fibra e dovrei infine mostrarvi come in origine sorto e si formato lelemento animico fuori da quello spirituale e in quali innumerevoli rapporti di rispondenza, nello stesso modo in cui c rispondenza tra linfinito numero dei gradi di luce ed il numero altrettanto grande dei gradi di mancanza di luce. 4. Ora voi vedete che una cosa simile non si pu ottenere tanto facilmente e sollecitamente come voi forse pensavate; Io tuttavia voglio dirvi a questo riguardo quel tanto che per il momento potete sopportare e per comprendere il quale con una certa convinzione le vostre anime sono gi provviste delle necessarie esperienze e conoscenze preliminari. Dunque ascoltate! 5. Quando Mos dice: Nel principio Dio cre il Cielo e la Terra, Mos non intende affatto parlare del cielo visibile e della Terra visibile e materiale, perch egli, da sapiente genuino comera, non ci aveva mai pensato, poich egli aveva nella sua mente illuminata sempre solo la pienissima, interiorissima verit. Ma questa sua profonda sapienza egli la tenne celata sotto a delle immagini corrispondenti cos come a testimonianza di ci dovette, comparendo dinanzi al popolo, celare sotto un triplice velo la sua faccia troppo raggiante. 6. Per per Cielo, che Mos indica come creato per primo, si deve intendere che Dio, avendo collocato in quel tempo la capacit intellettiva al di fuori del Suo Centro eternissimo e spiritualmente purissimo, lha messa allora in un certo qual modo come al di fuori di S, ma come ho gi detto soltanto la capacit intellettiva! Questa capacit simile ad uno specchio, il quale possiede certamente, anche nella notte pi buia, la capacit di ricevere in s, o piuttosto sulla sua superficie molto liscia, in immagine gli oggetti esterni in modo perfettamente fedele e vero, e di rifletterli. Ma nella notte pi assoluta, e in essa nellassenza di oggetti altrettanto assoluta, lo specchio tuttavia una cosa che, molto evidentemente, non serve a nulla e di nuovo nulla! 7. Mos perci, subito dopo la creazione di un Cielo, ovvero della capacit intellettiva fuori dal Centro vitale di Dio, fa menzione di una, per cos dire, creazione contemporanea della Terra. Ma chi e che cos questa Terra mosaica? Voi certo pensate che sia senzaltro di questa Terra che ci porta! Oh, Miei cari, questo un errore molto grande! 8. Vedete, con la parola Terra Mos ha voluto solamente indicare la capacit di assimilazione e di attrazione delle intelligenze poste fuori affini tra di loro, ci che quasi identico a quello che alcuni sapienti del mondo dellEgitto e della Grecia denominarono associazione di idee, associazione dalla quale, per lunione di concetti e di idee affini, deve risultare alla fine unintera frase ricolmata di verit. 9. Ma se nelle capacit intellettive poste fuori da Dio era gi come implicitamente condizionata la reciproca attrazione, in conseguenza dellaffinit tra di
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loro, va da s che se ne pu trarre anche una terza deduzione e cio che le capacit intellettive affini tra di loro si sono anche davvero reciprocamente attratte ed afferrate. Per questo atto allora ancora profondamente spirituale, Mos non poteva evidentemente ideare unimmagine pi efficace ed universale di quella appunto della Terra materiale, la quale in s e di per s non precisamente altro che un conglomerato di particelle sostanziali che hanno capacit di attrazione e sono affini tanto fra di loro come in se stesse. 10. Per Mos prosegue dicendo: Le tenebre erano ancora sullabisso!. Ha voluto con ci Mos forse significare sul serio la mancanza di luce sulla Terra appena creata? Io vi dico che una cosa simile non mai passata per la mente al sapiente Mos neanche in sogno e neppure nei pi ottusi primordi della sua esistenza! Infatti Mos era un grande conoscitore della natura del mondo e troppo iniziato nella profondissima sapienza e scienza egiziane per non sapere che la Terra, quale una figlia del sole ed almeno di un miliardo di miliardi di anni terrestri pi giovane del padre sole, avesse potuto al momento del suo apparire essere tenebrosa oppure no. Invece Mos ha voluto indicare in questo modo, di nuovo attraverso dei simboli, che la capacit intellettiva e laffinit capace di attrarre delle intelligenze non sono ancora alcun riconoscimento, comprensione n consapevolezza di s di qualsiasi tipo possano essere , tutte [caratteristiche] del tutto identiche al solo concetto di luce, bens devono essere condizione per il contrario, e questo cos tanto a lungo finch non si siano afferrate e non abbiano poi cominciato a stringersi tra di loro, a sfregarsi e, in un certo qual modo, ad entrare in lotta luna contro le altre. 11. Non avete mai fatto attenzione a quello che avviene quando delle pietre o dei pezzi di legno vengono con forza strofinati luno con laltro? Ecco, il fuoco e la luce si manifestano subito! Ebbene, questa la luce che Mos disse che fu fatta nel principio!

220. Capitolo Terra e luce. 1. (Il Signore:) Noi ora sappiamo qual dunque il significato della luce, ma prima detto ancora che la Terra era vuota e deserta! Questa certo una cosa che va da s, perch con la sola capacit di accogliere in s qualche cosa, come pure con il bisogno gi sentito di accoglierla, non si mai finora potuto riempire alcun vaso. Ora, finch nel vaso non c niente, chiaro che anche il vaso stesso deserto e vuoto. 2. Non altrimenti avvenuto al tempo della Creazione primordiale. Dio, mosso dalla potente forza di Volont del proprio Amore e della propria Sapienza, aveva posto fuori da S, e sparso in tutti gli spazi dellInfinit, una quantit sterminata di Pensieri e Concetti, Pensieri e Concetti che noi abbiamo
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prima denominati singole capacit intellettive a mo di specchio, e precisamente per la ragione che ogni singolo pensiero in una certa maniera una riflessione nel capo di ci che il cuore, sempre in attivit, produce in s. 3. Ma come un pensiero o un concetto di per s ancora simile ad un vaso vuoto, oppure ad uno specchio in una cantina oscurissima, cos anche la complessiva affinit reciproca (delle idee) sempre ancora deserta e vuota; e poich non si manifesta ancora alcuna attivit delle capacit intellettive fra di loro, bens esistono soltanto pure capacit di esistere e di operare, allora, cos come gi prima osservato, tutto rimane ancora freddo, senza fuoco e senza luce. 4. Tutti questi Pensieri e Idee della Sapienza divina, inattive ed immobili, vengono anche paragonate in modo molto calzante allacqua, nella quale pure sono mescolati innumerevoli elementi specifici come a formarne uno semplice, dalla quale per alla fine tuttavia tutto il mondo corporeo trae la propria esistenza estremamente multiforme. 5. Per tutti i grandi Pensieri e le Idee che si sono sviluppati da ci nella Sapienza di Dio, per quanto veri siano potuti essere, non sarebbero mai potuti assurgere ad una qualche realt, come realt non potrebbero divenire i pensieri e le idee di un qualche sapiente della Terra, qualora gli mancassero i mezzi per la realizzazione. Se si vuole immaginare una qualche realt che debba seguire i pensieri e le idee, bisogna prima premettere lesistenza dei mezzi corrispondenti e, con il sussidio di questi, il manifestarsi di una vera attivit dei pensieri e delle idee, agente tanto interiormente che esteriormente sugli stessi e proveniente da unalta forza e potenza. 6. Qualora un qualche uomo abbia riunito poi dei pensieri in idee e li voglia avere attuati, allora egli, a prescindere dal fatto che possieda o no i mezzi materiali necessari al suo scopo, deve nutrire un grande e prepotente amore per i suoi pensieri e per le sue idee. A questo punto i suoi pensieri e le sue idee vengono ferventemente curati da un tale amore cos come la gallina cura i suoi pulcini. Tramite ci i pensieri ed i concetti che si sono formati da questi quali idee gi pi concrete, diventano sempre pi vivi e sempre pi vanno sviluppandosi. E vedete, appunto tale Amore lo Spirito di Dio in Dio Stesso, il Quale, secondo Mos, si muoveva sopra lacqua, che in se stessa non significa altro che linfinita massa dei Pensieri e delle Idee di Dio ancora prive di forma e di entit. 7. Animati da questo Spirito, i Pensieri di Dio cominciarono a costituirsi in grandi Idee, e un pensiero si strinse allaltro ed unidea allaltra. E vedete, cos si verifica poi nellOrdine divino come da s il Sia fatta la luce! e La luce fu!. E sulla scorta di ci, secondo Mos, si spiega poi da s anche perfino il grande atto della Creazione naturale nei primordi del tempo, ed infine parallelamente, ed anzi principalmente, anche il processo di formazione animica e spirituale dal bambino appena nato fino al vecchio, e dal primo uomo apparso sulla Terra fino allepoca attuale e cos di seguito in tutte le cose, fino alla fine di questo mondo che avverr un giorno!
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8. Ora, nel testo mosaico certamente appare una frase che potrebbe far credere che Dio avesse cominciato ad accorgersi che la luce era buona soltanto dopo aver constatato lazione della luce sviluppatasi dal fuoco dellattivit damore dello Spirito. Sennonch la questione non sta neanche lontanamente in questi termini, bens tale espressione una pura testimonianza della Sapienza di Dio, eterna ed infinita, secondo la quale questa luce una luce spirituale di vita veramente libera, sviluppatasi da se stessa in conseguenza dellattivit dei Pensieri e delle Idee divine, conformemente allordine prescritto dalla Sapienza. Per mezzo di questa luce i Pensieri e le Idee di Dio, da Lui esteriorizzati, possono, come per azione propria, svilupparsi ulteriormente e costituirsi, secondo la propria intelligenza, fino a diventare esseri indipendenti, naturalmente sempre sotto la costante ed inevitabile influenza di Dio. Cos dunque va intesa la citata frase di Mos, e non va assolutamente interpretata come se Dio fosse appena giunto al riconoscimento soggettivo che la luce era qualcosa di buono!.

221. Capitolo La separazione della luce dalle tenebre. 1. (Il Signore:) Adesso per si affaccia una questione che, considerata proprio a fondo, riesce pi difficile comprendere di tutto quanto ha finora preceduto, perch pi oltre detto: E Dio separ la luce dalle tenebre e nomin la luce giorno e le tenebre notte. Per questa cosa si rende pi facilmente comprensibile se voi, invece dei due concetti molto generali usati da Mos, prendete come base di considerazione i concetti corrispondenti pi particolari, come sarebbe a dire per il giorno la vita gi indipendente e per la notte la morte, oppure per il giorno la libert e per la notte il giudizio, oppure per il giorno lessere indipendente e per la notte lessere vincolato; oppure ancora per il giorno la vita damore dello spirito divino che gi riconosce se stessa nella nuova creatura e per la notte i Pensieri e le Idee fuori da Dio non ancora animati. 2. Ma questordine lo riscontrate altrettanto anche in qualsiasi pianta, nella quale fino alla formazione del frutto non trovate altro che la notte o la morte avida, dove lo Spirito di Dio, a causa della preparazione della materia che porta la vita, si muove ancora sulle acque dellabisso tenebroso. Una volta per che il sostegno giunto ad un grado di consistenza tale da comportare nello stelo del grano la formazione dellultimo anello sotto la spiga e quando leffettivo vero spirito vitale comincia ad afferrarsi quale unentit indipendente, a percepirsi e nella chiara consapevolezza a comprendersi, a riconoscersi ed a capirsi, allora evidentemente succede una divisione, o meglio, una separazione della luce dalle tenebre, una separazione della vita libera dalla vita giudicata, o propriamente della vita indistruttibile dalla distruttibile vita giudicata, che simile alla morte espressa nel concetto pi generale e comprensibile di notte.
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3. In seguito poi detto: Cos fu sera e poi fu mattina; e fu il primo giorno. Che cosa la sera e che cosa la mattina? Ecco, la sera rappresenta qui quello stato in cui le condizioni preliminari per laccoglimento finale della vita damore da Dio iniziano, sotto linflusso dellonnipotente Volont di Dio, a constatarsi (manifestarsi) e ad afferrarsi tra di loro, ugualmente ai singoli pensieri e concetti che si congiungono tra di loro fino a formare unidea. Una volta che questa constatata (prosperata) fino allultimo anello sotto la spiga, allora il compito della sera terminato ed ha poi inizio lattivit libera ed indipendente per il suo sviluppo autonomo nel frutto. Ma come gli uomini chiamano mattina il passaggio dalla notte al giorno, cos in modo corrispondente il passaggio dal precedente stato giudicato e non libero della creatura allo stato libero ed indipendente fu chiamato pure mattina. E vedete, Mos non ha commesso affatto alcun errore di logica facendo sorgere dalla sera e dalla mattina il primo e poi tutti i giorni seguenti! 4. Ma che Mos faccia sorgere dalla sera alla mattina sei di tali giorni, ci si spiega con il fatto che da un esame accurato risulta che ogni cosa, dai suoi primordi fino al completo finire del suo sviluppo per essere quello che , deve sempre passare, secondo limmutabile Ordine divino, per sei periodi prima di potersi dire compiuta e poter essere quello che per il momento deve essere, cos come la spiga perfettamente matura del grano sullo stelo morto. [Ecco le sei fasi]. 5. Primo giorno: la posa del seme nel terreno fino al germoglio; secondo giorno: dal germoglio alla formazione dello stelo e delle foglie di aspirazione e di protezione; terzo giorno: dalla formazione dellultimo anello immediatamente sotto il primo strato di sostegno della spiga alla formazione della spiga; quarto giorno: da qui alla formazione ed alla sistemazione dei vasi di contenimento simili a stanze nuziali per la generazione della vita libera e indipendente, compresa la fioritura; quinto giorno: quindi la caduta del fiore, lo sviluppo del vero frutto gi portatore di una vita libera e la manifestazione dellattivit libera nel frutto, quantunque ancora vincolata agli stadi precedenti non liberi che forniscono ancora una parte del nutrimento per la formazione delle membrane, pur continuando tuttavia a prendere il nutrimento principale dai cieli della luce e dal vero calore vitale, tutto ci fino alla completa formazione del frutto; sesto ed ultimo giorno: finalmente lo svincolo totale del frutto, diventato maturo nel suo involucro, dove il seme poi, unicamente agli scopi del suo perfetto consolidamento e come ormai entit completamente isolata e del tutto indipendente, richiede il vero cibo dei cieli, lo accoglie e se ne sazia per la vita liberissima e indistruttibile, per leternit: questo il processo di formazione e della piena liberazione della vita. 6. Il settimo giorno poi subentra il riposo e questo lo stato della vita ormai pronta, completamente matura e che ha sussistenza per leternit, consolidatasi attraverso gli stadi antecedenti ed in possesso della perfetta somiglianza a Dio.
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222. Capitolo Lo scopo finale di tutta la Creazione. 1. (Il Signore:) Se voi meditate pi profondamente e con maggior senso di maturit di quanto sono soliti fare gli uomini del vostro tempo su ci che vi ho detto ora anche solo per poco, voi troverete e vedrete facilmente, se anche non proprio assolutamente in tutta la sua profondit, che Mos con tutta la sua storia della Creazione, esposta sotto il velo di eccellenti immagini, ha voluto indicare il sorgere e il progredire di tutte le cose dalle loro prime origini fino alla loro suprema perfezione, dimostrazione questa che lunica vera e che concorda perfettamente con lordine della Sapienza eterna. 2. Chi non comprende Mos in questa maniera, meglio che non lo legga; infatti se lo legge ma lo comprende in maniera contraria e storpiata da quella che la vera, costui, dopo averci pensato un po, deve finire con lo smarrirsi completamente e con il non poter trattenere il proprio sdegno contro lillogica stupidit di Mos. Per la sua indignazione non pu limitarsi a ci, ma deve infine rivolgersi contro la perfida stupidit di coloro che con il ferro e con il fuoco diffondono tra gli uomini una dottrina priva di logica e di buon senso, spacciandola addirittura per una ispirazione divina, senza badare affatto se a loro stessi essa appaia anche come una assoluta stupidaggine. 3. Ma chi invece legge Mos e lo interpreta cos come veramente va compreso, costui riconoscer in lui non soltanto il profeta dalla sapienza pi vasta che vi sia stata finora, bens anche il profeta verissimo, intensamente compenetrato dallo Spirito di Dio, il quale aveva la capacit pi ampia, oltre alla volont pi ferma, di annunciare a tutta lumanit delle verit assolutamente genuine riguardo alle profondit delle profondit su Dio e su tutte le cose create, cos come egli nel suo spirito gigante le aveva ricevute dallo Spirito di Dio Stesso! 4. Cos si sono formati i soli per s, le terre per s, ed ogni singola cosa sui soli e sulle terre per s, come pure nella loro connessione universale. E ugualmente cos sorto luomo, tanto nel senso pi stretto per s, quanto nel senso pi lato e generale, poich lintera Creazione in tutta la sua universalit corrisponde ed perfettamente uguale ad un uomo, e poich anche alluomo corrisponde e deve corrispondere ogni singola cosa in tutta intera la Creazione spirituale e materiale, dalla pi grande alla pi piccola, perch la ragione vera e la meta finale della Creazione universale luomo. Egli il prodotto ultimo, a plasmare il quale hanno sempre mirato tutte le fatiche di Dio. 5. E poich appunto luomo lo scopo che Dio, per mezzo delle precedenti creazioni, si era proposto di raggiungere ed ha anche raggiunto, come voi ne siete la irrefutabile prova, cos nei Cieli e su tutti i corpi mondiali tutto corrisponde sotto ogni aspetto alluomo. Questo quello che Mos ha voluto
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rappresentare con la sua storia della Creazione, come anche lhanno voluto rappresentare altri maestri dei popoli, anche se in forma ancora pi velata. Ora tutto ci esaminatelo bene e riscontrerete senzaltro che le cose stanno effettivamente in questi termini e che non stanno altrimenti, n possono assolutamente stare! Ma tu, Cirenio, dimMi ormai se ti sei soddisfatto di Mos!. 223. Capitolo Testimonianza di Cirenio sulla storia della Creazione. 1. Risponde Cirenio: Signore e Maestro, in verit, la Tua sapienza spazia ad altezze infinite al di sopra di ogni massima sapienza che abbia mai benedetto la Terra! Infatti gi una gran cosa essere per s un grande sapiente, ma infinitamente pi grande rivelare la pi profonda ed occulta Sapienza di Dio con parole intelligibili cos da renderla con facilit e chiarezza accessibile agli uomini privi di una qualche particolare cultura in un simile campo, come ci troviamo noi! Secondo me questo non possibile che a Dio, perch un uomo, per quanto saggio, non pu, come Mos, in ultima analisi fare altro che rivestire di una forma la sapienza infusagli dallo Spirito di Dio e presentarla per via di simboli corrispondenti, ovvero questi gli vengono gi forniti come grani di semente che egli poi come un seminatore va spargendo nel terreno dei cuori umani. Da questi grani di semente in seguito cresce bens qualche corrispondente frutto, ma gli uomini riconoscono ben spesso i frutti altrettanto poco, quanto poco avevano riconosciuto la semente sparsa nei loro cuori e finisce che una tale seminagione ottiene magrissimi risultati che, se anche gli uomini ne raccolgono dei frutti maturi, essi sanno per lo pi a mala pena cosa ne possano fare e come sono veramente da utilizzare. 2. Comunemente gi i primi spargitori di semi ne fanno un uso che non mai del tutto perfetto e tanto meno poi i loro tardi successori, perch, se i primissimi seminatori del germe della sapienza avessero poi creato dei frutti per un uso perfettamente vero e giusto, tutti i loro successori non potrebbero a loro volta non farne anche un uso giusto e buono, ma, siccome certamente a causa di una erronea comprensione gi i profeti stessi hanno in qualche modo commesso degli errori rispetto alla loro dottrina mal compresa, ne segue che tali lievi errori furono senza dubbio la causa degli errori maggiori in cui sono incorsi i loro successori! 3. certo possibile che Mos ed Aronne siano vissuti in modo interamente conforme alla loro dottrina rivelata dallo Spirito di Dio; per se essi abbiano altrettanto interamente compreso la loro dottrina data da Dio come Tu ora ce lhai rivelata, questa una grande domanda, giustificata da pi di un legittimo dubbio, perch una lingua straniera ed i rispettivi caratteri si possono benissimo riportare su di un foglio con tutta esattezza, anche senza comprendere niente della sostanza!
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4. Ma data la maniera in cui Tu, o Signore, ci hai ora spiegato la Genesi di Mos, non pu sussistere nel cuore umano pi alcun ulteriore dubbio e losservanza di una tale dottrina tanto riguardo alla giusta comprensione, quanto allattivit conforme da svolgere, non pu evidentemente essere a sua volta altro che cosa giusta e vera! 5. Ma poich Tu, o Signore, sei gi disposto a fare rivelazioni con tanta generosit nel campo delle verit pi profonde ed occulte, dacci, in grazia, ancora qualche piccolo chiarimento riguardo alla cosiddetta Caduta degli angeli, cio dei primi esseri creati, poi riguardo alla Caduta di Adamo e finalmente riguardo al Peccato originale, come viene chiamato, dal quale, come una triste eredit, sono state gravate tutte le generazioni che seguirono. Se reputi che non sia troppo tardi e che sia per noi possibile formarcene unidea, per quanto vaga, facci intendere dalla Tua santa bocca in proposito, almeno a grandi linee, un qualche cenno, affinch noi possiamo anche a questo riguardo sentirci sollevati almeno di poco al di sopra della comune vita abituale! 6. Dico Io: Oh, Mio carissimo amico, questa una faccenda ancora pi difficile della storia mosaica della Creazione, quantunque veramente sia in questa gi pienamente compresa e per linvestigatore zelante stia l come un oro puro visibilmente incastonato nella roccia. Ma se tuo desiderio avere solo qualche cenno fondamentale e non una spiegazione esauriente e dettagliata, Io lo esaudir molto volentieri, poich, per svolgere pi ampiamente largomento, nessuno di noi avrebbe tempo sufficiente, visto che siamo gi vicini alla terza vigilia. Dunque chi ha orecchi per udire, oda!.

224. Capitolo Sulla caduta degli spiriti, sulla caduta di Adamo e il peccato originale. 1. (Il Signore:) La caduta dei primi spiriti creati, ovvero delle libere ed animate Idee di Dio nello spazio infinito, la grande separazione alla quale accenna Mos quando dice: E Dio separ la luce dalle tenebre!. Ora, come tutto ci sia da intendersi nel suo vero senso, per via di adeguate e giustissime rispondenze, Io lho gi indicato a sufficienza a voi tutti. La conseguenza fu la necessaria costituzione materiale del mondo nelle sue parti grandi e piccole, cio i soli, le terre, le lune e tutto ci che vi in esse e su di esse, sparso nello spazio infinito. 2. Per quanto poi concerne la Caduta di Adamo, questa ha certamente gi pi oggettivit della cosiddetta Caduta degli angeli, per nella sua rispondenza tuttavia simile alla caduta degli angeli; solo che nel suo caso ci si trova gi di fronte ad una legge positiva, mentre nel caso della caduta degli angeli sarebbe stato prematuro parlare di una legge positiva, per la ragione che in quei tempi remoti si trattava appena di iniziare la grande evoluzione e lo sviluppo degli
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esseri destinati alla libert e, per conseguenza, allinfuori di Dio non esisteva ancora nessuna tale intelligenza alla quale fosse stato possibile dare una legge positiva. 3. Perci nel caso della cosiddetta Caduta degli spiriti dovette anche verificarsi una separazione necessaria e costretta, mentre quella adamitica, gi originata in lui e da lui stesso, fu spontanea e non si tratt dunque in nessun modo di una costrizione, bens di un atto libero del primo uomo di carne gi libero in tutte le sfere animiche. Nel suo complesso, il fatto tuttavia resta anchesso un atto previsto nellOrdine segreto di Dio, per non mai la conseguenza di una costrizione assoluta, bens con la formula tu puoi e tu non puoi, poich concessa la decisione alla libera volont delluomo ai fini del suo consolidamento tramite la sua propria attivit. 4. Vi qui la stessa differenza che c tra il bambino che non pu fare ancora uso delle proprie gambe e deve perci venire portato da un luogo allaltro, ed un uomo sano che gi da molto tempo pu camminare da solo e bene con tutta sicurezza. 5. Ora, chi pu camminare da solo, non occorre pi che venga portato come un bambino in un dato luogo che si vuole raggiungere con lui e per causa sua, ma basta invece indicargli la via pi breve e sicura che lo porter al luogo designato. Se luomo sano e vuole incamminarsi, allora egli raggiunger sicuramente e senza pericoli la meta, ma se invece devia o fa inutili giri, deve poi ascrivere soltanto a se stesso se la meta che si era preposto pu raggiungerla spesso soltanto molto pi tardi e tra gravi difficolt. 6. Qualcosa di simile si verificato anche in Adamo. Se egli avesse osservato il comando positivo, allora lumanit, ossia lanima perfetta delluomo, non si sarebbe trovata a dover abitare nel corpo di carne molto compatto, pesante e debole che ora pieno di tanti acciacchi e difetti. 7. Ma la disobbedienza alla legge positiva ha necessariamente portato il primo uomo a deviare ed a mettersi per una via che non la diritta, dovendo percorrere la quale, il raggiungimento della meta molto pi difficile e pu avvenire soltanto molto pi tardi. 8. Tu certamente pensi e fra te e te dici: Suvvia, come mai possibile che osservare o non osservare una piccola legge semplicemente dordine morale possa avere un influsso tanto essenziale su tutta la natura delluomo? Adamo, anche senza lo sciocco gustare del frutto, sarebbe pur sicuramente rimasto quello stesso Adamo di carne che si trov essere dopo avere mangiato il frutto, ed un giorno avrebbe ugualmente dovuto morire, secondo la carne, precisamente come ancora oggi tutti gli uomini muoiono!. 9. Da un lato tu hai ben ragione, ma dallaltro lato anche torto. Il mangiare una mela, che un frutto sano e dolce, non sicuramente letale, poich altrimenti ora tutti gli uomini che mangiano mele dovrebbero morire poco dopo. Dunque, la mela in se stessa conta poco o anche nulla. Se per ne viene vietato il consumo per un tempo indeterminato, e questo viene fatto unicamente allo
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scopo di un maggior consolidamento dellanima, ma lanima, consapevole del proprio libero arbitrio, disprezza la legge e la trasgredisce, allora essa in un certo senso opera una rottura nel proprio essere. E questa rottura assomiglia allora ad una ferita aperta, che quanto mai difficile guarire completamente. Infatti, anche se la ferita cicatrizza, mediante la cicatrice una quantit di vasi subiscono un restringimento, a tal punto che in seguito gli umori vitali dellanima non possono circolare bene attraverso questi vasi, ed essi esercitano sempre una pressione fastidiosa e dolorosa nel punto dove c la cicatrice. 10. Ma, a causa di ci, lanima viene distolta dal dedicare la sua attivit principalmente al libero prosperare dello spirito in lei ed essa si affatica quasi esclusivamente a far s che la cicatrice nuovamente svanisca. E vedete, questa cicatrice si chiama mondo! 11. Lanima tenta bens continuamente di liberarsi da questa cicatrice, perch questa le causa dolore, il quale espresso nelle cure e nelle preoccupazioni mondane, ma tanto pi lanima vi si affatica intorno, tanto pi la cicatrice si indurisce e tanto maggiori sono le sue cure e le preoccupazioni che essa causa, cosicch, infine, lanima non pu trovare altro da fare se non occuparsi unicamente della guarigione di questa vecchia cicatrice, vale a dire per liberarsi da ogni cura e non si occupa pi che poco o niente del proprio spirito. E vedete, questo il cosiddetto peccato originale!.

225. Capitolo La forza dellereditariet 1. (Il Signore:) E qui si domander: Ma come mai una cosa simile pu venire trasmessa per eredit?. Ed Io vi dico che la cosa avviene molto facilmente, specialmente nella formazione organica dellanima. Quello che essa ha una volta acquisito, pu restarle per migliaia di anni, qualora lo spirito non intervenga a ristabilire il pieno ordine in lei. Considerate la stirpe di un popolo! Se Io vi presentassi qui oggi il primo capostipite primordiale dal quale essa discesa, voi riconoscereste subito che una somiglianza non piccola si perpetuata in tutti i suoi discendenti. Se il capostipite fu un uomo buono e mansueto e cos pure la sua donna, allora tutto il popolo che sorto da lui, salvo poche eccezioni, sar di carattere pi buono e mansueto di quanto potr esserlo un altro popolo che ha avuto per capostipite un uomo collerico, orgoglioso e prepotente. 2. Ma se un lieve, non indelebile tratto [caratteristico] di un capostipite pu, nel fisico e nella morale, venire benissimo riconosciuto in tutti i suoi discendenti ancora per un paio di migliaia di anni, quanto pi non dovr essere riconoscibile in tutti i suoi discendenti un tratto [caratteristico] del primo uomo apparso sulla Terra? Bisogna notare che in principio la sua anima era molto pi sensibile e conseguentemente molto pi suscettibile che non le anime successive, alle quali
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la caratteristica del padre fu trasmessa nella corrente del seme vitale immediatamente allatto procreativo e per questa ragione un simile segno caratteristico nel primo uomo non poteva venire pi cancellato per via naturale, n meno ancora annullato. Purtroppo una cicatrice di questa specie deturpa molto lanima, e Dio in ogni tempo ha fatto tutto quanto era possibile perch una qualche anima riuscisse con le proprie forze a farla svanire da s per sempre, ma, fino ad oggi, la cosa non affatto riuscita particolarmente bene, e perci ora sono venuto Io Stesso su questa Terra per estirpare lantica deturpante cicatrice! 3. Ed Io anche la estirper, ma ci avverr a causa delle molte piaghe che saranno inferte alla Mia Carne. Questa cosa voi non potete ancora comprenderla, ma quando sar venuto il tempo, voi pure la comprenderete e poi il santo Spirito di ogni Verit vi guider anche a questo riguardo in ogni sapienza. 4. Ma voi avrete pure letto in Mos come lui parli della maledizione [scagliata] da Jehova sopra la Terra, l dove detto: Tu ti guadagnerai il pane con il sudore della tua fronte!. E poi detto pure, subito dopo la maledizione [scagliata] sopra la Terra: Tu porterai spine e cardi. 5. Vedete, se voi doveste intendere ci materialmente, secondo il significato esteriore della parola e se davvero la cosa dovesse essere considerata materialmente, voi avreste il pieno diritto di incolpare Dio di assoluta mancanza di Sapienza! Ma siccome una tale frase da prendersi e comprendersi solo nel senso animico e propriamente spirituale, allora una simile colpa decade da s e cos luomo deve sempre ascrivere a se stesso la colpa di ogni peggioramento che avviene nel suo essere, come pure deve attribuire a se stesso la colpa se talvolta, in qualche paese, il raccolto riesce peggiore di quanto normalmente dovrebbe essere, perch, nel caso del tempo che fa sulla Terra, non proprio tutto dipende da Dio e la sua parte ce lha anche luomo. 6. Una volta che unanima giunta al punto di essere perfettamente conscia di se stessa e di poter far uso della propria ragione quel tanto che basta per scorgere e riconoscere bene in s lOrdine di Dio, essa, da quel momento in poi, allo scopo del proprio consolidamento, deve diventare spontaneamente attiva, naturalmente conformemente allOrdine divino riconosciuto ed in lei esistente, ma se in qualche punto non procede cos, anzi evita di farlo, oppure fa addirittura il contrario, essa evidentemente produce da se stessa in quel punto una lesione non facilmente cancellabile, dalla quale, con le sue forze, non pu mai pi guarire, perch con ci tutta la sua attivit diventa gi unattivit pi o meno disordinata, la quale chiaro che col tempo deve dare come risultante un numero sempre maggiore di limitazioni animiche, come sarebbe ogni tipo di cecit, di stoltezza, di incomprensione, di lentezza di concezione, di timore, di scoraggiamento, di tristezza, di angoscia, di fastidio, di ira, di furore e infine perfino di disperazione stessa. 7. Ecco, queste sono appunto le spine ed i cardi che il terreno, vale a dire le atrofizzate capacit intellettive dellanima, faranno prosperare in lei, come fanno le piante parassite sui rami di per s sani degli alberi.
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8. La maledizione di Dio, poi, altro non che la chiara percezione infusa nellanima, che si guastata da se stessa, che veramente si rovinata da sola andando contro lOrdine divino e che per questa ragione dovr per lavvenire cercarsi e provvedersi il pane con il sudore della propria fronte per colpa assolutamente sua. 9. E il sudore della fronte corrisponde appunto alla gi ben nota cicatrice delle preoccupazioni dellanima, che questultima si prodotta da sola gustando la mela citata da Mos, cosa che lanima avrebbe potuto benissimo evitare.

226. Capitolo Preoccupazioni del mondo e le loro cattive conseguenze per lanima. 1. (Il Signore:) E perci Io dico ora a voi tutti che bene bandiate da voi ogni inutile preoccupazione, poich ogni preoccupazione che sorge a causa del mondo appunto un vincolo materiale, mediante il quale lanima si lega alla materia attraverso lantica cicatrice di Adamo. Ma quanto pi lanima si vincola alla materia della propria carne, tanto pi viene trascurato il progredire del vero spirito di Dio in lei, e quanto pi poi lanima, a causa delle preoccupazioni del mondo, si congiunge con il corpo, il quale in s non rappresenta altro che un giudizio, una triste necessit e di conseguenza la morte stessa, tanto pi essa va perdendo il riconoscimento e la nozione della vita eterna ed indistruttibile in lei. Ma invece quanto pi essa si scioglie da questi lacci, tanto pi libera ridiventa sotto ogni rapporto, e quanto pi essa si congiunge con lo spirito divino in lei, tanto pi limpido e vivo si fa in lei il riconoscimento e la conoscenza della vita eterna. 2. Dunque, se qualcuno ha ancora un gran timore della morte del corpo, la sua anima si trova congiunta ancora fortemente con la carne e molto debolmente con lo spirito, perch un grande amore per la vita su questo mondo un segno sicurissimo che lanima si ancora molto poco occupata della vita eterna del proprio spirito in essa, e la colpa di ci va ascritta allantica cicatrice della ferita inferta da Adamo a se stesso e con lui a tutte le anime generate nella carne. 3. Eppure ogni anima, se fortemente lo vuole, pu perfettamente guarire da una tale cattiva cicatrice, perch Dio gi allora in presenza di Adamo prese a questo scopo i provvedimenti pi sicuri, e lo stesso Adamo nel suo ultimo periodo stato quasi completamente risanato. Enoch, per, ne stato completamente risanato; perci egli stato trasformato anche nella carne, come pure alcuni tra i primi padri della Terra. Ma siccome i loro successori si mescolarono con i figli di padri non guariti, allora il vecchio male adamitico rimase tuttavia, pi o meno potentemente presente, tra gli uomini continuamente a loro tormento.
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4. Da ci traggono origine anche i parti dolorosi delle donne, come pure il numero piuttosto grande dei modi dolorosissimi di morte fra gli uomini. Infatti unanima naturale, gi ferita dalla corrente seminale delluomo, si congiunge subito con grande tenacia anzitutto con la carne della madre e deve poi, allatto del parto, venire data sempre violentemente alla luce del mondo con ogni tipo di lacerazioni del legame [carnale]. I figli invece, come un Isacco e di simili ce ne sono ancora una quantit a questo mondo, sono stati dati alla luce del mondo senza che la madre sentisse alcun dolore. 5. Altrettanto sia detto del morire. Gli uomini che tengono molto alla vita terrena e ad essa dedicano tutte le loro cure, devono soffrire molto gi durante la loro breve vita su questo mondo, si ammalano spesso nellanima e certamente subito dopo anche nel corpo, devono spesso lottare con sofferenze talvolta insopportabili ed escono infine da questo mondo tra dolori strazianti, che molto spesso si ripercuotono per lungo tempo anche dopo la separazione dal corpo, e questo particolarmente il caso di quelle anime che, durante la vita terrena, si trovarono molto bene e comodamente nei loro corpi. Le anime, invece, che gi a questo mondo sono giunte alla salutare convinzione che tutti i beni della Terra non possono essere di nessun giovamento allanima, visto che essi devono precipitare nella morte come il corpo, non hanno per prima cosa da temere che assai poco da qualsiasi genere di malattie del corpo, perch si sono, per quanto era possibile, gi liberate dallantica cicatrice di Adamo, ma in compenso hanno ritrovato in s il loro spirito, lalito di Dio, e lo hanno coltivato con ogni vera cura. 6. Quando la vita dellanima si unita al proprio spirito, allora anche al corpo viene poi gradatamente dato un indirizzo pi spirituale e perci esso si rende pi insensibile alle impressioni del mondo materiale esteriore; infatti ogni malattia del corpo di solito la conseguenza del lacerarsi di un qualche legame con il mondo. In poche parole succede cos: il corpo viene costipato con migliaia delle necessit pi diverse dallanima che ha fame di vita; ma se il corpo, in seguito a condizioni climatiche e di migliaia di altro genere, non pu venire soddisfatto, allora luno o laltro legame che lo unisce allanima deve venire lacerato, e il corpo poco dopo si ammala e diviene molto sofferente, e con lui anche lanima, la quale in fondo , assieme al corpo, anzi in primissima linea, veramente colei che sopporta il dolore. 7. Ma se lanima ha abituato il proprio corpo e con ci se stessa al maggior numero possibile di rinunce nel campo mortifero del mondo, allora alla fine non esisteranno appunto molti legami fra i beni morti della Terra ed il corpo, e ci sar di conseguenza anche ben poco da lacerare con dolore. Ma se in questo modo viene tolto, per quanto possibile, ogni motivo al manifestarsi di malattie del corpo, allora vorrei sapere Io Stesso da dove possono ancora venire queste malattie nel corpo e nellanima sensibile. 8. Anzi, in tali uomini il corpo stesso difficilmente sente un qualche dolore, anche se viene martoriato e tormentato con infernali mezzi esteriori!
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9. Rammentate la storia dei giovani nella fornace ardente! Essi cantavano nella pienezza della gioia di vivere e lodavano Dio. E bench i loro corpi con il tempo venissero consumati dalla perversa violenza esteriore, tuttavia essi non ne sentirono alcun dolore, perch gi da lungo tempo prima si erano liberati da ogni legame con il mondo ed erano una cosa sola con il loro divino spirito. E cos una tale anima, perfettamente ricongiunta al suo spirito, nel separarsi dal corpo, con il quale gi da molto tempo non stava pi connessa in un saldo legame materiale, bens solo spirituale e sottilissimo, non soltanto non sente affatto alcun dolore, bens percepisce invece in tutto lessere una sensazione di deliziosa beatitudine e allatto della separazione non perde assolutamente n la coscienza, n la luce della vista animico-spirituale e tanto meno ludito, lolfatto, il gusto ed il nobilissimo e sottilissimo senso del tatto, come ora li possiede il nostro angelo Raffaele. 10. Per, come detto, per giungere a questo punto necessario che luomo si liberi prima di tutto dallantico peccato adamitico, e questo non si pu ottenere in nessun altro modo se non in quello soltanto che Io vi ho appunto ora indicato: bisogna che lanima liberamente attiva getti via tutte le preoccupazioni mondane, perch un altro mezzo non esiste! Una volta che queste siano state tolte, poi tutto nelluomo ritorna nellantico Ordine divino e luomo viene poi ad essere di nuovo interamente uomo secondo lOrdine di Dio. E vedi, questo quello che di pieno diritto si chiama peccato originale!. Considerata in s, evidentemente la carne quella cui, a ragione, compete il nome di peccato originale; per, considerata la cosa nella sua rispondenza spirituale, sono appunto le molteplici preoccupazioni a causa della carne quelle che rappresentano il peccato difficilmente sradicabile di Adamo in tutti i suoi successori. 11. Per questa cicatrice dellanima non pu venire cancellata del tutto se non con il mezzo che Io vi ho indicato e attraverso ancora un altro mezzo, il quale per sar reso noto ed accessibile agli uomini, per la salvezza delle loro anime, solo dopo che sar stata compiuta la Mia missione in questo mondo. Giovanni il Battista, nel deserto, gi stato un precursore di questo mezzo.

227. Capitolo Sulla caduta degli spiriti. 1. (Il Signore:) Ma come in piccolissima proporzione avvenne con luomo che cadde nel peccato e per questo si guast nella propria natura, quasi allo stesso modo avvenne a suo tempo anche con la creazione dei puri spiriti da Dio. 2. Una volta che i Pensieri di Dio e le Sue grandi Idee sorte da questi Pensieri si sono abbastanza trovati e si sono legati in un essere dotato di infinita intelligenza, secondo loriginaria forma di Dio e hanno cominciato a divenire consapevoli della loro libera autonomia, allora la prima cosa per renderli completamente liberi stata anche sicuramente quella di dare loro
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loccasione per la libera attivit e di mostrare loro come e in quale maniera potevano diventare ed essere liberamente attivi. 3. Ma come deve accadere questo? Si deve, in un certo qual modo, dire loro semplicemente: Ecco, ora siete vivi, come sorti da voi stessi, e potete fare quello che volete!?. Ma qui sorge la domanda: Esseri simili, la cui vita non ha ancora nessuna esperienza, sono capaci di disporsi ad una qualche libera attivit?. Sicuramente essi, come un vorace polipo, preferiranno saziare il loro essere con un corrispondente cibo e certamente non faranno nientaltro. Una tale cosa la potete vedere ed apprendere in modo del tutto naturale presso i popoli di gran lunga ancora non desti spiritualmente; infatti tutta la loro preoccupazione rivolta al ventre, e tutta la loro attivit mira a soddisfare quanto meglio possibile questa parte del corpo. 4. Qualcun altro dir: Si dica a loro, in base alla loro capacit intellettiva, ci che devono fare, e cos diventeranno certo attivi in base a quello!. Bene, dico Io, ma se in questi esseri ancora molto inclini a giacere nellantica quiete, poich da questa essi sono fuoriusciti, non assolutamente desto alcun senso di attivit e per il momento neanche pu essere desto, [se] in essi lamore per la completa inattivit comincia a prevalere e dunque gli esseri, nonostante ci, non diventano autonomamente attivi, che fare allora? Si obietter: Ebbene, li si costringa usando lOnnipotenza pi che evidente insita nel Creatore!. 5. Tutto ci sarebbe giusto; ma che ne sarebbe allora dellattivit assolutamente autonoma, la sola attraverso cui un essere creato pu giungere alla piena, indipendente, libera autonomia? Vedi, senza questa enunciata, piena e indipendente autonomia, ogni essere creato resterebbe certo una pura macchina, che diviene attiva solo a seconda della volont e della libera intelligenza del macchinista! 6. Dunque, da quanto finora esposto voi vedete molto facilmente che la cosa non va e non pu andare affatto con un qualsiasi si deve; infatti con il si deve operano solo le macchine, di cui purtroppo sulla Terra, compresa la Terra stessa, ce n una quantit ancora troppo grande e grezza. Anche linfinito spazio pieno dappertutto di tali macchine del si deve. Infatti tutti gli innumerevoli soli e terre e lune sono pure macchine, e tutti gli esseri corporei su di essi ed in essi lo sono pure, cos come anche il corpo di ciascun uomo di per s non nientaltro che una ingegnosissima macchina che pu essere messa in moto nei modi pi svariati mediante la libera volont dellanima. 7. Ma se la cosa sta in questi termini, ed impossibile che sia altrimenti, in quale modo poi avrebbero potuto, i puri esseri spirituali creati per primi, pervenire alla condizionata libera attivit spontanea, dalla quale soltanto possibile giungere alla piena indipendenza? Evidentemente non altrimenti e in nessun altro modo possibile se non con un Comandamento Tu dovresti, anche se non cos categorico come lo fu nel caso di Adamo.
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8. Ma anche il solo Comandamento sarebbe dato inutilmente se, insieme al Comandamento, contemporaneamente non fosse assegnato allessere neocreato anche limpulso o lo stimolo a trasgredirlo. Ma quando viene assegnato allessere lo stimolo alla trasgressione, deve pure essere assegnata anche una qualche cattiva conseguenza che ne derivi come da s, in un certo qual modo come una punizione, e allessere devono essere mostrate le conseguenze, e che queste conseguenze sono reali, e gli si deve mostrare come e perch queste conseguenze sempre seguiranno e devono seguire ad ogni azione contraria al Comandamento dato! 9. Anzi di pi: bisogna perfino mostrare allessere che allinizio ben possibile per lui, cio allessere che trasgredisce il Comandamento, ottenere un qualche vantaggio di breve durata, ma bisogna mostrargli per che da questo iniziale vantaggio egli in seguito ricaver sempre uno svantaggio di lunga durata, che poi il porvi rimedio gli coster sempre molta dura fatica e dolorosi sforzi. Soltanto provvisto di tutto ci, lessere neocreato pu cominciare a fare un vero uso della propria libera intelligenza e della conseguente capacit di azione, comunque vada, storto o diritto, giusto o non giusto. A farla breve, lessere neocreato diventa finalmente spontaneamente attivo da s e cos comincia latto principale per la piena e vera indipendenza, e alla fine questo ci che conta per tutti gli esseri intellettivi creati, poich con questo mezzo viene raggiunta lindipendenza, in un modo o nellaltro, per una via pi breve oppure pi lunga, ed cos prevenuto il pieno annientamento dellessere intelligente una volta che sia stato creato. 10. Che poi lo stato di indipendenza, al momento, sia beato o non beato, ci la stessa cosa, naturalmente rispetto al Creatore; infatti a ciascun essere lasciata la porta aperta per accedere alla beatitudine per le vie indicate. Se egli lo vuole, tanto meglio per lui; se invece non lo vuole, va bene lo stesso! Infatti allora nessuno ne ha colpa se non lessere stesso. Egli conserva la sua indipendenza eternamente. Beato o no, allora proprio la stessa cosa, poich in fin dei conti egli, come creatura, deve pur tuttavia necessariamente essere conforme allOrdine totale del Creatore. 11. Ma ora che sappiamo questo, non sar pi troppo difficile dedurre da soli come sia avvenuta la caduta degli spiriti puri creati per primi. Infatti anche a loro dovette essere dato un Comandamento e, assieme a questo, il necessario stimolo alla trasgressione legato a momentanei vantaggi, e dallaltra parte per, bench lo stimolo ad agire secondo il Comandamento non fosse preponderante, era tuttavia chiaramente data la visione degli eterni vantaggi che, anche se un po pi tardi, sarebbero per sempre sicuramente seguiti, e dovevano necessariamente seguire, allazione secondo il Comandamento stabilito! 12. Ora, che poi una parte degli esseri osserv il Comandamento e una parte invece lo abbia trasgredito, questo risulta chiaramente dallesistenza della Creazione materiale visibile, la quale dovette seguire come giudizio, ovvero
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come la punizione minacciata per la non osservanza del Comandamento dato. Ed essa di per s, spiritualmente intesa, non altro che la via pi lunga per la beatissima esistenza, completamente libera, degli spiriti creati. 13. Daltra parte, per, il nostro angelo, che ora si trova qui con noi, fornisce la prova altrettanto evidente di come conseguentemente innumerevoli schiere di spiriti liberi allora creati abbiano tuttavia osservato il Comandamento dato, bench esso non fosse rigidamente positivo [categorico] come per Adamo, ed ora tutta la Creazione materiale sotto ogni riguardo subordinata alla potenza, forza e sapienza di questi spiriti. 14. Per, ovviamente, questangelo potr dare ben poca prova, agli uomini che verranno, del fatto che una stragrande parte degli spiriti puri creati per primi non caduta per il Comandamento dato, ma tale prova non neppure affatto necessaria per la beatitudine di ogni singolo uomo, particolarmente fino a quando un qualsiasi uomo non sia ancora pervenuto, per mezzo del proprio spirito, alla piena conoscenza di se stesso. 15. Se per un qualsiasi uomo perviene a questo, allora gli stanno comunque aperti, come si suol dire, tutti i sette Cieli in ogni istante, e l egli pu procurarsi prove quante mai ne voglia avere. E con ci, dunque, si gi provvisto di tutto. 16. D tu, Mio caro Cirenio, se ora sei in grado di farti unidea abbastanza consistente della caduta nel peccato degli spiriti creati per primi!.

228. Capitolo Forza e resistenza. 1. Risponde Cirenio, ormai tutto contento: Signore, Tu leggi chiarissimo nel mio cuore ed altrettanto bene vedi nel mio cervello, cosicch certamente meglio di ogni altro puoi giudicare se io ho compreso del tutto la cosa, oppure soltanto a met. Io almeno credo, per come lo sento, che questa cosa adesso mi sia completamente chiara come il sole, ma altrettanto possibile che dietro di essa si tengano celate ancora profondit immense di concetto e di significati, che forse non sono mai ancora balenate per la mente del pi perfetto tra gli spiriti angelici perfetti. Ma, comunque sia, sono perfettamente soddisfatto di quello che ora so e ne avr abbastanza per meditare, per tutto il tempo della mia vita, perch tutto questo in s una cosa che sovrasta gi ad altezze infinite lorizzonte massimo della sapienza e della conoscenza umana! 2. Solamente un essere, il quale certamente esiste, resta per me ancora un enigma e questo Satana e la sua congrega di demoni! Se Tu, o Signore, volessi darmi anche a tale proposito qualche piccolo chiarimento, la mia anima sar saziata fino alla morte del mio corpo, perch qui vedo ancora assai poco chiaro. Che cosa e chi veramente Satana, chi e che cosa sono i suoi accoliti che vengono chiamati demoni?
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3. Dico Io: Anche questo argomento, a volerlo sviscerare a fondo, per la tua capacit di comprensione alquanto prematuro, per, per illuminare te e tutti voi modestamente anche a questo riguardo, Io voglio tuttavia fornirvi una breve spiegazione adatta al vostro intelletto; dunque ascoltateMi! 4. Vedete, tutto quello che , che sussiste e che in qualche modo ha esistenza non pu essere, sussistere od avere una qualche esistenza se non a causa di un certo continuo conflitto. 5. Ogni esistenza, non eccettuata quella divina, ha in s degli opposti, come negativi e affermativi, che stanno sempre luno contro laltro, come il freddo e il caldo, la tenebra e la luce, il duro e il molle, lamaro e il dolce, il pesante e il leggero, lo stretto e il largo, lalto e il basso, lodio e lamore, il male e il bene, il falso e il vero, e la menzogna e la verit. 6. Non vi forza che possa in qualche modo manifestarsi qualora non le si opponga una controforza. 7. Immaginatevi un uomo che ha la forza di mille Golia, tale dunque da poter affrontare un intero esercito di guerrieri. Ma a che cosa gli gioverebbe tutta la sua forza se lo si collocasse come le nuvole nello spazio libero dellaria? Vedete, la brezza pi leggera, capace appena di muovere una foglia qui sul terreno, avrebbe il potere di spingerlo, nonostante tutta la sua forza e robustezza, continuamente nella medesima direzione in cui la stessa brezza spira. 8. Ma affinch il gigante possa fare uso efficace della sua forza, egli deve anzitutto avere un terreno solido che lo sostenga e che gli serva da solido appoggio. Dunque, il terreno rappresenta gi un [elemento] opposto al nostro gigante, poich, per esercitare la propria forza, gli necessaria la libert di movimento e, oltre a ci, anche [uno stato di] solida situazione di stallo dell[elemento] di appoggio, sul quale poter entrare in rapporto con lo stato di solida quiete dellappoggio o del terreno e quindi, associando alla propria, la forza di quiete del terreno al quale si appoggia, poter tenere fronte a qualsiasi movimento dattacco contro di lui. Soltanto in questo modo il gigante pu fare veramente uso dalla propria forza. Se il terreno roccioso, allora non vi sar alcun movimento dattacco violento capace di aver ragione di un simile stato di solida quiete, a meno che non sia violenta in un grado pari o superiore al grado di concentrazione del principio di quiete stesso insito nella roccia. Ma se il terreno molle, e quindi meno in opposizione con la capacit di movimento impetuoso del gigante, allora la forza del gigante trover nel terreno che gli contrapposto troppa poca resistenza e perci potr far fronte a mala pena ad una forza molto minore che agisce contro. 9. Per facilitare oltremodo la comprensione di questo fatto, immaginatevi ancora questo gigante che ha, per esempio, la forza sufficiente per sollevare su di un terreno solido il peso di mille uomini, ma mettiamolo invece su un terreno paludoso che abbia appena quel tanto di solidit che occorre per sostenere il peso del gigante e su questo terreno diamogli da sollevare un peso
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di dieci, oppure addirittura di cento uomini, ed certo che non lo alzer nemmeno di un dito dal suolo, perch, nel momento in cui inizier ad agire con la sua forza sul peso da sollevare, egli comincer anche a sprofondare nel terreno molle e tutta la sua forza sar vana, non avendo sotto di s alcuna controforza corrispondente alla quale appoggiarsi. 10. Dunque, nessuna forza pu avere per s qualche effetto se prima non entra in un certo qual modo in rapporto di conflitto con una controforza corrispondente. Nel caso del nostro gigante, al suo peso e al suo movimento si oppone evidentemente la rigida quiete del terreno e li vince anche fino ad un certo grado, ed appunto questa vittoria della quiete passiva del terreno che infine diventa lausilio della forza motrice attiva e che ne misura lenergia.

229. Capitolo Dellessenza di Satana. 1. (Il Signore:) Con questo esempio, che speriamo sia stato esposto con sufficiente evidenza, si spiega con chiarezza il perch un essere senza un contro-essere sarebbe come se non esistesse affatto, nello stesso modo in cui anche la forza del nostro gigante sospeso nello spazio libero dellaria non potrebbe avere nessun effetto corrispondente ad una causa; dunque, affinch ciascun essere possa agire, deve trovarsi di fronte a qualche contro-essere. 2. Di conseguenza questo rapporto deve esistere nella giusta misura in tutto ci che , altrimenti sarebbe assolutamente come se tutto ci che non fosse! 3. E sempre per questa ragione anche la perfettissima esistenza di Dio in se stessa deve comprendere, sotto ogni aspetto, gli opposti sviluppati in sommo grado, senza i quali non ci sarebbe assolutamente nessun essere. Questi opposti si trovano in permanente stato di lotta fra di loro, ma sempre in modo tale che la continua vittoria di una forza sia sempre daiuto allaltra forza, che in un certo qual modo vinta, cos come abbiamo visto quando si parl della vittoria riportata dal terreno rigido sulla forza agente del nostro gigante. 4. Ora, avendo Dio un giorno voluto creare fuor da S degli esseri liberi simili a Lui, allora Egli dovette evidentemente fornire anche ad essi appunto gli opposti in contrasto fra loro, che Egli da ogni eternit possedeva e doveva possedere in Se Stesso nelle proporzioni naturalmente migliori e pi puramente ponderatissime, altrimenti Egli di certo non sarebbe stato mai operante. 5. Dunque, gli esseri vennero interamente plasmati secondo la Sua immagine e somiglianza(5) e perci alla fine dovette venire loro necessariamente conferita
5 In tutti i testi la parola Ebenmae stata tradotta con immagine e somiglianza, ma la giusta traduzione sarebbe simmetria, che significa: In un oggetto, un corpo, un insieme, una struttura e sim., disposizione dei vari elementi che lo compongono tale che rispetto a un dato punto, asse o piano cui si fa riferimento vi sia tra esse piena corrispondenza di forma, dimensione, posizione e sim..[N.d.R.] 513

anche la capacit di consolidarsi tramite la lotta degli elementi che si oppongono fra di loro e da Dio riposti negli esseri stessi. 6. Ad ogni essere furono dati, come cosa perfettamente propria, quiete e moto, inerzia e senso di attivit, tenebre e luce, amore e ira, violenza e dolcezza e mille altri svariati elementi; ci fu un solo divario e precisamente nella misura. 7. In Dio tutti gli opposti erano gi dalleternit nellordine supremamente migliore; negli esseri creati, invece, questi dovevano raggiungere lordine dovuto, come per propria iniziativa, mediante la libera lotta, cio mediante la nota attivit spontanea. 8. Ingaggiatasi quindi la lotta, vari furono i risultati. Da una parte la vittoria spett prevalentemente alla rigida quiete ed il moto si trov in conseguenza troppo subordinato, per la qual cosa esso continuamente e con tutto ardore si da la massima fatica per rammollire la pietra e ridurla in uno stato pi simile e corrispondente ad esso; daltro lato, invece, il moto riusc troppo vittorioso in tutte le sue parti e perci viene continuamente combattuto dalla quiete, pi debole di lui, allo scopo di entrare con lui in rapporto corrispondente. 9. Per in molti esseri gli [elementi] opposti hanno raggiunto la giusta misura secondo lOrdine di Dio, e il loro essere , in questo modo, un essere completo, poich essi, tramite le loro capacit intellettive reciproche e affini, si aiutano continuamente nel migliore dei modi fra di loro. 10. Ora vedete, laddove in un essere, durante il proprio libero consolidamento, una qualche forza vuole ridurre, come in gran parte riduce, tutte le altre controforze al silenzio inerte nella loro sfera tramite i suoi sforzi prevalentemente ostinati, avviene che una simile forza si uccide, per cos dire, da sola, e si uccide precludendo ogni via che alloccasione potrebbe presentarsi per rendere manifesta la propria forza. Ma una forza senza una corrispondente controforza equivale, come gi detto, assolutamente a nessuna forza, cosa questa che abbiamo potuto constatare in modo ben preciso gi prima, considerando lesempio citato del nostro gigante. 11. Una simile forza poi, resasi cos in tutto prigioniera di se stessa, deve avere anche naturalmente sempre la tendenza di catturare in s continuamente ancora pi forze, per rendere se stessa pi libera nella sua dolorosa esistenza prigioniera. E vedete, questo appunto quello che viene chiamato Satana e Diavolo. 12. Satana una grande personalit ed corrispondente alla quiete troppo rigida e allinerzia, poich questa prima grande personalit creata per prima volle riunire nella propria entit tutte le altre forze ed per per questo che in se stessa diventata morta ed incapace dazione. Per le altre forze vinte in lei, non sono tuttavia immerse nella quiete completa, ma vanno continuamente esplicando unattivit e con ci si personificano come [entit] indipendenti. Attraverso questa attivit per esse animano lessere fondamentale come di una
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vita apparente, e questa vita poi evidentemente solo una vita illusoria in confronto ad una vera libera vita. 13. Tali forze vinte, ma che non vogliono tuttavia riconoscere la vittoria altrui, sono poi quello che di fronte a Satana viene chiamato diavolo, oppure spirito maligno. Ed ora vedi, Mio carissimo Cirenio, con ci Io ti ho anche dato, riguardo a Satana ed ai suoi accoliti, quel piccolo chiarimento che Mi hai domandato! Ma se tu vuoi saperne di pi, parla, ed Io voglio essere ancora pi preciso ed ampio nella spiegazione!.

230. Capitolo Lammaestramento degli spiriti primordiali. 1. Dice Cirenio: Una certa idea, per quanto vaga, me la sono certo formata, ed ho come limpressione di comprendere veramente qualcosa, per siamo ancora molto lontani da una chiarezza anche relativa. La cosa sembra dileguarsi in una spiritualit tanto sottile da assumere, in fatto di chiarezza, un aspetto del tutto differente da quello che pu offrire il problema che due pere, messe vicino ad altre due pere, ne formano quattro. Dunque, almeno per conto mio, di una visione chiara a questo riguardo non c neppure lontanamente da parlare, perch questo equilibrio delle forze tra loro un concetto talmente sottile e tenue che non saprei come ammettere che in un essere, come sono io, possa stabilirsi tra dette forze un giusto rapporto conforme al buon ordine e possano, nello stesso essere, bilanciarsi cos da rendere possibile la costituzione di un essere perfettamente simile a Dio in ogni sua attivit. 2. Io sono dellopinione che un essere neocreato, come qualcosa di simile siamo tutti noi, non possa per virt propria assolutamente, in maniera perfetta, venirne a capo e di conseguenza non pu in un certo qual modo neppure venirgli addossata proprio tutta la colpa, se egli si sviluppato del tutto secondo il buon ordine oppure soltanto in parte o addirittura in modo del tutto contrario al buon ordine; infatti chi potrebbe mai attribuire ad un uomo tutta la colpa della sua rozzezza, se costui non avesse fin dalla nascita avuto occasione di esercitarsi nelle maniere civili, come si usa fra la gente educata? 3. Ma come possibile pensare che gli esseri spirituali primitivi che, prima quali Pensieri originari e Idee originarie di Dio, si sono afferrati in una esistenza, avessero potuto avere gi quel discernimento con il cui aiuto essi avrebbero potuto svilupparsi subito secondo lOrdine del Creatore? Non possibile che lessere primordiale, per cos dire, personale di Satana abbia avuto il discernimento di un Michele, altrimenti avrebbe dovuto di certo svilupparsi
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come Michele. In breve, o Signore, io mi trovo ancora molto in sospeso tra la luce e le tenebre e non so proprio come fare per poter veramente penetrare nella luce. Se le vengo troppo vicino, mi fa leffetto come di essere avvolto da una fiamma, e se invece mi allontano, allora si fa di nuovo tutto oscuro intorno a me e mi trovo ad essere nel punto da cui ero partito. 4. Dunque, almeno per me, occorrer a questo riguardo versare ancora un po pi dolio nel lume del mio intelletto, affinch la questione possa riuscirmi pi chiara, sia pure solo lievemente, perch, come sono adesso, mi pare di essere in uno stato mattiniero di dormiveglia. Da un lato mi opprime ancora gli occhi il sonno della notte, mentre dallaltro la luce del giorno li solletica, cosicch non possono pi ritornare completamente al sonno. Perci, o Signore, destami interiormente, altrimenti non difficile che possa accadermi che, malgrado tanta luce mattutina, debba assumere la parte delladdormentato rispetto al pieno riconoscimento dellOrdine divino in ogni sapienza e amore! 5. Dico Io: Ma carissimo amico, non per nulla Io ti ho anticipatamente avvertito che simili cose molto difficilmente si possono comprendere a fondo. Per, visto che ci tieni tanto a farti unidea il pi possibile giusta riguardo a questo argomento, allora Io voglio tuttavia provare ad illuminarti maggiormente mediante immagini e similitudini. 6. Anzitutto devo osservare che tu costruisci ledificio del tuo ragionamento sulla sabbia se credi che Dio abbia affidato agli esseri creati la formazione di se stessi, prima che in loro ci fosse la capacit di riconoscere lOrdine divino pienamente in s ed in tutta la sua profondit. In precedenza molti furono gli insegnamenti [impartiti] ed immensi periodi di tempo trascorsero fra il primo divenire dellordine creato per primo nei primi esseri e quel periodo di tempo in cui poi a tali spiriti venne affidato il compito della loro formazione derivata dallattivit spontanea. 7. Ricordati del tempo trascorso da Adamo fino a te, e vedi, tutto questo periodo gi abbastanza lungo stato fino ad oggi ed ancora accompagnato da nientaltro che da insegnamenti provenienti da ogni parte. 8. Ed ora, dopo una cos lunga preparazione, sono finalmente venuto Io Stesso e mostro chiaramente agli uomini le vie che essi devono percorrere grazie alla loro forza interiore supremamente propria, forza che finora aveva ricevuto la massima formazione possibile per il Pro e per il Contra (il pro e il contro). Soltanto tramite questa Mia presenza viene concessa alluomo la pi piena libera attivit per la sua perfezione della vita e con questa una nuova Legge dAmore la quale abbraccia in s, nella sua giusta piena misura divina, tutte le altre leggi e tutta la Sapienza di Dio. 9. Se luomo dora innanzi vivr secondo questa nuova legge, egli anche immancabilmente costruir la sua vita del tutto secondo lOrdine divino e potr poi subito entrare nella pienezza della vita vera, liberissima ed eterna.
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Ma se egli non accetter una tale nuova legge della vita e non vi conformer tutta lazione per proprio spontaneo impulso, allora certo non raggiunger lo scopo della vera perfezione della vita! 10. Ma nessuno potr poi dire: Io non ho saputo quello che avrei dovuto fare! e se un uomo, per quanto dimori lontano da qui, nonostante ci dir: Fino al mio orecchio non giunta la chiamata di Dio, allora gli sar ribattuto: Da questora in poi non c nessuno sulla Terra nel cui cuore non sia stata resa chiara la nozione di quello che perfettamente giusto e buono fra gli uomini. 11. A ciascuno verr posta nel suo cuore una voce ammonitrice che gli indicher ci che buono e unicamente vero. Chi dar ascolto a questa voce e far secondo i suoi suggerimenti, costui giunger alla luce pi grande e questa gli illuminer tutti i sentieri dellOrdine divino.

231. Capitolo Le conseguenze della caduta di Lucifero. 1. (Il Signore:) Ma quanto breve il periodo di tempo da Adamo fino ad oggi, se paragonato alla durata quasi infinita per i concetti umani dei periodi dal primo divenire fondamentale degli spiriti primordiali creati fino allepoca in cui furono posti nel pieno possesso e nel pieno uso della loro libera volont! E poi di nuovo quale incalcolabile durata del tempo dalla loro caduta fino ai giorni di Adamo ed ai nostri! 2. Vedi, nellinfinitissimo spazio della Creazione vi sono certi soli primordiali, e per conseguenza soli centrali principali, che a causa dellimmensa distanza che li separa dalla Terra, quantunque siano un numero inesprimibile di volte pi grandi di questa Terra, appaiono a mala pena come piccoli puntini scintillanti, e questo soltanto a chi possiede una vista acutissima! Questi soli primordiali hanno circa let che corrisponde al periodo della caduta degli spiriti primordiali fino ai tempi attuali. E vedi, se si volesse esprimere in cifre let di questi soli, secondo la misura degli anni terrestri, non sarebbe possibile, neppure coprendo di cifre tutta la Terra, scrivere un numero sufficiente per esprimere la sterminata moltitudine degli anni terrestri occorrenti! E quandanche tu prendessi per mille volte mille anni di questa Terra un piccolissimo granello di sabbia e calcolassi il tempo sulla base di questa unit di misura, supponendo che la Terra sia composta in tutto il suo volume, i mari compresi, da altrettanti granellini di sabbia, il periodo di tempo cos ottenuto sarebbe ancora di molto troppo piccolo per indicare let di un simile sole! 3. Un tale periodo ebbe, come vedi, una durata gi discretamente lunga, e tuttavia esso pu appena dirsi qualcosa in confronto a quei periodi primordiali
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nei quali Dio cominci, dai Suoi Pensieri e dalle Sue Idee, a formare i primi spiriti ed a renderli indipendenti! E che cosa non stato fatto durante questo periodo infinitamente lungo per la piena formazione della libera volont degli spiriti primordiali! 4. E tuttavia alla fine di quei periodi di formazione infinitamente lunghi degli spiriti primordiali, si trov ancora una quantit grandissima di tali spiriti i quali, quantunque ben comprendessero le giuste vie di formazione di Dio, alla fine per non vollero sapere comunque niente di restare liberamente su queste vie, ma invece, abbagliati dal miraggio di vantaggi pi rapidi anche se solo di breve durata, deviarono dalla comandata e ben indicata via dellOrdine di Dio e si misero a percorrere la via della propria rovina. 5. Infatti il principale spirito di luce, nel quale erano contenuti innumerevoli altri spiriti di luce, ciascuno riccamente provveduto di intelligenze in numero sconfinato, disse fra s: Perch attendere ancora? In me giacciono tutte le caratteristiche come in Dio, e Dio ha posto in me tutta la Sua Forza. Ora io sono forte e potente sopra ogni cosa. Tutto quello che Egli aveva, lo ha dato, ponendolo fuori da S, ed io ho preso tutto. Ora Dio non ha pi nulla, io invece ho tutto; e noi vogliamo ora vedere se il vantaggio che dovrebbe seguire alla trasgressione del comandamento dato sar veramente soltanto di breve durata. Noi riteniamo che con la nostra presente piena forza e potenza noi saremo bene in grado di prolungare per delle eternit la durata, che dovrebbe essere breve, dei vantaggi che ne dovrebbero risultare. Chi mai potr impedircelo? Allinfuori di noi lo spazio infinito, che ora riempito da noi, non porta pi alcuna altra potenza e intelligenza che sia superiore alla nostra; chi allora sar capace di disputarci il vantaggio?. 6. Vedete, in questa maniera pens e parl lo spirito di luce fra di s e con ci alla sua schiera di spiriti separati a lui subordinati! Cos disse e cos fece, e la conseguenza fu che si incarcer da se stesso nella propria inerzia, and condensandosi sempre pi e la conseguenza di ci fu la creazione della materia, altrettanto completamente sulla via dellOrdine divino; infatti il risultato certo della non osservanza del Comandamento divino era, con altrettanta precisione, previsto, quanto la liberissima condizione di quegli spiriti che hanno in s adempiuto il comandamento di Dio. 7. Ed ecco come, per effetto di tale caduta, lo spirito principale e con lui tutti i suoi imparentati spiriti subordinati, si rese da solo prigioniero in se stesso nella maniera pi tenace ed amara. Ora, per quanto tempo ancora gli piaccia persistere in un tale stato di prigionia, questo, allinfuori di Dio, non lo sa nessuno nellintera Infinit, nemmeno gli angeli. 8. Per una cosa certa, e cio che ora, fuori da questo figlio della Luce perduto, gli spiriti separati vengono di nuovo ridestati dalla Potenza di Dio e vengono posti nella carne come figli del mondo, ed a loro, nello stesso modo che ai figli dallalto, data loccasione di elevarsi alla suprema perfezione dei figli di Dio.
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9. Tutta la materia dunque spirito separato che, come anima in ogni singolo uomo, pu rinascere per la vita eterna nel suo spirito. Quando per tutti gli spiriti separati sono elevati fuori dalla materia di un mondo, allora sar giunta anche la completa fine dellesistenza di un tale mondo. 10. Certamente, trattandosi di un mondo come questa Terra, il processo diventa discretamente lungo, ma pure un giorno verr anche la fine.

232. Capitolo Involucro e anima. 1. (Il Signore:) Tuttavia nella materia c qualcosa che non si trover mai completamente in unanima, e questa consiste nella nota sostanza dellinvolucro nella quale viene sempre rinchiusa una qualche potenza animica particolare, fino a quando essa ha raggiunto un certo grado di maturit di indipendenza. Giunta la potenza animica particolare a questo certo grado di maturit, essa lacera il sottile involucro, si unisce poi ad altre potenze particolari resesi gi libere, simili od almeno ben corrispondenti a lei, e dagli elementi corrispondenti dellaria, dellacqua o della terra si forma subito di nuovo intorno a s un qualche involucro, come potete constatare nei semi delle piante, degli arbusti ed alberi e pi evidentemente anche nelle uova degli insetti, degli uccelli e finalmente negli animali dellacqua ecc. 2. Linvolucro sempre soltanto una fissazione di volont che si emana dallOrdine divino e non ha dunque in s e per s niente di animicamente intelligente, ma invece semplicemente un mezzo necessario per il quale una intelligenza animica, in questo suo stato di isolamento, pu con il tempo evolversi come anche davvero si evolve ed essere veramente del tutto indipendente e libera. 3. Il mondo della materia quindi per due terzi anima e per un terzo sostanza dellinvolucro senzanima quale portatore della vita animica [la quale ] dapprima separata e in seguito sempre pi raccolta e alla fine gi del tutto concreta e matura. Perci la materia dellinvolucro, ovvero la Volont fissata di Dio, anche un istituto di redenzione per mezzo del quale gli spiriti separati caduti insieme a causa della caduta di Satana, possono giungere, secondo lordine esistente, di nuovo ad una libert del tutto indipendente, anche se seguendo una via pi lunga di quanto sarebbe stata quella dei primi periodi. 4. Ma siccome il tempo non mai dimbarazzo per Dio, n pu renderLo perplesso od esserGli di noia, perch nella realizzazione delle Sue grandi Idee Egli ha sempre presente davanti i Suoi occhi onniveggenti il perfettissimo raggiungimento dei Suoi piani, non importa se il tempo richiesto sia breve o lungo, cos, dinanzi a Dio, mille anni sono come un giorno, ovvero come un attimo, e in questa maniera, per la totale liberazione di tutti gli spiriti racchiusi
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nel suo involucro di materia, un mondo pu richiedere pi anni di quanti sarebbero espressi dal numero indicibilmente grande dei granelli di finissima sabbia capaci di essere contenuti in esso, e tuttavia anche un simile periodo di tempo finisce con il risultare di fronte a Dio niente pi e niente meno di un brevissimo istante soltanto. 5. Ed Io vi dico inoltre che nello spazio sconfinato della Creazione ci sono gi alcuni mondi che hanno interamente compiuto il loro servizio. Tuttavia essi esistono ancora e continueranno ad esistere quali portatori di nuovi esseri liberi, soltanto che essi sono molto pi puri e solidi e, nella loro struttura, sempre immutabilmente uguali cos come la ferma Volont di Dio, corrispondente alla Sua Sapienza ed al Suo Ordine, eternamente uguale, e deve essere pure uguale per leternit, poich senza tale solidit una qualche durata non potrebbe esistere per nessun essere. 6. Infatti anche se gli esseri dopo il loro perfezionamento spirituale hanno un essere perfetto che sta l del tutto indipendente dallEssere di Dio, eppure una tale indipendenza, per cos dire assoluta, non avrebbe n potrebbe avere nessuna durata, qualora questa non fosse stata stabilita da Dio, gi anticipatamente dalleternit, nella cerchia del Suo Ordine e non fosse la stessa cosa con il Suo Ordine. Ora proprio grazie a questa solidit dalleternit per tutti gli esseri creati che ad ogni essere creato viene continuamente procacciata e mantenuta la durata eterna. 7. Ma da tutto ci risulta anche, per cos dire, da s che assolutamente nessuna cosa, una volta che in qualche modo sia stata chiamata allesistenza da Dio, pu mai cessare di esistere ed essere annientata. Pu certo cambiare forma e passare da una forma meno nobile a forme superiori sempre pi nobili ed anche viceversa, come abbiamo visto nel caso dei primi spiriti creati, ma non pu pi venire annientato niente, una volta che Dio lo abbia chiamato ad una qualche esistenza! DimMi ora, o Cirenio, se la cosa ti pare pi chiara!.

233. Capitolo Del sapere. 1. Risponde Cirenio: Ma, Signore e Maestro! La cosa mi ormai chiara quel tanto che pu esserlo per uno spirito ancora lento, nella sua qualit di essere terreno. Certo che io potrei fare diverse altre domande riguardo a svariatissimi punti, ma mi accorgo sempre pi che proprio un grande sapere non va nemmeno bene per luomo, perch con ci egli diventa certamente sapiente, ma in compenso, quale uomo dazione, non per niente speciale. 2. Un uomo che ha troppa sapienza mi pare simile ad un uomo carico di beni e ricchezze terrene. A che scopo lavorare la terra e perch poi aggiogare i buoi allaratro? I suoi granai sono al completo e le sue cantine rigurgitano dei migliori vini; nelle sue camere non si contano loro, largento, le grosse perle e
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le pietre preziose! Egli si rende conto che sobbarcarsi ulteriori fatiche per lavorare la terra sarebbe una grande pazzia; perci si dedica al riposo e si gode senza pensieri di sorta le sue immense ricchezze. 3. Ora, come gi detto, nello stesso modo potr ed infine dovr procedere anche lultrasapiente; colui che non sa molte cose, cerca, esamina e prova una grande gioia quando riesce a scoprire qualche nuova verit. Lultrasapiente, invece, non pu pi trovare molto di nuovo e quindi diventa evidentemente e necessariamente pigro, mentre il discepolo si occupa di qualche ramo dello scibile con impegno e quasi giorno e notte va scrutando, per chiarirsi il pi possibile le cose che gli sembrano occulte molto pi dellordinario. Dunque di questa sfera io ora ne so abbastanza; quello che ancora mi manca varr a tenermi in una attivit continua. Ho ragione di pensarla cos, oppure no? 4. Dico Io: Il troppo ed il troppo poco non hanno qui un grande significato; tuttavia sempre meglio un po troppo che un po troppo poco, perch chi ha in abbondanza pu poi dare con tutta facilit ci che ha in eccedenza a coloro che ne soffrono la mancanza, e ad essi il dono torner sempre ben utile, ma per chi ha troppo poco, la prospettiva di poter donare sar piuttosto magra. Per questo, per quanto riguarda la vera sapienza, un po troppo sempre migliore di troppo poco. Del resto sono daccordo anchIo che nemmeno per un angelo sarebbe bene essere onnisciente al pari di Dio! 5. Per Dio ha provveduto anche a questo, poich come uno spirito non potr mai al pari di Dio riempire tutto lInfinito, cos anche la sapienza dello spirito pi perfetto non sar mai in grado di scrutare ed abbracciare tutte le profondit della Sapienza divina. Comprendi anche questo? 6. Dice Cirenio: Oh s, lo comprendo certo e gi dai tempi antichi in voga tra noi romani un proverbio molto saggio, diffuso ora anche tra i greci e gli egiziani, il quale concisamente suona: Quod licet Jovi, non licet bovi (Quello che permesso a Giove, non permesso ad un bue, cio una cosa non da tutti), ed io credo che questo proverbio, quantunque fiorito tra i pagani, come vengono chiamati quei popoli dagli israeliti, sia perfettamente a posto anche qui. 7. Di fronte a Dio tanto gli uomini quanto gli angeli restano sicuramente per leternit i cari boves (buoi) ed anche bene che sia cos, perch, almeno per quello che mi riguarda, credo di non essere affatto costituito per accogliere una sapienza troppo vasta. gi nella natura delle cose il fatto che in ogni essere creato tutte le attrattive della vita finirebbero con lo svanire se nella totalit dellInfinito non vi fosse assolutamente pi nulla che allo spirito umano non riuscisse chiaro e conosciuto cos bene come sono conosciute ad un padrone di casa le stanze della sua abitazione. 8. E perci Jehova ha fatto una cosa molto buona e supremamente saggia quando ha disposto che uno spirito, sia pure il pi perfetto, ma tuttavia creato, non debba n possa, in tutta la sua sapienza, avvicinarsi mai neanche in modo infinitesimale alla Sapienza di Dio, perch quello che infinito non pu mai in eterno venire raggiunto da ci che finito!
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9. Ma ora lasciamo stare questo argomento, perch il dedicarvi altre parole sarebbe davvero quanto mai inutile, mentre vi sono tante altre cose ancora la cui spiegazione ci sicuramente pi necessaria dello stabilire come il debole spirito umano potrebbe misurare la Sapienza divina. chiaro che lamore occupa un posto notevolmente pi alto di tutta la sapienza degli uomini e degli spiriti, per quanto grande essa sia! 10. Tu hai detto poco fa che lantica cicatrice dellanima si potrebbe guarire del tutto e che lanima stessa potrebbe interamente liberarsi dallantico male ereditario mediante la nuova legge dellamore del prossimo e che poi la coscienza pienissima della vera vita eterna potrebbe rientrare nelluomo in tutta chiarezza e potenza. Questo sarebbe certo per luomo sulla Terra il vantaggio pi grande, perch soltanto con ci egli diventerebbe del tutto uomo e potrebbe senza alcun dubbio gi in questa vita terrena compiere delle opere veramente grandi ed illustri. 11. Con il sentimento sempre presente della morte sicura e della scomparsa dalla scena della vita, il quale continuamente tormenta lumanit, luomo deve finire con il perdere tutto il coraggio di dedicarsi a qualcosa di superiore, oppure deve buttarsi a capofitto tra i piaceri mondani per sfuggire con ci al pensiero della certa futura morte e godersi cos la vita come se fosse eterna! dunque della massima importanza che venga dato alluomo un simile Comandamento, con losservanza del quale egli possa ritrovare e conservare per leternit in s quel Paradiso che un giorno Adamo ha perso. Il Comandamento del vero e autentico amore per il prossimo deve restituirci il perduto. 12. Ma qui si affaccia la domanda, e cio come un Comandamento talmente importante debba venir osservato nellOrdine di Dio per poter dico certamente e non a met, bens interamente, raggiungere la grande meta da Te promessa 13. Dico Io: Questa da parte tua una osservazione davvero buona e giusta ed Io ti dar anche in proposito una risposta giusta, ma anzitutto vogliamo sentire ancora dal vostro vecchio e buon Marco quali sono le sue idee rispetto a questo prossimo, al quale si deve dedicare tutto lamore; soltanto dopo Io vi dar la vera e piena risposta, assieme ai debiti chiarimenti. Dunque, dicci ora tu, Mio caro Marco, chi, secondo la tua opinione, si deve considerare propriamente quale prossimo e a chi si deve dimostrare fattivamente tutto lamore!. 234. Capitolo Il parere di Marco sul suo prossimo. 1. Dice il vecchio Marco: Signore, tutto quello che ho finora sentito qui insieme alla mia famiglia mi ha talmente commosso che, con tutta la miglior buona volont del mondo, non mi sentirei capace di esprimere neanche una parola ragionevole, per non parlare poi del decidere chi di fronte a me sia il mio prossimo.
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2. Naturalmente, sarebbe in primo luogo prossimo mio colui che mi fosse corporalmente pi vicino e se egli avesse bisogno di qualche aiuto, dovrei accordarglielo. Poi sarebbero prossimi i miei vicini e se venissero ad invocare soccorso, non dovrei loro negarlo. Cos pure sono mio prossimo mia moglie ed i miei figli ed mio dovere provvedere al loro benessere ed al loro progresso spirituale e materiale. 3. Quando io ero soldato, anche i miei commilitoni erano mio prossimo ed era mio obbligo prestare loro aiuto in caso di bisogno. Daltro canto, qualunque essere umano, a qualsiasi religione appartenga, in caso di bisogno anche lui mio prossimo, ed io non devo passargli dinanzi ignorandolo, qualora egli abbia bisogno del mio aiuto oppure invochi aiuto da me. 4. Anzi, credo che non si debba rifiutare soccorso nemmeno ad un animale domestico, se si vede che questo ne ha bisogno. Per concludere dir che, secondo il mio limitato intelletto, luomo deve cercare di imitare, quanto pi possibile, il governo di Dio e deve regolare su di questo tutte le forme della sua attivit, facendo anchegli risplendere il suo sole su tutte le creature, precisamente cos come fa Dio Stesso. 5. Certamente, luomo, che un essere limitatissimo al paragone di Dio, pu soltanto in misura molto limitata imitare Dio, suo Creatore, per, siccome egli porta gi in s la somiglianza di Dio o propriamente creato a Sua immagine, egli deve anche tendere a formare e perfezionare in s quello per cui gli sono state conferite le necessarie capacit. Questa allincirca la mia opinione, ma Tu, o Signore, darai a noi tutti una precisa spiegazione, perch io ascolto la Tua parola mille volte pi volentieri di quando sono io a parlare! Parla dunque Tu adesso, o Signore, purch Tu voglia ancora dirci qualcosa stanotte! 6. Dico Io: S, Io parler, quantunque sia gi mezzanotte. Ora per facciamo una piccola pausa e stiamo in ascolto; forse dal mare giunger fino a noi qualche invocazione di soccorso!. 7. Subito dopo questa Mia osservazione si udirono dalla parte del mare dei rumori, tra i quali si percepivano molto bene delle voci umane. Allora Marco ed i suoi figli Mi domandarono in fretta se dovevano andare a vedere di che cosa si trattasse, per eventualmente portare aiuto a dei disgraziati che forse lottavano su una barca malconcia contro il forte vento di mezzanotte o che erano alle prese con qualche vortice che non di rado veniva formandosi dinanzi alla grande insenatura. 8. Allora dico Io: Si tratta veramente di una vecchia nave piena di giovani leviti e farisei, i quali vengono dai dintorni di Cafarnao e di Nazaret e sono diretti a Gerusalemme. Essi hanno preferito la via del mare a quella di terra, perch in primo luogo pi breve ed in secondo luogo non tanto faticosa, ma a Sibarah non hanno potuto trovare altro che una barca da pesca gi piuttosto malridotta ed ora, essendosi levato un vento abbastanza violento, si trovano in grande difficolt, cosicch, se da qualche parte non giungono loro degli aiuti, probabile che debbano colare a picco!
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9. E Marco esclama: Signore! In verit se si tratta di quei figuri, proprio non un gran danno anche se finiscono in pasto ai pesci! Quasi, quasi, non avrei una grande premura di volare in loro soccorso. Ma se Tu lo vuoi, sar in ogni modo portato loro aiuto 10. Dico Io: Hai pur detto tu stesso molto giustamente che luomo, creato ad immagine di Dio, deve, mettendo a profitto le capacit che gli sono state conferite, cercare di diventare in tutto simile a Dio e deve far risplendere anchegli il suo piccolo sole, che porta nel cuore, su tutte le creature e deve infine considerare prossimo suo chiunque, amico o nemico che sia, qualora si trovi in gravi difficolt ed abbia bisogno di aiuto! 11. Vedi, le tue parole sono giuste e vere, ma perci devi anche conformemente agire, altrimenti ci mancherebbe molto ancora perch la verit avesse dimora viva in te! Infatti la verit pura poco o niente giova alluomo per la vita eterna finch egli non labbia fatta viva in s mediante lazione, ma quando egli ha fatto ci, la luce di vita eterna giunge poi a torrenti e rischiara allora tutti i pi riposti meandri dellanima umana, non diversamente da come fa il sole in pieno mezzogiorno, che penetra con i suoi raggi in tutte le valli e le fosse, per quanto profonde, le riscalda e le riempie cos della sua vita. Perci ora fa ci che vuoi! 12. E Marco esclama: Allora si faccia presto ad andare in loro soccorso, anche se quella nave marcia fosse carica di soli orsi, tigri, leoni o iene!. 13. Immediatamente Marco e i suoi figli corsero alla riva, salirono su una solida barca da pesca abbastanza grande e fecero forza coi remi nella direzione da dove giungevano sempre pi acute le grida di aiuto. 235. Capitolo Marco salva i farisei naufraghi. 1. Quando Marco, dopo pochi istanti, si fu avvicinato alla navicella che stava quasi per affondare, grid ai malcapitati di trasferirsi sulla sua barca, prese poi a rimorchio la navicella malridotta di Sibarah e cos riguadagn la riva. I salvati erano circa una trentina. 2. E subito, quando si trovarono sani e salvi sulla terra asciutta, i leviti domandarono immediatamente al nocchiero che compenso gli era dovuto per le sue fatiche, avendo essi riconosciuto che avevano a che fare con un vecchio romano. Se si fosse invece trattato di un ebreo, non gli avrebbero certamente domandato nulla di simile, perch sarebbe stato lui invece a dover reputare una grazia immensa che Jehova lo avesse degnato di permettere che Lui, per sua intermediazione, avesse salvato i Suoi servitori da un pericolo! Infatti Jehova consentiva che fatti simili si avverassero ogni tanto per amore degli uomini, perch fosse data loro occasione di dimostrare la fermezza della loro fede e lincrollabile attaccamento al Tempio, il quale solo era una vera dimora di Dio sulla Terra, come nessunaltra in eterno!
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3. Per Marco disse: Quantunque io sia un vecchio romano, tuttavia conosco il vero Dio meglio di voi tutti, perch continu egli a dire ai salvati se voi conosceste veramente Dio, non sareste davvero n leviti n farisei, ma semplicemente degli uomini! Ma appunto perch voi non conoscete minimamente Colui il Quale immaginate di servire, io vi dico: Sia maledetto chi, dopo aver soccorso il fratello bisognoso, gli chiede una ricompensa!. Infatti Dio non lascia mai senza premio una buona azione che abbiamo compiuto nel Suo Nome, ma se la ricompensa ce la d Dio, che solo pu veramente ricompensare ciascuno, come e per quale ragione dovremmo noi chiederci reciprocamente un compenso? Voi perci siete, dal primo allultimo, dei pessimi servitori di Dio, poich asserite di servire Dio, ma per fare questo voi pretendete dai poveri una ricompensa molto spesso esorbitante. 4. Imparate ora da me, vecchio guerriero della potente Roma, come bene servire il vero Dio, vivente in eterno ed onnipotente, qualora si voglia venire guardati e ricompensati da Lui! 5. Perci non accetto mai un compenso da chi ho aiutato nel momento del bisogno, ma quando ho lavorato per me e per la mia famiglia, allora prendo anche il compenso che mi spetta per le mie fatiche e mi faccio pagare in modo equo i pesci che porto al mercato. Se adesso volete avere qualcosa da mangiare e da bere, quello che potr darvi me lo far pagare da voi, secondo equit 6. Dicono i salvati: In verit dalle tue parole bisogna arguire che sei un ebreo e non un pagano, perch tanto sinceramente non abbiamo mai udito parlare nessun pagano. Noi non prenderemo assolutamente in malo modo quello che ci hai detto! N noi siamo affatto tanto radicalmente daccordo con tutto quello per cui tu a ragione ci fai oggetto di biasimo e di rimprovero, ma ci troviamo ormai trascinati dalla corrente e dobbiamo, almeno al cospetto del Tempio, nuotare seguendo la corrente. Se avessimo una qualche altra prospettiva, nessuno pi di noi sarebbe sollecito a voltare le spalle al Tempio, perch siamo persuasi che in nessun luogo Dio si trova meno che nel nostro Tempio! Ma cosa potremmo o cosa dovremmo fare contro a questo? Oh noi, come te, vediamo anche troppo bene che il Tempio di Gerusalemme non ormai nientaltro che un immenso istituto di inganni, dietro il quale non c pi nemmeno una sillaba, per non dir poi una parola vera, per questo istituto sanzionato dalla grande potenza di Roma e allora non si pu fare pi niente contro ad esso. 7. Se c ancora un qualche Dio vero e vivente, Egli sapr comunque mettere gloriosamente fine ad un tale disordine e ad un simile scandalo; ma se un vero Dio non esiste e se di conseguenza tutto quello che conosciamo e sappiamo altro non che una vecchia finzione o una favola essena, non ci resta che fingere e favoleggiare anche noi ed il mondo, che dal canto suo sembra sempre preferire linganno alla verit, si trova ad essere perfettamente contento. Di pi non possiamo affatto pretendere n da noi n dal mondo cieco!
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8. Dice Marco: Voi siete davvero della bella gente e dei begli eroi! Epicuro il vostro maestro, anche se non di persona dato che ha scambiato da molto il tempo per leternit ma tanto pi di fatto, secondo la sua filosofia del ventre. Ditemi, dunque, se voi volete mangiare e bere qualcosa, ed io vedr di soddisfare i vostri desideri! 9. Chiede uno di loro: Chi sono quegli altri ospiti, l vicino alla tua abitazione, ancora desti, malgrado lora tarda? La cosa ci meraviglia, perch dovrebbe essere gi circa mezzanotte. Si tratta forse di altri salvati? Ci non sarebbe strano, visto lo stato del mare burrascoso, anche senza che ci sia un vento particolarmente forte! 10. Risponde Marco: Quegli ospiti poco vi interessano e sono personaggi romani troppo altolocati perch possiate azzardarvi di andare loro vicino. Insomma, il vostro carattere sta troppo al di sotto di quello di simili ospiti. Fra gli altri c anche il comandante Giulio di Genezaret; se avete qualcosa da dirgli, posso pregarlo di venire da voi!. 11. Quando i giovani farisei e leviti ebbero udito quel nome, furono colti da grande spavento e pregarono Marco di risparmiare loro almeno quella conoscenza, perch, secondo loro, costui non era un uomo, ma uno spietatissimo diavolo! Va notato che fra gli altri ce nerano alcuni di quelli ai quali Giulio, pochi giorni prima a Genezaret, aveva fatto otturare occhi ed orecchi con l argilla, facendoli poi trasportare sotto scorta militare a Cafarnao. Ci serve a spiegare il loro terrore, poich pensavano che Giulio non avrebbe mancato di infliggere loro nuovamente un simile trattamento. 12. Per Marco disse: Qui non avete niente da temere allinfuori di una revisione delle licenze di viaggio che, come noto, praticata dai romani in generale con gran severit 13. Dice uno dei leviti: Precisamente questa per noi la pietra dello scandalo. Il Tempio non vuole ancora saperne di adattarsi a questa disposizione delle autorit romane e noi, che siamo servitori del Tempio di grado inferiore, veniamo, a causa di ci, a trovarci in mille imbarazzi e noie che nessuno pi ci risarcisce, n il Tempio n meno ancora qualcun altro; eppure il Tempio ci obbliga ad intraprendere ogni tipo di viaggi da un capo allaltro del mondo e se qualche malanno ci capita, dobbiamo tenercelo e non vi indennizzo da sperare da nessuna parte. 14. Noi siamo, vero, figli di genitori ricchi, altrimenti il Tempio sicuramente non ci avrebbe adescati al suo servizio; ormai siamo ben condannati dalle leggi che imperano tra le mura e non possiamo pi liberarcene. La conseguenza che ne risulta che ora dobbiamo sostenere veramente la parte del capro espiatorio per tutto il mondo! Noi ci troviamo definitivamente sotto il giogo della vera dannazione del mondo intero; rendici tu la libert, se puoi. Da una parte il fanatismo dei nostri genitori e parenti, dallaltra il ferreo dovere imposto dal Tempio: in queste condizioni si muova allora liberamente chi pu e vuole, noi purtroppo non lo possiamo fare!
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15. Dice Marco: Sapete una cosa? Dalle vostre parole mi pare di comprendere che tuttavia non sarete del tutto fuori posto vicino alla comitiva che c l davanti a casa mia. Venite con me, vedr di mettere una buona parola per voi! Forse riesco a salvarvi dalle fauci del Tempio che, a quanto mi dite, si cura con tanto senso di umanit di voi, suoi servitori! 16. Osservano i salvati: Sarebbe tutto bello e buono, se non ci fosse quel Giulio, perch non abbiamo con noi nessuna licenza di viaggio! 17. Dice Marco: Ebbene, caso mai ve ne procurer una egli stesso! 18. Dicono i salvati: Oh, ne siamo ben persuasi; ma di che specie? 19. Dice Marco: Venite e seguitemi! La licenza di viaggio sar migliore di quello che supponete, perch Giulio , come me, un amico degli animi sinceri!. 20. I salvati si lasciano finalmente convincere dalle insistenze del vecchio Marco e dei suoi due figli e Marco, tutto allegro, li conduce da noi, quantunque il loro passo tradisca ancora una qualche incertezza.

236. Capitolo Critica dei farisei su Giulio. 1. Giunta la compagnia vicino a noi, le viene fatto subito posto, cosicch in breve tutti si trovano accomodati ad una mensa collocata accanto alla nostra. 2. Poi Marco viene da Me e Mi domanda se devo offrire ai salvati sale, pane e vino. 3. Ed Io gli dico: Interroga loro ed il tuo cuore e senti se essi chiedono qualche cosa e se il tuo cuore perfettamente disposto a dare. Se essi domandano ed il tuo cuore vuole dare, allora d. Infatti, vedi, questa anche una norma principale del vero amore del prossimo: il prossimo deve domandare o per mezzo di parole percettibili o con invocazioni daiuto, oppure, nel peggior dei casi, con latteggiamento muto del bisogno facilmente riconoscibile. Il tuo cuore poi deve subito per amore volere fermamente quellattivit necessaria a tradurre in atti limpulso che la anima; allora lamore del prossimo appare veramente esercitato nellOrdine divino e gli effetti di un tale agire per lanima e per lo spirito del donatore non tarderanno a farsi sentire! Mi comprendi? 4. Dice Marco: S, o Signore, ora comprendo perfettamente, ed anche far immediatamente secondo questo Tuo insegnamento 5. Dico Io: Dunque va e non fare menzione di Me. bene non fidarsi molto ancora di loro, poich una densa notte avvolge ancora i loro cuori e la loro anima ancora ben lontana dal capire la profondit della verit. 6. Allora Marco ritorna sollecito dai salvati e domanda loro se e che cosa desiderino per ristorare il loro corpo.
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7. Risponde uno fra i molti: Amico, noi veramente abbiamo fame e sete, ma tutto quello che possediamo si riduce ormai a soli nove denari e con questi certamente ben poco si potr ottenere qui in questo paese notoriamente scarso di pane; tuttavia, se qualcosa puoi darci, daccela e noi ti pagheremo con i nove denari! 8. Dice Marco: Se cos, non c bisogno dei nove denari e voi avrete ugualmente da mangiare e da bere a sufficienza. 9. Marco chiama subito sua moglie e i suoi figli ed ordina loro di provvedere alla compagnia arrivata da poco il meglio possibile di pane, sale e vino, perch, data lora molto inoltrata, non sarebbe stato facile apparecchiare altro. La mattina poi il trattamento sarebbe stato ad ogni modo migliore. Immediatamente viene servito quanto era stato ordinato ed i salvati non fanno complimenti e danno lassalto al pane ed al vino profondendosi in lodi per la loro squisitezza. 10. Alcuni dicono che si tratta di un vino reale egiziano, altri lo ritengono di origine persiana, uno infine lo reputa vino di provenienza romana! 11. Marco per osserva: Niente di tutto ci. Il vino proprio originario di qui!. La cosa provoca in tutti grande meraviglia, perch era noto in tutto il paese degli Ebrei che la Galilea aveva il peggior vino di ogni altro di quei paesi. 12. Ma, dopo che un discreto onore fu fatto al vino, tra i nuovi arrivati and manifestandosi una certa animazione ed essi cominciarono, come si suol dire, a far venire a galla la verit, senza avere soggezione di noi che ci trovavamo vicinissimi a loro. 13. E Giulio, il quale sedeva quasi al loro fianco, domand, pi per scherzo che seriamente, ad un giovane fariseo se egli non avesse forse qualche faccenda da sbrigare a Genezaret. 14. Dice linterrogato: Signore, chiunque tu sia, o di Cesarea o di Genezaret, ci mi indifferente! Quella non una citt, ma una tana neanche degna di ospitare il demonio, nonch un galantuomo della mia specie! Quel brutto covo non mi vedr una seconda volta finch vivo! L sta di casa un certo comandante romano di nome Giulio e questo basta, perch con questo nome gi detto tutto quello che si potrebbe dire di Satana! Chi mai fra i mortali gli si avvicinato, costui ha fatto anche la conoscenza di Satana in persona! La sua persona non lho veramente ancora vista in nessun luogo, ma ho invece avuto occasione di provare gli effetti dei suoi ordini e devo concludere che la sua persona non pu che rispecchiare perfettamente linumanit delle sue disposizioni. 15. Pare che quel Giulio sia un nemico dichiarato di tutti gli abitanti di Gerusalemme; altrimenti non sarebbe immaginabile come egli possa fare un trattamento cos barbaro, spietato e veramente satanico ad uomini della nostra specie!
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16. bens vero che non si pu essere propriamente ben disposti, specialmente verso la gente del Tempio, una volta accortisi di tutte le perfidie, i raggiri ed i soprusi che l si commettono, per dappertutto vi sono anche delle eccezioni ed un giudizio bisogna aspettare per emetterlo appena dopo aver vagliato esattamente tutte le circostanze che possono concorrere a fare in modo che un uomo appartenga ad una determinata congrega. Se luomo ha voluto liberamente farvi parte, allora certo si pu di pieno diritto sentenziare: Volenti non fiat injuria (Per chi consenziente non unoffesa!) ; ma quanti ce ne sono, invece, membri di qualche collegio, anche tra i pi malfamati, che contro la loro volont sono stati obbligati a farne parte? 17. Se si giudici onesti e si ha testa e cuore al loro vero posto, si esamini prima se uno di noi si aggregato ad un triste collegio di questo tipo spontaneamente o se vi fu costretto! Se la partecipazione avvenuta per proprio libero volere, ogni incarico perverso compiuto per conto di un tale pessimo collegio pu di pieno diritto venir punito, ma quando invece, come il caso nostro, si stati quasi forzati a farvi parte e altrettanto forzatamente bisogna assecondare i malvagi propositi della rispettiva congrega, si potrebbe ben pretendere un altro trattamento da quello che merita uno che volontariamente un birbante. 18. Succede, per esempio, ad un giovane onestissimo e robusto di venir assalito da una banda di ladroni e di assassini, i quali lo conducono nella loro caverna. L gli viene prospettato uno o laltro genere tormentosissimo di morte, qualora, da uomo robusto quale , non voglia aggregarsi alla banda e diventare anchegli un ladrone ed un assassino! Ogni accenno anche lieve e apparente a tentare la fuga gi punito con una morte atrocissima! 19. Ora avviene che la mano punitrice della giustizia riesce a raggiungere questa banda di ladri e dassassini, la quale viene chiamata a rispondere dei suoi delitti. Io domando se giusto che il giovane prigioniero debba condividere la sorte degli altri, che con le minacce lo hanno costretto a diventare un delinquente. Bisognerebbe invece salvare un simile disgraziato in ogni maniera possibile e non alla fine appenderlo alla croce e spezzargli le gambe senza alcuna misericordia, come giusto venga fatto agli autentici malfattori. Giudicare e condannare cosa che si fa molto facilmente ed alla svelta, specialmente per chi detiene il potere ed ha tra le mani la spada; ma in che modo? Questa unaltra questione! 20. Secondo quanto pare a me, sarebbe sempre meglio assolvere magari completamente dieci veri briganti, dei quali non si potuto definitivamente provare la colpa, piuttosto che correre il rischio di condannare un tale del tipo che io ho citato nel mio esempio, perch una condanna simile non pu non apparire una lesione atrocissima dei pi sacri diritti dellumanit! Se gi riprovevole rendere infelice, anche solo di poco, un uomo che felice, quanto enormemente pi riprovevole non deve essere rendere ancora pi infelice un tale che, senza sua colpa, gi disgraziatissimo, invece di fare
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quanto umanamente possibile per salvarlo dal suo primo stato di sciagura, nel quale caduto assolutamente non per sua volont! 21. Ora vedi, amico mio, una sorte quasi per niente migliore toccata a noi, giovani affiliati al Tempio. Anche noi, figli di genitori benestanti, siamo stati consacrati per forza al servizio del Tempio senza veramente appartenere per nascita alla trib di Levi, poich di tali qualifiche se ne pu avere adesso per denari, quando lo si voglia. 22. Noi oramai siamo leviti e non possiamo pi, con tutta la miglior buona volont del mondo, liberarci da questo stato assai poco gradevole. Potremmo, per quanto riguarda noi stessi, bens sottrarci a questa tirannia con la fuga e, da gente robusta e giovane quale siamo, chiedere di essere incorporati fra le legioni di Roma, ma, cos facendo, attireremmo la rovina e la morte sul capo dei nostri genitori e dei nostri fratelli e sorelle, perch nessun Dio li salverebbe dal piacevole assaggio dellacqua maledetta! Che si sappia: chi finora ha dovuto bere questacqua velenosa sempre morto nella maniera pi abietta ed atroce di questo mondo! 23. Si racconta, saranno ora trentanni, che una coppia di Galilea non sia morta dopo aver bevuto lacqua satanica! Ci possibile, ma noi non eravamo presenti allora! 24. Chi dunque, considerata la nostra situazione da questo punto di vista, ci tratta poi come un qualunque volgarissimo branco umano di bestiame, costui pu avere ben poche pretese di avere lonore di essere un uomo! Pare che in certi casi il pomposo: Fiat justitia, pereat mundus! (Sia fatta giustizia, perisca pure il mondo!) non porti poi tanto lontano. 25. Ora, io ed alcuni altri di questa nostra attuale disgraziata compagnia appunto a Genezaret, senza alcuna nostra colpa, siamo stati trattati da quel certo comandante Giulio in una maniera tale che peggio non si potrebbe trattare nessuna bestia feroce e sar dunque spiegabile se noi in avvenire fuggiremo pi della peste questo luogo che sta sotto il comando di Giulio!.

237. Capitolo La decisione dei farisei. 1. Qui Giulio, interrompendo, esclama: Hem, strano da parte di quelluomo, che del resto in generale gode una meritata fama di essere una persona perfettamente e rigidamente onesta e giustissima! Ma puoi tu dirmi almeno cos, in via di supposizione, quali possano essere stati i motivi che hanno indotto Giulio a procedere tanto severamente con voi? Infatti bisogna pure che un ingiustizia possa essere in qualche modo riparata, altrimenti sarebbe finita del tutto con ogni rapporto sociale a questo mondo! 2. Dice il giovane fariseo: Oh, di motivi pu averne avuti parecchi, ma alla fine tutti si riducono al fatto che, dinanzi al mondo, per effetto di una cattiva
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costrizione si pu essere molto facilmente un delinquente, od almeno si pu essere sospettati di un qualche delitto senza essere tali di propria volont! Dicono pure le vostre leggi che, per commettere una azione cattiva, e perci punibile, si esige una malvagia volont decisamente libera, ci che deve venire dimostrato, altrimenti si finirebbe con il dover appendere alla croce anche colui che, cadendo accidentalmente dal tetto, schiaccia ed uccide il fanciullo che vi dorme sotto! 3. Noi, giovani farisei e leviti, veniamo da parte dal Tempio sempre inviati fuori con intenzioni che il mondo degli onesti non potrebbe quasi mai reputare rispettabili. Certo, andiamo spesso fuori tra lingenua umanit per soddisfare le mire del Tempio tanto miserabili che nellintimo del nostro cuore dobbiamo evidentemente considerare con il pi profondo disprezzo; ma a che cosa giova tutto ci? 4. Noi possiamo essere paragonati a quei guerrieri che, per ordine del loro condottiero, penetrano da nemici nel paese di un popolo tranquillissimo e distruggono tutto unicamente per un qualche scopo recondito del supremo comando, di cui il soldato comune non sapr forse mai niente in tutta la sua vita. Egli deve agire come una macchina che, nel migliore dei casi, quando non pi capace di agire, viene messa a riposo in qualche cantuccio ignorato. 5. Ma io penso che, se il Tempio, con le sue mire segrete e inique, senza alcun dubbio una istituzione gi ben nota ai romani, dalla quale viene perpetrato crimine su crimine tanto di fronte allo stato, quanto di fronte allintera umanit, tali Giulii, se hanno il senso della giustizia, dovrebbero piuttosto troncare addirittura alla radice il male e non avventarsi invece sempre contro i ramoscelli che dinanzi a Dio non hanno alcuna colpa se sono cresciuti su un tronco tanto maligno! Questa allincirca la mia opinione, nonch quella di tutti gli altri che sono con me! Tu puoi farne quello che vuoi, ma io ho ragione davanti a Dio ed a ciascun uomo che rettamente pensi! 6. Domanda nuovamente Giulio: Tutto quello che hai detto vero e giusto ed chiaro che a Genezaret vi sono stati fatti dei torti che verranno anche riparati. Ad ogni modo allora non sareste stati trattati cos duramente se non foste penetrati in casa di quellalbergatore Ebal con aria tanto dittatoriale! Ma adesso lasciamo stare questo argomento, perch non escluso che anche un vostro simile contegno vi sia stato suggerito dalle disposizioni avute dal Tempio. Per, da amico quale sono di ogni buona causa, mi interesserebbe ora apprendere da te a quali scopi foste effettivamente inviati dal Tempio in missione dalle parti di Nazaret e di Cafarnao 7. Risponde linterrogato: Considerato che nel mio linguaggio, certamente aperto e franco quanto mai, avrai rilevato che nel nostro cuore non siamo minimamente quello per cui di solito veniamo considerati, specialmente dai romani, non ho nessuna difficolt ad esporti pi dettagliatamente anche i motivi segreti della nostra spedizione, poich sei amico del buono e del vero.
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Vedi, a Gerusalemme, e particolarmente nel Tempio, si era divulgata la notizia che in Galilea andava girovagando un uomo che diffondeva una dottrina nuova, antigiudaica, anzi ancora meglio, contraria al Tempio e che a conforto della sua dottrina andava operando grandi segni e miracoli, cosicch perfino dei vecchi farisei, e perci irriducibili, si erano notoriamente dichiarati seguaci della sua dottrina! 8. Puoi bene immaginare che un uomo simile il Tempio non lo pu vedere di buon occhio per ragioni pi che evidenti! Ebbene, noi siamo stati convocati sotto giuramento e poi inviati in missione unicamente allo scopo di comprendere se e che cosa ci fosse propriamente di vero nei riguardi di quella persona, dato che, se fosse stato possibile di imbatterci in Lui, avremmo dovuto tentare di guadagnarLo a vantaggio del Tempio; in caso diverso la consegna era di mandarLo addirittura da questo allaltro mondo. Ecco, questa in poche parole era la nobile intenzione del Tempio, di cui eravamo gli esecutori pacifici e perfettamente innocenti. 9. In quanto al resto, si comprende da s che luomo in questione, certamente molto rispettabile e buono, non avrebbe avuto mai niente da temere da noi, perch, anche se lavessimo trovato, da parte nostra non gli sarebbe stato torto un capello. 10. Come abbiamo saputo da diverse parti, pare che veramente egli sia un uomo straordinario, pieno di verit, sincerit, bont danimo e di onest, qualit queste che noi ancora sappiamo apprezzare quanto meritano in ciascun uomo. E da noi, se anche ci fossimo imbattuti in Lui in qualche luogo, il Tempio non avrebbe affatto saputo neanche una parola, perch, in quanto a tacere, ce ne intendiamo benissimo! N avremmo fatto alcun tentativo per guadagnarlo al Tempio, poich conosciamo il Tempio e tutte le sue nefandezze cos bene come probabilmente nessun altro le conosce. E se, nei nostri cuori, fossimo davvero della pura razza templare, non parleremmo con te cos apertamente, pur avendo fatto abbastanza onore al vino. 11. Noi per abbiamo pure la nostra segreta intenzione, a prescindere da tutto quello che i nostri parenti terreni avrebbero da attendersi per causa nostra, e cio quella di sfuggire alle grinfie del Tempio, perch non pi assolutamente possibile reggervi! Siamo venuti da queste parti attraverso il mare e di notte, principalmente allo scopo di poter da qui raggiungere in qualche modo Tiro o Sidone, per presentarci poi a Cirenio, che si dice sia persona quanto mai savia ed esporgli la nostra penosa e misera situazione. Per la maggioranza dellavviso che tuttavia noi dovremmo prima far ritorno a Gerusalemme, scegliendo una via per quanto possibile breve e non disagevole, al fine di ottenere l dai nostri parenti un po di denaro con il pretesto di un qualche pio viaggio daffari nellinteresse, beninteso, del Tempio. Cos provveduti non ci sarebbe pi troppo difficile intraprendere il viaggio a Tiro o Sidone od eventualmente addirittura a Roma, per arrivare al nostro scopo. Oltre a ci dobbiamo essere muniti delle licenze di viaggio in piena regola, senza le quali adesso non ci si pu muovere
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facilmente, perch si corre il rischio di incappare in difficolt di ogni genere. Licenze del genere costano per del denaro! 12. Da un lato sarebbe dunque certo opportuno, anzi necessario, procurarci una sufficiente quantit di denaro da casa nostra, ma io e qualcun altro ancora la pensiamo diversamente e ragioniamo cos: se fuggiamo dal Tempio, i nostri genitori, fratelli e sorelle verranno ad ogni modo fatti oggetto di tutte le possibili vessazioni da parte del Tempio, senza calcolare la probabilit che si faccia far loro conoscere lacqua maledetta. Sarebbe dunque supremamente ingiusto, se prima volessimo privarli oltre a ci, per cos dire, del loro denaro; in questo caso essi non sarebbero pi in grado, in caso disperato, di riscattarsi dalla prova di quella certa acqua, perch succede spesso nel Tempio che allinquisito venga lasciata libera scelta fra lesborso di una data somma di denaro, naturalmente grossa, e lacqua maledetta ed oramai quasi generalmente il riscatto segue per denaro. 13. Dunque difficile decidere cosa si debba fare! Io, per parte mia, resto dellopinione che sia meglio non ritornare a casa e ci per le ragioni gi esposte, nonch per unaltra ragione che io ritengo sia la principale: poich, se andiamo prima a Gerusalemme a prendere il denaro sotto il pretesto del pio servizio del Tempio e la storia poi viene sicuramente a galla, tutti noi restiamo immancabilmente colpiti dalla pi feroce maledizione del Tempio e con noi anche i nostri parenti e allora la nostra fortuna a questo mondo bella che andata; che Dio ce ne preservi! Ma se noi, invece, andiamo via direttamente senza farci vedere a casa nostra, il Tempio ed i nostri parenti penseranno che forse noi siamo periti in qualche luogo. Ammesso questo, tanto il Tempio che i parenti si limiteranno poi a far cordoglio e tutti pregheranno per noi e ci benediranno per tutta leternit! Cosa ne pensi tu, che sembri pur essere un amico del diritto e della verit? Qual , a tuo avviso, la soluzione migliore o cosa altro mai sarebbe del tutto conforme alla giustizia?.

238. Capitolo Il consiglio del Signore e laccenno alla messa in pratica dellamore del prossimo. 1. Dice Giulio: La vostra decisione mi piace senza dubbio, ma quello che non possono piacermi sono i mezzi da voi escogitati per attuarla, perch non sono fondati sulla verit. Certamente questo uno di quei casi in cui, tanto riguardo a i mezzi, quanto allo scopo finale, non volendo scostarsi dalla via dellassoluta verit, un problema arduo raggiungere la meta prefissata! Ma una via di mezzo non neppure essa tanto facile da trovare! Lasciate che ci rifletta un po; forse riesco a trovare qualche modo per rendere infine possibile che voi possiate apparire giustificati dinanzi a Dio ed al mondo!
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2. Il giuramento da voi prestato al Tempio senza dubbio, a mio modo di vedere, lostacolo maggiore. Come si pu scansarlo? Se io non lo volessi rispettare per amore del vostro Dio, che un Dio verissimo, a me non costerebbe che una parola e voi tutti sareste dinanzi a Dio ed al mondo liberi dal giogo del vostro Tempio, ma il giuramento da voi prestato solennemente al Tempio costituisce per me un impedimento assai grave e perci devo consigliarmi in proposito con i molti saggi che siedono qui al mio tavolo. Vedremo poi cosa sar possibile far uscir fuori tra queste Scilla e Cariddi 3. Dice il giovane fariseo: Oh s, fa pure come dici e farai davvero una buona opera a nostro vantaggio! Ma prima dimmi, di grazia, chi sono in effetti gli ospiti che siedono alla tua mensa, affinch possiamo tributare loro i dovuti onori! Quel vecchio signore deve essere o un romano di molto riguardo, od almeno qualche ricchissimo greco! 4. Dice Giulio: Lasciamo stare questa cosa, per oggi; domani ci sar tempo pi che sufficiente ancora per scendere in particolari! Adesso intendo piuttosto occuparmi della questione principale per il vostro bene. Il giovane accett volentieri questa decisione e Giulio si rivolse allora apertamente a Me, usando ldioma romano che Io certamente comprendevo benissimo e disse: Signore, che cosa si dovrebbe fare, secondo giustizia? Un atto di autorit da parte mia spazzerebbe via tutti i giuramenti e tutte le leggi del Tempio, ma allora io appaio come il distruttore dellistituto del giuramento solenne e la colpa dello spergiuro ricade poi su di me. Detto fra noi, ai giuramenti che si esigono per essere osservati dei brutti doveri, e che purtroppo vengono prestati anche troppo spesso, non solo non tengo affatto, ma li disprezzo profondamente, perch in questo modo si chiama Dio a testimone propiziatore della menzogna o della perfidia! Ma, rispetto al Tempio di Gerusalemme, la cosa va considerata in maniera del tutto speciale! 5. Da un lato esso , come nei tempi antichi, ancora per tutti i giudei, sempre un santo luogo consacrato alla preghiera, ai sacrifici ed alla purificazione ed oggi, come in altri tempi, viene considerato in piena fede come tale da migliaia e migliaia. Dallaltro lato, invece, pi che noto che ormai vi si commettono, senza ombra di coscienza, abomini e nefandezze incredibili, come forse in nessun altro luogo a questo mondo! Se non altro per queste considerazioni io sarei portato a far piazza pulita in modo radicale di tutti i giuramenti. 6. Dimmi Tu, dunque, cosa si dovrebbe fare per rimanere in giustizia dinanzi a Dio ed agli uomini? Infatti, in verit, se le cose stanno cos come questi giovani mi hanno ingenuamente esposto, non posso fare a meno di averne compassione e vorrei essere loro di aiuto! 7. Dico Io: Ma se gi prima stato chiarito come si deve esercitare il vero amore del prossimo! Se essi chiedono ed il tuo cuore vuol dare o fare, tu hai gi qui tutti gli elementi risolutivi del problema! Oltre a ci, tu stesso non hai mai giurato di rispettare i voti perfidi fatti al Tempio, ma se tu non sei vincolato in

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alcun modo da nessun giuramento per il Tempio, che cosa dunque potrebbe impedirti di fare quello che ritieni buono ed opportuno? 8. Tu pure hai fatto spesso uso della forza nei confronti di comunit di uomini che erano anchesse vincolate con il giuramento ai loro antichi usi e costumi, e questa stata, da parte tua, una cosa molto ben fatta, perch dietro quelle usanze e costumi si nascondevano troppo spesso molte e gravi crudelt! Nella stessa maniera anche in questo caso puoi procedere secondo il tuo onesto sentimento! 9. Un atto di protesta da parte di Roma annulla validamente anche di fronte a Dio per sempre ogni dovere imposto per giuramento; naturalmente questo accade quando colui che ha effettuato il giuramento si formato del tutto liberamente la convinzione che, in primo luogo, egli stato costretto al giuramento contro la propria volont e che, in secondo luogo, il giuramento aveva in generale ed evidentemente uno scopo cattivo, infine che cos comera fatto esso appariva piuttosto sanzionato pi dalle leggi del mondo che non da qualche Legge divina. 10. Il redimere da una simile triste prigionia di Satana un uomo, vincolato in questa forma da un pessimo giuramento, unopera eccellente di vero amore del prossimo perfino quando un uomo, nella debolezza della propria conoscenza, a causa della sua fede, sia tenuto ancora prigioniero dal giuramento da lui prestato; quanto pi non lo sar in questo caso, nel quale i giovani in questione hanno la percezione chiarissima che il giuramento prestato da loro tra i pi cattivi di questo mondo! Agisci dunque in questo caso pure assolutamente secondo il tuo buon intendimento e il Mio amico Cirenio non ti sar certo avaro del suo superiore aiuto! 11. E Cirenio subito aggiunge: Il mio aiuto non solo non mancher, ma, affinch Giulio possa dora innanzi respirare con maggiore libert di coscienza, io intendo esercitare il potere legale nei confronti dei trenta individui e che il Tempio venga pure a chiedermene conto!. 12. Queste parole Mie e di Cirenio valsero a rallegrare Giulio oltre ogni misura e tutta la compagnia gio di una soluzione cos buona.

239. Capitolo Giulio comunica il suo migliore consiglio ai farisei. 1. Dopo ci Giulio si rivolse nuovamente al giovane fariseo di prima e disse: Ebbene, amico mio, noi abbiamo gi trovato un buon mezzo che vi permetter, assieme ai vostri parenti, di risultare perfettamente giustificati di fronte al Tempio ed a tutte le sue esigenze, anzi i vostri parenti si troveranno perfino autorizzati a sporgere, presso la prefettura provinciale romana, una giusta querela a carico del Tempio che, senza dubbio, verr condannato a risarcirli della perdita delle vostre persone e la motivazione sar fornita dal
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fatto che voi, a causa della non osservanza delle leggi di Roma che riguardano le regolamentari licenze di viaggio a cui foste costretti dal Tempio, essendosi questo fino ad ora ostinato a non prendere nota di tali leggi, voi siete stati fatti prigionieri da noi romani e subito aggregati alle forze militari nella legione straniera! Dunque, adesso voi siete prigionieri per il vostro bene. Siete contenti cos? 2. Allora tutti esclamano: Oh, signore, chiunque tu possa essere, questo consiglio un Dio solo ha potuto dartelo! Benissimo; in questo modo lo scopo raggiunto tanto per noi quanto per i nostri parenti! Com dolce la gioia della liberazione! E quanto pi savia della nostra sudicia Gerusalemme ci appare ora la grande Roma! Oh, vecchio padre di questa casa, va e portaci ancora del vino per festeggiare questa lietissima notizia; noi vogliamo brindare alla salute ed alla prosperit di tutti quanti si trovano qui, perch noi, che eravamo nellInferno, siamo stati allimprovviso innalzati al Cielo. I ciechi figli di Israele sono sempre in attesa di un Messia promesso che li liberi dal giogo dei romani; ora ecco, noi invece abbiamo trovato adesso appunto, presso di voi e in voi, o diletti romani, il Messia autentico e unico e vero di tutti gli uomini! La verit pura il vero Messia di tutti, ma questa si trova ora fra di voi e di conseguenza voi, che avete fra di voi ed in voi la verit pi intera e pura, siete anche lunico e vero Messia di tutti gli ebrei di sentimenti puri e onesti, come anche di tutti gli uomini i cui animi sono tenuti prigionieri tra i lacci di dottrine antiche, vane e del tutto corrotte e di leggi peggiori ancora che ne derivano. O vecchio oste, va, va e portaci ancora del vino, affinch noi possiamo brindare con un evviva ai nostri liberatori, ai nostri messia!. 3. Marco fa subito servire ai forestieri ancora del pane e parecchi boccali di vino ed il giovane oratore chiede nuovamente a Giulio chi siano in effetti i componenti della sua compagnia e chi infine sia egli stesso. 4. Risponde Giulio: Io ti ho gi detto prima che se quel Giulio di Genezaret da te cos malamente descritto ha fatto, certo non con malvagia volont, un qualche torto a qualcuno, egli si dar anche sicuramente ogni briga possibile per ripararlo a tempo. Ora quel Giulio che voi tanto temete sono io stesso e qui dirimpetto a me siede lillustre governatore di tutta lAsia e lEgitto, Cirenio, dal quale volevate recarvi a Sidone. Ed ora dimmi se sei contento di noi, duri e inesorabili romani! 5. Udendo queste parole, il giovane fariseo preso per un istante da grande spavento e con lui tutti i suoi compagni, ma poi si riprende subito e dice: O nobile signore! Io ti prego di non serbarci rancore per le parole che ho detto prima e che evidentemente non possono esserti apparse troppo lusinghiere! Ma io non ho colpa, come pure anche tu, come adesso vedo, non ne hai, se ci hai fatto trasportare a Cafarnao con gli occhi e le orecchie impiastricciate dargilla. Se tu quella volta ci avessi conosciuti come ci conosci adesso, non ci avresti fatto una cosa simile. Tu ci hai preso per i soliti farisei di pessima
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specie e questo spiega perfettamente il tuo duro trattamento nei nostri confronti. Ma ora perdona tutti noi e me particolarmente, poich tu sai il cosa, il come ed il perch di tutto quanto! 6. Dice Giulio: Con gente leale e sincera parlo volentieri e mai potranno offendermi le parole schiette pronunciate da chi, senza reconditi pensieri, dice fuori dal suo animo la verit, liberamente e senza paura, ma guai a chi parla diversamente da quello che pensa, perch non c per me niente di pi brutto della menzogna, poich secondo me la menzogna condannabile anche se detta per necessit sia davanti a Dio che a tutti. meglio morire da galantuomini che salvarsi dicendo quello che non vero! Ma, come ho detto, il vostro linguaggio mi piace e siccome le vostre condizioni mi sono anche abbastanza ben note per averle udite a Gerusalemme ed a Betlemme, io so che voi avete anche esposto qui la vostra situazione senza sottacere quasi niente; c bens ancora qualcosa che si nasconde in voi, ma si tratta di una piccola cosa, e voi ci arriverete se dimostrerete a noi romani sempre fedelt vera e sincera ed attaccamento fraterno! 7. Dice il giovane oratore: O nobile signore! Sii anche tu del tutto franco con noi e dicci apertamente che cosa ritieni che si nasconda ancora in noi, relativamente alla nostra richiesta. Infatti, naturalmente ci sono in noi ancora parecchie cose delle quali non abbiamo qui potuto parlare, in primo luogo per la ragione che ne mancato il tempo ed in secondo luogo perch in presenza di una compagnia cos ragguardevole non lecito ragionare con stupida precipitazione di certi argomenti, specialmente quando ci si trova dinanzi ad una personalit altissima quale il governatore supremo di tutta lAsia romana, la cui maest non siamo degni nemmeno apertamente di guardare da quando sappiamo chi . Oltre a ci alla vostra mensa siedono pure una ragazzetta ed un giovinetto ed allora vale bene il consiglio che dice: Tieni un po a freno la tua lingua, ma quando avremo occasione di trovarci soli con te, non ci sar pi per te, o nobile signore, niente di nascosto da parte nostra! Ed ora che hai mostrato tanta grazia e misericordia a noi, poveri peccatori, dicci, per noi soltanto, che cos che ti appare spiacevole in noi e poi dicci anche se un romano dalto riguardo anche la persona con la quale prima hai parlato in idioma romano, quando hai trattato del nostro affare! 8. Dice Giulio: Ebbene, quello che voi, per motivi di decoro, mi avete sottaciuto, non ha ad ogni modo pi nessuna importanza n per me n per voi. Invece potrebbe avere importanza grandissima per voi la conoscenza di quelluomo che vi ha dato nellocchio! Per anche per questo oggi non c pi assolutamente tempo e conviene rimandare la cosa a domani!. I salvati accettarono questa decisione con grandi attestazioni di rispetto e ripresero a gustare il pane e il vino in tutta allegria e serenit danimo.

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240. Capitolo Giara d testimonianza del Signore. 1. Alla fine uno tra di loro, cui era rimasto ancora un po di vino, fece un brindisi al saggio Nazareno, dicendo: Anche a Colui che abbiamo cercato, ma che purtroppo non abbiamo potuto trovare, vada un evviva per sempre da parte nostra, qualora Egli si trovi ancora in vita in qualche luogo ed in buona sicurezza; mai fra di noi ci sar in eterno un nemico della Sua vita, la quale la salvezza per gli uomini. Oh, se ci fosse stato dato di incontrarlo, lo avremmo illuminato riguardo al Tempio, caso mai ci tenesse ancora in qualche modo, in maniera tale da spegnere in Lui per sempre, come lo gi in noi, ogni brama di ritornarvi! Ma poich non Lo abbiamo potuto trovare, vada questo nostro evviva con le nostre benedizioni a Lui, il buon Medico di Nazaret, il Guaritore dei corpi e delle anime! 2. Queste parole, ispirate a caldo e sincero entusiasmo, suscitarono una dolce commozione fra i presenti e Giulio, ma particolarmente Cirenio, sentirono le ciglia inumidirsi. Anche Giara aveva gli occhi bagnati di lacrime e cos pare la maggior parte dei Miei discepoli. E Giara Mi disse sottovoce: Oh Signore, se potessi parlare adesso! Quante cose ancora vorrei raccontare di Te ai trenta salvati! 3. Le dico Io: Ebbene, se ti senti capace di non rivelare la Mia presenza, puoi dire senzaltro qualcosa, poich questi salvati ti ascolteranno con la massima attenzione! 4. Dice Giara tutta contenta: Oh, se Tu lo permetti, comincio subito! 5. Dico Io: Sta bene, fallo pure, ma devi badare a dominarti, affinch tu non cominci a piangere! 6. Risponde Giara: O Signore, far tutto il possibile per evitare ci!. Dopo questa assicurazione, Giara si alz e disse con voce assai chiara e distinta: Udite, o miei cari amici, voi che avete fatto un brindisi alla salute del Guaritore di Nazaret da voi cercato e tuttavia non trovato; al vostro evviva ho partecipato io pure nel mio cuore dal pi profondo della mia vita, perch ho avuto linestimabile fortuna di fare personalmente la Sua conoscenza e precisamente a Genezaret stessa e mi trovo perci nella situazione felicissima di potervi fare una descrizione molto sincera, per quanto breve, di quel che concerne il Suo carattere e le Sue inaudite capacit, purch voi desideriate sentirla da me! 7. Dicono tutti ad alta voce: Certo, certo, incantevole fanciulla da Genezaret! Ma per conto nostro ci far certamente piacere se la tua descrizione sar pi ampia invece che forse troppo breve, se il tuo petto delicato pu reggere allo sforzo! 8. Risponde Giara: Oh, non datevi pensiero per ci! Il mio petto forte e pu sopportare qualche fatica. Ascoltatemi dunque. Come voi, cos anchio avevo gi udito raccontare molte cose riguardo al meraviglioso Guaritore di Nazaret
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sorto di recente. Ora la nostra regione era continuamente una fra le pi insalubri di tutta la Galilea perch ciascun forestiero che vi fosse venuto e vi si fosse trattenuto anche un paio di giorni si ammalava con tutta sicurezza tanto da non poter pi proseguire il suo viaggio. Ce ne furono di quelli che sono stati obbligati a rimanere l non di rado anche oltre un anno. Sulla gente del luogo il male aveva meno influenza. Pochissimi erano veramente fra gli indigeni coloro che potevano dirsi perfettamente sani, ma pure molto pochi coloro dei quali si sarebbe potuto dire che fossero gravemente ammalati. Per queste ragioni tutti i viaggiatori evitavano con ogni cura quella localit e, chi non fosse stato costretto a recarvisi per affari urgentissimi o per assolute necessit, non veniva certamente a Genezaret. 9. Quando per la prima volta ebbi notizia del Guaritore di Nazaret, cominciai a pregare con tutto il fervore possibile il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, affinch volesse mandarLo anche nella malsana Genezaret. Ed ecco, io fui ben presto esaudita, perch infatti il Guaritore da Nazaret venne subito da noi a Genezaret e si vide un Guaritore che non aveva con s nessuna medicina, cos si cominci a domandare in segreto: Come far a guarire i molti ammalati che ci sono qui?. Ma Egli ci convinse ben presto che a Lui bastava dire: Io lo voglio, sii o siate sani!, ed in un istante, con la rapidit del lampo, tutti coloro che erano tormentati dalle malattie pi svariate, sia guaribili, oppure notoriamente non guaribili, si trovarono risanati tanto radicalmente che in loro non fu pi possibile riscontrare neanche la minima traccia di una qualche malattia e si sentirono come se non fossero mai stati ammalati in vita loro! Che si trattasse di paralitici, ciechi, sordi, ossessi, storpi, gottosi, lebbrosi o di altri afflitti di cento altre malattie, per quel Guaritore fu tuttuno; Egli li guar tutti con la Sua parola e con la Sua volont! Il romano Giulio ne stato buon testimone assieme a centinaia di altre persone. 10. Ed Egli non guar soltanto i corpi degli uomini, ma anche le loro anime e lintendimento di queste; spazz via dai cuori degli uomini stolti e traviati le cieche superstizioni ed istru gli ignoranti in maniera tanto chiara e facile che vi fu perci meraviglia in tutti, maggiore ancora di quella suscitata dalle Sue guarigioni per mezzo della parola. 11. Finalmente Egli si dimostr pure quale un Signore perfettissimo ed un Maestro della Natura, perch a Lui obbediscono lacqua, laria, il fuoco e la terra ed io oso perfino dire con assoluta certezza che il sole la luna e le stelle non gli rifiuterebbero l obbedienza, qualora Egli desse loro dei comandi; gli stessi angeli del Cielo obbediscono alla Sua volont. 12. Egli mi ha dato le prove che Gli sono molto cara ed io Lamo sopra ogni cosa, quantunque a giudicare dallesteriorit non possa dirsi proprio un belluomo, perch Egli piuttosto piccolo di statura e le Sue mani sono ruvide e portano le tracce del lavoro; il Suo capo invece quello che si pu dire di pi maestoso e i Suoi occhi sono cos belli come di uguali non ne ho mai visti; i tratti della Sua bocca sono estremamente amichevoli, bench siano nello stesso
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tempo improntati a grande seriet; la Sua voce poi la si pu veramente chiamare affascinante nella Sua virilit, poich al mio orecchio essa ha risuonato pi gradevole del pi puro e del pi bel canto. 13. E con ci vi avrei fatto una descrizione il pi possibile breve e conforme a verit del famosissimo Guaritore da Nazaret, la quale, come ho detto, pu venire confermata da cento tra i pi fidati testimoni! Che ve ne pare dunque del Guaritore che voi avete cercato e non avete trovato?.

241. Capitolo Rivelazione delle intenzioni del Tempio. 1. Dicono i farisei, meravigliati nel sentire la descrizione di Giara: Non ci hai veramente narrato qualcosa di particolarmente nuovo, perch tutte queste cose ed altre ancora sul Suo conto sono giunte al nostro orecchio gi quando eravamo a Gerusalemme ed appunto perch voci straordinarie a Suo riguardo sono ormai diffuse e fatte oggetto di considerazioni quasi come il pane quotidiano, si pu dire, gi in tutto Israele, appunto per questo, da parte del Tempio, furono anche inviati gi parecchi emissari per cercare di avvicinare questUomo ed indurlo a seguirli nel Tempio. Se la cosa dovesse riuscire, gli verrebbe in primo luogo certamente fatta la proposta di dedicare le sue conoscenze e capacit meravigliose ad esclusivo vantaggio del Tempio, e se Egli respingesse tale proposta, ci che si dovrebbe attendere da Lui con tutta sicurezza, considerato che si dice che Egli sia, oltre tutto, anche una persona molto buona, amorevolissima e quanto mai saggia, allora in ogni caso non se la caverebbe a buon mercato e sarebbe difficile che non finisse almeno in fondo a qualche solidissima prigione, a meno che Egli non sia proprio sul serio onnipotente. Infatti il Tempio diventato ora tanto malvagio che non pi gli uomini, bens Satana stesso potrebbe andarvi come ad una scuola di perfidia per buoni dieci anni ancora, se volesse imparare perfettamente in teoria ed in pratica tutte le nefandezze che vi vengono architettate e perpetrate. 2. Per questa ragione noi diciamo che il Salvatore da Nazaret non consentirebbe mai pi i loro abomini, per in caso contrario Egli cadrebbe immancabilmente vittima del Tempio! 3. Si dir che per la potenza delle Sue parole e delle Sue opere molti farisei sono gi stati convertiti; ma che giovamento ne hanno tratto costoro? Essi se la sono vista davvero brutta nel collegio del Tempio ed hanno per di pi dovuto cominciare a mentire come non avevano mai fatto prima, per poter vivere senza troppi disagi fra gli altri loro colleghi, perch la vecchia congrega del Tempio e resta definitivamente una compagnia del demonio e non c neanche da pensare di farle cambiare strada! 4. Se il sommo sacerdote dice, per esempio: Per tutta la giornata di oggi il sole non splender sulla Terra!, anche se il sole nel suo massimo fulgore,
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qualcuno dei subordinati non deve neanche alla lontana permettersi una qualche osservazione, per quanto lieve, con la quale far comprendere che il sole tuttavia splende. Per un buon anno egli non avrebbe pi pace! In poche parole a nessuno lecito credere altro se non che il sole in quel giorno non splende affatto, anche se fosse costretto a rifugiarsi nellombra pi fitta per difendersi dai raggi del sole bene spesso troppo cocenti! Se il sommo sacerdote dice: Oggi per la durata di sette ore nel torrente Cedron non scorrer che sangue!, guai a chi, dopo questa sentenza, forse non ammettesse di veder scorrere del sangue! Se un ammalato si presenta al sommo sacerdote e questi gli dice: Figlio mio tu sei guarito, vattene ora a fare la tua offerta e ritorna poi in pace a casa tua!. Ebbene, il guarito invece rimane infermo e misero n pi n meno di prima, ma se egli osservasse: Amico mio! Io mi sento male come prima e offerte non posso farne!, apriti cielo, sarebbe il finimondo! Insomma, la parola del sommo sacerdote deve giovare e perch possa giovare bisogna anche pagare, anche se di un qualche giovamento non ci sia neanche la pi piccola traccia e guai a chi volesse anche per poco mettere in cattiva luce un simile aiuto ipotetico! Davvero io non vorrei trovarmi nella sua pelle! 5. Comprenderai benissimo, mia cara fanciulla, che per procedere a simili guarigioni compensate da vistosissime offerte il tuo Salvatore sarebbe un ottimo acquisto per il collegio del Tempio, come pure ti sar chiaro il perch il Tempio dia con tanto accanimento la caccia al buon Salvatore da Nazaret. 6. Del resto noi dobbiamo ringraziarti per avercelo descritto pi particolareggiatamente! Forse un giorno toccher anche a noi la fortuna di incontrarLo in qualche luogo. Sia resa intanto ogni lode a Jehova, buono e onnipotente, il quale ci ha liberati dalle grinfie del Tempio! Ma se un giorno ci sar dato forse di capitare da soldati a Gerusalemme, allora quel sacro collegio avr poco da stare allegro! Sapremo ben noi come spolverarlo a dovere dalla sua santit! 7. Ed ora, se tu, cara e buona fanciulla, puoi raccontare ancora qualcosa di speciale del tuo meravigliosissimo Salvatore, continua pure, e noi ti ascolteremo con la maggior attenzione di questo mondo anche fino allalba, avendo noi un estremo interesse a conoscere quelluomo!.

242. Capitolo Il miracolo della pietra dellarcangelo Raffaele. 1. Dice Giara: Eh, miei carissimi amici, io potrei per mille anni di seguito raccontarvi senza interruzione le cose pi straordinarie riguardo al Salvatore da Nazaret, se il tempo fosse, in generale, gi venuto per poter raccontare tutto quello che si visto ed udito, ma Egli, per ragioni dettate da suprema sapienza, me lo ha proibito, e perci non mi lecito raccontare di Lui tutto quello che so, bens soltanto quel po che Egli in persona mi ha ragionevolmente permesso di dire.
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2. Allora, prima vi dissi, fra altro, che a Lui, il buon Salvatore da Nazaret, dovrebbero essere soggetti anche il sole, la luna e le stelle, visto che Gli obbediscono perfino gli angeli dei Cieli. Ed io mi sono accorta che a questa osservazione qualcuno di voi sorrise e scosse il capo come per dire: Cara fanciulla, la tua immaginazione infantile ti trascina un po troppo lontano! Infatti i puri angeli dei Cieli obbediscono solo a Dio ed a nessun altro in tutto linfinito!. Ma io vi dico che in questo caso le cose stanno tuttavia precisamente cosi come ve le ho sinceramente esposte! 3. Ed io gi prima ve ne avrei data la prova palpabile, se voi non aveste sorriso e scosso il capo in segno di grande dubbio, per adesso voglio troncare alla radice i vostri dubbi e dopo non potrete pi cos facilmente ritornare allidea di vedere in me una giovane innamorata fantasiosa, la quale, riguardo alloggetto del suo cuore, sempre volentieri disposta a fare di una mosca un elefante, come di solito succede a questo mondo! Oh, certamente questo modo di giudicare e di esprimersi sar comune a molte tra le fanciulle del mondo, ma presso di me non se ne pu trovare in verit neanche la pi piccola traccia ed io ve ne fornir subito la prova pi vivente e pi evidente! 4. Guardate l quel giovinetto, il secondo seduto alla mia destra e che adesso sta parlando con il figlio dellillustre Cirenio, il quale ha il suo posto immediatamente vicino a me, pure a destra! Chi credete che sia quel giovinetto? 5. Dicono gli interrogati: Ma, un uomo in carne ed ossa, come tutti noi! 6. Dice Giara, un po sorridendo e scuotendo il capo: Sbagliato, miei cari amici, sbagliato di grosso! Vedete, questo un purissimo arcangelo di Dio scelto a mio assoluto piacimento tra le miriadi di angeli che sono state viste quasi da tutti, il quale appunto il famoso Salvatore da Nazaret ha concesso che rimanga con me per un certo tempo, per essermi da maestro e da guida! Ma se voi non potete credere alle mie parole, venite qui e persuadetevi con tutti i vostri sensi; per alcuni istanti egli sar a vostra disposizione! 7. Dice loratore di prima: Oh, oh, questa una cosa della quale bisogna convincersi, come si dice, con le mani e con i piedi, altrimenti c da smarrirsi assolutamente fra le nuvole, limitandosi a considerare le parole stranamente sagge di questa fanciulla! 8. Detto ci, il giovane fariseo si alza, si avvicina rispettosamente a Giara e le domanda: Ebbene, come mi persuaderai della verit della tua asserzione? 9. Dice Giara: Rivolgiti direttamente al giovinetto, che si chiama Raffaele; egli stesso ti fornir le prove che ti occorrono! 10. Il giovane fariseo allora si presenta subito a Raffaele e questi si alza e gli domanda, fissandolo intensamente negli occhi: Perch dubiti di ci che la mia allieva ti ha detto di me? Stringi qui la mia mano, e dimmi cosa senti! 11. Il fariseo esegue ed osserva poi, tutto meravigliato: Hem, che strano! Io non sento veramente altro che la mia mano fortemente chiusa, nella quale non tutta la tua mano, ma neppure una mosca potrebbe trovar posto; infatti ti stringo
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la mano attraversandola e perci devo ammettere che tu non sei davvero un essere fatto di carne ed ossa come noi 12. Dice Raffaele: Leva una pietra fra quelle che giacciono ai tuoi piedi e poi dammela! 13. Il giovane fariseo solleva una pietra, che avr pesato le sue buone 30 libbre, ma subito osserva: O essere spirituale quale tu sei, se la mia mano ha attraversato la tua, questa pietra pesante finir bene anchessa con il cadere attraverso le tue mani come attraverso laria che non pu opporre resistenza, perch si tratta di 30 libbre almeno e se, attraversando le tue mani, essa poi mi cade sui piedi, me li schiaccia sicuramente! 14. Risponde Raffaele: Se questa cosa dovesse accaderti, io ho il potere di guarirti in un rapidissimo istante! Dunque, non temere e deponi la pietra nelle mie mani!. 15. Allora il giovane fariseo posa la pietra sulle mani di Raffaele. 16. Ma quando vede, con suo immenso stupore, che a Raffaele il sostenere tra le mani quella pietra pesante non costa sforzo maggiore di quanto ne occorrerebbe per sostenere una piuma e che va gettandosela come per gioco da una mano allaltra con una facilit da far sbalordire, quasi si trattasse di un piccolo groviglio di piume, allora il giovane fariseo esclama: Ascolta, o carissimo ospite, o cosa mai altro tu possa essere! Impegnarsi in una lotta con te dovrebbe essere un affare molto serio e sarebbe certamente una partita persa in brevissimo tempo! Ma da dove ti viene questa forza immensa? 17. Dice Raffaele: Oh, questo non niente ancora. Adesso ridurr, davanti ai tuoi occhi, questa selce molto dura in polvere minutissima!. E detto ci, Raffaele stritola la pietra fra le mani ed in un momento la riduce visibilmente in minutissime particelle, cosicch sulla tavola davanti a Raffaele venne a trovarsi, al posto della pietra, un mucchio di polvere bianca finissima. 18. Visto questo secondo esperimento, il giovane fariseo si curv tutto attonito per guardare meglio ed i suoi colleghi pure si affrettarono a venirgli vicino per osservare quella meraviglia. 19. Poi langelo disse: Per uno che ha in s la forza necessaria, non proprio tanto difficile ridurre in polvere una pietra come questa, almeno non tanto quanto lo il comprimere nuovamente la polvere e ridonarle liniziale solidit e forma originaria. Infatti ogni uomo pu frantumare cos una pietra, anche se proprio non con le mani come ho fatto io, bens adoperando dei martelli di ferro molto duri, ma la ricostituzione della pietra, mediante la compressione della polvere, una cosa che molto difficilmente potr mai riuscire ad un uomo, particolarmente nella forma originaria. Ora, affinch tu ti convinca che posso fare anche questo, fa attenzione e vedi se sei capace di imitarmi!. 20. Detto ci, Raffaele raccolse meglio la polvere che era sulla tavola, la compresse con le mani ed in un attimo la pietra si trov ricostituita dinanzi allangelo, identica a come era prima, nel peso e nella forma.
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21. Visto questo nuovo esperimento, il giovane fariseo assieme a tutti i suoi colleghi, resta con gli occhi sbarrati per lo stupore, cosicch non pi in grado di tirare fuori dalla bocca neanche una parola ragionevole. 22. Ma langelo prosegue e gli dice: Ecco, ma anche questo ancora niente! Sta attento, io annienter del tutto perfino questa pietra in un attimo soltanto con la forza della mia volont. E, rivolto alla pietra, langelo dice: Dissolviti nel tuo corrispondente etere e diventa volatile come il pi sottile etere!. A queste parole di comando la pietra svan completamente in un istante e nessuno pot mai pi vedere alcuna traccia di essa in nessun luogo! Poi langelo domand al giovane fariseo: Ora, amico mio, ti piaciuta la cosa? Saresti capace di fare altrettanto? 23. Risponde il giovane fariseo: Ascolta, o caro spirito angelico od altro che tu possa essere! Questa una cosa inaudita! Io, da parte mia, credo ormai definitivamente che tu sia un angelo di Dio; soltanto un punto non mi riesce chiaro e cio come tu, con la tua forza che ben si pu chiamare onnipotente, possa restare soggetto ad un uomo di questa Terra! Infatti una simile asserzione stata pure fatta da questa fanciulla sul conto del famoso Salvatore da Nazaret ed io oramai devo crederci, che voglia o non voglia! 24. Esiste sul serio un mezzo su questa Terra con il quale rendervi soggetti? Come arrivato quellUomo a un tale punto? Noi conosciamo dalla Scrittura bens dei casi in cui degli angeli hanno servito gli uomini per comandamento di Dio, ma nella maniera in cui ora ti trovi fra gli uomini mortali, non possibile trovare citato nella Scrittura davvero alcun esempio! No, no, amici miei, in ogni caso la questione non affatto immune da sospetti! Tu puoi ben essere un angelo di Dio, ma altrettanto potresti anche facilmente essere qualcosa di perfettamente opposto! Il che ci induce ad invocare: Jehova, aiutaci!. Adesso mezzanotte piena, per giunta! Ed in questora gli Jehova aiutaci non so se si associano volentieri agli uomini! Tu veramente, per un simile Jehova aiutaci! mi sembri troppo bello, dolce e sapiente, ma pare che anche ci non offra una assoluta garanzia! Ma se tu, nonostante ci, avessi pure il dannato onore di vantare una qualche attinenza con quel che si chiama Jehova aiutaci, allora non avremmo in verit grandi vantaggi da riprometterci dalla conoscenza del meraviglioso Salvatore da Nazaret! Questo esperimento con la pietra comincia a suggerirmi pensieri assai strani, aiutaci Jehova! Non per niente si dice forse che Satana pu, quando vuole, assumere anche la forma radiosa degli esseri celesti! E se tu fossi cos, qualcosa di simile da dover chiedere aiuto a Jehova, allora noi preferiremmo volare piuttosto che camminare via da qui, poich per noi non ci sarebbe da stare troppo a nostro agio! 25. A queste parole del giovane fariseo, tutti accennano a voler prendere la fuga, ma Cirenio lo impedisce e ordina loro di ritornare ai loro posti. Essi vanno a riprendere i posti da loro occupati prima, per, a giudicare dalle loro facce, si sarebbe detto che si fossero messi a sedere sulle spine.
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243. Capitolo Il discorso di scusa del giovane fariseo. 1. Giulio per dice al giovane fariseo, il quale, in quanto al resto, appariva molto sveglio di intelletto: In verit, allinizio ti ho creduto pi saggio e ragionevole di quanto mi appari adesso, che hai laria di prendere per un possibile Satana chi invece evidentemente un angelo purissimo! Ah, questa grossa! Per poco che tu sia ragionevole, dalle nostre parole e dalle nostre azioni dovresti ben arguire che noi non siamo seguaci del demonio! Secondo la vostra dottrina non vuole, forse, il demonio continuamente nientaltro che il male? Ora noi aborriamo il male e lo puniamo sempre. Come dunque possiamo essere seguaci del demonio? O pazzi e ciechi che non siete altro! Non avete mai visto ancora un uomo posseduto dal demonio? Io ne ho visti parecchi, ma nessuno che fosse stato trattato bene dal suo inquilino! Ma poich nella vostra rozza stoltezza pensate che noi possiamo essere dei seguaci del demonio, che opinione avrete poi dei farisei del Tempio e di voi stessi, considerato che a tutto il mondo un po ben pensante ormai ultra noto che il Tempio non niente altro che un covo della menzogna, dellinganno e di ogni altra pi astuta perfidia e voi stessi siete i servitori appunto di questo Tempio! Voi stessi avete ammesso che il Tempio, com oggi, potrebbe servire benissimo da scuola per Satana! E noi, che con fedelt e bont di cuore cerchiamo di fare a tutti il maggior bene possibile, voi adesso ci volete considerare dei seguaci del demonio e tutto questo perch uno spirito dai Cieli vi ha offerto un piccolo saggio della sua immensa forza e potenza! Ma io sarei pur curioso di sentire da voi come dovrebbe essere fatto qualcosa, per non venire sospettato di essere del diavolo! 2. Dice il fariseo, che si era gi alquanto calmato: Suvvia, o nobile e benigno Giulio! Tu non devi imputarci troppo a peccato questa faccenda! Vedi, quello di cui viene nutrito un uomo ci che il suo corpo riceve come nutrimento; se il cibo buono, anche il corpo si nutre bene, ma se il cibo cattivo, il nutrimento del corpo proceder male. Un uomo, che sia abbandonato e ridotto a mangiare assieme ai porci, non potr espellere dal proprio corpo altra immondizia se non quella dei porci stessi! E cos pure stanno le cose ora spiritualmente, nei nostri riguardi; per lunghi anni lo stomaco della nostra anima stato riempito di cibo per maiali ed i pessimi rimasugli non si possono eliminare dallo stomaco dellanima con quella facilit e rapidit che si potrebbe supporre! 3. Le nostre opinioni e le nostre coscienze migliori, che sono tuttavia ancora molto frammiste ad impurit, le dobbiamo unicamente ai frequenti contatti con romani e greci, ma quando noi facevamo ritorno a Gerusalemme e precisamente nel Tempio, bastavano quattordici giorni per ridurci di nuovo ad uno stato di maggior balordaggine possibile, mediante ogni tipo di discorsi che volevano suonare mistici e savi! Come ci si pu meravigliare, dunque, se in una occasione tanto fuori dallordinario, da una o laltra di queste massime, ancora sonnecchianti nella nostra anima, salgono da sole delle nuvole oscure nel nostro cielo,
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che velano il giovane sole della nostra conoscenza dallo splendore comunque debole ed a momenti lottenebrano in modo che, trovandoci di fronte ad apparizioni straordinarie, finiamo con lessere paragonabili ad un viandante nella notte profondissima, al quale il lampo scoccante dalle nubi rischiara bens per un istante il sentiero seminato di scogli, ma il giovamento che ne trae il viandante ben piccolo, perch ad un simile momentaneo bagliore segue immediatamente una tenebra ancora pi profonda! 4. Perci, abbi pazienza, che con il tempo matureremo anche noi, ma, come detto, un cambiamento non si pu verificare cos allimprovviso ed io, come pure gli altri miei compagni, siamo ora contenti quanto mai di avere cominciato a comprendere perch le cose stiano propriamente cos come altrimenti non possono neanche stare. Si sa gi che con pochi colpi di scalpello lo scultore non riesce a trarre una perfetta figura umana fuori da un blocco di pietra dura e grezza! 5. Riguardo agli angeli del Cielo, noi ne abbiamo gi pi volte udito parlare ed abbiamo letto parecchie cose. I tre stranieri che visitarono Abramo erano degli angeli; con Lot cerano pure degli angeli; la storia della scala con gli angeli vista da Giacobbe in sogno ben nota; lasino di Balaam annunci la presenza di un angelo al profeta che lo maltrattava; il compagno e guida del giovane Tobia era un angelo; gli israeliti videro langelo sterminatore passare da una casa allaltra degli egiziani; presso i tre giovani nella fornace ardente furono visti degli angeli, ed ancora in molti altri punti della Scrittura fatta menzione di angeli di Dio che, come materialmente visibili, hanno avuto rapporti con gli uomini di questa Terra. Allora, perch non dovrebbe essere possibile anche adesso una cosa simile? 6. Ma qui la sicura presenza di un angelo un fatto tanto straordinario che certamente non lo si pu concepire nella pienezza della verit cos rapidamente come si acquista la fede in un fatto simile avvenuto in un tempo molto remoto. Credere facile, perch luomo tende sempre a rappresentarsi il passato come migliore del presente e, per un certo sentimento di reverenza verso il passato stesso, portato a considerare il presente sempre troppo indegno di simili manifestazioni divine, senza pensare che per esempio Sodoma e Gomorra non devono essere state oggetto di eccessivo compiacimento per il Signore, considerato che Egli ha fatto piovere il fuoco dal Cielo sopra queste due citt. 7. Insomma, devi tu stesso convenire che questo avvenimento talmente straordinario che di simili, a quanto ne sappiamo noi, non se ne sono mai visti ancora su questa Terra. Dunque, se si considerano e si valutano bene le condizioni nelle quali siamo vissuti finora, non sar molto difficile da comprendere se noi siamo rimasti sconcertati, assistendo al meraviglioso esperimento con il quale langelo ha voluto fornirci una prova della sua origine divina. Perci, o nobile Giulio, ti preghiamo di non considerare in noi, forse, come un perfido peccato quella che stata una manifestazione momentanea della nostra stoltezza!.
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244. Capitolo Ammaestramento dei farisei da parte di Giulio. 1. Dice Giulio: Questo non affatto il caso. Io stesso vi ho gi detto che tutto ci era da attribuire ad una grande stoltezza rimasta latente nelle vostre anime ancora dal tempo della vostra educazione, ma quello che non ancora del tutto uscito fuori, verr bene portato fuori da voi interamente con landare del tempo. Certo che un simile risultato non lo si pu ottenere in una volta, perch una stoltezza inveterata pi difficile da estirpare dallanima che non cronico male fisico del corpo, ma infine un giusto rimedio pu sanare tutti e due i malanni. 2. Noi non facciamo carico a nessuno della sua stoltezza innata ed inculcata, perch nessuno stolto ha colpa se la sua educazione non stata migliore, ma, quando pi tardi gli viene offerta loccasione di fare esperienze grandiose e di trattare con persone che sono molto esperte nella vera sapienza ed hanno una giusta cognizione di qualsiasi cosa o fenomeno che mai possa verificarsi a questo vecchio mondo, allora egli deve gettare la sua antica stupidit e deve accettare per vero e per buono soltanto quello che ha visto ed udito da quelle persone prive di egoismo, le quali conoscono la verit e continuamente cercano il bene che deriva da questa verit. Se egli si mostra ostinato e ricalcitrante, si rende meritevole della verga e se neanche questo giova, allora meglio che venga allontanato dalla societ degli uomini migliori e che venga rinchiuso in un ricovero di pazzi, perch la sua stoltezza, troppo tenace e dalle radici troppo profonde, finirebbe con il diventare per gli altri uomini oggetto di grave scandalo e ci non sarebbe affatto buono. 3. Questo, per, non sicuramente il vostro caso, per la ragione che la vostra intelligenza si gi troppo destata tramite i frequenti rapporti con noi romani e greci, che su questa Terra dovremmo essere ormai senza dubbio il popolo pi esperto e colto, nonostante tutti i rimproveri che ci vengono fatti di non credere nellunico vero Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe da voi predicato. Ma se noi vi ponessimo la domanda se voi stessi credete con tanta incrollabile fermezza come sarebbe da aspettarsi stando alle vostre parole ed alle vostre cerimonie, allora le vostre perverse e male azioni, se non proprio la vostra bocca che sempre stata ricettacolo di menzogne, risponderebbero chiaramente e direbbero: Noi non crediamo in niente affatto, ma fingiamo in presenza del popolo ignorante di avere una fede e per questo genere di ipocrisia, della quale conosciamo a fondo larte, ci facciamo pagare quanto pi possibile!. Se dopo ci confronto la nostra fede nel vostro Dio con la vostra fede, io devo convenire che noi crediamo mille volte di pi di voi! 4. S, noi riconosciamo che il vostro Dio lunico e vero Dio, del quale le nostre divinit propriamente altro non rappresentano che singoli attributi sublimi e degni di Lui, attributi che la fantasia umana ha rivestito di svariatissime forme personali, mentre voi invece non riconoscete n il vostro
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unico vero Dio, n, meno ancora, i Suoi altissimi attributi che rappresentiamo ed onoriamo sotto immagini allegoriche. E perci voi dovete ancora imparare molto e dovete esaminare tutto con cura e convincervi finalmente di come sono costituite le cose a questo mondo e quanto di vero eventualmente si cela dietro di esse. 5. Ma, una volta trovata la Verit, accoglietela e restatele fedele e conformatevi il vostro pensiero e lazione; cos facendo sarete veramente figli di Dio, mentre voi, come tutti gli ebrei, dite ora di essere figli di Dio, ma nei vostri cuori neppure credete che un Dio ci sia veramente!.

FINE DEL SECONDO VOLUME

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INDICE CAPITOLO
Prefazione SOGGIORNO DI GES E DEI SUOI A CHIS E A NAZARET (Matt.13) Sulla punizione dei criminali. Giuda Iscariota, ladro delloro. Il corretto uso della capacit di operare miracoli e di guarire. Visita e descrizione di una caverna stalattitica. Storia dei tesori trovati. Origine e crollo della caverna stalattitica. Fausto trova i tesori, nel deposito, ben ordinati e custoditi. Del Regno dei Cieli. Il Signore illustra con esempi quale sia lessenza del Cielo e dellInferno. La legge dellOrdine. Partenza del Signore e dei Suoi discepoli verso Nazaret. (Matt.13,53) Il secondo risveglio di Sara dalla morte. Scena fra Giairo e sua moglie. Della differenza tra potere umano e divino. Filopoldo testimonia della Divinit di Ges Il Signore va alla sinagoga (Matt.13,54) Il Signore spiega un testo di Isaia. DellEssenza di Dio e della Sua vera adorazione. Larroganza e la confusione dei farisei spiritualmente ciechi. La paura dei templari del tribunale romano. Cirenio e i templari. Guarigione di un infermo. Testimonianza dei nazareni su Ges. (Matt.13,55-56) Rimprovero dei nazareni. (Matt.13,57)

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Discorso di Cirenio sui nazareni. Sullindegnit del popolo (Matt.13,58) Cenni per il legislatore. Cattivo uso della natura animica da parte delle leggi umane. Della libert dello spirito. Della benedizione della libera evoluzione. Evoluzione e legge. Discorso di Giairo sugli effetti dei miracoli. Tratti fondamentali dellEssenza di Dio. Guarigione dei parenti ammalati di un vecchio ebreo. Scena tra i farisei avidi di eredit ed il genero del vecchio. I farisei leggono il salmo 37. Il saggio consiglio di Roban. Roban, lanziano dei farisei, da Ges Giosa, lanziano, ringrazia il Signore. DellUmano e del Divino nel Signore. Dellinflusso degli angeli sugli uomini. Lamore per il Signore. Dellessenza del vero amore. Del Nuovo Giorno. Il Signore Ges e i Suoi durante la pesca. Note personali sul conto di Boro. Lessenza interiore degli angeli. Del fattivo amore dei medici per il prossimo. Proposta a Giairo. Sulle cerimonie esteriori. Le questioni ereditarie di Giairo. Il congedo di Giairo. Il Signore nella sinagoga. Discorso degli anziani sulle condizioni dellebraismo. Testimonianza di un oratore riguardo allArca dellAlleanza. Il discorso di difesa degli anziani.

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Chivar rende testimonianza delle opere e della vita di Ges Il consiglio degli angeli ai templari convertiti. Il rapporto dei popoli con i loro governanti. Roban e Kisjonah narrano le loro avventure. Il servizio reso ai mondi dagli angeli. Un globo cosmico. Il rapporto degli uomini della Terra con il Padre Celeste. Sulla grande lotta nelluomo. Della utilit delle passioni. Del valore della libera volont Del pensare col cuore. Sul ritorno del Perduto. Sullessenza, vita e lavoro degli spiriti naturali. Leggende sugli spiriti della montagna. Sulla magia. Dei maghi e indovini. Il Signore guarisce un idrofobo. Un Vangelo per i benestanti. Nel sepolcro di Giairo. Risurrezione di Giosoe. Lo stupore di Bab e della moglie per tale miracolo. Promessa a Giosoe di immortalit. Il vero servizio divino. La cena da Maria. Litigio tra Giuda e Tommaso. Lammonizione del Signore a Giuda. Sullumilt e sullabnegazione di se stessi. Una misura delle tre specie di amore. Lastuto piano di Giosoe. I due angeli offrono a Giosoe i loro servizi. Cirenio accoglie Giosoe.

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LA MORTE DI GIOVANNI IL BATTISTA. GESU NEL DESERTO E SUL LAGO GENEZARET. (Matt.cap.14) 81. 82. 83. 84. 85. 86. 87. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. 95. 96. 97. 98. 99. 100. 101. 102. 103. 104. 105. Il racconto di Roban sul nuovo sommo capo. Storia e fine di Giovanni il Battista. (Matteo 14, 1-12) Scena con il nuovo preside del Tempio a Nazaret. Testimonianza di Chivar su Giovanni e Ges Il Signore loda Roban e Chivar. Il nuovo preside Core e Chivar nella sinagoga. Chivar e Core sul risveglio di Sara dalla morte. Lopinione di Chivar sul Tempio. Conversazione di Core e Chivar sul Messia. Satana sfida Chivar alla lotta. Core si ricorda del Signore dal tempo della purificazione del Tempio. Gli amici di Ges in casa di Boro. La Grazia del Signore verso lumanit Boro parla dellessenza delluomo. La convivenza degli amici del Signore a Nazaret. Miracolo della guarigione e del cibo ai 5.000 uomini nel deserto. (Matteo 14,13-24) I discepoli sul mare tempestoso. Giuda loda i miracoli degli esseni. Giovanni e Bartolomeo spiegano a Giuda i miracoli truffaldini degli esseni. La filosofia degli esseni. I discepoli in difficolt sul mare. La prova di fede di Pietro. (Matteo 14,25-33) Arrivo nella citt libera di Genezaret. (Matteo 14,34) Il Signore con i Suoi presso lalbergatore Ebal. Il Signore benedice la famiglia di Ebal e rimprovera gli esseni. Il Signore d al comandante romano suggerimenti vitali. 188 189 192 195 198 199 204 207 210 213 215 218 220 222 225 227 230 234 236 239 241 242 244 247 249
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Lesperienza del mondo del comandante romano. Cenni del Signore al comandante riguardo al Suo Essere ed alla Sua missione. I rapporti di un profeta con Dio e con gli uomini. I profeti quali inviati di Dio e il divario tra la loro essenza e quella del Signore. Il prato benedetto. La passeggiata sul mare. Della vera preghiera. Ordinamenti domestici e amore. La giusta lode e i pericoli della lode stessa. Giara sulle sue esperienze nella preghiera. Giara contempla il Cielo aperto. Gli insegnamenti di Ges devono essere un bene comune. Arrivo di ammalati in casa di Ebal. Gli ospiti di Gerusalemme e la loro missione. (Matt.14,35) Scena fra il comandante ed i templari. La potenza dellamore. I sogni di Giara in rapporto alla crocifissione e risurrezione del Signore. Conversazione tra il comandante Giulio e il Signore sulla malvagit dei templari. Grande guarigione di malati con il semplice tocco del mantello del Signore. (Matt.14,36) Il Signore ed il capo dei farisei. (Matt.15,1-9) Severo discorso di Giulio sulla benedizione del Signore. Tre documenti. (Matteo 15,10-14) Lammonizione del Signore a guardarsi dalla perfida astuzia dei templari. Il Signore parla dello spirito damore. Conversazione tra i templari e gli esseni. Il Signore e i due esseni. La meravigliosa ascesa del monte. Sulla sommit della Vetta del Mattino.

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Dellessenza del timore. Cristo, il tramite fra Cielo e Terra. Il sollevamento del mare di Galilea. Una prova damore di Giara. La potenza degli angeli. Visita di una stella. La maniera interiore di contemplare la Creazione. Un mondo in funzione di scuola dellabnegazione di se stessi nellAldil. Uno sguardo nellordinamento stellare universo. Periodi di sviluppo nellAldil Della grandezza dello spirito delluomo. Sulla velocit degli angeli o spiriti puri. Sulla vera grandezza spirituale. I discepoli vengono destati dal sonno. Un discorso di lode di Giara. La realt del sogno comune. Giara mostra i suoi ricordi. La comunicazione dei fedeli con il Signore nel cuore. Osservazioni naturali e la loro corrispondenza spirituale. Osservazione dellalba e dei fenomeni mattutini. Gli esseni vengono incaricati dal Signore di costruire delle scuole. La colazione benedetta sul monte. Satana appare sul monte. La discesa dal monte. Una guarigione miracolosa nellalbergo di Ebal a Genezaret. Zelo dellamore. Sul rapporto sessuale degli angeli della Creazione primordiale. Sul dare lelemosina e sulle solennit commemorative. Il 47 Salmo di Davide. Dellamore per i nemici. Racconto dei barcaioli riguardo agli avvenimenti della notte precedente.

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Il barcaiolo e Raffaele. Accoglienza dei farisei a Genezaret. Il comandante Giulio racconta alcuni episodi con i templari. Sulla successione di Ges Scena fra Raffaele e Giara. Dellamore, mitezza e pazienza. Congedo del Signore e partenza per Sidone e Tiro. (Matteo 15,21) Scena con la donna cananea a Tiro. (Matteo 15,22-29) Della possessione. La sorgente miracolosa. La grande guarigione miracolosa sul monte. (Matteo 15,30-31) Previsione del Signore riguardo allavvenire della Sua dottrina. Il rifocillamento prodigioso di quattromila persone. (Matteo 15,32-39) GESU NELLA ZONA DI CESAREA DI FILIPPO.

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I farisei e i sadducei tentano il Signore. (Matteo 16,1-12) Il Signore in una povera capanna presso Cesarea di Filippo. (Matteo 16,13) La testimonianza dei discepoli su Cristo. (Matteo 16,13-20) Marco, il padrone della capanna, racconta gli orrori del Tempio. Una storia del Tempio. Leccitazione dei discepoli sulla storia del Tempio. La pesca benedetta. Del letame del Tempio. Marco ed i farisei a caccia di decime. La predizione del Signore riguardo alla Sua morte ed alla Sua risurrezione. Viene annunciata la visita di Cirenio. Marco accoglie e saluta Cirenio. Il metodo di insegnamento dellangelo. Il dono di Cirenio a Marco. La compagnia in gita sul mare. Lapostolo Giovanni parla del divario tra concezione naturale e spirituale.

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Una nave militare si avvicina. La ricca pesca. I nuovi ospiti. Sul metodo di insegnamento degli angeli e delle scuole del mondo. Sui diritti delle decime e dei tributi del Tempio. Il trattamento dei malfattori e degli ossessi. Il saggio discorso di Giara. Materia e spirito. Giara scioglie a Giosoe il nodo gordiano. Sulla limitatezza del sapere delluomo terreno. Che cos la Verit? Il mistero della ragione prima di ogni sapienza. Giosoe e Giara a colloquio. Osservazioni di Giara nel suo orticello. Uso dellimmagine di corrispondenza di Giara. Il materialismo e i suoi rappresentanti. Giosoe e Giara su Giuda. Popoli diversi hanno bisogno di diverse forme di governo. Il discorso di scuse di Giosoe. Lopinione di Giosoe sul perch venga permessa la schiavit Obbligo di legge e amore. Sulla purezza interiore dei costumi. Lessenza della materia e dellanima. Un discorso sociale di Cirenio. Il bisogno come maestro. La conseguenza dellagiatezza. Le contraddizioni nella storia della Creazione. Lorigine del primo uomo. Il processo di sviluppo di una spiga di grano. Sullincarnazione di unanima. Lo sviluppo spirituale delluomo.

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Anima e corpo. La creazione del Cielo e della Terra. Terra e luce. La separazione della luce dalle tenebre. Lo scopo finale di tutta la Creazione. Testimonianza di Cirenio sulla storia della Creazione. Sulla caduta degli spiriti, sulla caduta di Adamo e il peccato originale. La forza dellereditariet Preoccupazioni del mondo e le loro cattive conseguenze per lanima. Sulla caduta degli spiriti. Forza e resistenza. Dellessenza di Satana. Lammaestramento degli spiriti primordiali. Le conseguenze della caduta di Lucifero. Involucro e anima. Del sapere. Il parere di Marco sul suo prossimo. Marco salva i farisei naufraghi. Critica dei farisei su Giulio. La decisione dei farisei. Il consiglio del Signore e laccenno alla messa in pratica dellamore del prossimo. Giulio comunica il suo migliore consiglio ai farisei. Giara d testimonianza del Signore. Rivelazione delle intenzioni del Tempio. Il miracolo della pietra dellarcangelo Raffaele. Il discorso di scusa del giovane fariseo. Ammaestramento dei farisei da parte di Giulio.

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SPIEGAZIONE DEL DIPINTO IN COPERTINA

IL SERMONE SULLA MONTAGNA


(Quadro n.18, dipinto dalla mistica austriaca Maria Maddalena Hafenscheer nel 1957)

UN PO DI STORIA Maria Maddalena Hafenscheer nacque il 21 luglio 1892 e mor l11 febbraio 1968 a Vienna. Fu sposa di un lattoniere, da cui ebbe un figlio, si occupava della casa ed era anche sarta. Non fu una pittrice nel senso tradizionale del termine, perch nel dipingere era misteriosamente guidata da aiutanti dellAldil; allinizio, con la guida della mano; pi tardi solo con ispirazioni, visioni e percezione della parola interiore. Tra il 1948 e il 1966 ebbero origine i 28 quadri ad olio, di diversa grandezza, che costituiscono una vera e propria rivelazione figurativa. La pittrice era convinta che non avrebbe potuto creare questi quadri con la propria capacit e la propria fantasia, ma solo per volont di Dio. Le dimensioni dei quadri, il loro titolo e il tempo nel quale avrebbe dovuto iniziare le furono rivelati dal suo spirito tutelare. La realizzazione dellopera avveniva molto rapidamente, e lei era sempre pienamente consapevole, mai in stato di trance. Linizio dei quadri era preceduto da una preparazione interiore fatta di preghiera e di digiuno. Per quanto riguarda le spiegazioni dei simboli, la mistica le ha saputo dare solo in parte, ma prima di morire ha detto: Dopo di me verr una donna che spiegher al mondo il vero e completo significato di queste Opere. SCOPO DEI QUADRI In tali dipinti raffigurato limmenso progetto di Dio; Egli infatti, per farsi comprendere dallattuale generazione, ha trasmesso il Suo Messaggio in un linguaggio visivo da Lui ideato che necessariamente velato. Di tale immensa comunicazione, in forma di immagine, la pittrice-mistica Maria Maddalena ha detto: Anche se i critici darte scuotono la testa riguardo a molte cose relative a questi quadri un giorno queste opere raggiungeranno lo scopo voluto da Dio. Con queste immagini a colori, Dio comunica anche le future profezie e la nascita del nuovo mondo; Egli annuncia la Nuova Era di Luce.
Originale tedesco Die prophetischen Bilder von Maria Magdalena Hafenscheer Traduzione Luigia Franchi Revisione Giuseppe Vesco Divulgazione Don Giovanni DellaGiacoma Proprietaria dei dipinti Anna Novotny, Postfach 19, A-1121 Wien (Vienna)

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Spiegazione dei simboli del quadro in copertina


La signora Hafenscheer ha dipinto questo quadro in prospettiva degli ultimi tempi. In una spiegazione del quadro fatta in seguito, ella scrive: Sopra tutto il quadro: la figura luminosa di Cristo corre per tutta la terra; nelle sue mani c ladempimento delle promesse: il libro con i sette sigilli. 1) in alto, sopra la testa di Ges, due piramidi = Vecchio e Nuovo Testamento 2) in alto, piccole figure sui colli = le otto beatitudini 3) sopra la croce = Ges Cristo tiene il Sermone sulla montagna, tra gli apostoli e la folla 4) al centro del quadro c la Croce sulla quale sono scritti i due Comandamenti principali di Cristo: Ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo come te stesso
(ebbi questa ispirazione mentre stavo dipingendo)

5) le figure davanti alla croce = Amore, Fede, Speranza e Umilt 6) a sinistra, caverne nella roccia = i primi cristiani, poi gli apostoli di Cristo e la divulgazione del Cristianesimo 7) a destra della croce, figure con fiaccole = i portatori di luce dellAmore 8) lo spargimento della semente = la divulgazione della Parola di Cristo 9) in basso a sinistra = distribuzione di cibo e di bevanda spirituale 10) luce del sole e pioggia per tutti gli esseri = la Giustizia di Dio 11) a destra, al centro, gli uccelli nellaria e i gigli nei campi = ..... . Varie figure sparse nel dipinto rappresentano gli insegnamenti: 12) Non gettare le perle ai porci 13) Chi perdona, sar perdonato 14) A chi bussa, sar aperto 15) Linfedelt nel pensiero gi peccato 16) Non dovete accumulare tesori, che vengono erosi dalla ruggine e dalle tarme 17) Chi semina odio, raccoglier odio (Chi di spada ferisce, di spada perisce) 18) Tu vedi la pagliuzza nellocchio del tuo prossimo, ma non vedi la trave nel tuo proprio occhio 19) Non giudicate, per non venire giudicati! 20) Con la misura con la quale misurate, verrete anche voi misurati 21) Non devi mettere la luce sotto il moggio 22) a sinistra in alto e nel mezzo (figure molto piccole) = guerre di Religione 23) a sinistra in basso = la casa delluomo avveduto (costruita sulla roccia) 24) a destra in basso = la casa distrutta delluomo stolto che ha costruito sulla sabbia.
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Stampato per conto delle Edizioni La Nuova Rivelazione (Mirano - VE) 1.a edizione agosto 2000 1.a ristampa aprile 2002 2.a ristampa settembre 2003 3.a ristampa giugno 2005 4.a ristampa ottobre 2007 (50 copie - Selecta - Vicenza) (50 copie - LCM Selecta Group - Milano) (50 copie - Global Print - Gorgonzola MI) (50 copie - Global Print - Gorgonzola MI) (50 copie - Global Print - Gorgonzola MI)

Stampato per conto della Casa editrice GES La Nuova Rivelazione (SantOmobono Terme - BG) 1.a edizione novembre 2009 1.a ristampa gennaio 2011 (50 copie Carminati Stampatore - Alm BG) (50 copie Carminati Stampatore - Alm BG)

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