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Un dolce peso La mia piccola libreria comincia ad essere, appunto, troppo piccola.

I libri vanno a poco a poco spargendosi nella stanza, occupando il loro polveroso posto. Ammonticchiati uno sull'altro formano pile irregolari e traballanti che meglio non toccare. E l'ordine, l'unico che io concepisco, quello dei libri, si sfalda e cos mi ritrovo a dover camminare in punta di piedi per non farmi franare addosso questo cartaceo peso. In fondo io non mi lamento dato il mio attaccamento, il mio libresco feticismo alla carta e al suo chimico odore, eh si, odore di carta vecchia che a me ricorda quello della vaniglia, odore di inchiostro fresco di stampa, odore di colla e pensiero rappreso. E mi sorprendo sempre della falsa inerzia che ha tutto questo, della materia di cui composto e del segreto che trattiene al suo interno.

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