0 valutazioniIl 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
8 visualizzazioni2 pagine
È in discussione la specificità sociale europea
Le vicende finanziarie che hanno colpito l'Italia negli ultimi giorni sono state di volta in volta attribuite all'entità del debito pubblico; alla ridottissima crescita economica; a inadeguatezze del governo Berlusconi; e, da ultimo, persino all'indebolimento del Ministro del Tesoro in conseguenza delle vicende giudiziarie e para-giudiziarie del suo "consigliere politico".
Non vi è dubbio che ciascuna di queste ragioni ha concorso - anche se in misura diseguale - all'acuirsi delle tensioni finanziarie registrate in particolare negli ultimi giorni. Ma non si tratta con tutta evidenza soltanto di fatti domestici. Occorre infatti avere ben presente che il contesto sovranazionale delle attività finanziarie ha rappresentato e rappresenta un punto nevralgico della fase attuale del capitalismo anglo-americano. Quel che è in gioco infatti è soprattutto il mutato rapporto, da un lato, tra economia reale e economia finanziaria e, dall'altro, tra sovranità nazionale e rilevanza mondiale di ciascuna componente nazionale.
Per quel che concerne l'Italia, la fine della cosiddetta Guerra Fredda comporta la necessità di un complessivo ripensamento del suo ruolo mediterraneo, europeo e mondiale. Stiamo celebrando i centocinquant'anni dalla Unità territoriale dell'Italia, proprio nel momento in cui sono radicalmente mutate le condizioni dello stesso approdo dell'Italia alla dimensione di Stato nazionale. Abbiamo infatti rilevato che è necessaria innanzitutto una idea dell'Italia nel contesto contemporaneo. L'Italia aveva concorso all'avvio del processo di integrazione europea, e stiamo oggi a rilevare che è proprio l'idea di Europa ad essere messa in dubbio nel contesto della globalizzazione finanziaria.
I lunghi anni del processo di costruzione europea avevano infatti rappresentato allo stesso tempo un fondamento di intesa politica e un punto significativo di lontananza sociale. Il contesto della Guerra Fredda aveva finito con il far prevalere l'intesa politica rispetto alla divergenza sociale. Il Patto Atlantico aveva infatti dato vita ad un'intesa militare e sociale allo stesso tempo. Mentre peraltro l'intesa militare era accettata anche alla luce della espansione sovietica, la divergenza tra la cultura iper-liberistica statunitense - fondata su un modello che rifuggiva da ogni controllo - e la cultura europea continentale - fondata proprio sull'economia sociale di mercato - risultava sostanzialmente occultata proprio per il prevalere degli aspetti militari su quelli sociali.
La crisi finanziaria iniziata nel 2007 ha in qualche modo portato ad emersione proprio questa questione ideologica di fondo. Da quegli anni ad oggi abbiamo infatti assistito ad un progressivo emergere di grandi Paesi non appartenenti al tradizionale contesto euroatlantico, con particolare riferimento alla Cina, all'India e al Brasile. Siamo pertanto in presenza di un profondo rivolgimento mondiale che è stato certamente oggetto di analisi molto approfondite, senza che si possano registrare contributi rilevantissimi di parte europea continentale, salvi i singoli studi che hanno posto in evidenza proprio questo tendenziale scontro di fondo tra la fase iper-liberistica (e soprattutto finanziaria) del capitalismo statunitense, e la perdurante incertezza di risposta sia europea, sia da parte di singoli Stati europei.
È in questo contesto che si colloca la fase attuale della tempesta finanziaria che ha investito l'Italia: profili culturali italiani certamente, ma anche definizione oggi del ruolo italiano nel Mediterraneo e in Europa. Non si tratta peraltro di una eventuale crisi di governo, del tipo di quelle che abbiamo vissuto nel corso della cosiddetta Prima Repubblica. A voler essere precisi si può infatti ritenere che una vera e propria nuova fase politica si realizzò allora nel passaggio dalle alleanza politiche sostanzialmente fondate sul Centro ad alleanze politiche fondante sostanzialmente sul Centro-Sinistra. Il perd
Titolo originale
D'Onofrio: L'economia sociale di mercato nella tempesta finanziaria - Liberal 13.07.11
È in discussione la specificità sociale europea
Le vicende finanziarie che hanno colpito l'Italia negli ultimi giorni sono state di volta in volta attribuite all'entità del debito pubblico; alla ridottissima crescita economica; a inadeguatezze del governo Berlusconi; e, da ultimo, persino all'indebolimento del Ministro del Tesoro in conseguenza delle vicende giudiziarie e para-giudiziarie del suo "consigliere politico".
Non vi è dubbio che ciascuna di queste ragioni ha concorso - anche se in misura diseguale - all'acuirsi delle tensioni finanziarie registrate in particolare negli ultimi giorni. Ma non si tratta con tutta evidenza soltanto di fatti domestici. Occorre infatti avere ben presente che il contesto sovranazionale delle attività finanziarie ha rappresentato e rappresenta un punto nevralgico della fase attuale del capitalismo anglo-americano. Quel che è in gioco infatti è soprattutto il mutato rapporto, da un lato, tra economia reale e economia finanziaria e, dall'altro, tra sovranità nazionale e rilevanza mondiale di ciascuna componente nazionale.
Per quel che concerne l'Italia, la fine della cosiddetta Guerra Fredda comporta la necessità di un complessivo ripensamento del suo ruolo mediterraneo, europeo e mondiale. Stiamo celebrando i centocinquant'anni dalla Unità territoriale dell'Italia, proprio nel momento in cui sono radicalmente mutate le condizioni dello stesso approdo dell'Italia alla dimensione di Stato nazionale. Abbiamo infatti rilevato che è necessaria innanzitutto una idea dell'Italia nel contesto contemporaneo. L'Italia aveva concorso all'avvio del processo di integrazione europea, e stiamo oggi a rilevare che è proprio l'idea di Europa ad essere messa in dubbio nel contesto della globalizzazione finanziaria.
I lunghi anni del processo di costruzione europea avevano infatti rappresentato allo stesso tempo un fondamento di intesa politica e un punto significativo di lontananza sociale. Il contesto della Guerra Fredda aveva finito con il far prevalere l'intesa politica rispetto alla divergenza sociale. Il Patto Atlantico aveva infatti dato vita ad un'intesa militare e sociale allo stesso tempo. Mentre peraltro l'intesa militare era accettata anche alla luce della espansione sovietica, la divergenza tra la cultura iper-liberistica statunitense - fondata su un modello che rifuggiva da ogni controllo - e la cultura europea continentale - fondata proprio sull'economia sociale di mercato - risultava sostanzialmente occultata proprio per il prevalere degli aspetti militari su quelli sociali.
La crisi finanziaria iniziata nel 2007 ha in qualche modo portato ad emersione proprio questa questione ideologica di fondo. Da quegli anni ad oggi abbiamo infatti assistito ad un progressivo emergere di grandi Paesi non appartenenti al tradizionale contesto euroatlantico, con particolare riferimento alla Cina, all'India e al Brasile. Siamo pertanto in presenza di un profondo rivolgimento mondiale che è stato certamente oggetto di analisi molto approfondite, senza che si possano registrare contributi rilevantissimi di parte europea continentale, salvi i singoli studi che hanno posto in evidenza proprio questo tendenziale scontro di fondo tra la fase iper-liberistica (e soprattutto finanziaria) del capitalismo statunitense, e la perdurante incertezza di risposta sia europea, sia da parte di singoli Stati europei.
È in questo contesto che si colloca la fase attuale della tempesta finanziaria che ha investito l'Italia: profili culturali italiani certamente, ma anche definizione oggi del ruolo italiano nel Mediterraneo e in Europa. Non si tratta peraltro di una eventuale crisi di governo, del tipo di quelle che abbiamo vissuto nel corso della cosiddetta Prima Repubblica. A voler essere precisi si può infatti ritenere che una vera e propria nuova fase politica si realizzò allora nel passaggio dalle alleanza politiche sostanzialmente fondate sul Centro ad alleanze politiche fondante sostanzialmente sul Centro-Sinistra. Il perd
Copyright:
Attribution Non-Commercial (BY-NC)
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
È in discussione la specificità sociale europea
Le vicende finanziarie che hanno colpito l'Italia negli ultimi giorni sono state di volta in volta attribuite all'entità del debito pubblico; alla ridottissima crescita economica; a inadeguatezze del governo Berlusconi; e, da ultimo, persino all'indebolimento del Ministro del Tesoro in conseguenza delle vicende giudiziarie e para-giudiziarie del suo "consigliere politico".
Non vi è dubbio che ciascuna di queste ragioni ha concorso - anche se in misura diseguale - all'acuirsi delle tensioni finanziarie registrate in particolare negli ultimi giorni. Ma non si tratta con tutta evidenza soltanto di fatti domestici. Occorre infatti avere ben presente che il contesto sovranazionale delle attività finanziarie ha rappresentato e rappresenta un punto nevralgico della fase attuale del capitalismo anglo-americano. Quel che è in gioco infatti è soprattutto il mutato rapporto, da un lato, tra economia reale e economia finanziaria e, dall'altro, tra sovranità nazionale e rilevanza mondiale di ciascuna componente nazionale.
Per quel che concerne l'Italia, la fine della cosiddetta Guerra Fredda comporta la necessità di un complessivo ripensamento del suo ruolo mediterraneo, europeo e mondiale. Stiamo celebrando i centocinquant'anni dalla Unità territoriale dell'Italia, proprio nel momento in cui sono radicalmente mutate le condizioni dello stesso approdo dell'Italia alla dimensione di Stato nazionale. Abbiamo infatti rilevato che è necessaria innanzitutto una idea dell'Italia nel contesto contemporaneo. L'Italia aveva concorso all'avvio del processo di integrazione europea, e stiamo oggi a rilevare che è proprio l'idea di Europa ad essere messa in dubbio nel contesto della globalizzazione finanziaria.
I lunghi anni del processo di costruzione europea avevano infatti rappresentato allo stesso tempo un fondamento di intesa politica e un punto significativo di lontananza sociale. Il contesto della Guerra Fredda aveva finito con il far prevalere l'intesa politica rispetto alla divergenza sociale. Il Patto Atlantico aveva infatti dato vita ad un'intesa militare e sociale allo stesso tempo. Mentre peraltro l'intesa militare era accettata anche alla luce della espansione sovietica, la divergenza tra la cultura iper-liberistica statunitense - fondata su un modello che rifuggiva da ogni controllo - e la cultura europea continentale - fondata proprio sull'economia sociale di mercato - risultava sostanzialmente occultata proprio per il prevalere degli aspetti militari su quelli sociali.
La crisi finanziaria iniziata nel 2007 ha in qualche modo portato ad emersione proprio questa questione ideologica di fondo. Da quegli anni ad oggi abbiamo infatti assistito ad un progressivo emergere di grandi Paesi non appartenenti al tradizionale contesto euroatlantico, con particolare riferimento alla Cina, all'India e al Brasile. Siamo pertanto in presenza di un profondo rivolgimento mondiale che è stato certamente oggetto di analisi molto approfondite, senza che si possano registrare contributi rilevantissimi di parte europea continentale, salvi i singoli studi che hanno posto in evidenza proprio questo tendenziale scontro di fondo tra la fase iper-liberistica (e soprattutto finanziaria) del capitalismo statunitense, e la perdurante incertezza di risposta sia europea, sia da parte di singoli Stati europei.
È in questo contesto che si colloca la fase attuale della tempesta finanziaria che ha investito l'Italia: profili culturali italiani certamente, ma anche definizione oggi del ruolo italiano nel Mediterraneo e in Europa. Non si tratta peraltro di una eventuale crisi di governo, del tipo di quelle che abbiamo vissuto nel corso della cosiddetta Prima Repubblica. A voler essere precisi si può infatti ritenere che una vera e propria nuova fase politica si realizzò allora nel passaggio dalle alleanza politiche sostanzialmente fondate sul Centro ad alleanze politiche fondante sostanzialmente sul Centro-Sinistra. Il perd
Copyright:
Attribution Non-Commercial (BY-NC)
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd