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di Guido Gerboni
INDICE
- L’Angelo Gnostico
- LA MORTE SI SCONTA VIVENDO
- LETTERA AI FARISEI
- LA STAZIONE NOMENTANA
- PICCOLA VENERE
- LA SOFFITTA
L’ANGELO GNOSTICO
Mi apparve come ecloghe
da andirivieni di spasmi nottambuli.
Come dietro la mascherata che lancia strali di onnipotenza e gloria, protraendosi come una saetta
di Giove
in un nubifragio su terre battute dai venti.
Fiammeggiante e attonito, curvo, le ali d’oro taglienti, luciferino verde opalescente, d’occhi
d’abisso perpetua d'acanto lo sguardo.
Come cadendo in un sonno senza cordoglio,
senza aspettative,
sfrontato come una puttana all’angolo, senza più rincorsa, senza più desideri,
senza più sogni,
solo trascorsi
e polvere.
( Ungaretti )
LA STAZIONE NOMENTANA
In attesa dell’ultimo vaporetto
verso la stanza costata il cielo, con un bavaglio di pensieri
che ruminando giungono alle vestigia del Tempo,
ma la verità con zampe di gallina ha fornicato altrove.
E il vaporetto sulle rotaie
procede in modo egregiamente stentato,
come un calvo signore di mezza età che ha ancora i denti
per un sorriso.
E lì,
con tutta la mia determinazione rimasta,
sul muretto in attesa superstite,
con un aria sciocca di giovane dinoccolato, imbastardito,
d’improvviso pianto che non ha lacrime, che non ha parole adatte.
Come quando, allora perso in un'altra attesa,
si rimpiange l’attimo che passa, che ci trascina altrove,
ed il sole già tramontando con occhi lunari in un fremito, in sbiadite immagine che staccano l’orizzonte
d’infinito.
Così,
costando molto alla comunità tutta riunita in queste orge
d' entusiasmo, messi a decantare i buoni sentimenti e le costatine di agnello frignano sulla tavola calda,
come un ossesso che impreca contro il suo natale,
e nuore e fanti si danno al ballo di fine anno, nel canovaccio di uno sfoggio di genitali al vento, mentre
nuove rappresaglie fustigano
amare recrudescenze
e l’attico si gode la propria vista sovrana
su melodie dolenti.
PICCOLA VENERE
perché in te mi amo.
LA SOFFITTA
E vengo con tutti i buoni propositi raccolti, portati a domicilio a rincuorarti
e tu mi canti una ramanzina al cuore per dirmi che il cielo è infinito
e il mare più profondo...