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Tra i precedenti giudiziari in Inghilterra possiamo ricordare il Bonham case del 1610.

Bonham aveva svolto la professione di medico senza autorizzazione secondo quanto


previsto da una norma del parlamento inglese;tale autorizzazione doveva essergli
attribuita dall'ordine medico. Il collegio medico di Londra,si dichiarò competente a irrogare
sanzioni nei confronti di Bonham. Questi infatti venne condannato per aver esercitato la
professione senza autorizzazione. La questione arriva alla House of Lords. Per la prima
volta verrà messa in discussione la cosiddetta “Superiority of the Parliament”
.Lord Coke,nonché il giudice,sviluppa la cosiddetta “dottrina Coke”.Egli afferma che nel
diritto inglese ci sono principi non scritti i quali non possono essere messi in discussione
da leggi parlamentari. Egli aggiunge che in molti casi il diritto comune può servire da
parametro per controllare le leggi del parlamento e qualche volta dichiararle prive di
efficacia:infatti quando una legge del parlamento è in contrasto con la comune giustizia è
possibile mettere in discussione la sua legittimità sulla base del diritto comune e nel caso
dichiararla nulla.
La decisione finale dichiarerà l'impossibilità per l'ordine di farsi giudice e condannare
Bonham dato che non era soggetto terzo e imparziale poiché parte in causa.. Ma tuttavia
tale dottrina non avrà grande seguito in Inghilterra ma influenzerà la dottrina americana.
In Inghilterra il principio di supremazia del parlamento oppone un freno a qualunque
controllo giurisdizionale sulle leggi poiché la volontà dell'assemblea parlamentare non può
essere sottoposta alle decisioni dei giudici.
Da questi precedenti storici è possibile notare come l'ordinamento comunitario possa
essere considerato incompatibile con la tradizionale sovranità del Parlamento.
Secondo quanto afferma A.V. Dicey,giurista inglese,per sovranità parlamentare possiamo
intendere:
A)nessuna autorità o privato cittadino ha il potere di considerare una legge nulla o invalida
o non produttiva di effetti.
B)nessuna legge può impedire al parlamento di adottarne successivamente una diversa
che abroga la precedente.
C)nessuno può sottrarre al parlamento ambiti di competenza legislativa.
Questa incompatibilità può essere analizzata partendo dall'accessione nel 1972
dell'Inghilterra alla Comunità europea tramite l'adozione dell'European Communities Act.
Il problema circa la definizione gerarchica tra diritto UE e diritto inglese può essere
analizzata in varie sentenze. Nella sentenza Costa del 1964,la corte di giustizia stabilisce il
primato del diritto comunitario sul diritto nazionale.
GERARCHIA DELLE FONTI:UE

Con la sentenza Costa del 1964 venne sollevato un problema dall’avvocato Costa che,
ritenendosi leso dalla nazionalizzazione dei mezzi di produzione e di distribuzione
dell’energia elettrica in Italia, si rifiutò di pagare un’esigua bolletta alla nuova impresa
(ENEL) sostenendo che la legge di nazionalizzazione era contraria ad alcune disposizioni
del Trattato di Roma. Il giudice conciliatore dinanzi al quale fu portata la causa, ritenne di
doversi rivolgere alla Corte di Giustizia.
La Sentenza Costa della Corte di Giustizia delle Comunità europee ha affermato, per la
prima volta, il principio del primato del diritto comunitario sul diritto nazionale in caso
di conflitto, di contraddizione o di incompatibilità tra le norme dei due diversi ordinamenti.
Se dotate di efficacia diretta le norme comunitarie vanno sempre applicate negli stati
membri dal giudice nazionale e prevalgono sulle fonti interne eventualmente confliggenti.
La corte afferma tale primato basandosi su due elementi:
1)L'ordinamento comunitario è integrato nell'ordinamento giuridico degli stati membri fino
al momento dell'entrata in vigore del trattato.
2)carattere definitivo della limitazione dei poteri sovrani degli stati membri a seguito del
trasferimento di competenze alla comunità.
Un'ulteriore caso che ha confermato la supremazia del diritto comunitario sul diritto interno
è la sentenza Factortame del 1990.
Il caso era stato sollevato da alcune compagnie marittime mercantili, molte delle quali
controllate da soggetti spagnoli, che invocavano una revisione del British Merchant
Shipping Act del 1988 in merito alle modalità di iscrizione ai registri marittimi inglesi. Nella
legislazione britannica relativa ai battelli per l’esercizio della pesca, per l’immatricolazione
era necessario che i proprietari, armatori o utilizzatori del battello, fossero cittadini
britannici oppure società costituite in Gran Bretagna. Tutto ciò era in aperto contrasto con
il principio di uguaglianza del trattamento nazionale previsto dall’art. 43 del Trattato CE in
tema di diritto di stabilimento (v.). I ricorrenti affermavano che tali disposizioni erano
discriminatorie per le navi non inglesi e ledevano il loro diritto di stabilimento sancito dal
trattato istitutivo della Comunità europea e l'intervento effettuato dalla comunità stessa per
la regolamentazione comune dell'attività ittica stabilendo le quote pesca di ciascun stato
membro. Essi richiedevano, quindi, la sospensione dei provvedimenti in questione e
l’adozione di provvedimenti provvisori in attesa della soluzione del caso.
Il parlamento decise di modificare il Merchant Act in modo che le imprese straniere
stanziate in Inghilterra fossero private della qualità di ditta inglese sicché le quote di
mercato assegnate all'Inghilterra potessero venir disposte dalle sole imprese veramente
inglesi. Allo stesso modo fece la House of Lords; il primo e secondo grado affermano
quindi che la legge della Corona non può essere violata. Inoltre il primo grado afferma
l'esistenza di un contrasto tra la legge interna e la comunità europea e pone la questione
di legittimità sospendendo l'applicazione di tale legge anche se non era legittimata a fare
ciò.
Fin qui nonostante tutto sembra esserci la prevalenza del diritto interno sul diritto europeo.
La questione viene ribaltata dalla corte di giustizia,la quale afferma che effettivamente il
giudice inglese poteva sospendere la legge in contrasto con il diritto dell'UE poiché è
prioritario l'interesse dell'immediata applicazione del diritto dell'UE. In tale modo perla
prima volta viene affermata la supremazia del diritto UE sul diritto nazionale inglese. Negli
anni '80 viene messa in discussione la sovranità del parlamento a causa del diritto
comunitario,infatti ai giudici inglesi viene consentito dalla pronuncia della corte di giustizia
di fare ciò che non gli sarebbe consentito dal diritto interno ma che gli viene consentito dal
diritto dell'UE.
GERARGHIA DELLE FONTI CEDU.

DIFFICOLTà INTRODUZIONE CEDU IN INGHILTERRA......PROBLEMA IRLANDA.

Storicamente i giudici inglesi avevano dato poca importanza alla Cedu (ECHR European
convention on human rights).Nel 1979,nella sentenza Malone viene discusso un caso su
intercettazioni telefoniche svolte dalla polizia. La corte inglese adita ha ritenuto di poter
affermare che la prassi svolta dalla polizia poteva aver violato i principi stabiliti dalla Cedu
ma nonostante ciò ha sostenuto comunque di non poterla applicare (la cedu) in assenza di
una normativa interna che le desse effetto. Da tale caso si può comunque iniziare a
vedere che i principi della Cedu cominciano a venir presi in considerazione anche in
Inghilterra. Lord Bingham sulla base di ciò ha affermato che i tribunali inglesi dovrebbero
offrire “non più,ma certamente non meno” protezione rispetto al tribunale di Strasburgo.
SUCCESSIVI SVILUPPI
non vi è dubbio che nel sistema inglese si pongano problemi x la tutela dei diritti dato che
non tutti i diritti trovavano adeguata tutela nei trattai vari. Questa insufficienza del sistema
è dovuta a 3 ragioni.1legato al fatto che in Inghilterra vi sia una costituzione di tipo
flessibile
2 il common law presta tutela a determinate situazioni giuridiche ma si dimostra assai
fragile in altre.
3 nel regno unito vi è un sistema dualista nel campo del diritto internazionale.
L'appuntamento con la storia sui diritti umani si avrà con la human rights act.
A spingere in questa posizione sono stati 2 elementi
1 una serie di condanne avuto x la questione irlandese.(attentati terroristici x motivi
secessionistici)
2 atteggiamento di arrendevolezza dei law lords nella la protezione dia alcuni diritti che
invece erano percepiti dalla popolazione come fondamentali.
Si arriva nel 98 all'approvazione dello human right act che entra in vigore nel 2000 .questa
legge ha lo scopo di adattare il diritto interno alle esigenze della cedu. Segna l'oggetto le
condizioni e i limiti di un adattamento ispirandosi in gran parte a quanto aveva fatto la
Nuova Zelanda.
Prima dello HRA aveva solo carattere orientativo.(caso malone).
Da adesso a seguito della ricezione a seguito della HRA la cedu viene in rilievo x la
risoluzione della controversia dinanzi al giudice .se il caso non è prevosto da norme
specifiche il caso è risolto in base alle norme della cedu. Si aggiunga che esso è
parametro nella valutazione della legittimità degli atti pubblici (non tutti ma solo quelli che
non sono diretta esecuzione di leggi). Mentre invece la legge o regolamento fondato sulla
legge non cedono dinanzi alla cedu. Qualsiasi legge prevale sulle norme della
convenzione la quale ha dunque carattere supplettivo e dispositivo. è prevista la
declaratoria di incompatibility della legge con la convenzione . Se il giudice è convinto che
la disposizione da applicare sia compatibile con la cedu emette una dichiarazione di
incompatibilità. Tale dichiarazione spinge il governo a rimediare a tale incompatibilità. Il
giudice è comunque tenuto ad applicare la normativa incompatibile e se vi è volontà
espressa della legge di derogare alla cedu non viene pronunciata neanche la declaratoria
di incompatibilità. Inoltre nello HRA vi è una presunzione di conformità della legge alla
cedu. Adesione dell'Inghilterra alla cedu è nel 1966.
la cedu non ha effetti giuridici orizzontali cioè un privato non può far valere dinanzi al
giudice una disposizione della cedu nell'ambito di rapporti tra privati.

USO DELDIRITTO UE E CEDU PER ESPUNGERE LEGGI INCOSTITUZIONALI.

La messa in discussione della supremazia del parlamento avviene negli anni '80 con
l'introduzione del diritto della comunità europea. Un'ulteriore crisi della superiorità del
parlamento avviene nel 1998 con l'adozione dello Human Right Act mediante il quale si dà
la possibilità ai cittadini di ricorrere alla Corte di Strasburgo in caso di violazione dei diritti
umani. Prima di potersi rivolgere alla corte di Strasburgo è necessario l'espletamento di
tutti i gradi di giudizio dinanzi alle Corti interne. Se si dovesse verificare un contrasto tra
una legge del Parlamento e un regolamento comunitario successivo, il giudice inglese
dovrà disapplicare immediatamente la legge interna. Se ,invece, si verificasse un
contrasto tra una legge interna e un principio stabilito nella normativa Cedu,il giudice non
potrà disapplicare immediatamente la legge interna, ma dovrà riferire al Parlamento del
contrasto e solo quest'ultimo potrà eventualmente modificare la norma per risolvere il
contrasto. Tale procedura viene definita Declaration of incompatibility. Inoltre, a differenza
del primo caso dove avviene la disapplicazione immediata della norma interna, in questo
secondo caso in attesa dell'eventuale intervento del parlamento, la norma interna,
continuerà ad essere applicata nell'ordinamento nazionale.
RINVIO PREGIUDIZIALE EX ART 267 TFUE.

IL SISTEMA GIURIDO DELL UK e il sistema giuridico ue sono entrati in contatto nel 1972.
l'integrazione tra i 2 sistemi nonostante numerosi contrasti e difficoltà è avvenuto al rinvio
pregiudiziale che ha fornito ai giudici nazionali un filo diretto con i giudici in Lussemburgo.
Il primo confronto è quello che interviene tra la corte di giustizia e i giudici nazionali in
quanto l'art 177 del trattato conferisce a qualsiasi giudice degli stati membri la facoltà di
rivolgere alla corte di giustizia in via pregiudiziale quesiti sull'interpretazione delle fonti
primarie e secondarie nonché sulla loro validità. Questa non è altro che la rete di raccordo
tra i giudici preposti all'interpretazione del diritto ue e del diritto nazionale.
Il meccanismo del rinvio pregiudiziale serve a creare dialogo tra giurisdizioni e favorirne la
cooperazione in buona fede.
Un altro confronto è quello che si svolge all'interno della stessa corte di giustizia ciò per
due caratteristiche:
1) interdisciplinarità in quanto la corte di giustizia è formata da giudici e avvocati
specializzati in campi diversi del diritto
2) internazionalità in quanto ciascun giudice è avvocato,comunica agli altri la propria
cultura giuridica nazionale.
Tutto ciò non fa altro che creare un dialogo fra giudici ed è anche un punto di incontro
capace di mantenere in un quadro di coerenza degli obiettivi dell'integrazione e differenti
vincoli e criteri che condizionano la rispettiva giurisprudenza sul rapporto tra il diritto ue e il
diritto interno.
Il sistema del diritto non scritto costituzionale inglese si impernia tutto su un concetto
fondamentale: la sovranità del parlamento anche se attualmente scemata.
Il sistema del diritto ue è contrapposto al diritto inglese. È evidente che il diritto ue è
incompatibile con la tradizionale dottrina della supremazia del parlamento. Nel 1972 con
l'adesione dell'uk alla ue avvenuta con il trattato di bruxelles a cui è stata data esecuzione
nell'ordinamento interno con l'european community act si cercava di risolvere il problema
dell'incompatibilità dei 2 sistemi: quello interno e quello dell'ue.
Innanzitutto la carenza di domande pregiudiaziali da parte dei giudici inglesi nel 1988
sembra che sia dipesa dal concorso di 3 ragioni:
1) scarsa attitudine dei giudici inglesi ad utilizzare la procedura di rinvio ex art. 177
comma 2 del trattato
2) atteggiamento di forte diffidenza nei confronti della corte di giustizia da parte dei
giudici inglesi a seguito di 2 sentenze : sentenza Marshal 1986 e sentenza Van
Duin
3) esigenza avvertita dai giudici uk di accomodare il diritto ue nel corpo di una visione
del diritto costituzionale che aveva il suo perno nella sovranità del parlamento
intesa in modo tradizionale, è dualismo rigoroso nei rapporti tra diritto interno e
diritto internazionale.
Marshal pronunciata dalla corte di giustizia sul rinvio pregiudiaziale della court of appel
dell'uk. Questa sentenza ribadisce che i singoli possono far valere disposizioni di direttive
non attuate aventi un contenuto incondizionato e preciso nei confronti dello stato che non
ha provveduto alla loro trasposizione nell'ordinamento interno o che vi abbia provveduto in
modo errato; sottolinea che la direttiva può si produrre effetti vincolanti nei confronti della
stato cui è rivolta ma non anche nei confronti dei singoli, con la conseguenza che essa
non può essere invocata davanti ai giudici nazionali nell'ambito dei rapporti inter-
individuali. La direttiva non attuata , ricorrendo le condizioni sopra indicate può avere
efficacia nei soli rapporti verticali cioè fra i singoli e lo stato e non invece nei rapporti
orizzontali cioè tra i soggetti privati. Nella causa la signora marshal ricorrente ebbe la
ragione; è stata licenziata da lavoro in violazione della direttiva 77/207, relativa
all'attuazione del principio di parità tra uomini e donne nell'accesso al lavoro. La sign
marshal invocò a suo favore e vittoriosamente l'applicabilità dell'art 5 della direttiva 77/207
nei confronti del suo datore di lavoro, che la corte di giustizia considerò “stato” ai sensi del
diritto ue.
Comunque la sentenza ha suscitato forti malumori per lungo tempo a causa dei gravi
inconvenienti che l'efficacia solo parziale riconosciuta alle direttive non eseguite era in
grado di causare.
La sentenza Van Duin in cui Henri Mayras, l'avvocato generale, dice che per la prima volta
un tribunale dell'uk, cioè la hight court of justice di Londra, vi sottopone in forza dell'art 177
una domanda di interpretazione pregiudiziale.
Il vice cancellor chiedeva se l'art 3 della direttiva del consiglio 64/221 avesse efficacia
diretta nel senso di conferire ai singoli diritti soggettivi che i giudici nazionali devono
tutelare. La corte di giustizia da ragione all'uk sul merito della causa perché conclude a
favore della legittimità comunitaria del provvedimento con cui l'autorità di frontiera rifiutava
alla sign van duyn cittadina olandese, il permesso di entrare nel paese per motivi di ordine
pubblico,nonostante che lo stesso “comportamento personale” addebitato alla sign e cioè
alla sua dichiarata appartenenza alla chiesa scientista non fosse vietato ai britannici; però
da torto all'uk quando stabilisce per la prima volta in modo esplicito e chiaro che le
disposizioni dell'art 3 della direttiva del consiglio 64/221 sono direttamente efficaci
nell'ordinamento giuridico di ogni stato membro ed attribuiscono ai singoli interessati diritti
soggettivi che i giudici nazionali devono tutelare. Cioè il principio che da la corte è che le
disposizioni di una direttiva non attuata producono effetti diretti se sono incondizionate e
sufficientemente precise. Si trattava di conservare nella disponibilità degli stati, o di
strappare loro dalle mani acquisendoli nell'ambito comunitario anche solo in parte settori
come quello fiscale e bancario, settori su cui più spesso si fa ricorso alle direttive. Matura
così nei giudici inglesi un certo grado di sfiducia verso la corte di giustizia organo di
giurisdizione internazionale che appariva troppo invasivo dei poteri sovrani degli stati e
poco attenta alle necessità delle questioni su cui è chiamata a pronunciarsi.
Dovranno passare quasi 2 anni prima che un giudice inglese si convinca a seguire di
nuovo la via del procedimento pregiudiziale perché pervenisse alla corte di giustizia il
primo rinvio pregiudiziale della house of lord con il caso regina.
Lord diplock sostiene che in presenza dì due normative interferenti i giudici hanno l'obbligo
di interpretare la normativa nazionale in modo che essa sia compatibile con quella
comunitaria. Quando tuttavia il giudice pur adoperando il margine discrezionale che gli è
consentito , non ritiene possibile dare alla legge nazionale un'interpretazione conforme alle
esigenze del diritto ue ,la soluzione fu quella di sostenere che tra l'ECA del 1972e le altre
leggi approvate dal parlamento fossero regolati secondo il principi della successione delle
leggi nel tempo(lex postera derogat priori). Lo EAC era messo sullo stesso piano dello
leggi del parlamento:la legge interna successiva prevale sule norme del trattato e sulle
norme di esecuzione e l'ECA abroga o deroga le leggi incompatibili già esistenti
nell'ordinamento. Poi la giurisprudenza della suprema corte e delle altre giurisdizioni si è
consolidata nel ritenere che deve prevalere la norma ue.

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