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IL MANIFESTO DI PINOCCHIO

Ti amo, Pinocchio.
Pezzo di legno piallato, sbozzato,
intagliato e levigato a puntino.
Vestito con la carta a fiorellini,
col cono di mollica sulla testa
ti tuffi nella vita a gamba lesta,
ma ancora molto prima
di diventare un perfetto bambino
tu non sei stato mai
soltanto un burattino.
Ancora molto prima d’esser fatto
la tua era una voce di protesta
ed hai inventato, creato e immaginato
sol per cambiare questa vita in festa.
Non sei solo bugie dette a dispetto
di quell’ingenuo ed umile Geppetto.
Hai cercato di correre e fuggire
via dalla convenzione educativa:
dal grillo predicante ed impiccione
che parla solo per aver ragione,
da quell abbecedario tutto regole
da studiare legandosi alle seggiole.
Te ne sei andato per scoprire il mondo
e respirare con il naso al vento
qualcosa che assomigli a un cambiamento.
E della fuga ha preso il buono e il brutto:
un mangiafoco che acchiappa bambini,
la volpe e il gatto che rubano quattrini,
dei dottori che ti fanno la festa,
una fatina dalla faccia mesta,
e un bel compagno che odiava i paraocchi
in cerca del paese dei balocchi.
T’ho amato ed amo
amico mio Pinocchio!
Col naso all’aria e la veste di carta
è proprio in te che cedono i sofismi
e i cultori di antichi anacronismi.
Leggero, saltellante, galleggiante;
pauroso, sorridente o mentitore
non sei un pezzo di legno
ma d’amore.

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