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STORIA DELLA MASSERIA

REGESTO STORICO STORIA DELLE FAMIGLIE

1600-1700 circa, Costruzione del Fondo;


1700 circa, Viene costruita all'interno del fondo una chiesetta dedicata a
San Aniceto, appartenente alla chiesa Matrice di San Fratello;
1772 Costruzione del fabbricato adibito a palmento
(riconvertito in frantoio nel XX sec.);
Da racconti tramandati da padre in figlio si desume che il fondo nel quale sorge
1800 circa, Vengono realizzati all'interno delle cantine degli affreschi; “Villa Nicetta” fosse la residenza di caccia del principe Pignatelli e che fosse di
origine calabrese (tanto che l'ingresso al fondo è individuato dai locali come
1841, Francesco Zinno fa costruire il portale d'ingresso al fondo; “upurtuni di calavrisi”). L'area che possedeva il Principe Pignatelli, si estendeva
presumibilmente dal “castello”, sito in Acquedolci e luogo di sua residenza, sino
1905 La famiglia Salmeri fa costruire uno degli edifici adiacenti a quello al castello del paese vicino, Caronia. Da ricerche effettuate sul casato si evince
principale, destinato adesso ad alloggi agriturismo; che questi erano di origine lombarda discendenti di Agilmondo, Re dei
longobardi e di Ademberga figlia di Desiderio. Giovanni Andrea Pignatelli
1945 Viene aggiunto dinanzi la seduta un tavolino in marmo di San Marco
arrivò in Sicilia con Federico II e per i servigi militari resi alla corona gli furono
con inciso “ARBOR SUMMUM MUИUS” (l’albero è una grande ricchezza);
assegnati tre feudi nel territorio di Sacca (territorio che potrebbe essere situato
1949 Viene scavato un pozzo per portare acqua all'interno del fondo; Stemma (attribuito dalla famiglia al Conte Giuseppe Salmeri) tra Acquedolci e Caronia).
In seguito i Pignatelli si imparentarono con gli Aragona, i Tagliavia e i Cortes.
1990 Restauro affreschi a cura del prof. arch. G. Pirrone; Diego Pignatelli Aragona Cortes fu investito di diversi titoli fra i quali quello di
“signore dello stato di Caronia”, che mantenne fino al 1812.
2006 La masseria ha la doppia utilità, abitazione di famiglia e agriturismo; Questo territorio era suddiviso in tre feudi; in seguito, per sentenza della gran
corte di Napoli, il duca Pignatelli Aragona dovette cedere al comune parte delle
proprie terre che andarono così ai contadini e, dopo la guerra mondiale, altre
terre sono state sottratte nuovamente per essere assegnate a chi la lavorava.
Il castello di Caronia, con le terre annesse nel 1939, è stato venduto dai
Pignatelli alla famiglia Castro di Palermo.
Il comune di Caronia ha adottato lo stemma dei Pignatelli che consiste in tre
“pignatelli” d'argento fumigati neri in campo d'oro.

Francesco Zinno

La Villa in esame sorge nella parte di fondo oggi appartenente a Salvatore


Salmeri. Con l'apertura nel suo interno di un Agriturismo, negli anni novanta, la
famiglia Salmeri ha fatto sì che chiunque ne abbia voglia possa visitare questi
luoghi, assaporando un po' di storia e tradizioni locali e della nostra Sicilia.
Francesco Zinno acquistò la tenuta facendone il luogo della sua
Vista laterale residenza: sul portale esterno infatti sono scolpite le sue iniziali e la
data 1841.
La proprietà passò in seguito alla sorella Angelina che, ancora in vita,
Sicilia “Jansonius 1630” la cedette alla sorella Marietta, moglie del conte Giuseppe Antonio
Salmeri, ufficiale medico e combattente della prima guerra mondiale,
originario di Santa Domenica Vittoria (CT) e trasferitosi a Cesarò per
esercitare la professione di medico.
Alla sua morte il fondo fu ereditato da Calogero Salmeri e quindi dai
figli di quest’ultimo, Salvatore e Giuseppe. La leggenda vuole che il
casato “Salmeri” sia originario della Spagna.

Conte Giuseppe Salmeri

RIFLESSIONI
Non si capisce perché ai proprietari del fondo è stato attribuito il sopranome
“calavrisi” (calabrese): forse perché i Pignatelli provenivano dalla Calabria?
Quel che è certo è che nel portale d'ingresso al fondo sono incise sulla pietra dei
pilastri da un lato le iniziali “F.Z.” (Francesco Zinno), e dall'altro la data “1841”; da
chi il Zinno (proprietario certo in quel periodo) abbia effettivamente acquistato il
fondo non si hanno però notizie.
È pure certo che la villa, o parti di essa, risalgono già alla fine del diciassettesimo
secolo; ciò avvalora l'ipotesi iniziale che il fondo potesse appartenere ai Pignatelli.

Fonti e Bibliografia
Testi e Stampe
- AAVV, Immagine della Memoria Acquedolci. Amministrazione di Acquedolci. Dicembre 1996,
CentroStampa di Capo d'Orlando.
-ARTALE CIRO, “Le chiese di Acquedolci”, in “Omnibus”, giornale telematico Proloco Acquedolci,
Acquedolci 2003.
- FARANDA PIERPAOLO, “La torre, il baglio e la residenza baronale nella marina dell' Acque Dolci.
Studi storici e ipotesi di recupero” in “Acquedolci: Tesori antichi di un giovane Comune”
Atti del Convegno. Dicembre 2002, arti grafiche Zuccarello.
- GERBINO M. CALCAVECCHIA G, CARONIA l'ambiente, la storia, l'uomo,
Palermo, 1988.
- MAGGIORE PERNI F, La popolazioni di Sicilia e di Palermo dal X al XVII sec.Palermo 1892.
- MANGO DI CASALGUARDO, Nobiliario di Sicilia, Palermo 1912-15
- MUGNOS F, Teatro genologico delle famiglie dei regni di Sicilia utra e citra,Palermo 1647-70. Portale di ingresso al Fondo.
- PIRRONE GIANNI, Isola del Sole, Architettura dei giardini di Sicilia, ElectaPalermo, 1994.
COLLEGAMENTI
Fonti verbali
- prof. Salvatore Salmeri e famiglia. È possibile raggiungere il fondo dove è ubicata Villa Nicetta attraverso l’autostrada
Siti internet Messina - Palermo e viceversa con uscita allo svincolo di Sant’Agata Militello, da
- www.google.it/immaginisicilia qui è possibile immettersi sulla Statale 113 per Acquedolci, una volta giunti nella
- www.prolocoacquedocese.it città recarsi in piazza Duomo; alle spalle di essa ha inizio la Provinciale 164 Nicetta,
- www.villanicetta.it
immettersi in essa e proseguire fino al km2 circa.
Catasto Borbonico

Autostrada Statale Provinciale Percorso

Stralcio IGM foglio 2523so e 2523 se, scala 1:25000 Carta catastale foglio n.16 scala 1:2000 Indicazioni sul percorso

Panoramica degli edifici che si affacciano sulla piazza

Università degli Studi di Palermo All. archh.: Carmelo Barberi, Antonio Chiovetta
Facoltà di Architettura Villa Nicetta
Tesi di Antropologia Culturale Acquedolci (ME)
Anno Accademico 2005-06

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