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PIER PAOLO PASOLINI Le ceneri di Gramsci Gli undici poemetti delle Ceneri di Gramsci vennero raccolti in yolume er la prima yolta nel 1957, in un momento piece Sue delicato per a cultura di sinistra, in crisi dopo !'«anno termibiles che aveva visto la con- danna di Stalin al XX Congresso del partito comunista sovietico ¢ la dram- matica invasione dell’Ungheria. Ebbero un successo di yendite insolito per un libro di poesia e provocarono accese discussioni tra i critici. Nelle Ceneri di Gramsci, scrive Giuseppe Leonelli nella sua prefazione, «la divaricazione tra ioe mondo, tra l'intelletuale borghese raffinato e il popo- lo, si risolve e si sublima sul piano estetico. Tra immagine della “vita pro- letaria” elaborata nella mente, rappresentata dalla figura di Gramsci, e Val- tra depositata nelle “buie viscere”, si crea una differenza di potenziale che produce un incessante passaggio di energia poetica». Cosi la creativita pasoliniana incendia anche quelle che considera le sue scorte, ¢ ne trae una fiamma di diversa:e vitale purezza. Le ceneri di Gramsci Le ceneri di Gramsci uscirono in volume nel 1957 e raccoglie- _ yano undici poemetti, tutti gia pubblicati (I/ pianto della scava- rice solo parzialmente), per la maggior parte in rivista, tra il 951 ¢ il 1956. opera cadeva in un momento particolarmente delicato per la cultura di sinistra, in crisi dopo l’«anno tertibile» (cosi sarebbe stato definito da Amendola il 1956) che aveva vi- , in rapida successione, il xx Congresso del Peus in Urss, con la condanna di Stalin, che tante speranze ma anche tanto scon- certo aveva suscitato, ¢ l’evento drammatico dell’invasione del- ngheria, cui segui la diaspora degli iscritti dal Pci, che s’era ‘schierato a fianco dei carri armati russi. In questo contesto, il li- ro di Pasolini, assemblato intorno al poemetto eponimo, che a spicco tra gli altri, giunse particolarmente ricco di un’‘at- ita politica e civile, anche se non é facile per il lettore odier- soprattutto quello pit giovane, farsi un’idea adeguata di verita il giovane Pietro Citati, che parlé di «poesia prefabbri- fata», mentre un illustre letterato della vecchia guardia, Giusep- De Robertis, si mostrd perplesso, ma non pregiudizialmente stile. Franco Fortini, come talora gli accadeva di fronte al ta- nto altrui, ebbe non poco da eccepire; Carlo Salinari, che non eva apprezzato nel 1955 Ragazzi di vita, questa volta riconob- aver di fronte «il primo libro di poesia della nuova genera- Vv zione veramente importante», pur appiattendo un po’ schemati- camente la «musa» pasoliniana nella . tema rimbalza dall’Appennino (titolo bertolucciano: si veda pennino rivisitato in Lettera da casa; tichiamano la poesia di értolucci anche il fondo pittorico del poemetto e la tecnica del- gettivazione) al Canto popolare e all’ Umetle Italia; passa, ad- cito dalla memoria personale, attraverso i Quadri friulani («Tu sai quel luogo, quel Friuli / che solo il vento tocea, ch’é un pro- fumo!») si attesta, nella sua versione pili nota, pit: dtammatica- Mente incisa, personalizzata e concettualizzata nel poemetto Le i dé Gramsci. Testo, questo, cosi ricco, come ha rilevato Wal- r Siti di «“indicazioni di lettura” dell’autore (lo “scandalo del itraddirsi”, il sottoproletariato ¢ i ritardi del Pci...)», da far so- are «i critici migliori». che~«il segreto dev’essere altrove». E segreto che scorrerebbe sotto la superficie del tema proble- matico dell’impegno civile, scandito dall'immagine purissima, Ix quasi francescana, di Gramsci giovane, «non padre, ma umile fra- tello», intento con la «magra mano» a delineare «l'ideale che illu- mina»: Siti lo definisce «un' onda di gioia prenatale», una sorta di «annullamento mistico» nella rappresentazione del reale. E questo il fiume carsico che attraversa tutta opera di Pasoli- ni (lo sentiamo circolare, in quuegli stessi anni, nel profondo di Ra- gazzi di vita), Pasolini ne aveva coscienza: nelle Certeri di Gramsci allude-a «qualcosa / di diverso, foise, di pit estasiato //e anche di pid umile, ebbra simbiosi / d’adolescente di sesso con morte...», Maé poi un segreto da scoprire, in contrasto con la falsa pista, de- viante, del motivo ideologico attestato alla superficie del carme? La passione pasoliniana é, giova ripeterlo, ubiqua, come tutto cid che appare estroflessione dell'io: essere con Gramsci © contro Gramsci, dentro ¢ fuori del mondo, chiuso in sé e smarrito nelle «pitt sperdute strade», sempre intento alla nostalgia del nido- grembo (ritorna il parallelismo con Pascoli ¢ s‘introduce anche un’armonica proveniente dal Penna di «Io vivere vorrei addor- mentato / nel dolce rumore della vita»), dove la vita coincide con il sogno di sé stessa¢ la morte non appare un’alterita inconcilia- bile, ma sottende ¢ nutre, quasi in ebbrezza sessuale, la vita. La divaricazione tra io ¢ mondo, tralintelletuuale borghese raf- finato ¢ il popolo, si risolve ¢ sublima sul piano estetico. Tra l’im- magine della «vita proletaria» elaborata nella mente, rappresenta- ta dalla figura di Gramsci, ¢ l'altra depositata nelle «buie viscere» («ma a che serve la luce?»), forse figura di grembo anch’essa; si crea una differenza di potenziale che produce un incessante pas- saggio di energia poetica. E la stessa che rende cos profonda- mente toccante, quasi insostenibile alla lettura il Piamto della sea- vatrice, fin dai primi, folgoranti versi: «Solo amare, solo il cono- sceré / conta, non l'aver amato, / non laver conosciuto. Da ango- scia / il vivere di un consumato / amore. anima non eresce piti», Pasolini amava ¢ insieme temeva quella che, nelle Cenert di Gramsci, definisce «V'estetica passione», ovvero «la stupenda, a- dusta sensualita / quasi alessandrina, che tutto minia / ¢ impu- ramente accende» nel «uoto della storia». Ma «lestetica pas- x " sioner, ovvero Pestetismo, cost sospetto alla cultura degli anni ‘Cinquanta, pud covesciarsi, quando si é poeti veri, in esiti inso- ) spettati. Ne @ un esempio il poemetto La Terra di Lavoro. Git definito da Pampaloni bellissimon, la critica I’ha saltato o se ne ‘@ occupato sempre di sfuggita, non di rado fraintendendone il | senso. E un testo straordinario ¢ ci presenta un'immagine del ~ popolo molto diversa da quella che appare negli altri pocmetti. ~ Tutto ¢ nemico alla gente miserabile che viaggia nel treno che va ‘verso Sud, anche la «vecchia passione» che illumina estetica- mente la pieta di chi la osserva, Pasolini disinnesca il proprio io e chiude il pocmetto in una sorta di silenzioso raccoglimento. | Dimostra, qualora se ne sentisse il bisogno, la riccheaza di una che sa incendiare anche quelle che si considerano le Ginseppe Leonelli Nota bibliografica » Pietro Citati, Le ceneri di Granasct, «Il Panto», 29 giugno 1957. iiuseppe De Robertis, La voce vera di Pasolini, «Tempo illustrato», 21 | novembre 1957; ora in Alero Novecento, Firenze, Le Monnier, 1962. ) Franco Fostini, Le poesie italtane dé questi anni. Pasolint, «ll Menabon, |) 2, 1960; ora in Sage? staliani, Milano, Garzanti, 1987. ” Cesare Garboli, Poesia,

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