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Analisi

I edizione: aprile 2006


Alberto Castelvecchi Editore srl
Via Isonzo, 25
00198 Roma
Tel. 06.8412007 - fax 06.85865742
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Art Direction: Elisa Passacantilli
Editing e impaginazione: Alessandro Carusi
Cover: Chiara Arnone
ISBN: 88-7615-116-8
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Filippo DArino

Manuale di sparizione
La sfida dellinvisibilit
nella societ del controllo

C AS T E LV E C C H I

Questo libro dedicato a chi, come A.R., ha provato a sparire senza


riuscirci come si deve. A chi sembra avercela fatta e in questo momento si
trova magari altrove, al sicuro. Infine a chi non sparir mai. E continuer
solamente a farci un pensierino, di tanto in tanto.

CONTENUTO

Manuale di sparizione
La sfida dellinvisibilit nella societ del controllo
Intro/outro
Cominciare a smettere
Piccole manovre di nuova consapevolezza
Verso lanima
Via dal corpo
Punti di fuga e nuove prospettive
Partire un po sparire
Il prezzo da pagare
Possibilit di morte civile
Fughe nellimmaginario
Fuggire fra le righe
Al centro della sparizione
Ringraziamenti
Bibliografia
Webgrafia

Intro/outro

Poich in apparenza noi fuggiamo verso la vita che


preferiamo, le nostre paure sono la chiave per
interpretare i nostri ideali. Ci che vogliamo figlio di
ci da cui vogliamo fuggire.
A. P HILLIPS
Sono appena sparito. Non stato piacevole, ma stato
facile.
H. HOUDINI

Hai mai desiderato sparire completamente? Se lo hai fatto, e anche se sei rimasto esattamente al
tuo posto, una minima parte di te potrebbe gi essere altrove. Ad aspettare che arrivi il resto,
preparando il terreno. Ad alimentare ogni possibile e imprevedibile paranoia, a rodersi il fegato,
senza sapere precisamente cosa fare. O a mettersi solamente il cuore in pace. Tutti desiderano
sparire, prima o poi, ma non tutti hanno voglia di ammetterlo. Forse perch, in apparenza, desiderare
di sparire suona come una sconfitta. Dopotutto, se si cerca di allontanarsi da qualcosa perch in
buona sostanza si ha paura di questo qualcosa, come fosse un pericolo, una minaccia. Qualcosa di
insopportabile, di ostile, insostenibile. E se invece questo desiderio non somigliasse affatto a una
sconfitta? Se fosse molto pi simile a una conquista?
Sparire pu significare parecchie cose. Tipo rendersi completamente invisibili al mondo (il piano
pi completo e complesso), sostituire il panorama o cambiare rotta, stravolgendo la propria
quotidianit, boicottare il Sistema e le Istituzioni cominciando da se stessi (altro piano piuttosto
ambizioso). Perdersi pi o meno consapevolmente sulle proprie ultime tracce. Trasformarsi.
Annientarsi. Ritrovarsi. Rifugiarsi in unidea. Rannicchiarsi per bene in una nuova filosofia di vita,
per ottenere come ultimo e definitivo risultato quello di smettere di essere quello che si (o quello
che non si mai stati), senza essere pi riconoscibili, rintracciabili, perseguitabili. Per diventare
qualcun altro. O nessun altro. Ipotesi che sembrano per lo pi azzardate, sovversive, macchinose ed
estreme. E lo sono. Ma che sempre di pi, invece, si rivelano anche del tutto spontanee, necessarie,
benefiche e, soprattutto, liberatorie.
La prima mossa utile per tentare di sparire completamente , naturalmente, iniziare a pensare di
poterci riuscire per davvero. Il desiderio che incoraggia la volont. La volont che sostiene il
desiderio. Bench le invitanti possibilit di questo desiderio solletichino un po chiunque e il solo
pensarlo stuzzichi molti, il realizzarlo invece concreta iniziativa di pochi. Che diventano
pochissimi nel caso si intenda realizzarlo proprio come si deve. In qualunque maniera e da qualunque
cosa si desideri sparire, con il solo pensiero non ci si muove di un passo. Daltro canto, trasformare

il desiderio in pensiero, il pensiero in azione e lazione in sparizione, seguendo una traiettoria che
sia il pi possibile consapevole, nitida ed efficace, un progetto tuttaltro che semplice. Progettare
linvisibilit.
Le prossime pagine non riguarderanno perci quelle sparizioni che sono il risultato di condizioni
forzate o involontarie e che da sempre rappresentano un ottimo materiale per le cronache di ogni
latitudine. Di persone che scompaiono perch costrette (uccise, deportate o sequestrate per ogni
bieco motivo possibile) pieno il mondo. Si tratta di episodi crudeli, violenti, preoccupanti, ma
anche molto comuni. Tolta la solita aura di morbosa e pornografica curiosit che scatenano
puntualmente, e con sempre meno clamore, non rappresentano pi sparizioni nuove, interessanti.
Rivelatrici. Largomento delle sparizioni forzate in realt verr sfiorato, ma solo occasionalmente,
per necessit contingenti, per similitudine diciamo. Non ovviamente questo il tipo di sparizione che
riguarda chi invece desidera sparire ed costretto/motivato a farlo spinto unicamente da urgenze di
tipo personale. Le due sparizioni, quella che potremmo definire libera e laltra, tristemente coatta, si
confondono comunque piuttosto facilmente. Travisarne il senso e le dinamiche, mescolarne le
implicazioni, in una direzione o nellaltra, piuttosto comune. In effetti, certi tratti, alcune
caratteristiche si sovrappongono in maniera sensibile. Osservate limmagine di un lupo e poi quella
di un coyote, da una certa distanza. Muso, coda, zampe, pelo, espressione minacciosa e guardinga.
Per certi versi si somigliano. Specie se non si esperti n di lupi n di coyote. Per non sono affatto
la stessa cosa.
Chi sparisce in maniera forzata o involontaria vittima di circostanze non desiderate. Chi invece
desidera sparire e decide di farlo vuole essere artefice estremo e consapevole del proprio destino
(con discrete possibilit di diventarne persino il carnefice, a dire il vero, ma questa solo la
peggiore delle eventualit possibili). Vuole forzare eventi, scardinare abitudini, cambiare. Mettersi
alla prova, attraverso passaggi indispensabili per attuare un piano che possa rispecchiare il pi
fedelmente possibile una precisa idea di salvezza, per quanto elaborata, personale, enigmatica o
assurda questa possa sembrare al resto del mondo. Ci sono sparizioni e sparizioni, quindi. E bench
le differenze sembrino sostanziali, restano dubbi e confusione sulla loro rispettiva natura e sui
differenti obiettivi. Forse perch lo sparire, indipendentemente dalle sue cause, unazione drastica,
inequivocabilmente eclatante. La sparizione di una persona, la sua fuga completa e definitiva, in fin
dei conti quanto di pi simile alla morte della persona stessa possa esistere. Stesso risultato, in
fondo. Invisibilit assoluta. Sempre e comunque una faccenda vistosa, anche quando non vorrebbe
esserlo affatto.
Cosa significa sparire? Perch si desidera sparire? Come possibile farlo? In quanti modi? Chi
potrebbe suggerirci come riuscire nellimpresa? Chi o cosa invece ce lo potrebbe impedire? Esiste
un percorso terreno, praticabile, oltre il quale si pu essere unaltra persona, in unaltra vita, in un
altro posto? E in caso contrario, ci sono forse delle alternative? Questo libro non avrebbe intenzione
di dimostrare nulla, a dire la verit. Ma vorrebbe almeno provare a mostrare qualcosa. Buona parte
di questo qualcosa riguarda il fatto che nella decisione di sparire (da qualcosa o da qualcuno e per
qualsiasi motivo), anche nelle scelte che sembrano le pi drammatiche, urgenti, confuse o disperate,
la fuga non quasi mai il principio della fine. Perch sparire significa soprattutto voler riapparire da
qualche altra parte. In questo senso, sparire non somiglia affatto alla morte ma, piuttosto, a unidea
estremamente personale di rinascita. Personale al limite dellegoismo, ma non solo. Positiva e
costruttiva, ma non sempre. Qualcosa di umano e di vitale, comunque. Qualche volta inevitabile. Pi
spesso, necessario. La carica positiva di chi ha deciso di tentare la sua personale via di fuga una
forza imprevedibile, che pu rivelarsi dirompente ed efficace o drammaticamente rovinosa. Pu

risolvere o dissolvere. una forza che pu alimentarsi di sincero altruismo, saggezza, volont
positiva o profonda spiritualit. Ma che pu anche trovare necessario supporto nel cinismo, nel
desiderio di rivalsa, nellodio, nellegoismo e in forme sempre pi eccessive di misantropia. Che
non sono cariche di segno irrimediabilmente negativo, anche se lo sembrano. Sono semplicemente
altre forze. Ci possono essere davvero ottimi motivi per decidere di sparire. Ce ne possono essere
di pessimi. E ce ne sono infine alcuni che non sembrerebbe nemmeno possibile definire in un senso o
nellaltro. Si pu fuggire in tanti modi diversi, da se stessi o dagli altri. In un fine settimana o
impiegandoci una vita intera. Si pu sparire senza muoversi di un passo o macinando decine di
migliaia di chilometri. Si pu fare da soli o con laiuto di qualcuno. Si pu fare con una carta di
credito o nel silenzio di una preghiera. Diventando invisibili. Restando visibili. Per soldi, per
disperazione, per ripicca o per pi che esclusivo sfizio personale. Con il proprio corpo o addirittura
senza. Tecnicamente, idealmente, realisticamente, sparire possibile. Anzi, una possibilit,
apparentemente troppo inverosimile per non suscitare un po di curiosit. Niente che si possa
rivelare con precisione fino in fondo, ma anche niente che non si possa tentare di esplorare il pi
possibile. Girandoci intorno, spiandoci dentro, ribaltando qualche domanda e facendo lo stesso con
altrettante risposte. Cercando di ricordarsi il pi possibile che lupi e coyote non sono la stessa cosa.
FILIPPO DARINO

Cominciare a smettere

La maggior parte delle cose che le persone desiderano


sapere sono quelle di cui solitamente non dovrebbero
immischiarsi.
G.B. SHAW
Sono fuori di me. E vorrei che non si sapesse dove.
DINO F.

Sullo sparire
Ipotizziamo che un individuo, lo chiameremo convenzionalmente Dino F., decida di cambiare
radicalmente la propria vita scegliendo di sparire progressivamente dalle proprie abitudini e da ogni
singolo dettaglio della propria quotidianit, comprese le frequentazioni (famiglia, amici, colleghi di
lavoro, conoscenze varie) e gli ambienti (dalla palestra al corso di restauro) della sua
apparentemente normale esistenza di quarantacinquenne separato, padre di una bambina, nuovamente
fidanzato da tre anni, laureato, proprietario di un appartamento e di una piccola barca, socio
affermato di uno studio di urbanistica, sportivo tuttaltro che dilettante, cuoco mancato e bricoleur
per passione. Dino F. avrebbe deciso di stravolgere ogni cosa. Di abbandonare tutto e di
ricominciare. Non sappiamo quali siano le sue motivazioni. Non sappiamo da cosa voglia sparire o
perch voglia farlo. Non sappiamo quale sia il suo piano, dove voglia andare e come intenda farlo.
Conosciamo solo le sue intenzioni, che poi si riducono a una soltanto: sparire. Prima dalle situazioni
di ogni giorno, una alla volta, con tutto il tempo che serve. Poi, necessariamente, ordinatamente,
anche da tutto il resto. La propria identit, le Istituzioni, lo Stato, la Legge, il resto del mondo.
Ammettiamo che nel maggio del 2005, alla fine, Dino F. ce labbia fatta sul serio. Sappiamo
perci che vivo (perch stato lui a farlo sapere) e che in buona salute (perch stato lui a
volerlo precisare). Ma nessuno sa dove sia. Quello che certo che non possiede pi la sua casa, la
sua auto e la sua piccola barca (tutte regolarmente vendute), e non pi nemmeno socio dello studio
di urbanistica (ne erano al corrente da tempo imprecisato solo il suo avvocato, il suo commercialista
e gli altri soci). Il suo conto in banca non esiste pi. E nemmeno carte di credito e conti correnti a suo
nome. Disdetto o cancellato ovviamente anche ogni tipo di contratto legale o contabile. Tutto sembra
essere stato estinto, smaltito, sfoltito, eliminato. Con estrema precisione e senza lasciare strascichi di
alcun tipo. Come Dino F. ci sia riuscito e perch nessuno saprebbe dirlo con certezza. Tranne Dino
F., naturalmente.
Immaginiamo adesso Dino F. qualche tempo prima della sua dipartita. Nel novembre del 2004,
insieme alla sua compagna Giulia D., anima con soddisfazione una delle affollate cene che solito

preparare per gli amici a riprova del suo grande spirito di convivialit e delle sue indubbie capacit
culinarie. Negli ultimi tempi le cene si sono fatte sempre pi frequenti. Dino ne organizza almeno una
alla settimana. Questo non impensierisce nessuno, naturalmente. Tutti partecipano sempre molto
volentieri alle sue cene. Giulia aveva cominciato a notare nel suo compagno (con il quale aveva
sempre condiviso una sincera e reciproca intesa affettiva, passionale, filosofica, persino politica) un
comportamento diverso dalla norma. Ma niente di cui fosse lecito preoccuparsi troppo. Un
comportamento insolito. Non sgradevole, non minaccioso. Solo un po strano.
Da qualche tempo Dino, nel bel mezzo delle sue cene, dopo aver gestito la situazione e ogni
dettaglio da perfetto padrone di casa ed essersi rivelato come al solito gran conversatore, aveva
preso la strana abitudine di dileguarsi improvvisamente, lasciando i propri ospiti in bala delle
amabili discussioni che era di solito lui stesso ad accendere e animare. Li abbandonava
letteralmente. Poco per volta, ma definitivamente. A un certo punto prendeva il suo bicchiere, si
allontanava di qualche metro e, senza dare nellocchio, restava per intere mezzore a fissare con
compiacimento e curiosit la tavolata, che intanto proseguiva per conto suo nel migliore dei
dopocena possibili. La sensazione di Giulia era che il suo compagno volesse prendere letteralmente
le distanze da quella situazione per lui pur cos consueta e gradevole. Come a volerla valutare con
uno sguardo distante e non troppo coinvolto. Come a volersene separare. Dino non mai stato
considerato come una persona eccessivamente riservata o poco incline a fare gruppo. Un uomo
discreto, piuttosto. Giustamente geloso della propria individualit e della propria privacy. Nessuno
si sarebbe mai sognato di giudicarlo un solitario. N tantomeno una persona triste o malinconica.
Innescare una conversazione, poi, specialmente a tavola, era sempre stata unattrattiva irresistibile
per unindole come la sua. Ecco perch quellatteggiamento era apparso a Giulia come uninsolita
forzatura. Perch lo era.
Dino F. avrebbe poi lasciato dietro di s, consapevolmente, alcune tracce capaci di fornire minime
rassicurazioni, ma nessuna spiegazione sul suo improvviso comportamento. Semplici messaggi di
saluto. Fatti pervenire ai diretti interessati (cio, nellordine, alla compagna, alla ex-moglie, alla
figlia e al suo migliore amico nonch ex-socio in affari) come plausibili segnali di congedo.
Necessari, coerenti rispetto alle idee di Dino, ma sostanzialmente incomprensibili per tutti gli altri,
che delle sue idee di fuga non conoscevano nemmeno lesistenza:
Cara Giulia,
se ti stai ancora domandando perch ho deciso di fare quello che ho fatto senza almeno provare a chiederti di farlo insieme a me,
smetti subito perch una cosa perfettamente inutile (e stupida). Sappi comunque che ti amo ancora. Non ho altre particolari
spiegazioni da darti, che tu ci creda o meno. Chiaramente ti risulter difficile credermi, ma ti voglio sempre un gran bene. qualcosa
di grande, di vero. Puoi credermi. Ed tutto. Questo potrebbe forse mettere in pari le cose rispetto allodio che immagino tu stia
nutrendo nei miei confronti? Non ne sono cos sicuro. Smetti di odiarmi, Giulia. Smetti di farti domande. una cosa perfettamente
inutile (e stupida). Io sto benissimo. Stai bene anche tu. Ti bacio.
Cara Sara,
ti affido il mio bene pi prezioso. Lunico che posso considerare davvero mio. So che ne avrai estrema cura. Non sono un padre
completamente sprovveduto e fra qualche anno capirai il perch. E lo capir anche Irene. Per quanto riguarda il resto non c nulla
che tu ti debba sforzare di capire circa il mio comportamento e le mie decisioni (ammesso che tu stessi prendendo almeno in
considerazione lipotesi di fare un tentativo del genere, cosa che, lo ammetto, mi lascerebbe sinceramente sorpreso). Abbi cura di te
e di nostra figlia. Ciao. Dino.
Cara Irene,
ricordi quando da piccola mi chiedevi che cosa avrei voluto fare una volta smesso di lavorare? Ti dicevo che sarei andato al centro
del mondo, a cercare diamanti grossi come mele. Sarei diventato un mostriciattolo simpatico, con la barba lunga e i piedi sporchi. E
sarei stato benissimo, lontano da ogni impiccio. Ricordi? Sappi che non sono certo al centro del mondo, in questo momento. E non
sono sicuramente in cerca di diamanti. Proprio per niente. Nessun impiccio in vista per il momento. E sai unaltra cosa? Non

somiglio a un mostro nemmeno per sbaglio. Sto bene e ti voglio un gran bene. Non smettere mai di pensarlo e di volermene
altrettanto. Pap.
Caro Sergio,
tutto quello che posso dirti, oltre al fatto che mi mancherai sicuramente perch sei stato un buon amico, che mi spiace averti
lasciato un po nei guai con il lavoro. Ma come dici tu, quando bisogna andare, bisogna andare. E io sentivo da tempo di dover
andare. Solo questo. Punto. Non credere che io sia pazzo. Ma ti concedo il privilegio di pensarlo. Mi sembra il minimo, in fin dei
conti. Ti abbraccio.

La storia di Dino F., per quanto fittizia, riflette uno schema-tipo piuttosto comune per chi decide di
sparire consapevolmente in una condizione di serena e apparentemente non problematica normalit
(una delle infinite condizioni possibili, tra le pi insospettabili e proprio per questo fra le pi
eclatanti). Leffetto sorpresa, la meticolosit, la fermezza e la mancanza di indizi utili, tranne forse
qualche minimo, strano comportamento, sono tutti elementi che appartengono a molti dei tentativi
migliori. Quindi, per ipotesi, Dino F. sparito. Cosa si lasciato alle spalle, tolto il suo improvviso
e apparentemente inspiegabile nulla?
A) Innanzitutto, qualche ipotesi: perch sparito?
B) Poi, le possibili dinamiche: come ha fatto?
C) Infine, le conseguenze: che ne sar di lui?
A) Dino era ormai stufo marcio di tutto. Aveva maturato questa consapevolezza in una maniera che
aveva sorpreso lui stesso, per primo. Voleva ricostruire da capo il suo mondo a partire proprio dalla
sua esistenza. Fiacca e prevedibile, nonostante tutto. Oppure era pazzo. Segretamente pazzo. O forse
aveva una doppia vita e la necessit di gestirne una soltanto (evidentemente, laltra). Oppure aveva
accumulato debiti dei quali nessuno era al corrente. O peggio, si era reso colpevole di una frode, di
un grave reato, di un omicidio. Forse aveva deciso di abbracciare una nuova forma di spiritualit e di
donarsi completamente e segretamente al suo nuovo dio.
B) Dino aveva affidato la sua fuga a una delle decine di organizzazioni rintracciabili via Internet
che si occupano di faccende del genere dietro lauto compenso. Ecco dove era finita una parte
consistente dei suoi risparmi. Unaltra identit, unaltra occupazione, unaltra casa e una copertura
perfetta ed efficace in uno sperduto staterello dellAmerica del Sud. Tutto pianificato con cura e
senza preoccupanti margini di errore. Forse invece aveva fatto tutto da solo, smaltendo ogni sua
traccia dopo mesi di segreto e precario lavorio. E si era rintanato in uno sperduto capanno di
montagna escogitando qualche efficace boicottaggio contro una potente multinazionale dalla quale si
sentiva minacciato da anni, senza che nessuno ne fosse al corrente. Oppure aveva cambiato
fisionomia e adesso lavorava a tempo pieno per i Servizi Segreti (come aveva sempre fatto, ma
solamente part-time). O infine, poteva aver deciso di attraversare loceano in solitaria diretto verso
una meta stabilita e gi predisposta ad accoglierlo (e parte dei suoi beni erano stati investiti
nellacquisto di una barca a vela nuova di zecca).
C) Dino sarebbe sparito bene e con successo. Per sempre. Oppure non avrebbe resistito a lungo.
Emotivamente sarebbe crollato molto presto. I suoi documenti falsi non sarebbero riusciti a coprirlo
per troppo tempo. La Polizia si sarebbe messa facilmente sulle sue tracce. Si sarebbe cacciato in
qualche guaio serio con una banda di narcotrafficanti che avevano deciso di offrirgli adeguata
copertura in cambio di qualche commissione. Queste naturalmente sono solo una minima parte delle
possibili ipotesi, dinamiche e conseguenze a disposizione di chi resta a osservare la sparizione
volontaria di qualcuno. Per chi impegnato nel tentativo, leventualit di ricorrere in una di queste

previsioni tuttaltro che improbabile. Senza contare tutte le altre. Quelle eventualit semplicemente
catastrofiche, negative, irrisolvibili, fallite in partenza e mai pi recuperabili. Ma la sola eventualit
che conta davvero per chi intende sparire non ha spesso niente a che vedere con soluzioni che
abbiano un giustificabile perch. Al di l dei motivi possibili, la sola eventualit che conta unaltra.
Precisamente:
A) Farcela.
B) Farcela.
C) Farcela.
E per quanto riguarda quel misterioso e apparentemente forzato accenno di irregolarit nel
comportamento da dopocena di Dino F., ipotetico fuggitivo modello? Come tentare di decifrarne il
senso, eventualmente? Abbandonare il campo nel momento pi eclatante della serata cosa poteva
significare per un uomo che si preparava a una radicale e azzardata rivoluzione della propria
esistenza? Era un momento di intima malinconia? Era un modo per prepararsi al distacco, poco per
volta? Era un sottilmente cinico espediente per raggirare contemporaneamente tutte le sue conoscenze
e dimostrare a se stesso il proprio segreto potere e la propria ferrea, nuova e sconvolgente
consapevolezza?
Dino luomo qualunque che decide per la fuga. La cena potrebbe rappresentare allora la sua
esperienza complessiva di individuo, la macrosituazione dove si confrontano i suoi affetti, dove
vengono espresse al meglio la sua individualit e le sue qualit. Se la tavolata il contesto (sociale,
individuale) di riferimento, per quale motivo si pu decidere di prenderne le distanze? Ma
soprattutto, perch farlo se la cena ottima, gli ospiti sono gradevoli e la conversazione amabile?
Forse perch anche quella che appare come la pi serena e limpida delle situazioni pu riservare
perplessit e dubbi improvvisi, conflitti irrisolti, ansie, paure e desideri che potrebbero rivelarsi non
facilmente condivisibili dal proprio contesto di riferimento. Oppure perch tutto quello che sempre
sembrato ottimo, allettante e amichevole, potrebbe iniziare a rivelarsi sotto una nuova prospettiva.
Non pi invitante, non pi amichevole, per niente allettante.
Alcune persone non cambiano, mentre le situazioni intorno a loro si evolvono. A volte, invece, le
situazioni rimangono le stesse di sempre, e sono le persone a cambiare. La differenza fra le due
condizioni pu generare la stessa tensione, la medesima predisposizione al distacco. Per questo si
pu decidere di vivere in perenne conflitto con se stessi e il proprio mondo. Oppure, per gli stessi
inevitabili motivi, si pu decidere di prendere seriamente le distanze da tutto. A partire da una cena
apparentemente perfetta.
In prima sintesi:
Abituale confronto rispetto a una situazione gestibile.
Necessit di una nuova valutazione.
Improvvisa consapevolezza e ricerca di nuove motivazioni.
Necessit di una nuova prospettiva.
In seconda, ed estrema sintesi:
Coinvolgimento.
Conflitto.
Rifiuto.
Fuga.

Nuovo disadattamento
Lavvio di un qualsiasi desiderio di fuga necessariamente unipotesi di tipo sovversivo. Fuga
disperata, rinuncia sistematica, drastico cambio di rotta o rielaborazione del proprio essere parte di
una societ organizzata, il desiderio di sparire completamente qualcosa che dovrebbe riuscire ad
essere eclatante rimanendo al tempo stesso discreto, sotterraneo, invisibile. Per il potenziale
fuggitivo tutto ci che altro da s ha, per un motivo o per laltro, infinite possibilit di trasformarsi
in qualcosa di ostile, da cui bene mantenersi a debita distanza. Dalla singola persona, al gruppo,
per arrivare allintero contesto sociale e al suo Sistema, fatto di gerarchie, Istituzioni, vincoli e
burocrazia. Iniziare a mettere in pratica unidea di fuga significa per molti versi iniziare a
predisporre una situazione di progressivo allontanamento da tutto ci che pu diventare un ostacolo
fra se stessi e la nuova idea di s. In pratica, progressivo e necessario disadattamento, secondo
unaccezione del termine che dovrebbe perdere la sua sostanziale negativit, per diventare
innanzitutto una possibilit. Smettere di appartenere a unidentit, a un contesto e a tutta una serie di
convenzioni sociali una questione di consapevole, positivo e dinamico disadattamento. La formula
di un malessere che vuole trasformarsi in un nuovo benessere, riorganizzandosi seguendo regole non
necessariamente riconosciute e istituzionalizzate. Non normalmente condivisibili. Fuori da ogni
possibile normalit sociale. In cerca di una nuova normalit.

Nuovi egoismi
Pu capitare che la volont di sparizione venga assimilata al desiderio di suicidarsi. Forse perch
chi intende togliersi la vita vorrebbe effettivamente fuggire da un confronto diretto e insostenibile con
se stesso, con gli altri o con qualsiasi altro ostacolo. Il risultato del suicidio, cos netto,
inequivocabile, indipendentemente dalle cause, rappresenta un approdo che non ammette repliche o
ripensamenti. Qualcosa di inutile, improduttivo. E in pi niente affatto discreto. Si tratta di una resa
totale, di un abbandono senza condizioni, negativo e realmente vigliacco. Esattamente il contrario di
una sana e risolutiva sparizione, negativa ed egoistica solo in apparenza. Si portati a pensare, quasi
per una sorta di automatismo, che chi fugge sia sostanzialmente un vigliacco. Il che in un certo senso
vero. La fuga, intesa come sparizione, abbandono, rinuncia, unisce sicuramente una certa dose di
meschinit, di paura (spesso incontrollabile) e di vigliaccheria. A meno che non si tratti di salvare
semplicemente e istintivamente la pelle, quindi, nessuna interpretazione positiva della fuga
sembrerebbe reggere. Tranne forse, tatticamente parlando, quando si tratta di ritirata. Ma
davvero, sempre, vigliaccheria? pi vigliacco chi tenta di fuggire dalla propria esistenza
lasciandosi alle spalle tutto (famiglia, lavoro, impegni e responsabilit) oppure chi non fugge affatto
scendendo a pesanti compromessi con quelle che ha creduto essere le sue uniche e migliori conquiste
(famiglia, lavoro, status, ecc.)? Legoismo diventa quindi un concetto relativo. Se la fuga pu essere
vista come una nuova forma di impegno e se sparire pu essere considerato come un atto di coraggio,
legoismo pu essere una nuova forma di altruismo. Il proprio bene spesso anche il bene degli altri.
E poi, generalmente, chi si ferma perduto. Mentre chi si muove, no.

Verso la sparizione: conti alla rovescia

Cinque: oppressione ambientale


La pressione esercitata dallambiente sullindividuo una delle cause capaci di spingere pi
lontano. Ambiente inteso nella sua accezione pi totale: dalle caratteristiche fisiche e geografiche del
territorio alle implicazioni dettate dal ruolo della famiglia e delle Istituzioni. Lindividuo che sente
minacciata la propria sensibilit (che anche sensorialit) inizia a subire attacchi imprevedibili. A
cominciare dai cinque sensi, ogni tipo, ogni estensione del sentire individuale inizia a mostrare
decisa insofferenza verso segnali di disturbo che diventano progressivamente insostenibili. La natura
del problema pu divenire tangibile e riconoscibile (chiara insofferenza verso inquinamento sonoro,
aria malsana, spazi ristretti e opprimenti) o non strettamente circoscrivibile (disagio, paura, senso di
inadeguatezza rispetto al contesto sociale di riferimento). Il fastidio iniziale pu attingere da ogni
fonte possibile, stratificandosi in una serie di disagi sovrapposti, che diventano complementari. Il
traffico diviene insopportabile, la famiglia una morsa poco rassicurante, la Natura appare ostile e
irrimediabilmente compromessa, il lavoro si appropria sistematicamente delle abitudini, del tempo e
della libert individuale, senza promettere nulla di davvero esaltante, lo Stato e la burocrazia
opprimono pi di quanto sembrerebbe lecito sopportare, il disorientamento generale e un malessere
diffuso hanno la meglio su unidentit, un comportamento e un ruolo che sembravano gi
definitivamente stabiliti. Lambiente diventa ostile secondo ogni estensione possibile. Il disagio
diventa paura, paranoia, desiderio di rivalsa. Poi, eventualmente, volont di cambiamento. La fuga si
presenta a questo punto come una possibile soluzione. Il passo successivo organizzarla rendendola
una strada praticabile verso la salvezza. Attraverso i sensi, proseguendo lungo lestesa periferia che
si apre da ogni individuo verso il proprio ambiente di appartenenza, i motivi per sentirsi oppressi e
motivati a una qualche forma di reazione possono crescere in maniera esponenziale. Con conseguenze
minime, trascurabili e innocue. Oppure clamorose, eclatanti ed estreme.
Quattro: contesti e pretesti
La storia personale dellindividuo e il suo contesto (storico e sociale) di appartenenza sono mondi
continuamente in contatto e, nella loro complementarit, possono influenzarsi profondamente a
vicenda. Cos, se linsofferenza personale pu nutrirsi di malesseri di tipo sociale o diventarne la
diretta conseguenza, un malessere intimo pu crescere e ingigantire la propria portata fino a scaricare
tutta la sua tensione allesterno, arrivando a coinvolgere altre persone attraverso dinamiche che
possono avere anche profonde implicazioni di gruppo. Prendere progressivamente le distanze dalla
propria famiglia fino a sparire del tutto qualcosa di differente dallarrivare a fare i conti con
lintero Sistema e fuggire dalla sua portata. Anche se un percorso non esclude laltro. Ed entrambi
possono avere numerosi punti di contatto.
Il contesto storico, inteso come realt politica, socioeconomica e culturale, un contenitore ampio
e imprevedibile, strutturato per livelli sovrapposti e comunicanti. Difficile da circoscrivere. Per il
singolo individuo, un punto di vista complessivo, lucido e disincantato sul Sistema, che contenga ogni
suo panorama di riferimento, unimpresa tuttaltro che scontata o prevedibile. Organizzare la
propria personale dipartita dai malesseri e dalle frustrazioni indotte anche solo da una minima parte
del Sistema non permetter mai di sottrarsi completamente alle future rappresaglie del Sistema
stesso. Inteso nella sua complessa totalit. Ogni scelta individuale, ogni movimento influenza ed
influenzato a sua volta da meccanismi perfettamente innescati, pronti a reagire, per mettersi in
funzione e spingersi ovunque possano farlo le intenzioni di un fuggitivo. Con ogni pretesto possibile.
Ma, certamente, non tutti quelli che desiderano sparire nutrono unincontenibile brama di giustizia.
I motivi di chi fugge, desiderando cancellare e riprogettare la propria esistenza, possono essere ben

pi egoistici, o dettati da cause contingenti pi o meno pressanti. Niente di necessariamente nobile a


tal punto da innescare frustrazioni di portata universale. Pi semplicemente, oppressione ambientale
pu significare non riuscire pi a gestire una situazione di forte stress, sfiducia o mancanza di
motivazione. Oppressione da contesto storico pu essere il rifiuto improvviso del proprio status
(pericolosamente precario, precariamente agiato) o delle aspettative e delle frustrazioni legate al
mantenimento e alla difesa della propria qualit di vita.
Tre: impeto del momento
Alzarsi una mattina e non poterne pi. Lasciarsi andare a pensieri ingovernabili, armarsi di
improvvise intenzioni e scaricare in maniera imprevedibile e distruttiva ogni frustrazione possibile.
Oppure, alzarsi una mattina e prendere confidenza in maniera un po pi decisa con le solite
questioni che tormentano da sempre, provando a organizzare finalmente una reazione in maniera
saggia, ponderata e imprevedibile. Oppure, semplicemente, alzarsi, lasciare tutto cos com e
andarsene senza nemmeno prendere fiato.
Ogni sparizione che si rispetti deve poter contare in qualche misura sul fattore sorpresa. Ci sono
fughe talmente improvvise da risultare spiazzanti anche per il fuggitivo stesso. Fughe apparentemente
non meditate, non organizzate, ma che possono risolversi comunque con esito positivo.
Limprovvisazione pu essere un buon sistema per non essere prevedibili. Ma impostare la propria
fuga strada facendo pu anche rivelarsi una tattica fallimentare, che genera errori su errori. Anche
clamorosi. Sparizioni di questo tipo, realmente improvvisate (e non sapientemente costruite per
sembrarlo e basta), sono naturalmente le pi rischiose. Chi non sa esattamente quello che sta facendo
corre seri rischi di non riuscire a pianificare con coerenza nessuna delle necessarie ed efficaci mosse
da compiere in futuro. Ritrovandosi magari smascherato e riportato alla realt da evidenze semplici e
implacabili (una carta di credito, un codice a barre, una targa automobilistica). Quello che sembra
autentico impeto del momento ha sempre un che di spettacolare. Non tanto per possibilit di mettere
in scena chiss quali colpi di teatro, quanto per la capacit improvvisa, assoluta e indecifrabile di
presentare una situazione di vuoto davvero eclatante. Un niente fatto di indizi per lo pi poveri e
inspiegabili (le classiche chiavi nella toppa, la sigaretta che ancora brilla nel posacenere, la spesa
sulluscio, il portafogli sul sedile della macchina).
Da una scheda del programma Chi lha visto?
[puntata del 29 novembre 2004]
SOGGETTO: Giampiero La Mattina, detto Nan
ET (al momento della scomparsa): 54
STATURA: 1,70 m
OCCHI: azzurro-verde
CAPELLI: bianco-biondi, corti
SCOM PARSO DA: Lido dei Pini, Ardea (Roma)
DATA DELLA SCOM PARSA: 9 giugno 2004
Alle 11 del 9 giugno scorso, Giampiero La Mattina, detto Nan, di origine siciliana, sarebbe tornato a casa per recuperare alcuni
attrezzi. Dopo un alterco con la moglie, avrebbe preso un ombrellone da spiaggia e si sarebbe allontanato. La moglie stessa lo
avrebbe visto andare via su unauto blu guidata da uno sconosciuto. Da quel momento se ne persa ogni traccia1.

Nel suo disegno, semplice e al tempo stesso bizzarro, questa sparizione risulta totalmente
improvvisata e altrettanto totalmente riuscita. La fuga c. Improvvisa e, apparentemente, del tutto
consapevole nella sua atipicit: a scatenare tutto, pi di un profondo e irrisolto malessere
esistenziale sembra essere bastato un quotidiano alterco familiare. Invece di un volo aereo sola
andata sembra sia stato sufficiente un banale passaggio in auto. Al posto di un minimo bagaglio

allestito in fretta, solo un ombrellone da spiaggia (dettaglio assurdo a tal punto da risultare
misterioso).
Fino ad oggi, nessuno sembra ancora sapere con precisione quale scintilla abbia acceso la miccia
dellordigno Nan. Potrebbe essere stata realmente una decisione fulminea e improvvisa, quindi
praticamente impossibile da decifrare? Puro impeto del momento? O stata invece una fuga meditata
a lungo e volutamente mascherata da gesto insano, improvviso e apparentemente assurdo? Nessuna
traccia, nemmeno vaga, lascia attualmente possibilit di comprensione per la piccola voragine
generata da questa fuga. Se Nan sta bene, comunque, se contento e soddisfatto di quello che ha
fatto, se nessuno lo ha manipolato o plagiato per un qualche motivo usando la sua sparizione a
beneficio di un risultato che non solo ed esclusivamente a favore di Nan stesso, allora Nan
sparito davvero. Secondo modalit e schemi completamente chiari solo a lui.
Due: colpe in sospeso
La spinta di un grande senso di colpa pu scagliare molto lontano. La consapevolezza di doversi
riscattare da un debito (sia di tipo materiale, sia di tipo emotivo) o da una colpa (realmente
perseguibile o meno) diventati ingestibili o irrimediabili pu portare facilmente al distacco, alla
ricerca di invisibilit, allabbandono. Il risultato pu diventare una fuga volontaria e obbligata al
tempo stesso. Unico rimedio possibile per sottrarsi al peso della responsabilit e per non aggiungere
danno al danno, per troncare di netto una situazione ingovernabile. In questo, le fughe scaturite da
sensi di colpa pi o meno profondi somigliano per certi versi ai tentativi di suicidio. Che sono
spesso cercati anche come punizione, espiazione, forma definitiva di vittimismo. Alcune fughe
generate da un profondo senso di colpa possono evolversi imprevedibilmente fino ad approdare a un
risultato diametralmente opposto al problema originario. Sparire dal problema diventa un buon
pretesto per capovolgere totalmente la situazione, in un senso che se non possibile definire
risolutivo pu almeno essere considerato positivo. Manda in bancarotta lazienda. Accumula debiti
per miliardi. Abbandona tutto. Moglie, figli, casa e impresa e ogni responsabilit. Diventa
missionario di pace in Botswana. Il senso di colpa e il debito morale si trasformano in una
inevitabile e decisa forma di personale redenzione.
Uno: predisposizione personale
Una naturale e innata predisposizione alla fuga sembra sedimentare come parte dellesperienza di
vita di chiunque. A cominciare dallinfanzia, con la ricerca e la conquista spesso quasi ossessiva di
nascondigli segreti, amicizie invisibili, angoli privati del tutto inaccessibili al resto del mondo. Fino
a dimensioni pi mature, intime e altrettanto ostinate di volontario isolamento. A seconda delle
caratteristiche della persona, estrema sensibilit, un atteggiamento eccessivamente consapevole e
critico verso il mondo, un crescente senso di disagio e di paranoia possono rivelarsi in ogni
momento, opportunamente stimolati, come eccellenti induttori. Capaci di nutrire ogni minima e
naturale predisposizione alla fuga, ogni esperienza di sparizione acquisita per conoscenza diretta e
personale, fino alla produzione di reazioni e risultati significativi.
Il gioco del sospetto
I bambini hanno la possibilit di sperimentare il sospetto, la paranoia e il desiderio di distacco dal
mondo sotto forma di esperienza ludica. Si tratta di una fase di confronto rispetto allambiente
circostante che si verifica allincirca fra i tre e i cinque anni. Proprio quando il bambino inizia a
verificare la propria unicit e onnipotenza. il periodo in cui si avverte il distacco fra ci che si

cominciato a conoscere e a esplorare per intero (se stessi) e tutto il resto. Ci che diverso, alieno,
misterioso, altro. Nuovo e accessibile. Attraverso il gioco, i bambini verificano in maniera critica il
rapporto con gli altri individui che sono protagonisti del loro quotidiano. Un esempio: giocare a
sfuggire, a nascondersi, a individuare il momento esatto in cui gli altri (altri bambini o i grandi)
smettono di apparire per quello che sono per trasformarsi in mostri. Avversari ostili. In questo
gioco il bambino crede di essere lunico vero, e di doversi destreggiare (a suo piacimento, secondo
dinamiche di tipo ludico) di tanto in tanto fra individui costantemente impegnati a non mostrare la
loro vera identit. Il nascondiglio del bambino, contro i mostri proiettati dalla sua realt, diventa la
sua consapevolezza di essere capace di controllare la situazione.
Sulla diffidenza e lonnipotenza come elementi ludici connaturati nel comportamento infantile,
Roger Money-Kyrle ha dimostrato con i suoi studi che, ad esempio, per ogni bambino persino la
propria madre pu rappresentare ogni cosa buona e, al tempo stesso, ogni cosa cattiva. Il bambino
pu cio elaborarne la presenza a suo piacimento. Questo perch in grado di vivere e metabolizzare
le proprie emozioni, piacevoli e spiacevoli, animando entit e situazioni illusorie. Sperimentando il
confronto con laltro. In questa fase, quindi, il bambino tende ad assimilare e a proiettare figure e
situazioni fantastiche che egli stesso crea, attraverso una sua personale elaborazione creativa del
piacere e del dispiacere, di ci che pu soddisfarlo e di ci che pu invece indurlo a vivere qualcosa
di molto simile a unautentica frustrazione. Questi fantasmi giocattolo che alimentano entit e
situazioni illusorie non hanno necessariamente un valore di tipo psicotico. Si tratterebbe di ansie
realmente persecutorie solo se il bambino smettesse di giocare e cominciasse a sentirsi realmente
minacciato dalle sue creazioni. In teoria, quindi, se unentit nemica viene interiorizzata, il
bambino pu finire davvero con lavvertire la minaccia dentro di s. Ma i bambini sembrano riuscire
ad andare oltre tutto questo in maniera spontanea. In quel processo che lo stesso Money-Kyrle ha
definito maniacale, il bambino elabora le proprie presenze cattive, identificandosi con esse a tal
punto da far scaturire un particolare senso di onnipotenza in grado di annullare il conflitto (in pratica:
Se sono io stesso lentit cattiva di cui avevo tanta paura, non devo avere pi paura di nulla).
interessante notare che, secondo le teorie di Money-Kyrle, questo atteggiamento rappresenta un
paradigma essenziale della psicologia di guerra delladulto. Un prototipo. La portata conflittuale di
questo processo contiene in s i conflitti in grado di evolvere e maturare fino a esplicitarsi (quando
magari il nemico smette di essere immaginario a tutti gli effetti e diventa reale nel reale) in una
concreta propensione allattacco. O al distacco. Fino a una radicalizzazione distruttiva e conflittuale
del rapporto con laltro. Se nellesperienza di amore e di incontro lesistenza dellaltro
indispensabile allesistenza di s fino a diventare costitutiva del S, nellesperienza di odio, conflitto
e rifiuto, al contrario, lesistenza dellaltro sentita come negatrice e distruttrice della propria
identit.

Breve fenomenologia del nascondiglio


In una qualsiasi fuga la ricerca del possibile rifugio questione di importanza cruciale. Il
nascondiglio, per molti versi, coincide con lidea stessa di fuga. Sparire implica la realizzazione di
un luogo predisposto ad accogliere la sparizione e a gestire lassenza da essa generata. Il
nascondiglio pu quindi essere considerato il punto di partenza, prima ancora di diventare punto di
arrivo, perch una fuga riuscita deve necessariamente (e molto realisticamente) presupporre un
rifugio altrettanto riuscito. Il nascondiglio il mondo nuovo, lalternativa possibile, il nido

accogliente per una nuova identit, la disponibilit di una minima sicurezza in una condizione di
costante precariet. Niente di ci che lo riguarda dovrebbe essere lasciato al caso. Prima di
diventare un luogo fisicamente tangibile, nei pensieri del fuggitivo il nascondiglio innanzitutto un
contenitore di possibilit, accudito gelosamente da unidea ben disposta alla rivoluzione. un luogo
astratto che ha bisogno di organizzarsi. Per diventare in seguito un piano concreto e per trasformarsi
in un rifugio a tutti gli effetti.
Tane!
Una certa propensione allinvisibilit e al rifugio pu essere considerata come un istinto innato e
universale. La situazione che corrisponde in tutto e per tutto alla prima esperienza di tipo
ambientale di ogni essere umano, lutero, attraverso il trauma della nascita, scatena la rinuncia
definitiva al luogo accogliente e sicuro per eccellenza. Essere stanati quindi unesperienza
sostanzialmente comune a tutti. In questo senso la ricerca del nascondiglio, che nel bambino viene
interiorizzata attraverso dinamiche di tipo ludico, potrebbe essere lelaborazione di una necessit
primaria, che rappresenta ancora unesperienza vicina nel tempo.
Molti giochi che appartengono alla prima infanzia (e a tutte le fasi lungo quellarco di crescita e
scoperta che si conclude verso i dodici anni e che viene definito et evolutiva) sono molto spesso
basati sullesplorazione e sulla ricerca di una dimensione fisica privata e il pi possibile invisibile
al resto del mondo, che culmina nellindividuazione o addirittura nella costruzione di un rifugio.
Oppure in precise dinamiche di occultamento e ritrovamento: come fingere di sparire, farsi
cercare, rendersi o credersi invisibili. Per la formazione del bambino importante poter disporre di
un luogo segreto, inaccessibile e privato, dal quale osservare e interiorizzare il mondo secondo le
proprie esperienze ancora in fase di elaborazione. Un luogo dal quale interpretare le cose/difendersi
dalle cose/nascondersi dalle cose, secondo una logica di piccola, ma naturale e assoluta onnipotenza.
Lindividuazione di un nascondiglio permette al bambino di modellare e verificare le proprie
esperienze in modo creativo e immaginifico. Personale e, a suo modo, ideale. Distante da ogni
problema che possa rivelarsi fastidioso, da ogni minaccia. Non c da stupirsi che lidea di
nascondiglio abbia un fascino del tutto particolare. In questa dimensione ogni aspettativa e ogni
desiderio possono molto comodamente diventare realt. Questo schema desiderio-nascondigliorealizzazione alla base della maggior parte delle fiabe e dei fumetti di maggior successo. I
protagonisti di storie che illustrano dinamiche di questo tipo conquistano e catturano molto facilmente
lattenzione dei bambini e dei ragazzi, realizzando completamente quello che impossibile realizzare
altrimenti. La dimensione fantastica, che viene per percepita come possibile, organizza e realizza
mondi ideali dove ci si pu nascondere, essere altro, cambiare tutto. Luoghi, situazioni e personaggi
sono molto spesso caratterizzati da profonde esperienze di trasformazione e realizzazione attraverso
il viaggio e la fuga verso mondi immaginari o pianeti lontani. Laltrove perfetto.
Nel caso dei supereroi, ad esempio, la dinamica del nascondiglio cruciale. Sia che si tratti, come
nella maggior parte dei casi, di occultamento della propria identit (Superman, Spider-Man,
Batman), sia che si tratti di una condizione di vita distante dalla normalit, perch appartenente a una
situazione di non-normalit (X-Men). Quando i supereroi non entrano in azione, e non vivono
pienamente la loro dimensione nascosta, sono solitamente eccentrici eremiti (Batman), esiliati
planetari (Superman), cauti e segreti disadattati (Spider-Man, Hulk). Tutti si realizzano pienamente
solo nella loro unica, speciale e segreta natura.
Mura di casa e rifugi universali

Trovare un rifugio sicuro e mantenerlo unimpresa destinata a rimanere costantemente in bilico


su una lunga lista di situazioni impreviste. Soprattutto per questo motivo, predisporre un nascondiglio
in maniera efficace, adattandolo alle proprie necessit e alla realizzazione dei propri desideri,
dovrebbe essere unazione da compiere con estrema meticolosit. La qualit del nascondiglio
rappresenta una sostanziosa percentuale della riuscita di unintera fuga. Perch il nascondiglio
lessenza della fuga stessa, il suo effetto e il suo completamento.
Bench sia possibile escogitare possibilit di rifugio in migliaia di differenti soluzioni, ognuna di
esse riconducibile (opportunamente ridotta alle implicazioni essenziali) a due sostanziali categorie.
Due tipologie semplici e lineari che sono per molti versi la matrice primaria per ogni ulteriore
possibilit. Al primo tipo corrispondono tutti quei nascondigli che presentano oggettive limitazioni
per quanto riguarda la logistica e la disponibilit di spazio. Sono le tane vere e proprie. Rifugi
minimi, attrezzati come piccoli bunker, singole stanze, capanni sperduti, soffitte invisibili. Luoghi
dove lo spazio quasi azzerato e le necessit si riducono al massimo, organizzate secondo
limprescindibile logica della limitazione e dellinvisibilit. Con poche (accuratamente predisposte)
o nulle possibilit di contatto con il mondo esterno. Sono luoghi ambti per quegli individui che
desiderano ridefinire o occultare la loro nuova identit scegliendo di limitare sensibilmente il
proprio ambiente e il proprio raggio dazione. Una sorta di reclusione volontaria che, bench
angusta, possa risolversi nella pi funzionale e organizzata delle maniere.
Il fenomeno degli otaku giapponesi rappresenta una variante fra le pi attuali di questo tipo di
scelta/soluzione. Il termine otaku, che significa letteralmente casa propria, indica la solitaria
filosofia di vita dei patiti di fumetti manga e anime, che scelgono volontariamente di rinchiudersi
letteralmente nella propria stanza, riducendo al minimo i contatti con lesterno: si tratta soprattutto di
adolescenti giapponesi maschi che vivono la propria esistenza in una dimensione ipertecnologica a
misura individuale. Bench lOccidente ne abbia in parte ridefinito il senso (come in una versione
attualizzata del classico nerd bostoniano), il significato originario del termine negativo. Nel Paese
del Sol Levante gli otaku spesso si lasciano andare a eccessi inimmaginabili, raggiungendo limiti
estremi di isolamento e trascuratezza. Situazioni di questo tipo possono anche non prevedere una fuga
totale e irreversibile, ma rappresentano in molti casi la piattaforma ideale per una condizione (anche
protratta) di distacco volontario e organizzato dal mondo, destinata a evolversi ulteriormente e,
spesso, definitivamente. In maniera sostanzialmente opposta alla prima tipologia di rifugio, che limita
e costringe secondo coordinate di tipo logistico e ambientale definite al metro quadro, esiste un
versante di possibili soluzioni che spingono invece allesplorazione, allesterno. Al vago e
allindefinito. Soluzioni che trovano possibilit di rifugio in situazioni, pi che in luoghi. Situazioni
spesso itineranti e mai completamente stabili e definitive, senza precisi punti di riferimento che non
siano unicamente di tipo personale, ideologico, mentale. Chi decide di sparire per ricongiungersi
con la Natura, diventare un altro in una nuova forma di spiritualit, potrebbe certamente cominciare
scegliendo un luogo fisico, definito e accessibile. Ma secondo una logica prevalentemente transitoria.
In questi casi il rifugio diventa un espediente, una tappa. Un involucro necessario (non determinante)
del rifugio ritenuto invece autentico, ossia quello interiore, aperto al mondo pur trovandosi
apparentemente escluso da esso. Come in una sorta di nuovo eremitaggio, si cercher di abbandonare
o di raggirare ogni possibile e troppo vincolante idea di modernit. Lesempio degli otaku
rappresenta la necessit del rifugio e dellisolamento come possibilit del luogo fisico di essere
mezzo autonomo determinante, indipendente e tecnologico. Chi modifica il proprio rifugio giorno per
giorno senza decidere una meta stabilita, scegliendo di concentrarsi sulla propria sfera emotiva e
seguendo le tappe di un eremitaggio volutamente precario e instabile, definisce e modella la sua tana

sul fatto di non possederne mai del tutto una. Meno delimitato sar il suo nascondiglio (scandito il
pi possibile dai ritmi e dalle risorse offerte dalla Natura), pi potr rivelarsi inaccessibile, efficace
e aperto a possibilit e alternative.
Se possibile dire che non esiste pi nessun posto davvero inesplorato, irraggiungibile e segreto,
altrettanto possibile sostenere che difficile raggiungerlo e viverlo segretamente. Reclusione
volontaria e nuovo eremitaggio sono estremi opposti e complementari della stessa idea. Tentare di
sparire dal mondo sigillandosi in un luogo preciso o provarci spostandosi continuamente e
mantenendo come unico punto di riferimento se stessi sono dinamiche che possono avere in comune
motivazioni e scelte. Pi, naturalmente, i limiti. Nella societ moderna la scelta di un rifugio totale,
di qualsiasi tipo esso sia, un piano di difficile attuazione. Ogni tentativo presuppone enorme forza
di volont e profondo spirito di adattamento, gli unici strumenti che possono tentare di ridisegnare gli
schemi che definiscono costantemente ogni iniziativa, movimento e direzione dellindividuo.

Solitudine: tab, attitudine e necessit


Io ho bisogno della solitudine, cio del ritorno a me
stesso.
F. NIETZSCHE
La nostra epoca ha due grandi mali: la solitudine e
lassenza di solitudine.
SARANO

Un tempo la solitudine poteva essere considerata un lusso esclusivo di pochi: artisti, santi, poeti,
intellettuali ambivano alla propria personale e inaccessibile sfera solitaria per godere di un punto di
vista distante (spesso estremamente sofferto, quando non addirittura assurdo e indecifrabile) ma in
qualche misura privilegiato sul mondo. Oggi, invece, per luomo della civilt industriale, la
solitudine diventata praticamente sinonimo di malattia sociale. Definita da molti esperti addirittura
come uno dei pi tragici flagelli del mondo moderno. Lanticamera della nevrosi, del disagio,
dellabbrutimento, della pazzia. Mai prima dora luomo si era sentito cos vicino fisicamente agli
altri e al tempo stesso cos anonimamente distaccato. Non sembra esserci niente di costruttivo in un
sentimento del genere. La distanza generata dalla solitudine diventata incapacit di comunicare
(requisito ritenuto assolutamente indispensabile per vivere pienamente il nostro tempo), di
partecipare a unesistenza che sempre pi complessiva, totalizzante, e sempre meno capace di
esaltare il valore autentico dellindividualit. Lavoriamo insieme, viviamo insieme, viaggiamo
insieme. Qualsiasi cosa deve necessariamente fare parte di un tutto condivisibile che, dove non
aggrega e unisce, pi realisticamente, omologa. Questo senso di appartenenza diventato necessario.
Avvertirne la mancanza, sentirsi insieme senza essere realmente insieme diventata lessenza stessa
della moderna solitudine. Un sentimento distruttivo che luomo avverte continuamente, ovunque. In
maniera perfino paradossale: soffrendo sia per le possibilit di solitudine generate dalla sua
incapacit o difficolt di integrazione, sia per il fatto di non trovare n il tempo n lo spazio per
avere e coltivare una propria, autentica, sfera solitaria.
Non si abituati a valutare la solitudine come un bene o un valore, perch quelli che attualmente
sono ritenuti beni e valori appartengono quasi esclusivamente alla sfera collettiva dellindividuo e al
suo costante e sempre pi ambizioso desiderio di visibilit, allesaltazione della propria presenza.
Con queste premesse lassenza non ha nessuna possibilit di essere un valore minimamente ambto. A

meno che la ricerca dellassenza non sia spinta da motivazioni forti. A meno che non sia scatenata, ad
esempio, da un sempre pi deciso desiderio di fuga, in cui la ricerca della solitudine diventi una
condizione inevitabile per preparare il terreno di una possibile sparizione. La solitudine
costituirebbe allora il mezzo per raggiungere una nuova destinazione, oppure la destinazione stessa,
smettendo di essere una malattia per diventare linizio di una cura. Una solitudine finalizzata alla
sparizione deve poter essere considerata unattitudine di tipo positivo. Specie se il suo contrario, la
non-solitudine, ha come inevitabile risultato un conformismo e unomologazione esasperati,
mancanza di creativit, incapacit di scegliere e di decidere autonomamente, inerzia e
inconsapevolezza. Iniziare a pensare, agire e vivere in maniera totalmente indipendente diventa
necessario per creare linevitabile nuova distanza fra la propria esistenza e quella che si vorrebbe
raggiungere come suo esatto opposto.
La solitudine pu anche essere considerata un nuovo tab. Un argomento che appartiene a un
territorio apparentemente innocuo, ma considerato in realt minaccioso, perch profondamente
avverso a ci che viene considerato normale. La solitudine di chi si prepara a mettere in atto la
propria sparizione, in particolare, deve fare i conti con le non-solitudini e le non-sparizioni di tutti
gli altri, che sono costantemente allerta rispetto ad ogni minimo segnale in grado di minacciare le
convenzioni di una regolare socialit. Invisibilit, dubbi potenzialmente subdoli e problematici,
silenzio inaccessibile sono segnali di allarme che rilevano in qualsiasi stato di solitudine (anche in
quello ambto e consapevole di chi sta cercando una via duscita) una condizione del tutto innaturale
per un individuo integrato in maniera sana, che ama infatti considerarsi appena pu un perfetto
animale sociale. Prima ancora di suscitare compassione o desiderio di comprensione, la solitudine
genera perci, innanzitutto, un certo sospetto. In questo senso, rappresenta il grado zero della
diversit. Quasi una trasgressione, capace quindi di scatenare una certa morbosit. Un misto di
repulsione, sospetto, pi una situazione conflittuale perennemente in bilico fra attrazione e
avversione: se il mistero altrui (in quanto ignoto) attrae, il problema altrui (in quanto apparente
disagio) allontana.
Della solitudine, in genere, si tende a considerare unicamente il vuoto. Cio quello che non c.
Quello che manca. La carenza. Molto pi difficile provare a intravedere quello che invece c e che
pu tornare utile. Se la vita potesse essere rappresentata da un semplice catino, la sua parte concava,
quella comunemente utilizzabile, corrisponderebbe a una situazione di normale socialit. La
solitudine sarebbe invece la parte convessa. Da concavo, il catino pu essere riempito e svuotato a
piacimento. Per farci tutto quello che convenzionalmente corretto e giusto fare con un catino.
Ribaltandolo, sembra invece impossibile riuscire a utilizzarlo in modo altrettanto utile. Non si pu
pi riempire o svuotare. Il catino convesso smette di essere e di fare il catino. Non riesce ad essere
nientaltro. A meno che non si decida di ribaltarlo ugualmente e, mantenendolo inutilmente convesso,
di poggiarlo a terra, per poi salirci sopra. Per riuscire magari a dare unocchiata o ad arrivare un po
pi in alto di quanto fosse possibile prima.
Il punto di vista di chi scruta la solitudine altrui con la logica della sua rassicurante integrazione
ovviamente differente dal punto di vista di chi invece la propria solitudine la pratica, la coltiva e la
osserva, il meno passivamente possibile, cercando di metterne a frutto le potenzialit, sfruttando una
prosepettiva solo apparentemente precaria, ma per molti versi privilegiata, in preparazione di nuove
consapevolezze ed eventuali piani di fuga. Dove si soliti intravedere unicamente un vuoto senza
soluzione e senza possibilit, pu anche esserci altro. Lipotesi azzardata di una solitudine costruttiva
rappresenta un avamposto eccellente, ideale per osservare il proprio campo dazione con spirito
profondamente analitico. Osservare senza distrazioni utile. Avere molto tempo a disposizione per

farlo, anche questo utile. Con molto tempo a disposizione si riescono a intravedere dettagli
altrimenti appena percepibili. Con molto tempo a disposizione, e spazio a disposizione, inevitabile
sviluppare una sensibilit maggiore, capace di amplificarsi in ogni direzione possibile e di captare
ogni minimo segnale. Minaccioso o incoraggiante che sia. Da un punto di vista silenzioso, sgombro e
poco affollato si possono intravedere sempre pi nitidamente cose che altrimenti non sarebbe
possibile riuscire a vedere. Lisolamento acutizza ogni tipo di sensibilit, insieme naturalmente ad
ogni tipo di (sana e insana) paranoia. Un processo che rende la personalit meticolosamente
guardinga, scrupolosamente attenta, tatticamente fervida di nuove intenzioni. Ma anche estremamente
fragile. Il limite fra lacquisizione di una nuova sensibilit, profondamente consapevole, e una
paranoia senza fondo e senza utilit naturalmente estremamente labile. Solitudine e isolamento
volontario in questo senso sono situazioni del tutto imprevedibili.
Tra i fondamenti dellinadeguatezza
Se si prova ad accettare il termine inadeguatezza secondo un significato sostanzialmente
ottimistico (un po come stato tentato per il termine disadattamento), possibile individuare un
ingrediente basilare per lelaborazione di qualsiasi desiderio di fuga (da s, dal mondo, ecc.).
Linadeguatezza per molti versi lanticamera perfetta di ogni idea di cambiamento e rivoluzione.
Personale, sociale. Se lindividuo non si sente adeguato al tutto, o se il tutto non sembra essere
adeguato allindividuo, il risultato un margine di problematicit sempre pi ampio. Una frattura, un
vuoto, che possibile provare a recuperare, tentando pressappoco di tutto. Cominciando a isolarsi,
ad esempio. Provando a elaborare la solitudine a proprio vantaggio. O andando oltre. Valutando tutto
il valutabile. Compresa, naturalmente, la possibilit di sparire.
Non accettare linsuccesso
Linsuccesso una forma dinadeguatezza perfetta e spietata. Lautostima ridotta ai minimi termini
come risultato di compromessi, insuccessi e perdita progressiva di risorse e potere una circostanza
molto comune che ogni individuo si trova a dover affrontare almeno una volta nella vita. Quanto pi
la vittima dellinsuccesso sar frustrata dal suo non-risultato, tanto pi probabile sar il suo
allontanamento in una dimensione capace di evitare ogni genere di confronto con tutto ci che appare
ormai inarrivabile. O non nuovamente raggiungibile.
Solitamente il desiderio di fuga nasce da uno scontro e non da un confronto. Desiderare di
scomparire per non aver saputo raggiungere o eguagliare un ideale condiviso di successo, per,
uneventualit possibile. Una situazione del tutto particolare. Ripudiare il mondo e fuggire da esso
molto diverso dal rifiutarlo per non essere riusciti a conquistarlo. Nel primo caso la frustrazione
dettata dallavversione. Nel secondo, dallattrazione. La natura conflittuale quindi duplice: la
famiglia, il luogo di lavoro, i modelli di riferimento allinterno della societ, lo status, negli stessi
ambiti in cui lidea di successo pu trovare migliore realizzazione, linadeguatezza pu fomentare
frustrazioni, desideri di abbandono e di rivalsa. Linadeguatezza e il desiderio di fuga possono
quindi scaturire dal confronto e dal conseguente, possibile, fallimento rispetto a un modello ideale,
tanto pi frustrante quanto pi vicino e pressante (familiare) o lontano e persistente (i modelli di
emulazione offerti dai media).
Non accettare il successo
Se linsuccesso pu essere metabolizzato in frustrazioni da fuga, in maniera solo apparentemente
paradossale pu esserlo anche il successo. Che capace, come vedremo in seguito, di isolare, di

aprire brecce improvvise nel vuoto dellanonimato, di creare nascondigli inarrivabili. Restare
intrappolati dalla fama, senza pi riuscire ad accettarne i compromessi in termini di visibilit
pubblica, conseguente annullamento della privacy e competitivit portata alleccesso, pu scatenare
meccanismi di rifiuto anche molto drastici. Dal semplice, a volte tattico, tentativo di estrema difesa
della propria sfera individuale fino alla sparizione assoluta, la gamma di possibilit estremamente
eterogenea. Personalizzata sulle singole ricette di successo che caratterizzano un personaggio (e
ogni ego, soprattutto) piuttosto che un altro. I risultati di queste fughe dal traguardo raggiunto
finiscono spesso per produrre risultati inaspettati. La solitudine del dopo-successo, cercata e
ottenuta, pu produrre moltitudine, incrementando fama e popolarit, o aizzando con sempre
maggiore voracit lattenzione generale. Il vuoto chiede sempre e comunque spiegazioni. Una volta
raggiunto lapice o gli immediati dintorni (il massimo del coinvolgimento, dellesposizione,
delleccesso o, ugualmente, della frustrazione, dellisolamento, della diffidenza, della misantropia e
della paranoia) sparire diventa una soluzione. Nella migliore delle ipotesi, tattica ed efficace. Ma
mai capace completamente di lasciare un vuoto perfetto dietro di s. Il personaggio che sparisce pu
catalizzare inevitabilmente nuova attenzione, nuovo coinvolgimento, nuova esposizione, tanto pi
forti quanto pi la sua sparizione avr caratteristiche di irraggiungibilit e invisibilit assolute, al
limite del mistero, capaci di elevare il personaggio stesso a modello di riferimento, fenomeno di
culto popolare o mito. In alcuni casi, pu essere una tattica. Ma in altri casi, solo un preoccupante
imprevisto senza soluzione. Che solo altra solitudine potrebbe aiutare a non peggiorare.
Note
1. <www.chilhavisto.rai.it/clv/lettere/L/LaMattinaGiampiero.htm>.

Piccole manovre di nuova consapevolezza

Non pi raggiungibili: the next thing


Pu un qualsiasi desiderio di sparizione alimentarsi con quello che sembrerebbe essere in tutto e
per tutto un desiderio di presenza, di senso completamente opposto? In teoria s. A conferma di
uneventualit del genere, solo apparentemente contraddittoria, innanzitutto il conforto di un basilare
principio della fisica, chiamato principio di azione/reazione (ossia la terza legge di Newton). Una
regola assolutamente fondamentale per valutare ogni forza riscontrabile in Natura, secondo la quale
a una data azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Azione e reazione, quindi. Forze
opposte che risultano complementari, attraendo e respingendo. Proprio come un desiderio di
presenza pu risultare complementare e opposto a un desiderio di non-presenza. Esserci contro
sparire. Uno come possibile estensione e, contemporaneamente, possibile annullamento dellaltro.
Nella societ dellapparire, presenza significa anche raggiungibilit. Risultare raggiungibili
ovunque e raggiungere chiunque, ovunque, indispensabile per marcare quotidianamente la propria
presenza. La raggiungibilit qualcosa di esclusivo. Perch apparire qualcosa di esclusivo. Il
desiderio di raggiungibilit trova nelle moderne tecnologie un formidabile alleato. Telefonia mobile,
satelliti, web cam, Internet, ecc. procurano al desiderio di presenza un appagamento che si fa ogni
giorno pi completo, vantaggioso, sorprendente. Ed esclusivo, naturalmente. Tanto che non
praticamente pi possibile prescindere dalla possibilit di esserci e di farsi trovare nel tempo reale,
in tempo reale. Levoluzione della comunicazione sembra proiettata senza soluzione di continuit
verso le crescenti aspettative di questa esigenza, relativamente nuova. In questo senso il futuro stato
definito anche the next thing, la prossima cosa. In altre parole, non altrettanto sibilline e
affascinanti allincirca: quello che ci aspetta.
La raggiungibilit, il potere di esserci sempre e comunque, rimane ancora una delle forme di
umana onnipotenza pi ambite. Piccole onnipotenze del genere, sommate alla perversa e perfetta
capacit di generare ogni tipo di menzogna, hanno dato alla telefonia cellulare (caposaldo del
desiderio di presenza portato alle estreme conseguenze) un fascino e una dirompenza senza
precedenti. Il processo di omologazione e di abitudine rispetto a questo tipo di possibilit si
evoluto velocemente (e, come avviene per gran parte delle moderne tecnologie, con una vistosa
sproporzione fra il realistico e vantaggioso valore delle possibilit offerte e lutilizzo reale). Nel
caso della telefonia mobile, ad esempio, il mezzo diventato il messaggio stesso, attraverso la
creazione di una gamma completamente inedita di codici, linguaggi e modalit di utilizzo. Luso
smodato della telefonia mobile un paradigma preciso dellesasperata volont di presenza che ci
appartiene. Essenziale per poter dimostrare (necessit insostituibile) di essere presenti perch attivi,
vivi perch rintracciabili. Chi non fa parte del messaggio, chi non abbraccia le possibilit offerte

dalla piccola onnipotenza, praticamente non esiste. Perch non fare parte del mezzo significa non fare
parte del messaggio. Per inverosimile, ma logica, estensione, questo significa non fare parte della
realt. Questa eventualit, che potrebbe sembrare una tragica forma di emarginazione, ha invece
cominciato a produrre un interesse nuovo. Sembra infatti che la smania di esasperata presenza
(azione) stia cominciando a produrre la sua reazione. Uguale (caratterizzata cio dalle stesse
dinamiche) e opposta al tempo stesso.
Soprattutto per quanti sembrano aver provato (prima con stupore, poi con entusiasmo, infine con
isterica rassegnazione) la profonda mutazione delle proprie abitudini di comunicazione, saltando nel
giro di nemmeno un paio di lustri dalla cornetta allauricolare da cyborg, sembra essere in arrivo una
nuova consapevolezza. Lenta, flebile, ma potenzialmente eclatante. Una specie di retrovirus.
Qualcuno sembra aver subodorato una personale alternativa alla prossima cosa. Per costoro the
next thing potrebbe addirittura essere la facolt (di nuovo, immancabilmente esclusiva) di
appartenere a unutenza non pi raggiungibile. Quella che, anzich cercare e farsi trovare, continua
ad esserci ma non si fa trovare pi. Sembra che una piccola schiera di italiani abbia la ferma
intenzione di sparire dallelenco telefonico ufficiale, nonch dal prossimo, quello che la telefonia
mobile esige gi da tempo. Molti esseri umani stanno avvertendo un po ovunque la stessa urgenza.
Una voglia improvvisa di essere tagliati fuori da qualsiasi elenco. Una tendenza di questo tipo non
rappresenta di certo un dato preciso e non diventer una statistica tanto in fretta. Ma la sensazione, la
curiosit, gi diventata notizia. Quindi, linizio di una nuova necessit. Se possibile formulare
unipotesi, lintenzione c gi tutta.
Teoricamente, previa compilazione di un modulo gi in preparazione, si potr raggiungere il primo
livello di anonimato telefonico (quello relativo alla telefonia fissa) entro il 2006. Conseguentemente
potranno essere predisposte nuove modalit di gestione della telefonia mobile, puntando con molta
probabilit su ritrovata privacy e importanza della discrezione come nuovi valori aggiunti al
servizio. Sempre che il non esserci pi, o esserci al minimo indispensabile diventino una nuova
esigenza dettata sia dalla saturazione dello spazio e del tempo individuale, sia da quella, ben pi
preoccupante e cruciale, del mercato. Quella che per il momento solo la traccia minima di una
nuova consapevolezza assume un valore ben pi significativo se paragonata a un autentico desiderio
di invisibilit e di fuga. Qualcosa che inizia a premere con insistenza probabilmente per farsi strada
ben oltre il martellamento estenuante del marketing telefonico e dei nuovi media. Un sintomo preciso,
che sta per esigere nuova chiarezza. La vita costantemente connessa sta forse trasformando
lentamente il richiamo della tana, della cuccia inespugnabile e segreta, del proprio io silenzioso e
invisibile, in un fascino al quale diventer sempre pi difficile resistere e sempre pi necessario
appartenere? Se un desiderio del genere trover spazio nelletere (perdendo campo e guadagnando
terreno) i segnali si sentiranno. Forti e chiari.

Dietro lo scaffale: invisibili al marketing


Parente stretto di questo nuovo desiderio di invisibilit telefonica unaltra piccola smania di
sparizione, di entit ancora modesta, ma a quanto sembra ben predisposta allespansione. Una smania
difficile da circoscrivere completamente, ma piuttosto facile da verificare. Si tratta di unazione
semplice e diretta, ma anche subdola e sfuggente, minacciosa non tanto nella dinamica di chi la
esegue, quanto nelle possibili conseguenze per chi la subisce. unazione che inizia dalla pi
quotidiana e consumata delle abitudini: quella dellacquisto. La scappatoia al semplice comprare,

percorso necessario per approdare a una nuova autonomia e a una relativa invisibilit dalle logiche
dei consumi, acquistare rendendosi inafferrabili e imprevedibili, subdolamente sfuggenti alle
altrettanto subdole e spesso infallibili trappole del mercato e del marketing.
Lipotesi sarebbe quindi quella di sovvertire le imposizioni di chi decide cosa comprare, quanto,
come e dove. E perch. Niente di pi complesso da realizzare su larga scala, dove spesso forti
implicazioni di tipo sociale smascherano il tentativo in partenza, caricandolo di motivazioni
solitamente poco gestibili dal singolo individuo, bench coinvolgenti sul piano emotivo. Niente di
pi realizzabile invece su scala individuale, dove laddomesticamento del proprio egoismo
consumistico potrebbe essere finalmente orientato alla realizzazione di un nuovo, ma sano, egoismo:
isolarsi dalle scelte pilotate e dal micidiale controllo esercitato su queste scelte. Senza nessuna
implicazione sociale, ma con molte implicazioni personali. Sparire dal controllo e iniziare a
controllare. Per sommi capi, la regola, a questo punto, dovrebbe essere qualcosa del tipo: Se puoi,
compra e agisci come se fosse un atto di estremo egoismo. Se intendi fuggire non devi salvare
nessuno, tranne te stesso. certamente terribile che i bambini del terzo mondo vengano sfruttati come
bassa manovalanza per produrre molti dei prodotti che noi acquistiamo. sicuramente orribile che
buona parte del pianeta venga affamato dalle stesse multinazionali che nutrono il cosiddetto mondo
civilizzato. Se raggiungendo la tua nuova e segreta nicchia, troverai il modo di assestare qualche
duro colpo alla Societ dei Consumi, tanto di guadagnato per tutti. Ma per adesso, se si tratta di fuga,
la pelle la tua e quella di nessun altro. Si tratta di salvare quella, innanzitutto. Solo due gambe alla
volta.
Una fuga in piena regola dalla societ, dalla famiglia e dalle consuetudini del Sistema pu anche
produrre valori di tipo altruistico, ma a parte rare ed estreme eccezioni (Unabomber, quello
autentico, docet) pretendere di tirare in ballo la consapevolezza di un intero popolo di consumatori
non davvero la missione primaria di chi vuole semplicemente sparire, aggirare lostacolo e darsela
a gambe senza eccessivi danni per nessuno. Il finissimo setaccio del marketing lascia passare quasi
senza controllo le piccole e imprevedibili pagliuzze del singolo. Se si tratta di sparire per s e non
per salvare il genere umano, una pagliuzza alla volta, passer.
La possibilit di controllo sulle proprie scelte di consumo non in ogni caso un risultato cos
semplice da ottenere. In teoria, cancellare le tracce della propria identit tecnicamente meno
complesso che rinunciare del tutto ad acquisti profondamente radicati nelle abitudini e nel modo di
vivere di ognuno. La maggior parte delle cose che vengono acquistate, quotidianamente, oltre che a
evidenziare al mercato la nostra risposta, la nostra presenza e la nostra dipendenza, sono il
risultato di un condizionamento emotivo e psicologico sottile, spesso del tutto involontario e difficile
da circoscrivere. Perdere lesperienza di un determinato prodotto e rinunciarvi deliberatamente pu
rivelarsi quindi un processo molto impegnativo. Un semplice snack alla nocciola (ma di quel tipo, di
quella marca, con quelle caratteristiche) pu essere molto pi di una semplice merendina
scacciapensieri. Se lo snack in questione ci ha seguiti fin dalla nostra infanzia, se negli anni stato
associato a forme pi o meno sistematiche di gratificazione, se simbolicamente rappresenta per noi
qualcosa di rassicurante, familiare, buono e irresistibile al di l del suo semplice sapore, rinunciarvi
pu anche diventare impossibile. Fortunatamente, per quanto possa anche risultare utile e liberatorio,
annullare lo snack di una vita dalle proprie abitudini non strategicamente cruciale per mettere in
atto una sparizione dalle proprie dinamiche di consumo. Attenzione per: se per ipotesi lincarto del
vostro snack preferito viene depositato inavvertitamente lungo il vostro itinerario di fuga potrebbe
anche diventare un piccolo indizio per chi sulle vostre tracce. Perdere le minime abitudini al
consumo, o cambiarle drasticamente, come vedremo in seguito, in questo senso paga sempre. I

piccoli consumi fanno numeri enormi e possiedono un potere a livello di mercato (e a livello di
stimolazione/suggestione sul pubblico) pi che considerevole. Ma sono altri gli impulsi allacquisto
che rendono le nostre scelte e la nostra presenza sensibilmente pi interessante e strategica per
leterno occhio indagatore della societ dei consumi.

Leggi di mercatino
Scoprire il segreto e autentico piacere di disorientare (raggirare o fottere del tutto, a seconda delle
implicazioni, dei prodotti, dei costi in ballo e dellimpeto personale) gli schemi allacquisto regolati
dal mercato unesperienza molto meno sovversiva, traumatica e irrealizzabile di quanto si possa
credere. Si tratta fondamentalmente di una questione di atteggiamento. Verso le cose, i prodotti, e
verso il modo di ottenere, cercare e rivalutare il bisogno e lutilizzo di queste cose. Si tratta anche di
versatilit, di curiosit, di creativit. Nemmeno un sacrificio, in fondo. Anzi.
Il valore del semplice mercatino (possibilmente quello autentico e ruspante che recupera,
ripropone e smercia ogni sorta di oggetto, anche il pi apparentemente infimo, senza pi effettivo,
attuale e verificabile valore di mercato da non confondere con le rifinite piazzette etno-chic o,
peggio ancora, le agor del modernariato proibitivo cos irresistibili per le desolanti trib di Bobos
cio bohmien bourgeois mai del tutto estinte) non da sottovalutare affatto. Un oggetto
acquistato a poco o pochissimo prezzo e riabilitato alluso, indipendentemente dal suo nuovo e
oggettivo valore, un prodotto che ha eluso e sostituito il suo attuale concorrente, presente sul
mercato in tutta la sua programmatica urgenza commerciale. un prodotto che nel suo piccolo lha
fatta franca, insieme al suo nuovo proprietario. La possibilit di restituire a un oggetto/prodotto
apparentemente datato e anonimo una nuova vita, un nuovo uso e persino una nuova personalit, che
non corrisponde in alcun modo ai dettami globalizzati del gusto e della moda, un atteggiamento non
prevedibile, non omologabile. Sfuggente al mercato, ma applicabile potenzialmente ovunque.
Perfettamente visibile, gestibile e organizzabile dal singolo. Per suo esclusivo utilizzo, ma anche
come possibile nuova merce di scambio allinterno della comunit. La legge del mercatino piccola
cosa contro la logica del mercato globale, ma un buon inizio. Uno dei tanti inizi possibili. E dalle
variabili pressoch infinite. Di recente attualit lesempio di quel gruppo di vegetariani estremi
che, ben lontani dallaverne effettiva necessit o urgenza, recuperano il cibo e organizzano la propria
dieta sulla base degli scarti provenienti da ristoranti, locali, supermercati e dei resti di lavorazione
delle industrie di prodotti alimentari, dimostrando di poter eludere la necessit di acquisti
sostanziali, di poter sopravvivere tranquillamente, condannando labuso e lo spreco di risorse che
potrebbero altrimenti essere perfettamente riutilizzate.

Stotemizzarsi
Riassumendo: nella societ dei consumi il consumo un totem. Un punto di riferimento necessario,
fondamentale. Che detta coordinate precise, delinea traiettorie da seguire e precisi obiettivi da
conquistare. Chi vive allombra di questo totem crede alle sue promesse, lo alimenta e gli d forza
con le sue scelte. E difficilmente avr interesse e motivazioni sufficientemente forti da mettere in
discussione radicalmente il suo potere protettivo rassicurante. Il totem del consumismo una delle
forme pi assolute e invalicabili di potere. Nella sua forma pi invasiva, plateale e al tempo stesso

oscura e potente, la globalizzazione, manipola e omologa le scelte allacquisto in maniera


totalizzante. Nella sua forma pi sottile e diretta, condiziona invece le scelte del singolo individuo,
riconducendole a schemi precisi e prevedibili. Le sue abitudini sono sotto controllo, le sue scelte
sono prevalentemente pilotate, la sua presenza in quanto individuo (cio consumatore) visibile,
percepibile, controllabile.
I consumi permeano totalmente la nostra esistenza e la identificano con precisione assoluta. Siamo
quello che compriamo e consumiamo. E questo la societ lo sa bene. Ogni consumo, anche minimo,
aderisce in modo complementare a una nostra ricerca di sicurezza. O, al contrario, alla
compensazione di una precisa non-sicurezza. Spese apparentemente trascurabili diventano
assolutamente fondamentali. Sfuggire al potere del totem presuppone una forte presa di coscienza e
una nuova consapevolezza. Fuori dalla sua ombra si pu considerare leventualit di smettere di
esistere anche in maniera sensibile nel mercato e nel Sistema. Stotemizzarsi, in pratica, una delle
possibili procedure necessarie per iniziare a sparire. O meglio, per avvicinarsi in parte (se non del
tutto) alla capacit di spersonalizzare se stessi rispetto allidentit riconosciuta, approvata e
collaudata dalla societ.
Per tentare di superare in scaltrezza il potere del mercato, il boicottaggio delle cosiddette marche
killer (per lo pi multinazionali astute, che dopo aver saccheggiato risorse e sfruttato forza-lavoro a
basso costo riconquistano la verginit del fatturato con improvvisi atti di fede, buonismo ipocrita e
solidariet posticcia) una delle strade. Il boicottaggio si concentra solo in parte sulla possibilit di
sparire in quanto individui consapevoli dal potere dei prodotti. La questione , sostanzialmente:
volont di far sparire certi prodotti in qualit di individui consapevoli. Iniziativa pur sempre
lodevolissima, ma in qualche modo limitante. Azioni di questo tipo presuppongono unutilit di tipo
sociale, collettiva. Assolutamente valide e necessarie, ma non particolarmente strategiche ai fini di
una presa di coscienza di tipo individuale necessaria alla fuga. Sparire dal mercato come individuo
, come si detto, innanzitutto un atto di forza di tipo personale e del tutto egoistico. I benefici a
lunghissimo termine non sono particolarmente utili al fuggitivo. Bench imparare a discriminare, a
eliminare, a cambiare orientamento nelle proprie scelte resti una procedura assolutamente
fondamentale.
Smettere consapevolmente di fare da bersaglio al mercato unimpresa. Rendersi invisibili ai
radar che monitorizzano le abitudini e gli acquisti che alimentano il Sistema unimpresa.
Stravolgere la percezione che il mercato ha del nostro essere consumatori unimpresa, che
presuppone una lucidit almeno paragonabile a quella del mercato stesso. Ammesso che sia davvero
possibile farcela da soli, la riuscita di uno pu valere per uno. Chi decide di prendere in
considerazione la possibilit di sparire dalla propria identit e dalle proprie abitudini probabilmente
non coltiva eccessive preoccupazioni rispetto a unipotesi di totale disadattamento. Cambiare
abitudini di consumo, in questo senso, potrebbe essergli di grande aiuto. Intervenire sul singolo
comportamento e la singola scelta pu permettere di innescare una serie di piccoli meccanismi che
forzeranno, o renderanno solamente via via pi semplice e radicale lattuazione della propria
invisibilit. Sparire da un prodotto significa non solo sparire dallabitudine e dal controllo generato
da quel prodotto. Ma anche dalla condivisione di tipo sociale che quello stesso prodotto in grado
di generare in una situazione di normale condizionamento.

Deo ex machina

Ogni tipo di rinuncia al consumo significativa ben oltre lutilizzo del prodotto dal quale si
sceglie di allontanarsi. Anche il minimo acquisto non si ferma mai alla soddisfazione di un bisogno
definito e tangibile. Dalla semplice e immediata soddisfazione una fitta rete di aspettative, significati
simbolici, rassicurazioni emotive identifica non solo un bisogno, ma anche una personalit, un
carattere, unidentit. Quello che necessario essere per corrispondere a dei modelli riconoscibili,
accettabili. Attuali e aggiornati. Quasi tutto ci che compriamo ha il compito di rappresentarci e di
renderci approvabili, condivisibili. Lazione inversa a questo processo di accettazione dovrebbe
forse essere quella di negare il proprio bisogno di approvazione. Sarebbe possibile? Per tentare
questo ipotetico scollamento basterebbe provare a separarsi da alcuni di quei segnali che marcano
in maniera netta e inequivocabile la presenza e il carattere di un individuo. Dove per marcare si
potrebbe intendere precisamente il senso olfattivo del termine. Il deodorante un prodotto dal costo
relativamente basso, ma dalle implicazioni sociali altissime. Alla deodorazione affidato il delicato
compito di permeare lindividuo di unaura di accettazione condivisibile assolutamente
fondamentale. E questo, indipendentemente dallattitudine alligiene personale. Chi si lava ma non si
deodora, a un certo punto della sua giornata finir comunque per non essere sufficientemente
accettabile. Lascella in questo senso un ambiente intimamente sociale, che va gestito per
permettere una sana e funzionale integrazione in qualit di individui. Oggi si accettabili
essenzialmente nel momento in cui si innanzitutto olfattivamente accettabili. Per quanto ovvio ed
esagerato possa sembrare, lascella pura unisce e crea uno stato di basilare e necessaria
condivisione. Lascella impura, al contrario, separa in maniera inesorabile. Affermare che lascella
che smette di conoscere il deodorante in grado di segnare il destino sociale di qualcuno pu
sembrare solamente una stupida provocazione. Nemmeno particolarmente utile per gli scopi di un
potenziale fuggitivo, sicuramente. Chi smette di comprare un deodorante ascellare non depister di
certo la societ dei consumi. E non agevoler certamente se stesso nei suoi piani di fuga. Ma potr
forse sperimentare la sua assoluta dipendenza di individuo da dinamiche sociali estremamente
complesse regolate da prodotti semplici, quotidiani e apparentemente necessari e insostituibili.

Inversioni di marca
Non bisognerebbe mai e per nessun motivo affezionarsi ai prodotti. Limpressione che siano in
grado di restituire il favore per lappunto unimpressione. Ed esattamente in quella rassicurazione
che la loro sottile capacit di controllo ha inizio. I prodotti andrebbero semplicemente usati, nel
senso pi utilitaristico del termine. Bisognerebbe cambiarli spesso, scandagliando a fondo ogni
possibile nuova e conveniente alternativa, lasciandosi guidare unicamente dal proprio tornaconto.
Bisognerebbe acquistare riuscendo a risultare addirittura imprevedibili rispetto le proprie abitudini.
Spiazzare schizofrenicamente le proprie preferenze. Esplorare i propri gusti a esclusivo vantaggio
delle necessit contingenti. Ma naturalmente tutto questo praticamente impossibile.
Boicottare le marche il livello uno di consapevolezza. Quello socialmente utile. Una fase che per
un potenziale fuggitivo potrebbe essere definita propedeutica, preparatoria. Boicottare la propria
individualit (quella riconosciuta, approvata, che sembra corrispondere ai prodotti che decidiamo di
acquistare) invece il livello successivo. Utile in maniera prettamente egoistica. Per le proprie
scelte, soprattutto future.
Cambiare prodotto, stravolgere le proprie decisioni dacquisto, non prendere pi alcuna
decisione: sono tutte ottime iniziative per cominciare a disorientare lattenzione insistente del

mercato, impedendogli di continuare a restare sulle tracce di chi stato per lungo tempo un
consumatore visibile. Iniziative che diventeranno tanto pi significative, quanto pi saranno
consistenti il valore e lentit del prodotto in questione. Cambiare auto scegliendo una marca
sudcoreana ben diverso dal non comprare per niente una nuova auto. Scegliere di non possedere
affatto un televisore (n un canone di abbonamento da pagare) tuttaltra cosa rispetto allacquisto di
seconda mano di un piccolo apparecchio dalla tecnologia ormai superata. Pi drastica e discreta sar
la scelta, maggiormente non-prevedibile, discreta e dimessa sar la presenza percepibile dal totem
del consumismo. Che a seconda dei casi si trasformer in allarme o assoluta indifferenza. Nel caso
del singolo che conquista nuova consapevolezza unicamente a proprio uso e consumo, una cauta
indifferenza solitamente la risposta pi prevedibile. Una massa di individui decisi e consapevoli,
pronti ad agire in maniera compatta e coordinata per stravolgere una precisa dinamica di acquisto,
sarebbe (oltre che improbabile) uneventualit ben pi preoccupante.
Quali sono le scelte che possono renderci via via sempre pi inerti e indipendenti rispetto al
controllo del mercato? Le regole basilari sono poche, ma cruciali. Tanto per cominciare, iniziare
quanto pi possibile a produrre da s. Yogurt, marmellate, succhi di frutta sono solo un esempio.
Un potenziale fuggitivo non dovrebbe mai dimenticare che sapersi arrangiare, e acquisire la capacit
di ottenere qualcosa dal niente o da molto poco, potrebbe rivelarsi indispensabile. Il fai da te
rappresenta il versante pratico della questione, e possiede potenzialit praticamente infinite. Inutile
soffermarsi su questo. Probabilmente pi importante accennare ad altre scelte, tecnicamente pi
semplici, ma dalle implicazioni sostanziali. Non abbonarsi mai, ad esempio. A niente. Evitare ogni
possibile forma di pagamento rateizzato. Se non ci si pu permettere subito qualcosa (generalmente,
qualcosa di superfluo), forse il segnale che non possibile, n tantomeno necessario, permettersi il
superfluo. Ci che superfluo non deve rappresentare un problema. Cos come non dovrebbe pi
rappresentare un problema ogni genere di assicurazione, dilazione, canone, provvigione. Se finisce
per one, ci sono ottime probabilit che si tratti di un fastidio.
Tutelare il pi possibile la propria identit, anche se si sta accarezzando lidea di renderla
provvisoria o transitoria. Tenere a bada il proprio nome e il suo specifico valore commerciale.
Rendere disponibili i propri dati dal momento esatto della stipulazione di un qualsiasi tipo di
contratto significa innescare una rete imprevedibile e potenzialmente infinita di nuovi contatti
commerciali. Significa rendersi individuabili, classificabili, selezionabili, smerciabili di marca in
marca, di promozione in promozione, di offerta in offerta. Il nome di un consumatore merce di
scambio a tutti gli effetti. La sua identit, le sue preferenze, i suoi gusti, ogni genere di dettaglio sulle
sue abitudini rappresentano materiale visibile, vendibile e commercialmente strategico. Per questo
motivo, quindi, possibilmente sempre e comunque (e facendo ogni sforzo affinch la regola possa
diventare questa), pagare subito. In contanti. Non firmare mai niente che non sia davvero, davvero,
importante. Evitare ogni tipo di tessere, buoni sconto, raccolte punti che richiedano la compilazione
di dati. Non c servizio di bicchieri, set di strofinacci o mountain bike che possa riscattare lidentit
di nessuno.

Verso lanima

Nec spe nec metu


Luomo pu credere allimpossibile, ma non creder mai
allimprobabile.
OSCAR WILDE

Gli antichi Greci sostenevano che lautentico saggio deve sapersi tenere lontano, serenamente, da
ci che non pu essere realisticamente alla sua portata. Deve vivere senza nutrire eccessive
aspettative in maniera positiva e realistica, senza limitare le proprie possibilit. Per questo motivo
uno dei loro motti preferiti era Nec spe nec metu, vivi senza speranza e senza timore. Una
massima che dovrebbe risultare piuttosto significativa per qualunque potenziale fuggitivo. Il
cosiddetto ardore eroico che la sapienza greca limitava al solo tempo presente (ora, adesso, senza
false illusioni ma senza preoccuparsi troppo per le possibili conseguenze) sembra decisamente
funzionale rispetto a una possibile propensione alla fuga, dove senza speranza significherebbe
puntare realisticamente e saggiamente sulle sole proprie forze, mentre senza timore vorrebbe dire
farlo con coraggio, intelligenza e ottimismo.
Il Cattolicesimo e le grandi religioni monoteistiche in genere sembrerebbero invece suggerire
lesatto contrario. Vivere senza speranza e senza timore un peccato di superbia e superiorit che
non dovrebbe appartenere allUomo. Per elevarci al di sopra delle nostre forze e protenderci verso il
divino, non possiamo contare solo sulle nostre capacit (che devono essere comunque presenti, ben
motivate e funzionali), ma indispensabile far leva sulle supreme promesse che solo il divino in
grado di sostenere e mantenere. Solo in questo modo il desiderio, anzich ripiegare su tristezza,
incompiutezza e frustrazione, pu diventare fiducia ardimentosa e realizzazione. I Greci suggerivano
saggezza e pragmatismo. La fede suggerisce speranza e fiducia. Anche se le due teorie sono
inequivocabilmente di segno opposto, entrambe rappresentano utili suggerimenti per orientare
possibili soluzioni di fuga. In realt, le ragioni della speranza hanno da sempre avuto la meglio.
Probabilmente perch speranza e desiderio sono concetti che si somigliano molto. Il punto di vista
orientato al divino, in questo senso, rappresenta uneccellente via di fuga, in assoluto una delle pi
praticate. Ma anche delle pi evitate, in una fuga dalla direzione esattamente opposta. Ogni religione
pu essere contemporaneamente punto di approdo e punto di partenza. Si pu sparire dentro una
dottrina e si pu sparire al di fuori di essa.
Desiderare di appartenere a una qualsiasi concezione di Dio presuppone ladesione profonda a
unidea al di sopra di ogni altro pensiero possibile, che per certi versi pura astrazione, ma al tempo
stesso qualcosa di definito e circoscritto da precetti, dogmi, divieti e insegnamenti. Una serie di
codici per nulla vaghi o casuali. Ma regole scritte che assumono il valore di vere e proprie leggi. Pi

forte losservanza di questi codici di comportamento spirituale, maggiore e pi profondo ne risulta


il senso di appartenenza dellindividuo e del suo spirito. Il traguardo di chi sceglie di orientare la
propria esistenza verso il divino sostanzialmente diventare parte di esso. Smettere di essere una
parte per diventare il tutto, rifugiandosi, perdendosi in esso. Conquistando conforto, rassicurazione,
verit, risposte. Insieme alla promessa e alla ricompensa di unesistenza serena, ora, ed eterna poi.
La preparazione a una fuga perfetta, in un luogo perfetto.
Diventare parte del divino una via di uscita tracciata lungo un percorso fatto di tappe precise,
soste obbligate, traguardi, punizioni e ricompense. un itinerario che impegna energie, risorse e
volont. Un atto di condivisione, di consapevolezza o di sudditanza che a seconda dei punti di vista
si pu definire donarsi, votarsi, sacrificarsi, sottomettersi. Diventare comunque altro e altrove, in
quella che viene definita come una nuova vita. Listituzione della Chiesa accoglie e custodisce da
sempre le aspirazioni e le necessit di molti individui, per lo pi illustri, costretti dalle circostanze
(politiche, personali, filosofiche) a una fuga tattica dal mondo. E da sempre garantisce loro
rassicurazione e protezione, offrendo il completo anonimato, se non addirittura una nuova identit.
Gli ordini monastici sono lesempio classico di questo tipo di attitudine. Un esempio per tutti, remoto
ma doppiamente significativo perch presente sia nella finzione narrativa sia nella realt storica, il
Fra Cristoforo di manzoniana memoria, che ne I Promessi Sposi rappresentava il consigliere saggio,
vero uomo di Dio (contrapposto al pi approssimativo e terreno Don Abbondio), che nella realt
visse come Duca di Modena Alfonso III dEste e che, dopo una serie di tribolazioni (i fantasmi
dellerrore, quelli del peccato), abdic in favore del figlio e si rifugi nei voti monastici,
cambiando identit come padre cappuccino con il nome di padre Giovanbattista da Modena.

Fuga nel gregge


I precetti del Cristianesimo (e delle Chiese ad esso ispirate) in genere non ammettono particolari
scorciatoie. Lidea di assoluto in linea di massima associata a un certo imprescindibile e assoluto
rigore (eccezione fatta forse per sacramenti come la confessione, che prevedono inesauribili
possibilit di recupero). Precetti, dogmi, dottrine, cerimonie e ogni altro aspetto codificabile del
credo religioso sono improntati sulla regola, il rispetto, losservanza. In altre parole, su forme pi o
meno dirette di controllo, fondamentali per circoscrivere e gestire nel miglior modo possibile quella
che si potrebbe definire la fedelt alla fede. In qualit di istituzione autentica, la Chiesa necessita
di codici (profondamente radicati nella Storia, nella cultura e nelle tradizioni) capaci di garantire
coesione e appartenenza. Il valore della comunit e del gruppo, in questo senso, estremamente
significativo. Appartenere, insieme, a un ideale, a una fede, a un dio la direzione da seguire. E le
indicazioni per farlo sono precise: la comunit vince sul singolo, lappartenenza vince
sullisolamento, liniziativa comune di tutto il gregge vince sulla libera decisione dellindividuo.
Ogni possibile allontanamento, ripensamento, rivoluzionamento genera rischio e sospetto.
La Chiesa basata su ideali di comunit, uguaglianza e fratellanza. Di gregge, nel senso pi
collettivo del termine. Quasi una perfetta democrazia. Ma la Chiesa anche basata sullassoluta e
poco discutibile autorit di unideale che trascende ogni altra autorit possibile: il potere divino, non
propriamente sindacabile, sul quale tutto si fonda. Quasi una perfetta dittatura, in fondo. Allontanarsi
dal gregge, oggettivamente, significa perdersi. Cambiare strada, dirigersi verso altri pascoli. Ma
allontanarsi dal gregge pu anche significare ritrovarsi. Altrove. In luoghi lontani dalla casa-madre.
Per rifugiarsi in una nuova idea di salvezza. O perdersi del tutto.

Percorsi di fede e rifugi alternativi


Nessuno sa quante siano esattamente le sette religiose nel mondo e quanti milioni siano gli adepti
che complessivamente ne fanno parte. Dalle formazioni pi istituzionalizzate ai piccoli gruppi
semiclandestini, le sette religiose rappresentano il segno pi significativo e minaccioso per ogni
religione ufficiale. Gli Stati Uniti, in particolare, sembrano essere attualmente lepicentro di un
enorme sisma di nuovo misticismo, spesso incontrollabile. Dopo essere stati la culla di tre religioni
(mormone, avventista del settimo giorno e Scienza Cristiana), che hanno frammentato la religione
protestante in centinaia di sottoculti (i battisti, a loro volta una variante dei metodisti, si sono
suddivisi in ben 57 diverse denominazioni), gli Stati Uniti possono essere considerati a buon diritto
la patria delle fedi alternative. Decine di televisioni e palinsesti danno voce ogni giorno alle
trasmissioni di ogni sorta di predicatore. Guru carismatici provenienti da tutto il mondo (da
Maharishi Mahesh Yogi fino a Sun Myung Moon, il sudcoreano fondatore del piccolo impero della
Chiesa dellUnificazione) hanno trovato negli Usa una risorsa pressoch infinita di esposizione
mediale e di adepti particolarmente predisposti alla ricerca di una nuova dimensione spirituale.
Il nuovo misticismo, fenomeno non solo americano, il risultato di una serie di cause e circostanze
che interessano il mondo intero: una sempre pi diffusa aspirazione a stabilire un contatto con il
divino pi diretto e genuino (rispetto a quello consentito nelle grandi chiese, ritenute per molti aspetti
troppo burocratizzate), il desiderio di recuperare una dimensione misteriosa dellesistenza, opposta
alla moderna razionalit, la voglia di valori assoluti in una societ che cambia continuamente.
Movimenti profetici, movimenti messianici, movimenti per lo sviluppo del potenziale, movimenti
esoterici e occultistici, gruppi iniziatici e fraternit universali, neopaganesimo e New Age, satanismo
e luciferismo sono alcune fra le principali vie di fuga offerte dai nuovi culti, che siano sette o
religioni alternative/complementari a quelle ufficiali. Percorsi alternativi (o molto alternativi) che
lindividuo sceglie di condividere secondo differenti livelli di consapevolezza. Dalla piena
autonomia alla soglia del plagio, la ricerca di una nuova dimensione spirituale sembra molto spesso
capace di trainare una specifica predisposizione dellindividuo. Una predisposizione intimamente
orientata al distacco. Per pura ipotesi, dunque, se ad ogni possibilit di fede corrisponde una
caratteristica modalit di fuga, forse possibile che vi corrisponda anche unaltrettanto caratteristica
tipologia di fuggitivo.

Spiritualit e sparizioni #1: divina reclusione


possibile definire la clausura come una forma di autoreclusione altruistica. La preghiera, che
rappresenta il fondamento stesso di questa scelta, una dimensione totalizzante esclusa dalla
visibilit di una realt normale e proiettata verso laltro (bench si esprima attraverso un
atteggiamento formalmente egoistico, vissuto cio in una dimensione raccolta, intima, chiusa e
inaccessibile). Quella della clausura una scelta contemplativa che osserva e medita sul mondo da
un punto di vista distante, nettamente separato dalla realt e dalle sue consuetudini. Pur facendone
parte e ricevendone rispetto e approvazione.
Si tratta di unesistenza essenziale. Ed estrema, proprio perch drasticamente semplice. Dedita
allassoluto. Proiettata nel territorio della spiritualit del divino, attraverso un nulla che diventa tutto.
Una vita donata completamente e incondizionatamente a Dio attraverso il dono incessante e
inesauribile della preghiera una scelta totalizzante che pu per molti versi apparire

incomprensibile. Come in molte altre forme di religiosit espressa attraverso ordini di tipo
monastico, con la scelta della clausura queste donne si donano consapevolmente, totalmente e
serenamente allinvisibilit dal mondo. Per il bene del mondo. Il loro obiettivo quello di sparire
dalla realt delle creature di Dio per sostenere attraverso il proprio sacrificio il cambiamento e il
rinnovamento della realt di quelle stesse creature. Preghiera, digiuno, silenzio e volont sono gli
unici mezzi a disposizione per amplificare un messaggio invisibile ma di portata universale segnato
da una totale appartenenza al divino. In un certo senso si tratta quindi di sparizioni assolute. La fuga
delle monache di clausura allora una fuga in piena regola, che non scende a compromessi e che non
ammette repliche.
Una vita di preghiera e di comunione che potrebbe essere paragonata a un progressivo cammino nel deserto. Che per non termina
in un silenzio inutile, ma in una solitudine sublime che come unombra ristora tutti1.

La clausura sinonimo di una vita nascosta, il cui servizio si compie nellombra e nel segreto. I
grandi momenti di questa vita non si vedono. Si agisce senza lasciarsi vedere, si fuggitivi, in un
complementare incontro di altruismo ed egoismo.
La vita contemplativa ha sede nel cuore. Lo senti. evidente. Ti sembra di toccarla con mano [] questo oceano della vita
contemplativa tu lo vivi, londa che ti sommerge ti fa vivere. Vivi nel naufragio, perch tutto un paradosso nella vita dello spirito,
condotta dallo Spirito. Avverti anche di non essere te, e infatti non ha pi nessuna importanza che tu viva o no, che tu percepisca o
meno, che tu sia o non sia. Quello che conta ci che il divino scava in te attraverso la tua personale e invisibile traversata del
deserto2.

Spiritualit e sparizioni #2: esodo e poco pi


Camminare nel silenzio significa dire a tutti che tu solo
sei Dio.
SAN BENEDETTO GIUSEPPE LABRE

La Piccola Famiglia dellEsodo del Monastero di San Benedetto Giuseppe Labre (a San BernardoDecollatura, in provincia di Catanzaro) una delle tante semisconosciute comunit monasticoeremitiche presenti in Italia. Atipica, perch composta sia da uomini sia da donne. Drastica e
sostanziale, perch fondata sulla totale privazione di ogni umana sicurezza, nonch sulla scelta
personale di individui che hanno trovato quotidiana e piena realizzazione nella precariet di chi
vive nel deserto, di chi cammina sulle acque, fidandosi totalmente di Dio e della Sua Provvidenza3.
Unespressione di fiducia nel divino pressoch invisibile alla societ, che viene concretizzata nella
pi totale povert personale e comunitaria. Allinterno della Piccola Famiglia, ogni monaco
contribuisce quotidianamente con il proprio lavoro (in qualit di operaio a domicilio e attraverso
lavorazioni di tipo artigianale) per il mantenimento del monastero. Sempre senza chiedere alcun
compenso, ma accettando ogni cosa in carit, quale frutto della Divina Provvidenza.
Questa comunit eremitica (che ha ricevuto approvazione nel 1998 con una cerimonia pubblica
dellarcivescovo della cattedrale di Ancona, trovando un legittimo compromesso fra canonica
ufficialit ed eremitica riservatezza) ha preso vita per iniziativa della sua fondatrice, Benedetta
Cambiagio, decisa a vivere unesperienza del tutto personale nel distacco dalla vita organizzata
secondo canoni tradizionali e nella solitudine ispirata al divino. Cos come distante, solitaria e
personale fu lesperienza del suo ispiratore (Benedetto Giuseppe Labre, appunto). Linvito a

liberarsi e ad allontanarsi da ogni genere di idolatria, male che affligge in modo irreversibile il
mondo contemporaneo e avvilisce la dignit dellessere, fra le regole essenziali che guidano la
spiritualit della comunit. Precariet e il rifiuto di ogni sicurezza diventano il cardine sul quale si
muove lintera esistenza, terrena/quotidiana e spirituale/eterna. Le stesse regole che, a distanza di
secoli, hanno guidato eremiti di ogni tipologia, che iniziarono a ritirarsi in luoghi desertici per
sfuggire alle tentazioni del mondo e alla corruzione della Chiesa. Dai terapeuti (i primi eremiti
pagani) agli stiliti (che trascorrevano la loro vita in cima a colonne per separarsi dal mondo e
mortificare la carne), fino ai cenobiti, i primi a dare vita ad aggregazioni che univano vita comune
e solitudine. Istituendo lordine, la regola e lavamposto della loro scelta personale e spirituale: il
monastero.
Chiunque, uomo o donna, desiderasse trascorrere qualche giorno di ritiro lontano dal mondo, verr accolto con gioia e trover
riflessione, preghiera e conforto4.

Spiritualit e sparizioni #3: la Citt della Luce


Se anche tu vuoi essere un costruttore di templi e creare
una nuova Storia e un nuovo Rinascimento per tutta
lUmanit, non aspettare. Vieni a conoscerci. Ti stiamo
aspettando a Damanhur (Baldissero Canavese).
OBERTO AIRAUDI (FALCO)

A Damanhur il nome proprio di una persona smette di essere una parte cospicua della sua identit.
Sparisce e si trasforma nel nome di un animale. Anche il cognome pu sparire del tutto e diventare
quello di una pianta. A Damanhur si scende a patti con la propria natura di individui per diventare
parte della Natura, innanzitutto. Lintenzione quella di diventare altro. Un individuo nuovo. Gli
oltre quattrocento abitanti della Citt della Luce, situata in Piemonte, vicino Ivrea, e famosa per il
suo enorme, spettacolare, tempio sotterraneo, sono reali. La citt, le regole della comunit e lo stile
di vita dei damanhuriani sono reali. Realizzabili e, di fatto, realizzati. Quella di Damanhur sembra
unalternativa possibile, una fuga completa e organizzata allinterno di una seconda realt, scorporata
nettamente dalla struttura, dallorganizzazione e dai sistemi produttivi del suo territorio e del suo
Stato di appartenenza. Un mondo a parte nel senso pi semplice e funzionale del termine. La filosofia
di Damanhur sembrerebbe aderire piuttosto bene ad ogni sano ideale di fuga realisticamente
consapevole. La comunit sarebbe infatti nata per realizzare il sogno di una societ basata
sullottimismo e sul fatto (essenziale, ma tuttaltro che semplice) che lessere umano pu essere
padrone del proprio destino, senza dover dipendere da forze esterne a s.
Il percorso proposto da Oberto Airaudi (Falco), fondatore di Damanhur, incentrato sul risveglio
del Maestro interiore presente allinterno di ciascuno, attraverso lo studio, la sperimentazione,
lespressione completa delle potenzialit individuali e il superamento dogni atteggiamento di tipo
rigidamente dogmatico. Alla base di questo pensiero c la convinzione che ogni essere umano
partecipi a una natura divina da risvegliare dentro di s, attraverso la costante e continua interazione
con gli altri. Come conseguenza, Damanhur si propone come una societ in evoluzione, basata
sullesaltazione delle diversit di tipo sociale, politico e filosofico in continuo divenire. Questo
sostanzialmente vero. Damanhur infatti alleva, educa, cura, coltiva e gestisce i suoi membri seguendo
esclusivamente le regole della comunit. In maniera apparentemente serena e anche apparentemente
totalizzante.

Damanhur ha creato un proprio sistema di valuta complementare, il credito, con lo scopo di


sviluppare una nuova forma deconomia basata su valori etici di cooperazione e solidariet. A
Damanhur, scuole direttamente gestite dalla comunit teorizzano una tipologia di insegnamento che
non intende essere condizionata dai mass media ufficiali e da qualsivoglia centro di potere politico,
culturale e morale. A Damanhur, un sistema informativo interno a circuito essenzialmente chiuso (con
giornali e notiziari prodotti dalla comunit) monitorizza e divulga in maniera costante ogni tipo di
informazione, privilegiando quelle di stretto interesse per le attivit, le dinamiche sociali e quelle
culturali della comunit stessa. A Damanhur esiste un vero e proprio sistema sanitario indipendente.
Le donne partoriscono in casa e i loro bambini possono anche non vaccinarsi. La medicina utilizzata
quella alternativa, nel pi pieno e assoluto rispetto della Natura e del corpo umano nella loro
interezza:
I percorsi terapeutici abbinano alle cure tradizionali terapie come la pranoterapia, fitoterapia, fonocromoterapia, circuiti e spirali,
cabine e microattrattori, utilizzo delle sale del Tempio dellUomo, ipnosi, sogni, ricerca delle personalit, agopuntura, massoterapia.
[] Damanhur ha molti elementi che contribuiscono alla terapia dellindividuo: anche il territorio considerato sacro, poich
attraversato da importanti flussi energetici ed curato e rispettato come tempio. Abitarvi o permanervi per un periodo rende pi
efficace qualsiasi trattamento terapeutico5.

Lestrema ambizione damanhuriana di assumere le caratteristiche di uno Stato nello Stato molto
radicata e sembra voler scoraggiare piuttosto chiaramente qualsiasi tipo di defezione dalla
comunit. Limperativo di dedizione al bene comune del popolo assoluto e segue regole ferree.
Questo anche grazie a unorganizzazione gerarchica ben strutturata. Il potere decisionale detenuto
da pochi, eletti a loro volta da un gruppo ristretto, in grado di adottare ogni specie di misura e
provvedimento o di poter sospendere e annullare gli atti illegittimi, di poter istruire e definire
procedimenti disciplinari, decidere su ogni e qualsiasi motivo di contrasto tra gli appartenenti alla
popolazione, secondo un controllo diretto ed estremamente attento sui singoli cittadini. Il popolo di
Damanhur si autodefinisce societ completa, autonoma ed evoluta a tal punto da essere a sua volta
propositiva. I damanhuriani hanno infatti organizzato una propria Costituzione, nettamente distinta
da quella dello Stato italiano, che rappresenta a tutti gli effetti la Legge del popolo stesso. Questo
tipo di privata Costituzione ispirata dagli insegnamenti di Oberto Airaudi, fondatore della Scuola
di Pensiero Horusiana e di Damanhur. Sul sito di Damanhur sono elencati i ventuno princpi della
Costituzione. Alcuni, fra questi, particolarmente interessanti:
3. I Cittadini che tra loro desiderano intraprendere un rapporto di coppia ne fanno pubblico annuncio alla Popolazione. La coppia,
attraverso una pubblica cerimonia, si impegna a realizzare ununione solida e utile alla Comunit. La Popolazione applica la
programmazione delle nascite.
12. Il Cittadino si impegna a contribuire con le proprie risorse, con il proprio lavoro e in ogni altro modo al mantenimento economico
di tutta la Nazione la quale, con il fondo comune, provvede al sostentamento e alle varie esigenze dei suoi componenti. Tutti coloro
che in ogni caso lasciano la Popolazione non possono avanzare alcuna pretesa di carattere economico nei confronti di essa e non
hanno diritto a quanto in essa versato.
16. La Popolazione [] si impegna a rispettare e a osservare tutte le norme della presente Carta. Dalla creazione di una Tradizione,
di una cultura, di una Storia e di unetica comuni nasce il Popolo. Ladesione alla Nazione e al Popolo avviene su livelli differenti,
corrispondenti alla scelta e allimpegno dellindividuo.
17. Il massimo organo direttivo della Scuola di Pensiero e della Popolazione rappresentato dalle Guide. Esse garantiscono il
costante perseguimento degli scopi ideali e delle finalit spirituali in ogni manifestazione della vita comunitaria, sovraintendendo ai
Corpi. Indirizzano e coordinano le scelte aventi a oggetto materie di interesse sovracomunitario. Sono elette periodicamente dagli
appartenenti a Meditazione secondo le regole determinate allinterno di essa. Il parere unanime espresso dalle Guide ha carattere
vincolante per qualsiasi individuo, gruppo o organo della Popolazione. In casi gravi di necessit o urgenza, esse possono adottare
ogni specie di misura e provvedimento. [Non risulta particolarmente chiaro attraverso quali sistemi e quali possibilit di punizione o di
controllo, nda]
19. Le funzioni inerenti al controllo sullosservanza dellordinamento normativo sono esercitate dal Collegio di Giustizia. Ogni

cittadino tenuto a rispettarne le decisioni. Il Collegio di Giustizia pu sospendere e annullare gli atti illegittimi emanati da altri organi,
istruisce e definisce i procedimenti disciplinari, decide su ogni e qualsiasi motivo di contrasto tra gli appartenenti alla Popolazione.

Note
1. Cfr. <www.ftbcc.it/monasteroJC>.
2. Ibidem.
3. Cfr. <www.eremiti.org>.
4. Ibidem.
5. Cfr. <www.damanhur.info>.

Via dal corpo

Seconda pelle, nuova vita


La pelle lorgano pi ampio del nostro corpo. La sua ampiezza media quasi quella di un letto a
due piazze. Ed anche lorgano pi elastico, il pi versatile, il pi resistente. Un nascondiglio
perfetto, che destinato a seguirci per la vita. E nel quale, per tutta la vita, possiamo trovare rifugio.
Cambiare pelle, anche in senso strettamente clinico, mutandone lapparenza o, molto pi
semplicemente, salvaguardandone il contenuto, pu diventare un appuntamento molto importante in
qualsiasi processo di sparizione. Perch il corpo comunque presente, sempre, ovunque, dalla prima
cellula allultimo pelo. E, nella sua totalit, rappresenta in assoluto il primo ausilio veramente
indispensabile alla fuga. Indipendentemente dalla presenza di una destinazione, di un itinerario e di
possibili motivazioni, il corpo rappresenta il mezzo. Sostanzialmente immutabile, imprescindibile e
infinitamente adattabile. Non possibile fare a meno di valutare la sua capacit e la sua
praticit, se si decide di mettere in atto un efficace piano di sparizione. Per viaggi di questo tipo il
corpo rappresenta il bagaglio essenziale per eccellenza ed quindi fondamentale prepararlo con
estrema attenzione. Per quanto ovvio possa sembrare affermarlo, senza la complicit di un corpo e di
un cervello ben coordinati fra loro, solitamente non si arriva molto lontano. Muscoli ben allenati,
viscere tenaci, nervi saldi, ossa solide e neuroni pimpanti devono poter offrire pi che discrete
garanzie di adattabilit e sopravvivenza. Questo, indipendentemente da ogni possibile rischio o
evenienza che un fuggitivo abbia deciso di affrontare. Il corpo deve collaborare quindi con la sua
piena efficienza. Sempre e comunque. Ma, a seconda del tipo di fuga, pu rendersi partecipe e
mettersi in moto anche attraverso dinamiche, diciamo, alternative, che presuppongono azioni di
altro tipo. Non necessariamente fisiche, di prestazione o di resistenza. In questo senso,
eventualmente, un corpo in fuga pu quindi essere e trasformarsi in altro: la proiezione di un
desiderio di cambiamento, linvolucro mutevole destinato ad accogliere una nuova identit e una
nuova esistenza (in teoria, senza nemmeno muovere un passo), la realizzazione del pi sicuro e
inaccessibile dei nascondigli. O, addirittura, un simulacro di immortalit.
Se si pensa alla trasformazione di un corpo, che cambia identificandosi con una nuova immagine di
s (questo, indipendentemente da possibili e realistiche ansie da autentico fuggitivo), il primo
pensiero corre alla chirurgia plastica, lespediente attualmente pi usato e abusato per percorrere
quelle che si potrebbero definire fughe superficiali (anche e propriamente nel senso di azioni in
superficie). Questo pu avvenire attraverso diverse modalit, differenti implicazioni e altrettanto
differenti risultati. Rifarsi il naso, rimodellarsi il seno, far sbocciare un paio di zigomi non equivale
certo a una fuga programmata dal mondo, dalla societ o da unesistenza soffocante. Ma cambiare
radicalmente il proprio aspetto per aderire allidea di un nuovo s, cambiando magari nome o

identit di genere, in qualche misura significa attraversare una soglia che porta da una situazione di
partenza a una di arrivo. Con un decisivo cambiamento nel mezzo. Che muta il corpo e la percezione
del corpo. Che trasforma lidentit in una nuova identit. Che fugge da una condizione per adattarsi,
ritrovarsi, e possibilmente accettarsi, una volta approdati a destinazione.

Sparisci da te, nasconditi in me


Una discreta percentuale di chi decide di sottoporsi a interventi di chirurgia plastica spesso
impegnata in fughe che non portano lontano in termini di distanze o di confini, ma che sono destinate a
modificare la prospettiva sul territorio del proprio corpo e della propria identit. Un viaggio
destinato a mutare la percezione di s, di fronte a se stessi e di fronte agli altri, lontano il pi
possibile da unidea magari eccessivamente sofferta o distorta. Verso una nuova idea. Verso ideali
prototipi di corpi perfetti e modelli perfetti. Spesso, la scorciatoia pi semplice per rimodellare la
propria identit e la propria esistenza. Cambiare i propri tratti somatici pu essere poco pi che un
capriccio. Oppure, una necessit vitale. Ma comunque una questione di mancata corrispondenza fra
interpretazione di s e percezione di s. Un vuoto dove sembra terribilmente facile sparire.
Jocelyn Wildenstein, una signora keniota-americana che oggi dovrebbe avere allincirca
cinquantotto anni (let, oggettivamente indefinibile, potrebbe tranquillamente oscillare fra i trenta
portati piuttosto male e i settanta portati magnificamente), nel corso di cinquantanove operazioni di
chirurgia estetica ha trasformato il proprio volto con la precisa intenzione di renderlo simile a quello
di un gatto. Il suo animale-icona. Bench il suo processo di trasformazione lavesse costretta a
separarsi dal marito (che rifiutava le trasformazioni e aveva cominciato, comprensibilmente, a non
riconoscere pi sua moglie) la signora Jocelyn si dichiarata pi volte soddisfatta e felice. Nel
1998, a due terzi della sua capricciosa opera di mutazione, dichiar di voler sposare il suo chirurgo
plastico, per congiungersi completamente con il suo creatore e con la sua nuova identit. Cos stato.
Marco Ricci ha smesso di essere fisicamente se stesso per diventare il prototipo vivente di una
pop star che ha iniziato la sua carriera come povero bambino nero per ritrovarsi nelle sembianze di
una strana signora bianca. Il volto, le movenze e labbigliamento e lo spirito di Marco Ricci sono
diventati quelli di Michael Jackson. Un Jackson prevalentemente cristallizzato nel suo periodo doro
(quello del guanto di strass e del moonwalking, per intenderci) ma leggermente pi vispo e paffuto
del solito. In un processo di persistente identificazione, Ricci ha congelato chirurgicamente su di s
ogni singolo tratto dellinverosimile fisionomia della pop star. Dal capello riccio e fluente (mai pi
crespo) al nasino cocciutamente, perversamente, allins. Fino alle sopracciglia stile ala di
gabbiano, allocchio tirato, penetrante, al trucco permanente, agli zigomi svettanti, al mento
squadrato, allincarnato da bambola cinese. La somiglianza stata rispettata fedelmente attraverso
una serie di interventi chirurgici che hanno avuto come obiettivo quello di rappresentare e
rispecchiare il pi fedelmente possibile il Michael Jackson medio, seguendo un tentativo di
emulazione destinato a evolversi solo nei limiti del possibile.

Post mortem
Ma il corpo pu cambiare, trovare vie di fuga ancora pi radicali e diventare protagonista di
viaggi e itinerari ancora pi complessi. Fughe che, ad esempio, possono addirittura annullare il

corpo, ricreandolo sotto una nuova forma, pi o meno provvisoria, esaltandone lessenza e
destinandolo a possibili forme di eternit. Questo pu avvenire in condizioni spesso distanti da ogni
dimensione umanamente percepibile. Ma al tempo stesso in modo pratico, tangibile. In una realt
alternativa, che sarebbe difficile immaginare se non fosse invece cos semplice da scrutare a
piacimento. Dando ad esempio unocchiata allo schermo di un computer.
Fuggire da se stesso, dal proprio corpo, dalla propria identit e da tutta la negativit del proprio
passato, per trasformarsi in qualche modo in un esempio di perfezione stata la la prima e unica
possibilit di fuga che un uomo chiamato Joseph Paul Jernigan ha potuto concedersi. Jernigan era un
assassino ed morto ammazzato allet di trentanove anni. Giustiziato nel 1993, con uniniezione
letale dopo dodici anni trascorsi nel braccio della morte del carcere di Huntsville, in Texas. Quale
fuga, quindi? Quella di un corpo volontariamente offerto alla scienza, per poter diventare un corpo
modello e, quasi a volersi beffare delle proprie colpe, un esempio dellassoluta perfezione e purezza
dellessere umano. La morte ha quindi scelto Jernigan per eliminare ogni sua traccia, mentre Jernigan
ha usato la morte come scappatoia estrema. Per rimediare alla sua vita e conquistare unidentit a
tutti gli effetti nulla, ma di assoluta purezza. Dopo liniezione letale luomo Jernigan stato congelato
a 70 gradi sotto zero allinterno di una specie di gelatina bluastra (necessaria per uniformare la
consistenza di ogni singolo tessuto corporeo in condizioni di bassissima temperatura). Quindi, stato
segato a sottilissime fettine e, in un successivo passaggio, digitalizzato completamente. Per essere
precisi, il suo corpo stato prima segato in quattro blocchi e poi piallato. Una lama finissima,
rotante, pilotata da un computer ha eliminato millimetro dopo millimetro il corpo, asportando carne,
tessuti e ossa. Mentre il corpo di Jernigan spariva un millimetro per volta, tre macchine fotografiche
e una pellicola ad alta definizione fotografavano il corpo dentro al blocco inerte. Ad ogni passaggio
della lama, una serie di foto e di scansioni digitalizzate hanno fissato ogni proiezione possibile della
sezione di corpo tagliata in quel preciso momento. Una fettina per volta. Fino a far scomparire tutto il
corpo. Fino a ricomporlo nella mappa digitalizzata pi perfetta del corpo umano. Digitalmente, il
corpo stato poi riassemblato nuovamente per intero, permettendo rotazioni e proiezioni
tridimensionali con ogni possibile angolazione, sezioni progressive di ogni fibra e di ogni organo in
combinazioni infinite. Per diventare cos il calco pi completo e definito dellanatomia umana, la sua
mappa pi dettagliata. Jernigan stato trasformato da essere umano in carne e ossa in 17 miliardi di
byte. sparito in qualcosa di non propriamente umano, che per diventato un modello perfetto di
uomo. Lassassino Jernigan finito in un non-luogo, dove viene attualmente ammirato, ispezionato
e consultato centinaia di volte al giorno da studenti, studiosi di biologia e medicina di ogni parte del
mondo. Il suo nuovo, eterno, ed estremo nascondiglio la gigantesca enciclopedia tridimensionale di
se stesso. Il dottor Victor M. Spitzer (che insieme al dottor David Whitlock si legalmente
impossessato del corpo, concesso volontariamente e consapevolmente dallo stesso detenuto ancora
in vita) ha fabbricato per 1871 millimetri di carne, ossa, sangue, nervi e muscoli uneternit. Fatta di
numeri perfetti. Il risultato stato chiamato the visible man. 17 gigabyte di umana perfezione. Bench
il corpo di Jernigan sia praticamente alla portata di chiunque possieda un computer sufficientemente
potente, nessuno pu sapere esattamente dove sia finito il suo corpo. La morte forzata di questuomo
diventata una fuga volontaria, oltre lo spazio e il tempo. Joseph Paul Jernigan sparito
completamente. Bench non sia da nessuna parte, comunque possibile trovarlo qui:
<www.nml.nih.gov>.

And back again

Il cervello umano portato per sua natura a concepire idee profondamente connesse allidea di
eternit. una spinta emotiva del tutto spontanea e irrazionale, che tende allassoluto e che nelle
intenzioni prevarica la dissoluzione della morte, superandone per quanto possibile il suo limite
insopportabile. Tecnicamente, leternit non qualcosa di naturale per gli esseri umani. Ma ci sono
metodologie scientifiche che tentano da decenni di andare oltre questo fastidioso dettaglio. Non c
niente di particolarmente umano o di naturale nel sopravvivere in eterno. Ma la crionica una
scienza che la pensa diversamente.
Nellazoto liquido, a 196 gradi sottozero, infatti, il rifugio delleternit sembra essere una
prospettiva possibile, sospesa nel presente, ma pronta e protesa, aspettando il futuro. Lidea della
crionica (dal greco kryos, freddo) fu lanciata da un certo Robert Ettinger negli anni Sessanta con il
libro The Prospect of Immortality, nel quale si descrivevano le possibilit di congelamento di un
essere umano al fine di preservarne le funzioni organiche. Una parentesi inerte ma in qualche misura
vitale, in attesa che scienza e tecnologia potessero nel frattempo trovare la maniera pi efficace per
debellare malattie incurabili e garantire ad ogni corpo la possibilit di vivere in eterno.
La prospettiva di immortalit di Ettinger continua oggi in un laboratorio della Silicon Valley, dove
attualmente si sta lavorando concretamente sullipotesi di allungamento della vita. La Fondazione
Alcor, ad esempio, laboratorio nato in California ma trasferitosi in Arizona per scampare al rischio
sismico e garantire continuit al servizio, vanta gi cinquantanove pazienti immersi in una precisa
idea di immortalit. In forma di azoto liquido. Altri 590 iscritti sono pronti a seguire lo stesso
procedimento, una volta che la loro esistenza si sar conclusa (o avr imposto un provvidenziale
intervento a causa di gravi patologie senza possibilit di cura). Per regalarsi questa possibilit di
fuga immortale necessaria una cifra minima di 150mila dollari. Alla fondazione assicurano che con
una spesa nettamente inferiore possibile congelare unicamente il cervello. In questo caso, la
sospensione va eseguita prima della definitiva morte cerebrale (ma gi in assenza di battito cardiaco,
altrimenti omicidio). Le probabilit di ristabilire integralmente le funzionalit allinterno di un altro
corpo non rientrano realisticamente nelle metodologie scientifiche attuali. Non possibile quindi
assicurare in alcun modo la riuscita del ripristino futuro. Le iscrizioni a buon mercato sono comunque
in continuo aumento, fiduciose di un minimo ma ottimistico margine di successo.

Punti di fuga e nuove prospettive

Sembra sia esistito un Movimento per lEstinzione Umana Volontaria, di cui per non si hanno pi
notizie certe. Al momento il suo sito, <www.estinzioneumana.it>, coerentemente con le proprie
intenzioni, pare essersi estinto. Ed sparito. O meglio, si riconvertito in un variopinto e versatile
motore di ricerca, dal nome un po inquietante. Fino al gennaio 2005, in ogni caso, era possibile
leggere il seguente messaggio:
Il Movimento per lEstinzione Umana Volontaria nato per promuovere e sostenere leliminazione progressiva, naturale e non
violenta della specie umana. Una sparizione totale, irreversibile e necessaria delluomo dal suo ambiente. Per permettere alla
biosfera terrestre di rigenerarsi, riacquistare salute e conquistarsi altrove unaltra possibilit.

Sparizione fai da te
La trascrizione che segue tratta da un blog rintracciato in Rete nel maggio 2005 (il blog stato
raggiunto attraverso un rimbalzo di link allinterno del sito <www.mispers.com>, dove mispers sta
per missing persons. Attenzione: in maniera forse non altrettanto casuale, la consultazione del sito
produce fenomeni di spamming provenienti dallindirizzo <www.a busegovus.com>, dove
abusegovus sta per abuse of the Government of the United States). Il blog sembra essere
appartenuto a X (non si conosce il suo nome. Probabilmente si tratta di una persona di sesso
femminile e di giovane et, anche se non ci sono indicazioni significative che possano evidenziarlo
con certezza). X ha aggiornato il suo blog in maniera discontinua e anomala, senza mai dare risposta
agli interventi di chi cercava di consigliare, scoraggiare/incoraggiare o sostenere in qualche modo le
sue intenzioni, nei due mesi precedenti quella che dovrebbe essere diventata a tutti gli effetti la sua
effettiva sparizione. X non ha dunque mai interagito con nessuno dei suoi visitatori. Non ha fornito
indicazioni dettagliate su di s. Non ha suggerito particolari dettagli sulle sue eventuali tattiche di
fuga. Tutto questo sembra non essere stato fatto con troppa precisione, destando curiosit e
attenzione, ma senza mai lasciar trapelare informazioni verificabili. Lautenticit del blog
naturalmente dubbia. Come pu esserlo ogni identit occultata dallanonimato del web. Ma per
quanto vago e incostante, il resoconto di X lascerebbe trasparire uninquietudine autentica. Quindi, in
qualche misura, significativa. Attraverso i suoi resoconti, X non permette di risalire con esattezza
nemmeno alle reali motivazioni della sua fuga. Un motivo si pu a malapena immaginare. Probabile
crisi esistenziale, forse una serie di delusioni di tipo affettivo, oppure le conseguenze di entrambe le
cose. Non trapelano in alcun modo indizi che possano far pensare a reati o pendenze di tipo penale
capaci di suscitare in modo particolare linteresse delle Istituzioni e delle Forze dellOrdine.
probabile che X abbia scritto le sue considerazioni allinterno di un rifugio temporaneo, in un

luogo non distante dal suo abituale domicilio (alcuni minimi dettagli lasciano intendere una fuga da
uno Stato dal clima temperato, come Texas, Florida o California). Dopo aver raggiunto e mantenuto
volontariamente, per un periodo breve ma non meglio indentificato di tempo, uno stato di pressoch
completo isolamento, X ha iniziato a elaborare un possibile piano di fuga. Attraverso il suo blog non
ha per mai esplicitamente richiesto aiuto o sostegno. Non ha giocato il ruolo della vittima in cerca
di comprensione. E non ha mai nemmeno manifestato intenzioni suicide (cos come alcuni bloggers
estremi sembrano fare di tanto in tanto, per ricevere le stesse attenzioni che si cercano di solito
nelle provvidenziali e disperate ultime telefonate). probabile che X abbia ricevuto il sostegno
necessario a organizzare il suo piano attraverso la ricerca di informazioni nella Rete stessa, o grazie
alla consultazione di manuali specifici. Il diario di X sembra a tutti gli effetti lintenzione (intima ma
plateale al tempo stesso) di dare sfogo e coerenza a un flusso di pensieri. Senza cercare
approvazione. Partendo innanzitutto da s. Il fatto che nel corso dei due mesi precedenti la fuga
nessuno dei commenti intervenuti sulle sue pagine abbia ottenuto risposta lascerebbe addirittura
presupporre una certa natura schizoide o borderline della personalit di X. Non detto, daltro
canto, che il blog sia stato creato e utilizzato consapevolmente per sviare attraverso minimi dettagli
significativi una serie di eventuali, future, indagini. Ma nessuna di queste ipotesi realmente
confutabile. Cos come non lo sono le modalit concrete che X sembrerebbe aver messo in atto per la
sua fuga, i mezzi, gli itinerari e le possibili mete (Russia, Praga?). X sembra aver raccolto
informazioni precise su come attivare le procedure necessarie a una sparizione in piena regola. Si
accenna a unauto, allurgenza di provvedere alla sistemazione di certi documenti, a tattiche discrete
per tenere a bada il sospetto di amici e parenti. E a possibili cambiamenti di abitudini e di aspetto (il
tutto accennato in maniera anonima e apparentemente casuale).
Nessuno potr mai sapere se X ce labbia fatta sul serio o se abbia invece fallito miseramente
nelle sue intenzioni. N si potr mai sapere fino a quale volontario punto di non ritorno la sua idea di
fuga sia eventualmente riuscita ad approdare. Il blog di X in ogni caso non esiste pi. La data del suo
ultimo messaggio rimane: 2 maggio 2005.
[26 marzo 2005]
Davvero, una cosa idiota. Nella testa ogni tanto si fa avanti la parola: testamento. Che
stronzata. Io non devo mica morire. Non dovrei nemmeno lasciare proprio niente a nessuno, se
per questo. Devo giustificare qualcosa, allora? una domanda. Devo giustificare qualcosa? La
mia sola eredit dovrebbe essere quello che lascer da pensare. Potrebbe essere questo? Niente di
grave, allora (lo rileggo per due volte e credo che non abbia molto senso, ma continuo a pensarlo
lo stesso). Non deve essere niente di cos sbagliato, in fondo. Ho molto amato alcuni dei miei
amici e una discreta parte della mia famiglia. Ok. Amo ancora molto alcuni miei amici e parte
della mia famiglia. Tutti gli altri hanno solamente cercato di fottermi, in un modo o nellaltro.
Fino a non permettermi pi di amare granch quello che sono adesso. Ma ricominciare ad amarsi
non sembra essere pi unimpresa impossibile. No, non lo . Sembra funzionare meglio di giorno
in giorno. Se questo pu valere come testamento (credo di no), allora questo il mio testamento
(ok, sono tutte cazzate).
[27 marzo 2005]
Sembra si debba fare cos: rassicurare una persona alla volta. Salutarne una alla volta e mai
tutti insieme (e non deve nemmeno sembrare un saluto). Non so se sia una mossa giusta, nel senso
che potrei fare qualche passo falso. Ma mi solleva il fatto che per il momento non niente di

particolarmente doloroso. Pensavo ad altro, invece di questo sollievo. Non sento di dover stare
pi in questo posto. Non voglio che mi circondino pi per tutto il tempo, come una volta. La
solitudine non affatto male, adesso. Mi piace lidea di non dovermi preoccupare pi di certe
cose: tipo sentire la necessit di raccontare o condividere segreti con qualcuno (segreti che
potrebbero essere a loro volta condivisi o raccontati a qualcun altro). Restare distaccati dalle
cose ti permette di vedere le cose diversamente. Forse tutto distorto e forse no. Forse una
stronzata, ma per il momento sembra una buona stronzata. Perci probabile che sia un bene.
[?? marzo 2005]
Non che preferisca la mia compagnia a quella di chiunque altro. Non mai stato cos. E anche
adesso, non esattamente cos. Specialmente per via del fatto che ho sempre odiato certe cose del
mio carattere e certe mie fissazioni. Sembra una cosa ridicola da pensare, ma preferisco di gran
lunga lipotesi di dovermi umiliare davanti a uno specchio facendo i conti con quello che sono,
piuttosto che doverlo fare sistematicamente (come se fosse una cosa normale) di fronte ad altre
persone. La sto forse trasformando in una forma darte, questa cosa? Arte della decadenza, forse?
Analizzare troppo sempre stato un mio problema. Avevo imparato ad accettarlo. Ma ci sono
parti di me che adesso cominciano a dire: Oh, andiamo, vedi di fottertene. Questo
sicuramente un bene. E lo sto accettando molto pi facilmente. Perch arrivare alle conclusioni
sbagliate crocifiggendosi di dubbi quando si pu arrivare alle conclusioni che sembrano giuste
con molta meno fatica?
[29 marzo 2005]
Stanotte stavo guidando tornando dal bar di Zach. Questa una delle ultime visite che ho
programmato. Tornando ho abbassato anche i finestrini di dietro. Ho aperto il tettuccio e ho
guidato pianissimo fino a qui. Nel silenzio quasi assoluto. Anche perch non ho pi lautoradio
(lho gi venduta una delle prime cose che ho fatto fuori ma anche se lavessi avuta non
lavrei accesa comunque, credo). Per tutto il tempo ho pensato a cose enormi e stupide. Tipo il
senso della vita e queste cose qua. A dire il vero, ogni tanto pensavo anche che non sar facile
sbarazzarmi della mia macchina. un rottame, ma emotivamente qualcosa di speciale per me.
Questo, almeno, quando sono in sella. Perci pensavo al senso della vita. Pensavo al piacere
che si prova ad andare veloci. E anche se andavo pianissimo, avevo in corpo la stessa adrenalina
delle cose veloci. Ho concluso (e davvero non so come) che forse dovrei cominciare a smettere di
credere nel destino. Forse non ci ho mai nemmeno davvero creduto. Andiamo, cosa sarebbe il
destino? Forse c un motivo per il quale starei arrivando a certe conclusioni? Proprio adesso,
proprio questestate? C una ragione per tutto quello che sto facendo? Di sicuro c. Se qualcosa
sta per succedermi, per un motivo. E niente altro. Certamente. Quello che far da adesso in poi
significher qualcosa per il resto della mia vita. Ma non c nessun disegno supremo, niente del
genere. Non sopra la mia testa. Questa almeno la mia idea. Anche se adesso che la scrivo qui,
davanti al computer, sto riducendo tutto a qualcosa che somiglia molto a una stronzata (ma non
credo lo sia davvero). Forse domani mi sveglier e penser qualcosa di completamente differente.
O forse smetter soltanto una volta per tutte di guidare lentamente con i finestrini abbassati. Se
vender la macchina, se trover la maniera di sbarazzarmene, dovr smettere sicuramente (Ges,
e questo cosa sarebbe? Un altro di quei fottuti infantili e gonfi momenti di autoanalisi? Niente
senso della vita, per favore. Sono le cose che fai che cambiano le cose che fai. Ok, silenzio
adesso).

[30 marzo 2005]


Certe cose sembrano cos irrimediabilmente noiose, a volte. Sveglia alluna, oggi. Sembrava
cos presto e invece no. Non ho ancora uno straccio di idea su come poter rimediare un lavoro.
Non riesco a immaginarmi qui che scalpito fino alla fine dellestate. Penso che ogni cosa
succeder in maniera naturale. Ma devo sicuramente iniziare da qualcosa. E sia chiaro: non
voglio assolutamente sentirmi in colpa per il sonno che mi sto godendo cos abbondantemente.
[2 aprile 2005]
PIANO DEL GIORNO.
Perci, smetti di mentire con lo specchio. Non c nessuna dannata ragione per continuare a
farlo ancora. Riorganizza i capelli. Riorganizza il guardaroba (tecnicamente puoi sbarazzarti solo
del guardaroba, per). Per quanto ti possibile, smetti di avere laria di chi ogni mattina si alza e
si fa stendere da un camion. Stile, baby.
Perci, vedi di mettere a posto la questione dei documenti.
Definisci questa cazzo di cosa. A che punto sei?
Perci, pensa al tuo nuovo possibile lavoro. Adesso.
Perci, perch continui a rimandare tutto?
Perci, sappi che se finirai per attraversare lintero continente avrai bisogno di molta energia.
E magari anche un buon dizionario.
Perci, fai uno sforzo: cervello, baby.
Perci, se tutto filer liscio potresti avere bisogno anche di un buon passaggio. Puoi giurarci
che avrai bisogno di farli ruotare come si deve, quei pollici. E avrai bisogno di energia da
vendere. Nutriti come si deve. Ne hai, di energia? Bene. Continua a nutrirti come si deve. Usa un
po della tua energia adesso, allora. Facciamoci questo favore. Grazie.
[?? aprile 2005]
Metto insieme cose e aspetto cose.
Aspetto il giorno in cui potr finalmente buttarmi alle spalle tutto. Mettere tutto quello che
serve in macchina e iniziare a sciogliere un nodo alla volta.
Sto aspettando che rimanga meno di una settimana.
Sto aspettando che le carte di credito smettano di fare il loro dovere.
Sto aspettando di abituarmi a quello che vedo nello specchio.
Sto aspettando una notte del prossimo agosto, quando guarder tutto quello che ho cambiato
con altri occhi per la prima e ultima volta: relazioni, averi, la mente, la maniera di vedere le cose,
la maniera di percepire quello che sono adesso. Larrivederci vicino. E non dovrebbe essere un
arrivederci (se questo non chiaro vuol dire che non sono esattamente a buon punto).
Sto aspettando tutto questo ed come se mi prudesse il cervello. Aspetto tutto questo come mai
ho aspettato niente in tutta la vita. E ancora non so di preciso cosa riuscir a lasciarmi alle spalle
(ok, sparisci: vai a dormire).
[4 aprile 2005]
Mi diverto a fare paragoni guardando gli altri, chiunque mi capiti a tiro quando capita di
mettere il naso fuori di qui. In questo momento come se non possedessi niente. Questa cosa due
anni fa avrebbe potuto fottermi. Ora penso sia una dannata fortuna e riesco perfino a non
stupirmene. Niente male, tutto considerato. Perdi qualcosa e ci guadagni qualcosa. Non

fantastico?
[6 aprile 2005]
Due nuove idee per un possibile lavoro. Non servirebbe parlare troppo, non occorrerebbe
stressarsi troppo. Devo solo definire qualche eventualit. E valutare lipotesi che un lavoro del
genere possa esistere, naturalmente. Ah, ah. Forse troppo presto.
In questo momento la parola perfetta (ed esagerata) : limbo.
[8 aprile 2005]
Avrei bisogno di un po desercizio. Snellirsi, baby. Il mio metabolismo fa schifo. Il cibo che
mangio fa schifo. La pelle fa schifo. Ma solo se la guardo da vicino. Dallaspetto, in generale,
tutto sommato non si direbbe niente di tutto questo. incredibile come riesca a fregarti un taglio
di capelli.
Ok, pensiero masochistico: sto per riconquistare la mia esistenza o sto per perderla una volta
per tutte?
Certe volte, quando arrivano domande come queste, sarebbe utile potersi prendere a calci nel
culo.
[10 aprile 2005]
Smetti di pensare in termini di mancanza di successo.
Smetti di pensare in termini di fallimento.
Smetti di pensare che nessuna complicazione potr mai trasformarsi in una facilitazione.
Fai cos, per adesso. Smetti di pensare. Smetti di NON rilassarti (quando ne avresti davvero
bisogno non c mai una piscina a disposizione).
[12 aprile 2005]
Ho addosso quella stanchezza che secondo me puzza. Ho davanti a me un quiz grammaticale su
questi strani verbi e non so da dove cominciare. Sono le cinque di mattina. Ho dormito dun botto
dalle tre di ieri pomeriggio. Per la miseria, ho dormito moltissimo. E senza nemmeno prendere
mezza pastiglia di sonnifero. Adesso sono le cinque di mattina e ho davanti a me questo quiz. Che
dovrebbe aiutarmi a spalancare le porte del mio futuro. Che cosa dovrei farmene? Credo ci
vorrebbe un caff perch praticamente non vedo nemmeno le domande. Vedo solo le caselle vuote,
infatti. Mi sento come se un grosso camion mi fosse passato sopra le ossa. Certe abitudini non
cambiano tanto in fretta. Allora, diciamo che il grosso camion potrei farlo diventareun canguro.
Ah, ah. S, forse sarebbe molto meglio un canguro. Esisteranno i canguri in Patagonia? Chiss
perch mi venuta in mente questa cosa della Patagonia. Credo di s, comunque. I canguri della
Patagonia dovrebbero esistere. Di certo non esistono canguri in Russia. No, i canguri russi non
esistono (riempi quelle fottute caselle).
[13 aprile 2005]
Pu esserci frase pi stronza e inutile di: fanculo tutto? Per, davvero, certe volte come fai
almeno a non pensarlo? Questultimo fine settimana mi ha fatto a pezzetti. Pi il tempo passa, pi
controllo dovrei avere della situazione, meno controllo sembro avere della situazione. Mi sento
dentro una specie di trappola. Anche di pi, se fosse possibile. Sento che la trappola si
rimpicciolisce mentre io mi gonfio a dismisura. Potrei bere qualcosa per tirarmi su e invece non
ne ho voglia, grazie al cielo. Potrei piangere e sarebbe gi qualcosa. Quello servirebbe. Ma non

ci riesco pi da un pezzo. Non come si deve, almeno. Sento di non avere neanche le forze per
organizzarmi un bel pianto in piena regola. E non so nemmeno se ho un cazzo di cleenex da
qualche parte. Allora niente cleenex, niente pianto. Questo il primo pensiero davvero pratico
della giornata.
[14 aprile 2005]
C una parte di me che vorrebbe dire con forza VAFFANCULO a tutto per aver portato le cose
fino a questo punto. In realt la colpa, casomai ce ne fosse una, sarebbe soprattutto mia. Allora
dovrei forse dire VAFFANCULO a me? Che roba patetica. Nessuna scorciatoia. Hey, parte
sincera? Ok, vaffanculo. Posso fare due cose. Mollare per mollare. O mollare per recuperare
qualcosa. Io credo di sapere quale sia la mossa migliore. Per, lo stesso, fanculo tutto, davvero.
Almeno oggi. No, seriamente. Vaffanculo. Almeno per adesso. Posso ancora concedermelo.
[15 aprile 2005]
Oggi ho cominciato a indossare roba pi colorata e leggera. Molto pi colorata del solito. Non
avrei mai pensato di potermi mimetizzare con certe camicie. Vestiti sempre di blu, di nero e di
grigio e questo quello che potrebbe capitarti nella vita. Roba leggera per significa anche che
lestate sta arrivando. La stagione che dovrebbe cambiare tutto. Che dovrebbe trasformare ogni
stagione. E da qui a otto mesi potrebbe sul serio essere cambiato tutto. Va bene. Se apro la
finestra ci creder sicuramente molto meglio.
[17 aprile 2005]
La prospettiva che mi esaltava un minuto fa ora un po mi intristisce e un po mi deprime.
Questo mi fa incazzare, perch non cos che si dovrebbero affrontare certe cose. Non
latteggiamento consigliato per certe cose. Non stato male isolarmi completamente e vivere in
solitudine negli ultimi due mesi. Senza nessuno. Senza cercare nessuno. Senza avere troppi
problemi rispetto a questa cosa. Non stato affatto male. La cosa pi straordinaria che nessuno
abbia insistito troppo nel cercare di capirci qualcosa. Tranne me. Dormire in totale silenzio e
tranquillit a ridosso di questo piccolo giardino stato bello. Mi davvero piaciuto. Sembrerebbe
poca cosa, ma grandioso invece. E il sonno, dio, il sonno meraviglioso. Soprattutto se te lo
godi cos come me lo sono goduto io. Il sonno e il silenzio. Tutto ha cominciato a diventare una
lavagna quasi pulita. Sono solo certi momenti che ancora non vanno. Lassenza degli altri al
momento mi stuzzica. Anche il mio egoismo al momento mi stuzzica. Non voglio mollare proprio
adesso che sembra tutto cos stuzzicante
[18 aprile 2005]
Il traguardo sarebbe soltanto a quattro mesi e qualche giorno da qui. Questo se mi muovessi
per conto mio e con tutta la calma possibile. Invece sarebbero solo poche ore se prendessi un
aereo e facessi tutto come si deve. Pi rischioso o pi sicuro? Nessuna delle due. ancora tutto
per aria, in realt. Ho sempre avuto fantasie circa il viaggiare senza bagagli e lasciarsi andare a
quello che capita. Sta diventando una specie di fissazione. Una perversione. Che si trasforma
anche in brutti sogni, a volte. Ma solo a volte. Adesso sto cominciando a considerare lidea di un
bagaglio come si deve. Dove vai senza bagaglio, dopotutto? Per giunta l hai bisogno di coprirti,
cazzo. Gi mi vedo, a camminare lungo quelle strade enormi, in ottobre, senza uno straccio caldo
addosso. Il bagaglio sempre un problema. Meno porti cose, pi avrai bisogno di cose. Pi ne

porti, meno avrai con te quelle davvero necessarie. Ma qui si tratta di andare via e non crepare di
freddo. Bisogna coprirsi. E bene. Anche a Praga, suppongo.
Le scarpe meriterebbero sempre pi attenzione. Non ci avevo ancora pensato seriamente. Come
si fa con le scarpe? E come si fa, al limite, a non dare nellocchio con un impermeabile, in
aeroporto, ad agosto?
[25 aprile 2005]
Potrei ammalarmi appena raggiunta la citt. Potrei finire subito nel posto sbagliato. Nella
festa sbagliata. E sputtanare tutti i soldi nel giro di un fine settimana. Tutto potrebbe finire per
fottermi molto in fretta. Oppure potrei arrangiarmi e fare le cose con tranquillit. Facendo molta
attenzione ai miei spiccioli. E riuscire a farcela, un po alla volta. Potrei ammalarmi dopo una
settimana. Cosa gli racconti a un medico che non parla la tua lingua? E unaltra cosa: ci sono
epidemie che non conosco? Roba che potrebbe uccidermi? Queste sembrano solo stronzate,
chiaro. Ma credo siano stronzate fondamentali.
[2 maggio 2005]
Vorrei proprio andare, adesso. Sento che potrei farcela. Adesso. Farcela con tutte queste
faccende rimesse a nuovo che non possono pi fare finta di niente. Farcela col trovarmi un lavoro
decente, farcela a superare lestate, soprattutto. Dovrei darmi da fare adesso. In teoria gi tutto
pronto. Non rileggere. Non rileggere, ok? Perci meglio andare e basta.

Teoria, pratica e un po di grammatica


Lesempio americano. Primato e modello
Lobesit patologica uno fra i pi vistosi primati della popolazione americana di oggi. Risultato
debordante di benessere a buon mercato unito a una serie indefinibile di malesseri. Fra i quali
spiccano, per ovvie ragioni, pessime abitudini alimentari. Si tratta di malesseri che agiscono
sullindividuo e che molto spesso scaturiscono da sollecitazioni e da conflittualit di tipo sociale.
Se il confronto con i modelli di riferimento che il Sistema suggerisce diventano insostenibili, se i
prototipi sono inarrivabili e lo sono cedere diventa inevitabile. Depressione, perdita di
motivazione, sensi di colpa, complessi, fobie e disadattamento progressivo, coadiuvati da bulimia
senza controllo, trasformano il disagio iniziale in una scorciatoia fallimentare e pericolosa. Anche il
desiderio volontario e organizzato di fuga dalla societ sembra essere in tutto e per tutto un primato
americano. In maniera discreta e clamorosa al tempo stesso, la spinta alla fuga ha fomentato con
forza, nel tempo, le ansie del singolo individuo a confronto con quello che il Sistema gli ha
progressivamente suggerito, imposto o pi realisticamente negato. Rispetto allobesit patologica, i
sintomi della fuga organizzata possono apparire in qualche misura simili: depressione, perdita di
motivazione, sensi di colpa, complessi e fobie di vario tipo, disadattamento progressivo
rappresentano infatti un denominatore comune. La differenza sostanziale che la reazione a un
disagio, che si organizza per diventare fuga, rappresenta una risposta sostanzialmente positiva. Nella
fuga, per quanto disperata, incontrollata o irrisolta, la spinta non pu risultare come un fallimento.
Perch la fuga, indipendentemente dal suo risultato, nasce spesso proprio come tentativo di risolvere
un fallimento.
Lindividuo che decide di scappare perch, ad esempio, vede compromesso in modo

irrecuperabile il suo ideale di democrazia (o, pi semplicemente, perch decide di evitare abusi,
violenze e minacce vissute direttamente sulla sua pelle) agisce in ogni caso per modificare
positivamente lo stato delle cose. Per farsi del bene. Per tentare di recuperare qualcosa. Il suo
malessere non si trasforma in nuovo malessere. Ma desidera trasformarsi in qualcosa di
potenzialmente nuovo e salvifico. Pi grandi saranno il fallimento, la disillusione, i compromessi, i
disagi e le paure, pi insistenti e organizzati saranno i tentativi di fuga. Nella maniera pi
organizzata, scaltra e concreta possibile. Dove allora, innanzitutto, se non in America?
Il disagio, la paranoia, il piano
Sarebbero queste le tre spinte indispensabili per attivare una motivazione alla fuga
sufficientemente forte. Sia che si tratti di sfuggire alle minacce del Sistema sostenuti da un ideale o
da una filosofia di vita altrimenti irrealizzabili, sia che si tratti di cercare la via duscita pi breve e
meno dolorosa per sottrarsi a pressioni generate da una particolare circostanza, pi o meno
minacciosa, allazione violenta di un gruppo o agli abusi quotidiani di un singolo individuo.
Il disagio iniziale pu avere motivazioni del tutto razionali o profondamente radicate nella propria
storia personale. Societ e individuo partecipano alla definizione del problema iniziale in maniera
complementare o indipendente. Lindividuo che organizza la sua fuga per escludersi e allontanarsi
consapevolmente dal suo gruppo/contesto di riferimento rappresenta la reazione a un Sistema che
sembra aver fallito e portato alle estreme conseguenze la propria missione, generando una serie di
condizioni che (dal sociale al singolo individuo) risultano come ostacoli, minacce, situazioni
inadeguate e inaccettabili.
La paranoia la conseguenza di tutto ci. La somma esasperata delle insicurezze maturate
dallindividuo, che si estende progressivamente ad ogni aspetto della sua vita. Essere consapevoli
del disagio produce paura. Ipotizzare una possibile soluzione produce paura. Mettere in pratica la
soluzione stessa induce a una serie di nuove paure. Nel potenziale fuggitivo quella che si potrebbe
definire con il termine generico di paranoia destinata a diventare uno stato di allerta perenne.
Inevitabile nel momento stesso in cui il disagio si manifesta. Necessario per iniziare a convivere con
lidea di una condizione il pi possibile efficace di invisibilit.
Il piano dovrebbe corrispondere a una reazione organizzata delle tensioni derivate dal disagio,
unite a quelle generate dalla paranoia. il progetto della fuga. Laspetto teorico/pratico della
soluzione possibile. Decisa, estrema, irreversibile e dalle conseguenze imprevedibili (anche
positivamente imprevedibili). Organizzazione del piano o privato complotto, le tecniche di difesa per
contrastare ogni possibile minaccia pronta a colpire la propria privacy identificano unossessione
molto americana per la libert individuale. Lossessione delle Istituzioni e del Governo, dotati di
enorme potere di controllo su ogni aspetto della vita del singolo cittadino, complementare alla
paranoia del cittadino stesso, che vede minacciata in ogni momento, in maniera pi o meno evidente,
la propria sfera privata. La libert individuale diventa un mito da difendere a qualunque costo,
ossessivamente, con la fuga o, molto pi semplicemente, con il fucile, dalla minaccia dellinvasore,
dellusurpatore, dellintruso. In nessun posto, come in America, difendere il proprio territorio e il
confine della propria libert rivendicato come un diritto assoluto. La cosiddetta libert del fucile
in molti Stati, come ad esempio il Minnesota, praticamente legge: chi vede violata la propria
propriet autorizzato a sparare. Ma il mito della massima libert individuale si esprime anche
attraverso tattiche pi sottili di depistaggio, con la possibilit di far perdere innanzitutto le proprie
tracce anzich eliminare come prima cosa le tracce degli altri. il mito delleroe solitario. Pi o
meno positivo, ma sempre profondamente americano. Dal cow-boy giustiziere al supereroe

tormentato ma senza paura, fino al sovversivo terrorista delle coscienze alla Tyler Durden (il
protagonista di Fight Club). Dimentica chi sei, fai in modo che anche gli altri lo dimentichino. E poi
diventa la minaccia di chi ti minaccia. Nel farlo, le distanze da coprire per agire compiutamente
posso variare moltissimo. Da poche centinaia di metri a migliaia di miglia.
interessante notare a questo proposito come gli Stati Uniti dAmerica siano nati, storicamente,
proprio da tensioni mirate alla conquista del territorio, al suo possesso e alla sua difesa. Allo
spostamento progressivo (per lo pi coatto e violento) verso orizzonti sempre pi ampi e sconosciuti.
Dal mito della frontiera in poi, la mobilit, il viaggio, la ricerca, il desiderio di cambiamento, la
capacit di adattamento e la strenua ricerca di sicurezza hanno fondato lintero Paese, la sua
popolazione e le sue attitudini. Statisticamente, oggi la popolazione americana la meno stanziale al
mondo. Quella che, ad esempio, effettua pi traslochi in assoluto nella propria vita. Che si sposta di
pi. Necessit o insofferenza? Il modello americano ha per ormai perso la sua unicit.
Unemulazione facilmente prevedibile e del tutto coerente rispetto a una logica di esasperata
globalizzazione ha tradotto il fenomeno della sparizione volontaria in unattitudine planetaria. Che si
caratterizzata in vario modo a seconda delle latitudini. Allinterno di tutte le cosiddette societ
organizzate il modello americano maturato e si evoluto secondo specifiche esigenze, dettate da
caratteristiche geografiche, tradizioni e stili di vita. I metodi e le tecniche di fuga metabolizzati
allinterno del Sistema americano sono stati elaborati e amplificati ovunque, grazie soprattutto alle
possibilit offerte dalle moderne tecnologie. Trasformando ovunque unesigenza di pochi in un
desiderio di molti.

Fughe da manuale #1: prime invisibilit posticce


I teorici della sparizione esistono per davvero. Sono molti e sono un po dappertutto, da molto
tempo. Il pi delle volte, agiscono nascosti nellombra di pseudonimi inespugnabili, o di identit
perfettamente sconosciute (o misconosciute). Non importante che abbiano un nome, effettivamente.
Il valore delle loro informazioni prezioso indipendentemente da una possibile firma che ne
comprovi lefficacia. La loro opera di informazione, politicamente scorretta ed eversiva, nellarco di
un trentennio circa riuscita a conquistare veicoli di diffusione commerciale estremamente popolari:
dalla semplice pubblicazione (gestita inizialmente sottobanco da piccole case editrici operative al
limite della legalit) alla capillarit della Rete (fino alla somma logica delle potenzialit di entrambi
i mezzi: la Rete oggi infatti sia veicolo di informazione, sia canale di vendita privilegiato e sicuro
per pubblicazioni sempre pi alternative e scomode).
Linteresse vivo di un pubblico curioso e alienato, insieme a quello di un mercato piccolo ma
solido, ha reso largomento particolarmente appetibile pur nella sua assoluta esclusivit. Quindi
attuale e vendibile. Oggi che il fenomeno della sparizione volontaria dellindividuo rappresenta una
delle poche alternative possibili per sottrarsi al disastro annunciato del Sistema, linteresse sembra
essere in ulteriore crescita, legittimato da convinzioni sempre pi solide. Bench ancora generica e
approssimativa, una motivata attenzione rispetto a questo tipo di argomenti risale al primo periodo di
piena e autentica fioritura new age, quando i manuali della sparizione erano virtuosistiche e
suggestive teorizzazioni, smerciate come astute vie di mezzo fra imprese alla Houdini e dissertazioni
filosofiche di vecchia e gloriosa matrice flower power.
Tra le prime pubblicazioni incentrate su una qualche idea di sparizione volontaria, giusto
ricordarne almeno una, totalmente inutilizzabile da un punto di vista concretamente escapologico, ma

significativa abbastanza per essere considerata la premessa di un sentire gi proiettato verso


loccultamento di s. Una sparizione intesa come invisibilit, prima ancora che come fuga vera e
propria. Nel 1982 un certo Steve Richards pubblic Invisibility: Mastering the Art of Vanishing. In
sostanza, come padroneggiare con larte della sparizione. Sparizione non come fuga organizzata
dalla societ, quindi, ma intesa come invisibilit vera e propria, nel senso pi fisiologico e intimo
del termine:
Ci sono molti modi per dare inizio alla tua sparizione. Se sei in una condizione di assoluta privacy (e intendo proprio assoluta
privacy!) dovresti provare il desiderio di immergerti in un canto iniziatico. Questo il canto che accompagner linizio della tua
sparizione []. Il mantra da utilizzare per il tuo canto iniziatico RA-MA. Si tratta del nome di una divinit hindu. Ma anche il
nome di una divinit egizia. Nonch di una citt dellantica Palestina nella quale fu fondata la scuola dei profeti. H. Spencer Lewis
afferma che la sillaba RA rappresenta lenergia positiva e maschile dellUniverso, mentre MA rappresenta la potenza negativa e
femminile. Insieme esse rappresentano la potenza creativa che ha portato la vita nellintero Universo, generata fra le nuvole dentro
le quali ogni cosa ebbe inizio. Ogni sillaba dovrebbe essere pronunciata in questo modo: RAHHH-MAHHH e ripetuta quindici o
venti volte per ogni sessione. Nel momento stesso in cui il mantra viene ripetuto bene considerare quello che si sta cercando di
manifestare unendo le due sfere sessuali energetiche opposte. A questo punto credo di dover essere onesto con te. E confidarti che
non sempre tutto avviene con facilit e funziona perfettamente (soprattutto le prime volte!). Alcuni mi hanno confessato di aver
ottenuto i primi risultati solo dopo aver tentato cinquanta o pi volte. Ogni cosa che merita di essere raggiunta merita un po di
impegno, dopotutto. La nube pu essere riprodotta e ottenuta centinaia di volte, ma solo grazie alla potenza di una grande forza e di
una grande saggezza.
Il problema pi grosso che potrebbe capitarti non di non riuscire a ottenere la nube, ma di non essere completamente consapevole
nel riconoscere e rendersi conto della nube stessa. A volte sarai concentrato a tal punto da veder apparire onde di calore nel punto
esatto in cui stai guardando. Se percepisci le onde, congratulazioni! un ottimo risultato. Ma non si tratta ancora della tua nube1.

Le suggestioni di Steve Richards sono per inattaccabili (da un punto di vista strettamente
escapologico) per almeno un paio di puntualizzazioni. Semplici, ma non poi cos ovvie. La prima:
ogni risultato che merita di essere raggiunto merita anche un po di impegno aggiuntivo (in questo
senso, il potere di una grande forza di volont e di una grande saggezza sono sempre di sicuro aiuto).
La seconda: la consapevolezza. Come suggerisce Richards:
Il problema pi grosso che potrebbe capitarvi non quello di non riuscire a ottenere un risultato (la cosiddetta nube), ma non essere
completamente consapevoli nel riconoscere e rendersi conto del risultato e di come arrivarvi. Per esteso, allora: meglio imparare a
capire dove si sta andando, come e perch2.

Fughe da manuale #2: i vademecum della fuga


Segnali sempre pi chiari di unidentit collettiva e individuale minacciata hanno messo in luce la
manualistica della fuga come sempre pi realistica propedeutica del cambiamento. Senza particolari
scorciatoie, i moderni vademecum della sparizione verificano, dimostrano ed esemplificano in
dettaglio ogni ipotesi e dinamica di fuga possibile. Con una semplicit limpida, astuta e diretta. Da
autentico prontuario demergenza. Lo scopo innanzitutto quello di incoraggiare allazione con la
massima coerenza possibile (che diventa spesso di una schiettezza quasi brutale), senza soffermarsi
troppo sulle cause, ma puntando dritto sul come organizzarne le conseguenze. Non importa in fondo il
perch, ma il come. Soprattutto. Non necessario esprimere giudizi, ma indispensabile
raccomandare soluzioni. Tutto finalizzato alla dimostrazione di ogni minima possibilit tecnica e
pratica di riuscita, in ogni fase del procedimento, verificando ogni precauzione, paranoia e
stratagemma possibile. E ogni possibile scorciatoia, pi o meno al limite della legalit. Il disagio, il
desiderio e la scelta iniziale prescindono da tutto ci. Il movente per lo pi accessorio. Un

qualsiasi motivo che spinge alla fuga gi di per s un ottimo motivo.


La ricerca della fuga e la sua organizzazione devono seguire tracce precise, ordinate da una
sequenza di regole altrettanto chiare. Ogni tappa deve essere analizzata minuziosamente, escludendo
sia facili ottimismi, sia possibili scorciatoie che potrebbero rivelarsi scomode, pericolose o
inefficaci. Una fuga in piena regola deve ottenere come risultato una libert in piena regola.
Prendendo in considerazione anche qualche eccezione durante il tragitto, ma solo se strettamente
necessario. Le motivazioni che possono spingere alla sparizione possono essere ovvie, complesse o
imprevedibili. Lautentico vademecum del fuggitivo ne tiene conto unicamente per poter prevedere
ogni possibile conseguenza. Per pianificare al meglio il come.
Lo stile dei manuali della fuga in genere secco e tagliente. Ma non raro imbattersi in unenfasi
di matrice che non sarebbe azzardato definire commerciale. Facilmente paragonabile a quella di
certe estenuanti (ma efficaci proprio perch estenuanti) televendite dimportazione. La premessa di
Doug Richmond, ad esempio, nel suo How to Disappear Completely and Never Be Found (come
sparire completamente e non essere mai ritrovati) del 1986, ha un piglio forse troppo
esageratamente facile e deciso. Un perfetto stile fai da te per proporre in maniera user friendly
unautentica rivoluzione personale: E cos sei stufo marcio della tua esistenza e di chiunque ne
faccia parte? Molto bene. Ricomincia la tua vita oggi stesso. In soli quattro mesi e sette mosse
trasformerai la tua esistenza attuale in qualcosa di completamente differente3.
Lapproccio di Richmond spiazza e rassicura volutamente. Tutto viene semplificato in problema,
decisione, enfasi e soluzione. un semplice manuale che insegna a sparire dalla propria vita,
mandando in pezzi quella vecchia e costruendone una nuova. Semplice come la sua promessa. Quella
di trasformare un incubo insopportabile in un sogno decente.
In sole sette mosse:
Uno. Devi innanzitutto decidere dove vuoi andare
Questa in teoria dovrebbe risultare come la parte pi semplice dellintero processo. Non importa
esattamente quale sia la meta. Basta semplicemente che sia il pi lontano possibile (Richmond
consiglia di allontanarsi almeno due Stati pi in l del proprio). Il consiglio di focalizzarsi su un
luogo ben definito nella mente. Magari un luogo gi conosciuto. E di immaginarsi a vivere in quel
luogo. opportuno non decidere mai e per nessuna ragione allultimo momento. Considerando
sempre molto attentamente che prendersi il tempo necessario per decidere la cosa migliore
legittimo. Ma le perdite di tempo non sono ammissibili. Anche perch, in teoria, i tre passaggi
fondamentali per attuare la sparizione dovrebbero essere raggiunti al massimo nellarco di tre mesi.
Due. Inizia a recidere ogni legame
A questo punto il manuale di Richmond suggerisce di staccarsi, con delicatezza, sicurezza e anche
con una certa strategica lentezza, da ogni personale contatto intimo con qualcuno. Dalle amicizie
alla sfera sociale, ogni gruppo, ogni organizzazione della quale si fa parte. Tutti. Naturalmente si
tratta di una serie di situazioni che vanno preparate con calma, ma progressivamente. Nel giro di
qualche mese bisogna riuscire a scollegarsi da ogni conoscenza. Senza che questo possa creare
eccessivi dubbi o preoccupazioni a qualcuno. Cominciando magari da qualche appuntamento (una
partita fra amici, una cena). Ma senza dimenticare di fare in modo di incontrare per lultima volta
ognuna delle persone veramente importanti. Organizzandosi con un certo rigore, bisognerebbe
stabilire tutti questi incontri negli ultimi dodici giorni prima della partenza. Incontri singoli, a tu per
tu. Mai di gruppo (in effetti, le domande a raffica di un gruppo di amici curiosi sono molto pi

difficili da gestire). Incontri vaghi, affettuosi e rassicuranti. Senza insinuazioni e tentennamenti: lo


scopo quello di trasmettere normalit senza suscitare il minimo sospetto.
Tre. il momento di iniziare a liquidare sistematicamente ogni tuo avere
il momento di liberarsi di ogni genere di propriet. Ogni avere, specie di una certa entit, viene
analizzato nella sua potenzialit di vincolo capace di ostacolare la fuga:
Innanzitutto, se vivi solo e possiedi una casa, mettila in vendita senza esitare. Nel frattempo passerai al conto in banca, cancellando
ogni tuo credito. Progressivamente dovrai riuscire a vendere ogni cosa ogni cosa! in tuo possesso, fatta eccezione per lo stretto
indispensabile a vestirti un paio di settimane e a garantirti le necessit pi assolute e primarie naturalmente il tuo personal
computer non certo fra queste!

La necessit primaria ricavare la maggior quantit di contanti possibile. Senza escludere alcuna
eventualit (collezioni, oggetti di valore, gioielli, ricordi di famiglia). Pi le propriet sono
ingombranti o di valore, pi necessario venderle per ottenere contanti. Pi sono vincolanti
affettivamente, pi indispensabile disfarsene. Al termine di questo processo, che potrebbe anche
rivelarsi faticoso e doloroso, bisognerebbe riuscire a comprimere quello che resta della propria
esistenza in una o due valige al massimo, senza riserve:
Pensi di aver polverizzato a sufficienza ci che possiedi? davvero abbastanza? Polverizza di pi, cancella di pi, ricava di pi. E
cerca di concludere tutte le vendite importanti nello stesso lasso di tempo. La tua casa dovrebbe essere possibilmente lultima
vendita dalla quale ricavare denaro. In ogni caso, se sei sposato, non vendere per nessun motivo ci che possiedi in comunione con il
tuo coniuge. Se questo significa rinunciare alla casa, o alla tua parte di casa, rinuncia senza esitare. Tentare di vendere ci che non
completamente tuo finir per mettere per forza di cose la Legge sui tuoi passi. E questo non fa sicuramente parte del tuo piano,
vero?

Quattro. arrivato il momento di falsificare la tua identit


Cambiare identit, di per s, gi sparire. Richmond ci tiene infatti a chiarire che, bench fissata
come quarto punto, questa dovrebbe essere in assoluto la prima cosa da fare. Riducendo al minimo
manovre e relativi rischi. Ottenere una seconda identit (e una terza, e una quarta come vedremo
anche in seguito) pu essere molto semplice, ma un procedimento che pu generare molto
facilmente guai di ogni tipo. La qualit dei propri contatti in questo senso fondamentale. Bisogna
saper valutare con attenzione chi e come potrebbe offrirti aiuto.
Cinque. Devi vendere regolarmente la tua macchina
alla tua nuova identit
Si tratta di un vero e proprio passaggio di propriet. Fra la vecchia identit e quella appena
ottenuta. Dopo aver aperto una casella postale intestata al nuovo proprietario, si raggiunge la
nuova residenza e si effettuano tutte le normali pratiche di registrazione per lauto (cos come
nuovamente intestata).
Sei. arrivato il momento. Esatto, vattene
Dopo aver incontrato per lultima volta tutte le tue conoscenze pi importanti e rispettato
nellordine lesatta sequenza delle cose da fare, necessario distruggere e bruciare (non
tagliuzzare, non nascondere, non sotterrare: bruciare, ridurre in cenere) ogni documento di
identificazione. Tutti, eccetto logicamente quelli del nuovo proprietario dellauto. Metti nel tuo
portafogli un centinaio di dollari e trova un nascondiglio sicuro per il resto dei tuoi contanti. A
questo punto non ti resta che caricare tutto (due sole valige, ricordi?) in macchina e partire.

Sette. Dimentica lauto, dimentica il proprietario


Attraverso lacquisizione di un paio di identit alternative ed effettuando altrettanti passaggi di
propriet in grado di registrare e testare lazione e la validit di queste nuove identit possibile
allontanarsi tranquillamente, senza generare eccessivi sospetti:
Venderai la tua auto in un altro Stato e userai lidentit (la seconda) che hai utilizzato per registrare la vettura come nuovo
proprietario. Una volta venduta nuovamente lauto, ti sbarazzerai anche di quellidentit. Adesso lunica parte rimanente della tua
vecchia vita (cio la tua auto) non potr mai pi essere rintracciata con la tua identit autentica, ma solo con uno dei tuoi doppi. Cio
lidentit che hai scelto per uscire dallo Stato. A questo punto, procurati un biglietto per un autobus a lunga percorrenza. Porta il tuo
contante sempre con te. Non lasciare mai e per nessun motivo il tuo contante insieme al resto del tuo bagaglio. Non separartene
mai.

Ora puoi ricominciare


A questo punto, in teoria, si liberi. Tecnicamente da qui in poi possibile ripartire da s. Su
come farlo nella maniera pi scaltra e opportuna (evitando rischi, raggiri, passi falsi, ecc.) Richmond
non fornisce particolari indicazioni e si limita a suggerire limportanza delliniziativa personale,
della capacit di adattamento. E della massima discrezione.

Fughe da manuale #3: dinamiche di nuova salvezza


Ogni manualistica che si rispetti possiede differenti livelli di perfezionamento. Dalla guida base a
quella professionale, cambiano lapproccio generale, il tono della comunicazione, la scansione degli
argomenti e la loro definizione. Come sparire in America senza lasciare traccia pu essere
considerato un ottimo punto di riferimento, fra le guide escapologiche di livello #3. Sia per il tipo di
approccio complessivo al problema, sia per la qualit delle informazioni fornite. In realt non si
tratta di una pubblicazione vera e propria, ma del dettagliato contenuto di un forum on line:
www.skeptictank.org. Una raccolta di informazioni continuamente e accuratamente aggiornata
attraverso la Rete in maniera prevalentemente anonima, non del tutto prevedibile e senza una forma
conclusa e definitiva. Escapologica nella forma, prima ancora che nei contenuti.
Come sparire in America senza lasciare traccia un ipertesto fluido, ricco, imprevedibile e in
costante crescita. Una sequenza in divenire di dettagli e consigli utili sulle tappe indispensabili per
trasformare disagio, paranoia e coraggio nelle potenziali motivazioni di un vero fuggitivo.
Lautore/curatore del testo si identifica con il nome di Fredric Rice. Non possibile sapere con
certezza se la piccola foto che gli corrisponde allinterno del suo sito sia autentica o meno: un laptop
vecchio tipo, una maxibottiglia di Diet Coke, una pila di vecchi nastri Vhs in primo piano, un
maglione nero, un anonimo muro bianco come sfondo e unespressione smagrita, sorridente e inquieta
sono gli unici elementi a disposizione per provare a dare un volto e unidentit a Fredric Rice.
Ammesso che questo sia realmente necessario.
Forse Fredric Rice non esiste. Forse non nemmeno mai stato un autentico fuggitivo. O forse lo
stato a tal punto da aver assunto unidentit completamente nuova e fittizia, ma non per questo meno
autentica. Rice potrebbe essere la somma di pi identit anarcoidi, cos come il contenuto di Come
sparire in America senza lasciare traccia la somma ordinata di pi esperienze reali appartenute
a una moltitudine non meglio definita di fuggitivi. Il lavoro di Rice, nel suo insieme, dovrebbe
risultare come una raccolta impersonale di regole e consigli per potenziali fuggitivi. In realt tutto il
materiale appare come filtrato dalle motivazioni, le insistenze e lo stile di un solo individuo.
Indipendentemente dal semplice lavoro di assemblaggio di informazioni, quella che traspare in pi

punti (anche se in maniera sempre piuttosto controllata) sembra una tensione personale autentica.
Questo lascia presupporre che Fredric Rice possa essere stato con buona probabilit un fuggitivo.
Nel qual caso, Rice sarebbe riuscito non solo a compiere la sua impresa, ma anche a risolverla
conquistando quella che per un fuggitivo realmente motivato tra le aspettative pi ambite: una
qualit di vita sufficientemente accettabile, un ruolo nuovo e credibile, uno status degno di rispetto.
Rice attualmente potrebbe essere ovunque, comodamente assorbito nella sua nuova identit e nella
sua nuova esistenza. Il suo passato potrebbe essere quello di una donna disperata, fuggita da continui
abusi da parte del marito. Oppure quello di un immigrato perseguitato dalla sua clandestinit e dalla
Legge. O entrambe le cose: una donna immigrata perseguitata prima da un marito violento e poi dalla
Legge (che magari avrebbe tentato di proteggerla sul serio, ma che non le avrebbe mai concesso il
lasciapassare per una fuga e unalternativa in piena regola).
Quello che segue il risultato di uno degli ultimi aggiornamenti del forum on line curato da
Fredric Rice. Il forum contenuto allinterno di un sito di controinformazione chiamato The Skeptic
Tank. Fredric Rice anche il primo responsabile di questo serbatoio di scetticismo (che, oltre a
fornire preziose e dettagliate informazioni per la gestione di fughe dal Sistema e boicottaggi di vario
tipo, si scaglia quotidianamente contro le organizzazioni religiose tipo Scientology e tutte quelle che
vengono definite dallo stesso Rice le burle del Sistema: multinazionali killer, chiese corrotte,
associazioni esoteriche dedite allestorsione, ecc.). Il materiale contenuto nel serbatoio scettico
sembra risentire in alcuni passaggi di eccessive premure da parte di Rice, alternate a impennate di
schietta crudezza e di autentica (ma giustificabile) paranoia. Tutto questo lascia trasparire un
coinvolgimento di tipo conflittuale: da una parte unintenzione di tipo puramente speculativo,
dallaltra lansia di una responsabilit che sembra invece dettata dallesperienza diretta e da una
partecipazione dolorosa e sensibile. Oltre ad aver depurato le argomentazioni da tattiche troppo
vivaci, Rice sembra voler insistere in pi punti sulla necessit di conservare sempre un certo
disincantato distacco durante la consultazione del materiale che compone la guida, evitando di
prendere alla lettera o farsi coinvolgere troppo da alcuni consigli che potrebbero rivelarsi troppo
drastici ed estremi. Precauzione doverosa ma sostanzialmente inutile dal momento che la necessit
stessa di consultare con serie motivazioni un forum intitolato Come sparire in America senza
lasciare traccia pu considerarsi a tutti gli effetti drastica ed estrema.

Come sparire in America senza lasciare traccia


Alcune premesse sul come
Se stai pensando di nasconderti dalla tua responsabilit di madre o di padre (alimenti, affidamento, ecc.) vorrei fermarti subito.
Perci, smetti di leggere. Perch per quanto mi riguarda puoi anche prendere una pistola e farti saltare le cervella. Chi ha un
atteggiamento come il tuo non meriterebbe unaltra possibilit. Daltro canto, invece, se stai considerando lidea di scappare da un
ex-marito o un ex-fidanzato che ti ha fatto del male e che vorrebbe fartene ancora, beh, ti auguro buona fortuna4.

Rice sottolinea spesso la questione figli e famiglia, tradendo con buona probabilit un
coinvolgimento di tipo personale sulla questione (coinvolgimento che si riscontra in molti dei punti e
degli argomenti trattati). Limportanza di agire sempre e comunque da soli viene valutata come
egoistica per alcuni versi ma profondamente altruistica per altri. Cercare protezione e sicurezza per
s e il proprio figlio in un altro Stato uneventualit possibile. Ma costringere un bambino a
trascinarsi per il Paese senza unidentit sarebbe un gesto di estremo egoismo. Violento e pericoloso.

Un vero e proprio abuso che nessun bambino merita, specie se le circostanze della vita lo hanno gi
messo in condizione di subirne altri. Laiuto e il sostegno per tutelare i propri figli si pu ottenere
con il favore delle Istituzioni. Non ci sono alternative possibili. Anche perch le Autorit sono
ancora pi fortemente motivate a mettersi sulle tracce di chi porta con s i figli nella propria
personale sparizione dal mondo:
Considera quindi molto attentamente lipotesi di dover abbandonare i tuoi figli quando la situazione dovesse renderlo necessario.
Considera quanto questa ipotesi potrebbe essere dolorosa e difficile per te. Pi di quanto lo sarebbe ora. Non fare gesti eroici. Tuo
figlio smetter di vederti come un eroe molto in fretta.

In effetti, per una donna, trovare una protezione per s e per i propri figli comunque pi semplice
che per un uomo. Negli Stati Uniti, e un po ovunque, un uomo che scappa dalla sua famiglia visto
come qualcuno che fugge da una responsabilit o ha commesso un abuso. Se decide di portare con s
i figli, moltiplica ulteriormente le sue possibilit di intercettazione e di sconfitta. LAmerica non si fa
troppi scrupoli con chi si lascia alle spalle una famiglia distrutta. Ma una donna in fuga resta
comunque pi tutelata e ben vista di un uomo in fuga. La donna sola e disperata ha dalla sua parte tutti
i vantaggi del suo potenziale status di vittima, ereditato da secoli di discriminazione. Un uomo che
dichiara di fuggire dagli abusi di una donna (con o senza figli: situazione comunque di per s gi
statisticamente povera) sar in ogni caso oggetto di estremo scetticismo:
Un uomo che sparisce con i figli destinato ad essere accusato di abuso su minori. Per questo motivo, uomo o donna che tu sia,
provvedi in ogni caso a proteggere te stesso documentando la tua situazione ed eventuali (reali) abusi prima di sparire per cercare
protezione insieme ai tuoi figli. Una volta raggiunto il tuo nascondiglio provvedi affinch i servizi sociali locali ricevano una copia
della documentazione autentica. Il fatto che tu venga colto a portare via i tuoi figli da una situazione di abuso ti metter in ogni caso
nella condizione di essere accusato. Perch il tuo sar visto come un nuovo abuso.

Capire da chi o da cosa ci si vuole nascondere


Lattenta valutazione delle risorse in possesso dellindividuo, del gruppo o delle Istituzioni dai
quali ci si vuole nascondere fondamentale. Una valutazione che Rice esplora in maniera piuttosto
approfondita. Conoscere le motivazioni che potrebbero spingere loro a desiderare di rintracciare te
significa imparare a osservare lucidamente la prevedibilit delle proprie azioni, che risulteranno
tantomeno identificabili quanto pi motivate e ponderate. Lequazione semplice: pi si diventa
prevedibili, pi si diventa visibili:
Se intendi metterti contro le Forze di Polizia, tieni sempre presente che loro hanno decenni di esperienza per questioni del genere. E
che tu in definitiva sei soltanto un altro fuggitivo senza volto. Per loro non sei proprio niente di speciale. Il loro lavoro. Per la
Polizia non sar mai una questione personale (a meno che tu, per qualsiasi motivo, non abbia ucciso un poliziotto; in tal caso sappi
che ti beccheranno comunque e se dovesse succedere, augurati pure di crepare prima che riescano a portarti alla stazione di
Polizia pi vicina). Per te, al contrario, essere braccato da loro diventer una faccenda terribilmente personale. Loro sanno bene
come ti senti. Conoscono questa tua paranoia e stai certo che la useranno contro di te.

Le Forze dellOrdine vengono identificate come una minaccia il pi delle volte ottusa e violenta.
Poco incline alla disponibilit, allascolto e al compromesso. Specie con le categorie di persone
(minoranze etniche, rifugiati politici, fuggitivi precari) meno facilmente classificabili secondo
parametri di illegalit standard.
Se ti sei introdotto negli Stati Uniti dAmerica illegalmente per iniziare una nuova vita (o ti appresti a farlo) dovrai vedertela con gli
uffici immigrazione (popolati da personaggi che non ce lhanno fatta a entrare in Polizia ma che hanno sempre desiderato impugnare
una pistola). gente molto frustrata, in genere. Questi personaggi non agiscono per aiutare realmente le persone. Lavorano
unicamente per portarti fuori dal Paese, per impedirti di entrarci e sottoporti al loro controllo alimentando le loro fissazioni: machismo
e potere. Loro non aiutano la societ e non aiuteranno di certo te.

Analizzando le caratteristiche e le personalit dei propri oppositori possibile imparare a


conoscere gli ostacoli e gli avversari cruciali disseminati sul proprio percorso. La difficolt
compiere questa analisi sul campo, mentre si impegnati nella fuga, senza compiere passi falsi.
Per limitare lazione di oppositori molto organizzati e in grado di agire in maniera differente a
seconda del soggetto in fuga (immigrato clandestino, casalinga disperata, fuggitivo non colpevole ma
pienamente consapevole, ecc.) necessario imparare nel dettaglio come occuparsi di tutte quelle
cose che possono rendere facilmente rintracciabile lidentit di una persona, il suo passaggio, la sua
presenza. Bisogna imparare ad affrontare poco per volta questo tipo di ostacoli, in una maniera che
sia sempre e comunque la pi discreta, rapida, non violenta. Insieme a tutto questo, per ogni ulteriore
evenienza, inoltre estremamente utile apprendere alcune basilari tecniche di blocco e di
depistaggio:
Manomettere completamente unautomobile, del resto, pu essere relativamente semplice. I metodi tradizionali per mettere fuori uso
unauto rapidamente sono diventati per lo pi inaccessibili, a causa dei nuovi sistemi di sicurezza che non facilitano laccesso ai
dispositivi necessari per la manomissione. Ma se riesci a procurarti le chiavi puoi sempre provare con la vecchia tecnica dello
zucchero nel serbatoio. Quando la miscela aria/ combustibile brucer, lo zucchero caramellato dovrebbe gi essere pronto per
mandare il motore al tappeto.

In questo senso, un importante aspetto da considerare, specialmente in caso di fuga dal coniuge,
riguarda la manomissione e leventuale eliminazione di armi da fuoco. necessario capire se esiste
unarma che, in qualsiasi momento, anche a distanza di mesi potrebbe rivelarsi minacciosa. Per
rivalsa, per iniziativa personale, per pura follia. Se questarma esiste consigliabile
impossessarsene e sbarazzarsene. Prima di partire, meglio non lasciarsi alle spalle pericoli pronti a
esplodere:
Se ti senti a tuo agio maneggiando unarma (specie se di piccole dimensioni), fai in modo di depositarla in una cassetta postale pi in
fretta che puoi. Una cassetta postale in una zona centrale della citt andr bene (non ha importanza quanto distante da casa tua o
quanto vicina al posto che intendi raggiungere). La Polizia provvede a recuperare ogni arma da fuoco depositata/abbandonata ed
eventualmente a distruggerla. Specie se risulter non essere stata utilizzata per un crimine. Il fatto che tu nel frattempo sia
scomparso/a far in modo che larma non venga pi restituita al suo proprietario. Che non potr quindi usarla contro di te. In molti
Stati il diritto di possedere unaltra arma in una situazione del genere proibito o revocato. Percui, in ogni caso, depositare larma
del tuo nemico in una cassetta postale finir per giocare a tuo favore.

Rimpiazzarsi con una nuova identit


Chi sta per distruggere ogni traccia della sua vecchia identit deve agire il pi possibile
lucidamente e senza tentennamenti. Pi facile a dirsi che a farsi, probabilmente. La paura e
linsicurezza sembrano comunque risultare pessimi consiglieri. Sempre. Latteggiamento consigliato
di positivo disincanto rispetto a ci che stato e ci che potrebbe essere, senza mai smettere di
valutare gli imprevisti futuri, naturalmente. Bisognerebbe agire dimenticando totalmente il passato,
come se non si fosse mai esistiti. Con una certa freddezza. Insieme a costanza, metodo, precisione e
scaltrezza, ovviamente:
Le tue paure non ti aiuteranno. la tua nuova vita. Devi essere pronto a predisporla con sicurezza. Questo significa che dovrai
seguire il pi possibile, e il pi a lungo possibile, le indicazioni che seguono. Prima, durante e anche dopo la tua effettiva
scomparsa:
a) Elimina tutte le tue fotografie. Questo significa distruggere parzialmente anche gli album di famiglia (compresi quelli in possesso
dei tuoi familiari). Distruggendo tutte le foto che ti raffigurano, nessuno potr chiederle, estorcerle o utilizzarle per ottenere
informazioni o verificare tuoi avvistamenti. Al limite, meglio che utilizzino vecchie foto, piuttosto che scatti recenti.
b) Elimina tutte le tue propriet, eccetto il denaro contante. Ovviamente, distruggi soprattutto le tue carte di credito. Nel momento
stesso in cui ti troverai a dover utilizzare una carta di credito o un bancomat durante la tua fuga, le Autorit e gli investigatori
sapranno esattamente dove trovarti.

Prima di sparire dovresti provvedere a estinguere tutti i tuoi conti bancari. Anche le bollette del gas possono fornire tracce di te.
Anche i tabulati telefonici possono essere utilizzati per rintracciarti. Ogni carta magnetica con il tuo nome o il nome di qualcuno che
conosci bene pu essere utilizzato per individuare te e la tua nuova residenza. Distruggi tutte le card. Senza riserve. Non c
emergenza che valga il rischio di essere intercettati. Nemmeno il freddo o la fame.

La paranoia pu di certo rivelarsi controproducente. Ma in determinate occasioni pu anche indurre a


un utile accanimento verso gli aspetti apparentemente meno prevedibili di una fuga. Per quanto
riguarda le sembianze del fuggitivo e la capacit di riuscire a camuffarsi /modificarsi a seconda delle
necessit del momento, una saggia paranoia ben pilotata permette di focalizzare impegno e attenzione
non tanto sulle caratteristiche peculiari del look e sui soliti stratagemmi base in grado di modificarlo
pi o meno temporaneamente (occhiali coprenti, parrucche, tinture, barba, ecc.), quanto piuttosto su
semplici, precise e definitive tecniche di occultamento e trasformazione. Meno prevedibili di quanto
si potrebbe pensare:
Conserva e metti da parte gli indumenti che solitamente non usi. Saranno il tuo nuovo guardaroba. Fai a pezzi tutti gli altri abiti che
indossi abitualmente ed eliminali un po alla volta attraverso lo scarico del wc (pu sembrare una premura inutile ed eccessiva, ma
meglio che i tuoi vestiti non vengano recuperati in nessun caso O.J. Simpson ha eliminato scarpe e vestiti indossati durante il suo
probabile duplice omicidio, depositandoli allinterno di un cesto dellimmondizia di un aeroporto. Dal momento che una fortuna
sfacciata come quella di O.J. Simpson capita raramente, meglio non correre rischi. Perci, per assoluta precauzione, distruggi gli
abiti. Falli a pezzi e falli sparire un pezzetto alla volta. Nel cesso!).

In Italia e in Europa disfarsi completamente della propria auto attraverso furtivi ma legali passaggi di
propriet (passando di identit in identit) unimpresa molto meno agevole e lineare di quanto
sembra esserlo negli Stati Uniti (cos come le tecniche di Doug Richmond incontrate in precedenza ci
hanno suggerito). Esistono comunque tecniche universali per disfarsi in maniera efficace della
propria auto:
c) Abbandona la tua auto. Non sbarazzartene cercando di farla sparire in un lago o nelloceano. Potrebbe essere intercettata
dallalto. Con gli elicotteri, ad esempio. Abbandonare la tua auto in un posto dove puoi essere certo di fartela rubare, invece, una
buona idea. Lascia una portiera aperta, cos non dovranno nemmeno rompere il vetro. Pi facile sar rubarti lauto, meno probabilit
ci saranno di attirare lattenzione di un poliziotto di passaggio. Prima di allontanarti, magari lascia il motore acceso. Questo
ovviamente far da esca per il ladro. E potrebbe facilitarti ulteriormente le cose.

Scaltrezza, pi paranoia, pi una sana attitudine allinvenzione possono fornire discreti stratagemmi
per depistare, a partire da un oggetto di propriet come lauto, a indizi precisi (e assolutamente falsi,
fuorvianti), capaci di disorientare le previsioni di qualunque oppositore sulle tracce di un
fuggitivo:
Lasciare qualche piccola traccia del tuo sangue sul sedile, o sulla lama di un coltello nascosto da qualche parte allinterno dellauto,
potrebbe essere un buon sistema per confondere le Autorit (nel caso riuscissero a entrare comunque in possesso della vettura
attraverso leventuale ladro, peggio per lui). Potrebbe venirne fuori una caccia allassassino. E questo suggerirebbe lidea che tu
possa essere sparito per un brutto incidente e non per scelta tua. Questo un buon sistema per mescolare le carte in tavola. Tieni
conto della famiglia che ti lasci alle spalle. Se tieni ancora a loro, pensa anche alla loro sofferenza. Per loro, a quel punto, sei andato
a tutti gli effetti.

Lautomobile, quando realisticamente possibile continuare a possederne una, pu predisporsi nei


confronti di uneventuale fuga come alleato (per la fuga vera e propria), ostacolo (per il fatto di
essere facilmente rintracciabile) o diversivo (per il fatto di essere in grado di confondere astutamente
le proprie tracce o di dirottare i sospetti su conclusioni definitive). Un mezzo di trasporto pu essere
comunque una necessit. Da sfruttare con accorgimenti basilari:
In America con poco pi di 300 dollari puoi avere unauto decente senza che ti vengano fatte troppe domande e senza la richiesta di

documenti di identificazione. importante verificare che ci sia tutto il minimo indispensabile per viaggiare sicuri e, soprattutto, per
evitare di attirare lattenzione della Polizia. Assicurati che la registrazione della vettura sia valida e che la vettura sia in buono stato.
Fari rotti o mancanti sono spesso usati come scusa dalla Polizia per fermarti. Puoi sempre considerare lipotesi di utilizzare una
motocicletta. Ma tieni conto del fatto che le motociclette, in genere, attirano lattenzione. Specie quella della Polizia. Specie se si
tratta di moto troppo veloci o sportive. O ridotte male. Indossare un abito formale su una motocicletta potrebbe essere in ogni caso
una buona idea. Unaria pulita e discreta su una vecchia motocicletta meglio di barba lunga o capelli decolorati al vento. Un
businessman o una businesswoman in motocicletta destano meno sospetti.

Rice sottolinea continuamente limportanza di non addentrarsi in pratiche al limite della legalit, per
cercare di agevolare la propria sparizione. Insieme alla possibilit di prestiti di denaro poco puliti,
leventualit di acquistare unauto rubata per ovvie ragioni una delle cose pi sconsigliate in
assoluto. In questo senso necessario prevedere ogni possibile indizio sospetto, a cominciare dalla
verifica del codice di immatricolazione sullauto, da confrontare con quello presente sul libretto di
circolazione. Ogni mancata corrispondenza, ogni dettaglio poco chiaro, ogni sospetto non
minimamente trascurabile. A proposito di sospetti: bene averne sempre e comunque, ed bene
soprattutto evitarne. Ovunque e con chiunque. Specie in viaggio, quando si pi esposti e vulnerabili
del solito:
Se riesci a procurarti unaltra auto, non riempirla dappertutto con i tuoi oggetti personali. Non devi mai e poi mai dare limpressione
di portare con te tutto il tuo mondo (anche se in realt pressappoco cos). Devi sembrare semplicemente uno/a qualunque. Che va
o che viene dal suo posto di lavoro. Un bicchiere di caff sul cruscotto di un uomo o di una donna al volante, che indossano ordinate
uniformi da lavoro, non alimenter alcun sospetto. Stai semplicemente andando al lavoro. Hai con te il tuo rassicurante caff. Non
stai scappando da niente e da nessuno. Sei a posto. Se riuscirai a non attirare lattenzione della Polizia per via della tua postura e
della tua gestualit, tanto meglio. Stai dritto alla guida, sereno e sorridente. Ma non troppo sorridente. Chi sorride troppo nasconde
sempre qualcosa e quelli l fuori lo sanno benone. Sii semplice, pensa semplicemente. Ed probabile che loro faranno altrettanto.

Latteggiamento da mantenere nelle situazioni pi a rischio di identificazione un altro fattore


cruciale, non sempre cos semplice da affrontare. Qualche consiglio pu aiutare, ma certe cose
difficilmente si imparano da un giorno allaltro. Mascherare con freddezza e disinvoltura situazioni
totalmente ansiogene pu rivelarsi unarma a doppio taglio. La condizione di alieno illegale genera
paranoie di ogni tipo e segnali (anche non verbali, nello sguardo, nella postura, nellintonazione della
voce) che sono pi difficili da mascherare di quanto si pensi. Darsela a gambe dal mondo fingendo di
essere semplicemente un normale membro produttivo e collaborativo della societ, senza pensare
troppo a chi o a che cosa ci si lasciati alle spalle e senza dare lidea di avere chiss quali segreti o
preoccupazioni addosso, unautentica prova dattore:
d) Non rivelare a nessuno cosa stai organizzando o dove stai progettando di andare. Per quanto pi tempo ti sar possibile, non
chiedere aiuto o protezione a nessuno, specialmente ai membri della tua famiglia. Non chiamare nessuno, neanche solo per un
saluto. Monitorare una telefonata pi semplice e meno costoso di quello che potresti pensare. Non dire niente. Non dirlo mai. Non
dirlo a nessuno.
e) Stai per lasciare la citt. Ricorda di non scegliere come prossimo traguardo posti di cui ti capitato di parlare con qualcuno. Non
andare in nessun posto prevedibile. Se gli altri sanno che adori il mare, il sole e le spiagge, vai in Alaska. Se ami la montagna, scappa
ai tropici.
f) Devi alterare e modificare il pi possibile le tue abitudini. Perci, se sei un fumatore, smetti. Se invece non hai mai fumato, prova
a cominciare. Se ti piacciono cibi piccanti, comincia a preferire gusti meno forti. Se eri solito frequentare bar, non farlo pi.

Le abitudini interessano ogni aspetto della vita di un individuo. E caratterizzano in maniera


persistente la sua personalit, le sue scelte. Quindi ogni suo possibile orientamento futuro, sia in
termini prettamente logistici, sia per quanto riguarda possibili orientamenti di tipo professionale, ecc.
Violare le proprie abitudini una tattica molto utile di depistaggio. Anche se spesso significa
scendere a seri compromessi con se stessi. Perdere labitudine di frequentare questa o quella catena

di fast food pu essere relativamente semplice. Molto meno semplice potrebbe essere, ad esempio,
smettere di frequentare specifici luoghi deputati a uno specifico culto religioso. Oppure, pi
praticamente, evitare accuratamente di frequentare tutti quei luoghi (e sono moltissimi) dotati di
telecamere in grado di filmare e registrare immagini in ogni momento, ad ogni ora:
Sapevi che un computer pu comporre unimmagine tridimensionale del tuo viso partendo da singoli fotogrammi (presi da differenti
angolazioni) e ricomponendoli con straordinaria precisione? Anche riprese sfocate, povere o poco definite possono permettere ai
computer di ottenere qualcosa di significativo per la tua identificazione. La tua impresa comprender anche il tentativo di limitare il
numero di caratteristiche che ogni singola telecamera pu rubarti e ricomporre. Sembra difficile, vero? S, vero, difficile. Ma devi
farlo il pi possibile.

Eliminare ogni traccia


Del tutto inconsapevolmente, possibile lasciare evidenti tracce di s praticamente ovunque. Ogni
parte dellabbigliamento indossata, ogni maniglia toccata, ogni tappeto calpestato, ogni telefono
maneggiato, ogni servizio pubblico, o doccia, o cucina utilizzata in grado di sparpagliare in giro
una moltitudine di tracce significative del passaggio di un fuggitivo. Quanto importante tenere conto
di tutto questo? Dipende dalle circostanze, dallitinerario, ma soprattutto dalle implicazioni e dai
sospetti che ci si lasciano alle spalle. Il vademecum di Rice sembra tener conto sempre e comunque
della possibilit di limitare la presenza di minime tracce significative. Evidentemente, nella sua
personale esperienza (e in quella di tutti coloro che hanno contribuito alla stesura della guida) questo
si rivelato come un aspetto tuttaltro che trascurabile. Anche se al limite estremo della paranoia:
Indossare un cappello non eliminer di certo completamente la probabilit di depositare follicoli o tracce, ma ridurr sicuramente il
rischio. Tagliare i capelli molto corti in questo senso pu aiutare (sempre che tu non li abbia sempre portati molto corti, o non li abbia
affatto, o ti stia abituando a usare le parrucche). Usa sempre le salviette copri tavoletta quando usi un wc. Eviterai di lasciare tracce
di pelle, sudore o altri fluidi corporali. Anche una minima parte di queste sostanze pu essere messa su un vetrino e utilizzata per
identificarti. Non fantascienza. Non leccare mai buste e francobolli! Se diventi un mittente riconoscibile, finiranno per identificarti
in fretta. La tua nuova condizione dovrebbe renderti pi semplice non avere lesigenza di scrivere a qualcuno. Ma se proprio devi,
ricorda che leccare busta o francobollo quasi come mettere un annuncio sul giornale con il tuo nome e indirizzo. Non lasciare
tracce di sangue, sperma o rifiuti mestruali al tuo passaggio. Specialmente in zone che risulterebbero complicate da pulire. E
ricorda che anche se tu riuscissi a pulire tutto alla perfezione, sappi che ci sono sostanze che possono essere individuate anche in
percentuali infinitamente piccole. Elimina tutto quello che hai utilizzato per pulire attraverso lo scarico del wc (se invece ti trovi nel
bagno di un aereo non farlo. Perch ogni rifiuto finisce in unapposita vasca di stoccaggio che potrebbe essere tranquillamente
esaminata successivamente in aereo puoi infilare le tue salviette usate sotto la maglietta, nel solco delle ascelle, per poi liberartene
una volta a terra. Ma se dovessero scortarti in uno stanzino e ordinarti di spogliarti, riesci a immaginare una giustificazione
sufficientemente credibile?). Assicurati di pulire bene ogni cosa che tocchi. Lalcool va molto bene per eliminare le tracce oleose
delle tue impronte. Portane sempre un po con te. Non indossare guanti se rischi di essere visto e possibilmente indossali in ogni
altra situazione. Prima di lasciare la tua stanza dalbergo, appendi sempre alla maniglia della porta il cartello please make-up this
room as soon as possible eliminando con cura ogni tua impronta dal cartello stesso. Il fatto che la tua stanza verr spolverata, pulita
(e soprattutto) toccata dagli inservienti dellalbergo giocher a tuo sicuro vantaggio. Al limite, troveranno le loro impronte al posto
delle tue.

Restare nascosti
Stando alle considerazioni che Rice dedica alle tattiche necessarie per mantenersi nascosti una
volta raggiunta la propria destinazione, lavvio della fuga, cio scappare, sembra essere tutto
considerato la parte pi semplice del processo di sparizione. Restare nascosti si rivela invece come
una faccenda parecchio pi complessa da gestire. Il nascondiglio comunque un avamposto incerto,
dove lallerta costante e la paranoia pu raggiungere livelli pericolosi (la necessit di mantenere
uno stato di forzato isolamento, in questo senso non aiuta di certo). In pi si tratta di una situazione
altamente imprevedibile e soggetta a infinite variabili. Tante quante sono le circostanze, ogni volta
uniche, di chi si appresta a nascondersi. Tante quanti sono i nascondigli possibili, pi o meno

efficaci, pi o meno definitivi, pi o meno pericolosi. Rimanere nascosti deve perci essere intesa
necessariamente (a parte rare eccezioni) come una situazione di transito. Non risolutiva perch
troppo precaria per garantire una qualit di vita sufficientemente serena e positiva. solamente la
fase preparatoria per imbastire le caratteristiche di unesistenza alternativa che dovr svolgersi,
possibilmente, con tutte le precauzioni, le falsificazioni e i compromessi possibili, nuovamente alla
luce del sole. Integrata in una normalit accettabile, anche se con caratteristiche completamente
diverse da quella originaria:
Se scappi sulle colline, i satelliti possono identificare il tipo e il colore dellauto che stai guidando. Se ti nascondi in un capanno
possono intercettare la tua temperatura corporea. Attraverso un sofisticato congegno laser, i satelliti possono ricostruire una tua
conversazione (nella malaugurata ipotesi tu abbia deciso di telefonare a qualcuno o di procurarti un complice strada facendo).
Contro i satelliti c poco da fare. Le nuvole non basteranno a fermarli. Lo smog non servir a deviarli. Tre nascondigli (uno dentro
laltro, come una matrioska) potrebbero aiutare per un po, ma non troppo a lungo. Chiediti adesso se ti potresti mai trovare nella
condizione di essere identificato da un satellite. O da un elicottero. E perch.

Dal punto di vista di un fuggitivo, esasperato dalla sua condizione di costante allerta e
dallaccanimento dei suoi eventuali cacciatori/oppositori, ogni eventualit, anche la pi avventurosa
al limite del verosimile, sembra comunque essere uneventualit da prendere in seria, serissima,
considerazione. Dove finisca la realistica possibilit e cominci lazzardo pi fantasioso (al limite
della fiction) solo questione di circostanze, evidentemente:
Se hai elicotteri alle costole, meglio restare nascosti in un cespuglio o su un albero, piuttosto che correre. Se ti possibile, copriti
con fango e foglie. In questo modo puoi avere qualche possibilit che il tuo calore corporeo non venga intercettato. Un fiume o un
lago o un ruscello possono nascondere il tuo calore corporeo. Se cammini o corri, capteranno pi facilmente il tuo movimento.
Anche i cani hanno qualche difficolt a individuare un oggetto stabile. A proposito di cani: sappi che difficile levarseli di torno.
Puoi provare a confonderli correndo intorno per un po e cambiando direzione improvvisamente. Ricorda solo di non raddoppiare la
tua scia di odore in ununica direzione. Ricorda anche che, se stai correndo, i cani punteranno dritto ai piedi e alle braccia. Se sei
fermo, invece, attaccheranno solo le braccia. Non dimenticare nemmeno che in genere i cani non sono addestrati per attaccare alla
gola. Ma che lo sono per non abbaiare fino a quando non si troveranno molto, molto vicini a te. Se cane e poliziotto ti raggiungono
contemporaneamente, arrenditi. Se il cane arriva per primo, fai del tuo meglio per liberarti del cane. Offri la tua mano sinistra (la
meno utile, se non sei mancino) avvolta in una T-shirt e usa un coltello con laltra mano per colpire il cane alla testa. Sempre che tu
abbia il fegato per farlo. Funzioner solo se il cane non avr nel frattempo visto il coltello. O se non avr gi trovato il modo di
fregarti.

Chi pu aiutare?
possibile cercare rifugio e protezione anche confidando nel sostegno altrui. Dalle esperienze
registrate allinterno del forum di Rice, evidente che la presenza di singole persone o gruppi di
individui disponibili in tal senso rappresenta ben pi di uneventualit. Si tratta di persone
estremamente eterogenee per provenienza e caratteristiche, che vivono il pi possibile in una
condizione di libert estrema (anche rimanendo perfettamente riconoscibili e rintracciabili dalle
Istituzioni). Piccole popolazioni anti-establishment, in parte o del tutto dissociate dal Sistema. Si
potrebbero genericamente definire come hippies evoluti che si dimostrano spesso disponibili nel
sostenere chi, come loro ma in maniera pi radicale, ha deciso di fuggire dalle Autorit, dallo Stato,
dal caos della propria esistenza. I semplici hippies, nel corso degli anni, hanno in un certo senso
passato il testimone ad altre categorie di persone (punk, squatters o gruppi new age, spesso autentici
outsider della societ). Naturalmente, offrire assistenza e supporto a perfetti sconosciuti pu essere
controproducente. Cos come pu esserlo accettare a cuor leggero questo tipo di disponibilit. Inutile
soffermarsi sui pericoli che circostanze del genere possono scatenare. In teoria, sarebbe preferibile
fare affidamento su vere e proprie organizzazioni predisposte al sostegno e allaiuto. Ma ogni
organizzazione, per quanto minimamente istituzionalizzata, riterr in genere doveroso collaborare con

le Autorit. Perch loro preciso dovere pensare che sia la soluzione migliore ristabilire ordine
attraverso la legalit. Sette e organizzazioni religiose possono rappresentare uneccezione
nelleccezione. Si tratta per di eventualit difficilmente classificabili e prevedibili. Specie perch
sostenute quasi totalmente dalliniziativa del momento e dallistinto del singolo individuo. In una
grande citt ci sono sicuramente maggiori possibilit: associazioni cristiane, ebree o musulmane sono
presenti un po ovunque. Un po paradossalmente, bisogna anche considerare che questi luoghi sono
spesso situati in zone poco sicure. E che ritrovarsi in pericolo ancora prima di ricevere un aiuto di
qualsiasi tipo uneventualit. Specie se diventa evidente ad ogni genere di potenziale
malintenzionato limpossibilit del fuggitivo di chiedere aiuto alla Polizia e alle Istituzioni:
Associazioni per senzatetto, mense per poveri, associazioni religiose. La maggior parte delle grandi citt dispone di luoghi del
genere. Di solito non fanno troppe domande, anche se cercano di assicurarsi sempre della presenza di armi o droghe e di verificare
la tua identit, prima di offrire ospitalit. Questo tipo di associazioni possiede contatti utili pressoch infiniti. Se puoi, nei limiti
concessi dalla tua situazione, approfittane quanto pi ti possibile.

Lavoro, cibo, protezione e altre minime necessit


Chi trova il modo e il tempo di leggere e studiare le indicazioni dello Skeptic Tank, prima di
organizzare la propria fuga, possiede sicuramente una minima dimestichezza con la tecnologia
informatica. Chi ha la possibilit di consultare le indicazioni di Rice in corso dopera, pu
utilizzare un computer e una connessione Internet. Tutto questo significa almeno tre cose: innanzitutto,
la possibilit di proporsi sul mercato del lavoro (per qualsiasi lavoro regolare, per quanto
sottopagato e alienante) con una qualche capacit di tipo informatico, ma significa anche sottoporsi al
rischio tuttaltro che trascurabile di rendersi intercettabili con maggiore facilit. Infine, nel migliore
dei casi, evidenzia una minima situazione di stabilit e sicurezza. lecito supporre che chi consulta
il forum di Rice possa quindi disporre di cibo a sufficienza, un tetto sicuro e anche un impiego
regolare. O stia cercando il modo di conquistare una nuova, minima indipendenza:
Forse in questo momento stai prendendo in considerazione leventualit di agire. Sappi che non mai troppo presto per iniziare a
mettere da parte contanti in previsione della tua fuga. il primo passo in previsione del fatto che presto potresti trovarti senza un
lavoro o delle entrate fisse. E che dovrai assicurarti la possibilit di guadagnare soldi puliti affrontando una serie di ostacoli, spesso
non prevedibili. Trovare un lavoro il tuo obiettivo principale. Con ogni sistema lecito e sicuro. Se sai gi usare un computer, tanto
meglio. Se non possiedi nessuna qualifica particolare, devi trovare un lavoro comunque. Come pensi di poter tirare avanti? Come
pensi di sfamarti e dove pensi di andare a vivere? Se sei giovane (ma anche se non lo sei), metti pure in conto la probabilit di
essere stuprato, drogato e abusato nelle maniere pi orribili. Considera questa prospettiva attentamente specie se non sai come
garantire a te stesso una minima indipendenza economica.

Inventarsi unattivit lavorativa strada facendo o affidarsi totalmente alla sorte e al buon cuore altrui
non mai una buona idea. Specie in una situazione di totale precariet come pu esserlo una fuga. Il
rischio di ritrovarsi in breve tempo e contro la propria volont ad accettare ogni genere di
compromesso molto forte. Piccole truffe, spaccio, prostituzione e ogni genere di attivit al limite
della legalit sono alla continua ricerca di manovalanza disperata e pronta a tutto. E un fuggitivo
potrebbe ritrovarsi facilmente nella condizione di essere disperato e pronto a tutto. Molto pi
opportuno e sicuro accettare compromessi di altro genere. Quelli con le proprie attitudini, le
proprie capacit e la propria inventiva. Meglio garantirsi una minima sicurezza cominciando dal
fondo. Basso, scomodo, magari umiliante. Ma anche discreto, silenzioso e sicuro:
I lavori giornalieri di manovalanza sono spesso molto pesanti. In pi sono destinati quasi esclusivamente agli uomini. Ma sono una
buona soluzione provvisoria. Le donne possono ottenere facilmente lavori giornalieri come donne delle pulizie, lavapiatti. Il vantaggio
del lavoro giornaliero che generalmente si viene pagati in contanti di volta in volta e che spesso nessuno fa troppe domande. Se
possiedi qualche abilit particolare (cucito, giardinaggio, decorazione dinterni, va bene tutto purch somigli a una vera capacit)

sarai pagato pi di un semplice manovale. Senza spese eccessive, un lavoro giornaliero potrebbe permetterti di nutrirti e di mettere
da parte del denaro in previsione di un lavoro serio o dellaffitto di un appartamento (da condividere magari con altre persone).

Non da sottovalutare il fatto che un po ovunque (anche in Italia) la maggior parte della
manovalanza giornaliera spesso composta da immigrati per lo pi irregolari che in genere parlano
unaltra lingua, che lavorano sodo e che hanno famiglie intere da mantenere. La competizione con
loro potrebbe essere molto alta. Ma si pu essere almeno sicuri del fatto che nessuno far mai troppe
domande:
La maggior parte degli uffici di collocamento sono coordinati da impiegati del Governo, che ti chiederanno un indirizzo e un
documento di identit. Dovrai procurarti un domicilio (vero o presunto). Per quanto riguarda lidentificazione, puoi sempre provare a
raccontare che dopo un lungo periodo vissuto per strada senza ricordare molto del tuo passato e della tua identit, sei ora pronto, con
il loro aiuto, a ottenere un certificato didentit e una carta sociale per ricominciare a vivere come un essere umano. Insistendo su
questa versione dei fatti e frequentando con regolarit le cooperative che offrono manovalanza giornaliera, potresti riuscire a
procurarti molti contatti utili per ricominciare sul serio una nuova vita.

Naturalmente, questo significa in buona sostanza raggirare la burocrazia e lo Stato. Farlo rappresenta
un crimine ovunque. Perci, ammesso che questo possa realmente avvenire senza intoppi,
indispensabile (praticamente obbligatorio) accettare e difendere qualunque prospettiva di sicurezza
si riesca a ottenere sotto una nuova, falsa identit, imbastita con una certa regolarit dalle Istituzioni
stesse. Da questo risultato in poi, si tratta di predisporre con una minima regolarit la propria nuova
esistenza partendo proprio da quella nuova identit:
Quellidentit sarai tu a tutti gli effetti. Non un falso. Se tutto andr bene, inizierai a pagare le tue tasse e a condurre una vita
regolare con quellidentit. Se riusciranno a scoprire il tuo passato e a intercettare la tua vera identit, ma nel frattempo avrai
dimostrato di essere un cittadino modello anche con un altro nome, questo potrebbe giocare a tuo favore agli occhi delle Autorit.
Potrebbero essere pi ragionevoli. Dipende da cosa hai combinato nel frattempo.

Partire dal basso non significa necessariamente avere il diritto di presentarsi al minimo delle proprie
possibilit estetiche. Anzi, pi presentabile la propria immagine, tanto maggiori saranno le
possibilit di vincere lagguerrita concorrenza di chi pronto a tutto pur di accaparrarsi un impiego
temporaneo. Ma riuscire a mantenere un aspetto sano, ordinato, pulito e insospettabile non cos
semplice come potrebbe sembrare. Specie in condizioni di pressoch totale provvisoriet:
Se ti presenti pulito e in ordine, potrai trovare pi facilmente un minimo stipendio e pasti economici servendo cibo. importante
tenere sempre i capelli corti (ma non troppo corti, e questo vale sia per gli uomini, sia per le donne). Senza barba e con una faccia
fresca di sapone si ottiene lavoro pi in fretta. Tatuaggi, piercing e stranezze sono un pessimo lasciapassare per la maggior parte di
quei lavori che prevedono anche solo una minima interazione con la clientela o il pubblico. Considera lipotesi di depilarti le braccia,
seriamente (le donne lo fanno abitualmente). Soprattutto in mancanza di abilit particolari, importante lavorare sul proprio aspetto
per rendersi il pi possibile presentabili e gradevoli. Mai dimenticare che la concorrenza cercher in ogni modo di fare altrettanto.

Alcuni atteggiamenti apparentemente sessisti e discriminatori possono in realt rivelarsi un buon


sostegno. Dipende dal sesso che li subisce, naturalmente. Le donne sono solitamente pi
avvantaggiate degli uomini per tutti i lavori di bassa segreteria o di manovalanza soft (call center,
pulizie, servizio ai tavoli, ecc.):
Se sei una donna e sai scrivere velocemente al computer, sappi che limmissione dati un tipo di lavoro piuttosto richiesto.
unattivit monotona e che prevede stipendi minimi. Ma un buon sistema per non morire di fame. Per essere un addetto alle
interviste telefoniche non sono richieste eccessive capacit. Ma essere una donna un buon inizio.

Quando si tratta di coniugare dignit e sopravvivenza importante considerare che anche un piccolo
lavoro che non richiede particolari abilit pu rivelarsi una risorsa importante. Da un piccolo lavoro

possibile riuscire a costruire piccole basi solide in un tempo ragionevolmente breve. Maturando
magari in capacit, responsabilit e, come diretta conseguenza, in prospettive di tipo remunerativo. I
grandi risultati, i colpi di fortuna e i capovolgimenti improvvisi e favorevoli possono capitare, ma
per un fuggitivo meglio pensare che non capiteranno mai. Meglio essere concreti, non smettere mai
di immaginare quanto possa essere semplice perdere anche quel poco conquistato a fatica. Meglio
prepararsi a difendere con le unghie e con i denti ogni minimo risultato:
Nei limiti del possibile, cerca di non avere problemi di nessun tipo con nessuno (dal cliente, al collega, al superiore). Sii sempre
puntuale, corretto, discreto, pulito ed efficiente. Il lavoro potrebbe essere insignificante o darti ben poca soddisfazione. Ma al
momento tutto quello che hai a disposizione per sostenere la tua intenzione di rifarti una vita.

E comunque, arrangiarsi
Ritrovarsi alle prese con tentativi di sopravvivenza pura per un fuggitivo uneventualit come
unaltra. Affrontare da soli le insidie del clima, della fame, delle privazioni, dellisolamento e dei
pericoli pu essere unesperienza terribile e disastrosa. Considerare attentamente e sfruttare al
massimo ogni minima possibilit a disposizione di fondamentale importanza. Rubare, prostituirsi o
mendicare ovviamente non consigliabile. Anche se lelemosina uneventualit meno svantaggiosa
delle altre, resta ugualmente rischiosa. Specie nei luoghi in cui laccattonaggio un reato. Minime
alternative demergenza sono ovunque. Magari poco incoraggianti, ma ci sono. Lidea che con un
fucile da caccia, delle munizioni e dei fiammiferi si possa sopravvivere a lungo solo unidea,
appunto. Ingenua e romantica. Poteva essere vera un secolo fa. Non oggi. La biodiversit delle
societ occidentali stata stravolta dallinquinamento, dai pesticidi e dai saccheggi delle aree verdi
e delle specie animali. Le malattie che si possono accusare ingerendo animali o piante infette sono
una faccenda seria. In ogni caso, sempre e comunque, come Rice suggerisce, meglio essere realistici:
Si pu trovare del cibo immagazzinato nei garage delle aree rurali dove c una minore densit di popolazione e dove laccesso
facilitato. Nel retro di alcuni giardini potresti trovare dei vegetali commestibili. una cosa abbastanza comune, dipende molto dalle
zone che ti capita di frequentare. Puoi considerare queste come ultime possibilit estreme, dal momento che ricostruire la tua vita
presupporrebbe evitare di commettere reati di qualsiasi tipo. Ma ci sono anche altri modi per procurarsi del cibo. Se ti ritrovi a vivere
allaperto, nel deserto o nella foresta, affronta pi serenamente che puoi leventualit di perdere parecchio peso. Non puoi
sopravvivere a lungo procacciandoti il cibo senza rischiare qualche malanno. Puoi usare vitamine e integratori, ma non puoi fare a
meno troppo a lungo di verdura fresca e frutta. Senza contare la carenza di acqua, che in alcune zone particolarmente evidente.
Se fosse cos semplice sopravvivere nei boschi o nei deserti, chiunque finisse per odiare il proprio lavoro o il proprio marito finirebbe
per farlo. Non il caso di prendersi in giro. Se sei in fuga, devi cercare il pi possibile di rimanere in contatto con abitazioni, ambienti
o luoghi dove possibile lavorare per mangiare (al limite, rubare un po di cibo superfluo) o procurarsi vitto e alloggio in qualsiasi
maniera lecita, anche se non particolarmente dignitosa.
Se sei costretto a restare rintanato a lungo, fai affidamento sul cibo in scatola per quanto pi tempo ti possibile. Cibo pessimo ma
sicuro. In generale, non fare troppo affidamento su ci che potresti procurarti per strada o nel retro di un ristorante. Per giunta,
rischieresti di attirare lattenzione. Ma se lalternativa un principio di malnutrizione, accetta pure il rischio. Lidea quella di
resistere fino a recuperare una vita normale. Non dimenticarlo in nessun momento. Se non mangi altro che verdure in scatola per
mesi, la malnutrizione non ti metter certo nelle condizioni migliori per trovarti una casa, un lavoro, o fuggire ancora. Mantieniti in
salute il pi possibile e nei limiti del possibile accetta tutti i rischi e i limiti necessari per farlo.

Ricapitolando, lobiettivo principale di chi ha deciso di prendere in seria considerazione le ipotesi


suggerite da Fredric Rice e da tutti i suoi informatori sul campo quello di crearsi una nuova vita,
sotto una nuova identit, il pi possibile serena e regolare. Senza passi falsi. Senza eccessive
debolezze. Senza ripensamenti. E con parecchia forza di volont.
In estrema e completa sintesi:
Scaricare una volta per tutte la propria esistenza passata.
Limitare il pi possibile il potere e le capacit del proprio oppositore, delle Forze

dellOrdine, delle Istituzioni.


Scappare e nascondersi.
Stabilire nuovi contatti utili.
Acquisire una nuova identit con documenti legali.
Trovare un lavoro, il pi possibile stabile e dignitoso.
Stabilizzare la propria posizione. Tornare ad essere un cittadino comune (un altro cittadino
comune).
Cercare di ottenere una carta di credito, unassicurazione medica, unauto regolare. E fare in
modo di mantenere quanto conquistato.
Eventualmente, riprendere a studiare e incrementare le proprie potenzialit sul mercato del
lavoro. Conquistare e mantenere il rispetto allinterno della nuova comunit di appartenenza.
Creare nuovi legami forti, formare una famiglia, cercare di incrementare il proprio benessere
complessivo.
Evitare di bere pesantemente, di fare un uso smodato di droghe, di commettere crimini di
qualsiasi genere.
Possibilmente, continuare a vivere bene.
E quando sar davvero il momento, morire con dignit.
Note
1. S. Richards, Invisibility: Mastering the Art of Vanishing, Aquarion Press, Wellingborough, 1982.
2. Ibidem.
3. Tutte queste citazioni sono prese da D. Richmond, How to Disappear Completely and Never Be Found, Loompanics Unlimited,
Port Townsend, 1986. Traduzione dellautore.
4. Cfr. <www.skeptictank.org>.

Partire un po sparire

Verso dove
Mettersi in viaggio significa predisporsi verso almeno due tipi di esperienza. Partire in qualit di
turisti significa, salvo contrattempi di varia entit, ritornare da turisti. Partire senza alcun tipo di
itinerario o aspettativa significa invece poter considerare leventualit di non tornare affatto.
Contrapporre il termine turista a quello di viaggiatore solo un pretesto romantico, ma utile per
stabilire dei termini di paragone. Se il turista rappresenta pianificazione, prevedibilit e ritorno, il
viaggiatore pu significare lesatto contrario, attraverso gradi sempre pi complessi di rinuncia e di
una decisa volont di sparizione a tutti gli effetti. Lovvia e abissale differenza fra un turista e un
viaggiatore che il primo mette in conto il viaggio di ritorno insieme a quello di andata. La partenza
necessariamente reversibile. Il ritorno la logica, complementare e immancabile estensione
dellandata. La vacanza una sparizione annunciata e programmata. Il viaggiatore, invece, potrebbe
addirittura prescindere dallidea stessa di ritorno. La sua esperienza una trasformazione. E non
necessariamente unesperienza che parte per tornare in un tempo stabilito esattamente al suo posto. Il
viaggiatore, quindi, nelle intenzioni quanto di pi simile a un fuggitivo ci possa essere. Ecco
perch, al di l dellesclusivit del ruolo (che prevede anche una certa disinvoltura di tipo
economico, tuttaltro che comune), vi la sensazione che ne esistano pochissimi. O che non ne
esistano affatto.
La societ dei consumi sta lavorando da tempo in maniera forsennata per permettere a un turista
qualsiasi di sentirsi, anche solo per qualche giorno, un viaggiatore esclusivo. Il passaggio dalluno
allaltro pu essere garantito per lo meno da una gamma di sensazioni, che avvicinano la fuga della
vacanza (prevedibile) a quella del viaggio (imprevedibile). Questa una risposta commerciale
precisa ad altrettanto precise trasformazioni nei desideri di chi consuma. Il desiderio di evasione del
cittadino medio o medio-alto si fatto pi esasperato, capriccioso e isterico. Quindi necessariamente
pi esigente. La fuga istituzionalizzata della vacanza, costretta in un tempo limite assediato da
chiunque, e concessa in genere non pi di una volta allanno, sta perdendo completamente le sue gi
minime caratteristiche di esclusivit.
Il bisogno di soddisfare il pi possibile il latente desiderio di sparizione assoluta che si annida in
ogni animo frustrato, impegnato a produrre, consumare (o semplicemente a sopravvivere) undici mesi
e mezzo allanno, una logica impossibile da non considerare. Litinerario segreto da scoprire, il
faro isolato da abitare, la foresta angusta da attraversare, il sentiero sconosciuto da seguire,
lanimale raro da spiare, il fondale da conquistare. Pi la vacanza pianificata in termini di
scoperta, di esclusivit, di nuovo, di avventura, pi somiglier a una fuga vera e propria. La sola
autentica evasione possibile per chi non decider mai completamente di rivoluzionare la propria

esistenza. In maniera pi o meno fortemente consapevole, chi desidera la fuga assoluta avr per
buona parte della sua vita unicamente a disposizione una fuga limitata. Cercher alternative e
accetter alternative, che sembreranno tanto pi autentiche quanto pi riusciranno a somigliare
allidea che il turista-tipo si fatto del proprio personale modo di sentirsi viaggiatore ideale. Unico,
esclusivo e introvabile.

Limpossibile fuga del gruppo


Linevitabile necessit di aggregazione forse la differenza pi evidente fra la condizione di
turista e quella di viaggiatore. Il concetto di gruppo in linea di massima uccide lidea stessa di
esclusivit. E in parte (o del tutto), anche quella di identit e di individualit. Quaranta persone in
fuga organizzata all inclusive verso unoasi di pace, per quanto coccolate da ogni genere di comodit
e protette da ogni possibile fastidioso contatto con il mondo, non vivono nulla di davvero esclusivo.
Condividono la stessa identica promessa. Lo stesso pacchetto, lo stesso schema e lo stesso sogno. Il
viaggiatore ideale, al contrario, per definizione un soggetto singolare (che trasformato al plurale
diventa subito comitiva) che esplora a proprio esclusivo piacimento e fugge dal mondo scegliendo
lorizzonte sul momento, stabilendo un proprio personale itinerario, senza necessariamente
condividere il sogno con qualcun altro. Il viaggiatore pronto a vivere ogni genere di avventurosa
scomodit e di imprevisto. lartefice del proprio viaggio. E lo per tutto il tempo che ritiene
necessario, fino a dove riterr giusto spingere la propria esperienza. Sarebbe questa, in teoria,
lautentica idea di vacanza-fuga. Unidea che solo il viaggiatore che si ritrova ad essere al tempo
stesso anche segreto, potenziale, motivato e organizzato fuggitivo pu realizzare completamente.
Lisola che c. Dominica:
piccola geografia semisegreta
Con la copertura economica di un nuovo business, pi un nuovo passaporto, pi un titolo di studio nuovo di zecca, in teoria sarebbe
possibile arrivare ovunque. I luoghi sufficientemente segreti e selvaggi, ma al tempo stesso evoluti e predisposti allaccoglienza (pur
apparendo non particolarmente ospitali e invitanti), sono per rimasti pochissimi. Lisola di Dominica uno di questi. bene
innanzitutto non confondere la Dominica con la Repubblica Dominicana (di lingua spagnola). Dominica si annida fra le isole francesi
di Guadalupe e la Martinica, nellarcipelago Est dei Caraibi (isole di Windward) ed uno Stato membro a pieno titolo della Comunit
dei Caraibi (Caribbean Community, Caricom). Lisola ha ottenuto lindipendenza dal Regno Unito nel 1978 instaurando un assetto
legale e politico indipendente, diventando una democrazia parlamentare allinterno del Commonwealth.
Grazie alla fiera resistenza dei nativi caribi, Dominica stata lultima isola caraibica ad essere colonizzata dagli europei.
Possedimento francese fino al 1763, venne in seguito ceduta ai britannici, che ne fecero una colonia nel 1805. Dal 1958 al 1962
divenne provincia della Federazione delle Indie occidentali. Per raggiungere infine lindipendenza nel 1978. Nel 1980, la situazione
del Paese miglior quando le Autorit corrotte e dispotiche furono sostituite dal Governo guidato da Mary Eugenia Charles, la prima
donna a diventare Primo Ministro nei Caraibi. La gran parte degli attuali abitanti dellisola discende dagli schiavi africani deportati
dai proprietari delle piantagioni nel secolo XIX. Tuttavia, la Dominica lunica isola dei Caraibi orientali a conservare una piccola
comunit di stirpe precolombiana, che vive in una piccola porzione della costa orientale. Il tasso di crescita della popolazione molto
basso, a causa della costante emigrazione verso le isole caraibiche pi ricche, il Regno Unito, gli Stati Uniti e il Canada. Linglese
la lingua ufficiale universalmente compresa ma, per via della precedente colonizzazione francese, parlata correntemente anche
una lingua creola (un patois francese). Circa l80% della popolazione di religione cattolica, ma recentemente si sono diffuse
alcune confessioni protestanti.
Conosciuta anche come lisola della Natura, Dominica in buona parte coperta da lussureggianti foreste pluviali e ospita il
secondo lago di vapore pi grande del mondo. La capitale Roseau. Il sistema economico dipende in larga parte dallagricoltura,
specialmente dalla coltivazione delle banane. Il 40% dei lavoratori del Paese impiegato nel settore agricolo, le esportazioni
riguardano soprattutto prodotti della terra (banane, sapone, olio di alloro, succhi e arance). Sono presenti alcune piccole industrie
(sapone, olio di noce di cocco, mobili, cemento, calzature) che occupano il 32% della forza-lavoro. Tuttavia, vi sono alti tassi di
povert (30%) e di disoccupazione (23%) e un basso Pil pro capite. Lintero sistema economico soffre duramente il crollo dei prezzi

delle banane e i raccolti scarsi causati dalle precarie condizioni atmosferiche. LUnione Europea ha eliminato ogni accesso
preferenziale al suo mercato, provocando una caduta della domanda di banane (per questo motivo stato deciso di privatizzarne la
produzione). Recentemente si cercato di diversificare leconomia e di alzare i prezzi tenuti sotto controllo, in modo tale da risolvere
il ritardo economico del Paese. Vi sono inoltre progetti riguardanti la costruzione di una raffineria, si sta tentanto di incoraggiare la
crescita di un settore finanziario offshore e di sviluppare il turismo, in particolare lecoturismo.
Lisola che non c
A Dominica non c un aeroporto internazionale. Non ci sono spiagge che possano incoraggiare il turismo vacanziero tradizionale.
Non ci sono resorts, ipermercati, megastore. Per il momento, non si riscontra una selvaggia speculazione di tipo edilizio. La Natura
praticamente incontaminata, ricca di foreste pluviali ancora intatte. Dominica lunga solo 29 miglia e larga appena 16. Lisola
popolata da 70mila persone (gente cordiale, aperta e tranquilla che vive prevalentemente nelle fattorie e si occupa di coltivazione:
banane, cedri e frutti tropicali). La criminalit molto scarsa, quasi inesistente. Molte organizzazioni offshore che hanno individuato
nellisola un approdo sicuro per ogni tipologia di fuga, offrono unampia gamma di possibilit per trasferirvisi con una nuova identit,
una nuova occupazione e un nuovo domicilio. A seconda della disponibilit, possibile acquistare case, fattorie, terreni. Stando alle
informazioni presenti sul sito <www. offshoreliaison.com>, per unampia villetta vista mare, a soli dieci minuti da Roseau (capitale
della Dominica), bastano poco meno di 200mila euro:
I pochi e selezionati centri residenziali che stanno sorgendo nella zona di Calibishie, Dominica, sono ideali per chi alla ricerca di un
cambiamento radicale del proprio stile di vita e desidera realmente sparire da tutto e da tutti. [] Il Paradiso in Terra. Ampie
vedute sulloceano si alternano a fiumi, piccole spiagge, Natura pura e selvaggia. [] Ritirarsi in Dominica significa aprirsi a una
nuova vita: pace, tranquillit, nessun vincolo o restrizione di tipo fiscale. Unesistenza semplice, meno stressante. Uno stile di vita pi
salutare e naturale. Gente pacifica e amichevole. Totale privacy, ma anche una grande disponibilit di mezzi di telecomunicazione.
Per mantenere, eventualmente, i tuoi contatti con il mondo (attraverso sistemi di telefonia digitale e satellitare, connessioni Internet
Adsl e assistenza costante da parte dei provider pi affidabili).

Nuove rotte, nuovi naviganti


Sparire attraverso un viaggio uneventualit che presuppone unattenzione particolare da parte
del fuggitivo per ogni aspetto di tipo burocratico-amministrativo. Se sostituire la propria identit pu
essere un azzardo ricco di imprevisti nel proprio Paese di origine, i problemi possono moltiplicarsi
in maniera esponenziale se il possibile itinerario prevede lattraversamento di pi Paesi o
linsediamento stabile in una localit-base totalmente nuova ed estranea. Pi i Paesi in questione
possiedono un elevato grado di burocratizzazione, tanto pi possibile essere intercettati. Burocrazia
meno restrittiva e meno ordine, daltro canto, significano una serie di rischi e di incognite
imprevedibili. Spesso molto pericolose. Lidea di un ufficio in grado di coordinare una sparizione
del genere lunica soluzione in grado di promettere (ma non garantire) un minimo di sicurezza nella
qualit dei risultati. Il fattore denaro ha in questo caso un valore duplice, sia per la quantit
necessaria alloperazione, sia per la necessit di dover riprogrammare la personale gestione del
costo della nuova vita, in ogni suo possibile aspetto di tipo economico.
Organizzare una qualsiasi sparizione anche una questione di mezzi e di costi da prevedere e
pianificare con cura. indispensabile per esempio tenere ben conto del fatto di non poter fare
affidamento a breve termine su unattivit lavorativa sicura, di doversi confrontare con altri tipi di
valute (non sempre vantaggiose), con ogni genere di contrattempo, e di dover in pratica ricostruire
dal principio ogni tipo di esperienza (abitativa, sociale, assicurativa, medica, linguistica) in grado di
offrire un minimo di sicurezza e una sopravvivenza sicura. Fuggire ai tropici, o in Nuova Zelanda, o
in qualsiasi altro posto del mondo dove teoricamente sarebbe possibile vivere con un chiosco su una
spiaggia, unesperienza assolutamente realizzabile. Potenzialmente, chiunque potrebbe farcela.
Realizzare la stessa fuga tagliando di netto ogni legame con la propria esistenza precedente, con la
propria identit, con il proprio nome e tutto il resto in teoria altrettanto possibile. Ma bene non

idealizzare con eccessivo romanticismo lipotesi di un tentativo del genere. Per approdare a
unesistenza sognata a lungo, bisogna testare le proprie capacit con ogni possibilit di incubo.
Disporre di una buona riserva di denaro, in questo senso, aiuta a sognare molto meglio. Poterne
disporre in maniera legale, pulita e ben gestita garanzia di sonni ancora pi tranquilli.
Naturalmente, i pi temerari (o disperati) possono sempre affidarsi alle sole capacit offerte dal
proprio spirito di adattamento, dalla propria intelligenza e dal proprio coraggio. Il brivido
dellimprevisto e della novit in questi casi quantomeno assicurato.
Qualche anno fa, alcuni periodici pubblicarono una notizia trapelata dal fitto sottobosco dei siti e
delle associazioni di controinformazione. La notizia faceva riferimento allattivit di una fantomatica
agenzia di viaggi (non propriamente classificabile secondo i criteri di un normale tour operator) che
si dichiarava capace di pianificare una sparizione in piena regola, simulando quello che per amici e
parenti ignari di tutto sarebbe risultato come un normale viaggio organizzato. Lagenzia sembrava
potenzialmente in grado di inscenare il viaggio in ogni minimo dettaglio (partenza, transito, itinerari
tattici, sistemazione definitiva, cambio didentit, possibilit di nuova attivit lavorativa sotto falso
nome, ecc.) facendosi in pi carico dello smaltimento di ogni procedura relativa al necessario
annullamento di documenti, carte di credito, pendenze di tipo burocratico ed economico. Ogni
progetto di fuga veniva opportunamente corredato da riferimenti fittizi (come numeri di telefono
inesistenti e ogni sorta di depistaggio logistico) che non avrebbero lasciato alcun appiglio valido per
il recupero di eventuali valide informazioni sul fuggitivo. Nessun luogo o indirizzo dove poter
reclamare, nessuna ricevuta autentica, nessun indizio. Questa misteriosa agenzia, una fra le tante,
coerentemente con la propria missione sparita nel nulla. Non si mai saputo quanto fosse
attendibile la notizia della sua esistenza e quanti turisti abbia realmente supportato e assistito nella
loro fuga mascherata da vacanza. Sembra che il servizio (in grado di organizzare in ogni dettaglio
anche fughe classiche, senza lalibi del viaggio organizzato) si chiamasse semplicemente How to
Disappear Completely1.
Per quanto riservato a una strettissima nicchia di turisti, il mercato delle sparizioni organizzate
sembra comunque esistere e operare realmente. Anche se agenzie e programmi di viaggio in realt
non esistono. Non esistono uffici, impiegati solerti e depliantistica patinata. O meglio, esistono ma in
luoghi che sono non-luogo. Raggiungibili da tutti, ma inaccessibili. Questi siti offrono una serie di
indicazioni da seguire e mete praticamente obbligate. Rispetto alla manualistica del fai da te della
fuga, decisamente a basso costo e ad altissima fruibilit (pur appartenendo a un sottobosco di
pubblicazioni pseudoufficiali), la Rete opera nella quasi totale clandestinit e spesso ben oltre i
limiti della legalit. Le promesse sono semplici. Le soluzioni apparentemente efficaci. I costi netti.
Per fuggire dalla propria realt ed eliminarne anche il ricordo (compreso quello di mogli, suocere,
mutui e responsabilit di ogni genere), affidandosi a un servizio all inclusive ed evitando il sistema
del fuggitivo fai da te, servono poco pi di 140mila euro e una certa abilit nel sondare la Rete,
seguendo con una certa discrezione una serie ben precisa di direttive.
In Italia i turisti del solo andata pi assidui sembrano essere prevalentemente uomini (per lo pi
sposati) intorno ai quarantanni. Le donne non mancano, ma con motivazioni alla fuga generalmente
differenti. Anche se in realt non possibile scindere in maniera netta gli stimoli e le aspirazioni
(spesso complessi ed eterogenei, indipendentemente dal sesso di appartenenza del fuggitivo), per gli
uomini la fuga sembra essere soprattutto una ricerca di separazione, di distacco da qualcosa, mentre
per le donne pi una questione di nuove aspirazioni e possibilit, di cambiamento. Fatto piuttosto
significativo, in genere si tratta di persone che per propria esperienza personale possono ritenersi
positivamente integrate allinterno della societ: hanno infatti una cultura media o medio-alta, abitano

prevalentemente al Centro-Nord e sono spesso impegnate in ruoli di responsabilit. Non del tutto
casualmente, le mete pi ambite, quelle pi consigliate, restano le isole Cayman o lisola di
Dominica, gi ben note per la loro invitante fama di paradisi fiscali. Sembra che il servizio possa
rendersi attivabile partendo dal collegamento a una semplice chat. Prima di familiarizzare con le
tecniche e di compilare la lista del materiale necessario alla fuga, si comincia quindi a conoscere
gente del posto, gli abitanti della nuova meta. Questo faciliterebbe (ma non garantirebbe) la
possibilit di instaurare contatti il pi possibile affidabili e sicuri. Nuove amicizie, possibili
coperture, eventuali possibilit di lavoro, quando non addirittura di investimento e di business.
Una volta stabiliti i nuovi contatti utili, si passa alla documentazione necessaria, costituita
essenzialmente da passaporto, patente e titolo di studio. Tutti elementi reperibili in forma alternativa
a quella ufficiale su decine di siti specializzati. I prezzi sono pi che accessibili: 200 euro circa per
una patente internazionale, 50 euro o poco pi per una carta didentit, cifre decisamente maggiori
invece (variabili a seconda delleventualit di visti o procedure burocratiche particolari) per quanto
riguarda il passaporto. Potrebbe sembrare paradossale, e lo , ma uno dei servizi pi richiesti per un
aspirante turista fuggitivo (italiano) la possibilit di mantenere il proprio numero cellulare
stipulando un contratto con un operatore maltese nel pi rigoroso e assoluto anonimato. Naturalmente,
per evitare di lasciare ogni possibile traccia verificabile, i biglietti aerei si acquistano on line per
poco pi di 1.000 euro (usando naturalmente il nuovo nominativo riportato sul passaporto
contraffatto). Stesso procedimento anche per quanto riguarda un possibile conto corrente e la carta di
credito, che possono essere entrambi sottoscrivibili su Internet senza dover diffondere dati
compromettenti. I costi nudi delloperazione sono relativamente bassi. Per arrivare alla spesa finale
prevista bisogna considerare il servizio vero e proprio: cio la gestione, loccultamento, la
falsificazione e il ripristino dei dati durante il tragitto. Il deliberato raggiro delle Istituzioni in ben
due Stati, senza considerare le possibili tappe intermedie. E come per ogni servizio che si rispetti, un
buon margine di soddisfazione del cliente.
Note
1. Come sparire completamente. Non a caso anche il titolo di un pezzo dei Radiohead, dedicato alla sparizione del chitarrista dei
Manic Street Preachers, Richey Edwards. Vedi p. 162.

Il prezzo da pagare

Spiccioli, risorse, investimenti, lasciapassare e orientamento


Esiste un territorio complementare a quello della classica manualistica da sparizione, dove ogni
possibilit di tipo escapologico viene definita seguendo procedure e meccanismi burocratici
paralleli e alternativi a quelli ufficiali, in modo da facilitare il pi possibile la creazione di una
nuova identit, di una cittadinanza segreta o di una qualifica professionale che possano a tutti gli
effetti occultare (o tutelare) lidentit di partenza. Attraverso la creazione di documenti alternativi,
carte di credito, titoli di studio, patenti, viene invasa in maniera diretta la sfera burocratica ufficiale
del Sistema.
Il veicolo di informazione privilegiato per acquisire una forma di nuova e totale privacy
naturalmente la Rete, dove le pratiche richieste per sparire e rifarsi completamente una vita, sulla
carta, sono gi state sperimentate ufficialmente. E con successo. Nel 2003, la rivista Happy Web
ha ordinatamente simulato tutti gli step per una perfetta sparizione nel nulla. Dai risultati della sua
indagine stato dimostrato quanto sia semplice avvalersi di questopportunit, ammesso che si
abbiano a disposizione i circa 140mila euro necessari. Simone Fanti, ad esempio, giornalista di
HappyWeb, riuscito ad acquistare in Rete tutta la documentazione necessaria per trasformarsi in
una nuova persona, con un nuovo domicilio e una nuova identit. Simone Fanti quindi diventato
Marco De Sanctis, nuovo cittadino del mondo, perfettamente regolare, integrato e al tempo stesso
totalmente fittizio. Fanti/De Sanctis ha sperimentato la possibilit di lasciarsi alle spalle unintera
esistenza, diventando gestore di un locale nella Dominica, nonch cittadino dominicano a tutti gli
effetti.
Grazie allestrema facilit di accesso a questo tipo di soluzioni, chiunque potenzialmente in
grado di gestire autonomamente la stipulazione delle proprie realt e identit alternative. Ma, a
seconda della disponibilit di tempo e denaro, si pu anche scegliere di affidarsi a una delle tante
agenzie presenti in Rete che assicurano informazioni puntuali, un servizio discreto e tutto
loccorrente, secondo la rassicurante logica del tutto chiavi in mano, con tanto di listino prezzi,
alternative dettagliate di costi, offerte e singoli pacchetti all inclusive per ogni servizio. On line sono
inoltre presenti diverse organizzazioni che rilasciano una seconda cittadinanza, come il Carribean
Citizenship Program, che in accordo con i Governi dei Caraibi ha provveduto per molto tempo e in
forma anonima ad ogni adempimento burocratico. Il servizio era disponibile sul sito
<www.safehavenoffshore.com>.
I siti Internet specializzati in materia di offshore sono rintracciabili attraverso i pi comuni motori
di ricerca. Parole chiave come second citizen o bullshit ID portano facilmente a destinazione. Ma se
arrivare al dunque relativamente semplice, orientarsi non sempre lo altrettanto. Specialmente se

non si ha una buona conoscenza dellinglese. Bench le organizzazioni stiano progressivamente


assecondando il loro pubblico tenendo conto della sua eterogeneit culturale e linguistica, bene
tenere presente che buona parte delle soluzioni pensata e gestita per unutenza statunitense, che
sottoposta a precise pressioni e condizionamenti di tipo fiscale-legislativo. Il futuro delloffshore
sembra comunque gi pronto a predisporsi per una fruizione globalizzata (le tariffe in dollari hanno
gi, quasi per ogni opzione di servizio, il preciso corrispettivo in euro) e personalizzata, a seconda
di ogni specifica esigenza e possibilit. Su siti come <www.privacyworld.com> e
<www.ptclub.com>, per ottenere una carta didentit bastano allincirca 50 euro. Pi o meno la
stessa cifra sufficiente per procurarsi una patente di guida internazionale, mentre per un passaporto
il prezzo sale a 395 euro circa. I costi dei documenti-base sono, praticamente ovunque, alla portata di
tutti.
Per ottenere la documentazione necessaria anche possibile sperimentare percorsi alternativi
evitando il costo (ingente) del servizio di gestione vero e proprio (la parte pi delicata e
compromettente a livello legislativo-burocratico). Come si detto, attraverso comuni chat
possibile tastare poco per volta il terreno della meta che si vuole raggiungere, si entra in contatto con
gente del luogo (ovviamente protetti da un nickname) e si cerca di imbastire contatti utili, via via
sempre pi dettagliati e strategici. Indispensabili: una buona dialettica, intraprendenza, scaltrezza,
una realistica conoscenza della propria destinazione (abitudini, societ, lingua, ecc.). Con questa
procedura possibile risparmiare molto. E rischiare altrettanto. In ogni caso, quello che si potrebbe
definire come kit di base, necessario sia nella versione fai da te, sia in quella chiavi in mano,
prevede almeno passaporto, patente e titolo di studio. La necessit di questi strumenti dipende
ovviamente dalla destinazione e dalla qualit di vita che si decide di raggiungere e mantenere. Un
fuggitivo estremo, senza condizioni, deciso a sparire a qualsiasi costo dallaltra parte del mondo,
potrebbe in teoria anche fare a meno di tutto questo. Specie in caso di fughe a lunga (se non
addirittura lunghissima) e imprevedibile percorrenza. Tentativi che gi in partenza si annunciano
poco praticabili. Ma per chi decide di trasformare lultima vacanza della sua vita nella destinazione
finale di unesistenza alternativa, potendo contare su una buona disponibilit economica, le soluzioni
chiavi in mano rappresentano sicuramente loccasione pi sicura.
P RIVACY WORLD 502 HOTTA-KATA, 3-6-10 HIRUSAIDO, KAGURAZAKA, SHINJYUKU-KU, TOKYO 162-0825 JAPAN

Questo indirizzo, reale, corrisponde a uno dei siti (<www.pri vacyworld.com>) di


controinformazione pi completi e attivi nellorganizzazione e messa a punto di ogni genere di
copertura. In un ufficio invisibile situato in un posto invisibile della non-sfera, grazie alla solerte
professionalit di personale invisibile, prodotti e servizi vengono proposti, promossi e venduti grazie
al supporto (razionale ed emotivo) di una solida attivit di controinformazione, riguardante nello
specifico ogni tipo di minaccia cui sottoposta quotidianamente la privacy dellindividuo. Un
legittimo incentivo alla paranoia che diventa cos un ottimo argomento di marketing. Argomenti che
nessun Governo vorrebbe mai veder diffondere.

Offshore guerrilla
Che cosa significa offshore guerrilla? Traducendo quasi alla lettera si potrebbe dire: guerriglia
devasione. Unidea che (sotto svariate definizioni) attraversa liberamente i pi agili canali di
controinformazione. Complessivamente, si tratta di quellinsieme di tattiche predisposte per garantire

allindividuo il controllo sulla propria privacy e la concreta possibilit di evadere concretamente


dalla quotidianit, cambiando Paese, residenza, stile di vita attraverso procedure e strumenti precisi.
Da quando nata la sensazione di una privacy individuale costantemente minacciata e monitorata dal
Sistema, unimmensa e imprevedibile paranoia ha scatenato la guerriglia degli evasori. I
misconosciuti guerriglieri delle tattiche offshore sanno bene che privacy e libert rappresentano
argomenti estremamente interessanti per ogni struttura di potere. Specie se la libert individuale,
oltre alla conquista di unesistenza nuova di zecca, coincide con libert di business e di investimento
di capitali altrove (sfuggendo alle costrizioni della burocrazia, delle imposte, del fisco). Se, da un
lato, sempre pi persone diventano insofferenti verso questo tipo di restrizioni, trasformando il
proprio disagio in desiderio di fuga e cambiamento, dallaltro i Governi nutrono altrettanta
insofferenza rispetto alleventualit di perdere capacit di controllo sui capitali, sul denaro e sulla
disponibilit economica del singolo. Quindi, tendono ad arginare il problema con nuove leggi, nuovi
ordinamenti e nuove restrizioni. Sempre pi convincenti nel motivare le persone alla fuga. Offshore
guerrilla cos diventata una delle inevitabili conseguenze di questo processo perverso e
apparentemente irreversibile. Pu un cittadino medio condurre la propria esistenza, predisporre i
propri beni e gestire i propri affari correttamente e in totale libert e privacy? In pratica, no. In
teoria, s. Con unidentit alternativa, tanto per cominciare.

Libere schegge di offshore thinking


Nella schietta e ridondante filosofia delloffshore guerrilla, il concetto di privacy pretende una
totale riformulazione: in ogni singola persona deve essere considerata come una privacy a s. Ogni
individuo ha richieste, necessit e obiettivi unici ed esclusivi, e rivendicare questa unicit
fondamentale. Ci significa anche scegliere liberamente una seconda nazionalit o un secondo
passaporto o poter disporre dei propri soldi, delle proprie attitudini e dei propri desideri: Una
scelta di vita offshore non deve sembrare un crimine. Perch a tutti gli effetti non lo 1.
Organizzare e mantenere la libert personale e finanziaria significa diventare parte integrante delle
attivit che sono alla base delloffshore guerrilla. Questo non significa diventare una minaccia, una
specie di terrorista. Niente di tutto questo. Anche se questo quello che il Sistema, sentendosi
minacciato da una presa di posizione non prevista, potrebbe rendere credibile. Non si tratta di
guerriglia vera e propria, in realt. Ma comunque rivoluzione. Che, per quanto personale, formula e
predispone azioni-pensiero uguali per tutti:
Si tratta di conquistare una nuova libert di pensare e di agire. Si tratta di armarsi con la disponibilit di chi pu garantire alla
nostra privacy un aiuto concreto. Si tratta di armarsi con gli strumenti predisposti per sostenere la resistenza e il cambiamento.
Per non lasciarsi sopraffare dal potere che limita e costringe a scelte obbligate. Un potere enorme, che si ingigantisce ogni giorno di
pi. Non dimenticare quanto potrebbe essere comodo creare e gestire liberamente nuove possibilit di business, sfruttando le
meravigliose possibilit della Rete. Inizia a immaginarti su una spiaggia di Bali (in Indonesia) o di Phuket (in Thailandia) mentre
intraprendi la tua attivit di business on line. Non sar mai veramente cos. Ma potresti andarci molto vicino. Non infrangere la
Legge. inutile. Asseconda la Legge. E quando puoi, limita la portata del suo raggio dazione sulla tua vita. Puoi farlo solo se impari
a conoscerla davvero. Prova a scappare e a realizzare una fuga completa per almeno tre mesi prima di prendere una decisione
definitiva. Predisponi tutto in maniera tale che se non dovessi riuscire ad adattarti a una vita altrove, tu possa ritornare a casa
legalmente e senza problemi. Se ti sei sbagliato, non permettere che il resto della tua vita rimanga un errore2.

Strumenti e tecniche offshore

Passaporti
Senza eccessive difficolt, ma con un po di pazienza, possibile individuare e acquistare piccole
guide (alcuni titoli: Far from Beyond, Freedom Abroad, Think Out) redatte da sconosciuti ma
apparentemente autorevoli esperti di transizione allestero. Allinterno di queste guide vengono
dettagliatamente rivelati i segreti e le tecniche per acquisire nazionalit o identit aggiuntive, non
solo aumentando libert, sicurezza personale e possibilit di sparizione dal mondo ufficiale, ma
incentivando anche una serie di benefici fiscali che potrebbero rivelarsi determinanti
nellorganizzazione di una nuova vita. Con pi di una nazionalit a disposizione si pu ridurre
sensibilmente leventualit di pagare le tasse: se vero che in molti Paesi il fisco tassa i cittadini
stranieri per meno di sei mesi lanno, con un secondo passaporto possibile vivere per questo
periodo rimanendo esente da tasse proprio perch straniero. Quindi, in questo senso, una
cittadinanza capace di rendere un individuo il pi possibile itinerante pu risultare estremamente
favorevole.
Limportanza del passaporto alternativo e le implicazioni di quello ufficiale risultano comunque
cruciali: ogni passaporto a tutti gli effetti di propriet del Governo, che pu in qualsiasi momento
rivendicare il diritto di verificarlo, limitarne luso, confiscarlo. Chi riuscito a conquistare una
nuova identit deve tenere sempre ben presente che rimanere vincolati ai limiti del vecchio
passaporto significa rendersi evidenti e interessanti allocchio indagatore della burocrazia. Un
passaporto che permette al Governo di supervisionare ogni aspetto dellidentit personale e di
monitorare costantemente viaggi e spostamenti un passaporto capace di controllare non solo la
libert individuale, ma anche le possibilit di nuovi investimenti, compravendite o transazioni
finanziarie. Senza contare linteresse che potrebbe scatenare uneventuale possibilit di sparizione
organizzata e volontaria. Un secondo passaporto pu quindi offrire la mobilit necessaria a
mantenere salda ed efficace una possibilit alternativa e, se tempo di andare, pu rivelarsi uno
strumento di indubbio valore. Ecco perch pi facile di quanto possa sembrare, riuscire a ottenerlo
attraverso lutilizzo di programmi specifici attivabili in oltre quaranta Paesi. Tra i quali: Bahamas,
Belize, Bolivia, Brasile, Canada, Capo Verde, Dominica, Ecuador, Filippine, Francia, Gran
Bretagna, Guatemala, Honduras, Irlanda, Israele, Jamaica, Jugoslavia, Lituania, Mauritius, Messico,
Mozambico, Nuova Zelanda, Panama, Pakistan, Paraguay, Polonia, Singapore, Stati Uniti, Ungheria,
Uruguay, Venezuela.
Attraverso gli stessi programmi possibile inoltre diventare console onorario di uno dei Paesi
del Terzo mondo e arrivare a godere dellimmunit diplomatica (in questi casi previsto lutilizzo di
un passaporto speciale che consente laccesso privilegiato a un ampio raggio di soluzioni e vantaggi
di tipo imprenditoriale e finanziario). Le informazioni necessarie per capire come possibile
ottenere un passaporto alternativo potrebbero essere suggerite da consulenti professionisti per
circa 300 dollari lora. On line, sembra che le stesse informazioni siano disponibili per circa 15
dollari (inclusa la spedizione aerea) ed escluso il costo effettivo del passaporto vero e proprio, che
di circa 400 euro.
Carte di credito
Molti siti specializzati (tipo <www.offcommon.com>) offrono la possibilit di stipulare conti
correnti numerati, carte di credito e bancomat anonimi, appoggiandosi con discrezione sulla
disponibilit, laffidabilit e lassoluta tutela di alcuni fra i circuiti bancari pi importanti del
pianeta. Aprire un conto corrente costa in media 230 euro. Possedere un bancomat, costa invece circa
130 euro lanno. A seconda delle richieste, delle esigenze e delle disponibilit, le tariffe e le

possibilit crescono proporzionalmente. Specie per quanto riguarda le forme di credito (sarebbe pi
corretto dire di pronta disponibilit economica) pi ingenti.
Per un costo complessivo di circa 1.300 dollari possibile ottenere carte di credito non nominali,
senza scadenza e senza possibilit di invalidamento. Si tratta di carte disponibili in numero limitato,
attivabili ovunque siano presenti i loghi Cirrus e Maestro. Nessun nome compare sulle carte. Non
presente nessuna foto e non richiesto nessun codice di identificazione. Per attivare la singola carta
viene utilizzato un procedimento via Internet che si esegue in meno di due minuti. La procedura di
attivazione viene effettuata senza produrre alcun documento cartaceo e senza necessit di ricevere via
posta (o via mail) alcuna dichiarazione relativa alla stipulazione del contratto o alle successive
transazioni bancarie. Il codice Pin viene fornito in un plico sigillato insieme a un dettagliato manuale
di istruzioni. Naturalmente, per verificare anonimamente in qualsiasi momento il proprio credito,
viene reso disponibile uno speciale accesso a Internet (incluso nellordine). Le organizzazioni che
forniscono il servizio assicurano che la banca di riferimento della card non verr mai a conoscenza
delle operazioni e dei dettagli relativi a movimenti, ordini, acquisti o spedizioni effettuate.
Lorganizzazione, a titolo di garanzia, si riserva comunque il diritto di detenere ogni tipo di
informazione relativa al nuovo possessore per novanta giorni e di distruggerle una volta confermata
la stipulazione del contratto e lacquisto. Mediamente, la disponibilit delle card piuttosto
consistente: fino a 300mila dollari in un mese e fino a 10mila dollari al giorno. Solo nel caso
vengano superati i 300mila dollari mensili la banca di riferimento potrebbe essere sollecitata nel
richiedere verifiche e controlli. Naturalmente possibile effettuare il caricamento della card
direttamente on line. In tal caso previsto un leggero sovrapprezzo.
Una no name card non in realt una vera carta di credito. Generalmente, non infatti prevista
alcuna reale forma di credito. La card non pu pagare o predisporre denaro per nessun tipo di
transazione, senza che leffettivo valore necessario sia realmente disponibile. La card
semplicemente un prezioso e comodo veicolo per depositare, far transitare, prelevare e utilizzare in
assoluto anonimato un certo quantitativo di denaro. Esattamente come avviene per una normale carta
di credito, nessuno pu ottenere accesso alla disponibilit di denaro senza codice di identificazione
personale. Ma a differenza di quanto avviene con una normale carta, il rischio circoscritto
unicamente al valore presente sulla card in quel momento. Normalmente, chi in grado di
impossessarsi sia della card, sia del Pin, potrebbe anche impossessarsi dellintero ammontare del
conto. In questo senso, il concetto di valore depositato (storaged value) offerto da una no name
card garantisce maggiore sicurezza: le carte senza nome in realt non dispongono affatto di denaro. Il
denaro infatti depositato e gestito completamente dai computer di selezionate banche di
riferimento, discrete e sicure. Attivabili al momento opportuno e con le opportune procedure. Anche
per questi motivi, probabilmente, rispettare i limiti previsti di disponibilit mensile e giornaliera
permette di circoscrivere eventuali rischi.
Per trasferire anonimamente del denaro dalla propria no name card a persone di fiducia (familiari
o debitori) in un altro Paese possibile ottenere un secondo account e una seconda carta, effettuando
le transazioni direttamente da carta a carta. Non ci sono limiti rispetto a quanto possibile
immagazzinare complessivamente su una card. Il limite riguarda unicamente la disponibilit
mensile e giornaliera. Questi limiti non sono definiti dalla fonte bancaria che gestisce anonimamente
il denaro sulla card, ma dalle banche, dagli uffici commerciali e dalle Istituzioni sollecitate dalle
operazioni effettuate (ad esempio, un acquisto). Le possibili restrizioni, inoltre, non dipendono
dallorganizzazione che rilascia la card ma dai regolamenti vigenti nei Paesi in cui la card stessa
viene utilizzata. Naturalmente, per richieste di disponibilit particolari, possibile caricare la

carta oltre il limite consentito, ma molto pi sicuro e comodo possederne semplicemente due o pi.
Una seconda card in genere viene rilasciata gratuitamente e senza nessun vincolo o restrizione
particolare.
Diplomi e titoli di studio
Per farsi, o rifarsi, una carriera (pi o meno fittizia, ma comunque come necessaria copertura per
garantire minima autorevolezza al proprio anonimato) possibile acquistare on line ogni genere di
attestato. Un semplice diploma da pilota, sub o fotografo professionista disponibile per 50 euro a
titolo. Per i diplomi di scuola media superiore e laurea, le cifre partono da una quota minima di 395
euro. Ed solo linizio.
I clienti di organizzazioni come la Privacy World sembrano richiedere con sempre maggiore
frequenza la possibilit di acquistare una laurea autentica, sia come possibile copertura, sia come
realistica opportunit professionale. Lofferta attualmente punta su programmi accademici e
relative lauree provenienti da atenei dellEuropa dellEst, gestiti attraverso una formula di
apparentemente inattaccabile legalit, e potenzialmente validi negli Stati Uniti, in Canada e in
Europa. Nel Regno Unito, ad esempio, pare che il Dipartimento dellEducazione del Parlamento
abbia dichiarato nel 1988 che i diplomi di laurea ottenuti presso istituti esteri devono essere
comunque riconosciuti, delegando in seguito alle aziende o alle istituzioni interessate a quel titolo
specifico di verificarne la validit e il valore. In pratica, se possibile ottenere una laurea basata sul
proprio curriculum vitae (qualunque esso sia), questa viene considerata perfettamente valida, purch
dichiari di sollevare da qualunque tipo di responsabilit listituzione universitaria britannica.
Le lauree in questione non sono naturalmente soggette a responsabilit specifiche di alcun tipo, per
nessuna istituzione scolastica ufficiale, in nessun Paese (fatta eccezione per quello di provenienza).
In caso di richiesta o verifica da parte di enti o istituti, la conferma di validit delle lauree in
questione e la necessaria copertura burocratica possono essere predisposte e accettate in qualsiasi
momento. Se il titolo pu dimostrare la sua provenienza, pu allora dimostrare la sua regolarit
secondo i parametri stabiliti proprio dalla sua provenienza. Si verifica quindi una condizione di
perfetta e apparente legalit.
Possibilit di impiego
Una delle maggiori difficolt per chi si appresta a sparire consapevolmente riguarda il fatto di
dover ricominciare da zero anche dal punto di vista lavorativo ed economico. Trovare unattivit
capace di garantire un tenore di vita sufficientemente dignitoso andato irrimediabilmente perduto (o
conquistare, insieme a una nuova esistenza, una posizione economica al di sopra delle proprie
aspettative) non affatto semplice. Chi non ha mai considerato quanto possa essere difficile non
avere pi alcun reddito provi a immaginare la possibilit di perdere improvvisamente il lavoro, o di
vedere confiscati i propri beni tutti o in buona parte senza possibilit di recupero a breve
termine, o di essere beffato dai propri investimenti e diventare quindi preda di avvocati e consulenti
che promettono soluzioni immediate (ma solo a fronte di cospicue parcelle). Situazioni del genere
sono ovunque. Persone ritenute da sempre produttive e ben integrate, per una serie di circostanze non
sempre dipendenti dalla propria volont, diventano improvvisamente vittime del fisco, delle banche,
della Legge. Perdendo buona parte o la totalit dei propri averi. Diventare parte di questo target
significa ritrovarsi in breve tempo nella condizione di non avere pi una casa, un conto in banca,
nessun risparmio. Niente. Pessimi motivi per continuare a vivere. Oppure ottimi motivi per sparire. E
tentare di risalire la china.

Come ci si prepara a ricominciare tutto da capo? Se non si pi in grado di guadagnare con la


propria occupazione o con il vecchio business, a quale impresa o attivit possibile fare riferimento
per ristabilizzare la propria vita e il proprio stile di vita? Ma soprattutto, davvero possibile
imparare tutto questo? Sembra che nella seconda met degli anni Ottanta, un certo Peter Travellian,
cittadino degli Stati Uniti la cui reale identit (nome compreso) rimane incerta, dopo aver perso ogni
suo avere sia riuscito a escogitare nuovi sistemi per produrre guadagno facile e sicuro in aree di
business accuratamente selezionate e altrettanto facili e sicure. In pi, Travellian avrebbe anche
imparato da solo a tutelare i suoi nuovi guadagni senza rischi, attraverso i contatti giusti, i metodi
migliori e le soluzioni pi efficaci. Producendo nuova ricchezza. La sua. Cosa ha fatto Peter
Travellian? Come lo ha fatto? Lo ha fatto veramente? Sembra sia possibile scoprirlo in venti capitoli
scritti di suo pugno, accuratamente ordinati in un manuale intitolato Portable Trades and
Occupations (commerci e occupazioni portatili), disponibile per la modica cifra di 25 dollari
(spese di spedizione escluse). Di seguito sono elencate alcune delle aree di business individuate
da Travellian per offrire alla vita nuove possibilit di successo (con tanto di indicazioni
approssimative circa le reali possibilit di reddito annuo). Probabilmente, solo una lettura integra,
approfondita e poco disincantata del manuale di Travellian potrebbe essere in grado di individuare
concrete possibilit, soluzioni o vantaggi:
Compravendita passaporti (un milione di dollari)
Operatore del cyberspazio (85mila dollari)
Consulente medico (100mila dollari)
Esperto in burocrazia internazionale (180mila dollari)
Scambio e vendita merci (nessun limite)
Promotore di seminari ed eventi (125mila dollari)
Insegnamento allestero (55-75mila dollari)

Da una recensione (firmata da un non meglio identificato J.P. Mulnier) del testo di Travellian:
Portable Trades and Occupations presenta soluzioni di successo con chiarezza e autorevolezza. Peter Travellian rivela ogni
minimo dettaglio circa lorganizzazione di ogni singola attivit. Racconta la sua esperienza, i problemi che ha dovuto affrontare e
come riuscito a duplicare le sue possibilit di business ovunque, trasformando il proprio disagio in una fonte inesauribile di
opportunit. Se siete interessati a sopravvivere e prosperare puntando unicamente sulla vostra intraprendenza, senza laiuto delle
Istituzioni e senza indesiderate interferenze da parte del Governo e della Legge, Portable Trades and Occupations sar la vostra
guida. Una ricca risorsa per prendere finalmente pieno controllo della vostra vita e del vostro benessere. Lasciatevi ispirare dal
nuovo libro di Peter Travellian. Lasciate che le informazioni di cui avete bisogno vi permettano di creare il tipo di vita che volete e
che meritate. Il prezzo? Solo 25 dollari pi le spese di spedizione. Il valore? Infinito.
NB: se non sei realmente motivato, se sei solo curioso e se per hobby ti diverti a fare il disfattista, per favore, non comprare il libro.
Abbiamo a disposizione solo poche centinaia di copie. Peter Travellian ci ha informati che sarebbe lieto di sapere che queste copie
sono state vendute unicamente a coloro che hanno realmente bisogno di pianificare il proprio futuro traendo profitti e vantaggi da
uninformazione sicura e accurata3.

Identificazione come agente di viaggi: 140 euro circa


Gli agenti di viaggio, soggetti itineranti per definizione, svolgono la loro attivit attraverso
spostamenti continui riuscendo a trarne numerosi vantaggi. Molte catene alberghiere, linee aeree e
agenzie turistiche offrono infatti abitualmente sconti e privilegi di natura economica, in virt della
possibilit di generare nuovi contatti e nuove possibilit di business proprio grazie ai loro
spostamenti. Ogni agente di viaggio deve naturalmente essere identificabile attraverso un documento
che ne attesti lidentit e la qualifica. Una card del tutto simile a quella predisposta per un vero
agente di viaggio si pu ottenere facilmente e a costi piuttosto contenuti. Basta inviare come
attachment insieme al modulo dordine unimmagine fotografica. Il tutto via e-mail. Una volta

ricevuto il pagamento, la card verr preparata e inviata allindirizzo indicato sulla richiesta, intestata
al nome specificato e corredata da un falso (ma credibile) codice numerico di riferimento. Il reale
utilizzo che possibile fare della card naturalmente a totale discrezione del richiedente. La
responsabilit della fonte finisce esattamente dove iniziano limmaginazione, lintraprendenza e la
credibilit del possessore. Per effettuare lordine sono necessari circa 140 euro (spese di spedizione
via corriere incluse). La validit della card, eventualmente rinnovabile, di cinque anni a partire
dalla data di emissione.
Identificazione come addetto stampa: 300 euro circa
Una carta di accredito come addetto stampa pu aprire molte porte e autorizza laccesso a
informazioni normalmente riservate. Inoltre pu essere utilizzata come documento di identit. La card
viene rilasciata da una falsa testata che provvede alla tutela della sua presunta validit,
nelleventualit di indagini, segnalazioni o verifiche (il numero di telefono di un ufficio informazioni
e/o segreteria viene indicato nel retro). Ogni carta autenticata dalla firma delleditore (per la testata
Americans Bullettin News Bureau, ad esempio, compare il nome delleditore capo, Robert
Kelly). La richiesta per ottenerla pu essere inoltrata in qualsiasi momento e le pratiche di
attivazione non richiedono pi di qualche giorno.
Telefonia alternativa, Freedom Phone: 630 euro circa
Rendere non identificabile il proprio abbonamento di telefonia cellulare unoperazione
relativamente semplice. Su molti siti (<www.ptclub.com>) possibile ad esempio affittare il
cellulare con un contratto anonimo e intestarlo a un operatore di Malta. Ma questa solo una delle
ipotesi possibili. Recentemente, stata diffusa on line lopportunit di possedere un cellulare
anonimo del tutto particolare: si chiama Freedom Phone ed possibile aggiudicarselo per una cifra
che oscilla intorno ai 700 euro. La tecnologia del Freedom Phone predisposta per annullare ogni
possibilit di intercettazione dei moderni sistemi di navigazione satellitare (Gps). Il sistema Gps,
inizialmente concepito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e utilizzato a scopi militari,
bench attualmente utilizzato da milioni di civili, in grado di spiare ogni chiamata attraverso
speciali segnali satellitari in codice, che possono stabilire in qualsiasi momento posizione e durata
della telefonata. Il chip che permette la ricezione del segnale presente (per legge,
obbligatoriamente) in ogni singolo cellulare venduto in Europa o negli Stati Uniti. Il segnale di
identificazione, attraverso la combinazione di precise coordinate, permette di individuare il
possessore dellapparecchio con un margine di errore di poche decine di metri. Questa particolare
funzione del chip perennemente attiva e permette lindividuazione anche a telefono spento.
La presenza di questo dispositivo stata motivata (e spesso addirittura reclamizzata) con
giustificazioni circa la sicurezza, la protezione, laffidabilit. Argomenti che fanno presa su chiunque.
Negli Stati Uniti, ad esempio, stata posta in evidenza lefficacia del sistema di identificazione in
caso di chiamate a numeri di emergenza (come il 911). Questa naturalmente unottima cosa. Ma
forse non rappresenta la vera ragione per cui la presenza del chip allinterno di quasi ogni singolo
telefono venduto nel mondo sia obbligatoria. In caso di inadempimento le case produttrici
rischierebbero infatti severe ripercussioni di tipo legale-finanziario. Lobbligo esiste perch esiste
uno scopo preciso. Lo stesso scopo che ha fatto inizialmente della tecnologia Gps un ottimo
strumento tattico per le operazioni militari: cio la possibilit di rintracciare, individuare, monitorare
e controllare ovunque, chiunque, in qualsiasi momento. Come gi noto a molti, ogni trasmissione di
tipo elettronico o telefonico in America e in Europa sottoposta a intercettazione e ascolto da

parte delle agenzie segrete governative (tra cui spicca la statunitense Nsa, National Security Agency).
Ogni trasmissione viene monitorata, alla ricerca di parole chiave che possano risultare rivelatrici. Se
una delle parole chiave presenti sulle decine di liste nere in possesso di unagenzia viene
pronunciata, ripetuta o suggerita durante una chiamata, immediatamente scatta lallerta. Una parola
come attacco, ad esempio. Oppure fuga.
La promessa che apparecchi come il Freedom Phone intendono mantenere assicurare completa
riservatezza alle chiamate di chiunque, attraverso un apparecchio totalmente invisibile allascolto. Il
Freedom Phone anonimo, prodotto da una delle maggiori case di telefonia mobile ed identico ai
modelli venduti dalla stessa casa in Europa e negli Stati Uniti. Con una sola piccola differenza:
allinterno non presente il chip-spia. Lapparecchio prodotto in Asia, attraverso procedure e
disposizioni di tipo legale e amministrativo del tutto differenti da quelle che impongono linserimento
del chip. La presidenza Clinton propose per prima lurgenza nellutilizzo del chip (inizialmente
chiamato clipper chip) e senza troppi ostacoli (inizialmente la proposta incontr lopposizione delle
industrie produttrici a causa di eccessivi di costi di produzione) la presidenza Bush port la nuova
tecnologia a un incredibile livello di standardizzazione, perfezionamento e diffusione. La paranoia
generata da timori (veri e presunti) di possibili attentati terroristici stata ovviamente un enorme
catalizzatore per questo tipo di libert da parte del Governo americano e delle industrie produttrici.
Linserimento del dispositivo di intercettazione rappresenta una voce di costo in pi nel sistema
produttivo, che si trasforma puntualmente in un costo aggiuntivo per lutenza finale. Lazienda
produttrice del Freedom Phone quindi ben lieta di poter offrire praticamente lo stesso prodotto,
spendendo meno e guadagnando di pi. Sebbene esista una legge che in alcuni Paesi obbliga
linserimento del chip durante la produzione dellapparecchio, non c nessuna legge che vieta di
acquistare lo stesso telefono altrove (in un Paese dove linserimento non affatto obbligatorio). Il
Freedom Phone non viene infatti venduto in Europa o negli Stati Uniti. Ma altrove. E cos come non
c nessuna legge che vieta di acquistare altrove, non c (per il momento) nessuna legge che vieta di
acquistare il telefono in un posto e utilizzarlo in un altro posto. Un procedimento perfettamente
legale. Un Freedom Phone non pu infine essere registrato. Non esiste numero di serie: il telefono
unico, senza riferimenti o codici di alcun tipo. Pu essere spedito ovunque venga richiesto, a
qualunque persona, associazione o azienda. Reale o immaginaria che sia.
Patente regolare: 900 euro circa
Una regolare patente alternativa, registrabile sotto altro nome, pu essere ottenuta facendo
rimbalzare la documentazione necessaria (ovviamente falsa) e la relativa richiesta dallufficio
motorizzazione di un Paese asiatico. Il risultato una patente di guida non registrata ma
sostanzialmente valida. Dopo aver pagato i 900 euro necessari per attivare la pratica, basta inviare
una foto formato passaporto di buona qualit e una firma leggibile. Il tutto in formato jpeg (300 dpi).
Patente internazionale: 400 euro circa
Dal momento che le patenti internazionali sono tutelate da leggi internazionali che prevedono
vidimazioni annuali, lofferta prevede la possibilit di estendere la validit a 4 anni (con 4
estensioni progressive del documento originario, a partire dalla data indicata dal richiedente).
Anche in questo caso, dopo aver pagato la quota necessaria per attivare la pratica, sufficiente
inviare una foto formato passaporto di buona qualit e una firma leggibile, sempre in formato jpeg. Il
documento viene consegnato entro un mese dalla compilazione dellordine.

Note
1. Dal manuale Invisible Investor, reperibile su <www.offshore. com-manual/InvisibleInvestor> e scritto da un non meglio identificato
Peter Travellian. Alcuni forum on line (<www.goldhaven.com/ discussion/messages>) citano come possibile autore tale W.G. Hill.
2. Ibidem.
3. Cfr. >www.privacyworld.com>.

Possibilit di morte civile

Lo Stato, di fatto
Quello che ogni fuggitivo motivato da serie intenzioni cerca qualcosa di molto simile negli effetti
alla cosiddetta morte civile. Cio allannullamento della figura giuridica e politica di un comune
cittadino, in qualit di parte integrante e attiva di un preciso gruppo di riferimento, regolato da leggi e
gestito dalle Istituzioni. Lo Stato non pu ammettere la sparizione di un individuo, a meno che non sia
conseguenza di eventi naturali o accidentali. Non giuridicamente ammissibile, specie se forzata da
eventi contrari alla Costituzione (come nel caso della vera morte civile) o, peggio, se consapevole
e volontaria. Ma si tratta al tempo stesso di uneventualit contemplabile da una serie di leggi, codici
e ordinamenti, perch un individuo che sparisce senza essere morto, senza essere sotto sequestro o
senza risultare latitante, rappresenta una piccola ma evidente falla allinterno del Sistema. Stato e
burocrazia non possono prescindere dalla necessit di ordinare e regolare la presenza di ogni singolo
cittadino in quanto parte del tessuto sociale. La falla, se non pu essere riparata, deve essere almeno
chiarita. La Costituzione italiana riferisce in maniera piuttosto chiara, in tal senso.
Il divieto di morte civile un articolo esplicitativo. Ribadisce, cio, larticolo 3 della
Costituzione, che dichiara totale e incondizionata uguaglianza dei cittadini dinanzi alla Legge.
Storicamente, lo si pu considerare anche come articolo reattivo, nato come reazione alle violazioni
commesse dal regime fascista. Larticolo si inserisce significativamente in un complesso di altri
articoli che prevedono una serie di divieti per motivazioni prettamente politiche (ad esempio:
discriminazione sulla base di opinioni politiche, estradizione dello straniero per reati politici,
restrizioni alla circolazione per ragioni politiche, ecc.). Formalmente, per la Legge italiana, il signor
Nessuno non dovrebbe esistere. Questo perch, in teoria, nessuno potrebbe essere privato della
propria capacit giuridica, della propria cittadinanza e del proprio nome. In sostanza, della propria
identit. Di fronte alla Legge, non si pu essere costretti a sparire, n tantomeno permettersi il lusso
di decidere di sparire autonomamente. Se la morte civile formalmente non esiste pi, leliminazione
delle sue cause in alcune situazioni non ha eliminato i suoi effetti (anche se le prospettive e le
conseguenze ne risultano capovolte). Da obbligo e costrizione, la sparizione giuridica e politica
dellindividuo, se scelta dallindividuo stesso, diventa una forma di rivalsa, di riscatto e di
liberazione.
La morte civile nacque come formula di punizione coercitiva, con lo scopo di limitare le
possibilit e la dignit sociale di un qualsiasi cittadino colpevole nei confronti del potere,
trasformando la sua esistenza in una non-esistenza. Non riconoscibile. Non condivisibile. Non
verificabile. Nulla. Uneredit diretta di fenomeni di costrizione (come la riduzione in schiavit o
lesilio) che sono stati per secoli una costante nella Storia dei popoli. Attualmente, la possibilit di

produrre la morte civile di qualcuno dovrebbe essere praticamente scomparsa, anche se i regimi
totalitari presenti ancora oggi in molte parti del mondo dimostrano invece (spesso attraverso forme di
schiavit istituzionalizzata ben pi tattiche e sottili) lesatto contrario. Bench in molti sembrino ben
disposti nel fare a meno della propria personalit giuridica, resta il fatto che secondo la Legge questa
condizione rappresenta unanomalia, se non addirittura un reato.
Lo stato di morte civile non contemplato dalla nostra Costituzione, la quale prevede per una
serie di ordinamenti destinati al controllo di quelle forme istituzionalizzate di sparizione. Come ad
esempio la morte presunta, assimilabile a una forma di sparizione politica e giuridica della persona.
La morte presunta una delle poche eventualit ammesse dallo Stato nei confronti di un individuo
che sparisce senza spiegazioni plausibili, ed un momento istituzionale ben preciso nellesistenza di
una persona. Regolabile secondo criteri che definiscono ogni aspetto concreto, giuridico e
burocratico dello scomparso (dalla tempistica necessaria a stabilire leffettivit della sua
condizione, alla disposizione dellasse ereditario, dai diritti in previsione di un eventuale ritorno in
vita, alle facolt future del coniuge, ecc.). Presumerla quanto di pi simile a una regola lo Stato
possa permettersi.

Costituzione italiana, Libro Primo: Delle persone e della famiglia. Titolo IV:
Dellassenza e della dichiarazione di morte presunta. Capo I: Dellassenza
Art. 48 Curatore dello scomparso
Quando una persona non pi comparsa nel luogo del suo ultimo domicilio o dellultima sua residenza e non se ne hanno pi notizie,
il tribunale dellultimo domicilio o dellultima residenza su istanza degli interessati o dei presunti successori legittimi, o del pubblico
ministero, pu nominare un curatore che rappresenti la persona in giudizio o nella formazione degli inventari e dei conti e nelle
liquidazioni o divisioni in cui sia interessata, e pu dare gli altri provvedimenti necessari alla conservazione del patrimonio dello
scomparso. Se vi un legale rappresentante, non si fa luogo alla nomina del curatore. Se vi un procuratore, il tribunale provvede
soltanto per gli atti che il medesimo non pu fare.

Tolto liniziale e deflagrante clamore della notizia, le (eventuali) ipotesi indagatorie di familiari,
Forze dellOrdine e uffici investigativi, e le speculazioni della stampa e dei media, sono le
conseguenze legali e istituzionali della sparizione a predisporre con precisione i primi indizi.
Limportanza di smaltire dietro di s ogni possibile consistenza una prerogativa indispensabile per
una buona fuga. I beni di una persona scomparsa sono materia che, da attiva, ritorna (salvo precise
indicazioni dello scomparso) ad essere improvvisamente inerte, pronta a ricevere ogni genere di
attenzione e di insidia. Un autentico spreco. Una persona che decide di sparire volontariamente, come
abbiamo visto, deve imparare a polverizzare ogni legame materiale con il mondo lasciato alle sue
spalle. Tutto ci che si possiede dovrebbe essere trasformato in buona e utile parte di ci che si
possieder altrove. Sparire con i propri beni per unindicazione fin troppo precisa delle proprie
volont. Unimprovvisa fuga fiscale spesso lindizio perfettamente complementare a una fuga
personale. Lideale sarebbe lasciare tutto, ma con la tranquillit di poter predisporre liberamente di
un sostanzioso e insospettabile altro, accumulato con cura da tempo, a debita distanza da assi
ereditari, quote societarie, condivisioni patrimoniali.
Art. 49 Dichiarazione di assenza
Trascorsi due anni dal giorno a cui risale lultima notizia, i presunti successori legittimi e chiunque ragionevolmente creda di avere sui
beni dello scomparso diritti dipendenti dalla morte di lui possono domandare al tribunale competente, secondo larticolo precedente,
che ne sia dichiarata lassenza (Cod. Proc. Civ. 722 e segg.).

Due anni dallultima notizia (quale notizia? Una notizia inequivocabilmente certa? Un ennesimo
avvistamento mancato? Il ritrovamento di una prova fasulla di presunto suicidio? Una telefonata
casualmente anonima? Una lettera di depistaggio abilmente camuffata?) la legittima attenzione dei
legittimi interessati destinata a calamitarsi inesorabilmente, e con diritto, verso lassenza.
Rivendicando presenza e reclamando attenzione sulle sue sostanze. Forse il fuggitivo potrebbe
armarsi di questa certezza, usandola a suo vantaggio. Se fosse lui a decidere quando lanciare lultima
notizia? Se non la smettesse pi di organizzare e lanciare ultime notizie sulla propria sparizione? Se
lassenza rimanesse evidente e mai completamente certa? Potrebbe forse essere una forma di
garanzia?
Art. 50 Immissione nel possesso temporaneo dei beni
Divenuta eseguibile la sentenza che dichiara lassenza, il tribunale, su istanza di chiunque vi abbia interesse o del pubblico ministero,
ordina lapertura degli atti di ultima volont dellassente, se vi sono. Coloro che sarebbero eredi testamentari o legittimi, se lassente
fosse morto nel giorno a cui risale lultima notizia di lui, o i loro rispettivi eredi possono domandare limmissione nel possesso
temporaneo dei beni. I legatari, i donatari e tutti quelli ai quali spetterebbero diritti dipendenti dalla morte dellassente possono
domandare di essere ammessi allesercizio temporaneo di questi diritti. Coloro che per effetto della morte dellassente sarebbero
liberati da obbligazioni possono essere temporaneamente esonerati dalladempimento di esse salvo che si tratti delle obbligazioni
alimentari previste dallart. 434. Per ottenere limmissione nel possesso, lesercizio temporaneo dei diritti o la liberazione temporanea
delle obbligazioni si deve dare cauzione nella somma determinata dal tribunale, se taluno non sia in grado di darla il tribunale pu
stabilire altre cautele, avuto riguardo alla qualit delle persone e alla loro parentela con lassente.
Art. 53 Godimento dei beni
Gli ascendenti, i discendenti e il coniuge immessi nel possesso temporaneo dei beni ritengono a loro profitto la totalit delle rendite.
Gli altri devono riservare allassente il terzo delle rendite.
Art. 54 Limiti alla disponibilit dei beni
Coloro che hanno ottenuto limmissione nel possesso temporaneo dei beni non possono alienarli, ipotecarli o sottoporli a pegno, se
non per necessit o utilit evidente riconosciuta dal tribunale. Il tribunale nellautorizzare questi atti dispone circa luso e limpiego
delle somme ricavate.
Art. 55 Immissione di altri nel possesso temporaneo
Se durante il possesso temporaneo taluno prova di avere avuto, al giorno a cui risale lultima notizia dellassente, un diritto prevalente
o eguale a quello del possessore, pu escludere questo dal possesso o farvisi associare; ma non ha diritto ai frutti (820, 1148) se non
dal giorno della domanda giudiziale.

Come si pu intravedere fra le righe dei precedenti articoli, esistono numerose e insidiose variabili
pronte a intervenire sui beni e sullasse ereditario di un potenziale scomparso. Per un fuggitivo
deciso a sparire veramente, la presenza e la consistenza di uneredit potrebbero risultare comunque
ben pi complesse di quello che sarebbero in ogni caso, anche in una normale situazione di morte e
lascito. Come tentare allora di risolvere lintera questione evitando intrusioni, immissioni, scissioni
capestro e ogni altra possibile complicazione? Lo stratagemma ci sarebbe, in teoria. Un azzardo
nellazzardo. Dal momento che un reale e motivato fuggitivo, nella migliore delle ipotesi, dovrebbe
aver predisposto una nuova identit, in un nuovo luogo, perch allora non agire preventivamente (e in
maniera legale, per giunta) sul proprio asse ereditario facendolo rimbalzare direttamente a favore di
questa nuova persona? Cio di se stessi? Nella sua ovviet, la tecnica potrebbe risultare meno
prevedibile e pi raffinata di quanto si possa credere, ammesso che il tutto venga orchestrato
davvero a regola darte. Quasi roba da fiction, se si vuole. Ma per chi ha deciso di tagliare corto con
la propria vecchia vita, una certa dimestichezza con la messinscena dovrebbe risultare quasi di
ordinaria amministrazione. Naturalmente, sarebbe poi a totale discrezione delle facolt di questa
nuova persona provvedere nella maniera migliore a far fruttare il proprio patrimonio, liberandosi
magari di qualche rimorso residuo con chi, fra gli eredi rimasti a bocca asciutta, avr dimostrato nel

frattempo di meritare veramente qualcosa.


Art. 56 Ritorno dellassente o prova della sua esistenza
Se durante il possesso temporaneo lassente ritorna o provata lesistenza di lui, cessano gli effetti della dichiarazione di assenza,
salva, se occorre, ladozione di provvedimenti per la conservazione del patrimonio a norma dellart. 48. I possessori temporanei dei
beni devono restituirli; ma fino al giorno della loro costituzione in mora (1219) continuano a godere i vantaggi attribuiti dagli artt. 52 e
53, e gli atti compiuti ai sensi dellart. 54 restano irrevocabili. Se lassenza stata volontaria e non giustificata, lassente perde il
diritto di farsi restituire le rendite riservategli dalla norma dellart. 53.

Il ritorno equivale o a una sconfitta clamorosa o a un altrettanto clamoroso ripensamento. In ogni


caso, uneventualit che ha del disastroso. Naturalmente sarebbe bene predisporre unassenza
definitiva in modo che possa effettivamente restare tale. Lirreversibilit una questione decisiva, se
si decide di sparire. Unassenza volontaria non giustificata seguita da un ritorno il modo peggiore
per tornare a fare i conti con quanto e quanti ci si lasciati alle spalle. Ci sono buone possibilit di
perdere parte dei diritti sui propri beni. La fiducia degli altri, comprensibilmente, potrebbe
cominciare a vacillare pesantemente. Lautostima, magari rimessa nuovamente in discussione sulla
via del ritorno, potrebbe accusare seriamente il colpo. Salvo imperscrutabili motivi, realmente
decisivi, quindi, meglio fermarsi. Meglio non tornare.

Capo II: Della dichiarazione di morte presunta


Art. 60 Altri casi di dichiarazione di morte presunta
[] pu essere dichiarata la morte presunta nei casi seguenti: quando alcuno scomparso in operazioni belliche alle quali ha preso
parte, sia nei corpi armati, sia al seguito di essi, o alle quali si comunque trovato presente, senza che si abbiano pi notizie di lui, e
sono trascorsi due anni dallentrata in vigore del trattato di pace o, in mancanza di questo, tre anni dalla fine dellanno in cui sono
cessate le ostilit; quando alcuno stato fatto prigioniero dal nemico, o da questo internato o comunque trasportato in Paese
straniero []; quando alcuno scomparso per un infortunio e non si hanno pi notizie di lui, dopo due anni dal giorno dellinfortunio
o, se il giorno non conosciuto, dopo due anni dalla fine del mese o, se neppure il mese conosciuto, dalla fine dellanno in cui
linfortunio avvenuto.
Art. 62 Condizioni e forme della dichiarazione di morte presunta
La dichiarazione di morte presunta [] pu essere domandata quando non si potuto procedere agli accertamenti richiesti dalla
legge per la compilazione dellatto di morte. Questa dichiarazione pronunziata con sentenza del tribunale su istanza del pubblico
ministero o di alcuna delle persone indicate nei capoversi dellart. 50. Il tribunale, qualora non ritenga di accogliere listanza di
dichiarazione di morte presunta, pu dichiarare lassenza dello scomparso (49 e segg.; Cod. Proc. Civ. 726).
Art. 66 Prova dellesistenza della persona di cui stata dichiarata la morte presunta
La persona di cui stata dichiarata la morte presunta, se ritorna o ne provata lesistenza, recupera i beni nello stato in cui si
trovano e ha diritto di conseguire il prezzo di quelli alienati, quando esso sia tuttora dovuto, o i beni nei quali sia stato investito [].
Art. 67 Dichiarazione di esistenza o accertamento della morte
La dichiarazione di esistenza della persona di cui stata dichiarata la morte presunta e laccertamento della morte possono essere
sempre fatti, su richiesta del pubblico ministero o di qualunque interessato, in contraddittorio di tutti coloro che furono parti nel
giudizio in cui fu dichiarata la morte presunta.

Ogni questione in sospeso alla ricerca di una sentenza definitiva. Specie se in ballo rimangono
consistenze ben pi avvincenti rispetto a semplici dubbi e supposizioni. La dichiarazione di esistenza
in questo senso una dichiarazione che lascia ancora tutto in sospeso. Una sentenza provvisoria, che
potrebbe finire per non accontentare nessuno. Sia quelli che restano, sia chi se n andato. E che
magari non arriver mai (per mancanza di organizzazione, volont o coraggio) a chiudere
definitivamente la propria pratica con lesistenza precedente. La dichiarazione di morte presunta

chiude qualche parentesi ma ne lascia aperte alcune tra le pi significative. Soprattutto dal punto di
vista legale. Laccertamento della morte, salvo messe in scena davvero spettacolari a opera di un
fuggitivo veramente scaltro e abile, inequivocabile. Ma se si tratta di fuga e di rendersi il futuro pi
tranquillo e il meno complicato possibile, meglio evitare di prendere anche solo in considerazione
lipotesi.

Capo III: Delle ragioni eventuali che competono alla persona di cui si ignora
lesistenza o di cui stata dichiarata la morte presunta
Art. 69 Diritti spettanti alla persona di cui si ignora lesistenza
Nessuno ammesso a reclamare un diritto in nome della persona di cui si ignora lesistenza, se non prova che la persona esisteva
quando il diritto nato.

Lo stato di inesistenza in qualche modo tutelato, dunque. Nessuno pu rivendicare nulla in nome di
chi non esiste. Logico. A meno che a reclamare questo diritto non sia qualcuno interessato a una
persona solo apparentemente inesistente. Cosa potrebbe succedere se una persona che stata in
grado di dotarsi di una nuova identit reclamasse un diritto su una persona presumibilmente morta (se
stesso) o inesistente, cio una delle identit transitorie, utilizzata per approdare a quella definitiva,
ma ancora vincolata a beni e propriet? Una complicazione superflua o una supposizione utile?
Art. 70 Successione alla quale sarebbe chiamata la persona di cui si ignora lesistenza
Quando sapre una successione alla quale sarebbe chiamata in tutto o in parte una persona di cui signora lesistenza, la successione
devoluta a coloro ai quali sarebbe spettata in mancanza della detta persona, salvo il diritto di rappresentazione (467 e segg.).
Coloro ai quali devoluta la successione devono innanzitutto procedere allinventario dei beni (Cod. Proc. Civ. 769 e segg.) e
devono dare cauzione (1179; Cod. Proc. Civ. 50, 725).
Art. 71 Estinzione dei diritti spettanti alla persona di cui si ignora lesistenza
Le disposizioni degli articoli precedenti non pregiudicano la petizione di eredit (533 e segg.) n gli altri diritti spettanti alla persona di
cui signora lesistenza o ai suoi eredi o aventi causa, salvi gli effetti della prescrizione (2934 e segg.) o dellusucapione (1158 e
segg.). La restituzione dei frutti non dovuta se non dal giorno della costituzione in mora (821, 1219).
Art. 73 Estinzione dei diritti spettanti alla persona di cui stata dichiarata la morte presunta
Se la persona di cui stata dichiarata la morte presunta ritorna o ne provata lesistenza al momento dellapertura della
successione, essa o i suoi eredi o aventi causa possono esercitare la petizione di eredit (533 e segg.) e far valere ogni altro diritto,
ma non possono recuperare i beni se non nello stato in cui si trovano, e non possono ripetere che il prezzo di quelli alienati, quando
ancora dovuto, o i beni nei quali esso stato investito, salvi gli effetti della prescrizione o dellusucapione (1158 e segg.; 2934 e
segg.).

Lasciare in eredit vs ereditare. Una persona presumibilmente morta o sparita, in teoria, non sarebbe
nelle condizioni di ereditare pi nulla da nessuno, in alcun modo. Non ha teoricamente pi alcun
controllo su quelle che dovrebbero essere, in una condizione di normalit, le sue facolt di
successione. Un vero peccato, specie nel caso il presunto morto fosse invece assolutamente vivo e
seriamente intenzionato a rimpinguare le proprie finanze (irrimediabilmente compromesse, incerte o
coraggiosamente in crescita), magari in un piccolo villaggio della Dominica. Una persona
presumibilmente sparita pu essere estinta del tutto da ogni diritto di successione a opera dei suoi
diretti interessati. Che saranno pronti a fare piazza pulita di ogni ostacolo, specie se ritenuto ormai
scomparso o inesistente, per rivendicare i propri diritti. Riuscire a provvedere prima, in qualche
modo, sarebbe lideale. In fondo si tratta di mosse spinte da urgenze umane prevedibili, prima ancora
che da complicazioni burocratiche. Ma forse la cosa migliore non provvedere affatto. Mai come in

circostanze di questo tipo, quando non c nulla che si possa risolvere realisticamente a proprio
favore, cominciando dai propri beni, la cosa migliore (la meno produttiva ma anche la pi
liberatoria) dimenticare tutto.

Fughe nellimmaginario

Il cinema, come del resto la letteratura e le arti in genere, ha sempre prestato unattenzione
particolare alla grande portata immaginifica di temi e situazioni legati allo sparire, al nascondersi, al
fuggire. O al fascino di personaggi come leroe solitario e dallidentit sconosciuta o il fuggiasco che
si prende le sue rivincite da solo contro il mondo. Tutti pretesti pi che convincenti per dare vita a
storie, caratteri, intrecci, luoghi, epiloghi avvincenti e trame dalle possibilit infinite. Il cinema
interviene su queste grandi possibilit di svolgimento e interpretazione di una storia in maniera del
tutto trasversale rispetto ai generi (dalla fantascienza al road movie, dal film storico al thriller).
Questo tipo di materia prima enormemente duttile, in fondo. Il desiderio di sparizione, infatti, non
di certo ascrivibile a un solo stato danimo, una sola situazione, o ambiente, o periodo. un tema che
non ha schemi, definizioni o limiti precisi, perch appartiene allemotivit, e quindi allindividuo.
Per questo universale. Probabilmente, spunti narrativi come viaggio, sparizione e cambiamento
sono prescelti come soggetti di particolare interesse perch basati fondamentalmente sullavventura,
intesa nel senso pi semplice e immediato del termine. E il cinema, specie quello rivolto al grande
pubblico, si nutre e propone soprattutto questo. Avventure. Cambiamenti. Evoluzioni. Storie che
trasformano il personaggio, lo mutano. Permettendogli di cambiare se stesso, il suo mondo, o di
distruggere entrambi, se il caso. Storie in cui identificare i propri desideri, le proprie tensioni.
Trasferendole dal ristretto e troppo poco nitido visore del quotidiano allenorme schermo luminoso.
Dove, anche se per pura finzione, tutto diventa finalmente possibile.
In una rapida carrellata fra storie, epoche, personaggi ed estreme possibilit di happy ending,
ecco alcuni esempi di come la macchina del cinema abbia dimostrato e continui a dimostrare il suo
interesse (che di riflesso anche quello del pubblico, evidentemente) verso un soggetto tanto
imprevedibile, sfuggente, aperto e proprio per questo cos ricco di possibilit come la sparizione.
La fine come inizio della fine
A History of Violence (2005)
Regia: David Cronenberg
Interpreti: Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt
Una storia di violenza. O una storia della violenza (istintiva e brutale, sessuale, scolastica,
mentale)? La doppia lettura del titolo si riferisce sia a tutti gli episodi violenti che quasi
metodicamente sono rappresentati nel film, sia a un preciso legame con una storia di vita passata,
dimenticata, sepolta. E violenta, naturalmente. Che torna nel presente, nuovamente alla luce, per
essere ricordata e rimessa in discussione. Sempre molto violentemente.
Tom un uomo tranquillo, gestisce una tavola calda, vive una vita normale con la sua famiglia. Un

giorno, nel suo locale, entrano due balordi pronti a tutto. Senza esitazioni, per evitare il peggio, Tom
interviene e li uccide. Dimostrando una prontezza e una precisione stupefacenti, inspiegabili, da vero
professionista. Tom diventa, suo malgrado, luomo del giorno. La sua improvvisa notoriet, per,
finisce inevitabilmente col risvegliare il suo vero passato. Passato che ritorna puntualmente a
presentare il conto per chiudere alcune delicate faccende lasciate in sospeso. Tom era riuscito a
rifarsi un nome e una vita, lasciandosi alle spalle ogni strascico della sua carriera di giovane e
infallibile killer. Era riuscito a cambiare radicalmente la sua esistenza. La sua nuova personalit, il
suo nuovo mondo avevano messo da parte in maniera insospettabile, quasi perfetta, un passato
scomodo e pericoloso. E ora la sua famiglia e la sua conquistata tranquillit, allimprovviso, sono
minacciate pesantemente. A Tom non restano alternative. Come nei vecchi western, si ritrova ad
affrontare faccia a faccia il suo passato. E a farlo lucidamente, senza scrupoli. Lunica, ultima
possibilit per riconquistare la complicit della sua famiglia e la sua non pi insospettabile
normalit.
Privacy in fuga dallo Stato avversario
Nemico pubblico (1998)
Regia: Tony Scott
Interpreti: Will Smith, Gene Hackman, Jon Voight
Robert C. Dean un giovane avvocato americano di ottime speranze, che si ritrova suo malgrado
tra le mani le schiaccianti prove dellomicidio di un onesto procuratore, assassinato per ragioni
politiche da elementi corrotti della Nsa. Causa scatenante: lapprovazione di unaberrante e scomoda
legge sulla privacy, pronta a minare senza alcun limite il diritto alla riservatezza di ogni cittadino. La
casa di Dean, i suoi affetti e la sua vita vengono messi rapidamente sottosopra. Ma, soprattutto, sotto
un costante controllo, invasivo, pressante, totale. Microspie, telecamere, satelliti e ogni immaginabile
(e inimmaginabile) congegno tecnologico scatenano in poco tempo e senza mezzi termini tutta la
paranoica e famelica ossessione da parte del potere e delle Istituzioni. Assediato, minacciato e
braccato, Dean costretto a fuggire in uno stato di angoscia perenne, nascondendosi il pi possibile e
con ogni mezzo dalle decine di occhi indagatori della Nsa, nel disperato tentativo di salvare la pelle
e di sparire dalla propria vita di privato cittadino.
Lunica via duscita da una situazione che rischia di approdare molto in fretta a conclusioni
drastiche e definitive quella di cercare la complicit di un esperto, capace di contrastare in maniera
efficace forze troppo organizzate, tenaci e sofisticate. Cos Dean incontra Brill, una ex-spia che
conosce bene i vecchi segreti e le nuove armi del Grande Fratello e che sa come combatterli, a
cominciare dal primo microchip per arrivare fino ai pi alti, insidiosi, iperinformatizzati e spietati
vertici del Dipartimento di Stato.
Morte e nuova vita allombra di se stessi
Kagemusha. Lombra del guerriero (1980)
Regia: Akira Kurosawa
Interpreti: Tatsuya Nakadai, Tsutomo Yamazaki
Durante le lotte per la conquista del potere a Kyoto, nel Giappone del secolo XVI, il principe
Shingen Takeda, guerriero ambizioso e valoroso, muore in battaglia. Prima di spirare, prevedendo la
possibile riscossa dei rivali, trattenuti fino ad allora dal suo coraggio impavido e dalla sua fama,

chiede al fratello Nobukado e al figlio Katsuyori, daccordo con tutti i generali del suo clan, di
restare nei propri territori e di nascondere in qualche modo la sua morte. Il fratello Nobukado trova
un ladro che sta per essere crocifisso e, data la sua stupefacente somiglianza con Shingen, lo salva
dalla morte. Attraverso unabile messinscena che coinvolge tutto il clan, il ladro viene fatto passare
per il principe morto. La figura eroica e valorosa di Shingen torna cos a vivere e diventa un
kagemusha (che significa letteralmente guerriero-ombra). Lex-ladro, fedele alle proprie abitudini,
accetta la messinscena per interesse e tenta molto presto di approfittare della situazione. Poi per,
qualcosa dentro di lui cambia. Impersonare quella figura cos potente e valorosa lo porta ad accettare
il significato profondo delle responsabilit del principe morto. Riesce cos a guadagnare e meritare
la stima di Nobukado e il rispetto di tutta la sua corte. Un giorno per il grande segreto viene
smascherato e la corte si trova costretta a interrompere linganno e ad allontanare il kagemusha. Nel
frattempo la situazione precipita irrimediabilmente. Katsuyori, il nipote dellautentico principe, senza
dare ascolto agli ordini impartiti dal padre, si lancia in un disastroso combattimento che manda tutto
il clan in rovina. Il kagemusha, che ha intanto seguito il corso degli eventi con profonda
disperazione, quasi fosse per davvero il redivivo principe, si getta contro larmata vincitrice e
muore. In un estremo tentativo di onorare la memoria di Shingen e la sua dignit di uomo.
Salvarsi, manomettere, riscattare, sparire
I tre giorni del condor (1975)
Regia: Sidney Pollack
Interpreti: Robert Redford, Faye Dunaway, Max von Sydow
La filosofia di base del film, a distanza di trentanni, rimane pi che mai attuale: ci sono interessi
altissimi intoccabili. Chi si intromette in certe questioni, che si tratti di petrolio, di plutonio, o altro,
prima o poi non la passa liscia. Se si riesce a farla franca, meglio nascondersi come si deve e
continuare ad agire nella pi totale invisibilit. La trama sostanziosa, ma al tempo stesso anche
perfettamente lineare e credibile: tutti i componenti di un reparto della Cia vengono misteriosamente
eliminati. Se ne salva solo uno, e per puro caso. Il suo nome in codice Condor (Joe Turner,
impersonato da Redford). Di fronte allimprovviso massacro della propria squadra, Condor rimane
scioccato e indifeso. Si ritrova improvvisamente in fuga, come un animale ferito. Decide cos di
intraprendere una personale e rischiosissima indagine, nel pi assoluto anonimato. Impreparato di
fronte alla situazione, decide di organizzarsi per affrontarla comunque. un uomo buono, un onesto, a
tratti sprovveduto, ma si butter nella mischia per cercare di scoprire cosa sta accadendo, anche a
rischio della vita. In pi, nonostante tutto, gli eventi rappresentano in qualche modo la possibilit,
fino ad allora sempre negata dalle circostanze, di dimostrare sul serio le proprie qualit. Anche se si
tratta di una formica invisibile che lotta contro un carrarmato. Ad ogni modo, isolato, braccato,
armato soltanto di ottime conoscenze tecnologiche e di un coraggio dettato pi dalla disperazione che
dal raziocinio, Condor organizza la sua personale controffensiva. Sempre condotta sul filo del rasoio.
Le sue tattiche, le sue incursioni notturne sono sempre istintive, improvvise, ma si rivelano ogni volta
giuste. Fino alla soluzione definitiva, che potrebbe finalmente smascherare i mandanti del massacro
della sua squadra. Insieme a molto altro ancora. Nella scena finale del film, in una mattina di
gennaio, Joe Turner si allontana con le mani in tasca. Ha paura e ha freddo. Non sa con certezza se il
suo piano riuscito completamente. Non sa cosa sar di lui da quel momento in avanti. Non sa
nemmeno dove potr nascondersi in futuro. La sua mente ancora piena di dubbi, ma lo sguardo
fiero. A modo suo, un fuggitivo che ce lha fatta.

In volo dal passato, vedo il futuro (e funziona)


Batman (1989)
Regia: Tim Burton
Interpreti: Michael Keaton, Jack Nicholson, Kim Basinger
Batman Begins (2005)
Regia: Christopher Nolan
Interpreti: Christian Bale, Katie Holmes, Gary Oldman
Ogni supereroe che si rispetti segue a grandi linee uno schema dazione e di personificazione che
si potrebbe definire classico. Di solito, ben definito. Si comincia innanzitutto da una predisposizione
particolare (fisica, genetica, mentale, spirituale o un originale insieme del tutto). C poi una
situazione intimamente drammatica o di forte tensione conflittuale (un abbandono, un omicidio, un
trauma, un rifiuto, un evento catastrofico). Segue una causa scatenante (spesso un incidente di tipo
scientifico: Hulk, lUomo Ragno, i Fantastici Quattro) che mette in moto queste capacit e queste
sensibilit, portando a scoprire particolari poteri. Con la scoperta dei poteri e del proprio
potenziale, emerge la necessit di una nuova identit. Una personalit inafferrabile, unica, segreta.
Pronta ad affrontare i mali del mondo in difesa dei pi deboli e della giustizia. Solitamente, con un
forte sentimento di tipo vendicativo. In mancanza di poteri sovrumani, leroe pu comunque essere
super. Se il caso, con la sola forza dellingegno e della rifinita tecnologia a sua disposizione.
Rimanendo fondamentalmente un uomo, ma sempre e comunque nascosto e indecifrabile nella sua
misteriosa e provvidenziale figura dallidentit inaccessibile. Batman in questo senso un
personaggio assolutamente tipico: ufficialmente un facoltoso uomo daffari (Bruce Wayne, un
irreprensibile specchietto per le allodole), non ha poteri sovrumani, ma sa come rendersi
indistruttibile grazie a una serie di marchingegni messi a punto grazie alla sua intelligenza, alla sua
prestanza fisica e a una cospicua disponibilit economica. Il potere di Batman si organizza, esce allo
scoperto e si scatena quando a Gotham City la minaccia del male si fa particolarmente prepotente.
Perch la stessa prepotenza, in passato, ha segnato profondamente la vita del piccolo Bruce Wayne.
La voglia di riscatto e di vendetta da allora maturata, organizzandosi in una fuga perfettamente
coordinata dal mondo e dalla civilt pubblica.
Nel film di Burton, il primo della serie, viene presentato lultimo e definitivo risultato
dellevoluzione di Batman. Sicuro, maturo e pronto a sfidare energicamente la folle personalit del
Joker (la stessa che, come a dare senso allintero malessere delleroe, anni prima, aveva minato
profondamente la sua esistenza uccidendo i suoi genitori). Ma conquistando al tempo stesso sia i
favori della sua citt, inizialmente sospettosa, sia (in un piccolo impeto di sensualit che
prerogativa solo dei supereroi pi umanamente reali) della bella Vicky Vale (personaggio
significativo perch rappresenta uno dei punti di unione fra luomo pubblico e leroe privato).
Ma prima di essere il Batman primigenio, quello definitivo, (anche cinematograficamente
parlando) la storia delleroe pipistrello ha trovato il modo di animarsi di nuovi e significativi
dettagli: conflitti irrisolti, fughe, sparizioni, morti presunte e ritorni inaspettati. Tattiche da autentico
fuggitivo consapevole, che si mettono in atto a cominciare da una sparizione in piena regola. Ce ne
parla lultimo film della serie, il prequel Batman Begins. Qui Batman non ancora Batman. Ma un
ragazzo solo, orfano, benestante e molto tormentato dal suo dramma umano e dalle sue paure. Fra le
quali, significativamente, compaiono il buio e i pipistrelli. Che cosa fa il giovane Bruce Wayne?
Abbandona completamente la sua vita agiata ma sofferta. Sparisce improvvisamente dal suo mondo,
che non vuole capire e che non lo capisce. Si imbarca clandestinamente verso Oriente, dove

intraprende un complicato e avventuroso percorso di formazione, spesso oltre ogni limite


umanamente sopportabile. Scopre la profonda natura delle proprie paure e decide di affrontarle,
prima, ed elaborarle poi. Nel frattempo il mondo lo crede definitivamente morto e la sua immensa
fortuna economica rischia di finire in mani sbagliate. Il giovane Bruce Wayne naturalmente ritorna,
non senza disagi e nuove sofferenze, ma ugualmente in grande stile. Inizia a costruire, letteralmente, il
proprio futuro (finanziariamente) e il proprio personaggio (filosoficamente). Per poi finire col
mettere a punto larma migliore per soddisfare pienamente il suo enorme desiderio di vendetta. Nel
farlo, interviene in maniera diretta e violenta proprio su quelle che sono sempre state le sue paure pi
profonde. Il buio e i pipistrelli. Impara ad accettarli, ad affrontarli. Li esorcizza, li interiorizza. Fino
a trasformarli nella propria forza. Fino a diventare egli stesso un personaggio delle tenebre. Un
pipistrello. Buono e spietato. Altruista e vendicativo. Un uomo che ha rifiutato la sua vita passata ed
fuggito, per poi tornare, riscattarsi e restare, ma solo attraverso la possibilit di una seconda fuga e
di unefficace identit alternativa. Il solo espediente possibile per poter ancora credere nel futuro.
La vacanza prevista, la fuga imprevedibile
Thelma & Louise (1991)
Regia: Ridley Scott
Interpreti: Susan Sarandon, Geena Davis, Harvey Keitel
Ripercorrendo il viaggio e la fuga (effettivamente non prevista) di Thelma e Louise, tenendo a
mente i suggerimenti di Fredric Rice, ogni tappa si rivela significativa. Anche se in senso negativo: il
fatto di essere in due, di non essere organizzate, di essere emotivamente fragili, la presenza di
unarma e il suo utilizzo, il reato, il raggiro a opera di uno sconosciuto, unauto facilmente
identificabile, una richiesta di denaro per conto terzi, i furti, lintercettazione delle telecamere,
latteggiamento di sfida verso le Forze di Polizia, ecc. Tutti errori evitabili nella realt, ma
ovviamente necessari e pienamente funzionali alla trama e allintensit emotiva del film. Quella di
Thelma e Louise non la storia di una fuga autenticamente consapevole, in effetti. Ma resta comunque
unesemplare sequenza di situazioni perfettamente ascrivibili agli errori di un potenziale, reale,
fuggitivo.
Louise fa la cameriera in un fast food. Thelma una casalinga repressa. Le due donne organizzano
un week-end tutto per loro. Partono in auto. Nel bagaglio di Thelma c anche una pistola. Lungo la
strada si fermano in un locale, dove Thelma subisce un tentativo di violenza. Lamica interviene,
trova la pistola e uccide lo stupratore. Le due donne, sconvolte, si danno alla fuga, seriamente
intenzionate a raggiungere il Messico. Hanno bisogno di soldi e Louise si fa mandare i suoi risparmi
dal compagno, ignaro di tutto. Intanto, sulla strada incontrano J.D., un autostoppista, che approfitta
meglio che pu della situazione: seduce Thelma e ruba i soldi di Louise. Le due donne ripartono pi
confuse e disperate di prima. Sono braccate, senza soldi e non sanno cosa fare. Per recuperare un po
di denaro, Thelma rapina un drugstore (ma viene ripresa da una telecamera a circuito chiuso). Mentre
la Polizia sulle loro tracce, diventano sempre pi decise e disilluse e commettono altri crimini:
fanno esplodere lautobotte di un camionista che le importuna lungo la strada, chiudono un agente di
Polizia nel bagagliaio della sua auto di pattugliamento e, dopo essere state contattate dallispettore
che si occupa del loro caso, rifiutano di costituirsi. Quando ormai hanno decine di volanti alle
costole decidono di non volere pi tornare indietro. In ogni senso possibile. Il loro piano
improvvisato di fuga prosegue nellunica maniera possibile per evitare condanne, carcere e, nella
migliore delle ipotesi, il ritorno a una vita piatta e insopportabile. Con unaccelerata decisa, Thelma

e Louise puntano dritte verso il vuoto del Grand Canyon.


Fuga voluta, ma gi vissuta
Atto di forza (1990)
Regia: Paul Verhoeven
Interpreti: Arnold Schwarzenegger, Sharon Stone
Il film, liberamente tratto da un racconto di Philip K. Dick (Ricordi in vendita), vede il suo
protagonista nel ruolo di Doug Quaid, un terrestre del secolo XXI, che scopre lillusione della sua
intera esistenza (o meglio, dellinsieme dei ricordi che compongono la sua esistenza) prodotta da un
chip di memoria che gli stato impiantato nel cervello. Il suo compito quello di fuggire dalla sua
realt, fittizia, per raggiungere la sua vera vita e la sua vera identit. Lontane, nascoste, ma davvero
reali. Il film ricorda neanche troppo lontanamente il concetto chiave di film come Matrix, incentrati
sulla realt come minacciosa illusione e sulla necessit di acquistare consapevolezza di questa nonrealt, per raggiungere la realt autentica. E la vera libert. Quaid cammina sulla superficie di Marte
in compagnia di una donna, quando perde lequilibrio e cade rompendo il casco della sua tuta
protettiva. La decompressione inizia a ucciderlo. Prima che ci avvenga, Quaid si sveglia nel
proprio letto, di fianco a sua moglie Lori. Ha avuto un altro incubo marziano. Marte, effettivamente,
sembra essere la sua fissazione. Lui vorrebbe trasferirsi l, attratto inspiegabilmente anche dalle forti
tensioni politiche esistenti.
Un giorno Quaid si imbatte nella pubblicit di una ditta che vende vacanze virtuali: a un costo
conveniente ti impiantano nel cervello il ricordo, lesperienza e le sensazioni di una vita da scegliere
su misura. Unesperienza in cui si pu avere la realistica illusione di essere qualcun altro. Doug
Quaid sceglie subito di farsi impiantare lesperienza di un viaggio su Marte. Decide che in questa
nuova esperienza sar un agente segreto e che incontrer una donna con le caratteristiche di quella
che compare cos spesso nei suoi sogni marziani. Durante la procedura di attivazione qualcosa va
storto. Quaid accusa sintomi di embolia schizoide. Inizia a comportarsi esattamente come se la sua
avventura su Marte fosse gi in pieno svolgimento. come se Quaid ci fosse gi stato, su Marte.
Lattivazione del finto viaggio si scontrata, nella sua mente, con la sua vera identit. Qualcuno ha
cercato di cancellare i suoi ricordi e la sua identit. Mentre la vacanza virtuale li ha fatti riaffiorare.
Quaid scopre in fretta che tutta la sua vita terrestre una farsa. Sua moglie, il suo lavoro, tutto. Lui
davvero un sostenitore dei rivoltosi su Marte. Il suo vero nome Hauser. Con questa nuova
consapevolezza, Quaid-Hauser fugge verso Marte e riconquista in breve tempo la sua identit di capo
dei rivoltosi, i suoi alleati e la sua (vera) donna. Quella dei suoi sogni marziani. Una fuga che un
ritorno, un ritorno che una fuga, pi una serie di eventualit al limite non solo della realt, ma anche
della fantascienza, rendono questa storia molto complessa e al tempo stesso significativa. Perch
insiste sulla necessit di conquistare ad ogni costo (e contro ogni evidenza) quello per cui si sente di
essere destinati. Perch pone laccento sul rifiuto sistematico della realt, se questa non appartiene
alla propria sensibilit. Perch sottolinea a pi livelli (sociale, ambientale, politico, personale)
limportanza e la necessit di cambiamento.

Fuggire fra le righe

Tra tentativi di tipo altruistico-salvifico e altri di natura egoistico-sovversiva, decine di


personaggi letterari esprimono da sempre il desiderio di fuga, la capacit di attuare una qualche
forma di eclatante sparizione e il compimento di una volontaria condizione di invisibilit dal mondo.
Nello sconfinato territorio dellinvenzione, della fiction e dellinverosimile, dove tutto
possibile, questi personaggi rappresentano ed esaltano un desiderio forte, persistente e del tutto
reale. Qualcosa che fa intimamente parte del sentire e dellessere di ogni individuo, nella realt. Un
sentimento tanto pi avvincente, quanto pi simile alle tensioni, alla volont, alle emozioni e alle
paure che sono inevitabilmente protagoniste della vita. Sia che si tratti di un vissuto profondamente
intimo, di un preciso momento storico o di un particolare contesto generazionale. Questi eroi, spesso
scomodi e atipici (proprio perch carichi di iniziative compromettenti) che agiscono nellombra,
senza paura, e che solitamente non accettano compromessi particolari, finiscono per appassionare e
conquistare senza riserve, perch capaci di far scattare un coinvolgimento quasi simbiotico.
Unidentificazione necessaria, risolutiva, esorcizzante. Di fronte allimpossibilit concreta di
affrontare a viso aperto i propri fantasmi interiori, o quelli che popolano ovunque la societ e le
Istituzioni, decine di personaggi sono pronti a farlo a modo loro, al posto nostro. Trasformando prima
la realt in fantasia. E poi restituendocela nuovamente come realt immaginabile, perci possibile.
Con tutte le sue suggestioni e in tutto il suo potere. Positivo o distruttivo che sia.

Chance
da Being There
di JERZY N. KOSINSKI
Sparizione altruistico-salvifica atipica

Chi : Chance lottuso ma fedele servitore di un vecchio e facoltoso signore, che lo ha trovato e adottato quando era
bambino. Nella sua vita ha sempre avuto solo due interessi: la televisione e la cura del giardino.
Come sparisce: in realt Chance non sparisce. Ricompare nel mondo in una condizione che non gli appartiene e che non lo
identifica. Ma in maniera anonima, imprevedibile e indecifrabile. Quando il suo vecchio tutore muore, Chance si ritrova solo.
Non essendo mai uscito di casa, ritrovandosi in strada si sente totalmente spaesato. Viene urtato da unauto. La proprietaria
(Elizabeth Rand) lo soccorre e lo porta a casa sua. Il marito della donna un influente personaggio della finanza, gravemente
malato, molto vicino al Presidente degli Stati Uniti. Rand lo presenta al Presidente, e questi finisce per usare in diretta Tv una
banale frase di Chance sul giardinaggio, convinto che si tratti di una sottile metafora. Da quella frase in poi, Chance diventa suo
malgrado un personaggio.
Cosa vuole ottenere: in realt, consapevolmente, nulla di particolare.
Cosa ottiene: Chance diventa Chance Gardiner (la possibilit + il giardiniere), personaggio di culto che si esprime
attraverso frasi insolite che incuriosiscono e spiazzano tutti. I Servizi Segreti americani e sovietici impazziscono per cercare
informazioni sul suo passato, tentando di decifrare le sue dichiarazioni. Sono tutti convinti che le sue frasi, apparentemente
idiote, significhino qualcosa di preciso: in realt Chance parla davvero solo di giardinaggio e imita semplicemente ci che ha
visto fare e dire in Tv. Suo malgrado, per, sar lanciato sempre pi in alto nella societ (finira per essere addirittura proposto
per la candidatura a Presidente), avvolto da una personalit distante anni luce dal suo reale modo di essere: che rimane
semplice, solitario e del tutto inoffensivo.

Ben Rackey
da Transmaniacon
di JOHN SHIRLEY
Sparizione egoistico-sovversiva

Chi : Rackey un viaggiatore delle situazioni, che si muove allinterno di reti di informazione assumendo molteplici
personalit: vero signori, io sono il Provocatore Professionista, noto a Chicago col nome di Lo Sperone Nascosto, a Fallon
col nome di Frusta Invisibile, in molte citt con molti altri nomi (NB: nel 1979, anno di pubblicazione del romanzo, la
connessione via Internet e le sue infinite possibilit di elaborazione/occultamento dellidentit erano ancora ben lontane
dallessere una risorsa alla portata di tutti).
Come sparisce: cambiando continuamente nome e caratteristiche, fingendo di essere di volta in volta chiunque abbia voglia di
essere.
Cosa vuole ottenere: sovvertire lordine costituito, estendere i propri orizzonti.
Cosa ottiene: parecchie esperienze, status di varia umanit, lego infinito di una superstar.

Fantmas
da Fantmas
di P IERRE SOUVESTRE e MARCEL
ALLAIN
Sparizione egoistico-sovversiva

Chi : Fantmas, a grandi linee, un vivace incubo che percorre la modernit a cavallo fra la Belle poque e il secondo
dopoguerra, fino ai giorni nostri. Un specie di umano ultracorpo dai mille volti che, di episodio in episodio, di avventura in
avventura, attraversa situazioni ed eventi sopravvivendo a tutto, mantenendo costantemente intatta la sua iniziale carica
eversiva e portando a termine crimini di varia natura.
Come sparisce: mimetizzandosi in chiunque con maschere e trucchi di ogni tipo, fingendo di essere chi non , mantenendo
inossidabilmente occultata la propria autentica identit. Non appartenendo a nessun luogo e a nessuna persona, ma a tutti e a
tutto contemporaneamente.
Cosa vuole ottenere: essere un ostacolo scomodo, misterioso e inafferrabile per la societ, le Istituzioni e la Legge.
Cosa ottiene: Panico e mistero, innanzitutto. Fantmas diventa lo scomodo emblema di una societ che guardandosi allo
specchio scopre il suo lato terroristico e distruttivo, rimanendo stordita, fulminata. Ma Fantmas, il personaggio, ottiene anche
un certo rispetto. Ricevuto (ma con tuttaltre implicazioni) il testimone dal personaggio letterario della Primula Rossa, Fantmas
da considerare come il capostipite moderno di una serie di personaggi clone (Diabolik, Satanik, Kriminal, Killing, per citarne
solo alcuni) altrettanto misteriosi, affascinanti e inafferrabili.

Sir Percy
da La primula rossa
di ORCZY EM M USKA
Sparizione altruistico-salvifica reazionaria

Chi : Sir Percy Blakeney un nobiluomo inglese che decide di diventare un eroe dai mille volti e di farsi chiamare Primula
Rossa (anche la moglie, Lady Marguerite Blakeney alloscuro di tutto).
Come sparisce: attraverso mille astuzie e camuffamenti, nascondendo la propria identit.
Cosa vuole ottenere: in seguito alla Rivoluzione Francese, vuole adoperarsi in prima persona per salvare i nobili in attesa
della ghigliottina.
Cosa ottiene: porta a termine con successo queste evasioni attraversando pi volte la Manica, penetrando con grande abilit
nel cuore di Parigi e beffandosi di Chauvelin, astuto nemico personale, nonch agente di Robespierre in persona.
Meriti particolari: sotto molti aspetti la Primula Rossa lautentico precursore di tanti grandi eroi mascherati della letteratura
popolare, del fumetto e del cinema. Il termine primula rossa in pratica sinonimo stesso di sparizione. Infatti il nome entrato
nelluso comune quando si vuole indicare qualcuno che riesce a non farsi trovare mai (come il partigiano Angelo Ansaldi,
durante la Resistenza italiana, o come il boss mafioso Bernardo Provenzano).

Dottor Griffin
da Luomo invisibile
di HERBERT GEORGE WELLS
Sparizione egoistico-sovversiva

Chi : il dottor Griffin uno scienziato che, dopo aver scoperto il metodo per ottenere linvisibilit, lo prova con successo su di
s.
Come sparisce: attraverso un esperimento.
Cosa vuole ottenere: inizialmente, vuole raggiungere un traguardo scientifico rivoluzionario; in seguito, costretto dalla sua
condizione, mirer al potere e al controllo sulle persone e sulle cose.
Cosa ottiene: in realt, una volta invisibile, Griffin si rende conto di essere diventato un reietto, un outcast. Completamente
tagliato fuori dalla societ e senza la possibilit di sfruttare in alcun modo la sua scoperta, decide allora di darsi al crimine in
uninsana autoesaltazione fatta di cinismo, cattiveria e misantropia nei confronti degli esseri umani.
Meriti particolari: aver dato forma (in senso lato) al desiderio di sparizione per antonomasia, che appartiene da sempre alle
fantasie di praticamente ogni individuo sulla faccia della Terra.

Fra Cristoforo
da I Promessi Sposi
di ALESSANDRO MANZONI
Sparizione altruistico-salvifica

Chi : un uomo importante, dal passato burrascoso, che ha cambiato vita per nascondersi.
Come sparisce: entra in convento, indossa labito talare e cambia nome.
Cosa vuole ottenere: sconfiggere i fantasmi della sua giovent, quelli dellerrore e quelli del peccato. Per aiutare i pi
bisognosi e contrastare le ingiustizie.
Cosa ottiene: grande saggezza, spirito autenticamente compassionevole e la capacit di saper riconoscere e mettere a frutto i
segnali della Provvidenza divina. Grazie al suo intervento i due promessi sposi riescono a sposarsi sul serio.

Dr Jekyll / Mr Hyde
da Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr Hyde
di ROBERT LOUIS STEVENSON
Sparizione egoistico-sovversiva conflittuale

Chi : da un lato, lo scienziato, che scopre con un certo timore di poter alimentare, controllare e scatenare la sua natura pi
selvaggia e profonda; dallaltro, una creatura guidata dallistinto, senza remore e senza morale, pronta a tutto. Anche a
sopraffare laltra met di s che lo ha liberato.
Come sparisce: bevendo una pozione. La sparizione, sia dal Dr Jekyll, sia da Mr Hyde, viene considerata temporanea e
reversibile.
Cosa vuole ottenere: Dr Jekyll/Mr Hyde, con motivazioni diverse e modalit diametralmente opposte, vorrebbero
approfondire dettagliatamente la conoscenza dellanimo umano.
Cosa ottiene: allinterno di una situazione di conflitto ormai senza alcun controllo, fra delitti, segreti e misteri che coinvolgono
sempre pi personaggi e vittime, le due personalit entrano in lotta aperta. Dr Jekyll e Mr Hyde finiranno per minacciarsi
progressivamente e inesorabilmente a vicenda. Perch sempre laltro che di troppo. sempre laltro che dovrebbe
sparire.
Meriti particolari: Dr Jekyll e Mr Hyde sono () il simbolo per eccellenza del conflitto interiore che guida e disorienta
costantemente lanimo umano. Un tema sempre attualissimo e fondamentale, che ha ispirato nei decenni passati ogni sorta di
personaggio e intuizione (dai fumetti dellincredibile Hulk al personaggio, letterario prima e cinematografico poi, di Tyler
Durden in Fight Club).

Tyler Durden / Io
da Fight Club
di CHUCK P ALAHNIUCK
Sparizione egoistico-sovversiva conflittuale

Chi : Tyler Durden un profeta della sovversione, anarchico misterioso e oracolare. il fondatore del Fight Club, dove
giovani sconosciuti si picchiano selvaggiamente per sentirsi vivi e riappropriarsi della propria esistenza. Io invece il
narratore che incontra Tyler, lo imita, lo segue e si identifica con lui, fino a ricongiungersi completamente con la sua figura. Che
impara a conoscere a fondo poco per volta, ma che in realt gli appartiene da sempre.
Come sparisce: Tyler Durden non sparisce, perch in realt non esiste. Tyler Durden semmai, appare. E rimane, bench vivo
e attivo, sempre perfettamente invisibile. Proprio perch appartiene al nulla. Io invece sparisce spesso. Quando lo fa diventa
Tyler Durden.
Cosa vuole ottenere: Tyler Durden vuole minare, scardinare, far esplodere lordine apparente e lipocrisia della societ.
Vuole scuotere le coscienze, a cominciare da quella di Io. Vuole smascherare la realt e se stesso, per poi distruggere tutto
senza tante storie.
Cosa ottiene: disordine, consapevolezza, anarchia, cinismo, distruzione, violenza, botte a non finire e sapone.
Meriti particolari: Tyler Durden uno dei personaggi generazionali e di protesta pi originali e significativi chiamati a
chiudere la carrellata di protagonisti anomali nella letteratura americana degli ultimi anni del Novecento. Il suo carattere
riassume molto bene i malesseri, i fantasmi, e il cinismo distruttivo che hanno minato definitivamente il mito dellinvincibilit
americana.

Ben Richards
da Luomo in fuga
di RICHARD BACHM AN (pseudonimo di Stephen King)
Sparizione egoistico-salvifica

Chi : un uomo disperato (disoccupato, con una figlia malata e una moglie prostituta) che decide di partecipare a un reality
estremo, chiamato per lappunto Luomo in fuga. Si tratta di uno fra i programmi di punta nel palinsesto televisivo di un futuro
neanche troppo remoto, in cui il cinismo della societ e dei media arrivato a spingersi oltre ogni logica immaginabile.
Come sparisce: dopo una severa selezione che mette a durissima prova le sue capacit fisiche e la sua resistenza psicologica,
Ben Richards viene selezionato e prescelto come ideale preda del gioco. Diventa cos luomo in fuga. Nel suo tentativo di
sparizione estrema, potr provare a raggirare i suoi predatori e a rendersi inafferrabile con qualunque mezzo, arrivando anche a
uccidere se necessario. Ma al tempo stesso potr essere anche braccato e ucciso.
Cosa vuole ottenere: superare ogni ostacolo, vincere il gioco, migliorare la sua vita.
Cosa ottiene: come in ogni fuga disperata che si rispetti, una serie infinita di problemi. Una volta capito che il gioco
inevitabilmente senza ritorno, Ben Richards prova a salvarsi nellunico modo possibile: raggirando la volont spietata del gioco e
del suo Sistema. E lasciando che il suo ruolo di preda senza scampo passi senza troppi complimenti a qualcun altro.

Zorro
da La maledizione di Capistrano
di JOHNSTON MCCULLEY
Sparizione sovversivo-altruistica

Chi : lalter ego eroico di don Diego de LaVega, un aristocratico irreprensibile e insospettabile nella California di fine
Ottocento. Un uomo impavido, altruista, astuto (zorro in spagnolo significa volpe) e beffardo che, al momento giusto e
quando le circostanze lo impongono, si trasforma in un oscuro paladino mascherato. Un eroe fiero e affascinante che interviene
a difesa dei pi deboli, dei pi poveri e di ogni ingiustizia perpetrata dal potere.
Come sparisce: mascherandosi, vestendosi di nero e fuggendo con spiazzante velocit dopo aver colpito. Prevalentemente di
notte, preferibilmente a cavallo. Ideale via di mezzo fra Robin Hood e Batman, sceglie come complici dinvisibilit e di fuga la
furbizia, la velocit e il buio.
Cosa vuole ottenere: libert e giustizia per tutti. Ogni sua azione rivolta contro i soprusi a danno dei pi deboli, dei meno
abbienti, dei giusti senza voce. La sua invisibilit una trasformazione che parte dalla negazione della propria classe sociale per
intervenire in difesa della classe sociale opposta. Don Diego, da uomo integrato e apparentemente complice del Sistema,
diventa Zorro per essere minaccia del Sistema stesso (corrotto) e della Legge, sempre troppo cieca e accondiscendente nei
confronti del potere.
Cosa ottiene: libert personale, popolarit, rispetto, giustizia. Pur nella sua invisibilit, lidentit delleroe Zorro diventa un
simbolo reale, presente e visibile. Un monito che rimane ovunque. La sua Z beffarda una firma che si burla dei potenti, che
sigla il successo di unazione. Una firma che rimane e che brucia, specie se lasciata come ferita, nel sangue.
Meriti particolari: quello di aver creato un archetipo pressoch inossidabile di eroe. Anche e soprattutto in senso
iconografico. La divisa di Zorro resiste da generazioni in ogni variante possibile e immaginabile come irresistibile modello di
emulazione. Le decine di piccoli Zorro che ancora oggi imperversano ovunque nel periodo di Carnevale, in genere ben pi
numerosi di qualsiasi altra maschera eroica, lo dimostrano in maniera significativa.

Tarzan
da Tarzan delle scimmie
di EDGAR RICE BURROUGHS
Sparizione egoistico-salvifica

Chi : un ragazzo selvaggio, un orfano ignaro, un sopravvissuto inconsapevole che cresce integrandosi e adattandosi
perfettamente in un ambiente ostile e potenzialmente pericoloso per qualunque essere umano: la giungla africana. Tarzan viene
allevato dalle scimmie e pensa di essere come loro. Di fatto, lo . Per comportamento, linguaggio e abitudini. Limprovvisa
consapevolezza di essere un uomo lo porta a scontrarsi con le sue origini e con le sue identit: quella presunta (stabilita dalla
societ, che lo identifica come un selvaggio da recuperare in quello che dovrebbe essere il suo vero mondo di appartenenza)
e quella autentica (stabilita unicamente dalle leggi della giungla, in naturale armonia con le abitudini e le necessit di un uomo
che parte integrante dellambiente in cui vive).
Come sparisce: Tarzan non sparisce volontariamente, ma per sparizione altrui. I suoi genitori (i coniugi Greystoke, inglesi di
nobili origini), sopravvissuti a un naufragio sulle coste dellAngola, dopo essersi avventurati nella giungla africana per qualche
tempo e averlo dato alla luce, muoiono attaccati da un branco di animali feroci. Lintervento provvidenziale di quelli che
diventeranno i suoi nuovi genitori, nonch educatori, compagni di gioco e di crescita, lo sottrarr definitivamente alla visibilit e
alle influenze della civilt. La sua presenza e, soprattutto, la sua nobile e impegnativa identit di erede dei Greystoke, verr
scoperta da alcuni esploratori solo dopo alcuni anni. Solo a questo punto Tarzan sar costretto a rinunciare alla sua
inconsapevole invisibilit in quanto individuo.
Cosa vuole ottenere: libert, totale condivisione con la Natura e la possibilit di preservare e difendere la sua istintiva e
insostituibile purezza selvaggia (insieme a quella della giungla e di tutti i suoi abitanti).
Cosa ottiene: problemi didentit, una serie di conflitti irrisolti con gli umani (suoi simili solo in apparenza), ma soprattutto la
ferma e lucida consapevolezza che il cosiddetto mondo civilizzato non gli appartiene e mai potr appartenergli.

Ges di Nazareth
da I vangeli
di MATTEO, MARCO, LUCA,
GIOVANNI
Sparizione altruistico-salvifica

Chi : il figlio di Dio, il figlio dellUomo.


Come sparisce 1: attraverso la morte e la resurrezione, che rappresentano al tempo stesso la sua rinascita e il suo ritorno, in
una dimensione non pi terrena ma totalizzante: sovrannaturale, spirituale, divina.
Come sparisce 2: nei quattro Vangeli canonici non vengono trattati specificatamente fatti, circostanze ed eventi riguardanti
un periodo piuttosto considerevole nella vita di Ges. In modo particolare, il lasso di tempo che va dalla sua tarda adolescenza
fino allet adulta. Per la cristianit, questo periodo una sorta di parentesi invisibile, che per Ges deve necessariamente
aver vissuto. I Vangeli apocrifi (scritti attraverso le testimonianze di altri apostoli, come Tommaso o Filippo), che la Chiesa
ostacola da sempre senza approvarne la validit spirituale, trattano anche di quel periodo. Raccontando esperienze, situazioni,
testimonianze, viaggi e conoscenze che propongono una figura di uomo alla costante ricerca di luoghi nuovi, di mete inesplorate
e di esperienze umane e spirituali spesso troppo alternative.
Cosa vuole ottenere: attraverso la sua sparizione dal mondo terreno (forzata dagli eventi ma sostanzialmente volontaria),
Ges si sacrifica altruisticamente per dimostrare al suo popolo e allUmanit amore e verit universali, unite nella possibilit
della vita eterna.
Cosa ottiene: un enorme seguito e un posto donore nella Storia dellUmanit.
Meriti particolari: aver incarnato lumano e aver rappresentato il divino con la forza di una coraggiosa e autentica
rivoluzione.

Alice
da Alice nel paese delle meraviglie
di LEWIS CARROLL
Sparizione egoistico-salvifica

Chi : una bambina curiosa, intelligente ma annoiata, che si ritrova a vivere cos profondamente le proprie fantasie da
trasformarle in una realt alternativa, finalmente avventurosa e divertente.
Come sparisce: inseguendo il Bianconiglio, personaggio che diventer la sua guida, dentro la sua tana. Da questo passaggio,
che rappresenta uninizialmente scomoda, ma via via sempre pi liberatoria e sorprendente via di fuga, Alice scompare dal suo
mondo per approdare a una dimensione dellesistenza completamente nuova. Fatta di esperienze fuori dallo spazio e dal tempo.
O meglio, in uno spazio e in un tempo pronti a svelare senza riserve un mondo alla rovescia, opposto a quello reale, popolato da
personaggi totalmente bizzarri, inaspettati e imprevedibili ma, per qualche motivo, sempre saggiamente rivelatori.
Cosa vuole ottenere: novit, conoscenza, nuove esperienze.
Cosa ottiene: un sogno meraviglioso e un risveglio sereno.
Meriti particolari: quello di rappresentare con grande semplicit e leggerezza le ansie, le incertezze e i desideri di
cambiamento che appartengono ad ogni individuo. Alice al tempo stesso sognatrice e avventuriera, ingenua e consapevole.
Pronta comunque alleventualit di cambiare la propria realt, qualunque essa sia. Affrontando senza tante storie le assurdit e
le incoerenze della vita.

J.T. LeRoy
da Sarah e Ingannevole il cuore pi di ogni cosa
di LAURA ALBERT / SAVANNAH
KNOOP / J.T. LEROY
Sparizione egoistico-salvifica scaltra

Chi : uno scrittore fantasma e al tempo stesso un personaggio fantasma. Per circa dieci anni, J.T. LeRoy, estremo,
affascinante ma inesistente, ha unito nella stessa persona tre identit, due delle quali rimaste nellombra ma assolutamente
reali. Laura Albert esiste. Savannah Knoop (sua cognata) esiste. J.T. LeRoy invece non esiste e non mai esistito, ma stato
ritenuto totalmente autentico. Tanto che le vicende della sua tormentata esistenza, tradotte da una potente scrittura, agli occhi
del mondo sono realmente emerse come le crude, strazianti, incredibili (ma al tempo stesso credibili) esperienze di vita di un exprostituto bambino.
Come sparisce: il J.T. LeRoy non ancora rivelato spariva nella sua finta realt di autentico successo attraverso labile
mistificazione dei suoi creatori e dei media, che lo hanno rappresentato per molto tempo come una creatura affascinante,
ambigua e sfuggente (poche foto, sempre sapientemente costruite intorno alle ipotetiche sembianze di ragazzo efebico al limite
del femmineo, apparizioni pubbliche sensazionali, interviste acute e profonde, collaborazioni prestigiose, amicizie altisonanti). Il
J.T. LeRoy messo a nudo invece sparito per la seconda volta, definitivamente, una volta emerse agli onori delle cronache le
sue due identit di riferimento. Autrice una, attrice laltra.
Cosa vuole ottenere: il finto J.T. LeRoy voleva semplicemente una vita migliore e molto affetto. Quello vero cercava altro:
successo, denaro, popolarit.
Cosa ottiene: nella sua realistica invisibilit ha ottenuto successo internazionale, grande credibilit, ottime occasioni e la
complicit di decine di star del mondo del cinema (come Winona Ryder, Gus Van Sant) e del rock (come Bono, Shirley
Manson, Courtney Love).
Meriti particolari: aver imbastito una delle truffe letterarie pi astute e riuscite di sempre.

Edmond Dants
da Il Conte di Montecristo
di ALEXANDRE DUM AS
Sparizione egoistico-sovversiva

Chi : un ufficiale di Marina mercantile, un prigioniero, un Conte misteriosamente ricco e sovversivo che crea scompiglio fra
lalta societ parigina della prima met dellOttocento.
Come sparisce: raggirato, accusato di bonapartismo e imprigionato il giorno delle proprie nozze, Dants viene rinchiuso nella
fortezza dellisola di If, al largo della costa marsigliese, dove rimarr per quattordici anni e dove si svolge la prima parte della
sua sparizione. Durante la sua detenzione, Dants incontra lAbate Fara, un vecchio e saggio prigioniero che gli offrir due
importanti possibilit. Quella di fuggire dalla fortezza e quella di entrare in possesso di un tesoro, che si trova sullisola
disabitata di Montecristo. Una volta raggiunta lisola e trovato il tesoro la sparizione di Dants si evolve, acquisendo la nuova
identit di Conte di Montecristo.
Cosa vuole ottenere: placare la sua sete di vendetta, punire chi gli ha rovinato lesistenza e sostenere chi rimasto vittima,
come lui, di invidie, sofferenze, raggiri e ogni sorta di meschineria.
Cosa ottiene: vendetta, un nuovo amore e una nuova vita. Lontano, lasciandosi alle spalle ogni brutto ricordo.

Al centro della sparizione

Invisibilit in primo piano: come sparire platealmente


Sparire, pi o meno completamente, pi o meno definitivamente, pu essere il risultato di una
scelta volontaria, uneventualit imprevista e obbligata, unesigenza liberatoria improrogabile o
levoluzione spontanea di una particolare circostanza. Si pu sparire diventando invisibili alle
proprie responsabilit, modificando il proprio corpo, rinunciando sistematicamente al proprio status,
allontanandosi il pi possibile dalla propria presenza e dalla propria identit sociale, raggirando
ogni possibilit di riconoscimento da parte dalle Istituzioni e della famiglia, dei colleghi e di ogni
membro del proprio gruppo di appartenenza. Diventando in buona sostanza, progressivamente, non
pi percepibili dal mondo. Questo, sia che la scelta sia quella di allontanarsi, rimanendo nascosti da
qualche parte (possibilmente con un nuovo nome, protetti da una copertura ben congegnata e
unidentit nuova di zecca), sia che si decida di sparire in maniera esclusivamente emotiva,
rimanendo totalmente visibili, ma scollegati dalle abitudini e dai codici di comportamento che
rendono un individuo integrato e attivo nel proprio gruppo sociale di appartenenza. Le sfumature
possibili fra variabili del genere sono praticamente infinite. Fermo restando che alcune situazioni
presuppongono una scelta coerente, altre sono totalmente accidentali e altre ancora si evolvono in
maniera imprevedibile, tutte necessitano di una forte motivazione, o di un altrettanto forte fattore
scatenante. Ci sono desideri di fuga e sparizione che scaturiscono dal peso e dalle pressioni di una
popolarit diventata ingestibile. Sparire in questi casi significa rifiutare in vario modo il successo.
Allontanarsene. Oppure, organizzarne le conseguenze con modalit del tutto personali. Essere un
personaggio pu portare al desiderio di distacco dal mondo. Cos come pu farlo, daltro canto, la
drastica perdita di questo tipo di ruolo. In fondo, anche una fuga qualsiasi pu trasformare il suo
protagonista in un personaggio pubblico. Il clamore, la fama e la popolarit possono seguire
andamenti paralleli e opposti, in certi casi. Molto dipende dalle circostanze e dalla natura degli
eventi. Scappare dagli eccessi di una popolarit esasperante (che sia troppa o troppo poca) un
fenomeno tutto sommato piuttosto comune. Gli esempi sono molti, tutti ampiamente documentati.
Dalla mistificazione dei decessi veri, alla possibile messa in scena di quelli presunti come estrema
tattica di depistaggio. Dalle reclusioni volontarie a quelle forzate. Dalla misantropia portata agli
estremi a nuove forme di eremitaggio. Meno comune invece leventualit di riuscire a mediare fra
un anonimato pressoch assoluto e una presenza pubblica costante, riconosciuta e ambita. Ancor
meno consueto il fatto di poter invece attuare il proprio rifiuto sistematico verso la societ e le
Istituzioni partendo da una situazione forzata, non volontaria, o da una popolarit di tipo indiretto,
non vissuta in primissima persona ma unicamente come il riflesso di una popolarit familiare
contingente. I casi riportati di seguito ripercorrono alcune di queste modalit. Ogni caso rappresenta

fondamentalmente unesperienza a s, anche se alcune situazioni hanno caratteristiche comuni. Tra


speculazione, verit, dubbi, testimonianze attendibili e pure supposizioni, ognuna di queste storie
una forma di sparizione. Classificabile, a seconda dei casi, come dissociazione, scollamento,
occultamento, riprogrammazione e organizzazione di s e della propria responsabilit di figura
pubblica.
Elvis Presley e Jim Morrison: chi ha lasciato ledificio?
Vorrei un sogno in cui vivere, perch la realt mi sta
uccidendo.
JIM MORRISON

Indipendentemente dallentit delle motivazioni capaci di indurre alla fuga o provocare una
dipartita dal mondo in piena regola, per un personaggio pubblico sparire pu finire con il rivelarsi
unottima strategia di vendita e una garanzia di successo inesauribile. Per Elvis Presley (sarebbe
forse pi appropriato dire: per i suoi eredi) lo schema ha funzionato in maniera eclatante. Dal 16
agosto 1977, giorno della sua morte, la sua immagine entrata di diritto nellOlimpo della mitologia
pop, diventando a tutti gli effetti unicona. Da allora le vendite dei suoi dischi non hanno accennato a
diminuire e si sono assestate nellarco di circa un trentennio su medie annuali da capogiro.
Naturalmente, le voci insistenti sulla presunta messa in scena di una morte improvvisa come tentativo
di allontanarsi per sempre dallo show business, accompagnate da continui avvistamenti che lo
vorrebbero assolutamente vivo e felicemente bolso e invecchiato in molte localit dAmerica e del
mondo, non fanno che alimentare la sua popolarit e quello che pu essere definito senza
esagerazioni come il suo culto. Da quando Elvis scomparso non mai stato cos presente.
In questo senso, forse pi ancora di quella di Elvis, vale lesperienza di Jim Morrison. Nei
primi due anni dopo la sua scomparsa, il leader dei Doors fu, proprio come Elvis, al centro di
numerosi avvistamenti. Alcuni assolutamente ridicoli. Altri, invece, decisamente pi attendibili.
Sembra ad esempio che nel 1973 Morrison sia stato visto in pi di unoccasione impegnato in
transazioni bancarie nei dintorni di San Francisco. Oltre alle consuete dichiarazioni di amici, che
affermavano di essere molto tentati nel credere alle voci di una presunta messinscena, una serie di
altre circostanze resero la scomparsa di Morrison pi vitale che mai. Nel 1981 un gruppo di
ammiratori estremamente sospettosi cerc di entrare in possesso di schede dentistiche, mediche e
radiografiche in modo da ottenere il permesso di riesumare il cadavere e confrontarne le
caratteristiche con quelle dei documenti. Liniziativa venne per immediatamente bloccata dalla
famiglia di Morrison e dai suoi legali.
Lo stesso Morrison, del resto, quando era ancora in vita, aveva offerto ripetutamente spunti per
speculazioni di questo genere. Al Fillmore Theatre di San Francisco, nel 1967, decise di diffondere
la falsa notizia della sua morte come trovata pubblicitaria che potesse attirare sul gruppo lattenzione
della stampa. Cre un suo pseudonimo anagrammando il proprio nome in Mr Mojo Risin, che
divenne la sua firma e la sua identit di riserva, da utilizzare unicamente nei contatti con i suoi
amici pi fidati. Morrison, in pi di unoccasione, chiese pubblicamente opinioni sulleventualit di
una sua improvvisa morte o sparizione. Quali conseguenze avrebbe avuto, sugli affari del gruppo e
sulle vendite dei dischi. E quali sarebbero state le reazioni della stampa e della gente. Alcune
testimonianze riportano il ricordo di lunghe conversazioni nelle quali Morrison dissertava sul modo
in cui i discepoli avessero potuto trafugare il corpo di Ges dal suo sepolcro (definendo
scherzosamente lepisodio come il furto di Pasqua).

Durante i primi anni successivi alla sua morte, apparvero numerosi articoli in cui veniva offerta
una versione ben diversa dei tragici e misteriosi eventi che avvolgevano la figura dellartista. Una
versione che non aveva nulla a che fare con locculto e la reincarnazione. In questi articoli laccento
era posto soprattutto sullinteresse che le attivit e le esperienze underground di Morrison avevano
suscitato nei servizi spionistici. Molti ritennero questi ultimi direttamente coinvolti nella sparizione
del cantante. Daltra parte, sembra addirittura che un certo James Douglas Morrison abbia affermato
di operare come agente dei Servizi Segreti per conto di un certo numero di gruppi nazionali e
internazionali compresi la Cia, la Nsa, lInterpol e il Servizio Segreto svedese. In pratica, un Jim
Morrison alternativo sembra aver reclamato di essere la defunta rock star, di aver abbandonato la
vecchia identit rocknroll per diventare una sorta di James Bond, indossando finalmente vestito e
cravatta (proprio come Jim Morrison sembra aver predetto in una delle sue fantasiose chiacchierate
con il resto dei Doors). Da qui, la surreale teoria dei multipli di Jim Morrison, secondo la quale Jim
era (ed ) in realt diverse persone, tutti agenti dei Servizi Segreti. Gli scopi ultimi e i perch di
questa pittoresca macchinazione, naturalmente, si limitano a ribollire nel calderone delle leggende
metropolitane di massa. Ma la loro presenza resta significativa.
Oltre alleventualit di essere ritenuto ancora in vita, ci sono molte altre condizioni che possono
concorrere ad alimentare ulteriormente la popolarit di un fuggitivo. Nel caso di Elvis, come per
Jim Morrison, la morte stato un momento di svolta cruciale ma non definitivo nella definizione del
carisma del personaggio e del suo successo. Per loro, come per molti altri, dalla morte in poi,
sommando per logica o per pura speculazione ogni genere di ipotesi, verifica, circostanza, o notizia,
il culto ha trovato ottimi argomenti per rigenerarsi incessantemente. La morte presunta un
elemento importante, quindi. Ma lo sono anche la morte violenta (Buddy Holly), lassassinio (John
Lennon) oltre a una serie di altre variabili: come la dimostrazione di aver tenuto fede alla massima
muori giovane e lascia un bel cadavere (James Dean) e laver vissuto nel mistero, magari flirtando
per lungo tempo con lidea di anonimato e di consapevole invisibilit dal mondo.
Mina e Lucio Battisti: limportante sparire
Essere immortale non mi interessa.
MINA

Prima ancora della sua morte, avvenuta il 9 settembre 1998, stata la virtuale scomparsa di Lucio
Battisti, insieme alla sua completa assenza dal panorama dei media, ad aver accresciuto, consolidato
e conservato praticamente intatta la sua popolarit. Per oltre ventanni Battisti non ha posato per
servizi fotografici e non ha concesso nessuna intervista, limitandosi a produrre pochi dischi, sempre
pi difficili. Lutilizzo di composizioni distanti dai gusti del suo pubblico e una sperimentazione
musicale del tutto personale avevano reso la sua ultima produzione decisamente poco incline al
compromesso con le richieste del mercato discografico. Anche in questo senso, il distacco di Lucio
Battisti stato radicale e senza condizioni: niente strumentazione tradizionale, solo elettronica,
computer, tastiere. Ma soprattutto una rinuncia sistematica alla poesia facile e infallibile di Mogol
(la fine del lungo sodalizio, ultimo residuo del vecchio Battisti, lalbum Una giornata uggiosa),
per lasciare spazio ai testi della moglie, prima, e in seguito alle prose coraggiose e surreali di
Pasquale Panella (nelle quali la parola conta pi per la sua sonorit che per il suo significato,
prescindendo senza tanti complimenti da ogni preciso riferimento con la realt). Le canzoni degli
ultimi anni sembravano volersi accanire contro quelle che la gente aveva amato, ricordato e copiato
per anni.

Si trattava di brani che in pochi ascoltavano, che poche radio trasmettevano, pezzi addirittura
difficili da cantare e suonare con una chitarra. Praticamente, un trauma generazionale. Battisti non era
un recluso, la sua vita poteva considerarsi del tutto normale. Nessun mistero particolare e nessun
clamore ruotavano intorno alle sue abitudini, che (tolto lartista) erano quelle di un uomo qualunque,
e il suo rapporto con la popolarit era sempre stato estremamente conflittuale. Nonostante
unapparente apertura al mondo (cos come dimostra il tentativo del 1976, fallito, di conquistare
addirittura il marcato americano e il successo internazionale), il taglio avviene comunque. In
maniera netta.
Il 1978 lanno dellultima intervista. Quindi, la sparizione vera e propria. Il vecchio Lucio
Battisti lascia carta bianca a se stesso, un nuovo artista, che non ha e non vuole un volto. E nemmeno
un corpo. Che vive in un mondo distante e complesso, noncurante della curiosit e delle aspettative
del mondo reale (pubblico, critica, mercato). Luomo e lartista diventano una cosa sola in tutto e per
tutto, soprattutto nella sistematica salvaguardia della propria privacy. Da tutto questo, il gi
conclamato fenomeno Battisti risulta prevedibilmente ingigantito. Lartista catalizza comunque
lattenzione e, paradossalmente, continua a fare notizia anche per il fatto che non esistono reali
notizie sulle quali speculare (scatenando addirittura il fenomeno degli abbattistamenti: cio degli
avvistamenti dedicati esclusivamente al cantante). Lucio Battisti ha gestito la sua persona
apparentemente senza gestirla affatto. Occultandola semplicemente nel privato e nellanonimato.
Lasciando unicamente alle sue produzioni musicali il compito di rappresentarla. Solo a una
strettissima cerchia di familiari, amici e conoscenze che negli anni avevano avuto modo di
incontrarlo, vederlo e frequentarlo, era permesso scindere la persona dal personaggio, rimasto
comunque presente nelle classifiche, nei gusti del pubblico e nella morbosa curiosit dei media (che
non perdevano occasione per stanarlo nella sua trascuratezza attraverso fotografie scialbe e banali,
ma sempre in qualche misura preziose). Battisti, sparito due volte, per gran parte del suo pubblico
rimasto fermo negli anni Settanta, dove brilla incontrastato come stella imprescindibile della canzone
italiana. Per altri, da allora non pi esistito veramente.
Mina sparita esattamente il 23 agosto del 1978, sotto il tendone di Bussoladomani sul lungomare
del Lido di Camaiore. Ma da allora praticamente ovunque. Come cantante e come voce, prima di
tutto. Ma anche come opinionista dalla penna sciolta e come testimonial pubblicitaria pressoch
invisibile, ma abile e astuta, forte di un potere di richiamo indiscutibile. Dopo quel suo ultimo
spettacolo a Viareggio, allet di 38 anni, Mina Mazzini scelse la propria personale idea di libert e
disse addio alle scene, sottraendosi ad ogni genere di futura apparizione pubblica e siglando quasi un
patto di fratellanza ideale proprio con Lucio Battisti, del quale fu collaboratrice, amica e interprete.
Con una perseveranza che (fatta eccezione per recenti minime apparizioni prettamente promozionali
su Internet, dove si esibita live e on line per dare lustro ai fasti di una compagnia telefonica) non
mai stata colta da dubbi e ripensamenti.
La cosiddetta tigre di Cremona ha smesso di essere un mito visibile della canzone popolare
italiana per sparire nellesatto opposto di una diva ruggente: lidentit scostante di unaustera e
invisibile signora con residenza fissa nellordinata, irreprensibile e decisamente poco spettacolare
Svizzera italiana. Una scelta fatta di comodit e di tattica. La comodit di lasciarsi andare nel
proprio anonimato, ingrassando senza freni e, soprattutto, non dovendo rendere conto di s a un
pubblico appassionato ma invadente e a uninformazione spesso morbosa e implacabile nel giudicare
le sue scelte di vita (nel 1963 la Rai democristiana la defin pubblica peccatrice e la cacci dagli
schermi, dopo che lei aveva annunciato di aspettare un figlio da Corrado Pani, gi sposato). Pi volte
ripudiata dalla societ, ma sempre molto amata dal pubblico, Mina ha ripudiato a sua volta tutto,

continuando a gratificare i suoi ammiratori e alimentando il successo e la carriera, tenendosi per a


distanza di sicurezza da ogni fanatica e aggressiva curiosit del pubblico e dallaccanimento
moralistico dei media.
Laddio di Mina stato a suo modo un gesto emblematico. Pare che dopo lo spettacolo alla
Bussola si sia eclissata senza concedere bis. Sembra anche che allepoca uno dei suoi pensieri
ricorrenti fosse la paura di essere aggredita sul palco, sotto i riflettori, incapace di reagire (anche per
via della sua forte miopia). La sua decisione probabilmente era stata meditata e sofferta a lungo,
trovando conferma attraverso un gesto totalmente autonomo di non sudditanza. Da allora, in realt, il
suo essere mito incontrastato della canzone italiana e voce femminile per definizione diventato un
fenomeno stabile, conclamato e praticamente inattaccabile. Grazie anche a una precisione quasi
cronometrica nella pubblicazione di album e al privilegio di poter scegliere, in modo tuttaltro che
casuale, interpretazioni e collaborazioni, oltre al fatto di riuscire a esporre il proprio pensiero e il
proprio giudizio in maniera trasversale (attraverso le testimonianze dei figli, dei collaboratori e la
voce indiretta dei suoi scritti). Liconografia della diva, requisito fondamentale e autentico
patrimonio di ogni stella di prima grandezza che si rispetti, anche se negato da ogni possibile
concessione alla curiosit di fotografi e telecamere (tolti i soliti scatti rubati, sgranati e impietosi),
non stata minimamente intaccata. Anzi, si addirittura accresciuta, grazie a uno studio sapiente di
quelle che possono essere definite come le vere e proprie icone di un cantante: le copertine dei suoi
dischi. Mina, nel tempo, ha scelto artisti e graphic designer astuti e capaci (come Mario Convertino),
affidando loro il preciso compito di interpretare e stravolgere quella fisicit che era rimasta nel
frattempo il solo elemento del contendere fra il suo personaggio e laccanimento dei media
scandalistici. Nelle sue copertine Mina viene presentata deformata, idealizzata, esasperata. Resa (a
seconda dei casi) misteriosa, sensuale, assurda o ironica. Ma sempre distante dal vero. Spiazzando
ogni volta locchio del pubblico con la sorpresa e limprevedibilit, giocando sul corpo come
bersaglio di una curiosit morbosa e del desiderio, trattato in qualit di unico elemento condivisibile
e accettabile con una realt che deve altrimenti restare il pi possibile distante e inavvicinabile.
Moana Pozzi: comunque viva
Vivi come se dovessi morire domani, pensa come se non
dovessi morire mai.
UNA DELLE CITAZIONI PREFERITE DA MOANA P OZZI

Moana Pozzi stata dichiarata ufficialmente morta il 16 settembre 1994 in un ospedale di Lione, a
causa di un cancro incurabile al fegato. Ma c ancora chi nutre seri dubbi sullautenticit della sua
scomparsa. La Procura della Repubblica di Roma stata sollecitata pi volte, anche recentemente, a
interessarsi delle circostanze in cui sarebbe avvenuto il decesso della pornostar. Il sospetto: Moana
avrebbe inscenato tutto per rifarsi una vita. A chiedere lapertura di una nuova indagine stato
Brunetto Fantauzzi, editore di un libro sulla vita dellattrice e detentore dei diritti su alcune delle sue
pubblicazioni. In un esposto inviato ai magistrati, Fantauzzi e il suo avvocato hanno sostenuto, dopo
dieci anni, molti dubbi e perplessit sullaccaduto. Affermando, in particolare, di poter dimostrare
che nessuno ha mai avuto modo di vedere il cadavere della Pozzi (tranne la madre e la sorella,
secondo le quali il corpo stato cremato e le ceneri sono state sparse sul monte Cervino, come da
precise volont dellattrice). Lavvocato Podest e Fantauzzi ricordano inoltre che nessun
responsabile dellospedale francese ha mai confermato queste circostanze, n si sono mai svolti
funerali di alcun tipo. Il legale e leditore hanno quindi avanzato lipotesi che sarebbe stata la stessa

pornodiva a inscenare una finta morte, per poter tagliare i ponti con il passato e rifugiarsi in una
localit segreta. Probabilmente lIndia. Ipotesi avvalorata da una serie di dichiarazioni della stessa
Pozzi allapice della sua carriera.
Moana Pozzi ha vissuto il proprio corpo in maniera totalizzante. Amava parlarne come di uno
strumento potente e affascinante, unestensione della propria volont e della propria anima. Un
estremo veicolo di comunicazione. Il suo corpo era in pratica la sua filosofia, il suo credo. In pi di
unoccasione lattrice dichiar di non accettare lidea del decadimento fisico, n tantomeno
leventualit di doversi presentare un giorno al suo pubblico non pi bella, non pi giovane e non pi
Moana nel pieno della sua prorompenza. Nelle interviste, la sua sfrontata consapevolezza, insieme a
uneleganza e a una propriet di linguaggio inaspettate, la rendevano autorevole e credibile. In
sostanza, pensava realmente quello che diceva e diceva sul serio quello che pensava. La pornografia
era per lei una forma di realt e di verit. Secondo la sua personale visione dellesistenza, solo la
verit, espressa senza filtri e senza mezzi termini, poteva riuscire a dare sensibilit e pienezza alla
realt. Definita come una Jessica Rabbit in polpa, assolutamente impavida nel praticare fellatio,
cunnilingus e ogni genere di coito davanti alla macchina da presa o sui palcoscenici a luci rosse,
senza mai perdere la naturale eleganza che le viene dalla buona nascita borghese1, Moana ha
conservato e ostentato per tutta la sua esistenza il segreto, intimo e inevitabilmente pubblico, di una
totale schizofrenia dellesistenza e dellapparenza. Da un lato come sacerdotessa sacrilega di
performance estreme, dallaltro come austera ed elegante signora dalle letture colte e dalle
affermazioni acute. Aveva la capacit di vivere pienamente gli opposti della sua realt: dichiarando
una fede pacificata in Dio e nella vita dopo la morte o puntualizzando la sua avversione per la
volgarit, sostenendo al tempo stesso il sublime valore delloscenit.
Il suo distacco dal mondo stato inequivocabile, definitivo, senza condizioni. Esattamente come
stata la sua carriera e la sua esistenza. Moana Pozzi morta, ma il suo pubblico (pi ampio ed
eterogeneo di quanto si possa credere) preferisce non accettare completamente il distacco e
mantenere in vita il mito. Immaginandola lontana e misteriosamente viva e felice, coerente con il suo
personaggio, le sue affermazioni e le sue scelte. Fedele suo malgrado alle sue ferme convinzioni
sullimpossibilit di gestire, come personaggio pubblico e come donna, linevitabile decadimento del
corpo. Quindi Moana Pozzi viva, in ogni caso. Lontana e al sicuro, comoda e sorridente,
languidamente distesa nel desiderio collettivo di chi lha ammirata e continua a farlo. Si allontanata
in fretta e in silenzio. Concedendosi al suo personale buio e alla sua fine nella maniera meno
prevedibile e, forse, proprio per questo pi credibile per una pornostar come lei: senza troppi
clamori, senza alcuna visibilit, con discrezione e candore assoluti.
Stanley Kubrick: ispirata reclusione
Per un osservatore dalla nebulosa di Andromeda, il
segno della nostra estinzione non sarebbe pi
appariscente di un fiammifero che si accende per un
secondo nel cielo.
STANLEY KUBRICK

Il riserbo granitico attraverso il quale il 7 marzo 1999 stata data notizia della morte di Stanley
Kubrick da parte della sua famiglia non ha stupito nessuno. Lasciutto comunicato, di poche righe,
stata la logica conclusione di unesistenza vissuta in maniera tenacemente distante dal mondo reale.
Eccezionale misantropo, Kubrick stato fino alla fine dei suoi giorni condizionato nel suo genio da
ogni genere di fissazioni e fobie. Tra le quali, la pi ossessiva: una difesa a dir poco maniacale della

propria privacy. Kubrick muoveva set miliardari verso di s, senza prendere nemmeno in
considerazione lidea di muoversi verso di loro. Li faceva costruire e smantellare tenendo
minuziosamente conto della minima eventualit di dover prendere un aereo o fare un viaggio in
macchina pi lungo del necessario. La segretezza che aleggiava su ognuna delle sue produzioni, la
durezza dei suoi metodi, il giuramento e le clausole contrattuali al limite della paranoia cui
sottoponeva chiunque lavorasse con lui (dalla star hollywoodiana allultimo degli assistenti) fecero
del suo imprescindibile perfezionismo qualcosa di leggendario. Caratteristica che ha alimentato il
suo mito indipendentemente dalle sue indiscutibili capacit. Come per Salinger, cos come per Lucio
Battisti (anche se in maniera sicuramente meno planetaria), lo scomparire dalle scene restando
totalmente sulla scena attraverso le sue opere ha reso Kubrick una leggenda vivente per pi di un
trentennio. Il regista ha vissuto per lunghissimo tempo in Inghilterra, isolato e blindato in compagnia
della terza moglie in una sorta di castello bunker distante circa due ore da Londra.
Nel 1994, un giornalista riusc a ottenere un incontro con il maestro per discutere del progetto
Eyes Wide Shut (allora in fase di lavorazione). Fu accolto da una fortezza protetta da recinzioni di
ogni tipo, come se dentro vi si celasse un segreto militare. Il regista gli apparve come un uomo basso
e torvo, ma dagli occhi scintillanti. Il giornalista rifer di aver avuto limpressione di trovarsi di
fronte alla vittima di un trauma, di uno shock. Successivamente non lo descrisse come cattivo o
burbero in modo particolare. Ma solo come terribilmente sarcastico.
Kubrick non stato fotografato per trentanni. Lultimo paparazzo in grado di compiere limpresa
ci riusc sul set dellultimo film, Eyes Wide Shut: la foto mostrava ancora una volta una figura tozza,
appesantita e oscura, ma dallo sguardo vivido e tagliente. Il volto somigliava in maniera singolare a
quello di Salman Rushdie. La sua espressione e il suo aspetto apparivano come disgiunte dalla realt.
Kubrick si mantenne il pi possibile e per quasi tutta la sua carriera lontano dai compromessi del
business cinematografico, con la ferma prerogativa di dover riscattare sempre e ad ogni costo un
controllo assoluto, imprescindibile, sul proprio lavoro. Nei suoi film mantenne costantemente le
distanze da un realismo di tipo cinematografico e questo resta probabilmente il riferimento pi
significativo per comprendere il suo rapporto con la realt vera.
Syd Barrett: via dal gruppo, fuori dal mondo
Scomparendo evitando quasi tutte le cose sto
percorrendo la strada allindietro.
SYD BARRETT

Roger Keith Barrett nacque al 60 di Glisson Road, Cambridge, il 6 gennaio 1946. Adolescente
dotato di personalit socievole, vivace e poliedrica, impara molto presto come convogliare su di s
lattenzione e linteresse degli altri. Si appassiona di pittura a undici anni dimostrando un talento
promettente ma poco disciplinato. Dalla pittura, infatti, ancora adolescente, passa alla musica. Il suo
primo gruppo, i Leonards Lodgers composto anche da Nick Mason e Roger Waters. Il nome non
dura molto e si trasforma in Pink Floyd (dai bluesmen della Georgia Pink Anderson e Floyd
Council). Nellestate del 1965 lintera band comincia ad assumere droga in modo pesante, tanto che
il nome Pink Floyd diventer in seguito sinonimo di Lysergic Acid Diethylamide, meglio conosciuto
come Lsd. Syd Barrett inizia a manifestare un temperamento imprevedibile e inspiegabilmente
violento: non avere regole diventa la sua unica regola. Riuscire ad andare oltre le cose visibili
grazie allarte e alla sua componente intellettuale diventa il suo metodo di vita. Anarchia, rivolta e
improvvisazione sono le espressioni pi caratteristiche della sua persona.

Il comportamento di Syd Barrett diventa sempre pi imprevedibile (durante un concerto mise a


cuocere un uovo in un pentolino da campeggio), il suo carisma di un tempo inizia ad apparire
irrimediabilmente compromesso, sia nel lavoro, sia nel privato. Il primo album dei Pink Floyd viene
intanto recensito con entusiasmo da molte riviste musicali. Questo per non migliora la sua
condizione, e Barrett arriva al punto di salire sul palco ed eseguire un solo accordo per lintera
durata del concerto, rifiutandosi di cantare, fissando il pubblico in stato apparentemente catatonico.
Fino a diventare il pi grosso ostacolo per la carriera dei Pink Floyd, gi al decollo planetario.
Ingaggiato David Gilmour, il gruppo decide quindi di allontanare Barrett (che nel frattempo si lascia
andare a comportamenti sempre meno leciti e a un uso ancora pi smodato di sostanze psicogene).
Dopo esser stato cacciato dalla band, Barrett si trasferisce in un nuovo appartamento e inizia a
lavorare per conto suo, alternando discreta produttivit a periodi di totale confusione mentale. I due
album solisti che seguirono, furono discretamente apprezzati dal pubblico, ma poco pubblicizzati
dalla casa discografica Emi e di conseguenza poco conosciuti. Gli strani comportamenti di Barrett
iniziano ad andare ben oltre i postumi da bad trip provocati dalluso costante di droghe. Sempre pi
solitario e litigioso, lascia Londra per tornare a Cambridge, e mentre i Pink Floyd diventano
leggenda lui inizia a vivere totalmente recluso in una cantina. La sua totale assenza dalle scene inizia
a generare voci di ogni tipo, arricchite da ogni sorta di rivelazioni e mistificazioni. Mentre Syd
Barrett, allet di ventiquattro anni, passa la maggior parte del suo tempo nel pi totale anonimato
vagando per Cambridge, armeggiando con strane chitarre, ascoltando dischi e dipingendo, durante
lestate del 1971 varie fonti londinesi lo danno per morto. Altre in carcere, colpevole di atti di
violenza. Altre ancora lo descrivono ormai ridotto a un vegetale. La continua ascesa dei Pink Floyd
port Syd nella condizione di vivere in un costante e totale corto circuito emotivo. Nel 1973
iniziarono le sue apparizioni a sorpresa in qualit di chitarrista, durante lesibizione di gruppi
improvvisati e praticamente sconosciuti. La sua storia di alienazione e distacco dalla realt continu
senza interruzione, seguendo allinverso il cammino della sua vecchia band, fino alla fine del mito
Pink Floyd. Da allora in poi si sono susseguite uninfinit di strane storie sulla spirale in discesa di
Syd Barrett: alcune vere, altre unicamente frutto di invenzioni nostalgiche.
Barrett comunque ancora vivo e in circolazione. Lutilizzo eccessivo di droghe ha certamente
avuto un peso determinante nella sua vita. Molti ritenevano che il suo metabolismo fosse troppo
fragile. Altri sono convinti che le droghe abbiano solo aggravato ulteriormente uno stato mentale e
una visione della realt del tutto personali. Alcune testimonianze confermano infatti che la visione di
Syd abbia radici in alcuni traumi infantili. Syd era il pi giovane di otto figli e fu colpito molto
duramente dalla morte del padre allet di dodici anni. Presto venne sopraffatto dalle energie di una
madre eccessivamente presente e autoritaria. Fra le testimonianze dei primi discografici che
lavorarono con Barrett emergono i dettagli di una personalit estremamente sensibile e poco incline a
prendere ordini, specie in senso strettamente commerciale. Essere costretto dalle circostanze (un
successo improvviso e gratificante) a produrre a comando un altro pezzo di successo pu averlo
spinto verso uno stato paranoico. Il suo brillante genio creativo stato forzato, scatenando un tipo di
schizofrenia passiva e illogica. Una risposta irrazionale, ma giusta e necessaria per la sua personale
percezione del mondo. Oltre alla musica e alla pittura, Barrett si appassion per lungo tempo di
religione. A Cambridge, nella seconda met degli anni Sessanta, un certo numero di persone meno
giovani di lui si interessarono a unoscura forma di misticismo orientale nota come Sant Saji, che
prevedeva lunghi periodi di meditazione e contemplazione della purezza e della luce interiori. Syd
cerc di farsi accogliere allinterno della setta, ma venne respinto perch ritenuto troppo giovane
(allora aveva solo diciannove anni). Questa esperienza sembra averlo segnato profondamente,

generando una sorta di fobia dellet (quando cercavano di riportarlo in studio per registrare,
assumeva un atteggiamento molto difensivo e diceva: Ho solo 24 anni, sono ancora giovane, ho
tempo2). La sua esperienza mancata con quella setta religiosa potrebbe essere in parte responsabile,
anche se Barrett sembr in seguito aver perso interesse per ogni forma di spiritualit. Cos come, a
fasi alterne, fece per la pittura, per la quale sembrava possedere un eccezionale potenziale (Dave
Gilmour: Syd era un grande artista. Il suo lavoro mi piaceva ma si fermato. Prima la religione, poi
la pittura. Lentamente iniziava a staccarsi da tutto3). Roger Waters ha ricordato con queste parole la
sua visione della complessa personalit di Barrett:
Come compositore di canzoni Syd era un fuoriclasse. Non avrei mai potuto raggiungere le sue intuizioni e le sue percezioni folli.
Tant vero che per molto tempo non mi sono mai sognato di attingere da intuizioni mie. Ho sempre attribuito questa sua capacit
alla relazione che Syd stabiliva con il proprio subconscio e con quello del gruppo. Mi ci sono voluti quindici anni per fare qualcosa di
simile. Ma cos che rendeva Syd capace di percepire le cose a quel modo? come dire: perch un artista un artista? Gli artisti
sentono e vedono le cose semplicemente in modo diverso dagli altri. Da un certo punto di vista pu essere una benedizione, ma pu
anche rivelarsi una terribile maledizione. Ci si ricava un sacco di soddisfazione, ma spesso pu anche diventare un peso tremendo4.

Richey Edwards: per davvero


Il rocknroll la nostra epifania: cultura, disperazione,
noia, alienazione.
RICHEY EDWARDS
La Polizia di Scotland Yard non crede ancora che Richey Edwards, un tempo chitarrista e leader dei Manic Street Preachers,
scomparso il 1 febbraio 1995, possa trovarsi in India. Un turista inglese ha creduto di riconoscerlo a Goa, vestito da hippie. Ma da
Scotland Yard un funzionario precisa che Edwards ha lasciato il suo passaporto in Gran Bretagna e nessuno ha mai fatto una
richiesta di duplicato. E ci risulta altamente improbabile che qualcuno riesca a entrare in India senza passaporto5.
stato rinvenuto un paio di scarpe sulla riva del Severn Estuary. Secondo la Polizia, potrebbero essere appartenute a Richey
Edwards, ex-Manic Street Preachers scomparso nel 1995. La prima scarpa (una Diadora bianca e blu) stata rinvenuta da un
pescatore, mentre la seconda stata scoperta dalla Polizia, che ha dichiarato: Stiamo facendo verifiche su tutte le persone
scomparse, incluso Richey Edwards.
La macchina di Richey Edwards stata ritrovata in un garage vicino a Severn Estuary, due settimane prima era stato dato per
disperso. Solamente a febbraio scorso i genitori di Richey lo hanno legalmente dichiarato morto, ma alcuni fan sostengono di averlo
visto in vita. E in tempi recenti6.

Da pi di dieci anni Richey Edwards sparito completamente. Di questo inquieto intellettuale del
rocknroll con lo pseudonimo di Ricky James, nonch chitarrista e songwriter dei Manic Street
Preachers (gruppo di grande successo sulla scena rock anglosassone dei primi anni Novanta) non si
hanno pi notizie certe. Che oggi sia vivo, morto, o semplicemente sottratto alle fastidiose attenzioni
del mondo, Richey risulta comunque scomparso senza aver lasciato tracce evidenti o facilmente
interpretabili del suo distacco o della sua fine. Nessuno della sua famiglia, dei suoi amici e dei suoi
compagni nei Manic Street Preachers James Bradley, Sean Moore e Nicky Wire ha mai pi
saputo nulla di lui.
Consumato da una creativit feroce e tormentata, Richey Edwards era molto arrabbiato con il
mondo e con il music business. E vi si scagliato contro senza mezzi termini, in maniera spesso
scoordinata, ma anche lucida e implacabile. Fino a una fuga senza resa e senza condizioni. I Manic
Street Preachers sono sempre stati una band piuttosto atipica. Provenienti dai quartieri popolari di
Blackwood, nel Galles, e arrivati al successo nel pieno della stagione brit-pop, hanno rappresentato
senza filtri la coscienza inquieta del proletariato, sparando a zero sulle ingiustizie sociali e sui danni
del capitalismo attraverso unefficace mistura di pop-rock, punk e marxismo che fece del gruppo
quasi un nuovo manifesto politico. Di questa mistura Richey Edwards era lingrediente base. Le sue

liriche erano sempre durissime, cos come le sue dichiarazioni. In un periodo in cui lapparente via
di uscita offerta dalla diffusione dellecstasy e dei rave party si era gi trasformata in un incubo
ingestibile, il sound del gruppo solletic e stan un nuovo tipo di ascoltatore, che rimase affascinato
proprio dallo sfrontato-spaventato-disperato Edwards. I Manic Street Preachers diventano un gruppo
dalle forti connotazioni politiche, ma contemporaneamente compaiono regolarmente sulle copertine
patinate. E vendono bene. Il conflitto risulta evidente, soprattutto per la band, la critica inizia a
giudicarli presuntuosi e molti giornalisti dubitano della loro integrit morale. Ed proprio il fatto
che la sua credibilit possa essere messa in dubbio dallipocrisia dei media a diventare lossessione
di Richey James, che vive pi di tutti questo conflitto e che si prepara a dimostrare a qualsiasi costo
la propria autenticit. Durante lintervista nel backstage di un concerto, Richey si inventa un eclatante
ed estremo gesto rocknroll: prende dalla tasca un coltello a serramanico e comincia a incidersi
lavambraccio sinistro con una testimonianza inequivocabile del proprio essere autentico: 4 REAL
(for real, per davvero).
Da quel momento in poi, un susseguirsi di dichiarazioni che richiedono, sia per la musica, sia per
la societ, soluzioni drastiche e senza pi compromessi. Le canzoni di Richey raccontano, contro
ogni ipocrisia, di anoressia, autolesionismo, nichilismo e rivoluzione. Leventualit di darsi fuoco
durante una puntata di Top of the Pops diventa solo una delle sue provocazioni nei confronti
dellestablishment.
Il 1 febbraio 1995, Edwards esce dallHotel Embassy di Londra. Secondo le ricostruzioni della
Polizia, Edwards sarebbe tornato a Cardiff e, dopo aver lasciato tutti i suoi documenti in bella vista
nel suo appartamento, sarebbe poi sparito nel nulla. Dal 6 novembre 1996, quello che rimane della
sua presenza unicamente una lunga serie di avvistamenti, tutti infondati (come le voci che spesso lo
hanno dato per annegato nel fiume Liffey). Se Richey fosse morto, nessuno saprebbe esattamente
come e dove. Il suo cadavere non infatti mai stato recuperato. Se avesse deciso di scappare per
nascondersi agli occhi del mondo, la sua missione, a distanza di oltre dieci anni, potrebbe anche dirsi
perfettamente riuscita. Gli altri componenti dei Manic Street Preachers continuano a pensare che
Richey sia vivo e ancora oggi lo presentano come componente del gruppo durante i concerti. Le
royalties sui diritti dautore continuano ad essere versate su un conto in banca regolarmente intestato.
Anche se, a quanto sembra, nessuno sembra mai avere intascato nulla.
I Radiohead hanno dedicato alla storia di Richey Edwards una loro canzone, inserita nellalbum
Kid A (2000), che si intitola per lappunto How to Disappear Completely (come sparire
completamente):
That there
Thats not me
I go
Where I please
I walk through walls
I float down the Liffey
Im not here
This isnt happening
Im not here
Im not here
In a little while

Quello l
Quello non sono io
Io vado
Dove mi pare
Io cammino attraverso le pareti
Io galleggio gi per il Liffey
Io non sono qui
Questo non sta succedendo
Io non sono qui
Io non sono qui
Tra un pochino

Ill be gone
The moments already passed
Yeah its gone
And Im not here
This isnt happening
Im not here
Im not here
Strobe lights
and blown speakers
Fireworks and hurricanes
Im not here
This isnt happening
Im not here
Im not here

Me ne sar andato
Il momento gi passato
S, passato
E io non sono qui
Questo non sta succedendo
Io non sono qui
Io non sono qui
Luci stroboscopiche
e altoparlanti che urlano
Fuochi dartificio e uragani
Io non sono qui
Questo non sta succedendo
Io non sono qui
Io non sono qui

Unabomber: da genio eremita a star killer


Oggi le persone vivono pi in virt di quello che il
Sistema fa per loro (o a loro), che per quello che
riescono a fare loro stessi.
THEODORE J. KACZYNSKI (UNABOM BER)

Il 3 aprile 1996, Theodore John Kaczynski stato riconosciuto e arrestato come lecoterrorista
Unabomber, dopo essere stato stanato in uno sperduto capanno del Montana. In quasi diciotto anni di
totale invisibilit dalla cosiddetta societ civile, Kaczynski ha compiuto sedici attentati dinamitardi
seminando il panico in tutti gli Stati Uniti. Unabomber ha vissuto in completa solitudine per
moltissimo tempo. Volontariamente e tenacemente solo. In uno stato di personale, cieca e assoluta
guerra con il mondo civilizzato, animato da un odio incontenibile per la tecnologia e i suoi
sostenitori, la portata distruttrice del progresso, il predominio delle macchine e lalienazione
inarrestabile dellindividuo.
Le attenzioni di Unabomber erano rivolte principalmente al mondo accademico e alle sue
rappresentanze pi significative (docenti di discipline scientifiche, ricercatori, ecc.). Un mondo che
conosceva bene e del quale avvertiva la minaccia proprio perch consapevole di quella che
considerava la sua corrotta portata devastatrice. Dal punto di vista di Kaczynski, queste autorevoli
figure che dettavano le leggi della nuova scienza sul logico dominio della Natura rappresentavano i
pi diretti e autentici manipolatori del Sistema. Il tentativo di bloccarli era al tempo stesso un
estremo tentativo di rieducarli. Negli anni, stuoli di criminologi hanno formulato le ipotesi pi
diverse tentando di definire profilo, identit e provenienza di questo terrorista atipico, che fuggiva
dal mondo cercando contemporaneamente di vendicarlo senza riserve.
Kaczynski nasce a Chicago il 22 maggio 1942, da una modesta famiglia di immigrati polacchi. A
sei anni un test di intelligenza chiarisce che il piccolo Teddy praticamente un genio. A sedici
anni, appena diplomato, gi pronto per Harvard. A venti si laurea. A venticinque ottiene il dottorato
in Matematica alla University of Michigan. Nello stesso anno, il 1967, si aggiudica unambita
posizione in campo accademico a Berkeley, University of California, presso il Dipartimento di
Scienze Matematiche (considerato allepoca il miglior istituto del Paese). Abbandonata la carriera,

velocemente e senza spiegazioni, Theodore pianifica nel dettaglio la sua nuova esistenza. Grazie a un
piccolo prestito acquista un terreno di circa sei ettari sperduto fra i boschi del Montana dove diventa
un autentico eremita. Vive senza luce e senzacqua corrente, rifiutando ogni compromesso con il
progresso. Stabilisce un primo contatto con il mondo esterno solo dopo oltre sedici anni di attentati
compiuti nella pi assoluta invisibilit. Il suo primo appello alle Istituzioni preciso,
inequivocabile: in cambio della promessa di interrompere gli attentati, chiede la pubblicazione di un
suo saggio. La richiesta viene avanzata ai due maggiori quotidiani americani, il New York Times e
il Washington Post, che accettano di comune accordo. La speranza segreta dei vertici dellFbi era
che leggendo il manifesto qualcuno potesse riconoscere un segnale caratteristico dello stile e della
personalit del suo autore. Esattamente quello che avvenne. Le tesi di Unabomber, lucide ma
complesse e articolate al tempo stesso, tradirono in maniera inequivocabile la sua formazione
accademica. Da questo scaturirono indizi sempre pi precisi, tracce chiare, piste praticabili, fino alla
cattura.
Sul saggio di Unabomber critica ed esperti ancora si dividono. Per molti si tratta di autentica
spazzatura: vecchie idee contorte e rielaborate senza nessuna effettiva utilit. Un testo noioso, frutto
della follia di un povero pazzo. Per altri giornalisti e studiosi, soprattutto europei, il testo
rappresenta invece ben altro. Nasce cos un caso nel caso Unabomber. Il valore della sua opera
sembra annullare limbarazzo di molti teorici, costretti a confrontarsi e ad approvare il pensiero di
un eremita, di un disadattato e, soprattutto, di un terrorista. Un pensiero che sostiene limpossibilit
di riformare il sistema industriale-tecnologico, convalidando una tesi fondamentale: la restrizione
della libert un fenomeno inevitabile nella societ industriale. Perch le nuove tecnologie
distruggono luomo e la sua esistenza. Lunica difesa lattacco:
La rivoluzione industriale della nostra epoca e le sue conseguenze sono state un disastro per la razza umana. Hanno incrementato a
dismisura laspettativa di vita di coloro che vivono in Paesi sviluppati ma hanno destabilizzato la societ e reso la vita insignificante.
Hanno assoggettato gli esseri umani a trattamenti indegni. Hanno diffuso sofferenze psicologiche e fisiche, hanno inferto danni
ecologici irrecuperabili7.

Partendo dalla sfera personale e scagliandosi con violenza sulla globalit delle Istituzioni,
Unabomber ha sottolineato in maniera ossessiva la perdita di potere e di indipendenza dellindividuo
rispetto alla societ. Ma anche la perdita didentit, in quanto individuo. La noia, la
demoralizzazione, la bassa autostima, i sentimenti dinferiorit, il disfattismo, la depressione, lansia,
i sensi di colpa, la frustrazione, lostilit verso laltro, il desiderio di abuso, ledonismo insaziabile,
i comportamenti sessuali abnormi, i disordini fisiologici (dai disturbi del sonno a quelli alimentari)
sono i mali che riflettono latteggiamento profondamente egoista, ipocrita e distruttivo della societ
contemporanea. Luomo che Unabomber descrive sconfitto, rassegnato a vivere in un mondo che lo
uccide lentamente e subdolamente. Lunica speranza, lultima possibilit, il rifiuto totale. Fuga
operativa. Cancellarsi da un mondo impossibile da accettare. Tirarsene fuori. Scappare ma restare
attivi e consapevoli, per minacciare il Sistema dal suo interno.

Sparire nella beffa: Luther Blissett


bello essere famosi anonimamente.
LUTHER BLISSETT

Ci sono autori e scrittori in carne e ossa che spariscono dal mondo per diventare invisibili al

pubblico, alla pressione del successo e allocchio indagatore dei media. Rifiutano la societ e se ne
allontanano. Fuggono dalla loro popolarit e spesso, anche per questo motivo, diventano ancora pi
popolari. Ma c anche chi, dallinvisibilit e dal completo anonimato, decide di passare allattacco
e di mostrarsi con atteggiamento deciso e provocatorio proprio agli stessi meccanismi che regolano
il successo e la popolarit, ai media e alla societ. Eludendone le certezze e gli schemi con
linventiva, lazzardo e la beffa. Diventandone nuovo protagonista. Luther Blissett in apparenza un
nome, ma in realt unazione. In pratica, un nome che diventato unazione, come firma di opere a
carattere sovversivo, comparsa in tutta Europa nellultimo decennio nelle forme e nelle circostanze
pi strane. Luther Blissett un fantasma dei mass media, un mito costruito come quello di una pop
star, che tutti possono fare proprio. Unopera aperta, un nome multiplo (stratagemma di camuffamento
gi usato sia dalle comunit di eretici medievali e rinascimentali, sia dalle societ segrete), un
personaggio collettivo da usare come un invisibile cavallo di Troia allinterno della cultura di
massa. Luther Blissett perfettamente immaginario. Luther Blissett assolutamente reale. Pu essere
chiunque. Ma non nessuno in particolare. un entit-personaggio che rifiuta la realt della
comunicazione tradizionale e percorre strade alternative, abilmente celato allinterno di molteplici
progetti, menti, autori e situazioni. Un antidoto che muta costantemente contro il dilagare del
copyright.
Luther Blissett non esiste in quanto identit alternativa unica e definita, quindi, ma appartiene alla
realt come pseudonimo multiuso, adottabile da chiunque voglia identificarsi con le infinite
possibilit di un personaggio virtuale e segreto. Imperscrutabile e, proprio per questo, disposto a
osare tutto. Appropriandosi di infinite vite, reputazioni, ambizioni, ma sempre con un solo scopo:
denunciare e combattere il Sistema ufficiale dellinformazione. Adottando questo pseudonimo
collettivo, centinaia di persone nel mondo (artisti, scrittori, attivisti politici, ecc.) hanno prodotto
ogni genere di informazione facendosi beffa dei criteri e degli schemi previsti dai media tradizionali.
Attraverso vere e proprie azioni di guerriglia massmediatica. La linea di non-condotta di Luther
Blissett molto semplice: essere presenti senza mai apparire. Essere il pi possibile chiari, nuovi e
propositivi con i lettori, ma essere al tempo stesso opachi e indecifrabili nei confronti dei media.
In Italia il nome di Luther Blissett (appartenuto a un vecchio giocatore del Milan) inizia a circolare
nel 1994. Lidea alla base della sua azione parte da un presupposto chiaro: pi importante il
risultato, rispetto allidentit di chi lo ha prodotto. Una questione, quella dellanonimato, gi forte e
presente nelle rivendicazioni dei circuiti cyberpunk. Il progetto si sviluppa rapidamente. Non solo
nellambiente delle reti telematiche ma anche in quello delleditoria e dei media, producendo una
deflagrazione del fenomeno a livello nazionale e internazionale.
Un esempio, fra i tanti. Nel 1995 Luther Blissett prende per i fondelli la trasmissione televisiva
Chi lha visto?, mettendola sulle tracce di Harry Kipper, artista inglese del tutto fittizio, dato per
disperso tra Nord Italia ed ex-Jugoslavia. Una troupe del programma viaggia per mezza Europa
intervistando presunti amici e colleghi dellartista (tutti daccordo e complici nella beffa) fino alla
rivendicazione finale, a opera di Luther Blissett. Da quel momento le azioni del falso collettivo di
Blissett si susseguono, sempre pi eclatanti. Diventando unautentica forma di protesta, sia nel
cyberspazio sia nella vita dei media reali. Come lo stesso Blissett suggerisce, tutto ci
indispensabile per combattere contro il conformismo e la compattezza dei media (ritenuti autentici
organi disinformatori del regime), che non dispongono di nessuna particolare capacit strategica nel
gestire il potere mediatico. Ma che sono caratterizzati invece da estrema ignoranza e malafede e
capaci di appiattire ogni cosa, dando solo in questo modo limpressione di uno schieramento
compatto e potente. La guerriglia mediatica rappresenta quindi per Luther Blissett uno strumento. Non

certo fine a se stesso, ma necessario per il raggiungimento di un altro scopo. E di, possibilmente
infiniti, nuovi traguardi. Attualmente il movimento si ulteriormente evoluto sotto il nome di Wu
Ming, marchio creato da quattro membri del Luther Blissett Project. Wu Ming in cinese significa
nessun nome. Ed il termine utilizzato per identificare uno scrittore pubblicista pericoloso e
dissidente.

Voltare pagina: scrittori scappati, persi o mai comparsi


J.D. Salinger: eclissi di un grande lunatico
J.D. Salinger stato trovato morto il 30 giugno 2005 nella sua solitaria abitazione di Cornish, New Hampshire. Il corpo era in
avanzato stato di putrefazione, probabilmente privo di vita da circa due settimane. Sulle cause della morte il coroner della piccola
contea rilascer una dichiarazione nelle prossime ore. Da anni Salinger viveva recluso dal mondo e soprattutto da quellAmerica
snob, edonista e wasp che lo osannava, ma dalla quale era violentemente ripugnato. Definito da un famoso articolo degli anni
Ottanta come il Cittadino pi Privato degli Usa, Salinger era nato a New York nel 19 da famiglia ebraica. Non pubblicava nulla dal
19658.

La notizia della morte di Salinger, ragionevolmente falsa (salvo conferme o aggiornamenti


attualmente inesistenti), stata pubblicata on line il 30 giugno 2005. Ultima di una serie di fantasiose
verit confezionate per alimentare il mito di una delle figure letterarie pi enigmatiche del
Novecento. In realt non si hanno informazioni certe sulla vita di J.D. Salinger da moltissimo tempo.
Il suo distacco dalla societ americana si tramutato in autentico esilio volontario subito dopo il
clamoroso successo de Il giovane Holden (pubblicato nel 1951), il cui protagonista, Holden
Caulfield, divenne il prototipo perfetto delladolescente ribelle e confuso in cerca della verit e
dellinnocenza al di fuori dellartificiale e prevedibile mondo degli adulti. Lambiente del romanzo,
quello medio-altoborghese, con i suoi codici di comportamento, il suo conformismo e la sua
pressoch totale assenza di valori (attraverso una sincerit tagliente, con la quale il protagonista si
confronta continuamente, ossessivamente), per molti versi rispecchia la profonda avversione
dellautore nei confronti della societ. Il tema del libro anticipa le scelte dello stesso Salinger: la
storia semplice e trasparente di un adolescente ribelle che prende le distanze dal suo ambiente
sociale alla ricerca di una propria identit, rifiutando di lasciarsi modellare dalla propria famiglia e
fuggendo dalle costrizioni imposte dalla scuola e dalle Istituzioni.
Come conseguenza dello strepitoso successo del romanzo (a cinquantanni dalla prima stampa il
libro vende tuttora 250mila copie allanno solo negli Stati Uniti), nel 1953 J.D. Salinger inizia a
nascondersi sistematicamente dallocchio indagatore della stampa, dai flash e dalle telecamere, dalla
comunit, dal mondo. Il rifugio di Cornish, nel New Hampshire, sembra diventare una meta ultima e
definitiva. Il suo convinto anonimato sfocia molto presto nella leggenda, alimentando ogni genere di
supposizioni (si arriva persino ad associarlo allenigmatica e bellicosa figura di Unabomber). Il
profondo interesse di Salinger per la religione induista, inoltre, lascia ampio spazio ad ogni
spiegazione di tipo filosofico e mistico. Laccanimento dei media, negli anni, rimane comunque
costante (grazie anche al libro di memorie, non propriamente edificanti, pubblicato dalla figlia
Peggy9, dove lo scrittore viene descritto come un mostro di autentica cattiveria, egoismo, freddezza e
proverbiale taccagneria). Le speculazioni continuano su ogni fronte, alimentando il mito di una figura
preda di ogni genere di manie, fissazioni, depravazioni e malesseri. Una personalit indecifrabile e
conflittuale, costantemente in bilico fra la dimensione geniale dello scrittore sensibile e quella

debole e disturbata delluomo ordinario.


Jerome David Salinger nacque il 1 gennaio 1919 da una famiglia di commercianti ebrei. Bambino
dal carattere irrequieto e ipercritico, in giovent si rivel disastroso nei risultati scolastici
(esattamente come il suo personaggio pi celebre, Holden Caulfield), per poi approdare poco
felicemente alla carriera militare e a un unico semestre alla Columbia University, confermando una
personalit lunatica, solitaria, imprevedibile. Nel 1942 parte volontario per la guerra e partecipa alle
operazioni dello sbarco in Normandia (esperienza che lo segna profondamente). Nel 1948 il New
Yorker si interessa ad alcuni suoi racconti e nel 1951 esce The Catcher in the Rye (Il giovane
Holden), libro a cui Salinger lavor per quasi dieci anni. Con questo romanzo Salinger sconvolge il
corso della letteratura contemporanea sgombrando la strada a discepoli come Pynchon e De Lillo, e
influenzando limmaginario stilistico del Novecento. Molti continuano a chiedersi se, nel silenzio di
Cornish, nel New Hampshire, tra le incursioni mancate di aspiranti biografi e fotografi, Salinger stia
scrivendo qualcosa. O se sia in preda a un definitivo blocco, come scrittore e come uomo:
clamorosamente solitario e perfettamente annullato dentro una sensibilit fuori dal comune,
impietosa, naturale e aliena al mondo.
A differenza di scrittori dileguatisi totalmente nel nulla, sappiamo che Salinger dovrebbe essere
ancora vivo, nascosto da qualche parte, in un comodo e segreto rifugio. Probabilmente (usando chiss
quale pseudonimo) ha continuato a scrivere per decenni. E continua a farlo. Sempre senza mai cedere
alle lusinghe della societ, del successo e dei media. Senza pi interviste e senza nuove
pubblicazioni a suo nome.
Thomas Pynchon: via dalla realt, dentro lillusione
Come giustamente da decenni si chiedono in molti, chi davvero Thomas Pynchon? Chi si
nasconde dietro il suo nome? O, al limite, chi lo ha ucciso impossessandosi della sua identit
invisibile? O peggio, che cosa Thomas Pynchon? Poche persone sono risultate nella Storia moderna
cos ambigue da poter essere scambiate per qualcosa. Pynchon sembra rappresentare alla perfezione
questa paradossale ambiguit. Di questo scrittore si conoscono pochissime notizie certe e circolano
appena un paio di fotografie: primi piani sgranati di un lungo viso sgraziato e sorridente di
adolescente, che non offrono alcun indizio utile per chi cerca di intercettare luomo maturo di adesso.
Se possibile, si tratta di un personaggio ancora pi estremo e radicale di Salinger (con cui spesso,
significativamente, stato addirittura identificato) e ben pi meticoloso di Pessoa (il poeta
portoghese che ha disseminato la storia della letteratura europea di almeno una decina di suoi
pseudonimi).
Pynchon non si mai rivelato, se non attraverso ci che ha scritto. Su di lui circolano da sempre
uninfinit di supposizioni. Si sa che nato l8 maggio 1937 a Glen Glove, Long Island, citt di New
York. Che si arruolato in Marina dopo aver interrotto gli studi (come Salinger) e dopo essere
riuscito a pubblicare il suo primo racconto (The Small Rain, del 1959). Il 1963 lanno di uscita di
V, il suo primo romanzo, che si rivela molto positivamente allattenzione della critica. Tanto che, al
suo primo libro, Pynchon gi apprezzato come un maestro. Nel 1973 esce Larcobaleno della
gravit, considerato il punto di riferimento per tutto il movimento postmoderno. Qualcosa che in
molti hanno paragonato al ruolo dallUlisse di Joyce come indicatore della letteratura del Novecento.
Esaurita per sommi capi la biografia, vive e rimane la leggenda. Pynchon, da sempre totalmente
invisibile agli occhi del mondo, non ritira premi, non concede interviste, non si presenta in nessun
caso al pubblico e vincola immancabilmente ogni suo editore al riserbo assoluto sulla propria
identit. Sporadici scoop, avvistamenti, polemiche infinite riguardanti la sua vita segreta fanno da

sempre inciampare in vistose approssimazioni biografi e recensori. Quello di Pynchon molto


probabilmente un gioco troppo ben costruito per apparire solo la tattica difensiva di uno scrittore
solitario. Cos come quasi tenacemente costruiti appaiono anche gli intrecci dei suoi personaggi,
sempre cos impervi ed espressivi. Pynchon ha dimostrato come si possa resistere alle pressioni del
successo, del marketing e dei media sparendo dal loro raggio dazione e di intrusione. E come, nel
farlo, sia possibile rimanere ugualmente fertili e produttivi. Evitando di diventare un personaggio
Pynchon riuscito ad essere, contemporaneamente, un analista sensibile e spietato della societ dello
spettacolo. I suoi spostamenti dalla realt al fantastico, dal plagio alla canzonetta, fino alla pi
sfrenata invenzione hanno dimostrato (anticipando e ispirando le beffe alla Luther Blissett) che il
vero solamente unipotesi. Che la quotidianit unillusione. Che il mondo che conosciamo solo
uno dei mondi possibili. Caotico, minaccioso, ipocrita, farsesco. Impossibile da descrivere
ordinatamente. E spesso totalmente imprevedibile.
Ambrose Bierce: conflitti sulfurei
Tolti gli esempi pi illustri di scrittori come Salinger e Pynchon, o di entit ultramediali come
Blissett, cos attuali nella loro lotta contro la contemporaneit, va ricordato un sottobosco di scrittori,
certamente meno conosciuti ma ugualmente protagonisti di singolari fughe dalla societ e dal mondo.
Autori che, a cavallo fra Ottocento e Novecento, hanno compiuto limpresa di raggiungere il proprio
personale nulla attraverso azioni dirette ed eclatanti, profondamente motivate ma non ancora
destinate a confrontarsi con le complicazioni e le pressioni della societ del marketing e dei media.
Ambrose Bierce nacque in Ohio nel 1842 e mor in Messico nel 1914. Cresciuto senza una vera e
propria formazione accademica, si arruol come volontario per lEsercito nordista durante la Guerra
di Secessione, coltivando contemporaneamente la passione per la scrittura. Abbandonate le armi, si
stabil a San Francisco, dove studi appassionatamente nella Biblioteca Civica della citt per
maturare e approfondire la propria cultura. Inizi quindi a pubblicare articoli sul San Francisco
News and Commercial Advertiser. Pezzi ironici, quando non addirittura cinici e taglienti, che
spesso attaccavano senza mezze misure luoghi e personaggi della vita pubblica, creando allautore
molti nemici ma dandogli anche una indiscutibile notoriet. Nel 1872, Bierce si trasferisce
oltreoceano e tenta il successo sul mercato letterario londinese. Collabora con diverse riviste
umoristiche e pubblica i suoi primi scritti, che rivelano un deciso gusto per il grottesco. Nuovamente
in America, nel 1875, si dedica con decisione al giornalismo, conquistando in breve tempo la fama di
temibile critico e di giornalista schietto e imparziale (sotto la sua guida, lExaminer verr
rilanciato come testata autorevole e diventer un esempio di franchezza e indipendenza per il
giornalismo americano dellepoca). A Washington, nel 1891 pubblica Tales of Soldiers and
Civilians, nel 1899 Fantastic Fables, e nel 1906 il famoso The Devils Dictionary . Titoli che lo
consacrano come originale e acuto autore di un genere relativamente nuovo, lhorror, che avrebbe
trovato definitiva conferma con autori come Poe e Lovecraft. Nel 1908 Bierce decide di dare alle
stampe la sua opera omnia, intitolata The Collected Works of Ambrose Bierce . Nel 1914, infine,
aderisce a una misteriosa missione in Messico, molto probabilmente a supporto delle forze
rivoluzionarie (era in corso la ribellione di Pancho Villa, di cui Bierce era amico). Una volta in
missione, Bierce non diede pi alcuna notizia di s. Fatta eccezione per qualche sporadica lettera. E
da quel momento, di lui non si seppe pi nulla. Nonostante una vistosa serie di avvistamenti e
testimonianze (in un ospedale psichiatrico, come consigliere durante la Prima Guerra Mondiale, ecc.)
che per, negli anni a venire, non diedero mai riscontri di alcun tipo.

Arthur Cravan: Messico e nebbia


Arthur Cravan (1881-1919) amava definirsi il nipote di Oscar Wilde. E lo era, in effetti, in
quanto nipote di Constance M. Lloyd, che spos Wilde nel 1884. In uno fra gli scritti della sua rivista
letteraria Maintenant, Cravan formul lipotesi di essere addirittura figlio dello scrittore. Ipotesi
avvalorata (ma mai confermata) da una evidente somiglianza fisica e da uninquietudine intellettuale
comune a entrambi, anche se su fronti completamente differenti. La figura di Cravan era solenne e
misteriosa. Alto pi di due metri, definito come un enigmatico gigante, si dedic sia allarte della
boxe, sia a quella della scrittura, ottenendo maggiore visibilit sul ring anche per via della sua indole
imprevedibile. Dopo una serie di viaggi, combattimenti ed esperienze al limite del lecito, Cravan si
trasfer in Canada e poi in Messico, dove spos una poetessa, si improvvis professore di ginnastica
e organizz conferenze sullarte messicana. Nel 1919, senza preavviso, prese il largo a bordo di un
piccolo scafo. Part di notte, da solo, dal Golfo del Messico, verso una destinazione rimasta ignota a
tutti. In un viaggio indecifrabile, senza segnali e senza ritorno.
Norman Steele: il caro disgiunto
Della figura di Norman Steele (1830-1872?), uomo e scrittore, si hanno pochissime notizie. Quelle
poche reperibili, bench interessanti, risultano piuttosto incerte (lunica fonte verificabile
attualmente quella presente sul sito <www.paoloal bani.it> dove vengono indagate alcune esperienze
di scrittori scomparsi nel nulla). perci ragionevolmente lecito pensare che quella di Norman
Steele possa anche risultare come identit-bluff, caso tuttaltro che raro fra le infinite possibilit di
mistificazione. Non fosse altro che per la sua assoluta originalit, lipotesi Norman Steele risulta
comunque degna di nota. Se davvero autentica, la sua sparizione sarebbe infatti una fra le pi
singolari in assoluto, e lui uno fra i pi risoluti precursori della scomparsa volontaria. Questa
potrebbe essere la sua storia: quella di un agricoltore australiano, nato e cresciuto nella citt di
Brisbane. Un uomo in apparenza rude, ma dal carattere pacato. Autore di un poema intitolato
Anything New in Prospect? (qualcosa di nuovo in prospettiva?) e poco altro. Un autore non
particolarmente significativo, quindi. Che per, il 26 settembre 1872 concede alla propria esistenza
una svolta memorabile. Sembra infatti che proprio il giorno del suo quarantaduesimo compleanno
Steele decise di far recapitare a conoscenti, amici e parenti stretti un atto di disgiunzione (Act of
disjunction). Un documento regolarmente redatto insieme a un notaio, attraverso il quale Steele si
dichiar fermamente deciso a non voler pi incontrare nessuno. Spedito il documento, Steele lasci
casa in compagnia del suo cane. Senza ulteriori messaggi e senza bagagli. E da allora, drasticamente,
semplicemente, non diede di s pi alcuna notizia. Da quel poco che possibile supporre, lunico
scritto di Norman Steele degno di vera attenzione sembra sia stato il suo clamoroso atto di
disgiunzione. Realt passata, finzione presente, ma in ogni caso unidea interessante.
Lanno milleottocentosettantadue, il giorno ventinove del mese di luglio in Brisbane, nel mio studio, posto al numero 54 di Doublet
Street, avanti a me si presentato il signor Norman Steele, nato a Brisbane il 26 settembre 1830, da Sally Mitchell e Ned Steele,
residente a Brisbane, 634 Howard Street, di professione agricoltore, poeta a tempo perso, il quale nella piena funzione delle proprie
facolt mentali dichiara di voler rendere esecutiva la sua ferma decisione di non vedere pi, a partire dalla data posta in calce, tutti
(nessuno escluso) i suoi parenti, conoscenti, amici o sedicenti tali. Con il presente atto di disgiunzione, il dichiarante afferma
categoricamente di recedere da ogni tipo di collegamento, adiacenza, contiguit, accostamento, contatto (epistolare e fisico in
occasione di cene per anniversari, compleanni e feste religiose, visite a musei, mostre, conferenze, vacanze, spettacoli teatrali,
incontri di pugilato e simili) con il genere di persone sopra indicato. In particolare, il dichiarante esprime la sua profonda e
irremovibile volont di non intrattenere pi alcuna relazione con i seguenti individui:
[segue lelenco di una quarantina di nomi, nda]
In virt del documento in questione, le sopra menzionate persone sono inibite, per sempre e senza possibilit di deroga, dal
perpetrare qualsivoglia tentativo di approccio (nelle forme sopra specificate e in tutte quelle immaginabili) con il dichiarante, pena

limmediata denuncia alle competenti Autorit giudiziarie. Richiesto io notaio ho ricevuto questo atto che ho letto al comparente il
quale, da me interpellato, lo approva come conforme alla sua volont. Consta di due pagine e della terza sin qui, scritte da persona di
mia fiducia ai sensi di legge, su di un solo foglio.

In fede
Norman Steele

Il notaio
John Burghley

Sparizioni reversibili, missioni fallite, percorsi interrotti


Piano Man: come riapparire completamente.
La ribalta dellandata
Il musicista senza memoria, senza passato e senza nome ritrovato nellaprile del 2005 su una
spiaggia inglese, e prontamente battezzato Piano Man (per le sue apparenti doti di stupefacente
pianista), riuscito nella considerevole impresa di sparire completamente, ricomparendo del tutto.
Sostenuto prima e poi sopraffatto dallastuta e strategica complicit dei suoi soccorritori e dei media.
Quella che segue la prima versione dei fatti. Quella che milioni di persone (sempre pi spesso
assetate di evasione, fuga e mistero) hanno trovato avvincente, romantica e irresistibile. Quella che i
media, ben consapevoli di questa sete, hanno alimentato con abilit e scaltrezza, generando ascolti,
attenzione e interesse. Salvo ricredersi, non pi complici ma accusatori, una volta smascherati dalla
loro stessa creatura.
Quando gli agenti di Sheerness, una localit marittima del Kent, ritrovarono Piano Man
identificandolo come un giovane di et compresa fra i 20 e i 30 anni, luomo indossava un elegante
abito nero e camminava scalzo. Era stordito, confuso, perso. Venne condotto nel nosocomio West
Kent Nhs and Social Care Trust per i primi soccorsi. I medici provarono a comunicare fornendogli
carta e penna. Lui allora disegn un pianoforte. Un disegno caratterizzato da incredibile espressivit.
La sua prima e unica risposta sembr suggerire un importante indizio. Luomo venne quindi portato
davanti a un pianoforte, nella cappella dellospedale, e qui cominci a suonare senza fermarsi, con
trasporto assoluto. Come un vero maestro. I medici del nosocomio gli mostrarono allora una cartina
geografica del globo. E luomo, senza esitazioni, indic la citt di Oslo. Un interprete norvegese
venne immediatamente inviato allospedale di Dartford per tentare un contatto, ma senza grossi
risultati.
I media si scatenarono in fretta. A rivelare la prima possibile identit di Piano Man fu la Bbc.
Notizie, ipotesi, avvistamenti, informazioni iniziarono a piovere da ogni parte del mondo. Il mistero
di un giovane artista, muto e sperduto, capace di esprimersi solo attraverso la musica, trovato dalla
Polizia sulla spiaggia in stato confusionale e vestito con una giacca nera da concerto, era troppo per
non conquistare tutti. Le notizie si affastellarono senza tregua per settimane: Piano Man ha disegnato
una bandiera della Svezia, Un lettore del Guardian si dice sicuro si tratti di Martin Stureflt,
pianista di 26 anni che vive tra Londra e Stoccolma, Un cittadino polacco residente a Roma rivela
che Piano Man si chiama Steven Manson, un artista di strada francese conosciuto personalmente a
Nizza, La completa assenza di etichette sui vestiti dello smemorato, lindizio significativo di un
intreccio che assume le dinamiche del giallo, A parte i problemi mentali, luomo in piena salute.
Si lava. Mangia con gusto. Ma non assolutamente possibile comunicare con lui, Pi passa il
tempo e pi sar difficile conoscere lidentit di questuomo.
Il mistero cresce, i notiziari indugiano spesso e volentieri su Piano Man con aggiornamenti,

ipotesi, servizi speciali. Lo scomparso, nel frattempo, guadagna almeno duecentocinquanta nuove
identit possibili. Ma luomo senza etichette rivelatrici sugli abiti inzuppati dalloceano, lo spaurito
ragazzo con laria da folletto che commuoveva il popolo di Internet parlando solo attraverso le note
de Il lago dei cigni, e che sembrava essere esistito ovunque, in realt non esisteva da nessuna parte.
Mentre londa di ritorno sulleclatante comparsa-scomparsa di Piano Man va inesorabilmente
indebolendosi, dopo essere stata innalzata e complicata a dismisura, lo stesso Piano Man (desideroso
pi di visibilit che di perfetto anonimato, evidentemente) si gioca il tutto per tutto. Rivelando la sua
verit. Lunica davvero plausibile. Quella di un ragazzone tedesco stanco, demotivato, depresso e
represso, ma scaltro abbastanza da recuperare terreno su quello che sembra essere stato il fallimento
della sua prima ed estrema volont di sparizione (un maldestro tentativo di suicidio), trasformandolo
in una doppia dipartita. Tattica, completa ed eclatante, capace di destare interesse e attenzione
anzich silenzio e oblio. Un rifugio ben congegnato. Un possibile trampolino per una nuova fuga. O la
ribalta per un ritorno in piena regola, inaspettato e clamoroso. Ad ogni costo.
Il fiasco del ritorno
Il vero nome di Piano Man Andreas Grassl. Il mistero della sua sparizione apparentemente
inspiegabile diventato una piccola storia, anche piuttosto semplice. Dalle dichiarazioni di
conoscenti e vecchi amici, comparsi senza eccessive premure dal suo passato, sembra che Andreas
fosse da sempre affamato di notoriet. Voleva sfondare nel mondo della Tv. In pi, una chiacchierata
(ma fino ad allora mai dichiarata) omosessualit e una poco stimolante esistenza sprofondata
nellultracattolica e bigotta provincia bavarese erano diventati un peso insostenibile. Andreas
dichiarava da sempre di voler sparire da tutto quellordine, quella tranquillit soporifera. Per
diventare qualcun altro. Per diventare famoso. A suo modo, in effetti, c riuscito.
Voleva fuggire via da Prosdorf/Stadt Waldmuenchen/Kreis Cham, minuscolo paesino a due
chilometri dal confine con la Repubblica Ceca. A quanto si dice, sembra volesse farlo a qualsiasi
costo. La famiglia di Piano Man ha attualmente affidato lintera questione ai suoi avvocati, che
spiegano come Andreas sia ancora sotto choc psicotico, depresso a tal punto da non essere in grado
di ricordare, n tantomeno di sostenere una conferenza stampa. Il silenzio diventato la sua ultima
possibilit di difesa. Il suo ultimo irraggiungibile bunker, dopo aver alimentato il mistero dellanno
con la complicit dei tabloid inglesi e di medici, psicologi e infermieri, comuni artefici della
romantica leggenda del virtuoso pianista smemorato. Curarlo ci costato 110mila sterline, si
lamenta ora dalle pagine dei giornali britannici la stessa quipe che ha abilmente preso parte alla
messinscena del pianista misterioso, spaurito e tormentato, suscitando ovunque enorme curiosit e
calamitando per mesi lattenzione dei media di ogni latitudine. Confezionata con unabilit e un
cinismo da manuale, la vicenda di Piano Man ha appassionato milioni di persone, fino a quando lo
stesso Piano Man ha rotto il suo imperscrutabile silenzio confessando di essere un tedesco figlio di
allevatori in un paesino sperduto della Baviera. A malapena capace di strimpellare con la sua
tastiera elettronica (bench il suo psicologo, nel Kent, avesse dichiarato alla stampa di averlo sentito
suonare magnificamente Il lago dei cigni di Cajkovskij). Volevano Beethoven, ma io gli ho suonato
giusto qualche nota dei Beatles, avrebbe confessato Andreas.
In molti ora, intervistati dalle stesse testate e dagli stessi network cos appassionati nei mesi scorsi
alle sue vicende, ricordano linsofferenza di Andreas verso la scuola e gli insegnanti. Era timido, ma
sicuro di s. Complessato, ma indisponente e caparbio. Criticava apertamente compagni e professori.
A sedici anni divenne responsabile di una rubrica sul giornale della scuola. La intitol Burn,
bruciare. E sul suo personale rogo finivano tutti quelli che lui riteneva ingiustamente ricchi e

famosi. Quindi, giustamente, insopportabili. Da Britney Spears a Fritz Beckenbauer. Una lunga lista
di potenziali nemici. Dopo aver tentato di fare breccia nel ristretto panorama a sua disposizione
(prima nelle selezioni per un reality show, poi come collaboratore in una radio locale, quindi come
redattore per il Bayerward Echo) un anticonformismo senza troppe prospettive spinge il futuro
Piano Man alla fuga. La prima occasione il servizio civile a cinquecento chilometri da casa. Qui,
Andreas diventa assistente in un istituto di ricovero per malati mentali e per invalidi: trentasei
pazienti preziosi, da cui carpire esperienze e assimilare silenzi, gesti e comportamenti. Il suo sogno
diventa nel frattempo andare a Parigi. Finisce invece a Porniz, paese sulla costa atlantica a cinquanta
chilometri da Nantes. Da qui si imbarca su un traghetto per lInghilterra, dove capisce di non farcela.
Sono i primi giorni dellaprile 2005. Il resto storia di Piano Man. Luomo inesistente dentro il
quale prima sparito e poi ricomparso totalmente il suo vero protagonista.
Non del tutto chiaro fino a che punto Piano Man abbia pilotato e fino dove sia stato manovrato.
Ma piuttosto evidente che Andreas Grassl, ora in autoriabilitazione e con leventuale obbligo
(decideranno gli avvocati) di risarcire tutte le spese sostenute dal nosocomio di West Kent Nhs and
Social Care Trust, sia di nuovo in Germania. Esattamente, inesorabilmente, al punto di partenza.
Destinato, con il tempo, salvo nuove iniziative, a sparire nuovamente. In un ben poco esaltante niente.
A.R.: missione incompiuta
MILANO. Lodore era forte, i vicini hanno chiamato i Carabinieri. Lodore arrivava da un box chiuso a chiave, dentro cera una
grande cassa di legno chiusa dallinterno, per quanto si capiva. Chiamato un fabbro e scassinata la cassa, comparso il cadavere
decomposto di un uomo che in quella cassa aveva costruito il suo ultimo nido. A.R., 48 anni, un uomo solitario. Perito informatico
impiegato in unazienda di San Giuliano, messo in mobilit due anni fa. Un uomo in crisi, di pochissime parole e nessuna
frequentazione. Allinizio dellestate i vicini della casa di via Ariosto 11, a Monza, lhanno visto andare e tornare pi volte dal box e
trasportare oggetti assi di legno, una sedia e lhanno sentito trafficare nel chiuso del suo garage. Stava costruendo la cassa in cui
infine si rinchiuso, per un motivo che probabilmente non sapremo mai. Erano gli ultimi giorni di luglio. A. ha avvisato unanziana zia
che sarebbe partito per le vacanze. Un biglietto con il nome di un albergo di San Benedetto del Tronto, e un numero di telefono, poi
risultato inesistente. Del viaggio non ha invece avvisato la sorella, con la quale non aveva grandi rapporti. In uno di quei giorni di
gran caldo (e di citt semivuote) A. si chiuso alle spalle la porta di casa una casa perfettamente ordinata lasciando in bella
vista sul tavolo un dvd artigianale, con dentro tutte le sue fotografie, e il titolo: Solitudine. sceso nel box, entrato nella cassa, e l
ha aspettato, seduto su una sedia fornita di cuscino. Ma che abbia aspettato la morte, non ancora del tutto sicuro. I carabinieri che
indagano sulla sua fine non pensano solo al suicidio di un uomo solo e forse anche mentalmente disturbato, ma anche allipotesi di
una sua volont di restare qualche tempo in totale, sicura e inaccessibile solitudine []. Ma se cos fosse, la sua sarebbe stata una
morte non prevista, un incidente beffardo e non voluto, nel calcolo maniacale che ormai segnava la sua vita. Perch se davvero A.
ha immaginato di rifugiarsi l dentro, ben nascosto e introvabile a chiunque, allora ha progettato e preparato tutto quello che poteva
garantirgli una sopravvivenza di almeno tre giorni. Una bottiglia dacqua minerale, due brioches. Un vasetto di yogurt, un succo di
frutta. Il walkman. Un sistema di aerazione. Lilluminazione di una lampadina, collegata a un timer regolato sul ciclo giorno-notte.
Un sistema di refrigerazione. Uno scarico per gli escrementi. Tubi e fili accuratamente predisposti perch tutto funzionasse a
dovere. Non un suicidio, dunque, ma la costruzione di un rifugio dove trascorrere alcuni giorni in pace totale. Lontano da tutto. Da
solo. In segreto. Per poi tornare alla vita ufficiale, e magari raccontare di essere stato in vacanza al mare. Ma se era questa la sua
idea, non ha funzionato. Perci gli inquirenti adesso non dicono ancora con sicurezza suicidio, e aspettano lautopsia [] per
accertare se A. ha ingerito farmaci o altro, dentro la cassa. Di certo c che dentro entrato da solo. Ha avvitato la chiusura []
con il cacciavite che si era portato, assieme alle chiavi della macchina, della casa, del box, e assieme al portafogli con denaro e
documenti, e gli occhiali da vista, per osservare chiss cosa. Un uomo preciso, metodico. E salendo su, nellappartamento al
secondo piano, a parte quel dvd Solitudine fuori posto, tutto era nel pi perfetto ordine: il copridivano, ben disteso sui cuscini. La
cucina, pulita. Il bagno, perfetto. I due computer, allineati sulla scrivania, con i fili meticolosamente allineati. I carabinieri erano
allibiti, mentre si aggiravano in quella casa in cui viveva un uomo solo, che non aveva una compagna e nemmeno un amico10.

A.R. si chiamava Ambrogio Rigamonti e leventualit che avesse realmente deciso di fingere
vacanze inesistenti rifugiandosi nel suo guscio di legno , per lappunto, uneventualit. Il signor
Rigamonti potrebbe quindi aver scelto di barricarsi per ben due volte in se stesso (psicologicamente
prima, tecnicamente dopo), con la ferma intenzione di procurarsi per qualche tempo una parentesi

definitiva, sufficientemente distante da ogni possibile contatto con il mondo e da ogni organizzabile
idea di villeggiatura. Tutto questo allinterno del suo garage. Nella sua propriet, inviolabile e
inaccessibile, fuori da ogni contatto e non disponibile alla curiosit altrui. Men che meno nel mese di
agosto. Salvo contrattempi imprevisti. Pazzesco ma plausibile. Se possibile credere senza troppe
difficolt a uneventualit del genere, rimasta in ogni caso la pi accreditata, forse altrettanto
possibile credere che il tentativo di A.R. potesse essere stato rivolto verso altri risultati. Ad
esempio, una personale, apparentemente inspiegabile (e proprio per questo, potenzialmente tattica)
ipotesi di fuga che non avesse come unico scopo la tragica ovviet di un suicidio, quanto piuttosto,
eventualmente, una sorta di rinascita personale. Ridurre la complessa operazione di allestimento di
A.R. a un fallimento nel fallimento non renderebbe giustizia a un ingegno troppo singolare nella
forma per essere cos banale e prevedibile nella sostanza. Vittime come Ambrogio Rigamonti
vengono spesso considerate terreno prevedibile. Per facilit di intenti, per deduzione logica, per
abitudine. La societ crede di conoscerle bene. il destino comune a molti cosiddetti soggetti di
minoranza. Grazie anche alla triste evidenza dei fatti, per loro non sembra esserci altra soluzione se
non quella della resa estrema. Assurda, complessa, se non addirittura indecifrabile, ma pur sempre
conclamata e definitiva. Soprattutto se, a conferma di ci, vittime del genere finiscono poi per
diventare realmente, a cause di circostante non esattamente previste, vittime tout court: cio salme
senza possibilit di equivoco.
A.R. forse era un fuggitivo segretamente motivato da intenzioni ottimistiche, e non la cavia
disperata di se stesso. Probabilmente avrebbe preferito diventare pioniere consapevole di un nuovo
progetto esistenziale, anzich un tragico esploratore intrappolato dal proprio ingegno. In qualit di
ideatore, progettista, tecnico, pilota, e magari anche sabotatore delle proprie intenzioni, la sua
prospettiva probabilmente puntava ben oltre il cancello elettrico del suo garage. Cos come le
piramidi dei Faraoni, perfettamente mascherate da tombe misteriose e inerti, sembrano puntare dritte
verso le stelle.
A.R. aveva quarantotto anni e unesistenza che appariva lastricata ovunque da una esagerata
solitudine, del tipo apparentemente non voluto, non ricercato, non ambto. Una solitudine che
sembrava inesorabilmente passiva, affrontata quotidianamente, a scadenze precise, millimetriche, in
maniera totale e rassegnata. Circostanze implacabili, ma anche ideali per motivare con forza al
cambiamento, al capovolgimento, alla rivincita. Seduto sul suo sgabello, nella sua cassa allestita di
tutto punto, il signor Ambrogio deve essere rimasto sicuramente per qualche tempo in attesa di
qualcosa. Secondo chi ha investigato sul suo caso, quel qualcosa era semplicemente la propria
fine. Una considerazione forse un po troppo sbrigativa. Di solito, il metodo standard per aspettare la
fine allinterno di un garage prevede un allestimento molto meno elaborato. Tubo di scappamento
collegato allabitacolo. Semplice, logico, efficace, non particolarmente doloroso. Risolutivo con
discreta immediatezza. Perch, invece, calcare la fine mettendo a punto una cassa di legno allestita
come se si trattasse di una specie di cronocapsula artigianale, dotata di ogni comodit (compreso
addirittura un impianto di aerazione)? Perch una scelta tanto complicata e pionieristica? Forse,
meno prevedibilmente, A.R. rimasto in attesa di qualcosa di differente dalla fine. Qualcosa di
non cos drammatico e definitivo. Qualcosa che avrebbe potuto somigliare a una possibilit. Precisa,
risolutiva. Anche se destinata a un totale (imprevisto?) fallimento.
Leventualit di utilizzare quella cassa di legno come segnale per i posteri, come una sorta di
cronocapsula, non deve aver sfiorato nemmeno per sbaglio la mente di A.R. La cassa di legno nel
garage di Monza non deve essere stata pensata per conservare qualcosa per troppo tempo. Il
paragone, non meno azzardato ma forse pi calzante, potrebbe forse essere quello con una specie di

camera di decompressione. Una parentesi preparatoria, nella quale smaltire una certa attivit
metabolica ed elaborarne unaltra, esattamente al centro fra due esperienze completamente opposte.
La vita di prima, la vita di poi. Vita terrena, sintende. Una parentesi inerte predisposta per
assicurare un passaggio temporale preciso. Per fermare le circostanze, provando ad adoperarle in
modo differente e a organizzarle secondo un piano fatto di nuovi tentativi e di progressivo
adattamento. Tentativi necessari per provare a guadagnare tempo in condizioni di estrema precariet,
forse. Perdendo il tempo che sarebbe stato necessario perdere, prima o poi. Segretamente. Secondo
una tabella di marcia precisa. Necessaria a predisporre in maniera differente tutto il tempo a venire.
Cancellando il pi possibile le tracce di quello passato.
Di sicuro Ambrogio Rigamonti ha desiderato sparire. Lo ha desiderato con motivazioni
sufficientemente forti da permettergli di allestire addirittura il progetto di uno strumento predisposto
a tale scopo. Forse di questo progetto la capsula di legno in garage era solamente uno degli elementi,
quello pi visibile e ingombrante, in un piano dazione ben pi ampio e complesso. lecito supporre
che una persona schiva e solitaria avrebbe fatto volentieri a meno di lasciare agli onori delle
cronache cittadine e nazionali il proprio cadavere in maniera cos apparentemente assurda,
confermando con ben poche possibilit di smentita lidentikit di un disadattato borderline, pazzoide,
annichilito dalla solitudine e quindi, quasi automaticamente, predisposto al suicidio vittimistico. Ma
lecito supporre anche lesatto contrario, in effetti. Considerato il fatto che il signor Rigamonti era
ritenuto da tutti una persona seria, schiva, tranquilla, rigorosa e irreprensibile (oltre che
assolutamente solitaria) il piano avrebbe potuto benissimo essere diverso. Sorprendente e spiazzante
agli occhi del mondo. Lineare, promettente e risolutivo per il proprio futuro. Forse il piano di A.R.
aveva in previsione uno o pi tentativi di isolamento estremo, per mettere alla prova sia fisicamente,
sia psicologicamente, la propria resistenza. In attesa di prove e costrizioni future. Tentativi di
reclusione forzata come forme di depistaggio. Nuovi nascondigli, sempre pi precari, magari in altre
casse provvisorie, sparse lungo un itinerario programmato e allestite chiss dove. Se possibile dare
credito allipotesi della vacanza vittimistico-alternativa, possibile anche credere che, a partire dal
suo bunker artigianale, un uomo stanco della propria vita avesse deciso di organizzarsene unaltra
secondo dinamiche e percorsi del tutto inaspettati. Che prevedevano il nascondiglio come tappa
preparatoria a una soluzione ben pi complessa: prima la sopravvivenza, poi il cambiamento, poi una
nuova esistenza. Nel frattempo la fuga, la resistenza e il nascondiglio. Cercando il pi possibile di
capovolgere le prospettive di una realt diventata ormai difficilmente sopportabile.
Lasciare qua e l le tracce prevedibili di una vita apparentemente piatta avrebbe potuto addirittura
agevolare A.R. Sottolineare con messaggi inequivocabili ed esasperati la propria solitudine (come
A.R. sembra aver fatto lasciando quel dvd dal titolo mesto e patetico) avrebbe potuto consentirgli di
pilotare lattenzione e le deduzioni altrui su conseguenze e motivazioni piuttosto prevedibili. Con
tutta la segreta libert di predisporre, nel frattempo, ben altro. Altrove e in altro modo. Seguendo
slanci personali e imprevedibili. Pianificabili con successo proprio perch del tutto inaspettati. La
noia, lasocialit, linerzia e la precariet emotiva di un uomo di mezza et, che sembrava destinato a
restare progressivamente soffocato dal vuoto compresso delle proprie abitudini, forse nascondevano
altro. Una personalit sicuramente tormentata, complessa e solitaria. E forse, inaspettatamente, anche
tenace, positiva e poco incline alla resa. Precisa quanto astuta, meticolosa quanto scaltra, silenziosa
quanto ottimista. Pi disposta al cambiamento e alla fuga, che alla rinuncia. Forse.
Dopo qualche notte passata a sgranocchiare patatine in garage, messo finalmente alla prova il suo
coraggio, la sua iniziativa e la sua resistenza, A.R. avrebbe magari svitato dallinterno le assi
portanti della sua cassa e sarebbe uscito per poi allontanarsi nel silenzio di un agosto indifferente e

meno afoso del solito. Non sarebbe passato da casa (i documenti e tutto il minimo indispensabile
necessario a scardinare con calma il suo regolare status di privato cittadino erano gi in suo
possesso). Si sarebbe allontanato a piedi, lasciando la sua Golf l dovera, in garage, ordinatamente
allineata con tutti gli altri punti interrogativi che la cassa di legno e tutte le sue possibili implicazioni
(pi la sua improvvisa sparizione dal lavoro, pi lassenza totale dal suo implacabile tragitto
quotidiano) avrebbero lasciato. Una volta fuori, avrebbe magari fatto una lunga passeggiata, fino a un
posto stabilito, a unora stabilita. Il momento perfetto in cui avrebbe probabilmente incontrato un
complice (forse, una complice). Per poi iniziare a distendere, non pi solo, non pi schiacciato dal
suo stesso peso, finalmente armato di nuove tattiche e vivaci motivazioni, una lunghissima trama di
possibilit e di eventualit.
Itinerari, procedure, nascondigli, obiettivi, tattiche, scorciatoie. Gi pronte e definite in ogni
dettaglio. Organizzate da mesi, magari da anni. O lasciate andare, in parte, senza rischiare troppo,
alle occasioni di una casualit sorprendente e avventurosa, mai assaporata prima. Con coraggio,
pazienza e puntualit allora, forse A.R. sarebbe riuscito a depistare tutti, compresa innanzitutto quella
parte di s diventata insofferente, rassegnata e prevedibile. Avrebbe seguito finalmente la traiettoria
della sua personale sparizione. Indecifrabile, invisibile, sicura. Prevista in ogni dettaglio oppure, dal
nascondiglio tattico in poi, coraggiosamente improvvisata. Qualcosa di ben pi promettente e
salvifico di un accidentale e sfortunato transito nel garage di casa. La sua dipartita. La rivincita. La
riconquista. Una fuga possibilmente positiva, risoluta e definitiva. Pronta a zigzagare, a tirare dritto
un passo alla volta o a capitombolare, in un lampo e senza intoppi, verso una nuova vita.
Note
1. M. Fini, Gli amanti di Lady M., in Epoca, maggio 1991, pp. 52-56.
2. Da <www.ondarock.it>.
3. Da <www.pinkfloydsound.it>.
4. Questa citazione rimbalza fra una serie di siti italiani cre si occupano dettagliatamente della figura di Barrett, tra cui <supersito.
interfree.it/syd.htm>.
5. Desperately Seeking Richey, in The Guardian, 26 gennaio 1996.
6. J. Burdon, Police File Stays Open On Manic Star Richey, Press Association Newsfile, 1 febbraio 1996.
7. T.J. Kaczinsky, La societ industriale e il suo futuro, Stampa Alternativa, Roma-Viterbo, 1997.
8. Cfr. <italy.indimedia.org/news>.
9. M.A. Salinger, Lacchiappasogni, Bompiani, Milano, 2001.
10. B. Giovara, in La Stampa, 24 settembre 2004.

Ringraziamenti

Per informazioni, opinioni, sostegno, ospitalit, chiacchiere, tempo e pazienza, grazie a: Anna
Maria DArino, Paolo DArino, Luisa Chiaradia, Carmela Chiaradia, Sergio Reyneri, Marco Vaval,
Luigi Bicco, Gianni Pellis, Francesco Brandi, Mirna Lelli, Stefano Lombardi, Pino Fontanarosa,
Lidia Pinporfo, Proposte srl.

Bibliografia

I testi citati fra le pagine di questo libro sono per lo pi di natura atipica, sotterranea, quando non
addirittura sconosciuta, misconosciuta e in qualche caso anche al limite della legalit. Una letteratura
comunque pi ufficiosa che ufficiale. Oltre ai testi provenienti dai siti di controinformazione e ad
alcuni classici della letteratura, che hanno offerto lo spunto per trattare di personaggi, storie e
situazioni di fuga e sparizione esemplari, una serie di altri titoli hanno ugualmente e variabilmente
influenzato le tematiche del libro. Attraverso percorsi paralleli, confinanti, sovrapposti, libere
associazioni di idee, spunti e intenzioni.

Testi di riferimento specifico, provenienti da siti di controinformazione


RICHARDS STEVE, Invisibility: Mastering the Art of Vanishing, Thorsons Pub, New York, 1982.
RICHMOND DOUG, How to Disappear Completely and Never Be Found, Citadel Press, New York,
1994.
TRAVELLIAN PETER, The Invisibile Investor, reperibile su <www.offshore.commanual/InvisibleInvestor>.

Letteratura di riferimento specifica


BURROUGHS EDGAR RICE, Tarzan delle scimmie, Mondadori, Milano, 2001.
CARROLL LEWIS, Alice nel paese delle meraviglie, Garzanti, Milano, 1975.
DUMAS ALEXANDRE, Il Conte di Montecristo, Rizzoli, Milano, 2006.
KING STEPHEN, Luomo in fuga, Mondadori, Milano, 1989.
KOSINSKI JERZY N., Being There, Grove Press, New York, 1999.
LEROY J.T., Sarah, Fazi, Roma, 2001.
LEROY J.T., Ingannevole il cuore pi di ogni cosa, Fazi, Roma, 2002.
MANZONI ALESSANDRO, I Promessi Sposi, Rusconi Libri, Milano, 2005.
ORCZY EMMUSKA, La primula rossa, Newton & Compton, Roma, 2000.
PALAHNIUCK CHUCK, Fight Club, Mondadori, Milano, 2004.
SHIRLEY JOHN, Transmaniacon, Kensington Publishing Corporation, New York, 1979.
SOUVESTRE PIERRE, ALLAIN MARCEL, Fantmas, Mondadori, Milano, 2002.
STEVENSON ROBERT LOUIS, Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr Hyde, Rizzoli, Milano, 2003.
WELLS HERBERT GEORGE, Luomo invisibile, Mursia, Milano, 1966.

Bibliografia varia
CARRRE EMMANUEL, Io sono vivo, voi siete morti. Philip Dick. Una biografia, Costlan Editori,
Milano. 1996.
CORRIAS PINO, Ghiaccio blu, Baldini&Castoldi, Milano, 1997.
HUXLEY ALDOUS, Le porte della percezione, Mondadori, Milano, 1986.
KYRLE ROGER MONEY, Il significato del sacrificio, Bollati Boringhieri, Milano, 1994.
KYRLE ROGER MONEY, Scritti, Bollati Boringhieri, Milano, 2002.
MCLUHAN MARSHALL, La luce e il mezzo. Riflessioni sulla religione, SugarCo, Varese, 2002.
MCLUHAN MARSHALL, La sposa meccanica, SugarCo, Varese, 1994.
PACKARD VANCE, I persuasori occulti, Einaudi, Torino, 1989.
THODOL BARDO, Libro dei morti tibetano, Einaudi, Torino, 1996.

Webgrafia

La rete un posto perfetto per nascondersi e sparire. un territorio immenso, apparentemente


libero e che attualmente sembra non appartenere ancora a nessuno in particolare. Un rifugio perfetto.
Ideale anche per trasmettere, trasformare, occultare notizie. Informazioni sulla sparizione in un luogo
invisibile. Quale fonte migliore? In realt, fra i molti siti consultati e scandagliati per la realizzazione
di questo libro, solo alcuni (pochi) hanno offerto fonti sufficientemente attendibili. Altri lo hanno
fatto, contribuendo ugualmente, ma in maniera indiretta. Altri ancora si sono adoperati del tutto
accidentalmente. Non esiste una scienza della sparizione. Non ancora. Cos come non ne esistono
leggi, regole e verifiche. Tutto in via di elaborazione. Al momento esistono unicamente pressoch
infinite possibilit di deriva. E almeno altrettante opportunit di approdo. Per comodit del lettore,
ricapitoliamo qui di seguito i link dei siti trattati in questo libro:
<www.skeptictank.org>
<www.offshore.com>
<www.privacyworld.com>
<www.eremiti.org>
<www.ftbcc.it/monasteroJC>
<www.damanhur.it>
<www.estinzioneumana.it>
<www.quirinale.it>
<www.escapeartist.com>
<www.fbi.gov>
<www.missingpersons.org>
<www.missingkids.com>
<www.mispers.org>
<www.chilhavisto.rai.it>
<www.goccp.com>
<www.paradisifiscali.org>
<www.alamut.com>
<www.controinformazione.it>
<www.nexusitalia.com>
<www.turismoalternativo.it>
<www.desertsurvivors.org>
<www.lachirurgiaplastica.net>
<www.god.tv>

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