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Lo studio delle lesioni nelle strutture sempre stato un aspetto molto importante nel
ripristino degli edifici, anche se troppo spesso sottovalutato.
Nella mia esperienza professionale di geologo mi trovo spesso ad essere interpellato per
risolvere problematiche pi o meno complesse ed in alcuni casi mi sono trovato a dover
decifrare situazioni ove altri professionisti avevano incontrato delle difficolt, o perlomeno
non avevano inquadrato il lavoro nella giusta direzione.
Molte volte la corretta metodologia che riguarda le tappe giuste (o step se preferite gli
inglesismi) che portano allesecuzione di un progetto viene del tutto stravolta e non
difficile essere contattati da un progettista (ingegnere, architetto o geometra) che ha gi in
mano la soluzione ed aspetta soltanto la pratica geologica da inserire nel suo progetto. In
linea di massima sappiamo tutti che si tratta dellapproccio pi infelice; eppure, troppo
spesso viene adottato per andare incontro a problemi di tempo, di responsabilit e di
parcella.
Questo approccio molto tipico di un comportamento italiano che non ci deve rendere
orgogliosi nel paragone con il resto dEuropa.
A tal proposito voglio raccontare un episodio (con risvolti costruttivi) accadutomi circa 5
anni fa.
Fui contattato da un geologo di Milano che mi aveva rintracciato attraverso il sito internet
della mia societ (www.provepenetrometriche.it) per avere un preventivo per lesecuzione
di 5 prove penetrometriche statiche (CPT) in unarea della mia citt (Macerata); gli
comunico lammontare della spesa e gli assicuro la pi ampia collaborazione per
linterpretazione della geologia della zona, avendone una concreta conoscenza. Lincarico
mi viene affidato, il geologo arriva al giorno prefissato, eseguiamo le indagini geognostiche,
vengo liquidato in 30 giorni per poi scoprire che lintervento non verr mai realizzato.
Ora spiego dove voglio arrivare: la ditta committente una nota impresa di discount tedesca
che voleva realizzare un punto vendita a Macerata; solita muoversi secondo lo schema che
segue
saperlo prima, tramite lo studio delle crepe, conduce a studiare i terreni (e le fondazioni)
con le tecniche che pi si addicono al caso specifico. La stessa lesione, per convergenza
morfologica, in determinati casi pu invece dipendere da un problema puramente
strutturale (come linsufficienza a flessione di una trave dellimpalcato, in caso di telaio
in calcestruzzo armato); saperlo prima, sempre tramite una corretta diagnosi delle
lesioni, induce ad esplorare la sovrastruttura.
Come si deduce dallesempio, iniziare con uno studio geologico (come troppo spesso
vedo fare in caso di lesioni o dissesti strutturali in senso generale) pu essere sbagliato;
in altri casi, come quello attinente al caso a monte descritto, invece corretto. Sinergia
la parola dordine, soprattutto se condita da una reciproca conoscenza dellargomento da
parte di tutte le figure tecniche coinvolte (siano essi progettisti e/o geologi).
Riassumendo, ritengo che lapproccio ad un determinato problema che preveda la
presenza di crepe o di dissesti in senso generale debba seguire alcuni passi sostanziali:
1) analisi del dissesto e comprensione del fenomeno che lha causato;
2) ricerca della soluzione tecnica dintervento;
3) programmazione delle indagini sulla scorta dellobiettivo prefissato.
Spostare il punto 3 al posto dell1 (come troppo spesso accade) serve solo a far spendere
inutilmente i soldi al committente.
Raffaele Achilli (esperto di I livello).