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Gregorianum

79, 3 (1998) 473-501

Linguaggio, simboli ed esperienza mistica


nel libro dell'Apocalisse. II.
1. La Gerusalemme
e trascendenza

nuova superamento della barriera tra immanenza

L'Apocalisse presenta, sotto il profilo letterario1,un asse di sviluppo


che, partendo dalla situazione concreta del presente per sfociare in quella
escatologica, comprende anche l'esperienza meta-concettuale, mistica,
delle realt trascendenti. E si ha uno schema in crescendo: si parte dall'e

sperienza di Cristo risorto che avviene sulla terra, nell'isola di Patmos


(1,9); si passa poi all'esperienza di Cristo e di Dio non pi situata sulla
terra, ma nella zona della trascendenza, il cielo, nel quale per c' solo
una porta aperta (Ap 4,1). Nella sezione conclusiva troviamo tutto il
cielo aperto (19,11) in permanenza (^), permettendo cos
un contatto pieno e continuato con la trascendenza. Questo movimento

confluisce, dopo la piena disattivazione del male, nella Gerusalemme


nuova: ed a questo punto che anche l'esperienza mistica dell'Apocalis
se raggiunge il suo culmine.
Con un'audacia senza precedenti l'autore inculca e vuol far condi
videre nella Gerusalemme nuova di Ap 21,1-22,5 una sua intuizione ge
niale: il superamento di quella barriera che, nell'esperienza umana usua
le, si trova interposta tra il livello dell'uomo e il livello di Dio. Nella par
te precedente del libro il superamento della barriera stato avviato dalle
particolarit linguistiche e dalle caratteristiche simboliche che abbiamo
rilevato: ci aspettiamo, ora che si tratta di inculcare la trascendenza a tut
to campo, la diminuzione la scomparsa delle anomalie grammaticali e
una maggiorazione della simbologia2.
1

Cf U. Vanni, La struttura letteraria dell'Apocalisse,


Brescia,21980,206-235.
Le strozzature
indicano quando si tratta di un soggetto trascendente
grammaticali
di esprimerlo adeguatamente nelle categorie usuali. una
Il
l'impossibilit
segnalazione.
simbolo invece pu inculcare pi direttamente, mediante
ri-creativa che
l'interpretazione
esige, anche un contenuto trascendente. Nella concretezza dell assemblea liturgica tutto
avviene
sotto
un
influsso
dello
questo
particolare
Spirito.
2

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UGO VANNI, S.I.

Seguiamo da vicino i tratti principali della presentazione, eviden


ziando gli aspetti che riguardano la nostra ricerca. La Gerusalemme nuo
va viene descritta in due fasi (Ap 21,1-8; 21,9-22,5) che si succedono con
ritmo ascendente. La prima costituisce una introduzione alla seconda3.
2. La presentazione della Gerusalemme nuova
Nella prima fase il passaggio dall'immanenza alla trascendenza vie
ne presentato e fatto comprendere, ma non ancora inculcato diretta
mente, come invece avverr nella seconda. Vediamo alcuni dettagli.
Il passaggio dall'immanenza alla trascendenza richiede una trasfor
mazione in direzione della trascendenza del mondo di adesso, inteso co
me mondo umano e mondo fisico. quanto troviamo nel primo giro let
terario della presentazione4:
E vidi un cielo nuovo e una terranuova.
Il primo cielo infatti
e la prima terraerano passati,
e il mare non pi. (Ap 21,1)
Il cielo e la terra che sono chiamati qui primo cielo e la prima ter
ra5 sono in effetti l'ambiente in cui gli uomini stanno vivendo adesso,
con tutte le implicazioni, prima fra tutte il rapporto con gli uomini: costi
tuiscono il teatro della loro storia.
La situazione escatologica di cui si parla comporter un loro supe
ramento e ci avverr sotto il segno della novit di Cristo risorto dei cui
valori tutto sar pervaso6. E il mare simbolo della sede del demoniaco
3

Oggi su pu ritenere superata la tendenza dominante alla fine del secolo scorso e
presente ancora nella prime decadi di questo a vedere le due descrizioni come dei duplica
ti dovuti a una confusione di fonti.
4
Cf per un'analisi esegetica U. Vanni, L'Apocalisse.
Ermeneutica, esegesi, teologia,

*1991(ultimaristampa1997),253-276.
Bologna,
5

ha qui il valore di una antecedenza nel tempo e si riferisce al cielo e alla


tetra della prima creazione di cui parla la Genesi. La costruzione stilistica per estremi
cielo-terra indica globalmente la totalit del creato come affermata esplicitamente
proprio all'inizio della genesi (Gen 1,1). Comprende tutto il mondo fisico e il mondo pro

uomini.
priodegli
6

nuovo

nelle 8 ricorrenze che incontriamo

nell'Apocalisse

(Ap 2,17; 3,19

direttamente
indirettamente,
a Cristorisorto.
(bis); 5,9; 14,3;21,1.2.5) sempreriferito,

Il mondo nuovo sar il mondo cosmico e


tutto improntato alla novit di
degli uomini,
Cristo, saturo dei suoi valori. La presenza di Cristo in tutto colmer i vuoti attuali. Si avr
un salto qualitativo di cui impossibile precisare tempi e modalit ma che non comporter
necessariamente
la distruzione del mondo attuale. Cf. U. Vanni, L'opera creativa nell'A
pocalisse, Roma 1993,61-75.

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che imperversa nella storia e come un suo serbatoio, non esister pi co


me tale. Sar questo mondo rinnovato che potr andare direttamente in
contro alla trascendenza. Si infatti creata una sua omogeneit con Cri
sto risorto, espressa dalla sua novit partecipata, e, tramite Cristo risorto,
si realizzata una omogeneit con Dio7.
In un secondo giro letterario si cambia immagine. L'incontro con la
trascendenza viene avvertito a livello intersoggettivit:
E la citt santa
(la) Gerusalemme nuova
(la) vidi discendentedal cielo ( )
da parte di Dio ( )
gi preparata()
come fidanzataresa(si) bella per il suo uomo. (Ap 21,2)
Viene ripreso il simbolismo globale dell'A.T. che vede in Gerusa
lemme l'espressione ideale di tutto il popolo reso santo dalla vicinanza
di Dio realizzata nel tempio.

Questa Gerusalemme nuova: si riferisce come tale al popolo di


Dio nella sua situazione escatologica, nella quale il popolo partecipa di
tutta la vitalit di Cristo risorto. Cos quella che era la citt santa, resa

tale dall'appartenenza a Dio e dalla presenza del tempio, diventa adesso,


tutta pervasa dalla novit di Cristo, la Gerusalemme nuova. La deno
minazione usuale di Gerusalemme celeste, riferita all'Apocalisse,

approssimativa. Contiene il confronto l'opposizione con il livello terre


stre come in Eb 12,22 in cui si parla del contesto di una
ma non dice il

rapporto particolare con Cristo risorto indi


cato dalla novit.
La Gerusalemme terrestre,simbolo anch'essa del popolo di Dio (cf
Ap 11,1 ss), anzich scomparire, trova una sua realizzazione ottimale al
di l e aldisopra di qualunque parametro terrestre. La nuova Gerusa
lemme, infatti,proviene direttamente dalla trascendenza, dal cielo.
Tale provenienza accentuata e personalizzata nel senso di una di
pendenza immediata e aderente da Dio: a dal cielo
viene aggiunta l'espressione

7
Quando

Anche in Paolo

accentuativa : da parte di

la novit implica un rapporto di dipendenza nei riguardi di Cristo.


coll'influsso di Cristo che comporta sar totale si avr allora

questa dipendenza

a quello della Ge
Dio tuttoin tutti(1 Cor 15,25).Questolivelloaltissimocorrisponde

rusalemme

nuova.

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Dio8: fatta da Lui e su sua misura, ne conserva tutta l'impronta persona


le. soprattutto come vedremo la capacit di amore.
La Gerusalemme nuova non rimane nella trascendenza. E vista di
scendente (: 21,2) e la discesa di cui soggetto indica
un movimento di approccio verso l'immanenza, ma l'immanenza non
pi quella di prima. costituita, al livello escatologico in cui ci trovia
mo, dalla terra rinnovata secondo quanto indicato in 21,1. Il superamento
della barriera non comporta l'annullamento dell'immanenza ma un suo
rinnovamento che la rende adeguata ad accogliere la trascendenza.
L'impronta personale di Dio si esprime nella Gerusalemme nuova

in una capacit di amore vertiginoso9: la Gerusalemme pronta per l'in


contro nuziale con Cristo agnello. Si dice di essa che gi preparata
(: 21,2a): questa preparazione ultimata corrisponde, fa
pensare10 al livello di una fidanzata gi adornata per il suo uomo

(21,2b). Dalla citt alla fidanzata: la citt viene proiettata verso la dimen
sione personale di un incontro di nozze. L'autore ha gi precisato che
l'incontro di nozze avverr proprio con Cristo-agnello.
Nella seconda parte della grande dossologia dell'alleluia Ap
19,1-8 un coro di voci immenso, comprendente il cielo e la terra, invi

ta alla gioia perch sono giunte le nozze dell'agnello e la sua donna si


prepar ( corrispondente a del nostro
testo: Ap 19,7).
* Le due
espressioni e , da parte di Dio, sono apparse tal
volta sinonime, se non addirittura tautologiche. Ma un esame pi attento porta a una spe
cificazione: la provenienza dal cielo indica che la citt non e un'utopia umana, ma che
deriva dalla trascendenza; da parte di Dio quanto meno in parallelismo progressivo
con dal cielo e indica che c', nella Gerusalemme nuova, il tocco proprio di Dio. Lo
stesso parallelismo
progressivo si trova in 2,13 quando, a proposito di Gerusalemme,
del mio Dio (
citt di Dio, si afferma che essa discendente dal cielo da
parte
torner nella stessa forma anche nella presenta
). L'espressione
zione della Gerusalemme
discendente
sposa anch'essa

( 21,10).

La triplice ricorrenza conferma l'importanza e la tipicit dell'espressione.


'
Ci corrisponde alla definizione di Dio che troviamo nel movimento

Dio amore(1 Gv 4,8.16).

giovanneo:

10

viene indicata dalla particella cc la quale, nell'uso tipico


Questa corrispondenza
indica un passaggio
mentale tra una realt trascendente e un referente
dell'Apocalisse,
umana usuale che ne veicola la comprensione. (Cf. per questa sua funzio
dell'esperienza
ne tipica nell'Apocalisse
U. Vanni, Linguaggio,
simboli ed esperienza mistica nel libro

dell'Apocalisse.I, Gregorianum,79 (1998), p. 12,Nota 18).

Qui il referente umano la fidanzata che si adornata ed pronta per l'incontro col
suo uomo. La
la solennit, la bellezza di questo incontro vogliono dare
gioia indicibile,
un'idea della situazione propria della Gerusalemme nuova. Siamo sulla linea di Is 61,10
(... come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli)
e, pi globalmente, del Cantico dei Cantici.

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E proprio la preparazione ormai completa ci sposta dal punto di ar


rivo escatologico al cammino attuato prima nel decorso della storia. L'a
bito nuziale, confezionato di lino puro e splendente, globalmente un

donodi Dio ( : 19,8).Poi pervieneprecisatoche il lino il


risultato
delleazionigiuste( )
dei santi(19,8).

Nel suo impegno concreto di ogni giorno il popolo di Dio che


visto come la fidanzata che aspira al livello della nuzialit (cfr Ap 22,17)
confeziona il tessuto dell'abito nuziale. Sar
poi Dio a conferire diret
tamente all'abito la sua bellezza e la sua qualit allo stato puro11.L'azio
ne di Dio che impegna direttamente la sua trascendenza porta cos la fi

danzata al livello della nuzialit e il tocco proprio di Dio (


: Ap 21,21) l'abilita ad amare Cristo come Cristo ama lei.
Notiamo, infatti,come l'amore tra due sposi ha come caratteristica
tipica la reciprocit paritetica. La fidanzata ormai pronta per Cristo e in
grado di amarlo con questo amore paritetico sta varcando la soglia tra
scendente dell'amore di Cristo, sta diventando la sposa, la donna. sul
filo dell'amore che si passa, cos, dal relativo dell'immanenza la si
tuazione del popolo di Dio attuale, corrispondente allo stato di fidanza
ta all'assoluto di Cristo e sar la situazione escatologica in cui il po
polo di Dio pienamente rinnovato, la Gerusalemme nuova, si trover nel
lo stato di sposa12. E l'autore, nella seconda descrizione di Gerusalem
me, ne far gustare le implicazioni.

"
L'abito nuziale allo stesso tempo, opera della fidanzata e dono diretto di Dio. Am
messa questa bipolarit di base, si possono distinguere un aspetto pi riferibile all'azione
di Dio ed la qualit di
e d splendore: ricorre 5 volte

nell'Apocalisse:
purezza
riferito, insieme a , all'abito degli angeli (Ap 15,6); detto, sempre abbinato a
, dell'abito della sposa nel contesto che stiamo vedendo (19,8); attribuito al fiume
di
viva che esce dal trono di Dio e dell'Agnello
(21,1); rapportato alla luce propria
acqua
di Cristo risorto che si auto-definisce ,( 22,16). La lu
minosit di suggerisce quindi anche una valenza cristologica. E detto infine, a li
vello umano, delle cose belle e brillanti che spariranno dalla citt di Babilonia ( Ap 18,14).
ricorre 6 volte ed attribuito, a prescindere dal nostro testo, costantemente
a soggetti esplicitamente trascendenti: il vestito degli angeli, unitariamente a
(15,6); il vestito degli eserciti celesti, unito a (19,14), l'oro della Gerusalemme
nuova (21,18bis.21).
La stoffa dell'abito, il , lino, ricorre 5 volte nell'Apoca
2 volte si trova nel nostro contesto riferito
lisse: 2 volte attribuito a Babilonia (18,12.16),
all'abito nuziale (19,8), 1 volta detto dell'abito degli eserciti celesti insieme a e
. Per lo pi si riferisce a un elemento umano. Nel nostro contesto questo aspetto
dando un'indicazione
sottolineato esplicitamente
decodificante, lo equi
quando l'autore,

paraagli attiai giustiziadei santi(19,8b).

La purezza e la luminosit si collocano, cos, sul versante di Dio, la stoffa si trova su


quello dell'uomo.
12
Uno sviluppo simile riscontrabile in 1 Cor 13,1: si afferma che l'amore in cui il
adesso sar l'unico a raggiungere, debitamente maggiorato, il livello
cristiano
impegnato
.
escatologico:

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In un terzo giro letterario si ha una parte uditiva che appartiene allo


stesso quadro simbolico di quella visiva i due giri letterari precedenti
e la
completa:
E udii
una voce grande (che veniva) dal trono
che diceva:
'Ecco la tenda di Dio con gli uomini
e metterla sua tenda con loro
ed essi saranno i suoi popoli ( )13
ed egli, Iddio con loro, sar il loro Dio"14 (Ap 21,3).
La voce che parla e che viene udita proviene dal trono, ma l'autore
non ne specifica il soggetto. Per lui l'essenziale che la voce grande
derivi dal tro
non in senso acustico, ma
per l'importanza che ha
di
sulla
Dio esercitata
conduzione della sto
no, simbolo della potenza
ria. E la menzione del trono rievoca al gruppo di ascolto il personaggio
seduto e l'esperienza mistica che ne ha fatto (cfr. Ap 4,3)15.

alla Gerusalemme nuova che


Riferendosi direttamente (Ecco...)
discende da da Dio e si colloca nel mondo rinnovato, la voce che parla la
qualifica la tenda di Dio con gli uomini. La tenda era, nell'AT, abita
zione di Dio e abitazione degli uomini, al punto da costituire anche il lo
ro luogo di incontro comune16. Si precisa che la tenda di Dio ora
con gli uomini e si insiste su questo fatto fondamentale: metter la
sua tenda con loro. L'immagine della tenda applicata alla Gerusalemme
nuova dice che essa, appunto come una tenda, costituisce un'abitazione
comune a Dio e agli uomini. Il cielo come zona esclusiva di Dio non
compare pi e non compare pi neppure la terra come zona propria degli
uomini (se non nella menzione sporadica e stereotipa dei re della terra
di Ap 21,24). Si ha, adesso, un cielo nuovo e una terra nuova nel
15
II plurale (documentato

dal Sinaitico A 046, vari minuscoli

sembra preferibile,

anchecome lectiodifficilior
a testimoniato
da 051 alcuniminuscoli,variPadri)

indica un allargamento dell'alleanza


dall'antico Israele a tutti i popoli. Tutti i
a co
popoli,
minciare dai Giudei, costituiscono attraverso Cristo il nuovo popolo di Dio in continuit
con l'antico.
14
'
ha una tradizione
L'espressione
manoscritta discussa (cff. B.M. Metzger, A Textual Commentary on the GreekNew Testa
tutto sommato sembra preferibile la lezione di A
meni, Stuttgart, 21994, p. 765-766):
quella presupposta dalla traduzione riportata , ma con una punteggiatura che salvi il va
lore
e il parallelismo con quella che precede.
dell'espressione
15
Vedi per i dettagli: U. Vanni, Linguaggio...,
79 (1998), pp. 18-21.
Gregorianum,
16
Cf. U. Michaelis,
, in GLNT, Tal, 450-463.

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senso di una piena realizzazione a tutti i livelli della novit di Cristo ri


sorto. Tale novit si riferisce sia alla zona di Dio, il cielo appunto, sia al
la zona degli uomini, la terra, e li unisce tra loro in un rapporto di reci
procit, quello indicato dalla nuzialit della Gerusalemme nuova con

Cristo-dpvlov e dalla tenda comune.


In questa coabitazione paritetica e aperta di Dio e degli uomini si
attua la formula dell'alleanza. Si insiste sulla presenza di Dio e sul suo
coinvolgimento personale: essi saranno i suoi popoli e Dio sar il lo

ro Dio e lo far proprio di persona (Egli, ).


Trovandosi nella stessa tenda, potr essere essere denominato
Iddio con loro. Acquista un rilievo particolare il fatto che Dio sia det
to, con una certa enfasi, Iddio con loro. Tale espressione viene inserita
deliberatamente dall'a. nella formula dell'alleanza17: infatti la presenza

immediata, faccia a faccia di Dio, che qualifica l'alleanza. I popoli

i
da
sono
suoi al punto
condensati nella Gerusalemme nuova18
por
tare l'impronta tipica del suo amore, e Dio si fa il loro Dio mediante il

dono e la comunicazione di s che la sua presenza nella stessa tenda


comporta. La reciprocit senza diaframmi tra Dio e gli uomini costitui
sce, cos, il culmine dell'alleanza realizzata.
La reciprocit tra Dio e gli uomini comporter la scomparsa di tutti

gli elementi negativi propri dell'immanenza,


svolgimento della storia della salvezza:

che hanno pesato lungo lo

E asciugher ogni lacrima dai loro occhi.


E la mortenon sar pi
n lamento n grido n fatica n sofferenzasar pi:
le cose di prima passarono.
E disse colui che siede sul trono:
'Ecco,
sto facendo nuove tuttele cose' (Ap 21,4-5).
il risultato di quella azione con cui Dio, seduto sul trono (Ap
21,5), porta avanti lo sviluppo della creazione e della salvezza incentran
17
Io sono il vostro Dio e voi siete il mio popolo, diffusa
La formula dell'alleanza
nell'AT, trova in alcuni testi una sua espressione suggestiva: Camminer in mezzo a voi,

sarvostroDio e voi sareteil mio popolo (Lev 26(12); In mezzo a lorosar la mia di
mora:io saril loroDio ed essi sarannoil mio popolo (Ez 37,27). Nell'Apocalissela vi
cinanza

di Dio accentuata

al punto da farne una denominazione

di Dio:

ed egli, Iddio

con loro,saril loroDio (Ap 21,31). possibileche a. si sia ispiratoa Is 7,14 e 8,8.
18
Cfr. Ap 21,13: le porte della Gerusalemme

nuova, aperte nella direzione

punticardinali,indicanol'accesso di tuttii popolialla citt.

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dei quattro

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UGO VANNI, S.I.

dole tutte sulla novit di Cristo risorto. La prima presentazione di Geru


salemme si conclude con un'esortazione al gruppo di ascolto perch sap
pia trarre nel suo presente tutte le indicazioni operative in vista del tra
guardo escatologico (cf Ap 21,4b-8).
Uno sguardo retrospettivo alla prima presentazione della Gerusa
lemme nuova conferma l'ipotesi dalla quale siamo partiti: il cielo aper
to comporta davvero la rimozione del diaframma tra il livello dell'uo

mo e quello di Dio. Si verificato un contatto diretto in tuttie tre i grup


pi simbolici che abbiamo esaminati: il cielo nuovo e la terra nuova
(21,1), la Gerusalemme nuova (21,2), la tenda comune a Dio e agli uo
mini (21,3-4a). E si hanno, nell'ambito di questo contatto diretto, due
movimenti. Troviamo un movimento ascendente dell'immanenza, del li
vello umano verso il livello divino nel cielo nuovo e nella terra nuova: la
novit come abbiamo visto l'irradiazione dei valori e della vitalit di
Cristo risorto che viene recepita nel mondo degli uomini e in quello co
smico determinando una omogeneit, una certa cristificazione. Pervaso
cos dalla vitalit di Cristo, senza elementi eterogenei e antagonisti, l'u
niverso rinnovato riceve come una spinta verso l'alto e pu stare in con
tatto diretto con Dio.

Troviamo poi un certo movimento discendente dalla trascendenza


di Dio in direzione del livello umano, ravvisabile nella Gerusalemme
nuova che scende dal cielo, da parte di Dio (21,2) ed indicata solen
nemente come la tenda di Dio, propria di Dio e fatta da Lui, con gli

uomini(21,3).

La Gerusalemme nuova simbolo del popolo proveniente


direttamente da Dio ne porta l'impronta caratteristica in una capacit di
amore di tipo cristologico qui sta la sua novit e potr incontrare
Cristo come sposo. Questa situazione nuziale la risultante dell'incontro
tra il livello trascendente di Dio e di Cristo e il livello umano.
Attraverso la reciprocit di amore tra la Gerusalemme-popolo e Cri
sto si raggiunge la piena reciprocit tra gli uomini e Dio, indicata nella

formula dell'alleanza. Tutti gli elementi eterogenei, tutti i residui opachi


scompaiono e si realizza una comunione a tutto campo.
La trascendenza e l'immanenza appaiono cos superate. Non si de
termina per una mescolanza vaga e nebulosa: Dio resta Dio e l'uomo
resta uomo. Cristo risorto che comunicando la sua novit porta Dio
e l'uomo in contatto diretto reciproco.

Tale contatto immediato e senza diaframmi comporta una situazio


ne mistica anzitutto nel senso, pi volte ribadito, di un superamento del
livello coocettuale. L'a. in effettisi esprime sempre in simboli ed possi

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LINGUAGGIO, SIMBOLI ED ESPERIENZA MISTICA NEL LIBRO DELL'APOCALISSE.

II. 481

bile interpretarli e tradurli in concetti, come abbiamo fatto". Ma rimane


sempre un residuo inspiegabile concettualmente e che viene avvertito, in
base al quale il simbolo dice molto di pi di qualunque sua interpretazio
ne. Per cogliere adeguatamente questo di pi occorrer rivivere il proces
so creativo che ha portato a. alla sua simbolizzazione.
Fanno parte di questo processo due componenti che, incrociandosi
a un certo punto dopo uno svolgimento parallelo, fanno scoccare la scin
tilla della creativit simbolica e sono da una parte l'attenzione appassio
nata che a. ha nei riguardi dei fatti della storia, della natura, dei feno
meni umani, come l'amore tra due fidanzati, la condivisione cordiale
della vita sotto la stessa tenda, ecc.; dall'altra il senso acuto che possiede

di Cristoe di Dio.

Il gruppo liturgico di ascolto al quale indirizzato il messaggio (cf


Ap 1,3) dovr ritrovare in se stesso, attivare al massimo e unire insieme
queste due componenti. Rivivr cos queste formulazioni simboliche, e, a
un certo punto, scatter in lui una pressione esplosiva che punta decisa

mente in alto. Preso e coinvolto nel fascino della novit di Cristo appli
cata alla storia, dell'amore sponsale, della presenza immediata di un Dio
che si dona, ecc., il gruppo, portato dal dinamismo del simbolo, avverte
il brivido di un certo contatto diretto con l'assoluto della trascendenza.
Sta entrando nell'ambito di un'esperienza mistica. Il livello mistico di un
contatto diretto con Dio e con Cristo, grazie al simbolismo che lo espri
me, viene non solo illustrato ma se ne sfiora anche una percezione.
Si potr andare avanti su questa linea? La seconda presentazione di
Gerusalemme fornir una risposta affermativa.
3. La presentazione della Gerusalemme sposa
3.1. La fidanzata-sposa

La seconda presentazione della Gerusalemme nuova (21,9-22,5) ini


zia con un salto di livello impegnativo che l'a. sottolinea chiaramente co
me tale. L'angelo che sta parlando20 si rivolge a Giovanni in questi termini:
"
Questa interpretazione favorita anche dal fatto che il materiale simbolico qui usa
to presenta una struttura continua . Cfr. U. Vanni, L'Apocalisse:
ermeneutica, esegesi,
teologia, Bologna, 19912, pp. 55-58.
20
L'invito a Giovanni ad accostarsi all'angelo per ricevere da lui una rivelazione par
ticolare si era gi realizzato in 17,1: E venne uno degli angeli... e parl con me dicendo:

I due testidi 17,1 e


'Vieni,ti mostrer
(fcpo, ) il giudiziodella prostituta'.

21,9 stanno in un rapporto letterario di contrasto. Al giudizio


si contrappone qui 1 esaltazione di Gerusalemme.

e alla condanna

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di Babilonia

UGO VANNI, S.I.

482

Vieni, ti mostrerla fidanzata,la sposa dell'agnello,

)
(21,9).
(
L'invito ad accostarsi esprime l'importanza particolare che viene at
tribuita a quanto l'angelo dir. E l'angelo promette di mostrare la fidan
co
zata, la sposa dell'Agnello. C' una ripresa allusiva di 21,2 dove

me abbiamo rilevato
Gerusalemme equiparata a una fidanzata
adornata per il suo uomo. L'espressione indicava l'imminenza del pas
saggio dal livello di fidanzata a quello di donna, sposa21. La giusta
posizione dei due termini dice adesso che il passaggio avvenuto. La
Gerusalemme nuova, detta allora fidanzata, viene mostrata adesso nel
la sua qualifica di sposa22.
La Gerusalemme viene detta la sposa dell'pviov ed un'attribu

zione sorprendente.
Se rivediamo infatti le caratteristiche della figura dell'pviov come
essa viene indicata la prima volta che l'autore la presenta in 5,623nessuna
di esse si riferisce alla nuzialit. La troviamo menzionata per la prima
volta nella grande dossologia dell'alleluia24:
Alleluia
poich () regn () il nostroDio l'Onnipotente!
Rallegriamoci ed esultiamo
e diamo gloria a Lui
poich () vennerole nozze ( ) dell'agnello
e la sua sposa ( ) si prepar (19,7).
Le nozze dell'agnello sono messe in parallelo con la realizzazione
definitiva del regno (... ...). Ed a livello di regno realizzato che

21
La fidanzata infatti si ed stata preparata ed ornata non per un incontro qualun
avremmo in
ma
que col suo fidanzato
esplicitamente per
questo caso
1 incontro nuziale con il suo uomo, .
22
Notare nella presentazione un manifest ed efficace crescendo narrativo: anche se
si intuisce che la fidanzata sposa si riferisce alla Gerusalemme
nuova, ci verr detto
esplicitamente solo in seguito, quando sar stato precisato il contatto con lo Spirito.
23
Cfr. per un'analisi dettagliata del
simbolico dell'pvtov
U. Vanni, Lin
quadro

guaggio...,21-28. Si trattacome di una sigla che occorrerievocareesplicitamente


ogni
volta che l'autore

menziona l'pvtov nel decorso del libro e tale rievocazione


inserisce
nel contesto in cui ricorre. Ma questa contestualizzazione
non si

esplicitamente

della nuzialit.
verificaaproposito
24

il brano 19,1-8 e merita questa denominazione


per le quattro ricorrenze di alle
luia, uniche in tutto il NT, che costituiscono il perno della sua articolazione letteraria.

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

LINGUAGGIO, SIMBOLI ED ESPERIENZA MISTICA NEL LIBRO DELL'APOCALISSE.

. 483

scatta la reciprocit nuziale tra Cristo e il suo popolo nella situazione de


finitiva propria della Gerusalemme nuova.
Il popolo si preparato per raggiungere questo livello, ma, in certo
senso, lo ha fatto anche Cristo-: Lui infatti che superando tutti
gli elementi antagonisti e riempiendo tutto dei suoi valori, della sua no
vit, ha realizzato l'instaurazione del regno. L'esplosione gioiosa e ina
spettata della nuzialit proprio alla conclusione ci dice che essa ne costi
tuisce il culmine, un punto di arrivo che si manifesta solo alla fine.
La storia della salvezza sentita come la storia di un amore indicile
che trova il suo culmine nella nuzialit realizzata: nella pariteticit nuzia
le tra Cristo- e il suo popolo si realizza il superamento della bar

riera tra immanenza e trascendenza indicato nella prima presentazione


della Gerusalemme nuova.
Ma cosa comporter viene da chiederci la reciprocit pariteti
ca nuziale tra Cristo- e la Gerusalemme nuova? Che cosa far Cri
sto- per la sua sposa e che cosa si sforzer di fare la sposa per Lui?

L'autore si impegna a far percepire, quasi a far toccare con mano


questo livello altissimo quando l'angelo promette: Vieni, ti mostrer
( 25) la fidanzata, la sposa dell'agnello (21,9). Un incontro rin
novato con lo Spirito, talmente intenso da determinare sempre simbo
licamente26 anche uno spostamento spaziale verso un monte grande
ed elevato (21,10) sottolinea l'importanza della presentazione della
sposa e il suo carattere trascendente: per poter accogliere questa presen
tazione occorre un influsso particolare dello Spirito che trasporti verso
l'alto, in direzione della trascendenza.
Notiamo che l'oggetto della presentazione dell'angelo specifica
mente questa nuzialit realizzata basata su un massimo di amore recipro
co. Ci comporta che, ad ogni tratto che gli sar presentato, il gruppo di
ascolto dovr, rivivendo creativamente il simbolo che glielo veicola, di
latare e quasi moltiplicare all'infinito quanto riesce a percepire. Lo esige
la logica di questo amore.
Nella presentazione troviamo la sposa nello stato di una reciprocit
intercomunicante con Cristo- gi realizzata. Vengono ripresi i trat

25
Le 8 ricorrenze di mostrare nell'Apocalisse
(Ap 1,1-4; 17,1; 21,9.10;
22,1.6.8) indicano sempre una manifestazione rivelativa in forza della quale un contenuto
trascendente viene posto a portata di mano di un soggetto terrestre. Qui il contenuto tra
scendente la fidanzata-sposa, il soggetto terrestre Giovanni.
26
Spostamenti spaziali di persone sono attribuiti a una forza particolare di Dio e del

lo Spirito,comenel caso del diaconoFilippo(cfAtti8,39: Lo Spiritodel SignorerapFi

lippo), Qui lo spostamento avviene in cielo, dove Giovanni si trova, opera dell'angelo
si realizza in un contatto particolare con lo Spirito (v irvepcm).

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484

UGO VANNI, S.I.

ti tipici del secondo giro letterario analizzato nella prima presentazione


(21,2). In particolare riappaiono alcuni aspetti qualificanti di Gerusalem
me: la santit, la sua origine trascendente ( ), dal cielo),
l'impronta diretta di Dio come capacit di amore di cui portatrice (
Geo). Non si dice pi che nuova. Il rinnovamento determinato
dalla partecipazione della vitalit di Cristo risorto si gi realizzato per
ch Cristo ha comunicato ci che ha di meglio alla sua sposa:

e mi mostrla citt santa Gerusalemme


discendente dal cielo, da parte di Dio ( 0eoO)
(21,10).
La nuzialit comporta una dimensione personale. La citt-sposa di
conseguenza non sar un insieme di edifici, ma una convivenza di perso
ne. L'insistenza dell'autore sugli aspetti tipici anche architettonici della

citt dovr essere riferitaalla situazione di intercomunicazione nuziale di


amore con Cristo- nella quale si troveranno gli uomini.
Vediamo le punte emergenti di questa situazione trascendente che
l'autore vuol far percepire.

3.2. La gloria di Dio luce di Cristo


La prima indicazione che ci da non potrebbe essere pi alta. Prove
niendo proprio da Dio, affine pienamente a Lui, la citt-sposa ne possie
de la realt-valore, la gloria27: Cristo risorto, unico portatore adeguato
della gloria del Padre, l'ha comunicata alla sua citt-sposa28:
essa possedeva in permanenza () la gloria di Dio (21,Ila).

27
II valore specifico di nel IV Vangelo e nell'Apocalisse,
non quello di cele
brit, ma di realt-valore.
28
Un richiamo al IV Vangelo risulta anche qui
ri
particolarmente illuminante: Ges,
ferendosi a tutti quelli che crederanno in Lui, si esprime cos: La gloria che tu mi desti la
diedi a loro perch siano una cosa sola come siamo noi (Gv 17,22). Troviamo inoltre nel
la Lettera
Efesini che presenta punti di contatto con la scuola giovannea che
agli
l'amore nuziale di Cristo per la chiesa comunica alla chiesa stessa una serie di caratteristi
che che corrispondono in maniera impressionante alla situazione della Gerusalemme spo
sa: Uomini amate le mogli come Cristo am la chiesa e diede se stesso per lei per santifi
carla (y , corrispondente a di Ap 21,10)... per potersi presen
tare una chiesa pervasa di gloria (
corrispondente ad Ap 21,11)
non avente n macchia n ruga n alcunch di simile, ma che sia santa ( 7) corri
spondente a di 21,10) e senza difetto (Ef 5,25-27).

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LINGUAGGIO, SIMBOLI ED ESPERIENZA MISTICA NEL LIBRO DELL'APOCALISSE.

II. 485

L'autore opera a questo punto un passaggio di grande interesse. Spie


gher in seguito che la Gerusalemme escatologica non ha bisogno della il
luminazione normale e naturale perch la gloria di Dio la illumin e la
sua lucerna l'agnello (21,23). Qui, dopo avere affermato il possesso da

parte della citt-sposa della gloria di Dio, a. si sposta, nel contesto della
reciprocit nuziale che sta inculcando, sul versante di Cristo:
Il suo portatoredi luce ( )2'
corrisponde() ad una pietrapreziosissima ( )
come () la pietradi diaspro che manda riflessidi cristallo (21,11).

Il portatore di luce Cristo agnello, definito lucerna ()


in 21,23. La gloria di Dio che ha comunicato alla citt-sposa vista co
me una luce che avvolge la citt e che proviene tutta da Lui30.
La gloria di Dio che la citt-sposa riceve e possiede come un

grande dono di amore da parte di Cristo-agnello. La chiesa-fidanzata


in concreto il gruppo liturgico di ascolto che accoglie e interpreta il mes
sa che
questa pienezza le compete e sar sua. Aspira a cono
saggio31
scere sempre pi il donatore di questa luce: le viene allora detto che il
portatore di luce (), situato a livello di trascendenza escatolo
29
diffusa che interpreta come splendore
della Gerusa
L'interpretazione
lemme nuova (cf Bauer-Aland,
d. Glanz s.v.) esige di essere rivista. Il termine ha di
per s un valore attivo, come mostrano le altre sue ricorrenze reperibili nell'ambito della
grecit: detto del sole, delle stelle e della luna. Anche nei LXX, dove su 9 ricorrenze so
lo quella di lEsdra 8,76 potrebbe avere il valore passivo di splendore. J. Lust-E. Eynikel

K. Hauspie interpretano
riferito
a Gen 1,14.16(ter),Dan 12,13
come luminary
secondo

l'uso greco normale; gli attribuiscono il valore di light, splendour in I Esdra


8,76 aggiungendo che si tratta di un neologismo: A Greek-English Lexicon of the Septua
gint, II, Stuttgart, 1966, s.v. E inverosimile che un neologismo di I Esdra abbia fatto pres
sione aull'Apocalisse.
Il Liddell-Scott-Jones
attribuisce soltanto al nostro testo il senso
passivo di splendour, radiance, (s.v.). Il senso attivo, suggerito chiaramente dall'uso, di
lunga prevalente nell'ambito della grecit, viene confermato ed esplicitato in Ap
fran
1,23 dove si mette in parallelo la gloria di Dio illuminante e la funzione di luce attiva
dell'agnello come lucerna ().
"La funzione di Cristo come portatore di luce trova le sue radici nel IV Vangelo do
ve Ges si definisce la luce del mondo (Gv 8,12; 9,5), la luce degli uomini, che illu
mina ogni uomo. Siccome sempre nell'ambito del movimento giovanneo, Dio luce

(1 Gv 1,5),Ges irradiasugliuominila luce propriadi Dio, che coincidecon Dio.


31

Si tratta, come abbiamo

pi volte osservato

e sottolineato,

degli ascoltatori

(ol

il protagonista
di fondodell'esperienzaliturgica
)di Ap 1,3che costituiscono
che l'autore propone nel discorso del suo libro. Il gruppo equiparato alla fidanzata (
) che animata dallo spirito invoca la presenza totale di Cristo (cf. Ap 22,17). In que
di ascolto, alla
sta sua presentazione della situazione escatologica
l'a. si rivolge al
gruppo
fidanzata e le presenta il livello di piena presenza nuziale a cui essa aspira e per cui prega.
Un'attenzione esplicita al gruppo ai ascolto ci aiuter cogliere il messaggio dell'autore in
tutto il suo rilievo.

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

486

UGO VANNI, S.I.

gica e quindi irraggiungibile adesso come tale, trova una corrispondenza


nella esperienza umana di una pietra preziosa, anzi preziosissima (tv
) come viene sottolineato32e che accende sempre di pi un desi

derio di possesso33.
Viene poi aggiunta un'indicazione ulteriore basata anch'essa come
punto di partenza su un'esperienza umana: la pietra preziosissima,
come () un diaspro che brilla come cristallo34. Il diaspro una
pietra bellissima, multicolore35, che comunica un senso indicibile di bel
lezza e di gioia. L'autore sembra avere una predilezione per questa pietra
preziosa: la metter al primo posto nella lista delle dodici pietre delle

porte (cf. Ap 21,19) e l'ha gi menzionata per inculcare l'esperienza di


retta di Dio (cf Ap 4,3). Cristo agnello ne partecipa: la sensazione di
gioia, di bellezza, quasi di ineffabilit che comunica questa pietra pre
ziosissima quando brilla, spinge in direzione di Cristo agnello a livello

di trascendenza.

La preziosit e la bellezza della pietra di diaspro adeguatamente


percepite dal gruppo di ascolto sono come un ponte tra la situazione di
adesso e la situazione escatologica futura. La chiesa-fidanzata da una
parte avverte che Cristo-agnello come suo sposo supera ogni possibilit

di rappresentazione umana attuale e si colloca nella zona dell'assoluto;


dall'altra si sente gi rapita verso di lui, presa potremmo dire nella
spirale ascendente della bellezza della pietra preziosa. Il valore simboli
co di pietra preziosissima che brilla attribuito creativamente a Cristo spo
so, donatore di tutta la luce, porta la chiesa fidanzata a un contatto con
Lui che, pur senza raggiungere il livello escatologico futuro, supera il li
mite attuale della concettualit. la sua esperienza mistica di Cristo.

32
L'autore usa cinque volte l'aggettivo di valore, prezioso riferito a
pietra: quattro volte nella forma normale (17,4; 18,12a; 18,16; 21,19) e solo nel nostro
testo al superlativo.
33
Come nella nota parabola della pietra
riferita al regno il regno tende a
preziosa
coincidere con Ges stesso che troviamo in Mt 13,45-46: qui la pietra
la
preziosa
13,45; cf. Ap 18,16). L'entusiasmo per la pietra preziosa
perla (... :
tale che chi l'ha trovata vende tutto
per acquistarla.
34
E difficile precisare il senso di { dato che l'unica ricorrenza repe
ribile nella grecit. L'indicazione
generica comportantesi come cristallo pu essere in
terpretata come brillare come cristallo, essere trasparente come cristallo (cf. Bauer
di luce e di illuminazione favorisce la prima alternativa.
Aland, s.v.). Il contesto che
parla
Possiamo parafrasare come la pietra di
che brilla come cristallo.
diaspro
3i
Il
una pietra preziosa di diversa coloratura, per lo
rossiccia
diaspro (Jaspis)
pi
(rotlich), talvolta verde, bruna (braun), azzurra, gialla e bianca; comunque nell'antichit il
nome non era limitato alla cosiddetta variet del quarzo, ma
indicare ogni pietra
poteva

si
preziosa non trasparente... forse qui
Ap 21,11
pensa ali opale, secondo altri al dia
mante (Bauer-land,
s.v. ).

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

LINGUAGGIO, SIMBOLI ED ESPERIENZA MISTICA NEL LIBRO DELL'APOCALISSE.

. 487

3.3. La misurazione della citt sposa


Una seconda punta emergente nella presentazione della sposa del
Cristo-pviou la misurazione della citt, eseguita dall'angelo che sta
parlando con Giovanni: essa simboleggia una presa di contatto aderente
da parte di Dio nei riguardi della citt. Lo strumento di misura una

canna d'oro ( , Ap 21,15). un particolare significati


vo: l'oro nell'Apocalisse si pu considerare come il metallo che mette in
contatto diretto con Dio36. La misurazione, che gi indica un contatto
aderente da parte di Dio, eseguita con uno strumento d'oro, immette an

cora pi esplicitamente nel mondo di Dio. La citt-sposa che viene misu


rata gi appartiene al mondo della trascendenza e la misurazione ne for
nisce una conferma e una esplicitazione.
Il risultato della misurazione eseguita sorprendente:
la citt posta quadrangolare
e la sua lunghezza come la larghezza.
E misurla cittcon la canna con un risultatodi 12.000 stadi:
la lunghezza e la larghezza e l'altezza di essa sono uguali (21,16).

Si tratta di una citt che poggia su quattro angoli ma l'indicazione


non vuol dare una descrizione visiva n di tecnica architettonica. Il testo
suggerisce di pi.
Tutta la descrizione della Gerusalemme in questa seconda presenta
zione un'esplicitazione della reciprocit tra Cristo-agnello e la sua spo

sa a livello di pienezza escatologica. Le immagini simboliche che la


esprimono dovranno essere ri-create interpretativamente in questa pro
spettiva, sviluppando al massimo anche gli elementi allusivi.
Veniamo al testo. I quattro angoli della citt indicano indubbiamen
te una stabilit fortissima37. Ma questa solidit dovr essere collocata
nel contesto del rapporto nuziale Cristo-chiesa. Cristo apparir allora
come la pietra angolare38 su cui poggia tutto l'edificio che , appunto,
la chiesa. In questa prospettiva Cristo si rende per quattro volte base e
sostegno determinante della sua citt-sposa.
36
Per il simbolismo

antropologico

dell'oro

tipico dell'Apocalisse

vedi U. Vanni, La

della donnanell'Apocalisse,StudiaMissionalia,40 (1991), p. 78 (Nota52).


figura
11

Anche Roma secondo Appiano era stata costruita cos: Cf. Bauer Aland, s.v.
38
illuminante a questo proposito un parallelo con Ef 2,20: ... costruiti sul fonda
essendo pietra angolare lo stesso Cristo Ges. Anche
mento degli apostoli e dei
profeti,

e su di essi i nomidei dodiciaposto


in
si
che la cittha dodicifondamenti
Ap 21,14 dice
li dell'agnello.

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

488

UGO VANNI, S.I.

La lunghezza uguale alla larghezza mette sull'avviso: si dovranno


valorizzare in pieno queste corrispondenze straordinarie.
Ma prima occorre precisare le misure: la cifra che viene indicata
circa 2.400 chilometri sposta sempre pi in alto e si apre a una dimen
sione nuova, umanamente inesprimibile e irraggiungibile: non esiste nel
la esperienza umana una citt che possa avere, anche lontanamente, tali
dimensioni.
La cifra non scelta a caso. Nella sua grandezza inapplicabile a
qualunque realt umana, essa ci riporta anche a un risvolto cristologico
preciso che situa nel tempo l'amore incommensurabile di Cristo.
Infatti 12.000 risultato della moltiplicazione di 12 12, le trib
di Israele e gli apostoli dell'agnello (cf Ap 21,12 e 14), e di 1.000, il

tempo del regno in senso attiyo, del regnare, di Cristo39


riporta allo
della
storia
della
salvezza
di
cui
la
citt
sviluppo
rappresenta il risultato.
Il popolo di Dio, espresso unitariamente dalle dodici trib e dai dodici
apostoli, stato messo in moto, portato avanti, perfezionato fino al suo
livello ottimale proprio dalla spinta che Cristo-agnello ha immesso nella
storia col suo amore. Lui che si costruito la sua citt.

Ma ritorniamo alle dimensioni indicate dalle cifre. Da esse il grup


po di ascolto viene come catapultato al di fuori di qualunque parametro
umano.
L'effetto di questa cifra umanamente impossibile non provoca la
reazione di rigetto dell'assurdo. Suscita piuttosto un senso di meraviglia
e di stupore e fa provare il brivido di un contatto con la trascendenza,
con una realt nuova, al disopra e al di l di qualunque calcolo umano.
la realt trascendente della citt-sposa.
Ma proprio come tale la citt-sposa sar pervasa dai valori di Cri
sto: anche queste sue misure dovranno avere un risvolto cristologico. In
dicheranno allora che l'amore nuziale di Cristo sar capace di modellare
la citt-sposa in una maniera che oltrepassa qualunque concezione uma
na: Cristo far la sua sposa su misura di se stesso, del suo assoluto.
E l'assoluto di Cristo soprattutto l'intensit del suo amore. Alle

dimensioni della lunghezza e della larghezza si aggiunge poi anche l'al


tezza, uguale alle altre due. Il superamento di qualunque livello umano,
gi inculcato con efficacia nelle prime due, diventa travolgente in questa
terza: non certo pensabile una citt che abbia un'altezza di 2.400 chilo
39
mondo

Cf per una spiegazione dettagliata di tutto questo U. Vanni, Regno non da questo
ma regno del mondo . Il regno di Cristo dal IV Vangelo all'Apocalisse,
Studia

Missionalia,33 (1984), 326-358.

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

LINGUAGGIO, SIMBOLI ED ESPERIENZA MISTICA NEL LIBRO DELL'APOCALISSE.

II. 489

metri! Viene quindi confermata e ribadita la indicibilit delle dimensioni


della citt-sposa. L'espressione caratteristica con cui formulata fa pen
sare a una frase simile che incontriamo in Ef 3,18-19:

... affinchpossiate comprenderecon tuttii santi qual' la larghezza e la

lunghezza e l'altezza e la profondit

con
una

,
corrispondenza aderentead Ap 21,16: t

e conoscere

l'amore

di Cristo

che supera la conoscenza, affinchsiate riempitidi ogni pienezza di Dio.

L'espressione che si riferisce alle dimensioni


testi: la ritroviamo solo in essi in tutto il NT. C',
certo contatto letterario che permette, almeno come
un testo con l'altro. In Ef le quattro dimensioni si

caratteristica dei due


di conseguenza, un
ipotesi, di illuminare
riferiscono con tutta

probabilit all'amore di Cristo verso i cristiani che essi dovranno cercare


di comprendere, anche se l'amore di Cristo per loro supera qualunque
conoscenza che essi ne possano acquisire40.
Anche nel testo dell'Apocalisse l'espressione tipica riguardante le
dimensioni si pu riferire anzich a una perfezione lambiccata dovuta
alla forma cubica41 proprio all'amore nuziale di Cristo-agnello per la

citt sposa.
Un amore che, anche qui, supera ogni conoscenza: le dimensioni
umanamente indicibili della citt-sposa appaiono come l'effetto dell'azio
ne di Cristo-agnello, il quale fa la sua citt-sposa su misura del suo amore42.

40 Il richiamo alle dimensioni


spaziali, di per s sconfinate, serve a suscitare l'idea
del battezzato, per
di una vastit incommensurabile,
che pur proposta alla conoscenza
ch egli ne
almeno l'immensit se non le esatte misure. L'immagine, del resto,
percepisca
ha una funzione retorica preparatoria all'enunciazione
di ci che essa significa. In un se
di Cristo
condo momento, infatti, 1 oggetto della conoscenza
viene precisato nell'agpe
va intesa come un genitivo soggettivo (= l'amore di Cristo per noi:
(v. 19a). L'espressione
ricchezza di Cristo (v. 8), che va compresa non solo
cf. 5,2.25) e specifica l'insondabile
'
in senso sapienziale (cf. Col 2,3: in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della
Il
salvezza
si

rive
misterioso piano divino di
scienza) ma soprattutto in senso agapico.
lato e passa attraverso l'amore dimostrato da Cristo, nel quale si cela l'amore di Dio stes
so (cf. la medesima affermazione con due soggetti diversi in 2,4 e 5,2). Esso quindi oltre
divina (cf. Fil 4,7)., R.
passa la conoscenza,
perch attinge l'incommensurabilit
Penna, Lettera agli Efesini, Bologna 1988, p. 172.
41
Questa l'interpretazione usuale, che lascia per delle grandi perplessit. Cff. per
un'idea della ricerca manifestamente artificiosa di un significato da dare a queste misure
C. BrOtsch, La clart de l'Apocalypse, Genve, 1966, p. 367.
4!
Ef 3,18-19 oltre che proiettare una luce interpretativa su Ap 21,16 acquista da que
e dal contesto prossimo in cui il cui il testo inserito una pro
sto testo dell'Apocalisse
spettiva nuova. La Gerusalemme sposa d un'idea di quella che la pienezza realizzata
diDio(T

Oeo) alla quale si tende.

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

UGO VANNI, S.I.

490

La misurazione continua:
E misuril muro di lei
144 cubiti ()
misura di uomo, cio di angelo (21,17).
Le misure in cui a. si espresso gli stadi e i cubiti- sono
desunte dall'esperienza umana e vi trovano il loro significato. Ma e
ci conferma ulteriormente la simbolizzazione esse hanno un loro va
lore, misterioso e corrispondente, a un altro livello, quello dell'angelo
che sta misurando. Se ci si arrestasse al livello umano interpretando rea
listicamente le misure indicate, non si comprenderebbe il senso vero del

la misurazione che fatta da un angelo. Per comprenderlo bisogna passa


re dal livello umano, realistico, a un livello di significato trascendente,
corrispondente a quello dell'angelo.
La spinta, gi evidente in quello che stiamo vedendo, viene esplici
tata in modo inequivocabile. L'autore si espresso in termini umani: non
c' altra possibilit di rendersi comprensibile, almeno come punto di par

tenza. Poi si costantemente premurato di superarli mediante le sua ardi


tissime spinte simboliche. Non contento, afferma ora esplicitamente che
il risultato della misurazione che lui ha indicato deve essere portato tutto
a un livello superiore a quello umano, a un livello angelico: misura di
uomo, misura di angelo43.
C' la spinta verso una dimensione meta-concettuale. un invito e
quasi un monito a lasciarsi coinvolgere pienamente dal giro del simbolo
in modo da raggiungere davvero in qualche modo il livello trascendente,
angelico, a cui appartiene la Gerusalemme.
La misurazione che prima riguardava la citt in generale (
) si riferisce adesso al muro di cinta. Le dimensioni della citt in
dicata prima non avevano come abbiamo visto un valore realistico
ma erano semplicemente un simbolo che puntava verso la trascendenza e
qualificava la citt come l'insieme del popolo di Dio. Questa linea inter
pretativa vale in pieno anche per il muro che delimita la citt nella misura

di 144 cubiti44. Il gruppo liturgico di ascolto, mantenendosi al livello di

43
II detto ha attirato giustamente l'attenzione della ricerca: Cfr. M. Tophan, A Hu
man Being's Measurement, which is an Angel's, Expository Times, 100 (1989), 217-218.
44

II cubito cfr. Galling,


K., Biblisches Reallexicon, Tiibingen, 1977, p. 204
era di due specie e poteva equivalere a cm 45 a cm 52,5. Quest'ultimo quello che si ri
trova in Ezechiele. Data la dipendenza da Ezechiele, si pu attribuire all'a. dell'Apocalis
se questa misura pi lunga: 144 cubiti darebbe allora come risultato un massimo di m.
75,6. In confronto con le dimensioni indicate pi sopra, la cifra appare sproporzionata

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

LINGUAGGIO, SIMBOLI ED ESPERIENZA MISTICA NEL LIBRO DELL'APOCALISSE.

. 491

apertura al trascendente e in direzione di Cristo che gli hanno richiesto le


indicazioni simboliche dei versetti precedenti, intuir anche qui una va

lenza cristologica sul filo del simbolismo aritmetico proposto. La cifra in


dicata 144 il risultato di una moltiplicazione: 12 12. Dato che
nei versetti immediatamente precedenti si parla delle dodici trib di Israe
le e dei dodici apostoli dell'agnello (cfr. 21,12.14), si ha la moltiplica
zione simbolica tra l'Antico e il Nuovo Testamento: il meglio, l'ottimo
dell'uno e dell'altro uniti insieme si ritrovano nella Gerusalemme sposa.
Prima a., parlando dei 12.000 stadi si riferiva al popolo di Dio visto uni
tariamente e messo in rapporto con la presenza dinamica di Cristo nella
storia che determina il risultato finale, la Gerusalemme sposa. Ora, sem

pre nella presa di atto (misurare) di quello che la Gerusalemme sposa,


si insiste sul fatto che essa risulta dalle due fasi del popolo di Dio, portate
entrambe, in un intreccio di reciprocit, al massimo esponente. Tutto que
sto sar esplicitato e sviluppato ulteriormente quando nei versetti seguen
ti l'autore metter il muro e i suoi 12 fondamenti in rapporto con le pietre
preziose e le 12 porte della citt in rapporto con le perle.
3.4. Il dono dell'oro e delle pietre preziose
L'impulso verso una percezione meta-concettuale della nuzialit tra
Cristo-agnello e la Gerusalemme si fa sentire in modo tutto particolare in
un'altra punta emergente della presentazione, in cui troviamo un intrec
cio senza precedenti tra mura, oro e pietre preziose45. H testo letto di se
guito qui insostituibile:
18 E la struttura
portante( ) del muro di essa,
diaspro;
e la citt,oro puro
corrispondentea cristallopuro ( ).

mente piccola. Il riferimento allo spessore del muro intuito da Lutero, cff. BrOtsch p.
367 toglierebbe la sproporzione, ma sposterebbe tutto il discorso su un piano troppo
realistico.
45
L'a. prende lo spunto da Is 54,11-12: ... ecco io pongo sulla malachite le tue pietre
e sugli zaffiri le tue fondamenta. Far di rubini la tua merlatura, le tue porte saranno di
carbonchi, tutta la tua cinta sar di pietre preziose. Le pietre preziose si riferiscono a Dio
e sono come un'espressione
di Lui, della sua trascendenza: Dio stesso, cos, sar il fonda
tra Dio e le
mento, l'ornamento e la difesa della citt. L'Ap. partendo da un'equivalenza

pietre preziose, elabora ulteriormente questo simbolismo riferendolo a Cristo, collocando


lo nel contesto della nuzialit Cristo-chiesa, e inculcando, tramite la bellezza gustata delle
pietre, un contatto diretto col mondo di Cristo e di Dio.

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

492

UGO VANNI, S.I.

19 I fondamentidel muro della citt


sono statiadornatidi ogni (tipo di) pietrapreziosa:
il primo fondamentodiaspro
il secondo zaffiro
il terzo calcedonio
il quarto smeraldo
20 il quinto sardonice
il sesto sardio
il settimocrisolito
l'ottavo berillo
il nono topazio
il decimo crisopazio
l'undicesimo giacinto
il dodicesimo ametista.
21 E le dodici porte,
dodici perle
e ciascuna porta
era (formata)da un'unica perla
e la piazza della citt,
oro puro
corrispondentea (come) cristallotrasparente.
Le pietre preziose esprimono, come abbiamo visto, un contatto di
retto, ultraconcettuale, con Dio e con Cristo. La loro profusione46secondo
la strutturaridondante del simbolismo usato47 vuole comunicare il senso
aggiuntivo di una abbondanza di doni nuziali che tende all'infinito.
Il superamento di qualunque livello puramente concettuale viene
indicato anche dal fatto che si parte da aspetti concreti di una citt
strutturaportante, fondamenti, porte, piazza per sfociare subito, me
diante indicazioni realisticamente impossibili, nell'ambito di un simbolo

46

L'autore ci da lista pi lunga di pietre preziose che incontriamo nella letteratura


per queste caratteristiche indicate, hanno attratto
greca. Le pietre preziose nell'Apocalisse,
notevolmente l'attenzione della ricerca: et. 0. Bcher, Zur Bedeutung der Edelsteine in

Offb21, in: KircheundBibel.FestgabefirBischofEduardSchick,Paderborn-Miinchen


Wien-Ziirich
Johannesund die Edelsteine
1979, 19-32; G. Schilije, Der Apokalyptiker
21.19
(Apk 21), StudNTUmwelt 17 (1992) 231-244; M. Wojciechowski,
Apocalypse
20: Des Titres
Cachs dans la Liste des Pierres Prcieuses, NTStud 33
Christologiques

(1987) 153-154;U. Jart,The PreciousStonesin theRevelationof St. John21,18-21,


150-81.
5124(1970)
41
Cfr. U. Vanni, L'Apocalisse...,

55-58.

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

LINGUAGGIO, SIMBOLI ED ESPERIENZA MISTICA NEL LIBRO DELL'APOCALISSE.

. 493

che tende costamente a decollare e ci riesce. Ma seguiamo il testo ripor


tato, dettaglio per dettaglio.
La strutturaportante (21,1 8a)48 della citt-sposa, quella che la
rende stabile e le permette di sussistere, l'energia di sostegno che le
viene da parte di Cristo, pietra angolare come stato suggerito poco

prima (cf. 21,16). La valenza cristologica della strutturaviene portata al


massimo esponente dal materiale di cui essa fatta e che corrisponde al
la pietra preziosissima che sopra (cf. 21,11) stata identificata con
Cristo-agnello: il diaspro. Ma non si tratta di una semplice equivalen
za: l'autore gusta e vuol far gustare lo splendore della pietra preziosa per
eccellenza, quasi volesse inculcare e far percepire il valore unico di Cri

sto-agnello che si dona nel quadro della nuzialit in cui viene collocato.
Da Cristo si passa a Dio (21,18b) come viene indicato dall'oro che
nel simbolismo dell'Apocalisse costituisce il metallo proprio di Dio. Es
sendo tutta pervasa dalla vitalit trascendente di Cristo, la citt tutta oro
puro (21,18b) pervasa da una presenza di Dio che si comunica diretta

mente e senza limiti: per esprimere e far gustare questa comunicazione


trascendente l'autore oltrepassa anche qui la soglia della concettualit.
L'oro puro di cui fatta la citt e che simboleggia una continui
guit aderente tra la citt e Dio ha un risvolto particolare nell'esperienza

umana. Se ogni riferimento all'oro porta, nell'Apocalisse, direttamente


indirettamente, nella direzione di Dio, qui il caso particolare: l'oro il
migliore possibile, oro puro ( ) che corrisponde49
al cristallo pi bello, il cristallo puro ( ). Anche se l'oro e
il cristallo potevano essere abbinati50,l'oro non possiede, nell'esperienza
ordinaria, la brillantezza trasparente del cristallo: un oro tutto particola
re, un super-oro. Con questo l'a. accentua il riferimento a Dio e lo vuol
far gustare: la citt tutta oro una citt tutta Dio, un Dio che, nella sua
immediatezza, comunica quel senso di gioia stupita che darebbe l'oro
trasparente e brillante come cristallo puro, il cristallo pi bello. Solo
una citt tutta pervasa di Dio pu essere degnamente la sposa dell'agnel
lo: la presenza comunicante di Dio, il tocco proprio di Dio saranno av
vertibili nella capacit di amore comunicata alla citt.

48
questo il valore del termine raro : non ricorre mai altrove nel NT e nei
D. Einbau, wohl auch d. Unterbau (Bauer-Aland,
s.v.).
49
ha qui il valore di che, come abbiamo rilevato, media tra una realt tra
scendente e una esperienza umana che permette di farsi un'idea della realt trascendente.
fa tanta
la citt
Qui la realt trascendente
pressione
sposa tutta compenetrata di Dio
da portare a un'idealizzazione
del referente umano.
50
Come in Giob 28,17 LXX:
,
LXX:

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494

UGO VANNI, S.I.

Si realizza cos, in questa reciprocit a tutto campo, quanto l'autore


affermer subito dopo in termini realistici, quando noter l'assenza di un

tempio nella citt-sposa e il fatto sorprendente che il Signore Dio l'on


nipotente il suo tempio e (lo ) l'agnello (Ap 21,22)".
La spinta verso una esperienza della trascendenza continua e si ac
centua. Da Dio si passa di nuovo a Cristo. Illustrando un altro aspetto
della citt-sposa, i suoi fondamenti, l'autore riinterpreta e sviluppa Is
54,12, e, identificando i dodici fondamenti della citt con dodici pietre
preziose, conferisce a tutta la citt una dimensione di trascendenza, se
condo, appunto, il simbolismo tipico delle pietre preziose: I fondamenti
del muro della citt sono stati adornati di ogni tipo di pietra preziosa
( ): viene inculcata una trascendenza a tutto campo,

orientata decisamente verso Cristo-agnello, sposo della citt52.L'a. ha gi


identificato sopra Cristo sposo con la pietra preziosissima, il diaspro
(21,11). Enumerando e specificando adesso le dodici pietre preziose che
costituiscono i fondamenti della citt mette al primo posto la stessa pie

tra preziosa, il diaspro: il primo fondamento il diaspro (21,19a) indi


cando con ci una equivalenza tra il primo fondamento e Cristo sposo.
Se il primo fondamento equivalente a Cristo, lo saranno ugualmente
anche gli altri, data la continuit omogenea del simbolo la pietra pre
ziosa che li esprime.

Ammessa la valenza cristologica del simbolismo delle pietre pre


ziose, viene da chiedersi che cosa l'a. voglia inculcare. M. Wojciechow
ski ha proposto di vedere nelle dodici pietre preziose dodici titoli cristo
logici nascosti53, ma sembra preferibile, secondo lo stile di tutta la pre
sentazione della Gerusalemme un'interpretazione cristologica pi globa
le. La ripetizione martellante delle pietre preziose, sempre tali ma ciascu

51 II
tutto particolare nell'Apocalisse.
In
tempio assume un rilievo teologico-biblico
dica quel contatto diretto con Dio che si realizza nella chiesa sia al livello attuale, sia a li
vello escatologico come qui. Cfr per tutta la problematica relativa A. Spatafora,
Frotn the
a Tempie. A Biblical Theological
Tempie of God to Goaas
Study of the Tempie in the
Book of Revelation, Roma, 1997.
52
L'a. ha affermato prima che il muro di cinta della citt ha dodici fondamenti e su

di essi i dodicinomidei dodiciapostolidell'agnello:ora precisache,al di l degli apo


stoli, c' Cristo stesso.

Siamo sulla lineadi Ef 2,20: i cristianicostruiti


sul fondamento
degliapostolie dei

profeti, essendo la pietra angolare la stesso Ges Cristo (Ef 2,20), si ritrovano tali al li
vello escatologico indicato dalla citt-sposa.
53
Cf. M. W oiciechowski,
21.19-20: Des Titres
Cachs
Apocalypse
Christologiques

dans la Listedes PierresPrcieuses,NTStud33 (1987) 153-154.1titolicnstologicicosi


ragionati rischiano di spostare dal livello simbolico a un livello di ragionamento minuto,
che il contesto non sopporterebbe. Il Cristo trascendente che l'a. vuole esprimere supera
anche i concetti cristologici pi elaborati.

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LINGUAGGIO, SIMBOLI ED ESPERIENZA MISTICA NEL LIBRO DELL'APOCALISSE.

II. 495

na diversa dall'altra, inculcano, fanno sentire e quasi toccare con mano


la ricchezza ininvestigabile di Cristo (Ef 3,8), come pure il fascino
sempre identico e sempre nuovo, trascendente, del Cristo-sposo.

C' un'altra considerazione da fare. Lo sposo dona alla sposa i doni


migliori che pu come segno del suo amore. Data l'inquadratura iniziale
di tutta la seconda presentazione della fidanzata in quanto sposa dell'a
gnello, ci aspettiamo in ogni tratto della citt un risvolto nuziale. Le pie

tre preziose, in tanta abbondanza e variet, indicherebbero allora il dono


nuziale trascendente, il meglio di se stesso, che Cristo-agnello regala alla
sua sposa.
Dopo i dodici fondamenti si passa alle dodici porte. Il riferimento
cristologico che ci aspettiamo viene suggerito dal fatto che Ges nel IV
Vangelo si definisce la porta, l'unica porta54.Ma soprattutto l'identi
ficazione con le perle equivalenti alle pietre preziose55 che orienta
decisamente verso Cristo-agnello, dato che il simbolo delle pietre prezio
se nel contesto che stiamo esaminando si riferisce costantemente a Lui. E

il riferimento
spingein alto:le dodiciporte,dodiciperlee distributiva

mente () ciascuna porta dall'unica perla.


L'autore ha gi parlato delle porte della citt, abbinandole ai dodici

fondamenti corrispondenti ai dodici apostoli dell'agnello. Ci ha detto che


la citt ha dodici porte: su ciascuna c' un angelo segno di trascen

denza e i nomidelledodicitribdi Israele(21,12).

Si entra nella citt passando obbligatoriamente per Israele come si


gode della sua stabilit grazie ai dodici apostoli dell'agnello. Ma i dodici
apostoli non sono circoscritti a se stessi, n alla loro funzione: mettono
in contatto con Cristo-agnello che l'unico fondamento.
Analogamente le dodici trib di Israele permettono di entrare nella
citt una volta che sono venute in contatto con Cristo: allora che le por
te diventano perle. E proprio per spingere al massimo il riferimento a
Cristo l'autore aggiunge che le porte, distributivamente dodici, in effetti
derivano dall'unica perla. E l'unica perla Cristo.
Il discorso simbolico esercita una pressione tutta particolare: senza
il riferimento esplicito a Cristo risulterebbe inintelligibile e, addirittura,
contraddittorio. Non ammissibile, infatti, nell'esperienza umana usua
54
Cf. Gv 10,7: Io sono la porta delle pecore...; Gv 10,9: Io sono la porta: se uno
usa che indica particolarmente la
entra attraverso me sar salvo.
L'Apocalisse
s.v.). equivalen
porta di ingresso del tempio, di palazzi, di una citt (cf. Bauer-Aland,
te a ,
in un senso pi generale.
porta,
"
ricorrono sempre abbinate alle pietre pre
le perle ()
Nell'Apocalisse

ziose (17,4; li 12-16).

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

496

UGO VANNI, S.I.

le, che delle porte equivalgono a delle perle lo stesso discorso vale in
e molto meno che
proporzione per le pietre preziose come fondamenti
tutte queste perle derivino da una perla sola. La presenza di Cristo-agnel
lo che si comunica e si dona esercita un'attrazione tale da forzare il giro
usuale delle immagini usate portando a un contatto diretto con Lui: ed

questo contatto che da senso al discorso.


Un'ultima osservazione: le perle, come pietre preziose, si riferisco
no a Cristo ma di fatto si trovano inserite nella strutturadella citt. La

le fa sue e le
citt-sposa
potremmo dire
possiede, al punto che di
ventano parte di essa. La citt-sposa appare cos tutta perfusa dalla ric
chezza trascendente di Cristo.
Notiamo che l'autore non dice mai esplicitamente56 che le pietre

preziose e le perle si riferiscono a Cristo. Non procede per via di ragio


namento. Fa sentire e gustare questa corrispondenza instillandola, me
diante quest'accumulo
di immagini, nel gruppo liturgico di ascolto il
quale si trova poi, quasi con sua sorpresa, in contatto diretto con Cristo.
L'ultimo dettaglio che l'autore illustra la piazza della citt, il luogo
dove si realizza il massimo di convivenza e di condivisione. E nella piazza

c' Dio. La piazza, tutta oro puro corrispondente a cristallo trasparente


riporta esplicitamente alla esperienza diretta fino al possesso di Dio. Anche
qui da notare che se l'oro con queste caratteristiche particolari si riferisce

a Dio e lo vuol far sentire, la citt che lo possiede perch la piazza la sua.
L'oro come abbiamo visto pi volte il metallo di Dio, quel
lo che mette in contatto diretto con Lui. Le attribuzioni eccezionali con
le quali viene qui qualificato oro puro come cristallo trasparente
21,21 suggeriscono un'idealizzazione altissima dell'oro. il massimo
di oro che si pu avere. il massimo che, sempre come dono nuziale di
Cristo, la citt sposa possiede. C' davvero una intercomunicazione ver
tiginosa tra Cristo, Dio e gli uomini, simboleggiati dalla citt-sposa. Il
gruppo liturgico di ascolto quasi tocca con mano dove arriva la nuzialit
realizzata tra Cristo-agnello e la citt sua sposa.
L'autore conclude la sua presentazione con una serie di riflessioni
esplicative che tendono a qualificare la nuzialit tra Cristo-agnello e la
sua sposa (21,22-22,5) evidenziandone le implicazioni. Ritorna anche al
discorso simbolico e in certi punti si fa particolarmente suggestivo, ma il
livello non pi cos intenso e coinvolgente.
56
Come fa invece Paolo quando, ad esempio, in Cor 10,4 parlando della roccia spi
rituale che seguiva il popolo di Dio nel deserto e lo abbeverava, aggiunge poi esplicita
mente: La pietra poi era Cristo (1 Cor 10,4).

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

LINGUAGGIO, SIMBOLI ED ESPERIENZA MISTICA NEL LIBRO DELL'APOCALISSE.

. 497

Viene notata l'assenza di un tempio (cf Ap 21,22) ma non sorpren


de perch ecco la spiegazione della nuzialit con le sue implicazioni
la comunione che si realizza tra la citt
sposa e Dio tramite Cristo
ne
rende
la
La
luce
di questa terra il sole e
agnello
presenza.
superflua
la luna superata da questa nuova realt: Dio stesso illumina la citt e

la lucerna di essa l'Agnello (Ap 21,23).


Infine la nuzialit realizzata tra Cristo-agnello e la Gerusalemme
sposa immette quest'ultima nel giro trascendente di una condivisione di
vita trinitaria. Un unico flusso di vita pervade la citt: il fiume di ac
qua di vita, brillante come un cristallo, che esce in continuazione dal tro
no di Dio e dell'agnello (22,1). Si parla ancora di trono, ma non si ha
il
pi il personaggio seduto su di esso: il trono
primo elemento che

Giovanni ha notato in cielo (cf. Ap 4,2)


a questo punto non pi sim

bolo degli impulsi che determinano lo sviluppo della storia. Detto per la
prima volta trono di Dio e dell'agnello (22,1) simboleggia con tutta

il dono dello Spiritoche,procedendodal Padree dal Figlio,


probabilit

pervade tutto e tuttidella sua vitalit57.


Il gruppo di ascolto che gi possiede una comunione di base con la
vita trinitaria e lo sa, a questa presentazione sente attivare dentro di s il

codice del suo non ancora, del suo punto di arrivo e avverte un risuc
chio che lo spinge verso di esso.
La nuzialit tra Cristo e il suo popolo il culmine dell'esperienza
mistica dell'Apocalisse.

4. Riflessioniconclusive
Se diamo ora uno sguardo al lungo cammino analitico percorso,
emergono in sintesi alcune puntualizzazioni.
Occorre rilevare anzitutto un fatto di carattere generale: il contatto
diretto con la trascendenza per l'Apocalisse un fatto irrinunciabile e si
collega con l'incarnazione. Dio venuto in contatto con l'uomo tramite
Cristo che mise la sua tenda in mezzo a noi (Gv 1,14) e l'uomo, sem
pre tramite Cristo, raggiunger il livello trascendente della tenda di Dio

con gliuomini(Ap 21,3).


57

punto di partenza per questa interpretazione rappresentato da Gv 7,39 dove si


afferma, parlando di Ges, che dal suo seno scaturiranno fiumi di acqua viva e l'acqua
viva viene riferita esplicitamente
allo Spirito. Qui l'acqua
viva, con la sua luminosit

escatologica(brillantecomecristallo),derivadal tronodi Dio e dell'Agnello:si tratta


allora viene spontaneo concludere dello Spirito che procde
et du Fils, C. BrOtsch, La clart..., p. 381.

ici nettement du Pre

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

498

UGO VANNI, S.I.

dalla trascendenza all'immanenza e vi


Questo doppio passaggio
ceversa non solo accolto come un fatto di fede ma viene in certo
modo percepito anche come un'esperienza diretta.
L'ambito privilegiato in cui si realizza tale esperienza quello del
l'assemblea liturgica in atto. l che il gruppo di ascolto (cf Ap 1,3)
spinto a mettersi in contatto con Cristo risorto, a ravvivare il suo senso di
Dio, ad associarsi a Cristo-agnello, per poter poi assaporare la meraviglia
della Gerusalemme fidanzata e sposa.
Non un'esperienza facile. L'autore non indulge come faranno le
Apocalissi tardive a descrizioni fantasiose dell'aldil o, pi in generale,
della figura di Dio e di Cristo. Ha una consapevolezza acuta del livello
dell'uomo e di quello di Cristo e di Dio e non si sogna mai di scambiarli;
ma ostinatamente convinto che un movimento coinvolgente tutto l'uo
mo nella direzione di Cristo risorto e di Dio non solo possibile ma

addirittura
irrinunciabile.

Per farlo realizzare all'assemblea


liturgica a cui indirizza il suo
messaggio ricorre alla mediazione del linguaggio e del simbolo. Quando
l'a. vuole spostare il gruppo dei suoi ascoltatori dal livello usuale a quel
lo di una qualche percezione diretta di Cristo e di Dio conferisce al lin
guaggio e al simbolo un senso aggiuntivo. Il vuoto interpretativo addi
rittura le tensioni linguistiche e simboliche insolubili che altrimenti si

realizzerebbero spingono il gruppo di ascolto a fare un salto oltre il livel


lo della concettualit.
Il salto avviene esplicitamente nella direzione del trascendente e
l'a. lo suggerisce anche in una direzione demoniaca. Senza ricorrere a
facili fantasmagorie mitologiche che l'ambiente culturale ellenistico in
cui viveva gli forniva in abbondanza, l'a. inculca la metarazionalit del
demoniaco che si insinua di fatto nelle strutture umane ricorrendo so
prattutto al simbolismo dei numeri. Ma soprattutto in direzione di Cri
sto e di Dio che viene avvertita la spinta della metaconcettualit. Non si
risolve mai in un decollo in verticale, ma comporta costantemente un
aggancio con il vissuto dell'uomo: cos il Cristo risorto, nella prima par
te, una voce veduta ma che parla all'assemblea
liturgica, trasfor
mandone i connotati morali. Nella seconda parte, Dio percepito sul filo
dell'esperienza delle pietre preziose, il personaggio seduto sul trono
che, come tale, determina lo sviluppo della storia. Il Cristo-agnello rag
giunto attraverso la spinta meta-concettuale della sua posizione in piedi

come ucciso (5,6) ha la totalit dell'energia messianica che gli permet


te di superare tutto il male della storia e la totalit dello Spirito di dona
re agli uomini.

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

LINGUAGGIO, SIMBOLI ED ESPERIENZA MISTICA NEL LIBRO DELL'APOCALISSE.

II. 499

Nella sezione conclusiva della seconda parte si alza il livello di per


cezione della trascendenza di Dio e di Cristo e quella del referente uma
no a cui si aggancia. Dio corrisponde all' oro puro come cristallo tra

sparente (Ap 21,22), Cristo-agnello come pietra preziosissima (Ap


21,11). Dio imprime a tutte le cose la novit di Cristo e Cristo-agnello
trova un massimo di relazionalit nella sua nuzialit con Gerusalemme.
Il linguaggio e il simbolo, che hanno sempre nell'Apocalisse un lo
ro dinamismo tipico, acquistano una potenzialit particolare quando si ri
feriscono a soggetti trascendenti. Proprio in questi casi quelli che ab
biamo esaminati costituiscono un'esemplificazione ampia, ma non la to
talit sia il linguaggio che l'espressione simbolica provocano il sog
getto interpretanteche legge ascolta con una spinta aldil dello sconta
to e, addirittura, oltre la soglia della logica e della razionalit. Il soggetto
interpretante non pu rimanere inerte e neppure soltanto passivo. Dovr
coinvolgersi creativamente raccogliendo la pressione multipla che il lin

guaggio e il simbolo esercitano su di lui. Sar cos in grado di cogliere


quel di pi, quel senso aggiuntivo che sia il linguaggio che il simbolo gli
veicolano. L'autore, che si preoccupa in modo particolare di questo pas

saggio dal senso usuale a quello aggiuntivo, si da premura di inserire tra


l'uno e l'altro la particella come oppure l'aggettivo equivalente
con
col valore di corrispondente a
quella funzione di cer
niera che abbiamo rilevato.
Non solo. Proprio queste arditezze espressive che sembrano oltre
passare ogni limite oltre che comunicare un senso aggiuntivo specifico
riguardante i singoli soggetti trascendenti, tendono a produrre nel sogget
to interpretantecome una dilatazione interiore, un risucchio verso l'alto,
aprono in lui degli spazi nuovi. Se il soggetto interpretante recepisce
adeguatamente queste spinte, si scoprir capace di una sensibilit lettera

ria duttile e nuova, in grado di cogliere e sviluppare anche gli aspetti al


lusivi. Cos viene attivato quel processo interpretanteri-creativo che per
mette di cogliere e rivivere il messaggio in tutta la sua portata. L'a. che,
secondo la pseudonimia apocalittica, si esprime sempre in prima persona
comunica una sua esperienza mistica e tende a coinvolgervi il lettore e

gli ascoltatori.
La dimensione mistica nel senso indicato di un contatto meta-razio
nale con Cristo e con Dio, con tutte le implicazioni riguardanti l'assem
blea liturgica come soggetto interpretante, attraversa tutto il libro con il

crescendo manifesto che abbiamo rilevato dalla prima alla seconda parte
e, nell'ambito di quest'ultima, dalla sezione introduttoria a quella conclu
siva. una componente irrinunciabile: senza di essa l'Apocalisse non sa

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

500

UGO VANNI, S.I.

rebbe pienamente tale. I grandi protagonisti privi di quel senso aggiuntivo


con le sue implicazioni che conferisce loro la dimensione mistica percepi
ta e sviluppata risulterebbero appiattiti. Avremmo Dio e Cristo con il loro
un formato ridotto.
mondo trascendentee perfino il demoniacoin

Per cogliere adeguatamente la dimensione mistica indispensabile


lo abbiamo visto che il
soggetto interpretantesi lasci prendere e tra
dalla
del
linguaggio e del simbolismo. Viene da chie
sportare
pressione
dersi: praticabile un tale coinvolgimento senza una qualche comunione
di vita e una condivisione di fede in sintonia con l'autore (cfr. Ap 1,9)? E
difficile dare una risposta. Ma si pu comunque osservare che una condi

visione di fede genera nel soggetto interpretanteun codice interpretativo


potenziale che poi viene attivato dal linguaggio e dal simbolo.
Notiamo, infine, che un messaggio come quello dell'Apocalisse
che, pur senza mai negare la logica e la concettualit, tende costantemen
te a oltrepassarle di viva attualit. Se vero che il cristiano del futuro
sar fondamentalmente un mistico58, l'Apocalisse
misura rilevante a renderlo tale.

potr contribuire in

Ugo Vanni, S.I.

RSUM
Faisant suite la premirepartie (Gregorianum 1998, 5-28), l'article tu
die le rapportentrele language, les symboles et l'exprience mystiquede l'Apo
calypse qui a lieu ciel ouvert (19,11) dans la prsentationde la Jrusalem
nouvelle (21,1-22,5).
Le ciel nouveau et la terrenouvelle (21,1) sont tels parce que envahis de
la vitalitdu Christressuscit; ils constituentle milieu dans lequel se situe la J
rusalem nouvelle, comme l'ensemble du peuple de Dieu au niveau eschatolo
3
C' una famosa espressione di Karl Rahner: 'Il cristiano del futuro sar un misti
uomini restano sempre gli stessi.
co non sar'. Non porrei obiettivi tanto alti,
perch gli
Saremo anche deboli, non diventeremo tutti mistici. Ma quel che vero di questa afferma
zione che il cristianesimo condannato al soffocamento, se non riscopriamo che cosa si

in cui la fedesi cala nellaprofondit


della vitadi ciascunoe
gnifical'esperienzainteriore,
in essa ci guida e ci illumina. La pura azione e la pura costruzione
no. La riflessione sulla semplicit, sull'interiorit e sulle forme di
nale e sovra razionale molto importante, J. Ratzinger,
Il sale
mo e Chiesa cattolica nella svolta del millennio. Un colloquio con
lo Balsamo, 1997, p. 301.

intellettuale non basta


extra razio
conoscenza
della terra. Cristianesi
Peter Seewald, Cinisel

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

LINGUAGGIO, SIMBOLI ED ESPERIENZA MISTICA NEL LIBRO DELL'APOCALISSE.

. 501

gique, toute entire faite la mesure de Dieu. Elle est la tente commune de
Dieu et de l'homme. Ce niveau de communionentreDieu et les hommes est sp
cifi dans la seconde prsentation (21,9-22,5), o Jrusalem est la fiance,
l'pouse de l'Agneau (21,9). Elle possde la gioire de Dieu (21,10-14) comme
don d'illuminationde la part du Christ(en interprtant
de 21,11 au sens
actif). Ce don, en analogie avec ce qui avait eu lieu au sujet de Dieu en 4,3 est
percu comme pierre trs prcieuse (21,11); les mesures de la cit pouse
(21,15-21), rapporteau Christ,explicitentqu'elle est toute entirefaite la me
sure de l'amour du Christ; la profusion de l'or et des pierres prcieuses, qui
constituentla structureportante de la cit, fait percevoir combien Dieu et le
Christse donnenten partage la cit pouse.
En conclusion on souligne combien le contact avec la transcendance est
fondamentaledans l'Apocalypse o il est vu comme un dveloppement de l'in
carnation: le Verbe qui fut chair et a habit parmi nous (Jn 1,14), mne la
demeure de Dieu avec les hommes (21,3). Evitantles descriptionsfantaisistes,
l'auteur s'efforced'aider 1'interprte
des agents de l'histoiredu salut Dieu as
sis sur le trne,le Christqui parie et le ChristAgneau dpasser la pure ra
tionalitconceptuelle, en ayant recours des enflureslinguistiqueset surtouten
dveloppant l'expression symbolique. Une perceptionadquate du sens addition
nel par rapport l'expression conceptuelle, qui s'atteinten accueillant la provo
cation du language et en interprtant
les symboles de fa9on creative,est indispen
sable pour comprendrele sens et l'actualit de la mystiquede l'Apocalypse.

on Mon, 26 Jan 2015 13:05:33 PM

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