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La Ballata del

Cavalier
Bertrando

-Protasi o introduzione alla MusaNarratore:O splendida Musa ben dimmi ors dunque
Se il sangue versato in battaglie lontane
Attragga pi luomo e la donna qualunque
Piuttosto che burla di gesta nostrane,
Poich mia intenzione narrare la storia
Di un giovane goffo per baldanzoso
Che in cerca di fama e di fulgida gloria
Di cibi e di vino fu spesso bramoso
Non abbiaten male se tal frivolezza
In questo poema io vado cantando,
Tu meglio di me sai carnal debolezza
Qual serpe fra gente saggira celando
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Sue insidie e suoi mali che fanno tremare,


Ed il solo modo in cui si pu fermare,
Eparlarne per far uscire a scoperto,
La forma pi orrenda di cui sono certo,
E qual miglior modo se non un esempio
Di uomo vizioso e puranco empio
Che segue suoi istinti pi bassi e meschini
Credendo lui invece di esser un puro
E di esser a Dio fra quelli pi affini,
Intanto che sbraita qual pare un mulo.
Ma certo non solo questo l mio intento,
Io voglio descriver invero l cammino,
Di un uomo comune e dello insegnamento,
Che costui apprende varcando il confino
Che c fra arroganza e lo pentimento,
Scoprendo stupito e abbagliato perfino,
Che fra le sconfitte e le tentazioni
Esiste purancol Dio defanulloni.
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-Comincia la storiaNarratore: Laggi nella nebbia ,in mezzo allo bosco


Un tale cavalca preso da pensieri,
Ancor lo suo nome per voi sar fosco,
E pur le sue arti ,destrezze o mestieri,
Ma par chesso segua cammino assegnato
Da qualcun che l laveva mandato;
Di fatti costui guadatolo un fiume,
Di fronte ad un bivio per statuir tragitto,
Non potendo usar lo solo suo acume,
Trae fora da sacca uno manoscritto:
Deciso il da farsi ,intrapresa la via,
Lo tale vien colto da dolce pazzia,
Poich dopo intensa e protratta fatica
Ei scorge una casa probabile amica:
Che fosse codesta la meta agognata
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Per cui la sua mappa pri avea consultata ?!


Ancora di questo voi siete allo scuro,
Per cui continuiam a scrutare il figuro.
Decisosi adunque ad entrar la bicocca
Costui batte porta con fervente nocca
Ma quello rumore crea tale sgomento
Che tutta si scote famiglia di dentro,
Poich su lo fuoco cocea uno cappone,
Bene assai prezioso per quattro persone..
Ma una bambinetta sincera ed illusa
Discosta la porta che pria era chiusa,
Levando lo perno porta cos aiuto
Al buon Cavalier ,per sconosciuto;
La donna poi visto quellintruso armato
Un urlo starnazza con far disperato.
Bertrando :Scusate il disturbo, non mal mi
vogliate,
Son mite persona , timor non abbiate.
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Narratore:Condottolo indentro la giovin pulzella


Invita lo baldo a placar le budella,
Poich tradizione di umil borgata
Placare la brama di bocca affamata:
Brandita una coscia di bestia nostrana
S ben la maneggia che par Durlindana
E per risarcir del lauto banchetto
Offerto cost con solerzia e premura,
Alzatosi in piedi gonfiato lo petto
Ei prende a narrare sua grande
avventura..
Bertrando:Ors mi presento io son Cavaliere
E forse mia storia volete sapere,
Poich non bello mangiare seduto
Con chi forestiero e pur sconosciuto
E dunque maccingo a cantare le gesta
Di me, di Bertrando, che ero alla testa
Di tal forte ,grande invincibil armata
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Che contro infedeli ebbe vinto Crociata ..


-Bertrando torna dalle CrociateBertrando:Con molto periglio ,finita la guerra
Tornai a calcare la cristiana terra
Poich con possante ed impavida spada
Al Clero io ebbi spianato la strada,
Con una vittoria s bella e s viva
Che il popolo turco altrove fuggiva;
Col Santo Sepolcro cos liberato
Potei ritornare ondero venuto,
E saltato in sella al destriero Arturo
Narratore:E questo un cavallo che pare pi un
mulo,
Bertrando:Con forti le membra e lo sguardo fiero
Mi accinsi a lasciare lo suolo straniero.
Narratore: Ma quel che successe in cruda realt
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E ben altra cosa, Bertrando lo sa,


Infatti,lontano,in terra doriente
Bertrando trionf nemmanco per niente,
E da l fuggito e in patria tornato,
Seppure malconcio guai ha combinato
Vediam laccaduto di questo passato,
Che alla famiglia Bertrando ha celato,
E in particolare lincontro di un frate,
Principio di trame non poco intricate.

Bertrando:Che fame che sete che amaro sudore


Per troppa paura io fui disertore
E inutile Arturo che fai lindignato
Non vidi mai Moro da quando son nato
Ma scortone uno ne fui s pavento
Che fuggii allistante pi celer del vento
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Ah! Se fosse stato da tergo di notte


Allora sai quante glien davo di botte !
Beh .. bando alle ciance troviamo un rifugio
Che sia una reggia oppure un pertugio
La cosa che importa a noi due soldati
E lesser nutriti e lesser curati.
Cammina cammina mio gran purosangue
Che per le mie colpe.. la pancia mi langue,
Ma aspetta , che vedo col in lontananza
..
Un florido abate,che gote ,che panza!
Se credi anche tu quel che credo io
Laggi c un convento,la casa di Dio:
Sicuri di vitto ed alloggio trovare
Preparati amico andiamo a pappare..
Narratore:Rincorso labate ,raggiuntolo presto
Asilo saffretta a chiedere lesto
E luomo di Chiesa vedendo il Crociato
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Lo invita ad entrare nel luogo beato

Al Convento

Narratore:Condotto poi in stalla il cavallo Arturo


Da quel che sembrava un losco figuro
Lo gran nostro eroe varcata la soglia
Si affretta a placare di cibo la voglia.
Bertrando:Che austero silenzio ,che bel refrigerio,
Ma codesto un luogo beato sul serio.
Narratore :Questera in realt Chiesa sconsacrata
Per questo Bertrando in Convento ha
scambiata.
Bertrando: Di mille pietanze imbandita la mensa,
Qui si dato fondo a unintera dispensa
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Arrosto, coniglio,fagiano,cinghiale:
C n cos tanto da star proprio male!
Abate:Per poi non parlare dellottimo vino
Pigiato con uva del colle vicino,
Su dunque straniero,non stia ad
indugiare
E bando alle ciance cominci a
mangiare! Pensier di Bertrando : Che fretta
labate,che cattivo umore
Fors abbia capito che son disertore?
Ma chi se n importa ,non facciam
questioni,
Senn poi si freddan le mie libagioni.
Narratore:Ha inizio cos lo lauto banchetto,
Si mangia ,si beve,si sgorga di petto
E mai si fu vista ganascia pi forte
Di polli e maiali far s grande strazio:
Comuni persone sarebber gi morte,
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Ma il nostro Bertrando non era ancor


sazio;
Il vino frattanto a fiumi scorreva
Indentro la gola del nobil Crociato
Che a rinfrescar lugola il calice leva
Fintanto che il pasto non terminato.
Bertrando:Mi dica buon uomo cos che lha
spinta
A metter il saio e un cordon per
cinta?
Abate:Il saio mi dona non poco,lo ammetto
Fu omaggio di un frate cui offrii un
banchetto.
Pensier di Bertrando :Che grande ironia,che grande
sollazzo:
Questuomo mi piace , fossanche un po
pazzo.

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Bertrando:Un dubbio mavvinghia:ma mangiare in


Chiesa,
Per me grande onore e gran
privilegio,
E unopera buona e priva doffesa ,
Oppure un tantino pur sacrilegio?
Abate:Ah,ah ah,ma qual sacrilegio, ma qual
Simonia
Ha preso unostello per un
Abbazia!?
Narratore:Qualcosa si apre nel testone duro
Di quel Cavalier si ingenuo e si puro.
Bertrando: Scusate un istante,non bene ho capito
Non so se lo vino oppure ludito
Mi state dicendo chel luogo beato
Non era cos comavevo pensato?
Abate:E molto di pi: qui niente preghiera,
Qui si fa baldoria dal d alla sera;
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Non solo io intendo lo cibo e lo vino:


Le donne pi belle pu avere vicino.
Pensier di Bertrando :Che questo non sia un uomo
di Chiesa?
Narratore:Mio caro ti aspetta non poca
sorpresa.
Bertrando:Spiegatemi meglio indove io sono,
Di maggior chiarezza ,su fatemi dono.
Abate:Suvvia ho capito,mi state schernendo,
Avete ben finto che io sia reverendo,
Poich son sicuro voi sappiate bene
Che uno vero frate la chierica tiene,
Ma un uomo di mondo cui piace
viaggiare
Non sa riconoscer cos un lupanare?
Pensier di Bertrando :Ohib ,che figura,che gran
malinteso,
Speriam che costui non si sia offeso .
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Narratore: Bertrando realizza che tale non era


Un luogo beato dedito a preghiera,
E quindi chel cibo test consumato,
Non essendo omaggio di un uomo di
Chiesa
Da qualcun purtroppo andava pagato;
Per soddisfar cotale pretesa,
Non potea sicur lo buono Crociato
Lo quale abbastanza era squattrinato
Cos ,qual rimedio a cotal situazione
Ricama un elogio alla perfezione.
Bertrando:E ben generoso e degno daffetto
Chi offre a un Crociato s lauto
banchetto,
E invece da odiare chi brama e s
ingrugna
Di fronte al denaro e a vile pecunia.
Abate:Ragione a voi non posso che dare
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Infatti noi qui odiamo gli avari,


Color che si ingegnano per non
pagare
Ed eccovi il conto son venti denari.
Pensier di Bertrando:Che ho sol quattro soldi non dico
allabate
Se no cari miei prevedo legnate.
Narratore:Ed ora vediamo,lavora d
ingegno
E fa funzionare sta testa di legno.
Bertrando:Sicuro buon uomo ,ed ecco il
compenso
Ma pria di pagare,mi faccia un piacere,
A fare un bisogno sarei ben propenso
La avverto che oltre non riesco a tenere
Mi indichi indove io possa espletare
Sicch a posteriori poi torni a
pagare.
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Abate:Andiamo ors dunque senza


esitazioni
La porto a risolver cotal situazioni.
Bertrando:Ma non si disturbi non perda
dellore,
Io marranger seguendo lodore.
Abate:Oh non si corrucci, la porto io lesto
Non che non mi fidi,rimango tranquillo,
Sicuro qual sono che lei sia onesto
Per quando sobrio ,non certo da brillo.
Narratore:E giunto al cespuglio,le brache
calate
Da opposta fazione fa guardia lAbate
Il buon Cavalier non sa pi che fare
E in poco finito lo ver bisognino
Comincia s tosto a ben simulare
Usando pernacchia, rumore intestino.

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Abate:Mi pare di tempo trascorso un bel


pezzo
Eppure ne sento ben poco dolezzo
Si sbrighi pertanto che ne ho di pazienza
Per non vorrei rimanerne senza.
Bertrando:Non stia sulle spine , non faccia il
villano
Poich per pulirmi non posso usar mano
E avendo ultimato,seppur contro voglia,
Mi chino un istante in cerca di foglia.
Narratore:E mentre il guardiano si scusa per
lira
Che in tale momento avea dimostrato
Inverso la stalla Bertrando si gira
E lesto a carponi percorre lo prato,
Raggiunto l cavallo a salvezza sua mira,
Ma accade qualcosa di indesiderato.

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- Alla Stalla Bertrando:Arturo mio bello, Labbiamo


scampata,
Ed or non ci resta che correr lontano,
Il sonno mi assale per vino e mangiata,
Ma bello che tu sia sveglio e sia sano.
Narratore:Il prode poi in sella sicuro saltato
Non sa che l equino riposa da alzato:
Infatti il cavallo ,ubriaco di biada,
Anchegli del sonno ha intrapreso la
strada.....
Intanto stallier dallabate allertato
Sentendo ciarlar sopraggiunge dun
fiato. Stalliere :Che questo strano e sospetto
rumore.

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Lei!.fugge e non paga:dunqu un


truffatore
Ci penso io allor a punirla, fellone
Si appronti a saggiar il mio fido
bastone!
Narratore:Frattanto labate adirato da
inganno
Anchegli saffretta a procurar
danno.
Bertrando: Ma no, ragioniamo,io son
gentiluomo
Io sono Crociato,Bertrando
mi nomo.
Stalliere:A noi non importa che voi nobil
siate.
Abate:Noi vi percuotiamo, se non ci
pagate.
Bertrando:Io vi pagher ,se quel che volete,
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Di soldi per io un po sono asciutto,


Ma con miei servigi,e non con monete,
Vedrete che presto risolver tutto.
Narratore:I due imbestialiti dal nobil straccione
Savventan per dargli di botte razione.
Bertrando:Ahi !Ohi!Fermatevi ora,voi sa
chi son io?!
Il servo fidato,guerriero di Dio.
Abate:Ed ora tu prendi,di Geova soldato
Ti! Per il cinghiale ed il vino sbafato !
Narratore: Quandecco da legno s forte colpito
Si desta lequino che era addormito
La bestia impaurita dal grande
trambusto,
Scappato allesterno galoppa di gusto
Con su lo padrone un poco
ammaccato,

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Per botte che prima gli avevano


dato.
Bertrando:Mio amato destriero,mio fiero
compare
Mi chiedo, un po pria non poteati
destare?
La schiena e lossa quei mhanno
fraccato
E che sar mai, per quel che ho
mangiato!
Un tozzo di pane finitolo in fretta:
Potevano offrirmene almeno una
fetta!
Che sozzi marrani,che vili taccagni,
Ahim ,or mi dolgon perfino i
calcagni.
Narratore:E il buon Cavalier durante il
galoppo
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S stanco e battuto sassonna di


schioppo,
Calata la notte ,su boschi e radure
E i due vanno incontro a nuove
avventure
Ma andiam a famiglia nella qual
Bertrando
Il vero col finto stava
mescolando..
Bertrando:Battuto s il falso e sacrilego frate
Mi accinsi a raggiunger le terre mie
amate,
Col cuore malato di gran nostalgia
Per non pi aver visto dolce moglie mia,
Cavalcai per colli, per macchie e pianure,
Lasciandomi a spalle tutte le paure,
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Quandecco una notte ,dal cielo spuntare


Qualcosa che altri avria fatto sbiancare,
Ma essendo io forte e dardir portatore,
Mi accinsi a combatter senzalcun
timore
Narratore: Ma ancora lo vero Bertrando
ha storpiato,
Vediamo in realt come s
comportato:
- Il Drago Narratore:Calato dagli astri con ali giganti,
Di mostri s enormi non ve ne son
tanti:
Un Drago con bocca e con nari di
fuoco,

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Con zanne ed artigli aguzzi non


poco,
Con rossi gli occhi, di verde
squamato.
Bertrando sperava non fosse
affamato.
Bertrando:Arturo scappiamo, del diavolo
figlio
Corriamo,cerchiamoci un buon
nascondiglio.
Narratore:Ma il Drago, per lui ,in effetti
arrivato
Con balzo raggiunge il pover
Crociato.
Drago:Non devi tremare,io ti sono amico,
Ma tendi lorecchio a quel chio ti
dico:

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Io son sopraggiunto a dare una


mano,
A te Cavaliere,per ci che accadr:
Poich sappi chio una volta fui
umano
E condussi vita di grande umilt.
Bertrando:Allor tu mi aiuti per quale movente?
Perch fosti parte anche tu di mia gente?
Non credo sia solo per questo motivo,
Su svela linganno, non esser tardivo.
Drago:Ebbene ti dico,non sol per questo,
Che vengo in tuo aiuto,vedendoti mesto,
Ma anche perch , in posterior vita
Io fui in vero, a te, persona gradita:
Per sul mio conto pi non posso dirti
Ti basti saper che son qui per servirti.
Pensier di Bertrando:Ma certo mi chiaro ed or ho
capito,
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Questi il padre mio che era perito,


In dura battaglia, che avea combattuto,
Senza aver il tempo di darmi saluto.
Bertrando:Disciolto il mistero nellanima mia ,
Io ora ho capito chi bene tu sia,
Ors dunque ,parla,mio caro perduto,
E io far tesor del tuo sacro aiuto,
Poich ho inteso onde viene il tuo
affetto,
Or che ti ho parlato,sereno ho lo
petto.
Drago:Reciproco , cotal sentimento,
Ma ora ascoltami e stai ben attento,
Che ci che ti dico potrebbe salvarti
Da color che voglion del male arrecarti:
Tornando a tua casa, ins questa via,
Potresti incontrar donna poco pia,
Che con le sue grazie ,vorrebbe attirarti
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Indentro capanna ,per poi derubarti;


Inoltre ,raggiunta la tua dolce moglie,
Non farti forzar, ancor da tue voglie:
Non lasciar cos che ira ti pigli,
Se lei avr dormito in altri giacigli
Poich se tu vuoi divenir buon marito,
Dovrai abituarti ad esser tradito,
E se al tuo Destino opporti vorrai
Prevedo al paese nientaltro che guai;
Rifletti sereno su ci che tho detto,
Riposa le membra andando poi a letto,
Non essere triste, non essere tale,
Che in fondo la vita non cos male:
Basta che ti ingegni col poco che hai,
Dimentica ci che non potrai esser
mai.
Narratore:Balzato nel cielo sbattendo le ali,

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Il Drago lo allerta di tutti i suoi


mali:
Il pover Bertrando ne resta
scornato,
Avea perso gi,ci da sempre
bramato,
Ancor prima di averlo posseduto
Perci si convince che quel che ha
saputo
Poteva anche esser beffarda bugia,
Oppur forse frutto di sua fantasia;
La notte frattanto lo prende per mano,
Portando consiglio ,lo addorme pian
piano.
-

LIncontro Nel Bosco

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Narratore: Venuto cos, repente il


mattino,
Destato , Bertrando riprende il
cammino,
Curioso com era di presto sapere
Se cose a lui dette eran false oppur
vere.
Bertrando: Arturo tu sappi che in quanto
soldato
Per nulla mi piace di esser burlato:
Se il Drago mi disse parole non
vere
Io l far per sempre con lama
tacere.
Narratore: Cammina ,cammina, che presto
sapremo
Che il Drago sincero come io temo.

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Bertrando: Cos questa voce aggraziata e


divina
Che intona soave e splendido canto
Sicuro graziosa, non certo latrina
Chi di tale voce pu farsene vanto.
Narratore:Attento ben devi restare,mio amico
Ricordati il Drago ,sol questo ti
dico.
Bertrando: Il Drago mi disse che avrei
incontrato
Qualcuno che lesto mi avrebbe truffato,
Ma voce s pura mi salva da indugi
Chi canta in tal modo non fa
sotterfugi.
Narratore:Bertrando che dici,tu forse
straparli:
Non cacciar tuoi dubbi ,mantieni tuoi
tarli,
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Per tua ingenuitate ricorda sorprese


Di cui gi una volta hai pagato le
spese.
Bertrando:Accelera Arturo,ti calco lo
sprone
La in fondo ci attende eterea visione.
Narratore: E giunto sul posto lastuto soldato
Da tale visione ne vien
fulminato.
Bertrando:Mai vidi ,lo giuro,cotal
damigella:
Ell tanto giovane e pur tanto bella.
Narratore:Talmente Bertrando il fascin
subisce,
Che quasi di botto ,ahim
sinvaghisce.
Bertrando:Fors cherubino,sicuro non
strega.
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Narratore: Con tali parole profezia


rinnega.
Bertrando:Leggera,magnifica,non sol
carina:
Sicuro io son:non malandrina;
Io ben so veder chi avvezzo
allinganno
E un esser s bello non pu fare
danno.
Narratore: Calata la guardia poi fa capolino
E intanto si porta ancor pi vicino.
Bertrando: O mia damigella ,di nettare
infuso,
Di poca eleganza io tosto mi scuso,
Ma dura Crociata ho appena
finito,
Conoscervi posso?Non son troppo
ardito?
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La Giovine: Ma certo mio prode,non oltre


indugiate,
Io stimo ed ammiro chi vince
Crociate.
Bertrando: Avete ben detto,di grande
vittoria,
Io posso vantarmi di fronte alla
storia
Ed or mi presento:Bertran
Cavaliere,
Pertanto il suo nome io posso
sapere?
La Giovine:Corinna il mio nome , bellezza il
mio vanto
Bertrando: Non poco lo giuro,lo anche il
canto.
Corinna : Purtroppo per viver non son
abbastanza:
34

Bellezza e virtute non portan


pietanza.
Bertrando:E dunque, di grazia , potreste
spiegare
Con quali rimedi tirate a campare?
Corinna: Premetto che sono di buone
intenzioni,
E casta e illibata vorrei io restare,
Ma per carestia e mal condizioni
A vender mie grazie mi devo
prestare.
Bertrando: Per vostri dolori sconforto mi
prende,
Mia povera donna,che orgoglio suo
vende!
Corinna: Ed anche per poco,sapete,lo
ammetto:
Con quattro denari mi portate a letto.
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Narratore: E quattro denari Bertrando li


aveva,
Cos in sua testa pensiero si leva:
Monete in difetto per cena di abate,
A lei certamente sarebber bastate.
Bertrando: Mia buona fanciulla ,io sono
toccato,
In altra occasione via vavrei portato,
Per potervi far mia sposa diletta,
Ma a casa per gi unaltra m
aspetta.
Corinna: Oh ,grazie buon uom ,io son
lusingata
E bello il pensier di esser sposata.
Bertrando: Intanto per ora si pu
accontentare
Dei quattro denari che le posso dare:
Se non vi dispiace sarei ben disposto,
36

A farvi mia ora,pagando il suo


costo.
Narratore: E tanta la brama del buon
Cavaliere
Sta il qual senza tanto una donna
vedere,
Che subito paga,e senza un indugio
Si recano in fretta al di lei rifugio;
La donna vedendo Bertrando
pagare
Senza batter ciglio e senza esitare,
Sapendo che questi poi era un
Crociato
Per cui dalla Chiesa ben
ricompensato,
Che fosse gaudente si misella in
testa
E per derubarlo di fargli la festa.
37

Corinna: Entrate mio prode in umil


dimora,
Che,forse volete restare di fora!?
Narratore: Cos la ragazza prepara lo
piano,
Per fare man bassa del pover
villano.
Corinna:Venite chio possa s farvi vedere
Chio amo il rispetto di buone
maniere,
Poich solo chi si dimostra galante,
Sar a me degno di essere
amante.
Narratore: E detto poi questo lei lascia cadere
Il suo fazzoletto ,per stare a vedere
Se il pover Bertrando proprio s
stolto

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Da chinarsi in terra e abbassare lo


volto.
Bertrando:Guardate mia cara quel che vi
caduto
Beh,voi non temete che vada
perduto.
Narratore:E mentre lingenuo lo sguardo
ha abbassato
Per coglier il velo da questa lasciato,
La donna uno vaso afferrato ha lesta
E con gran veemenza glielo spacca in
testa:
Bertrando ,svenuto accusa la botta
Del vaso siffatto con la terracotta,
Frattanto la bella gli fruga in sue cose,
Scoprendone poche e nemmanco
preziose,
Cos, accecata da rabbia e vendetta,
39

Per quel che bramava ,ma non ha


trovato,
Nel fiume le vesti a Bertrando getta,
Lasciando s ignudo lo pover soldato.
-

Al

Risveglio

Bertrando:Ohi, mamma che male, la testa


mi duole,
Lacciacco s forte che arriva
alle suole
Chi ha avuto la forza vorrei ben
vedere,
Di metter a terra cotal Cavaliere:
Sicuro un furfante grosso e ben
armato.
Di lei che avr fatto quello
sciagurato!
40

Narratore: Il nostro Bertrando


talmente arguto,
Che scambia una donna per
uomo forzuto
E vistosi nudo allor si concita,
Nel porre rimedio a quella
faccenda:
Trovato uno straccio lo lega alla
vita,
Per coprire al meglio le proprie
pudenda;
Poi saltato in sella al fido destriero,
Cavalca alla volta del proprio
maniero.
Bertrando: Mio Dio li villani ,or cosa
diranno,
A vista fastosa li ho abituati,

41

Ma or che ritorno ben tutti


vedranno,
Che indosso soltanto dei cenci
strappati.
Narratore:Bertrando mio bello sei proprio
pedante,
Lo cruccio tuo solo mostrarti
elegante,
Tu che non distingui glincombent
impicci,
Da quelli che sono soltanto capricci,
Cavalca allo scuro di ci che
taspetta,
Di casa ormai senti lodore vicino,
Speriamo che il fato una pezza ci
metta,
Non solo al vestito ,ma anche al
Destino.
42

Ma intanto in famiglia narrazion


prosegue,
Un poco alterata dal nostro Crociato,
Le bugie del quale non fanno mai
tregue,
Infatti, codesto lo risultato
Bertrando:Cos lo Dragone ,un
pospaventato
Per la mia possanza ,chebbi
dimostrato,
Svelommi di botto una vile imboscata,
Che a me da briganti era stata
aprontata,
E ovvio che io non avessi bisogno
Di sua confidenza che parveami sogno,
In quanto i furfanti li avrei debellati
Pur se me li fossi a sorpresa trovati;
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Di fatti ,tranquillo ,lo giorno seguente,


Sventai limboscata qual faccio sovente,
E senza nemmanco un graffio mi
diressi,
Alli natii borghi in cuor mio
riflessi.
Narratore:Questo fu il racconto del prode
Bertrando,
Ma ora torniamo ad autentica storia,
E a quel che successe a costui
tornando,
Allo suo paesello che non lebbe in
gloria.

44

- Alle Porte

Del

Villaggio Narratore:Giunto alle porte del natio


villaggio
Stretti li denti , fatto coraggio
Prosegue lungo lo suo cammino
Fino a incontrare un contadino
Che prima intento lo campo a zappare,
Visto luom nudo comincia a
ghignare.
Contadino:Oh,qual buon vento ,sa, qui ci
mancava
Qualcuno che ci insegnasse a vestire,
Chi le brache sue el vestito si cava
Non pu che esser vero et autentico
Sire.

45

Bertrando:Zitto tu stolto non sai con chi


parli,
Prova a scostare da testa tuoi tarli,
Sotto la barba si cela , sta certo,
Luomo che morte a infedeli ha
inferto!
Contadino:Or sta a veder che un miser
straccione
Crede di esser Re Cuor di
Leone.
Ma or mi sovvien ,aspetta un minuto,
Quel suono di voce non mi
sconosciuto. Pensier di Bertrando:Il solito orgoglio
tacer mi fa mai,
Se mi riconosce, s concio son guai.
Bertrando:Mi scuso , ha ragione ,mio buono
bracciante
Motivo non ho desser arrogante,
46

Cos con permesso io levo il disturbo,


Andiamo ,cavallo ,costui e troppo
furbo.
Narratore: Ma lungo la strada osservato si
sente,
Son come pugnali gli sguardi di gente,
Con astio lo guardan poi i pi puritani
Che sarebber pronti a menare le mani
E giunto alla fine in suo casolare,
Smontato da sella si sbriga a
rientrare.
- E Finalmente a Casa
Bertrando:Mia dolce consorte , mia unica
vita,
La guerra ,sapete dunque finita,
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Non state celata e non indugiate,


Dal vostro messere abbracciare vi fate.
Laetitia:Mio prode marito,mio diletto
amato,
Cos siete allor infine tornato.
Narratore:Da altro locale proviene tremante
La voce di moglie non tanto zelante,
Farebbe pensare che in casa il marito
Non sia personaggio poi tanto gradito,
E forse un segnale di pia commozione
,
Oppur di ben altro ne lespressione?
Laetitia:Lo vostro rientro stato assai
lesto.
Io non mi aspettavo vedervi s presto.
Bertrando:Bh , quando il nemico
talmente inferiore

48

Le Guerre si vincono in ben poche


ore.
Laetitia:Ma quale indumento ,di grazia
indossate,
Non pare a me quello adatto a
Crociate !
Bertrando:Mia cara Laetitia,non dite pi
oltre,
Io fui aggredito in mezzo alla coltre,
Da loschi figuri ,o forse briganti:
Per mettermi a terra sicuro eran
tanti.
Laetitia:Mio povero amore , mio bel
Cavaliere,
Riposati dunque e metti a sedere.
Bertrando:Ma quale sedere e quale riposo,
Da fuoco e passione io mi sento eroso
Toglietevi ora le vesti dindosso,
49

Placate la brama di cui sono scosso.


Laetitia:Con gioia io gli abiti toglierei via,
Ma la mente vostra forse un fatto oblia:
Non vi rimembrate che c
unindumento
Che senza sua chiave levar manco
tento,
E quello che indosso per restare pura
E di castit ne la cintura.
Narratore:Un lampo attraversa il pover
Crociato:
La chiave col resto via glhanno
portato.
Bertrando:Ed ora che faccio , che immane
sciagura
Speriam tu non sia costretta a
clausura.

50

Laetitia:Ma no sta tranquillo mio prode


soldato,
Il fabbro sicur ne far dupplicato.
Bertrando:Ben certa tu sei che in grado ne
sia ?
Laetitia:Ma il suo mestiere che dici
suvvia!
Bertrando:Allor se cos sar una saetta,
Il fabbro ti porto ,tu qui intanto
aspetta.
Narratore:E a un passo oramai dallesser
uscito,
Saccorge ancor di non esser vestito.
Bertrando:Ma quale sbadato io sono mio
amore,
Dischiava larmadio se puoi ,per favore
E tirane fuori cotal vestimento
Da lasciar il volgo la fuori sgomento,
51

Che color che pria mi guardavan


sdegnati.
Or da mia eleganza restin abbagliati!
Narratore:A un tratto la donna si fa tutta
mesta,
Sentando larrivo di tale richiesta.
Laetitia:Ma pensa che strano mio caro
marito,
La chiave darmadio ,pur quella ho
smarrito!
Bertrando:Ma qual miserabil e insolito
giorno,
Unaltra notizia funesta mi date
La fuori ,mia cara, cos non ci torno
E s necessario lo apro a testate!
Narratore:Cos detto fatto di corsa si flette
E col duro cranio unanta sconnette,
Rimasto poi a terra un poco intontito
52

Alzato lo sguardo ritrova un presente:


Indentro l armadio,di lui men vestito
Nascosto sta il fabbro ,non proprio
innocente.
Bertrando:Il fabbro gi qui ,ma guarda
che strano,
E subito giunto per darci una mano.
Narratore:Lacuto Bertrando con sua
osservazione
Ha colto lo nocciol di tale questione,
Infatti a sua moglie lo sozzo villano,
Aveva gi dato ben pi duna mano,
Ma dopo lo colpo pocanzi sferrato,
Qualcosa in sua testa forse si
sbloccato.
Bertrando:Costui di la dentro insolito
sembra,

53

Aspetta che or ricomponga le


membra.
Oh tu miserabil e vil traditore,
Dannato!Io dal petto ti strappo lo
cuore!
Narratore:Cos per la casa fra tavoli e letti ,
Entrambi da umane passioni sorretti,
Lun da paura , laltro da furore,
Corrono nudi senza pudore.
Bertrando:Se io ti prendo lo giuro mio caro,
Di calci e di pugni non rimarr
avaro.
Fabbro: Fermati un attim non essere offeso,
Lascia ti spieghi ci che hai frainteso.
Bertrando:Potr esser calmo ,che Dio lo
permetta,
Sol dopo aver fatto atroce vendetta.
Narratore:Ma dopo due ore di folle rincorsa,
54

Dellastio a Bertrando sallenta la


morsa,
Cos separati da un lungo bancone
I due incomincian la conversazione.
Fabbro:La carne,tu sai debole impura,
Bisogno non ho di spiegarti la cura
Che possa placare cotali bollori
Che cuore e giudizio li lascian di fuori.
Bertrando:Mi sfugge comunque per quali
ragioni,
Di tutte le donne che ceran al mondo ,
Mia moglie scegliesti per sedar pulsioni,
Magari anche dandomi per
moribondo.
Fabbro: Ti giuro non fui tanto sciagurato,
Da prender mia sponte io l iniziativa,
Fra i due fui lo primo ad esser
chiamato,
55

Da essa che tanto il mio affetto


gradiva.
Bertrando:E vera parola , test proferita,
Rispondimi donna, ne va di tua
vita!
Laetitia:Purtroppo lo ,mio caro consorte,
Temendo tu fossi vicino alla morte,
Per non restar sola e pure indifesa
Amai chi potesse allentarmi la presa
Di tal marchingegno che i fianchi mi
cinse
E che a tale scelta purtroppo mi spinse.
Bertrando:Per chiave di cinta cos far
forgiare
Al fabbro ti sei dovuta donare,
Allor se del pane ti fosse mancato,
Felice il fornaio ti avrebbe aspettato,
Oppur se ti fosse gradita bistecca,
56

C gi il macellaio che i baffi si lecca,


Se poi infine ancora servisse del latte,
C gi il buon fattore che a tua porta
batte.
Laetitia:Ma come lo sai qualcun ti ha
avvertito!?
Bertrando:Ho ben con mie orecchie codesto
sentito!!
Laetitia:Purtroppo mio caro nel segno hai
colpito:
La fame era tanta , lo cibo finito,
Cos lo buon fabbro mi fece vedere
Di aprire la strada a nuovo mestiere.
Bertrando:Lo nuovo mestiere che mi vai
dicendo ,
Se ben ho capito l pi antico del
mondo?

57

Nel mentre che il fabbro ti aveva


costretta
A tale lavoro quale sua protetta!?
Laetitia:Ebbene lo ammetto , andata in
tal modo.
Bertrando:Ebbene lo ammetto!?Al muro
vi inchiodo!!
Narratore:Rincorsa la donna che scappa
impaurita
Dal prode marito cui prudon le dita,
Raggiunta le ammolla un calcio al
sedere
Che ins lo giaciglio la fa ricadere,
Ripreso poi l fabbro tal lorda gli molla
Che gira s forte che pare una grolla;
Rimessosi calmo lo senno ritorna,
E con unarringa le botte contorna:
De moralitate ,De vili costumi
58

Si mette a parlare ai due ormai in


frantumi.
Bertrando:Cos di voi donne cotale mania:
Al primo problema virtute dar via!?
E forse un onore aver professione
Di povere donne , di umil battone?
E tu lo mio amico , il fabbro fidato,
Io che lo mio aiuto non ti ho mai
negato,
Ormai troppo tardi per fare questioni,
Traiatene voi rispettive lezioni,
E or me ne vado con lanimo a pezzi,
Cercando nel vin qualcun che
mapprezzi!
Bertrando alla moglie :E quando io torno ti voglio
vedere
Che preghi o cucini , senzaltro
volere!
59

Bertrando allo fabbro:In quanto a te ,vedi di


andartene ora,
Che da casa mia starai sempre fora.
Oh ,quasi scordavo per la confusione
Ridai qui la chiave a chi n il
padrone.
Narratore:Cos in questo modo il problema
risolto
E recuperato ci chera il maltolto,
Vestitosi in fretta e di tutto punto
Bertrando senesce trafitto e compunto,
Cercando conforto , andandosen via
In qualche stamberga oppure
osteria.
-

Alla

60

Bettola

Narratore:Cos allosteria ,di fronte a un


boccale
Il nostro Bertrando pensava al suo
male,
Di avere una moglie , per quanto
avvenente,
Ben poco fedele e sin troppo
gaudente.
Pensier di Bertrando:Aveva ragione quel dannato
Drago,
Ed ora io le conseguenze ne pago,
Speriam che li guai qui siano finiti
E inizino tempi un po pi graditi.
Bertrando:Puoi dunque servirmi qui oste mio
bello
Unaltra bottiglia del vostro novello,
Che devo pensare ancor pi
intensamente
61

A come risolver s grande problema,


E quando son brillo dischiudo la mente
A elaborar tosto un qualche sistema.
Narratore:Di fianco a costui un altro
ubriacone,
Con tempo da perdere a profusione,
Lo sta ad ascoltare ben incuriosito
Riguardo al problema che lo fa
dannare,
E quando Bertrando sua lagna ha
finito,
Il buon ubriaco lo vuole aiutare.
Ubriaco:Confidami dunque un po meglio
mio amico
Quel che ti corruccia ,e tosto ti dico
Se c via duscita a tale quesito
O se sopportarlo dovrai allinfinito.
Bertrando:Cotale quesito fors il pi banale
62

Io sono marito con moglie adultra


E ancor se ci penso la rabbia mi sale:
Mentrio combattevo,con altri lei era,
Io che gli infedeli distrussi in Turchia,
Mai pi maspettavo pure in casa mia,
Trovarmi coinvolto in altra Crociata
Contraltro infedele:mia moglie
dannata!
Ubriacone:Simil question sembrerebbe
intricata,
Se non esistesse la mano fatata
Di Ptor il potente e grande stregone
Che nelli suoi intrugli tien la
soluzione.
Narratore:S Bertrando ascolta tale
spiegazione
Che potea apprezzar soltanto un
beone.
63

Ubriacone:Ins la montagna del Mago


Eremita
Con grande rispetto ti devi recare,
E sii fiducioso ne va della vita:
Con lAruspicinia non devi
scherzare
Ricordati infine di andar con indosso
Pregiato fiaschetto di buon vino rosso,
E ci che lui vuole per tuo desiderio
Poter alla fine realizzare sul serio.
Narratore:Cos fiducioso , dal mago diretto,
Bendice lamico per il suo precetto.
Bertrando:Mio caro compare ,io qui ti
ringrazio,
Di tale pozione sar presto sazio,
Ed ora mi levo e vado alla meta
Di tal alchimista , e sommo profeta.

64

Narratore:E giunto poi fuori un po


barcollante,
Saltatolo in sella al proprio stallone,
Con lo cuore suo del rischio
sprezzante
Ei parte alla volta del grande
stregone.
-

Lo

Stregone -

Narratore:Cammina leroe fra perigli tanti,


Fra ciotoli ,massi,ruscelli e tornanti,
Arriva poi in fine ,un poco fiaccato,
Ad una capanna con un pergolato,
Indove secondo previa indicazione,
Vi stava ubicato il nostro
Stregone..

65

Bertrando:Indentro io chiedo permesso di


entrare,
C forse qualcuno in tal casolare?
Ptor:Non dirmi ,che io,gi ho capito
tuo nome,
Tu sei il coraggioso Messer
Licaone!
Bertrando: Spiacente Maestro, mio nome
ha sbagliato,
Ma non ha importanza ,non siate
adirato.
Ptor:Aspetta io risalga a dinastia tua,
Tu forse non sei lo Ser Gargantua?
Bertrando:Di nuovo ha sbagliato , non
giriamo intorno,
Non mica ho da perder lintero mio
giorno:
Io son superior di gran lunga a costoro
66

La mia discendenza impressa


nelloro
Ovunque mio nome si va acclamando,
Io son il pi grande:il Cavalier
Bertrando!
Ptor:Mai sentito!
Bertrando:Problemi dudito!
Ptor:Almeno qualcosa mi avete portato
Sicch da fastidio sia ricompensato
Di star sopportando vostra
compagnia,
O di dover li vostri guai cacciar via?
Bertrando:Del buon vino rosso di ottima
annata:
Che tale delizia non venga sprecata,
Da anni lo giuro,non mai stato
aperto,
Ma pena n valsa ,io ben sono certo.
67

Ptor:Allor vieni avanti gentil


sconosciuto.
Bertrando: Caprone barbuto!
Vi dico son noto!
Qui dalle mie parti non son un
ignoto!
Ptor:Allor vieni avanti noto
sconosciuto,
Da terre lontane test pervenuto,
Possiam cominciare ,mio caro figliolo,
Non pi di tuoi mali sarai lo crogiuolo,
Ben dimmi ors dunque ,cos che
taccora,
Poich io ti consoli e rispetti afflizione
La quale io vedo ,cost taddolora
Per la quale spero di aver soluzione.
Bertrando:Mia sposa,io assente,con altri ha
pasciuto!
68

Ptor:Ah ,ah e dunque tu sei pertanto


cornuto,
Mio buon sconosciuto.
Bertrando:Per tutti li Santi ,non son
sconosciuto!
Ptor:Sai ,in tal circostanze meglio di
molto
Che notoriet non abbia tuo volto:
Ti crea men fastidi condizion ignota,
Piuttosto che fama di marito idiota!
Ed or che mhai fatto ben esilarare,
Poich sei soggetto adatto a schernire,
Se proprio ci tieni ,inizio a operare
Per lo tuo problema poter interdire.
Narratore:Con varie schifezze ed un
calderone,
Lo Mago saccinge a cuocer pozione,

69

Stringendo in sue mani due code di


pesce,
Ballando poi in tondo la poltiglia
mesce.
Ptor:Zampe di rospo e di faraona,
Fa che sua moglie non sia pi sozzona,
Muco di rana dente di lupo,
Che il suo futuro non sia mai pi cupo.
Narratore:Cotal rituale ,avrebbe prodotto,
Da vile brodaglia ,divino decotto,
E il nostro Bertrando,ancor
credulone,
Non pensa che inetto sia pur lo
stregone.
Ptor:Cotale bevanda ch un vero
portento,
Tu devi far bere a quella tua sposa,

70

E in poco vedrai lo gran


cambiamento:
Da vil traditrice ,a moglie ossequiosa.
Bertrando:Oh ,la tua potenza mi lascia
basito,
Io spero chel vino ,sar a te gradito,
Or corro da donna a farle assaggiare,
Ci che l matrimonio mio potr
salvare.
Narratore:Cos fiducioso lo nostro
Bertrando,
Ritorna da moglie, che cambi
anelando, Non sa che in effetti
avverr cambiamento,
Ma tuttaltra cosa da quello sperato,
Ed or con pazienza attendiamo l
momento

71

Che i fatti si evolvano in modo


impensato.

La

Cacciata

del

Crociato Narratore:Cavalca Bertrando per la via


maestra,
72

Fiducia ripone in quella minestra,


Che il Mago gli avea test preparato,
Credendo che il peggio ormai fosse
passato,
Ma visto lo suocer gli porge il saluto
E per con qualcuno divider sue cure,
Tosto gli racconta di quanto accaduto
Sperando che questi lo sapesse pure,
Ma nulla sapeva di quello pasticcio,
Omesso da figlia onde evitare,
Di esser al padre soltanto dimpiccio,
E quindi su spalle di questo gravare;
Finito il racconto ,per rabbia e vendetta
,
Del sangue del fabbro ei vuol fare
incetta,
Poich, costui essendo lo capo villaggio ,
Accettar non pu un cotale oltraggio.
73

Suocero:Dannato costui che mia figlia


sfruttava:
Un simile oltraggio col sangue si
lava!
Bertrando:Sta calmo ,mio suocero a me
molto caro,
Lezione gi inflissi a quel pervertito:
Percossilo a sangue qual fosse somaro,
E da mia dimora lo ebbi bandito.
Suocero:Ma ci non mi basta ,non sono
appagato,
Mia figlia,tua moglie ,ricorda ha
sfruttato!
Bertrando:A questo pensando ,pria anchio
madiravo,
Ma ora di rabbia non sono pi schiavo,
Poich ho trovato pocanzi un rimedio,

74

Che a me quanto a te spazzer via lo


tedio.
Suocero:Parlami allor non tenermi su
spine,
Non far che di quiete io varchi il
confine.
Bertrando:E sia ti accontento:ho appena
ottenuta
Codesta pozion destinata a tua figlia,
Che in baratro di lussuria caduta,
Ritorner casta per mia maraviglia,
Poich altri uomin non potr pi
amare,
Fuorch il sottoscritto ,tuo gener diletto;
Via da uomo altrui potr s restare,
E quindi pertanto lontan da suo letto.
Suocero:Ma sei tu sicuro che tale Stregone,
Sia uomo fidato e non imbroglione?
75

Bertrando:Puoi stare tranquillo,poich me


lha detto
Un uomo che degno di tutto il
rispetto,
Poi visto l stregon non pi ho avuto
dubbio:
Costui con la scienza proprio in
connubio.
Suocero:Cotale notizia lo sai mi solleva,
Mia figlia adorata sar ancora pura;
Per te mio figliolo un canto si leva,
Ci detto da rabbia il cor mi depura,
E per ringraziarti del buon operato,
Stasera con festa e pria con banchetto,
Festeggio mio gener da guerra
tornato.
Bertrando:Ne son lusingato di prendere
parte
76

Al tuo gran banchetto allestito ad arte,


E quando sar giunto lo momento
Che la figlia tua rimarr distratta,
Pi lesto di fulmine e pure del vento,
E subito con la pozion fuori tratta,
Andr a riporvela indentro lo vino,
Del calice suo ,a me li vicino,
E quando tu visto mi avrai che ho
finito,
Di mescer pozion ,avrai allor capito,
E sar il momento in cui a me
brindare
Per esser sicuri che subito beva,
Per cui ti alzerai ,e con maestoso fare
Da in piedi per brindisi il calice leva.
Suocero:O genero mio tu sei ben astuto,
Tal parte di te non mai ho conosciuto,
Io sempre ho creduto che tu fossi inetto,
77

Forsho giudicato tuoi pregi in difetto,


Ma or chho compreso ,tua condizion
vera,
Son lieto ed ansioso vederti stasera.
Narratore:E subito i due si danno il
commiato,
Bertrando poi in propria dimora
tornato,
Si mostra alla donna qual fosse
guarito,
Da rabbia che cova chi stato tradito;
Lavvisa poi infine del grande
banchetto,
Che per suo ritorno lo suocero ha
indetto,
I due poi saffrettan a farsi eleganti,
Per ben figurar di fronte a quei tanti,
Che l padre di lei avrebbe invitato,
78

Per render omaggio al prode


Crociato.
-

Quella

Sera .

Narratore:Arrivan pomposi Bertrando e


consorte,
Sperando che al meglio si metta la
sorte, Luno pensando al cambio di
moglie,
Laltra anelando che talune voci,
Riguardo a ormai conclamate sue
voglie,
Non escan fuori qual pugnali atroci,
Pregando poi che non mettano ali,
Fuori dalle bocche di quei commensali,
Ma lei non sa:preoccuparsi non deve,
79

Poich tal sera lo meglio bersaglio,


E il marito suo che tranquillo beve,
E quando loquisce par dasino raglio.
Suocero:Eccolo qua lo mio vincitore,
Che a ognun Sarracino strappato
ha lo cuore:
Dunque applaudite cotale prodigio,
Che a nostro Signore sempre
stato ligio
Che ben ha onorato lo suo gran
dovere..
Ora per favore ,lasciatel sedere.
Bertrando:Grazie lo sai che io non mi vanto,
E che a tali lodi non son troppo
avvezzo,
Eppur gradirei mi leviaste un canto,
Per queste mie gesta che non hanno
prezzo.
80

Cori dei Commensali :O Grande Bertrando , tu


sei lo migliore,
Tu delle Crociate il solo fautore.
Narratore:La gente cos per farsene burla,
Ch gran condottier e soldato gli urla,
E mentre lui ode chel credono strenuo,
Costoro lo vedon sol come un
ingenuo.
Bertrando:Io questo ben so, amici diletti,
Di esser lo sommo e miglior
Cavaliere,
Li Mori ho schiacciati qual fosser
insetti,
E accanto al Pontefice misi a sedere.
Commensale:Ma dicci ti han visto nel bosco
vagare
Senza che li panni avessi a portare:

81

Che stato lo Papa a rubarti


indumenti?
Bertrando:Io credo sian stati li tuoi parenti:
Sozzoni,ubriachi et anco briganti,
E a starci vicino pur maleodoranti!
Commensale:Allor dunque dicci ,mio prode
Crociato,
Se con le tue truppe ,infedeli sconfissi ,
Perch tu da solo poi fosti tornato ,
E non con armata di cui tanti dissi?
Bertrando:Ebbene lo ammetto che rimasto
solo,
Poich miei compagni restaron
uccisi
Io tenni ben fede a tale mio ruolo
E di Musulmani far strage decisi .
Commensale:E tu farci credere dunque vorresti
Che solo,infedeli rimasti ,uccidesti!?
82

Piuttosto che dire la verit:


Che come un coniglio scappasti da l,
Tu preferiresti esser scorticato,
Ma ormai tutti sanno ,tu sei un
imbranato!
Bertrando:O brutto suino che parli qual peti,
Su vieni ben qua e parole ripeti
Che possa io darti gran bella lezione,
Sicch ti dimostri che sono un leone!
Suocero:Suvvia miei figlioli non siate cafoni,
E forse il momento di fare questioni?
Ognuno ritiri quantallaltro detto,
Che voglio che abbiate a vicenda
rispetto!
Narratore:Cos per un po appianate
amarezze,
Son presto servite le delicatezze ,
Le tavole dunque si fanno imbandite,
83

Di molte pietanze sontuose e gradite,


Lolezzo si leva fin verso lo cielo,
Di fumi darrosti si spande uno velo;
La bella Laetitia ,chiamata a
parlare,
Da quella di fianco, ciarlante comare,
Distoglie lo sguardo dal suo buon
marito
Il quale dal suocero viene avvertito.
Suocero:E questo il momento,senza
esitazione!
Naratore:E lesto Bertrando le versa
pozione,
Poi dopo ad inganno di fatto compiuto,
Lo suocero ,come fra i due convenuto,
A brindisi incita color presenti.
Suocero:Brindiamo pertanto a cotali
eventi:
84

Al nostro Bertrando a casa tornato,


Al Santo Sepolcro da lui liberato,
Ai due piccioncini che insieme ora
sono,
E a pace riavuta,da sempre bel dono.
Narratore:S tutti del brindisi son soddisfatti,
Son belle parole,son belle le gesta,
Ma a darne smentite ne sono li fatti :
La bella Laetitia si fa tutta mesta,
Avuto un malore si china un
momento,
S accascia per terra,il padre
sgomento...
Si vede, ingredienti dintruglio eran
troppi;
Ma subito questa in piedi rizzata,
Con balzo felino,tirando due schioppi,

85

Con grande sorpresa,di molto


cambiata.
Laetitia

- Lo Tramutamento di Donna
Narratore:Lo naso aquilino dal viso

saffaccia,
Su questo un ispido porro sarrocca,
La pelle grinzosa su tutta la faccia,
Li denti son due indentro la bocca,
Di biondi capelli la folta criniera,
Or s tramutata in peluria nera,
El corpo pochanzi s bello e
aggraziato,
In grasso e molliccio purtroppo
cambiato.

86

Bertrando:Che orribile mostro che tale


impressione!
Suocero:E dunque Bertrando tu sei un
mascalzone!
Sarebbe codesta la grande magia
Che avrebbe guarito dolce figlia mia
Da quella lussuria che prima ostentava!
Or con tale aspetto di castit schiava:
E ci in cui volevi farla trasformare,
In moglie che altrui non possa pi
amare,
Ed or te la pigli car genero mio,
Contento sei tu ,lo son pure io.
Bertrando:Tu forse sei pazzo ,con tale zitella,
Al solo guardarla si torcon budella,
Io s,avevo chiesto donna riservata,
Che uomini altrui avrebbe scacciata,

87

Ma questa non solo laltrui uomo


scaccia:
Puranco io stesso faria perder traccia,
E pur chi dotato anche solo di un
senso,
Dei cinque donati da nostro Signore,
A darsela a gambe sarebbe propenso,
Se questa volesse donargli il suo amore,
Poich l sol vederla, odorarla o
sentirla,
Uninnata voglia crea di rifuggirla.
Suocero:O vile maiale,o gran disgraziato,
Mia amata creatura tu ha rovinato,
Tu or pi di prima mhai fatto penare,
Ti giur tale affronto mi dovrai pagare!
Narratore:La folla ancor nulla aveva capito,
Di quanto successo fino a quel
momento:
88

Da lite fra il suocero ed il marito,


A pria quello strano ed alchemico
evento,
Fin quando un uomo grassoccio e
cocciuto,
Di fronte allo nostro Bertrando
seduto,
Riuscito lui era a bene vedere,
Che questi versava qualcosa in
bicchiere,
Pensando cos di chiarir situazione,
Ei vuota lo sacco e crea confusione.
Accusatore:Costui non Crociato,bens
fattucchiere:
Qualcosa ha versato in quello bicchiere,
Lo vidi io stesso ,lo tenni ben docchio,
A povera moglie le fece il malocchio.

89

Narratore:E subito il suocer bramando


vendetta,
Sattacca alla scusa da poco gi detta.
Suocero:E vero costui senzaltro stregone,
Mandato da Turchi a far
confusione.
Commensali:E vero di fatti da solo tornato!?
Suocero:Sicuro il suo esercito ha
sterminato!
Commensali:E poi stato visto in bosco
svestito!?
Suocero:Sicur per Dimonio faceva uno
rito!
E dunque nemico ed da cacciare,
Cos che la quiete possa ritornare,
Guardate mia figlia che grande
cordoglio,

90

Costui ne ha la colpa ,qui ,morto lo


voglio!
Narratore:Con sguardo rivolto inverso
Bertrando,
Ritardan lagir cost i commensali,
La sua ribattuta fulminea aspettando,
Che andasse a smentire parole cotali,
Ma il povero ingenuo,da paura afflitto,
Ormai dallaccuse si sente sconfitto,
Pensando alla fine di esser spacciato,
Comincia ad agire da ver scellerato
Cos non volendosi pi scagionare,
Con tutta sua rabbia si mette a
parlare.
Bertrando:Tal fin meritava impudica
donna,
Dal facile vizio ,dallagile gonna,
E tutto il lerciume che dentro ha portato
91

Or tale pozione ha ben esternato!


Narratore:E il suocero esplode in ira
funesta.
Suocero:Prendetelo ora io voglio sua
testa!!
Narratore:La gente annoiata da vita
tediosa,
Nientaltro chiedeva che fare tal cosa
Pensando che fosse unesecuzione,
Di divertimento gran bella occasione,
Poich nulla pi, allieta giornata
Che veder persona che sia giustiziata,
Cos senza manco un cenno
aspettando,
Savventano tosto inverso Bertrando,
Ma Arturo,capita cotal situazione,
Poich ben pi furbo dello suo padrone,

92

Portossi agilmente vicino a


Bertrando:
Questultim lo vede e monta tremando,
La folla frattanto comincia a
braccare,
Lo buon Cavalier intento a scappare,
Cos con cavalli e pure con cani,
Ha inizio la caccia di quei due
marrani.
-

La

Fuga

Narratore:Si schiude la macchia di insidie


tremenda,
La solcan Bertrando e destrier
disperati,
Sperando che folla infuriata sarrenda,
Ma odon invece di cani i latrati;
93

Arturo sentendo pericol che avanza,


Cavalca leggiadro qual pare che
danza,
Invece paura a spingerlo forte,
Lo sente vicino lodore di morte:
Donando il suo meglio in quei pochi
istanti,
Dietro le sue spalle lascia tutti
quanti..
Arriva per a un confine proibito,
Di selva creduta allor maledetta,
Ma Arturo di questo non fu mai
erudito,
E la varca subito in furia ed in fretta;
La ressa, raggiunto la selva infestata,
Rifiuta di entrarci assai terrorizzata,
Poich la paura la fa da padrone,

94

Quando lignoranza vince la


ragione.
Suocero:Gli spirti del bosco lor ci
penseranno,
A quello cialtrone di procurar danno,
Poich anche in codesta terra
meschina
Si spera che affiori giustizia divina!
Narratore:La gente e lo suocer cos
rassegnati
Ritornan indietro ancora adirati,
Bertrando invece non avea capito,
Di esser entrato in luogo proibito,
Senn di coraggio qualera
impregnato
A suoi inseguitor si saria consegnato.
Bertrando:Possiam ora smetter di correr
mio ardito,
95

Quei pazzi dal prenderci han desistito,


Per tale posto mi inquieta non poco,
Ma ora pensiamo a appicciare uno
foco,
In luogo idoneo ove accampare,
E indove la notte si possa passare.
Narratore:Lo posto trovato ,lo foco poi acceso,
Un poco sacquieta lo nostro
Bertrando,
Ma dopo comincia ad essere preso ,
Da sua fantasia ,a mostri pensando.
Bertrando:Che posto mai questo,
S lugubre e pesto,
Saria stato meglio trovarsi in pianura,
Dove luce regna e vita sicura,
Comunque per or ho ben altre
questioni,

96

Che adito danno a mie


preoccupazioni:
Ci pensi Arturo, mhan mandato
via,
Da quella che un tempo era casa mia,
Mia moglie,da prima chera un
pobaldracca
La trovo cambiata in orrida racchia,
Mio suocer che terra mi avrebbe
concesso,
Ne ho ben il diritto ,in quanto
Crociato,
Invece li cani or mi manda appresso
E per far vendetta mi vuol giustiziato:
Aveva ragione quel Drago
dannato,
Se solo pi retta gli avessi io dato!.
Ma quando ripenso a tale creatura,
97

Mi vien da nascondermi in mezzo a


radura,
Poich in questa selva s cupa ed oscura,
Non posso evitare di avere
paura
Arturo hai sentito quel sibil tra foglie,
Test io lammetto,terrore mi coglie
Ancora!..Quel vento insistente e
villano:
Io or son sicur :v qualcosa di
strano.
- Ritorna lo Drago
Narratore:Eglavea ragione, vi stava
qualcosa:
Da tenebra apparve creatura
mostruosa,
98

Da nuvola sceso,passato lo lago,


Con vortice daria atterra lo Drago,
E Bertrando pria ,preso da paura,
Or si calma un po,perch tal creatura
Di tutte codelle che al mondo temeva,
Era unica e sola che ben gli voleva.
Bertrando:O, Drago ,tu sai ,lo cuor mi
conforta,
Laverti vicino a farmi da scorta,
Per devo ammetter che tue previsioni,
Han bene predetto le mie dannazioni
E tuttor mi rodo ,non aver prestato
Fiducia in quel detto da te ,mio
adorato.
Drago:Non esser ruffiano,mal non voglio
farti,
Anche se tua incuria ,saria da punire,

99

Ma errare est umano e io voglio


aiutarti
Perch li tuoi guai abbian a finire;
Tu non mi credesti, quando volta prima
Di tutti tuoi guai io feci la stima,
Ma adesso mi devi ascoltare bene,
E vistol passato or sai che ti conviene,
In quanto saggezza cosa consueta,
Per me, una creatura dallanima
cheta,
Or vado a enunciarti qual soluzione
Per far che tu torni di nuovo l padrone
Di ci che hai perduto:le terre ,lonore,
Di moglie e paese perfino lamore,
Ben tendi lorecchie e non ti distrarre,
Non far che di nuovo tu possa
contrarre
Di stupidit lo germe insidioso,
100

Se ancora vuoi esser uomo vittorioso:


Ci che devi far lo scorsi pria in sogno,
Di folla che tama sicur tu hai bisogno,
Ma avendo pur perso quella a tuo paese
Vedrai ch gi prontaltra a applaudir tue
imprese,
Poichessendo tu Cavalier blasonato,
A governar feudo mi sembri portato,
E proprio sen trova uno qui vicino
Con suo feudatario s gretto e meschino,
Che tasse pi alte a sua gente impone,
E chi non le paga va ad impiccagione,
Le mogli rapisce ,i piccoli arruola,
Per lor la violenza lunica scuola,
Ai pover villani sottrae lo raccolto,
Ma tu ridarai a tutti il maltolto.
Bertrando:Ah si, e allora dimmi un po
come fare,
101

Nemmanco ho legione che possan


pugnare.
Drago:Codesto lo vero, purtroppo l
ammetto,
Per c lardore in questo tuo petto,
Per metterti dunque in giro a cercare
Chi nella tua impresa ti possa aiutare:
Che sian valorosi impavidi e fieri,
Perch tu ne faccia dei veri guerrieri
Per mettere insieme manipolo tale
Da vincer colui che governa nel male.
Bertrando:E dimmi dovio allor possa
trovare
La gente miglior da far arruolare.
Drago:Ah, questo sta a te mio caro
protetto,
Poich tal consiglio a me non compete,
Se tutto va bene ,io te lo prometto,
102

Dopo la vittoria vivrai in pace e quiete.


Narratore:Ci detto ,lo Drago ,balzatolo in
alto,
Scompare nel cielo con un grande salto
E lascia cos, Bertrando pensoso
Per come risolver cotal contenzioso:
Indove raccoglier le leve pi adatte
A combatter chi protrae malefatte?..
Ma ancora torniamo a Bertrando
in famiglia
A sentir racconto di suo
parapiglia
Bertrando:Ah si cari miei bene avete inteso,
Per seconda volta a me il Drago
venne
Lo qual dallo mio coraggio sorpreso
Senzindugio alcuno alluopo ritenne,
103

Avendomi visto sconfigger lagguato


Di cui tempo pria maveva allertato,
Potessi accollarmi fatica e tensione
Di unimportante e rischiosa missione;
Cos salutai amici e parenti,
Che come un eroe mavevan riaccolto ,
E pure mia moglie, che un poco fra i
denti
Pregandomi sempre di star ben
accorto,
Si disse adirata per la mia partenza,
Poichella di me non potea far senza,
Ma io restai fermo su mie decisioni
Poich schiavo di dover e avventura ,
E mi mossi per solver situazioni
Di quel tal villaggio sotto la tortura
Del dominio sordido e pure fetente

104

Di un vil signorotto che opprimea sua


gente.
Narratore:Ma ora torniamo al normal
svolgimento
Di questa vicenda e dello tormento
Che il pover Bertrando cominci ad
avere
Per chi reclutar riuscire a sapere,
Anche se in sua testa tien gi una
teoria
Per codesto impiccio ricacciare via.

105

La ragion di Bettola

Bertrando:Sicur ho trovato! Non pi sono


in dubbio,
Le Bettole e l vino son gran bel
connubio
Di doti che servono a stare tra quelli
Che nella battaglia saran miei fratelli;
Or ,scelta avventata questa pu
sembrare,
Ma ,caro il mio Arturo , non farti
ingannare.
106

Narratore:Diceva Bertrando parendo


svitato
Parlandone insieme al ronzin suo
adorato.
Bertrando:Se ben tu rifletti ,avrai allor capito
Che pregi sublimi nascondel stordito,
Ed ora io tosto ti vado a enunciare
Le doti migliori per le guarnigioni,
Cos che poi insieme si possa gridare:
E vero lo meglio son proprio
ubriaconi!.
Gli uomin di bettola tra quei pi brilli
Non han cognizione di correr perilli,
Poich tanto ciucchi ,connetter non
sanno
Di guerra il pericol e leventual danno,
Tal pregio ,tu bada,non proprio poco:
Pugnare credendo di stare in un gioco,
107

Li induce a una lotta senza inibizione


Che avversi fa batter in un sol boccone,
Per poi non parlar di loro movenze:
Quei, con piroette di mille cadenze
Barcollan a destra e a sinistra assai in
fretta
E colgon lavverso indoe non saspetta,
Brandendo la spada in maniera
confusa
Prima o poi colpiscon, pur se alla
rinfusa,
Ferendo sovente colui che convinto
Contro un ubriacon, di avere gi
vinto;
Considera pure che il vino attutisce
Lo male che prova chi, ahim si ferisce
Consentendo a tal che stato tagliato
Di proseguir lotta senz esser frenato.
108

Narratore:Lo povero Arturo ascolta un po


ombroso
Discorso saccente e pure noioso,
Sapendo alla fine che tanto loquire
Non porta mai a niente ,se non a
dormire.
Bertrando:Infine poi, in mezzo a tali
incoscienti
Ci saran fuggiaschi e nullatenenti
O secondogeniti diseredati
O altri messi al bando da vili cognati
Che gettaronli in disgrazie assai
tante
Procurando loro nientaltro che
male.
Narratore:Tal riferimento mi pare calzante
Per la situazion di costui personale .

109

Bertrando:E questi per render miglior loro


vita
A dura battaglia sarebber disposti,
Senn basteria bottiglia gradita
Per tirar costoro fra file dei nostri;
Ed ora al galoppo,ricerca abbia inizio
In buchi malsani,crogioli di vizio,
E vedrai che presto avrem messo
insieme
Lesercito che nutrir nostra speme.
Narratore:E celeri i due comincian
limpresa
Per liberar terra da maligna presa,
Chiss se il consiglio del Drago
azzeccato
E li condurr a un buon
risultato..

110

- I Baldi Ubriaconi Narratore:Comincian allor i due a ricercare


In Bettole chi li possa aiutare
Ma ancor troppo presto , sol
pomeriggio
E ben aspettare almeno il
meriggio
Bertrando:Io so quel che pensi ,mio adorato
Arturo,
Che ancor troppo presto perch
bevituro
In bettola sozza sen stia gi ubicato
E pure magari di vino ubriacato:
111

Invece io dico,se partiamo presto


Di trovar qualcuno abbiam pi
occasioni,
Chi primo a questora va in bettola lesto
Sicur il pi grande di tutti ubriaconi,
Pertanto lo essendo un beone eccellente
Di mie guarnigioni sar lo tenente,
E poi mano mano ,verso limbrunire
E poi sera e notte e il giorno avvenire,
Chi dellultimora sar l bevitore
Verr allor dotato di grado minore:
Se i primi saranno li miei
comandanti,
Pi tardi verranno gli arceri ed i
fanti,
E gli ultimi a prendere lo posto in
legioni
Saranno sicur arruolati pedoni.
112

Narratore:Ragione tu hai astuto


Bertrando:
Chi in prim pomeriggio in Bettola
accede
Di tutti ubriaconi pu stare a comando,
Infatti a questora chi c ben si vede:
Tu solo ci stai in ogni locanda
Che assiduo hai girato per far
propaganda
E quindi tu solo sarai lo padrone
Di esercito ignoto ,o Re ubriacone.
Bertrando:Lo malo Destino, solo per
questo,
Che con mani vuote mi ritrovo mesto,
Ma Arturo mio bello ,or stai ad
aspettare
Che giunta la sera potrem riprovare,
Infatti la tenebra credo propizi
113

Luscita di chi soggetto alli vizi.


Narratore:Cos una volta giunto limbrunire
I due gi sapprestano a ripartire,
E passan e visitan tutte locande,
Da quella pi piccola a quella pi
grande,
Da quelle pi ignote alle pi famose
Per malfamazione o per altre cose:
Dallosteria del Gorgonzola
Dove uno buon vin rosso si scola,
Allosteria del Gat Rust
Dove si trinca la notte e il d
Allosteria dei Cuc me i Rat
Ch frequentata sol da Ciuct
Allosteria di Perda Bal
Allosteria di Fer da Pr,
Dallosteria di Disgarsi
A quella di Scap da C
114

Dallosteria di Landann
A quella in fin di Siguln,
Le insegne sempre pi scritte in
grassetto
Son per crear maggiore diletto
Lo qual attiri luomo ordinario
A spender qui linter suo salario,
E in tali posti or nominati
I due arditi si son recati
E in questi lochi lo buon Bertrando
Senza il cavallo ovviamente entrando,
Fa un gran discorso assai popolare
Perch la gente stia ad ascoltare
E il suo discorso in ogni ostello,
Per quanto strambo sempre quello:
Tosto saltato sullo bancone
Per attirar a s attenzione
Posa con spada fora sguainata
115

Splendente inverso il soffitto puntata,


Con uno trasporto dimponente mole
Saccinge a elargir cotali parole:
Bertrando:Chi di voi ha lo coraggio
Di sfidare propria sorte,
Che facendovi un oltraggio
Forse peggio della morte,
Come serpi vi ha schiacciati
E per sbornia condannati
A marcir su vostra sedia
Tormentati dallinedia?
Chi di forza ancor dotato
Per riuscir in piedi a alzarsi
E una volta che si alzato
In tal posa cimentarsi,
Perch sobrio fors ancora
E coscienza in lui dimora?
Chi in s di proprio orgoglio
116

Vi ritrovi lo germoglio
Chi di farne quercia buono
Per riconquistar suo trono?
Chi di imprese ancor capace?
Chi non ebbro a terra giace
Per desio che ha di potere
Tornar Re di suo volere?
Chi ha lo fiato di gridare
Posso ancora comandare,
Li miei sensi e la mia vita:
Per me non ancor finita!?
Chi vuol riscoter sua pace
Che in un pozzo oscuro giace?
Chi per dignit riavere
Vuol dar calcio nel sedere
A chi sogni gli ha rubato
Fosse un Turco o suo cognato?
Chi di terre il suo dominio
117

Vuol che sia riconquistato


Da chi con bugia e abominio
Et inganno gli ha rubato?
Chi vuol ritornar vincente
Con f ierezza al suo paese
Rinnegando la sua gente
Che in passato assai lo offese?
Chi disposto a morire,
A combattere e soffrire
Per poter riconquistare
Ci che ha perso pi di caro
Quando in circostanze amare,
Chi padrone del denaro
Con violenza lha esiliato
Da ci che lui aveva amato?
Chi di nuovo vuol tornare
Ad ancor poter saggiare
Lo sapore di vittoria
118

In sua bocca ormai avvezza


A fragranza proditoria
De lo vino che lo svezza
Come fosse fanciulletto
Indifeso nel suo letto?
Chi nel fondo di bottiglia
Pi non vede maraviglia?
Chi di vino ha lo palato
Ormai bello che stufato?
Chi bramando la riscossa
Vuol uscir dalla sua fossa
Riscotendo l suo Destino
Che non fu a lui s vicino?
Chi vuol dire e fare questo
Chio ho appena sopradetto,
Chi disposto a alzarsi lesto
Chi di sbronza non pi ha effetto,
E color che son disposti
119

A pagar quello che costi


Prezzo di lor dignitate
Con la spada e col coraggio,
A lor dicoBeh restate!
Che non mi facciate omaggio
Della vostra compagnia,
Valorosa o quel che sia,
E pensate ai fatti vostri,
Che noi penseremo ai nostri,
E per noi intendo il resto
E per resto intendo quelli
Che non salzan tanto presto
Che non son pi tanto belli
Perch ormai han budella andate
E la loro pelle gialla,,
E han le gambe ormai fiaccate
E il cervello che gli balla
Dentro a disgraziato cranio
120

Che nel vino ha fatto il bagno


E allo sfascio hanno li sensi
E a nullaltro lor si pensi
Se non al mangiare e al bere
E alla ciocca mantenere:
Io a questi mi rivolgo,
Allo sciagurato volgo
Che con gli occhi assai cerchiati
Son reietti e rinnegati
Ed a lor io dunque dico :
Combattiam lo ver nemico
Che si chiama sobriet,
Bando a nostra dignit
Poich noi farem baldoria,
La pi grande e luccicosa
Che la nostra umana storia
Si ricordi mai in sua prosa;
Dietro a me venite allora
121

E sappiate , giunta lora


Di dar vita a Baccanali
Che non abbiano rivali:
Vi offrir del ben di Dio
Che conosco solo io,
Nel pi grande e bel locale
Che si trova gi,pi avanti,
Confluiremo in modo tale
Che saremo proprio tanti,
Reclutando altri fratelli
Come noi ben ubriacati:
Procedendo per ostelli
Troverem altralleati,
Or seguitemi miei audaci ,
Da me non siate fugaci,
E con quei che troveremo
Lungo gi per la radura
Una sol cosa saremo:
122

Dei compagni davventura!


Allunisono guidati
Dalleterno amico vino
Con li sensi ormai offuscati
Scopriremo lo Divino,
Poich il singol che ben vede
E comanda propri sensi
Con lingenuit sua crede
Di agir proprio come pensi,
Ma invece lubriacone
Che possiede verit
E con sua ubriacazione
Linfinito sagger,
Poich singola persona ,
Li suoi sensi trascendendo
Assai meglio poi ragiona
Se con gli altri si va unendo:
Ben ragion di folla usiamo
123

Ed a zonzo adesso andiamo


Perch in fin giunta lora
Di chi non ha pi dimora
Delli brutti e mal vestiti,
Che Natura li ha traditi,
Delli pazzi e delli stolti
Che non sembra, ma son molti
Dei fuggiaschi via scappati
Da chi mal li ha giudicati.
Narratore:Cotale discorso fu tanto
maliardo
Che molti convinse fra copiosa gente
Da quello ubriaco,ma un poco codardo
A pur quello sobrio per deficiente,
Da quello annoiato che brama
baldoria,
A quello curioso in cerca di storia,
Pertanto Bertrando fu presto seguito
124

Da tale codazzo di molto inaudito


Dalli perditempo alli scalcagnati,
Non tanto allo bere ormai interessati
Dallo Cavalier pocanzi promesso,
Anche perch in corpo gi lavevan
messo,
Quanto pi a scoprir cotal situazione
In cui questi seran andati a cacciare,
E per poi veder se tal posizione
Un qualche vantaggio poteva
portare..
Nessun poi lagn ,se non offr niente
Il buon Cavalier un poco indigente:
Il solo trovarsi fra stupidi e matti
Insiem fino allalba a fare bizzeffe,
Lasci tutti quanti assai soddisfatti
Per scherzi e baldorie, per burle e pur
beffe;
125

Passata poi notte insiem girovagando


Destaronsi in loco ampio e diroccato
Che parea per caso ,ma solo
Bertrando
Sapevalo indove quelli avea portato.
- Il Cascinale Abbandonato

Narratore:Esseran nellaia di un tal


cascinale
Ormai polveroso e tenuto male
Lo meriggio pria da Bertrando
addocchiato
Il quale ,fulmineo aveva pensato:
Pensier di Bertrando:E questo lo luogo miglior per
portare

126

Gli uomini miei, chio possa


addestrare,
E grosso spazioso e pure spartano,
E per lo soldato tal dote importante:
Ne prendo possesso ora in mia mano,
E ben fungerammi quandio
comandante
Sar di manipolo assai litigioso
Che di far conquiste diverr
bramoso
Narratore:Cos fra ubriachi la notte passata,
Lui , lunico sobrio ,a condurre
brigata,
Calc ben sapendolo il tale sentiero
Che avrebbe portato a quel suo
Maniero,
Fingendo essinvece di girar a zonzo

127

Facendosi creder come gli altri


sbronzo,
Per non far capire a chi non volesse,
La trama che questi dal d prima tesse,
Cio il farli entrare nel piano geniale,
Scortandoli in fretta al suo Cascinale;
Condotti cost,domati a dovere,
A non pi perigli, codardi temere
Li avrebbe sicur alluopo addestrati
Per esser a lui fedeli soldati
Che avrebber ausilio portato a suo piano
Di liberar feudo da vile Sovrano,
Agendo poi quando le stelle propizie
Sarebbero state a placar ingiustizie,
E quando con chi avea reclutato
Lo suo addestramento
avrebbultimato..
Ma dopo profusosi la sera prima
128

In facondarringa assai degna di


stima,
Or altro discorso costui deve fare
Per convincer questi ubriaconi a
restare,
Poich quando brilli son facili prede,
Ma quando del vino leffetto scaduto,
Nessuno cos facilmente poi crede
A quel che gli dice un tal sconosciuto,
Per cui or devesser ben pi
convincente
Per poter convincer cotal bella gente
A partecipar a sua iniziativa
Di organizzar spedizion punitiva.
- Per Circostanza e non per
Loquela -

129

Bertrando:Quivi dospitarvi mi sento onorato


In questo mio lustro castello adorato,
Voi che pensavate qui desser per caso,
Siccome per vino un poco intronati,
E invece per fiuto di mio grande naso
Che non casualmente qui state
adunati,
Infatti voi siete lo frutto diletto
Di non facil ricognizione ,lo ammetto,
Tals minuziosa,talmente accurata,
Poich io me solo un d lebbi ideata,
Ma non posta in esser sol la scorsa
sera,
Ben maggior lavoro addietro si cela,
Giacch cominciai da tal primavera
Di vostre movenze a studiare sequela,
Cercando sovente chi ne fosse degno
Di darmi un aiuto e pure un sostegno,
130

Capendo fra massa chi si distinguesse


Per tal qualit s bene riflesse
Nel genere umano ,da farne un altare
A chiunque ne fosse il lor titolare:
Coraggio e umilt importanti sono,
E chi le possiede non pu che esser
buono,
Fierezza e onest ,per esempio altre
due,
Beato chi possa contarle fra sue,
Amor per giustizia
Vittoria propizia,
Per poi non scordare la gran dignit
E al proprio padrone la pia fedelt,
Ed io certo sono che voi possediate
Le doti che ho appena qui sopra
elencate;
Per questo di voi fattho selezione,
131

Perch mi aiutiate in Santa


Missione,
Che io di persona non proprio ho
deciso,
Ma ho ricevuto lordine preciso
Da unautorit a me assai superiore:
Da quella Suprema di Nostro
Signore,
Che ha comandato divino precetto
Al di lui pi noto emissario diretto,
Colui dello qual io son servitore,
Costui lo Papa ,lo Sommo
Pastore,
Pertanto io son Bertrando l
Crociato!
Voce da folla:Ah ,molto di te ne hanno parlato!
Bertrando: Lo so bene io, quanto sono noto,

132

Poich combattente strenuo e pur


devoto,
Possibil non che bocca sarresta
Di fronte alle mie mirabili gesta,
E al forte desio di poi raccontarle,
Nessuno resiste ,e inizia a narrarle,
Sperando di donne poter attirare
Contando mie storie di laggi oltre
mare.
Voce di Maligno:Ma quale oltre mare,non ben ho
capito,
Noi stavam parlando di guai che ho
sentito,
Che subito voi avria combinato
In quel poco tempo che siete tornato.
Bertrando:Tu stolto che parli,che sono sti
guai?!

133

Io danno a qualcuno non feci


giammai
E quanto ho sentito lo cuore mi
indigna,
E solo lo frutto di bocca maligna
Di color che invece con me di pugnare
Versando lo sangue per propri ideali,
Rimasti sen sono al lor focolare
Pascendo e ronfando come dei maiali,
E quando io fui splendente tornato,
Per fango gettar sul mio nome
onorato,
Al fin di vedermi test screditato,
Essendo lor cuor da vendetta guidato
Han subito invere storielle diffuso,
A mo di pugnale ,facendone uso
Per cercar di spegner la mia eccelsa
fama
134

Che in tutte donzelle di me crea gran


brama,
Essendio di superiortl manifesto,
E il sol dalle dame ad esser richiesto,
Poich i loro occhi ,che per me non
sono:
Per questo mariti non recan perdono;
Ma tali storiacce eran s mendaci ,
E s discordanti da mia real condotta,
Che presi i bugiardi incoscienti ed
audaci,
E una qualche costola a lor dunque
rotta,
Li miei compaesani li voller cacciare
Per limmagin mia poter vendicare;
Pertanto pensate quant il grande
affetto,
Del Paese mio ,al di me cospetto..
135

Comunque se ancor trovo quei


fanfaroni
Che di nuovo in gir smenzognando
sen vanno,
La lingua qui giuro ,di netto gli taglio,
Cosicch non possan pi commetter
sbaglio
Di prendersi beffa del grande
Bertrando
Che Voler Divino va in gir
divulgando.
Altro Maligno:Sicch or a noi venite dicendo
Che Sua Santit vi ha convocato
Per la sua mission ,assai ben sapendo
Che Dio in persona vi aveva indicato
Avendo a stimarvi l soldato perfetto
Per portar a termin lo divin
precetto?!
136

Bertrando:Cos !Lo Dio nostro notte


apparve in sogno
Al Grande Prelato dicendo Ho
bisogno,
Fra tutti i tuoi uomin io punto lo dito
Inverso colui che tha meglio servito,
Egl lo Crociato che pi si distinse
Poich gli Infedeli impavido vinse,
Et or chel Sepolcro ha riconquistato
Laspetta un uffizio ancor pi delicato:
Si trova uno Feudo allo Nord di
Stivale
Che governato da forze del male,
Da un signorotto s vil e spietato
Che non fece mai unopera buona,
E anzi suoi sudditi avea torturato,
Poich servitor del Demonio in
persona ,
137

E avea condannato cotal brava gente


A vita infelice nonch sofferente:
Lor pan quotidiano inedia e grigiore,
E il lor companatico solo il terrore,
Inflitti da questo brutal impostore
Che gode sguazzando nellaltrui
dolore,
E se or nessuno tenesse la forza
Di arrestare tosto suo cupo dominio
E di con sua spada bucar dura scorza,
Di chi ha protezion di Sommo
Maligno,
Costui lo potere dello suo Padrone
Potrebbe diffonder in tantaltre zone,
Lo seme del male potrebbe lambire
Tutti quei villaggi che non san
reagire:

138

Al Nord territori gi corron gran


rischio,
Per lagitazione non cresce pi il
vischio,
E pur li paesi che son assai tanti
Cosparsi fra valli di l circostanti..
Vostra bella Terra salvate dal male
E pur terre emerse che stan
tuttintorno,
E vostro diritto e dovere morale
Placare minaccia che oscura lo
giorno.
Con tali parole lo Nostro Signore
Allo Papa espresse la Sua Volont,
A noi concretarla in modo migliore,
Con ferro e con fuoco presto toccher!
Il solito Saccente:Cos lo Destino delli nostri figli
Sarebbelo in mani di questi conigli,
139

Codardi e incapaci uomini darme


Certo non in grado di placar
lallarme
Diffuso dintorno da questo malvagio
Che a quanto ho capito si trova a suo
agio
In mezzo al dolore e pure alla guerra;
Noi invece saremo scagliati per terra
Con gravi ferite oppure gi morti,
Vista lesperienza di cui siamo forti:
Noi siamo ubriaconi e pure vigliacchi
Da lei reclutati in ogni osteria
Ma come pretende che noi or si bracchi
Lo figlio del male per cacciarlo via?!
Bertrando:Non foste voi fatti sol per bere
vino,
Ma anche per grande progetto
Divino,
140

Poich lo Signor con sua man mi ha


guidato
Indove trovassi un pugno fidato
Di uomini fieri anche se acciaccati,
Che rimessi in piedi sarian diventati
Dei nobili e pur valorosi guerrieri,
Anche con lausilio di divin poteri:
Vedrete il miracolo Lui compir,
Non sono mendace, tal verit,
Nel gir di sei giorni vi avr trasformati
In uomini darme ,a pugna votati,
E pure durante lalacre battaglia
DallEmpireo Lui guider tal
Ciurmaglia
Inverso sicura e gradita vittoria
Saziandoci s di fama e di gloria,
Perci lo Creatore sta da nostra
parte,
141

A perdere tempo non qui pi ora


stiamo:
Sbrighiamci a imparare di guerra
quellarte
Che ci sar util , ben questo sappiamo,
Allorquando sarem in mezzo al
periglio
E destrezza sar nostro unico appiglio
Per lottar e poi per a vincer riuscire,
Per conquistar lo nostro amato
avvenire.
Coraggio sbrighiamoci commilitoni
Possiam cominciar senza esitazioni!
Narratore:E allora silenzio si fece di botto
E per pochi istanti questo non fu rotto:
Perplessi eran tutti per lo suo discorso
Poich non si crebbe ad una parola,
Bertrando fu preso da forte rimorso
142

Per non verit aver detto una sola,


Per le sue menzogne ch solito dire,
Perch cos stolto da ancor non capire
Che gente non tutta fessa e frescona
E se scopre inganno non sempre
perdona.
Per questa volta andata gli bene,
La folla presente sua rabbia contiene,
E dopo il silenzio si alz uno brusio
Per chi sul da farsi era ancor restio,
E scambia opinioni con lo suo vicino
Perch si decida del loro Destino,
Question che si porse pi o meno era
tale:
Ci sono due scelte,si opta per quale?
Per un visionario e forse pur pazzo
Che racconta fiabe e crea del sollazzo,
E pure singegna per fargli capire
143

Che loro esistenza pu pur progredire,


Oppure si torna a proprie dimore,
Al solito buio e avvilente squallore
Di vita miserrima ed anche noiosa,
Accanto una moglie assai troppo
oppressiva
Et anco a una suocera molto lagnosa,
O forse con madre in eccesso
apprensiva,
O con un padron che sbraitante
precetta
E solo bramoso occasion eglaspetta
Di inferior trattar qual sian animali,
Pur chi non si merita punizion tali,
Per poi non parlar del logoramento
Che porta ogni d del lavoro il
tormento:

144

Ahim ,lo c sempre un campo da


arare,
Oppur dei cavalli da esser ferrati,
O ancora le pelli si devon conciare ,
E poi li formaggi che vanno cagliati,
Infine il pi duro mestier ,lo raccolto,
Che in buona parte dal padron vien
tolto.
Ormai sempre pi la scelta palesa.
Si sceglie Bertrando e lonor della
Chiesa!
Tal molto meglio di vita normale
Che pian pian corrode l comune
mortale:
E come una breve e bizzarra
vacanza,
Intanto che il Mondo prosegue ad
oltranza,
145

Fingendo, di creder ci detto da un


matto
E di conseguenza con lui stringer
patto,
Tal che vengan presi in s grande gioco
Che li impegner invero non poco,
In cui soprattutto ci si vuol burlare
Di codellinsolito e strano giullare
Che intanto li aveva coinvolti in sortita
Senza saper come sarebbe finita,
Ed a poco a poco li avea accattivati
Usando sistemi non troppo ortodossi,
Per vederli presto gloriosi soldati
Inverso la guerra sicuri ormai mossi;
Cos da costoro deciso il da fare,
E quindi in sostanza da che parte
stare,
Sarresta il brusio ,ritorna il silenzio,
146

Non sode pi manco la voce del vento,


Fievole si sente aroma di assenzio.
Bertrando impaziente rinnova
intervento:
Bertrando:Allora, cosera lassiduo vociare?
Perch or avete smesso di ciarlare?
Prendete qual uomini decision chiara,
E non petulante ,poich sorte amara,
Pur vostro malgrado, sappiate vi ha
messo
Con un bivio posto proprio a voi
dinnanzi,
Sappiate rispondermi lucidi adesso,
Per quel sottinteso che ho chiesto
pocanzi,
E che or vi rinnovo e pur vi rincaro
Sicch mio voler a voi tutti sia chiaro:

147

Siete voi con me ,o feroci


mastini?
I Mastini:Si ! Noi siamo sicur a te
degnaffini!
Narratore:Risposer fingendo di esser
convinti
Dal discorso fatto ,e da questo avvinti,
Ma tenendo ghigno sprezzante su
volto,
Di quel tale avendo test constatato
Chera fanfaron e ingenuo di molto,
Capendo che questo andava sfruttato
Per sua ,ad esempio ,creduloneria
Pel quale burlato sicuro saria.
Bertrando:Pria di cominciare l nostro
addestramento
Sappiate che c da far giuramento,
Poich sol colui sine macchia e paura
148

Allo suo padron fideltate giura


E dunque giuriamo ,poich in vostra
faccia
Non vedo di macchia la minima
traccia,
Nemmen la paura nelli vostri occhi
Avr lo timore che un giorno vi tocchi,
E dunque giuriamo ,poich,questo
vero,
Chi giura combatte col cuore leggero
E con sernit in sua ognazione,
Guidati da nostro Signore e
Padrone,
Lo Dio che sta in cielo e che tutto vede
E a far vincer noi giusti sicuro
provvede.

149

- Lo Giuramento Narratore:Bertrando volea far compier


giuramento
Per crear di gruppo spirto e
affiatamento,
Quindi dal Crociato,a rito approntati
Vengono da questo a cerchio schierati,
Ma essendo costui alquanto sprovvisto
Di eloquio opportuno da far recitare,
150

Un po cogitando ,aveva gi visto


Che l solo rimedio era improvvisare,
Cos con un rito bislacco sen esce,
Assai differente da arringa solenne,
Comunque con questo infin egli riesce
Agl irriverenti far abbassar
penne..
Bertrando:State ben attenti a far ci che vi
dico,
E anche se parrvvi un rito impudico,
Sappiate che a tutti questo servir
Per acquisir grandi belliche abilit,
Ma ora miei strenui non pi
attendiamo
E senza altrindugi ors cominciamo:
Giammai ignominia oppur
tradimento,

151

Per far che savveri.grattatevi il


mento,
Perch combattiate lesti e non allocchi,
Qui,subito, orapiegate i ginocchi,
Perch di coraggio voi siate pervasi.
Lun laltro repente toccatevi i nasi,
Poich nostra sorte non sia
ingenerosa
Or a quattro zampe tenete la posa,
Per vostra fortuna poter mantenere..
Al vostro vicino toccate il sedere,
E per esser nobil,non pi dei
villani..
Leccatevi il palmo delle vostre mani,
Poich vostro aiuto sia fermo e
deciso.
Al vicin compagno toccate lo viso..

152

Narratore:Essendo oramai coinvolti nel


gioco,
Costor seguon ordin anche se col fuoco
Di orgoglio ferito che dentro bruciava
Mentre che Bertrando ultim ordin
dava:
Bertrando:Sperando che doggi sia meglio l
domani.
A terra sborlatevi a modo di
cani
Narratore:Ma il prode saccorge che con tal
comando
La loro pazienza va in fretta
scemando,
E pur divertendosi come bambino
Decide di chiudere il rito cretino.
Bertrando:Or che siete uomini a tutto
temprati,
153

Non pi quelli pargoli un po


spaventati,
Alzatevi in piedi,non oltre indugiate,
Sian vostre incertezze a spalle lasciate,
E con fiero sguardo e lo cuore puro,
Con me ripetete :Io fidelt
giuro!
La Ciurma:Io fidelt giuro ,
Puoi stare sicuro.
Narratore:Con desio di rivalsa pronuncian
postilla,
Poich l loro orgoglio un poco vacilla
In quanto per rito quei furon offesi
Da stolto,o almen cos seran intesi,
Pensando per primi di prenderlo in
giro,
Et invece irrisi son stati dal tiro

154

Che pur non sapendo Bertrando ha


giocato,
Con quel giuramento un po
strampalato.
Bertrando:Ed or siamo pronti per corpo
temprare:
Lo addestramento possiam cominciare,
E al termin di tali sei giorni vedrete
Che come leoni voi combatterete.
- LArs Pugnanda Narratore:Cos con fervore ed incitamento
Inizia Bertrando lo suo
insegnamento:
Costui desser bravo con spada diceva,
Anche se a riguardo per lo pi fingeva,
Infatti pi daltri non tanto era
esperto,
155

Ma a tale riguardo ,per non crear


sconcerto
Rispolver ci che aveva sentito
Sul combattimento ,da qualchaltro
ardito,
Che in sua giovinezza aveva ascoltato
Sperando uno d desser pur lui votato
Alla buona stella delli cavalieri,
Che vita di guerra conducono fieri;
Cos cominciaron le prime lezioni
A quella gran massa di ignari
caproni,
Che credon, ingenui, Bertrando
pregnante
Di util nozioni che sian esaustive,
E invece questera inetto e ignorante
Rispetto alle grandi loro aspettative..
Tornati dal bosco ,raccolti li legni
156

Che fungean da spade per


queglinesperti,
Che ad armi di ferro ancor non son
degni,
Poich dimperizia ancora liberti,
Ognuno si sceglie quello a lui pi
adatto,
Che varia da verga trovata in
anfratto,
S dura e potente che se data in testa,
Di chi se l presa ,ben poco vi resta,
A rami flessibil di tenere arbuste,
Che pi che qual spade servivan da
fruste.
Inizian cos li combattimenti:
Sazzuffan due a due li bravi
esordienti,
In tale baruffa che parea una guerra
157

Alcuni ,i pi goffi, son sempre per


terra,
Bertrando nel mentre cerca di
impartire
I miglior precetti per colpoferire
Lo proprio avversario,mettendolo in
scacco,
Per ben badate,solo se uno vigliacco;
Sue doti fasulle lo Crociato insegna
E tali testacce di nozioni impregna,
Nozioni cotali che neanchei possiede,
Ma a zoticoni ci non lo da a
vede..
Bertrando:Per bene schermir:affondo e
parata,
Concludendo alluopo con final
stoccata,
Veloci ed astuti ,leggiadri ,a momenti,
158

Con vostro nemico mai siate clementi!


Narratore:Loquisce ,loquisce Bertrando
invasato,
Per a combatter sicur non sarrischia,
Credendo di esser da quelli ascoltato
Pur senza buttarsi in mezzo la
mischia..
Ognun per se pensa a fare baldoria
Formando cos un groviglio sconnesso
Di uomini privi di Patria e pur gloria
Che lascia lo buon Bertrando
perplesso:
C chi per suo conto agita il bastone,
Colpendo a casaccio nel gran
polverone,
Chi tira al compagno suo, grandi
legnate,
Oppur con fuscelli su schiena frustate,
159

Comunque una cosa era ben sicura:


In mezzo a tal gente con la testa dura,
Chiunque sadopra per far confusione
Ma , nessun dapprender ha seria
intenzione,
Per cui non han voglia manco di
imparare
Lo modo corretto per meglio duellare.
- Il popolo degli Inetti Narratore:Dovete saper che tale brigata
Da circa sessanta figuri formata,
Pi o meno normali ,con molti difetti,
Pigrizia su tutti e poi codardia:
Un popolo fatto di goffi ed inetti,
Che lamor per vizi non mandan mai
via,
E pur ce ne son che a difetti tali,
160

Ne assommano altri fisici e mentali:


Lo muto e lo sordo,
Lo strabico el zoppo,
Il tonto e lingordo,
Lo nano ,un po troppo
Basso per pugnare,
Ma chi se naccorge ,con tali
caciare..
Su tutti comanda con grande carisma
Uno personaggio di non bella risma:
Lo guercio, con benda sullocchio di
vetro,
Che a far discussion non si trae mai
indietro,
Infatti a Bertrando rimprovera lesto
Le sue inadempienze da uom
inonesto.

161

Il Guercio:Ei tu che lo capo a noi esser


dovresti ,
Perch armi vere cost non ci desti?!
Che ,forse pretendi che noi
combattiamo
Usando per spada dabete uno ramo?!
O forse vorresti che avversi ai nemici
Scendessimo in campo ben lieti e felici,
Sapendo che contro lor ferri taglienti
Saremmo sicuri di esser perdenti?!
Ma cosa pretendi , di vincer battaglia,
Combattendo armi con bestemmie e
sputi:
La lingua non lama ,bene non
taglia,
Lunica tua speme chel ciel taiuti!!
Bertrando:Su quelle che credi le mie
inadempienze
162

Non affare tuo sputare sentenze,


Che poi se marrabbio ,violenza ti uso :
Su tali mancanze un occhio tien chiuso,
Puoi scegliere tu qual chiuder
marrano,
Se quello di vetro oppur quello sano,
E se interverrai ancor con fare
sgradito
Nelocchio tuo buono ti caccio lo dito;
Tu or devi stare bel calmo e tranquillo,
Mio amico cecato e pure un po brutto,
E pria di battaglia non esser arzillo,
Mantieni la rabbia per darmil
debutto,
Mio lungimirante e fiero soldato,
Da questo tuo dubbio non esser
straziato,
Non farti nellanimo tuo uno patema,
163

Che presto lacuna di spada vedrai ,


Non lo sar pi un grosso problema,
E a ferri ottenuti tranquillo sarai.
Narratore:Cos dopol guercio aver messo a
tacere,
Li prodi repente rianno a duellare:
Lass l Padre Eterno aveva a
vedere
Spettacolo assai da far smascellare,
Poich delle coppie s mal assortite
In storia non furon giammai
concepite:
Lo strabico el guercio ,figura assai
bieca,
Piuttosto che fare un combattimento
Sembrava giocassero a mosca cieca,
Poi era assai strano lo comportamento
Tenuto dal muto e dal balbuziente,
164

Il primo non parla ,ma cerca paziente


Di intendere quel che vuol dire il
secondo:
Non una parola intatta si sente,
E dopo tre ore ,cascasse lo mondo
Di termine tal s compreso ancor
niente
Ma il muto capisce ,in quattror
,finalmente
Chera cominciamlo verbo fetente
Che lo suo compare cercava di dirgli
Con quei di parole inquietanti grovigli,
Comincian cos codesti a lottare
Quando tutti glaltri via han preso ad
andare,
E visto s lesodo di tutta gente
Lor sfida pur termina immantinente;
Lo nano e lo zoppo combatton insime,
165

Il primo per suo avversario teme,


Non tanto dovuta codesta paura
Ad una quantanche minore statura,
Ma pi per questione che essendo il
nan destro
Da tal latitudine e s in basso piglia,
Comunque pugnando in modo
maldestro,
Del zoppo ,di legno ,sinistra caviglia;
Non pu vulnerare, cos l piccoletto,
Lo zoppo che dalto per fargli dispetto
Lo tiene con mano pigiando sua
fronte,
Mentre il nano spinge qual fosse un
bisonte,
E poi ogni tanto ,per poco calmarlo,
Gli tira un buffetto in testa col legno,

166

Rischiando ancor pi di statura


abbassarlo
Pi di quanto questo non fosse gi
degno;
Infine la coppia meno danneggiata
Dallo stare insieme , quella formata
Dal sordo e dal tonto,che stanno
appaiati,
Perch mentre il tonto vaneggia
distratto
Delle sue teorie che in giro ha contratto
Riguardo lui dice Astratti
Sistemi,
Che poi ha contornato di assurdi
teoremi,
Lo sordo annuisce ben conscio del fatto
Di starsi perdendo sermone inesatto,
E puranco futile e talmente sciocco
167

Che sicur colui che laveva a dire


Non potea esser altro che un
grandallocco
Odendo lo qual si pu anche
impazzire,
Ma il nostro sordo privilegiato:
Da idiozia tale ben riparato,
Quindi evitando tanta seccatura,
Trae chessere sordi non poi tal
sciagura,
Mentre l tonto sentesi assai lusingato
Credendo di esser da costui apprezzato,
Poich annuendo ,lo sordo d a bere
A un fesso, di esser gran
conferenziere.
E passan li giorni fra mille tenzoni,
Fra lividi ,botte e pur contusioni,
Fra gli insegnamenti di poco valore
168

Del Gran Maestro dArmi ,lo


nostro Bertrando,
Che urla e si sbraccia per tutte quellore
Non dando un sol giusto ,che sia uno,
comando;
Son cinque li giorni che cos passati
Aveva Bertrando per far dei soldati,
E costui decreta che era finito
Lo suo allenamento non tanto riuscito,
Infatti ,di pi ,da quei zoticoni,
Non potea pretender in tal condizioni,
Decide cos di svelar lo piano,
Che avea concepito peaver armi in
mano:
Pria che questi andasse ubriacon
reclutando,
Si rec dal fabbro in grande segreto,

169

Poich dal vilaggio suo ,messo allo


bando,
Rispettar dovea cotale divieto,
Ma bisogno aveva assoluto di armi
Per dar da combatter alli suoi
gendarmi,
Cos sua richiesta al fabbro rimostra:
Bertrando:Tu sei con me in debito ,non ti
scordare,
Ch quel che tu ha fatto a mia moglie
mi prostra,
Perci io ti chiedo di spade forgiare,
E circa cinquanta lo numer desiato
Che or io ti chiedo che venga forgiato,
Io credo che il prezzo che pago gi
basti,
Ed lo saper che mia moglie violasti.

170

Narratore:Lo fabbro puranco un poco


incupito
Accetta ,poich lorgoglio ha ferito
Al pover amico e compare
Bertrando,
Come noi sappiam ,sua moglie
sfruttando,
E per lo rimorso da cui dilaniato
Decisolo a svolger lavoro assegnato.
Bertrando:Infra cinque giorni verr a ritirare
Lo mio poderoso e lucente arsenale,
E mi raccomando , che sia un bel
lavoro,
Senn ti prometto : lo petto ti foro!
Narratore:E quel per lappunto era il giorno
quinto,
Pertanto Bertrando aveva gi evinto
Che era scaduto lo termin statuito
171

Dato da lui al fabbro,per esser fornito


Di armi leggere e pur efficaci
Che portin a vincer quei bonzi veraci.
Bertrando:O guercio che darmi tu pria mi
chiedevi,
E tempo che meco or tosto ti levi,
Tu biondo che parvemi bel nerboruto,
Con noi adesso vieni per portarci
aiuto.
Narratore:Saliti su un carro di legno
marcito,
Fornito da uno degluomini suoi
I tre savventuran indoe stabilito,
Saria stato meglio trainati dai buoi,
Ma il paziente Arturo che traina gli
stolti,
Che son solo tre ,ma pesan quam
molti,
172

E arrivan cos,mettendoci poco


A casa del fabbro ,che li aspetta in loco;
Da dentro la voce provien
cavernosa
Fabbro:Voi siete venuti per quella tal cosa!
Entrate su dunque ,non siate
indugiosi,
Cosicch ,vi porga i gingilli preziosi,
Poich io sol non riesco a portarli
allesterno:
Per lo troppo peso abbisogno dun
perno.
Bertrando:Vai tu fido biondo,che sei lo pi
grosso,
E quando una parte dellarmi avrai
indosso,
Tranquillo tu stai che appen fuori di
porta
173

Col carro noi stiamo a farti da scorta,


Che poi aglaltri pezzi lo fabbro ci
pensa,
Perch buona forza anchegli
dispensa.
Narratore:Varcata la soglia ,lo povero
biondo,
Un urlo tal caccia ,che par furibondo.
Biondo:Quest un tradimento,quest
unimboscata,
Perch proprio a me or lhanno
tirata?!
Bertrando: Muoviamoci,presto,non tempo pi
abbiamo!
Il Guercio:Intendi che andare a aiutarlo
dobbiamo?
Bertrando:Sei pazzo ,andiamocen via io
dicevo,
174

Che gi di per me ,gran botte ricevo,


Fra laltro quelli son li miei
compaesani,
Son tanti ,cattivi e menan le mani,
Scappiamo via presto!
Il Guercio:Io ti seguo lesto!
Biondo:Son quattro i nemici ,e pure
dannati!
Bertrando:Se son solo quattro,con calma
fuggiamo,
Che da gran pericol non siam
minacciati.
Il Guercio:E il giovine sempre la dentro
lasciamo?
Bertrando:Che vuoi forse batterti in mezzo a
uno scontro,
Quando puoi evitar tu questo per
contro?
175

Biondo:Li ho stesi sti quattro vili e


smidollati:
Un paio di sberle e sono cascati!
Bertrando:Su presto accorriamo mio prode
compare,
Che lamico biondo dobbiamo aiutare,
Non venga mai detto ,con falso
bisbiglio
Che lascio miei uomin in mezzo a
periglio!
Narratore:Bertrando ,che ha udito minaccia
passata,
Dal forzuto giovin test scongiurata,
Si atteggia da eroe e qual salvatore
Accorso a soccorrer suo uomo migliore,
Entrati lui e il guercio vedon che
stecchiti
Son tutti i nemici ,dal biondo colpiti:
176

Lo celato attacco non era bastato


A vincere cotanto omon ben
piazzato.
Il fabbro per riacquista li sensi,
E proprio Bertrando per prim se ne
accorge.
Bertrando:Che cosa di far ,dimmi,ora tu
pensi!
Narratore:E invece di mano ,la spada gli
porge,
Con punta appoggiata sulla giugulare,
Col pi sul suo petto per non farlo
alzare.
Bertrando:Con tal tradimento che tu hai
perpetrato,
Lo debito mio non avrai mai saldato,
Poich gi una volta tradisti amicizia

177

Che un tempo ci rese qual fossim fratelli


,
Ma con questennesima grave
ingiustizia
Sancisci la fine di quei tempi belli!
Fabbro:Tu dici che in debito ancora io sono
Perch per mie azioni mi levi il
condono
Beh ,credo che azione che ti sto per
dire,
Che ho portato a fine,perdona lardire,
Anche se in vert ,son stato costretto,
Assai mi solleva da tutti i doveri
Pei quali tu pria ti sentivi protetto,
E che attribuito mi hai fino a ieri.
Bertrando:Or dunque ,su ,parla ,che sono
curioso
Di sapere ci che ti rende spocchioso,
178

Pur con la mia spada che collo ti gela,


E che per reciderlo un pretesto anela:
Almeno fedele ,lei,a me sempre stata,
Non quale voi, gente di bassa levata.
Fabbro:Io allora ti dico ,che l suocero tuo,
Te non riuscendo a tosto immolare,
Volle cambiar lo genero suo,
Per della figliola onor preservare,
O almen quel poco che ancor le
rimane,
Cos egli scelse ,per te rimpiazzare
Quello tapino e povero cane
Che la tua moglie avea a frequentare,
Mentre che tu ,ten stavi in Crociate:
Vale a dir me!Sian stelle dannate!
Bertrando:Ah,ah,allor tu mi dici esser stato
costretto
Ad immaritarti mia sposa in tal stato,
179

Per renderti forse codello dispetto


Che un tempo facesti a me e a mio
cognato:
Tu te la godesti quandera ancor bella,
Ed or te la becchi pur se non lo pi,
E questo lo giusto final di novella,
Percui le tue colpe te le paghi tu!
Fabbro:E ,si ,le mie colpe ed oltre puranco,
Ma io di pagar ,inver sono stanco,
Quindi che ne dici ,dei debiti miei,
Dopo ci a te detto ,soddisfatto sei?
Credi che li abbia infine saldati,
O vuoi pure lalme dei miei antenati?
Bertrando:Si,son soddisfatto,in effetti lo
ammetto,
Con tali parole mi risani l core,
Tant che son io ora quello in difetto,
E quindi ,per questo, pur tuo debitore.
180

Fabbro:Vattene allor ,e lasciami in pace,


Non fare che fuoco riattizzi da brace,
Lascia la tua gente ,che di te si oblii,
Non rimandar ora pi codesti addii,
Vattene prima che questi rinvengan,
Tu non lo sai quanto a punirti ci
tengan!
Bertrando:O,sai caro fabbro ,io, cosa ti dico,
Lo tuo buon consiglio prudente
davvero,
Gi,proprio si vede che sei un caro
amico,
E sempre mi metti di fronte allo vero
Di questa realt che purtroppo vivo,
Ma che a rivoltar son deciso sul serio,
Anche se purtroppo un poco tardivo,
Credo che sia ora di ingiunger mio
imperio!
181

Lavere sposato mia orrenda moglie


Tu sicur saprai che dai guai ti toglie,
Visto che io son,da tuo creditore,
Passatolo ad esser un tuo debitore;
Cotale baratto comunque io approvo,
Poich preferisco star dove mi trovo,
In tal condizion che mi fa soddisfatto:
Non sono pi io, quello maritato,
Ad una donzella che pare pi un ratto,
Poich sei tu, ora ,il fortunato;
Onde per cui ,gi io essendo pregno
Per codesta azion della qual tu sei
degno,
Di debiti gossi, a te da saldare,
Che in questa mia vita sicur non sapr,
Mi tocca unopposta condotta vagliare,
Che ho gi deciso ,piuttosto che no:
Rincaro la dose di ci che ti devo,
182

Percui altri ferri ora ti prelevo,


Oltre a mie armi pria commissionate,
Sempre ,inver,che tu me le abbia
forgiate;
In pi aggiunger quello che qui
dentro
Io scorgo,dal muro fin verso lo
centro,
E questa baracca pulir per bene,
Perch tu ora sappi che a me pi
conviene
Di tutti i miei debiti farne un sol fascio,
Cosicch da morto a mia prole li lascio,
E tu ,ben sapendo che io sono tonto,
E che i miei eredi,lor pure saranno,
Presenta a codelli un salato conto,
Vedrai che allistante ,quei ti
pagheranno..
183

Avanti miei uomin ,non siate villani,


Bene ringraziate lamico elargente,
Prendete quel che vi vien sotto mani,
E mi raccomando,non lasciate
niente!
Fabbro:Dimmi amico mio ,sei forse
impazzito,
Che,tu,nella piaga vai a metter lo dito!
Io ben ti conosco:tu sei uno venale,
Che te ne farai di tanto arsenale?!
Bertrando:Sappi che io sono di molto
cambiato,
Or tengo lo spirto di un vero soldato,
E con tali armi mi appresto a pugnare
Per quei valori in cui ho a
confidare,
Per ci che io fui ,o credetti desser:
Coraggioso e fier ,senza bugie tesser,
184

E per ci in cui pi amo in me stesso:


Lo vino ,il riposo e lessere fesso!
Narratore:Con queste parole ,su carro
montato,
Con li suoi compagni ritorna al
rifugio,
Dopo aver sconfitto lombre del passato,
Che in lui alimentavan fastidioso
indugio
Riguardo al da farsi sullo suo futuro,
Per affrontar quale or si sente
maturo.
- Gli Eroi Tornano al
CascinaleNarratore:E quasi la sera quando questi tre
Ritornan indietro al lor cascinale,
185

E vengon accolti qual fosser dei re,


Quandaltri li vedon con tal arsenale.
Bertrando:Miei uomin gioite,che siamo
tornati
Con ci che serviva a noi disgraziati,
Per vincer la guerra che gi si profila
Ins lorizzonte di nostro avvenire,
Che seppur sessanta varrem centomila
Con questarmamenti per colpoferire
Li nemici nostri che si frapporranno
Fra noi e la vittoria di cui ancor non
sanno.
Et or festeggiam per lo lieto evento
Di avere le armi,molte pi di cento,
Si accenda la brace,si stoppi lo vino,
Ognuno si faccia a me pi vicino,
Per sceglier fra queste la sua preferita

186

Di spada che poi dovr stringer fra


dita,
E che sua compagna sar in battaglia,
In quanto frequente vi salver testa,
Poich chi ad usarla non troppo si
sbaglia,
Non abbia paura,che vivo ci resta,
Perch innanzi a voi sar una difesa,
Ma spero, pi spesso, vi funga da
offesa.
Narratore:Avendo s presa una spada e uno
scudo,
Di ferro rimastonsen nessuno ignudo,
Si passa a di lance ,poi distribuzione,
Per chi di adoprarle aveva
intenzione.
Bertrando:Or che ognun di noi ha scelto l
suo pezzo,
187

Possiam per un poco concederci al


vezzo
Di fare baldoria e alluopo poltrire,
Ma sol per stasera,non giorni
avvenire,
Perch per almeno futuri tre giorni,
A usar tali lame dovete imparare,
Sperando che questo poi util ci torni
Quando in battaglia andremo a
pugnare,
Ed ora sia festa,non pi indugiamo,
Facciamo baldoria ,mangiamo e
beviamo!
Narratore:Lallegra serata procede spedita,
E tutti vorrebber non sia mai finita,
Tant ,fin a tardi codesta prosegue,
Senza a noia offrir neppur brevi tregue,
E gli ultimi restan allalba vedere,
188

Esausti,ubriachi,in mezzo al podere,


Poi infine anche loro sen vanno a
dormire,
Per di mattina ,e non a imbrunire,
Sicch molto tardi ,fin dopo la mezza,
Comincia con spade la nuova lezione,
Ognuno svegliato si sbriga e sattrezza,
Con larmi ora vere,per far confusione,
E questi proseguon per giorni tre detti;
Bertrando singegna per sembrar
esperto,
Ma infin imbranato si mostra ai suoi
eletti,
E ancor di ridicol da loro coperto;
Per con tenacia e perseveranza,
Qualcosa si impara,pur senza un
maestro:

189

Da chi ,qual Bertrando, ha poca


speranza,
Perch un poimbranato ed anche
maldestro,
A chi cicciottello e pure con panza,
Si muove leggiadro ,usando suo
estro.
- LArma Segreta Narratore:Al secondo d deglallenamenti,
Che avanti portavan coi lor cuori
ardenti,
Bertrando ,da solo un poco sassenta:
Nessun dov andato ,di indovinar
tenta.
Bertrando:Sappiate soltanto che per qualche
ora
190

Da questa brigata men vado di fora,


A compier missione che
determinante,
Per far che mio piano vada a
compimento;
Non siate in pensiero,poich pi
importante
Che voi proseguiatel vostro
addestramento.
Narratore:Lasciati in tal modo gli uomini
suoi,
Sen parte col suo fedele destriero,
Diretto in un luogo che sapremo poi,
A noi come a lui non esser
straniero.
La strada difatti quella precedente
Che assai giorni addietro percosse
fervente,
191

In cerca di filtro per curar sua moglie,


E per soprattutto le di lei voglie ,
E infatti codesta la via che conduce
A chi delli maghi proclamasi l duce:
E Ptor, dallo quale si vuole recare
Ancora una volta lo Bertrando
nostro,
Per dargli occasion di poter riscattare
Laver trasformato sua moglie in un
mostro.
Bertrando:Il fabbro, per sue malefatte, ha
pagato
Con armi che noi gli abbiamo rubato,
Vediamo se pure lo mago disposto
A render servigi senzalcuno costo,
Quando fra non molto gli avr
raccontato

192

Di ci che con sua magia ha


combinato,
E se con le buone non lavr convinto,
Vedr se con spada al collo sarrende,
E se almen allora avr ei capito ,
Che luom infuriato a vendetta
propende.
Narratore:A tale capanna Bertrando
arrivato,
E subito indi dal destrier smontato,
Ad appropinquarsi a rifugio sappresta,
Ma subito voce di mago larresta.
E il solito sciocco e buffo rituale
Che il vecchio qual sempre svolge
puntuale
Nel sentir un ospite che savvicina,
Convinto qual che suo nome
indovina.
193

Ptor:Fermo! Sta l ,chiunque tu sia,


Che tu sia alleato oppure una spia,
Sappi che oramai ci ben poco importa,
Poich seppur vecchio io adesso so gi,
Prima ancor che tu varchi quella porta
,
Tuo nome,tuo volto e tua identit.
Bertrando:Vediamo stregone vecchio e
rimbambito,
Se or ti ricordi e fresco hai ludito
Di questa mia voce che adesso tu senti,
E se a chi appartiene di indovinar
tenti.
Ptor:Cotale insolenza,cotale stridio,
Io ti riconosco, caro amico mio:
Tu sei quel marito che fosti cornuto,
Tu seil cavalier.quello sconosciuto.

194

Bertrando:Non son sconosciuto,dannato


vecchiaccio,
E se oltre prosegui ,un disastro faccio!
Sappia che madiro non sol per suoi
scherni,
Ma per guai vissuti pur per la pozione
Che fatto mi ha passar mille inferni,
Poich la mia moglie fece mutazione,
Ma non in donzella casta ed accollata,
Bens in zitella orrenda e sciancata;
Che avete da dir in vostra difesa,
Per grave che avete arrecatomi offesa,
Tradendo fiducia che in voi riponevo,
Spacciando un intruglio per quel chio
credevo
Di quelli miei guai la gran soluzione
Che avrebbe risolto grave situazione!

195

Ptor:Ah ,non mi interessa ,non


affare mio:
Che alli guai tuoi ci pensi il buon Dio,
Poich una volta chiuso lo baratto
Pi non mi riguarda ci che dopo hai
fatto,
Poi tu ancor sei giovane,cosa
timporta,
Se una qualche grana bussa alla tua
porta,
Io sono vetusto e si ,che ho problemi,
Guarda le mie pustole e pur gli eritemi,
Poi li miei bisogni ormai pi non
trattengo,
Anche ho vesciche su mani e su piedi,
E per stare ritto ,al muro mi tengo:
Rispetto a me tu hai fortuna,non
vedi!
196

Bertrando:Ma che vai dicendo brutto


zoticone,
Tu mi hai fatto fesso col tuo preparato,
Et ora mi dici non tua questione?!
Sappi,non mi piace di esser beffato,
Perci per riscatto io sono venuto
Delle malefatte che tu hai combinato,
E tale riscatto ,portandomi aiuto,
Dovrai ripagar a me ,sciagurato!
Ptor:Ma quale riscatto tu credi ti devo,
Mi spiace mio caro,questa non la bevo,
Non colpa mia se tu hai sbagliato
Luso su tua moglie della mia pozione,
Forse le parole tu hai dimenticato
Che devon preceder la sua assunzione.
Bertrando:Di quali parole voi or mi dicete!
Ptor:Ed ecco!Ma come dunque
pretendete
197

Che la mia mistura non funzioni


male,
Se manco sapete lo suo rituale!?
Bertrando:Oh vecchio puzzone,mi state
irridendo,
Ma bene sappiate che io non
marrendo,
Mai avete parlato di un rituale,
Per far funzionar la pozione tale,
Perci se aiutarmi voi pi non vorrete,
Senza alcun compenso ,che questo
sappiate,
Vi giuro allistante in loco morrete
Perch vostre colpe vengan
compensate!
Narratore:Sguainata la spada con grande
irruenza,

198

Per far spaventare quel mago


imbroglione,
Ei finge di usargli addosso violenza,
A scopo di estorcer collaborazione,
Ed proprio il vecchio che in quel
momento,
Inverso Bertrando muta
atteggiamento:
Dissuaso da quellimpulsiva sortita
Del buon Cavalier che sera adirato,
Essendogli stata paura impartita,
Lo mago in un attimo presto
cambiato,
Da burbero ,pigro e irriconoscente
E cinico inverso li guai del presente,
Diviene gentile et anco amoroso,
Pur di placar lira di quellimpetuoso.

199

Ptor:Ma per carit ,non abbiaten


male:
Perch rabbia vostra ,chio vedo vi sale,
Non tentate ora ,di un poco placare,
Figliolo mio bello,quel che c da fare
Vedrem di portarlo a termin insieme,
Se ci in verit s tanto vi preme;
Parla allor ,da me, in sostanza, che
vuoi,
Che unguento hai bisogno per li
crucci tuoi?
Bertrando:Io tengo bisogno di una pozione
Che faccia venir forza di leone,
E pure coraggio che non abbia fine,
Per esser a guerra portato ed
incline..
Che dici tu mago,perch testa squoti?
Rispondimi ora:far questo tu puoti?
200

Ptor:E molto complessa cotale


faccenda,
Provarci io posso ,per faccio
ammenda,
Se ci non mi riesce ,non colpa mia:
Il fatto che tal, impossibil impresa,
Pure se volete,provate vossia,
Non pu sostenervi nemmanco la
Chiesa,
Comunque lasciatemi almeno tre
giorni
Perch io possegga tempo sufficiente
A far si che la mia memoria ritorni,
Se no caro mio ,non se ne fa niente,
Noi ci rivediamo allor fra tre
giorni.
Bertrando:Fermo ,dove vai ,tu non hai
capito:
201

In primis ,con me tu ora soggiorni,


Poich gi una volta fiducia hai
tradito,
Cosicch io possa veder tuo operato
E se agli occhi miei valido sar,
Se invece scadente lavr giudicato,
Ti ricaccer a calci fin qua;
Poi delli tre giorni manco se ne parla:
Entro questa sera devi prepararla,
Poich non ho tempo da perdere ,sappi,
Di fatti una guerra io ho da pugnare,
E in fin, guai a te ,se per caso scappi,
Io con li miei uomin ti vengo a cercare
.
Bertrando:Il tutto egli dice ,sua spada
brandendo,
E sempre di pi lo mago impaurendo;
Lo vecchio, veduta cotale fermezza,
202

Di tanta minaccia carpisce lebrezza,


Cos ben saccora a dargli ragione,
Al fin di non prender da lui
punizione.
Ptor:Va bene , mi hai infine convinto,
Tal invito tuo non pu esser respinto.
Bertrando:Solerti allordunque prendiamo il
cammino,
Che il posto non poi cos vicino.
Ptor:Aspetta,che prima mi devo
munire
Di ci che per far la pozion pu
servire.
Narratore:E prende lampolle ,alambicchi e
misture,
Di assai tante forme ,e pure misure,
Li tappi ,i coperchi e i fili di rame,
Dei liquidi strani ed altro ciarpame,
203

Pi un calderone pesante e pur grosso,


Che per far lo filtro non potea
mancare.
Ptor:Portalo tu chio addurlo non
posso,
Son povero vecchio,non dimenticare.
Narratore:Ei dice a Bertrando,il quale un
po scosso,
Sel lega ins spalle per meglio
trainare.
Cos ,su giovenca riposti i bagagli,
Lo mago sappresta a sostegno
donargli,
Con forza e efficacia della sua magia.
I due dunque prendon e sen vengon
via,
Diretti alla volta dello cascinale;
Bertrando deciso a sconfigger lo male,
204

Spera che lo mago ,almeno sta volta,


Azzecchi mistura che la sia vincente,
Che pel primo errore la vita ha
sconvolta
Allo cavalier che or diffidente,
Lo quale confida nello suo Signore
Sperando in futuro un poco migliore.
- Tornati al Rifugio..
Narratore:Bertrando, col mago giunge al
cascinale,
E i suoi uomin subito voglion sapere
Chi fosse quel strambo e misterioso tale
Che faceva rider al sol suo vedere .
Bertrando:Gioite mia gente,poich vi ho
portato
205

Quellarma segreta che ho tanto


bramato:
E lui ,lo potente e invincibile mago
Che ci aiuter a vincer tenzone..
So che or lo vedete di forza un po
vago,
Ma costui sappiate ch il meglio
stregone
Di tutte le terre cost circostanti,
E ci far dono della sua pozione
Per renderci forti e persin aitanti.
Narratore:Non perdono tempo Bertrando
e alchimista,
Costui in pentolone ,versacci una lista
Di ingredienti strani e pur puzzolenti,
Che lo mago gira fino a ebollizione,
Ma gli uomin non son poi tanto
ferventi,
206

Di bere ci che c in quel pentolone,


E dopo dellore che l vecchio sen mesce,
A finir intruglio finalmente riesce.
Ptor:Cotale pozione ha peculiarit,
Che quando bevuta ,effetto far
Lo giorno seguente,sicuro non prima,
Per entrar in corpo ,da piedi alla
cima,
Ci mette quel tempo,non meno
purtroppo,
E questo sappiate ,lo unico intoppo.
Narratore:Bertrando qualera di lui
fiducioso,
La vuol far provare prima al
fattucchiere,
Poich se il promesso effetto prodigioso
Codesta facesse,voleva vedere.

207

Bertrando:Et ora lo mago per ben


dimostrarci
Che di tal intruglio possiamo fidarci,
Stasera per primo lui la bever,
E noi lindomani ,sicur si vedr
Leccezional forza che ha sviluppato
Questuomo che ora uno poco
emaciato!
Ptor:Ma no,non mi sembra lo caso mio
caro.
Bertrando a mezza voce:Tu bevi e non romper,stregone
somaro.
Narratore:E passa la notte con tutti i
tormenti,
Per lansia ,ben pochi rimangon
dormienti,
Bertrando fra tutti il pi preoccupato,
E dorme con un occhio solo serrato,
208

Perch lo suo sguardo controlla


costante
Il mago ,che a lui non poco distante,
Anela la fuga da quei zoticoni,
Temendo che la sua pozion non
funzioni,
E il buon Cavalier,avendo capito,
Che il vecchio di darsela aveva ordito,
Decide di stare allerta ed attento
Per impedir questi da sotto suo mento,
Fuggisse per poi mai pi l tornare,
Per riuscir disfatta sua ad evitare..
Ma ecco che albeggia,e tutti gi alzati,
Sadunan dal mago ,moltinteressati,
Per veder di forza lo suo incremento,
Che in corso di notte ito a
compimento.

209

Il Guercio:Dimostraci vecchio,una volta in


piedi,
Se nei tuoi poteri per lo men tu credi,
E se ti sei fatto pi forte dun orso
Spaccando una pietra con di tua man
dorso!
Narratore:E giunti ad uno masso assai
consistente,
Si dispone in cerchio tutta quella gente,
Intorno al stregone un po preoccupato
Che non abbia la pozion sua
funzionato;
Costui titubante a sostener prova
Da tutti esortato affinch si muova.
Lo Nano:Allora che aspetti,tu o nostro
compare,
Agisci affinch possiamo ammirare

210

La possanza tua ,quandessa in


azione,
Spaccandolo, indomito, questo
pietrone.
Ptor:Ma ,io in verit ,di no sceglierei.
Lo Strabico:Non hai altra scelta indeciso
amico,
Se tu or ci mostri che codardo sei,
Tua vita varralla ben poco,ti dico.
Narratore:Cos lo vecchietto,un po
spaventato,
Per prender coraggio trattiene lo fiato,
Fin sopra la testa inarca lo braccio,
E chiusi li occhi per non sentir fitta,
Con tutta sua forza vibra lo
colpaccio.
Ma con sua sorpresa,la pietra ,pria
ritta,
211

Si spezza in met qual di burro fosse,


E tutte l intorno persone son scosse
Ptor:Allora funziona!Sta volta ho
azzeccato!
Narratore:Da ognuno poi subito viene
acclamato,
E visto che ogni pretesto lo buono
Per fare baldoria e pur confusione,
Si festeggi tutto il giorno lo dono
Che trattasi appunto di quella pozione,
E giunta la sera e lor di dormire,
Bertrando comincia a questa servire.
Bertrando:Miei uomin domani lo grande
giorno,
Allalba gi svegli ,a me tuttintorno,
Avremo la forza qual belve feroci,
E delli nemici faremo sconquasso,
Per quanto costor possan esser atroci,
212

Innanzi a lor,noi ,sarem sempre dun


passo.
Narratore:Ognun ricevuta di tale brodaglia
Quella stabilita qual propria razione,
Corcatisi tardi, si sognan battaglia,
E pure di vincerla senza afflizione.
- Il Seguente Mattin
,AllAlba Narratore:Prospetti di gloria son
allorizzonte:
Ad imbarcar alme sappresta
Caronte,
Che vede lo scontro di gi imminente
Fra loschi figuri e cristiana gente;
Bertrando ,il prim sveglio e lo pi
entusiasta,
213

Richiama lesercito suo sullattenti,


Ed al cascinale rivolto il commiato,
Armatisi tutti, su, fino alli denti,
Chi sopra lo carro,chi sullo ronzino,
Oppur anco a piedi,principian
cammino;
Il mago li segue a buona distanza,
Anche se sua vita ha rischiato
abbastanza,
Istesso con loro ,rimane per fatto
Che se vittoriosi dovesser uscire,
Poich lor nemico sicur si distratto,
Sol tale versione si pu concepire,
Lo vecchio saria l pronto a man tesa
Per indi avanzar di terre pretesa,
In quanto pur esso un partecipante,
E in tale battaglia ,pedina
importante.
214

Ma eccoli giunti innanzi al castello


Che allalba riluce qual fosse gioiello,
Gli uomin ansiosi son di provar
tempra,
La notte ottenuta grazie allo stregone,
Bertrando frattanto suo dover
ottempera
Di fare discorso che sproni allazione.
Rivolte sue spalle a castello ,ad
Oriente,
Con luce di sole lui tergo sorgente,
Sappresta a parlare ins lo destriero
Con tal regalt ,che par eroe vero:
Bertrando:Staman mi destai rigonfio di
gioia,
Poich io mi dissi senzombra di
dubbio:

215

La man del Destin,non pi sar


boia:
Con tal mio pensier veniate a
connubio,
Ch da nostra vita non pi starem
fuori,
Dei tristi figuri qual fummo esiliati:
In alto le spade e pure li cuori,
Che fama vedrem pur noi ,miei
soldati!
Su dunque arrembiamo fin dentro
castello,
E delli nemici facciamo macello.
Lo Zoppo:Scusate mia guida,ma seppur mio
duce,
La vostra parola ,un dubbio madduce,
Non pensiate che voglia metter paura,
Ma anche se virili e sine paura,
216

Barriera dobbiam varcar per la quale


Ad essere forti ,ben nulla ci vale:
Io credo ci sia lo ponte levato,
Come voi sapete,a difender maniero,
E come facciam a passare fossato,
Non credo possiam saltar per intero.
Bertrando:Ragione tu hai ,mio prode
coscritto,
Ma gi soluzion in mio pian ho
ascritto.
Narratore:Ma ancora era falso da
Bertrando detto,
Difatti costui non avea pensato
A come passar il qui sopra detto
Cancello ,a difesa insuso levato,
Cos improvvisando l meglio che sa
ordire
E far come al solito scarica barile.
217

Bertrando:Dimentichi forse che al seguito


nostro
Abbiamo lo mago pi forte del
mondo,
Non sol parer mio,ma pur quello
vostro,
Che il ponte lo cala in men dun
secondo:
E vero maestro che siete capace?
Narratore:Lo vecchio indugia,un attimo
tace,
Paura lui ha desser fatto alla brace,
Gocce di sudor inamidan fronte,
Da quei zoticon che non gli dan pace,
E infine risponde non molto
convinto.
Ptor:Che ! Io devo scender levatoio
ponte?.
218

Nessuno problema,abbiamo gi vinto.


Lo Zoppo:Scusatemi ancora ,mio buon
condottiero,
Scolpatemi se di guai ancor foriero,
Ma interno ci sta ,a grate un cancello,
Una volta a terra lo ponte,sapete,
Come labbattiam per intrare a
castello,
Se non possediam nemmanco un
ariete?
Bertrando:E inutil ti dica ,che con la
pozione,
Se questa a dovere ha fattol suo effetto,
Per batter cancello,mi darai ragione,
Ci baster appena un miser buffetto..
Ma vano ciarlar ancora a riguardo,
Inverso fortezza ponete lo sguardo,
E la che li dubbi a dirimer andremo,
219

Indove sappiamo il problema si staglia,


Sbrighiamoci uomin,e presto saremo,
Li soli vincenti di questa battaglia..
Narratore:E giuntele in loco, le milizie
ardite,
Da quello che vedon ,rimangon
stranite,
E assai inaspettato cotale prospetto
Del qual or si trovano questi al cospetto:
Lo ponte di gi ,lo stato abbassato,
E subito il mago,di ci sapprofitta.
Ptor:Con la mia magia ,fulmineo son
stato,
Ad abbassar ponte di tal palafitta.
Narratore:Bertrando stupito,con pacca su
spalla,
Lo celebra ,ingenuo,credendo a
menzogna,
220

Ma quel che successo in tal cittadella,


Lo buon Cavalier nemmanco si
sogna.
Lo Zoppo:E pure il cancello stato
innalzato!
Ptor:E merito sempre dello mio
operato.
Bertrando:E bravo stregone,mi hai proprio
stupito,
Di nobile fregio sarai poi insignito,
Ma penserem dopo a tali menzioni,
Et or allassalto,miei commilitoni!
Narratore:Cos passan tutti da verbo
allazione,
Ma nessun si trova oltre quellentrata,
Solo alcuni segni di colluttazione,
Che forseran freschi di previa
nottata.
221

Il Guercio:Che tal confusion,del sangue per


terra,
Dei lembi di vesti e pur darmature,
Che ci sia gi stata in loco una guerra,
Oppure chiss quali altre sciagure?!
Bertrando:Possibil che tu ancor non hai
capito
Che scontro sanguigno sta notte c
stato
Fra esercito buono ,per assai sguarnito
Poich dallo Papa non fu delegato:
Se deve aver luogo cost una battaglia,
Siam noi i soli degni a portarla
avanti,
Chi il contrario pensa ,sicuro si
sbaglia,
Ed ora seguitemi ,voi,tutti quanti,

222

Che dobbiam vendetta a chi


soccombuto
Ai colpi incessanti del nemico astuto
La iscorsa notte,tentando sommossa
Volendo qual noi del ben la riscossa.
Narratore:Ma agluomini suoi che ancor
vede perplessi
Per sua spiegazion un po vacillante,
Anche se non sua intenzion farli
fessi,
Adduce postilla ancor pi brillante.
Bertrando:E secondo voi,se avesser trionfato
Le forze bonarie,avrebber sbarrato
Lo nostro passaggio col ponte levato,
E pur col cancello interno abbassato?
Il Tonto: Che state dicendo , che,siete
impazzito,
Pur voi siete stato dal fatto stranito,
223

Che il cammino nostro fin qui lo


restato
Di tutti gli ostacoli bene privato,
Poich n l cancello e nemmanco l
ponte
Di guai per noi altri , sono stata fonte,
Pur voi avrete visto che li abbiam
trovati
A nostra venuta gi belli che alzati.
Bertrando:Mio amico un potonto ,sei anco
stordito,
Pur tu nella piaga ricalchi lo dito,
Ma forse lo mago pria non hai sentito,
Che con suo incantesimo questi ha
esordito
Scansando abilmente qualsiasi
barriera

224

Che a nostra avanzata dimpiccio sol


era?!
Nvvero maestro che andata cos?
Ptor:Ma certo mio caro,sicuro che si!
Narratore:Risponde lo mago un po
concitato
E per sue bugie di molto agitato,
Poich tutti gli uomin lo guardano
storto,
Perch avean capito ,costui avere torto;
Il solo Bertrando frescone ha creduto
A bugia chel vecchio gli aveva
venduto,
Cos contestando giusta osservazione
Che sola in sua vita avea fatto l tonto;
Ma tutti comunque prendon decisione,
Di seguirlo senza mai pi dargli
contro,
225

Poich han realizzato che forse accodati


A quelli che pria di lor avean vinto,
Sarebbero stati con terre premiati,
Se daver pugnato avessero finto,
E con lintenzion di non alzar dito,
Il lor condottier avrebber seguito,
Sia pronti al facil guadagno previsto,
Sia pronti per fuga al primo periglio,
Quandanche un sol uomo avessero
visto
Portare fra loro pur poco scompiglio.
Bertrando:Ed ora che abbiam malintesi
chiariti,
Possiam avanzar contro i nostri
avversi,
Che grazie allo scontro di pria
indeboliti,
Saran di sicuro contro di noi persi:
226

Io mi raccomando di far attenzione,


Sferrate per primi a lor vostro attacco,
Per non lasciar tempo che abbian
reazione
Che possa schiacciarvi sotto mortal
scacco,
Sfruttate la forza di nostra pozione,
Che in confronto a loro ci da un
gran distacco,
Andiam miei feroci ,facciam ci che ho
detto
E il prim che sazzuffa avr il mio
rispetto!
Narratore:Da l a pochi passi avvistan
repenti
Deglaltri soldati che paron frementi
Di menar le spade contro gli invasori,
Che son sconosciuti e vengon da fuori;
227

Bertrando smanioso fa un grido


dattacco:
Bertrando:Avanti mie belve,addosso ai
nemici!
Narratore:Ma gli altri a sue spalle,con fare
vigliacco
Son pronti gi a fuga dai cattivi
auspici,
Ma quandecco che mentre a scappar
sapprestan
Cos ,allimprovviso, sul posto
sarrestan:
Era la pozione che avea fatto effetto,
Proprio in quel momento salita di
getto;
Ma tale non era leffetto sperato,
E chel giorno prima il vecchio ha
mostrato,
228

Per questa volta non colpa sua era,


Ma di Bertrando la sfortuna nera:
Infatti uno d e una notte pozione,
Da quando lo mago laveva provata,
Se nera rimasta in fermentazione
Fin quando i suoi uomin non lhanno
pigliata,
Perci per tal fatto,sua composizione,
In via irrimediabile sera mutata,
Ma stiamo a vedere le nuove abilt
Che la rinnovata pozion dato ha
Li bravi soldati del nostro Bertrando,
Che sen stavan quasi altrove scappando,
Dopo che bloccati ebber li ginocchi,
Senza pi dipender da lor volont,
Prendon a saltar qual fosser ranocchi
Incontro al nemico ,con gran virilt,
E pure Bertrando comincia a balzare
229

Inverso ai nemici ,qual fosse un giullare,


E loro malgrado gli picchian cragnate
Ins loro pancia ,oppur sotto il mento,
Che fanno pi male persin di legnate,
E metton nemici fuor combattimento;
Dopo circa unora finisce lo scontro,
Che in quanto a stranezza rivali mai ha
avuto,
Ma ultimata pugna ,finisce percontro,
Puranco leffetto di intruglio bevuto;
A terra gli avversi sen stanno stremati,
Per buoni o cattivi che fossero questi,
Bertrando e suoi uomin li han bene
conciati,
Facendo s che nessun in piedi resti;
Finito lo stato dinconscio ,e i saltelli,
Il senno riavuto,Bertrando e sua
gente,
230

Davanti a battenti di oro e gioielli,


Si trovan ignari ,e probabilmente
Non troppo sicuri di ci che accaduto,
Se non di aver vinto lo bizzar confronto
Che fra realt e sogno ,quegli hanno
vissuto
Senza saper manco chi avevano contro;
Comunque la porta che hanno
dinnanzi,
Raggiuntala insieme ,balzando
pocanzi,
E ingresso allo trono di quel dittatore
Che regno ha instaurato di sangue e
terrore.
Bertrando che subito ci ha realizzato,
E con gran calcione luscio spalancato,
Savventa diretto inverso linfame
Per mettere fine a sue sporche trame,
231

Percorre le scale in fretta ed in furia


Pronto a liberar sua rabbia et ingiuria,
E giuntolo a interno di sala sfarzosa
Che in fondo contien ,per lappunto l
trono,
Scorge lo fellone che atteggiasi in posa
Seduto, ma altero ,con tronfio assai
tono;
Bertrando sapprossima a quel
mascalzone,
Lo vede un pomeglio.un biondo
boccolone
Che pare un tantino pur effemminato:
Non ha la parvenza di un
disgraziato.
Bertrando savventa strillando qual
pazzo.
Bertrando:Esci malfattore da questo palazzo!
232

Soccombi crudele e vil criminale,


Non pi in condizion sarai di far male!
Ti vibrer colpo s forte con spada
Che pur la tua mamma lo
sentir,bada!
Narratore:Ma visto lo gesto di stizza mostrato,
Lo boccolon gettasi a terra da un lato,
Evitando s ,lo colpo sferrato,
Che invece finisce ahim per tagliare
In due parti uguali,lo trono regale.
Bertrando:Oh beh cosa fai,che ora mi scappi?!
Affrontal Destino tuo ,sii uomo,
almeno
Freddezza e austert che ostentasti,
sappi
Mantenere ora che hai a venir meno!
Narratore:Ma lo sconosciuto seguita a
scappare.
233

Bertrando:O grande vigliacco,mi vuoi far


sudare!
Narratore:E i due ancor sinseguono girando
in tondo,
Per quello salone ben largo e profondo,
Fin quando lo prode Bertrando
costringe
Con spalle allo muro quel biondo
vigliacco.
Bertrando:Ormai pi un bel nulla a scappar ti
spinge:
Mio infido amico,ti ho messo nel sacco,
Ed ora preparati a ricever morte,
Poich non pi puoi arretrar da tua
sorte,
Pigliati codesta spadata fellone!
Narratore:Ma codello ,visto di fuga spiraglio,
Sceglie alla sua morte ,defenestrazione,
234

E cos Bertrando ,presolo un abbaglio,


Vede lo nemico fuggir da apertura
Cadendo di sotto, preferendo il vuoto,
Sicur che a decesso fa meno paura,
Poich lun dellaltro lo men ignoto;
Ma caduta sua non tanto brutale,
Poich sotto c ad attutir lo male,
Un carro di tiepido e molle letame,
Che cinge con corpo pocanzi caduto,
Un maleodorante e insano legame,
Non troppo in vert ,da questi voluto,
Per tale impasto ,se valso a salvare,
La vita di quellinnomato compare,
Ben venga a costui,pur se pi gradito,
Sarebbelo stato un carro di fieno,
Poich non sol corpo,ma orgoglio
ferito,
Perch di letame codesto lo pieno..
235

Intanto Bertrando ,fiero simpossessa


Del trono spezzato che non gli
appartiene.
Bertrando:Passatemi corda ben lunga e ben
spessa,
Che ho da rimetter questa sedia
insieme.
Narratore:E dopo legato insiem quel catorcio,
Si siede vantoso col nobile fare,
Ma messo comera ,nemmanco uno
sorcio,
Si saria seduto sopra quellaffare;
Dopo pochi istanti che si accomodato,
Arriva correndo uno suo soldato.
Soldato:Stan qui ,or venendo alcune persone,
Vi chiedo io adesso,che dobbiamo fare?
Attender le faccio di fuori al portone,
O al vostro cospetto le devo portare?
236

Bertrando:La seconda tua proposizione


Mi par adeguata per tal occasione:
Non aspettar oltre ,e annuncia i villani,
Che vengan a me ,e bacn mie mani.
Soldato:Annuncio qui tosto ed
immantinente,
Una legazione di cotesta gente,
Che sono paesani,e sono del luogo.
Lo Capo della Legazione:Noi veniamo quivi per render
omaggio,
A chi ha sconfitto e poi messo al rogo
Colui che affliggeva lo nostro villaggio.
Bertrando:Venite a portarmi vostra
gratitudo
Di fronte a lusinghe io mi trovo ignudo,
Sol cosa mi spiace che abbiate frainteso:
Io cenere il bruto,non lebbi mai reso,

237

Bench io vi dico,fosse mia


intenzione.
Ma invece che a fuoco ,lo misi a letame,
Scagliandolo gi da quel finestrone,
Per soddisfar di giustizia mie brame..
Comunque io ammetto ,senza onta
alcuna,
Di gi mi stupisce che abbiate saputo
Senza manco il tempo che scenda la
luna,
Quanto poco fa quivi accaduto,
D'altronde sappiate che vostra fortuna
Chio sia stato qui a porvi il mio aiuto.
Lo Capo Della Legazione:O grazie messere per quanto
av fatto,
Per aver cacciato quel vile ribaldo,
Che qui ,pi di uno ,commise misfatto;
Voi siete lo solo ad esser s baldo
238

Da aver affrontato lo male in persona:


La Mano di Dio ,a chi procura
danno,
DallAlto dei cieli ,di pi non perdona,
E tal siete voi ,ormai tutti lo sanno.
Bertrando:Voi avete ben detto,sappiate io sono,
La Mano di Dio ,e mal non
perdono:
Mandato dal Papa ,io qui son venuto,
Io ,lunico e il solo,da questo scernito.
Lo Boccolon Biondo:Ma quale scernito e quale venuto,
Voi siete soltanto un grande cornuto!
Bertrando:Ma come ,pur quivi ci hanno
saputo!
Lo Boccolon Biondo:Tu sei un impostore,io questo ho
avveduto!
Narratore:Era il boccolon dallaia tornato,
E ancor di concime ben impantanato:
239

Non era quel che si dice un olezzo,


Lodor suo portava soltanto ribrezzo.
Bertrando:Cosa che tu hai detto?!Ripeti un
po meglio!
Lo Boccolon Biondo:Lo sai che tu sembri di che sei
men sveglio:
Ma tu hai ben capito,sei un impostore,
Poich io son lo sol di qui liberatore!
Bertrando:Con codesto odore!
Ma fammi il favore ,
Risveglia il pudore
E frena il tuo ardore,
Che a raccontar balle sono tutti buoni,
Quindi sar meglio che abbassi i tuoi
toni,
E fin quando che non provi il contrario,
Qui son stato io a salvare lerario!

240

Lo Boccolon Biondo:Ah tu lhai voluto,masnado


furfante,
Io qui taccontento,et or ti riprovo
Che sono lo solo ed unico aitante
Sir Nocchio ,et provengo da Villa
DellOvo,
E qui son venuto a fare giustizia,
Mandato repente da Sua Santit,
Battendomi pure con grande perizia,
Ormai qui dintorno tutti lo si sa,
Portai sullo rogo il di qui signorotto,
Che a schiavo del male ,lo si era
ridotto!
Bertrando:E spiegaci caro e nobil straniero,
Se ci che tu hai detto nientaltro chel
vero,
Indove acquisisti cotal buon odore
Che segno sicur di papale candore,
241

Che fin qui ti spinse per poter pugnare,


Per gente del posto in tal modo
aiutare?
Narratore:Parea che Bertrando avesse la
meglio
Su quel Cavalier meno di lui sveglio,
E stava credendogli pur quella gente
Che a suo schernimento tutt era
presente.
Ma un colpo di scena gi lo si profila,
Sferrato da Nocchio che anello si sfila.
Sir Nocchio:E questo il sigillo papale che porto,
Attorno a mio dito,guardatelo bene,
E per chi ancora non sen fosse accorto,
Si prepari ora a assai grosse pene:
Chi a me si rivolta ,sar presto morto,
A credermi ora ,paesan,vi conviene!

242

Narratore:La prova schiacciante,nessun pi


indeciso,
Ma assai pi di tutto convince il suo
avviso,
Che chi si opponeva avrebbelo ucciso:
Ci rende Bertrando a tutti il pi
inviso.
Bertrando:Non creder dovete alle sue parole,
Guardate uno poco comesso conciato,
Se amate il futuro della vostra prole,
Non fate che a me ,sia meglio stimato.
Narratore:E pi che Bertrando cerca di
pararsi,
E pi quella gente comincia a adirarsi.
Sir Nocchio:Io son qui a tutela della vostra
gente,
Costui invece solo un impertinente,
Io porto sigillo ins lo mio dito:
243

Che prova lui ha non di aver


mentito?!
Bertrando:Io cotal sigillo lo tengo in mio
cuore,
E son di battaglia il sol vincitore,
Poich sono lunico ,io,delegato,
Da Nostro Signor,che mi ha qui
mandato,
E con il mio esercito io fui lo migliore,
Battendo il manipolo tuo usurpatore.
Sir Nocchio:E no fanfarone e ingenuo mio bello,
Lesercito mio si sta riposando,
Quel che tu hai veduto,sol era puntello,
Che misi di fuori a difesa pensando,
Ma ovvio che essendo i miei uomin
sfiniti,
Per vera battaglia che quivi ebbe luogo,
Lo giorno e la notte pocanzi finiti,
244

Non ebbero forza di sottrarsi al giogo


Di sciancate ed esili vostre offensive,
Che per quanto oneste,sicuro tardive..
Lasciato tavrei in altre occasioni,
Poich non cattive furon tue intenzioni,
Ma alcun miei soldati tu hai
malmenato,
E in seguito me da finestra gettato,
Perci punizione ti devo affibbiare:
Villani prendetemi questo giullare,
E in segrete gettatel finch avr pensato
Ad uno castigo per lui adeguato.
Narratore:Al che lo Crociato,essendo sicuro
Di avere la spalle dalli suoi protette,
Non cerca la fuga,ma con sguardo
duro,
Richiede difesa a sue truppe rette.

245

Bertrando:Miei arditi,a difesa di me,vostro


lume,
Vi chiamo repente,venite in mio aiuto,
Che questi villani dan retta a lerciume
Di uom che a usurpar lo mio merto
venuto.
Narratore:Tutti ormai eran scappati gli arditi
Senza che Bertrando li avesse sentiti,
Quando avevan visto che la situazione
Non bene era andata come in
previsione,
E quindi che in quello futuro imminente,
Se non bastonate ,non cera un bel
niente.
Sir Nocchio:Ah,ah, che fesseria,che grasse
risate,
Siete proprio il re delle buffonate!
Possibile che ancor visto non avete,
246

Che solo qual cane ,rimasto voi siete?


Bertrando:Ohib ,quale oltraggio,questa
diserzione,
Vedrete vendetta di vostro padrone!
Sir Nocchio:Ma quale padrone e quale vendetta:
Assai codardia in fronte vi svetta!
Comunque lo vostro ridicolo fare
Anche se per voi ,io sto qui a puzzare,
Mi induce a ridurre vostra punizione
Ch mavete dato ancor buon umore,
Pur quindi anco a voi toccher,o mio
buffone,
Di sperimentare cotale mio odore,
Tramite suddetta defenestrazione
Dite dunque addio a vostro candore:
Gettatel di sotto ,miei buoni villani.
Bertrando:Giammai voi mi avrete,fetenti
ruffiani.
247

Narratore:Ma con grande stizza,estratta sua


spada,
Nota che la gente,pria attorno a lui
rada,
Un poco adirata saccalca e saddensa,
Per cui spaventato da tale masnada,
Di fuggire lesto Bertrando ben pensa.
Sir Nocchio:Fermate il codardo,lontano non
vada!
Narratori:Cos obbediscon mansueti i paesani,
E prendon Bertrando per piedi e per
mani,
Ma lo Cavalier a quei si ribella
E lo si dibatte, che pare un serpente.
Bertrando:A farmi pigliar mi si torcon
budella!
Narratore:E dettolo questo si scioglie repente.
Bertrando:Piuttosto mi butto di sotto da solo!
248

Narratore:Cos ,detto fatto, quel prende lo volo,


E buttasi gi,traverso finestra,
Facendo caduta non poco maldestra
Fin dentro lo carro pieno descrementi,
E proprio qual lui precipitan mesti
Dopo tal caduta, queglinfausti
eventi.
Sir Nocchio:E meglio che adesso a pulirti
tappresti!
Narratore: Facciato a finestra comincia a
stridire
Puranco Sir Nocchio,per costui
schernire.
Sir Nocchio:Poich or mi sembra,correggi se
sbaglio,
Tu puzzi di pi di una zuppa daglio,
Ed ora puoi dirmi se sei ancor convinto,
Di essere tu codello che ha vinto!
249

Narratore:Nel spirto e nel corpo Bertrando


fiaccato,
Et in tale caso, pur in odorato,
Nemmanco reagisce a provocazione
Di quello vegliardo biondo boccolone,
E uscito da melma ,non certo attraente,
Con la testa bassa,senzalcuna meta,
Si sente un fallito e pure un perdente,
Fintanto che lo core suo non saccheta
Vista evoluzion di quello frangente
Che reso sua vita non ha troppo lieta;
Il cavallo Arturo lo raggiunge in
fretta,
Ma sentito odore ,prima un poco aspetta,
E opta di seguirlo un po alla lontana
Per non respirar quellaria malsana.
I due sallontanan da dove disfatta
Bertrando pocanzi aveva subito,
250

Non certo con aria molto soddisfatta,


Avendolo questo lorgoglio ferito,
Inoltre decide che allo cascinale,
Per nulla allo mondo sariaci tornato,
Perch lui credeva ,per fargli del male,
Che gli uomini suoi lavrebber spettato
In quanto adirati per quello suo errore,
Che a lor fece perder tempo ,forze e
onore,
Poich li mand inverso rovina,
Guidandoli contro chi aveva gi vinto,
E in quanto codardo ,e non certo faina,
Che contro lui fosser, si era convinto.
Frattanto li due ,addentratisi in bosco,
Percorrono uno sentier assai fosco,
Che portali ad una sorgente termale
Indove Bertrando poteasi lavare,
Con acqua benigna ,che ogni suo male
251

Un poco lenisce, al solo inalare:


Il buon Cavalier si tuffa vestito,
Cos da lavare pure li suoi indumenti,
Dallacqua ben calda ,appar s rapito,
Che sembra obliar disgrazie recenti.
Pucciato in quel brodo ,pian piano si
snuda,
Mettendo vestiti su pietra a asciugare,
E sta cos ben,che manco si escluda,
Che presto a vittoria ei possa tornare.
-Si Torna In Famiglia Ove Avvien
NarrazioneBertrando:E pur tal impresa tratta a
compimento,
Sconfitto linfame e crudel malfattore,

252

Con grande sorpresa,e il di tutti


sgomento,
Mi rifiutai desser ,del posto il signore,
Poich io sapevo ,qualcuno pi saggio,
Avria governato codello villaggio,
E poi soprattutto ancor mi sentivo,
Indentrol mio cor ,spirto combattivo.
Difatti ,nel mentre che stavo a riposo,
Da quelle fatiche ,puranco un po eroso,
Appena io uscito da un piccolo stagno,
Onde mi godevo curativo bagno,
Lo mio amico Drago ,comp ancor
discesa,
Per illuminar la mia ennesima
impresa,
Svelando cos, lalato compare,
Dei nuovi ragguagli ,sul prossim da
fare.
253

Narratore:Tornando alla storia di quel


fanfarone
Uscito dallacqua un po denudato,
Sasciuga allistante,per lo polverone
Che solleval Drago ,appena atterrato.
Drago:Io gi tutto ho visto,o gran
pasticcione,
Dimmi con tuo verbo:ma che hai
combinato!
Bertrando:E stata sfortuna e pur confusione,
Che tale mia impresa,ahim ha
rovinato!
Drago:Tu conscio ben sei,che
grandoccasione,
Con la tua imperizia,ti fosti giocato?
Bertrando:Ebben me ne pento,son stato
tardivo,
Ma che posso farci,non sono indovino,
254

Dimmi come io,a capire riuscivo,


Che un altro avea fatto gi lo mio
cammino:
Tu non mi fissasti una data precisa,
In cui conquistare cotale fortezza,
Cos, io da sol me lebbi decisa,
Sicur di contar sulla tua esattezza.
Drago:Beh,sai che ti dico,in fondo hai
ragione,
Poich, tu hai pagato per la mia
omissione,
Quindi ho decretato che pur colpa
mia,
Per questo ti do altra buona dritta,
Che se porti a fin,beato tu sia:
Forse mala sorte,avraila sconfitta..
- La Figlia Del Re 255

Drago:Da anni oramai,da che era


bambina,
Sua figlia, uno Re aveva smarrito,
S dolce e leggiadra,e tanto carina,
Che il Sire a sua perdita sera
impazzito;
Per lungo e per largo la fece cercare,
Ma ahim ,senza mai riuscirla a
trovare,
Et ancora oggi,pensa che tenace,
Continua ricerca della sua figliola,
Che ormai divenuta ragazza procace,
E per riconoscerla,solo un neo viola,
Di trifoglio ,ins la sua destra coscia,
Avrai come prova ,per dimostrar poscia,
Quando tu sarai dinnanzi al
Sovrano,
256

Che quell sua figlia,e non sconosciuta,


Anche se vederla per lui sar strano,
Cotanto formata,e pure cresciuta.
Bertrando:Ma dove io posso andare a
cercarla,
E quale speranza ,poi,ho di trovarla,
Se manco lo Re ,con mille emissari,
Riuscitolo a scovar dovera:
Mie capacit,mai a sue saran pari,
Questa la realt,per quanto sia nera,
E quando la piglio quella ragazzetta,
Da anni di oblio ormai ben protetta?
Drago:Tu or parli male,perch scoraggiato,
Da brusca sconfitta che hai appena
pigliato,
Non dimenticar che posso aiutarti,
Facendo io in modo di indirizzarti,
Indove ricerche poter cominciare,
257

Perch assai tu presto la possa trovare,


Ascoltami bene e stura tue orecchie:
La giovane fu da picari presa,
E poi accudita da bonarie vecchie,
Ma zingari ,sai ,non certo sorpresa,
Che fissi in un posto,a lungo non
stanno,
Perci poco dopo cambiaron dimora,
E l Sire e sua gente trovata non
lanno,
Ma buona notizia attendila ora,
Perch in questi anni di pellegrinaggi,
Dopo aver viaggiato fra molti villaggi,
Sono ritornati da qui non distanti,
In quello paesino che vedi,l avanti,
Al fin della valle,su riva del fiume:
Sappi ,proprio l,si sono accampati,
Ed ora sta a te usare tuo acume;
258

Ora che te li ho puranco indicati


Pi tanto difficil per te non sar
Trovar la ragazza ,chiedendo qua e l
Fra nomade genti,di giovin fanciulla
Che porti uno neo e sia pur graziosa:
Persino uno bimbo uscito da culla
Sarebbe capace di gestir tal cosa ,
Vedrai che trovata sua dolce creatura,
Lo Re ti dar qual gran ricompensa,
Di terre uno numero a dismisura,
Che tutti i tuoi guai sicuro compensa
Et or me ne vado ,sperando tu riesca
Di figlia di Re, a far buona pesca,
Vedrai non sar s difficoltoso,
Ma muoviti ora,non far laccidioso.
- Ha Inizio la Ricerca -

259

Narratore:Dopo una fiaccante e lunga


cavalcata,
Bertrando soggiunge in fondo a
vallata,
Indoe si stanziava il detto paese
Che il Drago pocanzi gli aveva
indicato,
Nel quale tuffarsi in sue nuove imprese,
Ricercando figlia del Re gi citato.
Vista unosteria,luogo famigliare,
Per grandi bevute che a lui piace fare,
Decide di recarsi dentro a vedere,
Se qualcuno l poteva sapere,
Ove si trovasser le zingare genti,
E se con stranieri non fosser violenti;
Entrato,vi trova un oste pasciuto,
Che in sua vita, mai,segreto ha taciuto,
E per sua fortuna questa persona,
260

Sicur pi indicata per chieder novelle,


Riguardo alli fatti successi in tal zona,
Oppur su curiose del luogo favelle;
Infatti Bertrando presto saziato
Da sete di ci che volea sapere
Dalloste,che sempre ,sicuro ben grato,
A chi gli permette di non pi tacere;
Lardito Crociato cos prestapprende
Che zingari stanno in fondo al
villaggio,
E se non li sfida ,oppur non li offende,
Nessun male fan a stranier di
passaggio..
Dopo aver bevuto un buon bicchierino
In quellosteria,di amabile vino,
Ma solo per ringraziar loste daiuto,
Non certo per lo piacer di suo palato,
Si reca allistante,indove ha saputo,
261

Che il popolo zigano stava ubicato..


Raggiuntili presto i luoghi gitani ,
Ai primi che incontra chiede
informazioni,
Ma questi gi voglion menargli le
mani,
Perch li curiosi per lor son cafoni.
Pensier di Bertrando: Dannato sia l oste ,che avea
garantito
Che non son portati al violento rito!
Narratore:Comunque scampata sonora pestata
Che quelli marrani gli avrebbero data,
Se questo non pronto si fosse scusato,
Bertrando prosegue nel cercar ragazza
Chiedendo a persone pi innocue l a
lato,
Che eran vecchietti di straniera razza,
Parlanti dialetto a lui sconosciuto,
262

E quindi per questo non molto daiuto;


Frattanto attirata da quello trambusto,
Che lo Cavalier va in giro creando,
Arriva ragazza che dietro ad arbusto,
Nascosta sen sta ,discorsi
origliando
Ma tale non donna sconosciuta,
Costei Corinna,che abbiam gi
veduta,
Beffare Bertrando a inizio di storia,
Con vaso che su sua capoccia avea rotto,
Per troppa iattanza di quella sua boria
Che mostra a tal donna che lavea
sedotto;
Codella ascoltando ,avea gi capito,
Che il pollo alla stia se nera tornato,
Cos ben singegna ,avendo sentito,
Che ad una ragazza era interessato,
263

Ma che nello volto mai aveva veduto,


Con soli tre indizi che aveva saputo:
Rapita,carina con su coscia destra
Neo di color viola,di trifoglio a
forma..
Carpite nozioni,Corinna sappresta
A truffa al babbeo ricalcare lorma..
Siccome alli zingari ellera aggregata,
Si reca di corsa da vecchia tutrice
Che fra quella gente laveva ospitata,
Puranco sapendo chera meretrice;
E nostra Corinna pur fortunata,
Perch quella vecchia anche pittrice,
E quindi a lei inchiostro non potea
mancare,
Di colore viola qualera occorrente,
Per neo a quadrifoglio poter contraffare,
Che su gamba destra fosse prospiciente .
264

Corinna spiegato alla vecchia il disegno,


Le chiede di usarvici quanto pi ingegno,
Da autentico neo farlo somigliare,
Che quando a qualcuno lavesse
mostrato,
Non avria saputo ,sicuro notare,
La sua differenza ,da quello cercato..
In pochi minuti ,finito il mestiere,
E pure linchiostro asciutto a dovere ,
Corinna saffretta ad andar da
Bertrando,
Che non sen sia andato
,codesta,sperando,
Per quasi subito pulzella sente,
La voce stonata ,nellaere stridente,
Di quel fracassone che in gir va
cercando,
La tale ragazza che noi gi sappiamo;
265

Corinna si arreca ,lo passo affrettando,


Sperando di poter gettare suo amo,
Inverso lingenuo Cavalier servente,
Che intanto sen stava parlando con
gente;
A riprender fiato un attim fermata,
Poi a lui savvicina con aria svampita,
Qual fosse per caso di l capitata,
Non certo per trama che primella ha
ordita,
E dunque Corinna ,man mano
avanzando,
Incrocia suo sguardo con quel di
Bertrando,
Il quale rimane di molto basito,
Per femmineo incontro ,di certo
gradito,
E pure la donna,finge suo stupore,
266

Nel trovare luom cui donar suo amore,


O almeno cos Bertrando pensava,
Credendola donna di virtute schiava;
Corinna,che storia avea gi pensato,
Per ben esplicar limbroglio passato,
Non dovette manco aprire sua bocca,
Poich lo Crociato,con aria assai
sciocca,
E pure lo sguardo un po inebetito,
Di chi percepisce damore linvito,
Si affretta ad accoglier la dolce pulzella,
Senza sospettar ancora di quella,
N per lo fattaccio addietro accaduto,
N per quel che innanzi saria
avvenuto.
Bertrando:Mio dolce splendore vi ho allor
rincontrata,
Vi giuro che questa sortita insperata:
267

Ad avervi perso mi ero rassegnato,


Pensando di viver ormai pel passato,
In cui vi incontrai quando cantavate,
E dello mio cuor faceste uno strazio,
Ma or vi ho ritrovata!O Astri
gioiate!
Che pi chella veggio ,e men ne son
sazio.
Ma orrore massale,che or mi
rammento,
Quando quei briganti colpironmi in
testa,
E poi perpetraron vostro rapimento,
Scappando repente indentro foresta,
Chiss qual per voi fu stato spavento
Tal aver vissuto ,vicenda funesta:
Non potei aiutarvi,et or me ne pento,
Poich senza sensi ,con aria assai pesta,
268

In terra giacevo ignaro di tutto,


Per vaso che in capo a me fu distrutto,
Ma ditemi ora chi son quei furfanti,
Che per quanto forti e per quanto tanti,
Io li trover,cascasse lo mondo,
Per fargli pagar ,offesa a voi fatta,
Che il core maffligge di un male
profondo,
Anche ora lammetto ,per la mia
disfatta .
Corinna:Io ,state sicuro,chi son vi direi,
Per riconoscerli or non saprei,
Perch uno sacco mi misero indosso,
E poi si sbrigaron li comodi loro,
Tutti l a me furon,presto o tardi addosso,
Senzio mai veder chi fosser costoro,
Da quello pi piccolo ,a quello pi grosso,
A ognun feci dono del mio sol tesoro.
269

Bertrando:O,povera donna,chiss qual


dolore!
Corinna:No,manco per niente,io no parlo
dore,
Ma sol nello tempo di pochi minuti,
Tutti questi furon bei che compiaciuti:
Per me fu soltanto lavoro eccedente
Compenso pel quale ricevetti niente.
Narratore:Insomma Corinna,quale sempre
astuta,
Continua storia da Bertrando
iniziata,
Ma codesto ingenuo lavea gi bevuta,
Ancor prima che lavesse narrata,
Poi lo Cavalier ,le d spiegazioni,
Riguardo a presenza sua in tali regioni,
Gli racconta storia di figlia smarrita,

270

Di un Re dei dintorni,mai pi
ritrovata,
In quanto da zingari ,un giorno rapita,
Ma in quello periodo,in paraggi
tornata.
Corinna che gi la storia sapeva,
Gli disse che a sua combaciava perfetta,
E pure lo neo che su coscia giaceva,
Gli mostra con aria un po circospetta.
Bertrando:Ma allora sei tu quella che cercavo,
Ormai io lammetto,mai pi ci speravo.
Narratore:Gi,dopo mezzora di ricerca
assidua,
Sua volont ben poco era residua.
Bertrando:E proprio palese ,tu sei quella
figlia,
Che lo Re ha smarrito alcuni anni
orsono ,
271

E ricco colui che or ti ripiglia


E posso ben dirti che io quello sono;
Poi ti ridar al padre tuo amato,
Per con le sue terre esser ricompensato,
Cos che una volta ricco diventato ,
Sempre che per ci tu sia consenziente,
Tua man chieder al Re, che a me
grato
Potrammi negar nemmanco per
niente.
Corinna:Qual roseo avvenir che tu mi
prospetti,
Per me sempre avvezza a viver di stenti,
Non che un po troppo forse tu taspetti?
Che sian verso noi costor diffidenti?
Tu Re non conosci e manco sua
Corte,
Noi siam forestieri codesto sicuro,
272

Come fai a saper che cattiva sorte


Non si celi dietro a nostro futuro ?
Narratore: In Corinna crescon dei
ripensamenti
In quanto lei teme sviluppi di eventi,
Poichella pensava che facile fosse
Truffare Bertrando con semplici mosse,
Ma purtroppo non avea calcolato
Che un terzo in sua truffa venisse tirato,
Che inganno di donna nel segno avria
colto,
E questi lo Re, che forse pi scaltro,
Non che lo ci voglia in fondo poi molto,
Del nostro Bertrando, che furbo
tuttaltro.
Bertrando:Tranquilla tu stai , mia dolce
fanciulla ,

273

Che fra due guanciali tu dormi intro


culla,
Le prove schiaccianti di tua
appartenenza,
A nobile stirpe dei Re di Provenza,
Da ogni barriera la strada ci spiana,
Non pi a noi la sorte saracci marrana,
E lo padre tuo repente in aiuto,
Da te correr dopo aver saputo,
Che tu sei la figlia da lui prediletta,
E sotto sua ala starai ben protetta:
Non temer mia bella , che noi sconosciuti
Saremo per poco, innanzi ai suoi occhi,
Ch tutti i tormenti per anni taciuti
Quando ti avr scorto , come ronzii
sciocchi,
Da lui scapperanno, qual di vespe sciame
,
274

Cacciatili via da vostro legame


Narratore:Corinna ,restia a tal piano
accettare,
Linghippo ormai non sa pi come
sviare,
Cos costretta a seguir lo messere,
Alla rgia Corte,provando a vedere,
Se pure il Sovrano possibil truffare,
Oppur se pi scaltro del tonto
Bertrando;
Per cui arrivatili,stiamo a guardare,
Il modo in cui eventi si van
sviluppando..

- Alla Corte 275

Servitore:Mio Sire,due ignoti le chiedon


udienza,
Con molta arroganza e molta
impazienza,
Un uomo e una donna son per
lesattezza,
Volete li accolga ,per chi son vedere,
Oppure volete che con mia fermezza,
Li cacci io via ,con calci in sedere?
Lo Re:Con tanta arroganza,avetemi
detto,
Che chiedon udienza insottol mio tetto:
Ci sono motivi in particolare
Pei quali io devoli fare passare?
Servitore:Non credo mio Sire,mi sembran
comuni,
Normali villani,da quel che ho veduto,
276

Dai loro costumi mi paron taluni


Che lo galateo hanno sconosciuto.
Lo Re:Allora che aspetti ,senza
esitazione,
Non sembrami il caso di offrirgli
occasione
Di venir da me ,lo Sovrano, ad
udienza,
Vista ostentazione di tanta insolenza.
Servitore:Scusate una cosa ancora,mio Sire,
Mi sono scordato di a voi riferire,
Perch non gli diedi al momento
importanza,
Credendo di agire nel modo dovuto,
Che luom dice della donna, in
sostanza,
Essere la figlia che aveste perduto.

277

Lo Re:Chi sono costor che assaltan mia


reggia,
Cercando di farla crollar con
menzogne,
Beh,scortali dentro,cos che io veggia,
Che se dicon falso,di a lor portar
rogne..
Ch ormai la mia figlia,sai quanto mi
spiace,
Non pi in questo mondo,ma allaltro ella
giace,
Codesto mi disse un fido indovino,
Che si chiama Ptor e dicon sia eccelso,
Bench si facesse pagare con vino,
Io quello non credo , esser proprio un
fesso..
Comunque se remota possibilt
Ci sia che costor dican la verit,
278

Anche se ormai ,io ,non pi tanto ci


spero,
Poich da gran tempo ,vedo tutto nero,
Giuro su mio onore:saranno premiati,
Donna per lo merto di esser mia figlia,
Luom per avermi li sonni ridati,
Che dopo scomparsa non chiusi pi
ciglia;
Or muoviti ,che mi hai fatto arrabbiare,
Per aver omesso tal particolare,
Che se fossi stato servo puntiglioso,
Per prima mi avresti annunciata tal
voce,
Vai e falli entrare,che sono bramoso,
Di scansar dal core codesta gran croce,
Di saper se quella che gi che
maspetta,

279

E proprio mia figlia ,o falsa


sciacquetta!
- Al Cospetto Del Re Bertrando:Buongiorno mio Sire,siam qui
noi venuti,
Per portar a voi assai lieta novella;
Non siam zoticoni e nemmen
sprovveduti,
E donna che vede di fianco a me,
quella,
Che un tempo rapiron quandera
bambina:
Costei figlia vostra,ne siete contento,
Ch oggi finita la vostra rovina,
E pure finito lo vostro tormento,
Perch sveglieretevi ogni mattina
280

Vedendo colei che con grande


ardimento,
Amate pi dogni altra cosa che esista,
Da chera piccina ,a che avetel rivista!
Lo Re:Ma chi massicura che voi non qui
siate,
Per tentar la via dellinganno al
Monarca,
In fondo son molte le strade tentate,
Per sottrar ricchezza a questa mia arca:
Io voglio una prova che abbia a
dimostrare
Che questa senzombra di dubbio mia
figlia,
E che io non riesca o possa confutare,
Per aprir le porte a mia maraviglia.
Bertrando:Ebbene la prova non faccio tardare,
E proprio codesta che sto per mostrare,
281

A Vostra Maest che un po


diffidente,
Per ,a mio giudizio, anche
giustamente:
Ed eccolo , il neo di colore viola,
Sulla coscia destra,che sembra un
trifoglio,
Di prova siffatta ne esiste una sola,
E a contestar questa adesso la voglio!
Narratore:Portato vicino lo neo allo
Sovrano,
Costui ben losserva,lo sfiora con mano,
Ma essendo ormai vecchio e pure cecato,
Con dita grinzose,e il tatto sciupato,
E pure volendo ,in fondo vedere,
Ci che gli avria fatto ,sicur pi piacere,
Per nulla si accorge di contraffazione,

282

Di quello, che un neo di pura


invenzione,
E mentre Corinna ,di panico suda,
Lanziano dalli occhi ,lacrime trasuda.
Lo Re:Ma allora lo vero,tu sei mia
figliola,
Chio persi anni fa ,con grande
cordoglio,
Tu!Che hai fatto si che mio cor pi non
duola
Fai bene a ostentar lo nobil tuo
orgoglio.
Narratore:Rivolto a Bertrando,a lui molto
grato,
Lo vuol compensar perch figlia ha
trovato.
Lo Re:Sappi, di mie terre , ti far
padrone,
283

E di nobil titol,forse di Barone,


Saraine insignito,se non tu retrivo:
Tale mi par, s,dorgoglio motivo!
Narratore:Tutti soddisfatti ,almen pel momento,
Per come concluso si il lieto evento,
Festeggiano subito,senza aspettare,
Che il Sole beffardo cominci a calare,
E una volta scuro,ognun in sua stanza,
Da sonno beato accorcia distanza,
O almen chi in coscienza si sente pulito,
Cio il buon Bertrando,ormai
appagato
Di titoli e terre cui sar insignito,
E pure lo Re ,che ormai ha ritrovato
La figlia che un tempo aveva smarrito;
Chi invece nel torto non riesce a
dormire,

284

E questa Corinna ,che intenta a


tradire,
Puranco stavolta subisce lo peso
Di tutte sue colpe ,con le quali ha offeso,
Un povero vecchio ,che il cuore suo ha
aperto,
A quella figliola che avea riscoperto,
Ma questa sua figlia,volente o nolente,
Rimanendo sveglia ,per tempo
ammazzare,
Piuttosto che chiusa a non fare niente,
Preferisce avanti il lavoro portare..

- LInganno vien Scoperto


285

Servo:Allarme ,accorrete,ci son deglintrusi!


Tenete le porte e i cassetti ben chiusi,
Qualcuno in castello li beni trafuga,
Fermatelo adesso ,che ancor qui
addentrato,
Non lasciate questi si dia alla fuga,
Che gli ori di Corte ha appena rubato!
Narratore:Bertrando sappronta qual fiuta
periglio,
E sguaina la spada,qual sempre lucente,
E balza prestante fuor di suo giaciglio,
In cerca di ladro che in giro si sente
Portare frattanto un grande scompiglio,
Fra quella in castello poca sveglia gente;
Saggira il Crociato infra i corridoi,
E qualcosa vede fra il chiaro e lo scuro,
Che muovesi scaltro fra le tende ,e poi
286

Striscia quale serpe radente lo muro..


Bertrando:E dunque sei tu lo vile marrano,
Che per lo maniero solleva baccano,
Rubando li sacri beni del mio Sire:
Preparati ladro,tu stai per morire!
Venite,su svelti,che ho appena trovato,
Chi in nostro castello avea trafugato,
Venite Maest,venite a guardare,
Che sto per impor punizion esemplare,
A questo ladruncol di polli e galline
Per a tal impiccio poter metter fine.
Narratore:E tutti arrivati a veder grassatore
Stan con gli occhi aperti per loro stupore,
Che quando chiamato a prostrarsi
avanti,
Compiuti due passi in tal direzione,
Lo vedono in volto meglio tutti quanti,
Per via di opportuna illuminazione,
287

Poich prima in ombra celavasi il viso ,


Che invece or da tutti ben condiviso,
A luci di fiaccole ,quali eran tante.
Si scopre Corinna esser lo furfante!
Lo Re:E dunque tu sei !Cos mi
tradisci!
Dopo manco un giorno che insieme a me
passi,
Lo pover mio cuore a morte ferisci,
E con un pugnale puranco trapassi.
Narratore:Ma giunge un sospetto in mente
Regale:
E se figlia sua ,non fosse la tale?
Lo Re:Comincio a pensare che tu sia
impostrice,
E questo che il core trafitto mi dice!
Narratore:Corinna non sa come discolparsi,

288

Per crimine infame che appena ha


commesso,
Ma intervien Bertrando,che sa
districarsi,
Da tal situazion,qual non pare fesso.
Bertrando:Mio Sire ,non subito,ora traiate,
Delle conclusioni sicuro sbagliate,
Poichesse dettate da fretta e delirio,
Di questo momento un po tumultuoso,
Non siate votati subito a martirio,
Di voi ,e vostra figlia,in quanto
dannoso,
Sia in fronte a voi due,sia per verit,
Che se vi impuntate ,nessun mai sapr;
Ma se con pazienza mi state a ascoltare,
In breve,matassa vi vo a districare:
Chella vostra figlia,non pi dubbio
resta,
289

Per via dello neo che ha su coscia destra,


Che nessun sicuro,su questo pianeta,
Possiede siffatto per forma e colore,
E tal prova ,sa ,non certo discreta,
Ch sua identit grida con clamore;
Per quanto riguarda listinto a rubare,
Che tale ragazza sembra dimostrare,
Non certio star ,a tosto negare,
Ch semplice da capire e spiegare,
Sapendo che questa da zingari stata,
Non solo rapita,ma pure allevata,
Sicur sar avvezza al furto e alla truffa,
Per conto di loro ,oppur per suo vezzo:
Cresciuta in miseria,e in mezzo a
baruffa,
Vedendo lo sfarzo,vampato il
disprezzo,
Per quelle ricchezze che aveva perduto,
290

Ormai da tal tempo,da poter pensare,


Che quel che anni fa ,avea posseduto,
Sicur or lavrebbe dovuto rubare.
Narratore:E tali parole non poco fan breccia,
Ancor penetrando la dura corteccia,
Dellanzian Monarca,che prima
adirato,
Per crimin che sotto suoi occhi
avvenuto,
E invece or convinto dal mite
Crociato,
Che la figlia sua ,per quel che ha vissuto,
Da zingari infami era stata deviata
Al furto e alla truffa,discreta o ostentata,
Tant che il rancore si muta in piet
Per presunta figlia del Re,Sua
Maest,
Che ora la crede ahim rieducata
291

A viver da ladra e da sciagurata,


Cos lasseconda al meglio che pu,
Scusando bravate,piuttosto che no.
Lo Re:O ,povera figlia,che fosti accusata,
Da me,da tuo padre,per tal ragazzata:
La figlia del Re sorpresa a rubare!
Ma stiamo scherzando,vogliamo
guardare
Lo pelo nelluovo,dei nostri difetti,
Che ognuno possiede,ma vuol
rinnegare,
Pensando che questi non sian ben
accetti.
Sbaglian essinvece in questo pensare,
Ma sialo di lode,per contro ben degno,
Chi manfesta suoi problem senza
ritegno,
Poich sincerit sempre apprezzata,
292

E prim passo ,per pata aver curata.


Servitore:Ebbene mio Sire ,non faccio
segreto,
Purtroppo lammetto,son dedito al peto!
Altro Servitore:Io pure lo dico ,forse son venale,
Ma uomin mi piaccion ,pi dello
normale!
Lo Re:Ma che mi interessa,voi vili
sozzoni,
Tenetevi vostre preoccupazioni,
Ci che ho detto prima sol per
rincuorare
La mia amata figlia che in colpa si
sente,
Per quello che ha fatto ,che crede rubare,
Inconscia in realt che sua logica
mente,
Poich non furto rubare ,si sa,
293

Ci che da gran tempo tappartiene gi,


Poich quel che mio,tu pure possiedi,
Pertanto rilassati ,e a ci soprassiedi,
Abbracciami forte,che ora mi scuso,
Per di tua pazienza aver fatto abuso,
Perdonami quindi se pria tho deluso,
E sappi che io ti vorr sempre bene,
Ma ad essere padre non son tanto
aduso,
Perci chiedo venia,per queste mie scene,
E chiedoti abbraccio ,dolce amore mio,
Et unica figlia che donommi Iddio!
Servitore:C unaltra sua figlia,mio Re che
laspetta,
E innanzi a fossato e le chiede udienza,
Dicendo di esser sua infante diletta,
Che un d fu strappata a lei con
violenza.
294

Lo Re:Che dici,sei forse del tutto


avvinato?
Non vedi che a figlia mia sono
abbracciato?
Comunque ,vediamo un po ,falla salire,
Che cotal affronto io vada a punire,
Che se per fortuna ,non gi avessi meco
Lautentica figlia che amo s tanto,
Forse per amor sarei stato cieco,
E poi forsavrei puranco assai pianto,
Innanzi ad ignota che or sta
arrivando,
Credendo che fosse la vera mia prole,
Ma essendo ben conscio ,grazie a te
Bertrando,
Chi vera mia figlia e chi truffarmi
vuole,
Mi appresto a svelare lignobile inganno
295

Che ciurmator vili approntato


mhanno.
Narratore:Saliti i sospetti e loschi figuri,
Di donna e di uomo si svelan fattezze:
La donna saria regia figlia che impuri,
Rapiron un tempo con efferatezze,
E luomo saria lo suo salvatore,
Che un d ritrovolla fra zingari e ladre,
E che or pretende lo premio migliore,
Dal Re che ha riavuto suo cuore di
padre.
Salvator Sconosciuto :Ebbene sallegri,mio animoso
Sire,
Poich tale donna vostra figliola,
Che un giorno caduta in oscure mire
Fra zingari fu sperduta e da sola.
Lo Re:Ebbene,cotesta sarebbe mia figlia,

296

Che persi anni addietro con grande


cordoglio?!
Salvator Sconosciuto:Ma certo!Eppure troppa
maraviglia,
E la commozione,e nemmanco orgoglio
In voi io non scorgo per lo lieto evento,
Potete spiegarmi perch mapparite
S freddo e di ghiaccio,manco un po
sgomento,
Qual parmi che vostra figlia non
gradite?
Lo Re:Sicuro che or ti vado a esplicare,
Perch indifferenza io sembro ostentare:
Poich mi trattengo i ver sentimenti,
Che ora per deso scatenare,
E non son damore questi miei tormenti,
Ma solo di rabbia a chi vuolmi ingannare
!
297

Salvator Sconosciuto:Mi scusi ,ma ancora ben non ho


capito:
A chi voi vi siete test riferito?
Lo Re:Ma a voi ,truffatori e furfanti
meschini,
Che avete il coraggio di farvi vicini,
Al vostro Sovrano ,per strappargli il
cuore,
Con tali menzogne recanti dolore!
Salvator Sconosciuto:Ma a quali menzogne voi vi riferite?
Perch lonest nostra ,voi contraddite!
Lo Re:So che figlia mia sicur non lei,
La mano sul fuoco io ci metterei!
Salvator Sconosciuto:Che dite mio Sire,perch non
credete,
Che la figlia vostra non la fanciulla,
La quale dinnanzi a voi or vedete,

298

Che un tempo accudiste,quandera in sua


culla?
Lo Re:Perch la mia figlia ho gi ritrovato,
Per merto di questo eroico Crociato,
Che me la port l giorno precedente
A vostra venuta assai sconveniente!
Salvator Sconosciuto:Mio buono Signore,ma cosa dicete,
Cotal vostra figlia voi disconoscete?
Lo giuro su vita,non siam impostori,
E n tanto meno siam dei truffatori.
Lo Re:Allora provate innanzi ai miei occhi,
Che questa la vera figlia del Sovrano,
Non pensiate che noi siamo s tanto allocchi
Da creder a tutto ci che qui sentiamo!
Salvator Sconosciuto:Dunque mi obbligate a scoprir sua
coscia,
Per ben dimostrarvi chella figlia vostra,
Ma vi scuserete,sicuro, voi poscia,
299

Dopo che lo neo lei ora vi mostra.


Narratore:Mostrato lo neo,qualormai era prassi,
Lo Re costretto a tornar su suoi passi.
Lo Re:Possibil non ,che anchella possieda,
Lo neo che sol figlia mia pu portare,
Lasciate che io ,affinch meglio veda,
Mi avvicini a quel, per poter controllare .
Narratore:Ma tal suo controllo a ben poco valso,
Poich quello neo ,per niente era falso,
Cos per lo dubbio l Sovrano perplesso:
Di quei ,chi era stato a farlo assai fesso?!
Lo Re:Allora ,per bacco,ci sono due nei,
Ma sceglier lo vero ,io or non saprei,
Possibil che fino allo previo giorno,
Io nessuna foglia avessi dintorno,
Et ora nel giro di ben poche ore,
Fin due me ne trovo in tale nottata,
Fra una delle due ci sar limpostore,
300

Oppure in questanni mia figlia


sdoppiata?!
E come far a trovar la giustizia:
Io sono confuso ,nessun mi d aiuto?!
Bertrando:E semplice Sire,occorre perizia,
Riguardo allo neo,poich risaputo,
Che uno dei due sar quello falso:
Con poco daceto si passano entrambe,
E tal espediente sar a noi valso,
Per veder qual resta intonsa fra gambe,
E vista la qual ,lo cui neo si scancella,
Avremo capito chi limpostrice,
Per poi cosa fare per punir costella,
Vediate un po voi ,ci che il cor vi dice.
Narratore:Bertrando dispensa gran saggio
consiglio,
Che potr dirimer cotal situazione,

301

Ma non sa che a portar ulteriore


scompiglio,
Sappresta prendendo simil decisione,
Poich in buona fede di molto convinto,
Di questa partita avere gi vinto,
In quanto in Corinna e in sua
autenticit,
Ei crede,ma ingenuo ancora non sa,
Che cosa riservagli mesto il Destino,
Per essere stato s tanto cretino.
Ed ecco lampolla di fine cristallo
Che dentro contiene lo vin fermentato:
Poggiatala sopra uno piedistallo,
Gi pronta per luso prima precettato,
Per compier il gesto che stato deciso,
Vien preso uno straccio ,e poi viene intriso;
Comincia lo servo cos a strofinare
Le gambe di quella per ultim venuta:
302

Al quanto continua ,ma il neo non lo pare


Voler venir via dalla sconosciuta.
Bertrando:Possibil non ,strofina un po meglio,
Che c da svelare cotal bellimbroglio.
Servo:Io sto strofinando pi forte che posso,
Dovr di poerella arrivar mica allosso?!
Narratore:Temendo lo peggio Bertrando
saccalca
Sul servo,prendendo di mano la pezza.
Bertrando:Ci penser io :bastante non calca,
La man tua che ad altri servigi l
avvezza,
La mia di per certo , pi forte e sicura,
Canceller via cotal screziatura!
Narratore:E sfrega Bertrando con tutto suo
ardore,
Sperando di presto ottener risultato,
Ma quello che ottien soltanto rossore,
303

Attorno e sul neo,che invece restato;


Ma il prode,cocciuto,non molla la presa,
E forte continua a sfregar la ragazza:
Costui ormai ha preso qual privata offesa,
Cancellare via cotal brutta chiazza.
Ragazza Sconosciuta:Ahi! Male mi fate,ma siete
impazzito!
Narratore:E con gran schiaffone leroe vien
stordito.
Bertrando:Possibil non ,ma allor lo neo vero,
Io sono perplesso,ad esser sincero.
Narratore:Lo Re era ancora convinto del fatto
Che sua vera figlia fosse quella prima,
Poich pria codesta lavea soddisfatto
Nel paterno affetto,nella filial stima,
E ormai di Corinna lo viso imparato,
A questa figliola era gi abituato,
Avria preferito pertanto tenere,
304

Due figlie ,piuttosto che ancora vedere


Che una di loro gli fosse privata:
Per la realt andava affrontata!
Lo Re:Ebben ,quanto vero che son Sovran
giusto,
Che venga trattata allo modo istesso,
Tal prima ragazza che alzommi trambusto
In cor della notte ,facendomi fesso!
Narratore:Cos ancor lo servo prende a strofinare,
Mentre lo Re spera che non venga
infranto
Tal neo ,che lavrebbe potuto privare
Ancor di una figlia,che falsa per quanto,
Lo cor suo di vecchio avea conquistato
In quel poco tempo con lei gi passato..
Ma con lo suo sguardo sconvolto e stupito,
Lo Re ,che a ragazza aveva creduto,
Realizza che da ella era stato tradito,
305

Poich lo neo,via se nera venuto.


Lo Re:Ah!Nullaltro siete che sporchi
imbroglioni,
Ma come hai potuto pur tu ragazzina,
E tu Cavalier ,votato a miei doni,
Far s che vaspetti solo mia guardina,
Anzi! Or mi pento,ed immantinente,
Io scelgo che voi bruciate sul foco,
Di fronte allo monito della mia gente,
Poich tradir Re si paga non poco.
Cos ho decretato ,questo il mio verdetto,
Vi prostro io adesso in morte di letto,
In cui giacerete allalba non prima,
In rogo nel qual starete ins cima;
Et or rinchiudeteli fuori in gabbione,
Codello sospeso insuso a fossato,
Per meglio invogliare a sacra espiazione
Di quel lor ignobiol ed empio peccato,
306

Che commesso ebber alle spalle mie,


Turbando mia Reggia con mille bugie:
Pagatele adesso,o vili marrani,
Di vostro avvenir mi lavo le mani,
Poich i miei servigi devora prestare,
Alla di me figlia test ritrovata,
La vera io intendo ,e vado a abbracciare,
Sperando che torni a sua vita beata;
Portateli via,rinchiusi l fuori:
E questa la sorte delli traditori,
Ci vediam allalba per ci che vaspetta,
Addio impostori di razza assai gretta!
Bertrando:Aspetti Sovrano ,io nulla sapevo,
Poich questa donna pur me ha
ingannato!
Lo Re:Allor vorr dire che il foco io levo
A punir lo fatto che tu sia imbranato.
Narratore:Con tali parole lo Re mette fine
307

A conversazion che segna confine


Fra speranze blande di nostro Bertrando
E rassegnazion ,in cui sta incappando,
Ma durante strada a esterno gabbione,
Scortati da guardie dellarma reale,
Si presta a ogni tipo di imprecazione
Contro quella donna,con lui non leale,
Che ancora una volta laveva beffato,
Sfruttando lacume non ben sviluppato,
Di quel Cavalier un po credulone,
Che ora sappresta a pigliar punizione.
Bertrando:Oh ,vile baldracca,tu allor mhai
tradito,
Ma tuccider pria dellalba,hai sentito?!
Per farti pagare vilt perpetrata,
Che rese altres mia condotta macchiata
Agli occhi dun Re s buono e gentile,
Che gi mavea offerto sua mano senile,
308

Per diventar nobil dalta levatura,


Mettendo s fine a tanta sciagura,
Approntati dunque ,che soli rimasti,
Ancor due respir anelar ti basti!
Narratore:Di fatti lasciati da soli in gabbione,
Bertrando savventa qual fosse leone
Su povera donna che pare indifesa.
Ma invece tuttaltro a Crociato s arresa,
Infatti con forte e indomabil schiaffone,
E un calcio a caval dello suo calzone,
Bertrando rimanda intello suo lato
Pi tristo di prima,e pure scornato.
Bertrando:E dopo lo danno,puranco lo scherno,
Sicur finir nel giron dellinferno
Indove pernacchio sarammi recato
Dal d alla notte,fin quando avran fiato
Li demoni che di me terran cura,
Punendomi con stale tortura
309

Ma s ,vile donna,reagisci a mie offese,


Ripudia la morte per mia aggressione,
Che presto fra fiamme sar pi palese,
Per strazio e dolor di cui far sprone
Lo fuoco ,che donati morte peggiore
Di quanto io potessi con mie sole mani
Recarti pria dellatteso domani:
Sicur punizion a te pi dolente,
Saralla soffrir nello rogo ardente!
Corinna:Oh,guarda che pur tu
domani,imbecille,
In preda a tormenti,starai fra scintille!
Bertrando:Ecco,grazie tante,io quasi obliavo
Che sorte con te mi tocca spartire,
E mentre accusando,beato ti stavo,
La mia agitazion principiavo a lenire,
E tu or invece ,la riporti a galla:
Allor buona notte,mia donna pedante,
310

E se serviratti ,per piangere spalla,


Dimenticati di mia presenza allistante!
Narratore:E dopo una notte assai tormentata,
Non certo dai due a dormire passata,
Per forte quantera la preoccupazione,
Di tanto imminente lor esecuzione,
Comincia a albeggiare,laurora si spande,
Gettando sospir di rugiada argentata,
Forse questignora che la morte brande,
A quello suo arrivo ,la falce dannata,
Per fare due vittime ante imputate,
Ma che in fondo prave ,non sono mai
state.
Ed ecco arrivar ,greve lo plotone,
Ch pronto di gi a eseguir sua mansione:
Lo rogo allestisce nellaia allinterno
Del cupo castello ,pronto a presenziare,
Allo tristo evento di quel freddinverno,
311

Che in mezzo a sue nebbie sta per


cominciare;
Ed ecco lo Re ,che austero impone
Ancora a mattino da poco inoltrato,
Di calar dallalto lo nero gabbione,
Che pria le due genti avea imprigionato.
Lo Re:Ed ora miei uomin ,lo gabbio
schiavate,
E fuori gli empi,tosto a me portate,
Che il fuoco li aspetta ,e pur impaziente,
Di sbranar lo corpo di quella rea gente.
Narratore:Ma ancor pria che sia ,la gabbia
dischiusa,
Accade evenienza assai poco adusa,
Si alza uno vento di grande possanza,
Che sembra che voglia spazzar via la
Terra,
Fiammate dal cielo, improvvisano danza,
312

E par che lEmpireo voglia muover


guerra,
Ma quando i presenti ,per meglio capire,
Chi li continuasse sovente a colpire,
In alto rivolgon lo sguardo impaurito,
Scoppia un pandemonio assai
allimprovviso,
Poich inver qualcosa per questi inaudito,
Aveva oscurato lor sereno viso..
Et era maestoso e iracondol Dragone,
Che si libra in aria ,su teste di gente,
Con tale violenza ,qual pare ciclone,
E lancia vampate di fiamma rovente,
Cos da spaurire presenti persone,
Quandecco vampata ,che non casualmente,
Dun tratto attecchisce su reali chiappe.
Lo Re:Aiuto!Aiuto!Per mille
gualdrappe!
313

Servitore:Spegnete lo Re ,che in fiamme sta


andando!
Narratore:Mentre gent presa da tanto
trambusto,
Lo Drago sabbassa ,su gabbia planando,
Poi si rialza in volo,con colpo di busto,
Con zampe aggrappate,qual fossero uncini,
Al Gabbion,con dentro ,li due piccioncini.
Portati poi in salvo,insuso collina,
Con dentaffilati,la porta scardna,
E fora fa uscir Corinna e Bertrando,
Questultim con sguardo assai torvo
fissando.
Drago:Tu or starmi devi,a bene sentire!
Narratore:Principia cos il sermone al
Crociato.
Drago:Avesti di nuovo,lincosciente ardire,
Di esserti ancor di tal donna fidato!
314

Bertrando:Ma cosa io sapevo,chella fosse tale,


Suo aspetto ,sicuro,mio lume tradiva,
Potevo io saper chera avvezza al male?!
Tuttaltra di lei ,teneo aspettativa!
Drago:Eppur gi una volta in guardia ti
misi
Riguardo a tal donna ,che inganni
combina,
Ma a due smancerie e a pochi sorrisi,
Lo cervello tuo di gi va in rovina.
E proprio cos:ignorando precetti,
Che un tempo addietro,precisi io ti detti,
Che or ti ritrovi in mezzo a problemi,
Di cui conseguenze ,tu stolto ,non temi!
Tua stupidit,e astuzia di donna,
Invero son state ,per te una condanna:
Per tua ingenuit ,non posso far molto,
Sol col maturar non sarai pi stolto,
315

Ma per quella donna che teco si trova,


E che di sicur nuovimbrogli cova,
Io posso impartir castigo assai volto,
A farla pentir di tutto il maltolto.
Narratore:I due allor si volgon indovessa stava,
Ma codesta essendo non certo unignava,
Se lera gi data in mezzo alla macchia,
Facendo alli due, beffa e pur pernacchia.
Drago:Mannaggia,codella di gi scappata,
Non posso impartirle manco sculacciata!
Bertrando:Allor neanche tu ,sei poi tanto sveglio,
Che di me credevi esser cos meglio.
Drago:Tu non criticar che sei s imbranato,
Che ogni consiglio mio hai travisato!
Bertrando:Per scusami se ti contraddico,
Ma li tuoi precetti, mio squamoso amico,
Son stati, per me, non molto precisi,
Poich per tuo verbo a combatter mi misi,
316

Contro uno cattivo chera di gi vinto;


E dopo a cercar fanciulla smarrita,
Sempre da tua voce ,io vennilo spinto,
Ma gi la donzella da un altro invenuta,
Mi fu di assai danno,poich da furfante,
Mi fece passar di fronte al regnante!
Comunque seppur fosti intempestivo,
Nel darmi talvolta tuo degno precetto,
Fu mio in grande parte,lerror decisivo,
Che i pian rovinommi, ebbene lo ammetto;
Ma spero comunque aglocchi di Dio,
Per soprattutto ai tuoi,padre mio,
Non essere stato fonte di vergogna,
Il che ti confesso il core magogna!
Drago:Ebben,che tu dici,a chi rivolgesti
Tal appellativo che creami stupore?!
Padre mi nomasti,o ti confondesti?
O segno di affetto,di filiale amore,
317

Dimostrar volesti allo sottoscritto,


Chiamandolo padre ,seppur ben sapendo,
Che tal io non fui,per te ,mio coscritto,
Ma che lo tuo bene,donarmi volendo,
Istesso mi desti?Et io tan lapprezzo,
Poich tale stima per me non ha prezzo!
Bertrando:No,non hai compreso,so non dovrei
dire,
Che tua identit ,ho avuto a capire,
Per ,oramai , inutil per me seguitare
Di finger che padre mio tu non sia stato,
Io gi ebbi capito ,al tuo prim parlare,
Chel genitor mio, che tanto ho adorato,
Tu eri,poich ,di esser mi dicesti,
Persona scomparsa,e cara a me molto,
E con sti due indizi ,che un tempo mi desti,
La tua identit,io ebbi gi colto;
Io comunque so ,che non vuoi parlare,
318

Di quello che un tempo ,per me fosti stato,


Ma visto che non ci potem salutare,
Per tal occasion ,ringrazio lo fato!
Drago:Mio caro Bertrando,tu sbagli di
grosso,
Se tale figura tu in me hai pensato,
Comunque con tua ingenuit mhai
commosso,
Ch per lo tuo padre mavevi scambiato!
Ma per evitar altri malintesi,
Or posso svelarti pur mia identit:
Amici noi fummo,di molto coesi,
In tempo di nostra persa giovint,
Io son di sicur miglior amico tuo:
Insiem formavam fantastico duo,
Che se la spassava per tutto lo giorno,
Pur con tutti i guai che avevamo intorno,
Io son Sacripante,l scemo del villaggio,
319

Che pi non vedesti da ultim tuo viaggio.


Bertrando:Allor tu sei morto! Quanto mi
dispiace!
Ma dimmi ,in qual modo ,tuo corpo spir;
Per terre lontane in cui tutto tace
Perch s partito ,piuttosto che no?
Drago:Ebben ti dir ,un po avvergognato,
Che in strano assai modo,me ne sono
andato:
Da alcuni giorni ero incuriosito
Da lo corpo umano e da sua funzione,
Che dopo miei studi ,ebbi stabilito,
Di darle lo nome di respirazione,
Ma solo per bocca e per naso ebbi visto,
Che lo fiato mio usciva ed entrava;
Essendo per di altranfratti provvisto,
Uno delli quali ,pur esso emanava
Gran sorta di fiato ,con rumore tronfio,
320

Che puranco ora in tal stato produco


Ma questo non sempre,sol quando son
gonfio,
Allora pensai chel posterior buco,
Pur esso al respiro ,sarebbe servito;
Cos,dello terzo sfintere erudito,
Evinsi che questo oltre ai fori del naso ,
Avrebbe di certo fatto allo mio caso,
Nel senso che sarebbe stato daiuto
Al respiro mio fino a pria nasuto !
S trattenni il fiato per provar lo sfizio,
Di respirar meglio da questorifizio:
Ero s convinto di congettur tali,
Che non respirai per tempo impensato,
E ci, alla stregua di molti altri mali,
Mi fece cader a terra spirato!
Bertrando:Tua stupidit mi lascia basito
Aspetta un momento ,ma ora ho capito:
321

Ma certo, sei tu che mi hai procurato


Li guai che finora ,ignaro ho passato,
Per tua inettitudo,stolto quale eri,
Li prospetti miei venuti son neri,
Mia non era colpa,evinco ,bestione,
Tua stupidit la fa da padrone!
Drago:Mi spiace Bertrando,ma la tua
idiozia,
E stata a attirar li guai su tua via,
Ch gli errori tuoi ,non devo io pagare,
Per quel che men viene ,poteo sol guardare,
Quelli accadimenti,che a te son successi,
E che sullo libro di vita tua,lessi,
E sol per il fatto che ti ho aiutato,
Dovresti,mio caro, essermi almen grato!
Sappi ,che or non pi son scemo di
villaggio,
Poich divenuto in tal tempo saggio;
322

Ora dar precetti il mio unico ruolo,


Ricordati ci ,se restar non vuoi solo!
Bertrando:Comunque ,mio amico,grazie a tua
saggezza,
Cos mi ritrovo:fra guai e pur mondezza.
Drago:Non per saggezza mia che cos stai,
E questa una cosa che capir dovrai:
Tu ancor non sei uomo degno di fiducia,
Lagir tuo ,venal ,finora rimasto,
Lo tempo ,ricorda ,che vita tua brucia,
E tu ,non ancora ,sei venuto casto,
N puro di idee,n di cuor puranco,
E ormai di tuoi modi,mi son fatto stanco.
Lo ammetto,per me tal pria esperienza,
Quale precettor cui chieder udienza,
Ma con volont e pur mia costanza,
Riuscito non son a drizzar tua devianza,
N tutti i pensieri tuoi,bei sgangherati,
323

Che ancor dentro a te ,son ben radicati..


Fra laltro, lo tempo pur mio, scaduto,
Non posso purtroppo,pi portarti aiuto,
Poich ,per lo freddo,mi devo spostare:
Lo gelo beffardo ,tal mora mimpone,
Perch possa in fretta ,in letargo svernare,
Passando al calduccio,cotale stagione.
Bertrando:Ed io cosa faccio ,mio amico e
compagno,
Senza te ,lo giuro,io ora mi lagno!
Senza aver qualcuno che possa incolpare,
Responsabilt mie dovr affrontare!
Drago:Tranquillo tu stai ,che in buone mani,
Ti lascer prima che giunga il domani:
In mezzo al cespuglio che vedi laggi,
Vi riposi mappa,al tempo che fu,
E quando a dormire ,io men sar andato,
Tu a recuperarla ,recarti dovrai:
324

Tal mappa ,al maestro,che me ha allevato,


Ti porter tosto,se la seguirai.
Bertrando:Ma tale chi ,e a me ,che men viene,
A andar da costui,dici,mi conviene?
Drago:Tu stolto non sai chi esso rappresenta,
Costui la saggezza incarnata in persona,
La divinit , codesto rasenta ,
Ha barba canuta e porta corona
Di lauro in suo capo,e tunica pure,
Di colore bianco,per scacciar sciagure,
In mezzo a volumi di aulica essenza,
Che di cherubini o di Satan discorron,
O di teologia ,oppure di scienza,
Che per lo supremo sapere concorron,
Ei vive su monte da qui non distante:
Cammin di tre giorni a cavallo bastante,
Poich sia raggiunto abbastanza agilmente,
Senza eccessiva fatica pel viaggio:
325

Non esser con me cos malfidente,


Principia il cammino e fatti coraggio.
Bertrando:Qual questo monte a cui devo andare,
Perch questo saggio io possa incontrare?
Drago: Del Spirto e del Tempo ,codesto lo
monte
Che di assai virtute sicuro la fonte,
Ma nella mia mappa ,gi tutto spiegato
In modo preciso e pi dettagliato.
Bertrando:Ancora una cosa,prima che tu
vada..
Sai,tale tua scelta mi lascia incertezza
Poich di alchimia gi intrapresi strada,
Con una persona di non gran destrezza,
Con Ptor,uno mago a cui chiesi aiuto,
Ma questo non una,ma per ben due volte,
Fall malamente,quel vile cornuto!
Per questo,per trame da cui sono avvolte,
326

Di magia e alchimia,non pi tan mi fido,


E seppur consiglio,da te mi perviene,
Tu sai che in tuo verbo di molto confido,
Non so se con mago mettermi conviene.
Drago:Dubbio non portare indentro tuo cuore
Che ora io vedo colmo di timore:
Costui grande asceta,e gran pensatore,
Mi prese e accud quandero piccino,
Mi diede suo affetto e umano calore,
Quandero soltanto un lucertolino,
La via di saggezza costui mi insegn,
E pur a veggenza di indurmi cerc,
Ma io ancora giovin non ben ho imparato,
E ho da approfondir ci che ho pria
studiato,
Ma lui gi sa tutto,e scorge in futuro,
Vedrai che tuoi guai sapr dipanare,
E forse puranco un po pi maturo,
327

Sapr con sue doti ,farti diventare


Or devo scappare,che il sonno gi forte,
Io spero tu possa corregger tua sorte,
Addio Cavalier ,forse uno giorno,
Ci riincontrerem in questo dintorno!
Narratore:E intanto che il Drago ,via se ne
volato,
Mentre che Bertrando ,salutal commosso,
Qualcun savvicina al nostro Crociato,
Con passo da equino e fiato assai grosso:
Era il buon Arturo ,fuggito da un pezzo,
Da codel castello che pria li ospitava,
Ch ormai alli guai del padron suo
avvezzo,
Appena sentiva trambusto scappava,
E poi per trovar Cavalier scomparso,
Seguiva le orme ,oppure lodore,
Quel della paura,ovviamente mai scarso,
328

Intei pantaloni di quel gladiatore.


-Lo Gran Maestro Narratore:Cos ritrovatisi equestre ed equino,
Dopo tre giornate di intenso cammino,
Passate una valle ,e ben due foreste,
Seguendo la mappa giungon a rifugio
Di quella famiglia uno poco agreste,
Alla qual Bertrando senzalcun indugio
Si mette a narrar ,qual visto agli inizi
Sue peripezie,celando suo vizi ,
Ed ora vediamo l Paladin finire,
A quella famiglia,sua storia di dire,
La qual sembra creder a storpio racconto,
Senzessersi accorta di quanto sia tonto
Il prode ed impavido,eroico Crociato,
Che storia a favor suo con balle ha portato.
329

Bertrando:Fu proprio cos,che al di me dietro


suolo,
Lasciai per mie azion ,di gloria gran
stuolo,
E pur questimpresa,portai a compimento,
Trovando la figlia dello buon Sovrano,
Lo quale mi offr oro e pur argento,
Per ricompensarmi del gesto mio umano,
Ma io rifiutai pur questa occasione,
Ch a me stanno a cuor di pi le persone,
E riconoscenza che a me posson dare,
Piuttosto che terre ,e pecunia volgare,
Poi, sicch il mio Drago dovette svernare,
Da un saggio mandommi ,qual suo
sostituto,
Che pur lui mavrebbe indicato il da fare:
Per questo ,fin qui ,io sono venuto,
Perch tale vecchio ,io possa trovare,
330

Che mhan detto ,viver su monte canuto,


Del Spirto e del Tempo,si dovria
chiamare,
Qualcuno di voi ,me lo sa indicare?
Perch con tal mappa ,fin qui son riuscito,
Bastante ad intender indove recarmi,
Ma da quivi in poi ,essendo sbiadito,
Lo manscritto pi non saputo ha
indicarmi!
Narratore:Il capofamiglia risponde compunto,
Perch ,di persona, non potea aiutarlo:
Essendo affebrato suo disappunto,
Non facolt aver di accompagnarlo.
Padre:Mi spiace Messere,son debilitato,
E il tratto non lungo,per intricato,
A voce per me difficil spiegare,
Le occorre qualcun che la venga a guidare,
In quel labirinto di bivii e sentieri,
331

Che invalicabil per li forestieri;


Chi dopo di me ,sicur pi esperta,
E la moglie mia,per gi impegnata,
A curare me,che sotto coperta,
Cerco di guarir da febbre dannata;
La mia figlioletta ancora piccina,
E ad esser esperta manco savvicina,
Rimane lo figlio primgenito mio,
Che ha sol dodici anni,ma gi molto
sveglio,
La lascio a costui e alle mani di Dio,
Affinch faccia s di guidarvi allo
meglio..
Ors,vieni a me ,mio figlio diletto,
Poich,come vedi,io sono qui a letto,
Tu devi a mio nome fare uno piacere,
A questo signore e gentil Cavaliere,

332

Ins la Montagna del Spirto e del


Tempo,
A tutti li costi lo devi portare,
Che ci sia lo sole,oppure il maltempo,
In suddetto luogo lo abbi a scortare:
Capito tu hai ,mio buon Giacomino?
Giacomino:Sicuro pap,non sono cretino!
Bertrando:Grazie famigliola ,di molto gentile,
Per questo piacere che statemi a fare;
Purtroppo per,mi sento uno vile,
Non avendo nulla per ricompensare.
Aspetta un momento,qualcosa io tengo,
Forse non si mangia,pur questo lo vero,
Ma dono moral ,che a mostrarvi io
vengo:
Far Giacomino,lo mio sol scudiero,
Perch in un domani ,ei sia Cavaliere
Qual me ,che ora ,qui ,potete vedere
333

Esser senza macchia al servizio del bene,


Che di umanitate ,allevia le pene:
Posso dunque avere lo vostro consenso?
Padre:Se proprio non c un altro compenso!
Bertrando:Ebbene ,ti nomino mio servitore,
E di fedelt mi sarai portatore,
Fai sempre nel modo in cui io ti dico,
E vedrai che presto sar buon tuo amico!
Giacomino:Andiamo signore,non tempo perdiamo,
Che il cielo allo peggio si volge purtroppo,
Gi nubi
saddensan,sbrighiamoci,andiamo,
Raccolga l mio sacco ,e via al galoppo!
Bertrando:Tuo bagaglio piglio,e sono da te!
Narratore:Chi secondo voi dei due il lacch?
Non stiamo a guardare,che forse meglio,
Poich ormai sappiamo chi lo pi sveglio:

334

In ogni frangente ,Bertrando,


appurato,
Per quanta sia gente,esser pi imbranato;
Conclusi i saluti ,e i ringraziamenti,
A quella famiglia di brave persone,
Crociato e scudiero,montati gli armenti,
Savvian allo monte del vecchio stregone.
Percorse viuzze e sentier di campagna,
Con pioggerellina che appena li bagna,
Scalate salite ,non indifferenti,
E poi sballottati da forti correnti,
In mezzo la neve ,pur impantanati,
Continuan lo viaggio per quanto sfiancati,
E dopo dellore di intenso cammino,
Con gioia maggiore del nostro ronzino,
Che era dei tre quel che avea pi sgobbato,
Portandosi in groppa scudiero e Crociato,
Si vide una grotta dal fare assai cupo,
335

A forma allincirca di testa di lupo,


Dalla qual pareva uscir ululato,
Per vento che entrava ed usciva da
anfratto;
Bertrando da fifa pietrificato,
Lo cielo di cener sembressersi fatto,
Giacomin invece pare abituato,
Vivendo in un luogo dal clima siffato,
Per cui l ragazzino,ben pi rilassato,
Conduce il Messere comera da patto.
Indentro la grotta ,tutto ancor pi scuro,
E sembra che notte sia il solo futuro,
Bertrando ,nascosto di dietro alle spalle
Dello bambinetto,qual pare uno scialle,
Sappresta a fuggir al minim sussulto,
Qual bimbo impaurito,non certo da adulto,
Man man che i due avanzan ,si sente
dincenso,
336

Lodor che si fa a tratti pi intenso,


E loscurit,da piena che era,
Sattenua uno poco,si fa meno nera,
Per via delle torce appese allo muro,
Che rendon quel luogo un po meno
scuro.
Ma ecco di poco pi innanzi di loro,
Iscorgon qualcuno,e odoran lalloro.
Giacomino:Sar qui vicino lamico santone:
Ricorda dalloro indossa corone.
Bertrando:Che dici,ne vale ancora la pena,
Proseguir cammino in lugubre scena?
Forse lo vecchietto ,da qui se n andato,
Magari ,chiss,si era stufato:
Invece di viver qual fosse novizio,
Per citt partito,a scoprir lo vizio.
Giacomino:Che dite signore,non farneticate,
Da eroe qual voi siete,non vi comportate:
337

Su,state ben ritto,con fuori lo petto,


Trovate il coraggio di cui avete detto.
Pensier di Bertrando:Ma quale coraggio,caro il mio
figliolo,
Che se guai saffaccian starai qui da solo.
Narratore:Di l a pochi passi,i due avventurieri,
Arrivano a meta ,da tanto agognata,
E se ne van via cattivi pensieri,
Quando questi vedon figura sbracata:
Infatti dinnanzi sergeva un altare,
Con ai piedi un vecchio di spalle
sdraiato..
Giacomino:Dobbiamo svegliarlo,costui sta assopito.
Bertrando:Ma dico!Che,forse ti sei tu
ammattito!
Se questo si sveglia,e con noi sinfuria,
Ci riempie di botte,e pure di ingiuria!
Giacomino:Suvvia,che coniglio voi siete ,Messere,
338

Prima lo destiamo,poi stiamo a vedere.


Narratore:Cos Giacomino,toccando gentile,
La spalla del vecchio,intento a dormire,
Saccorge che nulla del sonno senile,
E stato scalfito dal suo intervenire,
E scuote pi forte,e prova a parlare,
E arriva persin dentro a orecchie urlare,
Ma il vecchio prosegue l ronfo
indisturbato,
Fin quando lo giovin ,di molto stufato,
Gli molla piedata,decisa e infrancante,
Insullo chiappone di anziano dormiente,
Il quale di colpo lo si alza urlante,
Tirando bestemmie a qualunque gente.
Lo Gran Maestro:Chi lo dannato,che in previo
istante,
Mi ha dato un calcione assai irriverente?
Giacomino:Noi siamolo stati, mio solo divino.
339

Narratore:Risponde sicuro ,lo buon Giacomino,


Intanto che il prode Bertrando nascosto,
Di dietro a uno masso da l non discosto.
Lo Gran Maestro:E tu come osi,con tale sortita,
Svegliar dello Sommo,campale dormita?
Giacomino:Scusate Maestro,ma il movente
buono,
Io con Cavalier qui venuto sono,
Che dice di esser la mano del bene,
E chiede che voi guidiate sue gesta,
Indoe c bisogno,e pi si conviene
Che questi intervenga per tenere testa,
A malvagit ed efferatezze,
Che a codesto mondo non sembran
mancare:
Vi prego Maestro con divin fattezze,
Potete l Crociato per questo aiutare?
Narratore:Agli occhioni dolci di quel bambinetto,
340

Lasceta pervaso a far quanto chiesto.


Lo Gran Maestro:Va ben piccolino,tuo voler accetto,
Ma non ho capito onde sta codesto
Prode Cavalier che pria mhai descritto.
Narratore:Sentito il pericolo esser scampato,
Bertrando dal masso balza fuori ritto
Con solita aria da gallo spennato.
Bertrando:Concedami Sommo,di me
presentare:
Io sono del Bene la voce possante,
Nulla mi spaventa ,o mi fa tremare,
E il Male mi fugge in modo costante!
Lo Gran Maestro:Tu sembrami pi giullare di corte,
Con faccia da schiaffi ,e gambette storte,
Comunque se il bimbo mi dice che vali,
Io taiuter a combattere mali.
Bertrando:In gir mi prendete,ma come voi
osate!
341

Forse non sapete chi schernendo state?


Io son Paladino di tutte Crociate!
Lo Gran Maestro:Allora perch nascosto stavate?
Narratore:Ci pensa un istante ,non sa pi che
dire,
Ma poi illuminato torna a interloquire.
Bertrando:Poich ebbi pensato,che qual
voi,vecchietto,
Sareste svenuto allo mio cospetto,
Che tanto fulgore,e tal virilit,
Trasalir fan spesso ,chi amarli non sa!
Narratore:Lanziano di fronte a cotanta
sciocchezza,
Si mette a ghignare di pieno suo gusto.
Bertrando:Cotale burlarsi ,per me efferatezza,
Pensar che mi disser cheravate un giusto!
Lo Gran Maestro:E chi te lo disse,se posso sapere?

342

Bertrando:Lo Drago che avete con voi qui


cresciuto,
E se sono qui, per suo volere,
Che disse,voi potete darmi un aiuto.
Lo Gran Maestro:Perch,lui da solo non ce la faceva
A raddrizzar tanta stoltaggin intera?
Bertrando:No,perch in letargo recarsi doveva,
E mi diede addio sul far della sera.
Lo Gran Maestro:Sempre stato pigro e pur
fannullone,
Quello disgraziato di un lucertolone,
Semprera a dormire anche ai tempi
addietro,
Pur quando era sotto lo mio insegnamento,
Sembrava giacere in campana di vetro:
Nulla lo svegliava quando a sonno
intento.
Bertrando:Senti chi lo parla,che per svegliar esso,
343

Lo bimbo qui ha urlato qual fosse un ossesso,


E infin non riuscendo a farla destare,
Un calcio a sedere ha dovuto assestare!
Lo Gran Maestro:Ebbene ,ora basta,tu ha esagerato:
Che fin dallinizio tu mi fossi stato
Ins li fondelli,non faccio mistero,
Ma ora tuo scherno mi ha offeso davvero,
E dunque mio aiuto,or tu puoi scordare,
Mio caro somaro,e pure giullare!
Narratore:Per,per fortuna ,pel nostro
Bertrando,
Il bimbo intercede a orecchio parlando,
Al burbero vecchio,che tien broncio apposta,
Per farsi contender da chi a lui saccosta.
Giacomino:Suvvia Gran Maestro,aiutate il tale,
Ch venuto a voi per chieder consiglio,
Non costui malvagio,non mai ha fatto
male,
344

Vi prego,scacciate cotale cipiglio.


Narratore:Cos,rabbonito lanzian dal scudiero,
Poich fullo onesto ,e pure sincero,
Chinassi a parlar un poco a fatica,
Con voce assai bassa ma assai pur amica.
Lo Gran Maestro:Va beh,mhai convinto,piuttosto che
no,
Anche se perplesso,io laiuter:
Costui non mi sembra di cuore cattivo,
Ma sicuro certo non coraggioso,
N manco in lui vedo spirto combattivo,
Piuttosto mi sembra un bimbo lagnoso;
Comunque ,siccome lo stupido alquanto,
E con sue sciocchezze ,mi fa rider tanto,
Deciso io ho ,di dargli consiglio,
Sperando qui dentro ,non porti
scompiglio.
Narratore:Ci detto in orecchio allo bambinetto,
345

Con voce pi forte lo esterna al Crociato,


Il qual titubante aspetta il verdetto,
In un angolino , tutto rannicchiato.
Lo Gran Maestro:Tu!O indolente che stai l seduto:
E sol per ragazzo che tho perdonato,
E quindi ho deciso di darti l mio aiuto,
Per quanto tu sia uno disgraziato,
Perci,obbedienza allo mio comando,
Tu devi tener indiscussa e assoluta,
Se trasgredirai,sarai messo al bando,
E non troverai pi nessun che taiuta;
Mi hai dunque capito ,brutto zoticone!
Bertrando:Senza dubbio alcuno,io ho ben inteso,
E per vostri ordin avr dedizione,
E allo compiacervi,sar tutto teso.
Lo Gran Maestro:Cos stando cose,possiam cominciare,
Or vien pi vicino,che possa appoggiare,
Mia man su tua fronte,per dentro vedere,
346

In sto capoccione,che cosa si cela:


Tue motivazion ,se sono sincere,
Oppur se menzogna ,lo spirto tuo gela.
Narratore:Passato allincirca abbondante un
minuto,
Chel vecchio teneva suo palmo premuto,
Su fronte del prode,che intanto aspettava,
Si svela alla fin lo sommo verdetto:
Lo Gran Maestro:Fiducia ,tuo volto ,non tanto mi
dava,
Poich tieni l viso di uno assai inetto,
Ma or che ho veduto indentro tua testa,
Non pi dubbio alcuno,sicuro mi resta:
Tu sei uno babbeo,non faccio misteri,
E per tuo avvenir,prospetti son neri,
Poich mala sorte di certo portata,
Dalla tua insolenza ,a sua volta causata,
Da tua codardia mista a tua alterigia,
347

Le qual di piacer ti inducon cupidigia,


Il tutto annacquato dal vin di bugia,
Per cui tal sfortuna che vuoi mandar via,
Trae forza da impurit di pensier tuoi,
E se cambiar corso di tuo Destin vuoi,
Prima ancor dagir,dobbiamo pensare
Al spirto tuo sozzo ben purificare.
Bertrando:E allor,Gran Maestro,su svelto ,mi
dica,
Comio possa render la mia sorte amica,
E come io dunque ho a purificare,
Lo spirito mio,che sguazza in un mare,
Di sozzi pensieri,e voglie malsane,
Prima fra le quali andar dietro a
sottane?
Lo Gran Maestro:Ebben tu ora vieni onde io ti porto,
Ma dove li piedi tuoi metti,stai accorto.

348

Narratore:E il saggio lo porta pi indentro ad


anfratto,
Mentre che Bertrando teso e contratto,
Poich non ha idea di quel che laspetta,
Forse delli Santi tremenda vendetta,
Oppure tortura di grande violenza,
Come ins lo foco appoggiare le mani,
O ancor con frustate pagar penitenza,
Sperando di giungere vivi al domani..
Intanto il bimbetto li segue curioso,
Ridendo al vedere Bertrando pauroso,
Che in volto dipinta ha preoccupazione,
Per quel che lattende dietro a
quellandrone
Lo Gran Maestro:Ti vedo assai teso,mio buon
Cavaliere,
Ma non preoccuparti per la tua espiazione,
Che una volta giunti,sarai tu a vedere,
349

Non s dolorosa sar punizione,


Poich essendo tonto di molto,tu ignori,
Se pi al ben che al mal son vicine tue
azioni,
Percui le tue colpe son molto minori,
Rispetto a chi discerner sa sue intenzioni.
Eccoci arrivati,qui dove ti spetta,
Di purificar tua alma diletta,
Che nullaltro attende che tuo pentimento,
Per la sozzeria che porti di dentro.
Narratore:Entraron in antro a forma circolare,
Pervaso da un freddo da far congelare,
E al centro giaceva un piccolo stagno,
Con acqua gelata pur essa non poco.
Lo Gran Maestro:Tu in quello ignudo dovrai fare il
bagno.
Narratore:Gli disse lo vecchio accendendosi un
foco.
350

Bertrando:Beh, io l ignudo e voi qui al


calduccio!
Lo Gran Maestro:Sei tul peccatore,scaccia tuo
corruccio,
E fa il tuo dovere almen per sta volta,
Che se ti andr bene e sarai tenace,
La tua gran sfortuna verr presto tolta,
Ch scapper via pel freddo mordace.
Narratore:Bertrando cos,toltosi indumenti,
Rivolge suoi passi inversol laghetto,
E man man che ventra ,son molti i
lamenti,
Che caccia pel freddo ,lignudo suddetto;
Ma non solo questo v dinconveniente,
Poich ,dopo poco,dei morsi si sente,
Di dentini aguzzi ,sullo suo sedere,
Che mille e pi stelle gli fanno vedere.

351

Bertrando:Ahi, che cosa stato a chiappe


addentarmi!?
Dal male non riesco pi a capacitarmi!
Lo Gran Maestro:Oh,dimenticavo,mio forte guerriero,
Tal lago assai pieno di alcuni pescetti,
I quali ,sentendo entrar forestiero,
Si diverton molto a dargli morsetti.
Bertrando:Tu adesso mel dici,anzian disgraziato!
Lo mio fondoschiena ormai rovinato!
Lo Gran Maestro:Suvvia,che lamenti,che lagne
infantili,
Finora tal pesci son stati gentili,
Pensa che pi spesso,gi successo a tanti,
Che invece che dietro ,essi mordan
davanti;
Perci li gioielli proteggi con mani,
In caso tu voglia far figli un domani..
Beh ,or io un pochetto mi metto a riposo,
352

Tu intanto dallacqua e dai pesci eroso,


Rimani l dentro,se ben vuoi espiare
Li peccati tuoi che osasti perpetrare,
E saranno guai,se tenti di uscire,
Prima che finito abbia io di dormire,
Poich anatema su di te cadr,
Se osi spostarti anche poco da l,
E se io ti trovo intento a scappare,
Ancor tutto da capo ti faccio rifare!
Bertrando:Va bene vecchiaccio dal verbo tagliente,
Star qui allo freddo patendo li morsi,
In quanto allo mal ,far finta di niente:
Un uomo al dover ,non cerca dopporsi!
Lo Gran Maestro:Ecco ,tu resisti,o prode Crociato,
Che fa tutto parte del pian del Divino:
Espia con dolore lo empio peccato,
Intanto che io schiaccio un bel pisolino..

353

Giacomino:Oh Grande Maestro, davver


necessario
Far patir codello ,in s tal calvario?
Lo Gran Maestro:Macch,tonto ,e tonto rimane,
Quello zoticon dalle idee malsane,
Per,visto che aiutarlo io devo,
Almeno tal sfizio adesso mi levo
Di fare due risa ,prendendol in giro,
Con qualche infantil ed innocuo scherzetto.
Narratore:E poi detto questo saddorme qual
ghiro,
Mentre resta sveglio lo buon giovinetto,
Il qual si sincera che lo Cavaliere,
Rispetti del vecchio il suddetto volere
Di fatti il Maestro,dormitola unora,
Vede lo Crociato immersolo ancora.
Lo Gran Maestro:E bravo figliolo,tu ha resistito,
Io lo devo ammetter ,son proprio stupito,
354

Or di l puoi uscir ,sempre che tu voglia,


Visto che mi pari a tuo agio in tal spoglia.
Bertrando:Con tutto il rispetto:vada a quel paese,
Sto bene qual topo con gatto alle prese!
Narratore:E pian piano da quello laghetto uscito,
Con intero corpo bel che anchilosito,
Si vede attaccati sei o sette pascetti,
A glutei ,che funser da esche perfetti,
E pur due davanti addentavan
pudenda
Bertrando:Ohib!Non mi piace codesta
faccenda!
Narratore:Ma il Grande Maestro sfoggia sua
saggezza:
Lo Gran Maestro:Di che ti lamenti:tua natica avvezza,
Ormai allo dolor,pi nulla provava,
In quanto al davanti,di che sei crucciato,
Puoi dir che hai pescato due pesci con fava,
355

Oltre ad alma tua aver purificato.


Percui per stasera cena hai rimediato:
Cosa vuoi di pi,Cavalier ingrato!
Narratore:E tolti li pesci dal corpo gelato,
Dellinfreddolito e pover Crociato,
Lo Grande Maestro li mette uno poco,
A cuocere lenti sullacceso foco..
Intanto Bertrando dal gel si riprende,
Godendo di fiamma,lamico tepore,
E il vecchio in un angol sbriga altre
faccende,
Pestando dellerbe con non poco ardore,
Con un sasso in ciotola di color scuro,
Seduto di spalle,girato alli due.
Bertrando:Che tu stai facendo precettor maturo?
Lo Gran Maestro:Cerco di scacciare le disgrazie tue!
Narratore:E alzatosi in piedi si reca al laghetto,
Per diluir con acqua il pasticcio suddetto,
356

Poi verso Bertrando costui si dirige,


Porgendogli intruglio appena ultimato.
Lo Gran Maestro:Or regola sacra su tua testa vige,
Che ti impon di bere ci che ho preparato:
Miscuglio di erbe in tal legno pigie,
Che sanciscon liter tuo qual terminato.
Bertrando:Vabb,se codesta ultima sciocchezza,
Allor non mi resta che provar lebrezza
Di ingoiar poltiglia dal non bellaspetto.
Narratore:E presa da mani la ciotola colma,
Bertrando sappresta del vecchio al cospetto,
A trincar pozione per pura aver lalma.
Lo Gran Maestro:Quasi mi scordavo,aspetta un istante,
Ci manca ingrediente sicur pi
importante.
Narratore:E dettolo questo lo vecchio saccosta,
Ed uno sputazzo in scodella scaracchia.

357

Bertrando:Ma tu stai scherzando,tu lhai fatto


apposta,
Ber tale schifezza non poco mabbacchia.
Lo Gran Maestro:Un piccolo sforzo,e che sar mai
Bere tale intruglio per uscir da guai!
Narratore:Bevuto lintruglio con non poco
sdegno,
A nausea Bertrando ripone contegno,
Mentre Giacomino,vedendol Crociato,
Da quella mistura assai nauseato,
Bel bel se la ride,a spalle nascosto
Del Grande Maestro,anchei
divertito
Lo Gran Maestro:Or che hai terminato di ber tal
composto,
E che tuo percorso di purt hai finito,
Possiamo arrestar un attim travagli,
Per or dedicarci ad ittica cena.
358

Bertrando:Mio caro Maestro ,tu per me ti sbagli,


Ch lo mio appetito uscito di scena,
Poich tua bevanda ,ahim,mi ha privato,
Dello proverbial mio appetito innato.
Lo Gran Maestro:Oh bello,tu vedi che allora funziona,
Lo magico filtro che tu di persona,
Test con sollazzo hai sperimentato,
Cos deliziando lo tuo fin palato.
Bertrando:Oh cosa tu dici io mica ho capito!
Lo Gran Maestro:Ma chiaro,non vedi che lo tuo
appetito,
Essendo scomparso cos allimprovviso,
Imponeti uno digiuno bastante,
Per beatificar tuo spirito intriso
Di carnal passioni che assai sono tante?
Poich il non mangiare,mio caro si sa,
E lo primo passo verso santit!
Narratore:E poi sottovoce,rivolto al bambino:
359

Lo Gran Maestro:Intanto alla faccia sua ,car


Giacomino,
Ci mangiam la parte di pesce a lui atta,
Che pappare molto compete allastuto,
Mentre per lingenuo dieta pi adatta,
Lo masticar vento,ormai conosciuto,
E quando pur questo si sar stufato,
Di esser da scaltri assiduo beffato,
Che sia per la fame,oppur per la sete,
Capendo che tal stato a lui non compete,
Forse uno tantino pi furbo verr,
Ma ancor questo in dubbio,dunque si
vedr.
Narratore:E dopo cotante lezioni di vita,
Che al bimbo impartisce lo vecchio eremita,
I due affamati non fan complimenti,
E a mangiar principian lo pesce ben cotto:
E un gran lavorar di mascelle e di denti,
360

Che invece di due quei parono otto,


E il pover Bertrando seduto in disparte,
Vede divorar persin la sua parte.
Poi ,dopo non molto,a cena finita,
Da bimbo et anziano,di certo gradita,
Lambiente pi serio sembra divenire,
Mentre fuor savventano mille intemperie,
Austero lasceta si appronta a loquire..
Lo Gran Maestro:Ma ora veniamo a cose pi serie,
Che possono esser daiuto al Crociato.
Bertrando:Vuoi dir che finora abbiamo
scherzato?!
Narratore:Lo vecchio con sforzo lo riso trattiene.
Lo Gran Maestro:No caro figliolo,codelle tue pene,
Che prima hai passato con grande
destrezza,
Son necessitate per meglio vedere,
Se nello tuo cuore ci stesse purezza:
361

Et or che ho veduto questa risiedere,


Mi appresto a chiamar chi pu far
chiarezza.
Bertrando:Sar ma per me,mi ha preso per
sedere.
Lo Gran Maestro:Se vuoi mio consiglio,non dir pi
sciocchezza!
Fidare ti devi,ed or resta muto,
Che invocher chi ti dar lo suo aiuto..
Narratore:E il vecchio si mette un nome ad
urlare,
Che par assai strano per gente mortale
Ma per chi lo porta e tal si fa chiamare,
E pel Gran Maestro, pareva
normale.
Lo Gran Maestro:Pandimonio!Vieni accorri
allistante,

362

Pandimonio,c gente che vuole il tuo


ausilio.
Narratore:E con passo strano e di molto pesante,
Qualcosa se nesce dal suo nascondiglio..
Insulla parete della cupa grotta,
Avanzala unombra grossa e tremolante:
Quel nome gridato con la voce rotta,
Che abbia evocato mostro orripilante?!
Bertrando e scudiero tengon gran paura:
Chi mai Pandimonio appellarsi potr?!
Qualaltra bizzarra e feroce creatura,
Dopo lo Dragone ,suo ingresso far
In vita gi strana dei due avventurieri,
Di molte esperienze ancor forestieri?!..
Ed ecco svelato latroce mistero,
Se ne esce dallorrido antro infernale,
Dellanime forse uno truce nocchiero.

363

Ed eccolo!Ma soltanto un
maiale!
Un bel maialino rosa e cicciotello,
Se nesce da dietro a passetti bel bello,
Con gran guanciottone e orecchie
balzellanti,
Con dei passi corti ,un po saltellanti,
E pare che abbia un sorriso stampato,
Su quel bel faccione assai rubicondo,
E pur pesando tanto ,si muove aggraziato,
E a lor sappropinqua con fare giocondo.
Bertrando:Un maiale!E dunque sarebbe cotale,
Che hai detto mi avrebbe portatolo aiuto:
Non vedo in che modo ,o hai capito male,
Pensando che fame,vedendomi ossuto,
Mi avesse trafitto lo corpo e la mente,
Mi portasti bestia da poi macellare!

364

Lo Grande Maestro:Oh che stai dicendo ,figliolo


demente!
Bertrando:Mi spiace,ma ad altro non riesco a
pensare.
Ma..forse ho capito,codesto espediente
Perch nostro compito sar cacciare,
Li Turchi che stanno avanzando da
Oriente,
E in groppa a tal porco li farem scappare,
Che carne suina per loro delente:
O Grande Maestro,ci ho forse
azzeccato?
Lo Gran Maestro:Zitto!Sacrilego e pure bacato!
Tu devi portare maggiore rispetto
Poich tu ti trovi ora allo cospetto,
Di quello che sembra solo uno suino,
Ma invero tal corpo contiene divino
E sommo ,lo spirto di grande profeta,
365

Che un tempo fu uomo di doti inaudite,


E fu lo maggior e pi abil asceta..
Speriam tue parole non abbiale udite,
Se no ,se si arrabbia per te sono guai.
Narratore:Crociato e bambino pensavan che
quello,
Avesse sua testa malatala assai,
Per incuriosito Bertran ,da porcello,
Chiede al Gran Maestro perch e come
mai,
Un uom si tramuta in stato codello.
Lo Gran Maestro:In realt costui aveva un difetto,
Che pur con gran sforzo non fu mai
corretto,
Ed era quel di continuare a mangiare,
Carne di suino a gran profusone,
Cos allo momento suo di in ciel andare,
Per essere fatto beato santone,
366

Supremo giudizio decise per lui,


Che sarebbe asceso solo il giorno in cui,
Avrebbe suo corpo ben purificato,
Da tutto codello gran porco mangiato,
Poich divien santo,chi manco un peccato,
In vita terrena sua abbia mostrato,
E per tale pena ,meglio accelerare,
Per esser sicuro di non pi peccare,
E pure per sorta di stran contrappasso,
Costui in tale bestia venne tramutato,
Per meglio capire,cos,passo passo,
Ci di cui un tempo ei si fu cibato.
Narratore:Bertrando rivoltosi allo bambino,
Suo giudizio esprime,di molto convinto:
Bertrando:Costui proprio pazzo,caro
Giacomino,
Io credo che questo ,pur tu labbia evinto,
Ma diamogli corda,che se poi soffende,
367

Magari poi a botte entrambi ci prende.


Narratore:Cos lo discorso prosegue assai teso.
Bertrando:Perchl nome di Pandimonio esso
ha preso?
Lo Gran Maestro:Poich io glielo diedi per semplice
fatto,
Che gran confusion ogni tanto combina,
Non avendo duomo la vista e lo tatto,
A volte i miei oggetti urta oppur trascina:
Ma ancora di uomo la voce lui tiene.
Pensier di Bertrando:E costui pazzia in sua testa contiene!
Lo Gran Maestro:Ed egli pu dirmi cosa devi fare,
Per lo tuo Destino poter migliorare.
Bertrando:Allora che aspetta,lo faccia parlare,
Che in caverna tal non voglio invecchiare.
Lo Gran Maestro:Cos questa fretta,attendi un istante,
Che a gran voce costui non parler certo,
Essendo codesto assai titubante,
368

E con forestier ,timido ed incerto:


Leccelso giudizio per ci che riguarda,
La persona tua un poco codarda,
Mi dir pian piano indentro mio orecchio.
Bertrando:Per,per favore,solerziati vecchio.
Narratore:Cos lo Crociato,di molto dubbioso,
Credendo che anziano da follia sia eroso,
Attende perplesso il suino giudizio,
Pur considerandol alquanto fittizio.
Lo Gran Maestro:Dimmi Pandimonio,con pregi tuoi
tanti,
Se ci sta pur quello di indentro vedere,
Al prode Crociato che sta qui davanti,
Per sue qualit poi farci sapere,
Affinch sfruttandole,possa aiutare,
Chi nelli suoi guai si trova in un mare.
Narratore:Lo porco fa segno di si col testone.

369

Lo Gran Maestro:Allora,su parla dentro lo mio


orecchio:
Qual di pensieri tua consecuzione,
Dipingi quelluomo ,qual fossi uno specchio,
Usando tue doti di santoneria,
Di lui fai una mappa che precisa sia.
Narratore: Accosto lorecchio al maial vicino,
Lo verro farfuglia con grugno suino,
E poi dopo appena uno qualche minuto,
Lasceta il giudizio di quello avveduto,
Sappresta a esternarlo al Messer
Bertrando,
Che un po sulle spine lo stava aspettando.
Lo Gran Maestro:Gi a me note cose,lui,di te mi ha
detto,
Intello recente suo sommo verdetto:
Su quel che sia tul bisognoso daiuto,

370

E non qualcun altro che in guai sia


coinvolto,
Ahim caro mio ,non c mai piovuto,
E spero anche tu,tal fatto abbia colto,
Gioisci per,poich anche se pregio,
Ninguno tu abbia da fartene fregio,
La Sorte con te,fino ad or cattiva,
Viste sciagur tue finoggi vissute,
A tuo favor gira ,anche se tardiva,
E occasion ti offre di nuove vedute,
Poich lo maiale mi disse altra cosa,
Che io non avevo appresala ancora,
Notizia che a me sembra assai strepitosa,
Che par da mia testa voler stare fora.
Bertrando:Allora cos codesta novella?!
Lo Gran Maestro:Lo porco mi disse tu esser destinato,
A vincer torneo e mano di bella:
Lo scontro fra giorni sar disputato,
371

Dobbiamo sbrigarci,non tanto vicino,


Tal posto ubicato,a noi lo si trova,
Almeno uno giorno tutto di cammino:
Speriam per lo men ,non nevichi o piova.
Bertrando:Ma tale torneo ,su che verter?
Su forza ,coraggio ed abilit?
Lo Gran Maestro:Ma certo,lo chiaro,con lance a
cavallo,
E poi con le spade ,se necessario!
Bertrando:El maiale ha detto che a vincere
andrallo,
Proprio il cuipresente soldato bonario?
Lo Gran Maestro:E proprio per questo che puranco io,
Rimasto son molto perplesso e stupito,
Eppur lo suino,al pari del mio,
Su tua inettitudin verdetto ha sancito!
Bertrando:Sei proprio sicuro che lui ne sia certo,
Chel combattimento a vincer andr?
372

Lo Gran Maestro:Seppure la cosa mi crei gran


sconcerto,
Se tutto andr bene e se io taiuter,
Non senza esclusione di qualche periglio,
Tu lo vincerai pur se sei coniglio..
Narratore:Cos tale ciurma si muove diretta,
Inverso lo feudo indoe si svolgeva,
La disputa pria dal maiale predetta,
Mentre sempre pi lo tempo stringeva:
Si metton in sella lo bimbo e Bertrando,
A Arturo,che ancora li stava aspettando,
E invece lo vecchio ,non stando pi posto,
Insopra la schiena del nobil ronzino,
Dovette montare,suo onore lo costo,
Insullo groppon del grosso suino;
Cos quel quintetto assai scalcagnato,
Diretto al successo ancora agognato.

373

Il

Torneo

Narratore:Durato uno giorno lintero tragitto,


Lo gruppo assai stanco e da sonno afflitto,
Saccampa nel bosco chera l vicino,
Al villaggio dove avea luogo tenzone;
Passata la notte e tornato il mattino,
I cinque dirigonsi versol bastione,
Che li Cavalier gagliardi ospitava,
Prima dellinizio di suddetta gara..
Durante la via la gente guardava,
Stupita il passaggio ci cotanta tara:
Pria stolto con bimbo,in groppa a un
ronzino,
Poi un ottuagenario che monta un suino.
Nellaere improvviso si innalza uno squillo,
Codesto di tromba e serve a avvisare,

374

Che chi si attardato non ha a star


tranquillo,
Poich lo torneo sta per cominciare.
Giacomino:Sbrighiamoci gente ,tal suono sancisce,
Che sfidante o pubblico ancora allesterno,
Per perder spettacol,probabil,finisce,
Se un po non saffretta inverso linterno.
Narratore:Ma giunti allingresso vi trovan un
tizio,
Che a evento qual tale parrebbe novizio,
Ed innanzi a lor ,in coda eglaspetta,
Momento di iscriversi a gara suddetta,
E chiede allo mastro libraio,che tiene
Lelenco dei nomi ,dei partecipanti,
Se fosseci il suo,di leggere bene,
Oppure di aggiungerlo in mezzo a quei
tanti.
Mastro Libraio:E dicami caro,qual lo suo nome?
375

Giovin Sconosciuto:Son maestro darmi ,e mi chiamo


come,
La Dea della guerra,dellantichit,
Il cui nome Marte,per chi non lo sa,
E io son Martio Callisto Vitruvio
Banfone ,
Ve ne bastan quattro ,oppur vado avanti,
Che di nomi io ne ho a profusione,
Se voleten altri ,su ditemi ,quanti?
Mastro Libraio:Mi spiace Messere ,li nomi son belli,
Ma che mi interessa non son proprio quelli,
Poich pi importante colui che si cela
Dietro a un nome sol,ma che vanti sequela
Di azioni guerresche o di gran coraggio,
Oppur che appartenga a un alto lignaggio;
E voi pur con tali e tanti appellativi,
Non mi sovvenite per gesta o casato,
Mi spiace ,non pensi che siamo cattivi,
376

Ma lei non pu esser a gara accettato.


Narratore:E il giovin andatosen via
amareggiato,
Cede lo suo posto al gruppo acciaccato,
Delli cinque amici un po sprovveduti,
Che di tal impiccio seran avveduti.
Lo Gran Maestro:Capito tu hai ,Bertrando figliolo:
Cavalier di fama,oppur titolato,
Esser tu dovrai se vuoi entrar sine dolo,
Oppur grandimprese a termin portato
Almen devi aver ,per essere preso,
E tu manco uno hai di tal requisiti,
Per cui io mi sento uno poco arreso:
I nostri propositi son qui finiti,
A men che non cerchino un debosciato,
Frignone pauroso e pure viziato.
Bertrando:Aspetti un momento,non tutto
perduto!
377

Narratore:Che abbia Bertrando unidea


avuto?
E se funzionasse ,sarebbe la prima,
Che da nulla a poca ,cangiara mia stima;
Ma stiam con orecchie tese nel sentire,
Cosa quel geniaccio avrebbe da dire.
Bertrando:Se io mi chiamassi col nom di quel tale,
Che avea liberato lo feudo dal male,
Per un pel soffiandomi fama e ricchezza
Ma come nomavasi quella monnezza.
Lo Boccolon Biondo un po
effeminato
Ah ! eccolo,or me lo son ricordato!
Esseera Sir Nocchio di Villa
DellOvo,
Adesso io vado ,e ad entrare provo,
Che dici Maestro,tu ha visto mai.

378

Lo Gran Maestro:Che vai a cacciarti soltanto nei


guai!
Giacomino:Speriamo, cos ci facciam due risate.
Lo Gran Maestro:A me quelle fatte son di gi bastate,
Io temo piuttosto per quelle legnate,
Che in quanto suoi amici ,a noi
destinate
Narratore:Intanto Bertrando,da gruppo
seguito,
Savvicina al Mastro Libraio, deciso
A iscriversi allo torneo tanto ambito,
Che sua mala sorte avrebbe reciso..
Bertrando:Mi scusi buon uomo,se or la disturbo,
Mi vorrei iscriver a questa tenzone.
Narratore:Che tutto dun tratto si sia fatto
furbo?!
Mastro Libraio:Signore ,la prego,mi porga suo
nome.
379

Bertrando:Io sono Sir Nocchio di Villa


DellOvo,
E per disputar lo torneo qui mi trovo,
Poich la mia fama e lo mi coraggio,
Costanti mi spingon a cercar assaggio,
Di ogni occasin dove ci sia azione,
Che sia una battaglia ,oppure tenzone,
Poich di conquiste non sono mai sazio:
Gi feudi e castelli,molti ho liberato,
Malvagi con me han da pagar dazio,
Della loro vita ,che spesso ho troncato;
Poi, essendo io lo migliore Crociato,
Pur Santo Sepolcro ebbi liberato,
E quindi mi dica,se in libro che tiene,
Puranco il mio nome risiede elencato,
E invece se no,forse mi conviene,
Essere da voi ,ora l segnato.

380

Mastro Libraio:Qui uno Sir Nocchio,ci sta gi


nomato,
E con voi signor devo esser sincero:
Codesto Messere qui gi arrivato,
Per cui credo che lei non sia quello vero.
Bertrando:O vil zoticone,come si permette,
Mia onesta parola forse in dubbio mette?!
Mastro Libraio:Direi assai di si,poich ho gi sentito,
Parlar di Sir Nocchio,lo Crociato
ardito,
E sua descrizion ben ho impressa in testa,
E il tal pria venuto mi parea calzante,
Perci a suo riguardo ,pensar non mi
resta,
Che sia un imbroglione oppure un furfante,
Poich,n di notte ,n al buio o in foresta,
Di spalle,a Sir Nocchio ,saria
somigliante
381

Narratore:Vedendo Bertrando in difficolt,


Lo Grande Maestro interviene repente.
Lo Gran Maestro:Codello che dice,sicur lei non sa:
Or segni questuomo quale combattente,
Lo elenchi ,se tosto non vuole assaggiare ,
La ferina ira dello mio maiale!
Mastro Libraio:Vi dico che questo non Messer
Nocchio:
Entrollo in castello insuso uno cocchio,
Percui voi straccioni,e un poco bevuti,
Come pretendete di esser creduti?!
Lo Gran Maestro:Lei badi a sferrarci ennesima offesa,
Che io le scaglio contro codesto porcello!
Mastro Libraio:Con assai tal stramba suina difesa,
Pensate di prender dassedio il castello?!
Lo Gran Maestro:Cotal uno porco da combattimento,
Non tanto aveteci voi da scherzare!
Mastro Libraio:Mi avete stufato col vostro tormento,
382

Vedete da qui vostre tende levare!


Lo Gran Maestro:Pandimonio attacca!Non lo
risparmiare!
Lanzian, preso da sua ira, trasale,
E lo porco aizza,per via dello fare,
Del Mastro Libraio,spocchioso e rivale;
Et illo suino, spiccato uno salto,
Che lo scaraventa di non poco in alto,
Si trova a atterrare proprio sulla faccia,
Del Mastro Libraio,che per terra
piomba.
Mastro Libraio:Dannato suino,leva tua pellaccia,
Dalla mia persona ,senn la tua tomba,
Io da macellaio,la far scavare!
Narratore:Lo Mastro,sommerso da cotanta
ciccia,
Non riesce agilmente di molto a parlare,
Poich tale peso ,lo suo verbo impiccia;
383

Nel mentre che tal scena si consumava,


Giacomin per terra dal rider piangeva,
Lo Grande Maestro stizzito ancor stava,
E intanto Bertrando lo libro prendeva,
Cercando di iscriversi sopra ,da solo.
Ma il Mastro Libraio saccorge del dolo,
Seppure per terra dal peso chiacciato,
Di quello porcello sopra a lui piombato,
Per cui si fa forza a raccoglier suo fiato,
Lanciando daiuto urlo disperato.
Mastro Libraio:Ohi!Guardie sbrigatevi !Presto
accorrete,
Che furfanti tentan di entrar in castello,
Venite e codesti repenti prendete,
E pur da me addosso scansate il porcello!
Narratore:Arrivan le guardie e catturan banda,
Che aveva creato ,con sua scorribanda,
Non poco scompiglio,intro lo maniero
384

Il primo che acciuffan proprio


Bertrando,
Che impavido urla con suo sguardo fiero,
Proprio mentre stavanse quatto scappando:
Bertrando:Lasciatemi andar,se desio non avete,
Di perir fra colpi di mia eccelsa rabbia!
Guardie:Se non state zitto ,impiccato sarete!
Bertrando:Scusatemi!Non so che preso mi abbia,
Brave sentinelle,fatel mestier vostro,
Alli vostri piedi io ora mi prostro.
Narratore:Ma appena che tutti furon catturati,
Si sente una voce discosta ,vibrare,
Inverso alle guardie ,e a quei disgraziati.
Voce Discosta:Istante attendete!Lasciateli andare!
Narratore:Bertrando si gira di molto curioso,
E con sua sorpresa riconosce lesto,
Quel viso nasuto e quel fare spocchioso,
Che in uno d addietro lo resero mesto.
385

Bertrando:Oh! Quale sorpresa vedervi Messere,


Quasi come fosse avere un pidocchio
Che mi fa prurito insullo sedere!
Narratore:Costui era autentico e solo Sir
Nocchio!
Sir Nocchio:Mio buon Cavalier,mi perdonerete,
Se lo vostro nome mi sono scordato,
Purtroppo per ,assai noto non siete,
Et io mi rimembro soltanto chi stato,
Di gradi donore non poco insignito:
Voi siete soltanto un giullare a cavallo,
Quale cesta vuota ,voi siete guarnito,
La spada e lonor voi tirate in ballo,
Et io devo dir,son incuriosito,
E ansioso puranco di vedervi in fallo,
Poich dite dessere ci che non siete,
E del titol di Cavalier fate scempio,
Ma or verit in faccia vedrete,
386

Capendo di essere un pessimo esempio!


Bertrando:Che dire volete,brutto zoticone,
Io son Cavalier per gran tradizione,
Della mia famiglia di nobil Crociati,
Che per lo buon nome sempre han
combattuto!
Sir Nocchio:E per lo buon nome son sempre
scappati,
Come hai fatto tu ,dopo combattuto,
Per conquistar feudo gi liberato;
Rimembri, tua spada contro me hai
puntato:
Ricorda,con arma contro un indifeso,
Ognun capace di vincere sfida,
Come tu facesti quel giorno,in cui offeso,
Avesti l mio onor,chebbe sorte infida,
Di esser sporcato di fetido sterco,
In seguito allimpari ,contro te alterco!
387

Con mossa sleal mavesti oltraggiato!


Bertrando:Forse ci che hai avuto,tel sei
meritato!
Sir Nocchio:Ebbene vedrem chi il pi meritorio
Di titolo e onore potersi lustrare!
Narratore:Poi voltosi a guardie ,con far
perentorio
Sir Nocchio:Vi ordino subito di lasciarli andare,
E date a questuomo tenda ed armatura,
E dello suo nome fatevi stesura
Indentro lelenco departecipanti.
Mastro Libraio:Signore sicuro,qui sono gi tanti,
Aggiungerne un altro non gran
prospetto!
Sir Nocchio:Per lui intercedo ,fate ci che ho detto,
Che di tutte schiappe sar fra le prime,
A cader per terra e far da concime!
Ci vediamo dentro ,grande Cavaliere,
388

Son proprio curioso di poter vedere


Lo valore vostro che sempre ostentate!
Bertrando:Mio nasuto amico,non vi
preoccupate!
Sir Nocchio:Ah! Dimenticavo,perch non
possiate,
Trovare la scusa di avere perduto,
Poich delli mezzi sprovvisto eravate,
Col mio grande cuore,ne siate avveduto,
Vi offro il secondo miglior mio stallone,
Bench voi pariate uno zoticone,
E a voi ben saddice quel vecchio ronzino,
Che allo vostro stil, sicur pi vicino..
Bertrando:Vada larmatura e pure la tenda,
Ma lo suo stallone,pur se lo riprenda,
Che lArturo mio il meglio assoluto,
Che uom sulla terra possa cavalcare,
E pur se per voi ,egl vecchio e ossuto,
389

In mia vita stato eccelso compare!


Sir Nocchio:E sia,ma badate ,niente lamentele,
Quando perderete non voglio pi scuse,
Tessete in silenzio vostrassurde tele,
Per quandossa vostre saranno contuse!
Pertanto: Saluti, e che vinca il migliore.
Bertrando:Non vi preoccupate troppo di vittoria,
Fate pi attenzion a tener vostro onore,
Perch umiliazion subirete in tal storia,
Mentre io sar fra non molte ore,
Di gi ricoperto di averi e pur gloria.
Sir Nocchio:Se tanto convinto di questo voi siete,
Un tonfo pi grosso cadendo farete!
Narratore:I due saccomiatan e ognun si dirige ,
Nella tenda propria per la vestizione,
Per Giacomin ancor l che erige
Del pover Bertrando,indisfatto telone;
Codesto impalcato,vi entra il Crociato,
390

Seguito da vecchio,maiale ,bambino,


Poi sempre qual ultim,un poco svogliato,
Entra pure Arturo ,lo saggio ronzino
Ed proprio qui ,che pria di bardarsi,
Per introl duello poi dopo gettarsi,
Assai titubante Bertrando richiede,
Laiuto di saggio che tutto sa e vede,
Poich non potendo,contar su sue forze,
Avendo due braccia come due scamorze,
Doveva contare su qualche trucchetto,
Per se possibil non troppo scorretto.
E dopo una rapida consultazione,
Svoltasi fra l porco e pur lo stregone,
Il vecchio sappronta a fuori enunciare,
Come si potesse al meglio pugnare

391

- La Filosofia Dello
Combattimento Lo Gran Maestro:Allora mio caro ,io vado a erudirti,
Su ci che in duello potrebbe servirti,
Per vincer torneo che fra molto poco,
Vedratti purtroppo entrare in suo gioco,
E dico purtroppo,perch conoscendo,
Tue capacit e doti perfino,
Se tu perderai ,io non me la prendo,
Per cerco intanto di darti aiutino:
Ebbene,Re Art, pur tu lo saprai,
Con qual stratagemma usciva dai guai?
Bertrando:Re Art,voi mi dite: chi lha mai
sentito?!
Lo Gran Maestro:Contro tua ignoranza son vinto e
stordito!
Vabb, cercher per quello che posso,
392

Salvar di tuo corpo almen qualche osso..


Or bene dicevo,tale Re Art tizio,
Per rendersi alla battaglia propizio,
Teneva fra chiappe ben stretta pepita,
Da aureo metallo in toto composta,
E pi di una volta gli salv la vita,
Poich ,se a contatto con pelle saccosta
Quel ch lelemento a te meglaffine,
Ti viene donata assai maggior forza,
Per portare a termin qualunque tuo fine:
Di fatti Re Art,sotto dura scorza,
Teneva di oro lo cuore suo fatto,
Perci si inforzava allaureo contatto!
Oppur posso dirti ancor di Lancillotto,
Che fra corpo suo e lo stretto panciotto,
Teneva premuti diamanti e rubini,
Al suo modo desser ,sicuro vicini,
Poichesso abbagliava con la sua bellezza,
393

E luce passavalo per sua purezza.


Bertrando:Non ben ho capito,non che potreste
Concedermi esempio un poco pi agreste?
Lo Gran Maestro:Insomma che bestia,che duro di testa!
Vediamo,che esempio semplice mi resta,
Che possa capirlo persino un bambino..
Ah ,ecco ,se tu prendi un pesciolino,
Fuor dacqua tu sai chesso rischia morte,
In stagno percontro gagliardo e veloce,
Perch in suo elemento ognuno pi forte,
Capito or tu hai ,o testa di noce!
Bertrando:Ma certo or chiaro ,o Grande
Maestro,
Scusate se pur di pensier son maldestro..
Ma allora ,di grazia,io devo sapere,
Qual fra li tanti lo sol mio elemento:
Tal informazion ora devo avere!

394

Lo Gran Maestro:Fammi consultar ,aspetta un


momento.
Bertrando:Avanti ,su dite,non sto pi in mia
pelle,
E forse lavorio,oppur che sia il ferro,
Oppur son le perle,amor di donzelle.
Narratore:Intanto lanzian ascolta lo verro,
E par annuisca a ci che gli dice,
Di fatti una volta mai lo contraddice;
Frattanto Bertrando ancora lagnoso,
Poich di verdetto udir egl ansioso.
Bertrando:E forse la roccia ,oppure largento,
Oppur che sia lebano,io me lo sento!
Lo Gran Maestro:Su vieni con me,che abbiamo finito,
E lo tuo elemento stato capito.
Bertrando:Allora qual ,mi dica Maestro!
Lo Gran Maestro:Non fare domande,e prova a vedere,
Dietro aglanimali ,presso lo sedere,
395

Se in terra rimasto vi un ricordino,


Allor tu sarai a soluzion vicino.
Bertrando:Oh!Cosa volete dunque voi
asserire?!
Lo Gran Maestro:Beh,credo mio caro,si possa
capire
Narratore:Bertrando,cos,un poco abbacchiato,
Per rivelazion che il vecchio ha esternato,
In fin si rassegna a cercar sostanza,
Che dovria ,in teoria ,aumentar sua
possanza,
E guardan di dietro a cavalli e buoi,
A cani fra cespugli,e pur alle vacche,
Ma par che ognun tenga li bisogni suoi,
Per farne chiss quali cose bislacche.
Giacomino:Nemmeno a pagarla ci sta un po di
cacca,
N dietro uno bove,n dietro una vacca.
396

Bertrando:Un poco mi spiace per codesto evento,


Ma da un altro lato s tristo non sono,
Poich lo mio orgoglio ,almen pel
momento,
Non stato imbrattato da stercuto dono.
Lo Gran Maestro:Aspetta un istante,non tutto
perduto!
Bertrando:Che ,forse lo stimol le sovvenuto?
Lo Gran Maestro:No non intendevo cotal soluzione.
Bertrando:Beh,meglio cos,che gi in posizione
Per fuggire via mi ero approntato.
Lo Gran Maestro:Tu stai l tranquillo,comunque ho
tovato
Degno sostituto per ci che cerchiamo,
Ma che fino ad or trovato non abbiamo.
Bertrando:Oh Grande Maestro,che volete dire,
Vi prego,un po meglio fatevi capire.
Narratore:E col dito teso ristette indicante
397

Un baril di pece non troppo discosto,


Gran Maestro:Quel sostituir sterco latitante:
Io dico che fa proprio al caso nostro!
Bertrando:Beh,sicuro meglio di scelta di prima,
Pur se per liquame non nutro gran stima.
Lo Gran Maestro:O ragazzo mio,cosa devo fare,
Io cerco ogni modo per farti trionfare,
E tu ti lamenti e sei pretenzioso,
Su vieni con me ,non far schizzinoso.
Narratore:E preso il barile di quel nero intruglio,
Portatolo dentro il loro telone,
Lo saggio e l bambino,non poco in
subbuglio,
Cospargon Bertrando con tale lozione,
Sia sullo suo corpo che sullarmatura.
Lo Gran Maestro:Ch pi ne mettiamo e pi sarai forte,
Per tutto lo tempo che addosso ti dura.
Bertrando:In questo momento preferisco morte!
398

Lo Gran Maestro:E che sar mai un po di sozzura,


Manco le persone,dallo torneo assorte,
La tua strana veste,vedrai,noteranno.
Narratore:E uscito da tenda con fare alemanno,
Bertrando ,la folla, fissa qual mastino,
E tutti si girano verso lodore
Che senton venir assai da vicino:
Vedendo Bertrando ,per grande stupore
Spalancano gli occhi pensando non fosse,
Possibil che uomo puzzasse s tanto,
Ma visto suo aspetto,e sue goffe mosse,
Spiegaronsi tutto ,e risero alquanto,
Pensando che fosse specie di giullare,
Venuto per pubblico far sollazzare,
Fra pause che ceran fra i vari duellanti
Delli Cavalieri lucenti e pur belli;
E lilarit scoppia maggiormente,
Vedendol salir ins lo groppone
399

Di quello ronzin un po diffidente,


Che non conosceva pi lo suo padrone,
Oppur forse per odore fetente,
E per lo suo aspetto da lercio sozzone
Poi ancor pel maiale che dietro seguiva,
La gente l attorno dal rider moriva.
Bertrando:E allor! Meno mal che nessun mi
notava!
Lo Gran Maestro:Avanti figliolo,su,non farci caso,
Che con la vittoria questonta si lava,
E dopo vedrai,avere persuaso,
Per lo tuo valor,sicur tutti quanti,
Poich,chi ora ride,e son proprio tanti,
Ricreder dovrassi ,di fronte al campione
Che fa di avversari un solo boccone!
Narratore:Lo paggio reale ,intanto fornito,
Di elenco cospicuo di partecipanti,
Appella Bertrando chiamandolo a invito,
400

Per prendere posto fra quelli duellanti..


Bertrando,dun botto ,avendo sentito,
Lo suo appellativo essere nomato,
Si fa tutto rigido e pure impettito,
Seppur in cuor suo assai emozionato.
Bertrando:Ci vediamo dopo ,amici miei cari,
E ritorner con terre e denari,
Che se non con forza sar vincitore,
Io li stender sicur con fetore!
Lo Gran Maestro:Aspetta mio prode ,ancora un
istante,
Non so se tal pece ti sar bastante,
Ad esser pi forte e vincer tenzone,
Sar ben tu abbia un maggiore sprone,
Io quindi adoprando mie forze ancestrali,
Tal pece far magica venire,
Affinchella scacci pericoli e mali,
Che tu in tal torneo potresti subire!
401

Narratore:Con sua mano destra ,lo Grande


Maestro,
Si copre lo viso per concentrazione,
E mano sinistra la tende con estro
Inversol Crociato,per trasmigrazione
Della sua magia da mani a sozzura,
Che del Cavalier copriva armatura,
E con tale rito ,lo Mago tramuta,
La pece che sta su Bertrando premuta,
Da resina scura moltappiccicosa,
In poltiglia fluida e assai scivolosa,
Cangiando cos sua innata natura,
Di noto,efficace e inscindibil collante,
In altra allopposto,su quellarmatura,
Che ormai era cosparsa di lubrificante.
Lo Gran Maestro:Ed ora puoi andare ,e stai pur
tranquillo,
Che sarai tu a vincer codesto torneo!
402

Bertrando:Va bene Maestro , ho lo cuore arzillo:


Son pi forte di chiunqaltro babbeo!
Allora io vado,a dopo compari!
Narratore:Bertrando cos rimettesi a pari,
Con lo Cavalier gi a lotta approntato,
Che fu contro lui a combatter chiamato;
Nel mentre lo paggio real ribadisce
Li due che dovevan scender a duello
Lo Paggio Reale:Ed or ecco a voi con stendardo a
strisce,
Lo unico il solo,e forsel pi bello,
Per voi alla destra ,lo Messer Batrace,
E a vostra sinistra presentasi invece
Narratore:Nel mentre che tutto lo pubblico tace,
Lo paggio,sentendo gran odor di pece,
Prima di enunciar lo nom di Bertrando,
Lo sguardo dal foglio va subito
alzando..
403

Lo Paggio Reale:Ed ecco ora a voi..ma aspetta un


secondo,
Cotal ,tutto sozzo e pur nauseabondo!
Narratore:Come prima cosa locchiata sua vede
Cavalier sinistro ,vestito assai sporco,
A modo suo allor a annunciar provvede,
Quel tale che par pi che un uomo un orco.
Lo Paggio Reale:Chi questo lo sia ,non ben ho
desunto.
Vabbl chiamer,lo Cavalier Unto!
Ed ora cominci lo combattimento,
Per di partir sar lo momento
Soltanto in istante in cui la donzella,
Cadere per terra lo suo fazzoletto
Lasciatolo avr,per cui:damigella
Fate con perizia ci che ho appena detto!
Narratore:Cos la ragazza,traito lo velo,
Sospesolo in alto per solo un istante,
404

Qual petalo cade da floreale stelo,


Cos dalla man della giovin cascante,
Lo quadro di seta sancisce linizio
Per carica dei Cavalieri propizio..
E parte fulmineo il Messer Batrace,
Con far battagliero e pure tenace,
Bertrando invece rimane indeciso..
Bertrando:Qui non voglio mica rimaner ucciso!
Narratore:Ma Arturo decide da sol ,di
attaccare
Senza di Bertrandol comando aspettare,
E parte pur lui ,di molto gagliardo,
Seppur sullavverso un poco in ritardo..
Le lance son tese entrambe in avanti,
Lun laltro procedon,spediti i duellanti,
Bertrando per,da timore preso,
Serra li suoi occhi qual fossesi arreso,
E di conseguenza giunto lo momento,
405

Manca lavversario ,per troppo spavento,


Mentre Ser Batrace ben suo colpo
assesta,
Colpendo Bertrando ins spalla
destra..
Ma forse un sogno:a ci che or si vede
Nemmanco lo pubblico ancora ci crede..
Bertrando che giunge dalla parte opposta,
Ma senza peraltro aver fatto apposta,
Ancora ins sella ad Arturo rimasto,
Con neanche un osso di quelli suoi guasto:
Cavata se l solo con scossone
Durante il momento della collisione.
Bertrando:Dannata sfortuna !Son rimasto in
sella,
Or passer in brace da questa padella..
Potevo uscirne indenne allistante,
Con sol qualche livido,gi a me bastante,
406

E invece mi tocca ancor andare avanti,


Magari subendo ferite aggravanti.
Narratore:Di nuovo alla carica parton li due,
Bertrando par pollo,Batrace par bue:
Sembra gi decisa ormai sorte dincontro,
E quindi anche chi cadr nello scontro,
Poich quello prima fu solo uno caso,
Che tenne Bertrando a cavallo suo
adeso,
Di questo Batrace ,ne era pervaso,
Per questo Bertrando si era gi
arreso..
Ma a ennesimo attacco che quello bestione,
Stava per sferrargli senza compassione,
Si incrocian li due,e ancora Bertrando,
Presenzia allimpatto,suoi occhi serrando,
E seppure conscio di sua inferiort ,
Incontro alla punta nemica egli va
407

Per con sorpresa assai rinnovata,


Ripetesi ancora lo primo prodigio,
La lancia avversaria era scivolata,
Via dallarmatura del Crociato ligio.
Bertrando raggiunto di nuovo il suo lato,
Codesta faccenda ancor non s spiegato.
Bertrando:Com che quel tal mi colpisce pi volte,
Et io sento lurto eppure non cado?!
Narratore:Bertrando che a saggio sue spalle ha
rivolte,
Rimugina un poco,capendo di rado,
Ma lo Gran Maestro ,affinchei
comprenda,
Vicino,da dietro gli spiega faccenda.
Lo Gran Maestro:Ma come asinaccio! Tu ancor sei
allo scuro!
E magica pece chio miseti addietro:
Tu sei invulnerabil,di ci stai sicuro,
408

Non qual tu pensi question di didietro,


Fortuna non centra , tutta alchimia ,
Ed ora combatti e portati via,
Vittoria ,avversari ,terreni e ricchezze,
Di Re sposa figlia,e fama riacquista,
Ci che in pi verr ,saran sol
sciocchezze.
Per stai attento,che quello gi in pista!
Narratore:Batrace infuriato gi stava trottando,
Inverso al distratto ed ignaro Bertrando,
Il quale faceva sua conversazione,
Tranquillo ,insieme al suo amico santone,
Ma accortosi dello periglio incombente,
Grazie a avvertimento dellamico anziano,
Si mette pur egli assai immantinente,
A puntar nemico ,ormai non lontano
Cavalcan li due lun laltro avversati,
Entrambi,san essere lurto vicino,
409

Si incrocian gli sguardi che paron


ghiacciati,
Lo pubblico attendel verdetto divino..
Rumor di ferraglia:le lance han colpito,
Fan male allo cuore,fan male alludito,
Son andate a segno entrambe stoccate,
Ma una soltanto quella vincente,
Scende l polverone che prima ha celate,
Le belliche gesta,in mezzo al suo niente
E din sul cavallo ,un solo sorride
Costui Bertrando,rimastolo in sella,
Batrace per terra, il Destino lo irride,
Di Bertrando ,sorte stata pi bella,
Poich entrambe i colpi han centrato il
bersaglio,
Ma mentre la pece fattha scivolare,
La punta sullarmatura di Crociato,
Nulla ci fu per Batrace da fare,
410

E subito questi a terra cascato,


Non ebbe pi forze per ancor pugnare.
Gioisce Bertrando per la sua vittoria,
E si gode pur lo momento di gloria,
Che pochi ,sicuro in sua vita pria ha avuto,
Un po per sfortuna ,su lui pervicace,
Un po per cervello suo,non troppo acuto,
Per cui lo momento assai lo compiace,
Puranco perch l pubblico che prima,
A lui non aveva dimostrato stima,
Ora un po perplesso ,vedendol vincente,
Dopo un inizial stupor soggiacente,
Per quel Cavalier che imbrattato fa senso,
Scoppia in un applauso a dare consenso;
E dunque Bertrando,da questo inforzato,
Prosegue il torneo,a vincer lanciato,
Et altri avversari affronta gagliardo:
Ser Ciccio ,lo quale trasuda di lardo,
411

Ser Peto ,che emette sonori boati,


Ser Crucco,Ser Manzo,Ser Cotenna
,pure,
Da Bertrando al fin son tutti atterrati,
Poichei conseguiva vittorie sicure,
Grazie allo sistema di solita pece,
Che ancor moltincontri spuntare gli fece;
Ma ad un certo istante ,quasi a
conclusione,
Di quella marciata trionfale al successo,
Allultimo incontrol Destino sornione,
Lo mette di fronte al peggiore suo avverso,
Era inevitabil tal accadimento
Di trovarsi contro il peggiore nemico,
Col quale di conti un regolamento,
Aveva in sospeso lo buon nostro amico.
E proprio Sir Nocchio,che in veste
dorata,
412

Lo si para opposto a Bertrando


impaziente.
Sir Nocchio:Inizi la lotta,e che sia terminata,
Soltanto quandun sar a terra morente!
Narratore:A Bertrando gelasi il sangue intro
vene,
Di farsela addosso per poco gli viene,
Ma senza dar tempo di rifletter manco,
Al buon Cavalier che era ormai stanco,
Sir Nocchio si muove a chiuder incontro,
Mirando a uno secco e perentorio scontro;
Da far suo Bertrando reagisce passivo ,
E parte qual sempre un poco tardivo;
Lo scontro imminente ,la tensione alta:
Sar solo uno a cader dentro malta!
Ed ecco avvenir tanto atteso impatto:
Sir Nocchio ,che muove sua lancia assai
ratto,
413

Colpisce purtroppo lo pover Bertrando,


Il quale sen stava tranquillo pensando
Che tutto il suo unto lavrebbe salvato,
Ma questo pian piano sera consumato
Ad ogni previa ed avversaria sferzata,
Che ricopertura aveva intaccata;
Cos nel momento del maggior bisogno,
Quando la vittoria saria stata un sogno,
Contro il suo peggior e pi ostile avversario,
Bertrando di pece si trova sprovvisto,
E lurto rovina lo di gi precario
Di costui equilibrio ,comera previsto,
E il Crociato cade,un poco stordito,
Per per fortuna ,non grave ferito,
Fa un po di commedia per terra nel fango,
Come non saddice a soldato di rango,
Ma il vecchio ,lo quale non stava distante,
Capisce Bertrando esser commediante,
414

Poich la sua resa voleva prostrare,


Per non pi subire attacchi dolenti,
Cos lo comincia assiduo a esortare,
Perch continuasse ,stringendo li denti.
Lo Gran Maestro:Figliolo riprendi,non pi avrai
occasione
Che ti si presenta in tale giornata,
Sarai uno Sovrano e buon anfitrione,
Con te la giustizia sar rispettata,
Se rimani a terra,invece nel nulla
Tuo miser futuro ,di gi lo si culla:
Ordunque coraggio,che farcela puoi,
E se non mascolti,son cavoli tuoi!
Narratore:E come bambino che viene pescato
Da madre ,che finge di esser malato,
Perch non si vuole alzare da letto,
Cos lo Crociato,sbuffando uno poco,
Rialzasi in piedi lustrandosi il petto,
415

E ridando vita allo truce gioco..


Frattanto Sir Nocchio,da cavallo sceso,
Decise l duello ,che andasse ripreso
Con combattimento entrambi appiedati,
Fin quando sconfitta li avesse fermati.
Bertrando si muove con spada,assai goffo.
Bertrando:Su dai ,fatti avanti,misero gaglioffo!
Narratore:Sir Nocchio,che invece sempre pi
tronfio,
Savvicina a avverso dorgoglio rigonfio,
E parato un colpo,suo scudo opponendo,
La mazza sua prende dal fianco pendente,
E assesta uno colpo di molto tremendo,
In testa a Bertrando,il qual pare assente,
E cade per terra accusando botta,
Bench dura testa certo non si rotta.
Bertrando:O Grande Maestro,tu sei uno
fetente,
416

Mi mandi a combatter pure consciamente


Del fatto che io son sempre stato imbranato,
Sia oggi che muoio,sia quando son nato!
Narratore:Da terra Bertrando prende a
redarguire
Lo vecchio,lo quale non sa pi che dire,
Intanto che Nocchio ha preso sua spada,
Per ultimo colpo a nemico inferire,
Ed anche stavolta,fortuna assai rada,
Al pover Bertrando ,pare non
venire
Alzato il suo ferro Sir Nocchio sappresta
A mettere fine a Crociato e a sue gesta,
Ed ecco che parte la lama vorace
La gente in silenzio,ormai tutto tace..
Ci chera successo fa grande stupore:
Giacente per terra si trova un duellante,
Che pur dimostrato lo suo gran valore,
417

Per ferita inferta assai dolorante


Costui Sir Nocchio,lo quale in procinto
Di uccider Bertrando da odio sospinto,
Si sente una botta di immane potenza,
Che seder colpisce scagliandol lontano,
Tal colpo un sol nome ha di provenienza:
E lo nome Arturo,ronzin quasi
umano,
Che notando assenza del padron amico,
Dopo aver ripreso un poco di fiato,
Lo vede in periglio sotto lo nemico,
E corre in aiuto ,ormai abituato,
A cavar dimpicci linetto padrone,
In qual si sia messo in brutta situazione,
Cos ,giunto a spalle di Sir Nocchio
ignaro,
Con zampe di dietro gli tira un calcione,
Serbando a costui un Destino s amaro,
418

Qual quello che forse attendea suo


padrone.
Lo Re a quel momento non sa pi che
fare:
Quale vincitor doveva annunciare?!
Lo Re:Beh,proclamer colui che rimasto,
Ancora cosciente ,seppur atterrato.
Narratore:Et era Bertrando che ancora suo
fasto,
Poteva vantare ,seppur acciaccato,
Per terra comera ,ma ancor coi suoi sensi,
Mentre Messer Nocchio,da un lato
svenuto,
Aveva smarrito vittoria e consensi
Ma al regale orecchio fino a pria taciuto,
Arriva un parere da non ignorare:
Quello della figlia a lato di altare.
La Principessa:Oh no padre mio,codello voi dite,
419

Cavalier malconcio,vincitore fate?!


Non sol vostro erede voi cos scernite,
Ma pure mio sposo,non vi ricordate?!
Ed io devo dir ,in tutta franchezza,
Che costui non esemplar di bellezza,
Ed in verit nessun dei duellanti,
Era fra li belli oppure gli aitanti;
Perci io rifiuto lo vostro verdetto,
Non voglio sia fatto ci che avete detto!
Lo Re:Come devo fare ,fanciulla adorata!
Lo sai che allo volgo avevo promesso
Prima della fin di questa giornata,
Che un degno erede al mio posto avrei
messo!
Narratore:Ma nel capoccione del vecchio barbuto,
Sboccia stratagemma inver molto astuto,
Che per quanto strano e pure bislacco,
Lo toglie qualera da quel matto scacco,
420

Cos ad alta voce,rivolto alla folla,


Lo sommo giudizio al popol ammolla.
Lo Re:E dunque il momento,miei sudditi
cari,
Di eleggere in loco lo solo mio pari;
Ci che prima dissi ,or ,dopo consulto,
Qui nego,poich ragion superiore,
Mia mente ha schiarito,rendendomi
adulto,
Facendomi luce sul mio successore:
Non pi chi per terra rimasto cosciente,
Dei due decaduti,elegger io voglio,
Ma colui lo qual ,fra quei rimanente,
Restato coi sensi ,e in pie con orgoglio,
Che in sostanza pur quel che ha torneo
vinto,
E che diverr Sovrano al mio posto:
Di quello che dico,io sono convinto,
421

E guai chi sazzarda a pensar lopposto!


Narratore:In quello momento lo Re si
interrompe,
E salza il silenzio che nessuno rompe,
Poich il Gran Maestro ,da lui
convocato,
Allo suo cospetto tosto arrivato,
E in regale orecchio prende a sussurrare,
Qualcosa che il Sire voleva sapere,
E quando ha finito ,pu ricominciare
Suo regal discorso,per erede avere.
Lo Re:Adunque,ripiglio cotal mio
proclama,
In mia decision mi segua chi mi ama,
Perci io vi dico che lo vincitore,
E quindi allo trono pur mio successore,
E Arturo,il cavallo di indubbio coraggio
Che di gran valore ha dato un assaggio,
422

Rimanendo il solo in piedi giacente,


Mentre gli altri due,cara la mia gente,
Per terra,da lotta entrambi estenuati,
Son stati per legge da me eliminati!
Narratore:Li sudditi stanno un poco atterriti,
Poich son dal regio verdetto stupiti:
Costui a succession avea dato atto,
Per lo padron rimane di fatto
Di tutte le terre ,e pur di ricchezze,
Facendola in barba ,con le sue stranezze,
A chi lo voleva fuori dal castello..
Ma se c qualcuno davvero deluso,
Dal strano verdetto,sicuro codello
E il pover Bertrando,per terra contuso,
Il qual saspettava desser proclamato
Lo trionfator del torneo disputato
Bertrando:Ma come!Son io lo sol vincitore!
Sicur ci devesser un fatal errore!
423

Lo Gran Maestro:Su smettila or di protrar tuo raglio,


E non disperarti:non c nessun sbaglio,
Poich pur lo Re ha infine capito,
Che qual successor sicur pi gradito,
Un prode ronzino,che non un somaro,
Qual tu hai dimostrato di esser mio caro!
Bertrando:Ma su,che tu dici!E tutti gli sforzi,
Che per vincer gara mi furon occorsi,
E non solo miei,puranco li tuoi,
Ammetterlo devi ,anche se non vuoi!
Lo Gran Maestro:Di quali fatiche tu mi stai parlando?
Bertrando:Ma come ,tu scherzi!Mi stai ancor
beffando!
E quando dovetti gelarmi le vene
Indentro tua grotta nel lago ghiacciato,
Con tal pesciolini che mordeano bene,
Lo seder che a lor veniva mostrato!
E tu mi dicesti che tal mi serviva
424

Per togliermi via indole cattiva!


E poi quel miscuglio che dovetti bere,
Che fame placommi per tre ore intere!
E infine la nera e pur viscida pece,
Che spalmata avesti,perch io vincessi,
Anche se tan forte poi s non mi fece,
Nonostante tuoi incantesimi annessi,
Ma vinsi piuttosto per scivolamento
Di lance avversarie sullo mio
armamento..
Lo Gran Maestro:Ma ancor non capisci:era tutto falso!
Tranne quando resi tua pece oleosa;
Cotale trambusto a te infin valso
Non a ci che credi, ma a tuttaltra cosa!
Non a farti forte ,o a darti poteri,
Poich sei rimasto uguale qualeri,
Ma a darti unimmagine in cui fede avere,
Perch ti venisser coraggio e possanza,
425

Per tua convinzion di forza tenere,


Di cui eri evinto non poter far senza:
Eppure tu hai visto che pur senza tali,
N forza,n astuzia,n doti anormali,
Sei riuscito a giunger quasi a conclusione
Di questo torneo assai periglioso
Poi tuttaltra storia ,la tua delusione ,
Per aver perduto contro quel spocchioso,
Ma so che per te molt pi importante
Aver acquistato tua stima e fiducia,
Piuttosto che la ricompensa allettante
Di terre e ricchezze:vero ,non ti
brucia?
Bertrando:Ma allor mie fatiche io le feci in
vano!?.
Ma tu mi dicesti,o vecchio marrano,
Dopo aver udito parlar lo porcello,
Che io lavrei vinto infine il duello!
426

Lo Gran Maestro:E tu credi ancora in tua tarda et


A un porco che parla e il futuro sa?!
Narratore:Bertrando fa pausa meditativa
E china lo capo per qualche secondo,
Poi fa pervenir sua risposta giuliva
Al Grande Maestro ,che aspetta
giocondo.
Bertrando:Oh brutto vecchiaccio,io ora
tammazzo,
Puzzone bavoso e pure insolente,
Vieni dunque meco ,che ti faccio un mazzo
Che almen per un anno sarai s dolente
Che lo tuo seder poggiar non potrai,
A men che le stelle veder non vorrai!
Narratore:Cos si rincorron intorno allarena,
E al pubblico desta gran gaudio tal scena:
Luom nero di pece insegue un vecchietto,
Entrambi seguiti da un bambinetto
427

In groppa a un maiale rosato e paffuto,


E insiem tutti e tre par che abbian bevuto,
Poich in tondo seguitan a far rincorsa,
Ognun dietro allaltro un po incespicando,
E intanto che il Mondo finisce sua corsa,
E il sole pian piano sen va tramontando,
Termina puranco codesta avventura
Per non pensiate che pur tale volta,
Fortuna a Bertrando non si sia rivolta,
Infatti sappiate che quei quattro inetti,
Essendo di Arturo gli amici diletti,
E quindi dello nuovo Re li protetti,
A compiti strani furono addetti,
Che gli permettesser di bighellonare
E puranco a sbafo ,a corte campare:
Bertrando fu eletto Gran Mastro di
Festa,
El compito suo era organizzare
428

Banchetti sfarzosi cui stare alla testa


Per la noia a corte poter debellare;
Lo Grande Maestro fu presto nomato
Consiglier di precetto non desiderato,
Il mestier suo stava nellindirizzare
Lo nuovo Sovrano in question
strampalate,
Cui nulla a nessun gli potea fregare,
Poich dimportanza non eran dotate;
Lo sveglio e fedel scudier Giacomino,
Ancora inesperto in quanto bambino,
Fu subito fatto fannullon di corte,
Lo qual non doveva fare proprio niente:
Girar per castello,goder di sua Sorte,
Che lavea premiato sol perch presente,
E non perch saggio,laborioso o forte,
Ma solo perch era nullafacente,
E sol perch in ci era lo migliore,
429

Ma dopo Bertrando questera papale;


Infin per lo suo rubicondo candore,
Venne Pandimonio ,lamico maiale,
Del feudo nomato,qual stemma ufficiale,
Con lo suo bel muso cicciotto e gioviale..
Insomma,mansioni di tutto rispetto,
O almen su misura per quei pelandroni,
Che per lo lavoro non han molto afetto,
E sempre rifuggon fatica e padroni.

430

- La Morale Amorale Narratore:Cos questa storia ,pur essa finita,


Lasciandoci con un po strambo finale,
Chiss se altre gesta prenderanno vita,
Delli quattro eroi ,e di lor maiale,
Cosicch le possa io ancora narrare,
E chiss puranco se tale avventura,
Un senso o morale da estrapolare,
Essha posseduta infra sua stesura,
Non che per contare una storia ,sia
alluopo,
431

Intrider precetto o etico scopo,


Ma mio dover come narratore,
Se appena intravedo di lezion bagliore,
Chiarirlo al paziente mio ascoltatore,
Perch possa trarne dono superiore,
Che qualche risata o un flebile svago,
Che pur non son poco,di questo son
conscio,
Per in tal novella ,anche se un po
vago,
Precetto ci ho visto,seppur in suo
inconscio,
Anzi per non esser da meno di altre,
Ben tre enuncer ,di morali scaltre:
La prima di queste la pi venale,
E in tal modo apresi lo contenzioso:
Al fine Bertrando ha vinto suo male

432

Pur essendo un pigro ,un codardo e


vizioso,
Ha avuto il successo pur se immeritato,
Il che par non abbia un significato,
Invece linghippo proprio codesto,
Cio che non serve esser troppo onesto,
O rispettar etica o legge donore,
E tutta question desser fortunati,
E tale fortuna ,pur con le sue more,
Devier tuoi guai sui pi sfortunati;
Seconda morale,forse la pi ingenua,
Dice che Bertrando con lotta sua
strenua
Riesce a raddrizzar bizzosa condotta,
E quindi a cambiar sciagurata rotta:
Da vita passare fra le punizioni
Per la sua indolenza e sue corruzioni,
A invece uno premio ,infin conseguito
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Per aver lezione morale capito,


Per esser in meglio sicuro cambiato,
Ed essere ligio e retto diventato;
E lultima infin moral si prospetta,
Forse via di mezzo pi equilibrata,
E pure da me quella prediletta,
Poich pi real delle tre m sembrata:
Che tu sia uno stupido oppure uno
scaltro,
Che tu abbia un progetto,oppur pensi ad
altro,
Che tu sia ingenuo ,oppur diffidente,
Che tu sia un inetto ,oppure un valente,
Tua vita decide se e quando premiarti,
E quindi pertanto ,perch scomodarti
In assurde imprese che non ti confanno,
Sfiando il Destino tuo assiduo
tiranno?!
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Ha solo importanza che tu resti attivo


Nel nutrir tua essenza in tutte sue parti,
Crescendola pure,se ancor ne sei privo:
Cerca di scacciar li tuoi slanci rei,
Sviluppa tuoi pregi,asseconda difetti,
E cerca di esser lo meglio che sei,
Sia in virt che in vizi ,nei lor vari
aspetti,
Poich i primi servon a gloria elevarti,
Mentre li secondi vanno a
rilasciarti
Ricorda ,ogni uomo avr sua occasione,
Forse solo una ,oppure un milione,
Per limportante che sia preparato
Quando alla sua porta busser lo fato,
Perch ,a modo suo ,lo possa sfruttare
Per riuscir infin in sua vita a trionfare,
In quanto ogni uomo fatto diverso,
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E felicit per ognun ha il suo verso,


Ma i buon Cavalier son accomunati,
Dallessere pronti e fin ai denti armati,
Per contener rabbia di Destino ostile,
Contro di lor volto in modo assai vile,
E sanno aspettar che torni fortuna,
Restando digiuni,scrutando la Luna,
E quando codesta sar ritornata,
Sapranno sfruttarla in maniera
adeguata,
Perch il Cavalier ,per quantegli
possa,
Sa quand il momento della sua
riscossa.

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