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Arn pat Rratx [strroto Venero pi sclENZk, LETTERE RD ARTI. eo 1901-902 - Tomo LXI - Parte seconda. Anno aceader AMICL E CORRISPONDENTI DI GALILEO GALILEI IV. ALE ANDRA BOCCHINERI. ¥. FRANCESCO RASI. - VI. GIOVANFRANCESCO BUONAMICL pen pror. ANTONIO FAVARO, ™ &. (Adunanza del 22 giugno 1902) Quel poco che finora era noto intorno alla donna, che fece lpitare di senile affetto il cuore sempre giovane di Calileo, aveva ‘mpre mantenuto in me vivissimo il desiderio di saperne qualche ‘sa di pit. Anche il fatto dell’ essere l'ultima lettera che Galileo ottd dal suo letto di morte, od almeno ultima che in ordine di mpo @ fino a noi pervenuta, indirizzata alla Alessandra Bocchi- sri Buonamici, per quanto fortuito, richinmava maggiormente so- ‘a di essa la min attenzione, ed io mi proponevo di oceuparmene ‘n maggior quiete, quando ciot me ne avessero concesso Pagio lavori della Edizione Nazionale (talileiana: senonché I’ essermi ibattuto a caso, e dove non avrei mai pensato di trovarle, in tre ttere dell’ Alessandra, le quali somministratio notevoli informa- ani intorno alla sua vita, contribui ad acuire il mio antico de- lerio ead affrettarne il sodisfacimento. F poiché della Alessandra sechineri non si potrebbe parlare senza accennare almeno ai tre ariti che essa ebbe, cosi, siccome due tra questi, cio’ Francesco asi_e Giovanfrancesco Buonamici, furono essi pure del novero dei rrispondenti di Galileo, anche di toro dird in questa medesima casione, per quel tanto che ho potuto fin qui rinvenire c che pud 666 A. PAVARO (2) sotto certi rispetti riuscire di un qualche interesse per gli studiosi di cose galileiane. Secondo I’ ordine cronologico si presenta primo Francesco Rasi, di nobile famiglia aretina, il quale gia intorno al 1595 erasi allogato come “ cantante di scena ,, presso il Duca di Mantova, come apprendiamo da una sua lettera det 1621 (#) nella quale fa risalire a venticinque anni prima il suo ingresso a quella Corte, dove fu seguito dal padre Ascanio che aveva tenuto in Toscana varii onorevoli ufficii ¢ poi, tramutatosi a Mantova, v’ era stato eletto Capitano di Giustizia, e dalla sorella Sabina, sua allieva nell’ arte del canto ed essa pure ai servigi dei Gonzaga, i quali. come & ben noto, furono sempre intelligenti mecenati della musica e dei musicisti (2). Francesco Rasi aveva imparata la musica in Firenze dal ce- lebre compositore e cantore Gtiulio Caccini romano, e fors’ anco attendendo a questi studi avra conosciuto personalmente Vincenzo Galilei negli ultimi anni della vita di questo. Egli aveva una bellissima voce di tenore ¢ raggiunse ben presto nell’arte sua cost alto grado di eccellenza da meritare (nil sub sole novi) di essere ereato cavaliere. Nel 1600, quando per l’occasione delle auguste nozze di Maria de’ Medici con Enrico IV fu dato in Firenze dal Caccini e dal Peri il primo pubblico saggio dello stile rappresen- tativo da loro inventato, il Granduea chiese ed ottenne dal Duca di Mantova che il Rasi gli fosse ceduto per cantarvi in quel nuovo stile. Pochi giorni dopo il suo arrivo, ciot in data 14 Agosto 1600, egli scriveva al Duca, ch’era stato accolto molto amorevolmente da quei serenissimi principi e che * stando alle loro parole, ri- riporterebbe I’ onore ¢ il vanto di quella miracolosa pastorale o favola , che fu I’ Auridire. Fu essa infatti cantata, serive il Peri nell’avviso ai Iettori premesso alla stampa (*) “ da’ pid eccellenti (1) Arehivio Gonzaga in Mantova. Rubr. KE. XXVIIL. 3. (2) Della musica in Mantora, Notizie tratte principalmente dall’Ar- chivio Gonzaga ed esposte dall’Ab. Pisrro Canau (Memorie del R. [sti- tuto Veneto di seienze, lettere ed arti, Vol. XX, pag. 655-774). Venezia, tip. Antonelli, 1882 (3) Le musiche di Lacovo Peri nobil fiorentino sopra 0 Euridice del Sig. Orravio Rixwocwst, rappresentate nello sposalizio della Cristianis- xima Maria Medici Reyina di Francia e dé Nararra, In Fiorenza, ap- presso Giorgio Marescotti, MDC. 3) AMICL £ CORRISPONDE! TT ECC. 667 ausiei di que’ tempi; tra i quali il Sign. Rasi, nobile aretino, rap- nesent> Aminta; il Sign. Antonio Brandi, Arcetro; ¢ il Sign. Mel- hior Palantrotti, Plutone. , Nella stessa occasione cantd pure in firenze nel Rapimento di Cefalo modulato unitamente dal Caceini, la Stefano Venturi del Nibbio, Piero Strozzi e Luca Bati, mac- to di Cappella in Santa Maria del Fiore (!). Una parte se ne rova stampata nelle Nuove Musiche del Caccini (?)e visi nota che coro * fu consertato da 75 persone tra voci e strumenti , e che le arie furono cantate da Melchior Palantrotti, musico eccellente ella cappella di N. 8. (basso), da facopo Peri (tenore) e da Fran- cseo Rasi (tenore) , rispetto al quale ultimo aggiungesi in par- olare: * Quest'aria cant’ solo, parte con i propri passaggi ¢ parte suo gusto, il famoso Francesco Rasi, nobile aretino, molto grato srvitore all’ Alt. Ser." di Mantova. ,, Quando abbiano avuto principio le relazioni di Francesco Rasi an Galileo non sapremmo dire con tutta precisione. Forse si co- obbero gia in Firenze prima della venuta di Galileo a Padova mentre, come avvertimmo, il Rasi vi stava attendendo agli studi wsicali, e a questa relazione avré certamente contribuito la straor- inaria inclinazione del nostro filosofo per quest’ arte nella quale ‘a stato ammaestrato dal padre suo: certamente poi strinsero fra ro pit intimi rapporti quando Galileo nei primi mesi del 1604 (a Mantova, chiamatovi da quel Duen Vincenzio Gonzaga che aveva imparato a conoscere a Padova nelle case del generale io, Battista del Monte, dove vi aveva udito la spiegazione del ompasso geometrico e.militare, ¢ che lo voleva ai suoi servigi (*). (1) Hl rapimento di Cefalo rappresentato nelle nozze della Cristianis na Regina di Francia e di Navarra, Maria Med Gapririto Cita- era. In Firenze, appresso (Horgio Marescotti, MDC. (2) Nuove musiche e nuore maniera di scriverle di Givi Caccrst Roma, detto Giulio Romano, nelle quali si dimostra cle da tal max ‘ra di serivere con la pratiea di essa si possano apprendere tutte le ai exze di quest’arte senza necessiti del canto dell’autore, adornato passaggi, trilli, gruppi ¢ nuovi affetti per vero es-reizio di qualunque glia professare di cantar solo. In Fiorenza, appresso Zanobi Pignoni ¢ mpagni, 1614. Le nuore musiche di Giviiy Caccist, romano, musico del Serenis- 10 Duea di Toseana. In Venetia, appresso Giacomo Vincenti, M. DC. XV. (3) Galileo Galilet elo Studio di Padora per Axtos1o Favano, Vol. 1, g. 203, 228; Vol. II, pag. 126-128, 197. Firenze, Suecessori Le Monnie 33. — Le Opere di Gatiuxo Gaunet. Edizione Nazionale sotto gli au- 668 A. FAVARO. (4) Ma gid prima di questo tempo era stato fra loro attivo ear- teggio, perch? in una lettera del Rasi a Galileo, che & ta sola di loro corrispondenza fino a noi pervenuta, ¢ che & data da Mantora sotto il di 28 Gennaio 1613, gli serive (!): “ Ha molto tempo che V. S. non havrd havuto novelle di me, né meno io di lei, perch da ch'io In veddi gli anni adietro in coteste parti, essendo poi corse tante mie disgrazie e travagli acerbissimi, sono stato costretto penar pid tosto che far goder altrui, non potendo con mie lettere, come particolarmente io soleva far con V. 8., porgendole aleuna materia di piacere e non di noia. , Enel seguito ci somministra quest’ altro curioso particolare scrivendo: “ ché se io le havessi significato lo stato mio, ella m’havrebbe forte compatito, essendomi puntualmente occorse (cosa di stupore) tutte quelle disgrazie che gia V.8., in facendo molti anni sono in quel mio studio in Man- tova la mia figura, quasi da scherzo in un subito mi diceva. , Non rimase perd sempre il Rasi fisso in Mantova, ma, come ve- demmo gid che nel 1600 era stato alla Corte di Toscana, cosi, ap- punto per le occorsegli disgrazie, motivate, a quanto pare, da certi suc issidii con la matrigna, dovette starsene pid d’un anno a Torino: pid tardi, cioé nel Settembre 1612, andd al seguito del Duca Vineenzo Gonzaga alla Corte Cesarea: infermatosi a Praga fu raceolto in casa di Giuliano de’Medici, ambasciatore di ‘Toscana, ed amorevolmente curato. Da Praga dove fu * favorito da Sua Maesta e dal’ Imperatrice tre volte in camera loro, dopo la lor cena 2 hore, et honorato (cosa insolita 1A) d’ una collana e d’una lor medaglia ,, pass) a Monaco, dove fu pure ricolmo di onoranze e di doni. E da Monaco manda a Galileo questi altri interessantissimi ragguagli: “ quivi a grand’agio e con mio grandissimo gusto ri- veddi il S.r Michelangelo (:), fratello di V. 8., dalla amorevolezza, del quale io fui tante volte visitato, consolato e favorito, che mi ha dato per sempre oceasione di restarli con grandissimo obligo: spicii di 8. M. il Re d'Italia, Vol. X, pag. 106-107, 109. Firenze, tipografia Barbra, 1900, (1) Le Opere di Gataneo Gains: ¢ Nazionale sotto gli auspicii di 8. M. II Re d'Italia. Vol. XL, pag. 472. Firenze, tip. Barbéra, 1901. (2) Allogato presso quella Corte come Maestro di Cappella e suona- tore, Cfr. Serie quinta di S-ampoli Galileiant raccolti da Axtosto Pa~ varo (Atti e memorie della I. Accademia di xcienze, lettere ed arti in Pa- dova, Vol. VI). Padova, tip. G. B. Randi, 1890, pag. 16. 6) AMICI FE CORKISPONDENTI FCC. 669 ecertamente dico a V. S. ch'egli 2 tanto amato e stimato per la modestia e virti sua, che V. S. deve et é in obligo d'haverlo ca- rissimo (come eredo che I"habbin). Egli ha il pit bel puttino (') e la rit bella puttina (#) che sieno in quelle parti, cla sua moglio (*), venché ciaschedun sappia non esser stata per avanti sua pari, tut- avia tanto modesta, savia e I’ama tanto, e tanto valorosa ch’ ogn’ un a riverisce. Et io spesso scrivo al 4." Michelangelo (come V. edra dall’ inchiusa sua) e non mi rimarrd di pregarla a scriverle dargli novella di lei, con cui in-sua casa spesse volte con gran- issima giocondita habbiamo ragionato di Y. e degli amici degli anni passati: et egli sta in casa pulitissimamente ct ac- oneio, et & parco ¢ liberale come il suo giudizio e la sua fortuna meede. , Da Monaco passd il Rasi a Salisburgo e per la via di rento se ne tornd in Italia, di dove giurd di non uscire mai pit. ifatti due anni dopo fu ad Urbino, a Modena ed a Mirandola, vunque lodato © regalnto, pur sempre restando ai servigi del uea di Mantova che sotto il dl 26 Gingno 1621 gli assegn una msione annua di duccento seudi. Fu, come ecrediamo, in occasione d'uno di questi suoi frequenti aggi che egli si incontrd con una gentildonna dei Bocchitieri da ‘ato, per nome Alessandra, da poco tempo rimasta vedova d'un »renzo Nati di Bibbiena, dal quale aveva avura una figlinola per me Angelica. Era nata I’ Alessandra in Prato, da Carlo ¢ da Polissena Gat- schi, come io credo, nei primissimi anni del XVII secolo, ed civa di nobile ed agiata famiglia, anzi fra le pitt antiche © co- ieue di Prato. Il padre di lei, che possiamo pur annoverare fra sorrispondenti di Galileo (#), non &, come afferma uno serittore npetentissimo (*), senza fama nella storia letteraria della sua ‘ra: nel 1600 cantd le nozze di Maria de’Medici con Enrico IV (*), (1) Vincenzo. (2) Mecarupe, (3) Ava Curara Basprsnuu (4) Biblioteca Nazionale di Firenze. Manoscritti_ Gali mo EX, car. 97 (5) Le relazioni di Galilev con alcuni pratesi a proposito del faleo smamici scoperto dal sig. Th. Henri Martin d ne Civasri (Arehicto “ico italiano. Serie III, Tomo XVII, pag. 34). Firenze, tip. di M. Co- e Calla Galileiana, 1873, (6) Canzone sopra le reali ¢ felicissime nuzze delle Regie Muesta iani. Parte I, 670 A. FAVARO (6) e nel 1608 la venuta dell’Arciduchessa Maria Maddalena (‘) ¢ le nozze di Caterina d’Austria con Carlo Emanuele (2), ¢ nel 1609 lesse Iorazione funebre del Granduca Ferdinando (*) e in lode di Casa Medici compose e pubblicd un poemetto intitolato: I Pul- ladio (. Questi che erano ad un tempo e saggi letterarii e di- mostrazioni di devozione al trono ed alla casa regnante, valeero da un lato a farlo accogliere nell’Accademia della Crusca alla quale fu ascritto nel 1605 ¢ ad entrare dall’altro nelle grazie del Gran- duca Cosimo II (*), il quale lo adoperd a varie riprese nella am- ministrazione © nel governo dello stato. Dal matrimonio contratto. a quanto troviamo affermato nel 1601(#), con la Polissena di ( de’ Christianissimi di Francia. In Virenze, Mareseotti, 1600, = Stance x7 pra la partenza della Christianissima Regina di Francia ¢ di Nararra Maria de’ Medici. In Firenze, Mareseotti, 1600, (1) Canzone sopra la renuta della Ser¢ Maria Maddalena d’ Austria in Toxeana, Iw enze, Sermartelli, L608, (2) Epitatanio nelle reali nozze dé Sereniss. Sigy. U Infante D. Car terina d’ Austria ¢ Carlo Emanuele Duca di Savoia, Firenze telli, 1608, (3) Orazione funebre di Carvo Bovcntxert, da lui recitata a di 9 di Aprile nel Duomo di Prato nell’ esequie di D. Ferdinando Medici Gran Duca [11 di Toscana, celebrate per ordine di Monsig. Proposto Filippo Salviati, In Siena, Bonaldi, 1609. (4) Id Palladio. Poometto di Cauvo Boccutsent, dedieato alla Macsta Christianissima della Regina di Francia ct di Navarra. In Parigi. per Giovanni HMuqueville, 1611. 5) La R. Biblioteca Riceardiana possiede un manoseritto contenenty un po-metto inedito dello stesso Canto Bocchinert intitolato * Cosmo. areera il mondo regio, dedieato, come gid s’ intende, al Granduea Co- simo, con data di Firenze, 1 Settembre 1616: ¢ nella dediea si aceenna ad altro componimento, forse in preparazione, col titolo di * Ferdinand, ideu delVattimo Prinripe. » (6) Veggansi le * Memorie ¢ studi di coxe patrie, inserite dal Can. Giovayst Pisratiast nel Calendario Pratese del 1847. Anno TL, 1846, pag. 83-93, ed in quello del 1847, Anno TIL, pag. 63-76, In Prato, per Ra- nieri Guasti. Del Palladio, che sembra essere stata I’ opera capitale di Canno Bocement, troviamo qui il seguente lusinghiero giudizio: “Il Palladio, quanto é alla forma, generalmente mi ce e mostra che id Pocta aven buono ingegno, fantasia pronta e vivace, crudizione ¢ cono- seonza dei classici, insomma attitudine felice alla poesia = conclude che il Palladio non & de’ peggiori poemi che furono seritti in quel se- colo che TAlficri chiamd delirante: « se tra pocti di quell’ eta aon dee il Bocehineri am si ultimo, tengo per fermo che in tempi migliori ¢ con migliore aspirazione, poteva essere per avventura uno dei primi. a AMICI E CORRISPONDENTI ECC. 671 tolamo Gatteschi, aveva avuto dieci o pitt figliuoli ('), cioé oltre lAlessandra tests menzionata, la Sestilia che andd sposa, come redremo fra poco, al figlio di Galileo, ed ancora una Gemma ed una Clarice delle quali ignoriamo le sorti, ma che forse o saranno morte bambine o finite in un qualche monastero: e dei figli, Ales- sandro e Geri, ambedue tra i corrispondenti e svisceratissimi di Galileo, de’ quali il primo, entrato nel 1620 al servizio del Cardinale Carlo de’ Medici come aiutante di segreteria, successe a Ottaviano 4i Lotto V'anno 1636 nel grado di primo segrctario e vi rest’ dicci oi fino alla morte, il secondo che prese in moglie una Bene- lotta Guerrieri, entrd nelle segreterie grandueali evi era al tempo lel famoso processo galileiano, e ancora un Ascanio adoperato in mbblici negozii e segnatamente nel 1651 a riformare le comunita lel Pontremolese, venuto di recente alla Toscana, un Benedetto, aureato nelle due leggi, canonico dal 1627 al 1676, anno nel quale nori, un Filippo, prete cappellano nella cattedrale, dottore in ra- tione civile ed ecclesiastica, ¢ finalmente un Carlo entrato in re. igione e che pit tarditroviamo ricordato da (eri (2) suo fratello ol nome di Fra Antonino. Riprendendo ora la nostra narrazione, noi crediamo che i} Ca- aliere Francesco Rasi fosse ormai uscito dalla prima ed anche dalla 2eonda gioventi quando incontrd I’ Alessandra, la quale, se @ esatta 1 data conservataci del matrimonio dei loro genitori, doveva, ben- hé vedova, essere ancora giovanissima, e, come vedremo dalle piit cure testimonianze, adorna delle piit invidiabili doti fisiche vorali, Se ne invaghi pertanto il non pit giovane musicista ¢ la hiese ed ottenne in isposa. Intorno a questo matrimonio serive () Il Geastr (Bibliografia pratexe compilata: per un da Prato. 0, per Giuseppe Pontecchi, 184, pag. 48) ne menziona tre soltanto; a ai ricordati dal Prerantist succitato deve aggiungersene un altro +r nome Carto, il quale forse & lo stesso che si free eappuceino che sunse il nome di Fra Axroxtno. Cfr. Le Opere di Ganatano GaLaiel. Prim izione completa, ece., Tomo IX. Firenze, § ice Fiorentina, 52, pag. 345; Serie quinta di Srampoli Galileiani raceolti da Axtoxto wvaro (Alii ¢ memorie della R, Arcudemia di scienze, lettere ed arti Padora, Vol. Vi). Padova, tip. G. B. Randi, 1890, pag. 14. (2) Non sappiamo bene se il Lonovico che troviamo ripetutamente nato nelle lettere dello stesso Get Bocents 1 altro fratello, Cfr. Mss. Gal. della Biblioteca Nazi di arte 1, Tomo IX, car. 185, 187: se cost 2, sari stato il pitt giovane. 672 A. PAVARO (8) Francesco Rasi istesso alla Duchessa di Mantova da Firenze sotto il di 10 Agosto 1621, pregandola a sollecitare il Parroco della Chiesa di S. Stefano a fare le pubblicazioni di rito e prosegue: “ Supplico parimente V. A. S. a farmi gratia di far ordinare a D. Bartolomeo Cosentino curato di 8. Stefano, parrocchia dove ha- io in cotesta citta, a cui lasciar I’ ordine e il modo che faccia presto le denunzie del mio matrimonio cost& e che autenticate me le mandi qua, perch’ qua non si possono fare se prima non siano fatte costh e di mandarle sollecitamente (') ,. Tl matrimonio conchiuso sotto gli auspicii delle due Grandu- chesse di Toscana (*), Maria Cristina di Lorena e Maria Madda- lena 4’ Austria, si cclebrd in Pistoia nei giorni 4 e 5 del Settembre 1621 e ne siamo informati dalla partecipazione che ne da il no- vello sposo in una lettera ad Alessandro Striggi, Segretario di Stato del Duca di Mantova, scritta da Pistoia sotto il di 6: * Con la gratia di Dio diedi lanello in Pistoia hieri l'altro alla Sig." Ales- sandra mia in casa della Sig. Polissena (fatteschi sua madre con LT intervento di melte Gentildonne e Gentil’ huomini, con mio gran- dissimo gusto, et hieri seco mi comunicai et terminai poi la sera felicemente © con molto honore quanto si doveva nel matrimonio, sperando in Dio d'havere ogni consolatione da questa cara ed amatissima Compagna, da me e da chi Ia conosce e vede stimata Gentildonna di grandissimo garbo, essendo veramente tale ,. Ma le speranze del Rasi non dovevano avverarsi, perché dopo poche settimane I’ Alessandra cra nuovamente vedova. Questo possiamo noi argomentare soltanto da sicuri documenti indiretti, perch’ nes- suna notizia diretta ci fu dato di rinvenire del disgraziato caso: e se il Rasi manci ai vivi in Mantova e fu sepolto nella chiesa di Santo Stefano summenzionata, siccome questa andd distrutta, cosi saranno con essa scomparse anche le iscrizioni mortuarie fra le quali era forse I’ cpitaftio dettato per il Rasi da Gabriello Chia- brera (*) ¢ che diceva: (1) Archivio Gonzaga in Mantova. Rubr. E. XXVIUL 3, (2) Chr, Doe. Le HL. (3) Delle opere di Gawnrieio C canzonette amorose © morali, sehe ghe ¢ sermoni gina TAR tomo secondo contenen'e ri, sonetti, epitatfi, vend glo- In Venezia, presso Angiolo Geremia, MDCC: pa- oO) AMICL F CORRISPONDENTI ECC. 673 “La bella evtra (), che scolpita splende In questi ti pud far sieuro Che il Rasi, qui sepolto, era m DelP amabile arnese. Oh lieto PA E licto il Mincio, che a’ udir fu degno Il suon soave che mai non sentiro Le bellissime rive dell’ Eurota Negli anni antichi! ¢ s’egli alzava il canto Sorpresi all’ armonia delVaurea voce Taccano i venti ¢ s'arrestayan P onde E chinavano i pin Paltere cime; Pord ch’ egli solea, non Ia faretra Dell alato figliuol di Citerea, Ma cantar degli eroi P alte corone. Or. voi cortesi che per vin pasate. Di voi prendavi duol: Palte lusinghe Delle Sirene ¢ dell’Aonie Muse Mai pitt non siete per udire in terra, « Con la protezione delle Cranduehesse, ed in particolare di Cristina di Lorena, fu l’Mlessandra raccomandata alla Duchessa di Mantova che trovi modo di allogarla presto la cognata Eleonora moglie di Ferdinando Imperatore: questa circostanza, oltre che dalle lettere di ringraziamento dell’ Alessandra medesima (*), risulta anche da quanto ne scrive il Cardinale Carlo de’ Medici a suo co- (1) Allude a La cetra di sette corde. Rime del Cavaliere Fraxe Rast. In Venetia dal Ciotti, 1619. Notiamo in queste cid che ei sembra evidente allusione ai Pianeti Medieei, leggendosi a pag. 30: “TL mio COSMO novel fior d Eroi Di cui nel Ciel fregio immortale appare ,. Del resto eceo in che consistono le * Sette Corde ,: Della cetra del Cacalier Rasi. Prima corda, - Lu facala di Cibele ¢ Dati. Seonda cord: MW lamento di Emireno. Terra corila, - Eleidia rapita, Quarta corda. - Nurvatice affettuoxe. - Quinta corda, - Rime spirituali. Sesta corda, - La ma, Settima corda. Dello stesso autore abbiamo anche della musica a stampa. Cfr. Ma- Wrigalé di dicerst autori posti in musira dal 8, Francesco Rast, nobile Aretino, In Firenze, appresso Cristofan) Marescotti, MDCX. — Le par role sono di Gro, Barrisra Srroza, Fra Rast istesso, ALaSSAN- ono Gicerist, GApRIKLLO CHIAuRERA, AGNono Carrost, Prascesco P TRARCA. (2) Cfr. Doe. Le HL. 674 A. FAVARO (10) gnato, il Duca di Mantova, da Firenze sotto il di 3 Gennaio 1621 Ab, Inc, * Essendosi la Sig.r* Duchessa compiaciuta, a richiesta di M.m= Ser.™ nostra Madre, di voler dare luogo nel servitio della M.“ dell’ Imperatrice alla Alessandra Bocchineri, moglie gia del Cay. Rasi, ne habbiamo tutti di questa Casa hauto gusto grande, et io particolarmente per havere al mio proprio servitio Alessandro Bocchineri suo fratello, oltre al ritrovarsi gia da pid tempo impie- gato in quello della segreteria delle LL. AA. Geri, altro suo fra- tello maggiore, et non havendo io havuto commodo di raccoman- darlo anche a V.A., hora che ella & passata di qua, accid le sia dato nel servitio di S. M. quel lnogo che si convenga alle sue qua- lita et alla sua nascita, soddisfaccio hora a questo mio desiderio con l'occasione della venuta costh di Alessandro et del P. Don Gregorio Rasi, loro zio, i quali I'uno e I’ altro raccomando pari- menti a V. A. (!) ge Ai primi di Febbraio 1622 I’Alessandra era gia presso I'Impera- trice a Innsbruck e nell’ Aprile la troviamo a Vienna, e in grado,come essa stessa scrive, “ tanto onorevole , (2): ivi giungeva poco dopo un suo concittadino, Giovanfrancesco Buonamici, al seguito del Cardinale Caraffa, nunzio di Gregorio XV alla Dieta di Ratisbona. Il Buonamici, nato da Piero di Bonamico e dalla Livia Carne- secchi nel 1592 e fatto studiare le leggi “ diversamente dalla sua inclinazione , come scriveva pit tardi (*), aveva incominciato la sua carriera diplomatica dall’essere segretario del Marchese Cosimo Riccardi ambasciatore in Roma del Granduca a Papa Paolo V, ed incontrata alla Corte di Vienna la Alessandra, se ne invaghi e sotto gli auspici della stessa Imperatrice 1a sposi, e a quanto pare senza né dote nd promessa di dote, nella regia cappella nel 1623: sicché nel volgere di meno che tre anni essa n‘andd ad altrettanti mariti, seguendo d'allora in poi la fortuna dell’ ultimo che, in grazin appunto del contratto parentado rimasto a Vienna, divenne segretario dell’ Arciduca Carlo d’Austria (4) e¢ econ lui andd alla (1) Archivio Gonzaga in Mantova. Rubr. E. XXVUL (2) Cfr. Doe. 1. (3) Biblioteca Nazionale di Firenze. Mss. Gal., Par. VI. Tomo XI, car. (4) Bench’ questi non figuri tra i corrispondenti di GatinEo, fu con lui in diretta relazione en’ ebbe anzi un teleseopio squisitissimo. Cir. Mss. Galileiani, Par. VI. Tomo V, ear. 59. (11) AMICI E CORRISPONDENTI ECC. 675, Corte di Spagna. Morto ('Arciduca in Madrid, il Buonamici pass con titolo di consiglicre e segretario al servizio di Wolfango Gu- glielmo Duca di Neuburg, e, con l'ufficio di commissario di questo Principe ed incaricato di difficile e delicata missione, lo troviamo ancora alla Corte Spagnuola nel 1629. Intorno a questo tempo si conchiudeva il matrimonio di Vin- cenzio Galilei con la Sestilia Bocchincri, sorella, come vedemmo, dell’ Alessandra, ed ecco come tutta questa cerchia di vari per- sonaggi entra in diretta ed affettuosa relazione anco epistolare con Galileo stesso, relazione In quale si inaugura con questo gentile biglietto del padre della sposa al padre dello sposo sotto il di 27 Gennaio 1629 da Prato: “ Li sposi e tutti noi stiamo con molto desiderio attendendo V. 8. F. domenica mattina ('), augurandole un lieto e quieto viaggio. La sposa, per conservazione di V. 8. la prega a venire in lettiga, acid il gran freddo della mattina non le faccia nocumento alla testa: perd venga bene armata di panni e chiusa, che noi le prepareremo un buon fuoco. Non venga anco digiuna. Ci sara una messa riservata a lei nella mia iesa, che stark a posta sua: e riserbandoci nel resto a boca, tutti unitamente le baciamo le mani ,. E in una poscritta ag- giunge: “ Pigli ancora in Iettiga un caldanino per non patir freddo (#) .. Il giorno appresso si stendeva in Prato a seritta matrimo- niale (*). La notizia di questo parentado fu naturalmente comunicata ai cognati dei novelli sposi a Madrid ¢ di la il Cavaliere (4) Ciovan- franeesco Buonamici ne se va al suocero in termini tanto lusin- ghieri, che comunicati a (ialileo, lo indussero a prendere senza pit la iniziativa delle relazioni epistolari dirette, ed a scrivergli fra altro da Firenze sotto il di 19 Giugno 1629: * Prevenuto dalla » Boccnixert seriveva. tendere Ab Incars (L) Ciod all’ indomani del La lettera & data dal?’ anno 1628, ma deves natione. (2) Biblioteca Nazionale car. 87. Firenze. Mss. Gal, Par. I, Tomo LX, rie quinta di Scampoli Galileiani raceolti: da Axtoxto Fa- vano (Atti e Memorie della R. Accademia di scienze, lettere ed arti in Padova. Vol. VI, pag. 14-15). Padova, tip. G@. B, Randi, 1890. (4) Fu insignito, per diritto ereditario, dell? Ordine di S. Stefano con reseritto dal 1° Settembre 1624. 676 A. FAVARO (12) cortesia di V. 8. molto Tllustre, vengo, non senza qualche ros- sore, a renderle grazie del cortese officio che si & degnata di pas- sar meco in una sua lettera al Sig. Carlo, col quale avendo per mezzo di mio figlio contratto parentado, si come mi pregio delle onorate condizioni di tutta In casa sua, cost asorivo a mia gran ventura lavere avuto con tal mezzo adito all’amicizia (termine meno cortigianesco ma pitt amabile che serviti) di V. 8. , ('). Replicava tosto il Buonamici in termini altrettanto ufficiosi (*), e In corrispondenza, inauguratasi con veste familinre, assumeva su- bito quella seientifica, porgendovi ocensione una “ seritturn in ma- terin di navigazione , stesa dal Buonamici ¢ pervenuta a conoscenza di Galileo, al quale anzi apparirebbe indirizzata. Di questa notizia era rimasta memoria nelle “ Notizie del Cavalier Giovan Fran- cesco Buonamici compilate da un Vannozzo della stessa Fami- glia , (*) con questo preciso titolo: * Serittura in materia di Nau- tien, diretta al Signore Galileo Galilei, celebre filosofo ¢ mattema- tico fiorentino, detto dell’ Orchiule; trasmessa di Spagna, ove cra per il Serenissimo Duca di Neuburgh, ’ anno 1629 ,, quando fra alcune carte messe a mia disposizione dal compianto Marchese (iu- seppe Campori ne rinvenni un esemplare (*) del quale mi affrettai a dare comtnicazione a Cesare (iuasti, perch’ invero mi sembrava che nessun altro meglio di lui potesse presentare al pubblico (co- nv‘egli infatti si affretti) a fare (5)) questa serittura d'un pratese del Nazionale di F anoseritti, Galileiani. Par. 1, (1) Biblioteca Tomo LV, car. 72. (2) Cfr. Doe. 1V. (3) Archivio storico italiano, Toran serie. Ton In Firenze, presso G. P. V . pag, 2 (4) Poco dopo ebbi Ia ve trovarne un altro fra certi do- cumenti galileiani che scovai nella Biblioteca Nazionale di Firenze, dove giacevano da lunghi anni completamente ignorati. Cfr. Intorno ad alcuni documenti galiletani reventemente scoperti nella Biblioteca Nazio- nate di Firenze per ANvoxto Favano (Kstratto dal Bullettiny di Biblio- gratia ¢ di Storia delle scienze matemutiche e fisiche. Tomo XIX, Gen- naio 1886). Roma, tip. delle seienze matematiche e fisiche, 1886, pa- gina 16, (5) Serittura in materia di nuavigazione fatta dal cac, Givean Fran- vesco Buonamici ¢ da esso mandata nel 1629 a Galiles Galilet. (Archi- vio storico italiano, Quarta serie. Tomo XVI. Anno 1885, pag. 2-24). In Firenze, presso G. P. Vieusseux, 1885. (13) AMICI E CORRISPONDENTI ECC. eit quale egli aveva git seritto con tanto amore ¢ con tanta com- petenza. Ma, meglio che dalla osenra fonte del Vannozz0 Buonamici, era stata rivelata l'esistenza della scrittura Buonamiciana da una lettera di (Galileo istesso all'autore sotto il di 19 Novembre 1630 ('). In essa, detto d'un telescopio del quale era stato manifestato il desiderio dal Re di Spagna ad Esai del Borgo ambasciatore to- seano a Madrid, e che Galileo dichiarava di rifiutarsi a dare contro pagamento, come erasi espressa intenzione di voler fare, offrendosi in quella vece di * porre ogni industria e diligenza di condurre a perfezione cosa degna della mano di chi deve riceverla ,,, scrive: * Ho letta con mio gusto e meraviglia la bellissima scrittura di V. $. in materia della navigazione , © subito coglie il destro per toceare di quella ormai antiea sua proposta di determinare le lon- gitudini in mare mediante le ecclissi dei Piancti Medicei: * La qual lettura, egli prosegue infatti, mi ha commosso assai con Ia rimembranza del gran negozio che avevo attaccato cost mentre era il Sig.’ Conte Orso (2), che era di dare a 8. mio trovato per gradar la longitudine, punto massimo ¢ che solo resta per la ultima perfezione dell’ arte nautica: invenzione cercata in tutti i secoli decorsi, ma non trovata da aleuno, ancorché promessa da molti, tratti dal premio insigne che vien promesso all’ inventore. Jo l'ho trovata con mezzi ammirabili e gli esalto perch? non sono miei ma della natura; e il negozio era ridotto a segno che veniva data commissione al Sig. Duca d'Ossuna in Napoli di sentirmi. Ma oceorse che, avanti la mia andata in Napoli, 8. E. fu richiamato costi. Suceesse poi in Napoli il Sig. Cardinale Borgia, ma avanti che di costi venisscro nuove lettere, si part) 8. E. Illustrissima. Di poi ritornd qua il sig. Conte Orso, ¢ venendo in suo luogo Monsignor (tiuliano Medici si comincid a ritrattarne. 8. 8. Reve- rendissima ci atette poco, sicché in somma il filo si interruppe del tutto, né io poi ho cereato di rattaccarlo, essendomi mancato costa li due Ambaseiatori, miei affezionati padroni. , Questo aecenno non rimase senza effetto, ché il Buonamici alla sua volta tent) di riannodare le trattative, ¢ di questo suo tentative ragguagliava (DL) Biblioteca Nazionale di Fire Tomo V, ear. (2) Orso p’ Ext . Manoseritti Galileiani. Par. VI, 678 A. FAVARO (14) Galileo in una sua del 1° Febbraio 1630 ('), serivendogli nei ter- mini seguenti: “ ho preso occasione di dire a S. M. che V. S. tiene l'invenzione di graduar la longitudine dell’Universo, e che la propose in tempo del Re suo padre; e questo l'ho fatto perch tale invenzione si cerca ¢ procura ora gagliardamente, e sono pre- fissi premi grandissimi al trovatore. Percid &@ venuto qua a posta dalle Indie Orientali un tale Padre Borro Milanese della Compagnia di Gest e altro Portoghese e il re ha deputato una Giunta o consulta dj uomini intelligenti sopra questa materia. A chi trovasse nella Lon- gitudine alcun punto fisso, pare a me, si offeriscono ducati di rendita e cinque mila a chi trovi altra maniera di gra- duare la longitudine. Pure me ne informerd meglio e sara bene che V. S. informi di questo negozio il futuro Ambaseiatore, e glielo faccia raccomandare da’ Serenissimi Padroni, e ue parli an- cora col Signor Esai (*) e al medesimo dia li originali delle let- tere regie che tiene per il duca di Ossuna, aceid al ritorno di detto Sig.’ Esau si possa giustificar la verith di quanto ho fatto sapere al Re, e insicme dar principio o per meglio dire ravvivare questo negozio, che se non accrescer la fama a V. $. Ece.™, pud almeno augumentarla di riechezze e guadagnarle Ia benevolenza di questa gran Corte. , Quando questa lettera del Buonamici per- venne a (ialileo, I’ ambasciatore toseano cra gia partito per Ma- drid, sieché Galileo non poté conferire con lui, come il Buonami lo consigliava a fare: per quanto tuttavia intorno a questo tempo egli si trovasse occupatissimo nel dar I’ ultima mano al famoso Dialogo, pure promise che di li a poco avrebbe mandato copia delle informazioni altrevolte spedite a Madrid ed altresi la cre- denziale che avrebbe dovuto presentare al Vicerd di Napoli e che al momento non riusciva a trovare (*); ma I’ improvviso ritorno in Toscana del Buonamici impedi quella ripresa delle trattative che sarebbe stata nel desiderio di ambedue. Al cognato Geri Boce! neri seriveva il Buonamici da Madrid sotto il di 24 Aprile 1630 “che fra pochi giorni sperava di potersi sbrigare da Madrid per (1) Biblioteca Nazionale di Firenze. Manoseritti Galileiani, Par. VI Tomo XI. ear. 122. (2) Exat pk Borco, (3) Le Opere di Ga Gatitet Prima edizione completa, ece. Tomo VI, Firenze, 1847, pag. 339. (15) AMICI E CORRISPONDENTI ECC. 679 tornare in Italia , (') ed infatti, imbarcatosi sulla Hotta che condu- ceva I Infauta sposa di Ferdinando re d’ Ungheria, ritornava in patria nel Maggio, mentre Galileo era a Roma negoziando per ot- tenere l'approvazione alla stampa del suo Diuloyo. Durante il soggiorno del marito in Madrid pare che I’ Alessandra fosse rimasta in Germania, e non sapremmo ben di.e se occupando il suo solito impiego alla Corte Imperiale, oppure presso il Duea di Neuburg, certo @ che dovunque cssa fosse prendeva a cuore le sorti del marito assente, ottenendo anzi che dal Duca gli fosse conferito al suo ritorno il titolo di Consigliere di stato e privato. Il ritorno dei coniugi Buonamici & dal Vannozzo succitato narrato nei termini seguenti: “ Ma poich? I’aria di Spagna e le tante fatiche fatte nel maneggio di affari cotanto importanti, ave- vano cagionato al Consigliere Buonamici pii e diverse indisposi- zioni, 8. A. 8. gli accord’ che potesse tornarsene © pigliare il viaggio d’ Italia per rendersi alla patria, per ivi ristabilirsi, poi guarito andare a godere il possesso di cid che gli aveva dise- gnato. Terminata, adunque, la sua commissione in Spagna, tornos- sene il nostro Buonamici in Italia, su |’ armata che I’ Infante di Spagna sposa di Ferdinando re d’ Ungheria conduceva; ed essendo sbarcato al Finale, ed indi sopra una galera arrivato a Livorno con il Signor Cardinale Panfili, ivi sceso si porti subito alla pa- tria, per ivi aspettare In signora Alessandra che, di Germania partitasi, doveva per terra in breve a questa volta venire, per ras- sestare le cose domestiche, che per le liti ¢ per In discordia tra lui ed i fratelli erano ormai in pessimo stato pervenute. , Dell’ arrivo dell’ Alessandra dava immediato avviso a Galileo, con lettera del 18 Maggio 1630, Geri Bocchineri, scrivendogli: * Tornd tre giorni sono all'improvviso di Germania I’ Alessandra mia sorella con buona salute, havendo saputo sfuggire in diciotto soli giorni di viaggio li mali incontri delin guerra ct della peste, con meraviglia di chiunque "ha qui saputo. K andata ora a Prato a rivedere le cose sue, (*) ma prima fu a visitare il Sigt Vin- (1) Op. cit. Vol. IX. Firenz (2) Notiamo fra ultro che r Buoxamtct, la figlin As a avyuta dal p atrimonio con Lo- rexzo Nati, che era fino allora rimasta in casa Boccsixert, e che pit tardi si maritd con un Francrsco Curnict dalla Montanina. 1852, pag. 183. presso di st, cio’ in casa 680 A. FAVARO (16) cenzo , (*), eine il cognato, In sorella ed il nipotino nel quale era stato rifatto il nome dell’ avo paterno. Etre giorni dopo mandava di nuovo a Roma: “Saluterd per lettere mio padre e mia madre a nome di V. $, com’ella comanda, essendo essi andati a Prato in compagnia dell’Alessandra mia sorella, (2) , Questa perd, appena giunta in patria, probabilmente por i gravissimi disagi del vinggi ammali gravissimamente, ¢ lo stesso (eri Bocchineri ne scrive ancora a Galileo a Roma sotto il di 10 Giugno 1680 nei termini seguenti: “ Avvisai a V. 8, la settimana passata (*) il male dell’Ales- sandra mia sorella, che andd proseguendo fino al 6° giorno con febbre continua, con dolori di renella et con segni tutti mortali. Poi comincid a migliorarsi ct nel 7° giorno resti netta di febbre et hora seguita nel miglioramento. (4) , Tra gli ultimi giorni del Giugno ed il principio del Luglio Galileo era di ritorno da Roma in Firenze e vi faceva per Ia prima volta Ia personale conoscenza dei coniugi Buonamici: e se rest) ammirato del Cav. Giovanfrancesco, rimase addirittura incan- tato dell’ Alessandra: e pari impressione deve egli aver prodotto sulla donna forte ¢ gentile abituata alle Corti, e, giova credere, bellissima; e lo argomentiamo dalle prime lettere con le quali si inizia la loro corrispondenza, lettere le quali sebbene furono altra- volta stampate, ci piace di qui testualmente riprodurre. Scrive I’ Alessandra x Galileo da Prato sotto il di 28 Luglio 1630 (5): “ Son rimasta cost appagata della gentilissima conver- sazione di V. 8. et tanto affezionata alle sue qualita e meriti; che non saprei tralasciare di quando in quando salutare V. S. et pregarla che si compiaccia farmi sapere della sua salute, et conservare in- (1) Biblioteca Nazionale di Firenze. Manoscritti Galileiani, Par. I, Tomo IX, ear. 179. — Il Vixcenzto, qui menzionato, era Vixcenzin Ga- ratet, cognato della Ausvanvra, il quale, eome si rileva da un luogo precedente di questa medesima lettera, essendo malato, s’ era fatto tras- porture dalla villa (probabilmente di Bellosguardo) a Firenze por poter con maggior agio farsi curare. (2) Le Opere di Gatanxo Gatinet Prima edizione completa cee. Tomo 1X. Firenze, 1852, pag. 188, (8) Questa lettera non & pervenuta insino a noi. (A) Lettere inedite a Galileo Galilei raccolte dul Dott. ARrvRO Wo- ski. Firenze, tip. dell’Associazione, 1872, pag. 8° 5) Le Opere di Gauuxo Canines Prima edizione completa, ece. Tomo 1X. Firenze, 1852, pag. 197.

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