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VIII

Carrara

CARRARA

Dalle udienze di riesame appare un quadro pi complesso, e


completo, dellinchiesta sul
nero alle cave.
E si allunga la lista degli indagati. Ai nove gi iscritti al registro per le ipotesi di reato di
frode fiscale e riciclaggio (Nicola Fontanili, Eugenio, Giuliano e Maria Pia Venezia, Giovanni e Andrea Simonelli, Luciana Chiesi, Kapur Munish e
la Venezia Borkers) si aggiungono i nomi di Carlo Vanelli e
Manrico Gemignani, delle
aziende Gemignani e Vanelli e
Sagevan e quello del promotore finanziario Lorenzo Vanelli.
Otre 100 pagine di intercettazioni telematiche e telefoniche, fotografie e pedinamenti:
tutto per ricostruire quel flusso di denaro in nero che
avrebbe caratterizzato, sempre secondo lipotesi accusatoria della Procura, i traffici commerciali fra Carrara e lIndia.
Nel mirino delle Fiamme
Gialle sono finite anche altre
12 aziende, tutte passate al setaccio dalle perquisizioni (questa volta non sarebbero invece
state visitate le abitazioni).
Le aziende perquisite sono: la
Gemeg della famiglia Soldati,
Giorgi Marmi di Roberto Giorgi, Igf di Paolo Sacchelli, Franchi Umberto Marmi di Bernarda e Alberto Franchi, G.R. Marmi di Giuseppe Peselli, Gmc
graniti colorati di Luciano
Grassi, Carrara srl di Alessandro Franzoni, D.I Mar di Andrea Ratti, Donati Marmi di
Carlo Donati, Fibra Srl.
La svolta. La svolta avvenuta
partendo dalle intercettazioni
telefoniche, le prime, degli imprenditori gi iscritti al registro degli indagati. In particolare lattenzione si concentrata sulle utenze telefoniche
di Eugenio Venezia e su quelle
dellautista, Giovanni Simonelli, che stato anche pedinato
durante i suoi viaggi a Milano.
Da qui si allargato il fronte
delle indagini.
I rapporti Sagevan-Venezia. la
svolta della seconda tranche
delle indagini. E coinvolge una
delle aziende leader del lapideo, la Sagevan. Diversi episodi di approvigionamento di
somme di denaro contante presso soggetti indiani - da ricondursi a pagamenti in
nero, verosimilmente - si sostiene da parte della Finanza a fronte di cessioni di materiale lapideo. questo che viene
messo nero su bianco sul fascicolo della Guardia di Finanza
protocollato il 14 maggio scorso che coinvolge due delle
aziende big del lapideo, la Sagevan e la Gemignani e Vanelli. Si ipotizza un giro di soldi in
nero. Tali somme, ritirate da
Eugenio Venezia o da un suo
incaricato - si legge nella nota

IL TIRRENO VENERD 8 NOVEMBRE 2013

linchiesta del lapideo la svolta

Tre nuovi indagati


12 ditte perquisite
Carlo Vanelli, Manrico Gemignani e Lorenzo Vanelli finiscono nel mirino
Pedinamenti, foto e posta elettronica spiata: il lavoro della Finanza
Allinizio furono
9 gli imprenditori
sotto indagine

CARRARA. Sistematica
sottofatturazione del
materiale lapideo: questo il
cuore del problema
individuato dalla
maxi-inchiesta sul nero alle
cave e al piano condotta dal
pm Rossella Soffio (nella
foto).
I primi nomi iscritti al registro
degli indagati furono quelli
dellimprenditore indiano,
Kapur Munish, lautista
Giovanni Simonelli, la moglie
Luciana Chiesi e il figlio
Andrea Simonelli; il broker
Eugenio Venezia, il fratello
Giuliano e la sorella Maria Pia
limprenditore Nicola
Fontanili, e la ditta Venezia
Brokers.
Adesso se ne sono gi aggiunti
altri tre e lindagine della
Procura non ancora
terminata.
Blocchi e lastre di marmo a destra una veduta delle cave (foto darchivio)

della Finanza - sarebbero state


ritirate da Carlo Vanelli (socio
e amministratore di Gemignani e Vanelli Marmi e consigliere di Sagevan Marmi) coadiuvato da Manrico Gemignani (a
sua volta socio di Gemignani e

Vanelli marmi e socio/presidente del consiglio di amministrazione di Sagevan). Le due


societ risultano strettamente
legate, tanto da essere riconducibili al medesimo nucleo familiare, osserva la Finanza.

Foto, intercettazioni telematiche e pedinamenti. Il lavoro delle Fiamme gialle, in relazione


al ritiro di denaro, stato svolto anche attraverso intercettazione telematica delle caselle
postali: ci avrebbe permesso

di individuare delle: Sicure


transazioni commerciali, riguardanti la Sagevan che risulta avere ceduto materiale lapideo, in blocchi e in lastre, ad almeno due diverse societ indiane, la Sidharta Marbles &

Il procuratore capo: delle cave io non parlo


Da Giubilaro un secco no comment. Intanto il tribunale del riesame non si ancora espresso
CARRARA

Il procuratore capo Aldo Giubilaro

Sullinchiesta che sta interessando il settore del marmo e


delle cave ormai da mesi la
Procura mantiene - ancora - la
linea del riserbo.
Anche dopo le nuove udienze davanti al tribunale del riesame che hanno aperto uno
scenario, e un fronte di indagine, ancora pi complesso.
No comment- dichiara il
procuratore capo Aldo Giubilaro - sulle cave non si pu dire
nulla, ci sono esigenze di riservatezza. Non posso rilasciare
dichiarazioni, neppure se

mandate i servizi segreti.


Non aggiunge altro il procuratore capo. Nemmeno una
parola di pi.
Non si sbottona neppure la
pm Rossella Soffio, che titolare dellindagine e che nelle settimane scorse si lamentata
sulla poca disponibilit a collaborare, e a parlare dei carraresi.
Dellinchiesta dovete parlare con il procuratore capo.
Questa la sua unica e laconica dichiarazione.
Il riesame. Intanto sul fronte
del riesame, per le richieste di
dissequestro dopo le dodici

perquisizioni effettuate nella


seconda tranche dellinchiesta, il tribunale non si ancora
espresso.
Gli avvocati Giancarlo e Luca Lattanzi, per la Giorgi Marmi di Roberto Giorgi, hanno insistito su un punto davanti al
giudice Giovanni Sgambati.
Nelle oltre 100 pagine messe agli atti dal pm non viene
fatto neppure una volta il nome del nostro assistito - dicono - Quello che noi vogliamo
sapere se potevano perquisire sulla base degli elementi in
possesso, e soprattutto, depositati. Insomma la stessa Cas-

Granites e la Royale impex. Per


conto delle quali Eugenio Venezia ha evidentemente ricoperto il ruolo di intermediario.
Le perquisizioni. Non solo pagine e pagine di telefonate spia-

sazione sancisce che non si


pu andare a cercare la
notizia criminis, ma perquisire solo su fondati elementi.
Quelli che nei fascicoli agli atti
noi non ravvisiamo.
Una posizione, dal punto di
vista legale in merito alle istanze al tribunale del riesame si
gi delineata: quella della ditta Gemeg della famiglia Soldati. Lazienda assistita dal legale
Marco Valerio Corini (del foro
della Spezia) ha ritirato, dopo
le perquisizioni, la richiesta di
riesame. Dallesame delle carte effettuato dal legale, infatti,
sarebbe emerso che la Gemeg
non risulta iscritta al registro
degli indagati.
Quindi si deciso di rinunciare alludienza davanti al tribunale del riesame di Massa
per ottenere i dissequestri.
RIPRODUZIONERISERVATA

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