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N. 27/L
27-3-2014
Serie generale - n. 72
SOMMARIO
III
Pag.
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EMANA
Capo I
MODIFICHE AL DECRETO LEGISLATIVO 3 APRILE 2006, N. 152,
E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI
Art. 1.
Modifiche allarticolo 5 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Allarticolo 5, comma 1, del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, sono
apportate le seguenti modifiche:
a) le lettere i-quater), i-quinquies) e i-sexies), sono
sostituite dalle seguenti:
i-quater) installazione: unit tecnica permanente, in cui sono svolte una o pi attivit elencate
allallegato VIII alla Parte Seconda e qualsiasi altra attivit accessoria, che sia tecnicamente connessa con le
attivit svolte nel luogo suddetto e possa influire sulle
emissioni e sullinquinamento. considerata accessoria
lattivit tecnicamente connessa anche quando condotta
da diverso gestore;
i-quinquies) installazione esistente: ai fini
dellapplicazione del Titolo III-bis alla Parte Seconda
una installazione che, al 6 gennaio 2013, ha ottenuto tutte le autorizzazioni ambientali necessarie allesercizio o
il provvedimento positivo di compatibilit ambientale o
per la quale, a tale data, sono state presentate richieste
complete per tutte le autorizzazioni ambientali necessarie
per il suo esercizio, a condizione che essa entri in funzione entro il 6 gennaio 2014. Le installazioni esistenti
si qualificano come non gi soggette ad AIA se in esse
non si svolgono attivit gi ricomprese nelle categorie di
cui allAllegato VIII alla Parte Seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come introdotto dal decreto
legislativo 29 giugno 2010, n. 128;
i-sexies) nuova installazione: una installazione
che non ricade nella definizione di installazione esistente;
b) alla lettera l-bis) le parole: sostanziale una
modifica che dia luogo ad un incremento del valore
sono sostituite dalle seguenti: sostanziale una modifica allinstallazione che dia luogo ad un incremento del
valore;
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3) migliori: le tecniche pi efficaci per ottenere un elevato livello di protezione dellambiente nel suo
complesso;
r-bis) gestore: qualsiasi persona fisica o giuridica che detiene o gestisce, nella sua totalit o in parte,
linstallazione o limpianto oppure che dispone di un potere economico determinante sullesercizio tecnico dei
medesimi;;
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v-quinquies) ispezione ambientale: tutte le azioni, ivi compresi visite in loco, controllo delle emissioni e
controlli delle relazioni interne e dei documenti di followup, verifica dellautocontrollo, controllo delle tecniche
utilizzate e adeguatezza della gestione ambientale dellinstallazione, intraprese dallautorit competente o per suo
conto al fine di verificare e promuovere il rispetto delle
condizioni di autorizzazione da parte delle installazioni,
nonch, se del caso, monitorare limpatto ambientale di
queste ultime;
v-sexies) pollame: il pollame quale definito
allarticolo 2, comma 2, lettera a), del decreto del Presidente della Repubblica 3 marzo 1993, n. 587;
v-septies) combustibile: qualsiasi materia combustibile solida, liquida o gassosa, che la norma ammette
possa essere combusta per utilizzare lenergia liberata dal
processo;
v-octies) sostanze pericolose: le sostanze o miscele, come definite allarticolo 2, punti 7 e 8, del regolamento (CE) n. 1272/2008, del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 16 dicembre 2008, pericolose ai sensi
dellarticolo 3 del medesimo regolamento. Ai fini della
Parte Terza si applica la definizione di cui allarticolo 74,
comma 2, lettera ee).;
i) allarticolo 5, dopo il comma 1, aggiunto il
seguente:
1-bis. Ai fini del della presente Parte Seconda si applicano inoltre le definizioni di impianto di
incenerimento dei rifiuti e di impianto di coincenerimento dei rifiuti di cui alle lettere b) e c) del comma 1
dellarticolo 237-ter..
Art. 2.
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Art. 4.
Modifiche allarticolo 8 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e successive modificazioni
a) al comma 13, la lettera a) sostituita dalla seguente: a) le installazioni che svolgono attivit di cui
allAllegato VIII alla Parte Seconda;;
Art. 5.
14. Per le attivit di smaltimento o di recupero di rifiuti svolte nelle installazioni di cui allarticolo 6, comma 13, anche qualora costituiscano solo una parte delle
attivit svolte nellinstallazione, lautorizzazione integrata ambientale, ai sensi di quanto disposto dallarticolo 29-quater, comma 11, costituisce anche autorizzazione alla realizzazione o alla modifica, come disciplinato
dallarticolo 208.
15. Per le installazioni di cui alla lettera a) del comma 13, nonch per le loro modifiche sostanziali, lautorizzazione integrata ambientale rilasciata nel rispetto della
disciplina di cui al presente decreto e dei termini di cui
allarticolo 29-quater, comma 10.;
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Art. 6.
Modifiche allarticolo 20 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Allarticolo 20, comma 1, del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, la lettera b) sostituita dalla seguente:
b) inerenti le modifiche o estensioni dei progetti elencati allAllegato II la cui realizzazione potenzialmente pu produrre effetti negativi e significativi
sullambiente..
Art. 7.
Modifiche al Titolo III-bis, della Parte Seconda, del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive
modificazioni
1. Allarticolo 29-bis del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e successive modificazioni, sono apportate
le seguenti modifiche:
a) i commi 1 e 2 sono sostituiti dai seguenti:
1. Lautorizzazione integrata ambientale rilasciata tenendo conto di quanto indicato allAllegato XI alla
Parte Seconda e le relative condizioni sono definite avendo a riferimento le Conclusioni sulle BAT, salvo quanto
previsto allarticolo 29-sexies, comma 9-bis, e allarticolo 29-octies. Nelle more della emanazione delle conclusioni sulle BAT lautorit competente utilizza quale
riferimento per stabilire le condizioni dellautorizzazione
le pertinenti conclusioni sulle migliori tecniche disponibili, tratte dai documenti pubblicati dalla Commissione
europea in attuazione dellarticolo 16, paragrafo 2, della
direttiva 96/61/CE o dellarticolo 16, paragrafo 2, della
direttiva 2008/01/CE.
2. Con decreto del Ministro dellambiente e della tutela
del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dello
sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute e dintesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni
e le province autonome di Trento e di Bolzano, previa
consultazione delle associazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale degli operatori delle installazioni interessate, possono essere determinati requisiti
generali, per talune categorie di installazioni, che tengano
luogo dei corrispondenti requisiti fissati per ogni singola
autorizzazione, purch siano garantiti un approccio integrato ed una elevata protezione equivalente dellambiente nel suo complesso. I requisiti generali si basano sulle
migliori tecniche disponibili, senza prescrivere lutilizzo
di alcuna tecnica o tecnologia specifica, al fine di garantire la conformit con larticolo 29-sexies. Per le categorie
interessate, salva lapplicazione dellarticolo 29-septies,
lautorit competente rilascia lautorizzazione in base ad
una semplice verifica di conformit dellistanza con i requisiti generali.;
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e) se non tenuto ad elaborare la relazione di riferimento di cui alla lettera a), al momento della cessazione definitiva delle attivit esegua gli interventi necessari
ad eliminare, controllare, contenere o ridurre le sostanze pericolose pertinenti in modo che il sito, tenuto conto
delluso attuale o delluso futuro approvato del medesimo
non comporti un rischio significativo per la salute umana
o per lambiente a causa della contaminazione del suolo
o delle acque sotterranee in conseguenza delle attivit autorizzate, tenendo conto dello stato del sito di ubicazione
dellinstallazione indicato nellistanza.
9-sexies. Con uno o pi decreti del Ministro dellambiente e della tutela del territorio e del mare sono stabilite
le modalit per la redazione della relazione di riferimento
di cui allarticolo 5, comma 1, lettera v-bis), con particolare riguardo alle metodiche di indagine ed alle sostanze
pericolose da ricercare con riferimento alle attivit di cui
allAllegato VIII alla Parte Seconda.
9-septies. A garanzia degli obblighi di cui alla lettera c
del comma 9-quinquies, lautorizzazione integrata ambientale prevede adeguate garanzie finanziarie, da prestare entro 12 mesi dal rilascio in favore della regione o della provincia autonoma territorialmente competente. Con
uno o pi decreti del Ministro dellambiente e della tutela
del territorio e del mare sono stabiliti criteri che lautorit
competente dovr tenere in conto nel determinare limporto di tali garanzie finanziarie..
6. Larticolo 29-septies del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e successive modificazioni, sostituito dal
seguente:
Art. 29-septies (Migliori tecniche disponibili e norme
di qualit ambientale). - 1. Nel caso in cui uno strumento
di programmazione o di pianificazione ambientale, quali
ad esempio il piano di tutela delle acque, o la pianificazione in materia di emissioni in atmosfera, considerate tutte
le sorgenti emissive coinvolte, riconosca la necessit di
applicare ad impianti, localizzati in una determinata area,
misure pi rigorose di quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili, al fine di assicurare in tale area il rispetto delle norme di qualit ambientale, lamministrazione
ambientale competente, per installazioni di competenza
statale, o la stessa autorit competente, per le altre installazioni, lo rappresenta in sede di conferenza di servizi di
cui allarticolo 29-quater, comma 5.
2. Nei casi di cui al comma 1 lautorit competente
prescrive nelle autorizzazioni integrate ambientali degli
impianti nellarea interessata, tutte le misure supplementari particolari pi rigorose di cui al comma 1 fatte salve
le altre misure che possono essere adottate per rispettare
le norme di qualit ambientale..
7. Larticolo 29-octies del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e successive modificazioni, sostituito dal
seguente:
Art. 29-octies (Rinnovo e riesame). - 1. Lautorit
competente riesamina periodicamente lautorizzazione
integrata ambientale, confermando o aggiornando le relative condizioni.
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5. A seguito della comunicazione di avvio del riesame da parte dellautorit competente, il gestore presenta, entro il termine determinato dallautorit competente
in base alla prevista complessit della documentazione,
e compreso tra 30 e 180 giorni, ovvero, nel caso in cui
la necessit di avviare il riesame interessi numerose autorizzazioni, in base ad un apposito calendario annuale,
tutte le informazioni necessarie ai fini del riesame delle
condizioni di autorizzazione, ivi compresi, in particolare, i risultati del controllo delle emissioni e altri dati, che
consentano un confronto tra il funzionamento dellinstallazione, le tecniche descritte nelle conclusioni sulle BAT
applicabili e i livelli di emissione associati alle migliori
tecniche disponibili nonch, nel caso di riesami relativi
allintera installazione, laggiornamento di tutte le informazioni di cui allarticolo 29-ter, comma 1. Nei casi di
cui al comma 3, lettera b), la domanda di riesame comunque presentata entro il termine ivi indicato. Nel caso
di inosservanza del predetto termine lautorizzazione si
intende scaduta. La mancata presentazione nei tempi indicati di tale documentazione, completa dellattestazione
del pagamento della tariffa, comporta la sanzione amministrativa da 10.000 euro a 60.000 euro, con lobbligo di
provvedere entro i successivi 90 giorni. Al permanere
dellinadempimento la validit dellautorizzazione, previa diffida, sospesa. In occasione del riesame lautorit
competente utilizza anche tutte le informazioni provenienti dai controlli o dalle ispezioni.
6. Entro quattro anni dalla data di pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale della Unione europea delle decisioni
sulle conclusioni sulle BAT riferite allattivit principale
di uninstallazione, lautorit competente verifica che:
a) tutte le condizioni di autorizzazione per linstallazione interessata siano riesaminate e, se necessario, aggiornate per assicurare il rispetto del presente decreto in
particolare, se applicabile, dellarticolo 29-sexies, commi
3, 4 e 4-bis;
b) linstallazione sia conforme a tali condizioni di
autorizzazione.
7. Il ritardo nella presentazione della istanza di riesame, nel caso disciplinato al comma 3, lettera a), non
pu in alcun modo essere tenuto in conto per dilazionare
i tempi fissati per ladeguamento dellesercizio delle installazioni alle condizioni dellautorizzazione.
8. Nel caso di uninstallazione che, allatto del rilascio
dellautorizzazione di cui allarticolo 29-quater, risulti
registrata ai sensi del regolamento (CE) n. 1221/2009, il
termine di cui al comma 3, lettera b), esteso a sedici
anni. Se la registrazione ai sensi del predetto regolamento
successiva allautorizzazione di cui allarticolo 29-quater, il riesame di detta autorizzazione effettuato almeno
ogni sedici anni, a partire dal primo successivo riesame.
9. Nel caso di uninstallazione che, allatto del rilascio
dellautorizzazione di cui allarticolo 29-quater, risulti
certificato secondo la norma UNI EN ISO 14001, il termine di cui al comma 3, lettera b), esteso a dodici anni. Se
la certificazione ai sensi della predetta norma successiva
allautorizzazione di cui allarticolo 29-quater, il riesame
di detta autorizzazione effettuato almeno ogni dodici
anni, a partire dal primo successivo riesame.
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10. Il procedimento di riesame condotto con le modalit di cui agli articoli 29-ter, comma 4, e 29-quater.
In alternativa alle modalit di cui allarticolo 29-quater,
comma 3, la partecipazione del pubblico alle decisioni
pu essere assicurata attraverso la pubblicazione nel sito
web istituzionale dellautorit competente.
11. Fino alla pronuncia dellautorit competente in
merito al riesame, il gestore continua lattivit sulla base
dellautorizzazione in suo possesso..
8. Allarticolo 29-nonies del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche
a) il comma 3 sostituito dal seguente:
3. Il gestore, esclusi i casi disciplinati ai commi 1 e
2, informa lautorit competente e lautorit di controllo
di cui allarticolo 29-decies, comma 3, in merito ad ogni
nuova istanza presentata per linstallazione ai sensi della
normativa in materia di prevenzione dai rischi di incidente rilevante, ai sensi della normativa in materia di valutazione di impatto ambientale o ai sensi della normativa
in materia urbanistica. La comunicazione, da effettuare
prima di realizzare gli interventi, specifica gli elementi in
base ai quali il gestore ritiene che gli interventi previsti
non comportino n effetti sullambiente, n contrasto con
le prescrizioni esplicitamente gi fissate nellautorizzazione integrata ambientale.;
b) al comma 4 dopo le parole: anche nelle forme
dellautocertificazione sono aggiunte, in fine, le seguenti: ai fini della volturazione dellautorizzazione integrata
ambientale..
9. Allarticolo 29-decies del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e successive modificazioni, sono apportate
le seguenti modifiche:
a) il comma 2 sostituito dal seguente:
2. A far data dallinvio della comunicazione di cui al
comma 1, il gestore trasmette allautorit competente e
ai comuni interessati, nonch allente responsabile degli
accertamenti di cui al comma 3, i dati relativi ai controlli
delle emissioni richiesti dallautorizzazione integrata ambientale, secondo modalit e frequenze stabilite nellautorizzazione stessa. Lautorit competente provvede a mettere tali dati a disposizione del pubblico tramite gli uffici
individuati ai sensi dellarticolo 29-quater, comma 3, ovvero mediante pubblicazione sul sito internet dellautorit
competente ai sensi dellarticolo 29-quater, comma 2. Il
gestore provvede, altres, ad informare immediatamente
i medesimi soggetti in caso di violazione delle condizioni dellautorizzazione, adottando nel contempo le misure
necessarie a ripristinare nel pi breve tempo possibile la
conformit.;
b) al comma 3 le parole: , o le agenzie regionali
e provinciali per la protezione dellambiente, negli altri
casi, accertano sono sostituite dalle seguenti: , o, negli
altri casi, lautorit competente, avvalendosi delle agenzie regionali e provinciali per la protezione dellambiente, accertano;
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2.bis. Il Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare garantisce la partecipazione dellItalia al
Comitato di cui allarticolo 75 della direttiva 2010/75/UE
e al Forum di cui allarticolo 13, paragrafo 3, della stessa
direttiva, sulla base delle intese di cui al comma 3..
13. Larticolo 29-quattuordecies del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, sostituito dal seguente:
Art. 29-quattuordecies (Sanzioni). - 1. Chiunque esercita una delle attivit di cui allAllegato VIII alla Parte
Seconda senza essere in possesso dellautorizzazione integrata ambientale, o dopo che la stessa sia stata sospesa o
revocata e punito con la pena dellarresto fino ad un anno
o con lammenda da 2.500 euro a 26.000 euro. Nel caso
in cui lesercizio non autorizzato comporti lo scarico di
sostanze pericolose comprese nelle famiglie e nei gruppi
di sostanze indicate nelle tabelle 5 e 3/A dellAllegato 5
alla Parte Terza, ovvero la raccolta, o il trasporto, o il recupero, o lo smaltimento di rifiuti pericolosi, nonch nel
caso in cui lesercizio sia effettuato dopo lordine di chiusura dellinstallazione, la pena quella dellarresto da sei
mesi a due anni e dellammenda da 5.000 euro a 52.000
euro. Se lesercizio non autorizzato riguarda una discarica, alla sentenza di condanna o alla sentenza emessa ai
sensi dellarticolo 444 del codice di procedura penale,
consegue la confisca dellarea sulla quale e realizzata la
discarica abusiva, se di propriet dellautore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica o di
ripristino dello stato dei luoghi.
2. Salvo che il fatto costituisca reato, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.500 euro a 15.000
euro nei confronti di colui che pur essendo in possesso
dellautorizzazione integrata ambientale non ne osserva
le prescrizioni o quelle imposte dall autorit competente.
3. Salvo che il fatto costituisca pi grave reato, si applica la sola pena dellammenda da 5.000 euro a 26.000
euro nei confronti di colui che pur essendo in possesso
dellautorizzazione integrata ambientale non ne osserva
le prescrizioni o quelle imposte dall autorit competente
nel caso in cui linosservanza:
a) sia costituita da violazione dei valori limite di
emissione, rilevata durante i controlli previsti nellautorizzazione o nel corso di ispezioni di cui allarticolo 29-decies, commi 4 e 7, a meno che tale violazione
non sia contenuta in margini di tolleranza, in termini di
frequenza ed entit, fissati nellautorizzazione stessa;
b) sia relativa alla gestione di rifiuti;
c) sia relativa a scarichi recapitanti nelle aree di salvaguardia delle risorse idriche destinate al consumo umano di cui allarticolo 94, oppure in corpi idrici posti nelle
aree protette di cui alla vigente normativa.
4. Nei casi previsti al comma 3 e salvo che il fatto costituisca pi grave reato, si applica la pena dellammenda
da 5.000 euro a 26.000 euro e la pena dellarresto fino a
due anni qualora linosservanza sia relativa:
a) alla gestione di rifiuti pericolosi non autorizzati;
b) allo scarico di sostanze pericolose di cui alle tabelle 5 e 3/A dellAllegato 5 alla Parte Terza;
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13. I proventi derivanti dallapplicazione delle sanzioni amministrative pecuniarie di competenza statale, per
le violazioni previste dal presente decreto, sono versati
allentrata del bilancio dello Stato. I soli proventi derivanti dallapplicazione delle sanzioni amministrative
pecuniarie di cui al comma 2, al comma 6, al comma 7,
limitatamente alla violazione dellarticolo 29-undecies,
comma 1, e al comma 10, con esclusione della violazione
di cui allarticolo 29-quater, comma 8, del presente articolo, nonch di cui allarticolo 29-octies, commi 5 e 5-ter,
sono successivamente riassegnati ai pertinenti capitoli di
spesa del Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare e sono destinati a potenziare le ispezioni ambientali straordinarie previste dal presente decreto,
in particolare allarticolo 29-decies, comma 4, nonch le
ispezioni finalizzate a verificare il rispetto degli obblighi
ambientali per impianti ancora privi di autorizzazione.
14. Per gli impianti autorizzati ai sensi della Parte Seconda, dalla data della prima comunicazione di cui allarticolo 29-decies, comma 1, non si applicano le sanzioni,
previste da norme di settore o speciali, relative a fattispecie oggetto del presente articolo, a meno che esse non
configurino anche un pi grave reato..
Art. 8.
Modifiche allarticolo 30 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Allarticolo 30 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, e successive modificazioni, al comma 1 le parole: nonch di impianti o parti di essi le cui modalit di
esercizio necessitano del provvedimento di autorizzazione integrata ambientale con esclusione di quelli previsti
allAllegato XII, sono soppresse.
Art. 9.
Modifiche allarticolo 33 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Allarticolo 33 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 3-bis sostituito dal seguente:
3-bis. Le spese occorrenti per effettuare i rilievi, gli accertamenti ed i sopralluoghi necessari per listruttoria delle
domande di autorizzazione integrata ambientale o delle domande di modifica di cui allarticolo 29-nonies o del riesame di cui allarticolo 29-octies e per i successivi controlli
previsti dallarticolo 29-decies sono a carico del gestore.
Con decreto del Ministro dellambiente e della tutela del
territorio e del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con il Ministro delleconomia e delle finanze, dintesa con la Conferenza permanente per i rapporti
tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano, sono disciplinate le modalit, anche contabili, e le
tariffe da applicare in relazione alle istruttorie e ai controlli
previsti al Titolo III-bis della Parte Seconda, nonch i compensi spettanti ai membri della Commissione istruttoria di
cui allarticolo 8-bis. Il predetto decreto stabilisce altres
le modalit volte a garantire lallineamento temporale tra
gli introiti derivanti dalle tariffe e gli oneri derivanti dalle
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b) al comma 3, dopo le parole: al di fuori delle ipotesi di cui al comma 1 sono inserite le seguenti: e di cui
allarticolo 29-quattuordecies, comma 2,.
2. Allarticolo 137 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:
a) allinizio del comma 1, sono inserite le seguenti parole: Fuori dai casi sanzionati ai sensi dellarticolo 29-quattuordecies, comma 1,;
b) al comma 2 sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: e dellammenda da 5.000 euro a 52.000 euro;
c) al comma 3, dopo le parole: al di fuori delle ipotesi di cui al comma 5 sono inserite le seguenti: o di cui
allarticolo 29-quattuordecies, comma 3,;
d) allinizio del comma 5, sono inserite le seguenti
parole: Salvo che il fatto costituisca pi grave reato.
3. Allarticolo 256 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:
a) allinizio del comma 1, sono inserite le seguenti parole: Fuori dai casi sanzionati ai sensi dellarticolo 29-quattuordecies, comma 1,;
b) allinizio del comma 3, sono inserite le seguenti parole: Fuori dai casi sanzionati ai sensi dellarticolo 29-quattuordecies, comma 1,:
4. Allarticolo 279 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:
a) allinizio del comma 1, sono inserite le seguenti
parole: Fuori dai casi per cui trova applicazione larticolo 6, comma 13, cui eventuali sanzioni sono applicate ai
sensi dellarticolo 29-quattuordecies,;
b) allinizio del comma 3, sono inserite le seguenti parole: Fuori dai casi sanzionati ai sensi dellarticolo 29-quattuordecies, comma 7,;
c) allinizio del comma 4, sono inserite le seguenti parole: Fuori dai casi sanzionati ai sensi dellarticolo 29-quattuordecies, comma 8,.
5. Allarticolo 296 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, e successive modificazioni, allinizio del comma 1
sono inserite le seguenti parole: Fuori dai casi sanzionati
ai sensi dellarticolo 29-quattuordecies, comma 4,.
Art. 12.
Modifiche allarticolo 196 del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Allarticolo 196, comma 1, del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, le lettere d) ed e) sono sostituite dalle seguenti:
d) lapprovazione dei progetti di nuovi impianti per
la gestione di rifiuti, anche pericolosi, e lautorizzazione
alle modifiche degli impianti esistenti, fatte salve le competenze statali di cui allarticolo 195, comma 1, lettera f),
e di cui allarticolo 7, comma 4-bis;
e) lautorizzazione allesercizio delle operazioni di smaltimento e recupero di rifiuti, anche pericolosi, fatte salve le competenze statali di cui allarticolo 7,
comma 4-bis;.
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c) impianto di coincenerimento: qualsiasi unit tecnica, fissa o mobile, la cui funzione principale consiste nella produzione di energia o di materiali e che utilizza rifiuti
come combustibile normale o accessorio o in cui i rifiuti
sono sottoposti a trattamento termico ai fini dello smaltimento, mediante ossidazione dei rifiuti, nonch altri processi di trattamento termico, quali ad esempio la pirolisi,
la gassificazione ed il processo al plasma, a condizione che
le sostanze risultanti dal trattamento siano successivamente
incenerite. Nella nozione di impianto di coincenerimento si
intendono compresi: il sito e lintero impianto, compresi le
linee di coincenerimento, la ricezione dei rifiuti in ingresso
allo stabilimento e lo stoccaggio, le installazioni di pretrattamento in loco, i sistemi di alimentazione dei rifiuti, del
combustibile ausiliario e dellaria di combustione, i generatori di calore, le apparecchiature di trattamento, movimentazione e stoccaggio in loco delle acque reflue e dei rifiuti risultanti dal processo di coincenerimento, le apparecchiature
di trattamento degli effluenti gassosi, i camini, i dispositivi
ed i sistemi di controllo delle varie operazioni e di registrazione e monitoraggio delle condizioni di coincenerimento.
Se per il trattamento termico dei rifiuti sono utilizzati processi diversi dallossidazione, quali ad esempio la pirolisi,
la gassificazione o il processo al plasma, limpianto di coincenerimento dei rifiuti include sia il processo di trattamento
termico che il successivo processo di coincenerimento. Se il
coincenerimento dei rifiuti avviene in modo che la funzione
principale dellimpianto non consista nella produzione di
energia o di materiali, bens nel trattamento termico ai fini
dello smaltimento dei rifiuti, limpianto considerato un
impianto di incenerimento dei rifiuti ai sensi della lettera b);
d) impianto di incenerimento e coincenerimento
esistente: un impianto autorizzato prima del 28 dicembre
2002, purch lo stesso sia stato messo in funzione entro
il 28 dicembre 2003; ovvero un impianto per il quale la
domanda di autorizzazione sia stata richiesta allautorit
competente entro il 28 dicembre 2002, purch lo stesso
sia stato messo in funzione entro il 28 dicembre 2004;
e) impianto di incenerimento e coincenerimento
nuovo: impianto diverso da quello ricadente nella definizione di impianto esistente;
f) modifica sostanziale: una modifica delle caratteristiche o del funzionamento ovvero un potenziamento di
uninstallazione o di un impianto di combustione, di un
impianto di incenerimento dei rifiuti o di un impianto di
coincenerimento dei rifiuti che potrebbe avere effetti negativi e significativi per la salute umana e per lambiente;
g) camino: una struttura contenente una o pi canne di scarico che forniscono un condotto attraverso il quale lo scarico gassoso viene disperso nellatmosfera;
h) capacit nominale: la somma delle capacit di
incenerimento dei forni che costituiscono un impianto di
incenerimento o coincenerimento dei rifiuti, quali dichiarate dal costruttore e confermate dal gestore, espressa in
quantit di rifiuti che pu essere incenerita in unora, rapportata al potere calorifico dichiarato dei rifiuti;
l) carico termico nominale: la somma delle capacit di incenerimento dei forni che costituiscono limpianto, quali dichiarate dal costruttore e confermate dal gestore, espressa come prodotto tra la quantit oraria di rifiuti
inceneriti ed il potere calorifico dichiarato dei rifiuti;
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3. Per quanto concerne il coincenerimento dei propri rifiuti nel luogo di produzione in caldaie a corteccia utilizzate nelle industrie della pasta di legno e della carta, lautorizzazione subordinata almeno alle seguenti condizioni:
a) devono essere adottate tecniche tali da assicurare
il rispetto dei valori limite di emissione fissati nellAllegato 2, paragrafo A, per il carbonio organico totale;
b) le condizioni desercizio autorizzate non devono dare
luogo ad una maggior quantit di residui o a residui con un
pi elevato tenore di inquinanti organici rispetto ai residui ottenibili applicando le prescrizioni di cui al presente articolo.
Art. 237-septies (Consegna e ricezione dei rifiuti). - 1. Il
gestore dellimpianto di incenerimento o di coincenerimento
adotta tutte le precauzioni necessarie riguardo alla consegna
e alla ricezione dei rifiuti per evitare o limitare per quanto
praticabile gli effetti negativi sullambiente, in particolare
linquinamento dellaria, del suolo, delle acque superficiali e
sotterranee nonch altri effetti negativi sullambiente, odori e
rumore e i rischi diretti per la salute umana. Tali misure devono soddisfare almeno le prescrizioni di cui ai commi 3, 4 e 5.
2. Prima dellaccettazione dei rifiuti nellimpianto di
incenerimento o di coincenerimento, il gestore determina
la massa di ciascun tipo di rifiuti, possibilmente individuati in base allelenco europeo dei rifiuti.
3. Prima dellaccettazione dei rifiuti pericolosi nellimpianto di incenerimento o nellimpianto di coincenerimento, il gestore raccoglie informazioni sui rifiuti al fine di
verificare losservanza dei requisiti previsti dallautorizzazione, in particolare quelli di cui allarticolo 237-sexies.
4. Le informazioni di cui al comma 3 comprendono
quanto segue:
a) tutti i dati di carattere amministrativo sul processo produttivo contenuti nei documenti di cui al comma 5,
lettera a);
b) la composizione fisica e, se possibile, chimica dei
rifiuti e tutte le altre informazioni necessarie per valutarne
lidoneit ai fini del previsto processo di incenerimento e
coincenerimento;
c) le caratteristiche di pericolosit dei rifiuti, le sostanze con le quali non possono essere mescolati e le precauzioni da adottare nella manipolazione dei rifiuti.
5. Prima dellaccettazione dei rifiuti pericolosi nellimpianto di incenerimento o di coincenerimento il gestore
applica almeno le seguenti procedure:
a) controllo dei documenti prescritti ai sensi della Parte Quarta, e, se del caso, di quelli prescritti dal regolamento
(CE) n. 1013/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 14 giugno 2006, relativo alla spedizione di rifiuti e dalla
legislazione in materia di trasporto di merci pericolose;
b) ad esclusione dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio
infettivo e di eventuali altri rifiuti individuati dallautorit
competente, per i quali il campionamento risulti inopportuno, devono essere prelevati campioni rappresentativi. Questa
operazione va effettuata, per quanto possibile, prima del conferimento nellimpianto, per verificarne mediante controlli
la conformit allautorizzazione nonch alle informazioni di
cui ai commi 3 e 4, e per consentire alle autorit competenti
di identificare la natura dei rifiuti trattati. I campioni sono
conservati per almeno un mese dopo lincenerimento o il
coincenerimento dei rifiuti da cui sono stati prelevati.
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8. In sede di autorizzazione, lautorit competente valuta la possibilit di concedere specifiche deroghe previste agli Allegati 1 e 2, nel rispetto delle norme di qualit
ambientale, e, ove ne ricorra la fattispecie, delle disposizioni del Titolo III-bis della Parte seconda.
Art. 237-terdecies (Scarico di acque reflue). - 1. Lo
scarico di acque reflue provenienti dalla depurazione degli effluenti gassosi evacuate da un impianto di incenerimento o di coincenerimento limitata per quanto possibile e comunque disciplinato dallautorizzazione di cui
allarticolo 237-sexies.
2. Le acque reflue provenienti dalla depurazione degli
effluenti gassosi evacuate da un impianto di incenerimento o di coincenerimento sono soggette allautorizzazione rilasciata dallautorit competente ai sensi del Titolo
III-bis.
3. La domanda di autorizzazione, ove preveda lo scarico
di acque reflue provenienti dalla depurazione di effluenti
gassosi, deve essere accompagnata dallindicazione delle caratteristiche quantitative e qualitative dello scarico;
della quantit di acqua da prelevare nellanno solare, del
corpo ricettore e del punto previsto per il prelievo al fine
del controllo, dalla descrizione del sistema complessivo
di scarico, ivi comprese le operazioni ad esso funzionalmente connesse, delleventuale sistema di misurazione
del flusso degli scarichi ove richiesto, dallindicazione
dei mezzi tecnici impiegati nel processo produttivo e nei
sistemi di scarico, nonch dallindicazione dei sistemi di
depurazione utilizzati per conseguire il rispetto dei valori
limite di emissione di cui al comma 3.
4. Lautorizzazione di cui allarticolo 237-sexies, con
riferimento allo scarico di acque reflue provenienti dalla
depurazione di effluenti gassosi, stabilisce:
a) i valori limite di emissione per gli inquinanti di
cui al punto D dellAllegato I al presente Titolo;
b) i parametri di controllo operativo per le acque reflue almeno relativamente al pH, alla temperatura e alla
portata;
c) le prescrizioni riguardanti le misurazioni ai fini
della sorveglianza degli scarichi come frequenza delle
misurazioni della massa degli inquinanti delle acque reflue trattate, nonch la localizzazione dei punti di campionamento o di misurazione;
d) prescrizioni tecniche in funzione del raggiungimento dellobiettivo di qualit dei corpi idrici ricettori
individuati ai sensi dellarticolo 76 e successivi;
e) le eventuali ulteriori prescrizioni volte a garantire
che gli scarichi siano effettuati in conformit alle disposizioni del presente decreto e senza pregiudizio per il corpo
recettore, per la salute pubblica e lambiente.
5. Lo scarico in acque superficiali di acque reflue provenienti dalla depurazione degli effluenti gassosi deve rispettare almeno i valori di emissioni previsti allAllegato
1, paragrafo D. vietato lo scarico sul suolo, sottosuolo e
nelle acque sotterranee.
6. Le acque reflue provenienti dalla depurazione degli
scarichi gassosi devono essere separate dalle acque di raffreddamento e dalle acque di prima pioggia rispettando i
valori limite di emissione di cui alla Tabella 5 dellAllegato V alla Parte Terza, a pi di impianto di trattamento.
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7. Qualora le acque reflue provenienti dalla depurazione dei gas di scarico siano trattate congiuntamente ad
acque reflue provenienti da altre fonti, le misurazioni devono essere effettuate:
a) sul flusso delle acque reflue provenienti dai processi di depurazione degli effluenti gassosi prima dellimmissione nellimpianto di trattamento collettivo delle acque reflue;
b) sugli altri flussi di acque reflue prima dellimmissione nellimpianto di trattamento collettivo delle acque
reflue;
c) dopo il trattamento, al punto di scarico finale delle
acque reflue.
8. Al fine di verificare losservanza dei valori limite di
emissione stabiliti allAllegato I, paragrafo D, per il flusso di acque reflue provenienti dal processo di depurazione
degli effluenti gassosi, sono effettuati gli opportuni calcoli di bilancio di massa per stabilire i livelli di emissione
che, nello scarico finale delle acque reflue, possono essere
attribuiti alla depurazione degli effluenti gassosi dellimpianto di coincenerimento.
9. I valori limite di emissione si applicano nel punto in
cui le acque reflue, provenienti dalla depurazione degli
scarichi gassosi sono evacuate dallimpianto di incenerimento dei rifiuti o dallimpianto di incenerimento dei
rifiuti o dallimpianto di coincenerimento dei rifiuti.
10. I valori limite non possono essere in alcun caso
conseguiti mediante diluizione delle acque reflue.
11. Fermo restando il divieto di scarico o di immissione diretta di acque meteoriche nelle acque sotterranee,
ai fini della prevenzione di rischi idraulici ed ambientali,
le acque meteoriche di dilavamento, le acque di prima
pioggia e di lavaggio, le acque contaminate derivanti da
spandimenti o da operazioni di estinzione di incendi delle aree esterne devono essere convogliate ed opportunamente trattate, ai sensi della Parte III del presente decreto
legislativo.
12. Devono essere adottate le misure necessarie volte
alleliminazione ed alla riduzione dei consumi, nonch ad
incrementare il riciclo ed il riutilizzo di acqua reflua o gi
usata nel ciclo produttivo come lacqua di raffreddamento, anche mediante le migliori tecnologie disponibili ai
sensi della Parte Terza.
13. Qualora le acque reflue provenienti dalla depurazione degli scarichi gassosi siano trattate al di fuori dellimpianto di incenerimento dei rifiuti o dellimpianto di
coincenerimento dei rifiuti in un impianto di trattamento
destinato esclusivamente al trattamento di questo tipo di
acque reflue, i valori limite di emissione di cui alla tabella
dellAllegato 1, lettera D, si applicano al punto in cui le
acque reflue fuoriescono dallimpianto di trattamento.
14. Il sito dellimpianto di incenerimento dei rifiuti
e il sito dellimpianto di coincenerimento dei rifiuti, ivi
comprese le aree di stoccaggio dei rifiuti, progettato e
gestito in modo da evitare limmissione non autorizzata e
accidentale di qualsiasi inquinante nel suolo, nelle acque
superficiali e nelle acque sotterranee.
15. prevista una capacit di stoccaggio per le acque
piovane contaminate che defluiscano dal sito dellimpianto di incenerimento dei rifiuti o dal sito dellimpianto di
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Art. 237-noviesdecies (Incidenti o inconvenienti). 1. Fatte salve le disposizioni della Parte sesta, di attuazione della direttiva 2004/35/CE del Parlamento europeo
e del Consiglio del 21 aprile 2004, sulla responsabilit
ambientale in materia di prevenzione e riparazione del
danno ambientale e esclusi i casi disciplinati allarticolo 29-undecies, in caso di incidenti o inconvenienti che
incidano in modo significativo sullambiente, il gestore:
a) deve informare immediatamente le Regioni, le
Province e i Comuni territorialmente competenti;
b) deve adottare immediatamente le misure per limitare le conseguenze ambientali e prevenire ulteriori eventuali incidenti o inconvenienti.
2. Ai fini del comma 1, le Regioni e le Province territorialmente competenti, diffidano il gestore ad adottare
ogni misura complementare appropriata e necessaria per
limitare le conseguenze ambientali e prevenire ulteriori
eventuali incidenti o inconvenienti.
Art. 237-vicies (Accessi ed ispezioni). - 1. I soggetti incaricati dei controlli sono autorizzati ad accedere in ogni
tempo presso gli impianti di incenerimento e coincenerimento per effettuare le ispezioni, i controlli, i prelievi e i
campionamenti necessari allaccertamento del rispetto dei
valori limite di emissione in atmosfera e in ambienti idrici,
nonch del rispetto delle prescrizioni relative alla ricezione, allo stoccaggio dei rifiuti e dei residui, ai pretrattamenti
e alla movimentazione dei rifiuti e delle altre prescrizioni
contenute nei provvedimenti autorizzatori o regolamentari
e di tutte le altre prescrizioni contenute nel presente decreto.
2. Il proprietario o il gestore degli impianti sono tenuti a
fornire tutte le informazioni, dati e documenti richiesti dai
soggetti di cui al comma 1, necessari per lespletamento delle loro funzioni, ed a consentire laccesso allintero impianto.
Art. 237-unvicies (Spese). - 1. Le spese relative alle
ispezioni e ai controlli, in applicazione delle disposizioni del presente Titolo, nonch quelle relative allespletamento dellistruttoria per il rilascio dellautorizzazione
e per la verifica degli impianti sono a carico del titolare
dellautorizzazione, sulla base del costo effettivo del servizio, secondo tariffe e modalit di versamento da determinarsi, salvi i casi disciplinati dalla Parte seconda del
presente decreto, con disposizioni regionali.
2. Fatto salvo il comma 1, le attivit e le misure previste rientrano nellambito dei compiti istituzionali delle
amministrazioni e degli enti interessati, cui si fa fronte
con le risorse di bilancio allo scopo destinate a legislazione vigente.
3. Dallattuazione del presente titolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Art. 237-duovicies (Disposizioni transitorie e finali). 1. Gli impianti esistenti si adeguano alle disposizioni del
presente Titolo entro il 10 gennaio 2016.
2. Per gli impianti esistenti, fermo restando lobbligo a
carico del gestore di adeguamento previsto al comma 1,
lautorit competente al rilascio dellautorizzazione provvede allaggiornamento della stessa secondo le norme regolamentari e tecniche stabilite dal presente decreto, in
occasione del primo rinnovo, rilascio o riesame dellautorizzazione ambientale, successivo alla data di entrata in
vigore della presente disposizione.
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3. Per gli impianti esistenti che effettuano coincenerimento di rifiuti non pericolosi secondo le procedure semplificate di cui al Capo V, del Titolo I alla Parte Quarta per
i quali si effettui il rinnovo della comunicazione prevista
articoli dal predetto Capo V, resta fermo lobbligo di adeguamento, a carico del gestore, previsto al comma 1.
4. Agli impianti di coincenerimento non sottoposti ad
autorizzazione integrata ambientale, con lesclusione degli impianti che utilizzano rifiuti pericolosi, possono essere applicate le procedure semplificate di cui al Capo V,
del Titolo I della Parte quarta. Lammissione delle attivit
di coincenerimento dei rifiuti alle procedure semplificate
subordinata alla comunicazione di inizio di attivit che
dovr comprendere, oltre a quanto previsto agli articoli
237-quinquies, comma 2, e 237-sexies, comma 1, la relazione prevista allarticolo 215, comma 3. Per lavvio
dellattivit di coincenerimento dei rifiuti la regione chiede la prestazione di adeguata garanzia finanziaria a suo
favore nella misura definita dalla regione stessa e proporzionata alla capacit massima di coincenerimento dei rifiuti. Lavvio delle attivit subordinato alleffettuazione
di una ispezione preventiva, da parte della provincia competente per territorio, da effettuarsi entro sessanta giorni
dalla data di presentazione della predetta comunicazione.
Le ispezioni successive, da effettuarsi almeno una volta
lanno, accertano:
a) la tipologia e la quantit dei rifiuti sottoposti alle
operazioni di coincenerimento;
b) la conformit delle attivit di coincenerimento a
quanto previsto agli articoli 214 e 215, e relative norme
di attuazione.
5. Nel caso in cui la provincia competente per territorio, a seguito delle ispezioni previste al comma 4, accerta la violazione delle disposizioni stabilite al comma
stesso, vieta, previa diffida e fissazione di un termine per
adempiere, linizio ovvero la prosecuzione dellattivit,
salvo che il titolare dellimpianto non provveda, entro il
termine stabilito, a conformare detta attivit alla normativa vigente.
6. Nelle more del rilascio delle autorizzazioni di cui ai
commi 2 e 3, i gestori continuano ad operare sulla base
del titolo autorizzatorio precedentemente posseduto.
7. Con riguardo agli impianti autorizzati ai sensi
dellarticolo 208, nel caso in cui il titolo autorizzatorio di
cui al comma 6 non preveda un rinnovo periodico entro
il 10 gennaio 2015, entro tale data i gestori degli impianti
di incenerimento o di coincenerimento di rifiuti esistenti
presentano comunque allautorit competente una richiesta di rinnovo del titolo autorizzatorio ai fini delladeguamento di cui al comma 1.
8. Per il recepimento di normative tecniche comunitarie di modifica degli allegati al presente Titolo si provvede con decreto del Ministro dellambiente e della tutela
del territorio e del mare, previa comunicazione ai Ministri
della salute e delle attivit produttive; ogni qualvolta la
nuova normativa comunitaria preveda poteri discrezionali per la sua trasposizione, il decreto adottato di concerto
con i Ministri della salute e delle attivit produttive, sentita la Conferenza unificata..
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Art. 16.
Modifiche al Capo I del Titolo VI della Parte Quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive
modificazioni
1. Al Capo I del Titolo VI della Parte Quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dopo larticolo 261
aggiunto il seguente:
Art. 261-bis (Sanzioni). - 1. Salvo che il fatto costituisca pi grave reato, chiunque effettua attivit di incenerimento o di coincenerimento di rifiuti pericolosi in mancanza della prescritta autorizzazione allesercizio di cui
presente titolo, punito con larresto da uno a due anni e
con lammenda da diecimila euro a cinquantamila euro.
2. Salvo che il fatto costituisca pi grave reato, chiunque effettua attivit di incenerimento o di coincenerimento di rifiuti non pericolosi, negli impianti di cui allarticolo 237-ter, comma 1, lettere b), c) d) ed e), in mancanza
della prescritta autorizzazione allesercizio, punito con
larresto da sei mesi ad un anno e con lammenda da diecimila euro a trentamila euro.
3. Salvo che il fatto costituisca pi grave reato, chiunque effettua lo scarico sul suolo, nel sottosuolo o nelle
acque sotterranee, di acque reflue evacuate da un impianto di incenerimento o coincenerimento e provenienti
dalla depurazione degli effluenti gassosi di cui allarticolo 237-duodecies, comma 5, punito con larresto fino ad
un anno e con lammenda da diecimila euro a trentamila
euro.
4. Salvo che il fatto costituisca pi grave reato, il proprietario ed il gestore che nelleffettuare la dismissione
di un impianto di incenerimento o di coincenerimento
di rifiuti non provvedono a quanto previsto allarticolo 237-octies, comma 10, sono puniti con larresto fino
ad un anno e con lammenda da diecimila euro a venticinquemila euro.
5. Salvo che il fatto costituisca pi grave reato, chiunque effettua attivit di incenerimento o di coincenerimento di rifiuti nelle condizioni di cui allarticolo 237-septiesdecies, comma 3, superando anche uno solo dei limiti
temporali ivi previsti, punito con larresto fino a nove
mesi e con lammenda da cinquemila euro a trentamila
euro.
6. Salvo che il fatto costituisca pi grave reato, chiunque effettua lo scarico in acque superficiali di acque reflue evacuate da un impianto di incenerimento o coincenerimento e provenienti dalla depurazione degli effluenti
gassosi di cui allarticolo 237-duodecies, comma 5, non
rispettando i valori di emissione previsti allAllegato 1,
paragrafo D, punito con larresto fino a sei mesi e con
lammenda da diecimila euro a trentamila euro.
7. Salvo che il fatto costituisca pi grave reato, chiunque effettua lo scarico delle acque reflue di cui allarticolo 237-duodecies, in mancanza della prescritta autorizzazione di cui al comma 1, punito con larresto fino a tre
mesi e con lammenda da cinquemila euro a trentamila
euro.
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8. Salvo che il fatto costituisca pi grave reato, chiunque, nellesercizio dellattivit di incenerimento o coincenerimento, supera i valori limite di emissione di cui
allarticolo 237-undecies, punito con larresto fino ad
un anno o con lammenda da diecimila euro a venticinquemila euro. Se i valori non rispettati sono quelli di cui
allAllegato 1, paragrafo A, punti 3) e 4), il responsabile
punito con larresto da uno a due anni e con lammenda
da diecimila euro a quarantamila euro.
9. Salvo che il fatto costituisca pi grave reato, il professionista che, nel certificato sostitutivo di cui allarticolo 237-octies, comma 8, e allarticolo 237-octies, comma 10, con riferimento agli impianti di coincenerimento, attesta fatti non
corrispondenti al vero, punito con larresto fino ad un anno
o con lammenda da cinquemila euro a venticinquemila euro.
10. Salvo che il fatto costituisca pi grave reato, chiunque mette in esercizio un impianto di incenerimento o di
coincenerimento autorizzato alla costruzione ed allesercizio, in assenza della verifica di cui allarticolo 237-octies, comma 7, o della relativa certificazione sostitutiva
comunicata nelle forme di cui allarticolo 237-octies,
comma 8, e allarticolo 237-octies, comma 10, con riferimento agli impianti di coincenerimento, punito con
larresto fino ad un anno o con lammenda da tremila euro
a venticinquemila euro.
11. Salvo che il fatto costituisca pi grave reato e salvo
quanto previsto al comma 12, chiunque, nellesercizio di
un impianto autorizzato di incenerimento o coincenerimento, non osserva le prescrizioni indicate nellautorizzazione ai sensi dellarticolo 237-quinquies, comma 2,
con riferimento agli impianti di incenerimento, allarticolo 237-quinquies, comma 3, allarticolo 237-septies,
comma 1, e allarticolo 237-octies, comma 1, punito
con lammenda da tremila euro a trentamila euro.
12. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque,
nellesercizio di un impianto autorizzato di incenerimento o coincenerimento, avendo conseguito in sede di autorizzazione le parziali deroghe di cui allarticolo 237-septies, comma 6, e allarticolo 237-nonies, non rispetta le
prescrizioni imposte dallautorit competente in sede di
autorizzazione, punito con la sanzione amministrativa
da tremila euro a venticinquemila euro.
13. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque,
nellesercizio di un impianto autorizzato di incenerimento o coincenerimento, avendo conseguito in sede di autorizzazione le deroghe di cui allarticolo 237-undecies,
comma 6, non rispetta le prescrizioni imposte dallautorit competente in sede di autorizzazione, punito con
la sanzione amministrativa da duemilacinquecento euro a
venticinquemila euro.
14. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque, al di
fuori dei casi previsti dal presente articolo, nellesercizio
di un impianto di incenerimento o coincenerimento non
rispetta le prescrizioni di cui al presente decreto, o quelle
imposte dallautorit competente in sede di autorizzazione, punito con la sanzione amministrativa da mille euro
a trentacinquemila euro.
15. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2, 5, 6, 7, 8, 10,
12, 13, 14 e 15 non si applicano nel caso in cui linstallazione soggetta alle disposizioni del Titolo III-bis della
Parte seconda..
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Art. 17.
Modifiche allarticolo 263 del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Allarticolo 263 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, dopo il comma 1 inserito il seguente:
2. Le somme derivanti dai proventi delle sanzioni amministrative irrogate ai sensi dellarticolo 261-bis sono
versate allentrata dei bilanci delle autorit competenti e
sono destinate a potenziare le ispezioni ambientali straordinarie previste dal presente decreto, in particolare allarticolo 29-decies, comma 4, nonch le ispezioni finalizzate
a verificare il rispetto degli obblighi ambientali per impianti ancora privi di autorizzazione..
Art. 18.
Modifiche allarticolo 267 del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Allarticolo 267 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 2 le parole: allarticolo 208. I valori limite e le prescrizioni sono stabiliti, per gli impianti di incenerimento e coincenerimento, sulla base del decreto legislativo 11 maggio 2005, n. 133, e dei piani regionali sono
sostituite dalle seguenti: allarticolo 208 o nellautorizzazione integrata ambientale di cui al Titolo III-bis alla Parte
Seconda. I valori limite e le prescrizioni sono stabiliti, per
gli impianti di incenerimento e coincenerimento sulla base
del Titolo III-bis della Parte Quarta e dei piani regionali.;
b) il comma 3 sostituito dal seguente:
3. Resta fermo, per le installazioni sottoposte ad autorizzazione integrata ambientale, quanto previsto al Titolo III-bis
della Parte Seconda; per tali installazioni lautorizzazione
alle emissioni prevista dal presente Titolo non richiesta in
quanto sostituita dallautorizzazione integrata ambientale..
Art. 19.
Modifiche allarticolo 268 del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Allarticolo 268, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sono apportate le seguenti
modifiche:
a) la lettera b) sostituita dalla seguente:
b) emissione in atmosfera: qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa introdotta nellatmosfera che possa
causare inquinamento atmosferico e, per le attivit di cui
allarticolo 275, qualsiasi scarico, diretto o indiretto, di
COV nellambiente;;
b) la lettera m-bis) sostituita dalla seguente:
m-bis) modifica sostanziale: modifica che comporta un aumento o una variazione qualitativa delle emissioni o che altera le condizioni di convogliabilit tecnica
delle stesse e che possa produrre effetti negativi e significativi sullambiente; per gli impianti di cui allarticolo 273 si applica la definizione prevista dallarticolo 5,
comma 1, lettera l-bis); per le attivit di cui allarticolo 275 si applicano le definizioni previste ai commi 21e
22 di tale articolo;;
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Art. 20.
Modifiche agli articoli 269 e 270 del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Allarticolo 269, del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 5 il secondo periodo soppresso;
b) al comma 8, le parole: Per modifica sostanziale
si intende quella che comporta un aumento o una variazione qualitativa delle emissioni o che altera le condizioni
di convogliabilit tecnica delle stesse. sono soppresse.
2. Allarticolo 270 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, dopo il comma 8 aggiunto, in fine, il seguente:
8-bis. Il presente articolo si applica anche ai grandi
impianti di combustione, fermo restando quanto previsto
allarticolo 273, commi 9 e 10..
Art. 21.
Modifiche allarticolo 271 del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Allarticolo 271 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 16 le parole: Per gli impianti sottoposti
sono sostituite dalle seguenti: Per le installazioni sottoposte;
b) al comma 17, le parole: delle autorizzazioni integrate ambientali e sono soppresse;
c) al comma 18, le parole: e delle autorizzazioni
integrate ambientali sono soppresse.
Art. 22.
Modifiche allarticolo 273 del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Allarticolo 273 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, sono apportate le seguenti modifiche:
a) i commi 2, 3, 4, 5, 6 e 7 sono sostituiti dai seguenti:
2. Ai grandi impianti di combustione nuovi si applicano i pertinenti valori limite di emissione di cui alla Parte
II, sezioni da 1 a 6, dellAllegato II alla Parte Quinta.
3. Ai grandi impianti di combustione anteriori al 2013 i
pertinenti valori limite di emissione di cui alla Parte II, sezioni da 1 a 6, dellAllegato II alla Parte Quinta si applicano
a partire dal 1 gennaio 2016. Ai grandi impianti di combustione che hanno ottenuto lesenzione prevista allAllegato
II, Parte I, paragrafo 2, alla Parte Quinta si applicano, in caso
di esercizio dal 1 gennaio 2016, i valori limite di emissione
previsti dal comma 2 per gli impianti nuovi. Le vigenti autorizzazioni sono entro tale data adeguate alle disposizioni
del presente articolo nellambito delle ordinarie procedure
di rinnovo periodico ovvero, se nessun rinnovo periodico
previsto entro tale data, a seguito di una richiesta di aggiornamento presentata dal gestore entro il 1 gennaio 2015
ai sensi dellarticolo 29-nonies. Fatto salvo quanto disposto
dalla parte seconda del presente decreto, tali autorizzazioni
continuano, nelle more del loro adeguamento, a costituire
titolo allesercizio fino al 1 gennaio 2016. Le autorizzazioni rilasciate in sede di rinnovo non possono stabilire valori limite meno severi di quelli previsti dalle autorizzazioni
soggette al rinnovo, ferma restando listruttoria relativa alle
domande di modifica degli impianti;
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Serie generale - n. 72
6. Ai sensi dellarticolo 271, commi 5, 14 e 15, lautorizzazione di tutti i grandi impianti di combustione deve
prevedere valori limite di emissione non meno severi dei
pertinenti valori di cui alla Parte II, sezioni da 1 a 7, dellAllegato II e dei valori di cui allAllegato I alla Parte Quinta.
7. Per i grandi impianti di combustione, ciascun camino,
contenente una o pi canne di scarico, corrisponde, anche ai fini
dellapplicazione dellarticolo 270, ad un punto di emissione.;
b) il comma 11 sostituito dal seguente:
11. Nel caso in cui un grande impianto di combustione sia
sottoposto a modifiche sostanziali, si applicano allimpianto
i valori limite di emissione stabiliti alla Parte II, sezioni da 1
a 5, lettera B, e sezione 6 dellAllegato II alla Parte Quinta.;
c) al comma 15, la lettera i), sostituita dalla
seguente:
i) le turbine a gas e motori a gas usati su piattaforme off-shore e sugli impianti di rigassificazione di gas
naturale liquefatto off-shore;;
d) al comma 15, dopo la lettera m) aggiunta, in
fine, la seguente:
m-bis) gli impianti che utilizzano come combustibile qualsiasi rifiuto solido o liquido non ricadente
nella definizione di biomassa di cui allAllegato II alla
Parte Quinta.;
e) il comma 16-bis sostituito dal seguente:
16-bis. A partire dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo 14 settembre 2011, n. 162, ai fini del rilascio dellautorizzazione prevista per la costruzione degli di
impianti di combustione con una potenza termica nominale
pari o superiore a 300 MW, il gestore presenta una relazione che comprova la sussistenza delle seguenti condizioni:
a) disponibilit di appropriati siti di stoccaggio di
cui allarticolo 3, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 14 settembre 2011, n. 162;
b) fattibilit tecnica ed economica di strutture di trasporto di cui allarticolo 3, comma 1, lettera aa), del decreto legislativo 14 settembre 2011, n. 162;
c) possibilit tecnica ed economica di installare a posteriori le strutture per la cattura di CO2..
Art. 23.
Modifiche allarticolo 274 del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Larticolo 274 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, sostituito dal seguente:
Art. 274 (Raccolta e trasmissione dei dati sulle emissioni dei grandi impianti di combustione). - 1. Il Ministero
dellambiente e della tutela del territorio e del mare trasmette alla Commissione europea, ogni tre anni, una relazione
inerente le emissioni di biossido di zolfo, ossidi di azoto e
polveri di tutti i grandi impianti di combustione di cui alla
parte quinta del presente decreto, nella quale siano separatamente indicate le emissioni delle raffinerie. Tale relazione
trasmessa per la prima volta entro il 31 dicembre 2007 in
relazione al periodo di tre anni che decorre dal 1 gennaio
2004 e, in seguito, entro dodici mesi dalla fine di ciascun
successivo periodo di tre anni preso in esame. Il Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare tra-
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vista dal comma 1 per la trasmissione dei dati alla Commissione europea, lISPRA trasmette al Ministero dellambiente
e della tutela del territorio e del mare la suddetta relazione,
nonch i dati disaggregati relativi a ciascun impianto.
6. I dati di cui al comma 4 sono raccolti e inviati in
formato elettronico. A tal fine debbono essere osservate,
ove disponibili, le procedure indicate sul sito internet del
Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del
mare. La relazione di cui al comma 5, nonch i dati disaggregati raccolti dallISPRA sono resi disponibili alle autorit competenti sul sito internet del Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare e sul sito
internet dellISPRA.
7. Entro il 31 dicembre di ogni anno, a partire dal 2017,
il Ministero dellambiente e della tutela del territorio e
del mare comunica alla Commissione europea, con riferimento allanno precedente:
a) per gli impianti di combustione cui si applica la
Parte II, sezione 1, lettera C, dellAllegato II alla Parte
Quinta, il tenore di zolfo del combustibile solido indigeno
usato e il grado di desolforazione raggiunto come media
mensile; la prima comunicazione indica anche la motivazione tecnica dellimpossibilit di rispettare i valori limite
di emissione oggetto di deroga;
b) il numero di ore operative annue utilizzate dagli
impianti di combustione a cui sono state concesse le deroghe previste allAllegato II, parte II, alla Parte Quinta,
sezione I, lettera A, paragrafo 2, sezione 2, lettera A, paragrafo 2, sezione 4, lettera A, paragrafo 1, note 1, 4 e 5,
e sezione 4, lettera A-bis, paragrafo 3.
8. Lautorit competente, se diversa dal Ministero
dellambiente e della tutela del territorio, comunica a tale
Ministero le deroghe di cui alle lettere a) e b) contestualmente allapplicazione delle stesse..
Art. 24.
Modifiche allarticolo 275 del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Allarticolo 275, del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1 sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: Le disposizioni previste dal presente articolo per
gli stabilimenti si intendono riferite anche alle installazioni soggette ad autorizzazione integrata ambientale. LAllegato III alla Parte Quinta indica i casi in cui le attivit
degli stabilimenti esistenti di cui al comma 8 sono soggette a valori limite e prescrizioni speciali.;
b) al comma 4, le parole: una domanda di autorizzazione dello stabilimento in conformit allarticolo 269
e a quanto previsto al presente articolo e allAllegato III
alla Parte Quinta oppure, ricorrendone i presupposti, una
domanda di adesione allautorizzazione generale di cui
allarticolo 272, comma 3. sono sostituite dalle seguenti: una domanda di autorizzazione dello stabilimento ai
sensi dellarticolo 269 o, ricorrendone i presupposti, una
domanda di adesione ai sensi dellarticolo 272, comma 3,
o una domanda di autorizzazione integrata ambientale ai
sensi dellarticolo 29-ter, in conformit a quanto previsto
al presente articolo e allAllegato III alla Parte Quinta.;
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c) al comma 5 sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: Sono inoltre previste le precauzioni necessarie per
ridurre al minimo le emissioni di COV durante le operazioni di avviamento e di arresto. Le autorizzazioni, incluse quelle rilasciate in sede di rinnovo ai sensi dellarticolo 281, assicurano che tali valori limite e prescrizioni
si applichino a tutte le attivit di cui al comma 2 e che i
valori limite e le prescrizioni di cui allultimo periodo del
comma 2 si possano applicare soltanto alle attivit degli
stabilimenti esistenti.;
d) il comma 8 sostituito dal seguente:
8. Si considerano esistenti, ai fini del presente articolo,
gli stabilimenti che al 1 aprile 2001 erano in esercizio in
base agli atti autorizzativi allepoca previsti o per i quali
stata presentata una domanda completa di autorizzazione
prima di tale data ove lo stabilimento sia stato messo in
funzione entro il 1 aprile 2002. Si considerano nuovi gli
altri stabilimenti. Ai fini dellapplicazione degli articoli
270, 271 e 281 gli stabilimenti previsti dal presente articolo, escluse le installazioni sottoposte ad autorizzazione
integrata ambientale, si considerano anteriori al 1988, anteriori al 2006 e nuovi sulla base delle definizioni previste
dallarticolo 268.;
e) il comma 11 sostituito dal seguente:
11. In caso di modifiche sostanziali di attivit svolte
negli stabilimenti esistenti lautorizzazione dispone che
le attivit oggetto di modifica sostanziale:
a) siano soggette alle prescrizioni relative alle attivit degli stabilimenti nuovi;
b) siano soggette alle prescrizioni relative alle attivit degli stabilimenti esistenti se le emissioni totali di tutte
le attivit svolte nello stabilimento non superano quelle
che si producono in caso di applicazione della lettera a).;
f) il comma 12 sostituito dal seguente:
12. Se il gestore comprova allautorit competente
che, pur utilizzando la migliore tecnica disponibile, non
possibile, per uno specifico stabilimento, rispettare il
valore limite per le emissioni diffuse, tale autorit pu
autorizzare deroghe a detto valore limite, purch ci non
comporti rischi per la salute umana o per lambiente e
purch le migliori tecniche disponibili siano comunque
applicate.;
g) al comma 15 la parola: luogo sostituita dalla
seguente: stabilimento;
h) al comma 18 le parole: decisione 2007/531/CE
del 26 luglio 2007 della Commissione europea. sono
sostituite dalle seguenti: decisione della Commissione
europea 2010/681/UE del 9 novembre 2010.;
i) dopo il comma 18 inserito il seguente:
18-bis. Con apposito decreto, da adottare ai sensi
dellarticolo 281, comma 6, si provvede ad inserire allAllegato III alla Parte Quinta una specifica disciplina delle
attivit di relazione e di comunicazione alla Commissione
europea in merito allapplicazione del presente articolo,
in conformit ai provvedimenti comunitari di attuazione
dellarticolo 72 della direttiva 2010/75/UE. Il comma 18
non trova applicazione a decorrere dalla data prevista dal
predetto decreto..
Serie generale - n. 72
Art. 25.
Modifiche alla Parte Quinta del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni
1. Dopo la Parte Quinta del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, inserita la seguente:
PARTE QUINTA-BIS
DISPOSIZIONI PER PARTICOLARI INSTALLAZIONI
TITOLO I
ATTIVIT DI PRODUZIONE DI BIOSSIDO DI TITANIO
Art. 298-bis (Disposizioni particolari per installazioni e stabilimenti che producono biossido di titanio).
- 1. Sono vietati, con riferimento alle sostanze relative ai
processi di produzione di biossido di titanio, limmersione, liniezione e lo scarico in qualsiasi corpo dacqua e
nel mare dei seguenti rifiuti:
a) rifiuti solidi, in particolare i residui insolubili del
minerale che non vengono attaccati dallacido solforico
o dal cloro nel procedimento di fabbricazione; il vetriolo
verde, ossia il solfato ferroso cristallizzato (FeSO4H2O;
i cloruri metallici e idrossidi metallici (stanze di filtrazione) provenienti in forma solida dalla fabbricazione del
tetracloruro di titanio; i residui di coke provenienti dalla
fabbricazione del tetracloruro di titanio;
b) le acque madri provenienti dalla fase di filtrazione
successiva allidrolisi della soluzione di solfato di 1titanio
e da installazioni che utilizzano il procedimento al solfato;
sono compresi i rifiuti acidi associati a tali acque madri,
contenenti complessivamente pi dello 0,5 per cento di
acido solforico libero nonch vari metalli pesanti; sono e
comprese le acque madri che sono state diluite fino a contenere lo 0,5 per cento o meno di acido solforico libero;
c) i rifiuti provenienti da installazioni che utilizzano
il procedimento con cloruro, contenenti pi dello 0,5 per
cento di acido cloridrico, nonch vari metalli pesanti; sono
compresi i rifiuti acidi che sono stati diluiti fino a contenere lo 0,5 per cento o meno di acido cloridrico libero;
d) i sali di filtrazione, i fanghi ed i rifiuti liquidi ottenuti dal trattamento (concentrazione o neutralizzazione) dei
rifiuti di cui alle lettere b) e c) e contenenti vari metalli pesanti; sono esclusi i rifiuti neutralizzati e filtrati o decantati
che contengono metalli pesanti solo in tracce e che, prima di
qualsiasi diluizione, hanno un valore di pH superiore a 5,5.
2. Per le installazioni e gli stabilimenti che producono
biossido di titanio, le emissioni nelle acque e nellatmosfera devono rispettare i valori limite di emissione previsti allAllegato I, parti 1 e 2, alla Parte Quinta-bis. Le
autorizzazioni prevedono inoltre opportune misure per
prevenire lemissione di aerosol acidi dalle installazioni.
3. Le autorit competenti per il controllo possono effettuare ispezioni e prelievi di campioni 3.relativamente alla
emissioni nelle acque, alle emissioni nellatmosfera, agli
stoccaggi ed alle lavorazioni presso le installazioni e gli
stabilimenti che producono biossido di titanio. Tale controllo comprende almeno il controllo delle emissioni di
cui allAllegato I, Parte 3.3, alla Parte Quinta-bis. Il controllo effettuato conformemente alle norme CEN oppure, se non sono disponibili norme CEN, conformemente a
norme ISO, nazionali o internazionali che assicurino dati
equivalenti sotto il profilo della qualit scientifica.
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30
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b) produzione di calce viva in forni aventi una capacit di produzione di oltre 50 Mg al giorno;
c) produzione di ossido di magnesio in forni aventi
una capacit di produzione di oltre 50 Mg al giorno.
3.2. Produzione di amianto o fabbricazione di prodotti
dellamianto
3.3. Fabbricazione del vetro compresa la produzione
di fibre di vetro, con capacit di fusione di oltre 20 Mg
al giorno
3.4. Fusione di sostanze minerali compresa la produzione di fibre minerali, con una capacit di fusione di oltre 20 Mg al giorno
3.5. Fabbricazione di prodotti ceramici mediante cottura, in particolare tegole, mattoni, mattoni refrattari, piastrelle, gres o porcellane con una capacit di produzione
di oltre 75 Mg al giorno.
4. Industria chimica
4.1. Fabbricazione di prodotti chimici organici, e in
particolare:
a) idrocarburi semplici (lineari o anulari, saturi o insaturi, alifatici o aromatici);
b) idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, esteri e miscele di esteri,
acetati, eteri, perossidi e resine epossidiche;
c) idrocarburi solforati;
d) idrocarburi azotati, segnatamente amine, amidi,
composti nitrosi, nitrati o nitrici, nitrili, cianati, isocianati;
e) idrocarburi fosforosi;
f) idrocarburi alogenati;
g) composti organometallici;
h) materie plastiche (polimeri, fibre sintetiche, fibre
a base di cellulosa);
i) gomme sintetiche;
l) sostanze coloranti e pigmenti;
m) tensioattivi e agenti di superficie.
4.2. Fabbricazione di prodotti chimici inorganici, e in
particolare:
a) gas, quali ammoniaca, cloro o cloruro di idrogeno, fluoro e fluoruro di idrogeno, ossidi di carbonio, composti di zolfo, ossidi di azoto, idrogeno, biossido di zolfo,
bicloruro di carbonile;
b) acidi, quali acido cromico, acido fluoridrico, acido fosforico, acido nitrico, acido cloridrico, acido solforico, oleum e acidi solforati;
c) basi, quali idrossido dammonio, idrossido di potassio, idrossido di sodio;
d) sali, quali cloruro dammonio, clorato di potassio,
carbonato di potassio, carbonato di sodio, perborato, nitrato dargento;
e) metalloidi, ossidi metallici o altri composti inorganici, quali carburo di calcio, silicio, carburo di silicio.
4.3. Fabbricazione di fertilizzanti a base di fosforo,
azoto o potassio (fertilizzanti semplici o composti)
4.4. Fabbricazione di prodotti fitosanitari o di biocidi
4.5. Fabbricazione di prodotti farmaceutici compresi i
prodotti intermedi
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Qualora lattivit di trattamento dei rifiuti consista unicamente nella digestione anaerobica, la soglia di capacit
di siffatta attivit fissata a 100 Mg al giorno.
5.4. Discariche, che ricevono pi di 10 Mg di rifiuti al
giorno o con una capacit totale di oltre 25000 Mg, ad
esclusione delle discariche per i rifiuti inerti.
5.5. Accumulo temporaneo di rifiuti pericolosi non
contemplati al punto 5.4 prima di una delle attivit elencate ai punti 5.1, 5.2, 5.4 e 5.6 con una capacit totale
superiore a 50 Mg, eccetto il deposito temporaneo, prima
della raccolta, nel luogo in cui sono generati i rifiuti.
5.6. Deposito sotterraneo di rifiuti pericolosi con una
capacit totale superiore a 50 Mg.
6. Altre attivit
6.1. Fabbricazione in installazioni industriali di:
a) pasta per carta a partire dal legno o da altre materie fibrose;
b) carta o cartoni con capacit di produzione superiore a 20 Mg al giorno;
c) uno o pi dei seguenti pannelli a base di legno:
pannelli a fibre orientate (pannelli OSB), pannelli truciolari o pannelli di fibre, con una capacit di produzione
superiore a 600 m al giorno.
6.2. Pretrattamento (operazioni di lavaggio, imbianchimento, mercerizzazione) o tintura di fibre tessili o di
tessili la cui capacit di trattamento supera le 10 Mg al
giorno.
6.3. Concia delle pelli qualora la capacit di trattamento superi le 12 Mg al giorno di prodotto finito.
6.4.
a) Funzionamento di macelli aventi una capacit di
produzione di carcasse di oltre 50 Mg al giorno;
b) Escluso il caso in cui la materia prima sia esclusivamente il latte, trattamento e trasformazione, diversi
dal semplice imballo, delle seguenti materie prime, sia
trasformate in precedenza sia non trasformate destinate
alla fabbricazione di prodotti alimentari o mangimi da:
1) solo materie prime animali (diverse dal semplice latte) con una capacit di produzione di prodotti finiti
di oltre 75 Mg al giorno;
2) solo materie prime vegetali con una capacit di
produzione di prodotti finiti di oltre 300 Mg al giorno o
600 Mg al giorno se linstallazione in funzione per un
periodo non superiore a 90 giorni consecutivi allanno;
3) materie prime animali e vegetali, sia in prodotti
combinati che separati, quando, detta A la percentuale
(%) in peso della materia animale nei prodotti finiti, la
capacit di produzione di prodotti finiti in Mg al giorno
superiore a;
- 75 se A pari o superiore a 10; oppure
- [300 - (22,5 A)] in tutti gli altri casi
Limballaggio non compreso nel peso finale del
prodotto.
c) Trattamento e trasformazione esclusivamente del
latte, con un quantitativo di latte ricevuto di oltre 200 Mg
al giorno (valore medio su base annua).
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4.AllAllegato X alla Parte Seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nella sezione Acqua dopo
il punto 12 aggiunto il seguente: 13 sostanze prioritarie
di cui allarticolo 74, comma 2, lettera ff).
5. AllAllegato XI alla Parte Seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, il punto 12 sostituito dal seguente:
12 Indicazioni dei documenti di riferimento sulle
BAT (BREF) gi pubblicati, informazioni diffuse ai sensi
dellarticolo 29-tedecies, comma 4, nonch altre informazioni pubblicate dalla Commissione europea ai sensi
dellarticolo 16, paragrafo 2, della direttiva 96/61/CE, o
da organizzazioni internazionali pubbliche.
6. Dopo lAllegato XII alla Parte Seconda del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, aggiunto il seguente:
ALLEGATO XII-bis ALLA PARTE SECONDA
Linee guida sui criteri da tenere in considerazione per
lapplicazione dellarticolo 29-sexies, comma 9-bis
Le deroghe di cui allarticolo 29-sexies, comma 9-bis,
sono tipicamente ammesse nei seguenti casi, resi evidenti
da unanalisi costi-benefici allegata allistanza e verificata dallautorit competente nel corso dellistruttoria:
a) il raggiungimento di limiti corrispondenti ai BATAEL non garantisce alcun effetto benefico nello specifico
contesto ambientale, se confrontato alle prestazioni garantite con lautorizzazione in corso di definizione;
b) il raggiungimento di limiti corrispondenti ai BATAEL non garantisce, rispetto alle prestazioni garantite con
lautorizzazione in corso di definizione, significativi effetti benefici nello specifico contesto ambientale, mentre di
contro richiede notevoli investimenti da parte del gestore;
c) il raggiungimento di limiti corrispondenti ai BATAEL permetterebbe di conseguire benefici effetti ambientali
che, nello specifico contesto, possono essere garantiti negli
stessi tempi e con investimenti notevolmente minori finanziando azioni di soggetti non sottoposti alla disciplina IPPC;
d) il particolare assetto impiantistico o i vincoli determinati dalla collocazione geografica dellinstallazione
(prescrizioni paesaggistiche di VIA ad es.) determinano
un costo di implementazione delle migliori tecniche disponibili di riferimento sproporzionato rispetto a quello
medio richiesto alle altre installazioni del settore;
e) il particolare assetto impiantistico o la collocazione geografica fanno s che il raggiungimento di limiti
corrispondenti ai BAT-AEL non possa essere conseguito
con la sola implementazione delle migliori tecniche disponibili di riferimento;
f) opportuno concedere al gestore una dilazione
dei tempi per il raggiungimento di limiti corrispondenti
ai BAT-AEL per consentirgli di raggiungere il punto di
pareggio in relazione agli investimenti gi effettuati, per
ladeguamento alle migliori tecniche disponibili, in attuazione della autorizzazione in corso di rinnovo o riesame;
g) opportuno concedere al gestore una dilazione
dei tempi per il raggiungimento di limiti corrispondenti ai
BAT-AEL per consentirgli di raggiungere almeno il punto
di pareggio in relazione agli investimenti gi effettuati,
in considerazione di particolari caratteristiche tecniche
delle installazioni e dei processi produttivi che rendono
possibile lapplicazione di talune BAT solo attraverso il
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Polvere totale
10
Sostanze organiche sotto forma di gas e vapori espresse come carbonio organico totale (TOC)
10
10
50
Monossido di azoto (NO) e biossido di azoto (NO2) espressi come NO2 per gli impianti di
incenerimento dei rifiuti esistenti dotati di una capacit nominale superiore a 6 t/ora e per i 200
nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti
Monossido di azoto (NO) e biossido di azoto (NO2) espressi come NO2 per gli impianti di
400
incenerimento dei rifiuti esistenti con una capacit nominale pari o inferiore a 6 t/ora
Ammoniaca (NH3)
30
30
10
10
60
10
200
50
a) Monossido di azoto (NO) e biossido di azoto (NO2) espressi come NO2 per
gli impianti di incenerimento dei rifiuti esistenti dotati di una capacit 400
nominale superiore a 6 t/ora e per i nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti
200
a) Ammoniaca (NH3)
30
60
34
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Serie generale - n. 72
3. Valori limite di emissione medi ottenuti con periodo di campionamento minimo di 30 minuti e
massimo di 8 ore espressi in mg/Nm3
I valori medi di concentrazione degli inquinanti si ottengono secondo i metodi fissati ed aggiornati
ai sensi della tabella di cui alla lettera C
--------Cadmio e suoi composti, espressi come cadmio (Cd)
0,05 in totale
0,05
0,5 in totale
4. Valori limite di emissione medi ottenuti con periodo di campionamento minimo di 6 ore e
massimo di 8 ore.
I valori medi di concentrazione degli inquinanti si ottengono secondo i metodi fissati ed aggiornati
ai sensi della tabella di cui alla lettera C.
0,1 ng/Nm3
0,01 mg/Nm3
0,1 ng/Nm3
35
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Serie generale - n. 72
----------(1) I valori limite di emissione si riferiscono alla concentrazione totale di diossine e furani, calcolata
come concentrazione "tossica equivalente". Per la determinazione della concentrazione "tossica
equivalente", le concentrazioni di massa delle seguenti policloro-dibenzo-p-diossine e policlorodibenzofurani misurate nell'effluente gassoso devono essere moltiplicate per i fattori di equivalenza
tossica (FTE) di seguito riportati, prima di eseguire la somma.
FTE
2, 3, 7, 8 Tetraclorodibenzodiossina (TCDD)
1
1, 2, 3, 7, 8 - Pentaclorodibenzodiossina (PeCDD)
0,5
1, 2, 3, 4, 7, 8 - Esaclorodibenzodiossina (HxCDD)
0,1
1, 2, 3, 7, 8, 9 - Esaclorodibenzodiossina (HxCDD)
0,1
1, 2, 3, 6, 7, 8 - Esaclorodibenzodiossina (HxCDD)
0,1
1, 2, 3, 4, 6, 7, 8 Eptaclorodibenzodiossina
0,01
(HpCDD)
Octaclorodibenzodiossina (OCDD)
0,001
2, 3, 7, 8 - Tetraclorodibenzofurano (TCDF)
0,1
2, 3, 4, 7, 8 - Pentaclorodibenzofurano (PeCDF)
0,5
1, 2, 3, 7, 8 - Pentaclorodibenzofurano (PeCDF)
0,05
1, 2, 3, 4, 7, 8 - Esaclorodibenzofurano (HxCDF)
0,1
1, 2, 3, 7, 8, 9 - Esaclorodibenzofurano (HxCDF
0,1
1, 2, 3, 6, 7, 8 - Esaclorodibenzofurano (HxCDF)
0,1
2, 3, 4, 6, 7, 8 - Esaclorodibenzofurano (HxCDF)
0,1
1, 2, 3, 4, 6, 7, 8 - Eptaclorodibenzofurano
0,01
(HpCDF)
1, 2, 3, 4, 7, 8, 9 - Eptaclorodibenzofurano
0,01
(HpCDF)
Octaclorodibenzofurano (OCDF)
0,001
(2) Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono determinati come somma di:
Benz[a]antracene
Dibenz[a, h]antracene
Benzo[h]fluorantene
Benzo[j]fluorantene
Benzo[k]fluorantene
Benzo[a]pirene
Dibenzo[a, e]pirene
Dibenzo[a, h]pirene
Dibenzo[a, i]pirene
Dibenzo[a, l]pirene
Indeno [1,2,3 - cd] pirene
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Serie generale - n. 72
(3) I valori limite di emissione si riferiscono alla concentrazione totale di PCB-Dl, calcolata come
concentrazione "tossica equivalente". Per la determinazione della concentrazione "tossica
equivalente", le concentrazioni di massa dei seguenti PCB misurati nell'effluente gassoso devono
essere moltiplicati per i fattori di equivalenza tossica (FTE) di seguito riportati, prima di eseguire la
somma.
Congenere
Nome IUPAC
WHO-TEF
3,3,4,4-TetraCB
PCB77
0,0001
3,4,4,5-TetraCB
PCB81
0,0003
2,3,34,4-PentaCB
PCB 105
0,00003
2,3,4,4,5-PentaCB
PCB 114
0,00003
2,3,4,4,5-PentaCB
PCB 118
0,00003
2,3,4,4,5-PentaCB
PCB 123
0,00003
3,3,4,4',5-PentaCB
PCB 126
0,1
2,3,3',4,4',5-HexaCB
PCB 156
0,00003
2,3,3',4,4',5'-HexaCB
PCB 157
0,00003
2,3',4,4',5,5-HexaCB
PCB 167
0,00003
3,3',4,4',5,5'-HexaCB
PCB 169
0,03
2,3,3',4,4',5,5'-HeptaCB
PCB 189
0,00003
37
27-3-2014
Serie generale - n. 72
B. NORMALIZZAZIONE
Condizioni di cui all'articolo 237-nonies del Titolo III-bis della Parte IV:
- pressione 101,3 kPa;
- gas secco,
nonch un tenore di ossigeno di riferimento nell'effluente gassoso secco pari all'11% in volume,
utilizzando la seguente formula
21 - Os
Es. = ----------- x Em
21 - Om
nella quale:
Es = concentrazione di emissione calcolata al tenore di ossigeno di riferimento;
Em = concentrazione di emissione misurata;
Os = tenore di ossigeno di riferimento;
Om = tenore di ossigeno misurato.
Nel caso di incenerimento unicamente di oli usati, come definiti all'articolo 183, comma 1, lett. c),
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, l'ossigeno di riferimento negli effluenti gassosi secchi
pari al 3%.
Se i rifiuti sono inceneriti in una atmosfera arricchita di ossigeno, l'autorit competente pu fissare
un tenore di ossigeno di riferimento diverso che rifletta le speciali caratteristiche dell'incenerimento.
Nel caso di incenerimento di rifiuti pericolosi, la normalizzazione in base al tenore di ossigeno
viene applicata soltanto se il tenore di ossigeno misurato supera il pertinente tenore di ossigeno di
riferimento.
C. VALUTAZIONE DELLOSSERVANZA DEI VALORI LIMITE DI EMISSIONE IN
ATMOSFERA
1. Valutazione dei risultati delle misurazioni
Per le misurazioni in continuo i valori limite di emissione si intendono rispettati se:
a) nessuno dei valori medi giornalieri supera uno qualsiasi dei valori limite di emissione stabiliti al
paragrafo A, punto 1;
b) per il monossido di carbonio (CO):
- almeno il 97% dei valori medi giornalieri nel corso dellanno non supera il valore limite di
emissione di cui al paragrafo A, punto 5, primo trattino;
- almeno il 95% di tutti i valori medi su 10 minuti in un qualsiasi periodo di 24 ore oppure tutti i
valori medi su 30 minuti nello stesso periodo non superano i valori limite di emissione di cui al
paragrafo A, punto 5, secondo e terzo trattino;
38
27-3-2014
Serie generale - n. 72
c) nessuno dei valori medi su 30 minuti supera uno qualsiasi dei valori limite di emissione di cui
alla colonna A del paragrafo A, punto 2, oppure, in caso di non totale rispetto di tale limite per il
parametro in esame, almeno il 97% dei valori medi su 30 minuti nel corso dell'anno non supera il
relativo valore limite di emissione di cui alla colonna B del paragrafo A, punto 2;
d) nessuno dei valori medi rilevati per i metalli pesanti, le diossine e i furani, gli idrocarburi
policiclici aromatici, e i policlorobifenili (PCB-DL), durante il periodo di campionamento supera i
pertinenti valori limite di emissione stabiliti al paragrafo A, punti 3 e 4;
I valori medi su 30 minuti e i valori medi su 10 minuti sono determinati durante il periodo di
effettivo funzionamento (esclusi i periodi di avvio e di arresto se non vengono inceneriti rifiuti) in
base ai valori misurati, previa sottrazione del rispettivo valore dell'intervallo di confidenza al 95%
riscontrato sperimentalmente.
Lassicurazione di qualit dei sistemi automatici di misurazione e la loro taratura in base ai metodi
di misurazione di riferimento devono essere eseguiti in conformit alla norma UNI EN 14181
I valori degli intervalli di confidenza di ciascun risultato delle misurazioni effettuate, non possono
eccedere le seguenti percentuali dei valori limite di emissione riferiti alla media giornaliera:
Polveri totali
Carbonio organico totale
Acido cloridrico
Acido fluoridrico
Biossido di zolfo
Biossido di azoto
Monossido di carbonio
Ammoniaca
30%
30%
40%
40%
20%
20%
10%
30%
Parametro
Temperatura
Pressione
Velocit
Portata
Umidit
Metodo
UNI EN ISO 16911:2013
UNI EN ISO 16911:2013
UNI EN ISO 16911:2013
UNI EN ISO 16911:2013
UNI EN 14790:2006
39
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Ossigeno (O2)
Acido Cloridrico (HCl)
Acido Fluoridrico (HF)
Ossidi Di Azoto (NOx) Espressi Come NO2
Ammoniaca (NH3)
Biossido Di Zolfo (SO2)
Monossido Di Carbonio (CO)
TOC Espresso Come C
PCDD/PCDF Come (Teq)
PCB-Dl come (Teq)
IPA
Polveri
Mercurio (Hg)
Metalli Pesanti (As,Cd, Cr, Co, Cu, Mn, Ni, Pb, Sb,
Tl, V)
Serie generale - n. 72
UNI EN 14789:2006
UNI EN 1911:2010
ISO15713 :2006
UNI EN 14792 : 2006
EPA CTM-027 :1997
UNI EN 14791:2006
UNI EN 15058:2006
UNI EN 12619 : 2013
UNI EN 1948-1,2,3 : 2006
UNI EN 1948-1,2,3,4 :2010
ISO 11338 -1 e 2 : 2003
UNI EN 13284-1: 2003
UNI EN 13211:2003
UNI EN 14385:2004
In caso di misure discontinue, al fine di valutare la conformit delle emissioni convogliate ai valori
limite di emissioni, la concentrazione calcolata preferibilmente come media di almeno tre
campionamenti consecutivi e riferiti ciascuno ai periodi di campionamento indicati allAllegato 1,
lettera A nelle condizioni di esercizio pi gravose dellimpianto.
D. ACQUE DI SCARICO DALL'IMPIANTO DI INCENERIMENTO
1. Valori limite di emissione negli scarichi di acque reflue derivanti dalla depurazione degli
effluenti gassosi
Sono di seguito riportati i valori limite di emissione di inquinanti negli scarichi di acque reflue
derivanti dalla depurazione degli effluenti gassosi, espressi in concentrazioni di massa per campioni
non filtrati.
95%
a) Solidi sospesi totali
30 mg/l
100%
45 mg/l
0,03 mg/l
0,05 mg/l
0,05 mg/l
0,15 mg/l
40
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0,2 mg/l
0,5 mg/l
0,5 mg/l
0,5 mg/l
1,5 mg/l
0,3 ng/l
0,0002 mg/l
0,3 ng/l
Serie generale - n. 72
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Serie generale - n. 72
Allegato 2 al Titolo III-bis alla Parte Quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
Norme tecniche e valori limite di emissione per gli impianti di coincenerimento
A. VALORI LIMITE DI EMISSIONE IN ATMOSFERA
1.Formula di miscelazione
La seguente "formula di miscelazione" deve essere applicata ogniqualvolta non sia stato stabilito
uno specifico valore limite totale di emissione "C" nel presente Allegato.
Il valore limite per ciascun agente inquinante e per il monossido di carbonio presenti nell'effluente
gassoso derivante dal coincenerimento dei rifiuti calcolato come segue:
Vrifiuti x Crifiuti + Vprocesso x Cprocesso
------------------------------------------------ = C
Vrifiuti + Cprocesso
Vrifiuti: volume dell'effluente gassoso derivante dall'incenerimento dei soli rifiuti, determinato in
base ai rifiuti che hanno il pi basso potere calorifico specificato nell'autorizzazione e normalizzato
alle condizioni indicate al paragrafo B dell'Allegato 1.
Qualora il calore liberato dall'incenerimento di rifiuti pericolosi sia inferiore al 10% del calore
totale liberato nell'impianto, Vrifiuti deve essere calcolato in base ad un quantitativo (fittizio) di rifiuti
che, se incenerito, libererebbe un calore pari al 10% del calore totale liberato nell'impianto.
Cririfiuti: valori limite di emissione per gli impianti di incenerimento stabiliti al paragrafo A
dell'Allegato 1.
Vprocesso: volume dell'effluente gassoso derivante dal processo dell'impianto, inclusa la combustione
dei combustibili autorizzati normalmente utilizzati nell'impianto (esclusi i rifiuti), determinato sulla
base dei tenori di ossigeno previsti dalla normativa ai fini della normalizzazione delle emissioni. In
assenza di normativa per il pertinente tipo di impianto, si deve utilizzare il tenore reale di ossigeno
dell'effluente gassoso non diluito con aggiunta di aria non indispensabile per il processo. La
normalizzazione per le altre condizioni quella specificata al paragrafo B.
Cprocesso: valori limite di emissione indicati nel presente Allegato per taluni settori industriali o, in
caso di assenza di tali valori, valori limite di emissione degli inquinanti e del monossido di carbonio
fissati dalla normativa statale o regionale per tali impianti quando vengono bruciati i combustibili
normalmente autorizzati (rifiuti esclusi). In mancanza di tali disposizioni si applicano i valori limite
di emissione che figurano nell'autorizzazione. Se in questa non sono menzionati tali valori, si
ricorre alle concentrazioni reali in massa.
C: valori limite totali di emissione e tenore di ossigeno individuati nel presente Allegato per taluni
settori industriali e per taluni inquinanti o, in caso di assenza di tali valori, valori limite totali di
emissione da rispettare per ciascun agente inquinante e per il monossido di carbonio. Il tenore totale
di ossigeno di riferimento, che sostituisce il tenore di ossigeno di riferimento per la normalizzazione
di cui al successivo paragrafo B, calcolato sulla base dei tenori di ossigeno sopraindicati per Vrifiuti
e per Vprocesso, rispettando i volumi parziali.
42
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Serie generale - n. 72
I valori limite totali di emissione (C) per gli inquinanti di cui all'Allegato 1, paragrafo A, punti 3 e
4, sono quelli fissati nei suddetti punti, e non sono soggetti alla applicazione della "formula di
miscelazione".
Polveri totali
30
HCl
10
HF
NOx
500 (1)
Cd + Tl
0,05
Hg
0,05
Sb + As +Pb + Cr + Co + Cu + Mn + Ni + V
0,5
IPA
PCB-Dl (ng/Nm)
(1) Fino al 1 gennaio 2016 l'autorit competente pu autorizzare dal valore limite per i NOx per i
forni Lepol e per i forni rotativi lunghi purch l'autorizzazione stabilisca un valore limite di
emissione complessivo per i NOx inferiore o pari a 800 mg/Nm3.
2.3. C Valori limite totali di emissione (espressi in mg/Nm3) per SO2 e TOC
Inquinanti C
SO2
50
TOC
10
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Serie generale - n. 72
L'autorit competente pu concedere deroghe rispetto ai valori limite di emissione di cui al presente
punto nei casi in cui il coincenerimento di rifiuti non dia luogo a TOC e SO2.
2.4. C Valori limite di emissione complessivi per il CO
L'autorit competente pu stabilire valori limite di emissione per il CO
850
200
200
NOx
400
200
200
Polvere
50
50
30
30
200
200
200
NOx
350
300
200
Polvere
50
50
30
30
44
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Serie generale - n. 72
50
MWth
da 50 a 100
da 100 a 300 MWth
MWth
SO2
850
NOx
400
200
200
Polvere
50
50
30
30
300
MWth
3.2. Cprocesso espresso in valori medi giornalieri (in mg/Nm) valido fino alle seguenti date:
a) 1 gennaio 2016 per gli impianti di combustione che hanno ottenuto lautorizzazione prima del 7
gennaio 2013 o i cui gestori hanno presentato una domanda completa per unautorizzazione entro
tale data, a condizione che detti impianti siano messi in servizio entro il 7 gennaio 2014;
b) 7 gennaio 2013 per gli impianti di combustione diversi da quelli di cui al punto a).
Per determinare la potenza termica nominale totale degli impianti di combustione si applicano le
norme sul cumulo delle emissioni. I valori medi su 30 minuti sono necessari solo ai fini del calcolo
dei valori medi giornalieri.
3.2.1. Cprocesso per gli impianti di combustione che hanno ottenuto lautorizzazione prima del 7
gennaio 2013 o i cui gestori hanno presentato una domanda completa per unautorizzazione entro
tale data, purch siano messi in servizio entro il 7 gennaio 2014, ad eccezione delle turbine a gas e
dei motori a gas
Cprocesso per i combustibili solidi ad eccezione della biomassa (tenore di O2 6 %):
Sostanza inquinante 50 MWth da 50 a 100 MWth
SO2
400
per la torba: 300
200
200
NOx
300
200
per la polverizzata: 400
200
Polvere
50
30
25
per la torba: 20
20
200
200
45
200
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Serie generale - n. 72
NOx
300
250
200
Polvere
50
30
20
20
350
250
200
NOx
400
200
150
Polvere
50
30
25
20
3.2.2. Cprocesso per gli impianti di combustione diversi da quelli di cui al punto 3.2.1, ad eccezione
delle turbine a gas e dei motori a gas
Cprocesso per i combustibili solidi ad eccezione della biomassa (tenore di O2 6 %):
Sostanza 50
da 50
inquinante MWth MWth
100
SO2
400
per la torba: 300
200
150 per combustione a letto fluido
per la torba: 300, circolante o a letto fluido oppure, nel
tranne nel caso di caso di combustione di torba, per tutti i
combustione a letto tipi di combustione a letto fluido: 200
fluido: 250
NOx
300
per la torba: 250
200
Polvere
50
20
20
10 per la torba: 20
200
200
150
NOx
250
200
150
Polvere
50
20
20
20
46
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Serie generale - n. 72
350
200
150
NOx
300
150
100
Polvere
50
20
20
10
3.3. C Valori limite totali di emissione per metalli pesanti (in mg/Nm3) espresso come valori medi
in un periodo di campionamento minimo di 30 minuti e massimo di 8 ore (tenore di O2 6 % per i
combustibili solidi e 3 % per i combustibili liquidi).
Sostanze inquinanti
Cd + Tl
0,05
Hg
0,05
Sb + As + Pb + Cr + Co + Cu + Mn + Ni + V 0,5
a. C valori limite totali di emissione per diossine e furani, IPA e PCB-Dl espresso come valore
medio misurato in un periodo di campionamento minimo di 6 ore e massimo di 8 ore (tenore di
O2 6 % per i combustibili solidi e 3 % per i combustibili liquidi).
Sostanza inquinante
0,01mg/Nm3
0,1 ng/Nm3
4. Disposizioni speciali per gli impianti di coincenerimento di rifiuti nei settori industriali non
contemplati nei punti 2 e 3 della presente parte
4.1. C valore limite totale di emissione per diossine e furani, IPA e PCB DL espresso come valore
medio misurato in un periodo di campionamento minimo di 6 ore e massimo di 8 ore:
Sostanza inquinante
0,01mg/Nm3
0,1 ng/Nm3
4.2. C valori limite totali di emissione (in mg/Nm3) per i metalli pesanti espresso come valori
medi misurati in un periodo di campionamento minimo di 30 minuti e massimo di 8 ore:
Sostanze inquinanti C
Cd + Tl
0,05
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Hg
Serie generale - n. 72
0,05
B. NORMALIZZAZIONE
Condizioni di cui all'articolo 237 nonies del Titolo III-bis della Parte IV del presente decreto
legislativo
- temperatura 273,15 K;
- pressione 101,3 kPa.
- gas secco.
nonch ad un tenore di ossigeno di riferimento nell'effluente gassoso secco stabilito o determinato
in accordo a quanto previsto al precedente paragrafo A, utilizzando la seguente formula:
21 - Os
Es = -------------- x Em
21 - Om
nella quale:
Es = concentrazione di emissione calcolata al tenore di ossigeno di riferimento;
Em = concentrazione di emissione misurata;
Os = tenore di ossigeno di riferimento;
Om = tenore di ossigeno misurato.
Se i rifiuti sono coinceneriti in una atmosfera arricchita di ossigeno, l'autorit competente pu
fissare un tenore di ossigeno di riferimento diverso che rifletta le speciali caratteristiche
dell'incenerimento.
Nel caso di coincenerimento di rifiuti pericolosi, la normalizzazione in base al tenore di ossigeno
applicata soltanto se il tenore di ossigeno misurato supera il pertinente tenore di ossigeno di
riferimento.
48
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Serie generale - n. 72
b) nessuno dei valori medi rilevati per i metalli pesanti, per le diossine e i furani e per gli
idrocarburi policiclici aromatici e PCB-DL supera i pertinenti valori limite di emissione stabiliti nel
presente Allegato.
I valori medi su 30 minuti sono determinati durante il periodo di effettivo funzionamento (esclusi i
periodi di avvio e di arresto se non vengono inceneriti rifiuti) in base ai valori misurati, previa
sottrazione del rispettivo valore dell'intervallo di confidenza al 95% riscontrato sperimentalmente.
Lassicurazione di qualit dei sistemi automatici di misurazione e la loro taratura in base ai metodi
di misurazione di riferimento devono essere eseguiti in conformit alla norma UNI EN 14181
I valori degli intervalli di confidenza di ciascun risultato delle misurazioni effettuate, non possono
eccedere le seguenti percentuali dei valori limite di emissione riferiti alla media giornaliera:
Polveri totali
Carbonio organico totale
Acido cloridrico
Acido fluoridrico
Biossido di zolfo
Biossido di azoto
Monossido di carbonio
Ammoniaca
30%
30%
40%
40%
20%
20%
10%
30%
Metodo
UNI EN ISO 16911:2013
UNI EN ISO 16911:2013
UNI EN ISO 16911:2013
UNI EN ISO 16911:2013
UNI EN 14790:2006
UNI EN 14789:2006
UNI EN 1911:2010
ISO15713 :2006
UNI EN 14792 : 2006
EPA CTM-027 :1997
49
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Serie generale - n. 72
UNI EN 14791:2006
UNI EN 15058:2006
UNI EN 12619 : 2013
UNI EN 1948-1,2,3 : 2006
UNI EN 1948-1,2,3,4 :2010
ISO 11338 -1 e 2:2003
UNI EN 13284-1:2003
UNI EN 13211:2003
UNI EN 14385:2004
In caso di misure discontinue, al fine di valutare la conformit delle emissioni convogliate ai valori
limite di emissioni, la concentrazione calcolata preferibilmente come media di almeno tre
campionamenti consecutivi e riferiti ciascuno ai periodi di campionamento indicati allAllegato 1,
lettera A nelle condizioni di esercizio pi gravose dellimpianto.
50
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Serie generale - n. 72
umidit 2% max;
ceneri sul secco 2% max.
I parametri di cui ai punti a) e b) devono essere documentati dal produttore in aggiunta alla
documentazione sanitaria prevista dalla vigente normativa.
1.3 Il coincenerimento con recupero energetico, comprende anche la relativa messa in riserva presso
l'impianto. Durante tutte le fasi dell'attivit devono essere evitati il contatto diretto e la
manipolazione dei rifiuti di cui al punto 1.2, nonch qualsiasi forma di dispersione ambientale
degli stessi.
Art. 28.
Modifiche agli allegati alla Parte Quinta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni
1. AllAllegato II alla Parte Quinta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, le parole: ore di normale funzionamento sono sostituite, ovunque ricorrano, con le seguenti: ore operative. AllAllegato VI alla Parte Quinta
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, i riferimenti alle ore di normale funzionamento devono essere intesi,
relativamente ai grandi impianti di combustione, come riferimenti alle ore operative.
2. AllAllegato II, parte I, alla Parte Quinta, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dopo il paragrafo 1
aggiunto il seguente:
1-bis. Condizioni generali
I valori limite di emissione previsti dal presente Allegato sono calcolati in condizioni normali (temperatura di
273,15 K, e pressione di 101,3 kPa) previa detrazione del tenore di vapore acqueo degli scarichi gassosi e ad un tenore
standard di O2 pari al 6% per gli impianti che utilizzano combustibili solidi, al 3% per gli impianti, diversi dalle turbine a gas e dai motori a gas, che utilizzano combustibili liquidi e gassosi ed al 15 % per le turbine a gas e per i motori
a gas. Nel caso delle turbine a gas usate in impianti nuovi a ciclo combinato dotati di un bruciatore supplementare, il
tenore di O2 standard pu essere definito dallautorit competente in funzione delle caratteristiche dellinstallazione..
3. AllAllegato II, parte I, alla Parte Quinta, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nel punto 2.1, le parole:
Ai fini dellapplicazione dellarticolo 273, comma 5, i gestori sono sostituite dalle seguenti I gestori.
4. AllAllegato II, parte I, alla Parte Quinta, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, il punto 3 sostituito
dal seguente:
3. Impianti multicombustibili
3.1 Per gli impianti multicombustibili che comportano limpiego simultaneo di due o pi combustibili, lautorit
competente, in sede di autorizzazione, stabilisce i valori limite di emissione per il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto,
le polveri e i metalli nei modi previsti dal punto 3.2 o applicando le deroghe previste ai punti 3.3 e 3.4.
3.2. Lautorit competente applica la seguente procedura:
a) individuare il valore limite di emissione relativo a ciascun combustibile ed a ciascun inquinante, corrispondente alla potenza termica nominale dellintero impianto di combustione secondo quanto stabilito dalla Parte II,
sezioni da 1 a 6;
b) determinare i valori limite di emissione ponderati per combustibile, moltiplicando ciascuno dei valori limite
di emissione di cui alla lettera a) per la potenza termica fornita da ciascun combustibile e dividendo il risultato di ciascuna moltiplicazione per la somma delle potenze termiche fornite da tutti i combustibili;
c) addizionare i valori limite di emissione ponderati per combustibile.
3.3. In deroga al punto 3.2 lautorit competente, in sede di autorizzazione, pu applicare le disposizioni concernenti il
combustibile determinante, inteso come il combustibile con il pi elevato valore limite di emissione, per gli impianti multi
combustibile anteriori al 2013 che utilizzano i residui di distillazione e di conversione della raffinazione del petrolio greggio, da soli o con altri combustibili, per i propri consumi propri dellinstallazione, sempre che, durante il funzionamento
dellimpianto la proporzione di calore fornito da tale combustibile risulti pari ad almeno il 50% della somma delle potenze
termiche fornite da tutti i combustibili. Se la proporzione del calore fornito dal combustibile determinante inferiore al
50% della somma delle potenze termiche fornite da tutti i combustibili, lautorit competente determina il valore limite di
emissione, applicando la seguente procedura:
a) individuare il valore limite di emissione relativo a ciascun combustibile ed a ciascun inquinante, corrispondente alla potenza termica nominale dellimpianto secondo quanto stabilito dalla parte II, sezioni da 1 a 6;
51
27-3-2014
b) calcolare il valore limite di emissione per il combustibile determinante, inteso come il combustibile con
il valore limite di emissione pi elevato in base a quanto
stabilito dalla parte II, sezioni da 1 a 6, e inteso, in caso
di combustibili aventi il medesimo valore limite, come il
combustibile che fornisce la quantit pi elevata di calore. Tale valore limite si ottiene moltiplicando per due il
valore limite di emissione del combustibile determinante,
previsto dalla parte II, sezioni da 1 a 6, e sottraendo il
valore limite di emissione relativo al combustibile con il
valore limite di emissione meno elevato;
c) determinare i valori limite di emissione ponderati
per combustibile, moltiplicando il valore limite di emissione del combustibile calcolato in base alla lettera b) per
la quantit di calore fornita da ciascun combustibile determinante, moltiplicando ciascuno degli altri valori limite di emissione per la quantit di calore fornita da ciascun
combustibile e dividendo il risultato di ciascuna moltiplicazione per la somma delle potenze termiche fornite da
tutti i combustibili;
d) addizionare i valori limite di emissione ponderati
per combustibile.
3.4 In alternativa a quanto previsto al punto 3.3, ad
eccezione delle turbine a gas e dei motori a gas, per gli
impianti multicombustibili, ricompresi in una installazione che svolge attivit di raffinazione, alimentati con i
residui di distillazione e di conversione della raffinazione
del petrolio greggio, da soli o con altri combustibili, per
i consumi propri dellinstallazione, lautorizzazione pu
applicare un valore limite medio di emissione di anidride
solforosa pari a 1.000 mg/Nm per gli impianti anteriori
al 2002 e pari a 600 mg/Nm per gli altri impianti anteriori al 2013.
I valori medi da confrontare con tali valori limite sono
calcolati ad una temperatura di 273,15 K ed una pressione di 101,3 kPa, previa detrazione del tenore di vapore
acqueo degli effluenti gassosi, e ad un tenore standard di
O2 pari al 6% per i combustibili solidi e al 3% per i combustibili liquidi e gassosi, come rapporto ponderato tra la
sommatoria delle masse di biossido di zolfo emesse e la
sommatoria dei volumi di effluenti gassosi relativi agli
impianti.
Tali valori limite medi sono rispettati se superiori alla
media, calcolata su base mensile, delle emissioni di tutti
i detti impianti, indipendentemente dalla miscela di combustibili usata, qualora ci non determini un aumento delle emissioni rispetto a quelle previste dalle autorizzazioni
in atto.
3.5 Per gli impianti multicombustibili che comportano limpiego alternativo di due o pi combustibili, sono
applicabili i valori limite di emissione di cui alla parte II,
sezioni da 1 a 6, corrispondenti a ciascuno dei combustibili utilizzati.
5. AllAllegato II, parte I, punto 4, alla Parte Quinta,
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, al paragrafo
4.1 aggiunto, in fine, il seguente periodo: La concentrazione di CO negli scarichi gassosi di ogni impianto di
combustione alimentato con combustibili gassosi e con
una potenza termica nominale totale pari o superiore a
100 MW misurata in continuo..
Serie generale - n. 72
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Serie generale - n. 72
Sezione 1
Valori limite di emissione di SO2 - Combustibili solidi
A.
1. Valori limite di emissione SO2 espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento: 6%) che
devono essere applicati agli impianti anteriori al 2013 che utilizzano combustibili solidi, ad
eccezione delle turbine a gas e dei motori a gas:
Potenza
nominale
(MWth)
50-100
100-300
> 300
Biomassa
Torba
200
200
200
300
300
200
100
100
75
53
Torba
200
100
75
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Serie generale - n. 72
C.
1. Per gli impianti alimentati a combustibili solidi indigeni, se il gestore dimostra che i valori
limite di emissione delle lettere A) e B) non possono essere rispettati a causa delle caratteristiche
del combustibile, lautorizzazione pu prevedere un grado minimo di desolforazione
quantomeno pari ai seguenti valori, intesi come valori limite medi mensili:
Potenza
termica Impianti
nominale totale (MW) anteriori al
2002
50-100
80 %
100-300
90 %
> 300
96 % (*)
(*) per impianti alimentati a scisti bituminosi: 95%
Altri
Impianti
anteriori al impianti
2013
92 %
93 %
92 %
93 %
96 %
97 %
2. Per gli impianti alimentati a combustibili solidi indigeni in cui sono coinceneriti anche rifiuti,
se il gestore dimostra che non possono essere rispettati i valori limite Cprocesso per il biossido di
zolfo di cui alla parte 4, punti 3.1 o 3.2, dellAllegato I al Titolo I-bis della Parte Quarta del
presente decreto, a causa delle caratteristiche del combustibile, lautorizzazione pu prevedere,
in alternativa, un grado minimo di desolforazione quantomeno pari ai valori del precedente
paragrafo. In tal caso, il valore Crifiuti di cui a tale parte 4, punto 1, pari a 0 mg/Nm.
3. Nei casi previsti dai paragrafi 1 e 2 il gestore, entro il 31 maggio di ogni anno, a partire dal
2017, tenuto a presentare allautorit competente e, comunque, al Ministero dellambiente e
della tutela del territorio e del mare un documento che riporta il tenore di zolfo del combustibile
solido indigeno usato e il grado di desolforazione raggiunto come media mensile; la prima
comunicazione indica anche la motivazione tecnica dellimpossibilit di rispettare i valori limite
di emissione oggetto di deroga.
Sezione 2
Valori limite di emissione di SO2 - Combustibili liquidi
A.
1. Valori limite di emissione SO2 espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento: 3%) che
devono essere applicati agli impianti anteriori al 2013 che utilizzano combustibili liquidi, ad
eccezione delle turbine a gas, dei motori a gas e dei motori diesel:
Potenza
nominale
(MWth)
50-100
100-300
> 300
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Serie generale - n. 72
Sezione 3
Valori limite di emissione di SO2- Combustibili gassosi
A.
Valori limite di emissione SO2 espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento: 3%) che devono
essere applicati agli impianti alimentati a combustibile gassoso ad eccezione delle turbine a gas e
dei motori a gas:
Gas naturale ed altri gas
Gas liquido
Gas a basso potere calorifico originati da forni
a coke
Gas a basso potere calorifico originati da
altiforni
35
5
400
200
Per gli impianti di combustione anteriori al 2002 alimentati con gas a basso potere calorifico
originati dalla gassificazione dei residui delle raffinerie si applica un limite pari a 800 mg/Nm.
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Serie generale - n. 72
Sezione 4
Valori limite di emissione di NOx (misurati come NO2) e di CO
A.
1. Valori limite di emissione di NOx espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento: 6% per i
combustibili solidi, 3% per i combustibili liquidi e gassosi) che devono essere applicati agli
impianti anteriori al 2013 alimentati con combustibili solidi o liquidi, ad eccezione delle turbine
a gas, dei motori a gas e dei motori diesel.
Potenza
nominale
(MWth)
50-100
100-300
> 300
Combustibili
liquidi
450
200 (2) (3) (4)
150 (1) (2) (3) (4) (5)
(1) Lautorizzazione pu prevedere un valore limite di emissione di NOx pari a 400 mg/Nm per
impianti anteriori al 2002 con una potenza termica nominale totale superiore a 500 MW,
alimentati a combustibile liquido, che, negli anni successivi al rilascio, non saranno in funzione
per pi di 1.500 ore operative annue calcolate come media mobile su ciascun periodo di cinque
anni e, comunque, per pi di 3.000 ore operative allanno. Il gestore tenuto a presentare, entro
il 31 maggio di ogni anno, allautorit competente e, comunque, al Ministero dellambiente e
della tutela del territorio e del mare un documento in cui sono registrate le ore operative annue
degli impianti soggetti alla deroga.
(2) Lautorizzazione pu prevedere un valore limite di emissione di NOx pari a 450 mg/Nm per
impianti di combustione anteriori al 2002 con una potenza termica nominale totale non superiore
a 500 MW che utilizzano residui di distillazione e di conversione della raffinazione del petrolio
greggio ai fini del processo di raffinazione.
(3) Lautorizzazione pu prevedere un valore limite di emissione di NOx pari a 450 mg/Nm per
impianti di combustione anteriori al 2002 con una potenza termica nominale totale non superiore
a 500 MW, situati allinterno di installazioni chimiche, alimentati con residui liquidi di
produzione di cui non ammesso il commercio utilizzati ai fini del processo di produzione.
(4) Lautorizzazione pu prevedere un valore limite di emissione di NOx pari a 450 mg/Nm per
impianti di combustione anteriori al 2002 con una potenza termica nominale totale non superiore
a 500 MW, alimentati a combustibile solido o liquido, che, negli anni successivi al rilascio, non
saranno in funzione per pi di 1.500 ore operative annue calcolate come media mobile su ciascun
periodo di cinque anni e, comunque, per pi di 3.000 ore operative allanno. Il gestore tenuto a
presentare, entro il 31 maggio di ogni anno, allautorit competente e, comunque, al Ministero
dellambiente e della tutela del territorio e del mare un documento in cui sono registrate le ore
operative annue degli impianti soggetti alla deroga.
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Serie generale - n. 72
(5) Lautorizzazione pu prevedere un valore limite di emissione di NOx pari a 450 mg/Nm per
impianti di combustione autorizzati prima del 1 luglio 1987, anche se con una potenza termica
nominale totale superiore a 500 MW, alimentati a combustibile solido, che, negli anni successivi
al rilascio, non saranno in funzione per pi di 1.500 ore operative annue calcolate come media
mobile su ciascun periodo di cinque anni e, comunque, per pi di 3.000 ore operative allanno. Il
gestore tenuto a presentare, entro il 31 maggio di ogni anno, allautorit competente e,
comunque, al Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare un documento in cui
sono registrate le ore operative annue degli impianti soggetti alla deroga.
2. Le turbine a gas (comprese le turbine a gas a ciclo combinato CCGT) di impianti che
utilizzano distillati leggeri e medi come combustibili liquidi sono soggette ad un valore limite di
emissione di NOx pari a 90 mg/Nm e di CO pari a 100 mg/Nm.
3. Le turbine a gas per casi di emergenza che sono in funzione per meno di 500 ore operative
annue non sono soggette ai valori limite di emissione di cui alla presente lettera A. Il gestore
tenuto a presentare ogni anno allautorit competente un documento in cui sono registrate le ore
operative annue utilizzate.
A-bis
1. Valori limite di emissione di NOx e di CO espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento:
15% per le turbine e motori a gas e 3% negli altri casi) che devono essere applicati per gli
impianti di combustione alimentati a combustibile gassoso anteriori al 2013:
Tipo impianto
alimentato con gas naturale,* ad
eccezione delle turbine a gas e dei
motori a gas
alimentato con gas di altoforno, gas da
forno a coke o gas a basso potere
calorifico originati dalla gassificazione
dei residui delle raffinerie, ad eccezione
delle turbine a gas e dei motori a gas
alimentato con gas diversi da quelli
specificamente previsti dalla presente
tabella, ad eccezione delle turbine a gas
e dei motori a gas
Turbine a gas (comprese le CCGT)
alimentate a gas naturale*
Turbine a gas (comprese le CCGT)
alimentate con gas diversi dal gas
naturale*
Motori a gas
NOx
100
CO
100
100
100
* Il gas naturale il metano presente in natura con non pi del 20% in volume di inerti ed altri
costituenti.
57
27-3-2014
Serie generale - n. 72
180
58
per
Combustibili
liquidi
biomasse 150
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Serie generale - n. 72
solide e torba
200 per
biomasse
liquide
100-300
100
> 300
100
2. Le turbine a gas (comprese le CCGT) che utilizzano distillati leggeri e medi come
combustibili liquidi sono soggette ad un valore limite di emissione di NOx pari a 50 mg/Nm e di
CO pari a 100 mg/Nm.
3. Le turbine a gas per casi di emergenza che sono in funzione per meno di 500 ore operative
annue non sono soggette ai valori limite di emissione di cui alla presente lettera B. Il gestore
tenuto a presentare ogni anno allautorit competente un documento in cui sono registrate le ore
operative annue utilizzate.
B-bis
1.Valori limite di emissione di NOx e CO espressi in mg/Nm per impianti di combustione nuovi
alimentati a combustibile gassoso (tenore di O2 di riferimento: 15% per le turbine e motori a gas
e 3% negli altri casi).
Tipo impianto
diverso dalle turbine a gas e dei motori a
gas
Turbine a gas (comprese le CCGT)
CCGT usate per trasmissioni meccaniche
Motori a gas
NOx
100
CO
100
30 *
50 *
75
100
100
100
*Se il grado di efficienza , determinato alle condizioni ISO di carico base, supera il 35%, il valore
limite di emissione di NOx pari a 30 x /35%, o in caso di CCGT utilizzate per trasmissioni
meccaniche pari a 50 x /35%.
2. Le turbine a gas per casi di emergenza che sono in funzione per meno di 500 ore operative
annue non sono soggette ai valori limite di emissione di cui alla presente lettera B-bis. Il gestore
tenuto a presentare ogni anno allautorit competente un documento in cui sono registrate le
ore operative annue utilizzate.
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27-3-2014
Serie generale - n. 72
Sezione 5
Valori limite di emissione delle polveri
A.
1. Valori limite di emissione di polveri espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento: 6% per i
combustibili solidi, 3% per i combustibili liquidi) che devono essere applicati agli impianti
anteriori al 2013 che utilizzano combustibili solidi o liquidi, ad eccezione delle turbine a gas, dei
motori a gas e dei motori diesel.
Potenza
nominale
(MWth)
50-100
100-300
> 300
termica Carbone
e
totale lignite ed altri
combustibili
solidi
30
25
20
Biomassa e torba
Combustibili
liquidi
30
20
20
30
25
20
Potenza
termica Biomassa
e
nominale totale (MWth) torba
50-300
18
per
biomasse
solide e torba
10
per
biomasse
liquide
> 300
18
per
biomasse
solide e torba
10
per
biomasse
liquide
60
10
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Serie generale - n. 72
2. Valori limite di emissione di polveri, espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento 3%) che
devono essere applicati a tutti gli impianti che utilizzano combustibili gassosi ad eccezione delle
turbine a gas e dei motori a gas.
Gas diversi da quelli indicati nella 5
presente tabella
Gas di altiforni
10
Gas
prodotti
dallindustria 30
siderurgica che possono essere usati
in stabilimenti diversi da quello di
produzione
8. Alla sezione 6, della parte II, dellAllegato II, alla Parte Quinta, del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, nella nota 10 le parole: del presente allegato sono sostituite dalle seguenti della
presente sezione.
9. AllAllegato II, parte II, sezione 7, alla Parte Quinta, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152,
nel titolo, le parole: che devono essere applicati agli impianti anteriori al 1988 sono soppresse e
nella nota 11 aggiunto, in fine, il seguente periodo: Restano in ogni caso fermi i valori limite di
CO indicati nella sezione 4, lettere A-bis e B-bis.
10. AllAllegato II, parte II, sezione 8, alla Parte Quinta, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152, il paragrafo 3 sostituito dal seguente:
3. I sistemi di misurazione continua sono soggetti a verifica mediante misurazioni parallele
secondo i metodi di riferimento, almeno una volta allanno. I gestori informano lautorit
competente dei risultati di tale verifica.
11. AllAllegato II, parte II, sezione 8, alla Parte Quinta, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152, alla tabella del paragrafo 4, aggiunta la seguente linea: Monossido di carbonio 10%.
12. AllAllegato II, parte II, sezione 8, alla Parte Quinta, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152, aggiunto, in fine, il seguente paragrafo: 6. In caso di impianti a cui si applicano i gradi di
desolforazione di cui alla sezione 1, lettera C, lautorizzazione prescrive le modalit atte ad
assicurare anche un controllo periodico del tenore di zolfo del combustibile utilizzato. Le modifiche
relative al combustibile utilizzato costituiscono modifica ai sensi dellarticolo 268, comma 1, lettera
m)..
61
27-3-2014
Serie generale - n. 72
13. AllAllegato II, parte III, alla Parte Quinta, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, il
modello sostituito dal seguente:
A
Anno di
riferimento:
Data:
Ragione sociale:
Sede legale
Comune:
Via/Piazza:
Provincia:
Sede impianto
Comune:
Via/Piazza:
Provincia:
Referente per quanto comunicato
Nome:
Cognome:
N. telefono:
N. fax
B [12]
Data messa in esercizio impianto:
Data rilascio dell autorizzazione:
Autorit che ha rilasciato
lautorizzazione :
Potenza termica
nominale:
Ore operative
62
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Serie generale - n. 72
Raffineria
Turbina a gas
Caldaia
Motore diesel
Motore a gas
Altro (specificare)
Tecniche di
abbattimento
delle emissioni
in atmosfera
Sistemi di assorbimento
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Serie generale - n. 72
Sistemi elettrostatici
Combustibili utilizzati
Combustibile
Quantit utilizzata
Biomasse
t/anno:
TJ / anno:
Carbone
t/anno
TJ / anno:
Lignite
t/anno
TJ / anno:
Torba
t/anno
TJ / anno:
t/anno:
TJ / anno:
Combustibili liquidi
t/anno:
TJ / anno:
Gas naturale
Sm3/anno:
TJ / anno:
Sm3/anno:
TJ / anno:
Emissioni in atmosfera
SO2:
t/anno:
t/anno:
Polveri:
t/anno:
[12] I dati da riportare sono quelli riferiti ad un singolo punto di emissione.
[13] Esclusivamente per i gestori degli impianti costruiti o autorizzati dopo il 1 luglio 1988.
[14] Calcolato come il prodotto tra la quantit di combustibile utilizzato e il potere calorifico netto
del combustibile stesso
64
27-3-2014
Serie generale - n. 72
14. AllAllegato II alla Parte Quinta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, la parte V soppressa.
b) il paragrafo 3 soppresso.
18. Dopo lallegato X alla Parte Quinta del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, aggiunto il seguente
allegato I alla parte quinta-bis:
Allegato I
Attivit che producono biossido di titanio
Parte 1
Valori limite per le emissioni nelle acque
1. Nel caso di installazioni e stabilimenti che utilizzano
il procedimento al solfato (come media annuale): 550 kg
di solfato per t di biossido di titano prodotto;
65
27-3-2014
Serie generale - n. 72
Art. 30.
Capo II
Art. 29.
Disposizioni transitorie
1. Per installazioni esistenti che svolgono attivit gi
ricomprese allAllegato I al decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, gli eventuali procedimenti di rilascio,
rinnovo, riesame o modifica dellautorizzazione integrata ambientale in corso alla data del 7 gennaio 2013 sono
conclusi con riferimento alla normativa vigente allatto
della presentazione dellistanza entro e non oltre settantacinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente
decreto . Resta salva la facolt per i gestori di presentare
per tempo istanza di adeguamento di tali procedimenti
alla disciplina di cui al presente titolo.
2. I gestori delle installazioni esistenti che non svolgono attivit gi ricomprese allAllegato VIII alla Parte Seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come
introdotto dal decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128,
presentano istanza per il primo rilascio della autorizzazione integrata ambientale, ovvero istanza di adeguamento
ai requisiti del Titolo III-bis della Parte Seconda, nel caso
in cui lesercizio debba essere autorizzato con altro provvedimento, entro il 7 settembre 2014.
3. Lautorit competente conclude i procedimenti avviati in esito alle istanze di cui al comma 2, entro il 7 luglio 2015. Nelle more della conclusione dellistruttoria
delle istanze di cui al comma 2, e comunque non oltre il
7 luglio 2015, gli impianti possono continuare lesercizio
in base alle autorizzazioni previgenti.
4. Le disposizioni del decreto legislativo 11 maggio
2005, 133, non trovano applicazione ai procedimenti di
autorizzazione e di rinnovo avviati dopo la data di entrata
in vigore del presente decreto.
5. Per gli impianti di cui allarticolo 268, comma 1, lettera gg), numero 3), del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, autorizzati prima della data di entrata in vigore del
presente decreto, lapplicazione dei valori limite previsti
dallarticolo 273, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, assicurata in sede di rinnovo o riesame
dellautorizzazione.
6. Le modifiche previste al comma 15 dellarticolo 28,
in caso di stabilimenti in esercizio alla data di entrata in
vigore del presente decreto, sono applicate dalle autorizzazioni rilasciate in sede di rinnovo o riesame.
66
27-3-2014
Art. 32.
Modifiche al decreto-legge 29 marzo 1995, n. 96, recante
interventi urgenti per il risanamento e ladeguamento
dei sistemi di smaltimento delle acque usate e degli
impianti igienico-sanitari nei centri storici e nelle isole
dei comuni di Venezia e di Chioggia, convertito, con
modificazioni, nella legge 31 maggio 1995, n. 206
1. Allarticolo 2 del decreto-legge 29 marzo 1995,
n. 96, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 maggio 1995, n. 206, il comma 2 sostituito dal seguente:
2. Allinterno della conterminazione lagunare di Venezia lautorizzazione allo scarico di cui al Capo II del Titolo IV della Parte Terza del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e successive modificazioni, rilasciata dal
Magistrato alle acque. Ove tale autorizzazione sia sostituita dallautorizzazione integrata ambientale di cui alla
Parte Seconda del decreto legislativo n. 152 del 2006, il
Magistrato alle acque esprime le proprie determinazioni
nellambito della prevista conferenza di servizi..
Art. 33.
Disposizioni finanziarie
1. Dal presente decreto non devono derivare nuovi o
maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
2. Le amministrazioni pubbliche competenti provvedono agli adempimenti previsti dal presente decreto con
le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a
legislazione vigente.
3. Il decreto di cui al comma 3-bis dellarticolo 33 del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive
modificazioni, come introdotto dallarticolo 9, comma 1,
lettera a), emanato entro sei mesi dalla data di entrata in
vigore del presente decreto.
Serie generale - n. 72
Art. 34.
Abrogazioni
1 . A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono abrogati:
a) larticolo 29-sexies, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni;
b) larticolo 35, comma 2-quinquies, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni;
c) larticolo 36, comma 4, del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni;
d) larticolo 54, comma, 1 lettera a), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni;
e) larticolo 273, comma 15, lettere l) ed m), del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive
modificazioni;
f) larticolo 273, comma 16, del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni;
g) larticolo 275, commi 9 e 16, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni;
NOTE
AVVERTENZA:
Il testo delle note qui pubblicato stato redatto dallamministrazione competente per materia ai sensi dellart. 10, commi 2 e 3 del testo
unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sullemanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni
ufficiali della Repubblica italiana, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare
la lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali operato il
rinvio. Restano invariati il valore e lefficacia degli atti legislativi qui
trascritti.
Per le direttive CEE vengono forniti gli estremi di pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale delle Comunit europee (GUCE).
Note alle premesse:
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27-3-2014
Serie generale - n. 72
2009/101/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 settembre 2009, intesa a coordinare, per renderle equivalenti, le garanzie
che sono richieste, negli Stati membri, alle societ a mente dellart. 48,
secondo comma, del Trattato per proteggere gli interessi dei soci e dei
terzi (senza termine di recepimento);
2009/102/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 settembre 2009, in materia di diritto delle societ, relativa alle societ a responsabilit limitata con un unico socio (senza termine di recepimento);
2009/158/CE del Consiglio, del 30 novembre 2009, relativa alle
norme di polizia sanitaria per gli scambi intracomunitari e le importazioni in provenienza dai paesi terzi di pollame e uova da cova (senza
termine di recepimento);
2010/32/UE del Consiglio, del 10 maggio 2010, che attua laccordo quadro, concluso da HOSPEEM e FSESP, in materia di prevenzione
delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario (termine di recepimento 11 maggio 2013);
2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2010, sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici
(termine di recepimento 10 novembre 2012);
2010/64/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 ottobre 2010, sul diritto allinterpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali (termine di recepimento 27 ottobre 2013);
2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre
2010, relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate
dellinquinamento) (rifusione) (termine di recepimento 7 gennaio 2013);
2011/16/UE del Consiglio, del 15 febbraio 2011, relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale e che abroga la direttiva
77/799/CEE (termine di recepimento 1 gennaio 2013);
2011/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo
2011, concernente lapplicazione dei diritti dei pazienti relativi allassistenza sanitaria transfrontaliera (termine di recepimento 25 ottobre 2013);
2011/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile
2011, concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri
umani e la protezione delle vittime, e che sostituisce la decisione quadro
del Consiglio 2002/629/GAI (termine di recepimento 6 aprile 2013);
2011/51/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell11 maggio 2011, che modifica la direttiva 2003/109/CE del Consiglio per estenderne lambito di applicazione ai beneficiari di protezione internazionale (termine di recepimento 20 maggio 2013);
2011/61/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell8 giugno
2011, sui gestori di fondi di investimento alternativi, che modifica le
direttive 2003/41/CE e 2009/65/CE e i regolamenti (CE) n. 1060/2009 e
(UE) n. 1095/2010 (termine di recepimento 22 luglio 2013);
2011/62/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell8 giugno
2011, che modifica la direttiva 2001/83/CE, recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano, al fine di impedire lingresso
di medicinali falsificati nella catena di fornitura legale (termine di recepimento 2 gennaio 2013);
2011/65/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell8 giugno
2011, sulla restrizione delluso di determinate sostanze pericolose nelle
apparecchiature elettriche ed elettroniche (rifusione) (termine di recepimento 2 gennaio 2013);
2011/70/Euratom del Consiglio, del 19 luglio 2011, che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare
esaurito e dei rifiuti radioattivi (termine di recepimento 23 agosto 2013);
2011/76/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2011, che modifica la direttiva 1999/62/CE relativa alla tassazione di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per
luso di talune infrastrutture (termine di recepimento 16 ottobre 2013);
2011/77/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2011, che modifica la direttiva 2006/116/CE concernente la durata di protezione del diritto dautore e di alcuni diritti connessi (termine
di recepimento 1 novembre 2013);
2011/82/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre
2011, intesa ad agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni
sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale (termine di recepimento
7 novembre 2013);
2011/83/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, sui diritti dei consumatori, recante modifica della direttiva
93/13/CEE del Consiglio e della direttiva 1999/44/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva 85/577/CEE del Consiglio e la direttiva 97/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
(termine di recepimento 13 dicembre 2013);
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La direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dellinquinamento) pubblicata nella G.U.U.E. 17 dicembre 2010, n. L 334.
Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 14 aprile 2006, n. 88,
S.O. n. 96.
Il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 100 (Attuazione delle
direttive 78/176/CEE, 82/883/CEE, 83/29/CEE, 89/428/CEE in materia
di inquinamento provocato dai rifiuti dellindustria del biossido di titanio) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 15 febbraio 1992, n. 38, S.O..
Il decreto legislativo 11 marggio 2005, n. 133 (Attuazione della direttiva 2000/76/CE, in materia di incenerimento dei rifiuti) pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale 15 luglio 2005, n. 163, S.O..
Il decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 2011, n. 157
(Regolamento di esecuzione del Regolamento (CE) n. 166/2006 relativo
allistituzione di un Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti
di sostanze inquinanti e che modifica le direttive 91/689/CEE e 96/61/
CE) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 26 settembre 2011, n. 224, S.O..
Il decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 (Attuazione della
direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dellenergia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dellelettricit) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 31 gennaio 2004, n. 25, S.O..
Il decreto-legge 29 marzo 1995, n. 96 (Interventi urgenti per il risanamento e ladeguamento dei sistemi di smaltimento delle acque usate e degli
impianti igienico-sanitari nei centri storici e nelle isole dei comuni di Venezia e di Chioggia) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 1 aprile 1995, n. 77.
Note allart. 1:
Il testo dellart. 5 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, citato nelle note alle premesse, come modificato dal presente decreto cos
recita:
Art. 5. (Definizioni)
1. Ai fini del presente decreto si intende per:
a) valutazione ambientale di piani e programmi, nel seguito valutazione ambientale strategica, di seguito VAS: il processo che comprende, secondo le disposizioni di cui al titolo II della seconda parte
del presente decreto, lo svolgimento di una verifica di assoggettabilit,
lelaborazione del rapporto ambientale, lo svolgimento di consultazioni,
la valutazione del piano o del programma, del rapporto e degli esiti delle
consultazioni, lespressione di un parere motivato, linformazione sulla
decisione ed il monitoraggio;
b) valutazione ambientale dei progetti, nel seguito valutazione
dimpatto ambientale, di seguito VIA: il procedimento mediante il quale
vengono preventivamente individuati gli effetti sullambiente di un progetto, secondo le disposizioni di cui al titolo III della seconda parte del
presente decreto, ai fini dellindividuazione delle soluzioni pi idonee
al perseguimento degli obiettivi di cui allart. 4, commi 3 e 4, lettera b);
c) impatto ambientale: lalterazione qualitativa e/o quantitativa, diretta ed indiretta, a breve e a lungo termine, permanente e temporanea,
singola e cumulativa, positiva e negativa dellambiente, inteso come
sistema di relazioni fra i fattori antropici, naturalistici, chimico-fisici,
climatici, paesaggistici, architettonici, culturali, agricoli ed economici,
in conseguenza dellattuazione sul territorio di piani o programmi o di
progetti nelle diverse fasi della loro realizzazione, gestione e dismissione, nonch di eventuali malfunzionamenti;
d) patrimonio culturale: linsieme costituito dai beni culturali e dai
beni paesaggistici in conformit al disposto di cui allart. 2, comma 1,
del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
e) piani e programmi: gli atti e provvedimenti di pianificazione e
di programmazione comunque denominati, compresi quelli cofinanziati
dalla Comunit europea, nonch le loro modifiche:
1) che sono elaborati e/o adottati da unautorit a livello nazionale,
regionale o locale oppure predisposti da unautorit per essere approvati, mediante una procedura legislativa, amministrativa o negoziale e
2) che sono previsti da disposizioni legislative, regolamentari o
amministrative;
f) rapporto ambientale: il documento del piano o del programma
redatto in conformit alle previsioni di cui allart. 13;
g) progetto preliminare: gli elaborati progettuali predisposti in conformit allart. 93 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, nel caso
di opere pubbliche; negli altri casi, il progetto che presenta almeno un
livello informativo e di dettaglio equivalente ai fini della valutazione
ambientale;
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h) progetto definitivo: gli elaborati progettuali predisposti in conformit allart. 93 del decreto n. 163 del 2006 nel caso di opere pubbliche; negli altri casi, il progetto che presenta almeno un livello informativo e di dettaglio equivalente ai fini della valutazione ambientale;
i) studio di impatto ambientale: elaborato che integra il progetto
definitivo, redatto in conformit alle previsioni di cui allart. 22;
i-bis) sostanze: gli elementi chimici e loro composti, escluse le sostanze radioattive di cui al decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e
gli organismi geneticamente modificati di cui ai decreti legislativi del
3 marzo 1993, n. 91 e n. 92;
i-ter) inquinamento: lintroduzione diretta o indiretta, a seguito di
attivit umana, di sostanze, vibrazioni, calore o rumore o pi in generale
di agenti fisici o chimici, nellaria, nellacqua o nel suolo, che potrebbero nuocere alla salute umana o alla qualit dellambiente, causare il
deterioramento dei beni materiali, oppure danni o perturbazioni a valori
ricreativi dellambiente o ad altri suoi legittimi usi;
i-quater) installazione: unit tecnica permanente, in cui sono
svolte una o pi attivit elencate allallegato VIII alla Parte Seconda
e qualsiasi altra attivit accessoria, che sia tecnicamente connessa con
le attivit svolte nel luogo suddetto e possa influire sulle emissioni e
sullinquinamento. E considerata accessoria lattivit tecnicamente
connessa anche quando condotta da diverso gestore;
i-quinquies) installazione esistente: ai fini dellapplicazione del
Titolo III-bis alla Parte Seconda una installazione che, al 6 gennaio
2013, ha ottenuto tutte le autorizzazioni ambientali necessarie allesercizio o il provvedimento positivo di compatibilit ambientale o per la
quale, a tale data, sono state presentate richieste complete per tutte le
autorizzazioni ambientali necessarie per il suo esercizio, a condizione
che essa entri in funzione entro il 6 gennaio 2014. Le installazioni esistenti si qualificano come non gi soggette ad AIA se in esse non si
svolgono attivit gi ricomprese nelle categorie di cui allAllegato VIII
alla Parte Seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come
introdotto dal decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128;
i-sexies) nuova installazione: una installazione che non ricade
nella definizione di installazione esistente;
i-septies) emissione: lo scarico diretto o indiretto, da fonti puntiformi o diffuse dellimpianto, opera o infrastruttura, di sostanze, vibrazioni, calore o rumore, agenti fisici o chimici, radiazioni, nellaria,
nellacqua ovvero nel suolo;
i-octies) valori limite di emissione: la massa espressa in rapporto a determinati parametri specifici, la concentrazione ovvero il livello
di unemissione che non possono essere superati in uno o pi periodi
di tempo. I valori limite di emissione possono essere fissati anche per
determinati gruppi, famiglie o categorie di sostanze, indicate nellallegato X. I valori limite di emissione delle sostanze si applicano, tranne
i casi diversamente previsti dalla legge, nel punto di fuoriuscita delle
emissioni dellimpianto; nella loro determinazione non devono essere
considerate eventuali diluizioni. Per quanto concerne gli scarichi indiretti in acqua, leffetto di una stazione di depurazione pu essere preso
in considerazione nella determinazione dei valori limite di emissione
dallimpianto, a condizione di garantire un livello equivalente di protezione dellambiente nel suo insieme e di non portare a carichi inquinanti
maggiori nellambiente, fatto salvo il rispetto delle disposizioni di cui
alla parte terza del presente decreto;
i-nonies) norma di qualit ambientale: la serie di requisiti, inclusi
gli obiettivi di qualit, che sussistono in un dato momento in un determinato ambiente o in una specifica parte di esso, come stabilito nella
normativa vigente in materia ambientale;
l) modifica: la variazione di un piano, programma, impianto o progetto approvato, compresi, nel caso degli impianti e dei progetti, le variazioni delle loro caratteristiche o del loro funzionamento, ovvero un
loro potenziamento, che possano produrre effetti sullambiente;
l-bis) modifica sostanziale di un progetto, opera o di un impianto: la variazione delle caratteristiche o del funzionamento ovvero un
potenziamento dellimpianto, dellopera o dellinfrastruttura o del progetto che, secondo lautorit competente, producano effetti negativi e
significativi sullambiente. In particolare, con riferimento alla disciplina dellautorizzazione integrata ambientale, per ciascuna attivit per la
quale lallegato VIII indica valori di soglia, sostanziale una modifica
allinstallazione che dia luogo ad un incremento del valore di una delle
grandezze, oggetto della soglia, pari o superiore al valore della soglia
stessa;
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Il testo dellart. 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, citato nelle note alle premesse, cosi come modificato dal presente decreto
cos recita:
Art. 6. (Oggetto della disciplina)
1. La valutazione ambientale strategica riguarda i piani e i programmi che possono avere impatti significativi sullambiente e sul patrimonio culturale.
2. Fatto salvo quanto disposto al comma 3, viene effettuata una
valutazione per tutti i piani e i programmi:
a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualit
dellaria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque,
delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per
lapprovazione, lautorizzazione, larea di localizzazione o comunque la
realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del presente
decreto;
b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalit
di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per
la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di
importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della
flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione dincidenza ai sensi dellart. 5 del decreto del Presidente della Repubblica
8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni.
3. Per i piani e i programmi di cui al comma 2 che determinano
luso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani
e dei programmi di cui al comma 2, la valutazione ambientale necessaria qualora lautorit competente valuti che producano impatti significativi sullambiente, secondo le disposizioni di cui allart. 12 e tenuto
conto del diverso livello di sensibilit ambientale dellarea oggetto di
intervento.
3-bis. Lautorit competente valuta, secondo le disposizioni di cui
allart. 12, se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui al comma 2,
che definiscono il quadro di riferimento per lautorizzazione dei progetti, producano impatti significativi sullambiente.
3-ter. Per progetti di opere e interventi da realizzarsi nellambito
del Piano regolatore portuale, gi sottoposti ad una valutazione ambientale strategica, e che rientrano tra le categorie per le quali prevista la
Valutazione di impatto ambientale, costituiscono dati acquisiti tutti gli
elementi valutati in sede di VAS o comunque desumibili dal Piano regolatore portuale. Qualora il Piano regolatore Portuale ovvero le rispettive
varianti abbiano contenuti tali da essere sottoposti a valutazione di impatto ambientale nella loro interezza secondo le norme comunitarie, tale
valutazione effettuata secondo le modalit e le competenze previste
dalla Parte Seconda del presente decreto ed integrata dalla valutazione
ambientale strategica per gli eventuali contenuti di pianificazione del
Piano e si conclude con un unico provvedimento.
4. Sono comunque esclusi dal campo di applicazione del presente
decreto:
a) i piani e i programmi destinati esclusivamente a scopi di difesa
nazionale caratterizzati da somma urgenza o ricadenti nella disciplina di
cui allart. 17 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive
modificazioni; (44)
b) i piani e i programmi finanziari o di bilancio;
c) i piani di protezione civile in caso di pericolo per lincolumit
pubblica;
c-bis) i piani di gestione forestale o strumenti equivalenti, riferiti
ad un ambito aziendale o sovraziendale di livello locale, redatti secondo
i criteri della gestione forestale sostenibile e approvati dalle regioni o
dagli organismi dalle stesse individuati.
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5. La valutazione dimpatto ambientale riguarda i progetti che possono avere impatti significativi e negativi sullambiente e sul patrimonio
culturale.
6. Fatto salvo quanto disposto al comma 7, viene effettuata altres
una valutazione per:
a) i progetti di cui agli allegati II e III al presente decreto;
b) i progetti di cui allallegato IV al presente decreto, relativi ad
opere o interventi di nuova realizzazione, che ricadono, anche parzialmente, allinterno di aree naturali protette come definite dalla legge 6 dicembre 1991, n. 394.
7. La valutazione inoltre necessaria, qualora, in base alle disposizioni di cui al successivo art. 20, si ritenga che possano produrre impatti
significativi e negativi sullambiente, per:
a) i progetti elencati nellallegato II che servono esclusivamente o
essenzialmente per lo sviluppo ed il collaudo di nuovi metodi o prodotti
e non sono utilizzati per pi di due anni;
b) le modifiche o estensioni dei progetti elencati nellallegato II che
possono avere impatti significativi e negativi sullambiente;
c) i progetti elencati nellallegato IV.
8. Per i progetti di cui agli allegati III e IV, ricadenti allinterno di
aree naturali protette, le soglie dimensionali, ove previste, sono ridotte
del cinquanta per cento. Le medesime riduzioni si applicano anche per
le soglie dimensionali dei progetti di cui allallegato II, punti 4-bis) e
4-ter), relativi agli elettrodotti facenti parte della rete elettrica di trasmissione nazionale.
9. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono definire, per determinate tipologie progettuali o aree predeterminate,
sulla base degli elementi indicati nellallegato V, un incremento nella
misura massima del trenta per cento o decremento delle soglie di cui
allallegato IV. Con riferimento ai progetti di cui allallegato IV, qualora
non ricadenti neppure parzialmente in aree naturali protette, le regioni e
le province autonome di Trento e di Bolzano possono determinare, per
specifiche categorie progettuali o in particolari situazioni ambientali e
territoriali, sulla base degli elementi di cui allallegato V, criteri o condizioni di esclusione dalla verifica di assoggettabilit.
10. Lautorit competente in sede statale valuta caso per caso i
progetti relativi ad opere ed interventi destinati esclusivamente a scopo
di difesa nazionale non aventi i requisiti di cui al comma 4, lettera a).
La esclusione di tali progetti dal campo di applicazione del decreto, se
ci possa pregiudicare gli scopi della difesa nazionale, determinata
con decreto interministeriale del Ministro della difesa e del Ministro
dellambiente e della tutela del territorio e del mare.
11. Sono esclusi in tutto o in parte dal campo di applicazione del
presente decreto, quando non sia possibile in alcun modo svolgere la
valutazione di impatto ambientale, singoli interventi disposti in via durgenza, ai sensi dellart. 5, commi 2 e 5 della legge 24 febbraio 1992,
n. 225, al solo scopo di salvaguardare lincolumit delle persone e di
mettere in sicurezza gli immobili da un pericolo imminente o a seguito
di calamit. In tale caso lautorit competente, sulla base della documentazione immediatamente trasmessa dalle autorit che dispongono
tali interventi:
a) esamina se sia opportuna unaltra forma di valutazione;
b) mette a disposizione del pubblico coinvolto le informazioni
raccolte con le altre forme di valutazione di cui alla lettera a), le informazioni relative alla decisione di esenzione e le ragioni per cui stata
concessa;
c) informa la Commissione europea, tramite il Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare nel caso di interventi di
competenza regionale, prima di consentire il rilascio dellautorizzazione, delle motivazioni dellesclusione accludendo le informazioni messe
a disposizione del pubblico.
12. Per le modifiche dei piani e dei programmi elaborati per la
pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli conseguenti a
provvedimenti di autorizzazione di opere singole che hanno per legge
leffetto di variante ai suddetti piani e programmi, ferma restando lapplicazione della disciplina in materia di VIA, la valutazione ambientale
strategica non necessaria per la localizzazione delle singole opere.
13. Lautorizzazione integrata ambientale necessaria per:
a) le installazioni che svolgono attivit di cui allAllegato VIII alla
Parte Seconda;
b) le modifiche sostanziali degli impianti di cui alla lettera a) del
presente comma.
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Note allart. 3:
Il testo dellart. 7 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, citato nelle note alle premesse, cosi come modificato dal presente decreto
cos recita:
Art. 7. (Competenze)
1. Sono sottoposti a VAS in sede statale i piani e programmi di cui
allart. 6, commi da 1 a 4, la cui approvazione compete ad organi dello
Stato.
2. Sono sottoposti a VAS secondo le disposizioni delle leggi regionali, i piani e programmi di cui allart. 6, commi da 1 a 4, la cui approvazione compete alle regioni e province autonome o agli enti locali.
3. Sono sottoposti a VIA in sede statale i progetti di cui allallegato
II al presente decreto.
4. Sono sottoposti a VIA secondo le disposizioni delle leggi regionali, i progetti di cui agli allegati III e IV al presente decreto.
4-bis. Sono sottoposti ad AIA in sede statale i progetti relativi
alle attivit di cui allallegato XII al presente decreto e loro modifiche
sostanziali.
4-ter. Sono sottoposti ad AIA secondo le disposizioni delle leggi
regionali e provinciali i progetti di cui allallegato VIII che non risultano
ricompresi anche nellallegato XII al presente decreto e loro modifiche
sostanziali.
5. In sede statale, lautorit competente il Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare. Il provvedimento di VIA e il
parere motivato in sede di VAS sono espressi dal Ministro dellambiente
e della tutela del territorio e del mare di concerto con il Ministro per i
beni e le attivit culturali, che collabora alla relativa attivit istruttoria.
Il provvedimento di AIA rilasciato dal Ministro dellambiente e della
tutela del territorio e del mare.
6. In sede regionale, lautorit competente la pubblica amministrazione con compiti di tutela, protezione e valorizzazione ambientale
individuata secondo le disposizioni delle leggi regionali o delle province autonome.
7. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano disciplinano con proprie leggi e regolamenti le competenze proprie e quelle
degli altri enti locali. Disciplinano inoltre:
a) i criteri per la individuazione degli enti locali territoriali
interessati;
b) i criteri specifici per lindividuazione dei soggetti competenti in
materia ambientale;
c) fermo il rispetto della legislazione comunitaria eventuali ulteriori modalit, rispetto a quelle indicate nel presente decreto, purch con
questo compatibili, per lindividuazione dei piani e programmi o progetti o installazioni da sottoporre a VAS, VIA ed AIA e per lo svolgimento
della relativa consultazione;
d) le modalit di partecipazione delle regioni e province autonome
confinanti al processo di VAS, in coerenza con quanto stabilito dalle
disposizioni nazionali in materia;
e) le regole procedurali per il rilascio dei provvedimenti di VIA
ed AIA e dei pareri motivati in sede di VAS di propria competenza,
fermo restando il rispetto dei limiti generali di cui al presente decreto ed
allart. 29 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni.
8. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano informano, ogni dodici mesi, il Ministero dellambiente e della tutela del
territorio e del mare circa i provvedimenti adottati e i procedimenti di
valutazione in corso.
9. Le Regioni e le Province Autonome esercitano la competenza ad
esse assegnata dai commi 2, 4 e 7 nel rispetto dei principi fondamentali
dettati dal presente Titolo..
Note allart. 4:
Il testo dellart. 8 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, citato nelle note alle premesse, cosi come modificato dal presente decreto
cos recita:
Art. 8. (Commissione tecnica di verifica dellimpatto ambientale
- VIA e VAS)
1. La Commissione tecnica di verifica dellimpatto ambientale di
cui allart. 7 del decreto legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito nella
legge 14 luglio 2008, n. 123, assicura il supporto tecnico-scientifico per
lattuazione delle norme di cui alla presente Parte.
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2. Nel caso di progetti per i quali la valutazione di impatto ambientale spetta allo Stato, e che ricadano nel campo di applicazione di cui
allallegato VIII alla Parte Seconda del presente decreto il supporto tecnico-scientifico viene assicurato in coordinamento con la Commissione
istruttoria per lautorizzazione ambientale integrata di cui allart. 8-bis.
3. I componenti della Commissione sono nominati, nel rispetto del
principio dellequilibrio di genere, con decreto del Ministro dellambiente e della tutela del territorio e del mare, per un triennio.
4. I componenti della Commissione tecnica di verifica dellimpatto
ambientale provenienti dalle amministrazioni pubbliche di cui allart. 1,
comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono posti in
posizione di comando, distacco o fuori ruolo, nel rispetto dei rispettivi
ordinamenti, conservando il diritto al trattamento economico in godimento. Le amministrazioni di rispettiva provenienza rendono indisponibile il posto liberato. In alternativa, ai componenti della Commissione
tecnica di verifica dellimpatto ambientale provenienti dalle medesime
amministrazioni pubbliche si applica quanto previsto dallart. 53 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e, per il personale in regime di
diritto pubblico, quanto stabilito dai rispettivi ordinamenti. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche ai componenti della
Commissione nominati ai sensi dellart. 7 del decreto-legge 23 maggio
2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008,
n. 123..
Note allart. 5:
Il testo dellart. 10 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, citato nelle note alle premesse, cosi come modificato dal presente decreto
cos recita:
ART. 10 (Norme per il coordinamento e la semplificazione dei
procedimenti)
In vigore dal 10 febbraio 2012
1. Il provvedimento di valutazione dimpatto ambientale fa luogo dellautorizzazione integrata ambientale per i progetti per i quali la
relativa valutazione spetta allo Stato e che ricadono nel campo di applicazione dellallegato XII alla Parte Seconda del presente decreto.
Qualora si tratti di progetti rientranti nella previsione di cui al comma 7
dellart. 6, lautorizzazione integrata ambientale pu essere rilasciata
solo dopo che, ad esito della verifica di cui allart. 20, lautorit competente valuti di non assoggettare i progetti a VIA.
1-bis. Nei casi di cui al comma 1, lo studio di impatto ambientale
e gli elaborati progettuali contengono anche le informazioni previste ai
commi 1, 2 e 3 dellart. 29-ter e il provvedimento finale le condizioni e
le misure supplementari previste dagli articoli 29-sexies e 29-septies del
presente decreto. Qualora la documentazione prodotta risulti incompleta, si applica il comma 4 dellart. 23.
1-ter. Le condizioni e le misure supplementari di cui al comma 1bis sono rinnovate e riesaminate, controllate e sanzionate con le modalit di cui agli articoli 29-octies, 29-decies e 29-quattuordecies.
2. Le regioni e le province autonome assicurano che, per i progetti
per i quali la valutazione dimpatto ambientale sia di loro attribuzione e
che ricadano nel campo di applicazione dellallegato VIII del presente
decreto, la procedura per il rilascio di autorizzazione integrata ambientale sia coordinata nellambito del procedimento di VIA. in ogni caso
disposta lunicit della consultazione del pubblico per le due procedure.
Se lautorit competente in materia di VIA coincide con quella competente al rilascio dellautorizzazione integrata ambientale, le disposizioni
regionali e delle province autonome possono prevedere che il provvedimento di valutazione dimpatto ambientale faccia luogo anche di quella
autorizzazione. In questo caso, si applica il comma 1-bis del presente
articolo.
3. La VAS e la VIA comprendono le procedure di valutazione dincidenza di cui allart. 5 del decreto n. 357 del 1997; a tal fine, il rapporto ambientale, lo studio preliminare ambientale o lo studio di impatto
ambientale contengono gli elementi di cui allallegato G dello stesso
decreto n. 357 del 1997 e la valutazione dellautorit competente si
estende alle finalit di conservazione proprie della valutazione dincidenza oppure dovr dare atto degli esiti della valutazione di incidenza.
Le modalit di informazione del pubblico danno specifica evidenza della integrazione procedurale.
4. La verifica di assoggettabilit di cui allart. 20 pu essere condotta, nel rispetto delle disposizioni contenute nel presente decreto,
nellambito della VAS. In tal caso le modalit di informazione del pubblico danno specifica evidenza della integrazione procedurale.
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Il testo dellart. 20 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, citato nelle note alle premesse, cosi come modificato dal presente decreto
cos recita:
Art. 20. (Verifica di assoggettabilit)
1. Il proponente trasmette allautorit competente il progetto preliminare, lo studio preliminare ambientale in formato elettronico, ovvero
nei casi di particolare difficolt di ordine tecnico, anche su supporto
cartaceo, nel caso di progetti:
a) elencati nellallegato II che servono esclusivamente o essenzialmente per lo sviluppo ed il collaudo di nuovi metodi o prodotti e non
sono utilizzati per pi di due anni;
b) inerenti le modifiche o estensioni dei progetti elencati allAllegato II la cui realizzazione potenzialmente pu produrre effetti negativi
e significativi sullambiente;
c) elencati nellallegato IV, secondo le modalit stabilite dalle Regioni e dalle Province autonome, tenendo conto dei commi successivi
del presente articolo.
2. Dellavvenuta trasmissione dato sintetico avviso, a cura del
proponente, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana per i progetti di competenza statale, nel Bollettino Ufficiale della regione per i
progetti di rispettiva competenza, nonch allalbo pretorio dei comuni
interessati. Nellavviso sono indicati il proponente, loggetto e la localizzazione prevista per il progetto, il luogo ove possono essere consultati
gli atti nella loro interezza ed i tempi entro i quali possibile presentare
osservazioni. In ogni caso copia integrale degli atti depositata presso
i comuni ove il progetto localizzato. Nel caso dei progetti di competenza statale la documentazione depositata anche presso la sede delle
regioni e delle province ove il progetto localizzato. I principali elaborati del progetto preliminare e lo studio preliminare ambientale, sono
pubblicati sul sito web dellautorit competente.
3. Entro quarantacinque giorni dalla pubblicazione dellavviso di
cui al comma 2 chiunque abbia interesse pu far pervenire le proprie
osservazioni.
4. Lautorit competente nei successivi quarantacinque giorni, sulla base degli elementi di cui allallegato V del presente decreto e tenuto
conto delle osservazioni pervenute, verifica se il progetto abbia possibili
effetti negativi e significativi sullambiente. Entro la scadenza del termine lautorit competente deve comunque esprimersi. Lautorit competente pu, per una sola volta, richiedere integrazioni documentali o
chiarimenti al proponente, entro il termine previsto dal comma 3. In tal
caso, il proponente provvede a depositare la documentazione richiesta
presso gli uffici di cui ai commi 1 e 2 entro trenta giorni dalla scadenza
del termine di cui al comma 3. LAutorit competente si pronuncia entro
quarantacinque giorni dalla scadenza del termine previsto per il deposito della documentazione da parte del proponente. La tutela avverso il
silenzio dellAmministrazione disciplinata dalle disposizioni generali
del processo amministrativo.
5. Se il progetto non ha impatti negativi e significativi sullambiente, lautorit compente dispone lesclusione dalla procedura di valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni.
6. Se il progetto ha possibili impatti negativi e significativi sullambiente si applicano le disposizioni degli articoli da 21 a 28.
7. Il provvedimento di assoggettabilit, comprese le motivazioni,
pubblicato a cura dellautorit competente mediante:
a) un sintetico avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana ovvero nel Bollettino Ufficiale della regione o della
provincia autonoma;
b) con la pubblicazione integrale sul sito web dellautorit
competente..
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Note allart. 7:
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g) descrizione delle misure di prevenzione, di preparazione per il riutilizzo, di riciclaggio e di recupero dei rifiuti prodotti
dallinstallazione;
h) descrizione delle misure previste per controllare le emissioni
nellambiente nonch le attivit di autocontrollo e di controllo programmato che richiedono lintervento dellente responsabile degli accertamenti di cui allart. 29-decies, comma 3;
i) descrizione delle principali alternative alla tecnologia, alle
tecniche e alle misure proposte, prese in esame dal gestore in forma
sommaria;
l) descrizione delle altre misure previste per ottemperare ai principi di cui allart. 6, comma 16;
m) se lattivit comporta lutilizzo, la produzione o lo scarico di
sostanze pericolose e, tenuto conto della possibilit di contaminazione
del suolo e delle acque sotterrane nel sito dellinstallazione, una relazione di riferimento elaborata dal gestore prima della messa in esercizio
dellinstallazione o prima del primo aggiornamento dellautorizzazione rilasciata, per la quale listanza costituisce richiesta di validazione.
Lautorit competente esamina la relazione disponendo nellautorizzazione o nellatto di aggiornamento, ove ritenuto necessario ai fini della
sua validazione, ulteriori e specifici approfondimenti.
2. La domanda di autorizzazione integrata ambientale deve contenere anche una sintesi non tecnica dei dati di cui alle lettere da a) a
l) del comma 1 e lindicazione delle informazioni che ad avviso del
gestore non devono essere diffuse per ragioni di riservatezza industriale,
commerciale o personale, di tutela della propriet intellettuale e, tenendo conto delle indicazioni contenute nellart. 39 della legge 3 agosto
2007, n. 124, di pubblica sicurezza o di difesa nazionale. In tale caso
il richiedente fornisce allautorit competente anche una versione della
domanda priva delle informazioni riservate, ai fini dellaccessibilit al
pubblico.
3. Qualora le informazioni e le descrizioni fornite secondo un rapporto di sicurezza, elaborato conformemente alle norme previste sui
rischi di incidente rilevante connessi a determinate attivit industriali,
o secondo la norma UNI EN ISO 14001, ovvero i dati prodotti per i
siti registrati ai sensi del regolamento (CE) n. 761/2001 e successive
modifiche, nonch altre informazioni fornite secondo qualunque altra
normativa, rispettino uno o pi requisiti di cui al comma 1 del presente articolo, tali dati possono essere utilizzati ai fini della presentazione
della domanda e possono essere inclusi nella domanda o essere ad essa
allegati.
4. Entro trenta giorni dalla presentazione della domanda, lautorit
competente verifica la completezza della stessa e della documentazione
allegata. Qualora queste risultino incomplete, lautorit competente ovvero, nel caso di impianti di competenza statale, la Commissione di cui
allart. 8-bis potr chiedere apposite integrazioni, indicando un termine
non inferiore a trenta giorni per la presentazione della documentazione
integrativa. In tal caso i termini del procedimento si intendono interrotti fino alla presentazione della documentazione integrativa. Qualora
entro il termine indicato il proponente non depositi la documentazione
completa degli elementi mancanti, listanza si intende ritirata. fatta
salva la facolt per il proponente di richiedere una proroga del termine
per la presentazione della documentazione integrativa in ragione della
complessit della documentazione da presentare..
Il testo dellart. 29-quater del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, citato nelle note alle premesse, cosi come modificato dal presente decreto cos recita:
Art. 29-quater. (Procedura per il rilascio dellautorizzazione integrata ambientale)
1. Per le installazioni di competenza statale la domanda presentata allautorit competente per mezzo di procedure telematiche, con il
formato e le modalit stabiliti con il decreto di cui allart. 29-duodecies,
comma 2.
2. Lautorit competente individua gli uffici presso i quali sono
depositati i documenti e gli atti inerenti il procedimento, al fine della
consultazione del pubblico. Tale consultazione garantita anche mediante pubblicazione sul sito internet dellautorit competente almeno
per quanto riguarda il contenuto della decisione, compresa una copia
dellautorizzazione e degli eventuali successivi aggiornamenti, e gli elementi di cui alle lettere b), e), f) e g) del comma 13.
3. Lautorit competente, entro trenta giorni dal ricevimento della
domanda ovvero, in caso di riesame ai sensi dellart. 29-octies, comma 4, contestualmente allavvio del relativo procedimento, comunica
al gestore la data di avvio del procedimento ai sensi dellart. 7 della
legge 7 agosto 1990, n. 241, e la sede degli uffici di cui al comma 2.
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4. Fatto salvo lart. 29-septies, i valori limite di emissione, i parametri e le misure tecniche equivalenti di cui ai commi precedenti fanno
riferimento allapplicazione delle migliori tecniche disponibili, senza
lobbligo di utilizzare una tecnica o una tecnologia specifica, tenendo
conto delle caratteristiche tecniche dellimpianto in questione, della sua
ubicazione geografica e delle condizioni locali dellambiente. In tutti i
casi, le condizioni di autorizzazione prevedono disposizioni per ridurre
al minimo linquinamento a grande distanza o attraverso le frontiere
e garantiscono un elevato livello di protezione dellambiente nel suo
complesso.
4-bis. Lautorit competente fissa valori limite di emissione che
garantiscono che, in condizioni di esercizio normali, le emissioni non
superino i livelli di emissione associati alle migliori tecniche disponibili
(BAT-AEL) di cui allart. 5, comma 1, lettera l-ter.4), attraverso una
delle due opzioni seguenti:
a) fissando valori limite di emissione, in condizioni di esercizio
normali, che non superano i BAT-AEL, adottino le stesse condizioni di
riferimento dei BAT-AEL e tempi di riferimento non maggiori di quelli
dei BAT-AEL;
b) fissando valori limite di emissione diversi da quelli di cui alla
lettera a) in termini di valori, tempi di riferimento e condizioni, a patto
che lautorit competente stessa valuti almeno annualmente i risultati
del controllo delle emissioni al fine di verificare che le emissioni, in condizioni di esercizio normali, non superino i livelli di emissione associati
alle migliori tecniche disponibili.
4-ter. Lautorit competente pu fissare valori limite di emissione
pi rigorosi di quelli di cui al comma 4-bis, se pertinenti, nei seguenti
casi:
a) quando previsto dallart. 29-septies;
b) quando lo richiede il rispetto della normativa vigente nel territorio in cui ubicata linstallazione o il rispetto dei provvedimenti relativi allinstallazione non sostituiti dallautorizzazione integrata
ambientale.
4-quater. I valori limite di emissione delle sostanze inquinanti si
applicano nel punto di fuoriuscita delle emissioni dallinstallazione e
la determinazione di tali valori effettuata al netto di ogni eventuale diluizione che avvenga prima di quel punto, tenendo se del caso
esplicitamente conto delleventuale presenza di fondo della sostanza
nellambiente per motivi non antropici. Per quanto concerne gli scarichi indiretti di sostanze inquinanti nellacqua, leffetto di una stazione
di depurazione pu essere preso in considerazione nella determinazione
dei valori limite di emissione dellinstallazione interessata, a condizione
di garantire un livello equivalente di protezione dellambiente nel suo
insieme e di non portare a carichi inquinanti maggiori nellambiente.
5. Lautorit competente rilascia lautorizzazione integrata ambientale osservando quanto specificato nellart. 29-bis, commi 1, 2 e
3. In mancanza delle conclusioni sulle BAT lautorit competente rilascia comunque lautorizzazione integrata ambientale secondo quanto
indicato al comma 5-ter, tenendo conto di quanto previsto nellAllegato
XI alla Parte Seconda.
5-bis. Se lautorit competente stabilisce condizioni di autorizzazione sulla base di una migliore tecnica disponibile non descritta in
alcuna delle pertinenti conclusioni sulle BAT, essa verifica che tale tecnica sia determinata prestando particolare attenzione ai criteri di cui
allAllegato XI alla Parte Seconda, e:
a) qualora le conclusioni sulle BAT applicabili contengano BATAEL verifica il rispetto degli obblighi di cui ai commi 4-bis e 9-bis,
ovvero
b) qualora le conclusioni sulle BAT applicabili non contengano
BAT-AEL verifica che la tecnica garantisca un livello di protezione
dellambiente non inferiore a quello garantito dalle migliori tecniche
disponibili descritte nelle conclusioni sulle BAT.
5-ter. Se unattivit, o un tipo di processo di produzione svolto
allinterno di uninstallazione non previsto, n da alcuna delle conclusioni sulle BAT, n dalle conclusioni sulle migliori tecniche disponibili,
tratte dai documenti pubblicati dalla Commissione europea in attuazione dellart. 16, paragrafo 2, della direttiva 96/61/CE o dellart. 16,
paragrafo 2, della direttiva 2008/01/CE o, se queste conclusioni non
prendono in considerazione tutti gli effetti potenziali dellattivit o del
processo sullambiente, lautorit competente, consultato il gestore,
stabilisce le condizioni dellautorizzazione tenendo conto dei criteri di
cui allAllegato XI.
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10. In caso di inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie, lautorit competente, ove si manifestino situazioni di pericolo o di danno
per la salute, ne d comunicazione al sindaco ai fini dellassunzione
delle eventuali misure ai sensi dellart. 217 del regio decreto 27 luglio
1934, n. 1265.
11. LIstituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale
esegue i controlli di cui al comma 3 anche avvalendosi delle agenzie
regionali e provinciali per la protezione dellambiente territorialmente competenti, nel rispetto di quanto disposto allart. 03, comma 5, del
decreto-legge 4 dicembre 1993, n. 496, convertito, con modificazioni,
dalla legge 21 gennaio 1994, n. 61.
11-bis. Le attivit ispettive in sito di cui allart. 29-sexies, comma 6-ter, e di cui al comma 4 sono definite in un piano dispezione
ambientale a livello regionale, periodicamente aggiornato a cura della
Regione o della Provincia autonoma, sentito il Ministero dellambiente
e della tutela del territorio e del mare, per garantire il coordinamento
con quanto previsto nelle autorizzazioni integrate statali ricadenti nel
territorio, e caratterizzato dai seguenti elementi:
a) unanalisi generale dei principali problemi ambientali
pertinenti;
b) la identificazione della zona geografica coperta dal piano
dispezione;
c) un registro delle installazioni coperte dal piano;
d) le procedure per lelaborazione dei programmi per le ispezioni
ambientali ordinarie;
e) le procedure per le ispezioni straordinarie, effettuate per indagare nel pi breve tempo possibile e, se necessario, prima del rilascio,
del riesame o dellaggiornamento di unautorizzazione, le denunce ed i
casi gravi di incidenti, di guasti e di infrazione in materia ambientale;
f) se necessario, le disposizioni riguardanti la cooperazione tra le
varie autorit dispezione.
11-ter. Il periodo tra due visite in loco non supera un anno per le
installazioni che presentano i rischi pi elevati, tre anni per le installazioni che presentano i rischi meno elevati, sei mesi per installazioni per
le quali la precedente ispezione ha evidenziato una grave inosservanza
delle condizioni di autorizzazione. Tale periodo determinato, tenendo
conto delle procedure di cui al comma 11-bis, lettera d), sulla base di
una valutazione sistematica effettuata dalla Regione o dalla Provincia
autonoma sui rischi ambientali delle installazioni interessate, che considera almeno:
a) gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla
salute umana e sullambiente, tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della sensibilit dellambiente locale e del rischio di incidenti;
b) il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione;
c) la partecipazione del gestore al sistema dellUnione di ecogestione e audit (EMAS) (a norma del regolamento (CE) n. 1221/2009)..
Il testo dellart. 29-duodecies del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, citato nelle note alle premesse, cosi come modificato dal presente decreto cos recita:
Art. 29-duodecies. (Comunicazioni)
1. Le autorit competenti comunicano al Ministero dellambiente
e della tutela del territorio e del mare, con cadenza almeno annuale, i
dati di sintesi concernenti le domande ricevute, copia informatizzata
delle autorizzazioni rilasciate e dei successivi aggiornamenti, nonch
un rapporto sulle situazioni di mancato rispetto delle prescrizioni della
autorizzazione integrata ambientale. Lobbligo si intende ottemperato
nel caso in cui tali informazioni siano rese disponibili telematicamente
ed almeno annualmente lautorit competente comunichi al Ministero
dellambiente e della tutela del territorio e del mare le modalit per
acquisire in remoto tali informazioni.
1-bis. In ogni caso in cui concessa una deroga ai sensi
dellart. 29-sexies, comma 9-bis, le autorit competenti comunicano al
Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare, entro
120 giorni dallemanazione del provvedimento di autorizzazione integrata ambientale, i motivi specifici della deroga e le relative condizioni
imposte.
2. Le domande relative agli impianti di competenza statale di cui
allart. 29-quater, comma 1, i dati di cui al comma 1 del presente articolo e quelli di cui ai commi 6 e 7 dellart. 29-decies, sono trasmessi
al Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare, per il
tramite dellIstituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale,
secondo il formato e le modalit di cui al decreto dello stesso Ministro
7 febbraio 2007..
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2-bis. Nei casi di cui al comma 2, ai fini dellespressione dei rispettivi pareri, lautorit competente dispone che il proponente invii gli
elaborati alle Regioni nonch agli enti locali territoriali interessati dagli
impatti, che si esprimono nei termini di cui allart. 25, comma 2..
Note allart. 9:
Il testo dellart. 33 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, citato nelle note alle premesse, cosi come modificato dal presente decreto
cos recita:
Art. 33. (Oneri istruttori)
1. Con decreto del Ministro dellambiente e della tutela del territorio e
del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con il Ministro delleconomia e delle finanze, da adottarsi entro sessanta giorni dalla
data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana, sono definite, sulla base di quanto previsto dallart. 9
del decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 90, le tariffe
da applicare ai proponenti per la copertura dei costi sopportati dallautorit
competente per lorganizzazione e lo svolgimento delle attivit istruttorie,
di monitoraggio e controllo previste dal presente decreto.
2. Per le finalit di cui al comma 1, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono definire proprie modalit di quantificazione e corresponsione degli oneri da porre in capo ai proponenti.
3. Nelle more dei provvedimenti di cui ai commi 1 e 2, si continuano ad applicare le norme vigenti in materia.
3-bis. Le spese occorrenti per effettuare i rilievi, gli accertamenti ed i sopralluoghi necessari per listruttoria delle domande di autorizzazione integrata ambientale o delle domande di modifica di cui
allart. 29-nonies o del riesame di cui allart. 29-octies e per i successivi controlli previsti dallart. 29-decies sono a carico del gestore.
Con decreto del Ministro dellambiente e della tutela del territorio e
del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con
il Ministro delleconomia e delle finanze, dintesa con la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome
di Trento e di Bolzano, sono disciplinate le modalit, anche contabili, e
le tariffe da applicare in relazione alle istruttorie e ai controlli previsti
al Titolo III- bis della Parte Seconda, nonch i compensi spettanti ai
membri della Commissione istruttoria di cui allart. 8-bis. Il predetto
decreto stabilisce altres le modalit volte a garantire lallineamento
temporale tra gli introiti derivanti dalle tariffe e gli oneri derivanti dalle attivit istruttorie e di controllo. Gli oneri per listruttoria e per i
controlli sono quantificati in relazione alla complessit delle attivit
svolte dallautorit competente e dallente responsabile degli accertamenti di cui allart. 29-decies, comma 3, sulla base delle categorie di
attivit condotte nellinstallazione, del numero e della tipologia delle
emissioni e delle componenti ambientali interessate, nonch della eventuale presenza di sistemi di gestione ambientale registrati o certificati e
delle spese di funzionamento della commissione di cui allart. 8-bis. Gli
introiti derivanti dalle tariffe corrispondenti a tali oneri, posti a carico
del gestore, sono utilizzati esclusivamente per le predette spese. A tale
fine gli importi delle tariffe istruttorie vengono versati, per installazioni
di cui allAllegato XII alla Parte Seconda, allentrata del bilancio dello
Stato per essere integralmente riassegnati allo stato di previsione del
Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare. Con
gli stessi criteri e modalit di emanazione, le tariffe sono aggiornate
almeno ogni due anni.
3-ter. Nelle more del decreto di cui al comma 3-bis, resta fermo
quanto stabilito dal decreto 24 aprile 2008, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale del 22 settembre 2008.
4. Al fine di garantire loperativit della Commissione di cui
allart. 8-bis, nelle more delladozione del decreto di cui al comma 3bis, e fino allentrata in vigore del decreto di determinazione delle tariffe
di cui al comma 1 del presente articolo, per le spese di funzionamento
nonch per il pagamento dei compensi spettanti ai componenti della
predetta Commissione posto a carico del richiedente il versamento
allentrata del bilancio dello Stato di una somma forfetaria pari ad euro
venticinquemila per ogni richiesta di autorizzazione integrata ambientale per impianti di competenza statale; la predetta somma riassegnata
entro sessanta giorni, con decreto del Ministro delleconomia e delle
finanze, e da apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare. Le somme di
cui al presente comma si intendono versate a titolo di acconto, fermo
restando lobbligo del richiedente di corrispondere conguaglio in relazione alleventuale differenza risultante a quanto stabilito dal decreto di
determinazione delle tariffe, fissate per la copertura integrale del costo
effettivo del servizio reso..
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Il testo dellart. 35 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, citato nelle note alle premesse, cosi come modificato dal presente decreto
cos recita:
Art. 35. (Disposizioni transitorie e finali)
1. Le regioni ove necessario adeguano il proprio ordinamento alle
disposizioni del presente decreto, entro dodici mesi dallentrata in vigore. In mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione
le norme di cui al presente decreto.
2. Trascorso il termine di cui al comma 1, trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto, ovvero le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili.
2-bis. Le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano provvedono alle finalit del presente decreto ai sensi dei
relativi statuti.
2-ter. Le procedure di VAS, VIA ed AIA avviate precedentemente
allentrata in vigore del presente decreto sono concluse ai sensi delle
norme vigenti al momento dellavvio del procedimento.
2-quater. Fino alla data di invio della comunicazione di cui
allart. 29-decies, comma 1, relativa alla prima autorizzazione integrata ambientale rilasciata allinstallazione, le installazioni esistenti per le
quali sia stata presentata nei termini previsti la relativa domanda, possono proseguire la propria attivit, nel rispetto della normativa vigente
e delle prescrizioni stabilite nelle autorizzazioni ambientali di settore
rilasciate per lesercizio e per le modifiche non sostanziali delle installazioni medesime; tali autorizzazioni restano valide ed efficaci fino alla
data di cui allart. 29-quater, comma 12, specificata nellautorizzazione
integrata ambientale, ovvero fino alla conclusione del procedimento,
ove esso non porti al rilascio dellautorizzazione integrata ambientale.
2-quinquies. Nei casi di cui al comma 2-quater non si applica la
sanzione di cui di cui allart. 29-quattuordecies, comma 1.
2-sexies. Le amministrazioni statali, gli enti territoriali e locali, gli
enti pubblici, ivi compresi le universit e gli istituti di ricerca, le societ
per azioni a prevalente partecipazione pubblica, comunicano alle autorit competenti un elenco dei piani e un riepilogo dei dati storici e conoscitivi del territorio e dellambiente in loro possesso, utili ai fini delle
istruttorie per il rilascio di autorizzazioni integrate ambientali, segnalando quelli riservati e rendono disponibili tali dati alle stesse autorit
competenti in forma riproducibile e senza altri oneri oltre quelli di copia, anche attraverso le procedure e gli standard di cui allart. 6-quater
del decreto-legge 12 ottobre 2000, n. 279, convertito, con modificazioni,
dalla legge 11 dicembre 2000, n. 365. I dati relativi agli impianti di competenza statale sono comunicati, per il tramite dellIstituto Superiore per
la Protezione e la Ricerca Ambientale, nellambito dei compiti istituzionali allo stesso demandati.
2-septies. Lautorit competente rende accessibili ai gestori i dati
storici e conoscitivi del territorio e dellambiente in proprio possesso,
di interesse ai fini dellapplicazione del presente decreto, ove non ritenuti riservati, ed in particolare quelli di cui al comma 2-sexies, anche
attraverso le procedure e gli standard di cui allart. 6-quater del decretolegge 12 ottobre 2000, n. 279, convertito, con modificazioni, dalla legge
11 dicembre 2000, n. 365. A tale fine lautorit competente pu avvalersi dellIstituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale,
nellambito dei compiti istituzionali allo stesso demandati.
2-octies. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su
proposta del Ministro dellambiente e della tutela del territorio e del
mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con il
Ministro del lavoro e delle politiche sociali, della salute e dintesa con
la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono disciplinate le modalit
di autorizzazione nel caso in cui pi impianti o parti di essi siano localizzati sullo stesso sito, gestiti dal medesimo gestore, e soggetti ad
autorizzazione integrata ambientale da rilasciare da pi di una autorit
competente.
2-nonies. Il rilascio dellautorizzazione di cui al presente decreto
non esime i gestori dalla responsabilit in relazione alle eventuali sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle
emissioni di cui al decreto legislativo 4 luglio 2006, n. 216 e successive
modifiche ed integrazioni..
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5. Salvo che il fatto costituisca reato, sono puniti con una sanzione
amministrativa pecuniaria da 15.000 a 150.000 euro coloro che immettono sul mercato combustibili per uso marittimo aventi un tenore di zolfo superiore ai limiti previsti nellart. 295 e larmatore o il comandante
che, anche in concorso tra loro, utilizzano combustibili per uso marittimo aventi un tenore di zolfo superiore a tali limiti. In caso di recidiva e
in caso di infrazioni che, per lentit del tenore di zolfo o della quantit
del combustibile o per le caratteristiche della zona interessata, risultano
di maggiore gravit, allirrogazione segue, per un periodo da un mese
a due anni:
a) la sospensione dei titoli professionali marittimi o la sospensione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche nellesercizio dei quali
linfrazione commessa, ovvero, se tali sanzioni accessorie non sono
applicabili;
b) linibizione dellaccesso ai porti italiani per il comandante che
ha commesso linfrazione o per le navi dellarmatore che ha commesso
linfrazione.
6. In caso di violazione dellart. 295, comma 10, il comandante
punito con la sanzione amministrativa prevista dallart. 1193 del codice
della navigazione.
7. Salvo che il fatto costituisca reato, chi, senza commettere linfrazione di cui al comma 5, non consegna il bollettino o il campione di
cui allart. 295, comma 11, o consegna un bollettino in cui lindicazione
ivi prevista sia assente punito con una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 15.000 euro. Con la stessa sanzione punito chi, senza
commettere linfrazione di cui al comma 5, non conserva a bordo il
bollettino o il campione previsto dallart. 295, comma 11.
8. I fornitori di combustibili che non comunicano in termini i dati
previsti dallart. 295, comma 12, sono puniti con una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 30.000 euro.
9. Allaccertamento delle infrazioni previste dai commi da 5 a 8,
provvedono, con adeguata frequenza e programmazione e nellambito
delle rispettive competenze, ai sensi degli articoli 13 e seguenti della
legge 24 novembre 1981, n. 689, il Corpo delle capitanerie di porto, la
Guardia costiera, gli altri soggetti di cui allart. 1235 del codice della
navigazione e gli altri organi di polizia giudiziaria. Allirrogazione delle
sanzioni previste da tali commi provvedono le autorit marittime competenti per territorio e, in caso di infrazioni attinenti alla immissione sul
mercato, le regioni o le diverse autorit indicate dalla legge regionale.
Restano ferme, per i fatti commessi allestero, le competenze attribuite
alle autorit consolari.
10. Gli accertamenti previsti dal comma 9, ove relativi allutilizzo dei combustibili, possono essere effettuati anche con le seguenti
modalit:
a) mediante il campionamento e lanalisi dei combustibili per uso
marittimo al momento della consegna alla nave; il campionamento
deve essere effettuato secondo le pertinenti linee guida dellI.M.O., ove
disponibili;
b) mediante il campionamento e lanalisi dei combustibili per uso
marittimo contenuti nei serbatoi della nave o, ove ci non sia tecnicamente possibile, nei campioni sigillati presenti a bordo;
c) mediante controlli sui documenti di bordo e sui bollettini di consegna dei combustibili.
11. In caso di accertamento degli illeciti previsti dal comma 5 lautorit competente allapplicazione delle procedure di sequestro dispone,
ove tecnicamente opportuno, ed assicurando il preventivo prelievo di
campioni e la conservazione degli altri elementi necessari a fini di prova, che il combustibile fuori norma sia reso conforme alle prescrizioni
violate mediante apposito trattamento a spese del responsabile. A tale
fine la medesima autorit impartisce le opportune prescrizioni circa i
tempi e le modalit del trattamento..
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2. Lautocertificazione di cui al comma 1 deve essere accompagnata da una copia conforme del certificato di registrazione ottenuto ai sensi
dei regolamenti e degli standard parametrici di cui al medesimo comma 1, nonch da una denuncia di prosecuzione delle attivit, attestante
la conformit dellimpresa, dei mezzi e degli impianti alle prescrizioni
legislative e regolamentari, con allegata una certificazione dellesperimento di prove a ci destinate, ove previste.
3. Lautocertificazione e i relativi documenti, di cui ai commi 1 e 2,
sostituiscono a tutti gli effetti lautorizzazione alla prosecuzione, ovvero
allesercizio delle attivit previste dalle norme di cui al comma 1 e ad
essi si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui al decreto
del Presidente della Repubblica 26 aprile 1992, n. 300. Si applicano, altres, le disposizioni sanzionatorie di cui allart. 21 della legge 7 agosto
1990, n. 241.
4. Lautocertificazione e i relativi documenti mantengono lefficacia sostitutiva di cui al comma 3 fino ad un periodo massimo di centottanta giorni successivi alla data di comunicazione allinteressato della
decadenza, a qualsiasi titolo avvenuta, della registrazione ottenuta ai
sensi dei regolamenti e degli standard parametrici di cui al comma 1.
5. Salva lapplicazione delle sanzioni specifiche e salvo che il fatto
costituisca pi grave reato, in caso di accertata falsit delle attestazioni contenute nellautocertificazione e dei relativi documenti, si applica
lart. 483 del codice penale nei confronti di chiunque abbia sottoscritto
la documentazione di cui ai commi 1 e 2.
6. Resta ferma lapplicazione del titolo III-bis della parte seconda del presente decreto, relativo alla prevenzione e riduzione integrate
dellinquinamento, per gli impianti rientranti nel campo di applicazione
del medesimo.
7. I titoli abilitativi di cui al presente articolo devono essere comunicati, a cura dellamministrazione che li rilascia, allISPRA che cura
linserimento in un elenco nazionale, accessibile al pubblico, degli elementi identificativi di cui allart. 208, comma 17, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
7-bis. La comunicazione dei dati di cui al comma 7 deve avvenire
senza nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica tra i sistemi
informativi regionali esistenti, e il Catasto telematico secondo standard
condivisi..
Note allart. 17:
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q) valore limite di emissione: il fattore di emissione, la concentrazione, la percentuale o il flusso di massa di sostanze inquinanti nelle
emissioni che non devono essere superati. I valori di limite di emissione
espressi come concentrazione sono stabiliti con riferimento al funzionamento dellimpianto nelle condizioni di esercizio pi gravose e, salvo
diversamente disposto dal presente titolo o dallautorizzazione, si intendono stabiliti come media oraria;
r) fattore di emissione: rapporto tra massa di sostanza inquinante
emessa e unit di misura specifica di prodotto o di servizio;
s) concentrazione: rapporto tra massa di sostanza inquinante emessa e volume delleffluente gassoso; per gli impianti di combustione i
valori di emissione espressi come concentrazione (mg/Nm) sono calcolati considerando, se non diversamente stabilito dalla parte quinta del
presente decreto, un tenore volumetrico di ossigeno di riferimento del
3 per cento in volume delleffluente gassoso per i combustibili liquidi e
gassosi, del 6 per cento in volume per i combustibili solidi e del 15 per
cento in volume per le turbine a gas;
t) percentuale: rapporto tra massa di sostanza inquinante emessa e
massa della stessa sostanza utilizzata nel processo produttivo, moltiplicato per cento;
u) flusso di massa: massa di sostanza inquinante emessa per unit
di tempo;
v) soglia di rilevanza dellemissione: flusso di massa, per singolo
inquinante o per singola classe di inquinanti, calcolato a monte di eventuali sistemi di abbattimento, e nelle condizioni di esercizio pi gravose
dellimpianto, al di sotto del quale non si applicano i valori limite di
emissione;
z) condizioni normali: una temperatura di 273,15 K ed una pressione di 101,3 kPa;
aa) migliori tecniche disponibili: la pi efficiente ed avanzata fase
di sviluppo di attivit e relativi metodi di esercizio indicanti lidoneit
pratica di determinate tecniche ad evitare ovvero, se ci risulti impossibile, a ridurre le emissioni; a tal fine, si intende per:
1) tecniche: sia le tecniche impiegate, sia le modalit di progettazione, costruzione, manutenzione, esercizio e chiusura degli impianti e
delle attivit;
2) disponibili: le tecniche sviluppate su una scala che ne consenta lapplicazione in condizioni economicamente e tecnicamente valide
nellambito del pertinente comparto industriale, prendendo in considerazione i costi e i vantaggi, indipendentemente dal fatto che siano o
meno applicate o prodotte in ambito nazionale, purch il gestore possa
avervi accesso a condizioni ragionevoli;
3) migliori: le tecniche pi efficaci per ottenere un elevato livello
di protezione dellambiente nel suo complesso.
Per gli impianti di cui allart. 273 e per le attivit di cui allart. 275
si applica la definizione prevista allart. 5, comma 1, lettera l-ter).
aa-bis) ore operative: il tempo, espresso in ore, durante il quale
un grande impianto di combustione , in tutto o in parte, in esercizio
e produce emissioni in atmosfera, esclusi i periodi di avviamento e di
arresto.
bb) periodo di avviamento: salva diversa disposizione autorizzativa, il tempo in cui limpianto, a seguito dellerogazione di energia,
combustibili o materiali, portato da una condizione nella quale non
esercita lattivit a cui destinato, o la esercita in situazione di carico di
processo inferiore al minimo tecnico, ad una condizione nella quale tale
attivit esercitata in situazione di carico di processo pari o superiore
al minimo tecnico;
cc) periodo di arresto: salva diversa disposizione autorizzativa, il
tempo in cui limpianto, a seguito dellinterruzione dellerogazione di
energia, combustibili o materiali, non dovuta ad un guasto, portato da
una condizione nella quale esercita lattivit a cui destinato in situazione di carico di processo pari o superiore al minimo tecnico ad una
condizione nella quale tale funzione esercitata in situazione di carico
di processo inferiore al minimo tecnico o non esercitata;
dd) carico di processo: il livello percentuale di produzione rispetto
alla potenzialit nominale dellimpianto;
ee) minimo tecnico: il carico minimo di processo compatibile con
lesercizio dellattivit cui limpianto destinato;
ff) impianto di combustione: qualsiasi dispositivo tecnico in cui
sono ossidati combustibili al fine di utilizzare il calore cos prodotto;
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6. Ove non sia tecnicamente possibile, anche per ragioni di sicurezza, assicurare il rispetto del comma 5, lautorit competente pu consentire un impianto avente pi punti di emissione. In tal caso, i valori limite
di emissione espressi come flusso di massa, fattore di emissione e percentuale sono riferiti al complesso delle emissioni dellimpianto e quelli espressi come concentrazione sono riferiti alle emissioni dei singoli
punti. Lautorizzazione pu prevedere che i valori limite di emissione si
riferiscano alla media ponderata delle emissioni di sostanze inquinanti
uguali o appartenenti alla stessa classe ed aventi caratteristiche chimiche omogenee, provenienti dai diversi punti di emissione dellimpianto;
in tal caso, il flusso di massa complessivo dellimpianto non pu essere
superiore a quello che si avrebbe se i valori limite di emissione si applicassero ai singoli punti di emissione.
7. Ove opportuno, lautorit competente, tenuto conto delle condizioni tecniche ed economiche, pu consentire il convogliamento delle
emissioni di pi impianti in uno o pi punti di emissione comuni, purch le emissioni di tutti gli impianti presentino caratteristiche chimicofisiche omogenee. In tal caso a ciascun punto di emissione comune si
applica il pi restrittivo dei valori limite di emissione espressi come
concentrazione previsti per i singoli impianti e, se del caso, si prevede
un tenore di ossigeno di riferimento coerente con i flussi inviati a tale
punto. Lautorizzazione stabilisce apposite prescrizioni volte a limitare
la diluizione delle emissioni ai sensi dellart. 269, comma 4, lettera b).
8. Ladeguamento alle disposizioni del comma 5 o, ove ci non sia
tecnicamente possibile, alle disposizioni dei commi 6 e 7 realizzato
entro i tre anni successivi al primo rinnovo o allottenimento dellautorizzazione ai sensi dellart. 281, commi 1, 2, 3 o 4, o dellart. 272,
comma 3, ovvero nel pi breve termine stabilito dallautorizzazione. Ai
fini dellapplicazione dei commi 4, 5, 6 e 7 lautorit competente tiene
anche conto della documentazione elaborata dalla commissione di cui
allart. 281, comma 9.
8-bis. Il presente articolo si applica anche ai grandi impianti di
combustione, fermo restando quanto previsto allart. 273, commi 9 e
10..
Note allart. 21:
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5. Per gli impianti e le attivit degli stabilimenti anteriori al 1988, anteriori al 2006 o nuovi lautorizzazione stabilisce i valori limite di emissione e
le prescrizioni, anche inerenti le condizioni di costruzione o di esercizio ed i combustibili utilizzati, a seguito di unistruttoria che si basa sulle migliori
tecniche disponibili e sui valori e sulle prescrizioni fissati nelle normative di cui al comma 3 e nei piani e programmi di cui al comma 4. Si devono
altres valutare il complesso di tutte le emissioni degli impianti e delle attivit presenti, le emissioni provenienti da altre fonti e lo stato di qualit
dellaria nella zona interessata. I valori limite di emissione e le prescrizioni fissati sulla base di tale istruttoria devono essere non meno restrittivi di
quelli previsti dagli Allegati I, II, III e V alla parte quinta del presente decreto e di quelli applicati per effetto delle autorizzazioni soggette al rinnovo.
6. Per le sostanze per cui non sono fissati valori di emissione, lautorizzazione stabilisce appositi valori limite con riferimento a quelli previsti
per sostanze simili sotto il profilo chimico e aventi effetti analoghi sulla salute e sullambiente.
7. Anche a seguito delladozione del decreto di cui al comma 2, lautorizzazione degli stabilimenti anteriori al 1988, anteriori al 2006 e nuovi
pu sempre stabilire, per effetto dellistruttoria prevista dal comma 5, valori limite e prescrizioni pi severi di quelli contenuti negli allegati I, II, III
e V alla parte quinta del presente decreto, nelle normative di cui al comma 3 e nei piani e programmi di cui al comma 4.
8.
9.
10.
11. I valori limite di emissione e il tenore volumetrico dellossigeno di riferimento si riferiscono al volume di effluente gassoso rapportato alle
condizioni normali, previa detrazione, salvo quanto diversamente indicato nellAllegato I alla parte quinta del presente decreto, del tenore volumetrico di vapore acqueo.
12. Salvo quanto diversamente indicato nellAllegato I alla parte quinta del presente decreto, il tenore volumetrico dellossigeno di riferimento
quello derivante dal processo. Se nellemissione il tenore volumetrico di ossigeno diverso da quello di riferimento, le concentrazioni misurate
devono essere corrette mediante la seguente formula:
E=
21 O2
21 O2M
* EM
13. I valori limite di emissione si riferiscono alla quantit di emissione diluita nella misura che
risulta inevitabile dal punto di vista tecnologico e dell'esercizio. In caso di ulteriore diluizione
dell'emissione le concentrazioni misurate devono essere corrette mediante la seguente formula:
E=
EM * PM
P
14. Salvo quanto diversamente stabilito dalla parte quinta del presente decreto, i valori limite di emissione si applicano ai periodi di normale funzionamento dellimpianto, intesi come i periodi in cui limpianto in funzione con esclusione dei periodi di avviamento e di arresto e dei periodi in cui
si verificano anomalie o guasti tali da non permettere il rispetto dei valori stessi. Lautorizzazione pu stabilire specifiche prescrizioni per tali periodi
di avviamento e di arresto e per leventualit di tali anomalie o guasti ed individuare gli ulteriori periodi transitori nei quali non si applicano i valori
limite di emissione. In caso di emissione di sostanze di cui allart. 272, comma 4, lettera a), lautorizzazione, ove tecnicamente possibile, deve stabilire
prescrizioni volte a consentire la stima delle quantit di tali sostanze emesse durante i periodi in cui si verificano anomalie o guasti o durante gli altri
periodi transitori e fissare appositi valori limite di emissione, riferiti a tali periodi, espressi come flussi di massa annuali. Se si verifica unanomalia
o un guasto tale da non permettere il rispetto di valori limite di emissione, lautorit competente deve essere informata entro le otto ore successive e
pu disporre la riduzione o la cessazione delle attivit o altre prescrizioni, fermo restando lobbligo del gestore di procedere al ripristino funzionale
dellimpianto nel pi breve tempo possibile e di sospendere lesercizio dellimpianto se lanomalia o il guasto pu determinare un pericolo per la salute
umana. Il gestore comunque tenuto ad adottare tutte le precauzioni opportune per ridurre al minimo le emissioni durante le fasi di avviamento e di
arresto. Sono fatte salve le diverse disposizioni contenute nella parte quinta del presente decreto per specifiche tipologie di impianti. Non costituiscono
in ogni caso periodi di avviamento o di arresto i periodi di oscillazione che si verificano regolarmente nello svolgimento della funzione dellimpianto.
15. Il presente articolo si applica anche ai grandi impianti di combustione di cui allart. 273 ed agli impianti e alle attivit di cui allart. 275.
16. Per le installazioni sottoposte ad autorizzazione integrata ambientale i valori limite e le prescrizioni di cui al presente articolo si applicano
ai fini del rilascio di tale autorizzazione, fermo restando il potere dellautorit competente di stabilire valori limite e prescrizioni pi severi.
17. LAllegato VI alla parte quinta del presente decreto stabilisce i criteri per la valutazione della conformit dei valori misurati ai valori limite
di emissione. Con apposito decreto ai sensi dellart. 281, comma 5, si provvede ad integrare tale Allegato VI, prevedendo i metodi di campionamento e di analisi delle emissioni, con lindicazione di quelli di riferimento, i principi di misura e le modalit atte a garantire la qualit dei sistemi di
monitoraggio delle emissioni. Fino alladozione di tale decreto si applicano i metodi precedentemente in uso e, per il rilascio, il rinnovo ed il riesame
delle autorizzazioni di cui allart. 269, i metodi stabiliti dallautorit competente sulla base delle pertinenti norme tecniche CEN o, ove queste non
siano disponibili, sulla base delle pertinenti norme tecniche nazionali, oppure, ove anche queste ultime non siano disponibili, sulla base delle pertinenti norme tecniche ISO o di altre norme internazionali o delle norme nazionali previgenti. Nel periodo di vigenza delle autorizzazioni rilasciate
prima dellentrata in vigore di tale decreto, i controlli, da parte dellautorit o degli organi di cui allart. 268, comma 1, lett. p), e laccertamento del
superamento dei valori limite di emissione sono effettuati sulla base dei metodi specificamente indicati nellautorizzazione o, se lautorizzazione
non indica specificamente i metodi, sulla base di uno tra i metodi sopra elencati. I successivi commi 18, 19 e 20, fatta salva limmediata applicazione
degli obblighi di comunicazione relativi ai controlli di competenza del gestore, si applicano a decorrere dal rilascio o dal primo rinnovo dellautorizzazione effettuati successivamente allentrata in vigore di tale decreto.
18. Le autorizzazioni alle emissioni rilasciate, anche in sede di rinnovo, dopo lentrata in vigore del decreto di cui al comma 17, indicano,
per le emissioni in atmosfera, i metodi di campionamento e di analisi, individuandoli tra quelli elencati nellAllegato VI alla parte quinta del
presente decreto, e i sistemi per il monitoraggio delle emissioni. In caso di modifica delle prescrizioni relative ai metodi ed ai sistemi di monitoraggio nellambito dellautorizzazione, lautorit competente provvede a modificare anche, ove opportuno, i valori limite di emissione autorizzati.
I controlli, da parte dellautorit o degli organi di cui allart. 268, comma 1, lett. p), possono essere effettuati solo sulla base dei metodi elencati
nellAllegato VI alla parte quinta del presente decreto, anche se diversi da quelli di competenza del gestore indicati dallautorizzazione. Nel caso in
cui, in sede di autorizzazione o di controllo, si ricorra a metodi diversi da quelli elencati nellAllegato VI alla parte quinta del presente decreto o a
sistemi di monitoraggio non conformi alle prescrizioni di tale allegato, i risultati della relativa applicazione non sono validi ai sensi ed agli effetti del
presente titolo. Il gestore effettua i controlli di propria competenza sulla base dei metodi e dei sistemi di monitoraggio indicati nellautorizzazione
e mette i risultati a disposizione dellautorit competente per il controllo nei modi previsti dallAllegato VI alla parte quinta del presente decreto e
dallautorizzazione; in caso di ricorso a metodi o a sistemi di monitoraggio diversi o non conformi alle prescrizioni dellautorizzazione, i risultati
della relativa applicazione non sono validi ai sensi ed agli effetti del presente titolo e si applica la pena prevista dallart. 279, comma 2.
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19. Se i controlli di competenza del gestore e i controlli dellautorit o degli organi di cui allart. 268, comma 1, lett. p), simultaneamente
effettuati, forniscono risultati diversi, laccertamento deve essere ripetuto sulla base del metodo di riferimento. In caso di divergenza tra i risultati ottenuti sulla base del metodo di riferimento e quelli ottenuti sulla
base dei metodi e sistemi di monitoraggio indicati dallautorizzazione,
lautorit competente provvede ad aggiornare tempestivamente lautorizzazione nelle parti relative ai metodi ed ai sistemi di monitoraggio ed,
ove ne consegua la necessit, ai valori limite di emissione.
20. Si verifica un superamento dei valori limite di emissione, ai
fini del reato di cui allart. 279, comma 2, soltanto se i controlli effettuati dallautorit o dagli organi di cui allart. 268, comma 1, lett. p),
accertano una difformit tra i valori misurati e i valori limite prescritti,
sulla base di metodi di campionamento e di analisi elencati nellAllegato V alla parte quinta del presente decreto e di sistemi di monitoraggio
conformi alle prescrizioni di tale allegato. Le difformit accertate nei
controlli di competenza del gestore devono essere da costui specificamente comunicate allautorit competente per il controllo entro 24 ore
dallaccertamento. Se i risultati dei controlli di competenza del gestore
e i risultati dei controlli dellautorit o degli organi di cui allart. 268,
comma 1, lett. p), simultaneamente effettuati, divergono in merito alla
conformit dei valori misurati ai valori limite prescritti, si procede nei
modi previsti dal comma 19; i risultati di tali controlli, inclusi quelli
ottenuti in sede di ripetizione dellaccertamento, non possono essere
utilizzati ai fini della contestazione del reato previsto dallart. 279, comma 2, per il superamento dei valori limite di emissione. Resta ferma,
in tutti i casi, lapplicazione dellart. 279, comma 2, se si verificano le
circostanze previste dallultimo periodo del comma 18..
Note allart. 22:
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13. Dopo il 1 gennaio 2008, agli impianti di combustione di potenza termica nominale inferiore a 50MW ed agli altri impianti esclusi
dal campo di applicazione della parte quinta del presente decreto, facenti parte di una raffineria, continuano ad applicarsi, fatto salvo quanto
previsto dalla normativa vigente in materia di autorizzazione integrata
ambientale, i valori limite di emissione calcolati, su un intervallo mensile o inferiore, come rapporto ponderato tra la somma delle masse inquinanti emesse e la somma dei volumi delle emissioni di tutti gli impianti
della raffineria, inclusi quelli ricadenti nel campo di applicazione del
presente articolo.
14. In caso di realizzazione di grandi impianti di combustione che
potrebbero arrecare un significativo pregiudizio allambiente di un altro
Stato della Comunit europea, lautorit competente informa il Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare per ladempimento degli obblighi di cui alla convenzione sulla valutazione dellimpatto
ambientale in un contesto transfrontaliero, stipulata a Espoo il 25 febbraio 1991, ratificata con la legge 3 novembre 1994, n. 640.
15. Le disposizioni del presente articolo si applicano agli impianti
di combustione destinati alla produzione di energia, ad esclusione di
quelli che utilizzano direttamente i prodotti di combustione in procedimenti di fabbricazione. Sono esclusi in particolare:
a) gli impianti in cui i prodotti della combustione sono utilizzati
per il riscaldamento diretto, lessiccazione o qualsiasi altro trattamento
degli oggetti o dei materiali, come i forni di riscaldo o i forni di trattamento termico;
b) gli impianti di postcombustione, cio qualsiasi dispositivo tecnico per la depurazione delleffluente gassoso mediante combustione, che
non sia gestito come impianto indipendente di combustione;
c) i dispositivi di rigenerazione dei catalizzatori di craking
catalitico;
d) i dispositivi di conversione del solfuro di idrogeno in zolfo;
e) i reattori utilizzati nellindustria chimica;
f) le batterie di forni per il coke;
g) i cowpers degli altiforni;
h) qualsiasi dispositivo tecnico usato per la propulsione di un veicolo, una nave, o un aeromobile;
i) le turbine a gas e motori a gas usati su piattaforme off-shore e
sugli impianti di rigassificazione di gas naturale liquefatto off-shore;
[l) le turbine a gas autorizzate anteriormente alla data di entrata in
vigore della parte quinta del presente decreto, fatte salve le disposizioni
alle stesse espressamente riferite;
m) gli impianti azionati da motori diesel, a benzina o a gas;
m-bis) gli impianti che utilizzano come combustibile qualsiasi rifiuto solido o liquido non ricadente nella definizione di biomassa di cui
allAllegato II alla Parte Quinta.
16. Le disposizioni del presente articolo si applicano alle turbine a
gas autorizzate successivamente allentrata in vigore della parte quinta
del presente decreto. Alle turbine a gas autorizzate precedentemente si
applicano esclusivamente le disposizioni alle stesse riferite dallAllegato II alla parte quinta del presente decreto in materia di monitoraggio e
controllo delle emissioni, nonch di anomalie e guasti degli impianti di
abbattimento.
16-bis. A partire dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo 14 settembre 2011, n. 162, ai fini del rilascio dellautorizzazione
prevista per la costruzione degli di impianti di combustione con una
potenza termica nominale pari o superiore a 300 MW, il gestore presenta una relazione che comprova la sussistenza delle seguenti condizioni:
a) disponibilit di appropriati siti di stoccaggio di cui allart. 3,
comma 1, lettera c), del decreto legislativo 14 settembre 2011, n. 162;
b) fattibilit tecnica ed economica di strutture di trasporto di cui
allart. 3, comma 1, lettera aa), del decreto legislativo 14 settembre
2011, n. 162;
c) possibilit tecnica ed economica di installare a posteriori le
strutture per la cattura di CO2.
16-ter. Lautorit competente, sulla base della documentazione di
cui al comma 16-bis, stabilisce se le condizioni di cui allo stesso comma
sono soddisfatte. In tal caso il gestore provvede a riservare unarea sufficiente allinterno del sito per installare le strutture necessarie alla cattura
e alla compressione di CO2..
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Acqua:
1. Composti organoalogenati e sostanze che possono dar loro origine nellambiente idrico.
2. Composti organofosforici.
3. Composti organici dello stagno.
4. Sostanze e preparati di cui sono comprovate propriet cancerogene, mutagene o tali da poter influire sulla riproduzione in ambiente
idrico o con il concorso dello stesso.
5. Idrocarburi persistenti e sostanze organiche tossiche persistenti
e bioaccumulabili.
6. Cianuri.
7. Metalli e loro composti.
8. Arsenico e suoi composti.
9. Biocidi e prodotti fitosanitari.
10. Materie in sospensione.
11. Sostanze che contribuiscono alleutrofizzazione (nitrati e fosfati, in particolare).
12. Sostanze che esercitano uninfluenza sfavorevole sul bilancio
di ossigeno (misurabili con parametri quali BOD, COD).
13. sostanze prioritarie di cui allart. 74, comma 2, lettera ff)..
Il testo dellallegato XI alla Parte Seconda del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, citato nelle note alle premesse, cosi come modificato dal presente decreto cos recita:
Allegati alla Parte Seconda
Allegato XI - Considerazioni da tenere presenti in generale o in
un caso particolare nella determinazione delle migliori tecniche disponibili, secondo quanto definito allart. 5, comma 1, lettera 1-ter), tenuto
conto dei costi e dei benefici che possono risultare da unazione e del
principio di precauzione e prevenzione.
In vigore dal 26 agosto 2010
1. Impiego di tecniche a scarsa produzione di rifiuti.
2. Impiego di sostanze meno pericolose.
3. Sviluppo di tecniche per il ricupero e il riciclo delle sostanze
emesse e usate nel processo, e, ove opportuno, dei rifiuti.
4. Processi, sistemi o metodi operativi comparabili, sperimentati
con successo su scala industriale.
5. Progressi in campo tecnico e evoluzione, delle conoscenze in
campo scientifico.
6. Natura, effetti e volume delle emissioni in questione.
7. Date di messa in funzione degli impianti nuovi o esistenti.
8. Tempo necessario per utilizzare una migliore tecnica disponibile.
9. Consumo e natura delle materie prime ivi compresa lacqua usata nel processo e efficienza energetica.
10. Necessit di prevenire o di ridurre al minimo limpatto globale
sullambiente delle emissioni e dei rischi.
11. Necessit di prevenire gli incidenti e di ridurne le conseguenze
per lambiente.
12. Indicazioni dei documenti di riferimento sulle BAT (BREF) gi
pubblicati, informazioni diffuse ai sensi dellart. 29-tedecies, comma 4,
nonch altre informazioni pubblicate dalla Commissione europea ai
sensi dellart. 16, paragrafo 2, della direttiva 96/61/CE, o da organizzazioni internazionali pubbliche..
Note allart. 27:
Il testo della pagina di riepilogo degli allegati alla Parte Quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, citato nelle note alle premesse,
cosi come modificato dal presente decreto cos recita:
ALLEGATI AL TITOLO I DELLA PARTE QUARTA
ALLEGATO B - elenco non esaustivo delle operazioni di
smaltimento
ALLEGATO C - elenco non esaustivo delle operazioni di recupero
ALLEGATO D elenco dei rifiuti
ALLEGATO E
ALLEGATO F - Criteri da applicarsi sino allentrata, in vigore del
decreto interministeriale di cui allart. 226, comma 3
ALLEGATO I caratteristiche di pericolo per i rifiuti
ALLEGATO L - Esempi di misure di prevenzione dei rifiuti.
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4.9. Le autorit competenti stabiliscono, in sede di autorizzazione, le modalit e la periodicit secondo cui i gestori devono informare
le stesse autorit circa i risultati delle misurazioni continue, i risultati
della verifica del funzionamento delle apparecchiature di misurazione, i
risultati delle misurazioni discontinue, nonch circa i risultati di tutte le
altre misurazioni effettuate per valutare il rispetto delle pertinenti disposizioni del presente decreto.
4.10. Nel caso di impianti che devono rispondere ai gradi di desolforazione fissati nella parte II sezione 1, lautorit competente, in sede
di autorizzazione, individua opportune procedure di determinazione
per valutare le concentrazioni del biossido di zolfo nelle emissioni. Tali
procedure devono essere conformi alle pertinenti norme CEN o, laddove queste non sono disponibili, alle pertinenti norme ISO, ovvero alle
norme nazionali o internazionali, che assicurino dati equivalenti sotto il
profilo della qualit scientifica. Lautorit competente stabilisce inoltre,
in sede di autorizzazione, lobbligo di effettuare regolari controlli del
tenore di zolfo nel combustibile introdotto nellimpianto.
5. Conformit ai valori limite di emissione
5.1. In caso di misurazioni continue, i valori limite di emissione
indicati nella parte II, sezioni da 1 a 5, lettere A, si considerano rispettati
se la valutazione dei risultati evidenzia che, nelle ore operative, durante
un anno civile:
- nessun valore medio mensile supera i pertinenti valori limite di
emissione, e
- il 97% di tutte le medie di 48 ore non supera il 110% dei valori
limite di emissione previsti per il biossido di zolfo e le polveri, ed il
95% di tutte le medie di 48 ore non supera il 110% dei valori limite di
emissione previsti per gli ossidi di azoto.
5.2. Nel caso in cui lautorit competente in sede di rilascio dellautorizzazione, richieda soltanto misurazioni discontinue o altre opportune procedure di determinazione, i valori limite di emissione indicati nella parte II, sezioni da 1 a 6, si considerano rispettati se i risultati di ogni
serie di misurazioni o delle altre procedure disciplinate nellallegato VI
non superano tali valori limite di emissione.
5.3. I valori limite di emissione indicati nella parte II, sezioni da
1 a 5, lettere B, si considerano rispettati se la valutazione dei risultati
evidenzia che, nelle ore operative, durante un anno civile, nessun valore
medio giornaliero valido supera i pertinenti valori limite di emissione
ed il 95% di tutti i valori medi orari convalidati nellarco dellanno non
supera il 200% dei pertinenti valori limite di emissione.
5.4. I valori medi convalidati di cui al punto 5.3. sono determinati in
conformit alle prescrizioni contenute nella parte II, sezione 8, paragrafo 5.
6. Anomalie o guasti degli impianti di abbattimento
6.1. Lautorit competente pu concedere sospensioni dellapplicazione dei valori limite di emissione di cui allart. 273 per il biossido
di zolfo, per periodi massimi di sei mesi, a favore degli impianti che, ai
fini del rispetto di tali valori utilizzano un combustibile a basso tenore di
zolfo e che, a causa di uninterruzione delle forniture dello stesso combustibile, derivante da una grave ed eccezionale difficolt di reperimento sul mercato, non siano in grado di rispettare i predetti valori limite.
6.2. Lautorit competente pu concedere deroghe allapplicazione
dei valori limite di emissione previsti dallart. 273, a favore degli impianti che normalmente utilizzano soltanto combustibili gassosi e che
sarebbero altrimenti soggetti allobbligo di dotarsi di un dispositivo di
depurazione degli effluenti gassosi, nel caso in cui, a causa di una improvvisa interruzione della fornitura di gas, tali impianti debbano eccezionalmente ricorrere alluso di altri combustibili per un periodo non
superiore a 10 giorni o, se esiste una assoluta necessit di continuare le
forniture di energia, per un periodo pi lungo.
6.3. Lautorit competente, se diversa dal Ministero dellambiente
e della tutela del territorio e del mare, informa tempestivamente tale
Ministero in merito a tutte le sospensioni e le deroghe concesse per i
periodi di anomalo funzionamento di cui ai punti 6.1. e 6.2. (1215)
6.4. In caso di guasti tali da non permettere il rispetto dei valori
limite di emissione, il ripristino funzionale dellimpianto deve avvenire nel pi breve tempo possibile e comunque entro le successive 24
ore. In caso di mancato ripristino funzionale lautorit competente pu
prescrivere la riduzione o la cessazione dellattivit oppure lutilizzo di
combustibili a minor impatto ambientale rispetto a quelli autorizzati. Un
impianto di combustione non pu funzionare in assenza di impianti di
abbattimento per un periodo complessivo che ecceda le centoventi ore
nellarco di qualsiasi periodo di dodici mesi consecutivi preso in esame.
Lautorizzazione prevede linstallazione di idonei sistemi di misurazione dei periodi di funzionamento degli impianti di abbattimento.
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6.5. Nei casi in cui siano effettuate misurazioni continue il punto 6.4 si applica soltanto se da tali misurazioni risulti un superamento dei valori
limite di emissione previsti negli atti autorizzativi.
6.6. Lautorit competente pu concedere deroghe al limite di ventiquattro ore ed al limite di centoventi ore, previsti dal punto 6.4, nei casi in
cui sussista la necessit assoluta di mantenere la fornitura energetica e nei casi in cui limpianto sarebbe sostituito, per il periodo di tempo corrispondente alla durata della deroga, da un impianto in grado di causare un aumento complessivo delle emissioni.
Parte II
Valori limite di emissione
Sezione 1
Valori limite di emissione di SO2 - Combustibili solidi
A.
1. Valori limite di emissione SO2 espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento: 6%) che
devono essere applicati agli impianti anteriori al 2013 che utilizzano combustibili solidi, ad
eccezione delle turbine a gas e dei motori a gas:
Potenza termica
nominale totale
(MWth)
50-100
100-300
> 300
Carbone e lignite
e altri
combustibili
solidi
400
250
200
Biomassa
Torba
200
200
200
300
300
200
Biomassa
Torba
200
100
75
100
100
75
200
100
75
C.
1. Per gli impianti alimentati a combustibili solidi indigeni, se il gestore dimostra che i valori
limite di emissione delle lettere A) e B) non possono essere rispettati a causa delle caratteristiche
del combustibile, lautorizzazione pu prevedere un grado minimo di desolforazione
quantomeno pari ai seguenti valori, intesi come valori limite medi mensili:
Impianti
anteriori al
2002
50-100
80 %
100-300
90 %
> 300
96 % (*)
(*) per impianti alimentati a scisti bituminosi: 95%
Potenza termica
nominale totale (MW)
97
Impianti
anteriori al
2013
92 %
92 %
96 %
Altri
impianti
93 %
93 %
97 %
27-3-2014
Serie generale - n. 72
2. Per gli impianti alimentati a combustibili solidi indigeni in cui sono coinceneriti anche rifiuti,
se il gestore dimostra che non possono essere rispettati i valori limite Cprocesso per il biossido di
zolfo di cui alla parte 4, punti 3.1 o 3.2, dellAllegato I al Titolo I-bis della Parte Quarta del
presente decreto, a causa delle caratteristiche del combustibile, lautorizzazione pu prevedere,
in alternativa, un grado minimo di desolforazione quantomeno pari ai valori del precedente
paragrafo. In tal caso, il valore Crifiuti di cui a tale parte 4, punto 1, pari a 0 mg/Nm.
3. Nei casi previsti dai paragrafi 1 e 2 il gestore, entro il 31 maggio di ogni anno, a partire dal
2017, tenuto a presentare allautorit competente e, comunque, al Ministero dellambiente e
della tutela del territorio e del mare un documento che riporta il tenore di zolfo del combustibile
solido indigeno usato e il grado di desolforazione raggiunto come media mensile; la prima
comunicazione indica anche la motivazione tecnica dellimpossibilit di rispettare i valori limite
di emissione oggetto di deroga.
Sezione 2
Valori limite di emissione di SO2 - Combustibili liquidi
A.
1. Valori limite di emissione SO2 espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento: 3%) che
devono essere applicati agli impianti anteriori al 2013 che utilizzano combustibili liquidi, ad
eccezione delle turbine a gas, dei motori a gas e dei motori diesel:
Potenza termica
nominale totale
(MWth)
50-100
100-300
> 300
98
27-3-2014
100-300
> 300
Serie generale - n. 72
200
150
Sezione 3
Valori limite di emissione di SO2- Combustibili gassosi
A.
Valori limite di emissione SO2 espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento: 3%) che devono
essere applicati agli impianti alimentati a combustibile gassoso ad eccezione delle turbine a gas e
dei motori a gas:
Gas naturale ed altri gas
Gas liquido
Gas a basso potere calorifico originati da forni
a coke
Gas a basso potere calorifico originati da
altiforni
35
5
400
200
Per gli impianti di combustione anteriori al 2002 alimentati con gas a basso potere calorifico
originati dalla gassificazione dei residui delle raffinerie si applica un limite pari a 800 mg/Nm.
Sezione 4
Valori limite di emissione di NOx (misurati come NO2) e di CO
A.
1. Valori limite di emissione di NOx espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento: 6% per i
combustibili solidi, 3% per i combustibili liquidi e gassosi) che devono essere applicati agli
impianti anteriori al 2013 alimentati con combustibili solidi o liquidi, ad eccezione delle turbine
a gas, dei motori a gas e dei motori diesel.
Biomassa e torba
Combustibili
liquidi
50-100
100-300
Carbone e lignite
e altri
combustibili
solidi
300 (4)
200 (4)
300 (4)
250 (4)
450
200 (2) (3) (4)
> 300
Potenza termica
nominale totale
(MWth)
(1) Lautorizzazione pu prevedere un valore limite di emissione di NOx pari a 400 mg/Nm per
impianti anteriori al 2002 con una potenza termica nominale totale superiore a 500 MW,
alimentati a combustibile liquido, che, negli anni successivi al rilascio, non saranno in funzione
per pi di 1.500 ore operative annue calcolate come media mobile su ciascun periodo di cinque
anni e, comunque, per pi di 3.000 ore operative allanno. Il gestore tenuto a presentare, entro
il 31 maggio di ogni anno, allautorit competente e, comunque, al Ministero dellambiente e
99
27-3-2014
Serie generale - n. 72
della tutela del territorio e del mare un documento in cui sono registrate le ore operative annue
degli impianti soggetti alla deroga.
(2) Lautorizzazione pu prevedere un valore limite di emissione di NOx pari a 450 mg/Nm per
impianti di combustione anteriori al 2002 con una potenza termica nominale totale non superiore
a 500 MW che utilizzano residui di distillazione e di conversione della raffinazione del petrolio
greggio ai fini del processo di raffinazione.
(3) Lautorizzazione pu prevedere un valore limite di emissione di NOx pari a 450 mg/Nm per
impianti di combustione anteriori al 2002 con una potenza termica nominale totale non superiore
a 500 MW, situati allinterno di installazioni chimiche, alimentati con residui liquidi di
produzione di cui non ammesso il commercio utilizzati ai fini del processo di produzione.
(4) Lautorizzazione pu prevedere un valore limite di emissione di NOx pari a 450 mg/Nm per
impianti di combustione anteriori al 2002 con una potenza termica nominale totale non superiore
a 500 MW, alimentati a combustibile solido o liquido, che, negli anni successivi al rilascio, non
saranno in funzione per pi di 1.500 ore operative annue calcolate come media mobile su ciascun
periodo di cinque anni e, comunque, per pi di 3.000 ore operative allanno. Il gestore tenuto a
presentare, entro il 31 maggio di ogni anno, allautorit competente e, comunque, al Ministero
dellambiente e della tutela del territorio e del mare un documento in cui sono registrate le ore
operative annue degli impianti soggetti alla deroga.
(5) Lautorizzazione pu prevedere un valore limite di emissione di NOx pari a 450 mg/Nm per
impianti di combustione autorizzati prima del 1 luglio 1987, anche se con una potenza termica
nominale totale superiore a 500 MW, alimentati a combustibile solido, che, negli anni successivi
al rilascio, non saranno in funzione per pi di 1.500 ore operative annue calcolate come media
mobile su ciascun periodo di cinque anni e, comunque, per pi di 3.000 ore operative allanno. Il
gestore tenuto a presentare, entro il 31 maggio di ogni anno, allautorit competente e,
comunque, al Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare un documento in cui
sono registrate le ore operative annue degli impianti soggetti alla deroga.
2. Le turbine a gas (comprese le turbine a gas a ciclo combinato CCGT) di impianti che
utilizzano distillati leggeri e medi come combustibili liquidi sono soggette ad un valore limite di
emissione di NOx pari a 90 mg/Nm e di CO pari a 100 mg/Nm.
3. Le turbine a gas per casi di emergenza che sono in funzione per meno di 500 ore operative
annue non sono soggette ai valori limite di emissione di cui alla presente lettera A. Il gestore
tenuto a presentare ogni anno allautorit competente un documento in cui sono registrate le ore
operative annue utilizzate.
A-bis
1. Valori limite di emissione di NOx e di CO espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento:
15% per le turbine e motori a gas e 3% negli altri casi) che devono essere applicati per gli
impianti di combustione alimentati a combustibile gassoso anteriori al 2013:
Tipo impianto
alimentato con gas naturale,* ad
eccezione delle turbine a gas e dei
motori a gas
NOx
100
100
CO
100
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Serie generale - n. 72
120
100
100
100
* Il gas naturale il metano presente in natura con non pi del 20% in volume di inerti ed altri
costituenti.
2. In deroga al paragrafo 1, sono soggette ad un valore limite di emissione di NOx pari a 75
mg/Nm le turbine a gas (comprese le CCGT) alimentate a gas naturale usate:
- in un sistema di produzione combinata di calore e di elettricit che abbia un grado di
rendimento globale superiore al 75%;
- in impianti a ciclo combinato che abbiano un grado di rendimento elettrico globale medio
annuo superiore al 55%;
- per trasmissioni meccaniche.
Per le turbine a gas (comprese le CCGT) alimentate a gas naturale che non rientrano in una delle
categorie di cui sopra e che hanno un grado di efficienza , determinato alle condizioni ISO di
carico base, superiore al 35%, il valore limite di emissione di NOx pari a 50 x /35%.
3. In deroga ai paragrafi 1, 2 e 4, lautorizzazione pu prevedere, per le turbine a gas (comprese
le CCGT) anteriori al 2002 che, negli anni successivi al rilascio, non saranno in funzione per pi
di 1.500 ore operative annue calcolate come media mobile su ciascun periodo di cinque anni e,
comunque, per pi di 3.000 ore operative allanno, un valore limite di emissione di NOx pari a
150 mg/Nm se le turbine sono alimentate a gas naturale e a 200 mg/Nm se le turbine sono
alimentate con altri gas o combustibili liquidi. Il gestore tenuto a presentare, entro il 31 maggio
di ogni anno, allautorit competente e, comunque, al Ministero dellambiente e della tutela del
territorio e del mare un documento in cui sono registrate le ore operative annue degli impianti
soggetti alla deroga.
4. Per le turbine a gas di potenza termica nominale maggiore o uguale a 300 MW ubicate nelle
zone nelle quali i livelli di ossidi di azoto comportano il rischio di superamento dei valori di
qualit dellaria previsti dalla vigente normativa, lautorizzazione deve prevedere un valore
limite di ossidi di azoto pari o inferiore a 40 mg/ Nm.
5. Le turbine a gas e i motori a gas per casi di emergenza che sono in funzione per meno di 500
ore operative annue non sono soggette ai valori limite di emissione di cui alla presente lettera Abis. Il gestore tenuto a presentare ogni anno allautorit competente un documento in cui sono
registrate le ore operative annue utilizzate.
101
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Serie generale - n. 72
B.
1. Valori limite di emissione NOx espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento: 6% per i
combustibili solidi, 3% per i combustibili liquidi e gassosi) che devono essere applicati agli
impianti nuovi che utilizzano combustibili solidi o liquidi, ad eccezione delle turbine, dei motori
a gas e dei motori diesel.
Potenza termica
nominale totale
(MWth)
50-100
Biomassa e torba
Combustibili
liquidi
150
150
100-300
100
100
> 300
100
100
2. Le turbine a gas (comprese le CCGT) che utilizzano distillati leggeri e medi come
combustibili liquidi sono soggette ad un valore limite di emissione di NOx pari a 50 mg/Nm e di
CO pari a 100 mg/Nm.
3. Le turbine a gas per casi di emergenza che sono in funzione per meno di 500 ore operative
annue non sono soggette ai valori limite di emissione di cui alla presente lettera B. Il gestore
tenuto a presentare ogni anno allautorit competente un documento in cui sono registrate le ore
operative annue utilizzate.
B-bis
1.Valori limite di emissione di NOx e CO espressi in mg/Nm per impianti di combustione nuovi
alimentati a combustibile gassoso (tenore di O2 di riferimento: 15% per le turbine e motori a gas
e 3% negli altri casi).
Tipo impianto
diverso dalle turbine a gas e dei motori a
gas
Turbine a gas (comprese le CCGT)
CCGT usate per trasmissioni meccaniche
Motori a gas
NOx
100
CO
100
30 *
50 *
75
100
100
100
*Se il grado di efficienza , determinato alle condizioni ISO di carico base, supera il 35%, il valore
limite di emissione di NOx pari a 30 x /35%, o in caso di CCGT utilizzate per trasmissioni
meccaniche pari a 50 x /35%.
102
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Serie generale - n. 72
2. Le turbine a gas per casi di emergenza che sono in funzione per meno di 500 ore operative
annue non sono soggette ai valori limite di emissione di cui alla presente lettera B-bis. Il gestore
tenuto a presentare ogni anno allautorit competente un documento in cui sono registrate le
ore operative annue utilizzate.
Sezione 5
Valori limite di emissione delle polveri
A.
1. Valori limite di emissione di polveri espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento: 6% per i
combustibili solidi, 3% per i combustibili liquidi) che devono essere applicati agli impianti
anteriori al 2013 che utilizzano combustibili solidi o liquidi, ad eccezione delle turbine a gas, dei
motori a gas e dei motori diesel.
Potenza termica
nominale totale
(MWth)
50-100
100-300
> 300
Carbone e
lignite ed altri
combustibili
solidi
30
25
20
Biomassa e torba
Combustibili
liquidi
30
20
20
30
25
20
Potenza termica
nominale totale (MWth)
50-300
> 300
Biomassa e
torba
18 per
biomasse
solide e torba
10 per
biomasse
liquide
18 per
biomasse
solide e torba
10 per
biomasse
103
10
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Serie generale - n. 72
liquide
2. Valori limite di emissione di polveri, espressi in mg/Nm (tenore di O2 di riferimento 3%) che
devono essere applicati a tutti gli impianti che utilizzano combustibili gassosi ad eccezione delle
turbine a gas e dei motori a gas.
Gas diversi da quelli indicati nella
5
presente tabella
Gas di altiforni
10
Gas prodotti dallindustria
30
siderurgica che possono essere usati
in stabilimenti diversi da quello di
produzione
Sezione 5
Valori limite di emissione delle polveri
A.
Valori limite di emissione di polveri espressi in mg/Nm3 (tenore di O2 di riferimento: 6% per i
combustibili solidi, 3% per i combustibili liquidi e gassosi) che devono essere applicati agli
impianti anteriori al 1988 e agli impianti anteriori al 2006:
Tipo di combustibile
valori limite di emissione polveri (mg/Nm3)
Solido
50
Liquido
50
Gassoso
5 di regola
10 per i gas di altoforno
50 per i gas prodotti dalle acciaierie che possono
essere impiegati altrove
B.
Valori limite di emissione di polveri espressi in mg/Nm3 (tenore di O2 di riferimento: 6% per i
combustibili solidi, 3% per i combustibili liquidi e gassosi) che devono essere applicati agli
impianti nuovi, ad eccezione delle turbine a gas:
Combustibili solidi
Valore limite di emissione polveri
Potenza termica nominale (P) (MW)
(mg/Nm3)
50 P 100
50
P > 100
30
Combustibili liquidi
Valore limite di emissione polveri
(mg/Nm3)
50
30
Gas di altiforni
Gas prodotti dall'industria siderurgica che possono
essere usati altrove
Altri gas
104
30
5
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Serie generale - n. 72
Sezione 6
Valori limite di emissione per alcuni metalli e loro composti (1209)(10)
Valori limite di emissione di metalli e loro composti espressi in mg/Nm3 (tenore di O2 di
riferimento: 6% per i combustibili solidi, 3% per i combustibili liquidi) che devono essere applicati
a tutti i grandi impianti di combustione.
Impianti di potenza termica nominale pari o superiore a 50MW e inferiore o pari a 100MW
Inquinante
Valore limite di emissione (mg/Nm3)
Be
0.08
Cd + Hg + TI
0.20
As + Cr (VI) + Co + Ni (frazione respirabile ed
0.80
insolubile)
Se + Te + Ni (sotto forma di polvere)
1.60
Sb +Cr (III) + Mn + Pd + Pb + Pt + Cu + Rh + Sn
8.00
+V
Impianti di potenza termica nominale superiore a 100MW
Inquinante
Valore limite di emissione (mg/Nm3)
Be
0.05
Cd + Hg + TI
0.10
As + Cr (VI) + Co + Ni (frazione respirabile ed
0.50
insolubile)
Se + Te + Ni (sotto forma di polvere)
100
Sb +Cr (III) + Mn + Pd + Pb + Pt + Cu + Rh + Sn
5.00
+V
Sezione 7
Valori limite di emissione di alcuni inquinanti espressi in mg/Nm3 (tenore di 02 di riferimento: 6%
per i combustibili solidi, 3% per i combustibili liquidi).
1. Impianti di potenza termica nominale pari o superiore a 50MW
Valore limite di emissione
Inquinante
(mg/Nm3)
CO
250 (1210)(11)
sostanze organiche volatili, espresse come carbonio
300 mg/m3
totale
cloro
5 mg/m3
idrogeno solforato
5 mg/m3
bromo e suoi composti espressi come acido
5 mg/m3
bromidrico
fluoro e suoi composti espressi come acido
5 mg/m3
fluoridrico
ammoniaca e composti a base di cloro espressi come
100 mg/m3
acido cloridrico:
2. I valori di emissione per le sostanze cancerogene tossiche per la riproduzione e mutagene e quelle
di tossicit e cumulabilit particolarmente elevate sono quelli riportati nell'allegato I, parte II, punti
1.1 e 1.2.
3. Fatto salvo quanto previsto nella sezione 6, i valori di emissione per le sostanze inorganiche che
si presentano prevalentemente sotto forma di polvere, riportate nell'allegato I, parte II, sono i
seguenti:
sostanze appartenenti alla classe I
0,2 mg/m3
sostanze appartenenti alla classe II
2 mg/m3
sostanze appartenenti alla classe III
10 mg/m3
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Serie generale - n. 72
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Serie generale - n. 72
Raffineria
Turbina a gas
Altro
Tecniche di abbattimento emissioni Sistemi di assorbimento (torri a riempimento,
in atmosfera
colonna a piatti)
Sistemi di assorbimento
Sistemi per la conversione termica
Sistemi per la conversione catalitica
Sistemi meccanici centrifughi (ciclone,
multiciclone)
Sistemi ad umido (torri di lavaggio)
Sistemi elettrostatici
Sistemi a tessuto (filtri a manica)
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
Combustibili utilizzati
Combustibile
Quantit utilizzata
Biomasse
Combustibili solidi diversi dalle
biomasse
Combustibili liquidi
Gas naturale
Gas diversi dal gas naturale
t/anno:
Apporto di energia
(1213)(14)
kJ anno:
t/anno:
kJ anno:
t/anno:
Sm3/anno:
Sm3/anno:
kJ anno:
kJ anno:
kJ anno:
SO2:
NOx (espressi come NO2):
Polveri:
Emissioni in atmosfera
t/anno:
t/anno:
t/anno:
C. (1214)(15)
Esenzioni e deroghe
Autorit che ha concesso la deroga/ esenzione:
Data concessione:
ore operative autorizzate per l'anno di
riferimento:
ore operative utilizzate:
Parte IV
Determinazione delle emissioni totali di biossido di zolfo, ossidi di azoto e polveri per la
elaborazione della relazione alla Commissione europea.
1. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare elabora la relazione di cui
all'articolo 274, comma 1, sulla base dei dati sulle emissioni totali annue di biossido di zolfo e
ossidi d'azoto, trasmessi dai gestori ai sensi dell'articolo 274, comma 4. Qualora si usi il controllo
continuo, il gestore dell'impianto di combustione addiziona separatamente, per ogni inquinante, la
massa di inquinante emesso quotidianamente, sulla base delle portate volumetriche degli effluenti
107
27-3-2014
Serie generale - n. 72
gassosi. Qualora non si usi il controllo continuo, le stime delle emissioni annue totali sono
determinate dal gestore sulla base delle disposizioni di cui alla parte I, paragrafo 4, secondo quanto
stabilito dalle autorit competenti in sede di rilascio delle autorizzazioni. Ai fini della trasmissione
dei dati previsti dall'articolo 274, le emissioni annue e le concentrazioni delle sostanze inquinanti
negli effluenti gassosi sono determinate nel rispetto di quanto stabilito dalle disposizioni della parte
I, paragrafi 4 e 5. (1215)
Parte V
Massimali e obiettivi di riduzione i emissioni di SO2 e NOx per gli impianti esistenti
SO2
NOx
Emissioni per i grandi impianti di combustione nel 1980
2450
580
(Kton)
Massimale di emissione (Kton/anno)
1993
1715
570
1998
1500
406
2003
900
% di riduzione delle emissioni
1993
-30
-2
1998
-39
-30
2003
-63
(1200) (1) Per gli impianti che consumano combustibili solidi indigeni, qualora i valori limite di
emissione di cui sopra non possano essere rispettati per le caratteristiche del combustibile, si dovr
ottenere un grado di desolforazione pari ad almeno il 60% nel caso di impianti aventi una potenza
termica nominale inferiore o pari a 100 MW, 75% nel caso di impianti aventi una potenza termica
nominale superiore a 100 MW e inferiore o pari a 300 MW e 90% per impianti di potenza superiore
a 300 MW. Nel caso di impianti aventi una potenza termica nominale superiore a 500 MW, si
applicher un grado di desolforazione pari ad almeno il 94%, o ad almeno il 92% qualora sia stato
stipulato un contratto relativo alla messa a punto di un sistema di desolforazione dei gas di scarico o
di iniezione di calcio e i lavori di installazione dello stesso siano iniziati prima del 1 gennaio 2001.
(1201) (2) Per gli impianti che consumano combustibili solidi indigeni, qualora i valori limite di
emissione di cui sopra non possano essere rispettati per le caratteristiche del combustibile, si dovr
ottenere per gli impianti un valore di 300 mg/Nm3 SO2 o un grado di desolforazione pari ad almeno
il 92% nel caso di impianti aventi una potenza termica nominale inferiore o pari a 300 MW e, nel
caso di impianti aventi una potenza termica nominale superiore a 300 MW, si applicher un grado
di desolforazione pari ad almeno il 95%, oltre ad un valore limite di emissione massimo consentito
pari a 400 mg/ Nm3
(1202) (3) Nel caso in cui il combustibile utilizzato sia costituito da biomasse il valore limite di
emissione di biossido di zolfo pari a 200 mg/Nm3.
(1203) (4) II gas naturale il metano presente in natura con non pi del 20% in volume di inerti ed
altri costituenti.
(1204) (5) Per i gas diversi dal gas naturale il limite pari a 200 mg/Nm3 indipendentemente dalla
potenza termica nominale dell'impianto
(1205) (6) II gas naturale il metano presente in natura con non pi del 20% in volume di inerti ed
altri costituenti.
(1206) (7) 75 mg/Nm3 nei casi seguenti, in cui l'efficienza della turbina a gas determinata alle
condizioni ISO di carico di base: turbine a gas usate in un sistema di produzione combinata di
calore e di elettricit che hanno un grado di rendimento globale superiore al 75%;
turbine a gas per trasmissioni meccaniche.
Per le turbine a gas che non rientrano in una delle categorie di cui sopra, ma che hanno un grado di
efficienza superiore al 35% determinato alle condizioni ISO di carico di base, il valore limite di
emissione sar pari a 50*/35 dove l'efficienza della turbina a gas espressa in percentuale (e
determinata alle condizioni ISO di carico di base).
108
27-3-2014
Serie generale - n. 72
(1207) (8) Per gli impianti di potenza termica nominale maggiore o uguale a 300MW da ubicarsi
nelle zone nelle quali i livelli di ossidi di azoto comportano il rischio di superamento dei valori
limite e delle soglie di allarme di cui al decreto legislativo n. 351 del 1999 il limite pari a 40 mg/
/Nm3.
(1208) (9) Questo valore limite di emissione si applica unicamente alle turbine a gas alimentate con
distillati leggeri e medi.
(1209) (10) I valori limite di emissione della presente sezione non si applicano agli impianti che
utilizzano esclusivamente combustibili gassosi oppure biomasse.
(1210) (11) L'autorit competente pu fissare, per particolari situazioni impiantistiche, un valore
limite di emissione maggiore del valore di emissione sopra indicato. Restano in ogni caso fermi i
valori limite di CO indicati nella sezione 4, lettere A-bis e B-bis.
(1211) (12) I dati da riportare sono quelli riferiti ad un singolo camino.
(1212) (13) La risposta a questa richiesta deve essere fornita esclusivamente dai gestori dei nuovi
impianti
(1213) (14) Calcolato come il prodotto tra la quantit di combustibile utilizzato e il potere calorifico
netto del combustibile stesso
(1214) (15) Per i soli impianti che si avvalgono dell'esenzione di cui all'articolo 7, comma 5, o delle
deroghe di cui alla parte A, paragrafo 2, delle sezioni I e IV.
(1215) A norma dell'art. 4, comma 2, D.Lgs. 29 giugno 2010, n. 128, nel presente provvedimento le
parole Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio sono state sostituite dalle parole
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Il testo dellallegato III alla Parte Quinta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, citato nelle note alle premesse, cosi come modificato dal
presente decreto cos recita:
Allegati alla Parte Quinta
Allegato III - Emissioni di composti organici volatili
In vigore dal 12 aprile 2011
Parte I
Disposizioni generali
1. Definizioni
1.1. Ai fini del presente allegato si intende per:
a) adesivo: qualsiasi miscela, compresi tutti i solventi organici o le miscele contenenti solventi organici necessari per una sua corretta applicazione, usato per far aderire parti separate di un prodotto;
b) inchiostro: una miscela, compresi tutti i solventi organici o le miscele contenenti i solventi organici necessari per una sua corretta applicazione, usato in unattivit di stampa per imprimere testi o immagini su una superficie;
c) input: la quantit di solventi organici e la loro quantit nelle miscele utilizzati nello svolgimento di unattivit; sono inclusi i solventi recuperati allinterno e allesterno del luogo in cui lattivit svolta, i quali devono essere registrati tutte le volte in cui sono riutilizzati per svolgere
lattivit;
d) miscela: le miscele o le soluzioni composte di due o pi sostanze;
e) rivestimento: ogni miscela, compresi tutti i solventi organici o le miscele contenenti solventi organici necessari per una sua corretta applicazione, usato per ottenere su una superficie un effetto decorativo, protettivo o funzionale;
f) soglia di produzione: la quantit espressa in numero di pezzi prodotti/anno di cui allappendice 1 della parte III, riferita alla potenzialit di
prodotto per cui le attivit sono progettate;
g) solvente organico alogenato: un solvente organico che contiene almeno un atomo di bromo, cloro, fluoro o iodio per molecola;
h) vernice: un rivestimento trasparente.
2. Emissioni di sostanze caratterizzate da particolari rischi per la salute e lambiente
a decorrere dal 1 giugno 2015: 2.1. Le sostanze e le miscele alle quali, a causa del loro tenore di COV classificati dal regolamento 1272/2008
come cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione, sono state assegnate o sulle quali devono essere apposte le indicazioni di pericolo H340,
H350, H350i, H360D o H360F sono sostituite quanto prima con sostanze e miscele meno nocive, tenendo conto delle linee guida della Commissione europea, ove emanate.
109
27-3-2014
Serie generale - n. 72
4.2. Ai fini dellapplicazione del punto 4.1, il gestore effettua, secondo le prescrizioni dellautorizzazione e secondo i punti 3.2, 3.3. e
3.4, misurazioni di COV continue o periodiche nelle emissioni convogliate ed elabora e aggiorna, con la periodicit prevista dallautorizzazione, e comunque almeno una volta allanno, un piano di gestione dei
solventi, secondo le indicazioni contenute nella parte V.
2.2. Agli effluenti gassosi che emettono i COV di cui al punto 2.1
in una quantit complessivamente uguale o superiore a 10 g/h, si applica un valore limite di 2 mg/Nm3, riferito alla somma delle masse dei
singoli COV.
4.3-bis Nel determinare la concentrazione di massa dellinquinante nelleffluente gassoso non sono presi in considerazione i volumi di
gas che possono essere aggiunti, ove tecnicamente giustificato, per scopi di raffreddamento o di diluizione.
2.3. Agli effluenti gassosi che emettono COV ai quali sono state
assegnate o sui quali devono essere apposte le indicazioni di pericolo
H341 o H351 o ai quali sono state assegnate etichette con le frasi di
rischio R40, R68, in una quantit complessivamente uguale o superiore
a 100 g/h, si applica un valore limite di emissione di 20 mg/Nm, riferito
alla somma delle masse dei singoli COV.
2.4. Al fine di tutelare la salute umana e lambiente, le emissioni
dei COV di cui ai punti 2.1 e 2.3 devono essere sempre convogliate.
2.5. Alle emissioni di COV ai quali, successivamente al 12 marzo
2004, sono assegnate etichette con una delle frasi di rischio di cui ai
punti 2.1 e 2.3, si applicano, quanto prima, e comunque entro un anno
dallentrata in vigore del provvedimento di attuazione delle relative disposizioni comunitarie, i valori limite di emissione previsti da tali punti.
Se il provvedimento di attuazione anteriore al 31 ottobre 2006 tali
valori limite, nei casi previsti dallart. 275, commi 8 e 9, si applicano a
partire dal 31 ottobre 2007.
3. Controlli
3.1. Il gestore, in conformit alle prescrizioni dellautorizzazione e,
comunque almeno una volta allanno, fornisce allautorit competente
i dati di cui al punto 4.1 e tutti gli altri dati che consentano di verificare
la conformit dellimpianto o delle attivit alle prescrizioni del presente
decreto.
3.2. Il gestore installa apparecchiature per la misura e per la registrazione in continuo delle emissioni che, a valle dei dispositivi di abbattimento, presentano un flusso di massa di COV, espressi come carbonio
organico totale, superiore a 10 kg/h, al fine di verificarne la conformit
ai valori limite per le emissioni convogliate. Se tale flusso di massa
inferiore, il gestore effettua misurazioni continue o periodiche, e, nel
caso di misurazioni periodiche, assicura almeno tre letture durante ogni
misurazione; anche in tal caso lautorit competente pu comunque, ove
lo ritenga necessario, richiedere linstallazione di apparecchiature per la
misura e per la registrazione in continuo delle emissioni,
3.3. Per la verifica dei valori limite espressi come concentrazione
sono utilizzati i metodi analitici indicati nella parte VI.
3.4. In alternativa alle apparecchiature di cui al punto 3.2, lautorit
competente pu consentire linstallazione di strumenti per la misura e
per la registrazione in continuo di parametri significativi ed indicativi
del corretto stato di funzionamento dei dispositivi di abbattimento.
4. Conformit ai valori limite di emissione
4.1. Il gestore dimostra allautorit competente, ai sensi del punto
3.1, la conformit delle emissioni:
a) ai valori limite di emissione di cui allart. 275, comma 2;
Parte II
Attivit e soglie di consumo di solvente
1. Rivestimento adesivo con una soglia di consumo di solvente superiore a 5 tonnellate/anno
Qualsiasi attivit in cui un adesivo applicato ad una superficie, ad
eccezione dei rivestimenti e dei laminati adesivi nelle attivit di stampa.
2. Attivit di rivestimento
Qualsiasi attivit in cui un film continuo di un rivestimento applicato in una sola volta o in pi volte su:
a) autoveicoli, con una soglia di consumo di solvente superiore a
0,5 tonnellate/anno appartenenti alle categorie definite nel decreto ministeriale 29 marzo 1974, e precisamente:
- autovetture nuove definite come autoveicoli della categoria MI e
della categoria NI, nella misura in cui sono trattati nello stesso impianto
con gli autoveicoli MI;
- cabine di autocarri, definite come la cabina per il guidatore e tutto
lalloggiamento integrato per lapparecchiatura tecnica degli autoveicoli delle categorie N2 e N3;
- furgoni e autocarri, definiti come autoveicoli delle categorie NI,
N2 e N3, escluse le cabine di autocarri;
- autobus, definiti come autoveicoli delle categorie M2 e M3.
b) rimorchi, con una soglia di consumo di solvente superiore a 0,5
tonnellate/anno, come definiti nelle categorie 01, 02, 03 e 04 nel decreto
del Ministro dei trasporti 29 marzo 1974;
c) superfici metalliche e di plastica (comprese le superfici di aeroplani, navi, treni), con una soglia di consumo di solvente superiore a 5
tonnellate/anno;
d) superfici di legno, con una soglia di consumo di solvente superiore a 15 tonnellate/anno;
e) superfici tessili, di tessuto, di film e di carta, con una soglia di
consumo di solvente superiore a 5 tonnellate/anno;
f) cuoio, con una soglia di consumo di solvente superiore a 10
tonnellate/anno.
Non compreso il rivestimento metallico di substrati mediante
tecniche di elettroforesi e di spruzzatura chimica. Le fasi di stampa di
un substrato inserite in una attivit di rivestimento si considerano, indipendentemente dalla tecnica utilizzata, come parte dellattivit di rivestimento. Le attivit di stampa a s stanti rientrano nel paragrafo 8, nel
caso in cui superino le soglie ivi indicate.
3. Verniciatura in continuo di metalli (coil coating) con una soglia
di consumo di solvente superiore a 25 tonnellate/anno
Qualsiasi attivit per rivestire acciaio in bobine, acciaio inossidabile, acciaio rivestito, leghe di rame o nastro di alluminio con rivestimento
filmogeno o rivestimento con lamine in un processo in continuo.
110
27-3-2014
4. Pulitura a secco
Qualsiasi attivit industriale o commerciale che utilizza COV in
un impianto di pulitura di indumenti, di elementi di arredamento e di
prodotti di consumo analoghi, ad eccezione della rimozione manuale di
macchie e di chiazze nellindustria tessile e dellabbigliamento.
5. Fabbricazione di calzature con una soglia di consumo di solvente superiore a 5 tonnellate/anno
Qualsiasi attivit di produzione di calzature, o di parti di esse.
6. Fabbricazione di miscele per rivestimenti, vernici, inchiostri e adesivi con una soglia di consumo di solvente superiore a 100
tonnellate/anno.
La fabbricazione dei prodotti finali sopra indicati e di quelli intermedi se effettuata nello stesso luogo, mediante miscela di pigmenti, di
resine e di materiali adesivi con solventi organici o altre basi, comprese
attivit di dispersione e di dispersione preliminare, di correzione di viscosit e di tinta, nonch operazioni di riempimento del contenitore con
il prodotto finale.
7. Fabbricazione di prodotti farmaceutici con una soglia di consumo di solvente superiore a 50 tonnellate/anno.
Sintesi chimica, fermentazione, estrazione, formulazione e finitura
di prodotti farmaceutici e, se effettuata nello stesso luogo, la fabbricazione di prodotti intermedi.
8. Stampa
Qualsiasi attivit di riproduzione di testi o di immagini nella quale,
mediante un supporto dellimmagine, linchiostro trasferito su qualsiasi tipo di superficie, incluse le tecniche correlate di verniciatura, di rivestimento e di laminazione, limitatamente ai seguenti processi, purch
il consumo di solvente sia superiore alle soglie indicate:
a) flessografia intesa come unattivit di stampa rilievografica, con
un supporto dellimmagine di gomma o di fotopolimeri elastici, in cui
la zona stampante si trova al di sopra della zona non stampante, che
impiega inchiostri a bassa viscosit che seccano mediante evaporazione.
Soglia di consumo di solvente: > 15 tonnellate/anno.
Serie generale - n. 72
a) il rivestimento di autoveicoli, come definiti nel decreto ministeriale 29 marzo 1974, o parti di essi, eseguito a fini di riparazione, di manutenzione o di decorazione al di fuori degli stabilimenti di produzione;
c) Laminazione associata allattivit di stampa intesa come unattivit in cui si opera ladesione di due o pi materiali flessibili per produrre laminati. Soglia di consumo di solvente: > 15 tonnellate/anno.
0).
13. Rivestimento di filo per avvolgimento con una soglia di consumo di solvente superiore a 5 tonnellate/anno Qualsiasi attivit di rivestimento di conduttori metallici usati per avvolgimenti di trasformatori, di
motori, e altre apparecchiature simili.
14. Impregnazione del legno con una soglia di consumo di solvente
superiore a 25 tonnellate/anno
Qualsiasi attivit di applicazione al legno di antisettici.
15. Stratificazione di legno e plastica con una soglia di consumo di
solvente superiore a 5 tonnellate/anno
Qualsiasi attivit in cui si opera ladesione di legno con legno, di
plastica con plastica o di legno con plastica, per produrre laminati.
111
Parte III
Valori limite di emissione
112
3.2
3.1
Attivit (soglie
di consumo di
solvente in
tonnellate/anno)
Valori limite
Valori limite
Soglie di
per le
per le
consumo di
emissioni Valori limite di emissione
emissioni
Disposizioni speciali
solvente
diffuse (% di
totale
convogliate
(tonn/anno)
input di
(mgC/Nm3)
solvente)
L'eventuale valore limite [1] Il residuo di solvente
25
100
30[1]
di emissione totale si
nel prodotto finito non va
determina secondo la
considerato parte delle
Stampa offset
procedura indicata nella
>25
20
30[1]
emissioni diffuse
(>15)
parte IV
Rotocalcografia
L'eventuale valore limite Per le attivit di cui
per
di emissione
all'articolo 275, commi
8 e 9 si applica un valore
totale si determina
pubblicazioni
limite di emissione diffusa
75
10[1]
secondo la procedura
pari al 15% di input di
(>25)
indicata nella parte IV
solvente
L'eventuale valore limite
Altri tipi di
25
100
25
di emissione totale si
rotocalcografia,
determina secondo la
flessografia,
offset dal
procedura indicata nella
rotolo, unit di
>25
100
20
parte IV
laminazione o
laccatura (>15)
offset dal rotolo
L'eventuale valore limite
su
di emissione
totale si determina
tessili/cartone
100
20
secondo la procedura
(>30)
indicata nella parte IV
L'eventuale valore limite [1] Qualora siano utilizzati
di
i
Pulizia di
5
20[2]
15
emissione totale si
composti specificati alla
Tabella 1
27-3-2014
Supplemento ordinario n. 27/L alla GAZZETTA UFFICIALE
Serie generale - n. 72
113
6.3
6.2
autoveicoli
(>0,5)
Finitura di
Rivestimento di
autoveicoli
(>15)
autoveicoli
(>0,5)
>15
15
>10
superficie (>2)
6.1
10
Altri tipi di
pulizia di
Rivestimento di
>5
[1]. (>1)
superficie
50[1]
50[1]
75[1]
75[1]
20[2]
25
25
15[1]
20[1]
10
vedi appendice 1
determina secondo la
27-3-2014
Supplemento ordinario n. 27/L alla GAZZETTA UFFICIALE
Serie generale - n. 72
tessili [5],
tessuti, film e
carta (>5)
Altri
rivestimenti,
compreso il
rivestimento di
metalli,
plastica,
Verniciatura in
continuo (coil
coating) (>25)
>15
15
50[1]
20 [4]
25[4]
5[2]
di emissione
150mgC/Nm3
[2] Per le attivit di cui
L'eventuale valore limite
all'articolo 275, commi 8 e
di emissione totale si
9 si applica un valore
determina secondo la
limite di emissione diffusa
procedura indicata nella
pari al 10% di input di
parte IV
solvente
L'eventuale valore limite [1] Il valore limite di
di emissione totale si
emissione concerne
determina secondo la
l'applicazione del
rivestimento e i processi di
procedura indicata nella
essicazione con emissioni
parte IV
convogliate.
[2] Il primo valore limite di
emissione concerne i
processi di essicazione, il
secondo i processi di
applicazione del
rivestimento.
[3] Per gli impianti di
rivestimento di tessili che
applicano tecniche che
consentono di riutilizzare i
solventi recuperati, il limite
di emissione applicato ai
processi di applicazione
del rivestimento e di
essiccazione considerati
insieme di 150.
[4] Le attivit di
rivestimento le cui
emissioni di COV non
possono essere convogliate
27-3-2014
Supplemento ordinario n. 27/L alla GAZZETTA UFFICIALE
114
Serie generale - n. 72
superfici di
legno (>15)
Pulitura a secco
Impregnazione
11
12
Rivestimento di
filo per
avvolgimento
(>5)
Rivestimento
delle
10
115
50 75 [2]
>25
100 [1]
100 [1]
25
45
20
25
5 g/kg [2]
10 g/kg [1]
(come la costruzione di
navi, la verniciatura di
aerei) possono essere
esonerate da questi valori,
alle condizioni di cui
all'articolo 275 comma 13.
[5] L'offset dal rotolo su
tessili ricade nel punto 3.2
[1] Si applica agli impianti
dove il diametro medio del
27-3-2014
Supplemento ordinario n. 27/L alla GAZZETTA UFFICIALE
Serie generale - n. 72
116
16
15
14
>15
1000
Fabbricazione
15
<25
25
(>5)
Stratificazione
di legno e
plastica (>5)
Rivestimento
adesivi
calzature (>5)
di arredamento
e piccola
pelletteria (es.
13.2
borse, cinture,
portafogli,
ecc...) (>10)
Fabbricazione
di
Rivestimento di
cuoio per
articoli
degli articoli
previsti al punto
13.2) (>10)
Rivestimento di
cuoio
20
25
durante la produzione
produzione
150
50 [1]
50 [1]
30 g/m2
25 g per paio
150 g/m2
75 g/m2
85 g/m2
all'impregnazione con
creosoto
I valori di emissione sono
espressi in grami di
solvente emesso per m2 di
cuoio rivestito durante la
27-3-2014
Serie generale - n. 72
117
19
>1000
20 [1]
150
25 [2]
3% di input di consumo
massimo teorico di
solvente
massimo teorico di
solvente
di olio vegetale
animale e
attivit di
raffinazione
grasso
vegetale e
Estrazione
di olio
Conversione
18
della gomma
(1220)
(>15)
per
rivestimenti,
17
vernici,
(1221)
inchiostri e
adesivi (>100)
di miscele
27-3-2014
Serie generale - n. 72
Fabbricazione
di prodotti
20 )
farmaceutici
(>50)
(>10)
20 [1]
5% di input di consumo
5 [2] [3] massimo teorico di
solvente [4]
1,2 kg/tonn
altri semi e altre sostanze
vegetali
3 kg/tonn [1]
1,5 kg/tonn [2]
4 kg/tonn [3]
[1] Se si applicano tecniche
che consentono il riuso del
solvente recuperato, il
valore limite di emissione
negli scarichi gassosi
150mg/Nm3
[2] Il valore limite di
emissione diffusa non
comprende il solvente
venduto come parte di
prodotti o miscele in un
contenitore sigillato.
[3] Per le attivit di cui
all'articolo 275, commi 8 e
9 si applica un valore
limite di emissione diffusa
pari al 15% di input di
solvente
[4] Per le attivit di cui
all'articolo 275, commi 8 e
9 si applica un valore
limite di emissione totale
pari al 15% di consumo
massimo teorico di
solvente
gommose dall'olio).
27-3-2014
Supplemento ordinario n. 27/L alla GAZZETTA UFFICIALE
118
Serie generale - n. 72
27-3-2014
Serie generale - n. 72
APPENDICE 1
Attivit i rivestimento di autoveicoli con una soglia di consumo di solvente superiore a 15 tonnellate/anno
1. I valori limite di emissione totale sono, a scelta del gestore, espressi in grammi di solvente emesso per metro quadrato di superficie del
prodotto o in chilogrammi di solvente emesso rapportati alla carrozzeria del singolo veicolo.
2. La superficie di ogni prodotto di cui alla tabella sottostante alternativamente definita come:
- la superficie calcolata sulla base del rivestimento per elettroforesi totale pi la superficie di tutte le parti eventualmente aggiunte nelle fasi
successive del processo di rivestimento, se rivestite con gli stessi rivestimenti usati per il prodotto in questione, oppure
(2 x peso totale della scocca) / (spessore medio della lamiera x densit della lamiera)
Nello stesso modo si calcola la superficie delle altre parti di lamiera rivestite.
2.2 La superficie delle altre parti aggiunte e la superficie totale rivestita nellimpianto sono calcolate tramite la progettazione assistita da calcolatore o altri metodi equivalenti.
3. Nella tabella, il valore limite di emissione totale espresso come fattore di emissione si riferisce a tutte le fasi del processo che si svolgono
nello stesso impianto, dal rivestimento mediante elettroforesi o altro processo, sino alle operazioni di lucidatura finale comprese, nonch al solvente
utilizzato per pulire lattrezzatura, compresa la pulitura delle cabine di verniciatura a spruzzo e delle altre attrezzature fisse, sia durante il tempo di
produzione che al di fuori di esso.
Il valore limite di emissione totale espresso come somma della massa totale di composti organici per metro quadro della superficie totale del
prodotto trattato o come somma della massa dei composti organici per singola carrozzeria.
119
27-3-2014
Tabella 2
Attivit (soglia di
consumo di solvente
in tonnellate/anno)
Rivestimento di
autovetture nuove
(>15)
Rivestimento di
cabine di autocarri
nuovi (>15)
Rivestimento di
furgoni, autocarri e
rimorchi nuovi (>15)
Rivestimento di
autobus nuovi (>15)
Serie generale - n. 72
90 g/m2
70 g/m2
120 g/m2
90 g/m2
2000
> 2000
210 g/m2
150 g/m2
290 g/m2
225 g/m2
Gli impianti di rivestimento di autoveicoli con soglie di consumo di solvente inferiori ai valori della
tabella 2 devono rispettare i requisiti di cui al punto 6.1 della tabella 1.
Parte IV
Prescrizioni alternative alla Parte III
1. Principi
La presente parte riferita alle attivit per cui non sono individuati nella parte III specifici valori di
emissione totale. Sulla base dei paragrafi che seguono il gestore ha la possibilit di conseguire, a
partire da uno scenario emissivo di riferimento, con mezzi diversi, emissioni totali equivalenti a
quelle conseguibili applicando i valori limite di emissione convogliata e i valori limite di emissione
diffusa. Tali emissioni totali equivalenti si definiscono emissioni bersaglio.
La presente parte si applica altres alle attivit di cui all'articolo 275, comma 13. Per scenario
emissivo di riferimento si intende il livello di emissioni totali dell'attivit che corrisponde il pi
fedelmente possibile a quello che si avrebbe in assenza di interventi e di impianti di abbattimento e
con l'uso di materie prime ad alto contenuto di solvente, in funzione della potenzialit di prodotto
per cui l'attivit progettata.
2. Procedura
2.1. Per le attivit di cui alla seguente tabella per le quali pu essere ipotizzato un tenore costante di
materia solida nelle materie prime, le emissioni bersaglio e lo scenario emissivo di riferimento
possono essere individuati secondo il metodo descritto al punto 2.2. Qualora tale metodo risulti
inadeguato e in tutti i casi in cui non sia previsto uno specifico fattore di moltiplicazione, l'autorit
competente pu autorizzare il gestore ad applicare qualsiasi metodo alternativo che soddisfi i
principi di cui al paragrafo 1. Al fine di conseguire l'emissione bersaglio, il progetto o la domanda
di autorizzazione prevedono la diminuzione del tenore medio di solvente nelle materie prime
utilizzate e una maggiore efficienza nell'uso delle materie solide.
2.2 Ai fini di quanto previsto nel punto 2.1, per ciascun anno, si applica un metodo articolato nelle
seguenti fasi:
a) calcolo della massa totale annua di materia solida nella quantit di rivestimento, di inchiostro, di
vernice o di adesivo in funzione della potenzialit di prodotto per cui l'attivit progettata. Per
materia solida si intendono tutte le sostanze contenute nelle vernici, negli inchiostri e negli adesivi
che diventano solide dopo l'evaporazione dell'acqua o dei COV.
120
27-3-2014
Serie generale - n. 72
b) moltiplicazione della massa calcolata ai sensi della lettera a) per l'opportuno fattore elencato
nella tabella seguente. Si ottiene in tal modo l'emissione annua di riferimento. Le autorit
competenti possono modificare tali fattori per singole attivit sulla base del provato aumento di
efficienza nell'uso di materia solida e sulla base delle caratteristiche del processo e della tipologia di
manufatti oggetto della produzione.
Attivit
Fattore di moltiplicazione da usare
Rotocalcografia, flessografia;
Laminazione associata all'attivit di stampa;
Laccatura associata all'attivit di stampa;
4
Rivestimento del legno;
Rivestimento di tessili, tessuti o carta;
Rivestimento adesivo
Verniciatura in continuo (coil coating),
Finitura di autoveicoli
3
Rivestimento a contatto di prodotti
alimentari
Rivestimenti aerospaziali
2,33
Altri rivestimenti e offset dal rotolo
1,5
c) determinazione dell'emissione bersaglio attraverso la moltiplicazione dell'emissione annua di
riferimento per una percentuale pari:
- al valore di emissione diffusa + 15, per le attivit che rientrano nei punti 6.1 e 6.3 e nella fascia di
soglia inferiore dei punti 8 e 10 della parte III;
- al valore di emissione diffusa + 5, per tutte le altre attivit.
Parte V
Piano di gestione dei solventi
1. Principi
1.1. Il piano di gestione dei solventi elaborato dal gestore, con la periodicit prevista
nell'autorizzazione e, comunque, almeno una volta all'anno, ai fini previsti dalla parte I, paragrafo 4,
ed al fine di individuare le future opzioni di riduzione e di consentire all'autorit competente di
mettere a disposizione del pubblico le informazioni di cui all'articolo 281, comma 6.
1.2. Per valutare la conformit ai requisiti dell'articolo 275, comma 15, il piano di gestione dei
solventi deve essere elaborato per determinare le emissioni totali di tutte le attivit interessate;
questo valore deve essere poi comparato con le emissioni totali che si sarebbero avute se fossero
stati rispettati, per ogni singola attivit, i requisiti di cui all'articolo 275, comma 2.
2. Definizioni
Ai fini del calcolo del bilancio di massa necessario per l'elaborazione del piano di gestione dei
solventi si applicano le seguenti definizioni. Per il calcolo di tale bilancio tutte le grandezze devono
essere espresse nella stessa unit di massa.
a) Input di solventi organici [I]:
I1. La quantit di solventi organici o la loro quantit nelle miscele acquistati che sono immessi nel
processo nell'arco di tempo in cui viene calcolato il bilancio di massa.
I2. La quantit di solventi organici o la loro quantit nelle miscele recuperati e reimmessi come
solvente nel processo (il solvente riutilizzato registrato ogni qualvolta sia usato per svolgere
l'attivit).
b) Output di solventi organici [O]:
O1. Emissioni negli effluenti gassosi.
O2. La quantit di solventi organici scaricati nell'acqua, tenendo conto, se del caso, del trattamento
delle acque reflue nel calcolare O5.
O3. La quantit di solventi organici che rimane come contaminante o residuo nei prodotti all'uscita
del processo.
O4. Emissioni diffuse di solventi organici nell'aria. inclusa la ventilazione generale dei locali nei
quali l'aria e scaricata all'esterno attraverso finestre, porte, sfiati e aperture simili.
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O5. La quantit di solventi organici e composti organici persi a causa di reazioni chimiche o fisiche
(inclusi ad esempio quelli distrutti mediante incenerimento o altri trattamenti degli effluenti gassosi
o delle acque reflue, o catturati ad esempio mediante adsorbimento, se non sono stati considerati ai
sensi dei punti O6, O7 o O8).
O6. La quantit di solventi organici contenuti nei rifiuti raccolti.
O7. La quantit di solventi organici da soli o solventi organici contenuti in miscele che sono o
saranno venduti come prodotto avente i requisiti richiesti per il relativo commercio.
O8. La quantit di solventi organici contenuti nelle miscele recuperati per riuso, ma non per
riutilizzo nel processo, se non sono stati considerati ai sensi del punto 07.
O9. La quantit di solventi organici scaricati in altro modo.
3. Formule di calcolo a)
L'emissione diffusa calcolata secondo la seguente formula:
F = I1 - O1 - O5 - O6 - O7 - O8 oppure
F = O2 + O3 + O4 + O9
Questo parametro pu essere determinato mediante misurazioni dirette delle quantit.
Alternativamente, si pu effettuare un calcolo equivalente con altri mezzi, ad esempio utilizzando
l'efficienza di captazione del processo. La determinazione delle emissioni diffuse pu essere
effettuata mediante una serie completa di misurazioni e non deve essere ripetuta sino all'eventuale
modifica dell'impianto.
b) Le emissioni totali [E] sono calcolate con la formula seguente:
E = F + O1
dove F l'emissione diffusa quale definita sopra. Per valutare la conformit al valore limite di
emissione totale espresso come fattore di emissione in riferimento a taluni parametri specifici,
stabilito nell'autorizzazione, il valore [E] riferito al pertinente parametro specifico.
c) Il consumo ove applicabile si calcola secondo la formula seguente:
C = I1 - O8
d) L'input per la verifica del limite per le emissioni diffuse o per altri scopi si calcola con la
seguente formula:
I = I1 + 12
Parte VI
Metodi di campionamento ed analisi per le emissioni convogliate
1. Ai fini della valutazione della conformit dei valori di emissione misurati ai valori limite per le
emissioni convogliate si applicano i metodi di misura indicati nella tabella seguente:
Parametro o inquinante
Metodo
Velocit e portata
UNI 10169
COV (Singoli composti)
UNI EN 13649
COV (Concentrazione < 20 mg m-3)
UNI EN 12619
COV (Concentrazione 20 mg m-3
UNI EN 13526
Parte VII
SEZIONE 1
Modello di domanda di autorizzazione per la costruzione e la modifica degli impianti a ciclo chiuso
per la pulizia a secco i tessuti e i pellami, escluse le pellicce, e delle pulitintolavanderie a ciclo
chiuso.
Alla Regione (o alla diversa autorit competente individuata dalla normativa regionale) ..................
Via .................
n ....................
e p. c. Al Sindaco del Comune di ................
All'A.R.P.A. Dipartimento di .................
Via ....................
n ....................
Oggetto: Domanda di autorizzazione in via generale per impianti a ciclo chiuso per la pulizia a
secco di tessuti e di pellami, escluse le pellicce, e per le pulitintolavanderie a ciclo chiuso.
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Il
sottoscritto
........................................................
nato
a
...........................
il
............./............../............. residente a ................... in via/corso ............................ n ....................... in
qualit di legale rappresentante dell'impresa [1] [ ] o dell'ente [1] [ ] .............. con sede legale in
via/corso ......................... n .............. nel comune di ........................ CAP ................... in provincia di
............ e con telefono n ................. fax n ................. partita IVA ...................... codice fiscale
................... iscrizione camera di commercio n .......... codice ISTAT attivit ........... addetti n
.................. [1] [ ] classificata industria insalubre di classe ........................... [1] [ ] non classificata
industria insalubre.
chiede l'AUTORIZZAZIONE IN VIA GENERALE per:
[1] [ ] installare un nuovo impianto in via/corso .................................. n .................. nel comune di
............................... CAP .................... in provincia di ...................... telefono n ........................
[1] [ ] modificare un impianto sito in via/corso ....................................... n ......... nel comune di
......................... CAP ................. in provincia di .......................... telefono n ..................
[1] [ ] trasferire un impianto da via/corso ....................... n ................. nel comune di ..................
CAP .............. in provincia di ........................ telefono n ....................... costituito/a da n .............
macchine di lavaggio a ciclo chiuso a via/corso ......................... n ............ nel comune di
....................... CAP ....................... in provincia di ............... telefono n ...................
L'impianto costituito/a da n ................ macchine di lavaggio a ciclo chiuso aventi le caratteristiche
descritte nella seguente tabella:
Volume del
Tipo di
Quantit annua
Quantit annua
N e modello
tamburo
solvente
massima di solvente massima di prodotto
della macchina
[m3]
utilizzato
utilizzato [kg]
pulito e asciugato [kg]
e si impegna
a rispettare i requisiti tecnico costruttivi e gestionali nonch le prescrizioni previsti dalla vigente
normativa di attuazione della direttiva 1999/ 13/CE
Allega la planimetria generale dell'impianto, in scala adeguata, nella quale indicata la collocazione
delle macchine utilizzate, nonch le schede di sicurezza dei solventi utilizzati
Data ................. / ................. / ....................
IL LEGALE RAPPRESENTANTE
..............................................
[1] indicare con una X la voce pertinente alla richiesta di autorizzazione.
Sezione 2
Modello di domanda di autorizzazione per la continuazione dell'esercizio degli impianti a ciclo
chiuso per la pulizia a secco i tessuti e i pellami, escluse le pellicce, e elle pulitintolavanderie a ciclo
chiuso.
Alla Regione (o alla diversa autorit competente individuata dalla normativa regionale)
.................................
Via .............................................. n ................
ep. c. Al Sindaco del Comune di ...........................
All'A.R.P.A. Dipartimento di ....................................... Via ............................................. n ..............
Oggetto: Domanda di autorizzazione in via generale per impianti a ciclo chiuso per la pulizia a
secco di tessuti e di pellami, escluse le pellicce, e per le pulitintolavanderie a ciclo chiuso.
Il sottoscritto ................................................................ nato a .......................................... il .......... /
.........
/
........
residente
a
.......................................
in
via/corso
....................................................................... n ................. in qualit di legale rappresentante
dell'impresa [1] [ ] o dell'ente [1] [ ] ....................................... con sede legale in via/corso
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e si impegna
a rispettare i requisiti tecnico costruttivi e gestionali nonch le seguenti prescrizioni previsti dalla
vigente normativa di attuazione della direttiva 1999/13/CE.
Allega la planimetria generale dell'impianto, in scala adeguata, nella quale indicata la collocazione
delle macchine utilizzate, nonch le schede di sicurezza dei solventi utilizzati
Data ........ / ........ / .........
IL LEGALE RAPPRESENTANTE
..........................................................
[1] indicare con una X la voce pertinente alla richiesta di autorizzazione.
APPENDICE
Requisiti tecnico costruttivi e gestionali per gli impianti a ciclo chiuso per la pulizia a secco i tessuti
e pellami, escluse le pellicce, e per le pulitintolavanderie a ciclo chiuso
1. Caratteristiche tecnico-costruttive degli impianti
Negli impianti a ciclo chiuso per la pulizia a secco di tessuti e pellami, escluse le pellicce, e nelle
pulitintolavanderie a ciclo chiuso possono essere utilizzati solventi organici o solventi organici
clorurati con l'esclusione delle sostanze di cui alla legge 28 dicembre 1993 n. 549 e delle sostanze o
preparati classificati ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, come cancerogeni,
mutageni o tossici per la riproduzione, ai quali sono state assegnate etichette con le frasi di rischio
R45, R46, R49, R60, R61.
Tali impianti lavorano secondo cicli di lavaggio che comprendono le seguenti fasi:
- lavaggio
- centrifugazione
- asciugatura
- deodorizzazione
- distillazione e recupero solvente
Tutte le fasi sono svolte in una macchina ermetica la cui unica emissione di solvente nell'aria pu
avvenire al momento dell'apertura dell'obl al termine del ciclo di lavaggio.
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Gli impianti sono dotati di un ciclo frigorifero in grado di fornire le frigorie necessarie per avere la
massima condensazione del solvente (per il percloroetilene, temperature inferiori a -10 C), in modo
da ridurre al minimo le emissioni di solvente.
Gli impianti devono avere una emissione di solvente inferiore ai 20 g di solvente per ogni kg di
prodotto pulito e asciugato.
2. Prescrizioni relative all'installazione e all'esercizio:
a) L'esercizio e la manutenzione degli impianti devono essere tali da garantire le condizioni
operative e il rispetto del limite di emissione indicati al paragrafo 1.
b) Qualunque anomalia di funzionamento dell'impianto tale da non permettere il rispetto delle
condizioni operative fissate comporta la sospensione della lavorazione per il tempo necessario alla
rimessa in efficienza dell'impianto stesso.
c) Il gestore che ha installato, modificato o trasferito una o pi impianti deve comunicare, con
almeno 15 giorni di anticipo, all'autorit competente, al sindaco e al Dipartimento provinciale
dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente territorialmente competente, la data in cui
intende dare inizio alla messa in esercizio degli impianti. Il termine per la messa a regime
dell'impianto stabilito in 30 giorni a partire dalla data di inizio della messa in esercizio.
d) Al fine di dimostrare la conformit dell'impianto al valore limite di emissione ed elaborare
annualmente il piano di gestione dei solventi di cui alla parte V, il gestore deve registrare per
ciascuna macchina lavasecco installata:
- il quantitativo di solvente presente nella macchina all'inizio dell'anno solare considerato, in kg (A)
- la data di carico o di reintegro e il quantitativo di solvente caricato o reintegrato, in kg (B)
- giornalmente, il quantitativo di prodotto pulito e asciugato, in kg (C), ovvero il numero di cicli di
lavaggio effettuati e il carico/ciclo massimo della macchina in kg
- la data di smaltimento e il contenuto di solvente presente nei rifiuti smaltiti, in kg (D)
- il quantitativo di solvente presente nella macchina al termine dell'anno solare considerato, in kg
(E)
e) Annualmente deve essere elaborato il piano di gestione dei solventi verificando che la massa di
solvente emesso per chilogrammo di prodotto pulito o asciugato sia inferiore a 20g/kg, ovvero che:
(A+B-D-E)/ (C) < 0,020
dove indica la sommatoria di tutte le registrazioni effettuate nell'anno solare considerato
f) Il gestore deve conservare nella sede presso cui localizzato l'impianto, a disposizione
dell'autorit competente per il controllo copia della documentazione trasmessa all'autorit
competente per aderire alla presente autorizzazione, copia delle registrazioni di cui alla lettera d) e
del piano di gestione dei solventi di cui alla lettera e)..
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4. Industria chimica.
Nellmbito delle categorie di attivit della sezione 4 si intende per
produzione la produzione su scala industriale mediante trasformazione
chimica delle sostanze o dei gruppi di sostanze di cui ai punti da 4.1 a
4.6.
4.1 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come:
a) idrocarburi semplici (lineari o anulari, saturi o insaturi, alifatici
o aromatici);
b) idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, esteri, acetati, eteri, perossidi, resine, epossidi;
c) idrocarburi solforati;
d) idrocarburi azotati, segnatamente ammine, amidi, composti nitrosi, nitrati o nitrici, nitrili, cianati, isocianati;
e) idrocarburi fosforosi;
f) idrocarburi alogenati;
g) composti organometallici;
h) materie plastiche di base (polimeri, fibre sintetiche, fibre a base
di cellulosa);
i) gomme sintetiche;
j) sostanze coloranti e pigmenti;
k) tensioattivi e agenti di superficie.
4.2. Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici inorganici di base, quali:
a) gas, quali ammoniaca; cloro o cloruro di idrogeno, fluoro o fluoruro di idrogeno, ossidi di carbonio, composti di zolfo, ossidi di azoto,
idrogeno, biossido di zolfo, bicloruro di carbonile;
b) acidi, quali acido cromico, acido fluoridrico, acido fosforico,
acido nitrico, acido cloridrico, acido solforico, oleum e acidi solforati;
c) basi, quali idrossido dammonio, idrossido di potassio, idrossido
di sodio;
d) sali, quali cloruro dammonio, clorato di potassio, carbonato di
potassio, carbonato di sodio, perborato, nitrato dargento;
e) metalloidi, ossidi metallici o altri composti inorganici, quali carburo di calcio, silicio, carburo di silicio.
4.3. Impianti chimici per la fabbricazione di fertilizzanti a base di
fosforo, azoto o potassio (fertilizzanti semplici o composti).
4.4 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti di base fitosanitari e di biocidi.
4.5 Impianti che utilizzano un procedimento chimico o biologico
per la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base.
4.6. Impianti chimici per la fabbricazione di esplosivi.
5. Gestione dei rifiuti.
Salvi lart. 11 della direttiva 75/442/CEE e lart. 3 della direttiva 91/689/CEE, del 12 dicembre 1991 del Consiglio, relativa ai rifiuti
pericolosi.
5.1. Impianti per leliminazione o il ricupero di rifiuti pericolosi,
della lista di cui allart. 1, paragrafo 4, della direttiva 91/689/CEE quali
definiti negli allegati II A e II B (operazioni R 1, R 5, R 6, R 8 e R 9)
della direttiva 75/442/CEE e nella direttiva 75/439/CEE del 16 giugno
1975 del Consiglio, concernente leliminazione degli oli usati, con capacit di oltre 10 tonnellate al giorno.
5.2. Impianti di incenerimento dei rifiuti urbani quali definiti nella
direttiva 89/369/CEE dell8 giugno 1989 del Consiglio, concernente la
prevenzione dellinquinamento atmosferico provocato dai nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, e nella direttiva 89/429/CEE
del 21 giugno 1989 del Consiglio, concernente la riduzione dellinquinamento atmosferico provocato dagli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, con una capacit superiore a 3 tonnellate allora.
5.3. Impianti per leliminazione dei rifiuti non pericolosi quali definiti nellallegato 11 A della direttiva 75/442/CEE ai punti D 8, D 9 con
capacit superiore a 50 tonnellate al giorno.
5.4. Discariche che ricevono pi di 10 tonnellate al giorno o con
una capacit totale di oltre 25.000 tonnellate, ad esclusione delle discariche per i rifiuti inerti.
6. Altre attivit.
6.1. Impianti industriali destinati alla fabbricazione:
a) di pasta per carta a partire dal legno o da altre materie fibrose;
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2.4. Fonderie di metalli ferrosi con una capacit di produzione superiore a 20 tonnellate al giorno.
2.5. Impianti:
a) destinati a ricavare metalli grezzi non ferrosi da minerali, nonch concentrati o materie prime secondarie attraverso procedimenti metallurgici, chimici o elettrolitici;
b) di fusione e lega di metalli non ferrosi, compresi i prodotti di
recupero (affinazione, formatura in fonderia), con una capacit di fusione superiore a 4 tonnellate al giorno per il piombo e il cadmio o a 20
tonnellate al giorno per tutti gli altri metalli.
2.6. Impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie
plastiche mediante processi elettrolitici o chimici qualora le vasche destinate al trattamento utilizzate abbiano un volume superiore a 30 m3.
3. Industria dei prodotti minerali.
3.1. Impianti destinati alla produzione di clinker (cemento) in forni
rotativi la cui capacit di produzione supera 500 tonnellate al giorno
oppure di calce viva in forni rotativi la cui capacit di produzione supera 50 tonnellate al giorno, o in altri tipi di forni aventi una capacit di
produzione di oltre 50 tonnellate al giorno.
3.2. Impianti destinati alla produzione di amianto e alla fabbricazione di prodotti dellamianto.
3.3. Impianti per la fabbricazione del vetro compresi quelli destinati alla produzione di fibre di vetro, con capacit di fusione di oltre 20
tonnellate al giorno.
3.4. Impianti per la fusione di sostanze minerali compresi quelli
destinati alla produzione di fibre minerali, con una capacit di fusione di
oltre 20 tonnellate al giorno.
3.5. Impianti per la fabbricazione di prodotti ceramici mediante
cottura, in particolare tegole, mattoni, mattoni refrattari, piastrelle, gres,
porcellane, con una capacit di produzione di oltre 75 tonnellate al giorno e/o con una capacit di forno superiore a 4 m3 e con una densit di
colata per forno superiore a 300 kg/m3.
4. Industria chimica.
Nellambito delle categorie di attivit della sezione 4 si intende per
produzione la produzione su scala industriale mediante trasformazione
chimica delle sostanze o dei gruppi di sostanze di cui ai punti da 4.1 a
4.6.
4.1 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come:
a) idrocarburi semplici (lineari o anulari, saturi o insaturi, alifatici
o aromatici);
b) idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, esteri, acetati, eteri, perossidi, resine, epossidi;
c) idrocarburi solforati;
d) idrocarburi azotati, segnatamente ammine, amidi, composti nitrosi, nitrati o nitrici, nitrili, cianati, isocianati;
e) idrocarburi fosforosi;
f) idrocarburi alogenati;
g) composti organometallici;
h) materie plastiche di base (polimeri, fibre sintetiche, fibre a base
di cellulosa);
i) gomme sintetiche;
l) sostanze coloranti e pigmenti;
m) tensioattivi e agenti di superficie.
4.2. Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici inorganici di base, quali:
a) gas, quali ammoniaca, cloro o cloruro di idrogeno, fluoro o fluoruro di idrogeno, ossidi di carbonio, composti di zolfo, ossidi di azoto,
idrogeno, biossido di zolfo, bicloruro di carbonile;
b) acidi, quali acido cromico, acido fluoridrico, acido fosforico,
acido nitrico, acido cloridrico, acido solforico, oleum e acidi solforati;
c) basi, quali idrossido dammonio, idrossido di potassio, idrossido
di sodio;
d) sali, quali cloruro dammonio, clorato di potassio, carbonato di
potassio, carbonato di sodio, perborato, nitrato dargento;
e) metalloidi, ossidi metallici o altri composti inorganici, quali carburo di calcio, silicio, carburo di silicio.
4.3. Impianti chimici per la fabbricazione di fertilizzanti a base di
fosforo, azoto o potassio (fertilizzanti semplici o composti).
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Serie generale - n. 72
Il decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in
materia ambientale, a norma dellart. 12 della legge 18 giugno 2009,
n. 69) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 11 agosto 2010, n. 186, S.O..
Per i riferimenti al decreto legislativo 11 maggio 2005, n. 133, si
veda nelle note alle premesse.
Per il testo dellart. 268 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, citato nelle note alle premesse, si veda nelle note allart. 19.
Per il testo dellart. 273 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, citato nelle note alle premesse, si veda nelle note allart. 22.
Note allart. 30:
Il testo degli articoli 3 e 4 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 2011, n. 157, citato nelle note alle premesse, cos recita:
Art. 3. Autorit competenti
1. Ai fini degli adempimenti di cui allart. 5, comma 1, del regolamento (CE) n. 166/2006, lautorit competente il Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare che si avvale dellIstituto
superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
2. Le autorit competenti alla valutazione della qualit dei dati forniti dai gestori ai sensi dellart. 4, comma 1, del presente decreto, sono:
a) per i complessi in cui almeno un impianto svolge unattivit di
cui allallegato VIII al decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128, la o le
autorit competenti al rilascio dellautorizzazione integrata ambientale
ai sensi delle norme vigenti al momento dellavvio del procedimento di
autorizzazione;
b) per i complessi non compresi nella lettera a), la stessa autorit
prevista alla medesima lettera a), salvo diversa indicazione della regione o della provincia autonoma in cui il complesso localizzato che deve
essere notificata al Ministero dellambiente e della tutela del territorio e
del mare e allIstituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
3. Entro il 30 settembre di ogni anno, le autorit di cui al comma 2,
lettere a) e b), diverse dal Ministero dellambiente e della tutela del
territorio e del mare trasmettono allIstituto superiore per la protezione
e la ricerca ambientale un rapporto di valutazione della qualit dei dati
forniti dai gestori, per quanto attiene alla loro completezza, esattezza e
conformit allallegato II al presente decreto. Il rapporto di valutazione
deve uniformarsi ai criteri e al formato indicati nellallegato I al presente decreto.
4. Nei casi in cui, lautorit competente ai sensi del comma 2 il
Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare, questo si
avvale, per gli adempimenti di cui ai commi 2 e 5, dellIstituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e del sistema delle agenzie
regionali e provinciali per la protezione dellambiente. LIstituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale trasmette al Ministero
dellambiente e della tutela del territorio e del mare il rapporto di cui al
comma 3, entro la data ivi prevista.
5. Ai fini di quanto previsto allart. 5, comma 5, del regolamento
(CE) n. 166/2006, le autorit competenti sono, fatto salvo quanto previsto al comma 4, le autorit di cui al comma 2, lettere a) e b), ciascuna
per i complessi di propria competenza.
6. Ai fini degli adempimenti di cui allart. 7, comma 2, del regolamento (CE) n. 166/2006, lautorit competente il Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare che invia ogni anno alla
Commissione europea, entro i termini previsti dallo stesso articolo, i
dati che, previa verifica, lIstituto superiore per la protezione e la ricerca
ambientale comunica al Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare entro il 31 gennaio di ogni anno.
7. LIstituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
predispone, inoltre, una relazione di sintesi dei rapporti di valutazione
trasmessi dalle Autorit competenti. Tale relazione dovr essere inviata
alle suddette Autorit entro il 31 gennaio di ogni anno.
Art. 4. Obblighi dei gestori
1. Entro il 30 aprile di ogni anno, il gestore tenuto agli obblighi di
cui allart. 5 del regolamento (CE) n. 166/2006 comunica le informazioni ivi richieste relative allanno precedente allIstituto superiore per
la protezione e la ricerca ambientale e alla autorit competente di cui
allart. 3, comma 2, lettere a) e b) del presente decreto. Con la stessa
procedura il gestore pu, entro il 30 giugno dello stesso anno, modificare o integrare la comunicazione.
2. Lallegato II al presente decreto stabilisce il formato, i contenuti,
e la modalit della comunicazione di cui al comma 1.
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Il testo dellart. 2 del decreto legge 29 marzo 1995, n. 96 (Interventi urgenti per il risanamento e ladeguamento dei sistemi di smaltimento delle acque usate e degli impianti igienico-sanitari nei centri
storici e nelle isole dei comuni di Venezia e di Chioggia), pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale 1 aprile 1995, n. 77, cos come modificato dal
presente decreto, cos recita:
Art. 2. 1. Il Ministro dellambiente, di concerto con il Ministro dei
lavori pubblici, sentita la regione Veneto, provvede, ai sensi dellart. 7,
comma 1, della legge 5 gennaio 1994, n. 36 , allaggiornamento dei
valori limite di cui alla tabella allegata al decreto del Presidente della
Repubblica 20 settembre 1973, n. 962.
2. Allinterno della conterminazione lagunare di Venezia lautorizzazione allo scarico di cui al Capo II del Titolo IV della Parte Terza del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni,
rilasciata dal Magistrato alle acque. Ove tale autorizzazione sia sostituita dallautorizzazione integrata ambientale di cui alla Parte Seconda
del decreto legislativo n. 152 del 2006, il Magistrato alle acque esprime le proprie determinazioni nellambito della prevista conferenza di
servizi.
3. La procedura prevista dallart. 3, trentunesimo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 20 settembre 1973, n. 962 , si
applica esclusivamente agli impianti i cui scarichi sversano direttamente
allinterno della conterminazione lagunare. Per gli impianti di depurazione pubblici e privati ricadenti nel territorio scolante nella laguna di
Venezia si applicano le ordinarie procedure di approvazione dei progetti, di autorizzazione allo scarico e di controllo previste dalla vigente
normativa statale e regionale.
4. .....
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3. Ai grandi impianti di combustione anteriori al 2006 i valori limite di emissione di cui alla parte II, sezioni da 1 a 5, lettera A, e sezione
6 dellAllegato II alla parte quinta del presente decreto si applicano a
partire dal 1 gennaio 2008. Fino a tale data si applicano gli articoli 3,
comma 1, 6, comma 2, e 14, comma 3, nonch gli Allegati 4, 5, 6 e 9
del decreto del Ministro dellambiente 8 maggio 1989. Sono fatti salvi i
diversi termini previsti nel suddetto Allegato II.
4. Ai grandi impianti di combustione anteriori al 1988 i valori limite di emissione di cui alla parte II, sezioni da 1 a 5, lettera A, e sezioni 6
e 7 dellAllegato II alla parte quinta del presente decreto si applicano a
partire dal 1 gennaio 2008. Fino a tale data si applicano i valori limite
di emissione per il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, le polveri e per
i metalli e loro composti previsti dal decreto del Ministro dellambiente
12 luglio 1990, o contenuti nelle autorizzazioni rilasciate ai sensi del
decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, nonch le prescrizioni relative alle anomalie degli impianti di abbattimento
stabilite allAllegato II, parte A, lettera E, dello stesso decreto ministeriale. Fino a tale data si applicano altres i massimali e gli obiettivi di
riduzione delle emissioni, fissati nella parte V dellAllegato II alla parte
quinta del presente decreto. Sono fatti salvi i diversi termini previsti in
tale Allegato II.
5. I gestori dei grandi impianti di combustione di cui al comma 4
possono essere esentati dallobbligo di osservare i valori limite di
emissione previsti dalla parte II, sezioni da 1 a 5, lettera A, e sezione 6
dellAllegato II alla parte quinta del presente decreto, sulla base della
procedura disciplinata dalla parte I dello stesso Allegato II.
6. Ai fini delladeguamento degli impianti di cui ai commi 3 e 4
ai valori limite di emissione ivi previsti, il gestore, nellambito della
richiesta di autorizzazione integrata ambientale, presenta allautorit
competente una relazione tecnica contenente la descrizione dellimpianto, delle tecnologie adottate per prevenire linquinamento e della qualit
e quantit delle emissioni, dalla quale risulti il rispetto delle prescrizioni
di cui al presente titolo, oppure un progetto di adeguamento finalizzato
al rispetto delle medesime.
7. Per gli impianti di potenza termica nominale pari a 50 MW, la
relazione tecnica o il progetto di adeguamento di cui al comma 6 devono essere presentati entro il 1 agosto 2007 e, in caso di approvazione,
lautorit competente provvede, ai sensi dellart. 269, a rinnovare le autorizzazioni in atto.
8. In aggiunta a quanto previsto dallart. 271, comma 14, i valori
limite di emissione non si applicano ai grandi impianti di combustione
nei casi di anomalo funzionamento previsti dalla parte I dellAllegato
II alla parte quinta del presente decreto, nel rispetto delle condizioni
ivi previste.
9. Se pi impianti di combustione, anche di potenza termica nominale inferiore a 50 MW, sono localizzati nello stesso stabilimento lautorit competente deve, in qualsiasi caso, considerare tali impianti come
un unico impianto ai fini della determinazione della potenza termica nominale in base alla quale stabilire i valori limite di emissione. Lautorit
competente, tenendo conto delle condizioni tecniche ed economiche,
pu altres disporre il convogliamento delle emissioni di tali impianti
ad un solo punto di emissione ed applicare i valori limite che, in caso di
mancato convogliamento, si applicherebbero allimpianto pi recente.
10. Ladeguamento alle disposizioni del comma 9 effettuato nei
tempi a tal fine stabiliti dallautorizzazione.
11. Nel caso in cui un grande impianto di combustione sia sottoposto alle modifiche qualificate come sostanziali dalla normativa vigente
in materia di autorizzazione integrata ambientale, si applicano i valori
limite di emissione stabiliti nella parte II, sezioni da 1 a 5, lettera B, e
sezione 6 dellAllegato II alla parte quinta del presente decreto.
12. Fermo restando quanto previsto dalla normativa vigente in materia di autorizzazione integrata ambientale, per gli impianti nuovi o in
caso di modifiche ai sensi del comma 11, la domanda di autorizzazione
deve essere corredata da un apposito studio concernente la fattibilit tecnica ed economica della generazione combinata di calore e di elettricit.
Nel caso in cui tale fattibilit sia accertata, anche alla luce di elementi
diversi da quelli contenuti nello studio, lautorit competente, tenuto
conto della situazione del mercato e della distribuzione, condiziona il
rilascio del provvedimento autorizzativo alla realizzazione immediata o
differita di tale soluzione.
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13. Dopo il 1 gennaio 2008, agli impianti di combustione di potenza termica nominale inferiore a 50MW ed agli altri impianti esclusi
dal campo di applicazione della parte quinta del presente decreto, facenti parte di una raffineria, continuano ad applicarsi, fatto salvo quanto
previsto dalla normativa vigente in materia di autorizzazione integrata
ambientale, i valori limite di emissione calcolati, su un intervallo mensile o inferiore, come rapporto ponderato tra la somma delle masse inquinanti emesse e la somma dei volumi delle emissioni di tutti gli impianti
della raffineria, inclusi quelli ricadenti nel campo di applicazione del
presente articolo.
14. In caso di realizzazione di grandi impianti di combustione che
potrebbero arrecare un significativo pregiudizio allambiente di un altro
Stato della Comunit europea, lautorit competente informa il Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare per ladempimento degli obblighi di cui alla convenzione sulla valutazione dellimpatto
ambientale in un contesto transfrontaliero, stipulata a Espoo il 25 febbraio 1991, ratificata con la legge 3 novembre 1994, n. 640.
15. Le disposizioni del presente articolo si applicano agli impianti
di combustione destinati alla produzione di energia, ad esclusione di
quelli che utilizzano direttamente i prodotti di combustione in procedimenti di fabbricazione. Sono esclusi in particolare:
a) gli impianti in cui i prodotti della combustione sono utilizzati
per il riscaldamento diretto, lessiccazione o qualsiasi altro trattamento
degli oggetti o dei materiali, come i forni di riscaldo o i forni di trattamento termico;
b) gli impianti di postcombustione, cio qualsiasi dispositivo tecnico per la depurazione delleffluente gassoso mediante combustione, che
non sia gestito come impianto indipendente di combustione;
c) i dispositivi di rigenerazione dei catalizzatori di craking
catalitico;
d) i dispositivi di conversione del solfuro di idrogeno in zolfo;
e) i reattori utilizzati nellindustria chimica;
f) le batterie di forni per il coke;
g) i cowpers degli altiforni;
h) qualsiasi dispositivo tecnico usato per la propulsione di un veicolo, una nave, o un aeromobile;
i) le turbine a gas usate su piattaforme off-shore e sugli impianti di
rigassificazione di gas naturale liquefatto off-shore;
l) (abrogata).
m) (abrogata).
16. (abrogato).
16-bis. A partire dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2009/31/CE in materia di stoccaggio
geologico di biossido di carbonio, ai fini del rilascio dellautorizzazione
di cui allart. 269, per gli impianti di combustione con una potenza termica nominale pari o superiore a 300 megawatt, il gestore presenta una
relazione che comprova la sussistenza delle seguenti condizioni:
a) disponibilit di appropriati siti di stoccaggio di cui allart. 3,
comma 1, lettera c), del decreto legislativo di recepimento della direttiva
2009/31/CE in materia di stoccaggio geologico di biossido di carbonio;
b) fattibilit tecnica ed economica di strutture di trasporto di cui
allart. 3, comma 1, lettera aa), del decreto legislativo di recepimento
della direttiva 2009/31/CE in materia di stoccaggio geologico di biossido di carbonio;
c) possibilit tecnica ed economica di installare a posteriori le strutture per la cattura di CO2.
16-ter. Lautorit competente, sulla base della documentazione di
cui al comma 16-bis, stabilisce se le condizioni di cui allo stesso comma
sono soddisfatte. In tal caso il gestore provvede a riservare unarea sufficiente allinterno del sito per installare le strutture necessarie alla cattura
e alla compressione di CO2. .
Il testo dellart. 275 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152,
citato nelle note alle premesse, cos come modificato dal presente decreto, cos recita:
Art. 275. (Emissioni di COV)
1. LAllegato III alla parte quinta del presente decreto stabilisce,
relativamente alle emissioni di composti organici volatili, i valori limite
di emissione, le modalit di monitoraggio e di controllo delle emissioni,
i criteri per la valutazione della conformit dei valori misurati ai valori
limite e le modalit di redazione del piano di gestione dei solventi.
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2. Se nello stesso stabilimento sono esercitate, mediante uno o pi impianti o macchinari e sistemi non fissi o operazioni manuali, una o pi attivit individuate nella parte II dellAllegato III alla parte quinta del presente
decreto le quali superano singolarmente le soglie di consumo di solvente ivi
stabilite, a ciascuna di tali attivit si applicano, secondo le modalit di cui
al comma 7, i valori limite per le emissioni convogliate e per le emissioni
diffuse di cui al medesimo Allegato III, parte III, oppure i valori limite di
emissione totale di cui a tale Allegato III, parti III e IV, nonch le prescrizioni ivi previste. Tale disposizione si applica anche alle attivit che, nello stesso stabilimento, sono direttamente collegate e tecnicamente connesse alle
attivit individuate nel suddetto Allegato III, parte II, e che possono influire
sulle emissioni di COV. Il superamento delle soglie di consumo di solvente valutato con riferimento al consumo massimo teorico di solvente. Le
attivit di cui alla parte II dellAllegato III alla parte quinta del presente
decreto comprendono la pulizia delle apparecchiature e non comprendono
la pulizia dei prodotti, fatte salve le diverse disposizioni ivi previste.
3. Ai fini di quanto previsto dal comma 2, i valori limite per le
emissioni convogliate si applicano a ciascun impianto che produce tali
emissioni ed i valori limite per le emissioni diffuse si applicano alla
somma delle emissioni non convogliate di tutti gli impianti, di tutti i
macchinari e sistemi non fissi e di tutte le operazioni.
4. Il gestore che intende effettuare le attivit di cui al comma 2
presenta allautorit competente una domanda di autorizzazione dello
stabilimento in conformit allart. 269 e a quanto previsto nel presente
articolo e nellAllegato III alla parte quinta del presente decreto oppure,
ricorrendone i presupposti, una domanda di adesione allautorizzazione generale di cui allart. 272, comma 3. In aggiunta ai casi previsti
dallart. 269, comma 8, la domanda di autorizzazione deve essere presentata anche dal gestore dello stabilimento in cui sono esercitate delle
attivit che, a seguito di una modifica del consumo massimo teorico di
solvente, rientrano tra quelle di cui al comma 2.
5. Lautorizzazione stabilisce, sulla base dei commi 2 e 7, i valori
limite di emissione e le prescrizioni che devono essere rispettati. Per la
captazione e il convogliamento si applica lart. 270.
6. Lautorizzazione indica il consumo massimo teorico di solvente
e lemissione totale annua conseguente allapplicazione dei valori limite
di cui al comma 2, individuata sulla base di detto consumo, nonch la
periodicit dellaggiornamento del piano di gestione di cui alla parte V
dellAllegato III alla parte quinta del presente decreto.
7. Il rispetto dei valori limite di emissione previsti dal comma 2
assicurato mediante lapplicazione delle migliori tecniche disponibili
e, in particolare, utilizzando materie prime a ridotto o nullo tenore di
solventi organici, ottimizzando lesercizio e la gestione delle attivit e,
ove necessario, installando idonei dispositivi di abbattimento, in modo
da minimizzare le emissioni di composti organici volatili.
8. Se le attivit di cui al comma 2 sono esercitate presso uno stabilimento autorizzato ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica
24 maggio 1988, n. 203, prima del 13 marzo 2004, le emissioni devono essere adeguate alle pertinenti prescrizioni dellAllegato III alla parte quinta
del presente decreto e alle altre prescrizioni del presente articolo entro il
31 ottobre 2007, ovvero, in caso di adeguamento a quanto previsto dal
medesimo Allegato III, parte IV, entro le date ivi stabilite. Fermo restando
quanto stabilito dalla normativa vigente in materia di autorizzazione integrata ambientale, ladeguamento effettuato sulla base dei progetti presentati allautorit competente ai sensi del decreto ministeriale 16 gennaio
2004, n. 44. Tali stabilimenti si considerano anteriori al 2006 o anteriori al
1988 sulla base dei criteri di cui allart. 268, comma 1, lettere i) e i-bis). In
caso di mancata presentazione del progetto o di diniego allapprovazione
del progetto da parte dellautorit competente, le attivit si considerano
in esercizio senza autorizzazione. I termini di adeguamento previsti dal
presente comma si applicano altres agli stabilimenti di cui al comma 20,
in esercizio al 12 marzo 2004, i cui gestori aderiscano allautorizzazione
generale ivi prevista entro sei mesi dallentrata in vigore della parte quinta
del presente decreto o abbiano precedentemente aderito alle autorizzazioni
generali adottate ai sensi dellart. 9 del decreto del Ministro dellambiente
e della tutela del territorio e del mare 16 gennaio 2004, n. 44.
9. (abrogato).
10. Sono fatte salve le autorizzazioni rilasciate prima del 13 marzo 2004 che conseguono un maggiore contenimento delle emissioni di
composti organici volatili rispetto a quello ottenibile con lapplicazione
delle indicazioni di cui alle parti III e IV dellAllegato III alla parte
quinta del presente decreto. In tal caso rimangono validi i metodi di
campionamento e di analisi precedentemente in uso. fatta salva la
facolt del gestore di chiedere allautorit competente di rivedere dette
autorizzazioni sulla base delle disposizioni della parte quinta del presente decreto.
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CANONI DI ABBONAMENTO (salvo conguaglio)
validi a partire dal 1 OTTOBRE 2013
GAZZETTA UFFICIALE - PARTE I (legislativa )
Tipo A
Tipo B
Tipo C
Tipo D
Tipo E
Tipo F
CANONE DI ABBONAMENTO
- annuale
- semestrale
438,00
239,00
- annuale
- semestrale
68,00
43,00
- annuale
- semestrale
168,00
91,00
- annuale
- semestrale
65,00
40,00
- annuale
- semestrale
167,00
90,00
- annuale
- semestrale
819,00
431,00
56,00
1,00
1,00
1,50
1,00
6,00
- annuale
- semestrale
302,47
166,36
- annuale
- semestrale
86,72
55,46
190,00
180,50
Sulle pubblicazioni della 5 Serie Speciale e della Parte II viene imposta I.V.A. al 22%.
RACCOLTA UFFICIALE DEGLI ATTI NORMATIVI
Abbonamento annuo
Abbonamento annuo per regioni, province e comuni - SCONTO 5%
Volume separato (oltre le spese di spedizione)
I.V.A. 4% a carico dellEditore
18,00
Per lestero i prezzi di vendita (in abbonamento ed a fascicoli separati) anche per le annate arretrate, compresi i fascicoli dei supplementi ordinari e
straordinari, devono intendersi raddoppiati. Per il territorio nazionale i prezzi di vendita dei fascicoli separati, compresi i supplementi ordinari e
straordinari, relativi anche ad anni precedenti, devono intendersi raddoppiati. Per intere annate raddoppiato il prezzo dellabbonamento in corso.
Le spese di spedizione relative alle richieste di invio per corrispondenza di singoli fascicoli, vengono stabilite, di volta in volta, in base alle copie richieste.
Eventuali fascicoli non recapitati potrannno essere forniti gratuitamente entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del fascicolo. Oltre tale periodo questi
potranno essere forniti soltanto a pagamento.
N.B. - La spedizione dei fascicoli inizier entro 15 giorni dall'attivazione da parte dell'Ufficio Abbonamenti Gazzetta Ufficiale.
RESTANO CONFERMATI GLI SCONTI COMMERCIALI APPLICATI AI SOLI COSTI DI ABBONAMENTO
* tariffe postali di cui alla Legge 27 febbraio 2004, n. 46 (G.U. n. 48/2004) per soggetti iscritti al R.O.C.
*45-410201140327*
9,00