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Le immagini in questo caso sono scontate: le ha

scelte Ges stesso: parla di vigna, di vite e di tralci, come pure dellagricoltore che opera la potatura e del frutto che lobiettivo finale di tutta la
storia. La vigna unimmagine per rappresentare il popolo eletto: da un vitigno scelto, piantato
e curato da Dio stesso nasce questo legame tra
Dio e i discendenti di Abramo, alleanza che a
volte avverte la fatica della vigna a portare frutto, ma non manca mai della fedelt di chi ha
impegnato se stesso in questa storia che possiamo definire storia damore, cantata dai profeti per educare il popolo alla fedelt, ad essere ricchi di frutto, a gloria di Dio, oltre che gioia per se stessi
Ges si presenta come la vite, la vera vite; al
posto dei tanti - la vigna - uno, il Figlio che il
nuovo vitigno, anche questo piantato e curato
da colui che continua ad essere lagricoltore primo. Una sola vite perch ormai per tutti, non
solo per il popolo primo dellalleanza, solo in
lui che si trova la salvezza quel portare frutto che costituisce la gioia - e la gloria - di Dio. E
qui entriamo in campo ciascuno di noi: siamo i
tralci che hanno la responsabilit e la possibilit
di portare frutto; la vite rimane buona anche
quando qualche tralcio si secca, non produce, si
condanna...da solo allinutilit...i tralci o portano
frutto o sono bruciati...altri utilizzi non ci sono!

Lagricoltore non rimane spettatore passivo, magari speranzoso ma seduto ai bordi del campo ad
aspettare che spuntino le foglie, e poi i fiori, e infine maturino i frutti. un agricoltore paziente e
rispettoso della libert dei singoli tralci, ma anche
attivo e premuroso nel curarli...potando sapientemente la vite cos che ognuno possa dare il meglio,
valorizzando il dono della linfa che scorre dalla
vite nei tralci...se rimangono in noi le parole che
riceviamo come dono e segno della fedelt di colui che ha piantato la vite che ha continuato il
ruolo della grande vigna del primo popolo eletto,
arricchendolo con la sua parola

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