Sei sulla pagina 1di 7

COMBUSTIONE UMANA SPONTANEA

di EMANUELE LANZOTTI
1966: Il caso di Irving Bentley

Il 5 Dicembre 1966 Gosnell, un addetto dellazienda del gas di Coudersport, in Pennsylvania, fu


insospettito dallo strano odore che proveniva dallinterno della casa di Irving Bentley. Gosnell
suon pi volte alla porta senza ottenere una risposta e alla fine decise di entrare. Frug in tutte
le stanze finch non raggiunse il bagno, ma tutto quello che trov del Dr. John Irving Bentley fu
un mucchio di cenere alto parecchi centimetri e un piede ancora calzato, che giaceva allestremit
di un area bruciata di 80-120 cm di diametro. A parte Bentley e i suoi abiti, nientaltro era
bruciato nella stanza, inoltre pi tardi si apprese che la vittima era stata vista viva pochi minuti
prima. Autocombustione umana? La spiegazione trovata fu che il novantaduenne medico aveva
labitudine di buttare i fiammiferi e le ceneri incandescenti dalla pipa sulla sua vestaglia, che era
segnata da numerose bruciature precedenti. Inoltre era solito tenere fiammiferi in tasca durante il
giorno, situazione che poteva trasformare una brace in una mortale fiammata. Bentley era inoltre
infermo a causa dellet, infatti si serviva di un
deambulatore per i suoi spostamenti. Si concluse che il medico, ritrovatosi con gli abiti in fiamme,
si fosse diretto verso il bagno, probabilmente con passo accelerato, dove cerc invano di spegnere
le fiamme. I cocci di quello che apparentemente era una brocca furono ritrovati nella stanza. Una
volta caduta a terra, la vittima avrebbe incendiato il pavimento in linoleum, sotto il quale vi era
un struttura in legno e travi, materiale ideale per un pira funebre.Laria fredda attirata dal
pavimento potrebbe aver costretto il fuoco a bruciare pi intensamente a causa del fenomeno
conosciuto come effetto camino. La spiegazione senza dubbio verosimile, e di primo acchito
sembra convincente. Tuttavia bisogna considerare che una pipa non un lanciafiamme, e che il
Dr. Bentley, malgrado la ridotta capacit motoria, si trovava pur sempre in un bagno, con
abbondante acqua a disposizione. Ci che rende la spiegazione ufficiale non del tutto convincente
il fatto che, come disse il Dottor Wilton Krogman, esperto sugli effetti prodotti dal fuoco (vedi il
caso di Mary Reeser):
Occorre un immenso calore per consumare completamente un corpo umano. I corpi nei forni
crematori bruciano a pi di 2000 per otto ore, ed ancora possibile riconoscere le ossa.
Nella maggior parte dei casi di incendi a fabbricati si raggiungono temperature intorno ai 1500,
e in condizioni simili i danni non si sarebbero limitati alla distruzione del corpo dellanziano
medico, ma le fiamme si sarebbero pi verosimilmente propagate allintero edificio con ben altre
conseguenze. Per queste ragioni il caso di Irving Bentley viene tuttora considerato uno degli
esempi pi eclatanti di autocombustione umana.
1951: Il caso di Mary Reeser
La morte di Mary Reeser, una vedova di 57 anni trovata ridotta in cenere in un appartamento
che quasi non mostrava segni di danno, avvenuta il 1 luglio 1951, considerato un altro punto di

riferimento nei casi di autocombustione umana, perch fu il primo esempio in cui fu usato ogni
possibile mezzo di moderna investigazione scientifica per determinare la causa del misterioso
fenomeno. Tuttavia, malgrado gli sforzi dellFBI, dei pompieri, degli esperti di incendi e dei
patologi, un anno dopo lincidente il detective Cass Burgess della polizia di St. Petersburg
comment: Le nostre indagini non hanno trovato niente che possa provare, al di l di ogni
dubbio, cosa accadde in realt. Il caso ancora aperto, ma siamo ancora lontani dallo stabilire
qualsiasi causa logica per la morte quanto lo eravamo la prima volta che siamo entrati
nellappartamento della signora Reeser. Questi sono i dettagli del caso: la signora Mary Hardy
Reeser si era recata a vivere a St. Petersburg il Florida per essere vicina al figlio, il Dr. Richard
Reeser. La sera del 1 luglio 1951 era rimasta a casa del figlio con uno dei nipoti mentre il resto
della famiglia era andato in spiaggia. Quando tornarono Mary Reeser aveva gi fatto ritorno alla
propria abitazione. La moglie di Richard Reeser decise pertanto di andare a trovare la suocera
per accertarsi che fosse tutto a posto. Secondo la sua testimonianza non vi era niente
nellapparenza o nel comportamento di Mary Reeser tale da causare qualsiasi allarme. Il dottor
Reeser fece visita alla madre pi tardi, sempre nel corso della stessa sera, e la trovo un po
depressa a causa del fatto che non aveva sentito due amici che dovevano affittare per lei un
appartamento in previsione del suo ritorno a Columbia, dove lei abitava precedentemente. La
madre manifest inoltre lintenzione di andare a letto presto, disse che aveva preso due pillole di
Seconal (sonnifero) per assicurarsi una notte di riposo e che ne voleva prendere altre due. Il dr.
Reeser lasci labitazione intorno alle 20:30.Lultima persona che vide Mary Reeser viva fu la sua
padrona di casa, la signora Pansy M. Carpenter, che viveva in uno dei quattro appartamenti
delledificio (i due alloggi che le separavano erano vuoti). La signora Carpenter vide la sua
inquilina intorno alle 21:00; indossava una camicia da notte e un paio di pantofole di raso nero e
stava oziando su di una poltrona mentre fumava una sigaretta. Le coperte del letto erano state
sollevate, segno che si apprestava a coricarsi. Lultima notte di Mary Reeser fu la tipica notte
destate in Florida: il
cielo di tanto in tanto era rischiarato dai bagliori di lampi dovuti al calore. Quando la signora
Carpenter si svegli Luned mattina alle 5:00, avvert un lieve odore di fumo, tuttavia non si
allarm, attribuendone la responsabilit ad una pompa per lacqua situata in garage che si era
surriscaldata. Pertanto si alz, and a spegnerla, e torn a letto. Quando un ora pi tardi, si alz
di nuovo per andare fuori a raccogliere il giornale, non vi erano pi traccia di fumo. Alle 8:00
arriv un telegramma per Mary Reeser. La signora Carpenter firm la ricevuta e and
nellappartamento dellinquilina per consegnarglielo. Quando appoggi la mano sulla maniglia
della porta, not che era calda. Allarmata corse a chiamare aiuto, e due imbianchini, dallaltra
parte della strada raccolsero lappello. Uno di loro apr la porta, e non appena entr si sent
investito da unondata di aria calda. Pensando di poter salvare Mary Reeser si guard intorno
freneticamente, ma non vide alcun segno di lei. Il letto era vuoto. Lunico segno di incendio era
una piccola fiamma su una trave di legno, su una divisoria che separava la sala da un cucinotto.
Allarrivo dei pompieri le fiamme furono spente e una parte della divisoria abbattuta. Quando il
vice comandante dei pompieri O. Griffith inizi lispezione del locale, non credette ai suoi occhi.
Nel mezzo del pavimento era chiaramente visibile un area carbonizzata di circa 120-150 cm,
allinterno della quale trov alcune molle annerite di una poltrona e i resti di un corpo umano,
che consistevano in un fegato carbonizzato ancora attaccato ad un pezzo di spina dorsale, un
teschio rattrappito, che per il calore si era ridotto alle dimensioni di una palla da baseball, un
piede che calzava ancora una pantofola di raso nero e un mucchio di cenere. Quando il coroner
Edward T. Silk arriv per esaminare il corpo ed eseguire la perizia dellappartamento, sebbene
profondamente confuso, decise che la morte era stata accidentale e autorizz la rimozione dei
resti, che furono portati allospedale locale.

Le successive indagini, che coinvolsero la polizia, i pompieri e gli esperti in incendi dolosi,
sembravano non essere in grado di spiegare i fatti accaduti, considerando lenorme calore
necessario per giustificare il corpo incenerito di Mary Reeser. I mobili, escludendo la poltrona
sulla quale la signora sedeva e il tavolino accanto ad essa non erano stati danneggiati, ma
lappartamento mostrava alcuni segni particolari. Il soffitto, le tende e le pareti, da un punto
esatto a poco pi di un metro di altezza dal suolo era coperto da una sorta di fuliggine oleosa.
Sotto questa linea non vi era niente. La vernice sulla parete vicino alla poltrona era leggermente
annerita, ma il tappeto sul quale si trovava la poltrona non era stato attraversato dalle fiamme.
Uno specchio appeso ad una parete a 3 metri di distanza era crepato, probabilmente a causa del
calore. Su un tavolino, a tre metri e mezzo di distanza, due candele di cera rosa si erano sciolte,
ma gli stoppini non mostravano segni di bruciature. Alle pareti gli interruttori di plastica che si
trovavano sopra la linea descritta prima erano fusi, ma i fusibili non erano bruciati e la corrente
elettrica non era saltata. Le prese elettriche sopra il battiscopa non erano state danneggiate; un
orologio elettrico si era fermato alle 4:20, ma una volta che la sua spina fu infilata in una di
queste prese ricominci a funzionare perfettamente. La biancheria intima sul tavolino a un metro
e mezzo di distanza e una pila di giornali a soli 30 centimetri dalla poltrona non erano stati
toccati dalle fiamme, e sebbene sia gli imbianchini che la signora Carpenter avessero sentito una
ondata di calore quando aprirono la porta, nessuno aveva notato fumo o odore di bruciato,
inoltre non vi erano braci o fiamme tra le ceneri. Di fronte ad un simile mistero le autorit di St.
Petersburg si rivolsero allFBI. Le ricerche di laboratorio mostrarono che il peso di Mary Reeser,
da una stima di circa 80 Kg , si era ridotto a meno di quattro chili e mezzo, inclusi il piede e il
teschio rattrappito. Il rapporto finale concluse che nessun agente chimico conosciuto era stato
usato per scatenare le fiamme. Un altro mistero era il piede scampato alle fiamme, che la signora
Reeser aveva labitudine di appoggiare su di uno sgabello, e che si sarebbe quindi trovato al di
fuori del raggio di un metro e mezzo.
Una spiegazione razionale a quanto accaduto potrebbe essere che Mary Reeser, che indossava
vestiti infiammabili e stava fumando, a causa delleffetto dei sonniferi assunti si sarebbe
addormentata con la sigaretta accesa. Una volta che il corpo fu incendiato, le fiamme si
alimentarono bruciando i tessuti adiposi della vittima (un po come succede nelle lampade ad
olio), che era in sovrappeso. Infatti una certa quantit di grasso, chiaramente residui adiposi del
suo corpo, fu ritrovato nellarea dove avvenne la misteriosa morte. Il grasso, liquefatto dal calore,
potrebbe aver impregnato la sedia continuando ad alimentare le fiamme fino alla completa
distruzione del corpo. Il tappeto poi non era stato completamente bruciato perch il pavimento
era in cemento. Ma come spigare la rottura dello specchio e la fusione delle prese elettriche,
piuttosto distanti dalla vittima, e lincolumit dei giornali, pi vicini e senza dubbio pi sensibili
al calore? Il Dottor Wilton Krogman, della scuola di medicina dellUniversit della Pennsylvania,
nonch esperto mondiale sugli effetti del fuoco sul corpo umano, nel corso dei suoi esperimenti
bruci cadaveri con gasolio, benzina, legno, e tutti i tipi di agenti possibili. Prov con ossa
ricoperte o meno di carne, secche o umide, servendosi dei pi moderni apparati crematori, ma
alla fine dimostr che necessario uno straordinario calore per consumare completamente un
corpo, e soltanto sopra i 3000 Fahrenheit le ossa diventano cos volatili da perdere la propria
forma e lasciare solo ceneri. Forse pi strano di tutto, e unico in questo caso di autocombustione
umana, era il teschio rattrappito. Il Dr. Krogman comment:
...la testa non viene risparmiata completamente nei casi di incendio. Certo NON rattrappisce o si
riduce simmetricamente a dimensioni inferiori. In presenza di calore sufficiente da distruggere i
tessuti molli, la testa esplode letteralmente in molti pezzi. Non ho mai visto eccezioni a questa
regola.

1964: Il caso di Helen Conway


Nel 1964 Helen Conway mor a Delaware County, in Pennsylvania. Eccetto le sue gambe, il corpo
era bruciato insieme alla sedia tappezzata sulla quale era solita sedersi nella sua camera da letto.
Secondo il capo dei pompieri, la completa distruzione del corpo avvenne in soli 21 minuti, inoltre
la signora Conway oltre ad essere malata, era una accanita fumatrice e segni di bruciature di
sigarette erano visibili un po ovunque nella stanza ( senza dubbio curioso come i fumatori
disattenti siano solitamente vittime di autocombustione). Apparentemente il fuoco impieg meno
tempo a consumare il corpo di Helen Conway che quello di Mary Reeser, ma potrebbe essersi
scatenato alla base del corpo seduto, e bruciando verso lalto, alimentato dai tessuti adiposi del
tronco avrebbe aumentato la propria intensit. Infatti, cercando tracce della vittima, un poliziotto
disse di aver affondato la mano in qualcosa di gelatinoso, che potrebbero essere i resti della
donna. Le considerazioni su questo caso sono analoghe a quello precedente.
1986: Il caso di George Mott
Nel 1986, George Mott, un ex pompiere di 58 anni, mor nella camera da letto della sua casa fuori
Crown Point, a New York. Il suo corpo fu ritrovato nel letto, abbondantemente consumato dalle
fiamme insieme al materasso. Tutto quello che era rimasto era una gamba, un teschio rattrappito
(inspiegabilmente ridotto a dimensioni impressionanti), e pezzi della cassa toracica; il calore
inoltre era stato cos intenso da ridurre un uomo di quasi 85 Kg a meno in due chili di cenere.
Furono avanzate da parte di due investigatori teorie piuttosto fantasiose, come quella secondo la
quale un arco voltaico improvvisamente uscito da una presa elettrica, avrebbe incendiato gli abiti
di George Mott; o quella che attribuiva la responsabilit ad una fuga di gas non individuata dalle
apposite apparecchiature (ma perch lincendio si sarebbe limitato solamente al corpo della
vittima?). Mott era un uomo che in passato era solito bere alcolici e fumare accanitamente, e il
giorno prima della sua morte si racconta che fosse depresso per il suo cattivo stato di salute,
dovuto a problemi respiratori e ad un alta pressione del sangue. Potrebbe essere che, come spesso
succede in questi casi, senza pensare alle conseguenze la vittima avesse deciso di concedersi il
piacere di una sigaretta, ipotesi avvalorata dal fatto che al momento della morte George Mott non
indossava la sua maschera ad ossigeno sebbene fosse a letto e lapparecchiatura che lo aiutava
nella respirazione fosse in funzione. Inoltre, appoggiata su di essa, vi era una scatola di
fiammiferi, che tuttavia non aveva preso fuoco, nonostante la vicinanza alla vittima.
Questi sono soltanto alcuni dei casi attribuiti ad autocombustione. Ma cosa realmente questo
fenomeno? Lautocombustione umana o SHC (Spontaneous Human Combustion) viene definita
come il processo mediante il quale un corpo umano viene incenerito in seguito a un grande calore
generato da reazioni chimiche interne. Vi sono alcuni casi in cui le persone si sono sentite sul
punto di esplodere, o pi verosimilmente hanno avvertito la sensazione di avere laddome in
fiamme. In altri casi testimoni oculari hanno visto le vittime avvolte in fiamme blu splendenti.
Anche se gli eventi che ho raccontato sono accaduti in tempi relativamente recenti, la
combustione umana spontanea non un fenomeno proprio solamente del nostro secolo, ma anzi
vi sono cronache del passato che ci tramandano come questo misterioso evento fosse conosciuto
dagli uomini secoli or sono. Uno dei primi casi registrati accadde a Verona nel 1745. La Contessa
Cornelia di Bandi misteriosamente esplose in fiamme una notte nella camera da letto della sua
villa. Il suo corpo fu completamente incenerito, ma nientaltro nella stanza, piena di materiali
infiammabili, fu toccato dal fuoco. Non fu mai trovata nessuna origine allincendio. Nel 1899 le
due figlie di John e Sara Kirby bruciarono praticamente nello stesso istante, ma in due case a un
miglio di distanza luna dallaltra, nel West Yorkshire, in Inghilterra. In tempi pi recenti un
ragazzo svedese di 24 anni, che si stava abbronzando sulla spiaggia a Majorca, dove si era recato
in viaggio di nozze, bruci improvvisamente sotto gli occhi della moglie sdraiata al suo fianco,
prima che il fuoco potesse essere spento. In un altro caso, Olga Stephens era seduta nella sua
macchina parcheggiata in una strada di Dallas, in Texas, quando alcuni testimoni la videro

improvvisamente ardere in fiamme senza apparente ragione. I soccorritori furono respinti


dallintensissimo calore, e la vittima mor in pochi secondi. Le indagini non fecero mai luce su
cosa scaten lincendio. Questi pochi esempi servono
a dimostrare che questo fenomeno ha sempre fatto parte, in epoche diverse, degli eventi a cui
luomo non mai riuscito a dare una spiegazione razionale. Spesso infatti, nel classificare un caso
di autocombustione, si precede per eliminazione, escludendo le varie ipotesi fino a concludere che
i fatti analizzati non possono essere spiegati da nessun meccanismo conosciuto. Anche uno
scienziato del diciannovesimo secolo, Justus von Liebig sosteneva che: Lopinione che un uomo
possa bruciare da solo non fondata sulla conoscenza delle circostanze della morte, ma al
contrario sulla completa ignoranza di tutte le condizioni che precedono e causano lincidente
(Liebig, 1851). Parallelamente ai casi in cui risultava difficile, se non impossibile, dare una
spiegazione scientifica, fiorirono nei secoli scorsi tutta una serie di storie assai fantasiose sulle
presunte cause dellautocombustione. Si pensava ad esempio che un eccessivo consumo di alcool
aumentasse linfiammabilit del corpo umano, tanto che una cronaca del diciassettesimo secolo
raccontava di un tedesco rimasto vittima di autocombustione perch aveva bevuto troppo
brandy. Tutti i casi di combustione umana spontanea presentano caratteristiche comuni:

Mentre il busto viene completamente distrutto dalle fiamme, raramente le estremit del
corpo bruciano. La risposta potrebbe essere che il fuoco tende a bruciare verso lalto,
mentre lateralmente lo fa con difficolt. Qualsiasi persona che abbia acceso un caminetto o
abbia preso parte ad un campeggio, avr visto che un ceppo lasciato sul fuoco viene
incenerito nella parte centrale mentre le estremit tendono a rimanere intatte.
Nell80% dei casi le vittime sono donne. Una larga percentuale delle vittime era inoltre
sovrappeso o dedita alluso di alcolici (o fumatori), il cui uso ha spesso preceduto la morte
del soggetto in questione.
In quasi tutti i casi di autocombustione incredibilmente giornali e altri materiali
infiammabili vicino alle vittime spesso passano indenni attraverso la violenza del fuoco.
Una vittima che giace nel letto pu essere ridotta a un cumulo di cenere mentre le coperte
che si trovano sopra il corpo sono intatte, oppure i vestiti non subiscono danni rilevanti.
Il pavimento vicino ai deceduti spesso coperto di una materia untuosa, liquida (c chi
dice di colore giallo), vischiosa e dal tipico odore dolciastro.

In quasi tutti i casi le vittime erano state lasciate sole per periodi pi o meno brevi di
tempo. Lautocombustione sempre fatale. Gli eventuali testimoni che si trovavano nelle
vicinanze (ad esempio in stanze adiacenti) non hanno mai udito suoni, come urla di dolore o
invocazioni daiuto.
In normali circostanze il corpo umano non brucia molto bene, dal momento che costituito per
l80% di acqua, e in ogni caso servirebbe un impulso iniziale per generare le fiamme. Per
dimostrarlo desidero richiamare lesperienza comune dei
cibi flamb: tutti avranno notato che fin tanto che presente il combustibile (ad esempio il
brandy) il cibo brucia, una volta esaurito le fiamme si estinguono. Ho citato questo esempio dal
momento che una delle teorie pi accreditate a partire dal 1800 e giunta fino ai nostri giorni,
quella del cosiddetto effetto stoppino, secondo la quale la combustione non avviene mai in
maniera spontanea ma sempre riconducibile ad una fonte precisa. Un volta innescato il
processo, i grassi presenti nel corpo, sciogliendosi in presenza di calore, impregnerebbero i vestiti
che continuerebbero a bruciare come lo stoppino di una candela o di una lampada a petrolio, fino
al completo esaurimento dei tessuti adiposi della vittima. Gli accumuli di grasso, solitamente
localizzati nel tronco piuttosto negli arti, spiegherebbero il perch le estremit sono solite

scampare alla violenza delle fiamme. Questa teoria senza dubbio attendibile. Tuttavia la brace
di una sigaretta raggiunge una temperatura di circa 600 centigradi, certamente sufficienti per
bruciare i tessuti di un uomo, ma inadeguati per incenerirne le ossa. La spiegazione oggi pi in
voga quella della reazione chimica. Se la SHC inizia dentro il corpo, si ritiene che la forza derivi
da dai meccanismi deputati a produrre energia allinterno dellorganismo.
Infatti il tutto potrebbe avvenire in questi termini:
Dentro le cellule vi sono i mitocondri che forniscono energia a tutto il corpo attraverso piccole
reazioni chimiche.
Se un mitocondrio non funziona bene, potrebbe rilasciare troppa energia: cos esploderebbero
idrogeno e ossigeno.
Colpiti dallonda di energia, i mitocondri circostanti esplodono, causando cos una reazione a
catena.
La cellula impazzisce e va in pezzi. Lenergia liberata innesca unaltra reazione a catena.
Nel giro di alcuni minuti i muscoli, la carne e gli organi interni vengono ridotti in cenere da
una fiamma blu.
Tuttavia non viene data nessuna indicazione sul perch un mitocondrio dovrebbe impazzire
scatenando tutte le conseguenze poi descritte.
trovi tutto su:

WWW.MENPHIS75.COM
ufo
alieni
paranormale
lochness
yeti
mostri
mistery
video ufo
scoperte speciali
foto & video twister
audio zelig
audio pazzi
gif animate
screen mate
pornholio
flash
exe
games
animazioni
cavolate

pps powerpoint
pps powerpoint sexy
chemtrails
free sms
sms divertenti
preghiere sacre
utility
e tanto altro...

- VIENIMI A TROVARE ( TI AUGURO UNA BUONA GIONATA )

Potrebbero piacerti anche