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TT industriali é importante | radiazione inarossa ein 4.6 Il metodo termografico Come accennato alla fine del paragrafo 4.1, @ stato sottoposto a nuovi studi e applicazioni il metodo termico con Vobiettivo di_stabilire una possibile relazione tra la temperatura superficiale del provino ed il limite a fatica. In particolare, si sono applicati sistemi di rilevamento termico @ distanza mediante sensori che possono acquisire dati sull’energia radiante una data regione dello spettro © etromagnelign. Dato che |’emittanza radiante di una eee superficie é legata al tipo di materiale in esame ed & oto : che varia con la quarta potenza, della temperatura della superficie del corpo (legge di Stefan-Bolzman) é possibile, mediante questa_misura indiretta, valutare la temperatura radiometrica della superficie radiante. Per le applicazioni particolare quella banda denominata infrarosso termico. Numerose ricerche sui provini sollecitati a fatica con tecniche all’infrarosso termico sono state condotte * ® gall’Istituto di Machine dell’Universita di Catania anche in collaborazione con il Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Torino. Da un primo lavoro (Caltabiano ed altri) su provini sollecitati a fatica da zero a un massimo (resistenza dall’origine) é@ stato possibile rilevare la temperatura sulla superficie di ciascun provino, con lo scopo di poter collegare i dati termici con parametri che caratterizzano il fenomeno della rottura a fatica. Infatti, sono stati sottoposti a fatica EnTANee Mt IL SNERE CH e267 Wsteo of AIR LRTEMPER RRA provini lisci, inizialmente per carichi applicati distanti dal ee a ® possibile limite a fatica, in modo che la rottura_potesse 7 D avvenire in tempi relativamente brevi, ¢ poi per carichi minori con tempi di prova che variavano da 32.000 cicli, per carichi maggiori, a 532.000 cicli, per carichi minori. Si sono registrate le mappe termiche dei provini per ogni livello di sollecitazione al variare del numero di cicli fino alla rottura del provino, si é riscontrato che fin dall’inizio della prova la temperatura massima si raggiungeva in corrispondenza del costruire un diagramma delle temperature in funzione del : @ numero dei cicli ai vari livelli di carico (fig.27 dove sono : riportate- le linee medie per i vari provini sottoposti allo stesso livello di carico). Be 64S Nimmt oroe 77 SIL ATE rRSGORE PER PRoVinT REF CARICI HAG CIR) L Th\e = Un Veber di onescita (d7/ju) € Tavto pu’ Gaauoce : QWADTO HAGGIORE EM LATENSIQNE APPUCATA, = Doro €.k 10% DELWIMERO OL CICU DEW TERA DIRATA DEL FaovINO Sl RAGSUNGE ON VALORE DISATOTERNIG OT 4 CRESLHANTIEUE GUAST COSTAATEE: Flo ALA ROTTIQA DEL PRovwl SPER SouEcTTAgtonr Viciut AL UMITE DI ERT cA BER ACO TERNICO RVR PRATICAMDITE NULLS bile rr SC wm) fig.27 Esaminando il diagramma si pud osservare che: la @ mantiene praticamente costante per provini sollecitati in maniera uguale; la velocita di crescita (dT/dN) € tanto pit grande quanto maggiore é la tensione applicata, ed infine che si raggiunge dopo circa il 10% del numero di cicli dell’intera durata del provino un valore di salto termico AT che si mantiene quasi costante fino alla rottura del provino. Questo salto termico é tanto pill grande quanto maggiore € la sollecitazione applicata rispetto al limite di fatica, e per sollecitazioni vicine al limite di fatica risulta praticamente @ nullo, Da questo e altri lavori 3 stato possibile affermare che Vevoluzione termica di un provino sottoposto_a_fatica avviene secondo tre fasi diverse: 1) vi_é un aumento rapido della temperatura che generalmente dura meno del 10% dell’intera furata; (2) an sostanziale equilibrio termico per |’intera vita; un aumento della temperatura proprio prima della rottura. @ Queste tre fasi non si distinguono per carichi elevati vicino al punto di snervamento del provino, si distinguono invece per carichi pit bassi, anche se, per livelli di carico vicini al limite a fatica, gli incrementi termici si possono confondere con la sensibilita dello strumento di misura (fig.28). so '@ 30 100 130 200 250 300 230 400 430 200 eye = m0 sued ese ee fig.28 Da questi risultati i ricercatori hanno operato per determinare una “temperatura ‘limite” intesa come quella studi successivi si € registrato mediante |’infrarosso termico Levoluzione termica di ciascun provino sottoposto a prova di fatica per determinare la curva di Wohler in modo da ottenere contemporaneamente, sia i risultati tradizionali sulla resistenza a fatica, sia la situazione termica. Sono stati esaminati 57 provini d’acciaio C70 ricotto UNI 3565-68 di dimensioni come in figura 29 sottoposti a sollecitazioni di fig.29 trazione-Gompressione _dall’origine _di__ tipo sinusoidale di semmepiee dell’ oscillazione da 275 N/mm? 2 inimo di N/mm? con corrispondente durata el 12,000,000 di_cicli; quest! Vultimo & stato scelto come numero critico di cicli per cui i provini che superavano questo valore sono stati considerati resistenti a vita illimitata. FEE risultati di queste prove sono stati riportati su un diagramma semilogaritmico fig.30. Ao (N/mm?) e ed @ stata tracciata la curva continua con il metodo dei minimi quadrat ti, potendo cosi fatica. La alutare il limite ; gontemporanea analisi_ termica ha confermato. i risultati gttenuti nel primo lavoro in quanto si pud prevedere per la maggior parte dei provini che il massimo valore della temperatura coincide col punto di rottura finale (i risultati non hanno confermato totalmente le conclusioni del primo lavoro in quanto |’apparecchiatura all’infrarosso indagava -- soltanto una faccia del provino) e di stabilire che il salto ® termico costante si raggiunge in poco tempo e diminuisce per provini sollecitati con tensioni che si avvicinano al limite di fatica, e che in corrispondenza a questo ¢ quasi nullo. Questi studi preliminari hanno permesso di proporre un nuovo metodo per la determinazione rapida del limite di fatica. Affinché si | possa | applicare questo nuovo metodo occorre affiancare un sensore all’infrarosso termico 0 qualunque altro sistema capace di leggere e registrare nel corso della prova la temperatura massima sulla superficie del provino, Si deve osservare a quale numero di cicli durante la @ prova la temperatura massima si stabilizza. La valutazione dell’insieme dei parametri (temperatura massima, livello di carico_e numero di cicli) permette la determinazione esatta del limite di fatica del materiale. Sperimentalmente conviene procedere con una serie di 5 provini per ogni livello di carico. Esattamente si inizia con una prima serie di prove con carichi yicino_al_carico di rottura statico e in questo caso si avranno incrementi di temperatura rapidi fing alla rottura (dT/dN clevati). Una seconda serie a un livello di carichi pili bassi e cosi di - seguito con serie successive con carichi pit vicini al 62 “8 presunto limite di fatica. Le varie prove si possono NT considerare concluse quando la temperatura si stabilizza su un valore quasi costante con oscillazioni di qualche decimo eterna reece ~ ~ di grado e questo avviene, come detto, dopo circa 1/10 deli’intera durata del provino, Procedendo nelle prove si osserva che per carichi pit_bassi la temperatura si_stabilizza a valori pit: bassi ¢ anche il dT/dN & minore. Si é osservato che quattro serie di prove sono sufficienti per determinare il limite a fatica. Riportando su dei diagrammi l’incremento Massimo della temperatura in funzione del _carico Ao o di dT/dN in funzione di Ao il limite di resistenza a fatica Lintersezione della curva T=f(Ac) 0 dT/dN=f(4c) con Lasse delle ascisse, (pmexdcaunmont euch ATS 2) Nelle fig.3 @ 35 si riportano questi diagrammi per i lavori precedentemente descritti. In particolare nelle fig.33 € 34. @ [ca 120 170 a 100 200 210/220 700 240 260 260 270 280 200 200 fig.31 83 =e sr oe Cot cot Pee HA Be termes fig.32 ‘ . v La tablicraagion de brmpanatuna. ihe. dps oppema. cf 10% di Tames : Protos pe dobenimons ct AT stobibeasaton mm Ci PLL Ot puss Prone pure fotos, cRmstsds tvnngralies vebinds, polunms dimou wm re prsvinws beth ox is acta um pravinws comm caries pouschis Adi odky AddQimits dx Pelrea ems aussie dlomme SWANS OM Rissa odbshoavene : usr tm www Pose im ai mun hur enol Afsvroaioni plots, WQammits di Qotica deh mataniol, utes chun jonnide coptrionar rparimamtali di vols dye Crakhatodumi wns porsclisoh dirdind: 60, it Praag me london ast 65 oumunt , Enepans cued wna apace di "Wamarmants” dX peas Umadys TW pices difsvmaraiont lst Crtome damn we, wal INK CL VOR rakinRi.. Sa ami’ of MT Rass eQesmants LO pandnae TE ditirlodb HONS in GMALAWN ANE i porcls poms cowl pany puvodde 37, dabltimes anurn neal 10% si sono tracciate le curve Ao in funzione di (AT) e Ao in funzione di (Sy dove & evidente I’analogia con la curva di Wohler. Quindi l’applicazione di questo nuovo metodo permette di determinare il limite a fatica dei materiali in tempi brevi con poche prove, su pochi provini con livelli di carico che non debbono portare necessariamente il provino a rottura. Il metodo esposto é stato applicato in successivi lavori @ su diversi materiali accoppiando ancora ad una macchina tradizionale per fatica un’apparecchiatura con rilevamento termico all’infrarosso. In particolare si_é indagato su _campioni di materiali metallici con il limite di snervamento vicino al limite a fatica (resistenza dall’origine). Si sono ‘Sottoposti ‘a sollecitazioni dall’origine cinque provini in acciaio C30 ricotto e cinque in lega d’alluminio con Vutilizzo di due sistemi adatti alla registrazione paensgw\ sto Mov.0 dell’immagine termica, in modo tale che le due principali Connicio DA UVEU tis, AH ARICO Co SUE superfici del provino erano sottoposte a controllo termico. — pedwdenrto AuNeRS Di evces ¢ chuaden Li 7 Applicando i carichi in modo crescente é possibile e App f : SOC NE OSs TEN. N'STKBIUZZA utilizzare_lo stesso provino_per_ differenti livelli_di carico. © Onto 4 DovERs! Ps — — Le PEUDELRA MI FeRMD i ‘0 di ¢: i ro_ di cicli per ogni livello, fal Uselo stesso l’entita_del_danneggiamento é molto ridotta e lo stesso PRoviWy cous Uvitig mmm DARIO Pil) ALD Z provino si pud considerare integro anche per il successivo nivrove gu ada Put) livello di carico, Cid riduce in maniera drastica sia il numero ren di_provini (teoricamente un solo provino pud essere utilizzato per tutti i livelli di carico), sia i tempi di prova, _—$———— ee non essendo costretti a cambiare il provino in macchina per ogni livello di carico. Ovviamente |’ utilizzo di provini differenti o di uno solo varia in maniera sensibile la quantita di calore in gioco (nel caso di un solo provino c’é gia un riscaldamento dovuto all’applicazione di carichi precedenti) ma non inficia i tisultati raggiunti poiché, pur se con pendenze differenti, le rette interpolanti sul diagramma (AT,s) o (dT/dN,o) convergono allo stesso valore del limite di fatica. Liutilizzo di cingue campioni, rispetto all’unico teoricamente necessario, é nato dalla esigenza di mediare i risultati ottenuti. Le caratteristiche meccaniche dei provini bail -s = soe : @ ‘Fano gia note in letteratura e si riportano in tabella 4. - Material Sono stati sottoposti a livelli di carico dal 50% al 90% del carico di snervamento con passi del 10 % alla volta e proseguendo con il 95% e il 100% del carico di snervamento per 50.000 cicli con frequenza di 50 Hz. La figura 35 mostra gli incrementi termici a questi livelli di carico in funzione del numero di cicli. orca) orc) o o » _ o : le oe : _ Niajte 100 focal ants alae] - ‘Strass (MPs) —es ms | ts 5 a 8 coo suet fig.35 fig.36 AT/AN (°C/20000 oycies) °c wo wo 700 200 300 260 400 «80 ° 6 co wo m0 so Stress (MP2) ‘Stress (MPa) x o C30 Steet © 2024 Al alloy fig.37 fig.38 Nelle fig.36, 37, 38 in cui AT 0 dT/dN @ in funzione 67 del carico applicato, si_nota_che la retta interpolante, ottenuta con la regressione lineare, interseca l’asse delle ascisse per un _valore molto vicino al valore del limite a fatica ottenuto con le curve tradizionali alla Wohler. Vi é un errore solo del 3% e del 10% in meno rispettivamente per Vacciaio e la lega d’alluminio. acciaio ¢ la lega d’alluminio. Queste piccole differenze piccole differenze dipendono, probabilmente,dal faite che gi increment probabilmente, dal fatto che gli incrementi termici per carichi vicino al limite di fatica sono molto bassi fermici per carichi vicino al limite di fatica sono molto basi possono confondersi_ con la sensibilita dello strumento di misura. Questo sembra essere Vunico motivo della piccola discordanza con i dati delle tradizionaii curve di Wohler, in quanto é@ stato valutato sperimentalmente che altri possibili fattori, come la diversa frequenza di prova o il danno cumulativo che un provino sopporta in quanto é sottoposto a diversi livelli di carico in tempi diversi, provocano diversi incrementi termici, ma il valore del limite a fatica é lo stesso. Confortati da questi buoni risultati i ricercatori_hanno utilizzato la nuova metodologia su una nuova lega di metallo duttile_con_bonifica isoterma a diverse temperature e su provini in ghisa sottoponendoli a sollecitazioni di flessione confrontando i risultati_con i dati noti dai tradizionali_ test a fatica. I risultati hanno mostrato_un comportamento_analogo di quello trovato per i campioni dacciaio sottoposti a trazione-compressione, le curve degli incrementi termici sono linee dritte che intersecano l’asse rotante, dello stress nel punto del limite a fatica. A conclusione dell’ esposizione del metodo termografico sembra opportuno riassumerne, mediante un a oe elenco, i vantaggi rispetto alle curve ‘tradizionali di Wohler: is 1) Niisono tempi di prova molto pit brevi; 2)Siutilizzana un numero di campioni molto pit basso ‘teoricamente_ung solo); 3) Si thatta di una. prova non distruttiva; 4) Vié la possibilita di individuare immediatamente i difetti del materiale; 5) Vié una bassa dispersione dei risultati; 6) Vi é la _possibilita di provare componenti ingegneristici. F)_Posso FARE LA PROVA DIREWANONTE SUL PEZZO_NECcAWico (RE. DOR BIER) € NAY SULRKIERIAE DCO Esso ECON PosTD

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