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7/01/2010 - Prima di lanciare nel fuoco alcune merci prodotte nelle colonie israeliane
martedì scorso, il primo ministro palestinese Salam Fayyad ha reso nota l’intenzione
dell’Autorità Nazionale Palestinese di liberare i mercati locali dalle merci prodotte negli
insediamenti, e liberare interamente la Cisgiordania dalle colonie israeliane.
I prodotti gettati erano stati tutti trovati a bordo di camion e nei negozi della municipalità
di Salfit, a sud est di Nablus, e sarebbero stati venduti ai palestinesi. Nella maggior parte
dei casi, queste merci che arrivano dalle colonie sono avariate o danneggiate.
Nel suo discorso, Fayyad ha illustrato l’obiettivo a lungo termine che la politica degli
insediamenti ha sulla Palestina, e il danno arrecato al progetto nazionale palestinese di
porre fine all’occupazione e creare uno Stato. L’acquisto di prodotti degli insediamenti
sostiene le industrie che confiscano la terra palestinese, che la popolazione deve ottenere
come parte del suo Stato.
Oltre a chiedere l’impegno della popolazione palestinese per ridurre al minimo il mercato
delle merci prodotte nelle colonie, Fayyad si è rivolto alla comunità internazionale perché
faccia pressioni su Israele, per porre fine alle sue attività nelle aree palestinesi, e in modo
particolare la costruzione degli insediamenti illegali. Il primo ministro ha inoltre lodato la
posizione presa dalla Gran Bretagna, che ha avviato l’etichettatura dei prodotti in arrivo
delle colonie, e parte del Sud America, che ha dato vita alla campagna di boicottaggio dei
prodotti israeliani nella loro totalità.