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EUGENIO DE CARO
NOTE SULLA
FENOMENOLOGIA
DELLESTETICO
EUGENIO DE CARO
NOTE SULLA
FENOMENOLOGIA
DELLESTETICO
Milano 1996
1996-2013 EDUCatt - Ente per il Diritto allo Studio Universitario dellUniversit Cattolica
Largo Gemelli 1, 20123 Milano - tel. 02.7234.22.35 - fax 02.80.53.215
e-mail: editoriale.dsu@educatt.it (produzione); librario.dsu@educatt.it (distribuzione)
web: www.educatt.it/libri
ISBN: 978-88-6780-039-1
Associato allAIE Associazione Italiana Editori
Questo volume stato stampato per la prima volta nel mese di settembre 1996 presso la Litografia Solari
(Peschiera Borromeo) e, nel mese di ottobre 2013, in ristampa anastatica rispettosa delloriginale.
Indice capitolare
pagina
Introduzione
1. Wertnehmung e oggettivazione estetica in
Edmund Husserl
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Fenomenologia costitutiva
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Fenomenologia dellarte
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Piacere estetico
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Estetica e metafisica
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Bibliografia
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Introduzione1
Zecchi 1972a.
Per laltra fondamentale corrente dellestetica fenomenologica
italiana facente capo alla scuola bolognese che ha parimenti contribuito a
caratterizzare e arricchire il panorama degli studi estetologici negli ultimi
decenni si rinvia agli esaurienti lavori di Lino Rossi e Carlo Gentili: Rossi
L. 1976a; Rossi L. 1983; Gentili 1981.
8
Il recente volume sullEstetica monacense (AAVV 1996) curato da
Gabriele Scaramuzza ha ulteriormente arricchito la disponibilit delle fonti
dellestetica fenomenologica grazie alla edizione di nuovi saggi su Geiger,
Ingarden, Benjamin e ad un prezioso intervento sul pensiero estetico di
Aloys Fischer, autore che, come si vedr, dovette giocare un ruolo non secondario anche per le riflessioni husserliane sullestetica.
7
negli ultimi due capitoli le letture sino a quel momento presentate vengono messe a confronto con quelle
proposte da due esponenti che hanno contribuito allo
sviluppo degli studi estetologici nellarea cattolica
milanese quali Elisa Oberti e Virgilio Melchiorre.
Il quinto capitolo analizza pertanto il volume
Estetica. Teoria dell'oggetto artistico come presenza
evidenziata (1962) di Elisa Oberti, opera che, nel panorama dellestetica fenomenologica italiana, occupa
un posto del tutto particolare. Dopo un confronto con
alcuni esponenti della prima estetica fenomenologica
tedesca (Waldemar Conrad, Moritz Geiger, Roman
Ingarden, Nicolai Hartmann), cos come con JeanPaul Sartre, Oberti avanza infatti la proposta di unestetica fenomenologico-metafisica che, prendendo congedo dalle estetiche metafisiche tradizionali, consenta
di avvicinare, a suo dire finalmente senza pre-concetti
o pre-giudizi, la dimensione sensibile propria dellarte.
Si delinea in tal modo la prospettiva di unestetica che
possa indicare la necessit di un aggancio allulteriorit, senza per questo abdicare alla propria autonomia disciplinare. Questo documenta ulteriormente
lampio spettro di posizioni che linteressante confronto apertosi in Italia da qualche decennio con i primi
esponenti dellestetica fenomenologica stato in grado
di produrre.
Nel capitolo sesto vengono infine analizzate alcune riflessioni sul rapporto tra arte e possibilit
sviluppate di Virgilio Melchiorre; in esse un ruolo
centrale assegnato alla fenomenologia husserliana e
specificamente al manoscritto A VI 1 di Husserl.
Come gi nel caso di Elisa Oberti, si profila anche qui
una linea di lettura del pensiero husserliano di
impostazione alquanto differente rispetto a quelle
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titolo sthetik14, mentre dellinizio dellanno successivo la lettera a Hugo von Hofmannsthal, della
quale vi pure un abbozzo sul manoscritto.15
Successivamente a questi eventi, come si detto,
Husserl non ha dedicato alcun lavoro specifico
allestetica come ambito autonomo del sapere, avendo
operato tuttavia saltuari riferimenti od esemplificazioni sui temi delloggettivazione, del piacere e del
valore estetici o dellepoch spontaneamente praticata
dallartista. Tali notazioni, sparse nelle sue opere
edite e inedite, possono certamente essere utilizzate
per dare maggiore organicit a quanto emerge dal
manoscritto A VI 1, che resta comunque la principale
testimonianza dellinteresse husserliano per lestetica.
Considereremo qui quanto di esso stato sinora pubunitamente
alla
citata
lettera
a
blicato,16
Hofmannsthal del 12.1.1907 e ad altri passi da Ideen
I, Ideen II, dalla raccolta su Phantasie, Bildbewusstsein, Erinnerung curata da Eduard Marbach,17 dalle
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Husserl 1980, 145, n. 1. un piacere, che lascia fuori gioco lesistenza, ed essenzialmente determinato dal modo di apparizione.
26
di questi anni la cosiddetta svolta trascendentale husserliana,
chiaramente teorizzata in queste annotazioni del settembre 1907, che
riportiamo a titolo esemplificativo: Per una fenomenologia che voglia
essere gnoseologica, per una dottrina (a priori) dellessenza della conoscenza, il rapporto empirico rimane [] neutralizzato (ausgeschaltet).
Primo e fondamentale corollario labbandono di ogni indagine oggettuale
in s e per s assunta: La fenomenologia trascendentale fenomenologia
della co scienza co sti tuente, e quindi nessun particolare assioma oggettivo (in relazione ad oggetti che non siano coscienza) vi pu essere introdotto. Essa scienza di apparizioni: Linteresse trascendentale,
linteresse della feno meno lo gia tr a scend entale, va piuttosto alla coscienza come coscienza, va solo ai feno meni, e ai fenomeni in senso duplice: 1) nel senso dellapparenza in cui loggettivit (Objektivitt) appare,
2) dallaltro lato, nel senso delloggettivit considerata solo in quanto
appare, appunto, nelle apparenze, e quindi in modo trascendentale, con
segue
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Loggettivit prosegue Husserl pu infatti venir costituita a due livelli: come oggetto teoretico o
come oggetto estetico-assiologico; questultimo dipende dallaspetto delloggettivit che viene specificamente intenzionato, cio da come quelloggettivit,
grazie appunto alle intenzioni soggettive, appare esteticamente:
Bin ich in der sthetischen Stellungnahme, habe ich
das Objekt aufgefat, so wie ich es auffassen soll
(nmlich von der Seite, mit dem Bedeutungsgehalt
verdeckter Art, mit dem Hauch, der die sthetischen
Gefhle weckt, die der Knstler geweckt haben will),
dann erscheint mir das sthetische Objekt []. 27
Pertanto:
unter sthetischer Objektivitt [] es kann aber
auch gemeint sein die Komplexion von Werten, die
in der Werterscheinung erscheint [].28
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molto sottile, tanto che il modo dapparizione del valore sembra coincidere con lo stesso valore delloggetto
estetico.29 Il mostrarsi del valore, in altri termini, si
costituisce come valore, proprio in quanto questultimo
qui ormai un valore di apparizione, non pi un
valore in s e per s considerato. Corrispondentemente, lintenzione coscienziale si sposta sul processo
costitutivo delloggetto, pone cio ad oggetto quello
stesso processo che costituisce loggettivit come
oggettivit estetica.
Lattuazione, la realizzazione (Erfllung) delloggetto estetico comunque, secondo Husserl, progressivo: agli atti costituenti loggettivit (teoretica) fondante30 se ne sostituiscono altri che via via realizzano
29
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Si verifica dunque qualcosa come unintenzionalit secondaria,32 in cui, una volta sospesa loggettivazione
da Aloys Fischer nella sua tesi per labilitazione; cfr. su ci Scaramuzza
1996c, 213-5. Di atti (e non per di oggetti) fondanti e fondati Husserl
aveva gi parlato nelle Logische Untersuchungen; al 18 della Quinta
ricerca come esempio di atto fondato viene proposta la gioia, e poco oltre,
al . 41 la distinzione si sviluppa in quella fra intenzioni primarie e
secondarie e viene nominato, come atto secondario fondato, anche il
sentimento estetico. Cfr. oltre nota 28; di Husserl cfr. anche Terza ricerca
. 14 e . 16; Sesta Ricerca . 48.
31
Husserl ms A VI 1, in Scaramuzza-Schuhmann 1990, 173.
Loggetto esteticamente significativo e che si fa tale normalmente si costruisce per gradi: Lartista mi immette in una situazione, e me la d intuitivamente o simbolicamente proprio in modo che viene suscitato un certo valutare, questo mi d poi una direzione nel passo successivo. Vengono suscitate queste e quelle associazioni, e in questa associazione si fa attivo
proprio quel lato che risveglia certi stati danimo, pensieri, ecc., che a loro
volta suscitano nuovi sentimenti di valore Scaramuzza-Schuhmann 1992,
14. Loggetto estetico-assiologico, ne conclude Husserl, quello che si
costituisce sulla base di quei determinati valori che sono propri
delloggetto, dellopera darte.
32
Afferma Husserl nella Quinta ricerca logica: Die Beziehung auf
eine Gegenstndlichkeit konstituiert sich berhaupt in der Materie. J e d e
segue
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teoretica posizionale, si verifica una seconda oggettivazione teoretica fondata, per, come s visto,
sugli stati danimo in cui il valore oggettuale viene
inizialmente colto intuitivamente nella fruizione che
completa con predicati estetico-assiologici loggetto
(che, nel giudizio, potr perci esser qualificato come
bello). Solo quando il valore, prima vissuto e poi posto
di fronte teoreticamente, viene identificato nelloggetto
si pu dunque parlare di oggetto estetico(-assiologico)
costituito in senso pieno. Si comprende pertanto
limportante notazione husserliana secondo cui
il modo in cui lapprezzamento fa parte del modo di
rappresentazione e crea oggettivamente il suo proM a t e r i e ist aber, so sagt unser Gesetz, M a t e r i e e i n e s o b j e k t i v i e r e n d e n A k t e s und kann nur mittels eines solchen zur Materie
einer neuen, in ihm fundierten Aktqualitt werden. Wir haben
gewissermaen p r i m r e und s e k u n d r e I n t e n t i o n e n zu
unterscheiden, von welchen die letzteren ihre Intentionalitt nur der
Fundierung durch die ersteren verdanken. Ob im brigen die primren,
objektivierenden Akte den Charakter der setzenden (frwahrhaltenden,
glaubenden) oder nichtsetzenden (blo vorstellenden, neutralen) haben,
ist fr diese Funktion gleichgltig. Manche sekundre Akte verlangen
durchaus Frwahrhaltungen, wie z. B. Freude und Trauer; fr andere
gengen bloe Modifikationen, wie z. B. fr den Wunsch, fr das
sthetische Gefhl. Husserl 1984c, I, 515. Tr. it.: Il riferimento ad
unoggettualit si costituisce in generale nella materia. Ma ogni materia,
cos dice la nostra legge, materia di un atto oggettivante e solo per mezzo
di un simile atto pu diventare materia di una nuova qualit datto in esso
fondata. Noi dobbiamo distinguere, in certo modo, le intenzioni primarie
da quelle secondarie: queste ultime sono debitrici della loro intenzionalit
al fatto che sono fondate nelle prime. In rapporto a tale funzione poi
indifferente che gli atti primari, oggettivanti, abbiano il carattere di atti
posizionali (atti di credenza, assunzioni di verit) o non posizionali (atti di
mera rappresentazione, neutrali). Molti atti secondari richiedono
indubbiamente delle assunzioni di verit, ad es., la gioia o la tristezza; per
altri sono sufficienti semplici modificazioni, come nel caso del desiderio o
del sentimento estetico. Husserl 1968a, II, 280.
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tum Wertnehmung, che potremmo tradurre con prensione del valore, assonanza rinforzata dal fatto che
questultimo termine, essendo composto ad hoc da
Husserl,36 sembra essere usato proprio per mettere in
risalto attraverso il derivato dal verbo nehmen
(prendere) lanalogia Wahr / Wert (custodia, considerazione, attenzione / valore)37. Quello che Husserl
vuole far notare dunque lanalogia (di rapporti) fra il
passaggio dalla percezione allobiettivazione teoretica
(di un oggetto naturale) e il coglimento fruitivoemotivo del valore considerato come base fondante per
la costituzione delloggettivit estetico-assiologica;38 e
questultima egli precisa sempre unoggettivit
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E si capisce come mai anche il correlato obiettivo dellatteggiamento teoretico derivato da quello degustativo sia di nuovo tipo:
[] im sthetischen Beurteilen, Abschtzen ist es
nicht mehr in blo genieender Hingabe Objekt, sondern Objekt im besonderen doxothetischen Sinne:
das Angeschaute ist im eigenschaftlichen (So-sein
konstituierenden) Charakter der sthetischen Erfreulichkeit gegeben. Das ist eine neue theoretische Objektivitt, und zwar eine eigentmliche
von hherer Stufe.41
La base materiale dellobiettivazione assiologica delloggetto estetico non dunque propriamente fornita
dallintuizione sensibile, ma da unintuizione emotiva
del valore che si libera in essa; quando poi si passa al40
Husserl 1952a, 8-9; tr. it.: [] nella valutazione del valore quale
risultata dallatteggiamento della dedizione puramente degustativa, lopera
darte oggettiva in un modo completamente diverso: un che di intuto
ma non di intuto sensibilmente (infatti non viviamo nellattuazione della
percezione), bens qualcosa di intuto as sio lo gicamente. Husserl
1965a, 408.
41
Husserl 1952a, 9; tr. it.: [] nel giudizio estetico, nella valutazione estetica, loggetto non pi oggetto di una dedizione meramente
degustativa, bens oggetto in un particolare senso dossotetico: lintuto si d
col carattere qualitativo (costitutivo del suo esser-cos) della gradevolezza
estetica. Si tratta di una nuova obiettivit teoretica, di una particolare
obiettivit di grado pi alto. Husserl 1965a, 408.
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die Erscheinung.46
Il valore estetico si riferisce, pertanto, alla configurazione fenomenica delloggetto ed quindi strutturalmente legato al processo di costituzione. Ed il piacere
estetico non rinconducibile ad un mero sentimento
soggettivo, ad una reazione psichica alloggetto, ma
entra a far parte dello stesso processo costitutivo che
trasforma (ma la prassi qui solamente intenzionale)
unoggettualit naturale in oggettivit estetica.
Conseguentemente, il bello si sottrae alla mutevolezza del gusto, per fissarsi invece negli strati oggettuali
correlati alle intenzioni fruitive di valore. Loggetto
estetico infatti, come abbiamo sopra sottolineato,
devesser percepito da quel lato che risveglia proprio i
sentimenti estetici che lartista intendeva suscitare.
Husserl ha cos affermato una strutturale implicazione della soggettivit nella produzione del valore
estetico, senza per concedere nulla allo psicologismo
o al sentimentalismo; lestetico non un orizzonte di
predicati riducibili ad una proiezione nelloggetto di
certi vissuti psichici. La coscienza come cosa naturale,
del resto, stata anchessa sottoposta ad epoch. Nei
due fogli del ms A VI 1 dedicati allsthetische
Objektivitt, addirittura, le cose stesse sono portatrici
di proprie richieste di senso nei confronti degli atti che
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Husserl ms A VI 1, in Husserl, 1980, 145; tr. it.: Diverse apparizioni dello stesso oggetto non sono equivalenti [] gi questo estetico.
Viene allora scelta lapparenza pi opportuna: a) deve contenere il
massimo dei momenti e dei complessi sensibili che, in questo complesso,
suscitano piacere; b) deve risvegliare chiaramente la coscienza delloggetto
come membro del mondo reale, sebbene linteresse non tocchi loggetto
come membro del mondo reale, secondo le sue propriet oggettuali, le sue
relazioni, ma soltanto lapparenza Zecchi 1972a, 91.
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30
Conoscenza estetica
come intenzionamento del possibile
Come si visto, linteresse di Husserl per le questioni dellestetica si inscrive nellambito del ripensamento in corso nel primo decennio del secolo di molti
temi fondamentali della sua fenomenologia; in particolare, lindagine sul processo delloggettivazione
estetica ha mostrato essenziali analogie con quello
della riduzione-costituzione, che, com noto, aveva
spinto Husserl a piegare il proprio pensiero in dire47
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semplice gesto)49 delle cosiddette avanguardie artistiche, in cui il senso che le consuetudini percettive
impongono alla realt viene destrutturato e rifiutato,
per lasciar spazio ad unestetica Urstiftung che apra
autenticamente la regione del possibile. infatti solo
nellautentico atteggiamento estetico (che quelle opere
vorrebbero dunque suscitare) che la coscienza porta in
primo piano il fenomeno, cio il senso nel suo originario processo costitutivo. Lintenzionamento estetico
degli oggetti, in altri termini, non si volge ad un essere reale ed effettuale il cui senso sia gi abitualizzato, ma riattiva i legami con la fondazione originaria, con lorizzonte dellessere possibile, che costituisce
pertanto il vero e proprio oggetto della conoscenza
estetica di essenze.50 quindi propriamente grazie allatteggiamento estetico che le cose possono apparire
come Husserl ha in altro contesto affermato 51 quali
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Questo del resto il primo carattere che deve possedere unindagine che desideri correttamente definirsi
fenomenologica:
La fondazione trascendentale delle scienze nel suo
obiettivo di riportare il soggetto nella scienza delloggetto, diventa lo sfondo teorico ampio e articolato, in
cui le diverse espressioni degli sviluppi della fenomenologia di Husserl ritrovano una matrice comune.57
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tale, visto che la nozione di qualsiasi oggettivit scientifica rinvia necessariamente ad operazioni costitutive
che si danno nel decorso di vissuti di coscienza (Erlebnisse):58
Loggettivit non un privilegio delluna piuttosto
che dellaltra disciplina, ma delle operazioni che fondano loggettivit, ovvero le operazioni soggettive.59
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39
Lattenzione del fenomenologo deve dunque secondo Zecchi restare sul momento soggettivo, geneticocostitutivo, e lindagine sulloggettivit estetica dovr
far emergere le originarie operazioni di strutturazione
del senso, poi irrigiditesi nellapprendimento e
nellabitudine e non pi rivissute come tali; se non si
ripercorre tutto il processo genetico che ha reso possibile lintenzionamento del senso di una determinata
complessione oggettuale, quelle operazioni costitutive,
ormai abitualizzate e passivamente impostesi, cominciano a fungere da pregiudizi che inficiano lautenticit di ogni possibile esperienza. Tutto questo assume
evidentemente un portato decisivo nel caso delle esperienze estetiche, ed per questo che unestetica feno60
40
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Zecchi 1977, 7.
Si prender in esame, annuncia nellIntroduzione, il significato
della particolare prospettiva, latteggiamento eidetico, con cui la
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La descrizione non si risolve, pertanto, in una semplice esposizione esplicativa del fenomeno, poich si
estende anche al soggetto, che risulta essenzialmente
coinvolto con le sue esperienze, con i suoi bisogni, con
la sua storia.
Prassi costitutiva e intenzionalit corporea
Il coinvolgimento genetico del soggetto sposta la
questione dellintenzionalit sul piano della prassi costitutiva:66 dalla mera comprensione significativa si
passa alla trasformazione significativa, in quanto il
processo dapprendimento si presenta fondamentalmente anche come una ristrutturazione di senso.
Entrambi i momenti sono da tener presenti per
descrivere adeguatamente lintenzione oggettuale.
La genesi fenomenologica delloggettivit mette
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Anche lopera darte verr allora ridotta ad una struttura materiale, estetico-sensibile, non appartenente
ancora ad una determinata regione ontica (e ancora
non riconoscibile, pertanto, come opera darte):
La riduzione dellopera darte alla materialit sospende ogni determinazione e attribuzione signifi67
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La gestione definitoria dellarte diventa tautologia: dire se il readymade di Duchamp [] arte o non-arte o negazione dellarte ecc. un
problema definitorio che lestetica fenomenologica rinvia ad un piano
tautologico: arte tutto ci che viene intenzionato come arte (Zecchi
1977, 15); non siamo lontani da unaltra celebre tautologia definitoria
proposta da Dino Formaggio: Arte tutto ci che gli uomini chiamano
arte Formaggio 1973, 9.
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Zecchi 1977, 7, n. 1.
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Alla domanda: Che cosa larte? si potrebbe rispondere
celiando (ma non sarebbe una celia sciocca): che larte ci che tutti sanno
cosa sia. E, veramente, se in qualche modo non si sapesse che cosa essa ,
non si potrebbe neppure muovere quella domanda, perch ogni domanda
importa una certa notizia della cosa di cui si domanda, designata nella
domanda, e perci qualificata e conosciuta Croce 1943, 9.
81
berall galt das singulre Erfahrungsdatum, z.B. irgendwelcher
Auffassung, Wahrnehmung u.dgl. nur als Exempel, wir gingen immer
sogleich ber in die Wesenseinstellung und erforschten eidetisch das zum
Wesen Gehrige, die in Wesen gewisser Auffassungen beschlossenen
Mglichkeiten, in Anschauungsreihen, Erfahrungsrehen berzugehen, sich
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tenzionalit estetico-artistica e, di fatto, la sua presenza rivela quel bisogno reale di espressivit del
corpo, per nulla riducibile a mera affettivit soggettiva, che sera gi sopra segnalato. Il vissuto di piacere diviene in tal modo una sorta di marca emotiva
che qualifica assiologicamente lintenzione oggettuale
e che, nel passaggio allatteggiamento teoretico, rende
attingibile un nuovo strato dellobiettivit, sede del
suo valore estetico; esso si presenta pertanto come un
punto di convergenza di soggettivit e oggettivit
nel mondo dellarte,83 grazie al quale il corpo vivente
(Leib), che funge da punto zero dellorientamento intenzionale, entra in relazione con la materia del
mondo, manifestando gi a questo livello unintenzionalit conoscitiva: il godimento pi semplice del
corpo che intenziona nella materia il suo infinito processo di espressivit, un godimento elementare per
la materia organizzata, un piacere dellorganizzare la
materia, che nasconde a sua volta una conoscenza
del fare, delle sue tecniche, dei suoi media.84 Ed
entrando a far parte delle modalit costitutive dellartisticit il Gefallen pu divenire esso stesso torna
qui il motivo polemico pi sopra segnalato il
fondamento della lettura semiotica dei codici
dellopera, consentendo uneuristica integrazione tra
esigenze fenomenologico-costitutive e strutturalistiche.85
83
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Eideticit e costituzione:
una base estetica dellanalitica
Se la riduzione dellopera a cosalit materiale
consente gi di retrocedere ad unevidenza pi originaria rispetto alla percezione quotidiana, questa
struttura materiale non esaurisce tuttavia la
complessa fenomenologia della percezione, che fatta
anche di anticipazioni, proiezioni, variazioni,
progressivi riempimenti di senso. Per render conto di
tutte queste altre operazioni costitutive diventa
secondo Zecchi necessario introdurre il riferimento
agli atti categoriali volti ad individuare nei fenomeni
delle strutture invarianti, delle essenze ideali; il
movimento costitutivo deve, in altri termini
appoggiarsi a delle formazioni ideali di senso, a delle
strutture eidetiche:86
Lessenza entra nel processo costitutivo intenzionale
che interpreta lidealit fenomenica come il processo
storico-genetico di costituzione della identit di una
datit a partire dalla fluidit del campo esperienziale originario fissandola in un enunciato linguistico
la cui obiettivit ideale si trasmette nel tempo alla
comunit soggettiva.
Ed ancora:
Leidos, o per cos dire i tipi costanti, non sono che
una qualificazione la cui costanza indica il semplice
ripetersi nel tempo delle loro componenti qualificative permanendo invariate le condizioni dordine
universale in cui in precedenza queste determinazioni erano entrate a far parte di unopera darte.
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Oltre che al soggetto, con i suoi bisogni, le sue relazioni, la sua storia, lintenzionalit estetica rinvia
dunque anche a certe costanti, a certe condizioni dordine universale che costituiscono orizzonti di pre-datit e di possibilit intenzionali delle quali necessario tener conto e, soprattutto, che risultano anchesse strutturate e quindi anche ristrutturabili in
un processo genetico-costitutivo. La cosa, in altri
termini, dipende dalle condizioni percettive a partire
da cui viene costituita come tale; ed esiste del resto
una normalit della percezione, corrispondente alle
condizioni quotidiane desperienza in cui ogni percetto
mediato solamente dal riferimento al proprio Leib
che percepisce alla luce normale del sole.88 Ora, argo87
88
segue
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53
menta Zecchi, ripercorrere i processi costitutivi significa annullare il significato imposto nella passivit
della percezione, e portare in primo piano la
donazione di senso attraverso cui loggetto si qualifica come avente valore (estetico, nel nostro caso) o
come oggetto pratico (duso) o naturale (teoretico). Ma
come si esplicita il passaggio dallintuizione sensibile
a quella eidetica? come si attesta la-priori, lessenza
del fenomeno, che a sua volta garanzia delloriginaria offerenza dellatto percettivo?
Una prima risposta potrebbe essere trovata nella
distinzione che Husserl pone nella Sesta ricerca logica
fra la rappresentazione dellintero colto percettivamente in modo immediato e quella di una sua parte
colta come tale (cio in relazione con lintero) solo grazie ad un atto categoriale fondato.89 Ma lo stesso
Husserl dichiarandosi successivamente insoddisfatto
di quelle analisi rimaste a suo avviso ancora al livello di una psicologia razionale torn pi volte
colore viene posto oggettivamente e la variazione di colore viene interpretata nel primo senso; la cosa ha un colore oggettivo, che appare
diversamente ad una illuminazione diversa. In che modo si forma allora
questa oggettivit del colore? Si potrebbe rispondere con il determinare
una normalit di illuminazione Husserl ms D 13 XXIV, in Piana 1966a,
27-28.
89
Cfr. Husserl 1968a, II, 454 ss. 90 Husserl 1952a, 298-9; tr/ it.:
Preliminarmente a-priori la sua essenza [della cosa] determina come
pu comportarsi e come si comporter. Ma ogni cosa [] h a u n a
s i m i l e e s s e n z a p r o p r i a ? Oppure, per cos dire, la cosa sempre
in cammino, non pu essere colta in questa pura obiettivit ed piuttosto,
in virt della sua relazione con la soggettivit, un che di relativamente
identico, qualcosa che non ha preliminarmente una sua essenza, una essenza afferrabile una volta per tutte, bens soltanto unessenza aperta la
quale a seconda delle circostanze costitutive della datit, pu assumere
nuove propriet. Il problema allora di precisare [] il s e n s o d i
q u e s t a a p e r t u r a Husserl 1965a, 686; cfr. Zecchi 1972b, 50 ss.
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tenzionato come arte. Ritroviamo cos la tautologia secondo cui arte tutto ci che gli uomini intenzionano
come tale, definizione che consente e qui sta la sua
portata euristica di far rientrare nellestensione di
un concetto un individuo che di quel concetto si
presenti come la negazione.101 Ed appunto nella
direzione di unestetica che espliciti la pretesa delle
arti di ridefinire geneticamente il senso della
percezione che la fenomenologia consente di muoversi.
Infatti,
la forma conoscitiva dellarte non veicolo di significazione e non segue un senso precostituito dalla teoria; fondata su una prassi in cui il corpo bisogno
di espressione che non solo attualizza, attiva elementi significativi, ma anche il loro campo,
orizzonte di possibilit (non sistema combinatorio di
scelte semantiche/sintattiche) di variazioni immaginative delle forme percepite. [] Lopera darte
mostra la forma di una conoscenza in cui principi
normativi e regole combinatorie sono solo derivabili
da un fondo in cui agisce la prassi del corpo, nel suo
bisogno di esprimere la tensione della padronanza di
s tra realt e aspirazione, in cui si condensa il
piacere del senso vitale, come pienezza acquisita o
irraggiungibile.
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Praxis e tradizione.
Sui rapporti tra arte e fenomenologia
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prima che arrivi la nuova opera; perch lordine resista dopo il sopravvenire della novit, lintero ordine
esistente deve essere, sia pure di poco, mutato. E
questo laccordo tra il vecchio e il nuovo, e questa
nelle sue vive articolazioni la nozione di tradizione.
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vengono tramandati.
Il riferimento alla fenomenologia costitutiva
husserliana si situa dunque entro il contesto della
produzione delle Kulturwelten; Husserl prosegue
Anceschi sembra aiutarci a coordinare in modo
organico intuizioni metodologiche e critiche finora
prive di sistemazione, tant che sulla sua scia ha
preso effettivamente il via una decisa rivendicazione
della scientificit scientificit non strutturalistica e
non dogmatica 108 dei saperi sulluomo e, fra questi,
in particolare, dellestetica. Lexcursus sullorigine
della geometria, infatti, pienamente utilizzabile a
questi scopi, in quanto
[] nello stesso tempo egli [Husserl] mette anche in
luce talune operazioni interne alla vita della lettera108
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AAVV 1960.
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Ingarden 1931.
Ingarden 1968a. La traduzione condotta sulla seconda edizione
tedesca (Ingarden 1960a). Ledizione comprende lappendice sul teatro dal
titolo Von den Funktionen der Sprache in Teaterschauspiel, saggio
originariamente edito su rivista polacca (Ingarden 1959). La versione
italiana, per, non sempre felice ed ormai difficilmente reperibile in
commercio.
126
Zecchi 1983, 255-267.
127
Das literarische Kunstwerk, composto nellinverno 1927/28, oltre
che nel 1931 apparso in Germania anche nel 1960, 1965 e 1972. Era stato
per anche riscritto da Ingarden in polacco e quindi tradotto in inglese e in
francese. Nella prefazione alla seconda edizione tedesca Ingarden riferisce
di aver aggiunto alcune note allo scopo di dissolvere le numerose obiezioni
alzate negli anni contro lo scritto, lasciando peraltro invariata la struttura
generale del testo. Egli dichiara di essere pi fiducioso nella comprensibilit della sua opera, ritenendo gli anni 60 tempi pi maturi per la
comprensione del realismo ontologico in essa teorizzato: Allora, nellanno
1930, era unimpresa arrischiata, occuparsi dellontologia dellopera darte
letteraria, discutere problemi puramente strutturali ed esistenzialiontologici, trattando lopera letteraria sulla base del problema IdealismoRealismo. Ma proprio in tal riguardo la situazione di fatto, in questi trenta
anni, si sostanzialmente trasformata. Esso [questo libro] quindi non
rimarr cos isolato nel mondo scientifico come allinizio della sua
esistenza (Ingarden 1968 a, p. 12). Unopinione che si rivelata fondamentalmente corretta.
125
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Sembra utile segnalare, anche solo per linflusso che esercit sulle
estetiche successive, la raccolta di saggi di Georg Simmel edita, sempre per
Orientamenti destetica, nel 1970 (Simmel 1970). Le traduzioni, di
Massimo Cacciari (per gli originali v. Cacciari 1970 b), sono precedute da
unestesa introduzione dello stesso (Cacciari 1970 a).
139
Sugli sviluppi dellestetica fenomenologica ancora prima del saggio
di Conrad v. Scaramuzza 1989, in particolare p. 6.
140
Conrad 1908; 1909.
141
Le pagine tradotte sono: Conrad 1908, pp. 71-80 e pp. 469-511;
Conrad 1909, pp. 451-55.
142
Formaggio 1972.
143
Scaramuzza 1972 a.
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estetica fenomenologica e dove si riferisce abbondantemente sulla sezione del saggio di Conrad non
tradotta. Troviamo infine una nota alla traduzione in
cui Scaramuzza segnala la difficolt del linguaggio di
Conrad, constatandone la parentela con il lessico delle
Logische Untersuchungen di Husserl.
Moritz Geiger Del 1973 invece lintegrale traduzione, curata sempre da Scaramuzza, dei Beitrge zur
Phnomenologie des sthetischen Genusses144 di
Moritz Geiger, apparsi originariamente nel 1913 sul
primo numero dello Jahrbuch fr Philosophie und
phnomenologische Forschung diretto da Edmund
Husserl.145 Il volume che, collegandosi al precedente,
porta il titolo La fruizione estetica. Estetica fenomenologica II, contiene per anche un corposo studio di
Scaramuzza una monografia che unitamente alla
sezione su Geiger ne Le origini dellestetica fenomenologica, resta ancora oggi, a quanto ci risulta, lunica
in Italia sul pensiero di Moritz Geiger 146 ed una
preziosa nota terminologica resa necessaria dalla
differente terminologia relativa allarea semantica
144
Geiger 1913.
La traduzione stata condotta sulla seconda edizione del 1922,
uscita per senza modifiche rispetto alla prima.
146
Scaramuzza 1973. Sempre di Scaramuzza, su Geiger, v. anche
Scaramuzza 1988a, 1988b, 1989, 1996b. Il pensiero di Geiger, almeno in
Italia, non sembra esser stato studiato in tempo reale. Sicuramente il
giudizio sbrigativo con cui lo studioso tedesco fu liquidato da Antonio
Banfi contribu allassenza di interesse nei suoi confronti. Banfi, infatti,
giudic le ricerche di Geiger una serie di determinazioni sconnesse e
perci astratte (Banfi 1961, p. 68). Anche in Germania linteresse per le
opere di Geiger ha avuto nuovi impulsi nellultimo ventennio (si veda
Geiger 1976). Continua la fortuna dello studioso tedesco negli Stati Uniti,
dove si trasfer gli ultimi anni della sua vita. Alcune opere sono state
tradotte in America Latina. Su vita, opere e letteratura critica v.
Scaramuzza 1988 b.
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dellesperienza estetica nelle due lingue; per caratterizzare laccezione geigeriana di Genu, spiega infatti
Scaramuzza, viene adottato il termine fruizione in
quanto capace di connotare quel distacco che, secondo
Geiger, richiesto dal vissuto estetico147.
Bisogna attendere il 1988 per trovare, sempre ad
opera di Scaramuzza, unaltra traduzione di uno
scritto di Moritz Geiger; Lo spettatore dilettante il titolo di una fascicolo di Aesthetica pre-print in cui
viene pubblicata la versione italiana di Vom Dilettantismus im knstlerischen Erleben, un breve saggio
dello studioso monacense, pubblicato originariamente
nel 1928.148 Il fascicolo per preceduto da unutile
presentazione, in cui Scaramuzza dopo aver sottolineato limportanza di questo contributo geigeriano,
propone un confronto con Walter Benjamin, che ne fu,
egli ricorda, allievo a Monaco; chiude una fornita
appendice biobibliografica.149
Linteresse di Scaramuzza per Geiger oggi
tuttaltro che spento; di pochi giorni fa ledizione di
un altro utile volume miscellaneo contenente ben
quattro scritti dellestetologo monacense, unitamente
ad altri materiali di un altro allievo di Lipps, Aloys
Fischer, e a scritti di Husserl, nonch di Scaramuzza
stesso. Di Geiger si possono qui leggere in italiano
larticolo Estetica del 1921, la relazione Estetica fenomenologica del 1924, la prefazione a Zugnge zur
sthetik, datata 1927 e lo scritto sul metodo filosofico
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Ermanno Migliorini a Ingarden e il commento introduttivo di Dino Formaggio ai passi tradotti dallsthetik e da Mglichkeit und Wirklichkeit di Nicolai
Hartmann.
La nascita dellestetica fenomenologica viene
fatta risalire da Scaramuzza agli anni immediatamente successivi alla pubblicazione delle Logische
Untersuchungen159 opera della quale venne ripreso
soprattutto il metodo antipsicologistico consistente
nella descrizione dei fenomeni allo stato puro, non ridotti cio ad eventi psichici o naturali 160 che si tentava di trasporre negli studi destetica, nei quali si faceva a quei tempi valere altrettanto fortemente legemonia della psicologia naturalistica. Non dunque
sul terreno dei rari accenni allarte o ad altre tematiche estetologiche presenti nellopera che si possono
individuare i motivi dellimportanza delle Logische
Untersuchungen per lestetica, ma su quello del metodo utilizzato per la fondazione dellestetica; e questo
nonostante la pura idealit degli enti logici avrebbe
comunque posto dei problemi a chi avesse voluto inda-
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sto significa che larte si pone come un impegno di riconciliazione, realizzabile solo in un mondo diverso:
lessenza svelata si fa allora desiderio della propria realizzazione,184 proiettando larte in una dimensione
utopica. E la concentrazione fantastica sullessenziale
che ha luogo nellarte devessere integrata dalla prassi
umana trasformatrice.185 Se dunque Meckauer, col suo
stesso porre una tragica frattura tra essenza ed esistenza fattuale, fa dellopera darte la proposta di un
compito utopico di riconciliazione, larte, pur essendo
per essenza votata allo scacco (per la sua insufficienza
a colmare la distanza tra la realt e la visione
eidetica), si qualifica come un prezioso strumento di
risignificazione del reale, come una possibilit di
apertura rispetto allangusta coscienza di unepoca:
Lessenza svelata desiderio della propria realizzazione e, in questo, proiezione in una futura presenza,
rimando a un impegno. Perci loriginalit dellopera
184
Se dunque larte implica un attivo rendersi conto, una certa modalit del prender coscienza, tutto questo ha a che vedere con un mondo di
possibilit occultate: con qualcosa che pu rivelarsi ad un adeguato atteggiamento, e la cui rivelazione costituisce pertanto un compito; come un
compito la sua realizzazione in un mondo diverso. Scaramuzza 1976,
86.
185
La conoscenza estetica, dunque implicherebbe necessariamente
unattiva presenza della soggettivit umana, un impegno, un progetto che
non possono essere che etico, pratico, politico. Tutto ci ammette
Scaramuzza va per oltre la lettera e lo spirito delle pagine
meckaueriane, e tende semmai ad evidenziare connessioni tra la tematica
estetico-fenomenologica e i problemi agitati, fra altri, dal giovane Lukcs:
Nel rifiuto di assolutizzare lautonomia strutturale dellestetico (indice
negativo di una assoluta, disperante alterit del dato rispetto al significato)
e nel recupero (sia pur in luce utopica) di una funzione dellarte, nella risignificazione di essa in seno allesistere operata dal giovane Lukcs, da
vedere un aggancio alla problematica estetica ravvivata dalla lettura delle
Ideen (Scaramuzza 1976, 88-89). Sul rapporto fra il giovane Lukcs e
lestetica fenomenologia cfr. Benassi 1977.
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chiaro a questo punto, conclude Scaramuzza, lo spostarsi del discorso dal piano estetico-oggettuale a
quello dei rapporti tra prodotto artistico finito e
soggettivit, col correlativo riproporsi allattenzione
del problema del senso del fare arte e di una sua risignificazione in seno allesistere.187
Anche il fenomenologo Oskar Becker si interess
occasionalmente di estetica in un saggio dal titolo Von
der Hinflligkeit des Schnen und der Abenteuerlichkeit des Knstlers, pubblicato nel 1929 sulla Festschrift in onore del settantesimo compleanno di Husserl. Becker prende partito per una fondazione dellestetica a parte subjecti188 in esplicita contrapposizione rispetto al privilegiamento dal lato oggettivo teorizzato da Geiger (nonostante le sue analisi psicologiche) e Ingarden e contro una riduzione della
considerazione dei momenti costitutivi ad elemento
inessenziale per lestetica. Rinviando allidealismo
trascendentale di Husserl, Becker afferma che gli
oggetti estetici non devono essere considerati come
realt a s stanti, essendo piuttosto potenzialit che
diventano attuali solo nel vissuto. Sua preoccupazione
186
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essere secondo Becker spiegato dalle sole categorie antropologico-esistenziali, ma rinvia ad una dimensione
metastorica dellessere che rende conto della sua bizzarria e allo stesso tempo della sua riuscita artistica:
la pesantezza del Dasein cessa dove ha inizio il
destino non storico, lesistere avventuroso del
genio.193
Forse pi negli esiti che nelle dichiarate intenzioni teoriche, questo lavoro di Becker mostra dunque
un netto distacco dal pensiero husserliano, accentuato
dallutilizzazione di Essere e tempo in connessione a
tematiche presenti nellestetica romantica.194 Esso si
situa, dunque pi nel solco dello heideggerismo che
della fenomenologia; al limite, secondo Scaramuzza, si
potrebbe parlare di una fenomenologia che tenta il
recupero dei propri temi (il trascendentalismo ad esempio) attraverso la mediazione di Heidegger.195 Comunque, lapprodo di Becker ad una concezione metafisica e sovrastorica196 della posizione delluomo nella
realt costituirebbe un limite che impedisce, per
quanto concerne la soggettivit estetica, di compiere
qualche passo avanti circa la tematica della costituzione delloggetto estetico cos come abbozzata da
Husserl.197
Soggettivit e oggettivit dei momenti estetici
Non certo possibile procedere a questo punto
disegnando una mappa della circolazione di idee tra la
fenomenologia e lesistenzialismo, cosa che evidente193
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tenzionalit conoscitiva che gi emerge in ogni concreto operare delluomo e che a maggior ragione informa ogni operazione artistica:
Lattivit costitutrice [] opera a vari livelli, si distende su molteplici piani, includendo ad esempio le
disposizioni soggettive o intersoggettive che rendono
possibile un intenzionamento estetico, i processi immaginativi, i processi sensibili-emotivi o i momenti
del piacere, gli abiti culturali come le operazioni
tecniche. [] Si tratta di un insieme di atti che a
partire da un materiale sensibile dato, da un certo
mondo culturale e vissuto comune, da una situazione
linguistica e generalmente segnica, comunque storicamente determinata sempre; e operando una sorta
di preliminare sospensione di esso istituiscono
(nella creazione come nella contemplazione) levento
estetico-artistico.
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za unestetica che non si voglia precludere la comprensione delle rivoluzioni accadute nel corso del XX secolo
nel mondo dellarte:
Ripercorrere un simile cammino, che va dalla attribuzione costruttiva di un senso da parte dellartista
alla riattivazione di senso inseguita dal fruitore, vuol
dire operare uno scavo alla riscoperta di un senso
originario del fare arte. E questo pu rivelarsi di
estrema importanza in un momento storico in cui i
pesanti interrogativi sollevati [] intorno al senso e
al destino della dimensione estetico-artistica nella
nostra civilt [] impongono che se ne reinterroghi
il significato, mediante un radicale esame delle
operazioni che lo fondano.201
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tizza; lopera consiste infatti di una struttura semantica potenziale che, per divenire attuale (oggetto estetico), rinvia agli atti soggettivi che intenzionano i significati. Ora, nota Scaramuzza, Ingarden non considera quegli atti noetici come appartenenti alla realt ontica delloggetto, tanto che lopera conserva una
sua realt anche se nessuno la legge (fruisce), essendo
in s stessa costituita da un numero indeterminato e
di per s infinito di aspetti schematizzati (come gi
Conrad aveva intravisto), indagabili in modo formale
ed autonomo. Questo genera unopposizione fra realt
e intenzionalit soggettiva, opposizione che, del resto,
corrisponde a due ben distinti piani di ricerca, uno logico e laltro estetico, riscontrabili in questo lavoro di
Ingarden.
La letterariet dunque immanente alla struttura testuale potenziale, sebbene poi loggetto estetico
si costituisca solo grazie allintervento degli atti soggettivi concretizzanti i significati. Ingarden ha gi a
questo punto generato un dualismo, destinato anche
ad accentuarsi quando, per spiegare lattualizzazione
delloggetto grazie agli atti soggettivi, introduce unaltra serie di riferimenti eteronomi: i concetti ideali, nei
quali risiede la possibilit di significare delle proposizioni209 (a cui corrispondono le qualit ideali estetiche
alle quali risale invece la possibilit del costituirsi del
valore estetico dellopera, nel corso appunto della con209
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loggetto inizialmente assunte come sue propriet fisiche vengono come sostituite o completate mentalmente, di modo che sopra o al di l delloggetto primario il pezzo di marmo, ad esempio se ne costituisce
proprio un altro, di nuovo tipo: una Venere, una donna, una dea che ha movimento ed espressione, ma che
non pi una donna reale. Lapparizione della Venere di Milo come oggetto di esperienza estetica dunque resa possibile da una neutralizzazione dellatteggiamento tetico fatta scattare da unemozione preliminare (Ursprungsemotion) a sua volta suscitata dalla percezione di determinate qualit delloggetto.218
Ora, secondo Migliorini, nonostante il rinvio esplicito ad Ideen I, lepoch che Ingarden mette in
campo differisce da quella proposta da Husserl. In
primo luogo, essa non gestita liberamente dal soggetto, ma accade necessariamente a seguito dellemozione originaria. In secondo luogo, latteggiamento
naturalistico mantiene un certo carattere di originariet, essendo quello grazie a cui il soggetto percepisce
le qualit oggettuali che stimoleranno la risposta
emotiva e il conseguente passaggio allatteggiamento
estetico. Pi in dettaglio, proprio lemozione vissuta
di fronte a determinate qualit oggettive (desiderio di
possesso della cosa, volont di aumentare il piacere
adombrato dal suo possesso intuitivo) a provocare secondo Ingarden quel brusco arresto del decorso percettivo che recide di colpo i legami col mondo reale.
Attraverso una tale modificazione della percezione, la
qualit (che ha suscitato lemozione) prima colta come
predicato di un oggetto reale, viene ora intenzionata
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Dopo aver operato tale neutralizzazione sui generis, il discorso di Ingarden riprende per, sempre secondo Migliorini, un andamento accettabile e tornando a procedere fenomenologicamente: una volta
che loggetto estetico stato (in qualche modo) costituito, la qualit primaria appare sullo sfondo di
unoggettivit che finalmente percepita (quale che
ne sia lorigine) in atteggiamento modificato. A questo
punto, infatti, la qualit estetica primaria che si staglia ormai dalloggetto non riempie pi le aspettative
del soggetto, appare indeterminata, insufficiente e
manchevole, s da stimolare un decorso percettivo che
ne fornisca un completamento qualitativo. qui che
le riflessioni di Ingarden diventano secondo Migliorini
pregevoli, e pi autenticamente fenomenologiche: il
soggetto entra infatti in attivit, non aspetta che lopera imponga da s le sue qualit, poich integra
sempre mediante Erlebnisse ora modificati, cio intenzionati alle qualit la percezione delloggetto da
tutti i punti di vista possibili. Ed a questo livello che
si situano le migliori indagini di Ingarden, che ha poi
occasione di esercitare le sua analisi sul completamento qualitativo delloggetto anche su altri tipi di
opere (musicali, letterarie, ecc.) che ancor pi richiedono una percezione prolungata nel tempo.222
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Lo spunto pare a Migliorini certamente interesper dar vita, esse stesse, ad una qualit superiore, ad una qualit armonia
Migliorini, 1968, 23.
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Migliorini 1968, 24.
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Migliorini 1968, 21.
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Loggetto estetico pu giungere dunque allesistenza dossica solo attraverso la valutazione; esso si
colloca cos entro una nuova regione dellessere:
la coscienza valutante costituisce loggettivit assiologica, che di una nuova specie rispetto al semplice
mondo di cose, un esistente di una regione nuova.229
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La Weltanschauung di Geiger , come si appena visto, fondamentalmente realistica e quindi lintentum trascende sempre lintentio; si capisce pertanto
come mai egli non faccia riferimento alla husserliana
coscienza intenzionale, preferendo invece parlare di
una unmittelbare Einstellung, che si risolve in una disposizione intuitiva verso la realt (esterna o interna)
della quale si constata semplicemente il darsi,
astenendosi da ogni giudizio.237 Anche lestetico, allora, non potr emergere che grazie allassunzione di
un atteggiamento idoneo, latteggiamento immediato,
di fronte a cui le cose rivelano la loro pura oggettivit:
la riduzione apre alle cose cos come sono, cio nelle
loro differenze reciproche e nella loro alterit rispetto
al soggetto.238 Infatti secondo Geiger:
Per intuire lessenza universale bisogna disporre
loggetto nella giusta luce, e prima si deve anche far
assumere al soggetto che indaga la posizione esatta,
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Geiger 1925, 35; Scaramuzza 1976, 161; si veda ora la tr. it. 1996b,
82-3.
240
Geiger 1973, 7.
Scaramuzza 1976, 116-8.
242
Cfr. Scaramuzza 1976, 236. La coscienza, in definitiva, si limita in
Geiger a scoprire, scorgere, ritrovare una realt gi data, e quindi il piano
della ricerca rimane ad avviso di Scaramuzza troppo statico, finendo per
relegare la soggettivit estetica in un ambito ancora troppo soggettivistico,
quasi si trattasse di un mero correlato esterno, di una sorta di rispondenza
soggettiva delloggettualit estetica, e non di unessenziale componente
dellartisticit Scaramuzza 1976, 79-80. Le essenze, private del loro
nucleo storico, sembrerebbero perci ipostatizzarsi in idee di tipo platonico, la cui concretizzazione rimane un fatto del tutto contingente. Larte,
ribatte invece Scaramuzza, non pu venir intesa come una categoria dello
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Anschauliche Flle e fruizione estetica Fra le riflessioni pi profonde e interessanti di Geiger sono invece secondo Scaramuzza da annoverare quelle riguardanti la risonanza soggettiva della fruizione estetica e la portata conoscitiva dellarte. Geiger si sofferma infatti molto finemente nel descrivere il tipo di
intuizione entro cui si danno i fenomeni estetici, venendo a parlare del vissuto suscitato dalla grande
arte come di un rapportarsi emotivo e fruitivo ai
valori propri dellopera. Fra i due estremi dellintellettualismo scevro da sentimenti e del sentimentalismo
antiintellettualista si insinua a suo avviso una terza
possibilit: il cogliere sensibilmente (das fhlende Erfassen) i valori estetici.243 Si tratta, in altri termini,
di un coglimento sentimentale del valore in cui ci si
immerge sensibilmente, ci si abbandona allincanto e
alla vivezza dellindividuale, dominandolo per allo
stesso tempo mediante la sua essenza, mantenendo
cio un occhio universale. E questessenza intuita
nella fruizione estetica non costituisce propriamente
un sapere, bens un concreto vivere, capace altres di
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pienezza delloggetto (Gegenstandsflle) non riducibile a quella fra loggetto e la sua apparenza; si d infatti Gegenstandsflle solo se lintenzione oggettuale
piena di momenti tangibili (greifbar), quando cio
le sensazioni corporee che avvertono loggetto vengono
anchesse specificamente intenzionate.246 Solo in tal
caso loggetto raggiunge una vera e propria evidenza
intuitiva:
Ci che generalmente in estetica si designa come Anschaulichkeit delloggetto non vuol riferirsi a una
qualunque origine dai sensi, n prender posizione intorno alla questione del riempimento di intenzioni;
riguarda piuttosto la modalit del darsi degli oggetti.
Oggetti dati intuitivamente (anschaulich) hanno in
s una determinata pienezza (Flle), un esserpieni di momenti tangibili (greifbar).247
Si tratta dunque di una peculiare forma dintuizione in cui il soggetto, immergendosi nel dato sensoriale immanente, non perde per questo il rimando alloggetto trascendente. Le qualit delloggetto appaiono cos in tutta la loro concretezza:
Mentre prima attraverso i dati intuitivi guardavamo
immediatamente alloggetto, ora la coscienza si arresta ai dati sensibili e si interessa alla loro pienezza.
Prima vedevo luomo attraverso i suoi colori e le sue
forme, ora vedo i colori e le forme, ma sempre come
colori e forme di un uomo.248
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sperienza.252 Se nel conoscere intellettivo la singolarit perde valore, nella vita estetica ci si abbandona
invece allincanto e alla vivezza dellindividuale, insieme dominandolo per nella sua essenza. Accade
cio qualcosa di simile al conoscere storico, anche se
alla storia basta il puro conoscere (il generale non
reso intuitivamente presente, ma intellettualmente
consaputo), mentre nellarte lessenza intuitivamente presente in unindividualit data anchessa in
pienezza intuitiva. Larte, questa forma aconcettuale
di conoscenza, assume dunque in Geiger un profondo
significato esistenziale:
Lartista ha il compito di portare a significanza esistenziale quanto si sa neutralmente. Spesso i nostri occhi sono ciechi per lessenza e lartista ci aiuta
a vedere; ogni artista cose diverse, aspetti diversi
delle essenze, con luso di diversi stili. Ognuno dei
quali il caso di aggiungere non soggettiva
interpretazione, mera espressione di emozioni private e di originale genialit []; ma ricerca e scoperta della realt. Lessenza qui non solo da contemplare gi fatta, o da discutere, fondare,
verificare, ma da vivere; e solo cos vera. La
verit dellarte evidenza vissuta (erlebnismssige
Evidenz).253
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Formaggio 1969, 4. Il realismo di Hartmann non secondo Formaggio esente per da alcune aperture: si vedevano emergere, rompendo il
privilegio di primariet metodologica e di assolutezza teoretica della
scienza e della conoscenza, altre sfere del reale di pari dignit e fondazione
oggettivistica (pur variando la misura della loro attingibilit), quali quelle
dellEtica e dellEstetica. Non solo, ma poich la relazionalit (con
privilegio soggettivistico) del rapporto soggetto-oggetto veniva a sua volta
annegata nel gran mare dellessere, essa si dissolveva in una suprema oggettualit (per altro sempre da ricostituire fenomenologicamente), e la problematizzazione aporetica rompeva anche qui il privilegio soggettivistico,
avviando il pensiero verso una metafisica ontologica finale ben lontana
dalle metafisiche deduttivistiche e tutta piena di moderni spiriti empiristici
e descrittivistici; qualcosa come leredit di passi gi wolfiani e
illuministici, e, insieme, lavanzare di un nuovo realismo che giunge fino a
riflettere in s le luci inquiete di un certo irrazionalismo esistenzialistico
Formaggio 1969, 4.
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zioni contenute nella riflessione hartmanniana sullestetica, toglierebbe finalmente il primato allatto
contemplativo o a quello creativo, troppo spesso, secondo Formaggio, identificati con lessenza dei fenomeni estetici. Hartmann, in altri termini, significherebbe per lestetica analogamente a quanto Scheler
ha significato per letica un potente stimolo a superare lantitesi parzializzante (e paralizzante) di oggettivismo e soggettivismo, a compiere cio quella fenomenologica dissoggetivizzazione del campo che,
del resto, risulta indispensabile qualora si voglia recuperare la scientificit dellestetica.
Ma Formaggio sta con ci andando consapevolmente oltre alla lettera di Hartmann, il cui privilegiamento della dimensione oggettuale finirebbe invece
per polverizzare gli stessi guadagni pi cari al movimento fenomenologico: la correlazione noetico-noematica dintenzionalit, cio il piano della datit fenomenologica.262
Ci si imbatte pertanto nel vero mostro di tutta
la questione: la costituzione delloggetto artistico.
Lorizzonte del valore, il bello, viene collocato tutto sul
piano dellirreale, al quale pur accade di presentarsi
attraverso una datit sensibile. Operando una sorta
di fuga dalleffettivo mediante lopera darte,263 Hartmann prescinderebbe dunque dallatto istituzionale
dellindagine fenomenologica, la modificazione di
neutralit della percezione, che per Husserl consiste
nel metter fuori gioco latteggiamento quotidiano,
senza per abbandonare il fondamentale riferimento
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Formaggio 1969, 7.
Hartmann 1938, passim; di particolare interesse per la nostra
tematica il cap. 35 Die Welt des Schnen und ihre Modalstruktur
Hartmann 1969, 31-77.
268
Formaggio 1969, 15.
269
Hartmann 1969, 58.
270
Formaggio 1969, p.18.
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La fuga dalleffettivo mediante lopera darte non punta nella direzione del cosiddetto ideale, ma significa solamente una rottura di quel gravoso equilibrio di possibilit e necessit che il reale possiede e sempre pretende, rottura che avviene non gi a favore della necessit (come avviene
nel cupo splendore del dovere morale), bens a favore della possibilit.
Infatti: Il possibile reale soffre di una angustia insopprimibile per la
trama completa delle condizioni reali in cui si muove. Il possibile artistico
nasce come slancio oltre il sistema ferreo di tali condizioni e inaugura il
volo di liberazione di un meramente possibile, librato fuori e sopra il
reale effettivo, fuori e sopra la dura necessit e lo stesso rapporto di
identit Formaggio 1969, 26 e 20-21.
131
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rale della sensibilit (o Estetica generale) che, ed insieme, per una teoria
generale dellarte (o Estetica speciale), non pu far a meno di verificare e
denunciare i limiti del rapporto arte-possibilit nel pensiero di Nicolai
Hartmann Formaggio 1969, 27. Sulla distinzione Estetica speciale ed Estetica generale v. Formaggio 1962a, 303-327.
274
Formaggio 1973, 75.
133
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Larte come possibilit progettuale agisce dunque in mezzo alla realt senza per ossificarsi in essa;
al contrario, il fare artistico risulta capace di aprire e
fluidificare il reale, di avviare nella e con la realt
uno schema di perfezionamento di cosa e senso.275 E
la logica prassistica dellarte significa, in definitiva,
la liberazione delluomo, la liberazione della sua infinita capacit comunicativa e fattiva:276
Interpretare e reinterpretare sempre e ogni volta
daccapo i segni che popolano il cielo e la terra compito dellarte come possibilizzazione progettuale del
mondo ed un modo di vincere, in progetto, sintende, non di fatto, la morte.277
275
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stazione fenomenologica.281
Notiamo subito come, al di l di un canonico richiamo metodologico ad unindagine scevra da presupposti mistificanti, il referente del termine fenomenologia sia qui peculiare. In primo luogo esso indica
un momento preliminare dellindagine, il momento
dellostensione dei documenti che saranno in secondo momento ricompresi in un sistema metafisico
riconosciuto come valido, nel quale i fenomeni raggiungano una definizione concettuale. In secondo
luogo, lOberti come meglio vedremo tra breve
identifica lestetica con una fenomenologia delloggetto
darte,282 loriginaria evidenza del quale deve fungere
da punto di partenza per qualsiasi teorizzazione su di
esso; decisamente unilaterale pertanto lesame dei
fenomeni artistici messo in campo dalle estetiche che
considerano solo i momenti soggettivi o percettivi:
Invertire lordine della trattazione tra oggetto artistico e attivit percettiva [] significa fidare nellobiettivit delloggetto, e ritenere che nei suoi confronti la percezione e limmaginazione non siano
281
Oberti 1962, 293. LOberti invita pi volte a rispettare il dato fenomenologico; se non si pu come avrebbero fatto, fra altri, Kant e
Heidegger assumere loggetto estetico quale mero pretesto per affermare
unulteriorit, nemmeno, allopposto, si pu semplicemente estetizzare una
metafisica gi formulata. Estetica e metafisica possiedono entrambe una
loro autonomia o autosufficienza, e se larte comporta la necessit della
metafisica, questo non significa che questultima debba sovrapporsi alla
prima; Oberti 1962, 344-8.
282
Oberti 1962, 21-48. Ritengo che il problema estetico si determini e
si precisi in funzione di unoriginaria e fondamentale domanda sullarte. Il
problema estetico, cio, come problema specifico, nasce e si precisa attraverso una serie di interrogativi volti a indagare quel dato di fatto reale, se
pure inquietante, che lopera darte concreta Oberti 1962, 224.
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Ed ancora:
Bisogna vedere come, nel suo porsi originariamente
283
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LOberti critica dunque la metafisica spiritualistica dellarte e rifiuta quelle posizioni che privilegiano i momenti soggettivi dei fenomeni artistici; per
render conto delloggettivit dellarte bisogna invece
affidarsi esclusivamente alla concreta presenza delle
opere cos come si danno coi loro colori, forme, suoni o
parole. A questo scopo ben si adatta lanalisi fenomenologica, anche se coloro che sino a quel momento si
erano impegnati nellapplicazione della fenomenologia
allestetica avevano secondo lOberti indebitamente
trasceso il piano oggettivo di datit dellopera darte,
arrivando a progettare lautentico dellopera fuori dallopera stessa, al di l della sua concreta e sensibile
presenza. Conrad, Ingarden, Geiger, Hartmann,
Sartre (a cui si deve aggiungere Dufrenne, con cui
per lOberti per molti aspetti consente) avrebbero
infatti abbandonato il fertile suolo per un aggancio
metafisico a posteriori, peraltro da essi pi o meno
esplicitamente intravisto.285
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significa recidere quel vitale legame che ncora lintenzione soggettiva (che attribuisce il valore alloggetto estetico) alla concretezza della percezione.
Non per questo lestetica fenomenologica di
Ingarden secondo lOberti priva di preziosi spunti;
sebbene il piano di datit sensibile venga indebitamente trasceso, Ingarden individua nellopera un rimando allulteriorit inteso come apertura o disvelamento (estetico-metafisico) solamente potenziale che
risulta paragonabile alla dottrina dellaggancio metafisico a posteriori proposta dallOberti nella sua
Estetica: il valore dellopera non si pu realizzare completamente in essa, ma trova nella propria determinata configurazione fenomenica (presenza evidenziata) una delle sue possibili concretizzazioni. Afferma
infatti Ingarden: Die metaphysischen Qualitten
knnen hier [] nicht realisiert werden [] sie werden
aber konkretisiert;290 il valore dellopera si d inte290
Ingarden 1960a, 314. Naturalmente le qualit metafisiche non possono essere qui realizzate [] esse vengono per concretizzate Ingarden
1968a, 509. Commenta lOberti: appunto la nozione di potenzialit
quella che permette al suo pensiero di reggere pi a lungo la tensione verso
lulteriore senza spezzare i collegamenti con limpianto fenomenologico
che si presenta come punto dappoggio indispensabile per il rilancio []
Infatti lessere il disvelamento potenziale implica che esso non in atto,
non si esaurisce cio nel sensibile, in potenza ad essere disvelamento, e
dunque il suo essere consiste tutto nella pura apertura, apertura tuttavia da
attuarsi in un al di l non ancora raggiunto e nel quale solo lapertura stessa
pu diventare attuale. Dunque il valore estetico (metafisico) si fonda nel
sensibile, ma intenzionale: Lopera letteraria tendenzialmente, come
aprirsi intenzionale di qualit metafisiche, sfugge alla base delle parole, ma
appunto perch la fuga intenzionale vi permane e le valorizza. []
Lattuazione delle possibilit metafisiche annullerebbe infatti la dimensione
della intenzionalit e [] lattuazione tarperebbe lo slancio verso la
metafisica, per la empiricit che allattuazione reale sarebbe intimamente
connessa Oberti 1964, 409-10 e 424-5.
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estetici verso il vero, a portare alla luce, nellimmagine sensibile, unanticipazione dellAssoluto, cio di
quella sintesi fra universale e particolare non viziata
dalla strutturale perdita di realt dovuta allastrazione. Ed proprio questa luce immanente (bellezza) che
evidenzia il significato allinterno della realt sensibile che Ingarden non riesce a cogliere a motivo della
sua interpretazione naturalistica del dato sensibile.
Non resta allora allOberti che sottolineare
quella preziosa intuizione presente in Das literarische
Kunstwerk secondo cui lessere della dimensione
ulteriore dellopera darte letteraria consiste tutto
nella pura apertura (se pure in forma implicita)297,
talch lopera in s sussiste anche se il suo pi
profondo valore viene proiettato al di l di essa; il
rimando metafisico non dovrebbe per destituire la
realt sensibile dellopera, visto che istituito proprio
da un nuovo tipo di concetto, un concetto sensitivo
(potenziale):
La presenza un quid di pi originario e di pi ampio della datit sensibile, e anche della organizzazione percettiva. La presenza loggetto nella sua
concreta datit che non esclude dimensioni di universalit concettuale, anche se tali dimensioni restano latenti nelloggetto e solo lo rischiarano dallinterno.298
Presenza evidenziata significa dunque, come si visto, che il tutto dellopera implicito nella datit sen-
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Lapertura metafisica dellopera darte dunque istituita dalla possibilit conoscitiva aperta dallevidenziazione della presenza sensibile delloggetto; ed
unapertura alla metafisica stessa e non ad unintermedia metafisica dellarte.
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Lopera darte possiede dunque un proprio statuto ontico (potenza, assoluto implicito; sensibile, ma sensibile evidenziato) che indipendente da ogni costituzione di senso soggettiva e che non va disconosciuto;
eppure, la sua autonomia ontica rinvia comunque ad
un fondamento che trascende la sua sfera di sensibilit evidenziata. Lopera, in altri termini, accende
unesigenza dulteriorit che non pu per trovare
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Luniversale cos come evocato dallarte pertanto pi una vocazione che una realt e dice
piuttosto dellimpossibilit della conoscenza umana di
raggiungere quella condizione a cui la conoscitivit
estetica evidentemente tende: lidentit di particolare
e universale, di realt e mediazione conoscitiva.
Lestetico, infatti, un significato che si d solo nei
rapporti interni alla materia che lo veicola, ed accende
perci una tensione verso un universale che pretende
di esser tale, ma senza interpretazione, lasciando
cio che la propria disvelatezza resti muta, mera
potenzialit nella realt.311 Una realt per
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Melchiorre 1986b.
In Essere e parola Melchiorre afferma che luomo strutturato in
una identit essenziale che non una mera identit dessere, ma unidentit
aperta nellessere e per lessere. [] Lequazione fra identit essenziale ed
apertura o richiesta dessere [] va cercata nellarea della coscienza []
nella coscienza e nel divenire della coscienza: la coscienza appunto come
apertura e come richiesta Melchiorre 1984, 85; aperta sottolineatura
nostra). Identit storica equivale dunque ad essenza, purch non la si
intenda aristotelicamente quale essere di ci che era; Melchiorre 1984, 83.
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In secondo luogo e si passa cos al piano fondativo il rapporto rimanda ad una comunanza, ad una
convenienza tra uomo e natura ove non v pi
senso nel separare il destino delle cose da quello delluomo:
Luomo si riconosce, cos, in sibi similibus e avverte
che lordine e lo splendore della cosa dicono ad un
tempo di un suo possibile ordine, della sua
possibilit di esistere in una corrispondenza ontologica.330
164
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Nei termini che ci sono propri, potremmo dunque dire, che limmagine estetica della cosa, disvela la possibilit della cosa come, ad un
tempo, possibilit delluomo Melchiorre 1986b 30.
332
Melchiorre 1986b, 24.
333
Husserl ms A VI 1, in Zecchi 1972a, 92-5, Per quanto riguarda la
prima sezione del manoscritto, Melchiorre sottolinea come la possibilizzazione relativa allespressione estetica (fondata sulla neutralizzazione della
percezione) non possa essere ridotta a mera non contraddittoriet: essa dice
nel senso pi profondo una relazione di verit, di una visione dessenza.
La vicinanza aristotelica della filosofia alla poesia equivale dunque
allintima affinit tra la visione estetica e quella filosofica, visioni acco segue
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Ma proprio questa sporgenza fa dellartista unautentica coscienza critica: egli sta nel cuore dellattualit con lo sguardo rivolto agli ultimi sensi e perci
pu anche levarsi sulle contraddizioni dellesistente,
pu disegnarne le impossibili possibilit e dischiuderne quindi la redenzione.337
168
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340
169
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Ma anche lomnia resta in ultima analisi indeterminato, in quanto non pu che apparire sempre e solo
il suo simbolo: la totalit resta, in definitiva, un significato che pu emergere solo simbolicamente, allinterno di un significato primario, pi o meno determinato; e che, nella sua prevalente indeterminazione, pu darsi con maggiore o minore evidenza ma
mai assolutamente.342
Ed proprio in questa intenzionalit simbolica
dellessere, che la fenomenologia tanto contribuisce ad
evidenziare, che si ritaglia secondo Melchiorre lorizzonte dellestetica.
342
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Bibliografia
Questa bibliografia scioglie le sigle utilizzate nel testo per i rinvii bibliografici ed elenca anche altri materiali utilizzati sulla presenza in Italia
dellestetica fenomenologica.
Le voci sono ordinate alfabeticamente e, in subordine, cronologicamente;
quando nello stesso anno vi sono pi scritti di uno stesso autore, la data
seguita da lettere minuscole progressive.
I volumi miscellanei compaiono come AAVV ed il curatore, se indicato,
compare fra parentesi tonde dopo il titolo.
La dizione contiene posta alla fine di alcune voci non ha lo scopo di
informare su tutto il contenuto del volume ma indica le singole voci bibliografiche in esso contenute presenti in questa bibliografia.
La dizione traduce indica la sigla delloriginale su cui stata svolta una
traduzione.
T sta per traduttore, R per recensione di.
AAVV
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