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vers fondata de Tapore, oid | futore del sagio inttoato: Alen ilosatia in Indi 06 (A. Pozzi, EM, Bologna 1981) & el capitolo dedicate 2 | togiel bit el Manual di storia del | budahieme (A. Poze, EM, Bo ddhyamaks, Essa & valida tanto per tonfutare Ie poszion del site filosofie ortodoss ind, quanta le frronae aserzioni di alcune sette Duddhiste del “piecolo. veal” nonché it deviezioniema ‘ian ‘dept dela scuala mahayenion Gel “sontiaro. di mavto” Bhive viveka (sv. VI.C), ohe influ to dala tevola clita adota it regionamento sillsiten, anz CCandrakirti fu fre i pity grand commentatori delle “Stange. de | sentiero ai mezzo” oi Nazarune initia Ia sh portinace_polemica ‘cont il devizionsta,ehe givin | un madhyamiksinfedele cowena CANdRakRTL CESARE RIZZI ~ candrakirti Collana «STUDIE SAGGI¥ ditt da PLAVIO POLI e SILVANO Gat Anatillo 0. Alritmo dei str tambur. Storia costumt e eredence del popolt Kaya det Unione Birmana Cavicchi E Problems of Change tn Kikuye Tal Society Giorsic. La soclettsgreta de Por nella Sierra Leone Sehencti M, Net Regn det Congo Boss D. ‘La fontana dalle moltesorgenti, Cento ennt dt estlanesing in Ueda Rampazz0 L, La famiglia in Bnd Agent R Religione vita n una trib Daya del Borneo Occidentale Pera La cultura delTndia ere ogg, Tet. Poll. gorse Santiniketan LLaurencch Minott, Antice Amazzonia Giorgi, Tnomol ett Stee Leone Vincent Guerry Vita quotidiana di un vege baculé della Costa d'Avorio, ed, Puseeto Pi. Sonat del Bangladesh CESARE RIZZI candrakirti Bologna 1983, NaA.248 Proprietariservata alla BML. della Cooperativ ‘Servizio Misionariod - Bologna, Via Roneat, 32 ‘Stampato dala Litografia Lorenzni Bologna (Italia) net maggio 1983 PRESENTAZIONE ‘Liautore esamina con grande cura ¢ talento, affinché diventi accessible e noto al lettore italiano, il primo capi- tolo del commento di Candrakirti alle Madhyamakaka- rik del grande maestro Nagarjuna. Feli titiene, infatti, che il primo capitolo sia senza dubbio.il pit importante Gellopera, sia per il valore intrinseco, sia perché agevola la comprensione dei seguenti ventisei capitoli ‘Nagarjuna e Candrakitti, con le loro opere rispettive, sono fra i pitt eminenti dottori della scuola madiyamaka, che T.R.V. Murti non esita a definie ala filosofia centri le del buddhismos. Il nome stesso della scuola si rallac- cia, sul piano gnoseologico, alla posizione assunta dal ‘Buddha alla vigiia del ‘risveglio’ , quando egli abbandond Te eccessive austerita — che stavano distruggendo la sua vite © compromettendo il conseguimento della meta ~ per adottare il ‘sentiero di mezzo’, ugualmente fontano dai piaceri smodati e dalle esagerate mortificazioni, E? il The cera posophy of Buon. sistoma che usa la degli clementi delfesistenza, cosi da eliminare ogni teoria patticolare che, proprio in quanto tale, non pud essere veritd assoluta. Tale sistema non solo costituisce la filo- sofia centrale del buddhismo, ma influenza, per Pacutezza della sua indagine, tutto il suecessivo pensiero indiano, Sono oltremodo lieto di presentare il saggio del prof. Cesare Rizzi, esemplare figura d’uomo e di studioso. Dopo i lunghi anni di stud! teologiciefilosofici a Roma e Bologna, egli, dotato di una non comune conoscenza {elle lingue antiche © moderne 4’Oriente e ’Occidente!, serve ormai da quattro anno il Ministero per Fistruzione elfUnione indiana, insegnando nellUniversita centrale ‘Vigva Bharati? le lingue ¢ le etterature italiana e latina, Naturalmente il prof, Rizzl profitta di questo lingo soggiorno indiano per ampliare la sua conoscenza det sanserito e delle fllosofie oriental Egli era molto restio, per uno scrupolo che gli fa nore, a pubblicare queste pagine © concesse il proprio assenso soltanto dopo insistent richieste FLAVIO FOLL Bologna, 26 jebbrio 1983 1 glist stmimente eaduceno dal rama La Spont dello S. BULGAKOY per ln, Dsbonlana 2 Fopdnt dl poeta Rabindreth Tate el 1921. PREFAZIONE 1 primo mio contatto con ta filosofia indiana, ri- aalente ad alcuni anni fa, é stata ta lettura, 0 piuttosto to studio ¢ la meditazione delle "Stanze del cammino dt mezzo” di Nagarjuna (IPI see. d.C), “una delle pit sin- solar e geniai figure spiritual dell India di tutta I’Asia’ In quegli anni, non del tutto inesperto di teologia eristiana, mi ero messo alla scuola dei flosoft grect (Il lascito dela flosofia greca & la fitosofia occidentale), € ‘i amati maestri commentator’ del medioev0 e gli ascok ‘ati maestri del dubbio det tempi moderni mi erano come ‘pagnia, aiuto e verfica della veritas graeca’. Incontrai ‘Nagarjuna, ea lui devo Uinteresse prima, la decisione poi, i accostarmi alle fonti della tradizione filosofica india- nna, senza con cid rinunciare alle mie radici culturati religiose, ma anzi approfondendole e purtficandole. Questo volumetto é sostanzlalmente il testo della ‘mia test di laurea in Fulosofia, conseguita presso Univer: sité di Bologna nella. 1977-78. In esso esamnina il pri- ‘mo capitolo délte"Parole chiare” di Candrakirti (VI sec 4.C), il celebre commentatore di Nagarjuna." soltanto 7 tuna brevissima sezione del suo formidabile commento, sufficiente perd a mostrarct la sua arte, anto da non esse- ‘re Inopportuno indlcare, parafrasando; “CandrakIrl, che ‘Taran commento feo" (nt. IV, 144). Profondo ¢ il mio grazie dt discepolo alla prof. dott, Amalia Pezzall, relatrice della mia tesi, che mi ha intro- dotto © mi ha guidato per mano nel mondo seonoseiuto @ me, ma non a let, dela flosofia buddhista indiana, Al prof. Giorgio Renato Franci, correlatore, it grazie di uno studente non immemore. Sono grato al dott. Flavio Poti per il suo gentile aiuto, e non soltanto tecnico, nelle varie {fast della stampa. Assente, da casa ormal da quattro anni, desidero esprimere la mia riconoscenza ai miei genltorl, che mi hanno sostenuto e accompagnato nel non pochi anni di studio trascorst presso le Universiti di Roma e di Bolo- ‘gna. Memore delle parole della sapienza indiana; «ln di- ‘gnitd il maestro & superiore a diect insegnanti, il padre a cento maestri, ¢ la madre a chiunquen,e di quelle della ‘Sapienza divina: «Onora tuo padre ¢ tua madre a fatti ea parole: scenderd su di te Ia loro benedtzione e sarai esau- dito nel giorno della tua preghlera’,a loro questo mio bro dedieo. Cesare Rizzi Santiniketan (India) 14 febbraio 1983 SOMMARIO Protentazione Prefacione Sommario é "Nota sulla tratrisionee la pronundi Introduzione termint carrrotot ‘CANDRAKIRYT 1, Prospetto generale dela suo det “Camino di 2, NigitjumaeAnadeva | 2: Balti havveka 4. Candrkt ‘eariToto TL "COMMENTO AL CAMMINO DI MEZZO IN PARO- LLECHIARE” DICANDRAKIRTI 11 Tl prt eaptolo delle “Stanze del carina di mez. 20" di Nagasjuna u B a 33 2, Tcomment ale “Stanze del cammino di mezzo” an- terior a Candrak me 41 3.1 Comment acti msn wk cie™ (0 Prarannapada 6 Candrakieti >a ‘carro. 1 TL PRIMO CAPITOLO DELLE “PAROLE CHIARE DICANDRAKIRTI: “CRITICA DELLE CONDIZIO- Nr 0 1. Omg maesto Nigijum evopgetioruse da uo trttato: "Stanze del cammino dimezzo” ,— ¥ SI 2, lsigaiicato del termine prcryasemutyada . » 56 3. La negarione dallesstonza di quleoss che nasca da ses, epee te ot teers 4. La validitd del metodo “prataigika” riafTermata dda Candmakirtt nella ditesa di Buddhapalita nei conftont di Bkivavieka » © 5, La megszione dellesstenza di qualcoss che sea dal "non > 5 6, La negtzione del esstonsa di quslooss che nase da "56" o dal “nonsé™ 7 7, La negazione delTesistenza di qualcoss che nasca senza una cue 7 8, Risposta ad aleune cbiezoni 4 mona aa mondo fenomenin . p 9. La controversa con logic buddhist > 10, La confuazione dell quattro eondizioni > 8) Le qustto condizioni sono delle non cause > 4 1) Le condizione-cavse » ©) La condizone-base . > 4) La condizioneantecedente * 2) La contizionedoterminante * BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE E ABBREVIAZIO- NI ? » 9 INDICE DEL NOMI PROPRI, OPERE E-TERMINT SANSCRIT . ony » 105 10 NOTA SULLA TRASCRIZIONE ELA PRONUNCIA, DEI TERMINI SANSCRITI Per la trascrizione dei nomi propri, dei titoli delle ope: re € dei termini tecnici si & seguito il sistema convenzior le utilizzato comunemente dagli specialist paca 2) levoeal come italiano, f -comel ¥ comes in ri, b)le contonanti come in italian, ecetto: sempre dolce come cin cena 4 suono cerebrale comed in dattt scitano o the in ingles, sempre dura come gin gl sempre pirat, sempre dolee come gin gener, ttmnlizztione della vocals precedente, tarale guttural come min engo, nasalepalatale come in panei, pegtre u sibilante Hinguale _} CO™me#¢ imscena, ‘suono cerebrale dentale come nel dialetto INTRODUZIONE «La dommatica del Mahayana aveva avuto i suoi sgrandi commentatori in Sthiramati .., in Candrakirti che spiega le “Stanze del cammino di mezzo” di Nagarjuna, in Dharmapala, ece.9! ‘eLa porsonalita pid signficativa di questo gruppo [dei filosofi prasaigikal fu Candrakirti (VII sec.) che ha dato nella sua Prasannapada (“Parole limpide”) un com mento essenziale alle Karika di Nagarjuna, cercando di tipristinare la dottrina alla sua purezza originale, e si & distinto anche nell'ambito della logica pur senza aver creato innovazioni di particolare rilievoy? Ciroa vent’anni intercorrono tra questi due profil della personalita ¢ delPopera di Candrakirti, apparsi nelle due ultime storie di filosofia indiana a opera di studios! italiani, Potrebbe sorgere la domenda; perché fare oggetto di una ricerca una sola opera di Candrakirti ¢ fermarsi allanalisi di un unico capitolo? 4 -Tuce, Aloe, p84 2 SCALABRINO BORSAN, iyi, 493. Una prima serie di ragioni nasce dal'esame esterno «i questa opera: a) ta Prasannapadd & giunta a noi nel proprio testo originale, il sanscrito, tanto che ne abbiamo Pedizione ct tica nella ‘Bibliotheca Buddhica IV, edita a San Pietr bburgo negit anni 1902-1913, a cura di Louis de La Vallée Poussin; +) tale opera @ stata interamente tradotta nelle lin- ‘gue occidental, parte in inglese (Stcherbatsky), parte in fedesco (Schayer), © parte in francese (Lamotte, de Jong, May)! In confronto ad altre opera filosofiche indiane che attendono ancora di essere tradotte nelle lingue europee che per giunta sono arrivate a noi solo nelle versioni cinesi o tibetane, Ia Prasannapadd si trova in una posizio- re senza dubbio pitt felice. Queste considerazioni riguar- ddano opera nel suo complesso. Per cid che giustifica YYesame particolare del primo capitolo della Prasannapada, 8 da dire che, tra i suoi ventisette capitol, il primo & luno dei pit estesi,e questo non a caso, Ma forse, pitt che Vestensione, conta, in un’opera filosofica indiana, la posizione: in altre parole, questo ‘apitolo ha magaiore importanza dei successive per que- sto @ al primo posto, vale adire in posizione di riievo, prende contaito con il lettore e Jo rende immediatamen- te edotto su cid che verrd trattato nel corso del libro, espone gli elementi fondamentali della dottrina dellauto- re e projetta una certa luce su tutta quanta opera, Di ‘qui Finteresse di presentarlo dettagliatamente, C°8 da dice inoltre che & proprio del metodo d’indagine:in uso presso i pensatori indiani non tanto la linearita — metodo questo ultimo piuttosto greco e in genere comune al pensiero o°- iin compte open condtta al tte sansa prof Caos Ris, “4 cidentale ~ quanto la circolarita. Essianalizzano lo stesso ‘oggetto da pit! punti di vista, ne colgono le diverse sfac- cettature, con il rischio di inevitabli ripetizioni, ma con | vantaggio di avere sempre presente il nucleo dell'ogget- to della propria indagine. In un commento che segue un tale metodo, aoquistano particolare importanza le pri- me pagine, in quanto in esse yengono presentati: sia Pos- getto che s'intende sottoporre ad analisi, sia Taspetto, chic, di tale oggetto, per primo si presenta alla nostra con- siderazione, Questa ricerca fornisce un chiaro esempio di cid che si sta dicendo: il primo capitolo delle “Parole chiare”? it commento al primo capitolo delle “Stanze del cammino i mezzo di Nagarjuna, Argomento dei quattordi aforismi del primo capitolo di tale opera @ la critica delle quattro condizioni (pratyaya), quali erano insegnate nei ‘rattati di metafisica buddhista. Si tratta della confutazio- ne del principio di causalita, principium stantis et caden- is di tutto Tedificio della realtA fonomenica, Gli altri ventisei capitoliprendono in esame, per eriticeri, altri aspetti della realti, quali il movimento, il tempo, sli a sgregati, ecc., sempre perd riportando le varie confutazioni 4 quella del principio di causalita, che ne & la base e il pa- radigma. Questo primo capitolo diventa allora la chiave di volta delle “Stanze del cammino di mezzo" ;ed @ la soglia dda superare, la tappa indispensabile da percorrere, per poter entrare © penetrare nella dottrina nigasjuniana, Se questa ragione vale per Popera del maestro, vvarrd pure per Fopera del discepolo, in quanto quest’ulti- ‘ma & un commento della prima. Se ne deduce che il pri- ‘mo capitolo delle “Parole chiare”, non diversamente dal primo capitolo delle “Stanze del cammino di mezzo”, Tiveste notevole interesse per la comprensione dellintera ‘opera di cui fa part. ‘Una seconda scrie di ragioni giustficative della pro- sente ricerca proviene dallesame interno del suo oggetto. Is Come git detto, le “Parole chiare” sono un commento, ¢ precisamente il quarto in ordine di tempo, allopera di Nagarjuna, le “Stanze del camino di mezzo, che pud essere considerata il] manifesto programmatico della scvola midhyamika, Lungo i circa’ tre secoli che intereor- rono tra Nagitjuna e Candrakirti, la dottrina del ‘cam ‘ino di mezzo” era stata oggetto di attacehi edi crtiche dda parte sia dei buddhisti che dei non buddhist. Non so- Jo, ma anche allinterno della stessa scuola madhyamilca si era verificata una deviazione rispetto alla posizione di Nagixjuna. Il responsabile, Bhavaviveka (VI sec. d.C.?), aveva subito Influenza dei logici della seuola dei vijtina- Yidin, scuola anch'essa mahayanica, e aveva introdotto nel midhyamika alcuni elementi nuovi, per rispettare, ak ‘meno formalmente, la logica, Questi élementi, pur non essendo del tutto’ soonosciuti a Nagarjuna, secondo Candrakirti, intaccayano la sostanza della sua Filosofia, [Nella Prasannapadd’ Candrakirti fa il punto della s- ‘tuazione, riafTerma la propria fedelta al pensiero madhya- mika delle origini, rigorosamente ortodosso, lo difende ‘daglj attacchi degli avversarie, facendo tesoro di tali cri tiche, approfondisce, chiarifica ed estende la portata delle intuizioni di Nagarjuna, E? aliora evidente come tale opera meriti un'attenta, ‘considerazione, se si desidera conoscere la dottrina ¢ Ia storia della scuola niadhyamika, storia e dottrina presen- {ateci da uno degli ultimi suoi grandi rappresentanti, Allinterno poi della Pusannapad@, se scortiamo elenco degli argomenti dei suoi ventisette capitoti, nnotiamo che oggetto del primo capitolo dal titolo “Critica delle condizioni", st impone per li sua fonda ‘mentale importanza nell'economia di tutta quanta opera, Dalla validita © meno del principio di causa ed effetto dipende 1a conettezza dell’interpretazione che Nazirjuna ela sua scuola danno della realta. Ne segue che dal punto di vista del contenuto, tele eapitoto si fa 16 preferire agli altri: il suo esame permetterd inoltre una migliore comprensione delfintera opera. Dallesposizione di queste due serie di ragioni, 1+ sultano abbastanza evidenti Vimportanza e Pinteresse luna presentazione dettagliata del primo capitolo delle “Parole chiare” 0 Prasannapada di Candraketi Nelfintento di meglio evidenziare sia uomo Can- rakirti sia opera Prasannapada, net primi due capitolt ci si & alquanto soffermati sulla storia che ha preceduto tale filosofo e tale opera, Storia di uomini e storia di ope- re, Dapprima si & presentato Candrakirti inquadrandolo alfinterno della scuola del ‘cammino di mezzo’, di cui si sono delineate, con brevi tratti caratterizzant, le figu- re del fondatore ¢ degli esponenti pitt notevoli, che si so- no succeduti Iungo i secoll, Successivamente si ¢ accenna- to al contenuto del primo capitolo delle “Stanze del cammino di mezzo”, per meglio intendere Vimportanza filosofica e storica del commento di Candrakirti. Hl terzo ‘capitol, il pid esteso, & dedicato alla presentazione nella sua globalita del primo capitolo delle “Parole chiare”. In particolare, ci si @ soffermati sulla difesa compiuta da Candrakirti del metodo praswigika (Yeductio ad absur- dum), Punico, secondo Iii, valido e atto a confutare le tworie deeli avversari. Questo primo capitolo @ un esem- pio della sua grande arte di commentatore del maestro ‘Nasiyjuna. 17 ‘eaPrrOLO 1 CANDRAKIRTI 1, PROSPETTO GENERALE DELLA SCUOLA DEL ‘CAMINO DI Mizz0", «Se si presta fede alla tradizione, quasi tutti i mae- stri della seuola midhyamika provenivano dal sud del’ In dia e pit precisamente da quella parte del Deccan che de- limita il golfo del Bengala. Ciononostante, il centro stesso della scuola era situato nel bacino medio del Gange. Det resto @ a Nalanda, vicino all'antica Rajagrha, che fu fon- dato, si dice dalfimperatore Kumaragupta T (415-455, cca.), un ampio monastero che divenne la grande universita buddhista del medioevo, resa celebre soprattutto dai mae~ stri midhyamika che ivi insegnaronoy? Dopo la coordinata-spazio, la coordinate-tempo. La sevola del ‘cammino di mezzo’ vive in India cirea otto secoli, dal II al X d.C., In sequito si espande in Tibet, in Gina, e nspi altri paesi dell Est asiatico; verso il mille, essa ® praticamente scomparsa dalla propria terra d'origine. Si suole suddividere il periodo indiano della scuola raidhyamika in quattro momenti successivi, che si pos- sono indicare mediante i filosofi che i hanno caratteriz~ DAREAU, Boudahime,p 146 a zati!, Schematicamente, si avr 1. ~ CIFIV sec.) Nagarjuna ¢ Aryadeva, 2. — (VI sec.) Buddhapatita ¢ Bhavaviveka, 3, ~ (VII- prima meta VITI sec.) Candrakisti e Santideva, 4.—(Geconda meta VIII sec. » X sec.) Santaraksita Kamaladil, La quarts fase della scuola mdhyamika, in quanto posteriore « Candrakitti, esula da questa indagine, Per di pit, Stataraksita (725-788 ca.), che, dopo essere stato abate di Nilanda; si reed in Tibet per diffondervi il bud= hismo, e il suo celebre discepolo e-commentatore Ka- ‘malas, di cui € rimasto il resoconto della sua famosa enero chin go i Si? Di fon ae sot sant stan in seni’ ne sts sat non pala, cone poson0 cond a gente semplie alles Gea reaa ota? Tr evient che sant, mpegna in ne conversrio- ne con gontesemplice, corona ag argoment aes Inflannmmettendol|provesoraments ¢ slant per potenti 1 Solo il sapere intuitivo (apratyakgajn@na) & In perfezlone del eh oe srt te Cr ae a 2 ma te rd nfl! wt es ee el oan ee eh ee ee ree oe 83 Candtakiti si sofferma poi a esaminare in modo cri tico altre dottrine della scuola logica buddhista, quali la nozione del punto-istante (Kgztiz) che sostituisce il con- celto di sostanza,e la definizione che tale seuola propone della percezione dei sensi. 10. LA CONFUTAZIONE DELLE QUATTRO CONDIZION. a) Le quattro condizioni sono delle non eause. Dopo aver risposto alle critiche degli avversari a roposito del contenuto della prima strofa, Candrakirti procede spedito nel commendo alle altze tredici strofe di questo primo capitolo dell”opera di Nanjuna. E lo fa rispondendo spesso alle obiezioni provenienti dai seguaci det ‘Hinayana, che,, pur essendo daccordo nel ritenere sia che le entita non possano sorgere da sé stesse," sia che rnon possano sorgere da una preesistente sostanza e da fattori separati,? sia che esistano per caso, senza aleuna connessione causale*, non sono perd d’accordo nel rite- nere che neppure esistano delle entita causate da qualcosa di distinto da esse, in quanto il Buddha ha precisato che Je entita esistenti hanno delle cause che le producono, ¢ che tali cause sono essenzialmente differenti dall'entita, prodotta, tm quanto Is produsioe dal proprio od qulom che gi este & ‘© & impose da momento che una met ale soins 8a. vali da atat una present ostanzs, 3° ueyrtualth da ut ese, of & ho resplaged senca ota sondenion, ° 84 Quelli del Hinayiina affermano che quattro posso- no essere le condizioni (pratyaya) di ogni entita prodotta: 4) - la condizione-causa (pratyaya hetu), 'b) ~ la condizione-base (pratyayaalambana), ¢) ~ la condizione-antecedente (prafyaya samanantara), © 4) = la condizione-determinante (pratyaya adhipati)'. La causa & per definizione eid che ‘produce’. Quind, se una entiti produce untaltra entita, ciot se il loro rap- sto & simile a quello di un seme rispetto a un germo- Enos vine chants a pina condone, o conti nne-causa (het). ‘Se qualcost, quando viene prodotto, & inerente a ‘qualeosa dl'altro, come per esempio una sensazione, Che 2 sempre inerente a una base, cid & chiamata la sua condi- zione-base (@lambana)>. ‘La condizione-antecedente (samanantara) per la pro- duzione diun effetto & la cessazione della sua causa materiale, come per esempio la distruzione antecedente el seme & la condizione per la produzione del germo~ ali, La condizione-determinante o direttrice (adhipatt) & quelt'elemento decisivo che fa si che, essendo efficiente, appare inevitabilmente Ieffetto. Questi sono i quattro tipi di condizioni possbili. ‘Se vi sono altre circostanze, anteriori, concomitanti 0 posteriori a un evento, esse sono da includersi in una di ‘queste quattro condizioni, Una divinita suprema e altre si- ‘mili condizioni superiori non esistono. Percid Nagistuna afferma che non vi pud essere una quinta condizion ‘Le entita sorgono per le condizioni suddette, condi- ztioni che ovviamente non si identificano con la c0sa pro: 2 at, 1.2 Watt sue, $857. 2% Leueramoate "onsets" 85 dotta Secondo Candrakirti, per i mfdhyamika, non esi- stono nemmeno entitd che siano coordinate ¢ prodotte da condizioni, le quali siano da esse separate in modo sostanziale! Se le entitd prodotte avessero avuto una qualche precsistenza nelle proprie cause e condizioni, che sono ‘qualeosa di diverso da esse, soltanto in questo caso po- trebbero apparire da s6 stesse. Ma esse non "hanno avuta Infatti se tale preesistenza ci fosse, sarebbe percepita, & luna nuova produzione risulterebbe del tutto inutile. Per- tanto le condizioni e le cause di un'entita non contengo- no alcuna esistenza reale delPefetto, Se esse non conten- gono Ia sua’ esistenza reale, non contengono neppure la sua esistenza di relazione. Esistenza, relazione, prox zione sono sinonimi, Produzione di qualeoss di estraneo significa retazione a esso,. un certo tipo di preesistenza in esso. Cid & impossibile. Non 8 dunque eorretto affer- ‘mare che delle entita possano essere prodotte da delle condizioni separate da esse in modo sostanziale, Se il filosofo che afferma Vorigine delle entita da altre entita, che sono Ie loro cause,é stato confutato, un altro filosofo presenta la teoria delPorigine delle entita mediante energie speciali. Secondo quest’ultimo, l'or- gino della vista, i colori e Ie altre cause della sensazione visiva non producono direttamente la sensazione visi Esse vergono chiamate cause, in quanto fanno sorgere un'energia che produce effettivamente la sensazione visi va, Le cause, quali entita separate, non producono la sensazione. Cid che realmente la produce @ un'energia ine- rente alle cause ¢ creatrice della sensazione. E" analoga alfenergia fisica del calore che producs, per esempio, 2 seam dc che in tal condita aon & pone rnvenie alana tomsen delle nik. Quorn anc Fvioesisterza, mae Fasten dvoliione, MK, 13 86 mas "= ‘Nagarjuna risponde a questa obiezione facendo nota Eien Woe oars Pete eer en sede i eee ean So ee perce eee face arent tien ie Seas evar pen ans ee oe eee te ead ee Soh te eer oes rages bere a ecncgene on oad eee ee a a ogee oe Cee see ee Sees aa ce candrakirti avova

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