Consiste nel nascondere, dietro il senso letterale delle parole, un cont
enuto diverso, per lo pi di carattere astratto e ideale.
tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi incontro, a poco a poco mi ripingeva l, dove il sol tace. (Dante, Inferno, I, 58-60)
Quando mi vidi giunto in quella parte di mia etade ove ciascun dovrebbe calar le vele e raccoglier le sarte, ci che pria mi piacea allor m'increbbe: e pentuto e confesso mi rendei. (Dante, Inferno, XXVI, 79-83)
Maledetta sie tu, antica lupa, che pi che tutte l'altre bestie hai preda per la tua fame sanza fine cupa! (Dante, Purgatorio, XX, 10-13)
L'oro et le perle e i fiori vermigli e i bianchi, che 'l verno devria far languidi et secchi, son per me acerbi et velenosi stecchi, ch'io provo per lo petto et per li fianchi. (F. Petrarca, Canzoniere, XLVI, 1-4)
Passa la nave mia colma d'oblio per aspro mare, a mezzanotte il verno, enfra Scilla et Caribdi; et al governo siede 'l signore, anzi 'l nimico mio. (F. Petrarca, Canzoniere, CLXXXIX, 1-4) E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull'erba dura di ghiaccio, al lamento d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento. (S. Quasimodo, Alle fronde dei salici)
selva del peccato
la vecchiaia
l'avarizia
bellezze di Laura la vecchiaia
l'anima del poeta l'amore
occupazione straniera
l'ispirazione poetica
Antonomasia Consiste nell'adoperare un nome comune o una perifrasi invece di un nome proprio e viceversa. (Zingarelli)
Di voi pastor s'accorse il Vangelista, quando colei che siede sopra l'acque puttaneggiar coi regi a lui fu vista; (Dante, Inferno, XIX, 106-108)
Ch le citt d'Italia tutte piene son di tiranni, e un Marcel diventa ogne villan che parteggiando viene. (Dante, Purgatorio, VI, 124-126)
et non gi vert d'erbe, o d'arte maga, o di pietra dal mar nostro divisa, (Francesco Petrarca, Canzoniere, LXXV, 3-4)
De l'empia Babilonia, ond' fuggita ogni vergogna, ond'ogni bene fori, albergo di dolor, madre d'errori, son fuggito io per allungar la vita. (Francesco Petrarca, Canzoniere, CXIV, 1-4
e fatto ch'ebbe il re di Circassia battere il volto de l'antiqua madre travers un bosco, e dopo il bosco un monte, (Ludovico Ariosto, Orlando furioso, II, XXXIII, 5-7) Quel che 'l Maestro suo per trenta nummi diede a' Iudei, non nocque a Ianni o a Piero; (Ludovico Ariosto, Orlando furioso, XXII, II, 5-6) Mentre son questi a le bell'opre intenti perch debbiano tosto in uso porse il gran nemico de l'umane genti contra i cristiani i lividi occhi torse. (Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, IV, I, 1-4) Odi come consiglia! odi il pudico Senocrate d'amor come ragiona! (Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, XVI, LVIII, 5-6) [...] e l'isole che col selvoso dorso rompono agli Euri e al grande Ionio il corso. (Ugo Foscolo, All'amica risanata, 82-84) E quando Furio e l'arator d'Arpino, imperador plebeo, tornava a te, (Giosu Carducci, Agli amici della Valle Tiberina, 49-50) Come uno straccio lurido, gettata questa terra di Fucci e di Bonturi, (Giosu Carducci, Heu pudor!, 13-14) San Giovanni Evangelista
avversario dell'autorit imperiale
Mare Mediterraneo
Curia papale ad Avignone
la terra
Ges Cristo
il demonio
moralista
i venti
Caio Mario
ladri | truffatori
Catacresi Consiste nell'usare un senso al posto di un altro o pi genericamente serv irsi di un termine oltre il suo significato proprio.
Io venni in loco d'ogne luce muto, che mugghia come fa mar per tempesta, se da contrari venti combattuto. (Dante, Inferno, V, 28-30) Ivi fra l'erbe, gi del pianger fioco, vinto dal sonno, vidi una gran luce e dentro assai dolor con breve gioco. (F. Petrarca, Trionfo d'Amore, I, 10-12) [...] ma, poi che torn il lume a gli occhi miei, ch'eran d'atra caligine condensi, notte mi parve ed a lo sguardo fioco s'offerse il vacillar d'un picciol foco. (T. Tasso, Gerusalemme liberata, VIII, 197-200)
[...] Men duro il male che riparo non ha? dolor non sente chi di speranza nudo? (G. Leopardi, Bruto Minore, 35-37) Sentivo una gran gioia, una gran pena; una dolcezza ed un'angoscia muta. (G. Pascoli, Sogno, 5-6, Myricae) Oh! dormi col tremolio muto dell'esile cuna che avesti! non piangerlo tutto, il minuto che avesti, dell'esile vita! (G. Pascoli, Il sogno della vergine, 55-58) Cade la sera. Nasce la luna dalla Verna cruda, roseo nimbo di tal ch'effonde pace senza parola dire. (G. D'Annunzio, I tributarii, 51-55) T'alzi e t'avanzi sul ponticello esiguo, sopra il gorgo che stride: (E. Montale, Falsetto, 42-43) privo
stanco
offuscato
privo
tanto intensa che non fa parlare
breve
priva di vegetazione
stretto
Iperbole Consiste nell'esagerare o ridurre, oltre i limiti normali, la qualit di u na persona, animale, cosa o un'idea. - O frati, - dissi, - che per centomila perigli siete giunti all'occidente; a questa tanto picciola vigilia de' nostri sensi ch' del rimanente, non vogliate negar l'esperienza, diretro al sol, del mondo sanza gente... - (Dante, Inferno, C. XXVI, 112-117) Erano i capei d'oro a l'aura sparsi che 'n mille dolci nodi gli avolgea, e 'l vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi ch'or ne son s scarsi;... (F. Petrarca, Canzoniere, XC, 1-4) Parve ch'a tal domanda si cangiassi la maga in viso, e fe' degli occhi rivi,... (L. Ariosto, Orlando furioso, III, 485-486) Gli occhi tuoi pagheran (se in vita resti) di quel sangue ogni stilla un mar di pianto. (T. Tasso, Gerusalemme liberata, XII, 467-468) Ma sedendo e mirando, interminati spazi di l da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo;... (G. Leopardi, L'infinito, 4-7) Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei il vuoto ad ogni gradino. (E. Montale, Xenia II, 5, 1-2) Come sei pi lontana della luna, ora che sale il giorno e sulle pietre batte il piede dei cavalli! (S. Quasimodo, Ora che sale il giorno, 10-12) ... Gridano a squarciagola in un fuoco di guerra. (L. Sinisgalli, Vidi le Muse, II, 3-4)
Metafora Consiste nel trasferire a un termine il significato di un altro termine con cui ha un rapporto di somiglianza. In breve, una similitudine senza il termi ne di paragone: tu sei (simile a) un dio.
e prego anchio nel tuo porto quiete. (U. Foscolo, In morte del fratello Giovanni, 11)
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi in cos verde etate! Ahi, per la via (G. Leopardi, La sera del d di festa, 23-24)
tutto ei prov: la gloria maggior dopo il periglio, la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio; due volte nella polvere, due volte sullaltar. (A. Manzoni, Il Cinque Maggio, 43-48)
Tu fior de la mia pianta percossa e inaridita, tu de linutil vita estremo unico fior, (G. Carducci, Pianto antico, 9-12)
Si devono aprire le stelle nel cielo s tenero e vivo. (G. Pascoli, La mia sera, 9 -10)
Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade (G. Ungaretti, Natale, 1-4)
Alle sponde odo l'acqua colomba, Anapo mio; nella memoria geme al suo cordoglio uno stormire altissimo. (Salvatore Quasimodo, L'Anapo, 1 - 4)
Piove senza rumore sul prato del mare. (C. Pavese, Tolleranza, 1)
Sono i tuoi puri occhi due miracolose corolle sbocciate a lavarmi lo sguardo. (Antonia Pozzi, Notturno invernale, 29 - 31)
morte
giovent
in disgrazia in trionfo
figlio | padre
sbocciare come i fiori
moltissime vie che si intersecano l'acqua mormora come una colomba che tuba
la superficie del mare liscia e verde scuro come un prato erboso gli occhi si aprono come due corolle
Metonimia Consiste nella sostituzione di un termine con un altro, con cui in rappo rto: la causa per leffetto, leffetto per la causa, la materia per loggetto, il cont enente per il contenuto, lo strumento al posto della persona, lastratto per il co ncreto, il concreto per lastratto, il simbolo per la cosa simbolizzata.
saccendon le finestre ad una ad una come tanti teatri. (V. Cardarelli, Sera di Liguria, 5-6) assursero in fretta dai blandi riposi, chiamati repente da squillo guerrier. (A. Manzoni, Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti, Adelchi, 35-36) Mentre Rinaldo cos parla, fende con tanta fretta il suttil legno londe, (L. Ariosto, Orlando furioso, Canto XLIII, LXIII) ma per le vie del borgo dal ribollir de tini va laspro odor de i vini lanime a rallegrar. (G. Carducci, San Martino, 5-8) Lingua mortal non dice quel chio sentiva in seno. (G. Leopardi, A Silvia, 26-27) Tutta vestita a festa la giovent del loco lascia le case, e per le vie si spande; (G. Leopardi, Il passero solitario, 32-34) porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. (G. Leopardi, A Silvia, 20-22) e intanto vola il caro tempo giovanil; pi caro che la fama e lallor, (G. Leopardi, Le ricordanze, 43-45)
le finestre sono illuminate
tromba
barca
dal mosto che bolle nei tini
un uomo
i giovani
faticoso lavoro
gloria poetica
la causa per leffetto
leffetto per la causa
la materia per loggetto
il contenente per il contenuto
lo strumento al posto della persona
lastratto per il concreto
il concreto per lastratto
il simbolo per la cosa simbolizzata
Perifrasi o circonlocuzione Consiste nell'indicare una persona o una cosa con un giro di parole.
e quella parte onde prima preso nostro alimento, all'un di lor trafisse: (Dante, Inferno, XXV, 85-86) ... in corso velocissimo se 'n vanno l 've Cristo soffr mortale affanno. (T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. I, 106-107) Ma lasciamolo andar dove lo manda il nudo arcier che l'ha nel cor ferito. (L. Ariosto, Orlando furioso, CIX, 739-740) e l'arca di Colui che nuovo Olimpo alz in Roma a' Celesti;... (U. Foscolo, Dei Sepolcri, 159-160) ... nui chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lui... (A. Manzoni, Il Cinque Maggio, 32-34) Tu pria che l'erbe inaridisse il verno (G. Leopardi, A Silvia, 40) Amo te, vite, che tra bruni sassi pampinea ridi, ed a me pia maturi il sapiente de la vita oblio. (G. Carducci, Colloqui con gli alberi, 9-11) Giova guarire? Giova che si viva? O meglio giova l'Ospite furtiva che ci affranca dal Tempo e dallo Spazio? (G. Gozzano, La signorina Felicita, VII, 40-43) Questo che a notte balugina nella calotta del mio pensiero... (E. Montale, Piccolo testamento, 1-2) l'ombelico
Gerusalemme
l'amore
Michelangelo e la cupola di S. Pietro
Dio
l'autunno
il vino
la morte
la testa
Personificazione Consiste nellattribuire a cose e ad animali azioni o sentimenti umani. DAchille i cavalli intanto, veduto il loro auriga dalla lancia di Ettore nella polvere abbattuto, lontano dalla battaglia erano l piangenti. (Omero, Iliade, Libro XVII, 540-543; trad. Lorenzo De Ninis)
e da le aurate volte a lei impietosita eco rispose (G. Parini, Il giorno, Il mezzogiorno, 528-529)
Oh quei fanali come sinseguono accidiosi l dietro gli alberi, tra i rami stillanti di pioggia sbadigliando la luce su l fango! (G. Carducci, Alla stazione in una mattina dautunno, 3-4)
L, presso le allegre ranelle, singhiozza monotono un rivo. (G. Pascoli, La mia sera, 11-12)
Da un pezzo si tacquero i gridi: l sola una casa bisbiglia. (G. Pascoli, Il gelsomino notturno, 5-6)
Mentre il cipresso nella notte nera scagliasi al vento, piange alla bufera. (G. Pascoli, Fides, 7-8)
Sul sentiero bruciato ho visto il buon lucertolone (goccia di coccodrillo) meditare. (F. Garcia Lorca, La lucertola vecchia, 1-4)
E gi, nel cortile, la povera fontana malata; che spasimo! sentirla tossire. Tossisce, tossisce, un poco si tace di nuovo tossisce. Mia povera fontana, il male che hai il cuore mi preme. (A. Palazzeschi, La fontana malata, 6-25) Febbraio sbarazzino.
Questo mese un ragazzo
fastidioso, irritante, che mette a soqquadro la casa, (V. Cardarelli, Febbraio, 1; 8-11) Vanno a sera a dormire dietro i monti le nuvolette stanche. (U. Saba, Favoletta, 6-7)
I monti a cupo sonno supini giacciono affranti. (Salvatore Quasimodo, Apllion, 1 - 2)
Dalla finestra aperta entran le voci calme del fiume, (A. Bertolucci, Mattino, 1-3)
Prosopopea Affine alla personificazione consiste nellattribuire prerogative umane a cose o a concetti inanimati o astratti, facendoli parlare o rivolgendo loro la parola. Forse perch della fatal quiete tu sei limmago a me s cara vieni o Sera! (U. Foscolo, Alla sera, 1-3)
Vaghe stelle dellOrsa, io non credea tornare ancor per uso a contemplarvi (G. Leopardi, Le ricordanze, 1-2)
Bella Immortal! Benefica Fede ai trionfi avvezza! Scrivi ancor questo, allegrati (A. Manzoni, Il Cinque Maggio, 97-99)
I cipressi che a Blgheri alti e schietti Van da San Guido in duplice filar, Quasi in corsa giganti giovinetti Mi balzarono incontro e mi guardr. Mi riconobbero, e - Ben torni omai - Bisbigliaron vr me co 'l capo chino - Perch non scendi? perch non ristai? Fresca la sera e a te noto il cammino. Oh siditi a le nostre ombre odorate Ove soffia dal mare il maestrale: Ira non ti serbiam de le sassate Tue d'una volta: oh, non facean gi male! Nidi portiamo ancor di rusignoli: Deh perch fuggi rapido cos? Le passere la sera intreccian voli A noi d'intorno ancora. Oh resta qui! - (G. Carducci, Davanti San Guido, 1-16)
Io son, Dafne, la tua greca sorella, Che vergin bionda su 'l Peneo fugga E verdeggiai pur ieri arbore snella Per l'Appia via. (Giosu Carducci, Una rama d'alloro, 1-4)
Non temere, o uomo dagli occhi glauchi! Erompo dalla corteccia fragile io ninfa boschereccia Versilia, perch tu mi tocchi. (G. D'Annunzio, Versilia, Alcyone, 1-4)
Upupa, ilare uccello calunniato dai poeti, che roti la tua cresta sopra laereo stollo del pollaio e come un finto gallo giri al vento; (E. Montale, Upupa, ilare uccello calunniato, 1-4)
Similitudine Consiste nel paragonare persone, animali, cose, sentimenti per associazi one di idee; introdotta da come, sembra, pare, simile, somiglia, ecc
Nella destra scotea la spaventosa peliaca trave; come viva fiamma, o come disco di nascente Sole balenava il suo scudo (Omero, Iliade, Libro XXII, 171-174; traduzione di V. Monti)
Gli venne dunque incontro con la nutrice che aveva in braccio il bambino, il figlio amato di Ettore, simile a chiara stella. (Omero, Iliade, Libro VI, 343-345; S. Quasimodo)
Se sia bella, non so. Tra le donne ben giovane: mi sorprende, a pensarla, un ricordo remoto dellinfanzia vissuta tra queste colline, tanto giovane. E come il mattino. Mi accenna negli occhi tutti i cieli lontani di quei mattini remoti. (C. Pavese, Incontro, 14-18)
Ed io pensavo: Di tante parvenze che sammirano al mondo, io ben so a quali posso la mia bambina assomigliare. Certo alla schiuma, alla marina schiuma (U. Saba, Ritratto della mia bambina, 5-8)
Un tappeto di smeraldo sotto al cielo il monte par. (G. Carducci, In Carnia, 3-4)
Sineddoche Affine alla metonimia (per molti studiosi non esiste differenza tra le d ue figure retoriche) consiste nello spostare il significato che abbia col primo un rapporto di quantit. Si ha quando si usa: la parte per il tutto, il tutto per la parte, il genere per la specie, la specie per il genere, il singolare per il plurale, il plurale per il singolare.
E quando la fatal prora dEnea per tanto mar la foce tua cerc, (G. Carducci, Agli amici della Valle Tiberina, 45-46) Sotto lali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia. (G. Pascoli, Il gelsomino notturno, 7-8) - O animal grazioso e benigno che visitando vai per laer perso noi che tignemmo il mondo di sanguigno: (Dante, Inferno, Canto V, 88-90) E quando ti corteggian liete le nubi estive e i zeffiri sereni, (U. Foscolo, Alla sera, 3-4) onde non tacque le tue limpide nubi e le tue fronde linclito verso di colui che lacque (U. Foscolo, A Zacinto, 6-8) O sacrosante Vergini, se fami, freddi o vigilie mai per voi soffersi, cagion mi sprona chio merc vi chiami. (Dante, Purgatorio, Canto XXIX, 37-39) nave
gli uccellini
persona
i venti
versi
fame freddo
la parte per il tutto
il tutto per la parte
il genere per la specie
la specie per il genere
il singolare per il plurale
il plurale per il singolare
Sinestesia Consiste nel creare unimmagine associando termini che appartengono a sfer e sensoriali diverse.
Non vi ster molto, ch'un lamento amaro l'orecchie d'ogni parte lor feriva; (Ludovico Ariosto, Orlando furioso, XXIII, XLIV, 5-6) Ma per le vie del borgo dal ribollir de tini va laspro odor de i vini lanime a rallegrar. (G. Carducci, San Martino, 5-8)
Dormi! bisbigliano, Dormi! l, voci di tenebra azzurra (G. Pascoli, La mia sera, 35-36)
Dai calici aperti si esala lodore di fragole rosse. (G. Pascoli, Il gelsomino, 9-10)
Per la fresca finestra scorre amaro un sentore di foglie. (C. Pavese, Ulisse, 14-15)
Sepolto nella bruma il mare odora. (V. Cardarelli, Sera di Liguria, 7)
Appisolarmi l solo in un caff remoto con una luce fievole come questa di questa luna. (G. Ungaretti, Cera una volta, 6-11)
E del grave occhio glauco entro laustera dolcezza si rispecchia ampio e quieto il divino del pian silenzio verde. (G. Carducci, Il bove, 12-14)
Naviga in un tepor di sole occiduo ridente a le cerulee solitudini: (G. Carducci, Fantasia, 5-6) Or ch'a i silenzi di cerulea sera tra fresco mormorio d'alberi e fiori ella siede,... (G. Carducci, Visione, 1-3)