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Sviluppo sostenibile

e cambiamenti climatici

progetto grafco: Francesco Maria Copernico



LAssemblea Generale delle Nazioni Unite ha voluto sottolineare il ruolo fonda-
mentale che leducazione riveste nel contesto della protezione ambientale e dello
sviluppo sostenibile, proclamando il Decennio dellEducazione allo Sviluppo
Sostenibile (DESS) per il periodo 2005 2014 e affdandone la guida allUNESCO.
Finalit del Decennio quella di sensibilizzare governi e societ civili di tutto il
mondo verso la necessit di un futuro pi equo e armonioso, rispettoso del pros-
simo e delle risorse del Pianeta e mettere in grado ogni individuo, attraverso
leducazione, di fornire un contributo allo sviluppo sostenibile.
Per questo necessaria unalleanza forte, da parte di tutte le sedi deputate al-
leducazione, intesa nel suo pi ampio senso di percorso formativo che interessa
lindividuo lungo lintero arco della vita: le scuole come le universit, le istitu-
zioni come i centri di formazione professionale, le imprese come le associazioni,
fno ad arrivare ai media, al mondo artistico e culturale e ai momenti del tempo
libero. Dunque unazione sinergica e sistemica tra tutti i soggetti, che diret-
tamente o indirettamente concorrono a determinare le competenze, i valori, i
comportamenti e la cultura di individui e collettivit.
In Italia si attivata nel 2005 la Commissione Nazionale Italiana (CNI) per
lUNESCO, con la creazione di un Comitato nazionale per il Decennio, che riu-
nisce i principali protagonisti della cultura della sostenibilit in Italia, sia istitu-
zionali che non: Ministeri, Regioni, Agenzie ambientali, associazioni, rappre-
sentanti di categoria, enti di ricerca e formazione, reti di scuole, ONG, etc.
La campagna italiana per il Decennio rappresenta unoccasione molto importan-
te che pu consentire di rilanciare con effcacia un processo educativo rivolto
a tutti i cittadini, adulti e bambini, potenziando quanto di buono in Italia gi
esiste ed stato fatto.
Lo sviluppo sostenibile va assunto come cultura mirata a costruire il cambia-
mento nella societ, nel suo rapporto con lambiente, con luso delle risorse pla-
netarie, con la fame nel mondo, con le diversit culturali, i diritti umani, con la
pace e la solidariet, e nella concezione stessa delleconomia.
C O M M I S S I O N E N A Z I O N A L E I T A L I A N A
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Questa pubblicazione della Commissione Nazionale Italiana UNESCO intende
fare chiarezza su una delle principali sfde della nostra societ, i cambiamenti
climatici, illustrare le cause del fenomeno, gli effetti previsti e quelli gi in atto,
far comprendere le soluzioni da adottare e il contributo che ciascuno di noi pu
fornire. Sensibilizzare vuol dire stimolare il pensiero critico, indurre il senso di
collettivit e responsabilit nei confronti del mondo in cui viviamo, e la Com-
missione Nazionale UNESCO si propone, con questa iniziativa e quelle a veni-
re, di promuovere lidea di un futuro orientato al cambiamento, che permetta
di passare da un mondo fondato sulla quantit a un mondo che assuma come
valore la qualit: della vita, dei rapporti tra gli uomini, dei rapporti tra luomo
e il Pianeta.
Condizione per questo cambiamento appunto un diverso modo di pensare, una
diversa cultura, una diversa educazione.
Prof Giovanni Puglisi
Presidente
Commissione Nazionale Italiana UNESCO
Roma, Palazzo Firenze, novembre 2007
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Sviluppo sostenibile
e cambiamenti climatici
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Poich le guerre nascono nella mente degli uomini,
nella mente degli uomini che devono essere elevate
le difese della pace.
(Dal Preambolo dellAtto Costitutivo dellUNESCO)
Questopuscolo stato realizzato
per il Decennio dellEducazione allo Sviluppo
Sostenibile 2005 - 2014.
www.unescodess.it
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Indice
Introduzione
Capitolo I. Il clima e leffetto serra
Capitolo II. I gas serra e limpatto sul clima
Capitolo III. Gli effetti dei cambiamenti climatici
3.. Occa ;u ca'c, accuc ;u a'tc c coc atoscc a'tcat
3.2. /'tca.oc cc' ccosstc cc cst.oc cc''c s;ccc
3.3. /ucto cc''a ;octa c cc''a ac c' oco
3.-. Lusoc c tasssoc c a'attc cttc
3.o. Lcc.a cca
Capitolo IV. Le soluzioni
Capitolo V. Verso la rivoluzione energetica
o.. C' ;c tca.oa'
o.2. La cs cc' ;cto'o
Capitolo VI. Sostenibilit: limportanza del nostro contributo
6.. Co;otact cco sostco' ,ca;to'o tatto ca' \accccu c /..co CO
2
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Introduzione
La pi nota defnizione di Sviluppo Sostenibile quella fornita dalla Commis-
sione Mondiale per lAmbiente e lo Sviluppo, presieduta da Gro Harlem Brun-
dtland, nel 1987 (Commissione Brundtland):
Lumanit ha la possibilit di rendere sostenibile lo sviluppo, cio di far s che
esso soddisf i bisogni dellattuale generazione senza compromettere la capacit
delle generazioni future di rispondere ai loro.
Lo Sviluppo Sostenibile dunque uno sviluppo di cui possono benefciare tutte
le popolazioni del Pianeta, presenti e future, e in cui le tutele di natura sociale,
quali la lotta alla povert, il rispetto dei diritti umani, la tutela della salute, si
integrano con le esigenze di conservazione delle risorse naturali, trovando reci-
proco sostegno.
Lo Sviluppo Sostenibile si basa su tre dimensioni ambientale, economica e so-
ciale proponendo una visione di societ pi armoniosa, rispettosa del prossimo
e delle risorse del Pianeta.
Tutte le sfde della sostenibilit tra cui, in primo luogo, la questione dei cambia-
menti climatici, non sono unicamente relative al settore ambientale, ma hanno
pesanti ricadute anche sul sistema economico e sociale. Questi ultimi, infatti,
dipendono strettamente sia dalla disponibilit ed equa distribuzione delle risor-
se naturali, sia dalla capacit degli ecosistemi di assorbire limpatto delle attivit
umane sullambiente.
Il capitale artifciale (i sistemi di produzione) e quello naturale (le risorse naturali)
sono fondamentalmente complementari. In proposito H. E. Daly, noto econo-
mista sostenitore dello Sviluppo Sostenibile, afferma: non si pu costruire una
casa di legno con met del legname necessario, anche se lo si sostituisce con un
maggior numero di attrezzi e falegnami.
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Il clima e leffetto serra
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l clima generato da vari fattori, in primo luogo dallenergia trasmessa dal
Sole alla Terra. Tale energia trasformata in calore che scalda la terra e laria,
fa evaporare lacqua, o fonde la neve.
Parte di questo calore viene rinviato verso lo spazio, ma assorbito da alcuni
gas presenti in atmosfera detti gas serra, tra cui spicca lanidride carbonica, che
intrappolano lenergia solare, riemettendo calore in tutte le direzioni e contri-
buendo ad un ulteriore riscaldamento del Pianeta. Tale fenomeno fsico prende
il nome di effetto serra.
Esso un fenomeno naturale indispensabile per la vita, senza il quale la Terra
avrebbe una temperatura media di 18C.
A questa condizione termica, il nostro Pianeta sarebbe molto diverso: le ac-
que sarebbero congelate e non ci sarebbe vita, almeno nelle forme in cui oggi
la conosciamo.
Per contro, unintensifcazione delleffetto serra, dovuto allimmissione ecces-
siva di gas da parte delluomo e di altri fattori, pu provocare squilibri climatici
di dimensione planetaria.

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I gas serra e limpatto sul clima
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er gas serra si intendono gli insiemi di gas presenti nellatmosfera tra cui i
principali sono lanidride carbonica (CO
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), il metano (CH
4
), il protossido di
azoto (N
2
O), lozono (O
3
), il vapore acqueo e gli alocarburi (CFC, HCFC, HFC).
Nelle attivit umane i gas serra sono prodotti, principalmente, da:
- Ricorso a combustibili fossili (petrolio, carbone ecc.), impiegati, ad esem-
pio a scopo energetico, per il riscaldamento degli edifci, nei sistemi di
produzioni industriale e nei trasporti; essi sono i principali responsabili
dellemissione in atmosfera di anidride carbonica (CO
2
);
- Processo di smaltimento dei rifuti che produce metano (CH
4
);
- Utilizzo di fertilizzanti in agricoltura che generano protossido di azoto (N
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O);
Il massiccio ricorso ai combustibili fossili, in un contesto che vede aumentare di
tre volte e mezzo il fabbisogno energetico mondiale negli ultimi quarantanni,
ha comportato che le emissioni di anidride carbonica, la CO
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, siano passate da
circa 16 mila Mton (1973) a circa 27 mila Mton (2004) con un incremento del
68%; e la concentrazione in atmosfera salita a quota 380 ppm (parti per milio-
ne), aumentando del 20% in meno di 50 anni (vedi Figura 1).
Oltretutto, con lingresso nel sistema economico dei paesi emergenti, quali In-
dia e Cina, si prospetta un ulteriore incremento della CO
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nellatmosfera.
La situazione resa ancora pi allarmante dal progressivo incremento della
popolazione mondiale che, dagli attuali 6 miliardi, potrebbe crescere nel 2050,
secondo una stima media delle Nazioni Unite, fno a 9 miliardi.
Tale incremento ed il bisogno di migliorare gli standard di vita della parte pi
povera della popolazione (ancora oggi ci sono circa 1,6 miliardi di persone senza
accesso allelettricit, prevalentemente concentrati nellAfrica subsahariana e in
Asia meridionale) comporteranno un forte incremento della domanda di ener-
gia. Nellipotesi di una crescita economica molto lenta nei Paesi gi sviluppati,
si prospettano, in ogni caso, da qui al 2050, incrementi della domanda globale
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prossimi al 100% (Enea, 2006). Inoltre, a seguito dei processi di deforestazione,
si ridotta notevolmente la superfcie forestale, impedendo a questultima di
fungere da bacino per la raccolta di CO
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in eccesso.
A
llorizzonte si profla una crescita della concentrazione dei gas-serra che
causer, nei prossimi decenni, un incremento delleffetto serra e quindi un
ulteriore innalzamento della temperatura media del Pianeta.
Il riscaldamento si distribuir in modo disuguale: di pi vicino ai poli, di meno
allequatore.
Dato che le condizioni meteorologiche della Terra sono in larga misura il pro-
dotto delle differenze di temperatura tra zone polari ed equatore, si avranno
mutamenti di forza e direzione dei venti, delle precipitazioni e delle correnti
oceaniche.
Aumenteranno le oscillazioni attorno a valori medi, con fenomeni estremi pi fre-
quenti e imprevedibili (estremizzazione del clima): capiter sempre pi spesso di
passare repentinamente da forti ondate di caldo a vere e proprie gelate fuori stagio-
ne, o di vedere periodi di bel tempo intervallati da giornate con piogge torrenziali.
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2
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Osscatoo `aua Loa, US
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Q
uesto scenario sinserisce in un quadro gi preoccupante in quanto lo stato di
vulnerabilit del nostro Pianeta, cio la sua incapacit di assorbire gli shock
e di mantenere intatte le funzioni dei sistemi naturali, gi ad un livello critico.
In proposito il Millenium Ecosystem Assesment, rapporto ONU sullo stato di
salute degli ecosistemi mondiali, afferma che la capacit di questi ultimi di for-
nire servizi ecologici gratuiti dal controllo dellerosione, alla stabilizzazione
climatica e al controllo delle piene gi seriamente compromessa, per quanto
le due nazioni pi popolose, quali Cina e India, si siano appena affacciate al
centro della scena economica mondiale.
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Gli effetti dei cambiamenti climatici
3.1. Oceani pi caldi, acque pi alte e fenomeni
atmosferici alterati
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u un pianeta pi caldo gli oceani si espanderanno e il livello dei mari si innal-
zer in misura signifcativa.
Il livello dei mari potrebbe crescere tra 10 e 90 centimetri, sia a causa dello scio-
glimento dei ghiacci polari, sia perch le acque pi calde occupano un volume
maggiore; di conseguenza la geografa delle coste di tutti i continenti potreb-
be risultare profondamente stravolta, con grandi citt come New York, Miami,
Rotterdam, Copenaghen, Bangkok e Venezia sommerse.
A causa dellaumento delle temperature delle acque superfciali, marine ed oceani-
che, i cicloni tropicali diverranno pi frequenti ed intensi, estendendosi anche alle
fasce marginali delle zone temperate, mentre i bacini chiusi delle medie latitudini,
come il Mediterraneo, potrebbero trasformarsi in veri e propri mari tropicali.
Laumento della temperatura implicher anche maggiori quantit di energia
allinterno dellatmosfera. La circolazione generale dellatmosfera ne risulter
stravolta, e grandi centri di alta o bassa pressione come lanticiclone delle Az-
zorre o il ciclone dIslanda cambieranno la loro posizione.
SullEuropa potranno manifestarsi riduzioni medie delle piogge fno a 1 milli-
metro al giorno durante linverno.
Ci saranno tornado sempre pi devastanti sul Nord America e un maggior nu-
mero di trombe daria sulla nostra Penisola; violenti temporali e nubifragi si
abbatteranno sulle regioni temperate e i monsoni saranno ancora pi piovosi.
Infne, mentre da un alto si assister a una moltiplicazione delle alluvioni e de-
gli uragani, dallaltro diventeranno pi duraturi i periodi di siccit, provocando
linesorabile avanzamento dei deserti.
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3.2. Alterazione degli ecosistemi ed estinzione delle specie
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a composizione e la distribuzione geografca di molti ecosistemi (foreste,
praterie, deserti, sistemi montani, laghi, zone umide, oceani, etc.) tende-
ranno a trasformarsi a seconda di come le singole specie risponderanno ai cam-
biamenti climatici.
Nella fase di trasformazione e di adattamento, probabilmente si perder molta
della diversit biologica attualmente esistente.
I sistemi forestali potranno subire cambiamenti nella composizione delle specie,
con la scomparsa di interi tipi di foresta e linsediamento di nuove associazioni
di specie vegetali, e dunque nuovi ecosistemi.
Il riscaldamento del clima innescher processi di desertifcazione nelle zone
temperate del Pianeta, minacciando gli organismi che, gi oggi, vivono quasi al
limite della tolleranza al calore.
A causa della variazione del livello del mare, gli ecosistemi marino-costieri (le
paludi salmastre, mangrovie, zone umide costiere, spiagge sabbiose, scogliere
coralline, gli atolli, ed i delta fuviali) risulteranno seriamente danneggiati.
3.3. Aumento della povert e della fame nel mondo
I
cambiamenti climatici modifcheranno lattuale quadro mondiale di produ-
zione alimentare. Essa sar maggiore alle alte latitudini, dove le condizioni
climatiche sono attualmente sfavorevoli mentre, diminuir notevolmente alle
basse latitudini, soprattutto nella fascia tropicale e subtropicale.
Tenuto conto della distribuzione mondiale dei Paesi ricchi e dei Paesi poveri, i
cambiamenti climatici favorirebbero i primi, costringendo i secondi a condizioni
al di sotto della soglia di sopravvivenza.
Si visto come le catastrof climatiche, come ad esempio, lo Tsunami e luragano
Katrhina, oltre a causare squilibri ecologici, hanno serie ripercussioni a livello
sociale: popolazioni intere, etichettate col nome di profughi ambientali, sono
costrette a migrare dai loro luoghi natii per approdare in terre ove problemi
come sovraffollamento e disoccupazione raggiungono gi quote elevatissime.
3.4. Diffusione e trasmissione di malattie infettive
A
causa dei cambiamenti climatici prevedibile un aumento della diffusione
di malattie, soprattutto tropicali. Temperature elevate, infatti, potrebbero
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favorire lesistenza di microrganismi, insetti o altri ospiti intermedi identifcati
come portatori di malattie infettive (malaria, tenia, febbre gialla, alcuni encefa-
liti virali, etc.).
Infne una maggiore frequenza di precipitazioni alluvionali favorir la trasmis-
sione per contagio di malattie come la salmonellosi ed il colera.
3.5. Emergenza idrica
P
oich i cambiamenti climatici produrranno unaccelerazione ed unintensi-
fcazione del ciclo globale dellacqua, le risorse idriche regionali potrebbero
risultare gravemente compromesse. Paradossalmente ci sarebbe maggior quan-
tit dacqua nelle zone dove attualmente le risorse idriche sono gi abbondanti
e minor quantit dacqua dove attualmente la carenza di risorse idriche gi un
grave problema.
La questione dellemergenza idrica gravissima: da tale risorsa dipende la so-
pravvivenza di tutte le specie.
Gi il petrolio testimonia come la corsa ad una risorsa limitata ma preziosa, possa
essere causa di feroci confitti; ma cosa accade, quando oggetto di contesa un
bene primario che non pu essere sostituito?
Nei paesi che soffrono di siccit e crisi idriche, lacqua gi causa di annose osti-
lit: si pensi al caso della Siria, della Turchia e dellIraq per lappropriazione di
quote dacqua dal Tigri e dallEufrate.
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Le soluzioni
P
er frenare questo trend assolutamente necessario procedere alladozione
di politiche effcaci, alla diffusione di una nuova cultura, ad una rivisitazio-
ne degli stili di vita e dei modi di produrre su cui si basa la nostra societ.
Ecco alcune soluzione concrete da attuare:
1. Sviluppo delle energie rinnovabili. A partire dalla ricerca, bisogna in-
centivare lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili e mirare alla
diversifcazione delle fonti (solare fotovoltaico, biomasse, combustibili
dorigine vegetale, solare termico...);
2. Uso effciente dellenergia nel settore edilizio e domestico: certif-
cazione energetica degli edifci, promozione per lacquisto e luso di appa-
recchi domestici a elevata effcienza energetica, utilizzo di sistemi di ter-
moregolazione automatica per i sistemi di riscaldamento e di accensione e
spegnimento degli impianti di illuminazione pubblica;
3. Riduzione della quantit complessiva di rifuti conferita in disca-
rica, ottenuta attraverso la progressiva sostituzione di questo metodo di
smaltimento, la riduzione, il recupero e il riciclo dei rifuti;
4. Interventi su traffco e mobilit, con incentivi a favore di forme di tra-
sporto eco-compatibili (car pooling, car sharing, auto ad idrogeno, etc.) e la
promozione del trasporto pubblico;
5. Interventi nei processi di combustione nellindustria con riduzione dei
consumi energetici nei cicli produttivi, attraverso limpiego della cogenera-
zione, e lincremento delleffcienza degli impianti industriali;
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6. Promuovere unagricoltura sostenibile incentivando lagricoltura di
qualit e lagricoltura biologica, educando ad una corretta applicazione
dei ftofarmaci al fne di una loro riduzione duso e una loro sostituzione
con prodotti alternativi di nuova generazione o con metodi tradizionali;
impiego effciente delle risorse idriche e delle macchine al fne di ridurre i
consumi energetici e migliorare le rese.
LENERGIA SOLARE, c'c ;uo csscc
ut'..ata ;c ;ocuc ca'oc cc ac'c,
attacso ;ac'' otoo'tac, cca
c'cttca.
LENERGIA GEOTERMICA, c'c usa '
ca'oc a ccsc tc;catuc ;csct
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a.oc co'oca. accuc ca'cc a tc
;catua occsta a, ac'c, a;o ac
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LENERGIA IDRICA, c'c sutta 'cc
a cotcuta ca ua assa c accua
octo, cua'c cuc''a cc u, cc
toct c cc' ac, ;ocuccco cca
cccaca cc c'cttca. Scoocc 'cc
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LE BIOMASSE, c'c c'ucoo, o'tc a
co'tuc a;;o;atc, cscu aco' c
ocsta', scat cc''custa c taso
a.oc cc' 'co ,tuco', scatua,
ccc.), scat cc''c a.ccc .ootccc'c,
cscu aoa'cta, ca cu s ;uo
tac cca attacso ;occcuc c
csc. o'tc ca ;occss c tasoa
.oc cc''a atca oaca c ;atc
;ocuttc c o' ccta' c .ucc'c ,'
aso'c, ' soo .ucc'co c 'a oa
oaocto'a) s caa ' ooctao'o, ut'.
.ao'c coc accto c''c oc.c c '
ooccsc', scc'a ca''c caattcstc'c
s' a cuc''c cc' aso'o.
LENERGIA EOLICA, cosctc 'a ;ocu
.oc c cca suttaco 'a o.a cc'
cto.
LE FONTI RINNOVABILI E SOSTENIBILI DI ENERGIA
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Verso la rivoluzione energetica
5.1. Gli impegni internazionali
S
petta allIPCC (International Panel on Climate Change) il merito di aver ac-
ceso il rifettore sulla questione dei cambiamenti climatici, fn dal 1988.
Il contributo pi importante fornito dallIPCC quello di porre allattenzione
generale la questione del global warming come conseguenza delle attivit umane,
responsabili dellimmissione di anidride carbonica e altri gas serra nella atmosfera.
Nel 1992, in occasione del Vertice Mondiale sullAmbiente e lo Sviluppo, te-
nutasi a Rio de Janeiro, viene approvata la Convenzione Quadro sui Cambia-
menti Climatici.
Con tale accordo sono stabilite una serie di misure correttive e preventive, che
sono rimaste, tuttavia, in buona sostanza, disattese.
N
ellambito di tale Convenzione Quadro, nel 1997, con il Protocollo di Kyoto,
viene stabilita una riduzione media del 5,2 % di gas serra a carico di tutti i
Paesi industrializzati da realizzarsi nel periodo 2008-2012.
Laccordo di Kyoto non rappresenta un punto di arrivo, ma solo un punto di
partenza per i problemi del clima e dello sviluppo sostenibile.
La realizzazione degli obiettivi dellaccordo affdata, soprattutto, ai paesi mag-
giormente responsabili dei gas serra: allUnione Europea assegnata una riduzione
delle emissioni pari all8%, agli Stati Uniti del 7% ed al Giappone del 6%.
Lentrata in vigore del Protocollo di Kyoto stata pi complessa di quanto si
auspicasse inizialmente.
Per rendere operativo laccordo raggiunto era indispensabile che esso, una vol-
ta sottoscritto, venisse ratifcato da non meno di 55 nazioni frmatarie e che
questultime fossero responsabili, complessivamente, del 55% delle emissioni
inquinanti.
Questo target stato raggiunto solo nel febbraio 2005, a seguito della ratifca
della Federazione Russa, mentre gli Usa, responsabili di quasi il 25% delle emis-
sioni globali, ancora oggi, si astengono dal ratifcare il trattato.
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N
el 2002 il National Research Council (NRC), un organo dellAccademia
Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, pubblica un testo sui bruschi
cambiamenti climatici, Abrupt Climate Change. Inevitable surprises, che impat-
ta profondamente sul punto di vista corrente della comunit scientifca.
Il libro del NRC afferma un nuovo paradigma: il sistema climatico pu cambiare
repentinamente e il passaggio dalla stabilit allinstabilit repentino, non di-
pendendo linearmente dal tempo, ma dal raggiungimento di un valore critico,
di una soglia.
Al di l di essa lequilibrio si rompe e il clima cambia bruscamente.
I contenuti del Report del NCR fanno breccia nei grandi decisori politici e ven-
gono formalizzati nella dichiarazione approvata al Summit di Gleaneagles (G8),
nel giugno 2005.
I
l 31 ottobre 2006 viene poi pubblicato il Rapporto Stern, commissionato dal
governo britannico per valutare le ripercussioni economiche dei cambia-
menti climatici.
Sir Nicholas Stern non un ambientalista, n un uomo dai facili allarmismi,
ma un economista che ha ricoperto un ruolo importante nella Banca Mondiale.
Eppure le conclusioni del suo rapporto sono drammatiche: il mondo rischia se-
riamente di andare incontro a un collasso economico molto peggiore di quello
del 1929.
I costi degli interventi per risanare gli effetti della siccit, linnalzamento del
livello dei mari, fenomeni estremi come uragani e inondazioni (e le conseguenti
emigrazioni di massa), nei prossimi decenni rischiano di essere la causa di una
perdita minima del 5% del prodotto lordo globale annuo. Se si tengono in consi-
derazione una pi ampia classe di rischi e di impatti, il danno potrebbe salire al
20% del prodotto lordo e oltre.
Al contrario, il costo per ridurre le emissioni di gas serra ed evitare i peggiori
impatti dei cambiamenti climatici potrebbe essere limitato a circa l1% del pro-
dotto lordo globale annuo. Gli investimenti che verranno effettuati nei prossi-
mi 10-20 anni avranno, dunque, un profondo effetto sui cambiamenti climatici
della seconda met del secolo e di quello successivo.
Da tutti i punti di vista, le evidenze raccolte in questo Rapporto portano a una
semplice conclusione: i benefci di unazione energica e immediata superano di
gran lunga il costo economico del non agire.
N
ellaprile 2007 lIPCC pubblica un nuovo Rapporto. I dati di questultimo
sono decisamente allarmanti e dipingono scenari futuri, ma non troppo
lontani, a dir poco drammatici.
0
Lultimo Rapporto dellIPCC prevede che la temperatura media del Pianeta po-
tr crescere nel prossimo secolo da un minimo di 1 a un massimo di 4,5- 6 gradi.
Un innalzamento della temperatura media globale di 2 - 2,5 gradi rispetto al pre-
sente potr causare un forte aumento degli impatti con spostamenti geografci
di specie, perdite totali di biodiversit, riduzione della produttivit agricola e
delle risorse idriche in vaste aree. Entro il 2080 tra 1,1 e 3,2 miliardi di persone
avranno diffcolt a reperire acqua e 600 milioni soffriranno la fame.
Gli impatti dei cambiamenti climatici, continuano gli esperti dellIPCC,
sono gi in atto a livello globale e regionale e saranno pi forti nel
futuro. Inoltre, molti sistemi naturali in tutto il pianeta sono stati gi
affetti da cambiamenti climatici regionali, in particolare da aumenti di
temperature.
5.2. La crisi del petrolio
L
esigenza di impegnarsi verso una rivoluzione energetica non dipende solo
dai cambiamenti climatici ma, anche dalla necessit di far fronte al problema
della fne del petrolio.
Oggi la produzione di energia dipende per l80% da combustibili fossili (petro-
lio, carbone, gas naturale) e per il resto da biomasse, energia nucleare, energia
idraulica e da fonti energetiche rinnovabili (eolico, solare).
Al ritmo attuale della domanda le riserve accertate di petrolio dovrebbero essere
suffcienti per 35 anni.
Le previsioni per la produzione del petrolio sono affdate alla Curva di Hubbert
(Figura 3).
La curva ci dice che in una prima fase, quando la risorsa abbondante e bastano
investimenti modesti per estrarla, la produzione cresce esponenzialmente. Man
8Iomassa 9,o%
,'cc, ccc.)
Nuove
2,2% rInnovabIII
,cc'cc, sc'ac.)
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NucIeare 6,o%
3o,3% PetroIIo
23,2% Carbone Cas 2,%
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3o,3% PetroIIo
23,2% Carbone Cas 2,%
Figura Le Fonti Energetiche nel Mondo Fonte Enea

mano che le riserve diventano pi diffcili, maggiori devono diventare gli inve-
stimenti a parit di quantitativi estratti; la produzione continua a crescere, ma
con un ritmo inferiore a quello precedente. Quando la diffcolt dellestrazione
rende il costo degli investimenti non pi accettabile economicamente, la produ-
zione raggiunge il suo massimo (il picco di Hubbert) e poi inizia a declinare fno
allesaurimento.
Il picco stato gi raggiunto, negli anni 70 dagli Stati Uniti (Texas), nei decenni
successivi da India, Cina, Gran Bretagna e nel 2001 dalla Norvegia (giacimenti
del Mare del Nord).
La maggior parte delle analisi, tenendo conto sia dei ritmi di consumo prevedibi-
li, sia del fatto che i 2/3 delle riserve operative sono detenuti dai Paesi del Golfo
Persico, fa presumere che il picco di Hubbert sar totalmente raggiunto entro i
prossimi anni, al pi tardi nel 2020.
Superato il picco, in presenza di una domanda sicuramente non calante, i prezzi
decolleranno vertiginosamente.
Se gi in questi decenni, lera del petrolio stata quella delle guerre per il suo
controllo, che cosa accadr allora? La competizione internazionale, gi eviden-
te per risorse che diventano sempre pi scarse, tender ad intensifcarsi e per
lEuropa che dipende per il 40% dei suoi consumi di energia dalle importazioni

i problemi di dipendenza energetica e di sicurezza di approvvigionamento non
potranno che acuirsi.

O
L
U
C

O
`

(

0
9

L
/

L
L
S


+
L
/

)
-0
900 92o 9o0 97o 2000 202o 20o0 207o 200
30
20
0
0
80 LCL` ` 6- +L/S
80 LCL` ` o8 +L/S
Figura Curva di Hubbert
22
progetto grafco: Francesco Maria Copernico
P
er assicurare le risorse di energia ed affrontare il problema dei cambiamenti
climatici necessaria una vera e propria strategia energetica, che sia in grado
di sostenere lo sviluppo economico sia nei Paesi Sviluppati che nei Paesi in Via
di Sviluppo.
La Commissione UE ha gi fssato importanti obiettivi da realizzare entro il 2020:
- risparmio del 20% denergia;
- riduzione del 20% delle emissioni di gas serra;
- copertura del 20% dei consumi energetici con Fonti Rinnovabili.
In questo cammino verso uno sviluppo pi sostenibile, le maggiori responsabi-
lit le hanno i governi, ma anche ai cittadini richiesto un grande salto culturale
nelle loro abitudini di consumo e nei loro stili di vita.
23
progetto grafco: Francesco Maria Copernico
Sostenibilit: limportanza
del nostro contributo*
P
er raggiungere gli obiettivi di sostenibilit promossi dal Protocollo di Kyoto
necessario limpegno di tutti. Infatti sono soprattutto le nostre abitudini
quotidiane ad infuenzare maggiormente i consumi energetici.
Risparmiare energia signifca quindi ridurre limpatto che tutte le nostre attivit
hanno sullambiente: in azienda come a casa, quando ci laviamo, ci spostiamo o
lavoriamo, consumiamo energia e questo consumo ha un costo ambientale.
Le emissioni di CO
2
possono essere ridotte drasticamente, o azzerate, da noi
stessi attraverso semplici interventi di risparmio energetico, uso sostenibile di
materiali e politiche di mobilit sostenibile.
Q
uesto piccolo vademecum vuole essere un rapido promemoria su cosa pos-
siamo fare anche noi, come singoli individui, per un uso sostenibile delle
risorse, adottando una serie di accorgimenti per ridurre i consumi energetici,
con ricadute positive in primo luogo sulleconomia domestica, ma anche sul-
lambiente di lavoro e sulla qualit della nostra vita.
6.1. Comportamenti eco sostenibili
G
li edifci nei quali abitiamo e lavoriamo rappresentano oltre il 45% dei con-
sumi energetici, perci sono il terreno ideale per lapplicazione di interven-
ti di effcienza energetica. Di seguito sono forniti alcuni semplici consigli che,
se seguiti quotidianamente, possono aiutare a ridurre i consumi energetici e le
emissioni di CO
2
ad essi associate.
C
a
p
i
t
o
l
o

6
* Questo capitolo tratto dal Vademecum
2-
progetto grafco: Francesco Maria Copernico
I 10 gesti da fare a lavoro...
. Sta;atc c otoco;atc sa su cata cc'ata c'c c'';osta.oc
otc cto, ;ouocco 'a acco'ta cotcto s;cca' ;c sta
;ac o sccc oo..c,
2. Sosttutc 'c ccc'c 'a;acc ac caccscc.a co 'a;acc a oasso
cosuo ,Co;attc 'uocscct, CL), o oa'ctc c;co'
tutt co.,
3. `o tcctc 'a;acc acccsc ut'ctc. `c 'oca' c ;assao o c''c
to'cttc accccctc 'c 'a;acc so'o cuaco c ccttactc cccssao,
-. u'tc co'actc ' a;;accc' c ''ua.oc. ;o'cc c uo s cc
;ostao cuccco o a' 20% 'a cuatta c 'ucc oa'ctc ccssa,
o. ,uaco ' sca'cacto c acccso tcctc 'c cstc c'usc cc ctatc c
co;c tcoso co oo' o tccc,
6. co'atc 'a tc;catua cc coc.oato atccco ua ccc.a
ta cstco cc tco o su;coc a o C,
7. Ltatc 'ccccsso sca'cacto cc 'oca' sc'caco 'a aca.oc so
'ac cctta ,tccc, ta;;ac''c, ctc.) c''c oc ;u ca'cc,
8. `oo'ta a'tcata. acottatc oca'ta c tas;oto a'tcatc ;c '
s;ostact casa'aoo ,ca ;oo', coc 'a cocsoc cc''auto co
a't co''c' c'c aotao c''a stcssa .oa). ,ucsta so'u.oc ;ccttc
c acc o't ata, sa tc ccooc c'c c soca'..a.oc,
9. `c''ut'..o c cs;ost c'cttc scc'ctc 'a oca'ta s;ao c cc
a cc ctatc 'o stacoy co''caco tutt ' a;;accc' ac ua ;csa
u't;'a c s;ccco 'tcuttoc cc''a ;csa cuaco o ' ut'..atc,
0. Usatc cocttactc 'aa coc.oata auto. s;cctc 'aa coc
.oata u ;o ;a c tcac ' ao, s;acctc caouatc c
'tcctc 'o soa'.o tcco caoso ;c 'a sa'utc.
2o
progetto grafco: Francesco Maria Copernico
... E a casa
. sca'catc 'a casa ac ua tc;catua o su;coc a 20 C c atc
sta''ac a'o'c tcostatc'c su tcoso. css cosctoo ua c
o'a.oc cc' ca'oc accuata o sta.a,
2. atc coto''ac ;coccactc 'a ca'caa. Ua co'a.oc ccctc
cc' oucatoc cucc cosu c 'c csso,
3. so'atc cassoctt cc' ao'o' c a;;'catc 'c ua.o a' ;o'o
cc''c cstc oco ca 'tac ' s;c casa cc ctac u ut'c
s;cco c cca,
-. /;;'catc a uoctt c 'aac c coccc o;ctto cc co'ato
c usso,
o. cctc 'a cocca a' oao c o 'ascatc scocc 'accua ut'ctc
,ac csc;o c'uccco ' uoctto ctc 'aatc cct),
6. co'atc ' tcostato cc''o sca'caoao su tc;catuc tcccc ,o
su;co a oo C) c o tcctc'o acccso sc o c atc u uso cotuo,
7. Scc'ctc c'cttococstc a oasso cosuo ,c'assc / o su;coc), c'c co
sctoo cosstct s;a ccctc cc ccooc c' 'uo ;coco,
8. Ut'..atc 'a 'aatcc so'o a ;co caco c sc'c.oatc tc;catuc oassc
;c ' 'aao ,-060 C),
9. /atc 'a 'aasto'c so'o a ;co caco , o 'aao cosu c
c'cttcta, c accua c c cctcso soo ' stcss c;ccctcctc ca'
caco) cc ctatc 'a asc c ascuatua,
0. `o 'ascatc 'c ;otc c oc c coc'ato a;ctc ;u cc' cccssa
o, soatc co'actc ' coc'atoc. uo stato c oa su;coc a
o u.oa ca so'atc c a auctac cosu.
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progetto grafco: Francesco Maria Copernico
C O M M I S S I O N E N A Z I O N A L E I T A L I A N A
La Commissione Nazionale Italiana per lUNESCO stata istituita nel 1950 allo
scopo di favorire lattuazione e la diffusione in Italia dei programmi dellUNESCO.

La Commissione ha, tra le altre cose, il compito di fornire pareri e raccomanda-
zioni al Governo Italiano ed alle Pubbliche Amministrazioni in relazione ai
programmi UNESCO, coinvolgere la societ civile, scientifca e culturale del
Paese nelle iniziative dell Organizzazione e svolgere altre funzioni di collega-
mento tra lItalia e UNESCO.
Le Commissioni Nazionali, previste dallart. VII della Costituzione dellUNE-
SCO, sono presenti in tutti gli Stati membri. La loro istituzione a cura degli
Stati stessi.
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progetto grafco: Francesco Maria Copernico
Testo a cura di Aurelio Angelini, Daniela Fiorentino, Gianni Mattioli,
Federica Rolle, Massimo Scalia
Copertina:
Foto di Amelia Pane www.ameliaps.com
Progetto grafco:
Skill Centro Studi e Servizi Professionali s.r.l., Colle Val dElsa (SI)
www.skillconsulting.com
Stampa:
Tipolitografa Trullo, Roma
Questa pubblicazione stata stampata su carta ecologica Fedrigoni freelife Satin
Si ringrazia il Gruppo Poste Italiane per il contributo
Roma, ottobre, 2007
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