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L

organizzazione dei
soccorsi per i bombar-
damenti ovviamen-
te riservata allautorit politi-
ca in carica, incentrata sulla
figura del prefetto a capo del-
le strutture di prevenzione e
intervento.
LUnione Nazionale Prote-
zione Antiaerea (Unpa), cura
la difesa antiaerea passiva,
mentre quella attiva riserva-
taai militari. Da organizzazio-
ne volontaristica, dal 1940
di fattomilitarizzata e struttu-
rata in squadre per interveni-
re in caso di attacchi, coope-
randoconil ComitatoProvin-
ciale Protezione Anti-aerea
(Cppa), Vigili del fuoco, pub-
bliche assistenze, Carabinieri
emilitari.
A Reggio, dopo gli attacchi,
i soccorsi nel loro complesso
rispondono, come risulta dal-
le testimonianze di chi cera,
aldil dellenfasi propagandi-
stica delle autorit e di com-
prensibili carenze e ritardi
dintervento, riferibili anche
alla scarsit dei mezzi dispo-
nibili eacondizioni operative
drammatiche, con pericolo
di nuovi crolli negli edifici le-
sionati.
Le emergenze pi imme-
diate sonoaffrontate concen-
trando sui luoghi del disastro
tutte le risorse disponibili. Il
soccorso ai feriti, la rimozio-
ne delle macerie per salvare
persone intrappolate vive e
recuperare corpi, il ripristino
dellereti dellenergiaelettrica
e dellacqua, sono affrontati
con gruppi costituiti anche
da contadini e da operai delle
Reggiane rimasti senza lavo-
ro.
LAmministrazione provin-
ciale e il Consorzio di Bonifi-
ca Parmigiana Moglia sono
chiamati a fornire tecnici per
il coordinamento delle squa-
dre. Vigili del fuoco, Croce
Verde e Unpa impegnanotut-
te le risorse. La solidariet dei
cittadini indenni verso i pi
sfortunati contribuisce ad al-
leviare gli effetti della trage-
dia.
Lattivit delle squadre
dellUnpa subito rivolta alla
rimozione delle macerie, ri-
cerca di feriti e cadaveri, pro-
segue per molti giorni. I grup-
pi locali sonocoadiuvati da al-
tri di Bologna, Modena e Par-
ma, oltre che da volontari e
squadre di operai reclutate
dal GenioCivile.
Le autorit non mancano
di enfatizzare la risposta com-
plessiva della citt, attribuen-
dola a merito loro e del parti-
to, accentuando le espressio-
ni di condannaversolabarba-
rienemica.
Evidente il tentativo di
non perdere il residuo con-
senso fra la popolazione, in
cui comincia a serpeggiare
fortemente la volont di usci-
re dalla guerra e la condanna
per chi lhavoluta.
La ripresa delle attivit civi-
li e produttive sar comun-
que lenta e difficile, conla cit-
t che in parte si svuota per la
corsa allo sfollamento, per il
terroredi nuovi attacchi.
I
bombardamenti del 7 e 8
gennaio su Reggio colpi-
scono unampia fascia da
ovest verso est nella parte a
nord della Via Emilia, la fascia
terremotata. Lattacco sera-
le inglese, portato da 26 aerei,
rilascia 140 bombe dirompen-
ti, delle quali solo 19 cadono
nellareaOfficine, due sonope-
r biscottini cookies da 20
quintali. Le restanti cadonosu-
gli abitati e periferia nord. Edi-
fici distrutti e vittime si regi-
strano nella centralissima Via
Roma, nella Piazza della Posta
Vecchia (ora Scapinelli), Via
delle Carceri e Carcere di San
Tomaso, Via del Pozzo, Viale
Piave, Piazzale Marconi (Sta-
zione ferroviaria), Viale Ra-
mazzini, Via Veneri, Quartiere
Zappello. Dalle mura abbattu-
te del carcere fuggono alcuni
detenuti, tra i quali Alcide Cer-
vi, padre dei sette fratelli fucila-
ti, e il giornalista Arrigo Bene-
detti.
Sono pure colpiti lospedale
Santa Maria, con un corpo di
fabbrica raso al suolo, la Galle-
ria - Mercato Coperto, la Ca-
serma Vigili del fuoco e il Tri-
bunale. Ormai in campagna
colpitalacasacolonicaMedici
inViadel Chionso, dovesi regi-
stranomolte vittime nella stal-
la, rifugio pubblico improvvi-
sato. Levittimecivili sono68.
Ben pi gravi le conseguen-
ze dellincursione americana
dell8, condotta da 109 quadri-
motori B-17 che sganciano
1.300bombe da 500 libbre. Po-
co pi di 300 toccano alle Offi-
cine, sufficienti a devastare gli
impianti e renderli pratica-
mente inservibili per il resto
della guerra. Poche bombe so-
no sufficienti a distruggere la
Stazione ferroviaria, mentre il
resto del carico di circa 1.000
bombe regalato alle aree ci-
vili in diversi settori urbani,
con distruzioni e morti un po
ovunque.
Settore nordovest: Casello
ferroviario di Villa Sesso, peri-
feriadelleVilleCavazzoli eSan
Prospero, area compresa fra
VialeReginaElena e ViaFoglia-
ni, adiacenze ex Calzificio e
Scuole di Viale Isonzo, adia-
cenze Officina del gas (Viale
Isonzo), lato nord dei Giardini
pubblici, Casa di cura Villa Zi-
roni (ViaFanti), Macellocomu-
nale e Fabbrica del ghiaccio
(Piazza Vallisneri), Case impie-
gati (Vie Nobili e Spallanzani),
Convento e Chiesa dei Cap-
puccini (Via Ferrari Bonini),
Scuole "Rione Impero" (Viale
Isonzo).
Settore nordest: Ospedale
SantaMaria(gicolpitolasera
precedente), Deposito Stallo-
ni, Caserma Cialdini (allora se-
de 12 Bersaglieri, ora Questu-
ra), quartiere di Via Roma
popol giost, Vie del Pozzo -
Gabbi - Samarotto - Roggi,
area retrostante Chiesa di S.
Pietro, Caserma Taddei (allora
sede Distretto militare), Mer-
catosuini (Viale Piave), Merca-
tobovini esededel giornaleIl
Solco Fascista (Viale Monte
San Michele), Ente Nazionale
Risi (Enr - detto Casa delle
mondine - stesso Viale), Pasti-
ficio Marconi (Marconina) e
Case Curti e Bruna (Viale Pia-
ve).
ZonaStazione: Stazione pas-
seggeri e Scalo merci, Deposi-
to Ferrovie Reggiane, Vie IV
Novembre - Eritrea - Turri, al-
berghi: San Marco - Lobbia e
Moderno, locanda Aurora (Via
Eritrea), Case e stabilimentovi-
nicoloGallinari (ViaIVNovem-
bre - Eritrea), stabilimenti eno-
logici: Galloni - Folonari - For-
naciari (enocianina), altri opifi-
ci: CalzificioEmiliano, Distille-
rie Italiane, Sis, Montecatini,
Alai, Agazzani edaltri.
Area fra Via Emilia e ferrovia
Milano-Bologna: Vie Turri -
Vecchi - Sani, Cimitero Villa
Ospizio, Istituto San Lazzaro,
Ricovero Mendicit (Casa di
Riposo). Reggiane eadiacen-
ze: stabilimenti (distrutti al
60%), Via Veneri (lo Zappello -
case popolari e scuole), Vie Bli-
gny - Agosti - Cassala, Villaggi
Corridoni e Cairo (case popo-
lari).
Aeroporto: vari colpi sul
campo erboso e solo cinque
sulla pista principale. In senso
tecnico, lattacco potrebbe es-
sere qualificatocome bombar-
damento a tappeto, quindi
di carattere terroristico, per
lalto numero di vittime civili
(196) e per lalta concentrazio-
ne di colpi inferti ad aree non
strategiche, ma purtroppo
comprendenti Officine e Sta-
zione.
Lemergenza
affrontata con
gruppi composti da
agricoltori e operai delle
Reggiane senza lavoro
Le bombe
provocarono danni
enormi anche nella
centralissima via Roma e
in piazza Scapinelli
Attraverso le mura
crollate del carcere
riuscirono ad evadere
Alcide Cervi e il
giornalista Benedetti
Bastarono pochi
colpi per radere al
suolo la stazione, tutta la
zona intorno fin per
essere martoriata
La propaganda
fascista sfrutt lo
sforzo dei reggiani per
enfatizzare lefficienza
del regime e del partito
Allaeroporto molte
bombe finirono
nella zona erbosa,
soltanto cinque colpirono
la pista principale
Interi quartieri centrati
da tonnellate
di ferroedesplosivo
TuttalareanordvicinaalleOfficineReggianeeallaferrovia
vennecolpitadagli ordigni chefallironogli obiettivi
Unacasa della zona norddi Reggiodistruttadal bombardamento Unedificio di via Eritreadistruttocompletamente dalle bombe. Di questopalazzofaceva parte anche laLocandaAurora che nonvenne mai piripristinata, inquel luogo sorsero poi diverse case popolari
Il supercaccia RE-2005 prodotto dalle Reggiane finoal giorno del bombardamento. Era unodei pimoderni caccia impiegati in guerra
BOMBE SU REGGIO LA DISTRUZIONE
Uniti nel portarei soccorsi
Incitttutti contribuirononel prestareaiutosubitodopoladuplicecatastrofe
Unvigile del fuoco si affaccia suunrifugio colpito dauna bombanella zona della stazione
Ladistruzione causatain viadelle Carceri, da dove evaseroCervi e Benedetti
MARTED 7 GENNAIO 2014 GAZZETTA Settant'anni fa XIII

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