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La giungla delle gang di Milano

Provare ad abbandonare i luoghi comuni e voler vedere da vicino quello che la cronaca racconta troppo spesso: sono queste le ragioni che qualche mese fa mi hanno spinto a percorrere il lungo viale Certosa a Milano di sera. Il clima uggioso sembrava voler accentuare latmosfera cupa di questa zona della periferia nord-ovest di Milano. Una strada che conduce allindustrializzato hinterland del capoluogo lombardo tra parchi presi di mira dagli appassionati di running e miriadi di giovani che approdano al vicino Corso !empione per labituale happ" hour. Una zona teatro di rapine spaccio di droga e traffico di armi che # tornata alla ribalta dopo i recenti arresti di membri di gangs. Milano # anche questo: dietro la frenesia stacanovista della citt$ simbolo dellindustrializzazione italiana c# una giungla troppo spesso ignorata. %a prima cosa che colpisce # vedere quanti giovanissimi ragazzi sono appostati fuori dei locali tutti vestiti in modo simile: scarpe da bas&et 'eans a vita bassa e catene dorate al collo e giubbotti imbottiti. Il volume della musica # altissimo e sembrano tutti ipnotizzati: stesse gestualit$ e stesso tono delle voci risate fragorose e lo squadrare dalla testa ai piedi chiunque cammini sul loro marciapiede. !edersi in uno di questi locali per bere una birra da solo ad un tavolo # un fatto insolito da queste parti un atteggiamento che desta curiosit$. C# poca gente allinterno del locale ed (miliano che gestisce il bar con la sua compagna sembra aver voglia di scambiare due chiacchiere. )lcuni ragazzi entrano e ascoltano incuriositi a debita distanza. Mi chiede da dove vengo visto che dal mio accento intuisce che non sono milanese e cosa faccio a Milano. *isogna alzare un po la voce e tendere bene le orecchie per sentire quello che dice. Una chiacchiera tira laltra e in pochi minuti si passa dallo sport alla crescente difficolt$ di sbancare il lunario vista la crisi. (miliano figlio di emigrati de (l !alvador # nato a Milano usa perfino espressioni tipiche del dialetto milanese+ dopo la scuola ha svolto mille lavori saltuari prima di decidersi a diventare il titolare di questo bar. Un lavoro che lo appassiona e che lo fa stare a contatto con amici che hanno pi, o meno la sua et$. Un ritrovo di chi condivide pensieri idee e gusti musicali e di abbigliamento. Considera Milano la sua citt$ qui # nato e cresciuto ed ha interiorizzato le abitudini della citt$ nonostante la discriminazione che sia lui che i suoi genitori e parenti hanno subito fin dai primi anni di et$ e gli sguardi di diffidenza di chi incontra ogni giorno in banca o in vari uffici pubblici: la burocrazia # una costante da affrontare nel nostro Paese specie per chi ha unattivit$ in proprio. (miliano # convinto che sia lennesimo giornalista che viene a curiosare tra questi locali dopo gli arresti di alcuni suoi conoscenti. -.on sei uno sbirro sei troppo curioso e hai lo sguardo troppo buono per esserlo/ mi dice sorridendo. I ragazzi che prima erano lontani e freddi si avvicinano ancora un po e ascoltano qualcuno interviene anche incolpando la stampa di esagerare sempre e di strumentalizzare sempre i brutti fatti di cronaca. -0iudicano tutti ma che ne sanno1/ dice uno di loro con collera. Mi parlano delle tante difficolt$ che incontrano le loro famiglie in una citt$ cara e fredda nonostante stia diventando sempre pi, cosmopolita. Il bar di (miliano # la loro tana qui possono sentirsi parte di un gruppo hanno un sostegno continuo e reciproco tra amici. !ono tutti parte di un qualcosa che va oltre tanti confini. !ono diffidenti verso chi non conoscono: se non sei uno di loro potresti essere un nemico della loro societ$ -ideale/. !i salutano con un -cinque/ e battono i pugni tra di loro camminano allo stesso modo come a disegnare una piramide in movimento e disprezzano chiunque faccia parte di un altro gruppo. .on si riconoscono nel termine gang sia perch2 # una parola del lessico giornalistico che evoca azioni criminali sia perch2 amano definirsi una cre3 come nella tradizione anglosassone e americana. %a passione per lhip hop e il culto delle armi da fuoco una rabbia pronta ad esplodere graffiti che delimitano un territorio e una gestualit$ che diventa un alfabeto solo a loro conosciuto. 4uando parlo di M! 56 o M! 57 o pi, per estero Mara !alvatrucha il nome della tristemente nota gang criminale originaria di (l !alvador considerata la pi, pericolosa e che vanta affiliati in tutto il mondo diventano diffidenti e taciturni: meglio non rivelarsi pi, di tanto. Ma al contempo vogliono a tutti i costi ribadire che odiano i codardi: per il bene del gruppo si deve essere disposti a fare di tutto compresi i rituali di iniziazioni resi noti dalla stampa fatti di rapine pestaggi risse e perfino stupri. )lcuni di loro si scambiano baci sdolcinati con le proprie fidanzate unimmagine che contrasta marcatamente col loro voler essere dei duri. Ma a monte di tutto dalle loro parole trapela una totale sfiducia nel futuro un sentirsi abbandonati e lasciati soli fin da giovanissimi a fronteggiare un mondo spietato fatto di una cultura del dover primeggiare perch2 essere uno qualunque e uno dei tanti ignorati da tutto e da tutti # la pi, grande sconfitta. 8a questo sembra nascere il loro disagio lo stesso disagio che li porta a doversi coalizzare e a dover travolgere per non essere travolti. Mi aspettavo avanzi di galera e ragazzacci pronti a colpire mentre sono pieni di cocaina e di altre droghe invece ho trovato ragazzi rinchiusi nella prigione della marginalit$ e della solitudine una prigione in cui il morbo della dilagante violenza diventa uno sfogo e si diffonde come unepidemia. .on esiste prevenzione per questi ragazzi che si facciano chiamare M! 56 %atin 9ing .eta o con altri nomi truci esiste solo una mancata formazione ai valori morali ed un aver

inculcato nei loro cuori e nei loro pensieri falsi miti come e: boss formatisi durante la guerra civile dei loro Paesi dorigine personaggi finiti in carcere o uccisi o magari eterni latitanti. !ono questi i volti e le anime delle gang che terrorizzano Milano e tante altre citt$ una mappa tracciata con i pericolosi tratti del moralismo che giudica senza conoscere e delle istituzioni che non hanno mai affrontato come si deve tutto ci; se non attuando violente repressioni che non hanno fatto altro che seminare paura in chi divide con loro gli spazi del quotidiano. .essuna opportunit$ per chi # marcato a vita.

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