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PARTE UNDICESIMA CAPITOLO IV

Dal liberalismo allimperialismo: Naturalismo e Simbolismo (1861-1903) Giovanni Verga, 5

CD39
[Vita dei campi]

Giovanni Verga Fantasticheria


Questo racconto serve come introduzione ai Malavoglia, di cui anticipa la vicenda e i temi. Allottica della grande dama, che visita da turista la marina catanese, si contrappone quella dei poveri abitanti di Trezza che vi abitano. Lautore dichiara che solo assumendo il punto di vista di questi ultimi sar possibile capirne la vita. Ma il racconto interessante soprattutto perch mostra la spinta contraddittoria che alla base della nuova materia rusticana: da un lato lautore afferma di volerla studiare scientificamente, al microscopio, e ne avvicina darwinianamente la vita a quella delle formiche; dallaltro la idealizza, vi ritrova la religione della famiglia (lideale dellostrica), una rassegnazione coraggiosa e una caparbiet eroica, e addirittura una prospettiva idillica: Sembrami che le irrequietudini del pensiero vagabondo si addormenterebbero dolcemente nella pace serena di quei sentimenti miti, semplici, che si succedono calmi e inalterati di generazione in generazione. Il momento veristico e quello romantico sono insomma compresenti. Una volta, mentre il treno passava vicino ad Aci-Trezza,1 voi affacciandovi allo sportello del vagone, esclamaste: Vorrei starci un mese laggi! Noi vi ritornammo e vi passammo non un mese, ma quarantottore; i terrazzani2 che spalancavano gli occhi vedendo i vostri grossi bauli avranno creduto che ci sareste rimasta un par danni. La mattina del terzo giorno, stanca di vedere eternamente del verde e dellazzurro, e di contare i carri che passavano per via, eravate alla stazione, e gingillandovi impaziente colla catenella della vostra boccettina da odore,3 allungavate il collo per scorgere un convoglio che non spuntava mai. In quelle quarantottore facemmo tutto ci che si pu fare ad Aci-Trezza: passeggiammo nella polvere della strada e ci arrampicammo sugli scogli; col pretesto dimparare a remare vi faceste sotto il guanto delle bollicine che rubavano i baci; passammo sul mare una notte romanticissima, gettando le reti tanto per far qualche cosa che a barcaiuoli potesse parer meritevole di buscare dei reumatismi; e lalba ci sorprese in cima al fariglione,4 unalba modesta e pallida, che ho ancora dinanzi agli occhi, striata di larghi riflessi violetti, sul mare di un verde cupo; raccolta come una carezza su quel gruppetto di casucce che dormivano quasi raggomitolate sulla riva, e in cima allo scoglio, sul cielo trasparente e profondo, si stampava netta la vostra figurina, colle linee sapienti che ci metteva la vostra sarta, e il profilo fine ed elegante che ci mettevate voi. Avevate un vestitino grigio che sembrava fatto apposta per intonare coi colori dellalba. Un bel quadretto davvero! e si indovinava che lo sapevate anche voi dal modo col quale vi modellavate nel vostro scialletto, e sorridevate coi grandi occhioni sbarrati e stanchi a quello strano spettacolo, e a quellaltra stranezza di trovarvici anche voi presente. Che cosa avveniva nella vostra testolina allora, di faccia al sole nascente? Gli domandaste forse in qual altro emisfero vi avrebbe ritrovata fra un mese? Diceste soltanto ingenuamente: Non capisco come si possa viver qui tutta la vita. Eppure, vedete, la cosa pi facile che non sembri: basta non possedere centomila lire di entrata,5 prima di tutto; e in compenso patire un po di tutti gli stenti fra quegli scogli giganteschi, incastonati nellazzurro, che vi facevano batter le mani per ammirazione. Cos poco basta perch quei poveri diavoli che ci aspettavano sonnecchiando nella barca, trovino fra quelle loro casipole sgangherate e pittoresche, che viste da lontano vi sembravano avessero il mal di mare anchesse, tutto ci che vi affannate a cercare a Parigi, a Nizza ed a Napoli. una cosa singolare; ma forse non male che sia cos per voi, e per tutti gli altri come voi. Quel mucchio di casipole abitato da pescatori; gente di mare, dicon essi, come altri direbbe gente di toga,6 i quali hanno la pelle pi dura del pane che mangiano, quando ne mangiano, giacch il mare

da G. Verga, Fantasticheria, in Id., Le novelle, a cura di G. Tellini, Salerno, Roma 1980, vol. I.

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1 Aci-Trezza: il paese della provincia di Catania nel quale sar ambientata la vicenda de I Malavoglia. 2 i terrazzani: i paesani. 3 catenellaodore: la boccettina di profumo che le signore portavano appesa al polso o al collo.

4 fariglione: i fariglioni sono scogli altissimi e isolati nel mare di Acitrezza come spiega Verga nella lettera del dicembre 81 a douard Rod, il traduttore francese de I Malavoglia. 5 bastaentrata: con spirito polemico e materialistico

lautore riconduce al puro fattore economico la distanza socioculturale tra il mondo aristocratico della dama e quello popolare siciliano. 6 gente di toga: lespressione con cui le classi elevate designavano gli uomini di legge.

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese Manuale di letteratura

[G. B. PALUMBO EDITORE]

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Dal liberalismo allimperialismo: Naturalismo e Simbolismo (1861-1903) Giovanni Verga, 5

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non sempre gentile, come allora che baciava i vostri guanti... Nelle sue giornate nere, in cui brontola e sbuffa, bisogna contentarsi di stare a guardarlo dalla riva, colle mani in mano, o sdraiati bocconi, il che meglio per chi non ha desinato; in quei giorni c folla sulluscio dellosteria, ma suonano pochi soldoni sulla latta del banco, e i monelli che pullulano nel paese, come se la miseria fosse un buon ingrasso, strillano e si graffiano quasi abbiano il diavolo in corpo. Di tanto in tanto il tifo, il colra, la malannata, la burrasca, vengono a dare una buona spazzata7 in quel brulicame,8 che davvero si crederebbe non dovesse desiderar di meglio che esser spazzato, e scomparire; eppure ripullula sempre nello stesso luogo; non so dirvi come, n perch. Vi siete mai trovata, dopo una pioggia di autunno, a sbaragliare un esercito di formiche tracciando sbadatamente il nome del vostro ultimo ballerino sulla sabbia del viale? Qualcuna di quelle povere bestioline sar rimasta attaccata alla ghiera9 del vostro ombrellino, torcendosi di spasimo; ma tutte le altre, dopo cinque minuti di panico e di viavai, saranno tornate ad aggrapparsi disperatamente al loro monticello bruno.Voi non ci tornereste davvero, e nemmen io; ma per poter comprendere siffatta caparbiet, che per certi aspetti eroica, bisogna farci piccini anche noi, chiudere tutto lorizzonte fra due zolle, e guardare col microscopio le piccole cause che fanno battere i piccoli cuori.10 Volete metterci un occhio anche voi, a cotesta lente, voi che guardate la vita dallaltro lato del cannocchiale?11 Lo spettacolo vi parr strano, e perci forse vi divertir. Noi siamo stati amicissimi, ve ne rammentate? e mi avete chiesto di dedicarvi qualche pagina. Perch? quoi bon? 12 come dite voi. Che cosa potr valere quel che scrivo per chi vi conosce? e per chi non vi conosce che cosa siete voi? Tant, mi son rammentato del vostro capriccio un giorno che ho rivisto quella povera donna13 cui solevate far lelemosina col pretesto di comperar le sue arance messe in fila sul panchettino dinanzi alluscio. Ora il panchettino non c pi; hanno tagliato il nespolo14 del cortile, e la casa ha una finestra nuova. La donna sola non aveva mutato, stava un po pi in l a stender la mano ai carrettieri, accoccolata sul mucchietto di sassi che barricano il vecchio Posto15 della guardia nazionale;16 io girellando, col sigaro in bocca, ho pensato che anche lei, cos povera com, vi aveva vista passare, bianca e superba. Non andate in collera se mi son rammentato di voi in tal modo e a questo proposito. Oltre i lieti ricordi che mi avete lasciati, ne ho cento altri, vaghi, confusi, disparati, raccolti qua e l, non so pi dove; forse alcuni son ricordi di sogni fatti ad occhi aperti; e nel guazzabuglio che facevano nella mia mente, mentre io passava per quella viuzza dove son passate tante cose liete e dolorose, la mantellina di quella donnicciola freddolosa, accoccolata, poneva un non so che di triste e mi faceva pensare a voi, sazia di tutto, perfino delladulazione che getta ai vostri piedi il giornale di moda; citandovi spesso in capo alla cronaca elegante sazia cos da inventare il capriccio di vedere il vostro nome sulle pagine di un libro. Quando scriver il libro, forse non ci penserete pi; intanto i ricordi che vi mando, cos lontani da voi, in ogni senso, da voi inebbriata di feste e di fiori, vi faranno leffetto di una brezza deliziosa, in mezzo alle veglie ardenti del vostro eterno carnevale. Il giorno in cui ritornerete laggi, se pur ci ritornerete, e siederemo accanto unaltra volta, a spinger sassi col piede, e fantasie col pensiero, parle-

7 il tifospazzata: si tratta di un rimando *intertestuale al discorso pronunciato da Don Abbondio nel cap. XXXVIII dei Promessi sposi ( stata un gran flagello questa peste; ma anche stata una scopa; ha spazzato via certi soggetti, che, figliuoli miei, non ce ne liberavamo pi); malannata: un anno particolarmente povero di guadagni. 8 brulicame: moltitudine in movimento, ma propriamente significa sciame di insetti e anticipa la *metafora successiva dellesercito di formiche. 9 ghiera: puntale di metallo posto allestremit di un bastone o, come in questo caso, dellombrellino. 10 ma percuori: qui illustrato lartificio verghiano della regressione (cfr. S3). Per comprendere veramente la

mentalit popolare occorre rinunciare allottica borghese e colta (bisogna farci piccini anche noi) e assumere un punto di vista interno al mondo rappresentato (chiudere tutto lorizzonte tra due zolle). 11 voicannocchiale?: dalla parte opposta (opposta rispetto alloggetto della visione) del cannocchiale. La povera gente non vista da vicino, ma da lontano: oggetto remoto di uno spettacolo. La dama guarda da lontano con il cannocchiale, come se fosse a teatro (non con scrupolo scientifico, non con il microscopio) e perci non capisce come si possa vivere in un posto del genere e non riesce a cogliere la caparbiet eroica di tale esistenza.

12 bon?: a che scopo? In francese, la lingua della societ elegante e mondana. 13 quelladonna: un accenno indiretto al personaggio di Maruzza, detta la Longa, nei Malavoglia; che dopo il secondo naufragio della Provvidenza aveva pure messo sulla porta un panchettino, e vendeva arance, noci, ova sode ed ulive nere (cap. X). Diversamente da quanto si legge pi sotto (La donna mutato), la Maruzza del romanzo esce di scena nel cap. XI, morendo di colera. 14 il nespolo: sar il simbolo della casa dei Malavoglia. 15 Posto: il posto di guardia. 16 guardia nazionale: il corpo di cittadini armati incaricati della difesa dellordine pubblico. Nelle campagne meridiona-

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remo forse di quelle altre ebbrezze che ha la vita altrove. Potete anche immaginare che il mio pensiero siasi raccolto in quel cantuccio ignorato del mondo, perch il vostro piede vi si posato, o per distogliere i miei occhi dal luccichio che vi segue dappertutto, sia di gemme o di febbri17 oppure perch vi ho cercata inutilmente per tutti i luoghi che la moda fa lieti. Vedete quindi che siete sempre al primo posto, qui come al teatro. Vi ricordate anche di quel vecchietto18 che stava al timone della nostra barca? Voi gli dovete questo tributo di riconoscenza perch egli vi ha impedito dieci volte di bagnarvi le vostre belle calze azzurre. Ora morto laggi allospedale della citt, il povero diavolo, in una gran corsia tutta bianca, fra dei lenzuoli bianchi, masticando del pane bianco, servito dalle bianche mani delle suore di carit, le quali non avevano altro difetto che di non saper capire i meschini guai che il poveretto biascicava nel suo dialetto semibarbaro. Ma se avesse potuto desiderare qualche cosa egli avrebbe voluto morire in quel cantuccio nero vicino al focolare, dove tanti anni era stata la sua cuccia sotto le sue tegole, tanto che quando lo portarono via piangeva guaiolando19 come fanno i vecchi. Egli era vissuto sempre fra quei quattro sassi, e di faccia a quel mare bello e traditore col quale dov lottare ogni giorno per trarre da esso tanto da campare la vita e non lasciarvi le ossa; eppure in quei momenti in cui si godeva cheto cheto la sua occhiata di sole accoccolato sulla pedagna20 della barca, coi ginocchi fra le braccia, non avrebbe voltato la testa per vedervi, ed avreste cercato invano in quegli occhi attoniti il riflesso pi superbo della vostra bellezza; come quando tante fronti altere sinchinano a farvi ala nei saloni splendenti, e vi specchiate negli occhi invidiosi delle vostre migliori amiche. La vita ricca, come vedete, nella sua inesauribile variet; e voi potete godervi senza scrupoli quella parte di ricchezza che toccata a voi, a modo vostro. Quella ragazza,21 per esempio, che faceva capolino dietro i vasi di basilico, quando il frusco della vostra veste metteva in rivoluzione la viuzza, se vedeva un altro viso22 notissimo alla finestra di faccia, sorrideva come se fosse stata vestita di seta anchessa. Chi sa quali povere gioie sognava su quel davanzale, dietro quel basilico odoroso, cogli occhi intenti in quellaltra casa coronata di tralci di vite? E il riso dei suoi occhi non sarebbe andato a finire in lagrime amare, l, nella citt grande, lontana dai sassi che lavevano vista nascere e la conoscevano se il suo nonno non fosse morto allospedale e suo padre non si fosse annegato, e tutta la sua famiglia non fosse stata dispersa da un colpo di vento che vi aveva soffiato sopra un colpo di vento funesto, che avea trasportato uno dei suoi fratelli fin nelle carceri di Pantelleria: nei guai! come dicono laggi.23 Miglior sorte tocc a quelli che morirono;24 a Lissa luno,25 il pi grande, quello che vi sembrava un David di rame,26 ritto colla sua fiocina in pugno, e illuminato bruscamente dalla fiamma dellellera. Grande e grosso comera, si faceva di brace anchesso quando gli fissaste in volto i vostri occhi arditi; nondimeno morto da buon marinaio, sulla verga di trinchetto, fermo al sartiame,27 levando in alto il berretto, e salutando unultima volta la bandiera col suo maschio e selvaggio grido disolano; laltro,28 quelluomo che sullisolotto non osava toccarvi il piede per liberarlo dal lacciuolo teso ai conigli nel quale veravate impigliata da stordita29 che siete, si perd in una fosca notte dinverno, solo, fra i cavalloni scatenati, quando fra la barca e il lido, dove stavano ad aspettarlo i suoi, andando di qua
23 E il risolaggi: riassume le principali vicende che scandiscono il dissesto economico e familiare dei Malavoglia: la morte di Bastianazzo durante il naufragio della Provvidenza, la condanna al carcere di Ntoni, la fuga in citt della sorella (Lia e non Mena, come si accenna in questo testo) e lo sbocco nella prostituzione, la morte del nonno. 24 Migliormorirono: riprende il proverbio siciliano Megghiu muriri chi malu campari. 25 a Lissa luno: Luca, il secondogenito di Bastianazzo, che nel romanzo morir nella battaglia navale di Lissa del 20 luglio 1866. 26 di rame: per il colorito della pelle abbronzata. Si allude al David bronzeo di Donatello che impugna con la mano destra una spada (ritto colla sua fiocina in pugno) e porta un copricapo coronato di edera (ellera). La fiocina unasta di legno o di ferro terminante con uno o pi uncini, usata per la pesca. 27 sullasartiame: sono termini di marina. La verga di trinchetto lasta di legno o di metallo disposta a croce, per sostenere la vela, sullalbero dellimbarcazione pi vicino alla prua. Il sartiame linsieme delle corde e dei cavi che sostengono gli alberi della barca. 28 laltro: dei due che morirono, vale a dire Bastianazzo.

li fu per lo pi impiegato nella lotta contro il brigantaggio. 17 febbri: passioni. 18 quel vecchietto: Padron Ntoni, il patriarca dei Malavoglia. 19 guaiolando: piagnucolando sommessamente come un cane. 20 pedagna: quellasse o pezzo da tavola, fissata nel fondo della barca, alla quale il marinaio appoggia i piedi per remare, spiega il Verga in una lettera al suo traduttore francese, Rod. 21 Quella ragazza: nei Malavoglia sar Mena, la figlia maggiore della Longa. 22 un altro viso: quello di Alfio Mosca.

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e di l come pazzi, cerano sessanta miglia di tenebre e di tempesta. Voi non avreste potuto immaginare di qual disperato e tetro coraggio fosse capace per lottare contro tal morte quelluomo che lasciavasi intimidire dal capolavoro del vostro calzolaio. Meglio per loro che son morti, e non mangiano il pane del re,30 come quel poveretto che rimasto a Pantelleria, o quellaltro pane31 che mangia la sorella, e non vanno attorno come la donna delle arance, a viver della grazia di Dio; una grazia assai magra ad Aci-Trezza. Quelli almeno non hanno pi bisogno di nulla! lo disse anche il ragazzo dellostessa, lultima volta che and allospedale per chieder del vecchio e portargli di nascosto di quelle chiocciole stufate che son cos buone a succiare per chi non ha pi denti, e trov il letto vuoto, colle coperte belle e distese,32 sicch sgattaiolando nella corte, and a piantarsi dinanzi a una porta tutta brandelli di cartacce, sbirciando dal buco della chiave una gran sala vuota, sonora e fredda anche di estate, e lestremit di una lunga tavola di marmo, su cui era buttato un lenzuolo, greve e rigido. E pensando che quelli l almeno non avevano pi bisogno di nulla, si mise a succiare ad una ad una le chiocciole che non servivano pi, per passare il tempo. Voi, stringendovi al petto il manicotto di volpe azzurra, vi rammenterete con piacere che gli avete dato cento lire, al povero vecchio. Ora rimangono quei monellucci che vi scortavano come sciacalli e assediavano le arance; rimangono a ronzare attorno alla mendica, a brancicarle33 le vesti come se ci avesse sotto del pane, a raccattar torsi di cavolo, bucce darance e mozziconi di sigari, tutte quelle cose che si lasciano cadere per via ma che pure devono avere ancora qualche valore, poich c della povera gente che ci campa su; ci campa anzi cos bene che quei pezzentelli paffuti e affamati cresceranno in mezzo al fango e alla polvere della strada, e si faranno grandi e grossi come il loro babbo e come il loro nonno, e popoleranno Aci-Trezza di altri pezzentelli, i quali tireranno allegramente la vita coi denti pi a lungo che potranno, come il vecchio nonno, senza desiderare altro; e se vorranno fare qualche cosa diversamente da lui, sar di chiudere gli occhi l dove li hanno aperti, in mano del medico del paese che viene tutti i giorni sullasinello, come Ges, ad aiutare la buona gente che se ne va. Insomma lideale dellostrica! direte voi. Proprio lideale dellostrica, e noi non abbiamo altro motivo di trovarlo ridicolo che quello di non esser nati ostriche anche noi . Per altro il tenace attaccamento di quella povera gente allo scoglio sul quale la fortuna li ha lasciati cadere mentre seminava prncipi di qua e duchesse di l, questa rassegnazione coraggiosa ad una vita di stenti, questa religione della famiglia, che si riverbera sul mestiere, sulla casa, e sui sassi che la circondano, mi sembrano forse pel quarto dora cose serissime e rispettabilissime anchesse. Sembrami che le irrequietudini del pensiero vagabondo saddormenterebbero dolcemente nella pace serena di quei sentimenti miti, semplici, che si succedono calmi e inalterati di generazione in generazione. Parmi che potrei vedervi passare, al gran trotto dei vostri cavalli, col tintinno allegro dei loro finimenti e salutarvi tranquillamente. Forse perch ho troppo cercato di scorgere entro al turbine che vi circonda e vi segue, mi parso ora di leggere una fatale necessit nelle tenaci affezioni dei deboli, nellistinto che hanno i piccoli di stringersi fra loro per resistere alle tempeste della vita, e ho cercato di decifrare il dramma modesto e ignoto che deve aver sgominati gli attori plebei che conoscemmo insieme. Un dramma che qualche volta forse vi racconter e di cui parmi tutto il nodo debba consistere in ci: che allorquando uno di quei piccoli, o pi debole, o pi incauto, o pi egoista degli altri, volle staccarsi dai suoi per vaghezza34 dellignoto, o per brama di meglio, o per curiosit di conoscere il mondo, il mondo da pesce vorace com, se lo ingoi, e i suoi pi prossimi con lui. E sotto questo aspetto vedete che il dramma non manca dinteresse. Per le ostriche largomento pi interessante deve esser quello che tratta delle insidie del gambero, o del coltello del palombaro che le stacca dallo scoglio.
31 quellaltro pane: quello guadagnato con la prostituzione. 32 belle e distese: la congiunzione di bello, con valore intensivo, con un participio passato (distese) un costrutto sia toscano che siciliano. 33 brancicarle: tastarle. 34 vaghezza: desiderio.

29 stordita: sbadata. 30 mangianore: espressione proverbiale per indicare la condizione dei carcerati.

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese Manuale di letteratura

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Giovanni Verga ~ Fantasticheria

esercizi
Analizzare e interpretare 1 2 3 Quale mondo culturale rappresenta la gran dama che visita da turista la Sicilia? Indica le ottiche diverse con cui lautore e la donna guardano al mondo degli umili. Spiega che cosa significa lideale dellostrica, rintracciando nel testo altre espressioni che ne chiariscono il concetto. A quale importante principio della poetica verghiana esso allude? 4 5 Il mondo rurale caratterizzato realisticamente o ancora idealizzato? Oppure i due aspetti coesistono? Che cosa suggerisce il paragone tra la societ di pescatori e il formicaio scompigliato, che ritorna rapidamente allordine consueto? Definisci il punto di vista del narratore. Sottolineane gli interventi, ora polemici, ora patetici. Confronta questa novella con Nedda per quanto riguarda latteggiamento dellautore verso il mondo popolare.

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese Manuale di letteratura

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