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STORIA DEL CANTIERE EDILE NELLANTICO EGITTO

FONTI: 1. Didattica.uniroma2.it 2. Storia ed evoluzione del cantiere 3. Terra dei faraoni.blogspot.it

Il cantiere, nella sua pi semplicistica accezione, nasce con la necessit delluomo di crearsi un riparo. Lapprovvigionamento, laccumulo e la lavorazione di materiali prelevati dalla natura per costruire un rifugio sono i primi passaggi della formazione di un cantiere. Da allora, una continua evoluzione ha caratterizzato questa attivit: il periodo neolitico vedeva limpiego di una utensileria di pietra secondo il quale pietre dure, come la dolerite ( fig1)- una pietra pi dura del granito - , servivano a scolpire pietre pi tenere e la polvere di quarzo, che ha propriet abrasive, veniva utilizzata per levigare.( fig2)

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Il passaggio ad attrezzi metallici segna una tappa fondamentale e una semplificazione delle lavorazioni. ( fig3)

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Il cantiere, nella sua pi semplicistica accezione, nasce con la necessit delluomo di crearsi un riparo.

Plinio il Vecchio: rampa spiraliforme sulla quale far scorrere i grossi blocchi mediante leve meccaniche

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Erodoto:sollevamen to dei blocchi mediante leve e macchine

fig 7 E con la civilt egizia e con le grandi opere che ha prodotto che sono documentati, attraverso gli studi condotti su documenti storici e su rappresentazioni di monumenti in costruzione , i primi spettacolari esempi di organizzazione del cantiere (fig6 )

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Il passaggio ad attrezzi metallici (fig 7 ) segna una tappa fondamentale e una semplificazione delle lavorazioni.

fig7 E con la civilt egizia e con le grandi opere che ha prodotto che sono documentati, attraverso gli studi condotti su documenti storici e su rappresentazioni di monumenti in costruzione, i primi spettacolari esempi di organizzazione del cantiere (fig8 )

fig8a

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fig8d blocchi granitici pesanti fino a 100 tonnellate sollevati e trasportati fino da lavoratori a oltre 70 metri ( fig 8,fig8b fig8c, fig8d ) Piramide di Cheope Alcuni dati fondamentali ci possono indicare lalta capacit degli egiziani a progettare e costruire le piramidi: La superficie della piramide di Cheope risulta di 52900mq, laltezza di 147 m, gli uomini impiegati 100000 e il tempo di realizzazione di 30 anni ( fig9)

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Gi il tracciamento della base, con i lati esattamente perpendicolari (fig 10) ,

fig10 richiedeva conoscenze matematiche elevatissime e il mantenimento della geometria durante la crescita richiedeva una precisione altrettanto elevata. Ora priva di rivestimento, la piramide venne costruita in 30 anni (dal 2551 a.C.); la base misura 137x230 m e laltezza, sul piano inclinato, misura 186 m. Gli strumenti di cui disponevano gli operai erano le macchine semplici come la leva e il piano inclinato, oltre le corde, i picchetti, le leve e altri strumenti primitivi per lestrazione della pietra (scalpelli di rame o bronzo, molto legno e una enorme forza lavoro). I 2.300.000 blocchi di calcare furono prelevati da una cava posta nei pressi del luogo scelto per la piramide. Il granito della camera sepolcrale dalla lontana Assuan. Il trasporto dalla cava al cantiere avveniva con slitte di legno trainate a mano; i materiali leggeri venivano portati a spalla o con il giogo. Gli ultimi studi mettono in luce lesistenza di lunghe rampe (oltre 300 metri) appositamente costruite su cui erano posti dei tronchi che servivano a far scivolare le slitte per portare i blocchi di pietra (del peso di oltre 2 tonnellate) alle diverse quote. Ma anche si ipotizza lesistenza di una rampa a spirale che si sviluppava intorno alla piramide. Per far scivolare un blocco sullaltro e giustapporlo senza uso di malta o di incastri si utilizzavano le stesse slitte. Gli studiosi hanno stabilito che il cantiere della piramide non utilizzava schiavi ma uomini liberi assoldati da tutto lEgitto, che accettavano di lavorare nel cantiere perch obbligati a pagare le tasse e il lavoro (faticoso e pericoloso) per il faraone era un modo di pagare le tasse. Si calcolato che per la costruzione erano necessari 2000 uomini al giorno da sfamare, alloggiare e organizzare. . Gli operai erano infatti alloggiati in villaggi ben strutturati ubicati nei pressi del cantiere, dove si provvedeva anche a preparare utensili e materiali ( fig11 ).

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Il cantiere era necessariamente coordinato e ben organizzato: migliaia di operai non potevano non essere ben diretti. Gli operai erano organizzati in squadre a loro volta divise in gruppi, con centinaia di controllori che annotavano su ogni blocco lapideo la provenienza, la destinazione, la squadra addetta al traino ( fig 13 ); una netta separazione di funzioni garantiva il corretto svolgimento del lavoro. La contabilit, il controllo, lapprovvigionamento dei materiali erano gestiti con la massima attenzione. Le opere provvisorie, oltre le rampe, erano realizzate con pali di legno legati con funi fig 13

Gli operai e gli artisti, che lavoravano alle tombe della Valle dei Re, vivevano con le loro famiglie nel villaggio di Deir el-Medina, posto in un vallone laterale ai piedi della montagna. Poich il segreto delle sepolture doveva rimanere inviolato, la comunit era ben sorvegliata, fornita di ogni necessit ma tenuta praticamente segregata. Il villaggio, che era circondato da un muraglione di mattoni e fango con ununic a porta di accesso, ospit fino a pi di 1000 abitanti, dei quali solo una parte lavorava alla necropoli. Ai manovali, sterratori, capimastri, architetti, scultori e pittori si affiancavano gli scribi, incaricati dellorganizzazione del lavoro, i responsabili dei magazzini pieni di materiali (pigmenti colorati, attrezzi di rame, legname per le impalcature ecc.), gli addetti ai servizi comuni, come i trasportatori dacqua e i guardiani del bestiame, e le donne che coltivavano il grano per il pane e lorzo per la birra. Tutti gli altri beni di consumo, primo tra tutti il sale, arrivavano dallesterno e costituivano la paga mensile dei lavoratori. Consapevoli della loro importanza, in quanto costruttori delle dimore eterne, gli operai di Deir el-Medina sapevano far valere i loro diritti e in situazioni estreme ricorsero persino allo sciopero. Prima di essere abbandonato intorno al 1080 a.C. e dimenticato sotto le sabbie, Deir el-Medina era rimasto attivo per quasi 500 anni.( fig 14)

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