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Papé

Bagòng

Sceneggiatura cinematografica

di Tommaso Palermo

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SCENA 1. SPIAGGIA. EXT. MATTINO.

Un bimbo, assorto, siede vicino al mare, su una piccola spiaggia di ciottoli. Il sole è basso

verso oriente, sull'orizzonte del mare. SONORO: spezzarsi di onde, grido di gabbiani.

NARRATORE (voce off)

Ora il passato è il territorio di "quello che non c'è più",

ma quando ero bambino esso non era altro che "il tempo

delle storie". E le storie erano di tutti, fuorché mie. Oggi,

però, anche la mia storia fa parte di quel passato.

Ora il bimbo tira pietre che rimbalzano sull’acqua. Sono dei tiri magistrali.

3, 4, 5.... 8, 9,10 rimbalzi.

VOCE DI DONNA (in lontananza)

Dado! ...Dado!.... Dove ti sei cacciato?!

Il bimbo si ferma un attimo ad ascoltare; fa per andarsene, ma poi raccoglie un’ultima pietra

per un tiro ancora più spettacolare. La pietra, piatta, vola letteralmente sull’acqua; un ultimo

rimbalzo e poi va giù, verso il fondo sabbioso. La sabbia si chiude su di essa, nascondendola.

Dado si volta. La mdp lo inquadra di fronte: ha otto/nove anni, è basso, mingherlino e con una

gran testa capelluta. Si affretta verso il richiamo, che nel frattempo si è fatto più insistente.

CONTROCAMPO: un gruppo di case dopo la scogliera, il bimbo che corre di spalle.

Il controcampo si allarga verso il mare e l'orizzonte, in una visione illuminata dal sole che

dovrebbe apparire stupenda. Panoramica verticale verso l'alto: il cielo s'ingrigisce e la visuale

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ridiscende su un paesaggio che dovrebbe essere lo stesso di poco fa, ma con una manata di

grigio e di sporco passatagli sopra; il contrasto fra ricordo e presente.

Dettagli di paesaggio industriale in prossimità del mare: uomini che lavorano, fumo di qualche

ciminiera, macchine che fuggono. Sull'inquadratura di un'onda "sporca" che si spezza sugli

scogli, riprende la voce off.

NARRATORE (V.O.)

Se voglio ricordare dove questa storia ha avuto inizio,

devo tornare ancora più indietro, ai giorni in cui stavo

per nascere. Erano gli anni della guerra.

SCENA 2 - EXT./INT. POMERIGGIO. FERROVIA

Imbocco di una galleria. Una locomotiva entra sbuffando, rallenta e si ferma fino a fare entrare

due o tre vagoni, da cui scende un gruppo di frenetici passeggeri. Confusione e paura. Alcuni

rumori sordi lontani. Un’esplosione più vicina terrorizza le persone che si buttano a terra o

cercano scampo dentro la galleria. Il treno è bombardato.

SCENA 3 - INTERNO GALLERIA

Un gruppo di persone accampate sui binari, allo scuro (il treno non si vede più: potrebbe essere

lontano, o questa potrebbe essere un'altra galleria). La mdp le percorre fino a trovare una

donna incinta con il figlioletto. La donna è agitata, un po' prega, un po’ stringe il bimbo.

Quest’ultimo ha quasi la stessa età di quello della prima scena, vi somiglia, però i capelli sono

chiari ed è più alto. P.P. sui suoi occhi bruni. Sembra spaventato.

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NARRATORE (V.O.)

Questa è la mia mamma... Dentro la pancia ci sono io. E

questo è mio fratello. Potreste credere che abbia paura...

Invece no. Mio fratello è coraggiosissimo non ha paura di

niente. È molto triste.

Rumore (e tremore) di esplosioni. Dalla luce lontana della galleria sembra espandersi una

nebbia... la mdp esamina ora la madre fino a fermarsi sul suo pancione.

NARRATORE (V.O.)

A me piaceva il rumore delle esplosioni

La pancia della mamma va su e giù, come a cullare il bimbo lì dentro

SCENA 4 - RICORDI

4a. Bomba che cade

Bombardieri in cielo. Le bombe cadono a grappoli. Da uno di questi, che sembra più grande

degli altri (potrebbe essere una sagoma, un falso) si apre il portellone e ne viene giù una

“superbomba”. La mdp segue la caduta della bomba dall’alto: l'ordigno rotea e fischia e

sembra puntare verso una gran casa al di sotto di essa.

4b. Dissolvenza sul mare

Le onde battono su delle attrezzature portuali

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NARRATORE (V.O.)

Vicino al nostro paese c'erano "importanti installazioni

militari"; queste visite erano quindi frequenti. Da una

postazione contraerea sparavano a più non posso, ma con

modesti risultati.

4c. Filmati B&N e postazione contraerea

Scene di repertorio, in bianco e nero, di un attacco aereo della 2. guerra. Esplosioni nel cielo. A

terra, le sagome scure di alcuni militari che si affannano attorno a un pezzo d’artiglieria

contraerea.

4d. Fotografia

Una foto a colori, molto sbiadita: un gruppo di artiglieri “allegri” accanto al pezzo di timone

di coda d'un aereo. Dopo avere passato in rivista i loro sorrisi sforzati, la mdp si concentra su

uno di loro.

NARRATORE (V.O.)

Però almeno una volta qualcosa tirarono giù. Una vecchia

fotografia che sta perdendo il colore, sembrerebbe

confermarlo. Ma non è questo povero relitto a rendermela

così importante. Guardate questo giovane artigliere, che

sorride più degli altri. Quest’immagine, a lungo, è stata

per me la sola testimonianza dell’esistenza di mio padre.

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DISSOLVENZA: dalla fotografia all’immagine dal vivo di un giovane sergente.

4e. Postazione contraerea. EXT. sera

Sullo sfondo “artificiale di un cielo sempre più rosso, in mezzo al fumo, un animato gruppo di

artiglieri si affanna attorno alla contraerea sparando verso un nemico invisibile. Entra in

quadro, di spalle, la pomposa silhouette di un capitano.

CAPITANO

Bravi, ragazzi! Continuate così, per la patria! Non

abbandonate mai il pezzo, fino alla vostra morte. Ma

soprattutto, ricordatevi: fermeremo il nemico sul

bagnasciuga!

Il capitano esce. Gli artiglieri si sono fermati un attimo, perplessi.

UN ARTIGLIERE

Ma che è ‘sta bagnaciuga?

4f. Postazione contraerea. EXT. mattina

Come sopra, ma la scena ora è vista in colori naturali. È una bella mattinata piena di sole.

Siamo nel luglio ‘43. La postazione, che ora vediamo trovarsi in posizione panoramica sul

mare, è deserta. Il sergente, cioè il padre del narratore, rientra, dal suo turno di riposo. È

stupito di non trovare nessuno

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SERGENTE

Ohè, ma dove sono tutti... ?

Camerati? Capitano? ....Capitano!

Ma dove siete finiti tutti quanti?

prende il binocolo e guarda verso il mare: pullula di grosse navi e mezzi da sbarco.

SERGENTE

Oddìo... il nemico!

Si allontana agitato. Nei pressi d'un bunker s'imbatte in un soldato inebetito

SERGENTE

Fantazzini, finalmente! Almeno tu ci sei... Dov’è il

capitano? Dove sono andati tutti gli altri?

FANTAZZINI

Sono scappati, sono scappati tutti, sergente. Non ha

visto? Lo sbarco! C’è il nemico....

SERGENTE

E che facciamo noi ora? Gli spariamo?

FANTAZZINI

No, signor sergente. Scappiamo!

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4g. Strade e ambienti vari. EXT. giorno

Fantazzini e il sergente in fuga.

NARRATORE (V.O.)

E così, seppure a malincuore, anche mio padre si mise

sulla strada della fuga. Ma quanto lontano lo condussero

i suoi passi?

Il sergente, da solo, di fronte al cancello di una grande casa di campagna, visibilmente sprangata

e deserta

NARRATORE (V.O.)

Non a casa dei nonni, dove l’avrebbe aspettato mia madre

con me nascituro e il fratellino, ma già bombardata e

abbandonata. Più lontano ancora. Forse fu fermato dalle

truppe alleate...

Suono di cornamuse. Fantazzini scappa, il sergente va a vedere. Viene accolto "fraternamente" e

festeggiato da militari scozzesi in gonnellino

NARRATORE (V.O.)

...e internato in un campo di concentramento in un'isola

del Pacifico;

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in veste di prigioniero di fronte ad una recinzione

NARRATORE (V.O.)

o forse dai tedeschi...

Fantazzini fugge come sopra, lui questa volta incontra un’autocolonna tedesca: ordini secchi e

sventagliata di mitra verso il fuggitivo

NARRATORE (V.O.)

...e quindi deportato in un campo di lavori forzati in

Polonia;

in divisa come sopra, questa volta a trascinare un’incudine in un lager, insieme con internati

ebrei

NARRATORE (V.O.)

…oppure dai suoi stessi camerati italiani.

Questa volta, dopo la stessa fuga di Fantazzini, sulla strada si avanza una pattuglia di militari

italiani; è guidata dallo stesso capitano di prima, di cui ora si notano le numerose decorazioni e

i gradi di generale

SERGENTE

Capitano.... finalmente, la stavo cercando... oh, mi scusi

signor generale

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GENERALE

Mi hai deluso. Io credevo di aver lasciato il pezzo in

buone mani...

SERGENTE

Sono fuggiti tutti... il nemico... è sbarcato in forze

soverchianti

GENERALE

E tu hai rinnegato la patria, tradendola in faccia al

nemico. (Ai soldati) Fucilate questo disertore

Viene afferrato e bendato davanti a un muro mentre di fronte a lui si schiera un affrettato

plotone d’esecuzione

SERGENTE

No... cosa fate?! Sono rimasto al mio posto finché ho

potuto... (piange) Ninetta, dove sei, Ninetta...

GENERALE

Per colpa di voi, vermi vigliacchi e pronti al tradimento,

il sacro suolo della patria viene ora calpestato dal piede

straniero. Non avrò pace finché non sarete puniti tutti.

Che questo atto di giustizia vi sia di esempio. Puntate...

Fuoco!

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4h. Bomba che cade.

Come nella 4a. “Soggettiva della bomba, che rotea, fischia e punta verso una grande casa

isolata.

SCENA 5. INTERNO GALLERIA

Da dove si era interrotta la scena 3. La mdp allarga dal pancione della mamma. Ancora rumori

sordi di scoppi.

NARRATORE (V.O.)

L’unica cosa certa è che mia madre restò ad aspettarlo,

chissà quanto a lungo. Non lo so ancora oggi, e non

potevo saperlo allora. Ascoltavo le bombe, la paura di

mia madre e l’agitato dondolio della sua pancia; ma per

me non era altro che un modo, più dolce di altri, di essere

ninnato.

SCENA 6. PIAZZA DI PAESE. EXT. SERA

Ancora rumore di esplosioni, un cielo fumoso e pieno di scoppi, che potrebbe essere quello della

scena della contraerea; ma in breve le esplosioni si rivelano per quello che realmente sono:

festosi giochi d’artificio. Totale su una piazza di paese durante una festa patronale, mentre la

folla assiste ai fuochi. La donna della scena precedente, la madre, non ha più il pancione e tiene

in mano un bimbo un po’ più piccolo e più bruno del precedente; è insieme con un’altra donna,

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sua sorella, la zia di Dado, con cui chiacchiera; si distrae con altre persone che incontra e il

bambino, irrequieto, ne approfitta per lasciarle la mano e allontanarsi. Un ragazzino più

grande, il fratello maggiore ora cresciuto, si avvicina e tenta di richiamare l’attenzione della

mamma sull’assenza del fratellino. Una cortina di fumo rossastro isola il punto da cui vengono

sparati i fuochi, vi s’intravedono le bocche di lancio e le ombre degli uomini che le manovrano.

Dado, il bambino che ora è solo, la guarda affascinato e quindi, deciso, vi si immerge.

La mamma si rende conto di averlo perso e cerca di farsi largo tra la folla chiamandolo per

nome, ma la sua voce è soffocata dal rumore degli scoppi. Un uomo scuro, enorme e sudato, esce

dalla cortina di fumo tenendo il bimbo come un fuscello tra le braccia. La madre lo vede e gli

corre incontro.

UOMO

Ah! L’ha perso lei sto piccolo pazzo! Ci piace giocare col

fuoco

Si dirada il fumo nel cielo.

SCENA 7. EXT. CASA DI DADO. MATTINO

Il sole ancora basso ha sciolto le nuvole e illumina casa di Dado e i suoi dintorni, una periferia

di paese a metà fra mare e campagna. Un cane, un gatto e una gazza si godono pigramente

vicini il primo tiepido della giornata.

NARRATORE (V.O.)

Era cominciata la nostra breve stagione felice. La guerra,

da pochi anni conclusa, era solo un crudo ricordo per i

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ragazzini più grandi e un mito ricco di storie per quelli

della mia età.

Dado esce frettolosamente da casa. La mamma lo chiama dall’interno

MAMMA

Benedetto figliolo, dove ti stai cacciando? Devi venire con

me questa mattina!

DADO

Sì, mamma.... no mamma, non ne ho voglia

MAMMA

Come sarebbe non hai voglia? Torna subito qui!

DADO

No, mamma, vado da Lucio

MAMMA

Non ti allontanare da tuo fratello, almeno...

Dado è già troppo lontano per ascoltare.

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SCENA 8. ESTERNO VILLA DEL DOTTOR BARONI. EXT. GIORNO

Tre ragazzini un po’ più grandi di Dado, 12/14 anni circa: Lucio, il fratello di Dado, Mario e

Sergio.

MARIO

Ciao, Lucio, e Dado dove l’hai lasciato?

LUCIO

Per fortuna oggi esce con la mamma; è tutta l’estate che ce

l’ho tra i piedi

MARIO

Scommetto invece che tra poco sarà qui

LUCIO

Noooo...

SERGIO

(guardando tra i rami di un albero di fichi) Non ne è rimasto

più nessuno. Abbiamo fatto una bella piazza pulita

MARIO

Guardate...

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Si apre il cancello della villa del dottor Baroni e ne esce un macchinone grigio, il dottore alla

guida e il figlio a fianco, un ragazzo poco più grande dei tre, spilungone e occhialuto, dall’aria

molto seriosa.

SERGIO

Escono!

MARIO

Benissimo! Ora i fichi li andiamo a cogliere nel giardino

del dottore.

LUCIO

Sì, ma stiamo attenti...

MARIO

(corre verso la villa seguito da Sergio) A che cosa?

SERGIO

Sei il solito fifone

LUCIO

(un po’ indietro) Ho sentito dire che...

Sergio e Mario sono già arrivati all’inferriata che recinge il giardino della villa. Mario rimuove

una sbarra già rotta e si sta infilando tra le sbarre per introdursi nel giardino. All’improvviso

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si sente un latrato secco de Mario fa un balzo all’indietro cadendo addosso a Sergio che gli

stava alle spalle.

MARIO

Oh mamma mia!

Un grosso alano ha infilato la testa tra le sbarre e abbaia furiosamente contro i due ragazzi che

si rimettono in piedi e corrono via, spaventati che il cane li possa inseguire. Lucio li va dietro.

Giunti a un posto tranquillo si buttano tutti e tre per terra, affannati per la corsa.

LUCIO

Ho sentito dire che il dottor Baroni si è comprato un

grosso cane da guardia...

MARIO

Ma potevi dircelo prima, accidenti a te!

SCENA 9. STRADE. EXT. GIORNO

Dado si affretta trotterellando. Da un vicolo appaiono una ragazzina 12/13 anni, Mara, col

fratellino Ciccio, un bambino di cinque/sei anni

MARA

Dado! Dado!

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DADO

(si ferma) Sì...

MARA

(al fratellino) Guarda, Ciccio, c’è Dado, vai a giocare con

Dado.

Da una casa un po’ più distante, è uscita una coppia di ragazzine dell’età di Mara. Sono le

sorelle Lia e Olivia.

LIA

Uh! (fa un cenno di saluto a Mara)

MARA

(alle due ragazze) Aspettatemi…

Mara si allontana rapidamente. Ciccio, lasciato solo, dapprima la guarda andar via un po’

perplesso, quindi si avvicina fiducioso a Dado. Quest’ultimo però non sembra per niente

soddisfatto.

DADO

Oh, no... perché sempre a me?

GRUPPO RAGAZZINE

Mara, Lia e Olivia ora camminano assieme.

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MARA

Raggiungiamo i ragazzi?

LIA

Certo. Non vedi mia sorella, quanto è diventata scema?

(indica Olivia, che sta sfogliando una margherita)

OLIVIA

(fra sé) M’ama… non m’ama…

MARA

Olivia! Sempre innamorata di quel vigliacco di Lucio?

OLIVIA

Non è un vigliacco!

MARA

Sì che lo e’… si spaventa sempre dei botti!

OLIVIA

Lui è rimasto qui quando bombardavano… Oh… mi

ama! (strappa l’ultimo petalo)

GRUPPO BAMBINI

Ciccio si è incamminato dietro a Dado. I due bimbi si avvicinano ad un muro su cui, fresco di

colla, è stato affisso il grande manifesto di un circo.

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DADO

Ciccio, guarda qui che bello: c’è il circo!

CICCIO

Bello!...

Mentre Ciccio si ferma, incantato, a guardare il manifesto, Dado si allontana di soppiatto.

Prende una strada in salita e poi si volta: al di là delle case del paese si vede il mare. Sul mare

scivola una barca di pescatori, grande e scura.

SCENA 10. CAMPAGNA. EXT. GIORNO

Un albero di gelsi e un muretto diroccato a metà tra paese e campagna. Un gruppo di giovani

amici tra i dodici e i quattordici anni, Mario, Sergio, Lucio, Mara, Piero, Pina e le due sorelle

Lia e Olivia, si gode l’ombra mangiucchiando gelsi, scherzando e tirandoseli addosso.

MARIO

...non ne avevo mai visto uno così grosso....

MARA

(ridendo) E dove ti ha azzannato? Qui?

PIERO

(guarda verso la strada che va al paese) Indovinate chi sta

per arrivare...

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Dado, visto in campo lungo ravvicinato dal teleobiettivo, sta risalendo per la strada. Viene

seguito da una coppia di cani randagi. Dado si china a cogliere una pietra. I cani scappano.

LUCIO

Eccolo...

MARA

Ti s’incolla con l’attaccatutto il tuo fratellino

LUCIO

Doveva essere insieme alla mamma questa mattina, invece

mi ha seguito.

MARA

E io che gli avevo lasciato Ciccio da guardare. Chissà

dove lo ha piantato.

SERGIO

Lo avrà affogato, probabilmente.

LUCIO

Sei veramente furba! Dovresti badarci tu a Ciccio!

MARA

Ehi! Pensa a tuo fratello, invece.

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SERGIO

Giuochiamo a mettergli paura?

LUCIO

Stupido! Così la notte non fa dormire neppure me.

Dado raggiunge ora il gruppo.

LIA

(a Dado) Sei molto bravo a tirare pietre ai cani

DADO

(inorgoglito) Sì...

SERGIO

Bella bravura davvero! Quei cani là sono tutti pelle e

ossa, non ci vuole niente a farli scappare. Se la dovrebbe

vedere col cane del dottor Baroni, piuttosto...

LUCIO

Il dottore avrà fifa dei ladri per tenersi un cane così

grosso.

DADO

Quel cane si mangerebbe un ladro?

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SERGIO

Ma che ladri e ladri; un ladro vero la chiude in un sacco

e se la porta via quella stupida bestiaccia.

MARIO

È così: il cane da guardia, il dottor Baroni non l’ha preso

per dare la caccia ai ladri, ma per non fare entrare noi nel

suo giardino.

LIA

Però Dado, con una sola pietrata, lo farebbe scappare via.

SERGIO

Sicuro; solo che la pietra dovrebbe tirarla non al cane,

ma al dottor Baroni.

I ragazzi ridono alla battuta. Solo Lucio sembra un po’ seccato.

PIERO

Porca miseria! Se non c’era Dado, potevamo andare a

giocare nella villa diroccata!

MARA

Andiamoci lo stesso... tanto Dado torna a casa; solo o con

suo fratello.

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DADO

(si arrabbia) Perché? Non posso venire con voi?

SERGIO

Certo che no! Non sei grande a sufficienza!

MARA

E non sei abbastanza coraggioso!

DADO

Sono coraggioso! Sono molto più coraggioso di te!

SERGIO

Ce lo puoi dimostrare?

LUCIO

Oh, fatela finita!

DADO

Certo che lo posso dimostrare!

I ragazzi ridono ancora, mentre Lucio fa un gesto di stizza.

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SCENA 11. VILLA DIROCCATA. EXT. TRAMONTO

La villa diroccata è una grande casa di campagna che sembra tagliata a metà: un lato, integro,

si erge a fianco d’un lato crollato; vicino alla parte in macerie c’è un pozzo con cisterna.

NARRATORE (V.O.)

La villa diroccata altri non era che la villa abbandonata

dei miei nonni. I ragazzi ci andavano spesso a giocare,

però solo se erano già “grandi”, nonché “coraggiosi”.

SCENA 12. VILLA DEL DOTTOR BARONI. EXT. TRAMONTO

L’immagine severa della villa antica e abbandonata, sfuma su quella di un lindo villino

moderno, circondato da un giardino curato e con qualche albero da frutta. Un grosso alano

nero sonnecchia accanto alla sua cuccia. Dado, all’esterno dell’inferriata, raccoglie un grosso

sasso, lo soppesa e poi, furtivamente, s’introduce tra le due sbarre leggermente divelte.

S’accovaccia dietro un cespuglio e attende. Rumore di un motore. Un “automobilone” si

avvicina al cancello e si ferma. Il cane solleva la testa e scodinzola pigramente. Il dottor Baroni

scende dall’automobile e comincia ad aprire il cancello.

DADO

(fra sé) Ma io non ho capito bene. A chi la devo tirare la

pietra? Al cane o al dottor Baroni?

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SCENA 13. CASA DI DADO. INT. SERA

Due donne, la madre e la zia di Dado, all’interno della cucina. La madre cerca, distrattamente,

di cucinare qualcosa; sua sorella cerca di farla chiacchierare.

ZIA

E stamattina perché eri sola? Dove erano i tuoi figli?

MAMMA

I ragazzi dove sono... ah, ma ora vengono per cena...

ZIA

No, Nina, non vengono ancora. Sono le otto di sera e non

sai neppure dove sono i tuoi figli. E sono ancora due

bambini.

MAMMA

Sì, ma Lucio è già così maturo...

ZIA

Il piccolo è diventato un vero selvaggio. Non puoi farlo

crescere in questo modo, abbandonato a se stesso, sempre

sulla strada.

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MAMMA

Non ce la faccio a stargli dietro, lo sai. Quando tornerà

suo padre, ci penserà lui a rimetterlo in riga.

ZIA

Nina, Nina, ma cosa dici?

MAMMA

È solo un bambino, Dado...

ZIA

Nina, suo padre - tuo marito! - lo vuoi capire, non

tornerà, non tornerà più!

MAMMA

Perché non fai altro che ripetermi questa cosa? Mi vuoi

togliere la speranza? Io vivo per quella, e lo so, lo so che

tornerà. Tornerà... può bussare a quella porta in

qualsiasi momento... Uh!

Quest’ultima esclamazione è dovuta al fatto che in quello stesso momento si è sentito suonare al

campanello di casa. La madre scambia uno sguardo con la zia. Suonano ancora, con insistenza;

la madre si alza e va alla porta. Apre la porta: è il dottor Baroni, molto arrabbiato. Indica con

la mano un vistoso cerotto sulla sua fronte.

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DOTTOR BARONI

Signora, guardi che cosa mi ha fatto quella peste del suo

figlio piccolo!

MAMMA

(come tornando alla realtà) Oh! ...Dado! Dov’è Dado?

SCENA 14. SOTTO IL TENDONE D’UN PICCOLO CIRCO

PP di Dado mentre, sui gradoni del circo, è intento osservare lo spettacolo. Sulla pista una

donna in due pezzi fa da bersaglio al lanciatore di coltelli. Di nuovo dal PP di Dado, il campo

si allarga a mostrare alle sue spalle gli amici più grandi che si divertono da matti. Lucio, però,

socchiude gli occhi ad ogni colpo secco del coltello che si conficca. Il lanciatore di coltelli

finisce il suo numero; lui e la sua assistente ringraziano il pubblico ed escono mentre sulla pista

irrompe un gruppo di clown, insieme a un domatore grosso e baffuto. Entra un clown nano che

fa un giro di pista correndo velocemente per sfuggire ai lazzi degli altri clown. Il domatore lo

ferma piantandoglisi davanti

DOMATORE

Buonasera, signor Bagonghi. Dove va così di fretta?

Sui gradoni i ragazzi si sono galvanizzati ancora di più per l’ingresso dei clown.

MARIO

Guardate quel nano! È preciso al nostro Dado!

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LIA

Dado è il nostro bagonghino!

MARA

Non prendiamolo in giro, però: oggi è stato davvero

coraggioso.

I ragazzi ridono. Intanto sulla pista il clown Bagonghi si rivela un irascibile attaccabrighe che

cerca di prendersela con tutti quelli più grandi, i quali a loro volta si divertono a farlo infuriare

sempre più.

MARIO

Incredibile! Ma è Dado spiccicato!

Dado non sembra seccato del paragone; suo fratello Lucio sbuffa un po’. Olivia cerca di

rabbonirlo offrendogli un cartoccio di noccioline. Un gesto affettuoso che però viene rifiutato.

Si conclude intanto lo spettacolo dei clown sulla pista. Bagonghi viene trascinato via a forza

dagli altri clown mentre si dibatte perché vorrebbe continuare a litigare.

NARRATORE (V.O.)

Anche se mi prendevano in giro, ero contento. Sarei stato

forse rimproverato per il mio gesto di coraggio, ma quel

giorno mi ero conquistato il diritto ad andare anch’io

nella villa diroccata, con i “più grandi.

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SCENA 15. CASA DIROCCATA ANCORA “NUOVA”. RICORDI. EXT.

GIORNO

Scenette, stile cartoons, di vita familiare - lattaio, sposini, bambini, ecc. - attorno alla nostra

villa pulita pulita, che non sembra somigliare molto a quella un po’ tetra che si è già intravista

e si vedrà in seguito.

NARRATORE (V.O.)

La villa diroccata, certo, non era “diroccata da sempre.

La casa dei nonni era integra, abitata e piena di vita fino

a dopo lo scoppio della guerra. Ma un giorno dal mare

era giunta una nave...

SCENA 16. DISTRUZIONE DELLA CASA

16a. Finto mare

Su un mare evidentemente artificiale e pieno di onde minacciose, fa l’ingresso la sagoma di una

grossa nave da guerra. Una torretta armata di cannone gira fino a mostrare la bocca da fuoco

alla mdp. Bum!

NARRATORE (V.O.)

... che aveva sparato un colpo, uno solo, chissà perché

proprio lì, portandosi via mezza villa e un gran pezzo

della felicità della nostra famiglia. Ma forse anche questa

era solo una storia. Poteva essere stata colpita da un

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aereo; proprio quello, chissà, che fu abbattuto dalla

contraerea di mio padre...

16b. Bomba che cade.

Come nella 4a. Si capisce che l’obiettivo della bomba è proprio la nostra villa, sempre più

vicina.

SCENA 17. CAMPAGNA E CASA DIROCCATA. INT./EXT. GIORNO

Un ragazzino, che sembra Dado, ma in realtà è Lucio sette anni prima, lo si può distinguere dal

colore più chiaro dei capelli, cammina per un viottolo di campagna che, lo vediamo da un

controcampo, conduce alla villa diroccata.

NARRATORE (V.O.)

Tante storie si raccontavano sulla villa dei nonni; una di

quelle che mi spaventava di più aveva per protagonista

mio fratello Lucio.

Lucio è ora vicino al cancello della casa. Qualcosa lo incuriosisce: c’è una macchia di sangue

sulle sbarre. Spinge il cancello, che è aperto, e segue coraggiosamente una traccia di sangue

fresco che lo porta fin dentro alla casa. Una porta cigola, una sorta di lamento proviene da

dietro quella porta. Lucio spinge la porta. Dentro la stanza compare la figura di un soldato

tedesco, grande, sporco e insanguinato. Ha in mano una pistola e la punta lentamente contro il

ragazzino.

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SCENA 18. STANZA DI DADO. INT. NOTTE.

Dado, seduto sul suo letto, chiama Lucio che, già coricato, vorrebbe invece dormire.

DADO

Lucio... Lucio!

LUCIO

Dormi, Dado

DADO

Raccontami ancora di quando hai incontrato il soldato

tedesco!

LUCIO

Oh... Basta!

DADO

Non hai avuto paura?

LUCIO

Certo che no. Gli ho preso la pistola

DADO

Mi fai vedere la pistola?

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LUCIO

No, non è possibile...

DADO

Voglio vedere la pistola!

LUCIO

Mah... tu però non dire niente alla mamma!

DADO

Giuro!

LUCIO

Giura ancora!

Dado ripete il giuramento accompagnandolo al segno della croce. Lucio si alza e dal suo

armadio apre un cassettone chiuso a chiave, tirandone fuori una scatola di legno. Apre la

scatola. In mezzo ai piccoli tesori del ragazzo compare una Luger arrugginita.

DADO

(affascinato) E spara ancora?

LUCIO

Certo che spara! Ed è carica. Stai attento a non toccarla!

Mai!

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DADO

E l’elmetto? Perché non gli hai preso anche l’elmetto?

LUCIO

L’elmetto non c’era. Forse l’aveva perso. Forse è ancora

laggiù, nascosto da qualche parte (richiude e posa la

cassetta).

DADO

I soldati tedeschi avevano tutti l’elmetto. Questa storia

non è vera, te la sei inventata. E la pistola chissà dove

l’hai trovata!

LUCIO

Forse è così... basta che mi fai dormire

DADO

Senti... ma il soldato tedesco, poi... l’hai ucciso?

Lucio risponde con un gesto un po’ vago, che potrebbe essere anche di assenso.

DADO

Ma perché bisognava uccidere le persone?

LUCIO

C’era la guerra, no?

33
DADO

Bisogna uccidere tutti, quando c’è la guerra?

LUCIO

Sì, tutti... cioè no, solo i nemici

DADO

Meno male che non c’erano i bambini ai tempi della

guerra...

LUCIO

Ma cosa dici?

DADO

Noi bambini non eravamo ancora nati quando c’era la

guerra

LUCIO

Sei tutto scemo. E io cos’ero, un cagnolino?

DADO

Ma tu sei un grande, non sei un bambino!

LUCIO

Sì, ma prima ero un bambino. E ora dormi.

34
DADO

Allora domani vengo con voi alla casa diroccata

LUCIO

Domani la mamma te le suonerà...

DADO

Ma poi vengo con voi...

LUCIO

Sì; se non hai paura dei Lucenti.... Ma ora dormi, che è

notte da un pezzo

DADO

Lucio...

LUCIO

Che c’è ancora?

DADO

Ma durante la guerra si ammazzavano anche i bambini?

35
SCENA 19. GIARDINO VILLA DIROCCATA. EXT. GIORNO

Il gruppo dei ragazzini della scena 10 s’introduce nel giardino della villa diroccata saltando da

un muro (il cancello ora è incatenacciato). Non c’è ancora Dado con loro. Si radunano sui

gradini della breve scalinata che porta all’ingresso.

LUCIO

Non avete idea di che scenata ha fatto il dottor Baroni

alla mamma...

MARA

Certo che aveva un bel bernoccolo in testa, il dottore.

MARIO

E tua mamma l’ha picchiato?

LUCIO

No. La mamma non ce la fa a picchiare Dado. È troppo

buona... ma questa volta avrebbe dovuto farlo: è stata

mortificata troppo.

MARIO

Macché, doveva esserne contenta invece: quel presuntuoso

del dottore se lo meritava il pietrone sulla fronte!

36
LUCIO

Zitto, accidenti! Stamattina la mamma aveva gli occhi

rossi... deve avere pianto... ed è tutta colpa vostra!

SERGIO

Colpa nostra? Ma se ha fatto tutto Dado!

MARIO

Non gliel’abbiamo detto certo noi di tirare una pietra in

testa al dottore!

LUCIO

Lo sapete benissimo che mio fratello è tutto scemo... e

anche che capisce ogni cosa a modo suo

MARA

È un vero bagonghino!

I ragazzi ridono, intanto Lia è salita di vedetta sul muro.

LIA

Eccolo lì Dado. Sta arrivando

SERGIO

Ehi, noi ci nascondiamo...

37
Sergio, Piero e Pina, entrano nella villa. Intanto Dado è giunto al cancello e ha visto i ragazzi

rimasti. Lia gli indica da che parte del muro può scavalcare.

LIA

Di là...

Il muro sembra altissimo al piccolo Dado, che comincia, piano e con cautela, ad arrampicarsi.

NARRATORE (V.O.)

Perché bisognava essere tanto “coraggiosi per andare

nella villa diroccata? Era un’altra storia, ancora più

paurosa... una storia vera o, forse, inventata a bella posta

dai ragazzi più grandi per spaventare il piccolo Dado.

Dado ora si lascia cadere all’interno del giardino della villa diroccata, i cinque ragazzi rimasti

- Lucio, Mario, Olivia, Lia e Mara - che lo hanno incoraggiato durante la “scalata” ora lo

accolgono tra loro.

MARA

Bravo Dado! Sei stato veramente coraggioso a venire qui!

DADO

Posso entrare nella casa?

LIA

No... nella casa tu no!

38
DADO

Perché?

MARA

Ti mangerebbero subito!

DADO

Chi?

MARA

Come chi? I Lucenti! Non li conosci?

DADO

Non esistono i Lucenti!

MARIO

Questa è buona, non esistono i Lucenti! Scommettiamo?

DADO

Sì...

LUCIO

(a tutti) Oh, basta con questa storia: raccogliamo la legna

e facciamo un bel falò.

39
OLIVIA

(a Lucio) Dài...

Olivia prende Lucio per mano e lo conduce verso il retro della villa; Mara li segue. Lia e Mario

si prendono Dado in mezzo e con lui si dirigono verso l’altro lato del giardino, dove c’è il

pozzo, la cisterna e l’ala della casa crollata.

LIA

(a Dado) Sei proprio uno stupido bagonghino, se credi

che il paese dei Lucenti non esista.

Cominciano a raccogliere rami secchi. Mario indica a Dado la parte crollata della casa.

MARIO

Guarda Dado, guarda bene. Sai cosa è successo qui?

DADO

La cannonata?

MARIO

Si è portata via un bel pezzo di casa.

DADO

Con quelli che ci abitavano?

40
LIA

(ride) Non tutti... se tu sei ancora qua!

MARIO

Ci fosse stato qualcuno lì dentro, sarebbe morto

all’istante

DADO

C’erano bambini?

MARIO

Forse ce n’erano. Ma guarda il buco: lì, vicino al pozzo.

Era davvero bello profondo. Sai cosa c’era dentro quel

buco?

LIA

L’inferno! (ride)

DADO

I Lucenti?

MARIO

Sì. Lì si è aperta una porta magica. Una porta per il

paese dei Lucenti.

41
SCENA 20. CASA DIROCCATA. INT. GIORNO

Sergio, Piero e Pina seduti su una brandina in una stanza all’interno della casa diroccata.

Hanno trovato degli stracci e se li provano addosso. Uno di loro ha dei fiammiferi con cui

accende una torcia di cera. Avvicina la fiamma ad un pezzo di sughero, servendosi del quale i

ragazzi cominciano quindi a pasticciarsi la faccia di nero. Sono molto allegri.

SCENA 21. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. TRAMONTO

I ragazzi rimasti nel giardino, divisi in due gruppi,si incrociano davanti all’ingresso della villa,

dove stanno ammucchiando legna, pezzi di cartone e quant’altro trovano che possa bruciare.

Lucio cerca di orecchiare quello che Mario e Lia stanno dicendo a Dado.

MARIO

Sì, è proprio un buco magico quello vicino al pozzo...

LUCIO

(a Olivia e Mara, da più lontano) Chissà quante balle gli

stanno mettendo in testa a quel bambino.

OLIVIA

(a Lucio) Non ti preoccupare, tra poco ci divertiremo.

42
DADO

(a Mario e Lia) Ma voi ci siete stati nel paese dei Lucenti?

LIA

Certo!

MARIO

Bisogna calarsi nel buco.

DADO

E come è fatto?

MARIO

È bellissimo, di giorno, pieno di luce: i Lucenti sono

gentili e generosi e vengono a giocare con te e ti riempiono

di regali. I Lucenti si chiamano così perché sono

luminosi: devi stare attento, non puoi fissarli lungo, se no

resteresti accecato. Pero’…

DADO

Però cosa?

MARIO

Bisogna guardarsi dalle prime ombre della sera. Se

rimani laggiù finché cala il buio, ti troverai in un brutto

guaio.

43
DADO

Perché? Cosa succede la sera?

MARIO

Con le tenebre i Lucenti diventano brutti e cattivi.

Escono dal loro buco in cerca di bambini da rapire, a cui

fare del male.

LIA

(a Dado) Sì, gli piacciono soprattutto i bagonghini piccoli

piccoli, come te.

Ora il falò e pronto per essere acceso. I sei ragazzi sono lì attorno. Lucio, con una scatola di

fiammiferi, comincia ad accendere della carta di giornale con cui appiccare il fuoco.

DADO

Perché alla sera i Lucenti diventano così cattivi?

MARIO

Forse si vogliono vendicare...

DADO

Vendicare di chi?

44
MARIO

Ma degli uomini. Ricordati che c’era la guerra...

sparavano, bombardavano, si ammazzavano. I Lucenti

hanno imparato a fare la guerra, sono diventati cattivi ed

hanno sofferto molto per questo. Ora, non appena

possono uscire dal loro buco...

LUCIO

...ma per fortuna sono stati imprigionati!

DADO

E chi li ha imprigionati?

MARIO

(a Lucio) Certo, per fortuna! (a Dado) Siamo stati noi. Ci

abbiamo messo un soldato a fare la guardia. Quando ho

incontrato il soldato tedesco...

DADO

No! L’ha incontrato Lucio! E non è morto poi?

MARIO

Lucio? Ma che dici? (ride)Certo che non è morto... è

rimasto qui per sempre.

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MARA

Anche se imprigionati, però ogni tanto i Lucenti riescono

a scappare: e io sento che tre poco potrebbero venire.

DADO

Non ci credo

MARA

Sì, non ci credere... ma intanto stai bene attento, e

soprattutto non venire mai qui da solo se non vuoi essere

torturato e mangiato dai Lucenti!

MARIO

E resta vicino a noi, che questa mi sembra proprio una

serata buona per i Lucenti.

Il fuoco comincia ora a bruciare allegramente.

SCENA 22. CASA DIROCCATA. INT. TRAMONTO

Come la 19. I tre ragazzi ora sono completamente camuffati e sporchi di nerofumo. Sergio

impugna la fiaccola, si alza in piedi e inventa una cantilena

SERGIO

Paikatan’kalla, sciallakatalla, issavìa kailòng,

indiripina, indiripina, kantilò bizzichina,

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Opoi Scialòk, kaine Scialòk e mizzichina!

Pape Bagòng! apé Bagòng! apé Bagòng!

PIERO E PINA

Papé Bagòng! apé Bagòng! apé Bagòng!

Uuuh! Uuuh! Uuuuh!

I ragazzi escono dalla stanza gridando.

SCENA 23. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. TRAMONTO/SERA

MARA

(ridendo) Scappa, bagonghino, stanno arrivando!

Irrompono i tre ragazzi travestiti, con la fiaccola a mano. Dado corre, tutti corrono intorno alla

villa e si scatenano in un frenetico gioco ad acchiappa-acchiappa. Ora è sera e solo il fuoco

illumina la scena. I ragazzi, accaldati, seminudi, dipinti col nerofumo, girano attorno al falò,

ballando e gridando, in una sorta di danza indiana.

TUTTI

Uuuh! Uuuh! Uuuuh!

Papé Bagòng! apé Bagòng! apé Bagòng!

Ora vengono buttate delle secchiate d’acqua sul fuoco. Un gran fumo invade il giardino. Nella

semioscurità i ragazzi si arrampicano sul muro e scivolano fuori dalla villa. Dado è insieme a

loro.

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SCENA 24. STRADE DI PERIFERIA. EXT. SERA

Siamo alle prime case del paese, la strada è illuminata da alcuni fiochi lampioni. I ragazzini

rientrano canticchiando. Da una casa si illumina una finestra

VOCE FEMMINILE (dall’interno)

Olivia! Lia!

OLIVIA

Certo che abbiamo fatto tardi questa sera...

LIA

La mamma sarà furiosa

Corrono via

PIERO

Femminucce, puah!

(a Mara) E a te non ti vengono a cercare?

MARA

No, se Ciccio è già a casa. Altrimenti mio padre sarebbe

già qui con i carabinieri.

MARIO E SERGIO

Noi salutiamo. Ci vediamo domani (si allontanano)

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Dopo aver fatto qualche passo ancora, anche Piero e Pina imboccano una stradina secondaria

PIERO

Rientro a casa anch’io. Arrivederci.

PINA

Buonanotte.

Si allontanano. Con Lucio e Dado è rimasta solo Mara.

LUCIO

Dado!

DADO

Eh?

LUCIO

È tardi, torna a casa. A quest’ora la mamma è

preoccupata di non vederti.

DADO

E tu?

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LUCIO

Io? Che t’interessa quello che faccio io? È di te che la

mamma si preoccupa

DADO

Se devo tornare a casa io, pure tu torni a casa con me!

MARA

(a Lucio) Ora tuo fratello ti dice quello che devi fare!

LUCIO

(a Dado) Ma fila via, moccioso!

Dado, contrariato si avvia verso casa da solo. Si ferma per un attimo davanti alla porta di casa:

una finestra è illuminata, immagina che la madre lo stia aspettando. Ci ripensa, torna sui suoi

passi.

SCENA 25. SPIAGGIA. EXT. NOTTE

Dado è sulla strada che porta alla spiaggia; due figure indistinte sono già in riva al mare. Una

di queste si stacca e risale la strada fino a passare accanto a Dado. È Mara.

MARA

‘Notte, bagonghino

50
DADO

(sottovoce) ...brutta scema!

Dado si avvicina a suo fratello Lucio, rimasto seduto in riva al mare.

LUCIO

È proprio impossibile staccarsi da te!

DADO

Cosa stai facendo?

LUCIO

Guardo il mare. Poco fa è passata una balena.

DADO

Una balena?

LUCIO

Sì, un pesce grandissimo, come Moby Dick. Conosci

Moby Dick?

DADO

Sì!

LUCIO

Sì? Ma che ne devi sapere tu di Moby Dick!

51
DADO

Allora non c’era nessuna balena, e tu non hai visto

niente!

LUCIO

Non ho visto niente, come vuoi tu. Andiamo a casa.

S’incamminano verso casa.

SCENA 26. CASA DI DADO. EXT. NOTTE

Casa di Dado, come nella scena 24.Una finestra accesa. Un lampione la illumina da un angolo

di strada, altre case a schiera vicine. Lucio sta per entrare.

DADO

Ma oggi non c’erano Lucenti... erano solo i tuoi amici.

LUCIO

Certo, oggi i Lucenti non sono venuti.

DADO

Ma esistono i Lucenti?

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LUCIO

Credo che esistano davvero. E che un giorno ti

porteranno via se continui a seguirmi.

DADO

Io non ti ho seguito! Io non ti seguo mai!

Dado, arrabbiato, si china, coglie un sasso e lo tira al lampione, distruggendo la lampadina

LUCIO

Oh, no! (entra in casa)

VOCE DI UOMO

(da una casa vicina) Ma chi è stato?

LUCIO

(da dentro casa) Ciao, mamma. Siamo tornati

Dado infila veloce la porta di casa.

SCENA 27. SOGNO. SUL MARE DI NOTTE.

Una grossa barca tra le onde illuminate dalla luna. Delle sagome scure di uomini si muovono

sulla barca, c’è una certa agitazione tra loro: indicano qualcosa davanti alla prua. Sul mare, a

poca distanza, emerge il dorso di una balena: sembra minaccioso. Uno degli uomini sulla barca

prende un arpione e fa il gesto di lanciarlo. Dettaglio sulla mano: l’arpione ora è diventato una

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bomba di candelotti legati, con una lunga miccia accesa. Con un ampio movimento del braccio,

l’uomo lancia la bomba verso la balena.

SCENA 28. CASA DI DADO. INT. PRIMO MATTINO

Bum. Un botto sordo fa tremare i vetri della finestra della stanza di Dado. Il sole è basso e

Dado, in canottiera e mutandine, guarda verso il mare; lontana, fra i riflessi di luce delle onde,

c’è davvero una grossa barca scura. Dado sembra molto interessato alla barca, ma

all’improvviso si accorge di un altra cosa: il letto di Lucio, sfatto, è vuoto.

DADO

Oh… diavolo!

Si veste velocemente ed esce dalla stanza quasi inciampando nei vestiti. Ora si muove attento a

non far rumore: la porta della stanza della mamma è aperta. S’intravede la mamma che dorme

ancora.

SCENA 29. CASA DI DADO. EXT. PRIMO MATTINO

Dado corre fuori dalla porta di casa. Una mano lo blocca prendendolo per un braccio. È la zia.

ZIA

Dado, caro, esci sempre così presto da casa?

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DADO

(tentando di divincolarsi) Zia… ho fretta.

ZIA

Fretta? Che fretta puoi avere a quest’ora del mattino? La

scuola è ancora chiusa.

DADO

No… ora riapre…

ZIA

Apposta per te, immagino. Ma la mamma lo sa che stai

uscendo? O forse dorme ancora?

DADO

Dorme…

ZIA

Peccato… odio svegliarla, ma devo proprio: ho una

notizia davvero bella da darle: sta per arrivare una

persona molto importante… oh!

Dado con uno strattone è riuscito a sfuggire alla presa della zia ed è subito corso a distanza di

sicurezza. Si volta però ancora verso la zia.

DADO

Papà?

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ZIA

No. Ma che ti salta in testa?

DADO

(fra sé) Allora non può essere importante per la mamma.

SCENA 30. CASA DIROCCATA. EXT. MATTINO

Due ragazzi scavalcano il muretto ed entrano nel giardino della casa diroccata. Sono Lucio e

Mara, che si dirigono verso l’ingresso. A breve distanza, ma di soppiatto, li segue Dado, che

rifà I loro passi ed ora si dirige verso il pozzo. Si sdraia, nascondendosi, dietro il muretto del

pozzo. Giocherella un po’ con l’erba e osserva tra le pietre del muretto: alcune grosse lucertole

si stanno godendo beatamente il sole.

SCENA 31. CASA DIROCCATA. INTERNO MATTINO

Il sole filtra dalle finestre sconnesse nella stessa stanza della scena 20. Lucio e Mara, seduti

sulla brandina, si guardano negli occhi.

MARA

…sono diventata grande ormai. Non ci credi?

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LUCIO

No.

MARA

Chiudi gli occhi.

LUCIO

Mi posso fidare? (li chiude)

MARA

Sì (lo bacia). Visto? Non sono più una bambina.

SCENA 32. CASA DIROCCATA. EXT. MATTINO

Dado sonnecchia all’ombra del pozzo. Un rumore lo sveglia. Le lucertole scappano via. Sbircia

da dietro il pozzo e vede Lucio e Mara che fanno il percorso inverso, scavalcando il muro.

DADO

(fra sé) Che maledetti! Sono andati nel paese dei Lucenti!

(Si alza e si dirige verso l’ingresso della casa)

SCENA 33. CASA DIROCCATA. INT. MATTINO

Dado sale per delle scale piuttosto insicure. Al piano di sopra ci sono tre porte: da un lato una

porta semichiusa sul lato distrutto, con salto direttamente giù. Di fronte una porta aperta su

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una stanza integra, è quella dove si trovavano Lucio e Mara. Dado la esamina ma non gli

sembra particolarmente interessante. Si dirige verso il terzo ingresso, che dà sulla stanza più

scura, senza finestre e con solo una porta sbarrata da assi di legno. L’unico arredo è una

grande cassapanca coperta da un pesante panno di tessuto grezzo. Dado si avvicina alla porta,

prova inutilmente ad aprirla. Vi bussa su. Un rumore, forse di passi, sembra provenire da lì

dietro... insiste a bussare e i rumori si ripetono, si avvicinano. Dado è un po' incuriosito e un

po' spaventato... Il rumore si sente più forte e questa volta sembra provenire dall’interno stesso

della stanza. Dado si volta, capisce che c’è qualcosa che si muove dentro la cassapanca. Il

panno che la ricopre ora ondeggia, come se vi fosse qualcosa di vivo lì sotto.

DADO

Ah…. aiuto!

Scappa terrorizzato. Scende saltando a quattro a quattro i gradini della scala sconnessa, infila

la porta di corsa ed esce nel giardino.

SCENA 34. CASA DI DADO, INT. GIORNO

La zia e la mamma di Dado stanno terminando una lunga discussione.

ZIA

È un’occasione che non puoi perdere: cambierà non solo

la tua vita, ma anche quella dei tuoi figli...

MAMMA

Papà non avrebbe voluto...

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ZIA

Non dovranno più partire per lavorare; e non passeranno

tutto il loro tempo dentro un bar puzzolente o a

bighellonare con quegli inutili dei loro amici... già ora

non sai neppure dove si trova il piccolo.

In questo momento rientra Lucio.

LUCIO

Ciao, ma’, ciao zia.

MAMMA

Lucio, dov’è Dado?

LUCIO

Mamma, che vuoi che ne sappia

ZIA

(trionfante, alla sorella) Non sai neppure a che ora è uscito

da casa questa mattina! E al solito c’è il lampione rotto.

Scommetto che non immagini chi sia stato!

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MAMMA

(a Lucio) Tu e tuo fratello... Dove ve ne siete andati questa

mattina? Mi alzo e non trovo nessuno... mi avete fatto

proprio spaventare. E Dado è sempre più pallido ed

agitato... che gli avete fatto tu e i tuoi amici? è un

bambino troppo piccolo, e poi è facilmente

impressionabile, dovresti starci attento tu... Invece giochi

insieme agli altri a riderne sue spalle! E non lo difendi

nemmeno!

LUCIO

Mamma, non siamo usciti insieme io e Dado, non ne so

niente. E nessuno si diverte alle sue spalle.

MAMMA

Sì, come ieri, quando l'avete mandato a tirar pietre al

dottor Baroni... che incredibile figura che mi avete fatto

fare!

LUCIO

Ora ne ho abbastanza di Dado! Non devo fargli io da

angelo custode!

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MAMMA

Lucio, cosa vuoi dire? Non rispondere a tua mamma

come fece Caino a nostro Signore quando gli chiese di suo

fratello Abele...

LUCIO

Ma che Caino e Caino! Voglio dire che Dado è da sempre

che ce l’ho io appresso, e non posso muovere un passo

senza averlo alle calcagna... e ne ho le scatole piene! E tu

non ti ricordi mai che hai due figli e quello più piccolo

specialmente, non te lo sei mai tenuto in casa!

MAMMA

Lucio... come stai parlando a tua madre (scoppia a

piangere)

ZIA

Ninetta, che ti dicevo!

Lucio esce sbattendo la porta.

61
SCENA 35. SOTTO UN ALBERO DI FICHI. EXT. GIORNO

Lucio, innervosito dalla discussione con la madre, si rincammina verso la campagna. Giunto ad

un albero di fichi intravede, sporco e disteso con gli occhi socchiusi tra i fichi maturi spiaccicati

sul terreno, il fratello Dado.

DADO

(fra sé) Papé Bagòng! Papé Bagòng! Papé Bagòng!

LUCIO

Eccoti qua, finalmente. Si può sapere dove ti sei cacciato

questa mattina?

DADO

(ancora agitato) Volevo andare anch’io al paese dei Lucenti

LUCIO

Ma quale dannato paese dei Lucenti?!

DADO

...ma ho visto qualcosa.

LUCIO

Cosa? Cosa hai visto?

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DADO

Se te lo dico... giurami che mi credi!

LUCIO

Perché dovrei giurare se non so cos’è?

DADO

È una cosa spaventosa... Giuralo!

LUCIO

Va bene. Lo giuro.

DADO

No, così non basta

LUCIO

Uffa. Te lo giuro sulla madonna.

“Se a lui non credo, Madonna delle Calzette,

che la mia anima sia fatta a fette;

Madonnina cara di Dado non aver pietà

Se non mi racconta subito la verità”

63
SCENA 36. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO

Mario, Lia, Dado e Lucio nel giardino della casa diroccata di fronte all’ingresso.

MARIO

(rivolto a Dado) Si può sapere, pezzo di bagonghino, cosa

ci facevi questa mattina qui da solo?

DADO

Volevo andare al paese dei Lucenti... e poi non ero solo.

LUCIO

E con chi eri?!

DADO

(a Lucio) Ti avevo seguito... eri insieme a Mara

LIA

(a Lucio) Sei venuto qui con Mara questa mattina?

(ride) Quando lo saprà mia sorella!

LUCIO

(a Dado) Sei la peggiore spia che ci sia! Non sai proprio

farteli gli affaracci tuoi?!

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DADO

Andavate al paese dei Lucenti

LIA

Sì, proprio a quel paese... (ride ancora)

LUCIO

Giuro che questa me la pagherai!

MARIO

Ragazzi, le liti in famiglia rimandatele a più tardi. Ora

andiamo a vedere cosa c’è davvero dentro quella stanza.

(A Lia) Tu aspettaci qui, facci da sentinella.

LIA

E che cosa dovrei “sentinellare”?

MARIO

Se ci fosse davvero un pericolo, chissà. Dado, tu te la

senti di tornare su?

DADO

Sono coraggioso, io...

Lucio, Dado e Mario entrano nella casa.

65
SCENA 37. CASA DIROCCATA. INT. GIORNO

I tre ragazzi salgono con circospezione le scale cadenti della vecchia casa. Ora sono di fronte

alle porta in cui era entrato Dado.

MARIO

In questa stanza non entriamo quasi mai; è la più scura

di tutte.

LUCIO

Io la conosco, me la ricordo bene (entra, seguito dagli altri)

DADO

C’era qualcuno che si avvicinava, dietro quella porta...

ed un altro era nascosto lì, nella cassapanca.

MARIO

Nella cassapanca! (ridacchia) Ora vado a vedere

LUCIO

Dado, dietro quella porta non poteva esserci nessuno; ora

ti faccio vedere perché.

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Lucio, raccoglie un bastone da terra e si avvicina, seguito da Dado, alla porta sprangata da

assi. Facendo leva col bastone ne scardina un pezzo. Dall’apertura irrompe un luminosissimo

raggio di sole. Dado fa un balzo all'indietro, poi, incoraggiato dal fratello va a guardare. La

porta dà sul vuoto, su una stanza che non c'è più: dalla fessura si vede la parte di casa crollata,

il pozzo nel cortile e Lia, lì vicino, che coglie margherite.

LUCIO

Visto?

Ora guarda anche Lucio. Qualcosa attira la sua attenzione: un riflesso di luce, come di uno

specchio, proviene da vicino il pozzo. In questo stesso istante però si sente un urlo improvviso e

molto poco umano, seguito da un’imprecazione. I due fratelli si voltano spaventati: davanti a

loro c’è Mario col volto visibilmente graffiato.

MARIO

Scappiamo!

I tre si precipitano per la scala.

SCENA 38. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO

Dado, uscito di corsa davanti a Mario e Lucio, sbatte contro Lia, facendola cadere con tutte le

sue margherite.

LIA

Ma che vi prende?

67
MARIO

Fermi... fermi! Non è niente. Mi è saltata addosso una

gatta... c'erano i micini dietro la cassapanca, ecco cos’era

la cosa misteriosa che ha visto Dado!

LUCIO

Sei proprio uno stupido, Dado.

DADO

Micini? No, non potevano essere micini.

Non erano micini. Torniamo su a vedere...

MARIO

No, basta così. Non ne posso più di questa vecchia casa

cadente. Andiamo a fare un bel tuffo a mare, piuttosto.

SCENA 39. SCOGLIERA. EXT. GIORNO

Il gruppo dei ragazzini al completo s’immerge e si spruzza nel mare azzurrissimo. Dado è il solo

che non si è spogliato e li osserva, un po’ nervoso e un po’ invidioso, appollaiato sopra uno

scoglio.

DADO

(fra sé) Non erano micini...

68
SCENA 40. CASA DI DADO. EXT. SERA

Davanti alla porta di casa di Dado, un signore grande e baffuto (somiglia al domatore del

circo), accompagnato da un ometto più piccolino che gli tiene una cartella fitta di documenti,

saluta la zia di Dado.

SIGNORE COI BAFFI

Mi sembra che tutto sia andato nel migliore dei modi.

ZIA

Certo. Non faccia caso a mia sorella. È molto

sentimentale. Ma anche lei la ringrazierà presto.

SIGNORE COI BAFFI

È stato un piacere conoscerla...

ZIA

Il piacere è stato tutto mio... oh, ecco i miei nipoti

Dado e Lucio si apprestano a rientrare. Dado guarda con sospetto gli sconosciuti.

SIGNORE COI BAFFI

I figli della signora?

ZIA

I figli di mia sorella; Lucio, il grande...

69
LUCIO

‘Sera... (svicola dentro casa)

ZIA

...e Dado il più piccolo, una vera peste. Dado, aspetta,

fatti vedere bene: c’è un tale scuro questa sera. Qualcuno

deve avere rotto il lampione.

DADO

Non sono stato io.

ZIA

Certo che non sei stato tu… Ma come avrei mai potuto

pensare una cosa simile! Dado, saluta il signore

SIGNORE COI BAFFI

(avvicinandosi a Dado) Piacere di conoscerti, Dado, ho

sentito già parlare di te...

Dado, intimidito, scappa anche lui dentro casa.

70
SCENA 41. CASA DI DADO. INT. SERA

Dado, nell’ingresso, sente la voce di Lucio provenire dalla cucina.

LUCIO

Mamma, ma chi sono quei tipi?

Dado entra in cucina. La mamma ha gli occhi rossi e lucidi. Sembra aver pianto.

MAMMA

Oh, Dado! Eccoti qua finalmente. Dove sei stato tutto il

giorno? Mangia qualcosa...

DADO

No, mamma. Sono a posto.

MAMMA

Sei sicuro? Con chi sei stato? Cosa hai mangiato?

DADO

Sono molto stanco. Vado a dormire (esce)

MAMMA

(a Lucio) È stato con te?

71
LUCIO

Tutto il santo giorno. Ma ora spiegami cosa è successo.

MAMMA

Lucio, io e la zia abbiamo venduto la casa dei nonni, con

tutto il terreno attorno

LUCIO

Oh, no!

MAMMA

È stato per il vostro bene, Lucio...

LUCIO

Quante volte abbiamo sognato di ricostruirla così

com’era, di tornarci ad abitare...

MAMMA

Con questi soldi la nostra vita sarà diversa, tu potrai

finire gli studi e poi costruiranno una grande fabbrica

lì... ci sarà lavoro per te, per Dado, per tutti i vostri

amici: non dovrete emigrare, resteremo vicini, sempre.

72
LUCIO

L’abbatteranno, mamma, distruggeranno tutto. Il nonno

non te lo perdonerebbe...

MAMMA

Mai (piange). E papà non ritroverà più la nostra casa.

Non potevo dire di no a mia sorella. Lei ha più bisogno

di noi di quei soldi...

SCENA 42. STANZA DI DADO. INT. NOTTE

Dado nel suo letto. Non dorme. Entra Lucio.

DADO

Lucio...

LUCIO

Sta zitto... io con te non parlo più. Olivia oggi, a mare,

ha tentato di affogarmi. E Mara non mi si è avvicinata

neppure. E sai perché? Perché sei un dannato spione,

perché mi segui sempre - ora anche di nascosto - perché ti

trovi dove non ti dovresti trovare. Io spero davvero che

nella villa dei nonni ci sia nascosto un mostro. E che la

prossima volta che ci vai, da solo, ti porti via e nessuno

trovi mai più tracce di te.

73
DADO

Lucio…

LUCIO

Che c’è ancora?

DADO

Chi erano quelle persone che sono venute oggi?

LUCIO

Ma che t’importa? Sei troppo piccolo ancora.

Dado si addormenta.

SCENA 43. SOGNO DI DADO

43a. Casa di Dado. Ext. giorno.

L’uomo coi baffi, vestito da domatore e con la frusta in mano, davanti alla casa di Dado.

Accanto a lui c’è sempre l’omino con la cartella. Dado giunge di corsa e vorrebbe entrare in

casa, ma l’uomo gli si para davanti.

UOMO COI BAFFI

Buonasera, signor Dado. Dove va così di fretta?

74
DADO

Io… vado a casa!

UOMO COI BAFFI

Ah ah… (rivolto all’omino) Vuole andare a casa!

OMINO

(ride) Ah ah… a casa!

DADO

Questa è casa mia!

UOMO COI BAFFI

Non è più casa tua, caro Dado. Oggi viene a prenderne

possesso tuo padre.

DADO

Papà! (entra in casa)

43b. Casa di Dado. Int. giorno

La mamma di Dado si fa incontro al figlio.

MAMMA

Dado… guarda quanto sei sporco: non farti trovare così

da tuo padre.

75
Dado spinge una porta a due ante e la richiude. Vi si appoggia contro. Da dietro la porta

giunge un rumore di passi sempre più vicini.

UOMO COI BAFFI (v.o.)

Dado, vieni a salutare papà!

Qualcuno spinge la porta da dietro. Dado si oppone, resiste finché può, ma poi cede. Da dietro

la porta intravede un volto scheletrico e orribile. Dado fugge terrorizzato: la stanza (cieca)

dietro di sé si è trasformata in una fuga di porte come la precedente, che Dado richiude alle sue

spalle man mano che scappa, ma ad una ad una vengono riaperte da qualcuno che si avvicina.

43c. Stanza di Dado

Dado si trova accovacciato sulla parete di fronte alla porta dell’ultima stanza, che è poi la sua

stanza. La porta si apre lentamente e dietro c’è suo fratello Lucio.

LUCIO

Dado, cosa fai chiuso qui dentro?

DADO

Chi è venuto?

LUCIO

Non è venuto nessuno.

76
Dado ora è di nuovo nel suo letto. Dorme, ma il suo sonno è agitato. Dissolvenza tra il primo

piano di Dado e le fiamme di un falò.

SCENA 44. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. NOTTE.

Il falò è quello acceso dai ragazzi nel giardino della villa diroccata, ma questa volta lì attorno

non sembra esserci nessuno. La luce delle fiamme si riverbera sul pozzo. Dado è dietro il pozzo,

coricato come nella scena 32. Si alza e guarda incuriosito le fiamme.

BIMBA (v.o.)

Avvicinati, Dado, non aver paura.

Dado si avvicina con cautela al falò. Ben illuminata, ma parzialmente visibile, una bambina

senza vestiti sembra accovacciata dietro il fuoco.

BIMBA

Vieni qui, ti voglio parlare... (ride mentre Dado si avvicina)

DADO

Chi sei?

La bambina ride ancora. Dado s'avvicina ed allunga la testa per guardarla meglio. Al di sotto

del bacino le gambe della bimba sembrano unirsi.

77
DADO

Ma sei una sirena? (guarda meglio, quindi grida, spaventato)

No! Sei un Lucente!

Il grido di Dado spaventa la bimba che fa un balzo all’indietro, come per scappare, ma le

s'impiglia la "coda": è un'enorme coda di lucertola. Dado guarda atterrito la scena. La bimba si

rigira per terra, cercando di divincolarsi. La coda le si spezza - proprio come quella di una

lucertola - e salta via dibattendosi impazzita. Dado è spaventatissimo, ma la bimba ora si è

calmata e gli sorride di nuovo.

BIMBA

Non aver paura… Dado, non aver paura…

SCENA 45. CASA DI DADO. EXT. MATTINO

Suonano le campane: è domenica mattina. La madre di Dado, su un terrazzino, è impegnata a

stendere la biancheria. È più tranquilla della sera prima, canticchia.

Dado, con gli occhi socchiusi perché abbagliato dal sole, le si avvicina.

MAMMA

Ti sei alzato tardi questa mattina. Come mai non sei

uscito con tuo fratello?

DADO

Lucio non mi vuole più vedere.

78
MAMMA

Ma che dici… non è per niente vero che tuo fratello non ti

vuole vedere. Meglio così, però. Questa mattina resti con

me. Andiamo a messa insieme.

DADO

Non mi piace andare a messa.

MAMMA

Non dire mai questa cosa Dado, che se no il Signore ti

sente e ti punisce.

DADO

Mamma, se ti racconto una cosa mi credi?

MAMMA

Mi racconti di chi ha rotto il lampione?

DADO

No, è una cosa più importante; però mi devi credere, mi

devi credere!

MAMMA

Non fare così, Dado: sembri spaventato.

DADO

Ho fatto un incontro questa notte…

79
MAMMA

Non avere paura, non hai incontrato nessuno questa

notte. Hai sognato. Hai fatto solo un brutto sogno.

DADO

Uffa! Non mi crede mai nessuno.

MAMMA

Vieni a messa con me, Dado. Ti farà bene pregare un

poco il Signore.

DADO

No! Non voglio andare a messa.

SCENA 46. CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO

Dado s’introduce nel giardino della casa diroccata. È solo. Guarda all’ingresso, ma ha paura

ad entrare; poi si avvicina ai resti del falò che avevano acceso i ragazzi. Con un bastone rivolta

la cenere. Ci soffia sopra. Una piccola fiamma riprende a bruciare. Dado si accovaccia vicino al

fuocherello e lo fissa intensamente.

80
SCENA 47. CASA DIROCCATA. EXT. NOTTE

Dissolvenza dal piccolo fuoco riacceso da Dado a quello più grande e notturno della scena 44.

C’è di nuovo la bimba davanti al fuoco. Per un attimo s’intravede la metà inferiore del corpo, a

forma di lucertola. Poi la rivedremo quasi sempre in PP, illuminata dal riverbero delle fiamme.

BIMBA

Dado, abbiamo molta paura. Tu solo ci puoi aiutare…

però devi conoscere prima la nostra storia.

DADO

Che cosa vi fa paura?

BIMBA

Se non riusciamo ad allontanarci dal pozzo, se non

possiamo scappare da qui, per punizione saremo prima

trasformati in lucertole e poi moriremo tutti. Vedi? La

mutazione è già cominciata.

DADO

Perché non potete scappare? Quanti siete? E chi vi ha

punito?

81
BIMBA

Non potremo andarcene di qua finché non verrà rimosso

il “male”. E noi non possiamo rimuoverlo: un guardiano

ce lo impedisce.

DADO

Un guardiano?

BIMBA

Noi siamo tanti quanto bastano a fare un popolo. Chi ci

ha punito… la nostra superbia, e la crudeltà, hanno

meritato vendetta.

DADO

Cos’è il male?

BIMBA

Solo un ragazzo generoso, che non sa cos’è la paura, può

togliere il “male”. Solo tu ci puoi aiutare, Dado

DADO

Ma io ho paura… e non so cos’è il male.

82
BIMBA

Il “male” è in fondo al pozzo. Però devi stare attento al

guardiano.

DADO

Chi è il guardiano?

BIMBA

È un essere maledetto. Per poco non l’hai incontrato ieri.

Per fortuna sei fuggito in tempo. Chissà cosa ti avrebbe

fatto, se ti avesse raggiunto…

DADO

Io… ho più paura di prima.

BIMBA

Tu puoi farcela Dado, solo tu puoi farcela… Però stai

attento al guardiano. E ricordati: il “male” è in fondo al

pozzo. In fondo al pozzo.

SCENA 48. CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO

Dissolvenza inversa a quella che ha introdotto la scena precedente. Dado alza gli occhi dal

fuoco e guarda verso il pozzo. Si avvicina cautamente al bordo del pozzo, si affaccia. Una grata

di ferro lo chiude. Dado scuote la grata, che resiste. Cerca di guardare attraverso la grata. Una

83
scaletta di ferro arrugginita porta verso il fondo limaccioso; un mucchio di pietre e detriti

segnalano una piccola frana all’interno del pozzo.

Dado raccoglie una grossa pietra, la soppesa e la fa cadere attraverso la grata. Lo “splash”

viene ripetuto dall’eco. Dado si allontana dal bordo.

DADO

Oh Dio! E se ora viene su?

La mdp risale dall’oscurità del fondo del pozzo fino alla piena luce del giorno, in tempo per

inquadrare Dado che, di spalle, scavalca il muro del giardino.

SCENA 49. RIVA DEL MARE. EXT. GIORNO

Un piede, premendo una pompa a soffietto, finisce di gonfiare un canottino di gomma. Il

canottino viene spinto in acqua. All’interno ci sono attrezzature da immersione. Vi si allontana

sopra il figlio del dottor Baroni, parzialmente rivestito da una muta subacquea.

Non molto lontano, Lucio e il gruppo dei suoi amici, giocano a chi fa i tuffi più spettacolari.

SERGIO

(indicando il canottino) Spero proprio che un pesce spada

glielo buchi.

84
MARIO

Si dà un mucchio di arie perché il papà gli ha comprato

l’attrezzatura per la pesca subacquea; mai che sia venuto

a fare un tuffo con noi.

LUCIO

Ehi, ragazzi, guardate questo (si esibisce in un tuffo con

capriola)

Mara li osserva un po’ più da lontano; è l’unica vestita, accanto a lei c’è il fratellino Ciccio.

MARA

Fate tutti schifo! Ma dove avete imparato a tuffarvi così

male?

MARIO

Vieni a buttarti anche tu, invece di fare la saputella.

MARA

Uff… mio padre mi ha lasciato Ciccio… Ciccio non sa

ancora nuotare! Se non ci fosse lui vi farei vedere a tutti

quanti come ci si tuffa davvero.

SERGIO

Bella scusa quella di Ciccio! Non ti vuoi tuffare perché

hai paura. Sei una fifona! Sei una fifona!

85
OLIVIA

…ed una smorfiosa!

I ragazzi ridono di Mara, che comincia a dare segni di nervosismo.

SCENA 50. SCOGLIERA. EXT. GIORNO

Dado si arrampica in un punto alto della scogliera. Si guarda d’attorno; da un lato intravede la

campagna e la villa diroccata ormai lontana. Dall’altro la sua vista spazia sul mare; in

lontananza c’è la barca scura; più vicini, sulla riva, individua gli amici che giocano e comincia

ad incamminarsi verso di loro.

SCENA 51. RIVA DEL MARE. EXT. GIORNO

Mara ha visto Dado avvicinarsi.

MARA

Ciccio, guarda: sta venendo Dado. Perché non vai da lui?

CICCIO

Da…do! (s’incammina verso Dado)

86
MARA

(fra sé) Ora gli faccio vedere io!

Mara si spoglia rapidamente e quindi si arrampica sullo scoglio più alto che dà sul mare.

SERGIO

(in acqua) Guardate Mara!

LUCIO

Mara, che cosa vuoi fare?

MARA

Vi faccio vedere un tuffo vero, un tuffo come si deve.

LUCIO

Mara, ferma, ti puoi fare male!

MARA

Non sono una femminuccia!

LIA

(a Lucio) Per me si ammazza…

PIERO

Attenta agli scogli!

87
LUCIO

Torna indietro!

Mara è dritta sullo scoglio, ad alcuni metri dalla superficie dell’acqua, in posizione di tuffo.

Sotto di lei ci sono altri scogli e i ragazzi che la guardano senza più fiatare. Mara socchiude gli

occhi perché ha il sole di fronte, tira un gran respiro e poi si butta: un gran volo d’angelo che

finisce in acqua. I ragazzi stanno a guardare il punto dello spruzzo, ma Mara non riemerge.

LUCIO

Mara… (si tuffa)

MARA

(riemergendo vicino a Lucio) Sei un vigliacco, ecco cosa

sei ! (lo spinge sott’acqua)

OLIVIA

(sopraggiungendo alle spalle di Mara) E tu una

smorfiosa, una maledetta smorfiosa (spinge Mara

sott’acqua).

SERGIO

Sotto ragazzi, si fa la lotta in acqua!

I ragazzi che erano rimasti fuori dall’acqua si tuffano tutti assieme e iniziano un caotico

combattimento a spingersi sott’acqua e a spruzzarsi acqua negli occhi. Mara e Lucio, al centro

della lotta, bevono vistosamente.

88
SCENA 52. SCOGLIERA. EXT. GIORNO

Stanchi e bagnati i ragazzi risalgono per la scogliera. Lucio si volta indietro.

LUCIO

Guardate…

Spinto dalla corrente, il canottino sta ritornando vuoto verso la riva.

SERGIO

Quel cretino non sa neanche come ancorare un canotto.

LUCIO

Lo andiamo a prendere?

MARIO

Non toccherei mai niente di quello che appartiene al

dottor Baroni. Mi fa troppo disgusto.

MARA

Avevo lasciato Ciccio con Dado. Dove sono finiti tutti e

due?

MARIO

A quest’ora saranno già tornati a casa.

89
SCENA 53. RIVA MARE. EXT. GIORNO

Il canottino viene spinto dalle onde vicino a riva. Una mano lo blocca. È quella di Dado; vicino

a lui c’è Ciccio.

DADO

Sai, Ciccio, io sono un grande nuotatore.

CICCIO

Anch'io .

DADO

No, tu non sai nuotare, tu hai bisogno della ciambella!

CICCIO

No, non è vero. So nuotare, io.

DADO

Vieni con me allora.

I due bimbi salgono sul canottino. Dado lo spinge via dalla riva e impugna la pagaia.

Dalla scogliera si affaccia Lucio.

90
SCENA 54. MARE. EXT. GIORNO

Il canottino con i due bimbi, poco al largo della scogliera. Tra le rocce s'intravedono numerose

spaccature: è una zona ricca di grotte. Dado, sul canottino, governa come può con la pagaia.

CICCIO

Dove stiamo andando?

DADO

Sei mai stato alla grotta del bue?

CICCIO

No. È pericoloso?

DADO

Solo se si sveglia il bue.

SCENA 55. CASA DI DADO. EXT. GIORNO

Lucio raggiunge il gruppo dei ragazzini che, già rivestiti, sono in vicinanza della casa di Dado.

MARA

(A Lucio) Non sono neppure qui. Hai idea di dove

potrebbe essere andato tuo fratello?

91
LUCIO

Sì. Più che un’idea.

MARA

E che ci aspetti a dirmi dov’è?

LUCIO

A mare. Sul canotto di gomma.

MARA

Da solo?

LUCIO

No. Con Ciccio.

MARA

Ma… se Ciccio non sa nemmeno nuotare. Dado è

completamente pazzo. Fai qualcosa…

LUCIO

Completamente pazza sei tu. Chi ha affidato Ciccio a

Dado?

MARA

Oh… aiuto! Mamma, papà, aiuto!

92
SCENA 56. MARE/GROTTA. EXT. GIORNO

Il canottino con Dado e Ciccio è in difficoltà vicino agli scogli, a causa della risacca delle onde.

Dado riesce però a portarlo dentro l’apertura della “Grotta del bue”, al cui interno l’acqua è

calma.

DADO

Siamo arrivati.

La grotta non è molto grande, ma Ciccio guarda attonito per la meraviglia.

CICCIO

Dov’è il bue?

In fondo alla grotta c’è una piccola spiaggia di sassi. Dado vi accosta il canottino.

DADO

Prima scendiamo; poi te lo faccio vedere

Scendono. Ciccio è molto esitante e impaurito. Si aggrappa come può ad uno scoglio. Dado

invece sembra molto sicuro di sé. Appena sceso, spinge con una pedata il canottino, che si

allontana, verso l’imboccatura della grotta.

DADO

Conosci la storia del paese dei Lucenti?

93
SCENA 57. CASA DI MARA. INT. GIORNO

Il padre di Mara compone nervosamente un numero sul disco di un telefono a muro. Sua moglie

e la figlia gli sono accanto, agitatissime. Vicino la soglia, piuttosto imbarazzato, c’è Lucio.

PADRE DI MARA

Pronto… pronto! …finalmente! Polizia? Ho smarrito mio

figlio… cioè, no: è stato rapito mio figlio.

SCENA 58. MARE/GROTTA. EXT. GIORNO

Il canotto di gomma galleggia all’imboccatura della grotta; la risacca minaccia di portarselo

via in qualunque istante. Ciccio lo guarda andar via, con estrema apprensione.

DADO

…erano in lotta con gli uomini. Perché? Boh… forse per

stabilire chi fosse il più bello… no, no: facevano proprio

come gli uomini. Si ammazzavano fra loro. Ma sono stati

puniti. Fra di loro ora c’è il “male”. Sai cos’è il male,

Ciccio?

CICCIO

Il canottino…

94
DADO

Un ragazzo coraggioso come me li potrebbe però salvare;

io potrei salvarli… Ma cosa stai guardando?

CICCIO

Il canottino… il mare lo sta portando via! (scoppia a

piangere)

DADO

E allora? Torniamo a nuoto. Mi hai detto che sai

nuotare.

CICCIO

L’acqua… è fredda!

DADO

Però tu mi devi ascoltare… se non mi ascolti me ne vado

da solo (fa il gesto di tuffarsi)

CICCIO

Dado! Non mi lasciare solo…

L’apertura della grotta si oscura per un momento, come se qualcosa di grande le fosse passato

davanti.

95
DADO

Aspetta… c’è qualcosa. Sto tornando (si tuffa)

L’acqua nella grotta è davvero gelida. Scosso dai brividi, Dado nuota lentamente fino

all’imboccatura della grotta, dove c’è il canottino. Dapprima la luce del sole lo abbaglia. Poi

vede qualcosa che lo fa spaventare. Salta sul canottino e lo spinge dentro la grotta gridando:

DADO

Ciccio, Ciccio! Tieniti stretto, tieniti forte!

Ciccio si aggrappa allo scoglio con tutta la sua forza. Un boato sordo proviene dall’esterno

della grotta. Una grossa onda vi fa irruzione, sballottando il canottino di Dado e innaffiando

Ciccio, che riesce però a non farsi trascinare. Dado è arrivato col canottino vicino a Ciccio,

completamente scolato e piangente.

DADO

Salta su. In fretta.

Dall’esterno giungono ora delle voci di uomo, indistinte e concitate.

96
SCENA 59. PORTICCIOLO. EXT. TRAMONTO

Dado e Ciccio sono sul molo, insieme ad un uomo in divisa. Un piccolo gruppo di persone, fra

cui gli amici di Lucio, il padre e la madre di Mara, la madre di Dado si avvicinano.

CICCIO

Mamma…

Corre ad abbracciare la mamma. Nel frattempo una lancia a motore con l’insegna dei

carabinieri accosta al molo. Ne scendono, accompagnati dai carabinieri, tre uomini scuri con le

manette ai polsi.

PADRE DI MARA

(ad un carabiniere) Sono stati loro? Hanno rapito mio

figlio? La forca ci vorrebbe!

CARABINIERE

No… fanno pesca di frodo con le bombe. L’hanno

combinata grossa, questa volta, ma suo figlio non c’entra.

Suo figlio sta benissimo.

PADRE DI MARA

Non c’entrano loro? Allora la colpa è stata tutta di questo

piccolo delinquente (dà uno schiaffone a Dado)

97
DADO

Ahi! (scappa dietro la mamma)

MAMMA

(al padre di Mara) Non ci provi più a toccare mio figlio! (a

Dado) Con te facciamo i conti poi!

PADRE DI MARA

Suo figlio per poco non faceva annegare al mio Ciccio! Ci

pensi lei, se ne è capace, a suonargliele una buona volta!

MAMMA

Ci penso io, sì. Ma se lei si prova un’altra volta ad alzare

le mani sul mio Dado, uno schiaffone così (dà uno schiaffo

a Dado) non glielo toglie nessuno!

PADRE DI MARA

Signora, non le dico quello che penso di lei e di suo figlio

perché sono un galantuomo…

La mamma di Dado sta per rispondergli arrabbiata, quando il suono di una sirena fa tacitare il

gruppo. Un’autoambulanza risale il molo. Sulla lancia, ci si accorge ora, c’era il corpo di un

ragazzo. È il figlio del dottor Baroni. Il dottore e i lettighieri scendono dall’autoambulanza, ma

sembra che non c’è più niente da fare. Il corpo viene adagiato sul molo. Dado, semi piangente,

per le botte ricevute, si avvicina per guardarlo da vicino. I ragazzi sono sgomenti, guardano

intimoriti ora il corpo, ora il dottore piegato dal dolore. Lucio si avvicina al fratello.

98
DADO

È morto così? È per questa cosa che si fa la guerra?

LUCIO

Non guardare, Dado, andiamocene.

DADO

Non è stata colpa mia. È tutta colpa del “male”. Il “male”

sta in fondo al pozzo.

LUCIO

Ma cosa dici?

DADO

C’è una cosa in fondo al pozzo. È il “male”, ma non ho

potuto vedere come è fatto.

LUCIO

Stai delirando, Dado.

DADO

No. Non l’ho visto perché non sono riuscito ad aprire la

grata. Ma c’è. Ti giuro che è lì in fondo al pozzo. E se noi

l’avessimo cacciato di là, questo non sarebbe successo.

99
Il gruppetto di persone si è allontanato silenziosamente. Lucio spinge via Dado e fa per

avvicinarsi alla mamma, ma Dado si allontana.

SCENA 60. CASA DI DADO. EXT. SERA.

Lucio e la mamma rientrano in silenzio. Sulla porta di casa Lucio si volta a chiamare Dado.

LUCIO

Dado, sbrigati a venire (nessuno risponde) E va bene, hai

vinto tu. Domani andiamo a vedere cosa c’è nel pozzo.

DADO

(emergendo dal buio) E nessuno mi picchierà?

LUCIO

Perché mai? Dovresti sentirti abbastanza punito già

così…

100
SCENA 61. GIARDINO DELLA CASA DIROCCATA E POZZO.

EXT./INT. GIORNO.

La grata e il viso di Dado si rispecchiano sul fondo del pozzo. Lucio è accanto a lui.

DADO

Quanto è profondo?

LUCIO

Al massimo, ci saranno due dita d’acqua. La cisterna è

quasi completamente secca.

DADO

Andiamo a vedere?

LUCIO

Vado io solo. Tu stai attento al guardiano.

Lucio posa una torcia elettrica sul bordo del pozzo e, con un coltellino, armeggia sulla

serratura della grata, fino a farla saltare. Apre la grata e porge il coltello al fratellino.

LUCIO

Ecco... Ora sei armato, non devi avere paura di questo

guardiano.

101
Attaccandosi ai pioli di ferro di una scaletta rudimentale, Lucio scende con cautela dentro il

pozzo. Sul fondo sono franati sassi e mattoni. Lucio tasta le pareti attorno a se finché non trova

la fenditura da cui c’è stato il crollo. Nel frattempo Dado osserva una grossa lucertola che si

nasconde tra le pietre del pozzo.

LUCIO

C’è qualcosa di gelido qui… di metallico... Dado,

buttami la torcia.

DADO

Eccola…

Dado lancia la torcia a Lucio che la prende al volo, l’accende e guarda davanti a sé.

LUCIO

Santo cielo…

Piantata nella fenditura, alla luce della torcia elettrica è ben visibile la testa metallica di una

grossa bomba d’aeroplano.

SCENA 62. BOMBA CHE CADE E DISTRUZIONE CASA

La bomba cade come alla fine della 4a e nella 16b. Colpisce la villa; il lato della villa vicino al

pozzo si affloscia con un gran polverone. La polvere sovrasta e avvolge il pozzo.

102
SCENA 63. CANCELLO VILLA DIROCCATA. EXT. GIORNO

Lucio e Dado sono al di fuori della villa diroccata, vicino al cancello.

LUCIO

Vedi Dado, la bomba non è esplosa: ha colpito la villa

dei nonni dalla parte della cucina, l’ala più vecchia e

cadente: forse l’ha solo sfiorata, quel pezzo di casa non

aspettava altro che di crollare. Invece la bomba ha

centrato la cisterna, l’ha sfondata ed è finita in fondo al

pozzo; e non è esplosa; le macerie della cucina hanno

ricoperto il buco e così nessuno s’è accorto di niente.

DADO

Come mai nessuno è andato a guardare?

LUCIO

E chi aveva interesse? I nonni sono morti, poco prima

che finisse la guerra, l’uno dopo l’altra. E la casa è stata

abbandonata fino ad allora. Solo noi ragazzi ci

andavamo a giocare. Non è stata mai venduta… anzi: non

era mai stata venduta.

DADO

Cosa?

103
LUCIO

Niente.

DADO

E cosa faremo ora?

LUCIO

Non faremo nulla. È lì da otto anni e non è mai

scoppiata. Se lo sapessero i carabinieri che c’è una

bomba, manderebbero gli artificieri. La farebbero

brillare, cioè scoppiare. Un’esplosione enorme: quella

bomba è grossissima. Ci allontanerebbero da casa nostra,

potremmo addirittura restare senza casa.

DADO

Ma non può rimanere lì. È il male. Senza quella bomba i

Lucenti sarebbero già liberi, papà sarebbe tornato, il

figlio del dottor Baroni non sarebbe morto…

LUCIO

Quella bomba non può aver provocato tutto questo.

DADO

Sì, invece.

104
LUCIO

E poi mi hai detto che c’è un guardiano. Come puoi

mandare via la bomba, se prima non sconfiggi il

guardiano?

DADO

Troverò il guardiano…

LUCIO

Non farai niente di tutto questo. Non ti bastano i guai che

hai già combinato? Tu d’ora in poi a questa casa non ti

avvicinerai neppure! Se ti scoprirò, o chiunque altro mi

verrà a dire di averti visto dalle parti di questo cancello,

allora imparerai finalmente cosa vuol dire averle suonate.

Mi hai capito?

DADO

Capito, sì… sei tu che non vuoi capire: sei come tutti gli

altri, sei come la mamma, sei come il papà della tua

amichetta, come il dottor Baroni prima che il cielo lo

punisse… come i tuoi amici: siete tutti gli stessi: non

volete capire e sentire nulla!

LUCIO

Dado, questo non c’entra niente! È una cosa seria:

giurami che non verrai mai più a giocare da queste parti!

105
DADO

Lo giuro! Lo giuro! Tanto… che te ne frega se sto a

giurare, se non mi credi mai, se non mi hai mai ascoltato.

Come tutti gli altri, sei come tutti.

Dado corre via per la campagna, sparisce rapidamente dalla vista di Dado. Si alza il vento,

scuote i rami degli alberi vicino alla villa. Qualche foglia comincia a volare via.

NARRATORE (V.O.)

Quel giorno finiva l’estate…

SCENA 64. DA CASA DI DADO ALLA FERMATA D’AUTOBUS. EXT.

GIORNO

Fuori dalla porta di casa, la mamma con Dado vestito da scolaretto, col grembiulino nero e la

cartella, gli aggiusta il fiocco azzurro da scolaro delle elementari.

MAMMA

…e ubbidisci alla tua maestra, e non farle perdere la testa

come la fai perdere a me. E non litigare con i tuoi

compagnetti, almeno il primo giorno. Non gli tirare pietre

addosso, come hai fatto l’anno scorso.

Dado, visibilmente annoiato, si volta per andarsene.

106
MAMMA

…ma, soprattutto, rispondi quando ti rivolgono la

parola!

Sempre silenzioso, Dado si avvia verso la fermata dell’autobus. Nella strada davanti casa

incrocia la zia.

ZIA

Dado! Questa volta è vero che vai a scuola!

Dado procede a testa bassa. La zia si avvicina alla mamma che, sull’ingresso guarda il figlio

allontanarsi.

ZIA

Ma non parla più?

MAMMA

Neanche a me dice più niente…

ZIA

Bisogna proprio correggerlo questo ragazzino!

Dado ora incontra Lucio, che lo stava aspettando.

LUCIO

Su, svelto! Il bus non ci aspetta di certo.

107
I due camminano a fianco per un sentiero di campagna che, presto, li conduce sulla strada

asfaltata, dove spicca l’insegna della fermata dell’autobus. Il bus arriva. Fra i ragazzi già lì ad

attenderlo, ci sono Lia e Olivia, anche loro col grembiule nero da scolarette.

OLIVIA

(a Lia, ma a voce alta per farsi sentire) Guarda lì:

Bagonghi e Bagonghino.

LIA

Davvero una bella coppia…

Lucio fa salire Dado sull’autobus dopo le due sorelle, sale anche lui e, assieme a Dado, sceglie

un posto accuratamente lontano da quello in cui si sono sedute le ragazzine.

LUCIO

(a Dado, sottovoce) Non si sono guardate bene allo

specchio quelle due!

SCENA 65. SCUOLA ELEMENTARE. EXT./INT. GIORNO

All’ingresso di una scuola elementare i bambini entrano allegramente. Dado, in mezzo a loro, è

sempre silenzioso e solitario. All’interno della classe, la maestra fa un dettato ai bambini chini

sui banchi.

108
MAESTRA

“…pensa a quel malanno del paese, a quel Mozzoni che

ora è in città a fare il vagabondo”, Mozzoni con due zeta,

bambini, “che a ventiquattro anni è stato due volte in

galera”, attenti a come lo scrivete ventiquattro, “e ha fatto

morire di crepacuore quella povera donna di sua

madre…”

Mentre Dado scrive, con calligrafia grossa e sgraziata, una voce bisbigliata lo distrae.

BIMBA (v.o.)

Vieni qui, Dado, non aver paura…

Dado si volta: alle sue spalle una scolaretta sta scrivendo il dettato. Somiglia alla bimba dei

Lucenti.. Dado le si avvicina.

DADO

Sei tu? Come hai fatto a liberarti?

BIMBA

(strilla) Signora maestra!

MAESTRA

(interrompendo il dettato) Ferrandi, sei sempre tu! Non

copiare il compito della tua compagnetta, se non vuoi

essere messo in castigo!

109
SCENA 66. CAMPAGNA NEI PRESSI DELLA CASA DIROCCATA.

EXT. GIORNO

Alcuni operai stendono una recinzione di filo spinato attorno alla villa diroccata. Dado, ancora

in grembiulino e con la cartella in mano, osserva la scena a distanza di rispetto. Sul filo

spinato, un operaio appende un cartello di pericolo, con un teschio disegnato sopra. Gli operai

s’allontanano e Dado si avvicina.

DADO

(osservando il teschio) È lui…

Papé bagòng, papé bagòng, papé bagòng…

SCENA 67. CASA DI DADO. INT. SERA

Cena molto silenziosa a casa di Dado, a tavola con la mamma e il fratello. Dado, lasciando il

piatto quasi pieno, si dirige verso la sua stanza.

LUCIO

Ciao, mamma. Io esco…

MAMMA

Lucio, dove vai a quest’ora? Perché non pensi invece a

tuo fratello? Non mi dice più niente, ora non mangia

neppure…

110
LUCIO

Mamma, che ci posso fare io!

MAMMA

Prova a parlarci tu, una volta, visto che a me non mi

ascolta nemmeno…

LUCIO

Forse avresti dovuto parlarci tu, e molto prima…

MAMMA

Lucio!

LUCIO

Va bene mamma: vado io a parlarci.

SCENA 68. STANZA DI DADO. INT. SERA

Dado è già sul suo lettino, quando entra Lucio.

LUCIO

Allora, Dado: oggi all’uscita da scuola non ti sei fatto

trovare. Dove ti eri cacciato? Scommetto che sei andato

alla villa dei nonni.

111
DADO

No.

LUCIO

Non ci credo.

DADO

Hanno recintato tutto.

LUCIO

Cosa?

DADO

Sì, col filo spinato.

LUCIO

Non ti avevo detto forse di starci alla larga?

(Dado non risponde) Uff… hanno fatto in fretta a recintare.

Meglio così... Dado... si può sapere cosa ti prende?

DADO

(non lo ascolta) C’è un cartello…

PP su Dado che chiude gli occhi steso nel letto.

112
SCENA 69. SOGNO

69a. Giardino casa diroccata. EXT. notte.

Il fuoco brucia di nuovo all’interno del giardino della villa diroccata.

BIMBA (v.o.)

Dado… Dado!

DADO

Dove sei?

BIMBA

(in PPP dietro il fuoco) Sono qui… ma non venire. Sono

orribile. Ormai la nostra trasformazione è quasi ultimata.

DADO

Posso fare qualcosa, ancora?

BIMBA

Sì… solo tu puoi fare qualcosa; ma in fretta. Domani

distruggeranno la casa. E se non sconfiggi prima il male e

il suo guardiano resteremo chiusi per sempre e finiremo

col morire tutti… no, non ti avvicinare!

113
Dado, come ipnotizzato, si dirige verso il fuoco. Dietro vede fuggire le fiamme l’ombra di un

grosso animale; fa per inseguirlo, ma scivola; crede di cadere verso il fuoco…

DADO

Aiuto…

69b. Prato. EXT. giorno.

Dado è scivolato a faccia in giù nell’erba. Solleva la testa, ma una luce fortissima in un primo

momento lo acceca. Ora riesce a vedere: si trova su di un prato illuminato dal sole di

mezzogiorno. In lontananza, un uomo in divisa cammina verso di lui fischiettando. È il sergente

della scena 4.

DADO

Papà!

Il sergente gli va incontro e lo abbraccia.

SERGENTE

Quanto sei bello, figlio mio!

Saresti dovuto essere la mia gioia e la mia vita… invece,

non ho mai saputo neppure che faccia avessi.

Chiedimi pure tutto quello che vuoi, Dado, e io te lo

darò.

DADO

Papà, voglio il tuo coraggio!

114
SERGENTE

Il mio coraggio… è giusto. Ne hai di bisogno perché

dovrai affrontare un nemico terribile. Ma tu non avere

paura: andrai da lui e lo sconfiggerai, fallo per me, Dado!

DADO

Ma dopo, tu tornerai?

SERGENTE

Questo non è possibile.

DADO

Perché lo devo fare, allora?

SERGENTE

Per me, per la mamma, per tutti. Tutti quanti devono

sapere quanto è coraggioso mio figlio. Come suo padre…

Tu solo puoi salvare il paese dei Lucenti, ricordati però:

prima devi sconfiggere il guardiano.

DADO

Chi è il guardiano, papà?

SERGENTE

Lo riconoscerai…

115
Il padre svanisce in dissolvenza sul volto di Dado che si risveglia.

SCENA 70. STANZA DI DADO. INT. NOTTE

Dado si rialza dal letto e si guarda attorno: sul letto accanto al suo Lucio dorme

profondamente. Con cautela, Dado scende dal letto e si avvicina a quello del fratello; sotto il

letto trova la chiave del cassettone in cui Lucio custodisce la sua preziosa scatola. Apre il

cassettone, mentre il fratello si rigira nel letto, ma non si sveglia. Prende la vecchia pistola

tedesca e la nasconde dentro la sua cartella, da cui ha tolto via i libri e i quaderni. Richiude

tutto e rimette la chiave sotto il letto di Lucio.

SCENA 71. CASA DI DADO. EXT. MATTINA

Lucio esce di casa e si guarda attorno.

LUCIO

Mamma, dov’è Dado?

MAMMA

(dall’interno) È uscito, è andato a scuola da solo.

LUCIO

Così presto?

116
MAMMA

Se va a dormire presto, si sveglia presto.

LUCIO

Sarà…

Si incammina verso la strada.

SCENA 72. FERMATA DELL’AUTOBUS. EXT. MATTINO

Lucio aspetta l’autobus alla solita fermata. Le due sorelle Lia e Olivia, lo guardano di sottecchi

e ridacchiano. Lui gli alza le spalle. Passa Mario in bicicletta.

MARIO

Ehi, Lucio!

LUCIO

Ciao, Mario.

MARIO

Ho una cosa molto importante da farti vedere.

LUCIO

Ora non posso: sta arrivando il bus.

117
MARIO

Ma se ti dico che è molto importante. .. A scuola ti ci

accompagno io. Oppure entreremo più tardi.

L’autobus giunge alla fermata. Le persone che lo aspettavano, tra cui Olivia e Lia, salgono.

Lucio sembra un po’ indeciso, ma poi fa ripartire l’autobus.

LUCIO

Allora, cosa c’è?

MARIO

Guarda un po’ qui… (apre un sacchetto di carta e glielo

porge)

LUCIO

(allarmato) Che cos’è?

MARIO

Dinamite! L'ho rubata ieri sera al cantiere.

LUCIO

Quale cantiere?

MARIO

Ma dove vivi? Sei sempre l’ultimo a sapere le cose.

118
Il cantiere vicino alla villa diroccata. Stanno aprendo una

grossa strada, e costruiranno una fabbrica. Faranno

saltare tutte cose.

LUCIO

Con l’esplosivo?

MARIO

Sì, hanno una gran fretta di finire… così fanno prima.

LUCIO

Non è possibile! Presto, è questione di vita o di morte: mi

devi accompagnare dai carabinieri.

MARIO

Con questa roba? Se me la trovano siamo nei guai tutti e

due.

LUCIO

Vado io solo, allora. Dammi la bicicletta, presto…

MARIO

E io come ci vado a scuola?

119
LUCIO

Ti ho detto che è questione di vita o di morte! E poi, puoi

entrare più tardi.

Lucio fa scendere l’esterrefatto Mario dalla bicicletta, se ne impossessa e comincia a pedalare

furiosamente.

SCENA 73. COMANDO DEI CARABINIERI. EXT./INT. GIORNO

CARTELLO: “Comando stazione Carabinieri di …”. È un piccolo locale a piano terra. Lucio

arriva trafelato sulla bicicletta, scende ed entra dopo averla poggiata al muro. All’interno un

carabiniere in maniche di camicia, batte a macchina usando un dito solo.

LUCIO

Buongiorno…

CARABINIERE

Devi aspettare un momento.

LUCIO

È una cosa urgente… c’è una bomba…

CARABINIERE

Urgente? Ma chi sei? (lo guarda) Ah, sì, ti conosco: Lucio

Ferrandi…

120
LUCIO

Sì…

CARABINIERE

…il figlio di Ferrandi il disertore. Dove è scappato tuo

padre? In Australia? In Sudamerica? Aveva la cassa del

reggimento con sé, lo sai? E quella povera donna di tua

madre, magari lo sta aspettando ancora!

LUCIO

Ma che c’entra questo?!

CARABINIERE

E di quale bomba vai parlando? Come quella con cui il

mese scorso è morto quel povero ragazzo, Baroni? La

colpa è stata di tuo fratello, vero? Quel piccolo

delinquente sta venendo su come il papà…

LUCIO

Ma perché non si fa gli affari suoi?

CARABINIERE

Ma come ti permetti? Ci sei venuto tu qui. Cosa vuoi,

insomma?

121
LUCIO

Niente, non voglio niente (si volta e fa per andarsene)

CARABINIERE

E non dovresti essere a scuola a quest’ora?

Lucio esce. Inforca nervosamente la bicicletta, fa poche pedalate e poi si ferma.

LUCIO

Possa scoppiare in culo a tutti quanti questa dannata

bomba! Che faccia saltare in aria proprio tutti: gli operai

del cantiere, i carabinieri e la polizia assieme, il treno,

casa della mamma e mio fratello Dado! Dado… ma dove

sarà Dado?

SCENA 74. RECINZIONE E GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT.

GIORNO

Il cartello con il teschio e la scritta “Divieto d’accesso” appeso al filo spinato della recinzione.

Proprio lì sotto, ben acquattato a terra e stringendo la sua cartellina, sta passando Dado. Si

avvicina al cancello che è aperto, però subito si nasconde dietro un folto cespuglio: nel giardino

stanno lavorando degli operai: con i martelli pneumatici scavano delle buche alla base dei muri

della casa. Dado resta nascosto ad osservare.

122
SCENA 75. SCUOLA ELEMENTARE. EXT. GIORNO

Lucio, che ha appena posato la bicicletta, si rivolge ad un bidello all’ingresso della scuola

elementare di Dado.

LUCIO

Devo chiamare un bambino, Ferrandi della Terza B…

BIDELLO

Non è possibile. A quest’ora c’è lezione.

LUCIO

Sono suo fratello… è per via della mamma… sta molto

male, lo vuole vedere subito, prima di…

BIDELLO

Sicuro?

LUCIO

Sì, sì…

BIDELLO

Mi stai prendendo in giro?

123
LUCIO

Certo che no… in fretta, per favore!

BIDELLO

Aspettami qua… attento però: se mi hai preso in giro è

un guaio per te!

Il bidello entra. Lucio lo aspetta un po’ nervoso. Dopo un po’ fa ritorno.

BIDELLO

Guarda che tuo fratello in classe non c’è. Oggi a scuola

non c’è venuto proprio.

LUCIO

Oh, no! …povera mamma!

Lucio salta sulla bicicletta e scappa via.

SCENA 76. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO

Gli operai all’interno del giardino stanno terminando il loro lavoro. Uno ha finito di srotolare

e tagliare un grosso cavo nero. Ora si allontanano dalla zona davanti all’ingresso. Dado esce

dal suo nascondiglio. È il momento buono per attraversare il giardino. In un attimo è sui

gradini davanti alla porta di casa. Entra senza essere visto.

124
SCENA 77. RECINZIONE. EXT. GIORNO

Lucio, pedalando affannosamente verso la villa dei nonni, si trova all’improvviso davanti al filo

spinato nel punto dove c’è il cartello di pericolo. Frena, ma la bicicletta gli scivola sotto i piedi,

finisce a terra con la faccia in avanti verso la recinzione.

MARIO

(venendo alle sue spalle) Ehi, così mi rovini la bicicletta!

Lucio si volta. Dietro di lui c’è Mario insieme a Mara e Sergio.

MARA

Ciao, Lucio.

LUCIO

Che cosa fate qui?

SERGIO

Siamo venuti per non perderci lo spettacolo: fra poco

fanno saltare in aria la vecchia villa.

LUCIO

Siete pazzi? Qui fra poco potremmo saltare tutti in aria,

non soltanto la casa… avete visto Dado?

125
SERGIO

Ma che stai dicendo?

MARIO

No. Non c’è Dado.

MARA

Forse sì… quello è per caso suo?

Impigliato al filo spinato c’è il fiocco azzurro di Dado.

LUCIO

Sì… è là dentro. Devo andarci. Voi scappate più lontano

che potete: c’è una bomba enorme sotto il pozzo!

SERGIO

Non dire stupidaggini!

MARA

Non fare follie, Lucio.

Lucio s’infila sotto il filo spinato e corre verso la casa. Mara, correndo lungo la recinzione,

grida cercando di attirare l’attenzione degli operai.

MARA

Fermi! Fermi!

126
Una miccia viene accesa e comincia a bruciare in quello stesso istante.

SCENA 78. CASA DIROCCATA. INT. GIORNO

Dado è alla base della scala interna della casa diroccata. Guarda su con apprensione e poi

inizia a salire i gradini con cautela, tenendo la cartella tra le braccia incrociate sul petto. Ora è

davanti alla porta della stanza con la cassapanca ricoperta dal panno. Esita; poi entra.

DADO

Dove sei?

Dapprima sembra non succedere niente. Poi un lieve rumore di passi sembra provenire dalla

stanza accanto. Dado fissa ora la cassapanca. Il panno si muove come nella scena 33. Dado è

molto impaurito ma non scappa.

DADO

Fatti vedere! Fatti vedere subito!

Il panno si solleva e si dissolve, rivelando dietro di sé una figura mostruosa: il corpo semi

scheletrito e semi putrefatto di un soldato tedesco, con l’elmetto e la divisa sbrindellata. Nella

cintura vi sono appese due bombe a mano; le mani finiscono in artigli.

IL GUARDIANO

Questa volta ti ho raggiunto… non puoi più scapparmi,

Dado!

127
DADO

Io non scappo… perché sono coraggioso… e sono armato

(esce la pistola dalla cartella)

IL GUARDIANO

Ahahah! Mi fai ridere…

La creatura avanza verso Dado che gli punta contro la pistola

DADO

Non devi più fare morire i bambini…

LUCIO (v.o.)

Dado! Dado!

GRIDA DI UOMINI

(dall’esterno) C’è un ragazzo! Buttati! Sta per scoppiare

tutto! Oh Signore…

Dado preme il grilletto. La creatura grida e inizia a dissolversi in una nuvola di fumo.

SCENA 79. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO

Lucio, vicino al pozzo, si guarda intorno in cerca di Dado; poi si dirige verso l’ingresso della

casa.

128
LUCIO

Dado!

GRIDA DI UOMINI

A terra! A terra, ragazzo!

Dado esce dalla porta della casa, sporco di polvere e con una macchia di sangue sul volto; non

ha più la pistola e la cartella. Lucio lo vede, lo prende per un braccio, lo spinge verso il pozzo e

lo butta per terra coprendolo col suo corpo. La miccia finisce di consumarsi. Una, due, tre,

quattro esplosioni in sequenza. Una pioggia di sassi grandina verso i ragazzi. Le pareti della

casa ricadono su se stesse. Lucio, stringendo sotto di sé Dado, alza ora la testa per vedere cosa

è successo; ma gli effetti delle esplosioni non sono finiti. Vicino al pozzo crollano i muri della

cisterna e si aprono; si spacca anche il pozzo. La polvere ricopre tutte cose, mentre gli operai

cominciano ad accorrere; ora si dirada, rivelando alla vista di questi ultimi non solo i due

ragazzi, sporchi e laceri ma illesi, ma anche la bomba, che scintilla al sole, al centro della buca

riaperta dalle esplosioni.

UN OPERAIO

Gesùggiuseppemmarìa!

UN ALTRO OPERAIO

(in siciliano) Bedda matri!

Tutti gli operai sono ora intorno alla bomba immobili per lo stupore e la paura. Qualcuno, in

ginocchio, si fa il segno della croce. Lucio si rialza e fa alzare Dado. Lo ripulisce dalla polvere

dai cui è completamente imbiancato.

129
DADO

Ce l’ho fatta, Lucio, ce l’ho fatta! I Lucenti sono salvi

LUCIO

Lo so, Dado. Sei stato bravo. Ma ora andiamo a casa. La

mamma ci aspetta.

Si incamminano verso la recinzione. Da dietro il filo spinato i ragazzi li guardano a bocca

aperta. Dado stringe il braccio di Lucio.

SCENA 80. PAESAGGIO INDUSTRIALE E SPIAGGIA. EXT. MATTINO

Come alla fine della scena 1. Alcune ciminiere vomitano un fumo nero e denso.

NARRATORE (V.O.)

La bomba fu disinnescata e la fabbrica fu costruita. Non

portò lavoro e non ci fece restare nel nostro paese, anzi…

fece fuggire tutti i suoi abitanti. Il paese fu evacuato

perché era impossibile continuare a vivere in un posto

così inquinato.

Una pietra affonda verso il fondo del mare. La sabbia si richiude sulla pietra.

130
NARRATORE (V.O.)

Ormai qui non ci sono più ragazzi che giocano o madri

che attendono, ma la mia storia vi è rimasta racchiusa,

per sempre; e non è poco.

Non è poco in questi tempi sporchi, su questa terra

inaridita e per questo mare ammalato, dove perfino le

storie, oggi, si direbbero finite.

Il bimbo della prima scena lascia la spiaggia per dirigersi verso casa.

DADO

Mamma, sto arrivando!

Panoramica sul paesaggio, mare e campagna, ritornato bello e luminoso come nel tempo dei

ricordi.

FINE

131

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