re la realizzazione della doppia coltivazione della Via
e della tecnica, che divengono vane parole. Nel Tai Chi Chuan i principi del Ti e Yong sono inseparabili. Nella parole degli uomini dell'antichit: "Ti e Yong non sono due cose distinte" e "Dove c' Ti c' anche Yong". Cos si esprime il Maestro Cheng Man-ch'ing nella sua introduzione ai nuovi metodi di coltivazione personale: "Ti e Yong sono legati come l'ombra legata alla forma della mano". Si pu dun- que affermare che Ti e Yong sono complementari e inseparabili. Di conseguenza, per diffondere il Tai Chi Chuan, necessario non soltanto attribuire alla Forma e al Tui Shou la stessa importanza ma anche prestare attenzione alla loro qualit. Soprattutto in questo periodo in cui si promuove la pratica del Tai Chi Chuan come attivit fisica per tutta la popolazione, indispensabile prestare attenzione alla qualit dell'arte della boxe, far proce- dere di pari passo la dottrina e la tecnica allo scopo di ottenere la doppia preparazione di Ti e Yong e la doppia coltivazione della Via e della tecnica. A prescindere dal fatto che si eserciti la sostanza del Tai Chi Chuan o l'applicazione del Tui Shou, bisogna sempre attenersi alle 13 posizioni; se ci si allontana da esse ci che si pratica non pi Tai Chi Chuan. Le 13 posizioni comprendono: Peng (parare), Lu (ritirarsi ruo- tando), Chi (premere), An (spingere) - e cio le 4 direzioni - Tsai (tirare verso il basso), Lieh (dividere), Chou (colpire con il gomito), Kao (colpire con la spalla) - e cio i 4 angoli - questi due gruppi di tecni- che vengono definite le 8 Porte. Seguono Chin (avanzare), Tui (indietreggiare), Ku (guardare e spostar- si a sinistra), Pan (guardare e spostarsi a destra), Ting (ritornare al centro o equilibrio centrale) defini- te i 5 Passi (o i 5 Movimenti). Le tecniche del Tai Chi Chuan, bench varie e diversificate, si rifanno tutte alle 13 Posizioni fondamentali. Universo Olografico Luniverso un illusione? Gli Scienziati ed il Paradigma olografico 5 Nel 1982 unquipe di ricerca dellUniversit di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, ha condotto quello che potrebbe rive- larsi il pi importante esperimento del 20 secolo. Aspect ed il suo team hanno infatti scoperto che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche, come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente una con laltra indipendente- mente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri. come se ogni singola particella sapesse esattamente cosa stiano facendo tutte le altre. Questo fenomeno pu essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein che esclude la possibilit di comunicazioni pi veloci della luce da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connes- se non-localmente. Poich la maggior parte dei fisici nega la possibilit di fenomeni che oltrepassino la velocit della luce, lipotesi pi accreditata che lesperimento di Aspect sia la prova che il legame tra le particelle subato- miche sia effettivamente di tipo non-locale. David Bohm, noto fisico dellUniversit di Londra, recentemente scomparso, sosteneva che le scoperte di Aspect implicavano che la realt oggettiva non esiste. Nonostante la sua apparente solidit, luniverso in realt un fantasma, un ologramma gigantesco e splen- didamente dettagliato. Ologrammi, la parte e il tutto in una sola immagine Per capire come mai il Prof. Bohm abbia fatto questa sbalorditiva affermazione, dobbiamo prima comprendere la natura degli ologram- mi. Un ologramma una fotografia tridimen- sionale prodotta con laiuto di un laser: per creare un ologramma loggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser, poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo schema risultante dalla zona di interferenza dove i due raggi si incontrano viene impresso sulla pellicola fotografica. Quando la pellicola viene sviluppata risulta visibile solo un intrico di linee chiare e scure ma, illuminata da un altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale. La tridimensionalit di tali immagini non lunica caratteristica interessante degli ologrammi, difatti se lologramma di una rosa viene tagliato a met e poi illuminato da un laser, si scoprir che ciascuna met contiene ancora lintera immagine della rosa. Anche continuando a dividere le due met, vedremo che ogni minuscolo frammento di pellicola conterr sempre una versione pi piccola, ma intatta, della stessa immagine. Diversamente dalle normali fotografie, ogni parte di un olo- gramma contiene tutte le informazioni posse- dute dallologramma integro. Questa caratteristica degli ologrammi ci forni- sce una maniera totalmente nuova di com- prendere i concetti di organizzazione e di ordi- ne. Per quasi tutto il suo corso la scienza occiden- tale ha agito sotto il preconcetto che il modo migliore di capire un fenomeno fisico, che si trattasse di una rana o di un atomo, era quel- lo di sezionarlo e di studiarne le varie parti. Gli ologrammi ci insegnano che alcuni feno- meni possono esulare da questo tipo di approccio. Questa intuizione sugger a Bohm una strada diversa per comprendere la scoperta del pro- fessor Aspect. Diversi livelli di consapevolez- za, diverse realt Bohm si convinse che il motivo per cui le particelle subatomiche resta- no in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro separazione unil- lusione. Egli sosteneva che, ad un qualche livello di realt pi pro- fondo, tali particelle non sono entit indivi- duali ma estensioni di uno stesso "organismo" fondamentale.Per spie- gare la sua teoria Bohm utilizzava questo esem- pio: immaginate un acquario contenente un David Bohm pesce. Immaginate anche che lacquario non sia visibile direttamente ma che noi lo si veda solo attraverso due telecamere, una posizio- nata frontalmente e laltra lateralmente rispetto allacquario. Mentre guardiamo i due monitor televisivi possiamo pensare che i pesci visibili sui monitor siano due entit separate, la differente posizione delle teleca- mere ci dar infatti due immagini lievemente diverse. Ma, continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi un certo legame tra di loro: quando uno si gira, anche laltro si girer; quando uno guarda di fronte a s, laltro guarder lateralmente. Se restiamo completamente alloscuro dello scopo reale dellesperimento, potremmo arri- vare a credere che i due pesci stiano comuni- cando tra di loro, istantaneamente e misterio- samente. Secondo Bohm il comportamento delle parti- celle subatomiche indica chiaramente che vi un livello di realt del quale non siamo mini- mamente consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra. Se le particelle subatomi- che ci appaiono separate perch siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realt, esse non sono "parti" separate bens sfaccettature di ununit pi profonda e basi- lare che risulta infine altrettanto olografica ed indivisibile quanto la nostra rosa. E poich ogni cosa nella realt fisica costituita da queste "immagini", ne consegue che luniver- so stesso una proiezione, un ologramma. Il magazzino cosmico di tutto ci che , sar o sia mai stato Oltre alla sua natura illusoria, questo universo avrebbe altre caratteristiche stupefacenti: se la separazione tra le particelle subatomiche solo apparente, ci significa che, ad un livello pi profondo, tutte le cose sono infinitamente collegate. Gli elettroni di un atomo di carbonio del cervello umano sono connessi alle particel- le subatomiche che costituiscono ogni salmo- ne che nuota, ogni cuore che batte ed ogni stella che brilla nel cielo. Tutto compenetra tutto. Sebbene la natura umana cerchi di categorizzare, classificare e suddividere i vari fenomeni delluniverso, ogni suddivisione risulta necessariamente artificia- le e tutta la natura non altro che una immensa rete ininterrotta. In un universo olo- grafico persino il tempo e lo spazio non sareb- bero pi dei principi fondamentali. Poich concetti come la localit vengono infranti in un universo dove nulla veramen- te separato dal resto, anche il tempo e lo spa- zio tridimensionale (come le immagini del pesce sui monitor TV) dovrebbero venire interpretati come semplici proiezioni di un sistema pi complesso. Al suo livello pi profondo la realt non altro che una sorta di super-ologramma dove il pas- sato, il presente ed il futuro coesistono simul- taneamente; questo implica che, avendo gli strumenti appropriati, un giorno potremmo spingerci entro quel livello della realt e cogliere delle scene del nostro passato da lungo tempo dimenticato. Cosaltro possa con- tenere il super-ologramma resta una doman- da senza risposta. In via ipotetica, ammettendo che esso esista, dovrebbe contenere ogni singola particella subatomica che sia, che sia stata e che sar, nonch ogni possibile configurazione di mate- ria ed energia: dai fiocchi di neve alle stelle, dalle balene grigie ai raggi gamma. Dovremmo immaginarlo come una sorta di magazzino cosmico di Tutto ci che Esiste. Bohm si era addirittura spinto a supporre che il livello super-olografico della realt potrebbe non essere altro che un semplice stadio inter- medio oltre il quale si celerebbero uninfinit di ulteriori sviluppi. Poich il termine ologram- ma si riferisce di solito ad una immagine sta- tica che non coincide con la natura dinamica e perennemente attiva del nostro universo, Bohm preferiva descrivere luniverso col ter- mine "olomovimento". Affermare che ogni singola parte di una pelli- cola olografica contiene tutte le informazioni in possesso della pellicola integra significa semplicemente dire che linformazione distribuita non-localmente. Se vero che luniverso organizzato secondo principi olo- grafici, si suppone che anchesso abbia delle propriet non-locali e quindi ogni particella esistente contiene in se stessa limmagine intera. 6 Partendo da questo presupposto si deduce che tutte le manifestazioni della vita provengono da ununica fonte di causalit che include ogni atomo delluniverso. Dalle particelle subatomi- che alle galassie giganti, tutto allo stesso tempo parte infinitesimale e totalit di "tutto". Il cervello un ologramma capace di conser- vare 10 miliardi di informazioni. Lavorando nel campo della ricerca sulle fun- zioni cerebrali, anche il neurofisiologo Karl Pribram, dellUniversit di Stanford, si con- vinto della natura olografica della realt. Numerosi studi, condotti sui ratti negli anni `20, avevano dimostrato che i ricordi non risul- tano confinati in determinate zone del cervel- lo: dagli esperimenti nessuno per riusciva a spiegare quale meccanismo consentisse al cervello di conservare i ricordi, fin quando Pribram non applic a questo campo i concet- ti dellolografia. Il Dott. Pribram crede che i ricordi non siano immagazzinati nei neuroni o in piccoli gruppi di neuroni, ma negli schemi degli impulsi nervosi che si intersecano attra- verso tutto il cervello, proprio come gli schemi dei raggi laser che si intersecano su tutta larea del frammento di pellicola che contiene limmagine olografica. Quindi il cervello stesso funziona come un ologramma e la teoria di Pribram spiegherebbe anche in che modo que- sto organo riesca a contenere una tale quan- tit di ricordi in uno spazio cos limitato. stato calcolato che il cervello della nostra specie ha la capacit di immagazzinare circa 10 miliardi di informazioni, durante la durata media di vita (approssimativamente lequiva- lente di cinque edizioni dellEnciclopedia Treccani!) e si scoperto che anche gli olo- grammi possiedono una sorprendente capaci- t di memorizzazione, infatti semplicemente cambiando langolazione con cui due raggi laser colpiscono una pellicola fotografica, si possono accumulare miliardi di informazioni in un solo centimetro cubico di spazio.... ma anche di correlare idee e decodificare frequenze di ogni tipo. Anche la nostra stupefa- cente capacit di recu- perare velocemente una qualsivoglia informazio- ne dallenorme magaz- zino del nostro cervello risulta spiegabile pi facilmente, se si suppo- ne che esso funzioni secondo principi ologra- fici. Non necessario scartabellare attraverso una specie di gigante- sco archivio alfabetico cerebrale perch ogni frammento di informazione sembra essere sempre istantaneamente correlato a tutti gli altri: unaltra particolarit tipica degli olo- grammi. Si tratta forse del supremo esempio in natura di un sistema a correlazione incrociata. Unaltra caratteristica del cervello spiegabile in base allipotesi di Pribram la sua abilit nel tradurre la valanga di frequenze luminose, sonore, ecc. che esso riceve tramite i sensi, nel mondo concreto delle nostre percezioni. Codificare e decodificare frequenze esatta- mente quello che un ologramma sa fare meglio. Cos come un ologramma funge, per cos dire, da strumento di traduzione capace di convertire un ammasso di frequenze prive di significato in una immagine coerente, cos il cervello usa i principi olografici per convertire matematicamente le frequenze ricevute in percezioni interiori. Vi una impressionante quantit di dati scien- tifici che confermano la teoria di Pribram, ormai, infatti, condivisa da molti altri neurofi- siologi. Il ricercatore italo-argentino Hugo Zucarelli ha recentemente applicato il modello olografico ai fenomeni acustici, incuriosito dal fatto che gli umani possono localizzare la fonte di un suono senza girare la testa, abilit che conservano anche se sordi da un orecchio. risultato che ciascuno dei nostri sensi sen- sibile ad una variet di frequenze molto pi ampia di quanto supposto. Ad esempio: il nostro sistema visivo sensibi- le alle frequenze sonore, il nostro senso del- lolfatto percepisce anche le cosiddette "fre- quenze Cosmiche" e persino le cellule del nostro corpo sono sensibili ad una vasta gamma di frequenze. Tali scoperte suggeriscono che solo nel dominio olografico della coscienza che tali fre- quenze possono venire vagliate e suddivise. La realt? Non esiste, solo un paradigma olografico. 7 Dott. Pribram Ma laspetto pi sbalorditivo del modello cere- brale olografico di Pribram ci che risulta quando lo si unisce alla teoria di Bohm. Perch se la concretezza del mondo non altro che una realt secondaria e ci che esiste non altro che un turbine olografico di frequenze e se persino il cervello solo un ologramma che seleziona alcune di queste frequenze trasfor- mandole in percezioni sensoriali, cosa resta della realt oggettiva? Per dirla in parole povere: non esiste. Come avevano lungamente sostenuto le reli- gioni e le filosofie orientali, il mondo materia- le una illusione. Noi stessi pensiamo di esse- re delle entit fisiche che si muovono in un mondo fisico ma tutto questo fa parte del campo della pura illusione. In realt siamo una sorta di "ricevito- ri" che galleggiano in un caleidoscopico mare di frequenze e ci che ne estraiamo lo trasformiamo magi- camente in realt fisi- ca: uno dei miliardi di "mondi" esistenti nel super-ologramma. Questo impressionan- te nuovo concetto di realt stato battez- zato "paradigma olo- grafico" e sebbene diversi scienziati lo abbiano accolto con scetticismo, ha entu- siasmato molti altri. Un piccolo, ma cre- scente, gruppo di ricercatori convinto che si tratti del pi accurato modello di realt finora raggiunto dalla scienza. In un universo in cui le menti individuali sono in effetti porzioni indivisibili di un ologramma e tutto infinitamente inter- connesso, i cosiddetti "stati alterati di coscien- za" potrebbero semplicemente essere il pas- saggio ad un livello olografico pi elevato. Se la mente effettivamente parte di un con- tinuum, di un labirinto collegato non solo ad ogni altra mente esistente o esistita, ma anche ad ogni atomo, organismo o zona nella vastit dello spazio, ed al tempo stesso, il fatto che essa sia capace di fare delle incursio- ni in questo labirinto e di farci sperimentare delle esperienze extracorporee, non sembra pi cos strano. Immaginarsi malati, immagi- narsi sani. Il paradigma olografico ha delle implicazioni anche nelle cosiddette scienze pure come la biologia. Keith Floyd, uno psicologo del Virginia Intermont College, ha sottolineato il fatto che se la concretezza della realt non altro che una illusione olografica, non potremmo pi affermare che la mente crea la coscienza (cogito ergo sum). Al contrario, sarebbe la coscienza a creare lillusoria sensazione di un cervello, di un corpo e di qualunque altro oggetto ci circondi che noi interpretiamo come "fisico". Una tale rivoluzione nel nostro modo di stu- diare le strutture biologiche ha spinto i ricer- catori ad affermare che anche la medicina e tutto ci che sappiamo del processo di guari- gione verrebbero tra- sformati dal paradigma olografico. Infatti, se lapparente struttura fisica del corpo non altro che una proiezio- ne olografica della coscienza, risulta chia- ro che ognuno di noi molto pi responsabile della propria salute di quanto riconoscano le attuali conoscenze nel campo della medicina. Quelle che noi ora con- sideriamo guarigioni miracolose potrebbero in realt essere dovute ad un mutamento dello stato di coscienza che provochi dei cambia- menti nellologramma corporeo. Allo stesso modo, potrebbe darsi che alcune controverse tecniche di guarigione alternative come la "visualizzazione" risultino cos efficaci perch nel dominio olografico del pensiero le immagi- ni sono in fondo reali quanto la "realt". Il mondo concreto una tela bianca che attende di essere dipinta. Perfino le visioni ed altre esperienze di realt non ordinaria possono venire facilmente spie- gate se accettiamo lipotesi di un universo olo- grafico. Nel suo libro "Gifts of Unknown Things", il biologo Lyall Watson descrive il suo incontro con una sciamana indonesiana che, eseguendo una danza rituale, era capace di far svanire istantaneamente un intero boschetto di alberi. 8 Watson riferisce che mentre lui ed un altro attonito osservatore continuavano a guardare, la donna fece velocemente riapparire e scom- parire gli alberi diverse volte. Sebbene le conoscenze scientifiche attuali non ci permettano di spiegare tali fenomeni, espe- rienze come queste diventano pi plausibili qualora si ammetta la natura olografica della realt. Forse siamo tutti daccordo su cosa esi- sta o non esista semplicemente perch ci che consideriamo "realt consensuale" stato for- mulato e ratificato ad un livello della coscien- za umana nel quale tutte le menti sono illimi- tatamente collegate tra loro. Se ci risultasse vero, sarebbe la pi profonda ed importante di tutte le conseguenze connes- se al paradigma olografico, implicherebbe infatti che esperienze come quella riportata da Watson non sono comuni solo perch non abbiamo impostato le nostre menti con le con- vinzioni atte a renderle tali. In un universo olografico non vi sono limiti allentit dei cambiamenti che possiamo apportare alla sostanza della realt perch ci che percepiamo come realt soltanto una tela in attesa che noi vi si dipinga sopra qua- lunque immagine vogliamo. Tutto diviene possibile, dal piegare cucchiai col potere della mente, ai fantasmagorici eventi vissuti da Carlos Castaneda durante i suoi incontri con don Juan, lo sciamano Yaqui descritto nei suoi libri. Tutto questo non sar n pi n meno miraco- loso della capacit che abbiamo di plasmare la realt a nostro piacimento durante i sogni. Tutte le nostre convinzioni fondamentali dovranno essere riviste alla luce della teoria olografica della realt. 9