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“Creazione od evoluzione?

Dall’argilla, alla ceramica… all’uomo”

Quando l’uomo si appresta a realizzare, sotto qualsiasi forma, un’opera che


abbia origine dalla propria interiorità, luogo profondo, quale profonda è la sua
naturale capacità sinergica, sede delle potenzialità creative della sublimazione,
quando questa opera, alfine, si concretizza, ci troviamo di fronte ad un evento.
Nel caso di una creazione scaturita dall’argilla, essa ci richiama ancor più ad
una dimensione biblica, per cui l’atto superiore risente maggiormente della
sublimazione intesa come momento di inconsapevole elevazione dell’umanità.
Quanto descritto, si ritiene momento essenziale di premessa all’opera che si
presenta: “La gioia della vita”.
Le mani d’intorno tendono con sottesa ansia verso un mondo che raffigura
l’humus, ovvero un terreno di fertilità creativa, affinché si sviluppi il senso percettivo
di un luogo che sia oltre la pur necessaria quotidianità umana.
Questo mondo è allo stesso tempo fruitore dell’arte umana ed elargitore di
conoscenze destinate ad una necessità di acquisizioni di cui l’uomo è
inconsapevolmente assetato.
Così, attraverso una stretta simbiosi tra creatività ed evoluzione, si verifica e si
raggiunge, allo stesso tempo, uno spazio pregno di vitalità, ove convivono elementi
come il mare, la costa e i loro frutti.
Qui la creatività attinge nella giusta evoluzione temporale tutto il contenuto
intrinseco dell’arte.

Antonio Ragone

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