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IL LIBRO NERO SULL AGRITURISMO

INDICE

1) PREMESSA ............................................................................................................. 2 2 ) IL QUADRO NAZIONALE.................................................................................... 4 2.1) GLI ASPETTI LEGISLATIVI.......................................................................... 4 2.2 ) LA DISCIPLINA FISCALE............................................................................ 7 2.3) LA MISURA DELLA COMPLEMENTARIETADELL ATTIVITA AGRITURISTICA ......................................................................................... 10 2.4 ) I NUMERI DELL AGRITURISMO ............................................................... 12 3) I CAPISALDI PER UNA RIFORMA EFFICACE ED EQUA .................................. 15 4) IL CASO LAZIO ..................................................................................................... 17 4.1) LA DISCIPLINA REGIONALE..................................................................... 17 4.2) I NUMERI DELL AGRITURISMO ................................................................ 19 4.3) I PRODOTTI ALIMENTARI DEL TERRITORIO: IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE .......................................................................................... 21 4.4) LA PROPOSTA DI RIFORMA LEGISLATIVA ALL ESAME DELLA REGIONE ..................................................................................................................... 22 5) LA PROPOSTA DI FIPE PER LO SVILUPPO E LA VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI AGRICOLE E DEL TURISMO ENOGASTRONOMICO DEL LAZIO... 25

ALLEGATI: Allegato 1: La percezione delle aziende agrituristiche nel Lazio Allegato 2: Norme regionali in materia di agriturismo Allegato 3: Riforma delle norme regionali in materia di agriturismo Allegato 4: Ordine del giorno Consiglio regionale Fipe Allegato 5: Elenco dei prodotti DOP, IGP e tradizionali del Lazio Allegato 6: Proposta di legge di iniziativa popolare (linee guida)

1) PREMESSA
In poco pi di 15 anni, dopo l'entrata in vigore della legge quadro nazionale (n. 730/85), l'agriturismo nel nostro Paese ha avuto uno sviluppo formidabile sia in termini di numero di aziende (sono ormai oltre 11.000, di cui 6.000 con attivit di ristorazione, cio una ogni 10 ristoranti) che di giro di affari (stimabile in almeno in due miliardi di euro/anno). La crescita dimensionale del fenomeno agriturismo si accompagnata ad un progressivo snaturamento della funzione originaria dell'attivit che avrebbe dovuto consentire al settore primario, sostanzialmente in un regime di complementariet e di subalternit alla attivit agricola, di trovare quelle risorse economiche necessarie per un suo ancoraggio ad attivit di preservazione dell'ambiente, di gestione del territorio e di valorizzazione delle risorse naturali, storiche e gastronomiche. Il settore dell'agriturismo oggi, infatti, favorito ulteriormente da una legislazione regionale molto elastica, dall'assenza di controlli sistematici sull'attivit, da generosi interventi pubblici di sostegno finanziario e da un sistema fiscale ad hoc e flessibile, non pu pi definirsi un settore di attivit agricola ma, di fatto , ormai entrato nel vasto comparto del turismo, integrandone cos l'offerta complessiva del nostro Paese, ma senza concorrervi adeguatamente in termini di posti di lavoro (la legge consentirebbe il solo utilizzo di salariati agricoli), in termini di gettito fiscale e contributivo ( diffusissimo l'impiego di manodopera diversa da quella agricola in un rapporto contrattuale improprio). Anche a giudizio delle pi importanti associazioni agricole, l'attivit agrituristica "fuori controllo" e rappresenta ormai una forma consolidata e "inattaccabile" di concorrenza sleale a danno delle imprese alberghiere e della ristorazione. Fipe fortemente convinta che nel nostro Paese non vi possano essere attivit economiche percepite dal mercato come identiche ma svolte con caratteristiche, regole e vincoli differenziati. Non solo un problema di diversi vantaggi competitivi tra categorie (in ogni caso profilo inaccettabile in un mercato libero e pluralista), ma

essenzialmente un problema di trasparenza e di correttezza nei confronti del consumatore e del mercato. In quest ottica, i principi (e gli obblighi) che un impresa di ristorazione deve rispettare per operare sono i seguenti: Sicurezza alimentare Sicurezza di luoghi di lavoro Sicurezza anticendi (Legge 283/1962 DLGS 155/1997, ecc.) (DLGS 626/94 ed altre norme a tutela dell'incolumit dei lavoratori) (Regola tecnica Mininterni e disposizioni su locali con trattenimento danzante) (Normativa su acque, rifiuti, urbanistica, ecc) (artt. 86, 100, 109 del TULPS e disposizioni su sorvegliabilit p.e. ) (TUIR - Legislazione previdenziale)

Compatibilit e rispetto ambientale Polizia e Sicurezza Pubblica Fisco e Sicurezza sociale

Come evidente, il rispetto di tali capisaldi comporta sicuri oneri economici alle imprese e, soprattutto in una fase di stagnazione dei consumi , di pressione inflazionistica da costi, intollerabile che un segmento di attivit economica che si rivolge al consumatore finale possa disattendere in maniera non episodica anche uno solo dei citati presupposti, da cui non pu prescindere un mercato ufficiale regolamentato come quello del turismo, tra l'altro soggetto a forti sfide competitive internazionali.

2 ) IL QUADRO NAZIONALE
2.1) GLI ASPETTI LEGISLATIVI La materia e' disciplinata da una legge nazionale che ha valenza di " legge quadro" e dalle leggi regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano. Le leggi regionali, nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti dalla legge quadro (che per non sono vincolanti per le regioni a statuto speciale e per le province autonome), regolamentano l'esercizio dell'agriturismo nei rispettivi territori. Le leggi regionali, in particolare, determinano i criteri ed i limiti per lo svolgimento dell'attivit, stabiliscono i requisiti igienico sanitari dei locali e delle attrezzature, disciplinano gli interventi per il recupero del patrimonio edilizio rurale e prevedono forme di incentivazione da attuare attraverso la programmazione regionale in zone di particolare interesse agrituristico. Complementarieta' dell'agriturismo La legge concepisce l'agriturismo come attivita' connessa e complementare a quella agricola (coltivazione, allevamento, silvicoltura) e lo considera, pertanto "attivita' agricola per connessione !! Infatti l'agriturismo non e' praticabile disgiuntamente dall'attivit agricola la quale deve restare, per legge, comunque principale rispetto all'agriturismo. La "principalit" viene stabilita secondo criteri determinati dalle regioni. "Per determinare detto carattere principale possono essere adottati numerosi criteri tra i quali il rapporto tempo - lavoro dedicato dall'imprenditore e dalla sua famiglia a ciascuna di dette attivit, in base al quale i tempi di lavoro assorbiti dall'attivit agricola tradizionale devono essere superiori a quelli richiesti dall'attivit agrituristica" (circolare MAF 13419 del 27 giugno 1986). Solo gli imprenditori agricoli sono ammessi a svolgere attivita' agrituristica Essendo l'agriturismo attivit propria dell'imprenditore agricolo, e' autorizzabile esclusivamente l'imprenditore agricolo di cui all'art.2135 del codice civile ("E'

imprenditore agricolo chi esercita un'attivit diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all'allevamento del bestiame e attivit connesse, in forma singola o associata"). Pertanto operatore agriturista non potr essere che un imprenditore agricolo o un suo familiare. Non ci pu essere impresa agrituristica senza azienda agricola in attivit La legge pone come requisito fondamentale dell'agriturismo che l'attivit si svolga all'interno dell'azienda agricola utilizzando le strutture, i prodotti, la manodopera (non possono essere assunti lavoratori esclusivamente per l'attivit agrituristica). Deve pertanto trattarsi di un'azienda agricola in esercizio: non , pertanto, ipotizzabile un'azienda che svolga solo attivit agrituristica. L agriturismo pu essere esercitato, di norma, in edifici ubicati nel fondo agricolo Come le altre attivit agricole, l'agriturismo pu essere esercitato dovunque, purch l'azienda abbia i requisiti richiesti. Possono essere utilizzati solo i locali siti nell'abitazione dell'imprenditore agricolo ubicati nel fondo, nonch edifici o parti di essi esistenti nel fondo e non pi necessari alla conduzione dello stesso. In determinati comuni indicati in sede regionale l'agricoltore pu utilizzare a fini agrituristici l'abitazione anche se collocata in un contesto urbano, a condizione che sul fondo non abbia fabbricati. Molte sono le incentivazioni Nelle zone montane, in quelle riconosciute svantaggiate e nelle aree individuate dalla programmazione regionale come "di particolare interesse agrituristico" vengono erogati interventi finanziari previsti da programmi regionali. Tali interventi si concretano nella concessione di contributi in conto capitale e/o mutui agevolati per la realizzazione di infrastrutture ed opere di miglioramento del territorio secondo "piani di interventi straordinari " redatti dalle comunit montane o dai comuni e finanziati dalle regioni.

Alloggio e ristorazione sono le attivit esercitabili, con alcune limitazioni Le attivit principali consentite sono legate alla ricettivit e alla ristorazione : dare alloggio stagionalmente sia nei locali aziendali che in campeggio in apposite piazzole ( le leggi regionali pongono limiti ai letti ed al numero di piazzole); somministrare pasti e bevande costituiti prevalentemente da prodotti propri, compresi alcoolici e superalcoolici (si considerano propri i cibi e le bevande lavorati nell'azienda nonch quelli ricavati da materie prime dell'azienda anche attraverso lavorazioni esterne); organizzare attivit ricreative o culturali.

Le attivit effettuabili devono risultare dal titolo autorizzatorio. Qualora l'attivita' esplicata esuli da tale contesto occorre che l'operatore agrituristico si munisca delle corrispondenti autorizzazioni (attivit di ballo, concerti e concertini, detenzione televisori e radio, attivit di stallaggio artt.: 68,69,80, '86 TULPS ). La vendita dei prodotti agricoli e dell'allevamento di produzione dell'azienda agricola resta regolata dalle disposizioni della legge n. 59/1963.

2.2 ) LA DISCIPLINA FISCALE La disciplina fiscale dell'agriturismo e' prevista dall'art.5 della legge 30 dicembre 1991, n.413 che ha segnato una profonda innovazione. L'agriturismo, che prima - nonostante la legge n. 730 del 1985 lo qualificasse attivita' agricola - veniva tassato come attivita' commerciale e cioe' al pari degli alberghi e dei pubblici esercizi, ora ha una propria disciplina anche sotto il profilo fiscale. Il citato art.5, infatti, introduce per le attivita' agrituristiche il regime forfettario sia ai fini della determinazione del reddito delle persone fisiche che agli effetti dell'IVA. Il forfait, mentre e' stato abolito per la generalita' degli utenti e delle attivita', e' divenuto il regime normale per gli operatori di agriturismo, indipendentemente dall'ammontare dei ricavi e del volume di affari. L'abolizione del regime forfettario di determinazione del reddito, introdotto per la generalit dei lavoratori autonomi dalla " Visentini ter ", bene ricordare, venne soppresso a causa degli effetti perversi determinati dallo stesso sul gettito. Infatti i contribuenti soggetti a tale regime avevano, da un lato, perso ogni interesse a pretendere la fatturazione dei beni e servizi acquistati, dall'altro, comprimevano al massimo la certificazione dell'ammontare delle loro prestazioni anche in ragione della mancanza della necessit di presentare un credibile rapporto tra acquisti e vendite. Ci causava una incentivazione non solo all'evasione allo stadio finale della commercializzazione, ma anche fenomeni di compressione dei ricavi da parte dell'ingrosso e della produzione di beni e servizi. In netta controtendenza, pertanto, fu la scelta del legislatore del 1992 di reintrodurre la determinazione forfettaria dei ricavi per tale categoria di operatori che si vede incentivata (anche in ragione della difficolt di operare controlli sulla certificazione dei corrispettivi connaturata alla natura stessa dell'attivit svolta), a porre in essere quei comportamenti che avevano portato alla revoca del regime forfettario istituito per la generalit dei contribuenti minori.

Tuttavia, volendo, e' possibile per l'operatore rinunciare al regime forfettario per quello ordinario. Ai fini delle imposte sul reddito il sistema di determinazione forfettario di cui sopra e' escluso per le societa' di capitali e societa' cooperative residenti nel territorio dello Stato, nonche' per gli enti aventi per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attivita' commerciali. Si applica, pertanto, per le persone fisiche, comunioni familiari, societa' di persone, enti non commerciali, nonche' per le societa' e gli enti di ogni tipo non residenti. Relativamente all'IVA, come e' detto di seguito, il regime forfettario si applica nei confronti di tutti i contribuenti compresi cooperative, societa' di capitali ed enti commerciali. Irpef La determinazione del reddito imponibile si ottiene applicando all'ammontare dei ricavi derivanti dall'attivita' agrituristica il coefficiente di redditivita' del 25%. Vale a dire che il reddito imponibile sara' pari al 25% di quello lordo detratta l'IVA. Se, ad esempio, un imprenditore ha incassato dall'attivita' agrituristica, complessivamente, al netto dell'IVA, 10 mila Euro paghera' su 2.500 euro. Non e' consentita nessuna detrazione analitica come ad esempio interessi passivi su mutui o acquisto di beni ammortizzabili ecc.

I.V.A. Anche per l'IVA il nuovo regime introdotto e' di tipo forfettario per cui l'imposta da versare non va determinata attraverso la differenza tra IVA riscossa e IVA pagata, bensi' applicando una riduzione percentuale sull'imposta relativa alle operazioni imponibili. La legge infatti stabilisce che per i soggetti (tutti i soggetti, senza la distinzione fatta ai fini del reddito imponibile) che esercitano attivita' di agriturismo l'IVA dovuta e' pari al 50% di quella relativa alle operazioni imponibili, indipendentemente dall'ammontare dei ricavi e del volume di affari.

Sostanzialmente l'IVA da pagare e' pari alla meta' di quella che risulta riscossa in base alle ricevute fiscali. Tale riduzione del 50% e' stata prevista a titolo di detrazione forfettaria dell'IVA relativa agli acquisti. Per gli introiti ricavati dall'attivita' agrituristica e' obbligatoria l'emissione della ricevuta fiscale. Le aliquote I.V.A. da applicare ai fruitori sono attualmente: 10% per pernottamenti, ristorazione e campeggio; 20% per le altre prestazioni (passeggiate a cavallo, attivita' ricreative, ecc.). In caso di prestazioni che non richiedono servizio a tavola (come la consumazione di sole bevande o di soli panini) viene, invece, emesso lo scontrino fiscale. Le aziende che prestano siffatti servizi devono munirsi di registratore di cassa.

2.3) LA MISURA AGRITURISTICA

DELLA

COMPLEMENTARIETA

DELL ATTIVITA

Il concetto della complementariet dell attivit agrituristica rispetto a quella agricola alla base della disciplina legislativa che regola la materia. Ed proprio su questo concetto che il sistema delle leggi regionali e i relativi controlli ufficiali sul settore mostrano la corda, invocando surrettiziamente presunte difficolt interpretative. Il tempo di lavoro, ad es., uno dei criteri pi rigorosi per valutare la complementariet dell attivit agrituristica a quella agricola. I dati pi aggiornati sull utilizzo del lavoro nell ambito delle aziende agricole italiane indicano che il 42,4% di esse ne impiega per meno di 70 giornate all anno. Appena il 2% utilizza oltre 1.120 giorni di lavoro all anno. Questi pochi dati danno immediatamente conto della difficolt con cui gli agriturismo riescano a mantenersi nell ambito dei confini di complementariet e subalternit previsti dalla norma. Se per l alloggio, modalit e tempi di svolgimento del servizio consentirebbero, sebbene in linea del tutto teorica, di conciliare lavoro agricolo e lavoro d accoglienza preservando in tal modo le condizione di complementariet e subalternit, per la ristorazione risulta generalmente difficile sovrapporre il lavoro agricolo a quello richiesto dallo svolgimento del servizio.

LE IMPRESE AGRICOLE PER GIORNATE DI LAVORO IMPIEGATE ( val. %)


oltre 1.120 fino a 1.120 0,7 1 4,4 14,5 17 20 42,4

gg. lavoro

fino a 840 fino a 560 fino a 280 fino a 140 fino a 70

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Facendo due rapidi calcoli facile intuire come una qualsiasi attivit di ristorazione assorba un numero di giornate di lavoro superiore a quella dichiarata dalla quasi totalit delle aziende agricole. Anche le performances economiche aiutano a capire come oggi complementariet e subalternit dell attivit agrituristica (rispetto a quella agricola) esistano solo sulla carta.

RISULTATI ECONOMICI DELLE AZIENDE AGRICOLE


VARIABILI ECONOMICHE valori medi aziendali (in euro) Produzione Costi intermedi Valore aggiunto Costo del lavoro Margine operativo lordo Altri proventi netti Contributi sociali Risultato lordo di gestione Fonte: Istat 14.345 6.025 8.320 1.143 7.177 526 604 7.099 1999

Il valore della produzione di un azienda agricola ammonta, in media, a 14.345 euro con una forbice che va da 12.896 per le aziende individuali (99,3% del totale) a 212.292 per le societ (0,7%). Nel caso dell attivit agrituristica il ricavo medio per azienda ammonta, anche solo in riferimento ai valori dichiarati dalle associazioni agricole, a 87.000.

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2.4 ) I NUMERI DELL AGRITURISMO In Italia operano oltre 11mila aziende agrituristiche. Di queste circa il 45% ubicato nelle regioni nord-orientali, in prevalenza nella provincia autonoma di Bolzano. Nelle regioni centrali risulta localizzato circa un quarto delle aziende agrituristiche con una particolare concentrazione in Toscana. L agriturismo meno diffuso nelle aree del Mezzogiorno. E proprio la concentrazione territoriale deve costituire la chiave di lettura per interpretare il fenomeno agriturismo in relazione ad attivit concorrenti come ricettivit e ristorazione.

L'AGRITURISMO IN ITALIA
AZIENDE POSTI LETTO POSTI LETTO PER AZIENDA PRESENZE AZIENDE CON ALLOGGIO AZIENDE CON RISTORAZIONE FATTURATO (*) (in Meuro)
(*) escluse aziende con sola ristorazione Fonte: indagine CIA-Turismo verde

11.500 119.000 10 15.000.000 9.500 6.000 1.000

Le aziende con alloggio sono circa 10.000 e 6.000 quelle che dispongono di un ristorante. In dieci anni la ristorazione all interno delle aziende agrituristiche ha avuto percentuali di crescita a tre cifre. Le aziende con ristorante sono passate da meno di 3.000 a 6.000 (+108%) e quelle che offrono ai clienti il solo servizio di ristorazione da 1.000 a 2.500 (+138%).

1992 AZIENDE CON RISTORAZIONE AZIENDE CON SOLA RISTORAZIONE Fonte: stima Fipe su dati associazioni agrituristiche e Istat 2.890 1.050

2002 6.000 2.500

VAR.% 107,61 138,1

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La distribuzione territoriale delle aziende agrituristiche con ristorante presenta una significativa variabilit. Se la media nazionale e di 49 ristoranti ogni 100 aziende, nelle regioni nord-occidentali si sale a 84 ed in quelle centrali si scende a 26.
LA RISTORAZIONE NEGLI AGRITURISMO
(% di aziende con servizio di ristorazione)

ITALIA

48,6

SUD

73,4

CENTRO

26,3

NORD EST

39,8

NORD OVEST

84,2

A livello regionale si va dai 7 ristoranti ogni 100 aziende delle Marche ai 96 della Sardegna. Tra le regioni centrali va segnalato il Lazio con 73 ristoranti ogni 100 aziende agrituristiche.

LA RISTORAZIONE NEGLI AGRITURISMO


( % di aziende con servizio di ristorazione)
SARDEGNA SICILIA CALABRIA BASILICATA PUGLIA CAMPANIA MOLISE ABRUZZO LAZIO MARCHE UMBRIA TOSCANA EMILIA ROMAGNA VENETO FRIULI V.G. TRENTINO A.A. LIGURIA LOMBARDIA VALLE D'AOSTA PIEMONTE

95,5 52,7 87,6 45,0 88,7 71,2 85,7 58,5 73,1 6,9 19,8 27,9 88,0 73,5 91,8 17,4 70,0 91,7 42,9 86,0

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Il miliardo di euro di fatturato dichiarato dalle associazioni agrituristiche appare assai distante dal valore reale. Mancano i ricavi delle 2.500 aziende che erogano il solo servizio di ristorazione e appare fortemente sottostimato il fatturato medio per azienda. Un calcolo molto pi verosimile fissa in almeno 900milioni di euro il fatturato della sola ristorazione.

IL FATTURATO DEL RISTORANTE AGRITURISTICO


APERTURA ANNUA (n. giorni) COPERTI/GIORNO COPERTI/ANNO PREZZO MEDIO (in euro) FATTURATO (in euro) 150 50 7.500 20,00 150.000

TOTALE ITALIA
AZIENDE FATTURATO (in Meuro)
Fonte: stima Fipe

6.000 900

In tal modo il fatturato complessivo del settore dovrebbe sfiorare i due miliardi di euro.

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3) I CAPISALDI PER UNA RIFORMA EFFICACE ED EQUA


A giudizio di FIPE ed in ragione di quanto prima denunciato, urgente una riforma della legislazione nazionale e regionale sull'agriturismo che deve essere ancorata ai seguenti principi cardine: MAGGIORE TUTELA DEI CONSUMATORI garanzia di trasparenza nei confronti dei consumatori che recandosi presso un agriturismo hanno l'aspettativa di gustare prodotti freschi e di provenienza prevalentemente aziendale. Si assicura mediante la tracciabilit delle materie prime impiegate nella cucina, nonch del vino somministrato; rispetto pieno e senza deroghe della normativa in materia igienico sanitaria (sicurezza alimentare); garanzia di un costante rispetto del requisito della complementariet dell attivit, assicurando la prevalenza della attivit agricola nei confronti di quella agrituristica sia in termini di apporto di prodotti propri che di lavoro impiegato; previsione, al fine di evitare abusi sia in termini di prevalenza di prodotti che di tempi di lavoro, di criteri per individuare dimensioni e caratteristiche strutturali (superficie lavorata, tipologie di coltivazione e allevamento) minime aziendali indispensabili per esercitare l'attivit di ristorazione; obbligo di erogazione del servizio di ricettivit; determinazione, in sede di rilascio dell'autorizzazione, di un numero massimo di coperti direttamente funzionale alla entit della produzione ed alla disponibilit degli addetti; decadenza dell'autorizzazione in caso di perdita del requisito della complementariet; limitazione dell'attivit di ristorazione agli alloggiati e a coloro che usufruiscono delle attivit collaterali dell'azienda (ci implica che l'azienda agrituristica deve necessariamente avere attivit complementari),

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GENERALIZZATO RISPETTO DELLE REGOLE Identificazione degli organi deputati ai controlli; controllo periodico della sussistenza dei requisiti che hanno dato luogo al rilascio dell'autorizzazione e conseguenti modifiche della capacit ricettiva riconosciuta; previsione di un sistema di controlli efficiente. La congruit della situazione aziendale pu essere verificata annualmente - al fine di assicurare il rispetto della prevalenza del tempo di lavoro dedicato all'agricoltura e dell'apporto di prodotti propri - confrontando il numero dei pasti serviti ed i valori delle altre attivit turistiche con i dati contenuti nella " scheda aziendale da utilizzare per la constatazione dei redditi delle aziende agricole" prevista dal Regolamento (CEE) n. 223/77 della Commissione del 23 settembre 1977 e successive modifiche ed integrazioni; oltre ai controlli ufficiali anche la previsione di un certificazione volontaria affidata ad enti terzi opportunamente accreditati, quale requisito per l utilizzo di incentivi finanziari pubblici. PREVENZIONE E FORMAZIONE Inclusione nell'osservatorio nazionale dell'agriturismo e nelle commissioni provinciali o regionali di un rappresentante delle imprese di pubblico esercizio; garanzia di adeguati processi formativi per gli operatori.

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4) IL CASO LAZIO
4.1) LA DISCIPLINA REGIONALE Nel Lazio dal 1997 l agriturismo regolato dalla L.R. n 36 del 10 novembre 1997 che detta, nel solco della legge quadro nazionale , precise disposizioni in ordine alla regolamentazione dell agriturismo. In particolare la norma dispone che l attivit agrituristica connotata da: Connessione con l attivit agricola Complementariet Prevalenza della attivit agricola Stagionalit Presenza nella composizione dei pasti dei prodotti propri e/o tipici del luogo nella misura del 70% del valore della somministrazione. Di detti prodotti almeno la met deve essere di origine aziendale. La norma pone inoltre dei limiti all esercizio dell attivit legati alla tipologie di colture ed allegamenti prevedendo che in ogni caso il temPo dedicato all agriturismo debba risultare inferiore a quello per l esercizio dell agricoltura. Da ci deriva , tra l'altro, la determinazione del numero massimo di pasti somministrabili. Relativamente agli addetti questi devono essere il coltivatore e la sua famiglia , nonch i dipendenti dell impresa agricola. Sotto i profili della tutela della salute dei consumatori e della sicurezza alimentare si prevedono le stesse disposizioni di salvaguardia imposte alla ristorazione pubblica e , in particolare, l obbligo di acquisire la regolare autorizzazione sanitaria per sale e laboratori. Le funzioni amministrative sono state delegate alle provincie alle quali spetta anche la prevenzione, il controllo e la repressione delle irregolarit Il comune rilascia la licenza determinando anche la potenzialit ricettiva dell azienda.

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Una specifica commissione provinciale, composta da rappresentanti di Regione, Provincia e di tre organizzazioni professionali agricole ( cio senza consumatori e rappresentanti delle attivit turistiche e di ristorazione), valuta l idoneit di coloro che richiedono l iscrizione negli elenchi delle imprese agrituristiche tenuto conto della effettiva potenzialit dell azienda agricola e del fondo interessati, la cui tipologia deve essere espressamente indicata nell elenco provinciale Tale impianto normativo, di fatto, ha dimostrato la debolezza essenzialmente nel sistema finalizzato ad assicurare il rispetto delle sue disposizioni, ferma restando la generale correttezza della impostazione sostanziale. Infatti una serie di attivit di controllo esercitate da organi diversi da quelli della provincia, che pur sarebbero per legge dovuti intervenire, ha dimostrato nel corso del 2001 e soprattutto nella provincia di Viterbo, una generalizzata ed allarmante inosservanza del dettato normativo a danno delle vere imprese agrituristiche e dei consumatori. Tali controlli non hanno portato, come sarebbe logico in un sistema giuridico positivo ad una correzione delle storture ed ad una espulsione dal mercato di quelle imprese che rifiutano di osservare le prescrizioni di legge, ma alla formulazione di una proposta di modifica della attuale normativa fatta su misura per chi vuole utilizzare strumentalmente i benefici riservati al settore agricolo per effettuare vera e propria attivit di ristorazione.

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4.2) I NUMERI DELL AGRITURISMO Sono 182 le aziende agrituristiche della Regione Lazio con una disponibilit di 2.400 posti letto.

L'AGRITURISMO NEL LAZIO


AZIENDE POSTI LETTO POSTI LETTO PER AZIENDA PRESENZE AZIENDE CON ALLOGGIO AZIENDE CON RISTORAZIONE FATTURATO (*) (in Meuro)
(*) escluse aziende con sola ristorazione Fonte: stima Fipe su dati Istat e repertorio aziende agrituristiche

182 2.400 13 240.000 120 137 17

Il 75% ha anche il ristorante ed il 34% solo il ristorante. Il fatturato complessivo pu essere stimato in 29 milioni di euro.

LA RISTORAZIONE AGRITURISTICA NEL LAZIO


AZIENDE FATTURATO (in Meuro)
Fonte: stima Fipe

137 12

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La distribuzione territoriale delle imprese evidenzia significative concentrazioni nelle province di Viterbo e Frosinone. Nella sola provincia di Viterbo localizzato il 41% delle aziende agrituristiche del Lazio.

DISTRIBUZIONE DEGLI AGRITURISMO NEL LAZIO

40,7

21,4 19,8 12,1 6,0

FROSINONE

VITERBO

LATINA

ROMA

RIETI

Anche Rieti con il 21,4% delle aziende presenta un elevato indice di densit. Al fine di valutare correttamente i problemi di mercato che si trovano ad affrontare le aziende di ristorazione occorre esaminare il rapporto di densit tra agriturismo e ristoranti. Nella province di Viterbo e Rieti ci sono, rispettivamente, 22,9 e 20,0 agriturismo ogni 100 ristoranti.

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AGRITURISMO PER 100 RISTORANTI


22,9 20,0

4,4 1,8 1,2

FROSINONE

VITERBO

LATINA

ROMA

RIETI

Nelle altre province gli indici di densit appaiono, per ora, modesti. Si va dall 1,2 di Roma al 4,0 di Frosinone. Dunque, il fenomeno agriturismo assume dimensioni importanti soprattutto nell alto Lazio.

4.3) I PRODOTTI ALIMENTARI DEL TERRITORIO: IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE I valori delle materie prime utilizzate nella ristorazione e nell agriturismo della Regione Lazio sono riportati nella tabella che segue:
M ln. di euro R IS T O R A Z IO N E ( d i c u i: q u o t a d i p r o d o t t i r e g i o n a l i ) A G R IT U R IS M O ( * )
( * ) n e ll'ip o t e s i c h e i p r o d o t t i s i a n o t u t t i r e g i o n a l i

325 3 2 ,5 3

E dunque, evidente come la ristorazione abbia un ruolo decisivo per la , promozione, valorizzazione e commercializzazione delle produzioni tipiche del territorio. L assorbimento di materie prime da parte della ristorazione agrituristica laziale rappresenta soltanto il 9,2% del prodotto acquistato sul mercato regionale dalla ristorazione.

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4.4) LA PROPOSTA DI RIFORMA LEGISLATIVA ALL ESAME DELLA REGIONE La Commissione Consiliare Agricoltura sta completando l per l iter approvazione di una nuova disciplina dell agriturismo. L articolato proposto dal consigliere Allegrini innova completamente l attuale assetto normativo introducendo le seguenti modifiche che qualificano da sole tutto il provvedimento : Soppressione del requisito della complementariet della attivit agrituristica rispetto a quella agricola Soppressione della prevalenza della attivit agricola su quella turistica Possibilit di dedicare alla attivit agrituristica , oltre agli addetti all impresa agricola, altri lavoratori assunti per l attivit di ristorazione ed alloggio Soppressione del requisito della stagionalit e possibilit di esercitare l attivit tutto l anno Limitazione dell apporto di prodotti aziendali ai pasti al 30% del valore della somministrazione che scende al 20% nelle zone montane o svantaggio (attualmente il 70% di tale valore deve essere rappresentato da prodotti aziendali e/o tipici della zona. Limite di 80 coperti , che per si pu superare ( non dice di quanto )in casi sporadici Possibilit di utilizzare la cucina di casa (invece del laboratorio specifico attualmente richiesto) e di non dover richiedere l autorizzazione sanitaria per la somministrazione fino a 20 coperti possibilit di derogare alle generali disposizioni sulla visitabilit dei locali di ristorazione e ricettivi da parte dei portatori di handicap Diritto, se ci si stufa di fare agriturismo, di trasformarsi in attivit turistico commerciale senza rispettare la normativa urbanistica e quelle specifica del commercio e turismo ( es , contingentamento, vincolo alberghiero) Possibilit di aprire subito, e controlli sanitari e ed amministrativi solo successivi Nella sostanza, una legge fatta su misura per chi vuole fare attivit turistica in una azienda agricola senza dover rispettare le disposizioni che regolamentano, anche nell'interesse dei consumatori, le altre attivit turistiche svolte in forma

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imprenditoriale e godere degli interventi finanziari specifici per il settore agricolo - agrituristico. RAFFRONTO TRA LA ATTUALE LEGGE E LA PROPOSTA ALLEGRINI

LEGGE 10 NOVEMBRE 1997 , N 36 DEFINIZIONE DELL'ATTIVITA DI AGRITURISMO

PROPOSTA ALLEGRINI

Per attivit agrituristiche si intendono esclusivamente Per attivit agrituristiche si intendono esclusivamente quelle di ricezione ed ospitalit esercitate da quelle di ricezione ed ospitalit esercitate da imprenditori agricoli, ..utilizzando la propria imprenditori agricoli, .attraverso l' utilizzazione della azienda in rapporto di connessione e propria azienda in rapporto di connessione rispetto complementariet rispetto alle attivit di alle attivit di coltivazione del fondo, silvicoltura ed coltivazione del fondo, silvicoltura ed allevamento del allevamento del bestiame e attivit connesse. (art. 2 bestiame che devono comunque rimanere principali , comma 1 ) in termini di tempo di lavoro ( art.2. comma 1 ) CHI LAVORA NELL'AGRITURISMO Nell'attivit agrituristica possono essere occupati Possono essere addetti allo svolgimento dell'attivit esclusivamente l'imprenditore agricolo ed i suoi agrituristica, e sono considerati lavoratori agricoli alai familiari di cui all'art. 230 bis del codice civile nonch fini della vigente disciplina previdenziale, il personale dipendente dell'azienda agricola. Il assicurativa e fiscale , l'imprenditore agricolo di cui tempo di lavoro complessivo prestato nell'attivit all'articolo 230 - bis del codice civile , nonch i agrituristica deve comunque rimanere inferiore al lavoratori dipendenti assunti a qualunque titolo. Per tempo di lavoro destinato all'attivit agricole servizi complementari ammesso il ricorso a fornitori dell'azienda. esterni LA PROVENIENZA DEI CIBI SERVITI NELL'AGRITURISMO La prevalenza delle produzioni aziendali e/o tipiche della zona deve raggiungere complessivamente la misura del 70% in valore delle bevande e dei cibi somministrati , per met assicurata dai prodotti aziendali( art. 2 , comma 4 ) 1. quota prodotti aziendali pari al 30 % ( ridotto al 20% nelle zone montane o svantaggiate) del valore del pasto a prezzi di somministrazione 2. il resto dei prodotti impiegati nella somministrazione di pasti dovr provenire da aziende agricole collocate in ambito regionale o in zona limitrofa omogenea o da imprese agroalimentari operanti in ambito regionale che trasformino prodotti regionali 3. sar consentito l'impiego di prodotti non regionali il cui valore di somministrazione non superi il 10% del prezzo del pasto, sulla base della obiettiva indisponibilit in ambito regionale e della effettiva necessit ai fini di completamento della offerta gastronomica.

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TUTELA DELLA SALUTE DEI CONSUMATORI La produzione, la preparazione , il confezionamento e la somministrazione di alimenti e bevande sono soggette alle disposizioni della legge 30 aprile 1962, n. 283 e successive modifiche ed integrazioni. La produzione, la preparazione , il confezionamento e la somministrazione di alimenti e bevande sono soggette alle disposizioni della legge 30 aprile 1962, n. 283 e successive modifiche ed integrazioni, nonch alle disposizioni di cui all'art. 9 del Dlgs 26 maggio 1997,n. 155 l'autorit sanitaria nella valutazione dei requisiti dei locali di trattamento e somministrazione di sostanze alimentari e del relativo piano aziendale di autocontrollo igienico sanitario , terr conto della diversificazione e della limitata quantit delle produzioni ai fini della autorizzazione ad utilizzare la cucina o locali polifunzionali di trattamento, manipolazione trasformazione e conservazione dei prodotti.nel caso di somministrazione di pasti limitata esclusivamente alle persone alloggiate in numero massimo di 20 , per l'idoneit dei locali sufficiente il semplice requisito dell'abitabilit, ai sensi del DPR 22 aprile 1994 , n 425 e per la somministrazione dei pasti consentito l'uso della cucina domestica. LIMITI ALLA ATTIVITA'

i limiti in numero di posti di ristorazione sono quantificati sulla base dell'effettiva potenzialit agrituristica dell'azienda agricola, fermo restando il requisito di connessione e complementariet dell'attivit agrituristica con quella agricola

ricettivit massima : 80 posti tavola e' consentito il superamento del tetto massimo di 80 posti tavola solo in casi sporadici e a condizione che tale esubero venga compensato in breve termine e comunque il limite massimo di posti tavola annuali determinato in base alle tabelle di cui al comma 2 non venga superato Perdita requisito di connessione Ove un'azienda agricola che eserciti l'attivit agrituristica da almeno tre anni , sia in condizione di sviluppare la propria attivit oltre i limiti fissati dall'art. 4 della presente legge, potr ottenere dal comune nel cui territorio intende svolgere l'attivit , la licenza di esercizio turisticocommerciale, in deroga ad eventuale diversa destinazione d'uso del territorio prevista dal piano regolatore generale o dai Piani di rilascio delle licenze

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5) LA PROPOSTA DI FIPE PER LO SVILUPPO E LA VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI AGRICOLE E DEL TURISMO ENOGASTRONOMICO DEL LAZIO
Da quanto emerso nelle pagine precedenti, la strada della liberalizzazione delle attivit agrituristiche che la Regione Lazio ha intrapreso con il disegno di legge di riforma della disciplina del settore, non pu portare da nessuna parte. Gi oggi, con la legge attuale , l utilizzo di prodotti agroalimentari prodotti nella Regione molto modesto e, soprattutto, assolutamente non controllato. I numerosi falsi agriturismi operanti in ogni provincia , concretizzano una serie di abusi inaccettabili ( utilizzo improprio di risorse pubbliche, evasione fiscale e contributiva, frode in commercio) e a carico di tutta la collettivit, con l aggravio di forte perdita di immagine degli operatori agrituristici corretti e leali che, invece, contribuiscono in maniera significativa a rendere ancor pi varia e articolata l offerta turistica della Regione. Tale situazione richiederebbe immediati ed efficaci interventi di controllo ( prima e dopo il rilascio della autorizzazioni amministrative ) e una riforma legislativa orientata a ristabilire adeguate condizioni di legalit, ad interesse del consumatore e e delle imprese legali ( veri agriturismi, hotel, campeggi e ristoranti). Dagli elementi conoscitivi emersi nello studio condotto, emergono con tutta evidenza le ragioni della assoluta incondivisibilit della proposta presentata dal consigliere Allegrini, che per risolvere il problema degli abusi di alcuni non ha trovato niente di meglio che legittimarli. A questo punto opinione condivisa di operatori turistici e consumatori che sia necessario rispettare i rispettivi ruoli ovvero l impresa turistica deve fare turismo, quella agricola deve fare agricoltura e anche attivit turistiche solo se connesse e complementari. Altrimenti si abbia la coerenza di abbandonare i regimi specifici dell agricoltura, lasciando cos le risorse economiche ed i privilegi normativi a chi fa davvero attivit agricola in via principale .

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E altres convinzione diffusa e condivisa che occorra, affinch l arroganza di pochi non prevarichi la maggioranza degli imprenditori agricoli e turistici che hanno fino ad ora agito nel rispetto della legge e della necessaria correttezza nei confronti del consumatore, perseguire ogni possibile strategia per ristabilire un clima di reciproco rispetto che pu derivare solo da una individuazione degli ambiti di azione e dei ruoli. Al riguardo i ristoratori del Lazio rappresentati da Fipe-Confcommercio (oltre 4.000 imprese), ritengono indispensabile e urgente che : venga ritirata la proposta di legge Allegrini venga subito costituito presso l Assessorato regionale all agricoltura un osservatorio permanente composto dalle parti interessate e dalle competenti Istituzioni e cio: Assessorati regionali all agricoltura, sanit, attivit produttive, ambiente Associazioni del mondo agricolo Associazioni dei consumatori Associazioni delle imprese turistiche e della ristorazione Sindacati dei lavoratori

con il compito di acquisire un quadro esatto del settore agrituristico, con particolare riferimento alla effettivit del rapporto tra impresa agricola ed attivit agrituristica, e di individuare, di conseguenza, i necessari interventi da adottare sotto i profili legislativi e delle attivit di verifica e controllo venga sostenuto e diffuso in tutte le provincie il progetto Arsial-Fipe della ristorazione tipica attraverso la procedura certificazione dei ristoranti da , parte di enti indipendenti e accreditati l attivit di somministrazione di alimenti e bevande svolta nella imprese agrituristiche venga inquadrata e regolamentata nell ambito della riforma delle disciplina dei pubblici esercizi in fase di studio da parte della Regione.

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Da parte loro le imprese di ristorazione del Lazio 1. si faranno parte diligente per la raccolta delle firme necessarie per la presentazione al Consiglio Regionale di una proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata alla rivalutazione ed alla promozione della intera filiera della produzione agricola e dell offerta ristorativa e turistica della regione 2. qualora entro il corrente mese di aprile la Regione non ritenesse di aderire alle richieste sopra avanzate, toglieranno dalla lista dei vini di ogni locale le etichette dei vini regionali e boicotteranno gli acquisti degli altri prodotti agroalimentari tipici (DOP, IGP e i prodotti tradizionali pubblicati sul supplemento alla G.U. n. 194 del 21 agosto 2000 e successivi aggiornamenti).

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ALLEGATI

Allegato 1
LA PERCEZIONE DELL AGRITURISMO NEL LAZIO La percezione da parte del consumatore di un qualsiasi servizio offerto sul mercato in termini di attesa/aspettativa prima e di appagamento/dissenso poi, un fattore molto importante per il successo di ogni attivit di produzione di beni o di servizi. Ed per questo che tanta attenzione viene messa nella comunicazione da parte dell impresa di quelle che sono le sue peculiari caratteristiche per attrarre il consumatore. In un mercato trasparente e democratico, l impresa corretta e leale sa che non pu tradire il consumatore con pubblicit ingannevoli o con messaggi fuorvianti. In tutti i settori di attivit economica il rispetto dei ruoli e la correttezza dei messaggi normalmente perseguito dalla stragrande maggioranza delle imprese. Nel caso Lazio questo rispetto non sembra premiare le aziende agrituristiche , corrette, n i bravi produttori agricoli locali ( che pure avrebbero tutto il diritto di essere i fornitori principali delle oltre 180 aziende agrituristiche), n i ristoratori che hanno volontariamente intrapreso la via della certificazione tipica per contribuire alla valorizzazione dei pi pregiati prodotti dell agricoltura della regione, n gli stessi consumatori che non vengono messi in condizione di percepire correttamente l essenza dell offerta agrituristica che viene loro proposta. Nei due paragrafi che seguono possibile farsi un idea pi precisa di come mercato e consumatori interpretano questo fenomeno. Nel primo, vengono prese in considerazione le modalit di comunicazione abitualmente utilizzate dalle imprese; nel secondo, un cliente misterioso , descrive le impressioni ricevute visitando alcune famose strutture agrituristiche operanti nella nostra regione. Potrebbe essere un gioco .

Come viene comunicato al mercato La comunicazione degli agriturismi, oltre che al passaparola, principalmente affidata alle guide specializzate (sono tre, e fanno capo alle maggiori organizzazione agricole) e ad Internet.

Confrontando queste due fonti si nota immediatamente una vistosa differenza di approccio: la stessa azienda nella guida categoria punta ad enfatizzare di l aspetto agricolo, naturistico e bucolico della propria offerta, ma sul sito Internet si scatena pubblicizzando servizi da grande ristorante, anzi da grand hotel quando non da vero e proprio villaggio turistico! Se nelle brevi descrizioni delle Guide si parla di prodotti biologici, possibilit di partecipare a vendemmie o raccolta di olive, silenzio e pace contadina, nella comunicazione internettiana passano completamente sotto silenzio ettari, produzioni e attivit agricole a favore dei servizi pi trendy dall , immancabile piscina con solarium (sul sito delle Pagine Gialle, alla voce agriturismo non ce , n uno che non ce l abbia, quasi fosse un elemento connaturale alla campagna .) alla beauty-farm, al pub col karaoke, al liscio il sabato sera, alla creperie! Quasi tutte le aziende agrituristiche che possiedono un sito Internet (e sono davvero tante) propongono banchetti per matrimoni e altre cerimonie e sale meeting per convegni. Se il matrimonio campagnolo pu avere un suo fascino (anche se credo faccia orrore agli amanti della campagna dover condividere la propria vacanza con orde di invitati festanti e chiassosi!), viene da chiedersi per quale motivo si dovrebbe organizzare un convegno in aperta campagna, ma evidentemente il fatto che venga proposto, e con sale attrezzate significa che , ce n richiesta E poi, chi ha parlato di aperta campagna? Facendo una ricerca Agriturismo+Lazio si ha anche la sorpresa di trovarne in citt, appena fuori il centro! Certo, l estensione un fazzoletto di terra e l orizzonte mostra poco pi della Magliana o della Ostiense, ma se al catasto anche zone di Trastevere sono ancora registrate come rurali .. E pi divertente ancora la fervidissima fantasia di alcuni agriturismi che offrono tra i loro servizi il battessimo dell aria gite in mongolfiera, rodei, ma , anche ambientazioni etniche di banchetti, arabi, egiziani, e una chicca: cucina giapponese tra le specialit della casa!!! A meno che il fattore non abbia subito il fascino di una bella fanciulla del Sol Levante, mette davvero curiosit il sashimi nel viterbese! Insomma, si avverte nella pubblicit adottata spettacolarizzazione della campagna attraverso l enfatizzazione degli aspetti pi folkloristici, secondo i

peggiori luoghi comuni da pollo di citt da spennare se non proprio assoluta , secondariet della localizzazione rispetto ai faraonici servizi offerti. Torna in mente il proverbio contadino: scarpe grosse e cervello fino se non , fosse che molti titolari di agriturismi (spesso societ a responsabilit limitata) non sono affatto contadini, ma acuti investitori che hanno rilevato terra e rudere per farne un attivit remunerativa: c chi decanta la ristrutturazione del proprio casale di famiglia, ma basta chiedere ad un amico del posto per scoprire che l acquisto recentissimo e soprattutto la costruzione venuta su ex novo un paio d anni prima E dalle gallerie fotografiche che i siti pi curati (che fanno capo agli agriturismi pi grandi e costosi) mostrano, al posto delle antiche madie si ammirano oggetti di design raffinato, al posto delle panche di legno divani da i colori sgargianti . chi pubblicizza una antica mangiatoia lo fa spiegando che ora la consolle del dee-jay che dal venerd alla domenica allieter la vostra festa in stile country . Ecos evidente che questo tipo di comunicazione nulla ha a che vedere con la parola agriturismo e con tutto ci che essa comporta, che sicuramente gli amanti della campagna e del silenzio, delle parche comodit e specialit gastronomiche contadine, non correranno mai il rischio di trovarsi al cospetto della mangiatoia-consolle o del cous-cous reatino, per loro fortuna. Perch non a loro che questa comunicazione parla, il target un altro: giovani, comitive di amici che hanno voglia di divertirsi, proprio lo stesso dei villaggi turistici, dei centri polifunzionali per il tempo libero, insomma di chi lavora nel campo del tempo libero e dell intrattenimento, pi che in quello agricolo!

Come viene percepito dal consumatore Diario di viaggio Questo il racconto di un viaggio alla scoperta della campagna laziale. Due giorni the road per vedere sgretolarsi i miei ricordi d on infanzia quando con i miei genitori passavano le domeniche in veri e propri agriturismi. Solitamente porto con me un blocco e una penna su cui appuntare le mie sensazioni per fermarle nell attimo in cui le provo e per non lasciarle sfuggire, questa volta avrei preferito che fossero volate via perch quel che ho provato stata un profonda delusione nel constatare quanto la realt lontana dai miei ricordi di bambina.

Quarantotto ore per registrare un profondo cambiamento nel modo di intendere oggi l agriturismo. I miei ricordi erano di case padronali immerse nelle verde, con accanto un piccolo appezzamento di terreno coltivato a ortaggi, la stalla e qualche gallina scorrazzare nell aia. La calda accoglienza dei contadini che magari si univano a noi per raccontare le tradizioni del posto o semplicemente la propria storia.

In questi due giorni non ho visto niente di tutto questo, ma ho potuto notare con mio rammarico uno sforzo da parte dei proprietari di curare l estetica di ogni cosa. Gli agriturismi di oggi hanno perso il contatto con il mondo rurale e contadino per diventare macchine per far soldi come ha tristemente , commentato uno dei proprietari che ho incontrato in questo viaggio.

Ossessionati dal desiderio di soddisfare i bisogni di un consumatore sempre pi esigente e attratto dalle novit, hanno sfruttato la propria creativit per rendere le proprie strutture sempre pi turistiche, pi formali e meno accoglienti. Il contadino che apriva la sua casa al forestiero lo faceva per integrare il reddito che gli proveniva dalla vendita dei prodotti del suo orto o del suo allevamento. L attivit agricola era la sua principale fonte di sostentamento, oggi non pi cos.

I giorno: provincia di Roma. Il mio viaggio alla scoperta del nuovo modo di intendere l agriturismo comincia da internet. Scelgo due tappe. La prima Zagarolo, la seconda Labico. Sono le 11.00, chiamo Vecchia Prateria per prenotare un tavolo per due persone La per pranzo. Ore 13.30 comincia la mia avventura. Sono in macchina con una mia amica e chiacchierando tra noi mi viene l idea di fingermi una futura sposa. Imbocco la Via Prenestina, arrivo a Zagarolo alle ore 14.30. L Agriturismo La Vecchia Prateria ha cambiato ragione sociale si chiama RIDE EM RANCH . Seguo le indicazioni del cartellone pubblicitario, e percorro una strada sterrata, fino ad arrivare al parcheggio del ristorante. Da qui si accede ai bungalow, circa 8 in tutto, di fronte c il galoppatoio con attigua la stalla.

Mi dirigo all ingresso. A dare il benvenuto a me e alla mia amica due cani. Entriamo nel ristorante ormai deserto, sui tavoli briciole di pane e posaceneri sporchi sono le tracce che hanno lasciato i precedenti clienti. Il proprietario ci fa accomodare. Il ristorante su un livello, ma diviso da tre scalini in un due sale: una grande (circa 60posti a sedere) e una pi piccola. Mi guado intorno e mi rendo conto come nessun particolare lasciato al caso. L ambientazione country. La sala pi piccola pu accogliere 20 persone, tre scalini e mi trovo in quella pi grande: alla sinistra un enorme camino e di fronte l angolo bar che rimanda a un carro. Una finta mangiatoia sormontata da una staccionata delimita la postazione consolle.

Sulle pareti spoglie appeso il programma con gli eventi del mese di marzo. Lo guardo incuriosita: discoteca al sabato, free pizza a soli 8, veglione di carnevale e per la festa della donna non solo musica, ma anche spogliarello, a cura dell associazione culturale RIDE EM RANCH. Mi accorgo con stupore di non trovarmi in un agriturismo, ma qui di tessera d adesione neanche l ombra. Vado a sedermi. Per tutto il tempo del pasto ci fa compagnia un coniglio che gira indisturbato per la sala. La cucina non delle migliori e il servizio non da

meno. Il servizio igienico unico. Dopo aver mangiato chiedo al proprietario se possibile organizzare banchetti di nozze. Lui mi fa parlare con la moglie. Scopro che hanno preso il locale in gestione da un anno e ora non pi un agriturismo, ma un ranch. Per i matrimoni in estate si pu sfruttare il patio esterno o la terrazza che arriva ad ospitare fino a 200 persone. Il costo a persona di 15 escluso bevande e dolci.

Sono le 16.00 con grande delusione mi dirigo verso Labico. Sulla strada vedo le indicazioni di un altro Agriturismo Frutteto , decido di andare a vederlo, forse Il andr meglio. Qui l'atmosfera, pi calda e accogliente, e l ambiente famigliare fanno riaffiorare alla mia mente i ricordi d infanzia. Il proprietario mi racconta che da un anno la sua azienda agricola si trasformata in agriturismo. Con orgoglio mi fa vedere la sua propriet e mi descrive le attivit agricole che segue lui direttamente con la sua famiglia e gli operai. Il ristorante una piccola struttura ben tenuta. Vi solo una sala che pu ospitare al massimo 80 persone. La struttura stata fino ad esso utilizzata per festeggiare battesimi, cresime e pensioni, ma disponibile anche per matrimoni.

Comincia a piovere. Congediamo il signore e ripartiamo per Labico. Sono le 17.30, lascio la Prenestina e prendo l in direzione Napoli. Sono le 18.00 A1 arriviamo al paese. Ci fermiamo al bar lungo la via principale per chiedere informazioni su come raggiungere l agriturismo Fontana Chiusa Entriamo, . ordiniamo due caff e chiediamo alla ragazza al bancone se pu indicarci la strada. Un signore alle nostre spalle fa cenno di aspettarlo, esce dal bar e rientra con il proprietario dell agriturismo. Ci presentiamo e gli spiego il motivo che mi ha spinto fin l: il mio matrimonio. Mi regala la brochure del luogo e poi mi spiega come raggiungerlo. Lo salutiamo, torniamo alla macchina e in cinque minuti arriviamo. Il posto bellissimo: una veduta panoramica da mozzare il fiato. Incontriamo un signore, gli spieghiamo del nostro incontro al bar e lui decide di farci da cicerone. Guardo la mia amica per vedere se i suoi occhi hanno la mia stessa espressione.

Mentre mi spiega come di solito organizzano i banchetti di nozze (dai 60 ai 75 a persona), mi sento una principessa nella sua tenuta campestre. Ci fa accomodare all interno. La reception sembra quella di un grande albergo, con un salotto in pelle e mobili antichi. Ci mostra con fierezza la planimetria dei 160 ettari su cui si estende la tenuta, sottolineando che stata disegnata dal chirografo del Quirinale e regalata loro. Il ristorante si snoda su tre sale: due attigue, dove di solito ospitano i banchetti, e un altra, separata da una porta, pi piccola. Per invogliarmi ad affidarmi a loro per l organizzazione del mio matrimonio mi decanta le delizie delle loro produzioni: pane, pasta, latte, miele, carni, etc. Ci tiene a sottolineare che non producono formaggi a prova della sua lealt nei miei confronti. Torniamo nel salottino all entrata, e mentre concordiamo insieme un ipotesi di men misto, sia carne che pesce, ci fa assaggiare un vino rosso di loro produzione e un frizzantino, che solitamente utilizzano per accompagnare i dolci. Il men fatto, una copia la tiene lui e una la da a me. Mi dice che per il 2004 hanno gi delle prenotazioni e quindi di fermare la sala quanto prima. Loro forniscono, a richiesta, anche gli addobbi per la chiesa, i centrotavola, i segnaposto e le bomboniere. Prima di congedarci continuiamo il giro del casale.

Ci mostra la cucina e le 8 camere da letto tutte rigorosamente arredate in stili diversi, dal moderno al classico, che riportano i nomi dei colli dell azienda. Usciamo nel patio, ma prima di accompagnarci alla macchina ci mostra l ex fienile che, entro la fine dell anno, ospiter 18 camere su due livelli. Ci parla di un altro progetto di costruzione quello di uno spaccio di prodotti dell azienda e di vini. La struttura sar pronta per l inaugurazione che prevista per il prossimo 20 maggio. Ora a un solo livello, ma successivamente sar edificato un secondo piano adibito a sala congressi da 250 posti circa. Mentre ci il nostro

racconta con orgoglio i progetti che saranno realizzati a breve, sguardo si perde nell ammirare le colline che si stagliano all orizzonte.

Ci accompagna alla macchina. sera. Sono le 20.30, direzione casa. Ora che lascio la tenuta alle spalle, mi sento un postordita: il luogo che prima che mi

sembrava fiabesco adesso lo percepisco in tutta la sua finzione, poich estraneo dal contesto naturale in cui si inserisce.

II giorno: provincia di Viterbo e Rieti Ore 12.00 partenza da Roma. Anche oggi sono in compagnia della mia amica. Ho sempre dietro il mio quaderno con la speranza di imprimere bei ricordi. Speranza disattesa.

Prima meta Soriano nel Cimino (VT), seconda tappa Fara in Sabina (RI). Ore 14.00 arrivo all Agriturismo Parco dei Cimini La struttura sorge .

nell incantevole cornice dei Monti Cimini. Percorrendo il viale principale che porta all ingresso del ristorante non si pu non rimanere colpiti dalla bellezza del bosco e dal silenzio che lo circondano. Il ristorante si erge su una collinetta dalla quale si pu godere di una vista ad ampio raggio su tutta la tenuta. Qui possibile dilettarsi con passeggiate a cavallo, praticare il golf, fare attivit sportiva, rilassarsi nella sauna e per i pi romantici guardare le stelle nel centro astronomico che sorge all interno del Parco.

Dopo aver guardato un po intorno andiamo a conoscere il proprietario della tenuta. Anche a lui mi presento come una futura sposina alle prese con gli infiniti preparativi per un matrimonio che renda indimenticabile un giorno che immagino come unico e irripetibile. Ci racconta che molte giovani coppie romane scelgono il suo ristorante per festeggiare con amici e parenti il e Si che solitamente la sera rende il posto ancor pi suggestivo, perch il viale illuminato dalla luce delle fiaccole. Mi mostra la sala banchetto che arriva ad ospitare fino a 200 persone (dai 60 ai 70 a persona). L ambientazione interna della struttura rustica, ma allo stesso tempo molto elegante, e perfettamente integrata nel contesto in cui inserita. Il men, come nella pi classica delle tradizioni, si pu avere anche a base di carne e pesce. Lui propone come specialit il salmone in crosta di pane o i gamberoni di fossa, oltre ai piatti tipici regionali con prodotti da agriturismo. Sottolinea come nulla sia affidato al caso: ogni tavolo avr il suo cameriere che provveder a riempire i bicchieri non

appena svuotati. Ci invita a provare la qualit delle vivande e del servizio nel prossimo fine settimana, perch in questo periodo sono aperti solo il fine settimana a pranzo e a cena. Ci racconta dell azienda agricola che a Corchiano, e che rifornisce il ristorante di carni, verdure, ortaggi e salumi.

Ore 15.00. Ringrazio il ristoratore per la sua cordialit e mi dirigo alla macchina con la mia amica. In viaggio verso Fara in Sabina rifletto su quanto gli agriturismi di oggi sono diventati altro rispetto al modello originario e all esigenza che aveva fatto dilagare questo fenomeno. L agriturismo Roif Ille ne la dimostrazione pi estrema. Nel cuore della campagna reatina, in una zona montuosa, sorge una struttura dall ambiente fiabesco. Un mondo per non a misura di bambino, perch la particolarit di questo luogo, come ha tenuto a sottolineare il proprietario, che pensato per soli giovani. La clientela che lo frequenta infatti costituita da un target di giovani tra i 20-35 anni. Il parco, il patio, i locali interni e le camere sono curate nei minimi particolari.

C un contrasto cercato sia negli accostamenti dei mobili d arredo, sia nella scelta dei colori. Il viola il colore dominante. Pop art, stile post-moderno e stile arabo si alternano nelle sale di ristorazione e nelle camere da letto creando l immagine di un mondo irreale, lontano dai canoni di quello campestre. La ricerca di originalit si ritrova anche nell offerta dei men che vanno dalla cucina tipica locale a quella etnica (araba, egiziana, tunisina, etc.) sull onda delle tendenze del momento, anche se gli unici prodotti di quella terra sono l e gli olio ortaggi. I banchetti nuziali (fino a 120 a persona) sono proposti in cornici atipiche che riprendono gli stili che caratterizzano il posto. Tutto lasciato alla creativit del proprietario che pu offrire ai futuri sposi una cena in stile arabo a bordo piscina, o un pranzo pi kitch all interno dei locali ristorazione. Una

formula vincente come testimonia la lista delle prenotazioni: minimo quattro al mese nel periodo estivo. Il proprietario ci racconta che la struttura aperta da due anni e che vi un progetto di costruzione di un centro benessere. Il nostro giro termina con la visita delle camere da letto. L iniziale ritrosia del proprietario

nel mostrare queste piccole opere d arte svanisce di fronte alla vanit di mostrare il suo genio creativo. Ogni camera prende il nome dalla forma del lavandino: tubo, ovosodo, onda, kissmebaby, asterix, etc. I bagni sono davvero inusuali. Docce sgargianti. Ore 18.00: ci lasciamo alle spalle il cancello giallo e viola, confine di un mondo che con la natura non ha nulla che vedere. e vasche scavate nella roccia sono evidenziate da colori

Allegato 4
ORDINE DEL GIORNO N.1/2003

IL COMITATO REGIONALE FIPE-CONFCOMMERCIO DEL LAZIO riunitosi a Roma il giorno 10 aprile 2003 PREMESSO CHE le imprese turistiche, ed in particolare quelle della ristorazione, costituiscono un canale privilegiato di commercializzazione e valorizzazione dei pi pregiati prodotti della agricoltura della regione e soprattutto una vetrina per la loro diffusione al di fuori dei confini regionali e nazionali VISTI i molti aspetti di criticit, gi sottolineati dalla Federazione, anche in occasione dell audizione del 18 febbraio u.s. presso la Commissione Agricoltura della Regione, della proposta di legge presentata dal consigliere Allegrini, soprattutto in relazione alla salvaguardia della identit propria dell'agriturismo, alla tutela della sicurezza alimentare dei consumatori, alla alterazione della concorrenza al di fuori dei vincoli (sanitari, urbanistici, ecc.) ai quali sono soggette le rimanenti imprese turistiche CONSIDERATO CHE i contenuti del disegno di legge regionale di riforma della attuale normativa sull'agriturismo di iniziativa del consigliere Allegrini ed il conseguente iter del provvedimento hanno rivelato, oltre al totale disinteresse per le istanze delle imprese turistiche, lo stravolgimento della definizione e dell'essenza di agriturismo che si vorrebbe trasformare in una sorta di turismo esercitato in imprese agricole NEL SOTTOLINEARE lo stato di estremo disagio delle oltre 12.000 imprese di pubblico esercizio della Regione conseguente ad un simile articolato, inaccettabile dalla rappresentanza delle imprese turistiche e pregiudizievole per le vere imprese agricole che verrebbero a confondersi con una pletora di esercizi privi di una precisa identit. DELIBERA all'unanimit di proclamare lo stato di agitazione della categoria al fine di ottenere il soddisfacimento delle seguenti istanze; a) ritiro immediato della proposta di legge Allegrini

b) costituzione presso l'Assessorato regionale all'agricoltura di un osservatorio permanente sull'agriturismo composto dalle parti interessate e dalle competenti Istituzioni e cio: Assessorati regionali all'agricoltura, sanit, turismo, attivit produttive, ambiente Associazioni del mondo agricolo Associazioni dei consumatori Organizzazioni sindacali dei lavoratori

con il compito di acquisire un quadro esatto del settore agrituristico , con particolare riferimento alla effettivit del rapporto tra impresa agricola ed attivit agrituristica e di individuare, di conseguenza, i necessari interventi da adottare sotto i profili legislativi e delle attivit di verifica e controllo. c) promozione e sostegno in tutte le provincie della regione del progetto ARSIAL - FIPE per la " ristorazione tipica " attraverso la procedura di certificazione dei ristoranti da parte di enti indipendenti ed accreditati; d) inquadramento e regolamentazione della attivit di somministrazione esercitata dagli agriturismi nell'ambito delle riforma della disciplina dei pubblici esercizi attualmente allo studio da parte della regione.

IL COMITATO REGIONALE DELIBERA ALTRESI' DI IMPEGNARE I RISTORATORI: 1. a farsi parte diligente per la raccolta delle firme necessarie per la presentazione al Consiglio regionale di una proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata alla rivalutazione ed alla promozione della intera filiera dalla produzione agricola e dell'offerta ristorativa e turistica della regione 2. a togliere, qualora entro il corrente mese di aprile la regione non dovesse aderire alle richieste sopra avanzate, dalla lista dei vini di ogni locale le etichette dei vini della Regione Lazio ed a boicottare gli acquisti dei prodotti regionali tipici ( DOP, IGP e tradizionali).

Allegato 5

VINI: LE DOC DEL LAZIO

CASTELLI ROMANI FRASCATI MONTECOMPATRI-COLONNA ZAGAROLO MARINO COLLI ALBANI COLLI LANUVINI VELLETRI CORI ORVIETO EST!EST!EST! ALEATICO DI GRADOLI COLLI ETRUSCHI VITERBESI TARQUINIA VIGNANELLO CERVETERI BIANCO CAPENA COLLI DELLA SABINA

CESANESE DEL PIGLIO CESANESE DI AFFILE CESANESE DI OLEVANO GENAZZANO ATINA APRILIA CIRCEO

PRODOTTI AGROALIMENTARI TRADIZIONALI


CARNE DI BOVINO MAREMMANO MORTADELLA ROMANA, DI AMATRICE ED ACCUMULI, VITERBESE PORCHETTA DI ARICCIA, DI VITERBO CACIOTTA DI BUFALA CACIOTTA DI MUCCA CACIOTTA GENUINA ROMANA CACIOTTA MISTA DELLA TUSCIA FORMAGGIO E CACIOTTA DI PECORA SOTT OLIO FORMAGGIO DI CAPRA MARZOLINO E/O MARZOLINA PECORINO VITERBESE, CIOCIARO, DI PICINISCO RICOTTA DI PECORA E DI CAPRA DEI MONTI LEPINI RICOTTA SECCA RICOTTA VITERBESE AGLIO ROSSO DI PROCENO BROCCOLETTI SEZZESI SINI CARCIOFINI SOTT OLIO CARCIOFO DI ORTE, DI SEZZE CARCIOFO DI TARQUINIA O DELLA MAREMMA VITERBESE CAROTE DI VITERBO IN BAGNO AROMATICO CECE DEL SOLCO DRITTO DI VALENTANO CECI CICERCHIA CICORIA DI CATALOGNA FASTAGLIATA DO GAETA (PUNTARELLE) CILIEGIA DI CELLENO CIPOLLE, PEPERONI E PERE SOTT ACETO FAGIOLINI DI VALLEPIETRA FAGIOLO A PISELLO, BORBONTINO, CANNELLINO DI ATINA FAGIOLO DEL PURGATORIO DI GRADOLI E DI SUTRI FARRO DEI MONTI LUCRETILI, DEL PUNGOLO DI ACQUAPENDENTE FERLENGO O FINFERLO DI TARQUINIA FICI SECCHI DI SONNINO FINOCCHIO DELLA MAREMMA VITERBESE FRAGOLINA DI NEMI LATTUGA SIGNORINELLA DI FORMIA LENTICCHIA DI ONANO, DI RASCINO E DI VENTOTENE MARRONE DEI MONTI CIMINI, DI CAVE MELANZANE SOTT OLIO NOCCIOLA DEI MONTI CIMINI OLIVE DA MENSA BIANCHE E NERE DI LATINA, FROSINONE E PROV. ROMA SPAGNOLETTA DI GAETA PATATA DELL ALTO VITERBESE, DI LEONESSA PEPERONE CORNO DI BUEDI PONTECORVO, ALLA VINACCIA, SECCHI PINOLO DEL LITORALE LAZIALE POMODORO SCATOLONE DI BOLSENA POMODORO SPAGNOLETTA DEL GOLFO DI GAETA E DI FORMIA SCORSONE O TARTUFO D ESTATE TARTUFO DI CAMPOLI APPENNINO E DI CERVARA VISCIOLO DEI MONTI LEPINI

Allegato 6

PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE (linee guida) "Interventi di promozione e sostegno della filiera della produzione agricola e dell'offerta turistica e ristorativa della regione Lazio"

PREMESSA Il presente disegno di legge di iniziativa popolare ha lo scopo di promuovere, in un contesto di crescente globalizzazione dei mercati dei prodotti alimentari e degli stili di vita, la difesa delle tradizioni alimentari della nostra regione sia con riferimento alle produzioni agricole e di allevamento del territorio, che alla sua cultura gastronomica. Da pi parti, infatti, si denuncia la scomparsa di variet di vegetali e di frutta, che non vengono pi coltivate poich di scarsa resa , di specie di animali di allevamento di piatti e dolciumi della tradizione popolare la cui preparazione era spesso basata su materie prime ormai al di fuori dei comuni canali commerciali. L'esigenza di produrre su vasta scala ed a basso prezzo ,unita alla importazione massiccia di prodotti alimentari dalla CEE e dai Paesi Terzi che per le caratteristiche delle loro agricolture e dei loro territori sono in grado di offrire prodotti a prezzi unitari che sarebbero antieconomici per i produttori nazionali, l'ingresso - per ora frenato, ma chiss fino a quando, degli OGM, l'omologazione agli stili di consumo propri di altre culture introdotti con massicce dosi di pubblicit, rendono ormai improcrastinabile - dopo gli interventi finalizzati alla tutela dei singoli prodotti - una forte iniziativa a tutela di tutta la rimanente parte della filiera. La Regione Lazio, con i suoi giacimenti di prodotti alimentari di altissimo pregio e con una offerta turistica tipicizzata da citt d'arte, turismo marino, turismo religioso, turismo montano, deve costituire il primo banco di prova per una azione che dalla integrazione della filiera agricola con il mondo del turismo porti al conseguimento di sinergie atte ad affermare un modello di sviluppo di attivit economiche ad alta intensit di mano d'opera rispettoso del territorio, dell'ambiente, della biodiversit, e delle tradizioni culturali e gastronomiche.

Questi gli aspetti salienti della proposta di legge: definizione del Ristorante Tipico del Territorio previsione di un segnale di riconoscibilit dei RTT unico per tutto il territorio regionale disposizioni urbanistiche per facilitare l'insediamento dei RTT disciplinare per il riconoscimento del RTT (quota di prodotti del territorio, presentazione, tradizioni gastronomiche 5 riconoscimento della qualificazione (certificazione, controlli successivi, certificazione, comunicazione) disciplina igienico sanitaria ( richiamo alla generale disciplina + bollino blu per la ristorazione e richiamo alle disposizioni della legge comunitaria sui prodotti tipici che hanno deroghe nella fabbricazione con possibilit di esportarli dalla provincia ad esercizi tipici della stessa siti in altre regioni ) intervento finanziario promozione ristoranti TT e loro prodotti promozione all'estero ristoranti TT studi su tradizioni gastronomiche adeguamento locali attivit di certificazione e controllo divulgazione formazione

agevolazioni tributarie agevolazioni all'insediamento Commissione regionale di indirizzo e controllo coordinamento con istituzioni scolastiche.

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