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I E se fossi la Primavera del mondo se fosse la mia ferita di guerra, la feritoia perfetta?

III DUBLINO, 23 SETTEMBRE I ricordi intrappolati nella cenere molliccia sul fondo dei boccali vuoti. Pieni sentivamo le nostre parole inefficaci morire attonite in-lunghi-silenzi. Dublino, 23 settembre. Persino il vento si rifiuta di dipingere le nostre facce. Cianotiche

II Caducita' di foglie e colori-pastello come litania d'autunno un bacio in gola

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Ugo Foscolo, primo.

Celeste e' questa corrispondenza di amorosi sensi, celeste dote e' negli umani...

In punta di vuoto
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IV Ci sono strade meno percorribili, camminamenti di cera calda di cani rabbiosi e niente posto per belle poesie, scarpe col tacco VI (confido) Che il vento cessi Che possa Che queste ossa cosi' tanto attaccate alla mia carne rossa escano fuori. le aspetto. E' una parola. Un volto. Il mio [ aspetto?

V
In copertina: Egon Schiele, Autoritratto con torsione del braccio sopra la testa, 1910

FEBBRAIO 2011

i binari sono nevenera la mia seta la tua sete .Siberia.rosso.sangue

D.01

VII
Mi piace fuggire, lasciarmi solo. Riprendermi. Staccarmi il capo di netto, lasciarmi appeso morto di notte VIII Le nostre bocche di religiose amanti sono specchio di un non-gesto, laconica attesa di un'ultima resa distratta. Le nostre bocche di ora invertite e zitte. Nel timore di ripeterci, ancora una volta

XI Il mio funerale la folla il mio resto esiliato dietro di me e una distanza che non torna che non si placa come un respiro non si plasma, non dimentica. Solo un'onda questa solo anomalia la mia, la tua ombra che rigetta e non santifica che punta alla gola, in punta di vuoto

XII Dormi. Tanto gia' lo sai che ci sveglieremo ancora domani (dormiremo) che non ci sveglieremo mai lo sai?

IX Del grigio di ogni mio lascito di ogni mio fremito bastardo o taciuto sguardo non hai perso una parola

X Sei Gioia, la rivoluzione lasciata macerare e gramigna sotto il sole. Un mondo vero sei: quattro ossa sotto un mare di erosione
S' aprira' una porta. Il tumulto delle strade sara' il tumulto del cuore nella luce smarrita. Sarai tu - ferma e chiara.
Cesare Pavese, ultimo.

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