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Incontro con Nichi Vendola - candidato alle primarie del centro sinistra

20/10/2012

che cosa la Difesa e chi ci difende da essa? nei territori occupati da basi e poligoni militari in Sardegna si consumata e si sta consumando una pi o meno silenziosa privazione dei diritti, una serie di azioni che vanno contro i principi costituzionali fondativi dello Stato, calpestando leggi e diritti fondamentali dei cittadini. c un attacco che da decenni sta colpendo le popolazioni: alla salute, con il lungo elenco di patologie e morti di leucemie, linfomi tumori al cervello, malformazioni, ecc come se ci trovassimo in unarea a forte presenza industriale. Ma qui lunica industria lo Stato, il Ministero della Difesa che da 50 anni affitta allindustria bellica e agli eserciti di tutto il mondo i nostri territori, senza che si svolgano costanti ed accurate analisi e monitoraggi sulle popolazioni, senza un registro dei tumori che serva da strumento di analisi e controllo della situazione sanitaria. Senza che almeno per motivi precauzionali siano interrotte le esercitazioni; allambiente (al futuro) compromesso da 50 anni di esplosioni, sperimentazioni, sversamenti, discariche per lo smaltimento abusivo di materiali bellici (fatti brillare in enormi crateri dove sono stati seppelliti interi container); come fanno le mafie ma questo lo Stato; alla dignit del lavoro espellendo le popolazioni rurali, frenando lo sviluppo delle attivit agricole, pastorali, artigianali, di accoglienza turistica, esponendo militari e civili a rischi di contaminazioni di varia origine, generando la creazione di posti di lavoro precari che tengono la popolazione sotto un continuo ricatto occupazionale; allautonomia decisionale delle popolazioni e delle amministrazioni, che non possono gestire e controllare il proprio territorio, alla coesione delle comunit con la disinformazione e il continuo alimentare drammatiche fratture fra chi ha un legittimo interesse alla salute e a una buona qualit della vita e chi ha un legittimo interesse al posto di lavoro, in modo che non si riesca a ragionare su future alternative di sviluppo.

Dopo decenni di indagini fatte per smentire e confondere ora, anche grazie a uninchiesta della Procura di Lanusei, sono emersi dati e testimonianze sui danni ambientali in alcuni casi permanenti, sulla presenza di torio e metalli pesanti nelle ossa dei pastori morti di patologie da zona di guerra, negli animali, nelle piante, nellambiente, nel mare e nelle acque. Continua per la campagna di disinformazione in cui si confondono dati e responsabilit, in cui si cerca di screditare chi rivendica il proprio diritto al riconoscimento dei danni subiti (famiglie delle vittime civili e militari), di chi pone domande e chiede risposte e trasparenza. Quale il vantaggio economico per la collettivit?

Se consideriamo il prezzo di un kW di energia elettrica prodotto da una centrale nucleare in attivit composto dal un costo di costruzione e gestione, forse avremo un prezzo di mercato che rende conveniente questa tecnologia, ma se calcoliamo nei costi di produzione, i rischi e i costi da affrontare in caso di incidenti, lo smaltimento e la messa in sicurezza per secoli delle scorie il costo per kW sar differente. Anche per questo abbiamo detto no alle centrali nucleari. Se consideriamo le decine di migliaia di euro che lo stato incassa per laffitto dei poligoni, ma non calcoliamo quale siano i costi conseguenti in termini sanitari, di ripristino ambientale, di mancato sviluppo di molti settori, quanto ci guadagna la collettivit? Soprattutto chi guadagna in questo vorticoso giro di denaro legato allindustria bellica? Non le comunit che fino ad ora hanno solo dato territori, vite, salute.

Chi pagher la messa in sicurezza di un territorio contaminato da metalli pesanti, radioattivi, tossici, discariche e carcasse di bersagli, onde elettromagnetiche? Vengono fatte stime differenti, non si capisce su quali basi perch non c una chiara mappatura del disastro, si dice che andrebbe rimosso uno strato di terreno contaminato per almeno uno spessore di 5mt per svariati ettari (per portarlo dove, come?), senza contare la bonifica di altre discariche che potrebbero emergere, di grotte dove sono stati depositati bidoni di sostanze tossiche, delle falde e del mare pieno di detriti e relitti Milioni, miliardi? Loperazione di bonifica a tuttora non ha un piano, non si capisce in che modo verr eseguita, a quali rischi possono essere esposti i lavoratori che vi parteciperanno e le popolazioni circostanti. Non chiaro da chi verr finanziata, se verr eseguita e coordinata da chi ha inquinato fino ad ora, da chi fino a ieri ha dichiarato che tutto andava bene. Bonifica e monitoraggio sanitario ed ambientale devono essere svolte parallelamente e potrebbero essere occasione di lavoro e di studio oppure potrebbero diventare un gran carrozzone di spese scoordinate e di operazioni non trasparenti, il classico buco nero di fondi pubblici.

E di quale riconversione si sta parlando? (che tutto cambi perch non cambi nulla) Improvvisamente si sentono dichiarazioni bi-partisan in cui si ammette il problema e ci si indigna, ma intanto al processo di Lanusei lavocatura dello Stato difende i generali imputati per luso scellerato del territorio, non le vittime militari e civili e le comunit. Senatori parlano (con una certa arroganza ed estrema vaghezza) di bonifiche senza che siano definite nemmeno le aree da bonificare, tantomeno costi e responsabilit, di compartecipazione fra militari e industrie private, di

sperimentazione di sistemi dual user, di lasciare il controllo e il monitoraggio della sostenibilit ambientale a chi inquina. Nella nostra esperienza abbiamo visto anche onesti membri di commissioni parlamentari messi alla porta dalle aziende private che collaudavano i loro prodotti, impotenti di fronte al segreto militare e industriale, analisi e inchieste compiute in modo da nascondere la verit, istituzioni tipo Arpas che davano pareri sfavorevoli alla prosecuzioni di bombardamenti e sperimentazioni mai prese in considerazione, per non parlare delle denunce di cittadini, associazioni e medici di base. Stiamo per ritrovarci in una nuova fase (o lo sviluppo della precedente) di riconferma dellesproprio del territorio, di controllo e freno delle sue economie. Stiamo per assistere ad una riconversione che ancora vedr coinvolti apparati dello Stato e grandi industrie ma lascer le popolazioni fuori da ogni possibilit di proposta di sviluppo alternativo, di gestione e di controllo?

Pensiamo che la Sardegna abbia gi dato abbastanza in termini di occupazione del territorio, di danni sanitari, ambientali ed economici; che le esercitazioni, i bombardamenti, le sperimentazioni vadano immediatamente sospesi, se non altro in nome del principio di precauzione e che vengano restituiti i territori alle comunit; che le operazioni di bonifica necessarie a restituire alle popolazioni i loro territori nelle condizioni in cui erano al momento delloccupazione debbano essere compiute in maniera trasparente da enti terzi, e con un piano chiaro di cui siano sempre resi pubblici costi e norme di sicurezza, che siano affiancate da studi costanti e approfonditi sullambiente e sulla salute durante tutto il percorso; che le vittime militari e civili vengano riconosciute e doverosamente risarcite; che qualsiasi indispensabile processo di riconversione sia presentato, condiviso e discusso dalle popolazioni coinvolte in modo che gli investimenti siano rivolti ad uno sviluppo sostenibile e alla valorizzazione delle economie locali, ad attivit e progetti di ricerca sulla sicurezza ambientale e il ripristino delle aree compromesse dalle attivit militari. Con percorsi di coinvolgimento e di consultazione continua delle comunit.

Comitato Su Giassu Villaputzu sugiassu@gmail.com

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