Sei sulla pagina 1di 5

289

Legno. Avere la testa di legno. Prendere delle legnate. Acqua. Sentirsi come un pesce fuor dacqua. Soffocare per eccesso daria. Il tuo cervello annacquato. Perch dipingi il mondo con lacqua? I colori, Cristo santo, i colori devi usare! Prima lacqua poi i colori. Ma cos sembra quello che un mondo il mondo visto da dietro le lacrime Il mio quaderno impiastricciato di spirali. Adoro le spirali. Punto la penna, o la matita, ferma in mezzo al foglio. Decido: quello il punto di partenza. E seguo la linea curva del mio pensiero, arriccio linee che si allontanano, sempre pi si dimenticano da dove sono partite. Se il foglio fosse pi grande, la spirale sarebbe pi grande. Se il foglio fosse infinito, rimarrei sempre attaccato a spiraleggiare. Una spirale mega super immensa. Poi invece non sarebbe cos, sto esagerando. In realt dopo un po mi stanco e inizio unaltra spirale, magari pi a destra, sullangolo in basso. E tutte si intrecciano, alcune girano da un lato, altre ruotano nel senso opposto. Ho letto da qualche parte che le spirali sono presenti in natura partendo dalle cose microscopiche, fino ad arrivare alle cose davvero grandi, come le galassie. Ma non solo. Una spirale la si ottiene nella rappresentazione grafica della sequenza di Fibonacci, ha a che fare con il rapporto aureo, con la disposizione dei semi dei girasoli, con lo zampirone per le zanzare. Ogni cosa sulla terra ha una frequenza che ruota a spirale in modo armonico. La frequenza di circa otto hertz. So un sacco di cose sulle spirali. Senza contare che anche gli alieni adorano le spirali. Ho letto da qualche parte che sui monti Urali hanno scoperto delle nanospirali metalliche che come minimo sono vecchie di centomila anni. Ma sono proprio microscopiche piccolissime. Le hanno costruite gli alieni. Sono piegato sul foglio che faccio le spirali, ma non creder davvero che non mi sia accorto che l dietro? Dietro di me, intendo. Appena sopra la mia spalla destra. Sento il calore del suo respiro sul collo. Dice: - Oh, scemo. Come dice sempre quando inizia a parlare con me. Dice: - Senti, scemo, quando hai finito di pasticciare vieni a farmi i compiti di matematica per domani. Usa questo tono davvero melodrammatico. Cosa devo fare? Non mi giro neanche, faccio s con la testa e mi pulisco la bocca con lavambraccio, ch si sporcata. Quando mi tremano le ginocchia per la paura di solito mi si bagna anche la bocca. Non lo so il perch. Dice: - Scemo. A voce alta per farsi sentire da tutta la classe. Ride, mi d un colpetto sul collo e va via. La mia ultima spirale uscita tutta storta, trtrtrtrtremolante.

Oltre che delle spirali io so un sacco di cose anche dei numeri. Conosco i numeri per quello che sono davvero. Se chiudo gli occhi io li vedo, hanno un aspetto singolare, sono colorati. Se si sommano cambiano aspetto, se li sottraggo cambiano aspetto. un concetto semplice. Anche perch mutano, cio non sono pi quelli di prima. Se io ho un due e un cinque, come per magia poi ho un sette. Non straordinario? Non magico? Nel mondo dei numeri ci sono numeri e numeri. Alcuni sono buoni, altri sono cattivi. Con qualcuno meglio proprio non averci a che fare. Il professore dice che io sono un genio. Dice: - Se solo tuo padre mi desse il permesso, io potrei farti diventare qualcuno! E lo dice con una faccia che secondo me vuol dire noi diventeremo qualcuno. Ma mio padre dice che sono uno stupido, uno che probabilmente non sar utile neanche per togliere le patate da sotto la terra. Che poi ha ragione. Una volta ci ho provato a togliere le patate e le ho tutte zappate. Mi sono preso tanti di quei calci sulla schiena e cinghiate erano davvero tante. Il mio rapporto coi numeri strano. Perch io li conosco per quello che sono realmente. Alcuni sono belli, altri brutti, alcuni sono simpatici, altri davvero scontrosi. Alcuni sono cattivi. Se il professore mi chiede quanto fa un numero decisamente grasso, enorme super grande, pi un altro numero decisamente grasso, io do subito la risposta. Lui rimane sorridente a guardarmi e calcola quanti soldi potrebbe fare con me. Se solo lo stronzo, che poi come il professore chiama mio padre, lo lasciasse fare. Ma io non ci trovo niente di strano in quello che faccio. I numeri si uniscono da soli, diventano un numero nuovo da soli; io lo vedo e lo dico. Fanno tutto loro, io che centro? Dice: - Adesso ti spacco il culo! Dice: - Come cazzo hai fatto a sbagliare, hai sbagliato apposta. Dice: - Ma che ti credi, che voglio ripetere la seconda media ancora per molte altre volte? Dice: - Ma io ti rompo le ossa, scemo. Ma io non potevo, no-no-no-no. Quello un numero cattivo, un numero malvagio, uno con cui meglio non avere a che fare. Provo a dirlo, ma non riesco a parlare. Non faccio in tempo. Mi mischia le ossa. Mi spezza le reni. Una spirale di violenza. Dice: - Ben ti sta, scemo. La prossima volta ci starai pi attento. Che devo fare? Da terra faccio s con la testa. Anche se lo so, che ci sar di nuovo quel numero e io sbaglier di nuovo. Perch quello un numero davvero cattivo. Errore. Chi sbaglia paga. Sbagliando simpara. Pazienza. Perdere la pazienza. Io sono un errore. Pazienza. Una busta chiusa. Le cose chiuse di solito non mi piacciono. Anche se si dice che se una cosa sicura, se una cosa davvero moltissimo di qualit, allora la puoi prendere a scatola chiusa. Quindi cos brutta una cosa chiusa non deve poi essere. Quello che non mi piace per niente stare chiuso dentro. Essere prigioniero, non poter uscire, perch ti hanno rinchiuso.

Una busta chiusa. Me la chiude sulla faccia. Stringe. Il mio stesso respiro caldo, la busta si appiccica alla bocca, si stacca dalla bocca, si appiccica alla bocca. Dice: - Devi rifarlo, il maestro dice che lo vuole domani. Stringe. Dice: - E stavolta corretto, non farmi fare figure di merda, scemo! Rilascia. Toglie la busta. Troppa aria, tutta insieme. Il cervello non regge seduto fresco tranquillo agitato Soffocare per eccesso daria. Di nuovo quel numero. Di nuovo lui. Non ve lo dico chi . Vi dico che sta tra il duecentoottantotto e il duecentonovanta. Sapete, ho letto da qualche parte che legno e acqua si vogliono bene. Il legno, soprattutto, davvero innamorato dellacqua. S, quando si incontrano lui si gonfia demozione. Gli antichi lo sapevano bene. Usavano il legno per spaccare le pietre robuste. Anche massi di dimensioni super mega grandi. Se si infila un cuneo di legno secco nella roccia e si bagna lui si gonfia damore e spacca la pietra. Conoscete amore pi grande? Il contrario di questo amore spaccapietre il numero che sta tra duecentoottantotto e il duecentonovanta. Sono nato in ritardo. Quando sono nato ho ucciso mia madre. Lei era come lacqua per mio padre, che era il legno. Cos, dopo che io glielho tolta, lui si seccato. E non passa giorno che non me lo ricordi. E non passa giorno che io - se solo sapessi dirlo in maniera corretta - non voglia chiedergli scusa. Perch a me dispiace davvero tanto moltissimo. morta per mettere al mondo un figlio stupido, poveretta. Lo dicono anche in paese. E poi hanno pure ragione. Lacqua negli scarichi australiani ruota in senso orario. un fenomeno facile da spiegare. L'acqua risulta sottoposta a due forze: una reale che la forza di gravit che tende a dirigere l'acqua verso il basso, e l'altra, apparente, che tende a farla deviare - verso destra nell'emisfero boreale e verso sinistra in quello australe - imprimendole un moto rotatorio che quello che normalmente si osserva. Ci in linea teorica. Tuttavia, in pratica, le cose possono andare diversamente, anche considerando le modestissime piccolissime dimensioni del water. Cos, mentre mi infila la testa nel vortice dello scarico, penso a queste cose per non pensare ad altro. Dice: - Allora lhai glu glu glu glu di nuovo brutto pezz glu glu glu glu rda secca. Ora lo facciamo insieme, seduti un glu glu glu glu ltro, voglio vedere se mi prendi anc glu glu glu glu ulo! Che devo fare? Tutto fradicio, ma davvero bagnato e puzzolente, faccio s con la testa e non voglio pensare. Non voglio certo immaginare a quando dovr guardare di nuovo quel numero. Lespressione che devo risolvere davvero semplice. Io sono abituato a spiare di nascosto - il libro di mio fratello, che va alle superiori, e a risolvere disequazioni di secondo grado. Ho imparato a parlare a otto anni. Cio, sapevo gi parlare nella mia testa. Ma quando aprivo la bocca non veniva fuori nulla. Ho avuto la maestra di sostegno alle elementari. Adesso parlo, anche se poco e anche se quello che dico non proprio intelligente. Ma almeno si capisce cosa dico. Bisogna prestare molta attenzione a quello che dico, ma si capisce. Eppure il professore dice che sono un genio. A tre anni, senza che nessuno mi avesse mai spiegato nulla, facevo gi moltiplicazioni e divisioni. Era il mio gioco preferito. Riempivo fogli su fogli di numeri. E di spirali. La prima volta che ho visto quel numero avevo quattro anni. Stavo giocando a far aumentare sempre di pi, a far diventare bello grande un numero che mi sta davvero simpatico: il dodici. Il

dodici un numero davvero carino. Ha un bel colore giallo limone e sorride sempre. Comunque parecchio smilzo. Allora io lo sommavo o lo moltiplicavo per farlo crescere. E volevo esagerare per farlo diventare davvero grande. Cos lo sommai al duecentosettantasette, che a dirla tutta non che sia un numero proprio simpatico. Ci sono altri numeri cattivi. Ci sono. Ma non cos. Quando vidi il risultato delladdizione era troppo tardi. Una palla scura mi rimbalzava in testa e si disfaceva, si sgretolava a ogni botta, cadevano pezzi di quella sostanza che la circondava, una sottospecie di crosta. E urlava nel mio cervello, con toni davvero melodrammatici. Ogni volta che sbatteva ne cadeva un pezzetto e ogni volta che ne cadeva un pezzetto si vedeva sotto la crosta sempre pi chiaramente. E ci posso scommettere, che sotto la crosta si vedeva la faccia di mia madre. Come io lho vista in foto, come la guardo tutti i giorni in foto, come lei mi guarda, da sopra la mensola del camino. Cos mi sbrodolai la maglietta. Davvero tanto. Era zuppa. Quando riuscii a mandarlo via, che davvero ci misi tanta fatica, piansi. E vi posso giurare che io non piango mai, m a i. Va be, sto esagerando. Che poi in realt io piango. Mi si annacquano gli occhi e vedo tutto sfocato e bagnato. Lui un numero davvero particolare. un quadrato perfetto, la sua radice quadrata diciassette. un numero di Beelmer, infatti un numero semiprimo con la particolarit davvero molto singolare di avere i fattori che sono numeri primi identici diciassette e ancora diciassette. un numero difettivo. il numero dei giorni che durata la gravidanza di mia madre. Ed davvero cattivo. Dice: - E vedi di fare in fretta, scemo, non ho tutta la sera. Mi d uno schiaffo sul braccio e mi resta un segno a forma di mano davvero dolorante. Mi piego sul foglio. Il maestro ha tracciato due lunghe linee rosse sopra le espressioni sbagliate. Sotto ha scritto: lultima possibilit! E lo ha sottolineato. Cedono le ginocchia e si bagna la bocca. I primi numeri che vedo sono amici miei. Uno il quattro, a cui voglio davvero moltissimo bene. Ma oggi sembra triste. Il quattro blu, luminoso. Il quattro secondo i pitagorici il numero della materia primordiale. Ho letto da qualche parte che nelle camere a bolle le particelle subatomiche formano conglomerati e si scontrano formando splendidissimi incroci e super mega belle spirali. Ma la cosa straordinaria che le particelle in questo balletto di spirali si dividano in quattro. Sono quindi rappresentazioni del principio di doppia inversione e dellazione a spirale della sezione aurea. Non davvero magico tutto questo? Dice: - Allora? Ti sei incantato? Sei proprio fuori di testa. Mi d una spintone e quasi cado dalla sedia. Ritorno sul foglio. I numeri ballano, si abbracciano, nella coreografia predisposta dallespressione. Io li seguo e arrivo al risultato. Che lui. Giro la testa dallaltra parte. Dice: - Dove cazzo guardi? Mi gira la testa verso il foglio. Chiudo gli occhi. Dice: - Adesso basta. Mi d un pizzicotto davvero fortissimo al braccio, ma proprio forte. Scendono anche due lacrime di dolore. Fate un esperimento. Provate a pensare a una cosa che vi piace. Ma che vi d davvero tanta moltissima allegria. Io penso al sole. Adoro il sole, quando tiepido primaverile per, in estate mi brucia. Mi piace lo stesso, ma un po meno. Avete pensato? Adesso, cercando di non perdere il pensiero felice, sovrapponeteci il numero che sta tra il duecentottontantotto e il duecentonovanta. l mio sole diventa nero. E fa freddo. E trema in cielo, instabile.

Io lo so che non potete vedere come in realt sia quel numero. Per voi un numero e basta. Ma fate questo esperimento. Apro gli occhi. Il naso a pochi pochissimi centimetri dal foglio. come un pugno sugli occhi 289 289 289 289 2 8 9 2 89 8 2 2 9 9 98 2 8 8 2 9 Mamma. Di mamma ce n una sola. Morte. Di morte ce n una sola. Una palla matta. Di quelle palline super mega rimbalzose. Che rimbalzano, ma la cosa pi brutta che non riesce a prevederne le traiettorie. Una volta ho rotto un bicchiere. Ho preso tanti di quei calci Una palla matta. Nera. Ogni volta che rimbalza aumenta di velocit. Veloooooooocit. Su e gi, su e gi. Nera. Colpisce e si scrosta, su e gi, scrosta. La bava mi cola sulla camicia. Dice: - Che schifo, ma coshai un anno? Afferro la penna e gliela infilo in un occhio. Dice: - Miooo aaahhh. Si contorce sul pavimento, sporcandolo di sangue. La palla matta si quasi scrostata tutta. E avevo ragione. C mamma sotto. Sorride. Dice: - Vai a farti fottere, assassino. Acqua calda. Ho letto da qualche parte che cos il processo di dissanguamento accelera. facile da spiegare. Lacqua calda evita la coagulazione del sangue. Bisogna evitare i polsi, ci vuole troppo tempo e se il taglio non perpendicolare alla vena allora rischi persino di non morire. E poi sangue venoso. , come si dice, una leggenda metropolitana. Bisogna tagliare nelle cosce, la femorale, e nel collo, la carotidea. Allora s che sei proprio davvero moltissimo sicuro di morire. E in fretta. Lacqua diventa subito rossa. Mi sento stanco. Le gambe molli, davvero deboli e la bava alla bocca, quanta bava e gli occhi pesanti sono stanco, davvero moltissimo super stanchissimo

Potrebbero piacerti anche