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Il duca maledetto
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Il duca maledetto

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About this ebook

Lui la accetta ma non la ama... Donovan James Arthur Sinclair, ottavo duca di Manchester, è condannato a vagare per la Terra come mutaforma. Per la maggior parte del tempo non gli importa della bestia, perché la vita di un duca è piuttosto soddisfacente, ma dentro di sè la sofferenza è indicibile. Quando salva una fanciulla di campagna da una carrozza fuori controllo in un villaggio rurale, comincia a rendersi conto che le cose potrebbero essere diverse.

Lei lo ama ma non riesce ad accettare quello che è veramente... Miss Alice Morrowe, è cieca ed è sempre stata considerata un peso da tutti. Sebbene sia felice della propria vita, vorrebbe essere apprezzata per quello che è. Quando viene gettata a terra in un groviglio di membra da un uomo nudo che le evita di essere investita da una carrozza, non può fare a meno di chiedersi se la sua vita stia per cambiare.

Un matrimonio di convenienza che in realtà è tutt'altro... In lei, Donovan vede un modo per spezzare la sua maledizione. In lui, Alice trova conforto e il brivido del romanticismo. È fin troppo felice di sposarlo e cogliere l'occasione per vivere la vita che ha sempre desiderato, ma le cose non vanno come avevano pianificato. Lui ha davvero bisogno del suo amore per bandire la bestia che ha dentro? Solo la verità e l'amore vero potranno restituire loro la speranza e la possibilità di vivere per sempre felici e contenti.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateMay 24, 2023
ISBN9781667457338
Il duca maledetto

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    Il duca maledetto - Sandra Sookoo

    La leggenda dei Lord maledetti

    Circa cento anni fa un piccolo gruppo di nobiluomini viziati e insolenti se la spassava con delle zingare che attraversavano le campagne d'Inghilterra. In preda ai fumi dell'alcool, diedero fuoco ad un carro e, tra urla e risa, lo guardarono bruciare mentre il resto della carovana fuggiva terrorizzato. Quel carro apparteneva ad una strega immortale che volle punire quel gesto e l'atteggiamento irridente dei lord inglesi. Sotto la luce della luna piena, la strega scagliò una potente maledizione su quei malcapitati.

    Da adesso e per tutta l'eternità, non avrete mai più pace, perchè la vostra vita non sarà più quella di uomini normali, ma diventerete dei mutaforma e sarete schiavi della bestia che albergherà in voi. Tutte le donne che guarderanno il vostro viso nei momenti di emozione più intensa si allontaneranno disgustate, perchè vedranno la verità. Una volta che il vostro segreto sarà svelato, vivrete nel terrore perchè sarete costretti a confessare tutto. E, anche se vi sarà permesso sposarvi, sarete destinati ad unioni fredde e prive di gioia, a meno che non troviate il vero amore. Porterete questo fardello da soli, perchè la maledizione ricadrà solo su di voi e non potrà essere trasferita o condivisa con nessuno.

    Ma voglio essere benevola, uomini senza cuore, senza morale e del tutto privi di sentimenti. Ogni cinque anni, durante il plenilunio che cade ogni tre mesi, la maledizione potrà essere spezzata, ma solo se sarete abbastanza saggi da uscire dall'ombra e rendervi conto dei vostri errori. Sotto la luce della luna piena, quando il bacio dell'amore puro e disinteressato sfiorerà le vostre labbra, scacciando l'orgoglio, la paura e l'egoismo, allora tornerete a vivere come esseri umani completi, liberi da afflizioni e da rischi per la vostra prole. Perchè sì...a meno che la maledizione non venga spezzata, essa potrebbe ricadere sui figli maschi.

    Fate molta attenzione, maledetti, altrimenti vivrete per sempre circondati dal freddo, privi d'amore, temuti e isolati.

    Da allora, quegli uomini sono chiamati i Lord maledetti d'Inghilterra -i Signori della notte- e, fino a quando non si ritroveranno innamorati in modo così profondo da non poter sopravvivere senza riuscire a conquistare il cuore della donna prescelta, sono condannati a vagare sulla terra con l'unica compagnia della loro metà bestiale.

    CAPITOLO 1

    11 settembre 1815

    Shalford, nei dintorni di Guilford

    Surrey, Inghilterra 

    Il freddo d'inizio autunno penetrava nelle sue zampe e l'aria frizzante si insinuava nella schiena attraverso la folta pelliccia.

    Donovan James Arthur Sinclair, ottavo duca di Manchester, raggiunse la cresta di una piccola collina e arrestò la propria corsa.

    La luna mostrava solo metà della faccia e la sua debole luce, filtrando attraverso le foglie degli alberi, ricopriva d'argento il terreno, mettendo in evidenza ogni filo d'erba, ogni foglia, ogni solco nei tronchi degli alberi. Gettò all'indietro la testa di lupo, riempì d'aria i polmoni canini e lanciò un ululato selvaggio che riecheggiò per tutta la campagna.

    I peli ritti per l'anticipazione, riprese la corsa. Ogni muscolo del suo corpo si contrasse e si rilassò, mentre gli artigli scavavano nella terra soffice ad ogni passo. Con il muso a terra, fiutava l'odore della preda sulle foglie cadute e sulla vegetazione in decomposizione.

    In notti come quella, si sentiva tutt'uno con la sua metà bestiale, e nella sua folle corsa riusciva persino ad accettare la maledizione che ogni notte lo trasformava in lupo.

    Un sapore pungente e metallico gli colpì il palato. Di recente, aveva ucciso un cervo per placare la fame e, sebbene avesse la pancia piena, aveva ancora voglia di cacciare. Non aveva corso da Londra fino al Surrey per niente, impiegando sessanta minuti per un viaggio che avrebbe richiesto alcune ore di carrozza. La caccia lo divertiva e di certo c'erano ancora animali da tormentare.

    Trasformarsi in una bestia aveva i suoi vantaggi, ululò il lupo che aveva dentro, un suono che interpretò come una risata. Lasciami sempre libero di correre come la bestia che sono.

    Donovan sbuffò. Mi permetto di dissentire. Preferisco godermi la mia forma umana.

    In quanto duca, gli erano concessi privilegi che altri uomini del ton non possedevano. Il suo era un titolo importante, appena sotto quello del re, e, grazie ad investimenti oculati e al duro lavoro, aveva accumulato immense fortune, e doveva solo inarcare un sopracciglio o piegare un dito perché le donne accorressero nel suo letto. Non cercava nient'altro; non voleva nè una moglie nè dei figli.

    Una fitta gli trapassò le viscere. Aveva sempre fatto attenzione a non generare figli per timore che i maschi potessero essere maledetti e che potessero ulteriormente infangare il suo nome in società. Preferiva essere l'ultimo della sua casata piuttosto che far sì che qualcun altro diventasse un mutaforma per qualcosa che nè lui, nè suo nonno avevano fatto.

    Io non sono così egoista.

    Ridacchiò, pensando che tuttavia lo era abbastanza da vivere solo per il proprio piacere. Era un duca, dopotutto, ed era un diritto che gli era stato concesso da Dio. La vita era perfetta, o, almeno, lo sarebbe stata se non avesse dovuto combattere ogni giorno dei propri trent'anni contro la dannata maledizione, contro i capricci della bestia che aveva dentro. Strinse gli occhi da lupo. Proprio come i sette duchi che lo avevano preceduto, non aveva altra scelta che quella di sottomettersi alle richieste della bestia quando essa decideva di prevalere.

    Ma era dannatamente determinato a mantenere uno stretto controllo su quell'aspetto della sua vita. Si rifiutava di uccidere le persone, e se aveva conservato una parvenza di civiltà lo doveva a quel che aveva imparato su se stesso quando aveva partecipato alle guerre contro Napoleone. In quegli anni, aveva lasciato libero sfogo alla bestia. Il lupo aveva ucciso molti francesi. Era una guerra, si era giustificato con se stesso. In seguito, si era disprezzato per quello che aveva fatto e aveva giurato che non avrebbe mai più lasciato che il lupo prevalesse sulla ragione e sul suo pensiero umano.

    Essere maledetto era il suo destino e, anche se a volte lo odiava, aveva sempre cercato di trarne il meglio. Se non avesse avuto il suo lupo, non avrebbe mai sperimentato la gioia di correre attraverso la campagna inglese o di trovare la libertà scappando dai confini di Londra e dalle responsabilità che derivavano dal suo titolo.

    Quelle che ancora avevano qualche valore nei luoghi in cui era ben accolto e dove non era in lista nera, naturalmente. Un altro 'beneficio' dovuto alla maledizione.

    Scrollò la testa per scacciare quei pensieri.

    Era quasi l'alba e la luce aveva cominciato a rischiarare l'orizzonte. I bagliori color oro e lavanda gli ricordarono che era tempo di trasformarsi e tornare a Londra, se non voleva essere visto nel suo aspetto di bestia o, peggio ancora, nudo, mentre riassumeva le sembianze umane.

    Resta ancora un po'. Questo posto mi piace. E' tranquillo. C'è odore di cose buone, di natura.

    Donovan soffocò l'impulso di alzare gli occhi al cielo.

    Invece a me piace Londra e adesso torniamo a casa.

    Anche se era costretto a convivere con una bestia, non per questo doveva comportarsi come tale. Londra poteva essere rumorosa, sporca, a volte troppo affollata, ma era la sua casa.

    Il lupo tacque, senza dubbio offeso. Divertito, Donovan continuò la sua corsa con l'intenzione di attraversare il sonnolento villaggio di Shalford prima di dirigersi verso la capitale. Seguì il corso del fiume Tillingbourne, annusandone le rive poco profonde, e arrivò al villaggio. Rallentò l'andatura, mentre passava davanti ad un mulino con la ruota idraulica. Doveva essere un posto alquanto bizzarro se a qualcuno piaceva quel genere di cose. Per quanto lo riguardava, non riusciva ad immaginare nemmeno di rinfrescarsi i piedi in un ambiente così rustico. Diavolo, visitava raramente persino la sua tenuta di campagna, Kimbolton Castle, nel Cambridgeshire. A quale scopo avrebbe dovuto farlo?

    C'è spazio in abbondanza per correre.

    Ma poco divertimento, ricordò silenziosamente alla propria controparte.

    Il suo lupo uggiolò. Nella vita c'è qualcosa di più del divertimento.

    Se anche fosse stato così, Donovan non voleva saperlo.

    Pochi minuti dopo, imboccò una strada sterrata che conduceva a quello che, a tarda mattina, sarebbe diventato un posto molto affollato.

    La piccola zona commerciale lasciava molto a desiderare, poichè comprendeva una manciata di attività commerciali, ovvero una panetteria, una macelleria, un negozio di articoli vari, una libreria dall'aria ammuffita e qualche altra bottega che non suscitava in lui il minimo interesse. Poteva un villaggio del genere offrirgli più divertimento di Londra?

    Stanco di quel posto insulso, Donovan si allontanò dal sentiero per rasentare il bordo alberato, e, proprio mentre si tuffava nel fogliame, una donna comparve dalla direzione del mulino ad acqua. Non aveva molto altro con cui occupare il tempo, così si sedette sui fianchi dietro i cespugli e si apprestò ad osservare, perchè una donna, indipendentemente dal luogo, è pur sempre una donna. E lui non sarebbe stato un maschio dal sangue caldo se non avesse apprezzato il suo aspetto.

    Il semplice e anonimo abito da giorno di leggera lana grigia non nascondeva nè metteva in risalto la sua figura. Il tessuto si increspava a causa della brezza e di tanto in tanto delineava la lunghezza di una gamba mentre camminava. Uno scialle lavorato a maglia color avorio celava la metà superiore e Donovan emise un lieve gemito di fastidio. Che stupidaggine che una donna dovesse nascondere il seno per pudore. Inoltre, il copricapo piuttosto brutto ornato di sbiaditi nastri blu le oscurava il viso e i capelli.

    Dannazione. Quella mattina non ci sarebbe stato spazio per le fantasie. Nè per rigirarsi i pollici, perchè Donovan adorava immaginare la lenta svestizione di una donna. Andare a letto con i membri del sesso opposto era il solo intrattenimento nel mondo di noia in cui era sprofondato, e chi era lui per rifiutare l'opportunità di placare i propri desideri, se la femmina era d'accordo?

    Dentro la sua testa, il lupo sbuffò.

    Femmine noiose. Vengono a letto con te per curiosità, desiderano i tuoi soldi, ambiscono alla fama che ricaverebbero dallo stare al tuo fianco perchè sei dannato.

    Parole che sortirono lo stesso effetto di un secchio d'acqua ghiacciata in faccia.

    Stai zitto.

    Sì, lui, nonché una manciata di altri lord maledetti, erano stati inseriti nella lista nera del ton anche se i loro titoli erano molto antichi. Non avevano il permesso di entrare da Almack, nè erano invitati agli eventi più popolari della Stagione, perchè se c'era qualcosa che le osannate patronesse e i mecenati della società amavano più del potere era indulgere nei pettegolezzi.

    Non che importasse, perchè lui e i suoi amici avevano creato una rete sociale piuttosto stretta, compreso un esclusivo club per gentiluomini audaci.

    I buonisti del ton potevano anche essere impiccati, per quel che gliene importava.

    Preferisco che le mie donne siano scandalose, e, più sono esperte a letto, meglio è.

    Il lupo nella sua mente sbuffò.

    La femmina è in pericolo, disse in tono pratico, dobbiamo aiutarla.

    Così parlò il diavolo, pensò Donovan.

    Riportò l'attenzione sulla donna per strada. Dalla direzione opposta, un calesse stava arrivando a velocità vertiginosa. L'uomo alla sua guida, ancora vestito con l'abito da sera scuro piuttosto sgualcito, teneva le redini con mani rilassate, l'espressione verdastra per la nausea. Senza dubbio, un gentiluomo che guidava sotto l'effetto della sbornia.

    Bastardo. Eppure, molte volte egli stesso si era comportato allo stesso modo dopo essere scappato dal letto di una donna sposata appena prima del rientro del marito.

    Le ruote del calesse sferragliavano rumorosamente contro i solchi e i sassi della strada, eppure la donna non alzò lo sguardo, ma continuò a tenere gli occhi bassi.

    Al diavolo. Donovan balzò fuori dal nascondiglio e si diresse di corsa nella sua direzione, il cuore che gli martellava nel petto. Perchè non stava più attenta?

    Dentro la sua testa, il lupo guaì. Non sei tipo da fare l'eroe. Le sue parole grondavano sarcasmo.

    Non ricordarmi i miei difetti e non sto interpretando nessun eroe. Persino tu sarai d'accordo che non possiamo stare a guardare e lasciare che la donna venga travolta.

    Raramente si lasciava coinvolgere negli affari di qualcun altro, e la filantropia o la beneficenza non erano il suo stile. Perchè avrebbe dovuto interessarsi del prossimo quando nessuno mostrava per lui la minima considerazione? In effetti, aveva preso l'abitudine di restarsene in disparte, perchè se la società non lo accettava, allo stesso modo lui non aveva bisogno della società.

    Quando l'uomo alla guida del veicolo urlò qualcosa, la donna alzò finalmente la testa e guardò in direzione del calesse fuori controllo, tuttavia non cambiò rotta.

    Perchè non si muove, dannazione?

    Anche se il guidatore del calesse avesse tirato le redini con tutte le sue forze, non sarebbe mai riuscito a fermarsi in tempo.

    Donovan corse più veloce che potè. Mentre la carrozza si avvicinava alla donna, le balzò addosso. Entrambi rotolarono sul ciglio della strada in un groviglio di arti proprio mentre il calesse passava rombando. L'uomo le lanciò una serie di imprecazioni, senza nemmeno fermarsi a chiederle se fosse ferita.

    Che bastardo.

    Persino lui, un duca apatico e annoiato, se avesse quasi investito una persona su una strada pubblica, si sarebbe assicurato delle sue condizioni. A volte, le buone maniere non potevano essere dimenticate.

    In ogni caso, una simile negligenza meritava una severa correzione, nonché un avvertimento. Afferrò le gonne della donna con la mascella e la trascinò in un boschetto che fiancheggiava il sentiero e poi giù lungo un leggero terrapieno, dove gli arbusti l'avrebbero nascosta dai passanti curiosi, ammesso che ce ne fossero a quell'ora del mattino.

    Allentò le mascelle per liberarla ma le restò accanto per assicurarsi che non fosse ferita. Giaceva sull'erba, apparentemente stordita, le gonne attorcigliate intorno alle gambe e sollevate fino ai polpacci sottili avvolti in calze color avorio.

    Cosa è successo? Lo smarrimento nella sua voce sommessa tradiva cultura ed educazione. Nonostante gli abiti semplici, non era una ragazzotta di campagna. Incuriosito, ma non per questo meno infastidito, Donovan evocò la trasformazione e il suo corpo cominciò a contorcersi. Il dolore gli attraversò gli arti, rimbalzando su ogni terminazione nervosa, mentre le sue ossa e gli organi riprendevano la loro forma naturale. Artigli e muso si ritrassero, sostituiti da unghie e denti umani. La pelliccia sparì e al suo posto tornarono pelle e capelli. Quando la metamorfosi ebbe termine, crollò a terra, mentre lei lottava per mettersi seduta.

    Dannazione, quell'agonia gli aveva tolto le forze. Non si era mai abituato al trauma. Scosse la testa per scacciare gli ultimi effetti della trasformazione e lanciò un'occhiata alla sua improbabile compagna. Il copricapo pendeva su un lato della testa con un'angolazione scomoda. Gli occhi di Donovan incontrarono folti capelli castani che, sotto i raggi dell'alba, brillavano di riflessi di mogano brunito. Sebbene tenesse su di lui il suo sguardo grigio, confuso e spalancato, non reagì al suo atto eroico nè alla sua innegabile nudità. Non ci furono parole di gratitudine o di ringraziamento. E nemmeno sembrò affascinata da lui. L'ego di Donovan subì un lieve contraccolpo, poichè non era abituato ad essere liquidato in modo così sommario.

    Perchè diavolo non vi siete scansata? Dovete essere cieca per non aver visto quello che stava per piombarvi addosso la rimproverò con fervore.

    Lei si portò alla fronte una mano guantata. Socchiuse gli occhi, e in quelle profondità grigie balenò un lampo di rabbia.

    Per vostra informazione sono cieca, ma non stupida. Anche se voi mi state trattando come se lo fossi. Si sistemò il copricapo e aggiunse Ho sentito il trambusto, ma non sapevo da dove provenisse.

    Donovan aprì e chiuse la bocca, incapace di proferire parola. Cosa si rispondeva in questi casi? Non aveva alcuna esperienza con persone prive della vista, quindi si rifugiò nel familiare senso di fastidio per essere rimasto coinvolto in quella situazione.

    Almeno ho abbastanza senso da non permettere ad un calesse di travolgermi.

    Raddrizzò la spina dorsale, restando comunque seduto accanto a lei. Come osava questa donna pensare di discutere con lui? Sono abbastanza gentiluomo da salvare una signora da morte certa senza volere necessariamente altro da lei.

    A quelle parole, la donna spalancò gli occhi e mille emozioni offuscarono quelle profondità tempestose: confusione, terrore e...curiosità. La vide trattenere il fiato.

    Allora volete abusare di me? Vi siete imbattuto in quello che speravate fosse un bersaglio vulnerabile e gli siete balzato addosso?

    Prima che lui potesse contraddirla, la donna inclinò la testa da una parte all'altra e lo sguardo che gli fissò addosso non aveva la vacuità tipica dei ciechi.

    Eppure ero certa che ciò che mi ha gettata a terra non fosse affatto un uomo. Flettè una mano e aggiunse Per un attimo, mi è sembrato di sentire del pelo, proprio come quello di un cane....

    Buon Dio. Aveva visto la sua trasformazione oppure era solo un sospetto?

    Donovan si riprese dallo stupore.

    Tranquilla, sono stato io a toglievi dalla traiettoria del calesse. Dopodiché vi ho portato nel boschetto fin qui. Deglutì a vuoto. Che genere di donna era questa? Qualsiasi altra, dopo essere stata trattata in modo così rude, e per di più da un uomo nudo, avrebbe urlato fino a destare l'intero villaggio e poi sarebbe svenuta.

    Ma questa che aveva davanti, sebbene fosse diffidente, non fece niente del genere. Non abbassò nemmeno lo sguardo.

    E intendo approfondire le ragioni di una tale sconsideratezza....

    Il vostro odore è diverso da quello degli altri uomini lo interruppe lei, avvicinandosi.

    Prego? Il cuore gli martellava forte nelle tempie. Era impossibile che questa strana donna avesse qualche sospetto sulla sua vera natura.

    E' un odore selvaggio. Primordiale. Lei si strappò i logori guanti color avorio e li lasciò cadere a terra Posso? gli chiese "È solo uno dei modi in cui posso vedervi.»

    Fate...fate pure. La cosa si faceva sempre più intrigante e, dato che al momento lei e il fatto che non intendesse assumersi la sua parte di responsabilità nella caduta lo confondevano, annuì. Ma subito dopo si sentì uno stupido. Se era davvero cieca, non avrebbe potuto vedere il gesto.

    «Il vostro modo di parlare mi dice che dovete essere qualcuno di una certa importanza.» La donna percorse con la punta delle dita il profilo del suo viso, gli zigomi, la fronte. Il suo tocco era gentile mentre seguiva la linea delle sopracciglia, l'inclinazione del suo naso, il taglio della mascella, il mento.

    Il suo tocco gli provocò la pelle d'oca.

    Mi piace pensarlo riuscì a dire, anche se in un sussurro. La loro vicinanza, o meglio, la loro intimità, richiedeva un tono adeguato

    Gli uomini lo fanno sempre. Lei ridacchiò. Un suono gutturale che scivolò su di lui e si raccolse nel suo inguine, facendolo irrigidire E' un modo pericoloso di pensare. Poi gli passò i palmi lungo i lati del collo, sopra le spalle e inspirò. «Siete nudo.»

    Io....

    Perché siete senza vestiti? Gli si avvicinò, finchè le loro gambe si toccarono e le gonne le si ammucchiarono intorno alle ginocchia. Il suo scialle era scivolato rivelando un accenno delle punte dei seni cremosi, ma lei non smise di esplorarlo Come avete fatto ad attraversare il villaggio vestito di nulla se non di scandalo?

    Davvero un modo...interessante di vedere la situazione. Una parte della nebbia che gli aveva avvolto il cervello si dissipò.

    «Se ve lo dicessi, non mi credereste". D'altra parte, non c'era modo di fornirle informazioni riguardo al loro poco ortodosso incontro.

    Era probabile che non l'avrebbe più rivista.

    Niente è impossibile. Le sue dita gli scivolarono lungo il petto, infilandosi tra la folta peluria.

    Lui ansimò. Un impeto di sfrenata lussuria attraversò il suo corpo, una brama che le sue mani che gli percorrevano il busto e poi, più in basso, l'addome, non fecero che acuire.

    A parte il vostro stato inappropriato, sono contenta. E' un piacevole cambiamento e aggiunge un po' di mistero al nostro incontro disse la donna, e i muscoli di Donovan si tesero.

    Quando le piccole mani aleggiarono sull'ampia punta del suo membro eretto, lui le afferrò e le allontanò da sè.

    Succhiò l'aria a grandi sorsi, desiderando che il suo corpo fermasse la propria reazione a quella innocente esplorazione. Era terribilmente rozzo eccitarsi per una donna che neanche conosceva.

    Avete l'abitudine di presentarvi agli uomini in questo modo? le chiese, nel disperato tentativo di distogliere la propria mente da quei bassi istinti Perchè, se è così, la mia prossima domanda è come mai vi è permesso uscire da casa senza essere accompagnata.

    Un sorriso felice le curvava le labbra rosate. Labbra, quello inferiore leggermente più piena di quello superiore, da cui Donovan non riusciva a distogliere lo sguardo e che voleva rivendicare con un bacio. Il che era la strada più breve per arrivare a Bedlam, insieme al fatto di continuare quella conversazione senza vestiti addosso.

    No, non è mia abitudine rispose lei. Il suo sorriso sbiadì e lui sentì nel petto una profonda delusione In tutta onestà, gli uomini non mi cercano per nessun genere di incontro.

    Era da folli continuare quella conversazione. Più a lungo Donovan restava lì, maggiore era la possibilità di essere scoperto. Chiunque fosse quella donna, si rifiutava di comprometterla o di invischiarsi in qualcosa che non desiderava.

    Mi dispiace disse. La mano di lei nella sua era morbida. Non si era liberata dalla sua presa ed era fin troppo vicina per il suo benessere.

    Nel corso degli anni, ho imparato ad accettare il fatto che la mia infermità mi rende una donna isolata dichiarò in tono stanco, come se fossero parole già dette e ridette.

    In questo erano simili.

    Vi capisco perfettamente. La fissò negli occhi, e il fatto che sembrassero così attenti anche se non lo vedevano lo sorprese ancora una volta. Alla luce dell'alba, macchie d'argento brillavano in quelle profondità. Il gentiluomo in lui ebbe la meglio Perdonatemi per come ho gestito la situazione, ma era l'unico modo per prevenire un disastro.

    Non preoccupatevi. A parte qualche doloretto e qualche livido che sicuramente spunterà, sto bene. Di nuovo un sorriso le curvò le labbra e il membro di Donovan rinnovò il proprio apprezzamento per lei.

    Sono contento. Era assurdo sedere nell'erba accanto a lei, mano nella mano, mentre nella sua testa il lupo lo incoraggiava a cedere all'istinto primordiale.

    Comunque...io sono Donovan Sinclair, duca di Manchester.

    E ho un disperato bisogno di andarmene da qui prima...prima di finire per fare qualcosa che mi costringa a rivelare il mio segreto o che dimostri che sono esattamente il degenerato che temo di essere.

    ––––––––

    CAPITOLO 2

    La situazione in cui miss Alice Morrowe si era venuta a trovare le faceva girare la testa.

    Il petto e il torace le bruciavano per l'impatto e il fondoschiena le doleva, ma ciò che le impediva di muoversi era il fatto assolutamente bizzarro di sedere accanto ad un uomo nudo...e per di più un duca. Se qualcuno del villaggio l'avesse vista in quel momento, con le gonne aggrovigliate e le gambe in mostra dalle ginocchia in giù, avrebbe indubbiamente immaginato il peggio, anche se non era successo niente di inappropriato.

    Un uomo nudo che, a quanto pareva, mostrava per lei -o almeno, così faceva una parte specifica

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