Il libro di matematica: volume 2
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In questo libro è presentata la maggior parte della matematica, partendo dai concetti basilari ed elementari, fino a sondare i settori più complessi e avanzati.
La matematica è affrontata sia dal punto di vista teorico, esponendo i teoremi e le definizioni di ogni particolare tipologia, sia a livello pratico, andando a risolvere oltre 1'000 esercizi.
L'approccio alla matematica è dato da una conoscenza progressiva, esponendo i vari capitoli in ordine logico di modo che il lettore possa costruire un percorso continuo nello studio di tale scienza.
L'intero libro è suddiviso in tre distinte sezioni: la matematica elementare, quella avanzata data dall'analisi e dalla geometria ed infine la parte riguardante la statistica, l'algebra e la logica.
Lo scritto si pone come opera omnicomprensiva riguardo la matematica, non tralascando alcun aspetto delle molteplici sfaccettature che essa può assumere.
Simone Malacrida
Simone Malacrida (1977) Ha lavorato nel settore della ricerca (ottica e nanotecnologie) e, in seguito, in quello industriale-impiantistico, in particolare nel Power, nell'Oil&Gas e nelle infrastrutture. E' interessato a problematiche finanziarie ed energetiche. Ha pubblicato un primo ciclo di 21 libri principali (10 divulgativi e didattici e 11 romanzi) + 91 manuali didattici derivati. Un secondo ciclo, sempre di 21 libri, è in corso di elaborazione e sviluppo.
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Il libro di matematica - Simone Malacrida
Il libro di matematica
Volume 2
––––––––
SIMONE MALACRIDA
In questo libro è presentata la maggior parte della matematica, partendo dai concetti basilari ed elementari, fino a sondare i settori più complessi e avanzati.
La matematica è affrontata sia dal punto di vista teorico, esponendo i teoremi e le definizioni di ogni particolare tipologia, sia a livello pratico, andando a risolvere oltre 1'000 esercizi.
L’approccio alla matematica è dato da una conoscenza progressiva, esponendo i vari capitoli in ordine logico di modo che il lettore possa costruire un percorso continuo nello studio di tale scienza.
L’intero libro è suddiviso in tre distinte sezioni: la matematica elementare, quella avanzata data dall’analisi e dalla geometria ed infine la parte riguardante la statistica, l’algebra e la logica.
Lo scritto si pone come opera omnicomprensiva riguardo la matematica, non tralascando alcun aspetto delle molteplici sfaccettature che essa può assumere.
Simone Malacrida (1977)
Ingegnere e scrittore, si è occupato di ricerca, finanza, politiche energetiche e impianti industriali.
I libri pubblicati si possono trovare qui:
http://www.amazon.com/-/e/B00J23W2N4
INDICE ANALITICO
––––––––
26 - FUNZIONI REALI MULTIVARIABILI
Introduzione
Operazioni
Jacobiano, hessiano e algebra del nabla
Ricerca dei punti stazionari e metodo dei moltiplicatori di Lagrange
Funzioni implicite
Esercizi
––––––––
27 - GEOMETRIA DIFFERENZIALE
Introduzione
Operazioni
Forme differenziali
Curve
Integrale di linea
Algebra del nabla in tre dimensioni
Esercizi
––––––––
28 - CALCOLO INTEGRALE MULTIVARIABILE
Introduzione
Teoremi notevoli
Esercizi
––––––––
29 - INTEGRALI DI SUPERFICIE E DI VOLUME
Integrali di superficie e di volume
Esercizi
––––––––
30 - TENSORI E MATEMATICA TENSORIALE
Definizioni
Operazioni
Tensori particolari
Applicazione: teoria della relatività generale
Esercizi
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31 - ANALISI COMPLESSA
Proprietà
Monodromia e polidromia
Integrazione complessa
Funzioni di Eulero
Serie complesse
Esercizi
––––––––
32 - ANALISI FUNZIONALE
Introduzione e definizioni
Norme e spazi normati
Spazi di Hilbert
Misura di Lebesgue e integrale di Lebesgue
Spazi di Lebesgue
Altri risultati di analisi funzionale e visione operatoriale
Esercizi
––––––––
33 - TRASFORMATE
Introduzione e definizioni
Trasformata integrale di Fourier
Trasformata integrale di Laplace
Altre trasformate integrali
Trasformate discrete
Esercizi
––––––––
34 - DISTRIBUZIONI
Introduzione e definizioni
Operazioni
Spazi di Sobolev
Esercizi
––––––––
35 - EQUAZIONI DIFFERENZIALI ORDINARIE
Introduzione e definizioni
Metodi di risoluzione
Soluzioni
Equazioni differenziali notevoli
Sistemi autonomi
Esercizi
––––––––
36 - EQUAZIONI DIFFERENZIALI A DERIVATE PARZIALI
Introduzione e definizioni
Metodi di risoluzione
Equazioni del secondo ordine
Formulazione debole
Equazioni differenziali notevoli
Esercizi
––––––––
26
FUNZIONI REALI MULTIVARIABILI
Introduzione
––––––––
Le funzioni di variabile reale a più variabili sono un’estensione di quanto detto per le funzioni reali ad una variabile.
Rimangono valide quasi tutte le proprietà citate per le funzioni ad una variabile (come ad esempio l’iniettività, la suriettività e la biietività), tranne la proprietà di ordinamento che non è definibile.
Il dominio di una funzione a più variabili è dato dal prodotto cartesiano dei domini calcolati sulle singole variabili.
Un insieme di livello, o curva di livello, è l’insieme dei punti tali per cui vale:
L’insieme di livello con c=0 serve per analizzare il segno della funzione nel dominio.
––––––––
Operazioni
––––––––
La definizione topologica di limite è uguale a quella data per le funzioni ad una variabile, la definizione metrica si modifica in tale modo:
Il limite esiste se il suo valore non dipende dalla direzione secondo la quale è calcolato.
Allo stesso modo si ragiona per la continuità.
Una funzione si dice continua separatamente rispetto ad una delle sue variabili se essa è continua come funzione della singola variabile, tenendo le altre costanti.
La continuità separata è una condizione più debole rispetto alla continuità globale su tutte le variabili.
––––––––
Per una funzione di più variabili esistono invece diversi concetti di derivata.
Chiamiamo derivata parziale la derivata effettuata solo su una delle variabili, definendo la derivata sempre come limite di un rapporto incrementale.
Per distinguere la derivata parziale da quella totale si usa il simbolo .
Le derivate parziali di ordine superiore riportano l’ordine all’esponente di tale simbolo.
Un punto si dice semplice se le derivate parziali prime sono continue e non nulle, se invece una delle derivate è nulla o non esiste, il punto è detto singolare.
La derivabilità parziale implica la continuità separata.
Estendendo il concetto di derivata parziale da un cammino lungo gli assi coordinati ad un cammino qualsiasi, si ha la derivata direzionale.
Definito un generico vettore unitario, la derivata direzionale lungo quel vettore è data da:
La derivata direzionale indica la velocità di cambiamento della funzione rispetto alla direzione data.
Si definisce derivata totale la derivata di una funzione a più variabili che tiene conto della dipendenza reciproca delle variabili stesse.
Ad esempio si ha:
La derivabilità non è però condizione sufficiente per la continuità.
Una condizione sufficiente è invece data dalla differenziabilità.
Una funzione di più variabili è differenziabile in un punto di in un insieme aperto dello spazio euclideo R n-dimensionale se esiste un’applicazione lineare L tale per cui vale la seguente relazione:
Il differenziale primo totale è dato dal seguente prodotto:
Mentre la derivata totale è data da .
La funzione è differenziabile se lo è in ogni punto del suo dominio.
Il teorema del differenziale totale afferma che una funzione è differenziabile in un punto se tutte le derivate parziali esistono in un intorno del punto e se tali derivate parziali sono continue.
Se l’applicazione è anche continua, la funzione si dice differenziabile con continuità.
Il differenziale primo totale si può anche esprimere come:
I differenziali totali di ordine superiore si possono esprimere in tale modo, per una funzione di due variabili:
Chiamiamo derivate miste le derivate di ordine superiore al primo che prevedono la derivazione di variabili diverse tra di loro.
Per una funzione di due variabili definita su un aperto, se essa ammette derivate seconde miste continue, vale il teorema di Schwarz secondo il quale si può invertire l’ordine di derivazione senza cambiare risultato:
Se una funzione è differenziabile in un punto, allora tutte le derivate parziali calcolate in quel punto esistono e sono continue.
Jacobiano, hessiano e algebra del nabla
––––––––
L’applicazione lineare definita come la somma delle derivate parziali prime è una matrice a m righe e n colonne detta matrice jacobiana ed è esattamente il corrispettivo dell’applicazione lineare L citata in precedenza:
Se m=1, la matrice jacobiana si riduce ad un vettore n-dimensionale chiamato gradiente che indica la direzione di massima pendenza del grafico della funzione in un punto.
Se n=1 la funzione parametrizza una curva e il suo differenziale è una funzione che indica la direzione della retta tangente alla curva nel punto.
Se m=n=1 la condizione di differenziabilità coincide con quella di derivabilità e la matrice jacobiana si riduce ad un numero, pari alla derivata della funzione in quel punto.
Se m=n la matrice jacobiana è quadrata e il suo determinante è noto come jacobiano.
Il teorema della funzione inversa stabilisce che una funzione differenziabile con continuità è invertibile se e solo se il suo determinante jacobiano è diverso da zero.
Se una funzione di più variabili è differenziabile, allora la derivata direzionale esiste ed è pari al prodotto scalare tra il gradiente rispetto alla singola variabile e il versore stesso.
La derivata direzionale assume dunque valore massimo quando il gradiente e il versore sono paralleli e concordi, valore minimo quando sono paralleli e discordi, valore nullo quando sono perpendicolari.
––––––––
Un differenziale si dice esatto se e solo se è integrabile ossia se si può esprimere come funzione della seconda classe di continuità semplicemente connessa (detto in altro modo, deve valere il teorema di Schwarz).
Definiamo gradiente la quantità che, moltiplicata secondo il prodotto scalare con un vettore qualunque, restituisce la derivata direzionale della funzione rispetto al vettore.
Il gradiente è un campo vettorale e, nel caso di un sistema di riferimento cartesiano, è la somma dei prodotti tra le derivate parziali prime e i versori:
Dove al secondo membro è presente la notazione secondo l’operatore nabla.
Tale operatore differenziale è così definito:
Definiamo divergenza di un campo vettoriale continuo e differenziabile la funzione scalare data dal prodotto scalare tra l’operatore nabla e il campo vettoriale:
Definiamo rotore di un campo vettoriale continuo e differenziabile, un campo vettoriale dato dal prodotto vettoriale tra l’operatore nabla e il campo stesso:
Definiamo laplaciano il quadrato dell’operatore nabla pari a:
Alcune proprietà dell’operatore nabla sono le seguenti:
––––––––
Se tutte le derivate parziali seconde esistono, definiamo hessiana della funzione la matrice jacobiana del gradiente:
Se tutte le derivate secondo sono continue vale il teorema di Schwarz e la matrice hessiana è simmetrica.
Se il gradiente della funzione è nullo in un punto allora quel punto è detto punto critico.
Se in quel punto anche il determinante della matrice hessiana è nulla allora il punto critico è detto degenere.
Per un punto critico non degenere, se la matrice hessiana è definita positiva allora la funzione ha un minimo locale in quel punto, se invece è definita negativa si ha un massimo locale.
Se la matrice hessiana ha tutti gli autovalori non nulli, ed essi assumono valori sia positivi sia negativi, quel punto è detto di sella.
In tutti gli altri casi, ad esempio per matrici hessiane semidefinite positive o negative, non si può dire nulla circa la presenza di punti stazionari.
Ricerca dei punti stazionari e metodo dei moltiplicatori di Lagrange
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Una condizione necessaria per la ricerca di massimi e minimi vincolati è il cosiddetto metodo dei moltiplicatori di Lagrange.
Per una funzione bidimensionale, tale metodo afferma che condizione necessaria perché si abbia un estremo vincolato è che accada:
I valori di sono appunto i moltiplicatori di Lagrange in quanto la funzione h si può definire come la lagrangiana del sistema.
Un caso pratico di applicazione di tale formalismo è quello della meccanica lagrangiana nella quale le equazioni del moto sono ottenute trovando i punti stazionari di un integrale, detto azione.
Funzioni implicite
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Le funzioni implicite sono funzioni del tipo:
Per le funzioni a due dimensioni vale il seguente teorema di Dini.
Considerando una funzione differenziabile con continuità definita su un aperto e un insieme non vuoto in cui la funzione f(x,y) è nulla allora esiste un punto in tale insieme in cui vale la seguente relazione:
Se questo punto non è critico, ossia vale la disuguaglianza:
Allora esiste un intorno di tale punto tale che l’insieme dato dall’intersezione di questo intorno e dell’insieme in cui si trova il punto non critico rappresenta il grafico di una funzione derivabile.
Ciò equivale a dire che esiste un’unica funzione esplicita del tipo y=y(x) o x=x(y) che mette in relazione le due incognite.
Tale teorema fornisce quindi una condizione sufficiente per l’esplicitazione delle funzioni implicite.
In più dimensioni, le variabili della funzione possono essere divise in due blocchi, uno fino al grado n-esimo e uno fino al grado m-esimo, come di seguito:
La matrice jacobiana calcolata nell’insieme aperto n+m-dimensionale può essere divisa in due blocchi, ricordando la divisione delle variabili:
Avendo supposto che X sia invertibile.
Il teorema delle funzioni implicite afferma che esiste un’unica esplicitazione della funzione f(x,y)=0. Tale funzione g(y)=x è differenziabile con continuità e vale la relazione:
Esercizi
Esercizio 1
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Determinare il dominio e le derivate parziali della seguente funzione:
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Il dominio è dato dal denominatore diverso da zero, quindi:
Le derivate parziali sono semplicemente:
Esercizio 2
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Determinare il dominio e le derivate parziali della seguente funzione:
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Il dominio è dato dal denominatore diverso da zero e dall’argomento della tangente diverso da 90° e suoi multipli, quindi:
Le derivate parziali sono semplicemente:
Esercizio 3
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Determinare il dominio e le derivate parziali della seguente funzione:
––––––––
Il dominio è dato dal denominatore diverso da zero e dell’argomento del logaritmo maggiore di zero, quindi:
Le derivate parziali sono semplicemente:
Esercizio 4
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Determinare il dominio e le derivate